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l’editoriale<br />
Esistono allevatori ed Allevatori.<br />
Nella prima categoria rientrano tutti coloro che si interessano alla produzione e al commercio degli<br />
animali, di qualsiasi specie e razza, per scopi esclusivamente economici; costoro sono spesso<br />
coadiuvati – nel caso dei cani – dagli importatori da paesi che praticano prezzi più convenienti;<br />
dunque sono allevatori, sì, ma allevano solo per un fine meramente consumistico, numerico e non<br />
qualitativo.<br />
Gli Allevatori sono molto di più: hanno compiti molto più complessi, hanno necessità di<br />
competenze sfaccettate e devono addossarsi responsabilità molteplici non solo nei confronti degli<br />
animali, ma anche della clientela.<br />
Nel caso dell’allevamento cinofilo di oggi, infatti, si è aggiunta una componente socio-psicologica<br />
per cui il cane diventa spesso una forma di “presidio sanitario” fruito da soggetti particolarmente<br />
fragili, quali persone sole, disabili, anziani.<br />
Ecco allora che l’Allevatore deve integrare la sua preparazione per offrire al cliente non solo un<br />
soggetto allevato secondo i canoni di massima sottoscritti con la firma del Codice Etico<br />
dell’Allevatore, ma fornire anche una valida assistenza soprattutto a coloro che per la prima volta<br />
possiedono un cane, aiutandoli anche a difendersi dall’aggressività delle persone che gravitano<br />
intorno al mondo cinofilo, pronte a sfruttare la vulnerabilità di chi ha appena scoperto l’emozione<br />
della nuova e bellissima esperienza di incontrare il proprio cane.<br />
Ed ecco che l'Allevatore deve aiutare i propri clienti a difendersi da quei professionisti senza<br />
scrupoli che propongono loro di eseguire sul loro cucciolo l’intervento “dei cento giorni” per<br />
garantirgli l’esenzione dalla displasia dell’anca (tra l’altro, vera e propria truffa dal punto di vista<br />
della selezione genetica), tanto per segnalare una delle ultime novità.<br />
Scopo delle società specializzate è proprio quello di riunire le esperienze degli Allevatori e dei<br />
proprietari, distillandole, coordinandole e portandole a conoscenza tutti coloro che sono interessati<br />
al Cane: le manifestazioni devono essere occasione di incontro e scambio positivo di acquisizioni<br />
tecniche e conoscitive, e non solo occasione di mera conquista di un cartellino e sfoggio di vanità<br />
personale di personaggi patologicamente affetti da “sindrome di onnipotenza”, unici depositari del<br />
miglior metodo di allevamento in assoluto, permalosi, refrattari ed ostili a qualsiasi dialogo,<br />
confronto o suggerimento.<br />
Questa condivisione che porta arrichimento deve essere uno degli scopi principali<br />
dell’associazione che riunisce gli appassionati delle razze retriever, grazie alla collaborazione<br />
fattiva di tutti i soci.<br />
Stefania Sammaruca Roche, Presidente RCI