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2-CASSIEN (I) Bolletino n°2 - Arte Mistica 2013

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<strong>Bolletino</strong> n° 2<br />

IL DESERTO EGIZIO: CULLA DI “MISTICI”<br />

Giovanni Cassiano fu<br />

attratto in Tebaide per la<br />

fama della sua profonda<br />

sapienza. La Tebaide (in<br />

greco Θηβαΐδα Thēbaïda<br />

o Θηβαΐς Thēbaïs) era<br />

una regione meridionale<br />

dell’antico Egitto, vicino al<br />

Nilo. Il suo nome proviene<br />

dalla sua capitale Tebe. La<br />

parte abitata della<br />

Tebaide era circondata a<br />

est e a ovest dal deserto<br />

in cui si ritirarono i primi Tebaide<br />

eremiti e anacoreti cristiani, come MACARIO, san<br />

PACOMIO il grande e sant’ANTONIO l’eremita. Questo<br />

spiega il significato di “luogo selvaggio e isolato”,<br />

adatto per il ritiro, che la parola francese “ermitage”<br />

ebbe nel linguaggio letterario. Questi luoghi<br />

energeticamente puri che venivano scelti dagli eremiti<br />

permettevano loro di collegarsi più facilmente con la<br />

propria natura interiore, originale, selvaggia (nel senso<br />

di non condizionata dalle registrazioni meccaniche<br />

della memoria e della mente “educata”). Durante i primi<br />

secoli, nella Tebaide si decidevano le date delle feste e<br />

dei riti religiosi per tutta la cristianità, perché questa<br />

regione era conosciuta per la grande sapienza dei<br />

mistici del deserto. La Tebaide era famosa anche per i<br />

miracoli che vi si verificavano. Per esempio,<br />

un’apparizione del Cristo bambino durante un’unzione<br />

nella quale “...un monaco dubitò che il pane e il vino<br />

fossero realmente il sangue e il corpo del Cristo”.<br />

Questi anacoreti chiesero allora un segno allo Spirito di<br />

Vita e il miracolo avvenne durante l’estasi di<br />

un’assemblea...».<br />

IL LASCITO DEI “PADRI DEL DESERTO”...<br />

<strong>Arte</strong> e <strong>Mistica</strong>: espressione del divino<br />

TEBE : CROGIOLO DI SAGGEZZA<br />

TEBE: crogiuolo di sapienza: Tebe fu una delle città dellʼEgitto che ebbe il<br />

maggior numero di nomi nel corso della sua storia. Secondo Omero (poeta<br />

greco della fine del secolo VIII a.C.), il nome di Tebe "la città dalle cento porte"<br />

proviene dal greco Thēbai. Si è anche trovato Thēbai: Θῆβαι o Diospolis<br />

Διόσπολις "la città di Zeus"; Diospolis Megale: Διόσπολις μεγάλη<br />

"Diospolis la Grande" in greco; Diospolis Magna "Diospolis la Grande" in<br />

latino; Ouaset: wAst "Lo scettro" o "La Potente"; Niout-reset: njwt-rst "Città del<br />

Sud"; Niout-Amon: niwt-imn "la città di Amon" in egiziano.<br />

A metà del secolo<br />

III, in Egitto e in<br />

oriente, alcuni<br />

cristiani in cerca<br />

della Verità<br />

adottarono una vita<br />

da eremiti. Essendo<br />

sempre più<br />

numerosi, poco a<br />

poco iniziarono a<br />

organizzarsi in<br />

c o m u n i t à<br />

cenobitiche e, più<br />

tardi, in comunità<br />

monastiche,<br />

I PRIMI EREMITI CRISTIANI<br />

svolgendo nel deserto una vita di sacrificio e<br />

orazione. Oggigiorno, i principali eruditi di queste<br />

comunità religiose sono conosciuti come “i Padri del<br />

deserto”, alcuni dei quali (come sant’Antonio) furono<br />

mistici di grande levatura. Nell’anno 285, ANTONIO<br />

andò a Pispir, in pieno deserto, per vivere come<br />

eremita. Poco a poco si unirono a lui vari discepoli per<br />

ricevere i suoi insegnamenti. Con il passare degli anni,<br />

questi discepoli si raggrupparono in diversi nuclei,<br />

scegliendo il più antico tra loro, ANTONIO, come guida<br />

spirituale. Nell’anno 307 d.C., HILARIÓN gli chiese un<br />

consiglio su come organizzare un monastero. Nel 312,<br />

Antonio decise di isolarsi ancora di più nella Tebaide,<br />

spostandosi sul monte Qolzum (dove oggi si trova il<br />

monastero che porta il suo nome).<br />

Sant’Antonio che visita a san Paolo<br />

IL MIRACOLO DEL PANE QUOTIDIANO<br />

San PAOLO l’eremita (il primo eremita cristiano,<br />

secondo san Girolamo), fu uno dei fondatori del<br />

monachesimo cristiano, assieme a sant’Antonio. La<br />

tradizione racconta che PAOLO si ritirò per sessanta<br />

anni in una grotta vicino a Tebe, per sfuggire alle<br />

persecuzioni dell’imperatore Decio. Antonio, venuto a<br />

sapere di non essere il primo eremita, andò a<br />

incontrarlo e rimase con lui per qualche tempo. All’ora<br />

del pranzo, un corvo portò una doppia razione di pane<br />

ai due uomini e Paolo, molto semplicemente, gli spiegò<br />

che ogni giorno Dio gli portava da mangiare. Si dice<br />

che Paolo morì poco dopo la partenza di Antonio e il<br />

suo corpo fu sepolto in una fossa scavata da due leoni.<br />

(Il corvo e il leone sono simboli importanti nella<br />

realizzazione del Mistero alchemico rivelato dal<br />

Maestro Samael nel suo libro “Trattato di alchimia”).<br />

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