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Glossario Botanico relativo alle Angiosperme Angiosperme

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<strong>Glossario</strong> <strong>Botanico</strong> <strong>relativo</strong> <strong>alle</strong><br />

<strong>Angiosperme</strong><br />

Testi di riferimento principali:<br />

Prof. Ilda Vagge<br />

•Baroni E. – Guida Botanica d’Italia. Cappelli Ed.<br />

•Bell A.D. – La forma delle Piante. Zanichelli Ed.<br />

•Dalla Fior G. - La nostra flora. Monauni Ed., Trento<br />

•Davis P.H., Cullen J. - Guida all’identificazione delle <strong>Angiosperme</strong>. Zanichelli<br />

Ed.<br />

•Judd W.S: et al. Botanica Sistematica un approccio filogenetico. Piccin Ed.<br />

•Pignatti S. – Flora d’Italia. Edagricole Ed.<br />

•Profumo P., Gastaldo P., Martini E. – Guida <strong>alle</strong> esercitazioni di Botanica<br />

Farmaceutica – Opera Universitaria Ed., Genova<br />

•Schauer T., Caspari C. –Guida all’identificazione delle Piante. Zanichelli Ed.<br />

Nozioni fondamentali<br />

Sistema caulinare<br />

o germoglio<br />

Sistema radicale<br />

nodo<br />

internodo<br />

La determinazione delle specie vegetali<br />

Nozioni fondamentali<br />

Sistema caulinare<br />

o germoglio<br />

Sistema radicale<br />

ramificazione<br />

Gemma apicale<br />

Gemma<br />

ascellare<br />

1


Nozioni fondamentali<br />

Sistema caulinare<br />

o germoglio<br />

Sistema radicale<br />

Fillotassi<br />

ADASSIALE<br />

ABASSIALE<br />

PROSSIMALE<br />

DISTALE<br />

La fillotassi è costante per ogni specie. In base alla fillotassi si<br />

distinguono foglie:<br />

sparse: disposte senza ordine apparente<br />

alterne: una per nodo, da parti opposte (n°1 in Fig.)<br />

opposte: 2 per nodo, su 2 punti opposti del fusto (n°2)<br />

distiche: simili <strong>alle</strong> alterne ma internodi così brevi, da apparire ravvicinate e riunite in 2<br />

serie (n°3)<br />

decussate: 2 foglie ad ogni nodo, ogni coppia è ruotata di 90° rispetto alla coppia del<br />

nodo precedente (n°4)<br />

ternate: 3 foglie per nodo<br />

(n°5)<br />

verticillate: 4, 5 o 6 foglie<br />

per nodo (n°6)<br />

a rosetta: tutte alla base del<br />

fusto (n°7)<br />

unilaterali: tutte poste dallo<br />

stesso lato del fusto<br />

Morfologia della foglia<br />

Per descrivere correttamente le foglie di una<br />

angiosperma, bisogna partire da alcune osservazioni<br />

fondamentali, quali il tipo inserzione (fillotassi) delle<br />

foglie sul fusto<br />

Direzione delle foglie<br />

In base alla direzione delle foglie rispetto al fusto, si hanno foglie:<br />

erette: formanti un angolo acuto con il fusto<br />

patenti: formanti un angolo retto con il fusto<br />

riflesse: formanti un angolo ottuso con il fusto<br />

Esistono anche casi intermedi, come ad esempio le foglie eretto-patenti ovvero a 45°<br />

rispetto al fusto.<br />

2


inserzione sul fusto<br />

In base all’inserzione delle foglie sul fusto, si hanno foglie:<br />

sessili: senza picciolo<br />

picciolate: con picciolo<br />

guainanti: si attaccano al fusto con una guaina<br />

amplessicauli: sono sessili e la base della lamina abbraccia il fusto<br />

perfogliate: sono sessili, la base della lamina abbraccia il fusto e dalla parte opposta i<br />

margini si ricongiungono<br />

connate: sono opposte e le basi delle 2 lamine sono saldate fra loro<br />

decorrenti:la base si prolunga in 2 ali che scendono lungo il fusto.<br />

Direzione delle foglie e inserzione sul fusto<br />

Terminologia di base<br />

relativa alla foglia<br />

3


Foglia semplice o composta<br />

FOGLIA SEMPLICE :<br />

Le eventuali divisioni della<br />

foglia non giungono<br />

fino al rachide (nervatura<br />

mediana)<br />

Quando la foglia secca si<br />

stacca tutta intera<br />

dalla pianta<br />

FOGLIA COMPOSTA:<br />

Le divisioni giungono fino al<br />

rachide facendo divenire<br />

indipendenti le foglioline.<br />

Le singole foglioline cadono<br />

indipendentemente.<br />

Forma della lamina di una foglia semplice<br />

La lamina fogliare può presentare forme variabilissime, citiamo<br />

solo i tipi fondamentali, tenendo presente che esistono anche i casi<br />

intermedi.<br />

Foglia composta<br />

Le foglie composte sono pertanto quelle a<br />

più articolazioni. Le suddivisioni di primo<br />

ordine si dicono pinne, quelle di secondo<br />

pinnule e poi si hanno i segmenti di primo<br />

ordine, di secondo ordine, di terzo….<br />

Le foglie composte possono essere:<br />

unifogliate: 1 sola pinna, con 2<br />

articolazioni<br />

trifogliate: 3 pinne, ognuna con 2<br />

articolazioni<br />

pennatocomposta: con più pinne disposte<br />

in modo pennato (a guisa di penna) e<br />

possono essere di 2 tipi<br />

•imparipennate - numero delle penne<br />

dispari<br />

•paripennate - numero delle penne pari<br />

Forma della lamina di una foglia semplice<br />

Distinguiamo foglie:<br />

aghiformi (1),<br />

ensiniformi: diritte e appuntite (2), lineari:<br />

molto strette (lunghezza > 4 volte la<br />

larghezza) e margini par<strong>alle</strong>li (3),<br />

lanceolate: lunghezza > 4 volte la<br />

larghezza, ma lamina che si allarga alla base<br />

(4),<br />

oblanceolate: lamina che si allarga nella<br />

metà superiore (5),<br />

oblunghe: lunghezza circa 4 volte la<br />

larghezza, margini par<strong>alle</strong>li per breve tratto<br />

(6),<br />

ellittiche: a forma di ellisse (7),<br />

ovate: a forma di uovo, un po’ più lunga che<br />

larga, con lamina che si allarga alla base (8),<br />

obovate: con lamina che si allarga all’apice<br />

(9),<br />

orbicolari: rotonde (10),<br />

spatolate: allargata verso l’apice, simile ad<br />

una racchetta da tennis (11).<br />

4


Forma della lamina di una foglia semplice<br />

Nervatura della foglia<br />

Nervatura della foglia<br />

In base a come decorrono le nervature nella lamina fogliare distinguiamo<br />

nervature:<br />

pedate (foglia pedatinervia): la<br />

nervatura principale si divide in 2<br />

laterali, da cui ne dipartono altre<br />

(1);<br />

peltate (foglia peltatinervia): le<br />

nervature si distaccano a raggiera<br />

dal centro della lamina (2);<br />

pennate (foglia penninervia):<br />

nervatura centrale principale da cui<br />

si distaccano le nervature<br />

secondarie (3);<br />

palmate (foglia palminervia):<br />

molte nervature che si distaccano<br />

dal picciolo (4);<br />

par<strong>alle</strong>le (foglia par<strong>alle</strong>linervia):<br />

molte nervature par<strong>alle</strong>le fra loro<br />

almeno per un lungo tratto (5)<br />

Nervatura della foglia<br />

L’osservazione<br />

spesso coinvolge<br />

anche le nervature<br />

secondarie e<br />

terziarie (se e come<br />

ramificano, dove e<br />

come terminano…)<br />

5


Margine della lamina fogliare<br />

Il margine della lamina può essere:<br />

intero (1),<br />

ondulato: margine con intaccature ampie e poco profonde (2),<br />

eroso: intaccature irregolari e numerose (3),<br />

seghettato (o serrato): numerosi denti rivolti verso l’alto (4),<br />

dentato: con denti il cui asse è più o meno perpendicolare alla<br />

nervatura (5),<br />

crenato: denti arrotondati (6)<br />

Margine della lamina fogliare<br />

Principali tipi<br />

di dente<br />

Margine della lamina fogliare<br />

Se la lamina è intaccata profondamente, il margine può essere<br />

lobato: le intaccature raggiungono circa un terzo della metà della<br />

lamina (7),<br />

foglia fida o fessa: intaccature raggiungono circa un mezzo della<br />

lamina (8),<br />

foglia partita: intaccature raggiungono quasi la nervatura centrale<br />

(9),<br />

foglia setta: intaccature raggiungono la nervatura centrale (10)<br />

Base della lamina fogliare<br />

La base della lamina può essere:<br />

troncata – se troncata bruscamente (1), rotondata – se arrotondata (2),<br />

cuneata – se a forma di cuneo (3),<br />

cordata – se a forma di cuore rovesciato (4),<br />

reniforme – se forma di rene (5), sagittata – se a forma di freccia (6),<br />

astata – se ha 2 prolungamenti rivolti verso l’esterno (7),<br />

auricolata – se ha 2 piccoli lobi arrotondati (8),<br />

inequilaterale – se un lobo basale è più sviluppato dell’altro (9).<br />

6


Base della lamina fogliare<br />

Apice della lamina fogliare<br />

Base fogliare<br />

Apice fogliare<br />

Apice della lamina fogliare<br />

L’apice della lamina può essere:<br />

smarginato – con 1 profonda intaccatura (1), retuso – se l’intaccatura è piccola (2),<br />

troncato – se è troncato bruscamente (3), arrotondato – se termina con una linea<br />

curva (4),<br />

ottuso – termina ad angolo ottuso (5), acuto – ad angolo acuto (6),<br />

apiculato – termina con una piccola punta (7),<br />

mucronato – termina con un mucrone ovvero con una punta breve e rigida (8),<br />

acuminato– l’apice di restringe bruscamente in modo da terminare a punta (9),<br />

cuspidato – termina con una punta allungata e sottile (10).<br />

Le foglie possono<br />

presentare peli (di<br />

varie forme e con<br />

funzioni differenti)<br />

Peli<br />

Ptyxis<br />

Come sono<br />

ripiegate le foglie<br />

all’interno delle<br />

gemme?<br />

7


Pelosità<br />

Rispetto alla pelosità una foglia può essere<br />

glabra: completamente priva di peli<br />

pelosa: ricoperta di peli in genere che a seconda del tipo di pelosità si<br />

dicono:<br />

* pubescente: ricoperta di peluria breve e fitta<br />

* tomentosa: ricoperta da una fitta peluria cotonosa, bianca e molle<br />

(tomento)<br />

* lanosa o lanata: con peli lunghi e flessuosi, come la lana<br />

Pelosità<br />

glabra<br />

Tipi di peli<br />

unicellulari costituiti da una sola<br />

cellula, quindi continui, non articolati<br />

pluricellulari costituiti da più cellule e<br />

quindi, se osservati al microscopio,<br />

divisi in articoli.<br />

piumosi (con brevi ramificazioni<br />

laterali)<br />

stellati (ramificati a forma di stella)<br />

semplici (non ramificati), alcuni peli<br />

semplici possono essere:<br />

* uncinati all'apice, dando alla pianta<br />

una consistenza ruvida al tatto.<br />

* ghiandolari urticanti peli fragili e<br />

ripieni di una sostanza urticante<br />

(genere Urtica)<br />

* ghiandolari: sono in realtà ghiandole<br />

portate da lunghi peduncoli simili a<br />

peli ingrossati all'apice a mo' di spillo<br />

pelosa<br />

Pelosità<br />

Altri tipi di pelosità<br />

arachnoide: con peli morbidi come la<br />

ragnatela<br />

barbuta: con peli lunghi e rigidi.<br />

canescente: con peli biancastri<br />

cigliata: con peli lungo il margine del lembo<br />

flocculosa: con peli molli e lanosi.<br />

ghiandolosa: ricoperto di peli ghiandolari<br />

irsuta: ricoperto di peli rigidi<br />

lepidota: ricoperta di peli a forma di scudo o<br />

di squama (pagina inferiore dell'olivo)<br />

scabra: (al tocco) per peli corti e rigidi.<br />

sericea: coperto di peli lunghi, molli, diritti,<br />

pressati che danno un'apparenza serica<br />

stellati: peli a forma di stella (comuni in<br />

Malvaceae).<br />

strigosa: coperto di peli orizzontali, taglienti,<br />

diritti, pressati.<br />

villosa: ricoperto di peli lunghi e morbidi e<br />

biancastri<br />

Superficie della lamina<br />

La superficie della lamina fogliare<br />

può essere:<br />

glauca: ricoperta da una polvere bianca<br />

o cerosa<br />

farinosa: ricoperta da una finissima<br />

polvere<br />

scagliosa: ricoperta da minute scaglie<br />

viscida o vischiosa: ricoperta da una<br />

secrezione resinosa ed appiccicosa;<br />

irsuta<br />

sericea<br />

8


Superficie della lamina<br />

glutinosa: più o meno come vischiosa<br />

puntata: punteggiata con piccolo fori o<br />

puntini traslucidi<br />

papillata (Papillosa): che porta minute<br />

protuberanze a forma di papilla<br />

tubercolata: ricoperta da escrescenze<br />

verrucosa: ricoperta da verruche<br />

rugosa: ricoperta da rughe<br />

Pagina inf.<br />

Pagina sup.<br />

Proviamo a descrivere la seguente foglia!!!<br />

Pagina sup. Pagina inf.<br />

Proviamo a descrivere la seguente foglia!!!<br />

Pagina<br />

superiore<br />

Pagina<br />

inferiore<br />

Proviamo a descrivere la seguente foglia!!!<br />

9


Proviamo a descrivere la seguente foglia!!!<br />

Pagina sup.<br />

Pagina inf.<br />

Proviamo a descrivere la seguente foglia!!!<br />

Pagina sup.<br />

Pagina inf.<br />

Pagina sup.<br />

Pagina sup.<br />

Proviamo a descrivere la seguente foglia!!!<br />

Pagina inf.<br />

Proviamo a descrivere la seguente foglia!!!<br />

Pagina inf.<br />

10


Pagina sup.<br />

Proviamo a descrivere la seguente foglia!!!<br />

Morfologia del fiore<br />

Pagina inf.<br />

Per quanto riguarda la morfologia del fiore e delle<br />

infiorescenze si rimanda al testo e a quanto detto nelle<br />

lezioni frontali. Richiamiamo alcune nozioni fondamentali.<br />

Sesso del fiore<br />

In base al sesso un fiore può essere:<br />

-ermafrodito o bisessuale: se presenti ambedue i sessi<br />

-unisessuale: se maschile o femminile<br />

Sesso della pianta<br />

In base al sesso una pianta può essere:<br />

Dioica: si ha un individuo maschile (con fiori solo maschili) e uno femminile (con<br />

fiori sono femminili)<br />

Monoica: sulla stessa pianta sono rappresentati entrambi i sessi. Si distinguono:<br />

piante monoiche a fiori unisessuali (stesso individuo con fiori maschili e femminili)<br />

piante monoiche a fiori ermafroditi<br />

Poligama: sulla stessa pianta si hanno fiori ermafroditi e unisessuali. Piante<br />

poligame maschili (i fiori unisessuali sono maschili) e piante poligame femminili.<br />

Morfologia del fiore<br />

Proviamo a descrivere la seguente foglia!!!<br />

Pagina inf.<br />

Parti del fiore<br />

Nel caso più completo abbiamo:<br />

peduncolo: è l’asse che sostiene le altre<br />

parti<br />

ricettacolo o talamo: è la parte distale<br />

del peduncolo più o meno dilatata<br />

perianzio: è l’involucro destinato a<br />

difendere l’apparato sessuale vero e<br />

proprio; può essere formato da<br />

perigonio oppure da calice e corolla<br />

androceo: è l’apparato maschile,<br />

costituito dagli stami<br />

gineceo: è l’apparato femminile, costituito da uno o più pistilli.<br />

Vi possono essere anche parti accessorie, come: brattee, bratteole, nettari,<br />

nettarostegio, paracorolla… (descritte in seguito)<br />

11


Morfologia del fiore<br />

Inserzione delle parti fiorali<br />

Esistono 3 casi:<br />

fiori aciclici: perianzio, androceo e gineceo sono situati lungo una<br />

spirale continua (è un carattere primitivo)<br />

fiori emiciclici: i pezzi fiorali sono almeno in parte disposti in<br />

verticilli. Es.: perianzio verticillato, androceo e gineceo a spirale<br />

fiori ciclici: i pezzi fiorali sono disposti in verticilli (è il caso che<br />

indica maggiore evoluzione).<br />

Classificazione in base al numero dei verticilli<br />

possono essere: Classificazione in base al numero dei verticilli<br />

diciclici: I fiori ciclici con 2 verticilli (es: 1 del perigonio e 1 di stami)<br />

triciclici: con 3 verticilli<br />

tetraciclici : con 4 verticilli (es.: 1 calice, 1 corolla, 1 androceo, 1 gineceo)<br />

pentaciclici: con 5 verticilli (es.: 1 calice, 1 corolla, 2 di stami, 1 gineceo)<br />

Classificazione in base al numero dei pezzi dei verticilli<br />

Si hanno:<br />

fiori trimeri: con verticilli costituiti da 3 pezzi<br />

fiori tetrameri : con verticilli costituiti da 4 pezzi<br />

fiori pentameri : con verticilli costituiti da 5 pezzi<br />

Morfologia del fiore<br />

Il perigonio può essere<br />

dialitepalo (cioè a tepali liberi)<br />

o gamotepalo (a tepali saldati)<br />

Il calice può essere dialisepalo<br />

(cioè a sepali liberi) o<br />

gamosepalo (a sepali saldati)<br />

La corolla può essere<br />

dialipetala (cioè a petali liberi)<br />

o gamopetala (a petali saldati)<br />

Se i pezzi di un involucro sono liberi, per ciascun pezzo si distingue:<br />

unghia –parte basale inserita sul ricettacolo<br />

lembo –parte slargata sovrastante<br />

Se i pezzi dell’involucro sono saldati tra loro si distingue:<br />

tubo – la coppa basale<br />

fauce o gola– la porzione intermedia<br />

lembo – la parte libera, superiore<br />

Morfologia del fiore<br />

In base al perianzio i fiori si distinguono<br />

in:<br />

aclamidati: senza involucri<br />

aploclamidati: con 1 solo involucro,<br />

detto perigonio, i suoi pezzi sono<br />

detti tepali<br />

diploclamidati: con 2 involucri.<br />

Distinguiamo<br />

a) fiori omoiclamidati, con 2 involucri<br />

uguali (il perianzio è detto perigonio<br />

e i suoi pezzi tepali)<br />

b) fiori eteroclamidati, con 2 involucri<br />

diversi, 1 è il calice, formato da<br />

sepali, l’altro è la corolla, formata da<br />

petali<br />

Morfologia del fiore<br />

Antofilli<br />

Antofilli sterili<br />

Calice<br />

Il calice e in genere è formato da una<br />

serie di sepali generalmente verdi che<br />

proteggono la gemma fiorale prima che<br />

il fiore sbocci.<br />

Se i sepali sono liberi fra loro, il calice si<br />

dice dialisepalo o polisepalo (come in<br />

lino, rosa); se uniti, anche per un breve<br />

tratto, si dice invece gamosepalo (come<br />

in primula, mughetto, datura).<br />

Nel calice gamosepalo si possono<br />

distingurere 3 elementi: il tubo che è la<br />

parte dove i sepali restano uniti, la fauce<br />

o gola che è la parte dove si separano e<br />

il lembo che è la porzione libera formata<br />

dai lobi.<br />

12


Morfologia del fiore<br />

Calice<br />

Il calice gamosepalo può assumere diverse forme in relazione a quella<br />

dei suoi componenti: segato, partito, digitato, dentato, bidentato,<br />

tridentato, tubolare (garofano), campanulato (fagiolo), turbinato<br />

(ontano)…<br />

Morfologia del fiore<br />

Calicetto<br />

In alcune piante (es.: gen. Malva) troviamo, immediatamente sotto il<br />

calice, delle foglioline trasformate che collaborano con i sepali alla<br />

funzione protettiva. Esse formano il calicetto.<br />

Morfologia del fiore<br />

Calice<br />

Il calice si dice chiuso quando i sepali si toccano nei margini; spiegato<br />

se si mantengono orizzontali (Viola), reflesso se si presentano<br />

rovesciati al disotto (Ranunculus).<br />

E’ caduco se si disperde all’aprirsi del fiore, deciduo se, come nella<br />

maggior parte dei casi, si distacca dopo la fecondazione o persistente<br />

se accompagna il frutto e accrescente se si espande durante la<br />

fruttificazione (Physalis).<br />

Il calice può essere fogliaceo (se ha morfologia simile <strong>alle</strong> foglie) o<br />

petaloideo (se ha morfologia simile ai petali come in Helleborus,<br />

Impatiens); il calice può formare speroni nettariferi (Viola) e<br />

trasformarsi in pagliette, squamette, setole, pappo… Il pappo è tipico<br />

delle Asteraceae ed è formato da un insieme di setole o peli allungati,<br />

può presentarsi semplice o piumoso , sessile o inserito sul frutto tramite<br />

un becco allungato.<br />

Morfologia del fiore<br />

Corolla<br />

All'interno del calice è inserita la corolla, formata da una serie di petali<br />

che hanno la funzione di attirare gli insetti impollinatori; per questo<br />

motivo hanno spesso colori sgargianti e sono dotati di ghiandole che<br />

secernono nettare e altre sostanze zuccherine.<br />

A seconda del numero dei petali, la corolla può essere dimera,<br />

trimera, tetramera, pentamera.<br />

Così come per i sepali del calice anche i petali possono essere<br />

concresciuti e saldati tra loro per tutta la loro lunghezza (corolla<br />

gamopetala) oppure essere liberi (corolla dialipetala).<br />

Nella corolla gamopetala la porzione dei petali saldati tra loro è detta<br />

tubo corollino, e le parti libere sono chiamate lobi, tra i lobi e il tubo è<br />

posta la gola o fauce.<br />

13


Morfologia del fiore<br />

Corolla<br />

A seconda della forma può essere:<br />

•regolare (actinomorfa o attinomorfa) quando la corolla è simmetrica<br />

rispetto ad un punto o ad un asse, quindi ha diversi piani di simmetria.<br />

Può essere:<br />

tubulosa: cilindrica, col tubo<br />

corollino terminato da brevi lobi<br />

(Consolida);<br />

campanuliforme: allargata a guisa di<br />

campana e i lobi saldati fino<br />

all’estremità (Datura),<br />

imbutiforme: con i lobi saldati fino<br />

all’estremità ma a forma di imbuto<br />

(Nicotiana tabacum, Convolvolus);<br />

ipocrateriforme: con tubo lungo e<br />

stretto terminato da lobi lunghi,distesi<br />

e piani somigliante a coppe antiche<br />

(Jasminum, Vinca);<br />

Morfologia del fiore<br />

Corolla<br />

Oppure<br />

•irregolare (zigomorfa o a simmetria bilaterale) se gli elementi sono<br />

disposti specularmente su un solo piano di simmetria e può essere:<br />

papilionacea: con cinque petali di diversa<br />

dimenzione e forma: il superiore che è il<br />

più grande detto appunto vessillo o<br />

stendardo – ricopre i due laterali, simili e<br />

opposti (ali) avvolgenti i due petali inferiori<br />

spesso saldati fra loro formanti una specie<br />

di chiglia, la carena (Legumonisae)<br />

labiata (bilabiata): con tubo allungato,<br />

fauce aperta e dilatata, lembo diviso in due<br />

parti disuguali, come una bocca aperta. Con<br />

il labbro superiore che può essere intero<br />

oppure diviso come nella salvia; quando il<br />

labbro superiore manca e la corolla si<br />

riduce al solo labbro inferiore suddiviso in<br />

cinque parti la corolla si chiama bilobata.<br />

Morfologia del fiore<br />

rotata con tubo cortissimo e lobi<br />

rotondi disposti come i raggi di<br />

una ruota (Solanum);<br />

stellata con tubo breve e lobi<br />

stretti, lunghi e appuntiti<br />

(Borago);<br />

urceolata con tubo quasi nullo,<br />

lembo rigonfiato nel mezzo e<br />

ristretto alla fauce a forma di orcio<br />

(Erica, Arbutus).<br />

cruciforme: con quattro petali<br />

opposti a due a due, come in una<br />

croce (Cruciferae).<br />

cariofillea: con cinque petali assai<br />

lunghi racchiusi in un calice<br />

gamosepalo o tubuloso<br />

(Dianthus).<br />

rosacea: con cinque petali a<br />

disposti all’intorno come quelli<br />

della rosa (Prunus).<br />

Morfologia del fiore<br />

personata o mascherata:<br />

quando ha il tubo più o meno<br />

allungato; il labbro superiore<br />

formato da due petali saldati, ed<br />

un labbro inferiore con tre<br />

petali, dei quali il centrale più<br />

piccolo e i due laterali più ampi,<br />

con un rigonfiamento<br />

trasversale detto fauce. Questa<br />

corolla è gibbosa<br />

nell’Anthirrinum latifolium<br />

(bocca di leone); speronata col<br />

labbro inferiore prolungato alla<br />

base in uno sperone (Linaria).<br />

digitata con cinque petali<br />

saldati a contorno irregolare e<br />

ondulato, simile a un ditale<br />

(Digitalis)<br />

ligulata: formata da lunghe<br />

linguette laterali a disposizione<br />

stellare. Come nelle Asteraceae.<br />

Corolla<br />

Corolla<br />

14


Morfologia del fiore<br />

Morfologia del fiore<br />

In alcune piante (es.: gen. Narcissus) al<br />

perianzio si aggiunge una struttura a forma<br />

di coppa più o meno ampia e variamente<br />

colorata, detta paracorolla. Essa si trova<br />

alla fauce dell’involucro. La paracorlla può<br />

avere varie origini, nel Narciso deriva da appendici<br />

degli stami saldate fra loro.<br />

Paracorolla<br />

Nettari<br />

Sono piccole formazioni ghiandolari che hanno il compito di secernere<br />

liquidi zuccherini (nettare). Si possono trovare sul ricettacolo, alla base dei<br />

petali, tra gli stami…<br />

Nettarostegio<br />

Nelle Labiatae il fiore ha un anello di peli situato alla fauce della corolla o<br />

nell’internon del tubo corollino: il nettarostegio, con funzione di difesa.<br />

Morfologia del fiore<br />

Dicesi poi anomala qualunque corolla gamopetala irregolare che<br />

ha un aspetto non riconducibile <strong>alle</strong> forme anzidette (Viola,<br />

Orchis, ecc..).<br />

Morfologia del fiore<br />

Androceo<br />

L’androceo è costituito dagli stami, che<br />

si compongono di una parte basale<br />

sterile, detta filamento e di una fertile<br />

detta antera.<br />

Lunghezza degli stami<br />

Distinguiamo stami:<br />

omodinami, tutti della stessa lunghezza,<br />

didinami, sono 4 uguali a 2 a 2 (2 più lunghi e 2 più brevi, come<br />

nelle Labiatae),<br />

tetradinami, sono 6, 4 più lunghi e 2 più brevi (come nelle<br />

Cruciferae).<br />

15


Morfologia del fiore<br />

Impianto degli stami<br />

Distinguiamo stami:<br />

ipogini, si inseriscono sotto l’ovario (che risulta supero),<br />

epigini, si inseriscono sopra l’ovario (che risulta infero),<br />

perigini, si inseriscono intorno l’ovario (che risulta semi-infero),<br />

epicorollini, si inseriscono sui petali della corolla.<br />

Saldatura dei filamenti degli stami<br />

Gli stami possono essere liberi o saldati per i filamenti, in questo<br />

caso si distinguono:<br />

stami monadelfi, tutti i filamenti sono saldati a formare una specie<br />

di tubo (Malvaceae),<br />

stami dadelfi, i filamenti sono saldati in due gruppi (es.: molte<br />

Leguminosae hanno 9 stami saldati insieme e 1 libero),<br />

stami poliadelfi, filamenti saldati a formare più di 2 gruppi<br />

(Guttiferae).<br />

Morfologia del fiore<br />

Apertura o deiscenza delle antere<br />

Si distinguono antere:<br />

estrorse, si aprono verso l’esterno del fiore<br />

introrse, si aprono verso l’interno del fiore<br />

laterali, si aprono su un lato<br />

poricide, se la fuoriuscita del polline non avviene attraverso fessure,<br />

ma tramite pori<br />

Saldatura delle antere<br />

Si distinguono antere:<br />

libere,<br />

saldate tra loro e gli stami vengono detti singenesii e la pianta<br />

sinanterica (Asteraceae)<br />

Morfologia del fiore<br />

Antere<br />

L’antera è la parte fertile dello stame, è composta da 2 logge, ognuna<br />

formata da 2 sacche polliniche, unite da tessuto connettivo. Nelle<br />

sacche si forma il polline.<br />

Le antere possono avere un rivestimento o esserne prive. Possono<br />

avere varie forme: globosa, ovoidale, piriforme, ellissoidale…<br />

Attaccatura delle antere<br />

Si distinguono antere:<br />

basifisse, se si impiantano sul filamento tramite la base<br />

dorsifisse, se si impiantano sul filamento con la parte dorsale<br />

ventrifisse, se si impiantano sul filamento con la parte ventrale<br />

apicifisse, se si impiantano sul filamento con l’apice e risultano<br />

pendule<br />

Morfologia del fiore<br />

Gineceo<br />

Il gineceo è l’apparato riproduttivo<br />

femminile e può essere costituito da uno<br />

o più pistilli. Ogni pistillo si compone di<br />

ovario, stilo e stigma o stimma.<br />

Ovario. Carpelli. Cavit Cavità dell’ovario dell ovario<br />

La parte dell’ovario può essere costituita da 1 o più carpelli (o foglie<br />

carpellari).<br />

Se vi è 1 solo carpello, la cavità è unica (ovario uniloculare)<br />

Se più carpelli si saldano a formare un’unica parete, si hanno 2 casi:<br />

- o si forma 1 unica cavità per riassorbimento delle pareti interne<br />

(ovario uniloculare),<br />

- oppure si ha una cavità divisa in tante logge da setti; lo spazio<br />

interno in ogni loggia è detto loculo (ovario pluriloculare)<br />

16


Morfologia del fiore<br />

Gineceo mono mono- e pluricarpellare<br />

Un gineceo può essere:<br />

a) Monocarpellare - ovario formato da 1 solo carpello<br />

b) Pluricarpellare – ovario formato da più carpelli e in questo caso si<br />

distinguono:<br />

1) Ginecei pluricarpellari<br />

apocarpici – dove ogni<br />

carpello resta<br />

indipendente dagli altri;<br />

si hanno perciò tanti<br />

pistilli (Ranunculus)<br />

2) Ginecei pluricarpellari<br />

sincarpici – dove i<br />

carpelli sono saldati<br />

insieme. In questo caso<br />

si possono avere ovari<br />

uniloculari o<br />

pluriloculari<br />

Morfologia del fiore<br />

Stilo<br />

Lo stilo congiunge l’ovario con lo stigma; può avere forme diverse,<br />

essere più o meno glabro… Vi sono fiori sprovvisti di stilo (stigma<br />

sessile)<br />

Impianto dello stilo<br />

In base all’impianto sull’ovario lo stilo può essere:<br />

apicale, se lo stilo inizia all’apice dell’ovario<br />

laterale, se lo stilo inizia lateralmente all’ovario<br />

basilare, se lo stilo inizia alla base dell’ovario<br />

ginobasico, se lo stilo inizia alla base e al centro del gineceo,<br />

salendo dalla base dei carpelli. Es.: Labiatae. Si ha questa possibilità<br />

quando i carpelli sono numerosi ed ognuno è richiuso su se stesso.<br />

Stigma<br />

Ha il compito di catturare, trattenere, “scegliere” il polline. Può<br />

presentare diverse forme (globoso, piumoso, discoidale, bilobo…)<br />

essere glabro o peloso, continuarsi nello stilo o essere sessile.<br />

Morfologia del fiore<br />

Posizione dell’ovario dell ovario e forma del ricettacolo<br />

Se il ricettacolo è indifferenziato o poco sviluppato e l’ovario si trova sopra<br />

la zona d’inserzione del perianzio si ha un ovario supero e un fiore ipogino<br />

Se il ricettacolo è scavato e aperto, l’ovario non ha rapporti di saldatura con<br />

esso e l’inserzione del perianzio avviene al disopra dell’ovario si ha un<br />

ovario semi-infero e un fiore perigino<br />

Se il ricettacolo è incavato e saldato con l’ovario, e il perianzio è inserito<br />

all’apice, si ha un ovario infero e un fiore epigino<br />

Morfologia dell’infiorescenza<br />

dell infiorescenza<br />

I fiori possono essere solitari o riuniti a formare delle infiorescenze.<br />

Distinguiamo:<br />

1) Infiorescenze racemose o botriche: semplici con accrescimento<br />

indefinito<br />

2) Infiorescenze cimose o brachiali: semplici con accrescimento<br />

definito<br />

3) Infiorescenze composte o tirsoidi: risultano dalla combinazione<br />

di infiorescenze semplici associate insieme<br />

4) Infiorescenze speciali<br />

In generale le infiorescenze possono essere.<br />

- acropete: accrescimento e fioritura avvengono dal basso verso l’alto (i fiori<br />

più vecchi sono quelli basali)<br />

- acrofughe: caso contrario al precedente<br />

- centripete: accrescimento e fioritura avvengono dal bordo dell’infiorescenza<br />

verso l’interni (i fiori più vecchi si trovano alla periferia)<br />

- centrifughe: caso contrario al precedente<br />

17


Morfologia dell’infiorescenza<br />

dell infiorescenza<br />

Infiorescenze racemose o botriche<br />

Hanno un asse che si accresce indefinitamente, cioè non bloccato da<br />

un fiore apicale. Hanno fioritura o acropeta o centripeta.<br />

Si distinguono:<br />

racemo o grappolo, asse principale allungato, che<br />

porta, ad intervalli regolari delle brattee (simili a<br />

foglie), alla cui ascella si trovano i fiori portati da<br />

peduncoli<br />

spiga, simile alla precedente ma i fiori sono sessili<br />

amento, è una infiorescenza pendula, fatta come<br />

un racemo o come una spiga (fiori di norma<br />

unisessuali)<br />

corimbo, è un particolare tipo di racemo; i<br />

peduncoli fiorali sono sempre più brevi man mano<br />

che si sale verso l’apice, in modo che i fiori si<br />

trovano alla stessa altezza.<br />

ombrella , i peduncoli si impiantano sulla sommità<br />

dell’asse e portano ciascuno un fiore all’apice<br />

capolino, la sommità dell’asse si slarga in un<br />

ricettacolo comune, che porta tanti fiori sessili<br />

Morfologia dell’infiorescenza<br />

dell infiorescenza<br />

Infiorescenze composte<br />

Possono essere definite o indefinite, centrifughe o centripete,<br />

acrofughe o acropete.<br />

Si distinguono:<br />

tirso o pannocchia, è un racemo composto di racemi, di spighe o di altre<br />

infiorescenze;<br />

antela, l’asse principale è bloccato da un fiore; gli assi laterali portano<br />

delle cime e giungono più in alto di quello centrale<br />

ombrella composta, l’asse principale porta all’apice degli assi inseriti ad<br />

ombrella, i quali, a loro volta, portano tante ombrelle<br />

corimbo-tirso, è un corimbo composto<br />

pleiocasio, è simile al dicasio ma porta almeno tre assi verticillati, tutti si<br />

ramificano secondo uno stesso tipo di ramificazione<br />

Morfologia dell’infiorescenza<br />

dell infiorescenza<br />

Infiorescenze cimose o brachiali<br />

Sono definite: l’asse principale esaurisce il proprio meristema<br />

terminale nella produzione di un fiore. Si tratta di infiorescenze<br />

acrofughe e centrifughe.<br />

Si distinguono:<br />

Monocasio o cima unipara, asse principale termina con 1 fiore, presso una<br />

brattea sottostante si distacca un nuovo asse con un fiore terminale, presso<br />

una brattea di questo un secondo e così via. Ulteriormente si distingue:<br />

a) monocasio scorpioide – la successione degli assi si svolge sempre dalla<br />

stessa parte, per cui l’infiorescenza si arrotola su se stessa<br />

b) monocasio elicoide – la cima produce assi alternativamente da un lato e<br />

dall’altro<br />

Dicasio o cima bipara, asse principale termina con 1 fiore, in corrispondenza di 2<br />

brattee si dipartono rami uguali e simmetrici rispetto all’asse, e così via<br />

Oltre <strong>alle</strong> forme tipiche vi sono anche termini di passaggio; es. cime elicoidi che<br />

si continuano in scorpioidi e viceversa.<br />

Morfologia dell’infiorescenza<br />

dell infiorescenza<br />

18


Morfologia dell’infiorescenza<br />

dell infiorescenza<br />

Infiorescenze speciali<br />

Infiorescenze che non rientrano nei casi precedenti.<br />

La spighetta delleGraminaceae,<br />

il sicono del Ficus carica, il<br />

ciazio del genere Ephorbia, lo<br />

spadice, presente ad es. nel<br />

genere Arum<br />

Morfologia dell’infiorescenza<br />

dell infiorescenza<br />

Morfologia dell’infiorescenza<br />

dell infiorescenza<br />

Morfologia dell’infiorescenza<br />

dell infiorescenza<br />

19


Morfologia del frutto<br />

L’ovario dopo la fecondazione si trasforma in frutto, mentre gli<br />

ovuli in esso contenuti diventano semi.<br />

Se i carpelli seccano si ha un frutto secco, se si arricchiscono di<br />

sostanze di riserva e di acqua se ne ha uno carnoso.<br />

Molte volte alla formazione di quello che comunemente viene detto<br />

frutto concorrono in varia misura oltre che i carpelli anche altre<br />

parti del fiore e dei suoi annessi (si ha in realtà un falso frutto).<br />

Classificazione dei frutti<br />

I frutti possono essere:<br />

semplici – derivano da un gineceo monocarpellare o da uno<br />

pluricarpellare sincarpico<br />

composti (o aggregati) – sono costituiti da tanti frutti semplici e<br />

derivano da un gineceo apocarpico<br />

sinatocarpici (o infruttescenze) – a costituire il frutto concorrono<br />

anche altre parti dell’infiorescenza<br />

Morfologia del frutto<br />

Frutti semplici deiscenti<br />

capsula – deriva da un ovario pluricarpellare ed è polispermo; è variamente<br />

deiscente, o in corrispondenza dei setti o dei loculi o per mezzo di pori:<br />

si ha rispettivamente<br />

una capsula setticida<br />

(Aloe), loculicida<br />

(Lilium) o poricida<br />

(Campanula). Casi<br />

particolari sono il<br />

treto e la pisside: nel<br />

primo i pori si trovano<br />

sotto gli stigmi, che<br />

sono persistenti<br />

(Papaver), nel<br />

secondo la deiscenza<br />

avviene secondo una<br />

linea circolare che<br />

distacca un opercolo<br />

(Anagallis)<br />

Morfologia del frutto<br />

Frutti semplici<br />

I frutti semplici si dividono in:<br />

deiscenti – se si aprono a maturità lasciando uscire i semi in essi<br />

contenuti<br />

indeiscenti– non si aprono a maturità, l’uscita dei semi avviene in<br />

seguito a marcescenza del frutto<br />

Frutti semplici deiscenti<br />

Sono secchi e distinguiamo:<br />

follicolo– deriva da un ovario monocarpellare ed è polispermo; la sua deiscenza<br />

avviene lungo una sutura ventrale (Helleborus), raramente dorsale (Magnolia)<br />

legume – deriva da un ovario monocarpellare ed è polispermo; la deiscenza<br />

avviene lungo 2 suture (dorsale e ventrale) (Pisum)<br />

siliqua – deriva da un ovario bicarpellare ed è polispermo; è un frutto allungato e<br />

stretto; a maturità si apre in 2 valve che si separano a partire dal basso e restano<br />

temporaneamente unite nella parte terminale. I semi sono disposti sopra un setto<br />

centrale detto replum. (Brassica)<br />

siliquetta– è simile al precedente; la lunghezza del frutto è, però, meno di 4 volte<br />

la sua larghezza (Lunaria)<br />

Morfologia del frutto<br />

Frutti semplici indeiscenti<br />

Secchi<br />

Distinguiamo:<br />

cariosside – deriva da un ovario<br />

pluricarpellare ed è monospermo; seme e<br />

frutto sono saldati (Triticum)<br />

achenio – deriva da un ovario pluricarpellare<br />

ed è monospermo; il seme è aderente ma non<br />

saldato al pericarpo (Taraxacum)<br />

Nucula o noce – deriva da un ovario pluricarpellare ed è monospermo; la parete<br />

del frutto è spessa e rigida, il seme non è aderente ne saldato al pericarpo<br />

(Corylus)<br />

siliquetta– è simile al precedente; la lunghezza del frutto è, però, meno di 4 volte<br />

la sua larghezza (Lunaria). Secondo alcuni autori achenio e nucula sono sinonimi.<br />

samara – deriva da un ovario uni- o pluricarpellare ed è monospermo, è provvista<br />

da un’ala membranosa (Ulmus)<br />

20


Morfologia del frutto<br />

Morfologia del frutto<br />

Astragalus monspessulanus<br />

Astragalus glyciphyllos<br />

legume<br />

Morfologia del frutto<br />

Morfologia del frutto<br />

Aruncus dioicus<br />

Iris foetidissima<br />

Aconitum napellus<br />

Silene italica<br />

follicolo<br />

capsula<br />

21


Morfologia del frutto<br />

Morfologia del frutto<br />

Quercus ilex<br />

Chondrilla juncea<br />

achenio<br />

noce<br />

Frutti semplici indeiscenti<br />

Carnosi<br />

Distinguiamo:<br />

drupa – il pericarpo è formato da epicarpo membranoso, mesocarpo carnoso,<br />

endocarpo legnoso (nòcciolo). Di solito vi è un solo seme. Nella maggior parte dei<br />

casi la drupa è monocarpellare (Prunus)<br />

bacca – possiede epicarpo membranoso, mesocarpo ed endocarpo carnosi. I semi<br />

possono essere da 1 a più. Si distinguono 3 casi particolari:<br />

peponide: esocarpo coriaceo, meso- ed endocarpo carnosi, dopo la fecondazione<br />

l’endocarpo si trasforma dando una massa mucillaginosa. Anche la placenta<br />

subisce la stessa trasformazione (Cucurbita)<br />

esperidio: esocarpo colorato e carnoso, mesocarpo bianco ed endocarpo<br />

membranoso, diviso in logge, con peli trasformati, ricchi di succhi. Ogni loggia<br />

corrisponde ad un carpello (Citrus)<br />

balaustio: le 3 parti sono coriacee; l’endocarpo sottilissimo ha setti trasformati; i<br />

semi possiedono tegumenti carnosi, gelificati, aciduli, duri nella parte più interna,<br />

di colore rosso. A maturità il frutto si apre per larghe fessure irregolari, mettendo i<br />

semi parzialmente allo scoperto (Punica)<br />

Morfologia del frutto<br />

Morfologia del frutto<br />

siliquetta<br />

Biscutella apuana<br />

samara<br />

Ulmus campestris<br />

In una categoria a parte va collocato il frutto di alcune Rosaceae (Melo, Pero…),<br />

detto pomo: è intermedio fra drupa e bacca, l’endocarpo ha consistenza cartilaginea,<br />

vi sono 5 logge, con 1 o 2 semi ciascuna (il frutto è quello che viene comunemente<br />

detto torsolo). La parte edule deriva da una modificazione del ricettacolo e pertanto<br />

il pomo viene considerato da molti autori un falso frutto.<br />

A, B, C = drupa<br />

D = pomo (falso frutto)<br />

E = bacca<br />

22


Morfologia del frutto<br />

Morfologia del frutto<br />

Asparagus acutifolius<br />

Pyrus amygdaliformis<br />

Arbutus unedo<br />

Sorbus domestica<br />

bacca<br />

pomo<br />

Morfologia del frutto<br />

Morfologia del frutto<br />

Daphne mezereum<br />

Arum italicum<br />

bacca<br />

drupa<br />

Shizocarpi<br />

Vi sono frutti che alcuni studiosi pongono in una categoria a parte, con il<br />

nome di frutti dirompenti o shizocarpi, mentre altri li considerano casi<br />

particolari di legume, siliqua, achenio e samara. A maturità questo frutti si<br />

disarticolano in tante porzioni, ognuna delle quali resta chiusa e libera il<br />

seme in un secondo tempo. Distinguiamo:<br />

legume lomentaceoo lomento – è un legume articolato in una serie di logge<br />

chiuse, monosperme (Coronilla)<br />

siliqua lomentacea – è una siliqua articolata in una serie di logge chiuse<br />

monosperme (Rhaphanus)<br />

di-, tetra-, poliachenio – si disarticolano a maturità rispettivamente in 2, 4 ,<br />

numerose porzioni indeiscenti monosperme (Trinia, Salvia, Malva)<br />

disamara – si disarticola a maturità in due samare (Acer)<br />

23


Morfologia del frutto<br />

Frutti composti<br />

Si originano da un gineceo apocarpico, per cui sono degli aggregati di tanti<br />

frutti semplici, derivanti da un singolo fiore ed inseriti sullo stesso<br />

ricettacolo che diviene carnoso.<br />

Distinguiamo:<br />

aggregato di nucule – (Fragaria)<br />

aggregato di drupe – (Rubus)<br />

aggregato di follicoli – (Helleborus)<br />

Frutti sinantocarpici<br />

Vengono detti infruttescenze. Derivano dalla trasformazione, oltre che<br />

dell’ovario, anche di parti dell’infiorescenza.<br />

Distinguiamo:<br />

sicono – l’asse dell’infiorescenza, divenuto carnoso, si sviluppa fino a racchiudere i<br />

numerosi frutti, costituiti da nucule (Ficus)<br />

sorosio – i frutti (drupe) sono ravvicinati e disposti sull’asse dell’infiorescenza.<br />

Essendo diventato carnoso il perianzio dei fiori, si ottiene un’unica massa simulante<br />

un frutto unico, nel quale però i singoli frutti sono ancora riconoscibili (Morus)<br />

Morfologia del frutto<br />

Aggregato di drupe<br />

Rubus<br />

Morfologia del frutto<br />

Aggregato<br />

di nucule<br />

Morfologia del frutto<br />

Aggregato<br />

di drupe<br />

Sorosio<br />

Sicono<br />

Ficus carica<br />

24


Morfologia del frutto<br />

Formula fiorale<br />

I simboli<br />

Follicolo<br />

Legume<br />

Legume lomentaceo<br />

Siliqua<br />

DEISCENTI SECCHI Siliqua lomentacea<br />

Siliquetta<br />

Capsula<br />

Treto<br />

Pisside<br />

SEMPLICI Cariosside<br />

Achenio<br />

Diachenio<br />

SECCHI Tetrachenio<br />

Poliachenio<br />

Nucula (noce)<br />

Samara<br />

INDEISCENTI Disamara<br />

Aggregato di noci<br />

COMPOSTI Aggregato di drupe<br />

Aggregato di follicoli<br />

SINANTOCARPICI Sicono<br />

Sorosio<br />

Durata:<br />

pianta annua<br />

pianta perenne<br />

2 pianta perenne erbacea<br />

5 pianta perenne legnosa<br />

Sesso :<br />

maschile<br />

femminile<br />

ermafrodita<br />

Drupa<br />

Bacca<br />

CARNOSI Peponide<br />

Esperidio<br />

Balaustio<br />

Pomo<br />

Formula fiorale<br />

La formula fiorale rappresenta un utile metodo per<br />

descrivere il fiore: simmetria, numero degli elementi che<br />

lo compongono, inserzione e la posizione dell’ovario…<br />

Nella formula fiorale bisogna citare di seguito (separati da<br />

una virgola o da un punto) i simboli relativi a: durata,<br />

simmetria, sesso, perigonio (oppure calice e poi corolla),<br />

androceo, gineceo e frutto.<br />

Formula fiorale<br />

Simmetria<br />

* Simmetria raggiata (fiore regolare)<br />

X Simmetria bilaterale<br />

$ oppure Asimmetria (fiore zigomorfo )<br />

Perigonio (P) oppure Calice (K) e Corolla (C) seguiti dal numero<br />

di tepali oppure dal numero di sepali e petali. Se i tepali sono<br />

completamente saldati fra loro (o i sepali o i petali) il numero va<br />

scritto fra parentesi o circolettato. Se la fusione è parziale il numero<br />

va scritto come frazione (avente come denominatore l’unità).<br />

Esempi: K5 ho un fiore con un calice costituito da 5 sepali uguali e<br />

distinti; K(5) ho un fiore con un calice costituito da 5 sepali uguali e<br />

completamente fusi; K5/1 ho un fiore con un calice costituito da 5<br />

sepali uguali parzialmente fusi; K 3+2 ho un fiore con 5 sepali, 3<br />

sono uguali fra loro e diversi dagli altri 2, a loro volta uguali.<br />

25


Formula fiorale<br />

Androceo (A) seguito dal numero di stami, analogamente a quanto<br />

detto in precedenza, se gli stami sono fusi fra loro il numero va<br />

scritto come frazione<br />

Esempi: A5 fiore con 5 stami liberi omodinami (tutti lunghi uguali),<br />

A5/1 fiore con 5 stami con filamenti saldati fra loro, A2+4 fiore con<br />

6 stami di cui 4 uguali fra loro e 2 differenti, A5/1+5/1 fiore con 10<br />

stami in due gruppi di 5 con filamenti saldati.<br />

Gineceo (G) seguito dal numero dei carpelli, se i carpelli sono<br />

saldati fra loro il numero viene posto fra parentesi o circolettato. Se<br />

l’ovario è infero viene tracciata una riga sopra al numero, al di sotto<br />

del numero se l’ovario è supero<br />

Esempi: G4 gineceo con 4 carpelli liberi (g. apocarpico), ovario<br />

infero; G(4) gineceo con 4 carpelli saldati (g. sincarpico), ovario<br />

supero<br />

Diagrammi fiorali<br />

Sono schemi di sezioni trasversali di fiori che rappresentano<br />

i verticilli fiorali visti dall’alto.<br />

Ogni verticillo è rappresentato come una circonferenza<br />

concentrica intorno al gineceo che è raffigurato con una<br />

sezione dell’ovario, gli stami si indicano con una sezione<br />

dell’antera, e i verticilli di protezione con la sezione dei<br />

petali e dei sepali.<br />

Vengono utilizzati per mostrare la simmetria, il numero<br />

delle parti e le loro relazioni e il grado di saldatura. In questi<br />

diagrammi la posizione dell’ovario non può essere mostrata<br />

facilmente.<br />

Formula fiorale<br />

Esempi di formula fiorale<br />

2, *, , K5, C5, A10, G3, aggregato di follicoli<br />

2, *, , [P6/1, A3+3], G(3), capsula<br />

5, $, , K2+2+1, C1+2+(2), A9/1+1, G1, legume<br />

NB: quando il numero degli stami o dei petali o dei sepali è<br />

superiore a 10 anziché il numero si indica il simbolo di infinito.<br />

Diagrammi fiorali<br />

26


Diagrammi fiorali<br />

La linea<br />

tratteggiata<br />

fra i sepali<br />

e/o fra i<br />

petali<br />

significa<br />

che sepali<br />

e/o petali<br />

sono fusi<br />

fra loro.<br />

Uso delle chiavi<br />

dicotomiche e<br />

tipologie di<br />

chiavi<br />

se gli stami<br />

sono<br />

rappresentati<br />

con i filamenti<br />

uniti con i<br />

petali, si tratta<br />

di stami<br />

epicorollini<br />

L’identificazione identificazione delle piante<br />

Si hanno a disposizione diversi strumenti per identificare<br />

le piante, di cui il più importante sono le chiavi<br />

dicotomiche. Esse consistono nel porre all’utente due<br />

quesiti contrapposti fra i quali scegliere, per poi procedere<br />

con altri due quesiti e così via.<br />

Per procedere nella maniera più corretta e sicura, bisogna<br />

sempre leggere con attenzione entrambi i quesiti,<br />

osservare bene i caratteri richiesti (magari con l’ausilio di<br />

una lente o di un microscopio binoculare), controllare i<br />

caratteri richiesti, se possibile, su più fiori o foglie o<br />

frutti.<br />

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