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<strong>Luci</strong> <strong>ed</strong> Ombre <strong>del</strong> Legno<br />

...una mostra che viaggia 2010<br />

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<strong>Luci</strong> <strong>ed</strong> Ombre <strong>del</strong> Legno<br />

...una mostra che viaggia 2010<br />

Ideazione e organizzazione<br />

Centro di Documentazione <strong>del</strong> Lavoro nei Boschi<br />

Progetto <strong>del</strong>la mostra<br />

Gabriele Bertacchini<br />

Remo Tomasetti<br />

Catalogo a cura di<br />

Gabriele Bertacchini<br />

Alessandra Lanfr<strong>ed</strong>i<br />

Remo Tomasetti<br />

Contributi critici di<br />

Renzo Francescotti<br />

Fotografia di<br />

Alessandra Lanfr<strong>ed</strong>i<br />

Foto allegate al testo di<br />

G. Avanzo, G. Bertacchini, L. Guerri, O. Ropelato, S. Zampiero<br />

Stampa<br />

Tipografia - Litografia Leonardi - Imèr (Tn)<br />

Con <strong>il</strong> patrocinio di<br />

Provincia Autonoma<br />

di Trento<br />

Con <strong>il</strong> supporto di<br />

Provincia Autonoma di Trento<br />

Servizio Attività culturali<br />

Comune<br />

di Bieno<br />

Hanno contribuito<br />

Comprensorio<br />

Bassa Valsugana e Tesino<br />

Sistema Bibliotecario<br />

Intercomunale Lagorai<br />

Comune<br />

di Castello Tesino<br />

Provincia Autonoma di Trento<br />

Servizio Turismo<br />

Consorzio dei Comuni compresi<br />

nel Bacino Imbrifero Montano<br />

<strong>del</strong> fiume Brenta<br />

Galleria d’Arte Atrebates<br />

Provincia<br />

di Bologna<br />

Comune<br />

di Pieve Tesino<br />

Provincia<br />

di Ferrara<br />

Azienda<br />

per <strong>il</strong> Turismo Valsugana<br />

Comune<br />

di Cinte Tesino<br />

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<strong>Luci</strong> <strong>ed</strong> Ombre <strong>del</strong> Legno<br />

...una mostra che viaggia 2010<br />

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Si ringraziano gli artisti e tutti coloro che hanno contribuito a vario titolo<br />

alla buona riuscita <strong>del</strong>la manifestazione<br />

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È una materia “viva”, <strong>il</strong> <strong>legno</strong>, che mantiene la sua vitalità naturale anche dopo che l’artista, togliendone <strong>il</strong> sovrappiù con sgorbie<br />

e lame taglienti, lascia in vista la forma desiderata, nella pienezza <strong>del</strong>le sue luci e <strong>del</strong>le sue <strong>ombre</strong>.<br />

È una materia “profumata”, <strong>il</strong> <strong>legno</strong>, che conserva <strong>il</strong> suo fascino anche quando i torni e le raspe ne hanno lisciato la superficie<br />

rendendola “pelle vegetale” da accarezzare.<br />

Anche quest’anno ritorna quel “magico” Simposio internazionale di scultura “<strong>Luci</strong> <strong>ed</strong> Ombre <strong>del</strong> Legno” promosso dal Centro di<br />

Documentazione <strong>del</strong> Lavoro nei Boschi, che richiama nelle piazze dei paesi <strong>del</strong> Tesino artisti italiani <strong>ed</strong> europei, i migliori interpreti <strong>del</strong>la<br />

scultura lignea. È, questo, un appuntamento ormai consueto, entrato di diritto nel calendario <strong>del</strong>le manifestazioni culturali di grande<br />

richiamo <strong>del</strong>la piana <strong>del</strong> Tesino, che dal 2002 ad oggi ha interpellato i migliori interpreti di questa disciplina artistica. Un appuntamento<br />

che sa coinvolgere istituzioni pubbliche trentine e non solo trentine, nel nome di una produzione sempre nuova, sempre originale e<br />

di enorme richiamo che diventa anche mostra itinerante, “mostra che viaggia”...<br />

Il <strong>legno</strong>, con le sue luci e le sue <strong>ombre</strong>, si fa evento, insomma: evento di cultura, ma anche evento di quell’artigianalità manuale<br />

che sa ricavare emozioni profonde dalle losanghe e dai “nodi” di un tronco, piegando le necessità artistiche alla forma primigenia <strong>del</strong><br />

<strong>legno</strong>. Forse fu proprio un pezzo di abete o di faggio a spingere l’uomo antico a impugnare una lama di selce e a intagliare le prime<br />

forme d’arte <strong>del</strong>la nostra storia su questa terra: da allora a oggi col <strong>legno</strong> l’uomo ha saputo realizzare ogni forma di comunicazione<br />

artistica, dagli splendidi crocifissi lignei <strong>del</strong> Cinque-Seicento alle statue policrome dei molti altari che ornano le nostre chiese. Perché<br />

<strong>il</strong> <strong>legno</strong>, in una terra ampiamente forestata qual è <strong>il</strong> Trentino, è materia presente in ogni luogo nelle m<strong>il</strong>le sfaccettature e dalle m<strong>il</strong>le<br />

consistenze che vengono dalle essenze diverse; perché, come si diceva all’inizio, <strong>il</strong> <strong>legno</strong> è materia “viva”, che dona vita <strong>ed</strong> eternità<br />

all’opera <strong>del</strong>l’artista.<br />

La mia gratitudine va, <strong>qui</strong>ndi, agli amici <strong>del</strong> Centro di Documentazione <strong>del</strong> Lavoro nel Boschi; a quel Remo Tomasetti che <strong>del</strong><br />

Centro e <strong>del</strong> Simposio è l’ideatore e l’anima vera; infine ma non ultimi agli artisti selezionati, le cui opere contenute in questo <strong>catalogo</strong><br />

sono lì a dimostrarci che <strong>il</strong> <strong>legno</strong> può parlare, può raccontare, cantare, urlare e piangere.<br />

Franco Panizza<br />

Assessore alla Cultura, Rapporti europei e Cooperazione <strong>del</strong>la Provincia autonoma di Trento<br />

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5


6<br />

La mostra itinerante “<strong>Luci</strong> <strong>ed</strong> Ombre <strong>del</strong> Legno”, giunta alla sua quarta <strong>ed</strong>izione, è ormai diventato un originale <strong>ed</strong> importante<br />

veicolo di promozione <strong>del</strong> Trentino.<br />

Il <strong>legno</strong> testimonia in tutte le regioni alpine <strong>il</strong> forte legame uomo territorio sia come momento di sopravvivenza sia come espressione<br />

artigianale <strong>ed</strong> artistica.<br />

Se in passato la dipendenza dal bosco e dai suoi prodotti era fonte quasi esclusiva di sopravvivenza oggi l’importanza, se pur<br />

indiretta, è ancora maggiore. Il paesaggio, la regimazione <strong>del</strong>le acque, l’assorbimento di carbonio sono alcune funzioni universali<br />

<strong>del</strong>la foresta, che la rendono di vitale importanza.<br />

La varietà <strong>del</strong> paesaggio naturale è determinata dalla varietà <strong>del</strong>la copertura forestale: attorno al lago di Garda accanto al cipresso<br />

<strong>ed</strong> al leccio troviamo l’ulivo, che, salendo verso l’alto lasciano <strong>il</strong> posto al castagno, al faggio e poi alle vaste foreste di abeti fino al<br />

limite <strong>del</strong>la vegetazione dove domina <strong>il</strong> larice e <strong>il</strong> pino cembro. In poco spazio <strong>qui</strong>ndi si ritrova una grande biodiversità.<br />

L’ostensione artistica <strong>del</strong>le sculture lignee richiama <strong>qui</strong>ndi l’anima trentina, è espressione <strong>del</strong>la sua gente, <strong>del</strong> suo vivere in montagna,<br />

<strong>del</strong>le difficoltà incontrate ma anche <strong>del</strong>lo spirito di solidarietà e cooperazione che ha caratterizzato questa nostra terra, i cui<br />

frutti sono chiaramente interpretab<strong>il</strong>i anche oggi.<br />

Il Tesino è tipica terra di montagna: altipiano decentrato rispetto alle linee principali di scorrimento, area caratterizzata da grandi<br />

patrimoni forestali, terra di forte migrazione stagionale. È <strong>qui</strong>ndi caratteristica espressione di una comunità strettamente legata al<br />

proprio territorio e da esso dipendente.<br />

Dal Tesino parte la mostra “<strong>Luci</strong> <strong>ed</strong> Ombre <strong>del</strong> <strong>legno</strong>” che vuole essere un invito a raggiungere la nostra provincia, immergersi nel<br />

paesaggio di questa terra e gustarne i prodotti tipici accanto al grande senso di ospitalità <strong>del</strong>le nostre comunità.<br />

Buon viaggio!<br />

Tiziano Mellarini<br />

Assessore all’agricoltura, foreste, turismo e promozione<br />

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Per <strong>il</strong> quarto anno consecutivo, “<strong>Luci</strong> <strong>ed</strong> Ombre <strong>del</strong> <strong>legno</strong>”, si rinnova in “mostra che viaggia”. Un percorso espositivo-culturale<br />

che nasce per premiare i vincitori <strong>del</strong>l’ottava <strong>ed</strong>izione <strong>del</strong> Simposio che, come consuetudine, si è svolto nell’ultima settimana di luglio<br />

nei quattro comuni <strong>del</strong>l’altopiano <strong>del</strong> Tesino, nei margini sud-orientali <strong>del</strong> Trentino.<br />

La mostra, vuole rappresentare l’espressione artistica legata ad uno dei prodotti che più s<strong>qui</strong>sitamente caratterizzano la nostra<br />

provincia quale è appunto <strong>il</strong> <strong>legno</strong>. Vuole richiamare <strong>il</strong> forte legame esistente tra l’animo <strong>del</strong>le popolazioni alpine con <strong>il</strong> bosco. Vuole<br />

ricordare un’arte antica e radicata che non si è perduta, che, nella tipicità <strong>del</strong>le Alpi, vive con sorprendente varietà e vivacità.<br />

La mostra, è un invito al confronto e al dialogo, ad uno scoprire un territorio attraverso le suggestioni e gli odori rimasti impressi<br />

nell’opera d’arte.<br />

Sei mesi di esposizioni a stretto contatto con la gente, in città e luoghi importanti, a testimonianza di una crescita continua <strong>del</strong>la<br />

manifestazione, anche di presenze, resa possib<strong>il</strong>e grazie alla collaborazione attiva <strong>del</strong>le istituzioni e dei diversi attori che operano nel<br />

territorio di origine e all’accoglienza ricevuta nelle s<strong>ed</strong>i ospitanti <strong>del</strong>l’Em<strong>il</strong>ia-Romagna.<br />

Anche in questa <strong>ed</strong>izione, come ormai tradizione, le opere dei vincitori <strong>del</strong> Simposio sono accompagnate dalle sculture di uno fra<br />

i più valenti e rappresentativi nomi <strong>del</strong> Trentino-Alto Adige quale è Hermann Josef Runggaldier, che, gent<strong>il</strong>mente, si è prestato a fare<br />

da “padrino” ai più giovani colleghi, quale sostegno ben augurante.<br />

In tutto quattro artisti e venti opere esposte, racchiuse nelle pagine di questo <strong>catalogo</strong> e a disposizione per essere osservate dal<br />

vero, autentiche rappresentazioni che donano espressioni e significati aggiuntivi alla risorsa <strong>legno</strong>, rendendola ancora più contemplab<strong>il</strong>e,<br />

densa di significati allegorici <strong>ed</strong> emozionali.<br />

Gabriele Bertacchini e Remo Tomasetti<br />

Curatori <strong>del</strong> progetto e <strong>del</strong> <strong>catalogo</strong><br />

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Il percorso espositivo<br />

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Dozza (Bo)<br />

Galleria d’Arte Atrebates<br />

30 gennaio - 15 febbraio 2010<br />

10<br />

Atrebates, un nome celtico per una Galleria d’Arte situata<br />

a Dozza (BO), piccolo borgo m<strong>ed</strong>ievale ricco di arte e di storia<br />

che la tradizionale Biennale <strong>del</strong> muro dipinto rende autentico<br />

e particolare, vera pinacoteca a cielo aperto che richiama la<br />

metafora di una fiaba estetica.<br />

Posta a 25 km. da Bologna, Dozza, ricorda la tipicità di un paesaggio<br />

fatto di colline dolci e spazi aperti, vigneti che si radicano<br />

nella civ<strong>il</strong>tà contadina <strong>del</strong>la Romagna.<br />

Dagli anni cinquanta ad oggi, Dozza, è stato <strong>il</strong> laboratorio<br />

di un esperimento che la rende unica al mondo; i muri <strong>del</strong> paese<br />

sono diventati i cavalletti e, insieme, le tele di un intervento<br />

che ha ridisegnato, attraverso <strong>il</strong> suo volto, l’idea stessa <strong>del</strong>la<br />

cittadina.<br />

La Galleria d’Arte Atrebates ha entrata in Via de Amicis<br />

35/37, sotto i due imponenti affreschi di Riccardo Schweizer:<br />

“L’uva e <strong>il</strong> vino”, <strong>del</strong> 1981, “Civ<strong>il</strong>tà contadina”, <strong>del</strong> 1983.<br />

Negli anni, la Galleria d’Arte Atrebates, ha proposto importanti<br />

“nomi” <strong>del</strong> panorama artistico nazionale, ha fatto conoscere<br />

giovani emergenti, studenti <strong>ed</strong> artisti locali, ha appoggiato<br />

e si è fatta promotrice di numerosi progetti internazionali<br />

di Ma<strong>il</strong>-art, sempre con uno spirito d’indipendenza che la resa<br />

libera da qualsiasi vincolo.<br />

Al suo interno, un palinsesto animato e in continuo sv<strong>il</strong>uppo,<br />

opere di artisti italiani e internazionali, una Galleria dentro<br />

una Galleria nella quale continua a pulsare la quotidianità degli<br />

abitanti, in una specie di opera d’arte vivente e vissuta.<br />

www.atrebates.net<br />

Ponte San Giovanni di Perugia<br />

Sala <strong>del</strong>la Pro Ponte Etrusca<br />

17 febbraio - 1 marzo 2010<br />

Ponte San Giovanni è una frazione <strong>del</strong> Comune di Perugia<br />

e conta circa 15.000 abitanti distribuiti su una superficie di 18<br />

km². Geograficamente situato al limite sud-est <strong>del</strong> territorio di<br />

Perugia (circa 7 km dal centro cittadino), a circa 180 m s.l.m., <strong>il</strong><br />

fiume Tevere ne traccia <strong>il</strong> confine con <strong>il</strong> limitrofo comune di Torgiano.<br />

Il territorio è suddiviso in una parte pianeggiante, attorno<br />

all’alveo fluviale, <strong>ed</strong> in una parte collinare, a segnare i primi<br />

contrafforti <strong>del</strong> colle di Perugia. Da visitare è la tomba ipogea di<br />

Arunte Volumnio (Arnth Veltimna Aules, in etrusco) situata nella<br />

Necropoli <strong>del</strong> Palazzone (VI-V secolo a.C), vasta area archeologica<br />

che presenta un gran numero di tombe sotterranee e un<br />

museo che raccoglie urne e altre vestigia reperite in loco.<br />

La zona di Ponte San Giovanni rappresentava, infatti, <strong>il</strong><br />

punto di contatto lungo <strong>il</strong> fiume Tevere tra i territori degli Etruschi<br />

(a nord) e degli Umbri (a sud). Durante <strong>il</strong> periodo romano<br />

la zona era nota a livello termale, mentre intorno all’anno<br />

1000 viene fondata la prima parrocchia cristiana, con <strong>il</strong> nome<br />

di Plebs Sancti Joannis Baptistae in Campo (con questo nome<br />

è citata in un diploma <strong>del</strong> Barbarossa nell’anno 1163).<br />

Durante la guerra tra Perugia e Assisi, San Francesco fu<br />

fatto prigioniero a Ponte San Giovanni nel 1202. Durante la II<br />

guerra mondiale, i bombardamenti alleati distrussero gran parte<br />

<strong>del</strong>le costruzioni <strong>del</strong> paese, alcune anche di notevole interesse<br />

storico e logistico: tra di esse, <strong>il</strong> basso-m<strong>ed</strong>ievale Ponte<br />

Vecchio (ponte sul fiume Tevere, a gobba d’asino, ricostruito<br />

nell’anno 2000 in <strong>legno</strong>), le antiche logge, la vecchia chiesa di<br />

S. Bartolomeo, la stazione ferroviaria ottocentesca.<br />

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Carpi (Mo)<br />

Museo di Palazzo dei Pio<br />

3 marzo - 5 apr<strong>il</strong>e 2010<br />

Secondo centro per grandezza e importanza <strong>del</strong>la provin-<br />

cia di Modena, Carpi viene fondata nel 752 d.C. dal re longobardo<br />

Astolfo, in un territorio già frequentato dall’età <strong>del</strong> Bronzo<br />

e fortemente caratterizzato da ins<strong>ed</strong>iamenti sparsi nell’epoca<br />

romana.<br />

A partire dal XIV secolo fu s<strong>ed</strong>e <strong>del</strong>la signoria dei Pio, per<br />

passare poi a far parte dei domini estensi nel dal 1527.<br />

La civ<strong>il</strong>tà rinascimentale ha lasciato a Carpi una <strong>del</strong>le più<br />

belle piazze d’Italia, Piazza dei Martiri, chiusa sul lato occidentale<br />

da un unico lungo portico di 52 colonne e nel lato settentrionale<br />

dalla catt<strong>ed</strong>rale, dal carattere barocco, di Santa Maria<br />

Assunta.<br />

Sul lato orientale si affaccia <strong>il</strong> Palazzo dei Pio, detto Castello,<br />

un insieme di architetture datab<strong>il</strong>i tra ‘300 e ‘700 per un totale<br />

di oltre 15 m<strong>il</strong>a metri quadrati di superficie, che comprendono<br />

cort<strong>il</strong>i, porticati, terrazze, sale affrescate, loggiati, una cappella,<br />

ma anche sale conferenze, sale espositive, <strong>il</strong> tutto concentrato<br />

in tre Musei, un Archivio, una Biblioteca e <strong>il</strong> Castello dei Ragazzi,<br />

una struttura attrezzata per le attività dei più giovani.<br />

I Musei di Palazzo dei Pio si presentano oggi come un sistema<br />

coordinato di tre percorsi espositivi - Museo <strong>del</strong> Palazzo,<br />

Museo <strong>del</strong>la Città, Museo al Deportato - che rispondono alle<br />

molteplici esigenze di rendere fruib<strong>il</strong>i i tanti spazi di pregio e<br />

prestigio <strong>del</strong> rinascimentale Palazzo dei Pio (Museo <strong>del</strong> Palazzo)<br />

e di dare collocazione contestuale, razionale e strutturata al<br />

vasto e variegato patrimonio storico artistico <strong>del</strong>le collezioni, in<br />

un contesto espositivo finalizzato a offrire un quadro esaustivo<br />

<strong>del</strong>lo sv<strong>il</strong>uppo e <strong>del</strong>la storia <strong>del</strong>la città (Museo <strong>del</strong>la Città).<br />

Repubblica di San Marino<br />

Castello di Borgo Maggiore s<strong>ed</strong>e municipale<br />

7 apr<strong>il</strong>e - 26 apr<strong>il</strong>e 2010<br />

Nell’Antica Terra <strong>del</strong>la Libertà, alle pendici <strong>del</strong> Monte Titano,<br />

troviamo <strong>il</strong> Castello di Borgo Maggiore, sito a 525 m (s.l.m)<br />

e riconosciuto nell’anno 2009 PATRIMONIO DELL’UMANITA’,<br />

DALL’UNESCO.<br />

Esso sorse nel XII secolo e fin dagli statuti <strong>del</strong> 1295 portava<br />

<strong>il</strong> nome di Mercatale, con chiaro riferimento alla sua caratteristica<br />

di luogo di raccolta e traffico <strong>del</strong>le merci; probab<strong>il</strong>mente fu<br />

proprio questa ragione a far nascere l’originario agglomerato,<br />

dato che <strong>il</strong> nucleo <strong>del</strong>l’Antica Repubblica era situato in un’area<br />

molto più disagevole per chi proveniva dai centri vicini.<br />

Importantissime erano un tempo le fiere e i mercati <strong>del</strong> bestiame<br />

e dei prodotti agricoli.<br />

Sono tutt’ora esistenti nel borgo vecchio, i rinomati e tradizionali<br />

grottini in cui si conservava fresco <strong>il</strong> vino <strong>del</strong>la stagione<br />

estiva.<br />

Ciò che suscita ammirazione <strong>del</strong> Castello di Borgo Maggiore,<br />

è la pregevole e armoniosa strutturazione <strong>del</strong>le vie <strong>del</strong><br />

borgo, progettate ai fini di conc<strong>il</strong>iare le varie esigenze di traffico<br />

di merci, di commercio e di socializzazioni. Essa è dislocata<br />

su due livelli: <strong>il</strong> livello superiore può essere definito <strong>il</strong> centro <strong>del</strong><br />

borgo in senso stretto, dove si aprono due piazze “Piazza di<br />

Sopra” e “Piazza Grande”, dove si affacciano i piccoli negozi e<br />

dove si innalza la “Torre Civica o Torre <strong>del</strong>l’Orologio”, costruita<br />

nel 1896.<br />

Nel suo territorio si trovano infine l’osp<strong>ed</strong>ale di Stato (nella<br />

frazione di Ca<strong>il</strong>ungo), l’eliporto (l’unico <strong>del</strong>la Repubblica)e la<br />

funivia di collegamento con Città di San Marino.<br />

La s<strong>ed</strong>e municipale è la Casa <strong>del</strong> Castello di Borgo Maggiore,<br />

via XXVIII Luglio, tel. 0549.883450<br />

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11


Ferrara<br />

Centro di documentazione<br />

<strong>del</strong> mondo agricolo ferrarese<br />

28 apr<strong>il</strong>e - 17 maggio 2010<br />

Il M.A.F. è stato costruito all’inizio degli anni ’80 grazie a<br />

decenni di ricerche e recuperi operati da Guido Scaramagli,<br />

agricoltore e collezionista ferrarese.<br />

Agisce in stretto rapporto di collaborazione con <strong>il</strong> Centro Etnografico<br />

<strong>del</strong> Comune di Ferrara e conserva in ampi locali appositamente<br />

ristrutturati oggetti, attrezzi e macchine <strong>del</strong>la realtà<br />

agricola ferrarese (e padana in genere), in un arco temporale<br />

osc<strong>il</strong>lante tra la fine <strong>del</strong>l’800 e gli anni cinquanta <strong>del</strong> ’900.<br />

Un <strong>ed</strong>ificio ospita un’importante sezione d<strong>ed</strong>icata alle testimonianze<br />

tecniche dei processi di meccanizzazione in alcuni<br />

fondamentali cicli produttivi; gran parte di questa attrezzatura<br />

e strumentazione è stata recentemente oggetto di un restauro<br />

atto a ripristinarne la funzionalità.<br />

Nella stessa struttura si possono inoltre ammirare: un’ampia<br />

esemplificazione dei mestieri ambulanti che un tempo gravitavano<br />

intorno al mondo rurale; un esaustivo itinerario tra i principali<br />

mezzi di trasporto, dai calessi alle automob<strong>il</strong>i degli anni<br />

venti <strong>del</strong> ’900; interessanti fasi tecniche <strong>del</strong>la frutticoltura nel<br />

ferrarese.<br />

Un secondo <strong>ed</strong>ificio ricostruisce fin nei più minuziosi particolari<br />

la casa rurale, <strong>il</strong> suo arr<strong>ed</strong>amento, nonché le attività <strong>ed</strong><br />

i modi esistenziali nel borgo contadino (l’osteria, le botteghe<br />

<strong>del</strong> fabbro, <strong>del</strong> droghiere, <strong>del</strong> falegname, <strong>del</strong> barbiere ecc..).<br />

All’interno troviamo anche un’ampia selezione dei materiali dei<br />

burattinai Ettore Forni e Pompeo Gandolfi (burattini, scenari <strong>ed</strong><br />

oggetti di scena, copioni ecc..) e una biblioteca specializzata in<br />

storia <strong>del</strong>l’agricoltura. Una specifica sala può ospitare studiosi<br />

e visitatori per incontri, convegni, stages ecc..<br />

Il “Centro” si è recentemente arricchito con la ricostruzione di<br />

un oratorio poderale (con importanti testimonianze votive) e di<br />

una piccola stazione ferroviaria d’epoca.<br />

www.mondoagricoloferrarese.it<br />

12<br />

Borgo Valsugana (Tn)<br />

Spazio Erika Klien<br />

19 maggio - 13 giugno 2010<br />

Borgo Valsugana è una graziosa e accogliente borgata si-<br />

tuata al culmine <strong>del</strong>l’arco che la Valsugana compie tra Levico<br />

e Primolano. Con la frazione di Olle, è <strong>il</strong> centro più importante<br />

<strong>del</strong>la Valsugana.<br />

Il fiume Brenta, la Brènta, attraversa l’abitato che è sorto e si<br />

è evoluto sul fondovalle con una piacevole impronta veneta.<br />

Anticamente denominato “Ausugum”, fu fondato intorno al I secolo<br />

d.C. come stazione m<strong>il</strong>itare romana sul percorso <strong>del</strong>l’antica<br />

via Claudia Augusta Altinate. Grazie alla sua posizione di<br />

collegamento tra la Valle <strong>del</strong>l’Adige e <strong>il</strong> Veneto, la Valsugana<br />

ha infatti da sempre svolto un importante ruolo di passaggio.<br />

Abitata fin dai tempi preistorici, come testimoniano ritrovamenti<br />

a Strigno e Grigno appartenenti all’Età <strong>del</strong> Bronzo e <strong>del</strong> Ferro.<br />

Nel M<strong>ed</strong>ioevo, Borgo costituiva già <strong>il</strong> centro umano e civ<strong>il</strong>e più<br />

importante di tutta la zona. Nel 1796, la Valsugana, fu occupata<br />

dalle armate francesi comandate da Napoleone, che lasciarono<br />

alcune testimonianze nel centro storico di Borgo. Dal 1805<br />

al 1810 fece parte <strong>del</strong> regno di Baviera, dal 1810 al 1814 <strong>del</strong><br />

Regno italico e <strong>qui</strong>ndi di nuovo <strong>del</strong>l’Austria. Durante <strong>il</strong> primo<br />

conflitto mondiale la valle fu occupata dalle truppe italiane e,<br />

nel 1916, in parte rioccupata dalla “Strafexp<strong>ed</strong>ition” austriaca.<br />

Dal 1920, insieme al resto <strong>del</strong> Trentino, venne definitivamente<br />

annessa all’Italia.<br />

La guerra devastò in modo rovinoso <strong>il</strong> territorio, in particolare<br />

l’abitato di Borgo, e gran parte dei paesi dovettero essere<br />

in seguito ricostruiti.<br />

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Trento<br />

Palazzo Thun<br />

15 giugno - 15 luglio 2010<br />

Il palazzo fu abitato dai Thun, un’antica stirpe feudale origi-<br />

naria <strong>del</strong>la Val di Non, per più di quattro secoli, finché nel 1873<br />

l’amministrazione comunale decise di ac<strong>qui</strong>starlo per stab<strong>il</strong>irvi<br />

la s<strong>ed</strong>e <strong>del</strong> Municipio.<br />

L’assetto esterno <strong>del</strong> palazzo risale alle trasformazioni che interessarono<br />

un complesso di <strong>ed</strong>ifici m<strong>ed</strong>ievali nella seconda<br />

metà <strong>del</strong> Quattrocento, dopo <strong>il</strong> loro ac<strong>qui</strong>sto e accorpamento<br />

da parte dei Thun. Il prospetto principale presenta tracce di un<br />

portale e di finestre ad arco acuto e una decorazione pittorica a<br />

finto bugnato. La facciata fu poi riorganizzata verso la metà <strong>del</strong><br />

Cinquecento secondo uno schema basato su quattro ordini di<br />

finestre architravate. Sugli spigoli fasciati in pietra campeggiano<br />

due scudi scolpiti con lo stemma dei Thun, ripetuto nella<br />

chiave di volta <strong>del</strong> cinquecentesco portale.<br />

La vicina Torre Mirana è una casa-torre di fondazione m<strong>ed</strong>ievale:<br />

già appartenuta alla nob<strong>il</strong>e famiglia Mirana, venne ac<strong>qui</strong>stata<br />

alla metà <strong>del</strong> XVI secolo dai Thun. Nella sala al pianterreno<br />

si conserva un pregevole camino in marmo sormontato dall’allegoria<br />

<strong>del</strong>la Forza.<br />

Il municipio custodisce anche numerose testimonianze<br />

artistiche legate all’identità civica di Trento: tra queste, i busti<br />

di Paolo Oss Mazzurana e Carlo Dordi <strong>del</strong>lo scultore Andrea<br />

Malfatti e la statua in pietra <strong>del</strong> Nettuno, realizzata nel 1768 dal<br />

comasco Stefano Salterio per la fontana di piazza <strong>del</strong> Duomo.<br />

Di particolare interesse sono gli affreschi visib<strong>il</strong>i in cima allo<br />

scalone, che fino al 1902 ornavano <strong>il</strong> prospetto di Casa Cloz<br />

Salvetti Garavaglia in via San Marco: strappati nel 1903 per ragioni<br />

di conservazione, furono rimontati su nove telai e <strong>qui</strong> ricoverati<br />

per iniziativa <strong>del</strong> Comune. Le pitture furono realizzate nel<br />

1551 dal pittore veronese Domenico Riccio detto <strong>il</strong> Brusasorci<br />

e raffigurano scene mitologiche, figure allegoriche <strong>ed</strong> episodi<br />

di storia romana.<br />

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Il Tesino<br />

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Castello Tesino<br />

16<br />

Incastonato all’interno <strong>del</strong>l’omonimo altopiano tra i monti<br />

Picosta e Agaro, Castello Tesino è <strong>il</strong> maggiore dei tre centri<br />

abitati <strong>del</strong>la Valle <strong>del</strong> Tesino. Possi<strong>ed</strong>e numerose frazioni e le<br />

più vaste distese di boschi <strong>del</strong> Trentino, da Celado al Passo <strong>del</strong><br />

Brocon.<br />

Centro turistico estivo e invernale è da sempre uno dei luoghi<br />

turistici più frequentati <strong>del</strong> Trentino.<br />

Il paese offre la possib<strong>il</strong>ità di piacevoli gite in mezzo alla<br />

natura, passeggiate con itinerari molto semplici, possib<strong>il</strong>ità di<br />

escursioni su sentieri attrezzati, gite con guide qualificate o con<br />

operatori ambientali, visite guidate alle grotte e ai loro laghetti<br />

sotterranei.<br />

Ut<strong>il</strong>izzando le pareti granitiche <strong>del</strong>la vicina cima d’Asta (m.<br />

2.847) e i versanti rocciosi <strong>del</strong> Lagorai che chiudono la valle a<br />

nord è possib<strong>il</strong>e effettuare scalate anche molto impegnative.<br />

Castello Tesino ha degli ins<strong>ed</strong>iamenti retici, ancora visib<strong>il</strong>i<br />

sul colle di Sant’ Ippolito, prec<strong>ed</strong>enti all’epoca romana e datab<strong>il</strong>i<br />

V-VI secolo a.C. Con l’espansione verso nord <strong>del</strong>l’impero<br />

romano, la zona costituiva un ottimo avamposto per le legioni<br />

romane che transitavano sulla via Claudia Augusta (la famosa<br />

strada romana che da Altino raggiungeva Augsburg e <strong>il</strong> Danubio).<br />

Sul colle di Sant’ Ippolito sorse così un fort<strong>il</strong>izio romano<br />

e attorno ad esso <strong>il</strong> centro abitato da cui è derivato Castello<br />

Tesino. Da v<strong>ed</strong>ere la chiesa m<strong>ed</strong>ioevale di Sant’Ippolito con <strong>il</strong><br />

suo prezioso ciclo di affreschi e con i vicini scavi archeologici,<br />

la grotta di Castello Tesino, <strong>il</strong> parco La Cascatella, l’altopiano<br />

di Celado con le sue vaste praterie, le Marande e suoi impianti<br />

di risalita, <strong>il</strong> Passo Brocon con <strong>il</strong> famoso “Trodo dei fiori”.<br />

Il paese è dotato di scuole elementari e m<strong>ed</strong>ie inferiori, servizio<br />

sanitario, farmacia, servizio d’emergenza 118, vig<strong>il</strong>i <strong>del</strong><br />

fuoco, ufficio postale, banca con servizio bancomat, alberghi<br />

e campeggi, biblioteca pubblica, cinema-teatro, campi da calcio,<br />

bocce e tennis, splendide piste da sci.<br />

A Castello Tesino presso Palazzo Gallo ha s<strong>ed</strong>e <strong>il</strong> Centro di<br />

di Documentazione <strong>del</strong> Lavoro nei Boschi. Nello stesso Palazzo<br />

è ospitata la mostra permanente sul lavoro nel bosco.<br />

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Pieve Tesino<br />

Pieve Tesino presenta un centro storico strettamente rela-<br />

zionato al terreno a ripiani rocciosi su cui poggia, dove eleganti<br />

<strong>ed</strong> imponenti <strong>ed</strong>ifici, concorrono a formare un nucleo compatto<br />

che è arrivato pressoché immutato sino ai giorni nostri.<br />

Di particolare interesse Piazza Maggiore, imponente <strong>ed</strong> armoniosa<br />

al tempo stesso, semplice <strong>ed</strong> essenziale nelle forme,<br />

quanto elegante e ricca nei contrasti cromatici e chiaroscurali,<br />

evidenti soprattutto laddove gli <strong>ed</strong>ifici sono messi in risalto dal<br />

grigio salesà, nel porticato quattrocentesco <strong>del</strong> vecchio Municipio,<br />

sotto i quali si riunivano i capifamiglia (Vicini) per prendere<br />

le decisioni più importanti sulle sorti <strong>del</strong>le Comunità.<br />

La piazza di Pieve è <strong>il</strong> cuore <strong>del</strong> paese, fulcro attorno a cui gravitano<br />

tutti gli <strong>ed</strong>ifici e le case padronali <strong>del</strong> XIII – XIX secolo.<br />

In piazza Garibaldi è stata inaugurato nel 2006 <strong>il</strong> Museo<br />

Casa Alcide De Gasperi.<br />

Il museo sorge in centro paese, all’inizio <strong>del</strong>la via d<strong>ed</strong>icata<br />

allo statista, nella casa dove è nato <strong>il</strong> 3 apr<strong>il</strong>e 1881, <strong>ed</strong> ha lo<br />

scopo di far conoscere al visitatore la vita e l’opera di un protagonista<br />

<strong>del</strong>la storia sia italiana che europea <strong>del</strong> XX secolo.<br />

Oltre agli <strong>ed</strong>ifici ad uso civ<strong>il</strong>e, <strong>il</strong> Tesino si distingue per l’elevato<br />

numero di chiese presenti su tutto <strong>il</strong> territorio.<br />

La Pieve <strong>del</strong>l’Assunta di Pieve Tesino ne è un esempio rappresentativo,<br />

con <strong>il</strong> suo st<strong>il</strong>e gotico ricco di volumi che movimentano<br />

le facciate e slanciano l’<strong>ed</strong>ificio verso l’alto, soprattutto<br />

grazie all’imponente campan<strong>il</strong>e.<br />

Il grande parco dal quale si domina l’intera Conca <strong>del</strong> Tesino,<br />

ospita poi un’altra bella chiesa, in st<strong>il</strong>e romanico e risalente<br />

al 1400 eretta come ex voto in seguito alla peste <strong>del</strong> 1457:<br />

si tratta <strong>del</strong>la Chiesa di San Sebastiano, le cui caratteristiche<br />

evidenziano come spazi costruiti e naturali possano armoniosamente<br />

fondersi in un complesso unico.<br />

L’area è caratterizzata anche da un notevole numero di<br />

malghe, grandi <strong>ed</strong>ifici in pietra di proprietà quasi esclusivamente<br />

pubblica, ut<strong>il</strong>izzati per l’alpeggio <strong>del</strong> bestiame.<br />

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Cinte Tesino<br />

18<br />

V<strong>il</strong>laggio adagiato sul vasto ripiano morenico, sulle pendici<br />

orientali <strong>del</strong> Monte Mezza, Cinte Tesino risale probab<strong>il</strong>mente al<br />

I sec d.C., quando costituiva un vero e proprio centro da cui i<br />

soldati romani controllavano la sottostante Via Claudia Altinate.<br />

Completamente distrutto dal nefasto incendio <strong>del</strong> 1876 e<br />

dai successivi bombardamenti <strong>del</strong> nostro secolo, oggi Cinte<br />

Tesino appare come un centro composto da case in pietra recentemente<br />

dipinte a formare un mosaico multicolore.<br />

L’area è caratterizzata anche da un notevole numero di<br />

malghe tra cui Arpaco, Tonarezza, Val Corbelle, Valarica e Vallorsella.<br />

Queste testimonianze materiali, unite a quelle orali di<br />

coloro che hanno vissuto gran parte dei secoli scorsi, riportano<br />

alla mente i ritmi legati allo scorrere <strong>del</strong>le stagioni e alle attività<br />

agricole e ricordano <strong>il</strong> pendolarismo tra i pascoli di mezza costa<br />

e <strong>il</strong> fondovalle.<br />

Oltre alle malghe presenti in paese, si segnala la Casa<br />

<strong>del</strong> moleta, in cui <strong>il</strong> Comune vuole creare un museo d<strong>ed</strong>icato<br />

all’opera degli arrotini e degli ambulanti. Di r<strong>il</strong>ievo anche l’arboreto,<br />

un’area floristica, e l’area venatoria, dove i responsab<strong>il</strong>i<br />

<strong>del</strong> museo di Scienze naturali di Trento eseguono la cattura degli<br />

uccelli migratori e <strong>il</strong> loro inanellamento per studi e ricerche<br />

scientifiche.<br />

Dal punto di vista architettonico, di notevole r<strong>il</strong>ievo risulta<br />

la Chiesa di S. Lorenzo. Risalente agli inizi <strong>del</strong> XV secolo e<br />

ricostruita dopo l’incendio <strong>del</strong> 1876, si distingue per la luminosissima<br />

facciata in pietra bianca, marcata profondamente<br />

dall’alto campan<strong>il</strong>e, staccato di alcuni metri dal rimanente corpo<br />

di fabbrica.<br />

Internamente, l’unica navata è decorata da stucchi di pregevole<br />

fattura <strong>ed</strong> è arricchita da un magnifico tabernacolo e<br />

dalle statue di S. Lorenzo e S. Stefano<br />

Le strutture sportive, un vicino campo da golf, fanno poi <strong>del</strong><br />

piccolo abitato una piacevole e sorridente alternativa alle mete<br />

turistiche più tradizionali.<br />

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Bieno<br />

Situato a pochi ch<strong>il</strong>ometri dalla vicina SS 47, l’abitato di<br />

Bieno, pur non appartenendo al Tesino in senso stretto, rappresenta<br />

la porta naturale che immette nell’altopiano.<br />

Il paese che conta circa 500 abitanti, è posto a 810 m.<br />

s.l.m. e beneficia di un’ottima esposizione solare; è stato infatti<br />

<strong>ed</strong>ificato a cavallo <strong>del</strong>l’estremità Sud <strong>del</strong> lungo promontorio<br />

morenico che separa <strong>il</strong> letto <strong>del</strong> torrente Chiéppena da quello<br />

<strong>del</strong> rio Lusùmina, su un panoramico gradino di origine morenica,<br />

tanto che viene spesso definito “Il balconcino <strong>del</strong>la Valsugana”.<br />

Bieno è un’antico borgo legato alla storia e alla cultura<br />

dei girovaghi <strong>ed</strong> è famoso per i suoi esperti scalpellini che si<br />

d<strong>ed</strong>icavano ad estrarre <strong>il</strong> granito dalle vicine cave di Rava.<br />

Bieno, che gode di un turismo stagionale, ha senz’altro nelle<br />

principali caratteristiche <strong>del</strong> suo territorio enorme abbondanza<br />

in termini di patrimonio naturalistico e paesaggistico.<br />

Escursioni e passeggiate per verdi prati e s<strong>il</strong>enziosi boschi<br />

adatte ad ogni età <strong>ed</strong> esigenza, in un contesto ricco di vegetazione<br />

agreste e di gradevoli panorami, che rendono i dintorni<br />

di Bieno, ricchi d’incanto e di fascino. In tal senso val la pena<br />

segnalare <strong>il</strong> maestoso tiglio secolare di Maso Weiss, la zona<br />

di Lastra-Castrozze caratterizzata dall’imponenza dei castagni<br />

secolari e, infine, la cascatella alla sorgente Pison.<br />

Il territorio montano di Bieno è dominato dalle pareti <strong>del</strong>l’importante<br />

catena denominata Sottogruppo di Rava, certamente<br />

una <strong>del</strong>le più suggestive appendici che si dipartono dal nodo<br />

centrale <strong>del</strong> massiccio di Cima d’Asta.<br />

In esso sono presenti le malghe Rava di Sopra e di Sotto e<br />

Fierollo di Sopra e di Sotto, oltre ad alcuni caratteristici laghi di<br />

origine glaciale che, passando attraverso le emozioni <strong>del</strong> Lago<br />

di Mezzo (2.030 m.) e <strong>del</strong> Lago Grande (2.125 m.), conducono<br />

a Cimon Rava (2.436 m.). Per chi è di passaggio, un po’ di tempo<br />

si può d<strong>ed</strong>icare alla vista <strong>del</strong>la chiesa di San Biagio, ricordata<br />

già nel 1531 e ricostruita, su di un prec<strong>ed</strong>ente <strong>ed</strong>ificio, nel<br />

1606. Bieno è l’unico paese <strong>del</strong>l’ex-Pievado di Strigno, la cui<br />

chiesa parrocchiale, nonostante sia stata ampliata e restaurata<br />

più volte, è ancora l’antica chiesa.<br />

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Il Simposio, la mostra e i suoi artisti<br />

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Il più bel Simposio di scultura in <strong>legno</strong> d’Italia<br />

Renzo Francescotti - Scrittore e critico d’arte<br />

22<br />

Erano i primi mesi <strong>del</strong> 2002 quando l’amico dott. Remo<br />

Tomasetti mi venne a trovare a casa: voleva parlarmi <strong>del</strong> suo<br />

progetto di creare a Castello Tesino un concorso di scultura in<br />

<strong>legno</strong> dal titolo “<strong>Luci</strong> <strong>ed</strong> <strong>ombre</strong> <strong>del</strong> <strong>legno</strong>”. Ero d’accordo di<br />

presi<strong>ed</strong>ere la Giuria?<br />

Pochi mesi prima, nell’agosto <strong>del</strong> 2001, dopo quattro anni di<br />

presidenza <strong>del</strong>la Giuria, a conclusione <strong>del</strong> XIII Concorso Internazionale<br />

di Scultura su Legno di Madonna di Campiglio, avevo<br />

rinunciato all’incarico di presidente. A quell’incarico mi avevano<br />

chiamato gli organizzatori su iniziativa <strong>del</strong>l’amico scultore<br />

prof. Renato Ischia.<br />

Il concorso di Campiglio era rimasto interrotto per anni, andato<br />

in crisi dopo nove <strong>ed</strong>izioni portate avanti con varie formule. Con<br />

Ischia lo r<strong>il</strong>anciammo, rinnovandolo, facendolo diventare <strong>il</strong> più<br />

importante <strong>del</strong> Trentino. Ma dopo quattro <strong>ed</strong>izioni da me presi<strong>ed</strong>ute<br />

mi dimisi: in parte per divergenze di v<strong>ed</strong>ute con l’amico<br />

Ischia, ma soprattutto con gli organizzatori. Sono abituato a<br />

lavorare sentendo e costruendo attorno a me un’aria di collaborazione,<br />

di fiducia, di entusiasmo: se queste componenti si<br />

raffr<strong>ed</strong>dano, si incrinano, vengono meno, lascio perdere. Mi<br />

sono sempre considerato un uomo libero, pagando dazio, in<br />

ogni caso “povero ma bello”. Il Concorso di Campiglio andò<br />

avanti per tre anni e poi morì. Quando <strong>il</strong> dott. Tomasetti mi venne<br />

a cercare ne fui contento: chissà che nel “povero” Castello<br />

Tesino non si potesse realizzare ciò che nella ricca Madonna di<br />

Campiglio no nera stato possib<strong>il</strong>e…<br />

Così cominciammo da zero: e fu “buona la prima”.<br />

Quindici partecipanti alla Prima <strong>ed</strong>izione (2002) <strong>del</strong> Sim-<br />

posio “<strong>Luci</strong> <strong>ed</strong> <strong>ombre</strong> <strong>del</strong> <strong>legno</strong>”, internazionale: presenti uno<br />

svizzero e un francese, tutti raccolti i un <strong>catalogo</strong> a colori, corr<strong>ed</strong>ato<br />

da un curriculum, da una foto <strong>del</strong>l’artista e da quella di<br />

un’opera. Un <strong>catalogo</strong> distribuito gratuitamente a tutti gli interessati,<br />

non lussuoso ma importante, per creare un rapporto di<br />

conoscenza e simpatia tra l’operatore e <strong>il</strong> fruitore, ovvero (per<br />

dirla in termini meno sociologistici) tra gli artisti e <strong>il</strong> pubblico.<br />

Nella ricca Madonna di Campiglio niente <strong>del</strong> genere era stato<br />

fatto.<br />

Quella Prima <strong>ed</strong>izione (2002), sempre svoltasi come le altre<br />

nell’ultima settimana di luglio, vide <strong>il</strong> premio <strong>del</strong>la Giuria assegnato<br />

al vicentino di V<strong>il</strong>laga <strong>Luci</strong>ano De Marchi con l’opera “La<br />

finestra sul cielo”. Il premio <strong>del</strong> pubblico, assegnato m<strong>ed</strong>iante<br />

votazione per sch<strong>ed</strong>e, andò al trentino di Ossana Giulio Taraboi,<br />

per la sua scultura “Mutazione”. Il successo <strong>del</strong>la manifestazione,<br />

oltre che dalla bontà <strong>del</strong>l’organizzazione e dalla<br />

serietà <strong>del</strong>la Giuria, arrivò soprattutto dal rapporto di dialogo<br />

che si poté accendere tra i residenti e i turisti ospiti di Castello<br />

Tesino e gli artisti, strategicamente dislocati negli spazi aperti<br />

<strong>del</strong> paese, posti nelle condizioni migliori per rapportarsi con la<br />

popolazione e tra di loro (condizioni che erano fondamentalmente<br />

mancate, ad esempio, a Madonna di Campiglio, che un<br />

paese, una comunità non è mai stata…).<br />

La Seconda <strong>ed</strong>izione (2003), vide la partecipazione di 15<br />

artisti selezionati (tra i quali cinque stranieri), a cui furono aggiunti<br />

due artisti locali, iscritti d’ufficio. E fu proprio uno straniero,<br />

<strong>il</strong> francese Henri Patrick Stein, già vincitore di numerosi<br />

primi premi in vari paesi <strong>del</strong> mondo, tra i quali Canada e Cina,<br />

ad aggiudicarsi <strong>il</strong> primo premio con l’opera “Piuma di poesia”,<br />

definita dalla Giuria nella sua motivazione “all’insegna <strong>del</strong>la<br />

leggerezza, <strong>del</strong>la st<strong>il</strong>izzazione <strong>del</strong>le forme, sospesa tra realtà,<br />

simbolo e sogno”. Il premio <strong>del</strong> pubblico andò al trentino di<br />

Viarago di Pergine Claudio Boneccher, per la sua “Sintonia”.<br />

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Anche la Terza <strong>ed</strong>izione (2004) di “<strong>Luci</strong> <strong>ed</strong> <strong>ombre</strong> <strong>del</strong> le-<br />

gno” vide la partecipazione di 15 scultori (tre gli stranieri) più<br />

tre locali. Vinse <strong>il</strong> premio <strong>del</strong>la Giuria <strong>il</strong> bellunese di Carve di<br />

Mel, Beppino Lorenzet ,(anch’egli vincitore di numerosi premi<br />

a vari Simposi), con la scultura “Deposizione”, definita nella<br />

motivazione <strong>del</strong>la Giuria “ un’opera di intensa forza espressionistica<br />

che rinnova, con sensib<strong>il</strong>ità moderna, <strong>il</strong> soggetto sacro<br />

<strong>del</strong>le Deposizioni ”. Il premio <strong>del</strong> pubblico andò al valdostano<br />

di Carema (Torino) Giuseppe Bettoni per l’opera “E’ arrivato<br />

nonno Pino”.<br />

La Quarta <strong>ed</strong>izione (2005) <strong>del</strong> Simposio di Castello Tesino<br />

confermò <strong>il</strong> numero di 15 partecipanti, oltre a tre locali, con la<br />

partecipazione record di cinque artisti stranieri, vale a dire un<br />

terzo degli artisti selezionati.<br />

Ed è proprio ad un artista straniero, lo svizzero Jean Paul Falcioni,<br />

nativo di Sion, ad aggiudicarsi <strong>il</strong> premio <strong>del</strong>la Giuria con<br />

la scultura “Poesia e mistero”. Falcioni si rivelò come un artista<br />

colto e raffinato, esprimendosi attraverso una scultura di<br />

simboli, inusuale nella scultura in <strong>legno</strong>, (<strong>il</strong> tronco di cirmolo,<br />

ovvero di pino-cembro, alto m. 1.80, che viene affidato a ogni<br />

concorrente). L’artista svizzero, frazionando la materia ne d<strong>il</strong>atò<br />

le possib<strong>il</strong>ità spaziali. Vincitore <strong>del</strong> premio <strong>del</strong> pubblico, per<br />

la prima volta un artista locale, Andrea Dietre” di Torcegno, autodidatta,<br />

con l’opera “ El kromero”, monumento al venditore<br />

ambulante di stampe <strong>del</strong> Tesino che nei secoli arrivò con le sue<br />

stampe in tutta Europa.<br />

Non bisogna tralasciare che anche questa <strong>ed</strong>izione - come e<br />

più <strong>del</strong>le prec<strong>ed</strong>enti- è stata affiancata da una serie di manifestazioni<br />

culturali uscite anche dal paese: come la rassegna<br />

cinematografica “Scultura Uomo Territorio” realizzata in<br />

collaborazione con <strong>il</strong> F<strong>il</strong>mfestival Internazionale di Montagna<br />

Esplorazione Avventura “Città di Trento”, in collaborazione con<br />

la sezione Sat <strong>del</strong> Tesino; oltre che dalla consueta serata in cui<br />

tutti gli artisti si autopresentano, parlando <strong>del</strong> loro lavoro, <strong>del</strong>la<br />

loro idea di arte.<br />

Poi ci fu <strong>il</strong> colpo d’ala.<br />

Promossa dal Centro di Documentazione <strong>del</strong> lavoro nei Boschi<br />

presi<strong>ed</strong>uto dall’infaticab<strong>il</strong>e dott. Remo Tomasetti, con la collaborazione<br />

<strong>del</strong>l’Agenzia Provinciale <strong>del</strong>l’Ambiente, <strong>del</strong>l’APT per<br />

<strong>il</strong> Turismo Lagorai Valsugana orientale, <strong>del</strong>la Cassa Rurale <strong>del</strong><br />

Tesino, <strong>del</strong> Consorzio dei Comuni BIM Brenta, col supporto di<br />

tutti i Comuni <strong>del</strong> Tesino (Castello, Pieve, Cinte e Bieno), l’<strong>ed</strong>izione<br />

<strong>del</strong> 2006 si decentrò su tutto l’altopiano.<br />

Nella Quinta <strong>ed</strong>izione (2006) <strong>il</strong> numero degli artisti invitati<br />

(con un notevole accrescimento <strong>del</strong>l’impegno economico) si<br />

d<strong>il</strong>atò a 27, di cui tre locali, mantenendo <strong>il</strong> nucleo più numeroso<br />

a Castello ( comune che supporta <strong>il</strong> maggior onere finanziario),<br />

ma dislocandosi anche nei centri di Pieve, Cinte e Bieno: un<br />

esempio raro di sinergie che vanno al di là dei campan<strong>il</strong>ismi,<br />

guardano al di là degli steccati degli orti <strong>del</strong> v<strong>il</strong>laggio.<br />

I premi in denaro furono portati a tre.<br />

Questa la graduatoria finale <strong>del</strong>la <strong>qui</strong>nta <strong>ed</strong>izione <strong>del</strong> Simposio,<br />

non più solo di Castello Tesino, ma più ampiamente, <strong>del</strong><br />

Tesino.<br />

Il primo premio andò al giovane ladino di Campitello di Fassa<br />

Matthias Sieff , per la prima volta presente al Simposio, per<br />

la scultura “Sguardo al futuro”; secondo premio a Giacomo<br />

Mezzomo di Mel (Belluno) per “No! Non tagliare quell’albero.<br />

Lo hai abbattuto ma ti ha ucciso”. Terzo premio ad Aldo Pallaro<br />

di Piombino Dese (Padova) per “Riflessioni sul cirmolo”.<br />

Il premio <strong>del</strong> pubblico fu aggiudicato a Renato Borsato di Curtarolo<br />

(Padova) con l’opera “Per raggiungere <strong>il</strong> traguardo”.<br />

Altra novità <strong>del</strong>la <strong>qui</strong>nta <strong>ed</strong>izione fu quella di proiettare fuori<br />

dei confini regionali, in una serie di mostre, i tre artisti vincitori<br />

<strong>del</strong> premio <strong>del</strong>la Giuria: cominciando dalla Galleria “Atrebates”<br />

di Dozza, la cittadina non distante da Bologna, famosa per i<br />

suoi murali, (tra cui due <strong>del</strong> grande artista trentino Riccardo<br />

Schweizer, dipinti proprio nei pressi <strong>del</strong>la Galleria). Le mostre<br />

proseguirono, ancora in provincia di Bologna, a Zola P<strong>ed</strong>rosa<br />

e Argelato, <strong>qui</strong>ndi a Riolo Terme ( Ravenna) e Viterbo. Per con-<br />

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cludere in Trentino, a Trento, Borgo Valsugana e Cinte Tesino.<br />

Ognuno dei tre giovani scultori espose cinque opere. Assieme<br />

a loro fu scelto un “padrino”, vale a dire Livio Conta, uno dei<br />

massimi scultori trentini, di notorietà internazionale, anche lui<br />

con cinque opere di scultura in <strong>legno</strong>.<br />

Complessivamente <strong>qui</strong>ndi, venti sculture lignee hanno viaggiato<br />

in otto centri d’Italia, corr<strong>ed</strong>ate da un corposo, apposito<br />

<strong>catalogo</strong>.<br />

24<br />

La Sesta <strong>ed</strong>izione (2007) <strong>del</strong>la manifestazione estesa a tut-<br />

to l’altopiano <strong>del</strong> Tesino ha ribadito <strong>il</strong> guadagno di quota.<br />

Questi gli artisti premiati tra i 27 selezionati.<br />

Per la prima volta <strong>il</strong> primo premio venne assegnato ad una<br />

donna, la bolognese Daniela Romagnoli per l’opera “Ispirazione<br />

all’eterno”. Il secondo premio andò al ladino Matthias Sieff (<br />

già vincitore l’anno prec<strong>ed</strong>ente) con la scultura “Prima <strong>del</strong> dunque”;<br />

<strong>il</strong> terzo premio se lo aggiudicò <strong>il</strong> giovane scultore trentino<br />

di Folgaria Alessandro Pavone (esordiente al Simposio <strong>del</strong> Tesino),<br />

con la scultura “ Salvan: l’uomo selvatico”. Il premio <strong>del</strong><br />

pubblico andò all’altoatesino di Bressanone Fabian Feichter<br />

con l’opera “No! Perché lo uccidi?” Cinque opere di ciascuno<br />

dei tre premiati dalla Giuria più altre cinque sculture <strong>del</strong> “padrino”<br />

vennero esposte in sei centri d’Italia: oltre che a Dozza,<br />

Borgo Vasugana e Pieve Tesino, a Forlì (nella s<strong>ed</strong>e <strong>del</strong>l’Oratorio<br />

San Sebastiano), a Ravenna (nella sala <strong>del</strong>l’ex Tribunale) e<br />

a Ferrara, nel prestigiosissimo complesso <strong>del</strong> Palazzo dei Diamanti.<br />

Migliaia furono i visitatori <strong>del</strong>le mostre, particolarmente<br />

interessati alle insolite sculture in <strong>legno</strong>. Come “padrino” venne<br />

scelto <strong>il</strong> trentino Renato Ischia, formatosi in tr<strong>ed</strong>ici anni di studio<br />

e lavoro a Parigi, con al suo attivo opere pubbliche e private<br />

in Italia e all’estero, che nel <strong>legno</strong> ci ha regalato alcune <strong>del</strong>le<br />

sue opere più eccezionali.<br />

La Settima <strong>ed</strong>izione si è <strong>qui</strong>ndi proposta con <strong>del</strong>le belle carte<br />

da giocare: 27 gli artisti selezionati, di varie nazioni, dislocati<br />

nei quattro centri <strong>del</strong>l’altopiano, sempre seguiti da un pubblico<br />

molto interessato, che nei sei giorni di realizzazione <strong>del</strong>le sculture<br />

dialogava con l’artista. A riprova che <strong>il</strong> Simposio di scultura<br />

in <strong>legno</strong> <strong>del</strong> Tesino si è imposto come la maggior attrattiva culturale<br />

<strong>del</strong>l’altopiano <strong>ed</strong> è molto attesa da residenti e ospiti.<br />

Il vicentino <strong>Luci</strong>ano De Marchi, vincitore <strong>del</strong>la prima <strong>ed</strong>izione,<br />

a sette anni di distanza ritorna ad aggiudicarsi <strong>il</strong> primo premio<br />

con l’opera “Vita”, definita nella motivazione <strong>del</strong> verbale <strong>del</strong>la<br />

Giuria “ un’opera elegante e rigorosa”. Al secondo posto un<br />

bellunese, Paolo Schenal, con l’opera “Timidezza”. Al terzo posto<br />

un altro bellunese, di Mel, Giovanni Mezzomo con l’opera<br />

“42° tiro Dolomiti. Mezzomo aveva già vinto <strong>il</strong> secondo premio<br />

nella <strong>qui</strong>nta <strong>ed</strong>izione.<br />

Il Trentino questa volta si dovette accontentare con <strong>il</strong> premio<br />

<strong>del</strong> pubblico aggiudicato a Rom<strong>ed</strong>io Leonardi, di Preore in Val<br />

Giudicarie.<br />

Questa settima <strong>ed</strong>izione registrò un fatto nuovo, mai prima<br />

accaduto: vale a dire la partecipazione fuori concorso di Matthias<br />

Sieff, già vincitore di un primo e di un secondo posto nelle<br />

due prec<strong>ed</strong>enti <strong>ed</strong>izioni. Qualcuno se n’era “lamentato”. Ma<br />

a norma di regolamento Sieff non poteva essere escluso dal<br />

Simposio: così fu invitato a parteciparvi fuori concorso. Giusto<br />

però che avesse in qualche modo un compenso. Si pensò ad<br />

un esposizione di sue opere a fianco di quelle dei tre vincitori e<br />

<strong>del</strong> “padrino”, riducendo (per ragioni logistiche) a quattro per<br />

ciascuno degli scultori le opere esposte ( sempre <strong>qui</strong>ndi complessivamente<br />

20). Altra novità: poiché non si è ritenuto che<br />

esistessero in Trentino - dopo Conta e Ischia - altri maestri di<br />

scultura in <strong>legno</strong> di alta caratura ( in attesa che se ne affermi<br />

qualcun altro) gli organizzatori hanno pensato (rimanendo in<br />

regione) di attingere alla confinante provincia di Bolzano. La<br />

scelta <strong>del</strong> “padrino” è caduta sul gardenese Adolf Vallazza, famoso<br />

scultore che, ut<strong>il</strong>izzando legni trovati carichi di storie e<br />

memorie, elabora le sue sculture di simboli e archetipi alpini.<br />

Nel 2009 <strong>qui</strong>ndi sono viaggiate per l’Italia, a Dozza, Ferrara<br />

(Palazzo dei Diamanti), Bologna (Osp<strong>ed</strong>ale Malpighi), Cervia,<br />

Borgo Valsugana e Castello Tesino le opere di cinque sculto-<br />

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i: Vallazza, Sieff, De Marchi, Schenal e Mezzomo. Il Simposio<br />

“<strong>Luci</strong> <strong>ed</strong> <strong>ombre</strong> <strong>del</strong> <strong>legno</strong>” è dunque una <strong>del</strong>le uniche manifestazioni<br />

artistiche trentine che, invece di importare cultura, la<br />

esportano.<br />

L’Ottava Edizione registrò una partecipazione record con<br />

artisti di ben otto nazioni. Tutti e tre i premiati furono nomi nuovi:<br />

un trentino, un bellunese, un gardenese. Vincitrice (per la<br />

seconda colta nella storia <strong>del</strong> Simposio) una donna, Lara Steffe<br />

nata a Cavalese e residente a Moena, in Val di Fassa, con<br />

l’opera “Nell’aria libera”. Al secondo posto Mario Iral di Belluno<br />

con “Lo scultore e la sua opera”. Al terzo Vinzenz Senoner di<br />

Santa Cristina in Val Gardena con l’opera “Il primo amore”. È<br />

da sottolinea <strong>il</strong> fatto, <strong>del</strong> tutto nuovo, che Senoner vinse anche,<br />

alla grande, <strong>il</strong> premio <strong>del</strong> pubblico - uscito da ben 600 sch<strong>ed</strong>e<br />

- a dimostrazione che <strong>il</strong> gusto <strong>del</strong> pubblico con gli anni è maturato,<br />

venendo ad accostarsi a quello <strong>del</strong>la giuria. I premiati,<br />

ognuno con cinque opere gireranno per l’Italia, avendo come<br />

padrino un prestigioso scultore gardenese, Hermann Josef<br />

Runggaldier.<br />

Un b<strong>il</strong>ancio dopo otto <strong>ed</strong>izioni.<br />

Quando abbiamo chiesto ai partecipanti di “<strong>Luci</strong> e <strong>ombre</strong> <strong>del</strong><br />

<strong>legno</strong>” <strong>del</strong> Tesino una loro impressione, un loro giudizio sulla<br />

manifestazione ( e in molti casi non abbiamo avuto nemmeno<br />

avuto bisogno di chi<strong>ed</strong>ere), in molti che avevano partecipato<br />

ad analoghi Simposi in Italia e all’estero ci hanno risposto: “È<br />

<strong>il</strong> più bel Simposio di scultura in <strong>legno</strong> d’Italia!” Impressioni e<br />

giudizi che sono supportati da concreti dati di fatto, che fanno<br />

<strong>del</strong> Concorso <strong>del</strong> Tesino quello che è divenuto nell’arco di<br />

pochi anni, per quattro fondamentali caratteristiche, che solo<br />

esso - quanto meno in Italia - possi<strong>ed</strong>e :<br />

- d<strong>ed</strong>ica agli artisti ben due cataloghi. Se è già è eccezionale<br />

che i Simposi di scultura in <strong>legno</strong> siano supportati da un<br />

<strong>catalogo</strong> in cui tutti i concorrenti selezionati siano <strong>il</strong>lustrati<br />

da una sch<strong>ed</strong>a con i loro curriculum, una foto <strong>del</strong>l’artista e<br />

un’immagine <strong>del</strong>le loro opere più rappresentative, la manifestazione<br />

<strong>del</strong> Tesino prev<strong>ed</strong>e un secondo <strong>catalogo</strong> d<strong>ed</strong>icato<br />

agli artisti vincitori e al loro “padrino”, <strong>catalogo</strong> che<br />

contiene scritti critici e storici, oltre alle immagini <strong>del</strong>le opere<br />

più esemplari dei tre artisti premiati e <strong>del</strong> loro “padrino”;<br />

- si disloca in ben quattro Comuni, ognuno con la presenza<br />

degli artisti che realizzano le loro opere a contatto <strong>del</strong> pubblico;<br />

- può vantare la partecipazione-record di quasi trenta artisti<br />

italiani e stranieri;<br />

- si proietta fuori dei confini provinciali e regionali con una<br />

serie di mostre che fanno conoscere gli scultori in <strong>legno</strong> sul<br />

territorio nazionale, anche in luoghi in cui la scultura in <strong>legno</strong><br />

è poco nota o sconosciuta.<br />

A tutto questo si è arrivati nell’arco di pochi anni, superando<br />

manifestazioni che hanno avuto a disposizione decenni per<br />

crescere. È una bella soddisfazione per gli organizzatori, chiamati<br />

a consolidare i risultati, cercando sempre di dare <strong>il</strong> meglio.<br />

Ci sono, come dovunque, ulteriori margini di miglioramento.<br />

Per quanto riguarda la formula non pensiamo che sia migliorab<strong>il</strong>e<br />

più di tanto: è ormai una formula collaudata felicemente.<br />

Piuttosto, i pericoli vengono da altre direzioni: quando <strong>il</strong> giocattolo<br />

è troppo bello, c’è sempre qualcuno che vuol rubartelo,<br />

magari solo per spaccarlo…<br />

CATALOGO 2010.indd 25 04/01/2010 16.29.08<br />

25


Hermann Josef Runggaldier<br />

26<br />

Hermann Josef Runggaldier è nato in Val Gardena a Orti-<br />

sei, nel 1948. Studia disegno e scultura all’Istituito d’Arte che<br />

ha s<strong>ed</strong>e nel suo paese natale e perfezionala tecnica nelle botteghe<br />

artigiane. Dai 21 ai 24 anni intraprende viaggi di studio a<br />

Vienna, Berlino, Londra e negli USA. Alternando un’intensa attività<br />

grafica con quella <strong>del</strong>la scultura partecipa a numerose collettive,<br />

inaugura molte personali. Runggaldier è stato premiato<br />

in Italia e Germania, ha vinto concorsi per la realizzazione di<br />

opere pubbliche in Alto Adige e fuori. Scrive Dane<strong>il</strong>a Serafini.<br />

“Lo scultore sparge un senso di concitazione trattenuta, ricercando<br />

in quei biblici significati <strong>il</strong> valore <strong>del</strong> nostro presente”.<br />

L’arte sacra è forzatamente condizionata dall’approvazione<br />

<strong>del</strong>l’autorità religiosa, dalla tradizione, dalla fruizione dei f<strong>ed</strong>eli<br />

che deve essere <strong>il</strong> più possib<strong>il</strong>e totale. Nell’arte laica invece<br />

l’artista si muove con la massima libertà, p<strong>il</strong>otato solamente<br />

dalla propria visione <strong>del</strong> mondo, dalla necessità di essere f<strong>ed</strong>ele<br />

a se stesso. Runggaldier si avvale di un magistrale mestiere,<br />

soprattutto nell’ut<strong>il</strong>izzo <strong>del</strong> <strong>legno</strong> (cembro, pero, noce, tiglio,<br />

albicocca, ebano), ma usando modernamente anche materiali<br />

diversi (bronzo, plexiglas, vetroresina, gesso) È un artista che<br />

respira <strong>il</strong> contemporaneo, la solitudine, l’incomunicab<strong>il</strong>ità <strong>del</strong><br />

nostro tempo, espresse nelle figurazioni umane, in forme allungate,<br />

in cui più che i volti appare espressivo <strong>il</strong> linguaggio<br />

di corpi, spesso ridotti a sequenze di uomini, donne, che si<br />

affacciano in piccoli riquadri, fissati nel loro sf<strong>il</strong>are quotidiano.<br />

Persone però che non sono mai plasmati anonimamente,<br />

ma ognuna è colta elegantemente in un gesto emblematico:<br />

mentre cammina, legge <strong>il</strong> giornale, è s<strong>ed</strong>uta su una valigia, è<br />

sdraiata su una panchina, è accanto a un cane…Insomma,<br />

una scultura che è elogio <strong>del</strong>la vita.<br />

CATALOGO 2010.indd 26 04/01/2010 16.29.09


“Torso”<br />

Legno di noce<br />

cm 86 x 17<br />

Anno 2008<br />

CATALOGO 2010.indd 27 04/01/2010 16.29.13


“Torso”<br />

Legno di pero<br />

cm 63 x 10<br />

Anno 2007<br />

CATALOGO 2010.indd 28 04/01/2010 16.29.16


“Torso”<br />

Legno di noce<br />

cm 160 x 55<br />

Anno 2003<br />

CATALOGO 2010.indd 29 04/01/2010 16.29.19


“Coppia”<br />

Legno di noce<br />

cm 146 x 45<br />

Anno 2005<br />

CATALOGO 2010.indd 30 04/01/2010 16.29.23


“Figura ripiegata”<br />

Legno di noce<br />

cm 90 x 35<br />

Anno 1990<br />

CATALOGO 2010.indd 31 04/01/2010 16.29.26


Lara Steffe<br />

32<br />

Tra i molti altri meriti <strong>il</strong> Simposio di Scultura <strong>del</strong> Tesino ha<br />

anche quello di aver scoperto giovani scultori praticamente<br />

sconosciuti, gratificandoli col primo premio. E’stato <strong>il</strong> caso <strong>del</strong><br />

fassano Matthias Sieff, <strong>del</strong>la bolognese Daniela Romagnoli e,<br />

lo scorso anno, <strong>del</strong>la fiemmese Lara Steffe. La Steffe è nata a<br />

Cavalese, vive e lavora a Moena, ha studiato scultura presso<br />

l’Istituto d’Arte di Pozza di Fassa, si è diplomata all’Accademia<br />

di Belle Arti di Brera a M<strong>il</strong>ano e insegna discipline pittoriche nella<br />

scuola in sui si è formata, a Pozza di Fassa. Ha cominciato<br />

poco dopo i vent’anni a partecipare a mostre e manifestazioni<br />

artistiche.<br />

Ha al suo attivo anche una significativa esperienza all’estero,<br />

in Ecuador, dove ha insegnato disegno e scultura nell’Istituto<br />

tecnologico Superior Interculatural B<strong>il</strong>ingue di Ins<strong>il</strong>ivì. Dal<br />

2004 ha cominciato a partecipare a diversi simposi di scultura<br />

e pietra, in Italia e all’estero. La Giuria <strong>del</strong> Simposio di scultura<br />

in <strong>legno</strong> <strong>del</strong> Tesino ha conferitoli primo premio alla sua opera<br />

“Nell’aria libera” con questa motivazione. “Nome nuovo - a<br />

ribadire la capacità <strong>del</strong>la manifestazione di attirare nomi nuovi<br />

di giovani artisti - Lara Steffe è la seconda donna a vincere <strong>il</strong><br />

primo premio nel Simposio. Questa artista ci ha dato un’opera<br />

di elegante gusto manieristico. Ariosa e dinamica questa scultura<br />

raffigura un’immagine femmin<strong>il</strong>e dai capelli lunghi e sciolti<br />

come un fascio di ginestre, rappresenta <strong>il</strong> fascino e la bellezza<br />

<strong>del</strong>la natura e <strong>del</strong>la vita liberata dal suo peso.” Nella ricerca<br />

<strong>del</strong>la dinamica leggerezza Lara è stata fatalmente calamitata<br />

dalla scultura giapponese <strong>del</strong>le ceramiche.<br />

E così che ha realizzato nel 2009, alcune sculture alte oltre<br />

un metro dai titoli come “Keiko - figlia <strong>del</strong>la primavera”, “Jakima”.<br />

“Il sorriso più dolce di Dani”, di una femmin<strong>il</strong>e, raffinata<br />

eleganza: opere che espone nella mostra itinerante in Italia.<br />

CATALOGO 2010.indd 32 04/01/2010 16.29.27


“Nell’aria libera”<br />

Legno di pino cembro<br />

cm 179 x 40<br />

Anno 2009<br />

opera vincitrice <strong>del</strong> primo premio<br />

al Simposio <strong>Luci</strong> <strong>ed</strong> <strong>ombre</strong> <strong>del</strong> <strong>legno</strong><br />

CATALOGO 2010.indd 33 04/01/2010 16.29.30


“Leggerezza nell’essere”<br />

Legno di pino cembro,<br />

colore acr<strong>il</strong>ico<br />

cm 180 x 40<br />

Anno 2008<br />

CATALOGO 2010.indd 34 04/01/2010 16.29.36


“Keiko”<br />

Legno di pino cembro,<br />

colore acr<strong>il</strong>ico<br />

e pastelli a matita<br />

cm 106 x 25<br />

Anno 2009<br />

CATALOGO 2010.indd 35 04/01/2010 16.29.39


“Jakima”<br />

Legno di pino cembro,<br />

colore acr<strong>il</strong>ico, pastelli a matita<br />

e foglia d’oro<br />

cm 135 x 30<br />

Anno 2009<br />

CATALOGO 2010.indd 36 04/01/2010 16.29.42


“Il sorriso più dolce<br />

di Dani”<br />

Legno di pino cembro<br />

cm 130 x 35<br />

Anno 2009<br />

CATALOGO 2010.indd 37 04/01/2010 16.29.46


Mario Iral<br />

38<br />

Dal Bellunese sono arrivati per essere premiati al Simposio<br />

di scultura in <strong>legno</strong> <strong>del</strong> Tesino molti artisti. Tra di essi Mario<br />

Iral, nato a Belluno nel 1952, diplomato all’Istituito d’Arte di Padova,<br />

laureato in architettura all’Università di Venezia, docente<br />

di scultura e discipline plastiche all’Istituto d’Arte “P. Selvatico”<br />

di Padova. A partire dagli anni’80 ha esposto sia in Italia (tra<br />

l’altro,a Venezia, Padova, Ravenna, Como) e all’estero (Belgio,<br />

Olanda, Germania, Svizzera). Dal 1991 al 200 ha fatto parte <strong>del</strong><br />

gruppo di ricerca artistica “Visiva Anni 90” e dal 1998 ha partecipato<br />

a numerosi simposi di scultura e concorsi, vincendo anche<br />

primi premi. Nel 2007 è membro <strong>del</strong>la Giuria <strong>del</strong> Simposio<br />

Internazionale di scultura “Nantopietra”. Iral scolpisce in vari<br />

materiali come <strong>il</strong> bronzo e la pietra: ma è <strong>il</strong> <strong>legno</strong> - per una sua<br />

scelta precisa che attiene al ritorno all’essenziale, al naturale - <strong>il</strong><br />

suo materiale preferito.<br />

Questo artista bellunese, diplomato in arte e laureato in architettura,<br />

e <strong>qui</strong>ndi con un duplice “mestiere”, può avvalersi<br />

<strong>del</strong>le tecniche più esperte, più smaliziate all’insegna sia <strong>del</strong>la<br />

libertà <strong>del</strong>l’immaginazione che <strong>del</strong> rigore geometrico, costrut-<br />

tivo. E nelle sue sculture lignee tutte e due queste dimensioni<br />

<strong>del</strong>la realtà, quella immaginosa e quella costruttiva si rappresentano,<br />

si intrecciano, si giustappongono, si contrappongono.<br />

È un artista complesso Iral: fitto di figurazioni e astrazioni,<br />

di suggestioni diacroniche ( ovvero che abitano periodi diversi<br />

<strong>del</strong>la storia <strong>del</strong>l’arte),di citazioni colte, di simboli e allegorie che<br />

possono anche risultare oscure. Le sue sculture devono essere<br />

colte con <strong>il</strong> sentimento ma soprattutto col cervello. C’è<br />

bisogno più che mai di chiavi di lettura, alcune <strong>del</strong>le quali ci<br />

sono offerte da titoli di sue opere come “Realtà e finzione devono<br />

convivere, “Correlazioni di antipodi”, “Soppesando una<br />

metamorfosi”.<br />

Riflettendo su questi titoli, m<strong>ed</strong>itando sulle opere <strong>il</strong> nostro<br />

artista, le sue sculture come la realtà, ci sembreranno più comprensib<strong>il</strong>i.<br />

CATALOGO 2010.indd 38 04/01/2010 16.29.47


“Lo scultore e la sua opera”<br />

Legno di pino cembro<br />

cm 185 x 53<br />

Anno 2009<br />

opera vincitrice <strong>del</strong> secondo premio<br />

al Simposio <strong>Luci</strong> <strong>ed</strong> <strong>ombre</strong> <strong>del</strong> <strong>legno</strong><br />

CATALOGO 2010.indd 39 04/01/2010 16.29.54


“Foglio”<br />

Legno di pino cembro<br />

cm 165 x 42<br />

Anno 2007<br />

CATALOGO 2010.indd 40 04/01/2010 16.29.58


“Pettine”<br />

Legno di pino cembro<br />

cm 167 x 50<br />

Anno 2005<br />

CATALOGO 2010.indd 41 04/01/2010 16.30.01


“Freni”<br />

Legno di tiglio<br />

cm 47 x 70<br />

Anno 2006<br />

CATALOGO 2010.indd 42 04/01/2010 16.30.05


“Criniere”<br />

Legno di pino strobo<br />

cm 51 x 60<br />

Anno 2008<br />

CATALOGO 2010.indd 43 04/01/2010 16.30.10


Vinzenz Senoner<br />

44<br />

Toh…un altro artista gardenese, Vinzenz Senoner nato a<br />

Santa Cristina di Val Gardena nel 1962. Abita nel suo paese<br />

natale dolomitico, in un antico rustico di famiglia ristrutturato (<br />

dal fien<strong>il</strong>e ha ricavato <strong>il</strong> suo atelier), alle pendici <strong>del</strong> Plesdinaz,<br />

di fronte al Sassolungo. Il contesto <strong>del</strong>la valle, quello famigliare<br />

dei Senoner scultori lignei, lo hanno spinto a studiare le<br />

tecniche <strong>del</strong>la scultura, in <strong>legno</strong> e in pietra, così come l’arte<br />

<strong>del</strong> disegno dal vero. Ma è singolare che Vinzenz non si sia<br />

diplomato in arte ma in musica, al Conservatorio di Bolzano (e<br />

la musicalità permea di risonanze le sue sculture).<br />

Dagli anni Novanta partecipa a collettive, personali, manifestazioni<br />

artistiche, simposi, ottenendo premi e riconoscimenti.<br />

Senoner vive in una paese da cartolina: pericoloso…Le cartoline<br />

sono troppo spesso una falsificazione <strong>del</strong>la realtà. Alla sua<br />

prima partecipazione al Simposio “<strong>Luci</strong> <strong>ed</strong> <strong>ombre</strong> <strong>del</strong> <strong>legno</strong><br />

questo scultore ha portato a casa due premi: <strong>il</strong> terzo premio<br />

<strong>del</strong>la Giuria e quello <strong>del</strong> pubblico (già abbiamo scritto che è<br />

accaduto per la prima volta). Nel giudizio <strong>del</strong>la Giuria è scritto<br />

che “Senoner ha presentato un’opera di notevole freschezza<br />

e penetrazione. La figura timida <strong>del</strong>l’adolescente - in mano un<br />

cartiglio con pensieri d’amore, ai pi<strong>ed</strong>i una rosa rossa - è di un<br />

moderno iperrealismo. Ut<strong>il</strong>izzando anche velature di colore,<br />

scolpita con simpatia <strong>ed</strong> un accenno di ironia.”<br />

C’è in questo giovane (ma non giovanissimo) artista una<br />

nostalgia per l’infanzia alla Alain Fournier: Vinzenz è in cerca<br />

<strong>del</strong>la fragranza <strong>del</strong>l’ infanzia come un cucciolo che abbia fiutato<br />

un odore indimenticab<strong>il</strong>e e annusa continuamente le peste<br />

nei tentativi di recuperarlo. Non è <strong>qui</strong>ndi un caso che le cinque<br />

opere da lui scelte per rappresentarlo nella mostra itinerante<br />

che fa conoscere gli artisti premiati, abbiano tutte per tema la<br />

fanciullezza e l’adolescenza, raffigurando bambini e ragazzini,<br />

maschi o femmine: sono le sculture intitolate “Il Primo amore”<br />

(l’opera premiata), “Sogno e libertà”, “Adolescenza”, “Autoritratto”<br />

e “Ambivalenza”.<br />

CATALOGO 2010.indd 44 04/01/2010 16.30.11


“Primo amore”<br />

Legno di pino cembro<br />

cm 174 x 54<br />

Anno 2009<br />

opera vincitrice<br />

<strong>del</strong> terzo premio<br />

al Simposio<br />

<strong>Luci</strong> <strong>ed</strong> <strong>ombre</strong> <strong>del</strong> <strong>legno</strong><br />

CATALOGO 2010.indd 45 04/01/2010 16.30.14


“Sogno di libertà”<br />

Legno di pino cembro<br />

cm 141 x 106<br />

Anno 2008<br />

CATALOGO 2010.indd 46 04/01/2010 16.30.17


“Adolescenza”<br />

Legno di pino cembro<br />

cm 156 x 40<br />

Anno 2009<br />

CATALOGO 2010.indd 47 04/01/2010 16.30.20


“Autoritratto”<br />

Legno di pino cembro<br />

cm 110 x 37<br />

Anno 2009<br />

CATALOGO 2010.indd 48 04/01/2010 16.30.25


“Ambivalenza”<br />

Legno di pino cembro<br />

cm 165 x 17<br />

Anno 2008<br />

CATALOGO 2010.indd 49 04/01/2010 16.30.29


CATALOGO 2010.indd 50 04/01/2010 16.30.35


Hermann Josef Runggaldier<br />

Stufan 99<br />

39046 St.Ulrich - Ortisei (BZ)<br />

Telefono 0471 796933<br />

rungg.hj@dnet.it<br />

Lara Steffe<br />

Strada de Sort<br />

38035 Moena (TN)<br />

Telefono 338 1446720<br />

lara.steffe@virg<strong>il</strong>io.it<br />

Mario Iral<br />

Via <strong>del</strong>le Palme, 33<br />

35137 Padova<br />

Telefono 049 8755207<br />

mario.iral@fastwebnet.it<br />

Vinzenz Senoner<br />

Via Plesdinaz, 34<br />

39047 Santa Cristina (BZ)<br />

Telefono 348 3380455<br />

senvin@dnet.it<br />

CATALOGO 2010.indd 51 04/01/2010 16.30.35


Presidente Remo Tomasetti<br />

Vicepresidente Paolo Sordo<br />

Consiglieri Gabriele Bertacchini<br />

Ivan Boso<br />

Roberto Boso<br />

Livio Gecele<br />

Luca Guerri<br />

Nadia Groff<br />

Giovanni Pezzato<br />

Walter Zotta<br />

Percorso espositivo 2010<br />

CENTRO DI DOCUMENTAZIONE<br />

DEL LAVORI NEI BOSCHI<br />

Via Muncipio vecchio, 2 - 38053 Castello Tesino (TN)<br />

www.luci<strong>ed</strong>ombr<strong>ed</strong>el<strong>legno</strong>.it<br />

30 gennaio / 14 febbraio - Dozza (BO)- Galleria d’arte atrebates<br />

17 febbraio / 1 marzo - Ponte San Giovanni di Perugia - Sala <strong>del</strong>la Pro Ponte Etrusca<br />

3 marzo / 5 apr<strong>il</strong>e - Carpi (Mo) - Museo di Palazzo dei Pio<br />

7 apr<strong>il</strong>e / 26 apr<strong>il</strong>e - Repubblica di San Marino Castello di Borgo Maggiore s<strong>ed</strong>e municipale<br />

28 apr<strong>il</strong>e / 17 maggio - Ferrara - Centro di documentazione <strong>del</strong> mondo agricolo ferrarese<br />

19 maggio / 13 giugno - Borgo Valsugana (Tn) - Spazio Erika Klien<br />

15 giugno / 15 luglio - Trento - Palazzo Thun<br />

Stampato su carta certificata PEFC<br />

CATALOGO 2010.indd 52 04/01/2010 16.30.35

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