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COLLEGIO DI ANCONA
EDITORIALE
Confronto Professionale n.3/2007
di elaborazione, con cambiamenti tali
che non è possibile fare alcun riferimento
alla norme antecedenti.
Gli stessi principi normativi, cardini delle
riforme sopra citate (es. la dipartimentalizzazione),
vengono ancora oggi applicati
con grande difficoltà (o rimangono
“applicazioni teoriche”). Quella che si
riscontra oggi nella componente medica
è una resilienza pura a qualsiasi cambiamento,
e qualsiasi cosa che va a toccare
i benefici acquisiti viene bloccata o ostacolata.
La storia ci dice anche che sono intervenuti
altri importanti cambiamenti che
hanno interessato la professione infermieristica
(ed i professionisti):
1. La formazione – con la trasformazione
delle Scuole Regionali prima in Diplomi
Universitari e successivamente in Corsi di
Laurea (I e II livello).
Sono stati attivati Master di I e II livello
e Dottorati di Ricerca.
Oggi il personale del Sistema Sanitario
Nazionale, ad esclusione degli operatori
di supporto (es. OSS) e del personale
ausiliario, è costituito solamente da personale
laureato (dottori in medicina e
chirurgia, dottori in infermieristica, dottori
in ostetricia, dottori in fisioterapia,
dottori in logopedia, etc.).
Per garantire pari dignità, pari responsabilità
e pari inquadramento giuridico,
tutti i professionisti che avevano acquisito
i titoli abilitanti antecedentemente
alla attivazione dei Corsi di Laurea negli
specifici corsi hanno ottenuto il riconoscimento
“ope legis” e l’equiparazione e
l’equipollenza ai nuovi titoli (e alle nuove
competenze).
Di fatto non è stato regalato nulla. Non
è stato un problema per nessuno quando
questa operazione ha riguardato, in un
preciso momento storico, le Specialità
dell’Area Medica (anni di esperienza =
parificazione allo Specialista), non si capisce
il perché di tale accanimento - oggi
- nei confronti degli Infermieri.
2. L’assetto legislativo - le normative
che regolamentano, disciplinano ed
indirizzano la professione dell’infermie-
re sono molte e vanno lette per intero,
evitando la lettura parziale “per quanto
di interesse personale” (il D.M. 739/94
– Profilo Professionale dell’infermiere, il
Codice Deontologico, la Legge 42/99 -
Disposizioni in materia di Professioni Sanitarie,
la Legge 10 agosto 2000 n. 251
- Disciplina delle professioni sanitarie
infermieristiche, tecniche, della riabilitazione,
della prevenzione, nonché della
professione ostetrica, la Determinazione
delle Classi dei CCLL – Decreto MIUR 2
aprile 2001, l’accordo Stato - Regioni del
2001 relativo alla istituzione della figura
dell’Operatore Socio Sanitario e alla determinazione
delle specifiche competenze,
i PSN e PSR, le declaratorie di cui
al vigente CCNL, la L.43/2006 - Disposizioni
in materia di professioni sanitarie
infermieristiche, ostetriche, riabilitative,
tecnico-sanitarie e della prevenzione e
delega al Governo per l’istituzione dei relativi
Ordini Professionali, oltre ad altre
specifiche Leggi Regionali applicative di
quelle dello Stato
Non è possibile entrare nel dettaglio per
ogni singola norma, ma è possibile evidenziare
i punti maggiormente significativi:
- il riconoscimento come “Professione
Sanitaria” e l’eliminazione della “ausiliarità”
(L.42/99);
- l’eliminazione dei mansionari precedentemente
esistenti (L.42/99);
- l’autonomia e la responsabilità propria
(DM 739/94 e L.42 99);
- la progettualità (la capacità e la possibilità
di inserirsi, a pieno titolo, ovviamente
per quanto di competenza, nel
programma di cura e nel governo clinico
– DM 739/94);
- la volontà del legislatore di investire
sulle professioni afferenti alle 4 Aree per
valorizzare le professioni sanitarie, responsabilizzare
i professionisti, migliorare
la qualità della risposta assistenziale e
favorire il processo di aziendalizzazione
(L. 251/2000);
- lo sviluppo della professione infermieristica
su diversi livelli (infermiere generalista,
infermiere specialista, infermiere
coordinatore, infermiere dirigente).