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ALLEVAMENTO BIOLOGICO DEI BOVINI DA CARNE - IFES

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ES/07/LLP-LdV/TOI/149026<br />

<strong>ALLEVAMENTO</strong> <strong>BIOLOGICO</strong><br />

<strong>DEI</strong> <strong>BOVINI</strong> <strong>DA</strong> <strong>CARNE</strong><br />

Edizione italiana<br />

a cura di Biocert


<strong>ALLEVAMENTO</strong> <strong>BIOLOGICO</strong><br />

<strong>DEI</strong> <strong>BOVINI</strong> <strong>DA</strong> <strong>CARNE</strong><br />

Edizione italiana<br />

a cura di Biocert


Il presente manuale è stato elaborato nell’ambito del<br />

Programma comunitario per l’apprendimento permanente<br />

Progetto multilaterale di trasferimento dell’innovazione Leonardo da Vinci<br />

ECOLEARNING - ES/07/LLP-LdV/TOI/149026<br />

La versione italiana è stata curata da:<br />

© BIOCERT Associazione<br />

Via Tasso 169 i – 80127 Napoli – Italia<br />

Tel. +39 081 7613830 Fax 081 7612734<br />

biocert@biocert.it<br />

www.biocert.it<br />

Edizioni Biocert – Napoli, 2008<br />

Il presente progetto è finanziato con il<br />

sostegno della Commissione europea.<br />

L'autore è il solo responsabile di questa<br />

pubblicazione e la Commissione declina ogni<br />

responsabilità sull'uso che potrà essere fatto<br />

delle informazioni in essa contenute.


INDICE<br />

INTRODUZIONE ………………..……………………………………… 5<br />

CAPITOLO 1. GESTIONE DI UN’AZIEN<strong>DA</strong> AGRICOLA BIOLOGICA .. 9<br />

1.1. Supervisione e controllo dell’applicazione della<br />

normativa vigente …………………………………….…… 9<br />

1.1.a Conversione al biologico di un’azienda agricola<br />

1.1.b Certificazione biologica (nel rispetto della<br />

normativa comunitaria e degli standard IFOAM)<br />

1.1.c Rapporti formali con l’Ente di certificazione<br />

1.1.d Misure di sostegno al biologico<br />

1.2. Pianificazione della produzione, monitoraggio e<br />

Controllo ……………………………………………………. 27<br />

1.2.a Scelta delle razze e dei tipi genetici<br />

1.2.b Formulazione della dieta alimentare<br />

1.2.c Pianificazione dei controlli igienico-sanitari<br />

CAPITOLO 2. COMMERCIALIZZAZIONE DELLE PRODUZIONI<br />

<strong>DA</strong> AGRICOLTURA BIOLOGICA …………………. 35<br />

2.1. Pianificazione e gestione degli acquisti ……………… 39<br />

2.1.a Scelta dei fornitori<br />

2.1.b Scelta dei canali di approvviggionamento<br />

2.2. Commercializzazione delle produzioni aziendali …… 42<br />

2.2.a Scelta dei clienti<br />

2.2.b Come vendere il prodotto da agricoltura biologica<br />

CAPITOLO 3. <strong>ALLEVAMENTO</strong> <strong>BIOLOGICO</strong> <strong>DEI</strong> <strong>BOVINI</strong> <strong>DA</strong> <strong>CARNE</strong> .. 51<br />

3.1 Introduzione .................................................................... 51<br />

3.2 L’alimentazione biologica dei bovini da carne ............ 53<br />

3.2.a Gestione del programma alimentare<br />

3.2.a.i Bisogni nutrizionali degli animali<br />

3.2.a.ii Divisione del bestiame in lotti<br />

3.2.a.iii Elaborazione della razione alimentare<br />

3.2.b produzione del foraggio<br />

3.2.b.i Basi per il biologico<br />

3.2.b.ii Colture foraggere<br />

3.3 Riproduzione dei bovini da carne in biologico ............ 72<br />

3.3.a Riproduzione naturale<br />

3.3.b Programmi di allevamento


3.3.c Cure durante la riproduzione<br />

3.4 Cura e gestione dell’allevamento biologico di<br />

bovini da carne ............................................................... 82<br />

3.4.a Controllo del pascolo<br />

3.4.b Stabulazione<br />

3.4.c Benessere animale<br />

3.4.c.i Quali sono le cause della mancanza<br />

di benessere animale<br />

3.4.c.ii Fattori di stress<br />

3.4.d Condizioni per il trasporto del bovino da carne<br />

3.4.e Macellazione del bovino da carne<br />

3.5 Applicazione delle misure sanitarie ……………............ 95<br />

3.5.a Misure preventive<br />

3.5.b Trattamenti sanitari alternativi nel biologico<br />

3.5.b.i Omeopatia<br />

3.5.b.ii Fitoterapia<br />

3.5.b.iii Aromoterapia<br />

3.5.b.iiii Oligoelementi e sostanze autorizzate<br />

3.5.c Operazioni di sverminazione, controllo<br />

dei parassiti e vaccinazione degli animali<br />

3.6 Manutenzione delle strutture d’allevamento …...........107<br />

3.6.a Norme sulle dimensioni e la densità delle strutture<br />

3.6.a.i Aziende con allevamenti all’aperto<br />

3.6.a.ii Aziende con allevamenti al chiuso<br />

3.6.b Sicurezza e condizioni abitative delle strutture<br />

3.6.c Condizioni igienico-sanitarie delle strutture<br />

3.6.c.i Fattori che incidono sullo stato sanitario<br />

degli animali<br />

3.6.c.ii Pulizia delle strutture<br />

3.7 Gestione dei reflui zootecnici ………..…………............115<br />

3.7.a Raccolta ed eliminazione dei reflui zootecnici<br />

3.7.a.i Letame bovino<br />

3.7.a.ii Gestione del letame bovino<br />

3.7.b Trattamento dei reflui zootecnici<br />

3.7.a.i Residui inorganici<br />

3.7.a.ii Compostaggio<br />

CONCLUSIONI ………………………………………………………... 123<br />

GLOSSARIO …………………………………………………………… 125<br />

BIBLIOGRAFIA / SITI INTERNET .................................................. 145


INTRODUZIONE<br />

Questo manuale rappresenta l’adattamento e l’evoluzione del lavoro<br />

realizzato nel 2006 con il progetto comunitario Leonardo da Vinci<br />

“Forecologia” (numero di riferimento ES/03/B/F/PP-149080). La<br />

presente versione è il frutto del lavoro di un team di esperti<br />

appartenenti ad organizzazioni di diversi Paesi europei: Spagna<br />

(<strong>IFES</strong>-Instituto de Formación y Estudios Sociales, UPA-Unión de<br />

Pequeños Agricultores y Ganaderos, Formación 2020 S.A.), Bulgaria<br />

(AGROLINK), Italia (Associazione Biocert), Svezia (STPKC-Swedish<br />

TelePedagogic Knowledge Center), Germania (BFW - Centro di<br />

Competenza Europa), Portogallo (Escola Superior Agrária de Ponte<br />

de Lima), Romania (ARAD-Associazione rumena per l’agricoltura<br />

sostenibile), Ungheria (MÖGÉRT-Associazione Ungherese per<br />

l’Agricoltura biologica).<br />

Il manuale è stato messo a punto nell’ambito del progetto comunitario<br />

per l’apprendimento permanente Leonardo da Vinci “Ecolearning”<br />

(numero di riferimento ES/07/LLP-LdV/TOI/149026).<br />

I principali destinatari di questo manuale sono quindi i lavoratori<br />

professionisti del settore agricolo, con particolare riguardo ai titolari<br />

delle piccole imprese. Si tratta pertanto di materiale formativo<br />

destinato alla riqualificazione professionale ed alla formazione<br />

continua degli addetti del settore primario.<br />

I contenuti del presente manuale sono i seguenti:<br />

1. il primo capitolo è dedicato alle problematiche gestionali e<br />

tratta gli aspetti della conversione aziendale al biologico, della<br />

certificazione delle produzioni sulla base della normativa europea<br />

e degli standards IFOAM, l’attività degli Enti di certificazione, la<br />

tracciabilità e la certificazione di filiera, gli strumenti di supporto<br />

alle attività delle aziende agricole biologiche.<br />

Poichè l’agricoltura biologica richiede una particolare cura nella<br />

programmazione della produzione, questo capitolo si sofferma<br />

anche sullo studio del contesto territoriale in cui si svolge l’attività,<br />

e sull’analisi della storia del sito e delle sue peculiarità e<br />

problematicità.<br />

2. Un secondo capitolo tratta la pianificazione e la gestione<br />

degli acquisti (in considerazione del fatto che tutti gli inputs<br />

devono a loro volta essere prodotti con il metodo biologico) e la<br />

scelta dei canali di approvvigionamento.<br />

Vengono inoltre fornite le nozioni fondamentali sulla<br />

commercializzazione delle produzioni biologiche,<br />

dall’individuazione della clientela alla scelta dei canali di<br />

distribuzione.<br />

5


3. Il terzo capitolo tratta gli aspetti specifici dell’allevamento<br />

biologico del bovino da carne, quali le strutture, comprese le<br />

aree dedicate all’esercizio ed al libero movimento, l’alimentazione<br />

generale e delle vacche durante la gestazione ed il parto, le<br />

misure igienico-sanitarie, la riproduzione e le condizioni di<br />

trasporto e macellazione. Viene inoltre esaminato il trattamento<br />

dei reflui zootecnici.<br />

4. Chiude il manuale un glossario con i principali termini utilizzati in<br />

agricoltura biologica.<br />

6


CAPITOLO 1. GESTIONE DI UN’AZIEN<strong>DA</strong> AGRICOLA BIOLOGICA<br />

1.1 Supervisione e controllo dell’applicazione della normativa vigente.<br />

La normativa europea sull’agricoltura biologica apre nuove strade per<br />

i produttori agricoli, consentendo lo sviluppo di un’agricoltura<br />

rispettosa dell’ambiente, in grado di ottenere alimenti sicuri e di<br />

qualità. Il primo regolamento comunitario che ha disciplinato in modo<br />

completo ed univoco, per tutti i Paesi dell’Unione Europea, il metodo<br />

di produzione biologico degli alimenti è stato il Reg. CEE n° 2092/91.<br />

Dopo una lunga serie di aggiornamenti ed integrazioni, Il regolamento<br />

è stato sostituito dalla normativa entrata in vigore il 1° gennaio 2009,<br />

costituita dal Reg. CE 834/2007 1 e dalle norme attuative contenute nel<br />

Reg. CE n° 889/2008 2 .<br />

E’ inoltre da evidenziare che stiamo parlando di un sistema fondato su<br />

base volontaria, il cui logo può essere usato in aggiunta ad altri<br />

marchi, pubblici o privati, che servano ad identificare le produzioni da<br />

agricoltura biologica. In tutta l’Unione Europea per etichettare come<br />

biologico un prodotto, esso deve innanzitutto essere conforme al<br />

dettato normativo, che ne stabilisce i requisiti minimi per la<br />

produzione, trasformazione ed importazione da Paesi terzi, comprese<br />

le procedure per il controllo e la certificazione, l’etichettatura e la<br />

commercializzazione. Questo tipo di etichettatura potrà essere<br />

utilizzata solo da quei produttori i cui sistemi produttivi e le cui<br />

produzioni siano state controllate e dichiarate conformi alla normativa<br />

comunitaria. Un primo logo che contraddistingue le produzioni da<br />

agricoltura biologica è stato definito a livello europeo sin dall’anno<br />

2000. La nuova normativa dispone però l’istituzione di un nuovo logo,<br />

che sarà in seguito definito e diverrà obbligatorio a partire dal 1° luglio<br />

2010 (Reg. CE N° 967/2008 3 ). Il logo può essere applicato<br />

1<br />

Regolamento (CE) N. 834/2007 del Consiglio del 28 giugno 2007, pubblicato<br />

sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione Europea n. L 189/1 del 20.07.2007,<br />

relativo alla produzione biologica e all’etichettatura dei prodotti biologici e che<br />

abroga il Regolamento (CEE) n° 2092/91.<br />

2<br />

Regolamento (CE) N. 889/2008 della Commissione del 5 settembre 2008,<br />

pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione Europea n. L 250/1 del<br />

18.09.2008, recante modalità di applicazione del regolamento (CE) n.<br />

834/2007 del Consiglio relativo alla produzione biologica e all'etichettatura dei<br />

prodotti biologici, per quanto riguarda la produzione biologica, l'etichettatura e<br />

i controlli.<br />

3 Regolamento (CE) N. 967/2008 del Consiglio del 29 settembre 2008,<br />

pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione Europea n. L 264/1 del<br />

7


esclusivamente sui prodotti trasformati in cui almeno il 95% degli<br />

ingredienti provenga a sua volta da agricoltura biologica, e la cui<br />

lavorazione, confezionamento ed etichettatura siano avvenute<br />

nell’Unione Europea o in un Paese con un sistema di certificazione<br />

equivalente a quello europeo.<br />

Immagine 1: vecchio logo europeo per le produzioni da agricoltura biologica<br />

Il successo del biologico è legato proprio al sistema europeo di<br />

certificazione, che garantisce una tracciabilità totale del prodotto. La<br />

Commissione Europea considera una priorità assoluta della<br />

tracciabilità (la possibilità di seguire il percorso di un prodotto dalla<br />

fase iniziale di produzione alla vendita e viceversa). Sin dal gennaio<br />

2005, con il Regolamento comunitario n° 178/2002, è divenuta<br />

obbligatoria per le aziende alimentari l’adozione di un sistema di<br />

tracciabilità. La normative stabilisce anche i principi ed i requisiti<br />

generali della legislazione alimentare, istituisce l'Autorità europea per<br />

la sicurezza alimentare e fissa le procedure nel campo della sicurezza<br />

alimentare.<br />

La tracciabilità assume un’importanza sempre maggiore per gli<br />

operatori della filiera agroalimentare, le istituzioni ed i consumatori, in<br />

relazione alla sicurezza alimentare (basti pensare alla crisi della BSE)<br />

ed alla “garanzia della provenienza” (ad es. garanzia della non<br />

contaminazione con OGM). Un sistema efficace di tracciabilità<br />

consente inoltre di prendere rapidamente decisioni e contromisure nel<br />

3.10.2008, recante modifica del regolamento (CE) n. 834/2007 relativo alla<br />

produzione biologica e all’etichettatura dei prodotti biologici.<br />

8


caso di emergenze sanitarie lungo la filiera agroalimentare,<br />

consentendo l’individuazione delle cause (si parla infatti di<br />

“tracciabilità delle responsabilità”).<br />

La tracciabilità di filiera comporta la raccolta dei dati “dal campo alla<br />

tavola”, al fine di comprendere le variabili produttive e qualitative, il<br />

comportamento del prodotto durante la sua conservazione, il controllo<br />

dei costi di produzione, le responsabilità interne (operatori) ed esterne<br />

(clienti e fornitori). Tale massa di informazioni deve essere gestita<br />

mediante veri e propri “sistemi informativi di filiera” con vari punti di<br />

accesso (al pubblico, all’autorità sanitaria e agli organismi di<br />

certificazione, ai responsabili tecnici e al management aziendale)<br />

nell’ottica di una precisa volontà di trasparenza, per consolidare il<br />

rapporto di fiducia con tutti gli operatori della filiera produttiva e<br />

distributiva e con il consumatore finale. Per raggiungere questi<br />

obiettivi i documenti principali da predisporre sono:<br />

a) il Disciplinare Tecnico (o Manuale) di tracciabilità della filiera, il<br />

cui principio è quello di scrivere tutto ciò che si fa (… e poi fare<br />

quello che si è scritto!) per garantire la tracciabilità della filiera.<br />

b) il Sistema Documentale che è composto da procedure operative,<br />

procedure tecniche, istruzioni di lavoro e modulistica che le singole<br />

aziende della filiera devono adottare per garantire il corretto<br />

funzionamento del sistema di tracciabilità.<br />

c) lo Schema di Certificazione che indica le regole tramite le quali<br />

l’organismo di controllo e gli operatori di filiera si interfacciano per<br />

garantire la conformità del prodotto alla norma di riferimento.<br />

d) il Diagramma di Flusso che rappresenta lo schema in cui si<br />

individuano le varie fasi da cui è composto il processo produttivo e<br />

si evidenziano i punti critici per la perdita di tracciabilità; è quindi il<br />

documento che descrive la storia di una unità di prodotto (intesa<br />

come il lotto minimo che si avvicini il più possibile alla singola<br />

confezione di prodotto).<br />

e) il Piano dei Controlli, documento che ordina tipo e modalità delle<br />

operazioni da effettuare per la verifica delle specifiche del prodotto<br />

durante il ciclo produttivo (prelievo campioni, analisi chimiche,<br />

laboratori, ecc..). Tali verifiche vengono condotte normalmente sia<br />

dall’azienda capo-filiera che da un ente terzo, nel caso di<br />

certificazione. Naturalmente per le filiere agrobiologiche<br />

fondamentale risulta l’attività svolta degli Organismi di controllo e<br />

certificazione, autorizzati dalle singole Autorità nazionali in<br />

conformità al regolamento comunitario. Questi Organismi operano<br />

infatti sulla base di manuali operativi altamente specializzati,<br />

9


impostati in modo tale da garantire un controllo di filiera completo<br />

in tutte le sue fasi.<br />

1.1.a Conversione al biologico di un’azienda agricola<br />

Gli operatori agricoli che intendono produrre con il metodo biologico<br />

devono riporre molta attenzione nella fase di riconversione produttiva,<br />

sia dal punto di vista tecnico che da quello burocratico, rispettando gli<br />

standards normativi e sottoponendo l’azienda al controllo di un ente di<br />

certificazione (accreditato dalla competente Autorità nazionale). In<br />

questa fase è consigliabile farsi supportare da un’associazione del<br />

settore o dai centri di assistenza pubblica.<br />

Dal punto di vista tecnico la conversione rappresenta quel periodo in<br />

cui l’azienda, in precedenza gestita con tecniche convenzionali, pone<br />

le basi per una corretta e proficua adozione del metodo di produzione<br />

biologico. Possiamo definire come “conversione burocratica” quella<br />

durante la quale i prodotti non possono essere etichettati come<br />

provenienti da agricoltura biologica e come “conversione agronomica”<br />

quella che si pone l’obiettivo di mettere a punto in azienda il metodo di<br />

produzione biologico dal punto di vista tecnico.<br />

La normativa comunitaria definisce tutti i requisiti che deve possedere<br />

un’azienda agricola per passare al biologico, compreso il rispetto del<br />

periodo di conversione, che normalmente è di due anni per le colture<br />

erbacee e di tre anni per quelle arboree. L’Ente di certificazione può<br />

anche decidere di allungare od abbreviare questo periodo, che<br />

comunque non potrà mai scendere al di sotto di un anno.<br />

Gli operatori devono elaborare un piano di riconversione, che deve<br />

essere preventivamente approvato dall’ente di certificazione.<br />

1.1.b Certificazione biologica (nel rispetto della normativa<br />

comunitaria e degli standards IFOAM)<br />

La normativa comunitaria prevede che ciascuno stato membro debba<br />

adottare un proprio sistema di controllo e certificazione ed individuare<br />

l’Autorità competente della supervisione del sistema e<br />

dell’accreditamento degli enti di certificazione (vedere Tabella 1), che<br />

devono operare in conformità agli standards internazionali delle<br />

norme EN 45011 / ISO 65.<br />

10


Tabella 1: Elenco degli Enti di certificazione accreditati in Italia<br />

Nome<br />

Associazione Suolo e Salute<br />

Istituto per la Certificazione Etica<br />

e Ambientale - ICEA<br />

Istituto Mediterraneo di<br />

Certificazione - IMC<br />

Bioagricert<br />

Consorzio Controllo Prodotti<br />

Biologici - CCPB<br />

cod.<br />

UE<br />

IT-<br />

ASS<br />

IT-<br />

ICA<br />

IT-<br />

IMC<br />

IT-<br />

BAC<br />

IT-<br />

CPB<br />

11<br />

Recapito<br />

via Paolo Borsellino, 12/B<br />

61032 Fano (Pu)<br />

Tel. e fax 0721 860543<br />

E-mail info@suoloesalute.it<br />

sito Internet<br />

www.suoloesalute.it<br />

Via Nazario Sauro, 2<br />

40121 – Bologna<br />

Tel. 051/272986<br />

Fax 051/232011<br />

E-mail icea@icea.info<br />

Via C. Pisacane 53<br />

60019 – Senigallia (An)<br />

Tel. 071-7928725/7930179<br />

Fax 071-7910043<br />

E-mail imcert@imcert.it<br />

sito Internet www.imcert.it<br />

Via dei Macabraccia, 8<br />

40133 Casalecchio Di Reno (Bo)<br />

Tel. 051-562158<br />

Fax. 051-564294<br />

E-mail info@bioagricert.org<br />

sito Internet<br />

www.bioagricert.org<br />

Via Jacopo Barozzi 8<br />

40126 – Bologna<br />

Tel. 051-254688-6089811<br />

Fax 051-254842<br />

E-mail ccpb@ccpb.it<br />

sito internet www.ccpb.it


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BIOS<br />

Eco System International<br />

Certificazioni S.r.l.<br />

BIOZOO - S.r.l.<br />

IT-<br />

CDX<br />

IT-<br />

QCI<br />

IT-<br />

ECO<br />

IT-<br />

BSI<br />

IT-<br />

ECS<br />

IT-<br />

BZO<br />

12<br />

Via Duca degli Abruzzi, 41<br />

95048 Scordia (Ct)<br />

Tel. 095-650634/716<br />

Fax. 095-650356<br />

E-mail codex@codexsrl.it<br />

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55035 Monteriggioni (Si)<br />

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Corso Delle Province 60<br />

95127 - Catania<br />

Tel. 095/442746 - 433071<br />

Fax 095/-505094<br />

E-mail<br />

info.ecocert@ecocertitalia.it<br />

sito Internet<br />

www.ecocertitalia.it<br />

Via M. Grappa 37<br />

36063 Marostica (Vi)<br />

Tel. 0424/471125<br />

Fax: 0424/476947<br />

E-mail info@certbios.it<br />

sito Internet www.certbios.it<br />

Via Monte San Michele 49<br />

73100 Lecce<br />

Tel. e Fax 0832-311589<br />

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Gli operatori che producono, trasformano od importano prodotti da<br />

agricoltura biologica devono “notificare” l’inizio della loro attività alla<br />

competente Autorità di controllo nazionale. Lo schema di<br />

certificazione prevede che l’operatore debba fornire una precisa<br />

descrizione dell’unità di produzione, identificare in modo chiaro i<br />

magazzini, le aree di raccolta ed i luoghi di confezionamento. In<br />

seguito alla prima notifica di inizio attività di produzione con il metodo<br />

biologico, l’operatore deve comunicare annualmente all’Ente di<br />

certificazione il programma di produzione. Il Sistema di certificazione<br />

prevede che l’operatore descriva nel dettaglio il processo produttivo, il<br />

quale dovrà poi essere verificato, approvato e continuamente<br />

controllato dall’Ente di certificazione, anche attraverso il prelievo e<br />

l’analisi di campioni di prodotto, sia in azienda che nei luoghi di<br />

trasformazione e commercializzazione.<br />

L’obiettivo del sistema di certificazione, attraverso le verifiche iniziali<br />

ed il monitoraggio successivo, è quello di dare al consumatore una<br />

certificazione “certa ed indipendente” delle produzioni ottenute nel<br />

rispetto della normativa vigente sull’agricoltura biologica.<br />

L’Attività degli Enti di certificazione è sostenuta grazie al pagamento<br />

da parte degli operatori controllati di una quota di controllo, stabilita<br />

sulla base delle dimensioni e della tipologia produttiva dell’azienda. In<br />

ogni caso la quota di controllo deve permettere di coprire tutte le<br />

spese sostenute dall’Ente di certificazione per lo svolgimento delle<br />

attività di controllo e certificazione.<br />

Dobbiano considerare che la parola “biologico” non ha lo stesso<br />

significato in tutto il Mondo, in quanto a livello internazionale non<br />

esistono standard comuni.<br />

La Federazione Internazionale dei Movimenti dell’Agricoltura Biologica<br />

(IFOAM) nelle norme identificate come “Basic Standards” descrive<br />

come un alimento da agricoltura biologica debba essere prodotto,<br />

trasformato, condizionato. Tali norme sono costituite da “Principi<br />

generali”, (Tabella n° 2), raccomandazioni, e riflettono lo stato dell’arte<br />

del metodo di produzione e trasformazione biologico, definendo inoltre<br />

le norme di accreditamento degli enti di certificazione e gli standards<br />

che devono essere rispettati da tutte le organizzazioni nel mondo. In<br />

particolare l’applicazione delle norme serve ad evitare che l’uso di<br />

standard nazionali si trasformi in un’insormontabile barriera<br />

commerciale ed ostacoli di fatto la libera circolazione delle produzioni<br />

da agricoltura biologica 4 .<br />

4 The IFOAM Norms are available on IFOAM website: www.ifoam.org .<br />

14


L’IFOAM supporta lo sviluppo di standard locali in linea con gli<br />

obiettivi delle norme di base IFOAM. Gli standard internazionali e<br />

quelli locali possono così essere armonizzati proprio grazie al<br />

processo di approvazione.<br />

(Immagine 2: logo IFOAM)<br />

Le linee guida per l’armonizzazione delle produzioni agricole sono<br />

state dettate anche dalla FAO (Food and Agriculture Organization) e<br />

dal W.H.O. (World Health Organization). Queste linee guida risultano<br />

preziose per l’elaborazione delle nuove normative e regolamentazioni<br />

del settore. In particolare la Commissione del Codice Alimentare,<br />

operante nell’ambito di un programma congiunto FAO/WHO partito<br />

nel 1991 (con la partecipazione anche dell’IFOAM e delle Istituzioni<br />

europee), ha elaborato le line guida per la produzione, la<br />

trasformazione, l’etichettatura e la commercializzazione delle<br />

produzioni ottenute con il metodo biologico. Le disposizioni del Codice<br />

Alimentare sono perfettamente in linea con gli standards dell’IFOAM e<br />

con la normativa europea del biologico. Le linee guida sulle produzioni<br />

da agricoltura biologica rappresentano il fondamento di una serie di<br />

norme e programmi operativi attivati in diversi Paesi (a cominciare<br />

dalla stessa regolamentazione comunitaria). Queste linee guida ci<br />

dicono come ottenere prodotti da agricoltura biologica, in grado di<br />

rassicurare anche i consumatori circa la loro qualità e la bontà del<br />

processo produttivo. Il Codice costituisce una base importate per<br />

l’armonizzazione della normativa internazionale e per incrementare la<br />

fiducia dei consumatori. Sarà anche importante per l’applicazione del<br />

principio di equivalenza nell’ambito del WTO. Le linee guida per il<br />

biologico contenute nel Codice Alimentare saranno regolarmente<br />

aggiornate almeno ogni quattro anni, così come stabilito all’interno<br />

dello stesso Codice 5 . E’ opportuno ricordare che esistono anche leggi<br />

5 Ulteriori informazioni sul Codice Alimentare sono disponibili sul sito internet<br />

www.codexalimentarius.net. Si consiglia anche di consultare il sito Internet<br />

della FAO dedicato all’agricoltura biologica: www.fao.org/organicag.<br />

15


e marchi nazionali predisposti da molte nazioni europee, in alcuni casi<br />

risalenti a periodi antecedenti all’entrata in vigore della<br />

regolamentazione comunitaria. In qualche Paese le associazioni degli<br />

operatori dell’agricoltura biologica hanno anche formulato standards<br />

privati e schemi di certificazione, ancor prima della pubblicazione delle<br />

norme nazionali e comunitarie. Spesso sono proprio questi marchi<br />

privati ad avere la maggior fiducia da parte dei consumatori (ne<br />

esistono ad es. alcuni molto conosciuti in Inghilterra, Italia,<br />

Danimarca, Austria, Ungheria, Svezia, Svizzera). In Europa tutti gli<br />

operatori (produttori, trasformatori, importatori) interessati ad utilizzare<br />

questi marchi privati aggiuntivi devono rispettare oltre alla disciplina<br />

comunitaria anche i rispettivi standards privati. Questi richiedono<br />

infatti un controllo ed una certificazione aggiuntiva.<br />

Alcuni Enti di certificazione europei sono anche accreditati presso i<br />

Ministeri dell’Agricoltura americani e giapponesi, al fine di offrire agli<br />

operatori biologici europei la possibilità di esportare in quei paesi le<br />

loro produzioni. Le certificazioni rilasciate sono le seguenti: NOP 6 -<br />

National Organic Programme (vedere tabella 3) per gli Stati Uniti e<br />

JAS 7 - Japanese Agricultural Standard (vedere tabella 4), per il<br />

Giappone.<br />

Il Servizio Internazionale di Accreditamento Biologico (IOAS) è<br />

un’Organizzazione no-profit indipendente con sede in Delaware, USA<br />

che sovrintende il sistema mondiale di certificazione del biologico,<br />

attraverso procedure volontarie di accreditamento degli Enti di<br />

certificazione operanti nel settore del biologico 8 .<br />

L’Organizzazione IOAS implementa il programma di accreditamento<br />

IFOAM che garantisce a livello mondiale il rispetto dei principi<br />

biologici, contribuendo all’eliminazione delle barriere nazionali, grazie<br />

alla sua completa imparzialità.<br />

6 http://www.ams.usda.gov/nop/indexIE.htm<br />

7 http://www.maff.go.jp/soshiki/syokuhin/hinshitu/e_label/index.htm<br />

8 http://www.ioas.org<br />

16


Tabella 2: Principi dell’agricoltura biologica, elaborati dall’IFOAM<br />

Dopo un intenso processo partecipativo, nel settembre 2005,<br />

l’Assemblea generale IFOAM svoltasi ad Adelaide in Australia ha<br />

approvato la revisione dei “Principi di agricoltura biologica” *.<br />

Questi principi sono le radici dalle quali cresce e si sviluppa<br />

l’agricoltura biologica.<br />

Principio della salute<br />

L’Agricoltura Biologica deve sostenere e rafforzare la salute del suolo, delle piante, degli animali,<br />

degli esseri umani e del pianeta come un insieme unico ed indivisibile.<br />

Questo principio sottolinea che la salute degli individui e delle comunità non può prescindere<br />

dalla salute degli ecosistemi – suoli sani producono raccolti sani che favoriscono la salute degli<br />

animali e della gente.<br />

La salute è la totalità e l’integrità dei sistemi viventi. Non è semplicemente l’assenza di malattia,<br />

ma il mantenimento del benessere fisico, mentale, sociale ed ecologico. L’immunità, la resistenza<br />

e la rigenerazione sono caratteristiche fondamentali della salute.<br />

Il ruolo dell’agricoltura biologica, sia nell’attività agricola, che nella lavorazione, la distribuzione o<br />

il consumo, è di sostenere e rafforzare la salute degli ecosistemi e degli organismi, dal più piccolo<br />

abitante del suolo fino agli esseri umani. Particolarmente, l’agricoltura biologica intende produrre<br />

cibi nutrienti, di alta qualità, che favoriscono il benessere e la prevenzione delle malattie. In<br />

quest’ottica andrebbe evitato l’uso di fertilizzanti, pesticidi, medicine veterinarie ed additivi<br />

alimentari per animali che possano avere effetti dannosi sulla salute.<br />

Principio dell’ecologia<br />

L’Agricoltura Biologica deve basarsi su sistemi e cicli ecologici viventi, lavorare con essi, emularli<br />

ed aiutarli a sostenersi.<br />

Questo principio radica l’agricoltura biologica all’interno dei sistemi ecologici viventi. Afferma che<br />

la produzione deve essere basata su processi ecologici e di riciclo. Il nutrimento ed il benessere<br />

sono ottenuti mediante l’ecologia dell’ambiente produttivo specifico. Per esempio, nel caso delle<br />

colture si tratta del suolo vivente; per gli animali dell’agro-ecosistema; per i pesci e gli organismi<br />

marini dell’ambiente acquatico.<br />

I sistemi colturali, pastorali e di raccolta spontanea devono adattarsi ai cicli ed agli equilibri<br />

ecologici esistenti in natura. Questi cicli sono universali anche se si manifestano in modo diverso<br />

a seconda degli eco-sistemi locali. La gestione biologica deve essere adattata alle condizioni,<br />

all’ecologia, alla cultura ed alle dimensioni locali. Gli inputs esterni vanno ridotti attraverso la<br />

riutilizzazione, il riciclo e la gestione efficiente di materiali ed energia, al fine di mantenere e di<br />

migliorare la qualità dell’ambiente e di preservare le risorse.<br />

L’agricoltura biologica deve raggiungere l’equilibrio ecologico tramite la progettazione di sistemi<br />

agricoli, la creazione di habitat ed il mantenimento della diversità genetica ed agraria. Coloro che<br />

producono, trasformano, commerciano o consumano prodotti biologici devono proteggere<br />

l’ambiente comune, tenendo conto del paesaggio, del clima, degli habitat, della biodiversità,<br />

dell’aria e dell’acqua.<br />

Principio dell’equità solidale<br />

L’Agricoltura Biologica deve svilupparsi su rapporti che assicurino equità e solidarietà nei<br />

confronti dell’ambiente comune e delle necessità della vita.<br />

L’equità solidale è caratterizzata dall’eguaglianza, dal mutuo rispetto, dalla giustizia e dalla tutela<br />

di un mondo condiviso, sia nelle relazioni tra le persone che in quelle delle persone con gli altri<br />

esseri viventi.<br />

Questo principio stabilisce che coloro che sono impegnati nell’agricoltura biologica devono<br />

gestire le relazioni umane in modo tale da assicurare equità solidale a tutti i livelli ed a tutte le<br />

parti interessate: agricoltori, lavoratori, trasformatori, distributori, commercianti e consumatori.<br />

L’agricoltura biologica deve assicurare una buona qualità di vita a tutti coloro che ne sono<br />

coinvolti e contribuire alla sovranità alimentare ed alla riduzione della povertà. Essa mira alla<br />

produzione di una fornitura sufficiente di alimenti ed altri prodotti di buona qualità.<br />

Questo principio stabilisce pure che gli animali possano avere condizioni e opportunità di vita che<br />

rispettino la loro fisiologia, il loro comportamento naturale ed il loro benessere.<br />

17


Le risorse naturali ed ambientali usate per la produzione e il consumo dovrebbero essere gestite<br />

in un modo socialmente ed ecologicamente giusto e dovrebbero essere preservate per le<br />

generazioni future. L’equità solidale richiede che i sistemi di produzione, distribuzione e<br />

commercio siano aperti ed equi, e che tengano conto dei reali costi ambientali e sociali.<br />

Principio della cautela<br />

L’Agricoltura Biologica deve essere gestita in modo precauzionale e responsabile al fine di<br />

proteggere la salute ed il benessere delle generazioni presenti e future e dell’ambiente.<br />

L’agricoltura biologica è un sistema vivente e dinamico che risponde a esigenze e condizioni<br />

interne ed esterne. Chi pratica l’agricoltura biologica può aumentare l’efficienza e la produttività,<br />

ma senza compromettere la salute ed il benessere degli esseri viventi e dell’ambiente. Di<br />

conseguenza, le nuove tecnologie devono essere valutate con attenzione ed i metodi<br />

attualmente in uso sottoposti a revisione. Tenuto conto della conoscenza degli ecosistemi e<br />

dell’agricoltura, è necessario prestare la dovuta cautela preventiva.<br />

Questo principio afferma che la precauzione e la responsabilità sono concetti chiave nelle scelte<br />

di gestione, di sviluppo e di tecnologie nell’agricoltura biologica. La scienza è necessaria per<br />

assicurare che l’agricoltura biologica sia sana, sicura e rispettosa dell’ambiente. Tuttavia, la<br />

conoscenza scientifica da sola non è sufficiente. L’esperienza pratica, la saggezza e le<br />

conoscenze tradizionali ed indigene accumulate, soluzioni valide e collaudate nel tempo.<br />

L’agricoltura biologica deve prevenire rischi maggiori tramite l’adozione di tecnologie appropriate<br />

ed il rifiuto di quelle imprevedibili, quale l’ingegneria genetica. Le decisioni devono riflettere i<br />

valori ed i bisogni di tutti coloro che potrebbero subirne gli effetti, attraverso dei processi<br />

trasparenti e partecipativi.<br />

______<br />

* Le Norme IFOAM per le produzioni e le trasformazioni biologiche, Ed. IFOAM, Bonn, 2005<br />

(www.ifoam.org).<br />

18


Tabella 3: Il programma nazionale americano sul biologico (National Organic<br />

Programme - NOP)<br />

Il programma nazionale americano sul biologico (NOP) è stato implementato<br />

definitivamente il 21 ottobre 2002, sotto la direzione del Servizio Marketing Agricolo,<br />

una sezione del Dipartimento di stato per l’agricoltura degli Stati Uniti (US<strong>DA</strong>). Il<br />

NOP è una legge federale che prevede per tutti i prodotti biologici il rispetto di<br />

standards comuni e lo stesso sistema di certificazione.<br />

Le basi del programma nazionale per il biologico<br />

Il NOP ha sviluppato gli standards nazionali ed ha stabilito un sistema di certificazione del biologico fondato sulle<br />

indicazioni dei 15 membri del Comitato nazionale per gli standards del biologico (NOSB). Il NOSB è nominato dal<br />

Segretario di stato per l’agricoltura e comprende rappresentanti delle seguenti categorie: produttori agricoli;<br />

trasformatori, consumatori, ambientalisti, scienziati e Enti di certificazione. Oltre a considerare le indicazioni del<br />

NOSB, l’US<strong>DA</strong> nell’elaborazione di queste norme ha tenuto anche conto dei sistemi di certificazione<br />

precedentemente adottati dagli Stati e dai privati. Le norme del NOP sono flessibili al fine di potersi adattare al gran<br />

numero di produzioni agricole esistenti in ogni regione degli Stati Uniti.<br />

Cosa stabiliscono le norme NOP?<br />

Le norme proibiscono l’uso nella produzione e nella trasformazione dei prodotti biologici di Organismi geneticamente<br />

modificati, delle radiazioni, dei fanghi da acque reflue. Come regola generale sono consentite tutte le sostanze<br />

naturali (non chimiche di sintesi), mentre sono vietati tutti i prodotti chimici di sintesi. Tutte le eccezioni a queste<br />

regole sono contenute in un elenco valido a livello nazionale, contenuto in un’apposita sezione del regolamento.<br />

Le norme di produzione e trasformazione interessano le produzioni biologiche, la raccolta spontanea,<br />

l’allevamento biologico, il condizionamento e la trasformazione dei prodotti agricoli biologici. Le produzioni biologiche<br />

sono ottenute senza l’uso di pesticidi chimici, fertilizzanti derivati dal petrolio o dai fanghi delle acque reflue: Gli<br />

animali allevati con il metodo di produzione biologico devono essere alimentati con mangimi biologici ed avere libero<br />

accesso a spazi aperti. Non sono consentiti antibiotici ed ormoni per lo sviluppo.<br />

Le norme di etichettatura sono basate sulla percentuale di ingredienti biologici contenuti nel prodotto.<br />

− Prodotti etichettati "100% biologico" devono contenere solo ingredienti prodotti con il metodo biologico. Essi<br />

possono essere contrassegnati con il marchio del biologico US<strong>DA</strong>.<br />

− Prodotti etichettati "biologico" devono contenere almeno il 95% di ingredienti biologici. Essi possono essere<br />

contrassegnati con il marchio del biologico US<strong>DA</strong>.<br />

− Prodotti trasformati che contengono almeno il 70% ingredienti biologici possono riportare la frase "prodotto<br />

con ingredienti biologici" e mettere in evidenza sull’etichetta fino a tre ingredienti biologici o gruppi di alimenti<br />

biologici. Per esempio nel caso di una zuppa fatta con almeno il 70% di ingredienti biologici e precisamente<br />

con i soli vegetali biologici può essere contrassegnata come “fatta con piselli, patate e carote biologiche” o<br />

“fatto con vegetali biologici”. Tali prodotti non possono essere contrassegnati con il marchio del biologico<br />

US<strong>DA</strong>.<br />

− Prodotti trasformati che contengono meno del 70% di ingredienti biologici non possono riportare in etichetta<br />

il termine “biologico” ma possono identificare nell’elenco degli ingredienti quelli provenienti da agricoltura<br />

biologica.<br />

Le norme di certificazione stabiliscono i requisiti che devono possedere le produzioni ed i trasformati ottenuti con il<br />

metodo biologico per essere etichettati come tali dall’Ente di certificazione accreditato dall’US<strong>DA</strong>. Tra la<br />

documentazione che deve fornire l’operatore controllato c’è anche il piano di gestione dell’azienda biologica. Questo<br />

piano descrive, tra l’altro, tecniche e sostanze utilizzate nel processo produttivo, la descrizione delle operazioni<br />

colturali e delle procedure messe in atto per prevenire la contaminazione dei prodotti biologici con quelli<br />

convenzionali. Le norme di certificazione determinano inoltre i controlli da effettuarsi direttamente in azienda.<br />

Sono esentati dalla certificazione i produttori ed i trasformatori che sviluppano un giro d’affari annuo per i prodotti<br />

biologici superiore a $ 5.000. Essi possono etichettare i loro prodotti come biologici se rispettano le norme, ma non<br />

possono utilizzare il marchio del biologico US<strong>DA</strong>.<br />

Le norme di accreditamento stabiliscono i requisiti che un ente deve possedere per diventare Ente di certificazione<br />

riconosciuto dall’US<strong>DA</strong>. Esse servono innanzitutto a stabilire se un Ente di certificazione svolge la propria attività in<br />

modo corretto ed imparziale. L’ente deve dimostrare di impiegare personale con esperienza adeguata ed abilitato a<br />

controllare e certificare gli operatori biologici, adottando tutte le misure necessarie per prevenire conflitti di interesse<br />

e garantire una rigorosa riservatezza sulle informazioni assunte nell’espletamento del controllo.<br />

I prodotti agricoli importati possono essere venduti negli Stati Uniti solo se sono certificati dagli Enti di<br />

certificazione accreditati presso l’US<strong>DA</strong>. Quest’ultimo ha provveduto ad accreditare Enti di parecchi paesi stranieri.<br />

Esiste anche la possibilità che, su richiesta di un governo straniero, l’US<strong>DA</strong> provveda a riconoscere gli Enti di<br />

certificazione di quel paese, qualora le norme di accreditamento risultassero equivalenti a quelle americane.<br />

19


Tabella 4: JAS - Japanese Agricultural Standard<br />

Lo standard JAS per le produzioni agricole e le trasformazioni agroalimentari è stato creato nel 2000<br />

sulle basi delle linee guida sulle produzioni, trasformazioni, etichettatura e vendita degli alimenti biologici,<br />

fissate dalla Commissione del Codex Alimentarius.<br />

Il sistema di certificazione JAS è stato completato dal novembre 2005 con le norme sugli allevamenti<br />

biologici, le trasformazioni dei prodotti zootecnici biologici e l’alimentazione biologica degli animali.<br />

Possono applicare il marchio JAS sulle loro produzioni solo quelle aziende che sono controllate e certificate<br />

dagli Enti di certificazione iscritti nell’apposito Registro giapponese o da Enti di certificazione di altri paesi<br />

che adottano standards equivalenti a quelli giapponesi.<br />

Le norme JAS per le produzioni biologiche richiedono che, a partire dal 1° aprile 2001 (termine esteso poi al<br />

2002) tutti I prodotti etichettati come biologici siano certificati da un Ente di certificazione giapponese o<br />

straniero registrato presso il Ministero dell’Agricoltura e riportino in etichetta oltre al logo JAS anche il nome<br />

dell’Ente di certificazione autorizzato.<br />

Solo gli enti autorizzati possono rilasciare l’autorizzazione agli operatori di riportare nell’etichetta delle loro<br />

produzioni il marchio JAS.<br />

Il marchio JAS in quanto marchio di qualità è stato introdotto per garantire il mercato ed i consumatori<br />

giapponesi.<br />

Il Governo giapponese riconosce il regolamento europeo equivalente al proprio. Ossia i criteri per la<br />

certificazione e gli standards di riferimento per gli operatori del biologico che vogliono esportare i propri<br />

prodotti biologici in Giappone utilizzando il marchio JAS, sono gli stessi adottati nella Comunità Europea. Le<br />

norme "JAS" però in un caso escludono un prodotto ammesso invece già dal Reg. CEE2092/91 (allegato<br />

IIB) per il trattamento fogliare del melo: il cloruro di calcio. Le regole previste dal JAS presentano inoltre<br />

alcune limitazioni. Per esempio non includono le bevande alcoliche e i prodotti di origine animale, compresi i<br />

prodotti apistici. La normativa prevede che solo l’attività di trasformazione (etichettatura) e<br />

commercializzazione sia controllata da un Organismo di Certificazione Giapponese o estero (RFCO)<br />

riconosciuto dal MAFF. Rispettando comunque il regime di controllo Comunitario, il produttore ed il<br />

venditore finale devono accertarsi che anche gli ingredienti (dei fornitori) e le materie prime (dei subfornitori)<br />

siano certificate secondo il Reg. comunitario.<br />

Rispetto al Reg. comunitario le uniche differenze riguardanti l’etichettatura dei prodotti sono le seguenti:<br />

- se nel prodotto finito sono presenti ingredienti biologici e in conversione, dovrà essere specificato<br />

quali sono biologici e quali in conversione. L’UE, invece, non permette l’impiego di materie prime in<br />

conversione nella preparazione di prodotti multi ingrediente.<br />

- il marchio JAS deve sempre comparire sull’etichetta. Se il prodotto non presenta il marchio JAS, non<br />

potrà portare diciture del tipo: biologico, produzione biologica, completamente biologico, biologico<br />

estero, quota biologica X%, o qualsiasi altro riferimento al metodo di produzione biologico (anche se<br />

scritto in lingua inglese = organic).<br />

- se il prodotto finito non può riportare in etichetta il marchio JAS, ma i suoi ingredienti sì, è consentito<br />

scrivere, per esempio: insalata contenente verdure biologiche, oppure ketchup che contiene<br />

pomodoro biologico.<br />

Le norme "JAS" richiedono la presenza in azienda di due figure distinte, il “Responsabile del processo<br />

produttivo” e il “Responsabile della verifica di conformità del prodotto prima della vendita” (grading). Solo<br />

nelle aziende agricole i due ruoli possono essere ricoperti da una unica persona. Il responsabile del grading<br />

decide quali partite e lotti di prodotto sono realmente conformi al metodo biologico secondo le norme JAS e<br />

quali no per qualsiasi motivo.<br />

Tale figura sarebbe utile anche ai fini della conformità al Reg. comunitario poichè l’operatore è obbligato a<br />

comunicare all’ente di controllo qualsiasi dubbio sulla conformità del prodotto sospendendo la<br />

commercializzazione in attesa delle verifiche. (Fonte ICEA).<br />

20


1.1.c Rapporti formali con l’ente di certificazione<br />

Dal punto di vista amministrativo, una delle peculiarità del sistema di<br />

controllo, è rappresentato dagli impegni di trasmissione della<br />

documentazione ufficiale che l’operatore assume nei confronti<br />

dell’Autorità nazionale e dell’Ente di certificazione. L’operatore che<br />

intende conseguire la certificazione delle produzioni deve seguire la<br />

seguente procedura:<br />

1. Trasmissione della Notifica di inizio dell’attività di produzione<br />

con il metodo biologico all’Autorità nazionale competente ed<br />

all’Ente di certificazione scelto tra quelli in possesso del formale<br />

accreditamento. Successivamente alla trasmissione della notifica<br />

iniziale, l’operatore dovrà prontamente comunicare tutte le<br />

variazioni che dovessero intervenire riguardo ai dati del legale<br />

rappresentante dell’azienda, alle unità di produzione, alle tipologie<br />

produttive, ai luoghi di produzione ed alla superficie coltivata, ai<br />

metodi di produzione, ai processi produttivi ed alla tipologia dei<br />

prodotti. L’operatore deve inoltre comunicare tutti i cambiamenti<br />

relativi alla superficie aziendale, quali ad es. acquisizioni e<br />

cessioni di terreno, variazioni del titolo di possesso.<br />

2. Valutazione iniziale della documentazione, i documenti<br />

trasmessi dall’operatore saranno controllati dall’Ente di<br />

certificazione per una prima verifica formale. In caso di esito<br />

negativo, perché incompleta o non conforme, il responsabile del<br />

controllo informerà prontamente l’operatore circa le mancanze e<br />

le non conformità, chiedendogli eventualmente di integrare la<br />

documentazione entro un determinato lasso di tempo. Superato il<br />

termine prefissato, qualora l’Ente di certificazione non dovesse<br />

ricevere la documentazione integrativa, dovrà ritenersi nulla la<br />

richiesta di ingresso nel sistema di controllo del biologico.<br />

3. Prima visita ispettiva, il tecnico ispettore dell’Ente di<br />

certificazione dovrà verificare che le unità produttive,<br />

l’organizzazione e la gestione del processo produttivo siano<br />

conformi al dettato normativo. Il tecnico ispettore dovrà<br />

consegnare all’operatore i registri aziendali, spiegando nel<br />

dettaglio le modalità di inserimento delle informazioni relative a<br />

tutte le operazioni praticate, ai mezzi tecnici utilizzati ed alle<br />

produzioni commercializzate.<br />

4. Ingresso dell’operatore nel Sistema di controllo, sarà deciso<br />

dalla Commissione di certificazione, in seguito alla valutazione<br />

della documentazione aziendale e della relazione d’ispezione<br />

trasmessa dal tecnico.<br />

21


5. Attestato di conformità, riporterà l’esito positivo della<br />

valutazione, la tipologia produttiva aziendale, il codice assegnato<br />

all’operatore, la data di validità dell’attestato.<br />

6. Programma Annuale di Produzione, dovrà essere trasmesso<br />

dall’operatore all’Ente di certificazione entro il 31 gennaio di ogni<br />

anno, su apposita modulistica definita dall’Autorità nazionale<br />

responsabile del controllo. Solo per il primo anno in cui viene<br />

effettuata la notifica di inizio attività il Programma potrà essere<br />

trasmesso in ogni momento, comunque non oltre 30 gg. dalla data<br />

di ricevimento della comunicazione di ingresso nel Sistema di<br />

controllo. In ogni caso ciascuna variazione significativa al<br />

programma dovrà essere prontamente comunicata all’Ente di<br />

certificazione. Per le aziende zootecniche e gli apicoltori sottoposti<br />

a controllo sono previste modulistiche equivalenti, che dovranno<br />

comunque essere inviate all’Ente di certificazione negli stessi<br />

termini sopra riportati.<br />

7. Programma Annuale di Lavorazione, dovrà essere trasmesso<br />

dal responsabile del centro di confezionamento/lavorazione, il<br />

quale dovrà riportarvi tutti i prodotti che intende processare, sia<br />

nel suo impianto che, eventualmente, in quello di terzi, in<br />

conformità con la normativa del biologico.<br />

8. Certificato delle produzioni ed autorizzazione alla stampa<br />

delle etichette, ogni operatore ammesso nel Sistema di controllo<br />

del biologico può richiedere all’Ente di certificazione il certificato<br />

delle produzioni ottenute e l’autorizzazione alla stampa delle<br />

relative etichette.<br />

L’operatore è responsabile del corretto utilizzo della documentazione<br />

e dei materiali derivanti dall’attività di controllo e certificazione.<br />

L’operatore assoggettato al Sistema di controllo dovrà in generale<br />

rispettare la normativa nazionale e comunitaria del biologico,<br />

compilare la documentazione richiesta dall’Ente di certificazione,<br />

consentire agli ispettori di accedere ai centri aziendali ed alla<br />

documentazione di supporto (per esempio fatture, registri IVA, ecc.),<br />

consentire agli ispettori di controllare tutti i prodotti ed i materiali che si<br />

rendessero necessari, sia di origine vegetale che animale, e tutti gli<br />

ingredienti, sia di origine agricola che extra-agricola, oltre ad<br />

impegnarsi a comunicare ogni sostanziale cambiamento che dovesse<br />

intervenire rispetto a quanto in precedenza dichiarato.<br />

22


1.1.d Misure di sostegno al biologico<br />

L’Unione Europea supporta gli agricoltori biologici con specifiche<br />

misure Agroambientali attivate nell’ambito prima del Regolamento<br />

comunitario n° 2078/1992 e poi del Regolamento n°1257/1999.<br />

Nel 2003 i programmi agroambientali hanno supportato circa la metà<br />

dei terreni coltivati biologicamente nell’Europa a 15 Stati. Il numero<br />

delle imprese biologiche ed in conversione che hanno ricevuto<br />

finanziamenti è stato di 86.000 unità, circa il 64% del numero totale di<br />

operatori biologici 9 .<br />

Fonte: Commissione Europea, Novembre 2005<br />

Immagine 3: Superficie europea in biologico supportata dai programmi agro-ambientali<br />

(2003). Suddivisione percentuale (%) della superficie totale supportata nell’EU-15.<br />

La legislazione prevede per gli agricoltori biologici finanziamenti per<br />

almeno cinque anni, il cui ammontare dipende dalla localizzazione<br />

dell’azienda e dall’orientamento colturale.<br />

Per usufruire di tutti gli aiuti comunitari è comunque consigliabile, per<br />

vari motivi, che l’operatore aderisca ad un’organizzazione produttori:<br />

innanzitutto il settore agrobiologico è in continuo sviluppo e le<br />

informazioni spesso giungono solo alle organizzazioni di categoria<br />

(che provvedono anche all’erogazione di corsi di aggiornamento);<br />

molti canali commerciali sono riservati ai circuiti delle organizzazioni<br />

9 European Commission Report (G2 EW – JK D(2005) “Organic farming in the<br />

European Union – Facts and Figures”, Bruxelles, 3 Novembre 2005.<br />

23


del settore; molte aziende di trasformazione si approvvigionano<br />

esclusivamente presso aziende aderenti a specifiche organizzazioni di<br />

produttori ed usano i loro marchi; le organizzazioni di produttori<br />

rappresentano gli interessi della categoria, anche nei rapporti con le<br />

istituzioni pubbliche.<br />

1.2. Pianificazione della produzione, monitoraggio e controllo<br />

Conformemente al dettato del Codex Alimentarius si può affermare<br />

che "l’agricoltura biologica è un sistema olistico di produzione che<br />

persegue l’equilibrio dell’agro-eco-sistema, il rispetto della<br />

biodiversità, dei cicli biologici e dell’attività biologica del suolo; il<br />

metodo di produzione biologico esalta l’uso di tecniche agricole in<br />

sostituzione dei mezzi tecnici esterni all’azienda, in considerazione<br />

anche del fatto che le esigenze locali richiedono sistemi differenti di<br />

gestione. Questo richiede, dove possibile, l’uso di tecniche<br />

agronomiche, biologiche e meccaniche al posto dell’utilizzo di<br />

sostanze chimiche, al fine di garantire la corretta applicazione del<br />

metodo "<br />

Le attività umane hanno compromesso l’ambiente naturale,<br />

comportando un progressivo deterioramento delle caratteristiche del<br />

territorio e la riduzione della biodiversità. Nelle aree rurali questa<br />

semplificazione degli eco-sistemi ha portato ad un aumento dei<br />

problemi connessi alla gestione delle attività (per esempio la<br />

necessità di utilizzare sempre maggiori inputs esterni nei processi<br />

produttivi agricoli).<br />

Con l’agricoltura biologica normalmente noi reintroduciamo la<br />

complessità nell’eco-sistema. L’approccio sistemico è considerato<br />

ottimale quando garantisce: diversificazione delle colture con<br />

l’adozione di opportune rotazioni, livelli produttivi in linea con le<br />

caratteristiche del territorio, presenza di allevamenti animali, presenza<br />

di elementi naturali e buona gestione del suolo. La combinazione di<br />

tutti questi elementi determina un’ottima risposta in termini di<br />

disponibilità di risorse naturali e attivazione di processi di<br />

autoregolazione naturale.<br />

L’agricoltura biologica è un metodo di produzione e non<br />

semplicemente la sostituzione di mezzi chimici (fertilizzanti e pesticidi)<br />

con altre sostanze naturali. Convertire un’azienda al biologico vuol<br />

dire innanzitutto sviluppare la fertilità del suolo e l’equilibrio dell’ecosistema.<br />

L’obiettivo del Piano di conversione è quello di guidare gli operatori<br />

durante il periodo della riconversione produttiva. Esso deve<br />

innanzitutto “fotografare” la situazione aziendale iniziale, al fine di<br />

poter analizzare tutte le informazioni acquisite, utili alla definizione<br />

delle migliori soluzioni tecniche da adottare. Quando operatori e<br />

24


consulenti si incontrano per definire il lavoro da intraprendere è<br />

importante che pensino già all’agricoltura biologica come un metodo<br />

di produzione e non come un semplice processo di sostituzione dei<br />

mezzi tecnici chimici con quelli naturali. Se questo concetto non sarà<br />

realmente condiviso da subito, sarà molto facile in seguito incorrere in<br />

errori e fallimenti.<br />

Va comunque sempre tenuto a mente che per convertire al biologico<br />

un’azienda bisogna innanzitutto ripristinare la fertilità del suolo e<br />

ristabilire l’equilibrio complessivo all’interno dell’agro-ecosistema.<br />

Riportiamo di seguito i principali fattori da valutare attentamente nel<br />

piano di conversione.<br />

• Storia dei campi da convertire a biologico – È importante<br />

assumere per ogni appezzamento informazioni esaustive circa<br />

le pratiche agricole adottate in passato e gli eventuali problemi<br />

riscontrati, riportando nel dettaglio rotazioni e successioni<br />

colturali degli ultimi anni, mezzi tecnici utilizzati (fertilizzanti,<br />

erbicidi, pesticidi, etc.), lavorazioni effettuate, principali<br />

problematiche fitosanitarie ed ogni altro problema riscontrato in<br />

passato.<br />

• Stato del suolo – L’analisi iniziale del suolo è importante per<br />

l’elaborazione di un appropriato piano di concimazione. Il<br />

bilancio umico costituisce un’informazione strategica per<br />

consentire l’elaborazione di un piano di coltivazione<br />

equilibrato, con interventi di fertilizzazione mirati a potenziare<br />

la fertilità del suolo, che è alla base del metodo dell’agricoltura<br />

biologica.<br />

• Contesto socio-ambientale – L’operatore deve conoscere<br />

l’ambiente in cui opera e l’eventuale presenza in zona di altre<br />

aziende biologiche. In questo modo egli potrà scambiare<br />

informazioni e ricevere consigli da parte degli altri agricoltori.<br />

Potrà inoltre entrare in contatto con i punti vendita e gli<br />

acquirenti interessati alle sue produzioni, i contoterzisti e gli<br />

altri soggetti che potrebbero aiutarlo nello svolgimento del<br />

lavoro.<br />

• Conoscenze ed abilità dell’operatore – Queste informazioni<br />

risultano strategiche per la definizione dei tempi e dei metodi di<br />

introduzione delle innovazioni in azienda e dell’eventuale<br />

necessità di ricorrere ad aiuti esterni. Determinante risulta<br />

anche la spinta motivazionale dell’operatore, se infatti egli non<br />

è convinto delle scelte che compie queste sono destinate al<br />

fallimento. Questo vale naturalmente anche per i dipendenti e<br />

gli eventuali contoterzisti.<br />

25


• Attrezzatura disponibile in azienda e disponibilità ad<br />

investire – L’attuazione delle scelte agronomiche dipende<br />

naturalmente oltre che dalla convinzione dell’operatore anche<br />

dalla disponibilità delle attrezzature necessarie (in azienda o<br />

sul territorio) e dalla disponibilità ad investire. In questo risulta<br />

determinante il ruolo dei consulenti esperti, in grado di<br />

suggerire le soluzioni alternative ed indirizzare le scelte<br />

dell’operatore.<br />

• Vincoli – Alcuni ostacoli di natura organizzativa od ambientale<br />

possono condizionare le scelte tecniche e richiedere molta<br />

attenzione supplementare per il raggiungimento degli obiettivi.<br />

Quelli più frequenti sono: ostacoli ambientali e politici,<br />

presenza di strade a scorrimento veloce o di altre fonti di<br />

inquinamento, mancanza di centri servizi, mancanza di<br />

contributi regionali.<br />

Tutte le informazioni raccolte servono a definire il piano di<br />

conversione, che includerà le soluzioni tecniche più opportune per<br />

l’azienda, e consentirà all’operatore di tenere sempre presente come<br />

nell’agricoltura biologica ogni intervento non sia fine a se stesso ma<br />

abbia una moltitudine di funzioni. Gli interventi saranno efficaci solo se<br />

sono rispettati gli equilibri nel suolo e nell’eco-sistema.<br />

Analizziamo nei paragrafi seguenti i principali aspetti che un operatore<br />

deve considerare nell’elaborazione del piano di conversione.<br />

1.2.a Scelta delle razze e dei tipi genetici<br />

Nella scelta degli animali da allevare vanno sempre considerati i<br />

seguenti elementi:<br />

a) loro adattabilità alle specifiche condizioni ambientali;<br />

b) loro vitalità e resistenza naturale alle malattie;<br />

c) assenza di predisposizioni a malattie specifiche o problemi di salute<br />

(sindrome da stress, aborto spontaneo, ecc.).<br />

La normative vigente non fissa regole precise nella scelta degli<br />

animali. Vanno comunque preferite le razze autoctone che meglio si<br />

adattano all’allevamento biologico. Presentano infatti una maggiore<br />

diversità biologica rispetto alle razze ibride e sono state selezionate<br />

nel tempo tra quelle che meglio si adattano alle caratteristiche dei vari<br />

territori, creando minori problematiche igienico-sanitarie e garantendo<br />

produzioni tipiche di qualità. Questo vale ancora di più nel caso di<br />

allevamenti all’aperto, dove risulta determinante la rusticità degli<br />

animali.<br />

1.2.b Formulazione della dieta alimentare<br />

Il bestiame può essere alimentato con il pascolo o con mangimi, a loro<br />

volta controllati e certificati biologici. L’alimentazione deve essere<br />

26


effettuata sempre anteponendo la qualità e la salute degli animali alla<br />

massimizzazione delle produzioni. In nessun modo la<br />

somministrazione di cibo deve servire ad aumentare le produzioni,<br />

superando i limiti naturali degli animali. L’ingrassamento forzato è<br />

severamente proibito ed è preferibile usare mangimi aziendali;<br />

qualora questi non fossero disponibili potranno essere acquistati<br />

mangimi da altre aziende biologiche certificate.<br />

È consentita la pratica della transumanza (spostamento estivo degli<br />

animali nei pascoli montani), purché avvenga all’interno del territorio<br />

comunitario.<br />

Il bestiame deve essere alimentato con razioni a loro volta controllate<br />

e certificate biologiche, che garantiscono sia l’ottenimento di<br />

produzioni di qualità che il benessere animale.<br />

L’Alimentazione di base dei giovani mammiferi deve essere a base di<br />

latte naturale, preferibilmente materno, e comunque tutti i mammiferi<br />

devono essere alimentati con latte naturale per un periodo minimo<br />

che varia a seconda delle specie (3 mesi per bovini/bufali ed equini,<br />

45 giorni per ovini e caprini, 40 giorni per suini) ed è sensibilmente più<br />

lungo di quello previsto per gli allevamenti convenzionali. Il latte<br />

artificiale non è consentito.<br />

Trattandosi di animali erbivori è prescritto che passino il maggior<br />

tempo possibile ad alimentarsi naturalmente nei pascoli, sempre che<br />

le condizioni del tempo lo permettano. Almeno il 60% della materia<br />

secca di cui è composta la razione giornaliera deve essere costituita<br />

da foraggi grossolani freschi, essiccati o insilati. Tuttavia l'organismo o<br />

l'autorità di controllo può permettere, per gli animali da latte, la<br />

riduzione al 50% per un periodo massimo di 3 mesi dall'inizio<br />

dell'allattamento.<br />

Eventuali alimenti provenienti da agricoltura convenzionale possono<br />

essere usati in caso di necessità solo se previsti dalla normativa (per i<br />

bovini si rimanda al capitolo terzo del manuale).<br />

Gli alimenti di origine animale (siano essi prodotti in convenzionale<br />

che in biologico) possono essere usati esclusivamente se previsti<br />

dalla normativa, come nel caso del pesce o di altri animali marini e del<br />

latte e dei suoi derivati. Sono sempre vietati invece i prodotti a base di<br />

carne e derivati.<br />

In linea generale tutte le esigenze alimentari degli animali devono<br />

essere soddisfatte con cibi naturali, possibilmente assunti pascolando.<br />

In caso di carenze di minerali, ecc., possono essere somministrate<br />

vitamine, pro-vitamine, additivi nutrizionali, scelti esclusivamente tra<br />

quelli autorizzati dalla normativa vigente.<br />

Alcune regole specifiche sono state dettate per gli enzimi, microorganismi,<br />

antiagglutinanti e coagulanti. Non può essere usato<br />

27


nell’alimentazione animale alcun antibiotico, anticoccidico, medicinale,<br />

promotore dello sviluppo o qualsiasi altra sostanza che stimoli lo<br />

sviluppo o la produzione. Tutta la razione alimentare deve essere<br />

esente da sostanze medicali sintetiche.<br />

È completamente vietato l’uso di alimenti contenenti OGM.<br />

1.2.c Pianificazione dei controlli igienico-sanitari<br />

La salute degli animali dovrà essere garantita prevalentemente<br />

attraverso l’adozione di misure preventive quali:<br />

• Scelta di razze o tipi genetici resistenti;<br />

• Dieta bilanciata di alta qualità;<br />

• Idoneo contesto ambientale;<br />

• Giusta densità;<br />

• Alloggi idonei;<br />

• Buone pratiche di allevamento.<br />

L’uso di medicinali allopatici di sintesi è vietato. La profilassi nella<br />

zootecnia biologica è basata sui seguenti principi:<br />

a) scelta delle razze, preferibilmente autoctone, o di linee e ceppi<br />

appropriati di animali, adattatisi nel tempo alle condizioni locali;<br />

b) applicazione di pratiche di allevamento, adeguate alle esigenze di<br />

ciascuna specie, che stimolino un’elevata resistenza alle malattie<br />

ed evitino le infezioni; gli allevamenti all’aperto sono preferibili;<br />

c) uso di alimenti di alta qualità, abbinato a movimento fisico<br />

regolare ed all’accesso ai pascoli, in modo tale da stimolare le<br />

difese immunitarie degli animali;<br />

d) adeguata densità degli allevamenti, in modo da evitare<br />

sovraffollamento e conseguenti problematiche di ordine sanitario.<br />

Se nonostante queste misure preventive un animale dovesse<br />

ammalarsi o ferirsi gli dovranno essere prestate tutte le cure<br />

necessarie per mantenerlo in vita e, se necessario, andrà isolato in<br />

appositi locali.<br />

Le cure dovranno essere il più naturale possibile, ma l’obiettivo<br />

prioritario deve essere quello di ridurre le sofferenze e salvare<br />

l’animale. L’uso di medicinali veterinari nell’agricoltura biologica deve<br />

essere conforme ai seguenti principi:<br />

• possono essere utilizzati esclusivamente i prodotti elencati nel<br />

regolamento comunitario;<br />

• è raccomandato l’uso di prodotti fitoterapici, omeopatici,<br />

oligoelementi e di altri prodotti riportati nel Reg. CEE n° 889/2008,<br />

28


al posto di antibiotici e medicinali veterinari allopatici ottenuti per<br />

sintesi chimica; purchè abbiano efficacia terapeutica per la specie<br />

animale e ben rispondano alle circostanze che hanno richiesto la<br />

cura;<br />

• qualora l’uso dei suddetti rimedi non risultasse efficace ed il<br />

ricorso ad altro tipo di cura risultasse decisivo per evitare<br />

sofferenze o disagi agli animali, possono essere utilizzati<br />

antibiotici o medicinali veterinari allopatici ottenuti per sintesi<br />

chimica, sotto la responsabilità ed il controllo rigoroso di un<br />

veterinario;<br />

• è vietato l’uso preventive di antibiotici e medicinali allopatici;<br />

• è vietato l’uso di sostanze destinate a stimolare la crescita o la<br />

produzione (compresi antibiotici, ccoccidiostatici ed altri stimolanti<br />

artificiali della crescita);<br />

• è vietato l’impiego di ormoni o sostanze analoghe destinate a<br />

controllare la riproduzione (ad es. Al fine di indurre o sincronizzare<br />

gli estri) o ad altri scopi. Tuttavia possono essere somministrati<br />

ormoni a singoli animali nell’ambito di trattamenti terapeutici<br />

veterinari;<br />

• sono autorizzate le cure veterinarie degli animali, nonché i<br />

trattamenti degli edifici, delle attrezzature e dei locali, qualora<br />

siano prescritti dalla normativa nazionale o comunitaria; compreso<br />

l'impiego di sostanze immunologiche ad uso veterinario se è<br />

riconosciuta la presenza di malattie nella zona in cui è situata<br />

l'unità di produzione.<br />

Qualora debbano essere impiegati medicinali veterinari è necessario<br />

effettuare le seguenti specificazioni:<br />

• il tipo di prodotto (indicando anche i principi attivi in esso<br />

contenuti);<br />

• il dettaglio della diagnosi;<br />

• la posologia;<br />

• il metodo di somministrazione;<br />

• la durata del trattamento;<br />

• il tempo di sospensione stabilito dalla legge.<br />

Queste informazioni devono essere dichiarate all'autorità o<br />

all'organismo di controllo prima che gli animali o i prodotti animali<br />

siano commercializzati con la denominazione biologica. Gli animali<br />

trattati devono essere chiaramente identificati, singolarmente per il<br />

29


estiame di grandi dimensioni; singolarmente o a grupi per il pollame<br />

e il bestiame di piccole dimensioni.<br />

Il tempo di sospensione tra l'ultima somministrazione di medicinali<br />

veterinari allopatici ad un animale in condizioni normali di utilizzazione<br />

e la produzione di derrate alimentari ottenuta con metodi biologici da<br />

detti animali deve essere di durata doppia rispetto a quello stabilito<br />

dalla legge o, qualora tale tempo non sia precisato, di 48 ore.<br />

Ad eccezione delle vaccinazioni, delle cure antiparassitarie e dei piani<br />

obbligatori di eradicazione attuati negli Stati membri, nel caso in cui<br />

un animale o un gruppo di animali sia sottoposto a più di due o<br />

massimo tre cicli di trattamenti con medicinali veterinari allopatici<br />

ottenuti per sintesi chimica o antibiotici in un anno (o a più di un ciclo<br />

di trattamenti se la sua vita produttiva è inferiore a un anno), gli<br />

animali interessati o i prodotti da essi derivati non possono essere<br />

venduti come prodotti ottenuti conformemente alle disposizioni del<br />

presente regolamento. Tali animali devono essere sottoposti ai periodi<br />

di conversione previsti al capitolo del presente allegato, con il<br />

consenso dell'autorità o dell'organismo di controllo.<br />

La prevenzione deve rimanere comunque la pratica più importante in<br />

un allevamento biologico. Quando gli animali vivono in condizioni<br />

ideali il loro sistema immunologico risulta infatti rafforzato e,<br />

conseguentemente, le malattie sono minori e con conseguenze meno<br />

gravi. È poi necessario isolare gli animali appena questi manifestino I<br />

sintomi di una malattia, in modo da evitare il contagio degli altri<br />

membri dell’allevamento.<br />

È vietata la pratica sistematica di operazioni quali l'applicazione di<br />

anello al naso dei suini, la recisione della coda e ogni altro<br />

intervento mutilante a fini non terapeutici. Alcune di queste<br />

operazioni possono tuttavia essere autorizzate dall'autorità o<br />

dall'organismo di controllo per motivi di sicurezza o al fine di<br />

migliorare la salute, il benessere o l'igiene degli animali (Reg. CE<br />

1804/99). Tali operazioni devono essere effettuate sotto la<br />

responsabilità del veterinario aziendale, riducendo al minimo ogni<br />

sofferenza per gli animali.<br />

Il trasporto deve essere ridotto al minimo, secondo il principio che è<br />

meglio trasportare i prodotti piuttosto che gli animali. Nel caso si sia<br />

costretti a spostare gli animali, bisogna fare il possibile per ridurne lo<br />

stress, sia durante il viaggio che durante le fasi di carico e scarico.<br />

Ogni tipo di molestia deve essere evitata. È proibito usare stimolatori<br />

elettrici esercitanti azioni coercitive sull’animale. È proibito l’uso di<br />

tranquillizzanti allopatici prima, durante e dopo il trasporto. È possibile<br />

invece usare durante le fasi di carico e scarico il metodo “dal buio alla<br />

luce” e il richiamo del cibo. I veicoli utilizzati per il trasporto devono<br />

30


essere puliti e proteggere gli animali dal vento, dal freddo, ecc..<br />

Durante i trasporti più lunghi è necessario provvedere alla<br />

somministrazione di acqua. Tutte queste misure devono essere<br />

adottate anche durante il trasporto al macello, dove le situazioni di<br />

stress devono essere ridotte al minimo.<br />

31


CAPITOLO 2. COMMERCIALIZZAZIONE DELLE PRODUZIONI <strong>DA</strong><br />

AGRICOLTURA BIOLOGICA<br />

I bassi prezzi delle produzioni agricole e l’aumento dei costi di<br />

distribuzione, anche nel settore biologico, spingono l’agricoltore a<br />

cercare nuove strade per raggiungere la redditività delle produzioni 10 .<br />

Solo una piccola parte del prezzo finale pagato dal consumatore per<br />

un prodotto biologico va al produttore.<br />

La maggior parte viene distribuita nei passaggi intermedi e nella fase<br />

di commercializzazione.<br />

Risulta quindi evidente che tutte le occasioni di incontro diretto tra<br />

produttore e consumatore rappresentano un grosso vantaggio per<br />

entrambe le parti, in termini di costi, conoscenza reciproca e crescita<br />

culturale.<br />

La creazione di queste opportunità rappresenta un passaggio<br />

essenziale per lo sviluppo dell’agricoltura biologica quale modello di<br />

sviluppo sostenibile.<br />

Fondamentale per l’agricoltore biologico risulta essere la<br />

partecipazione a alle fiere del settore, dove può non solo esporre i<br />

propri prodotti e concludere accordi commerciali, ma anche entrare in<br />

contatto diretto con nuovi fornitori.<br />

Nelle tabelle seguenti riportiamo due brevi schede sulle più importanti<br />

fiere del biologico, il Biofach in Germania ed il SANA in Italia.<br />

10 Cristina Grandi (IFOAM Liaison Office to FAO), Alternative Markets for<br />

Organic Product, Proceedings of International roundtable “Organic<br />

Agriculture and Market Linkages”, organized by FAO and IFOAM, Rome,<br />

November 2005.<br />

32


Tabella 5: BIOFACH, la fiera mondiale dell’agricoltura biologica<br />

Norimberga (GERMANIA), Febbraio<br />

Il BioFach, la fiera mondiale del biologico che si svolge ogni anno in febbraio a Norimberga, in<br />

Germania, si caratterizza per la sua vivacità, internazionalità ed alto tasso di innovatività. Può<br />

contare annualmente su 2100 espositori, due terzi dei quali stranieri, e più di 37.000 visitatori<br />

provenienti da oltre 110 nazioni. Il BioFach è patrocinato dall’IFOAM (la Federazione<br />

Internazionale dei Movimenti di Agricoltura Biologica) che ne stabilisce i criteri di ammissione e<br />

garantisce la qualità dei prodotti esposti. L’orgazizzazione del BioFach promuove inoltre eventi sul<br />

biologico in altri quattro continenti: Giappone, Stati Uniti, Sud Africa, Cina. Lo sviluppo di nuovi<br />

mercati del biologico rappresenta una grande opportunità per molte imprese del settore.<br />

Naturalmente anche in questi paesi devono essere stabilite regole precise se si vuole ottenere uno<br />

sviluppo del biologico al pari di quello registrato in Europa. In ognuno esistono regole diverse su<br />

commercializzazione, linee guida per la produzione e tutta la normativa di riferimento va<br />

uniformata, anche a vantaggio di una maggiore trasparenza per i consumatori. Le imprese hanno<br />

bisogno di consulenza qualificata su come operare nei diversi paesi in conformità al loro disposto<br />

normativo e il Biofach rappresenta un’ottima occasione informativa e di scambio di opinioni ed<br />

esperienze. La fiera internazionale di Norimberga conosce il mercato ed offre anche una<br />

panoramica completa sulle innovazioni del settore a livello mondiale. L’Ente fiere di Norimberga ed<br />

il Ministero Federale per l’Alimentazione, l’agricoltura Ministry for Food, Agriculture and Consumer<br />

Protectione la tutela dei consumatori (BMELV) sono i promotori della fiera, organizzata in<br />

collaborazione con l’Associazione tedesca per il commercio e l’industria (AUMA). Agli espositori<br />

sono offerte numerose soluzioni organizzative e la possibilità di partecipare a convegni e forum.<br />

Data la grossa affluenza in fiere le aziende interessate devono però pianificare per tempo la loro<br />

partecipazione, soprattutto quelle che intendono stabilire contatti proficui con le organizzazioni<br />

operanti sui mercati dell’Asia, del Nord America e del Sud America, con le quali è possibile<br />

realizzare incontri mirati.<br />

Accordi commerciali in fiera (fonte: NürnbergMesse)<br />

---http://www.biofach.de<br />

33


Tabella 6: SANA, la fiera italiana dell’agricoltura biologica<br />

Bologna (ITALIA), Settembre<br />

SANA, l’esposizione italiana di rilievo internazionale dei prodotti naturali (alimentazione, salute, ambiente)<br />

è uno dei principali eventi del mondo del naturale:<br />

• 85,000 mq di spazi espositivi<br />

• 16 padiglioni espositivi<br />

• 1,600 espositori, di cui 400 esteri provenienti da 45 Paesi d’Europa, U.S.A, Asia, Oceania, Africa<br />

• 70,000 visitatori – di cui 50.000 operatori professionali<br />

• 3.500 operatori stranieri provenienti da 50 Paesi di tutto il mondo<br />

• 77 convegni<br />

• 900 giornalisti presenti in fiera di cui 100 stranieri.<br />

La macro-area dell'Alimentazione, radice storica del Salone, occupa 8 padiglioni dedicati ai prodotti<br />

biologici e tipici certificati. Qui sono presenti produttori di tutte le Regioni italiane e delegazioni ufficiali di<br />

molti Paesi stranieri, dalla "A" di Argentina alla "U" di Uganda passando per l'Austria, il Brasile, la<br />

Germania, la Tunisia, ecc.<br />

I sei padiglioni dedicati alla Salute comprendono tutti i prodotti, le tecniche e gli strumenti utili al<br />

raggiungimento di un benessere olistico in chiave naturale: dai prodotti erboristici e fitoterapici ai cosmetici<br />

naturali, dalle medicine non convenzionali ai centri di benessere.<br />

Vivere “al naturale” significa anche dedicare attenzione all’ambiente in cui si vive e lavora, agli abiti che si<br />

indossano e all’impatto ambientale di tutti gli oggetti e le apparecchiature di uso quotidiano. Le tecniche e i<br />

prodotti per l'edilizia sostenibile, l’arredamento e l’abbigliamento ecologici e i tessuti naturali trovano nel<br />

settore Ambiente il luogo più adatto per esprimere un atteggiamento eco-compatibile a 360°, nel pieno<br />

rispetto dell’ambiente e della nostra salute. Due i padiglioni dedicati all'ambiente.<br />

SANA, sempre attenta al perseguimento dello sviluppo di una cultura ecologica anche tra I più giovani, ha<br />

creato in cooperazione con l’Ente fiere di Bologna la prima fiera dedicate al gioco ed all’educazione ecocompatibile<br />

dei più piccoli: SANALANDIA. Qui, sotto la<br />

guida di esperti educatori e la sorveglianza dei<br />

genitori, gli under 12 si sbizzarriscono fra giochi,<br />

percorsi, laboratori didattici e svariate attività ludicoeducative<br />

mirate ad instillare nei più piccoli il seme<br />

della loro importantissima “coscienza ecologica”.<br />

Letture e spettacoli incentrate sulle tematiche<br />

ecologiche si svolgono in speciali teatri naturali ed<br />

all’interno di speciali capanne di legno. Associazioni<br />

ed aziende offrono alimenti biologici di stagione e<br />

giocattoli costruiti in materiali eco-compatibili.<br />

SANA, oltre che appuntamento commerciale e<br />

immancabile momento di business, è caratterizzato da<br />

una fortissima valenza culturale. Il calendario dei convegni ospita ogni anno decine di congressi,<br />

workshop e tavole rotonde che riscuotono l'interesse di migliaia di operatori del settore, italiani e stranieri,<br />

e del pubblico. Ai numerosi convegni in calendario si aggiungono le iniziative speciali di cui SANA si fa<br />

ogni anno promotore: mostre-evento che accendono i riflettori su settori emergenti e nuovi "eco-trend".<br />

La disponibilità di una vetrina completa di prodotti di qualità, la valenza culturale del Salone e l’attualità dei<br />

temi trattati richiamano ogni anno la presenza di centinaia di giornalisti italiani ed esteri. Grazie a loro, i<br />

messaggi di SANA e dei suoi protagonisti vengono diffusi attraverso quotidiani, periodici, radio, televisioni<br />

e Internet. SANA ha sempre operato per far conoscere ai consumatori ed alle istituzioni I prodotti biologici<br />

di qualità e questo è potuto avvenire grazie alla partecipazione di migliaia di espositori e centinaia di<br />

giornalisti ed opinion leader che hanno contribuito a sviluppare il mercato del biologico sia a livello<br />

nazionale che internazionale. L’esposizione contribuisce attivamente insieme ai produttori, alle loro<br />

associazioni ed alla grande distribuzione alla diffusione della corretta informazione sui vantaggi del<br />

biologico rispetto all’ambiente ed alla salute, incidendo sui comportamenti dei consumatori, che risultano<br />

sempre più attenti alle loro scelte alimentari. Il biologico avvicina inoltre i consumatori ai luoghi di<br />

produzione, favorendo lo sviluppo rurale ed incentivando la “filiera corta” e la multifunzionalità dell’azienda<br />

agricola. Questo è lo spirito della fiera e di tutti gli operatori che vi partecipano.<br />

---<br />

http://www.sana.it<br />

34


Tra il 1990 ed il 2000 il mercato del biologico in Europa è cresciuto<br />

ogni anno del 25%, raggiungendo nel 2004 un giro d’affari di 11 bilioni<br />

di euro 11 (il mercato mondiale del biologico si è attestato intorno ai<br />

23,5 bilioni di euro 12 ).<br />

Il più grande mercato dei prodotti biologici è quello tedesco, con uno<br />

share maggiore del 30% del volume totale del mercato europeo (ca.<br />

3,5 bilioni di €), seguono il Regno Unito (1.6 bio €), l’Italia (1.4 bio €) e<br />

la Francia (1.2 bio €). La Danimarca è invece prima per la spesa<br />

procapite di prodotti biologici che ammonta a 60 €, mentre per la<br />

Svezia arriva a ca 45 €, 41 € per l’Austria, 40 € per la Germania. In<br />

molti altri paesi europei la spesa pro-capite per I prodotti biologici è<br />

comunque maggiore di 20 €: Belgio (29 €), Olanda (26 €), Francia (25<br />

€), Regno Unito e Italia (24 €) 13 .<br />

Questo trend positivo è legato a diverse ragioni:<br />

• perdita di fiducia nei prodotti convenzionali, alla luce di molteplici<br />

scandali alimentari;<br />

• desiderio di non trovare residui di pesticidi nel piatto;<br />

• desiderio di mangiare alimenti privi di organismi geneticamente<br />

modificati;<br />

• richiesta di standards sempre più elevati a garanzia del benessere<br />

animale;<br />

• domanda di protezione e rispetto ambientale;<br />

• desiderio di salvaguardare l’ambiente dalla contaminazione con<br />

organismi geneticamente modificati;<br />

• fiducia nel sistema di certificazione e nelle norme dell’agricoltura<br />

biologica.<br />

• salvaguardia della salute degli operatori agricoli.<br />

L’importanza dell’aspetto commerciale trova riscontro anche nel Piano<br />

di Azione Europeo per l’Agricoltura Biologica 14 , dove le principali<br />

proposte operative della Commissione Europea si rivolgono proprio<br />

allo “sviluppo di una guida informativa sul mercato delle bioproduzioni,<br />

con l’obiettivo di aumentare nei seguenti modi la fiducia<br />

11 Commission Européenne - Direction Générale De L'agriculture Et Du<br />

Développement Rural, Report « Organic farming in the European Union –<br />

Facts and Figures » ,Bruxelles, 2005.<br />

12 The World of Organic Agriculture 2006 - Statistics and Emerging Trends -<br />

8th revised edition, Ed. IFOAM,Bonn, 2006 (www.ifoam.org).<br />

13 Commissione Europea - Direzione Generale dell’Agricoltura e dello<br />

Sviluppo rurale, Report « Organic farming in the European Union – Facts<br />

and Figures», Bruxell, 2005.<br />

14 COM(2004)415 final - Bruxell, 10.06.2004.<br />

35


dei consumatori: fornendo loro maggiori informazioni, effettuando<br />

maggiore promozione del metodo sia tra i consumatori che tra gli<br />

operatori, incentivando l’uso del marchio europeo, anche a garanzia<br />

dei prodotti importati, creando più trasparenza sui diversi standards,<br />

aumentando la reperibilità dei prodotti, realizzando indagini statistiche<br />

da usare come strumento di marketing. La prima linea di azione<br />

prevista dal Piano comunitario riguarda inoltre proprio il mercato dei<br />

prodotti biologici e prevede di: “… Modificare il Regolamento<br />

comunitario n° 2826/2000 (promozione del mercato interno) il quale<br />

darà alla Commissione la possibilità di promuovere direttamente<br />

campagne informative/promozionali sul biologico. Avviare una<br />

campagna europea pluriennale per informare consumatori, istituzioni<br />

pubbliche, scuole ed altri attori chiave della filiera agroalimentare sui<br />

vantaggi dell’agricoltura biologica, specialmente dal punto di vista<br />

ambientale, ed aumentare la conoscenza dei prodotti da agricoltura<br />

biologica e del marchio europeo. Avviare campagne informative e<br />

promozionali rivolte a categorie mirate quali quelle dei consumatori<br />

occasionali e delle mense pubbliche. Incrementare le collaborazioni<br />

della Commissione con gli Stati membri e le Organizzazioni<br />

professionali al fine di sviluppare nuove strategie per la realizzazione<br />

delle suddette campagne.<br />

2.1. Pianificazione e gestione degli acquisti<br />

L’operatore agricolo che intende adottare il metodo di produzione<br />

biologico deve sapere che sta per approcciare un metodo sottoposto<br />

ad un completo controllo di processo, lungo tutte le fasi della filiera<br />

produttiva. Sarà quindi necessario selezionare accuratamente tutti i<br />

fornitori di mezzi tecnici e di materia prima. Tutti dovranno infatti a loro<br />

volta sottostare al sistema comunitario di controllo. In particolare<br />

coloro che oltre alle produzioni aziendali confezionano e/o<br />

trasformano prodotti provenienti anche da altre realtà aziendali<br />

dovranno effettuare un’accurata pianificazione temporale degli<br />

acquisti, al fine di evitare interruzioni improvvise del ciclo produttivo.<br />

E’ consigliabile inoltre avere contratti di conferimento con fornitori<br />

diversi, piuttosto che un unico grande accordo commerciale. In tal<br />

modo, qualora problemi tecnici o commerciali impedissero<br />

l’approvviggionamento da un fornitore, ci si potrà sempre rivolgere alle<br />

altre ditte, garantendo continuità alla produzione. In agricoltura<br />

biologica non è sempre facile reperire la materia prima necessaria e,<br />

in alcuni periodi di scarsa produzione o avversità atmosferiche, la<br />

concorrenza tra gli operatori può determinare aumenti anche<br />

considerevoli dei prezzi di acquisto. E’ quindi sempre consigliabile<br />

determinare (e contrattualizzare!) preventivamente il prezzo di<br />

36


acquisto, eventualmente fissando un range tra il prezzo minimo e<br />

quello massimo, dipendenti dall’evoluzione del mercato.<br />

Molta attenzione dovrà essere poi riposta nella pianificazione degli<br />

acquisti dei mezzi tecnici (semi, fertilizzanti, prodotti per la difesa,<br />

etc.), non sempre di facile reperibilità, soprattutto nelle aree interne,<br />

lontane dai grandi centri di acquisto. Ad esempio l’ordinativo di<br />

acquisto dei semi dovrà essere effettuato almeno con due mesi di<br />

anticipo rispetto al periodo di semina. Qualora infatti non si riuscisse a<br />

reperire materiale certificato della cultivar desiderata, l’operatore<br />

dovrà valutare se modificare la propria scelta o chiedere all’Ente di<br />

certificazione una deroga all’utilizzo di seme biologico. Per fare questo<br />

dovrà comunque aver svolto preventivamente un’indagine presso<br />

l’Autorità nazionale competente sull’effettiva non disponibilità sul<br />

mercato del seme richiesto. La risposta dell’Autorità preposta alla<br />

gestione dell’albo delle sementi biologiche non avviene generalmente<br />

in breve tempo, sia perché in alcuni periodi le richieste sono molto<br />

numerose, sia perché vanno consultate le banche dati europee per<br />

verificare l’eventuale disponibilità del seme in altri paesi dell’Unione<br />

Europea.<br />

In agricoltura biologica anche la gestione degli acquisti, come del<br />

resto ogni singola fase del processo produttivo, deve basarsi su<br />

un’attenta e puntuale pianificazione, al fine di evitare problemi tecnici<br />

e burocratici.<br />

2.1.a Scelta dei fornitori<br />

Per evitare di effettuare acquisti non conformi alla vigente normativa<br />

comunitaria, in continua evoluzione, gli operatori dovranno<br />

preferibilmente acquistare mezzi tecnici (fertilizzanti, prodotti per la<br />

difesa, sementi, ecc.) direttamente da fornitori specializzati, in grado<br />

di dare anche consigli circa il loro corretto impiego. A livello<br />

comunitario il regolamento n° 889/2008 elenca tutti i mezzi tecnici<br />

utilizzabili in agricoltura biologica. Bisogna però far attenzione alle<br />

diverse disposizioni nazionali ed alla diversa interpretazione del<br />

regolamento nei diversi Stati 15 .<br />

Appropriati fertilizzanti, semi, prodotti per la difesa fitosanitaria, ed<br />

attrezzature impiegabili nel biologico possono essere reperiti con<br />

difficoltà. In alcuni paesi ci sono registri ufficiali dei produttori e dei<br />

distributori di mezzi tecnici. Per esempio il Ministero dell’Agricoltura<br />

15 Il progetto “Organic Inputs Evaluation” è un progetto di Azione Concertata a<br />

livello europeo, promosso nell’ambito del Programma Qualità della vita (5°<br />

Programma quadro) circa la valutazione degli inputs autorizzati in<br />

agricoltura biologica (www.organicinputs.org).<br />

37


italiano richiede alle ditte produttrici / distributrici di comunicare e di<br />

depositare un campione di etichetta presso l’Istituto Nazionale per la<br />

Nutrizione delle piante. Dopo aver effettuato tutte le verifiche<br />

necessarie, l’Istituto provvede periodicamente ad aggiornare la lista<br />

delle imprese e dei prodotti idonei all’impiego in biologico 16 . L’elenco<br />

pubblicato, noto come “Registro dei Fertilizzanti per l’Agricoltura<br />

Biologica”, contiene i fertilizzanti le cui comunicazioni hanno superato<br />

le fasi di verifica. Al fine di inserire nel Registro I fertilizzanti relative a<br />

nuove comunicazioni, sono previsti continui aggiornamenti.<br />

Ci sono inoltre Data Base dei mezzi tecnici consultabili sul web; per<br />

esempio “OrganicXseeds”: un DB sui fornitori europei di semi da<br />

agricoltura biologica, gestito da un Consorzio di organizzazioni. Il<br />

servizio è a pagamento ed è accessibile all’indirizzo<br />

www.organicxseeds.com.<br />

Sempre su internet sono disponibili cataloghi di fornitori di mezzi<br />

tecnici certificati per l’agricoltura biologica (per Bio Europe 17<br />

pubblicato in Italia), contenenti informazioni dettagliate sulle aziende<br />

produttrici/distributrici.<br />

E’ da evidenziare che, in riferimento ai trasformatori di prodotti<br />

biologici, anche le materie prime devono provenire da aziende a loro<br />

volta certificate bio ai sensi della vigente normativa comunitaria. Di<br />

conseguenza è necessario, quando si effettuano gli<br />

approvvigionamenti, acquisire le relative certificazioni, i cui estremi<br />

vanno riportati nei registri aziendali. Quando si acquistano semi e<br />

foraggi è inoltre importante acquisire anche la certificazione OGM<br />

free.<br />

2.1.b Scelta dei canali di approvviggionamento<br />

A causa della scarsa diffusione dei centri specializzati nel biologico,<br />

gli operatori acquistano i mezzi tecnici sia nei punti vendita biologici<br />

che in quelli convenzionali.<br />

Negli ultimi tempi si è però aperta la strada del commercio elettronico,<br />

con la possibilità di effettuare acquisti in grossi centri specializzati,<br />

direttamente dalla propria azienda. In questo caso diminuiscono i<br />

rischi di acquistare prodotti non conformi alla normativa comunitaria,<br />

anche se i prezzi possono risultare più alti a causa delle spese di<br />

trasporto. Un ulteriore vantaggio è però quello di poter<br />

preventivamente visionare on-line i prodotti e le relative certificazioni.<br />

16 www.isnp.it/fertab_eng/index.htm<br />

17 www.biobank.it<br />

38


2.2. Commercializzazione delle produzioni aziendali<br />

Nel settore dell’agricoltura biologica si discute molto sulle<br />

problematiche connesse al commercio. Inizialmente si discuteva<br />

molto se entrare o meno nella grande distribuzione, oggi le tematiche<br />

di attualità sono la filiera corta, i punti vendita aziendali, la ristorazione<br />

collettiva (in particolare mense scolastiche, ospedali, ecc.), il<br />

commercio equo e solidale.<br />

Tabella 7: Settimana del biologico nelle mense della Commissione Europea e del<br />

Consiglio Europeo in Bruxelles<br />

Il gruppo IFOAM Europa ha organizzato insieme alla Presidenza austriaca la<br />

SETTIMANA BIOLOGICA nelle mense della Commissione Europea e del Consiglio<br />

Europeo in Bruxelles. L’evento ha avuto luogo per la prima volta dal 17 al 24 maggio<br />

2006. Durante questo periodo i membri delle istituzioni europee ed i loro ospiti hanno<br />

avuto la possibilità di degustare ed apprezzare molti alimenti biologici. Questa iniziativa<br />

pubblico-privata si proponeva di promuovere l’uso dei prodotti biologici nelle mense<br />

pubbliche e di sottolineare l’importante ruolo che può svolgere il catering nelle<br />

dinamiche di sviluppo del settore.<br />

Le mense della Commissione e del Consiglio europeo servono migliaia di pasti al<br />

giorno e possono dare il buon esempio in ambito europeo.<br />

Anche nel settore privato sono state realizzate con successo mense biologiche, come<br />

nel caso dell’IKEA (che ha servito un milione di pasti nel 2006), degli Scandic Hotels o<br />

della banca WestLB con il 22% di pasti biologici. In Olanda 10 grandi ONG con 4<br />

milioni di associati hanno firmato un accordo per convertire il proprio catering<br />

completamente al biologico.<br />

Questi esempi mostrano come il catering possa contribuire significativamente ad<br />

incrementare il mercato delle produzioni biologiche. Le Istituzioni nazionali ed europee<br />

conoscono molto bene questa potenzialità e con l’iniziativa della SETTIMANA<br />

BIOLOGICA la Presidenza austriaca in collaborazione con l’IFOAM ha inteso<br />

sottolineare l’importanza del Piano di Azione Europeo per l’Agricoltura Biologica,<br />

approvato nel 2004.<br />

----<br />

Fonte: IFOAM<br />

Gli Enti pubblici sono i maggiori consumatori d’Europa, spendendo<br />

circa il 16% del prodotto interno lordo (che è una somma equivalente<br />

al PIL della Germania!). Possono quindi contribuire pesantemente allo<br />

sviluppo sostenibile, orientando il loro potere di acquisto verso beni e<br />

servizi che rispettano l’ambiente.<br />

39


Gli acquisti “Verdi” possono essere considerati un esempio concreto<br />

di come orientare il mercato. Promuovendo gli appalti Verdi gli Enti<br />

pubblici possono sostenere le industrie con incentivi reali per lo<br />

sviluppo delle tecnologie pulite. Per qualche settore l’impatto può<br />

essere veramente significativo, considerata l’elevata quota di mercato<br />

che occupano gli acquisti pubblici.<br />

La Commissione Europea ha predisposto un manuale 18 per aiutare gli<br />

Enti pubblici a promuovere appalti pubblici eco-compatibili e<br />

sviluppare una politica degli acquisti verdi. Esso illustra in modo<br />

pratico le possibilità e le soluzioni offerte dalla normativa comunitaria<br />

per l’elaborazione di gare di appalto pubbliche che tengano conto<br />

dell’eco-sostenibilità degli acquisti. Il manuale 19 è disponibile sul sito<br />

web della Commissione dedicato al Green Public Procurement, il<br />

quale contiene ulteriori informazioni pratiche, compresi links e contatti.<br />

L’agricoltura biologica può contribuire concretamente allo sviluppo<br />

economico locale ed alla sua diversificazione, sviluppando l’identità e<br />

la promozione del territorio e rivitalizzando sia le comunità rurali che le<br />

città. Per esempio in Italia diversi anni fa l’AIAB (Associazione Italiana<br />

per l’Agricoltura Biologica) ha promosso la costituzione di un network,<br />

chiamato “Città del Bio” 20 , aperto a tutte le pubbliche amministrazioni<br />

che intendono investire in politiche di supporto all’agricoltura biologica<br />

in quanto modello di sviluppo sostenibile del territorio.<br />

Immagine 4: Logo Città del Bio<br />

18 Commission of the European Communities, Handbook on environmental<br />

public procurement, Brussels, 18.8.2004 – SEC(2004) 1050.<br />

19 http://europa.eu.int/comm/environment/gpp/<br />

20 www.cittadelbio.it<br />

40


L’introduzione degli alimenti biologici all’interno delle mense<br />

pubbliche, a cominciare da quelle scolastiche, sta diventando uno dei<br />

primi campi di attività del network delle Città del Bio, contestualmente<br />

all’educazione alimentare. Il network promuove anche i Bio-distretti<br />

rurali, che non sono nuove entità amministrative ma un<br />

coordinamento di Enti che opera per la conversione sostenibile del<br />

territorio e la valorizzazione delle sue tipicità e bio-eccellenze. Essi<br />

sono degli strumenti di programmazione territoriale in grado di<br />

promuovere nuovi investimenti coinvolgendo gli stake-holders (sia<br />

pubblici che privati) in progetti di promozione dell’agricoltura biologica,<br />

del turismo rurale, dell’artigianato locale e delle imprese ecocompatibili.<br />

Un esempio di bio-distretto è quello denominato “Biodistretto<br />

Cilento”, coordinato dall’Associazione Italiana per<br />

l’Agricoltura Biologica. La progettualità comune avviata dai<br />

componenti del Bio-distretto ha già portato alla valorizzazione delle<br />

più importanti filiere produttive del territorio (maiale nero, fico bianco<br />

del Cilento, miele, fagiolo, olio) ed ha attivato finanziamenti regionali e<br />

provinciali che hanno consentito l’avvio del progetto delle Bio-spiagge.<br />

Quest’ultimo prevede di valorizzare la tipicità e la bio-diversità del<br />

territorio attraverso la creazione di bio-sentieri in grado di condurre i<br />

turisti dalle spiagge alle aree rurali interne, attraversando aree<br />

protette, aziende agricole ed agriturismi, alla scoperta delle antiche<br />

tradizioni e dei mestieri dimenticati.<br />

2.2.a Scelta dei clienti<br />

L’importanza dei canali di vendita differisce notevolmente nei diversi<br />

Stati membri dell’Unione Europea e, spesso, anche nelle diverse aree<br />

dei singoli Paesi. Così mentre in Belgio, Germania, Grecia, Francia<br />

Lussemburgo, Irlanda, Italia, Olanda e Spagna, prevale nettamente la<br />

vendita diretta e quella in negozi specializzati (anche se negli ultimi<br />

anni lo share della vendita nella grande distribuzione è notevolmente<br />

aumentato) in Danimarca, Finlandia, Svezia, Regno Unito, Irlanda,<br />

Ungheria e Repubblica Ceca, la gran parte delle vendite avviene nei<br />

supermercati (>60%) ed in negozi di alimentari non specializzati nel<br />

biologico. Gli esperti sono convinti che nei Paesi dove i prodotti<br />

biologici sono venduti principalmente attraverso i supermercati la<br />

quota di mercato è e rimarrà più alta rispetto agli altri stati 21 .<br />

21 Rapporto della Commissione Europea (G2 EW – JK D(2005) “Organic<br />

farming in the European Union – Facts and Figures”, Bruxelles, 3<br />

Novembre 2005.<br />

41


La vendita diretta in tutte le sue forme riveste però una grande<br />

importanza sia per i produttori che per i consumatori, e non va<br />

pertanto sottovalutata, bensì sostenuta ed incentivata. I vantaggi per il<br />

consumatore sono i seguenti: riduzione dei prezzi, rispetto della<br />

stagionalità e della freschezza dei prodotti, conoscenza dei prodotti e<br />

del territorio di origine. Vantaggi per il produttore: aumento del profitto,<br />

rapporto diretto con il consumatore, attuazione del nuovo ruolo<br />

dell’agricoltore (guardiano del territorio), vendita di prodotti e varietà<br />

locali.<br />

Ci sono diverse tipologie e modalità di vendita diretta:<br />

• “agricoltori in città”: mercatini locali, gruppi di acquisto (ad es.<br />

campagna “G.O.D.O. a cura dell’AIAB), eventi promozionali;<br />

• “cittadini in azienda”: punti vendita aziendali, agriturismi, fattorie<br />

didattiche, ecc..<br />

La vendita diretta e gli spacci aziendali sono molto importanti nelle<br />

aree rurali, specialmente se abbinati ad attività agrituristica ed alla<br />

ristorazione locale.<br />

Immagine 5: esempio di “cittadini in azienda”<br />

42


Immagine 6: esempio di “agricoltori in città”<br />

Per contro la Grande distribuzione può commercializzare quantitativi<br />

di prodotto ben maggiori rispetto ai punti vendita aziendali, alle<br />

erboristerie ed ai negozi specializzati nel biologico ed ha il pregio di<br />

far avvicinare al biologico un gran numero di consumatori. Qualche<br />

supermercato svolge anche attività promozionale del biologico,<br />

facendo degustare i prodotti e distribuendo materiale informativo. Il<br />

numero dei supermercati che vendono il biologico è in aumento in<br />

tutta Europa. Va comunque sottolineato che nel mondo del biologico<br />

sono molti coloro che non vedono di buon occhio la vendita nei<br />

supermercati, che rappresentano comunque dei centri di potere che<br />

decidono, spesso a discapito dei produttori, prezzi e quantitativi di<br />

merce da vendere, oltre a reinvestire i notevoli guadagni in attività non<br />

sempre etiche.<br />

Una soluzione migliore può essere rappresentata dai “supermercati<br />

biologici”, possibilmente a loro volta certificati sia secondo le norme<br />

del biologico che di quelle del Commercio Equo e solidale. Essi<br />

stanno di recente nascendo un po’ in tutti i Paesi, sono caratterizzati<br />

da un offerta estremamente ampia di prodotti e da superfici espositive<br />

maggiori di 300 m². Questo canale distributivo assomma i vantaggi dei<br />

supermercati convenzionali (maggiori volumi di vendita,<br />

avvicinamento al biologico di nuova utenza) a quelli dei punti vendita<br />

specializzati nel biologico (maggiori informazioni per il consumatore,<br />

43


competenza nell’approvviggionamento e nella vendita degli alimenti<br />

biologici.<br />

Molti consumatori continuano comunque a preferire un altro tipo di<br />

punto vendita, più vicino ai produttori, e la filiera corta (con indubbi<br />

maggiori vantaggi anche per le stesse aziende agricole). In<br />

considerazione del disposto normativo comunitario molti controlli<br />

vengono effettuati nei punti vendita dalle Autorità preposte ed i<br />

consumatori continuano a richiedere sempre più controlli severi ed<br />

imparziali, in particolare su frutta e verdura. A tal riguardo si precisa<br />

che anche i punti vendita devono assoggettarsi ad un sistema di<br />

controllo e certificazione, come previsto dalla regolamentazione<br />

comunitaria. Di conseguenza gli Enti di certificazione del biologico<br />

hanno implementato specifiche procedure per il controllo e la<br />

certificazione dei punti vendita, finalizzate alla verifica della loro<br />

conformità alle norme comunitarie.<br />

È anche in forte espansione il settore del catering e della ristorazione<br />

biologica; ogni anno un numero sempre maggiore di ristoranti e bar<br />

servono prodotti biologici. I governi nazionali incoraggiano inoltre l’uso<br />

di prodotti biologici nelle mense pubbliche ed è in aumento il numero<br />

delle mense scolastiche che somministrano prodotti biologici.<br />

2.2.b Come vendere il prodotto da agricoltura biologica<br />

La filiera produttiva agrobiologica rappresenta un tipico settore<br />

orientato dal consumatore, il quale richiede trasparenza e controllo in<br />

tutte le fasi del processo produttivo/distributivo. Uno slogan ricorrente<br />

è: comprare locale, biologico e in fiera 22 .<br />

La tracciabilità e la trasparenza rappresentano delle preziose chiavi di<br />

marketing per le produzioni biologiche. L’Unione Europea, a partire<br />

dalla pubblicazione del Regolamento n° 178/2002, ha stabilito norme<br />

precise sull’adozione dei sistemi di tracciabilità, che dal 2005 sono<br />

divenute obbligatorie anche per le aziende agricole. Il marketing delle<br />

produzioni agroalimentari “tracciate” è caratterizzato dalla diffusione di<br />

informazioni sul processo stesso, dalla efficiente comunicazione dei<br />

dati sulla tracciabilità e da ogni altra informazione sull’origine del<br />

prodotto. Tutte queste informazioni vengono registrate in un sistema<br />

informatico sulla produzione, disponibile per i consumatori. Tutto<br />

questo fornisce un elevato valore aggiunto ai prodotti ed apre nuove<br />

prospettive di marketing.<br />

22 Nadia El-Hage Scialabba (Food and Agriculture Organization delle Nazioni<br />

Unite), Global Trends in Organic Agriculture Markets and Countries’<br />

demand for FAO assistance, Atti della Tavola rotonda internazionale<br />

“Organic Agriculture and Market Linkages”, organizzata dalla FAO e<br />

dall’IFOAM, Roma, Novembre 2005.<br />

44


Le potenzialità sono enormi, in considerazione dell’immagine e del<br />

valore rappresentato dalla disponibilita per ogni prodotto di una<br />

completa e trasparente documentazione di riferimento.<br />

Lo strumento tecnologico utilizzato per consentire un’agevole fruizione<br />

del servizio è generalmente un portale di Internet navigabile<br />

attraverso un normale browser (tipo Explorer, Netscape, ecc.), che<br />

consente al consumatore di acquisire tutte le informazioni desiderate<br />

semplicemente digitando sulla tastiera un codice riportato in etichetta.<br />

Questo dà all’utente la sensazione di essere presente “virtualmente”<br />

all’interno dell’azienda, potendo controllare anche in che modo è stato<br />

prodotto l’alimento che si ritrova sulla tavola.<br />

Immagine 7: esempio di portale Internet sulla tracciabilità<br />

delle produzioni biologiche<br />

Nell’agricoltura pre-industriale la vendita dei prodotti agricoli era<br />

basata sul contatto diretto tra produttore e consumatore, il quale<br />

conosceva sempre la provenienza degli alimenti. La globalizzazione<br />

dei mercati ha creato invece una distanza enorme, sia fisica che<br />

mentale. Ultimamente si è tentato di ridurre questa distanza attraverso<br />

la tracciabilità di filiera, che utilizzando anche di strumenti informatici<br />

consente al consumatore di conoscere tutti i passaggi intermedi e di<br />

risalire al produttore. Anche le azioni di marketing sono notevolmente<br />

cambiate nel corso degli anni. Il 20° secolo si è caratterizzato per il<br />

grande successo delle produzioni di massa, con lo scopo di vendere<br />

45


lo stesso prodotto al più alto numero di consumatori. Adesso è il<br />

momento delle personalizzazioni, dei “prodotti fatti solo per te”, che<br />

anche se vengono in realtà prodotti su larga scala possono subire con<br />

l’aiuto delle nuove tecnologie personalizzazioni basate sulle esigenze<br />

individuali. Il trend attuale è per il marketing “one-to-one”, che ha<br />

l’obiettivo di vendere di più (anche più prodotti) ad un singolo<br />

acquirente. Il direct marketing, la vendita diretta dei prodotti agricoli,<br />

ha avuto un forte impulso con la diffusione dell’informatica. Un metodo<br />

di vendita millenario grazie alle nuove tecniche dell’informazione, ed<br />

in particolare ad Internet ed alla diffusione del web, ha consentito di<br />

fare acquisti direttamente da casa. L’uso di Internet è diventato anche<br />

fondamentale nello stabilire contatti diretti tra partners commerciali<br />

(B2B = Business to Business), nel procurare contratti e nella logistica.<br />

Fare web-marketing vuol dire personalizzare prodotti, servizi e prezzi.<br />

Il punto è: soddisfare le richieste individuali al più basso prezzo<br />

possibile, grazie ai grossi volumi di merce movimentata.<br />

Con l’E-commerce i rapporti diretti di vendita avvengono attraverso il<br />

computer e con l’ausilio di particolari software che assicurano la<br />

conclusione delle transazioni. La difficoltà maggiore è rappresentata<br />

dalla consegna del prodotto a casa dell’acquirente, che può risultare<br />

costosa, anche in termini logistici.<br />

In linea di massima va però considerato che l’utilizzo degli strumenti di<br />

marketing alternativo spesso ha portato ad una riduzione dei prezzi al<br />

consumo e ad un incremento dei guadagni dell’agricoltore. Senza<br />

considerare il grande vantaggio che si offre al consumatore di<br />

conoscere con precisione l’azienda di produzione. C’è chiaramente<br />

una una grande differenza qualitativa tra i sistemi di marketing diretto<br />

e quelli anonimi dei mercato di massa. Il contatto diretto (anche se<br />

attuato in maniera “virtuale”) produttore-consumatore permette di<br />

stabilire forti contatti con i territori di produzione (che magari saranno<br />

un giorno anche visitati dal consumatore) e consente di comprendere<br />

meglio cos’è il metodo di produzione biologico.<br />

46


Immagine 8: esempio di E-commerce: www.eurorganicshop.com<br />

In tutto il mondo il movimento del biologico ha registrato un grande<br />

interesse dei consumatori per questi nuovi sistemi di vendita diretta.<br />

Sono in corso molte sperimentazioni, in alcuni casi supportate dai<br />

governi nazionali. L’IFOAM supporta queste iniziative, sviluppando<br />

nuovi strumenti e scambi di esperienza 23 .<br />

23 Cristina Grandi (IFOAM Liaison Office to FAO), Alternative Markets for<br />

Organic Product, Atti della Tavola rotunda internazionale “Organic<br />

Agriculture and Market Linkages”, organizzata dalla FAO e dall’IFOAM,<br />

Roma, Novembre 2005.<br />

47


CAPITOLO 3. <strong>ALLEVAMENTO</strong> <strong>BIOLOGICO</strong> <strong>DEI</strong> <strong>BOVINI</strong> <strong>DA</strong> <strong>CARNE</strong><br />

3.1 Introduzione<br />

Nella fase di conversione al biologico di un allevamento bovino da<br />

carne condotto con tecniche convenzionali occorre seguire nella<br />

gestione aziendale quotidiana una serie di prescrizioni molto<br />

importanti.<br />

La dieta, la riproduzione, la gestione dell'animale e le cure igienicosanitarie,<br />

congiuntamente alle strutture d’allevamento ed al<br />

trattamento dei reflui zootecnici, sono le principali funzioni che<br />

bisogna conoscere se si intende convertire al biologico un’azienda<br />

zootecnica. Risiede infatti proprio nella diversa gestione di questi<br />

aspetti la particolarità di un’azienda biologica rispetto ad una<br />

convenzionale.<br />

Tutti i punti trattati in questo capitolo sull’allevamento biologico dei<br />

bovini da carne sono intimamente collegati tra loro e non possono<br />

essere considerati separatamente, influenzandosi di fatto<br />

reciprocamente. Bisognerebbe quindi cercare di mantenere un<br />

equilibrio speciale tra di loro, senza alterarne seriamente nessuno,<br />

dato che le ripercussioni sugli altri elementi sarebbero immediate e<br />

spesso imprevedibili.<br />

Di conseguenza, non possiamo ad esempio affrontare isolatamente<br />

l'argomento della dieta alimentare, perché essa ha un'influenza<br />

decisiva anche sulla riproduzione e sulla salute degli animali. Una<br />

dieta povera durante i periodi di penuria (ad es. durante gli inverni<br />

rigidi), sia in termini qualitativi che quantitativi, ha un effetto negativo<br />

sugli animali in calore, sul peso dei vitelli alla nascita, provoca un più<br />

alto tasso di ritenzione della placenta, ecc.. Un’alimentazione<br />

eccessiva delle vacche, lo stesso può provocare complicazioni<br />

durante la fase del parto.<br />

I disordini alimentari, per esempio eccesso di carboidrati o mancanza<br />

di fibra grezza, avranno inevitabilmente effetti negativi sulla salute<br />

degli animali, predisponendoli maggiormente all’attacco delle malattie.<br />

La somministrazione di cibo in quantità limitata può portare<br />

all’aumento del livello di stress e sconforto, con manifestazioni<br />

aggressive che possono causare anche delle lesioni negli animali, i<br />

quali si indeboliscono e diventano più facilmente attaccabili dalle<br />

malattie.<br />

Un altro esempio, che conferma le interrelazioni esistenti fra tutte le<br />

voci esaminate, riguarda il comfort dell’animale. Quando si trovano<br />

all’aperto nel loro ambiente naturale, con la possibilità di fare tutte le<br />

cose tipiche del loro comportamento naturale, quali leccarsi,<br />

allungarsi, giocare, combattere, ecc., diminuiscono considerevolmente<br />

48


le probabilità che questi animali si ammalino. Invece, quando la parte<br />

del loro comportamento innato è repressa o vengono inibite alcune<br />

caratteristiche tipiche del loro istinto naturale, insorge lo stress e le<br />

malattie hanno vita più facile.<br />

Le strutture d’allevamento mal tenute, come nel caso dei ricoveri con<br />

un'accumulo eccessivo di letame, o troppa ventilazione o eccessiva<br />

temperatura, aumentano l’insorgenza di determinate malattie ed<br />

affezioni dell’apparato respiratorio.<br />

Di conseguenza, per evitare la predisposizione degli animali alle<br />

malattie, è buona norma tenere sotto controllo tutti questi fattori,<br />

possibilmente in modo coordinato.<br />

Nelle varie parti di questo capitolo verranno trattate le principali<br />

disposizioni stabilite dalla normativa comunitaria del biologico, ma è<br />

importante tenere sempre presente che ogni azienda agricola<br />

biologica è differente dalle altre e presenterà quinti molte variabili che<br />

faciliteranno o ostacoleranno la normale riconversione.<br />

La trattazione della dieta alimentare (paragrafo 3.2) include, tra i<br />

fattori più importanti, l'uso e lo sfruttamento delle risorse naturali,<br />

integrate, durante i periodi di penuria, con i formulati biologici od i<br />

foraggi essiccati. Gli allevamenti bovini che dispongono anche di<br />

produzioni vegetali in conversione, possono sfruttarle per integrare la<br />

razione alimentare, rendendo economicamente più conveniente<br />

l’attività. Sempre in questo paragrafo vengono anche trattate la<br />

coltivazione biologica dei cereali, impiegati per produrre il foraggio per<br />

l’alimentazione dei bovini, ed il metodo di amministrazione del<br />

programma d'alimentazione del bestiame, in relazione ai bisogni<br />

nutrizionali ed alla distribuzione della razione alimentare, anch’essa<br />

opportunamente contraddistinta e tracciata.<br />

La trattazione della riproduzione (paragrafo 3.3), include la pratica<br />

della monta naturale, che deve essere sempre incoraggiata e<br />

preferita, e l'inseminazione artificiale. Viene inoltre suggerito lo studio<br />

del programma d'allevamento di ogni azienda agricola e vengono<br />

trattate le funzioni ed i sintomi che contraddistinguono il parto delle<br />

vacche e la nascita della prole.<br />

La trattazione della cura e della gestione dell’allevamento<br />

biologico dei bovini da carne (paragrafo 3.4) considera le modalità<br />

da seguire per assecondare i bisogni degli animali e per aumentare il<br />

loro benessere, così come pure le modalità per ridurre lo stress nella<br />

delicata fase del trasporto al macello, che tra l’altro potrebbe<br />

comportare un deterioramento della qualità delle carni, se non<br />

venissero prese tutte le precauzioni necessarie. Inoltre vengono<br />

definite le buone norme per il pascolo ed il controllo della densità delle<br />

49


mandrie, così come pure i vantaggi e gli svantaggi degli allevamenti in<br />

stalla.<br />

La trattazione delle misure sanitarie (paragrafo 3.5) prende in<br />

considerazione la grande differenza di approccio del metodo biologico<br />

rispetto a quello convenzionale; infatti gli interventi sanitari sono<br />

basati nel biologico sulla prevenzione della malattia piuttosto che sul<br />

suo trattamento. La prevenzione è effettuata attraverso l’adozione di<br />

una dieta di qualità e la riduzione delle situazioni di stress, che<br />

predispongono gli animali alle malattie. In caso di attacco, l'animale<br />

inizialmente sarà trattato con le terapie alternative e, solo in<br />

mancanza di risposta positiva, con i presidi medici allopatici, la priorità<br />

è infatti quella di salvaguardare la vita ed il benessere dell’animale.<br />

Le strutture d’allevamento (paragrafo 3.6) devono consentire la<br />

libertà di movimento dell’animale, così come gli interventi igienicosanitari<br />

devono tener conto del benessere animale. Le strutture<br />

variano a seconda del tipo di allevamento, all’aperto o al chiuso, e<br />

devono sempre assicurare il massimo comfort.<br />

La gestione dei reflui zootecnici (paragrafo 3.7) completa l’analisi<br />

del ciclo di produzione all’interno dell’azienda. Il corretto trattamento<br />

dei reflui è necessario per garantire l'equilibrio ambientale ed evitare<br />

la contaminazione del luogo in cui gli animali vivono. Grande spazio è<br />

stato poi riservato alla trattazione del compost e del letame, che<br />

rappresentano due dei più importanti fertilizzanti per le aziende<br />

agricole biologiche.<br />

Ricapitolando: in questo capitolo tratteremo tutte le principali<br />

problematiche che interessano l’allevatore di bovini da carne che<br />

intende convertire la propria azienda al metodo di produzione<br />

biologico, al fine di immettere sul mercato carni di qualità, esenti da<br />

residui chimici, ottenute nel rispetto dell’ambiente e della salute, sia<br />

degli operatori che dei consumatori.<br />

3.2 L’alimentazione biologica dei bovini da carne<br />

3.2.a Gestione del programma alimentare<br />

In un allevamento biologico di bovini da carne, la maggior parte del<br />

tempo è amministrato in funzione dell'alimentazione animale, la quale<br />

si basa sull’utilizzo delle risorse naturali reperibili direttamente in<br />

azienda. Sono incluse tra queste risorse naturali il pascolo, nel<br />

significato più rigoroso del termine, le foglie degli alberi, la frutta, ecc..<br />

La dieta dovrebbe garantire la qualità del prodotto finale ed il<br />

soddisfacimento del fabbisogno nutrizionali degli animali nelle sue<br />

diverse fasi di vita.<br />

Una dieta povera può favorire l’insorgere di malattie e ridurre i tassi di<br />

produzione. La mancanza di minerali, vitamine, fibra, concentrati,<br />

50


ecc., genera problemi che possono mettere a rischio la vita stessa<br />

degli animali.<br />

In larga misura, la dieta biologica si basa sull’utilizzo delle risorse<br />

naturali attraverso un sistema di rotazione dei pascoli che lega la<br />

densità delle mandrie all'estensione delle parcelle di terreno, così da<br />

evitante i possibili problemi generati dal pascolo intensivo.<br />

Quest’ultimo ha infatti effetti negativi sull'ambiente, quali l’erosione del<br />

suolo, difficoltà di recupero dei pascoli, accumulo di letame con<br />

conseguenti alte concentrazioni di azoto; tutte circostanze che<br />

comportano l’insorgenza di molte malattie e problematiche igienicosanitarie.<br />

Per garantire la giusta densità delle mandrie nelle singole<br />

parcelle di terreno, è stato stabilito a livello normativo un numero<br />

massimo di capi per ettaro che, a sua volta, coincide con la<br />

concentrazione massima di azoto che può essere assorbito dal suolo,<br />

fissato in 170 chilogrammi per ettaro/anno.<br />

N. massimo di animali per<br />

Età dell’animale<br />

ettaro<br />

(170 kg di N/ha/anno)<br />

Bovini maschi al di sotto di un anno 5<br />

Bovini da uno a due anni 3.3<br />

Bovini maschi con più di due anni 2<br />

Giovenche da allevamento/ingrasso 2.5<br />

Vacche 2.5<br />

Durante i periodi in cui le risorse naturali sono insufficienti, il bestiame<br />

dovrebbe essere alimentato con foraggi ottenuti con il metodo<br />

dell’agricoltura biologica. Le aziende in conversione, nelle quali<br />

vengono coltivati foraggi e cereali per l’alimentazione degli animali<br />

(autosufficienti), sono autorizzate ad includere nella razione<br />

alimentare fino al 60% di mangime secco in conversione. Le altre<br />

aziende ne possono utilizzare invece solo il 30%.<br />

La razione quotidiana deve essere composta almeno per il 60% da<br />

fibra secca, data da foraggio secco, foraggio grezzo, fieno, ecc.. Ci<br />

saranno periodi o fasi nella vita dell'animale in cui dovranno essergli<br />

somministrati formulati complementari per il soddisfacimento del<br />

fabbisogno nutrizionale L'ente di certificazione o l'autorità competente<br />

analizzerà e valuterà singolarmente ogni caso specifico.<br />

51


I formulati alimentari dovranno comunque essere esenti dagli<br />

antibiotici, sostanze stimolanti la crescita, diserbanti, pesticidi. Non<br />

dovranno inoltre contenere OGM e derivati.<br />

Fino ad agosto 2005 era possibile somministrare agli animali fino al<br />

10% di derrate alimentari convenzionali, a condizione che l’allevatore<br />

potesse dimostrare all'autorità competente che non era riuscito a<br />

reperire materiale biologico. Questa percentuale poteva essere<br />

aumentata in circostanze eccezionali, quali diffusione di malattie<br />

contagiose, condizioni climatiche avverse, incendi, ecc., sempre<br />

previo studio ed autorizzazione da parte dell’autorità di controllo.<br />

Dall'agosto 2005, la percentuale massima delle derrate alimentari<br />

convenzionali utilizzabili in circostanze eccezionali, dopo un'analisi<br />

esauriente dell'autorità competente, deve essere conforme al<br />

seguente calendario:<br />

- Dal 25 agosto 2005 al 31 dicembre 2007, fino a 15%.<br />

- Dal 1° gennaio 2008 al 31 dicembre 2009, fino a 10%.<br />

- Dal 1° gennaio 2010 al 31 dicembre 2011, fino a 5%.<br />

Le materie prime autorizzate per l'elaborazione dei formulati alimentari<br />

biologici devono essere a loro volta ottenute secondo il metodo<br />

biologico e nel rispetto dell'equilibrio ambientale del luogo di<br />

produzione. Queste materie prime sono descritte nell’allegato V del<br />

Reg. CE n° 889/2008. Data la grande varietà di materie prime<br />

autorizzate, non è difficile elaborare razioni alimentari che soddisfino i<br />

bisogni nutrizionali degli animali.<br />

PRODOTTI DI ORIGINE<br />

VEGETALE<br />

Cereali, granaglie, loro<br />

prodotti e sottoprodotti<br />

Semi oleosi, frutti oleosi,<br />

loro prodotti e<br />

sottoprodotti.<br />

Semi di leguminose, loro<br />

prodotti e sottoprodotti<br />

Tuberi, radici, loro<br />

prodotti e sottoprodotti<br />

Altri semi e frutti, loro<br />

prodotti e sottoprodotti<br />

52<br />

DESCRIZIONE<br />

Avena, orzo, riso, miglio, segale, sorgo,<br />

frumento, triticale, granturco, radichette di<br />

malto, borlande, ecc..<br />

Colza, soia, girasole, cotone, lino, sesamo,<br />

salmisti, semi di zucca, olive, oli vegetali,<br />

ecc..<br />

Ceci, vecciolo, cicerchia, piselli, fave e<br />

favette, veccia, lupini, ecc..<br />

Barbabietola da zucchero, patata, patata<br />

dolce, manioca.<br />

Carrube, zucche, pastazzo di agrumi, mele,<br />

melecotogne, pere, pesche, fichi, uva e<br />

relativo residuo; castagne, panelli di noci<br />

comuni, panelli di nocciole; gusci e panelli di<br />

cacao; ghiande.


Foraggi e foraggi<br />

grossolani<br />

Altri vegetali, loro<br />

prodotti e sottoprodotti<br />

Latte e derivati<br />

Pesci, altri animali<br />

marini, loro prodotti e<br />

derivati<br />

Erba medica, trifoglio, graminacee (ottenute<br />

da piante da foraggio), fieno, insilato, paglia<br />

di cereali e ortaggi a radice da foraggio, ecc..<br />

Melassa, farina di alghe marine, polveri ed<br />

estratti vegetali, estratti proteici vegetali,<br />

spezie e aromi.<br />

Uova ed oviprodotti Uova e derivati.<br />

Latte crudo, latte in polvere, latte scremato<br />

(anche in polvere), siero di latte in polvere,<br />

proteina di siero di latte in polvere, caseina,<br />

lattosio, cagliata, latte acido, ecc..<br />

Pesce, olio di pesce, olio di fegato di<br />

merluzzo, autolisati, idrolisati, proteolisati di<br />

pesce, di molluschi e di crostacei, farina di<br />

pesce.<br />

Inoltre nella regolamentazione comunitaria sono incluse le liste dei<br />

correttori, oligoelementi e vitamine autorizzati per l’uso nel biologico,<br />

sempre previa richiesta delle autorizzazioni alle Autorità competenti.<br />

Fra le materie prime di origine minerale sono incluse le seguenti<br />

sostanze:<br />

SOSTANZA DERIVATI<br />

Sale marino non raffinato, salgemma grezzo<br />

estratto da giacimenti, solfato di sodio,<br />

Sodio<br />

carbonato di sodio, bicarbonato di sodio,<br />

cloruro di sodio<br />

Potassio Cloruro di potassio<br />

Litotamnio e maerl, conchiglie di animali<br />

Calcio<br />

acquatici (inclusi ossi di seppia), carbonato di<br />

calcio, lattato di calcio, gluconato di calcio<br />

Fosfato bicalcico deflorato, fosfato<br />

monocalcico deflorato, fosfato monosodico<br />

Fosforo<br />

fosfato di calcio e di magnesio, fosfato di<br />

calcio e di sodio<br />

Ossido di magnesio (magnesio anidro),<br />

Magnesio solfato di magnesio, cloruro di magnesio,<br />

carbonato di magnesio, fosfato di magnesio<br />

Zolfo Solfato di Sodio<br />

Possono essere inoltre usate esclusivamente le vitamine incluse nel<br />

Reg. CE n° 1831/2003:<br />

- Le vitamine derivate dalle materie prime presenti naturalmente nelle<br />

derrate alimentari per i ruminanti.<br />

53


- Le vitamine sintetiche A, D ed E identiche alle vitamine naturali e<br />

chimicamente definite, con autorizzazione preventiva necessaria<br />

dell’Organismo di controllo.<br />

Con tutte queste materie prime autorizzate è possibile realizzare<br />

qualsiasi tipo di formulato alimentare. Le industrie mangimistiche si<br />

sono specializzate in questo campo con le linee di produzione<br />

separate per la produzione biologica, e propongono tantissimi<br />

formulati con molte variazioni, adattandoli alle esigenze<br />

dell’allevatore. Generalmente vengono usate le materie prime più<br />

disponibili sul mercato. Spesso, prima della semina, vengono presi<br />

degli accordi commerciali tra coltivatori ed industrie mangimistiche per<br />

produrre le sostanze vegetali più richieste dagli allevatori. A volte la<br />

composizione dei formulati varia inaspettatamente, a causa di danni<br />

improvvisi ai raccolti, causati da eventi atmosferici negativi.<br />

3.2.a.i Bisogni nutrizionali degli animali<br />

Ci sono attualmente molti studi sui bisogni nutrizionali degli animali in<br />

ogni fase della loro vita, che forniscono tabelle di calcolo basate<br />

sull'energia, le proteine, il calcio, il fosforoso, ecc, di cui hanno<br />

bisogno gli animali per le loro performance produttive: queste però<br />

non tengono conto delle diverse qualità dei prodotti di origine. Negli<br />

allevamenti biologici non serve sapere esattamente quanta energia,<br />

proteine, ecc., assume un animale per raggiungere il peso finale nel<br />

minor tempo possibile. È sufficiente che la qualità delle derrate<br />

alimentari consumate sia alta, essendo sufficiente che gli animali<br />

aumentino di peso gradualmente in un periodo ragionevole di tempo.<br />

Come indicazione approssimativa, i maschi fra 14 e 15 mesi<br />

raggiungono 300 chili di peso della carcassa, anche se questo<br />

dipenderà da molti fattori, quali la genetica, il tipo di derrate alimentari,<br />

ecc.. Quando gli animali sono allevati all'aperto è molto difficile<br />

conoscere la quantità di fibra o di proteine che assumono, dato che<br />

mangiano a volontà tutti i generi di germogli, di frutta, di fiori e,<br />

naturalmente, di pascolo. È difficile da conoscere che cosa un<br />

animale mangia quando è libero di pascolare all'aperto. Nella<br />

produzione biologica, la differenza principale si trova nella qualità del<br />

prodotto, anche se per rendere economicamente conveniente<br />

l’attività, non possiamo trascurare le performances produttive degli<br />

animali. Non appena questa differenza di qualità rispetto alla<br />

produzione convenzionale cessa di esistere, l’azienda perde la sua<br />

competitività. La capacità delle razze autoctone di approvvigionarsi<br />

delle risorse naturali, unitamente alla gestione del benessere animale<br />

e delle sue condizioni di salute, dà alle carni caratteristiche uniche, di<br />

54


struttura, di sapore e odore (caratteristiche organolettiche) distinguibili<br />

da tutti gli altri prodotti.<br />

È importante conoscere il valore nutrizionale (per kg di materia secca)<br />

di un certo numero di derrate alimentari date agli animali durante i<br />

periodi delle scarsità delle risorse naturali per impedire deficit<br />

alimentari. Ci possono essere differenze di valore nutritivo in materie<br />

prime provenienti da raccolti differenti dovuto il tipo di suolo, le varietà<br />

della pianta, problemi di siccità, condizioni atmosferiche, ecc..<br />

La seguente tabella include i parametri che misurano il valore nutritivo<br />

di un certo numero di derrate alimentari:<br />

NUTRIMENTO<br />

DM<br />

(%)<br />

CF<br />

(%)<br />

55<br />

GP<br />

(%)<br />

Gross energy<br />

(kcal/kg)<br />

Ca<br />

(g/kg)<br />

P<br />

(g/kg)<br />

Avena<br />

(Avena sativa, L.)<br />

88.1 12.2 9.8 4,100 1.1 3.2<br />

Grano tenero<br />

(Triticum aestivum, L.)<br />

86.8 2.2 10.5 3,780 0.7 3.2<br />

Grano duro<br />

(Triticum durum, L)<br />

87.6 2.7 14.5 3,80 0.8 3.4<br />

Segale<br />

(Secale cereale, L)<br />

87.3 1.9 9.0 3,750 1 3<br />

Mais<br />

(Zea mays, L.)<br />

86.4 2.2 8.1 3,860 0.4 2.6<br />

Orzo<br />

(Hordeum spp.)<br />

86.7 4.6 10.1 3,810 0.7 3.4<br />

Lupino<br />

(Lupinus albus, L.)<br />

88.6 11.4 34.1 4,490 3.4 3.8<br />

Pisello<br />

(Pisum sativum, L.)<br />

86.4 5.2 20.7 3,770 1.1 4.0<br />

Cece<br />

(Cicer arietinum, L)<br />

89 3.5 19.9 4,190 1.1 3.6<br />

Paglia di grano<br />

(Triticum spp.)<br />

91.4 38.2 3.8 4,040 4.4 0.7<br />

DM: Dry matter (SOSTANZA SECCA) CF: Crude Fibre (FIBRA CRU<strong>DA</strong>) GP:<br />

Gross Protein (PROTEINE) Ca: Calcium (CALCIO) P: Phosphorous (FOSFORO).<br />

(Tutti i valori sono espressi in relazione alla materia)<br />

Durante la fase di sviluppo, possono intervenire cambiamenti nella<br />

dieta. Alcune materie prime si sostituiscono con altre in ragione della<br />

scarsa disponibilità od a causa delle differenze nel tipo di leguminose<br />

(fonte delle proteine) o di cereali (fonte di carboidrati). Le condizioni<br />

climatiche a volte condizionano le produzioni, per esempio, capita che<br />

ci sia più veccia, altre volte più soia, come pure nel caso dei cereali, la<br />

cui raccolta dipende dalla piovosità e dalle temperature stagionali.<br />

Deve anche essere considerato che i coltivatori non seminano gli<br />

stessi raccolti ogni anno, così la razione deve essere modificata a<br />

seconda delle materie prime disponibili. D’altro lato, ci sono


cambiamenti dovuti al passaggio degli animali da una parcella all’altra<br />

dell’azienda. Ci sono aziende che forniscono formulati differenti, a<br />

seconda della mandria di bestiame, ma questo può risultare costoso,<br />

quindi dipende dalla sensibilità dell’allevatore.<br />

I cambiamenti nella dieta dovrebbero essere introdotti gradualmente,<br />

mescolando gli ingredienti diversi alla formulazione originaria ed<br />

aumentandoli di volta in volta.<br />

L'acqua deve sempre essere disponibile (a sazietà) ed utilizzata in<br />

abbondanza anche per ripulare la pavimentazione, onde evitare<br />

parassitosi, infezioni e problemi di intossicazione.<br />

3.2.a.ii Divisione del bestiame<br />

Ogni fase di vita dell'animale presenta esigenze nutrizionali<br />

specifiche. Per questo suggeriamo di dividere il bestiame in lotti che<br />

richiedono un trattamento specifico ed individualizzato. Ciò richiederà<br />

però più forza lavoro ed ore lavorative.<br />

• Lotto di ingrassamento - Durante la prima fase della vita, il<br />

ruminante si comporta come un animale monogastrico. Il cibo,<br />

composto dal latte materno, passa direttamente all’abomaso<br />

attraverso il condotto esofageo. Il funzionamento di questo riflesso<br />

dipende dai ricevitori situati nella faringe e dalla digestione lenta<br />

ed in piccole quantità. Come il vitello sviluppa ed ha contatto con<br />

l’acqua e l’alimento solido (erba, fieno, formulati alimentari, ecc.)<br />

comincia a sviluppare il reticolo ed il rumine per assimilare e<br />

degradare questi prodotti. A partire da quel momento, l'aumento di<br />

fibra nella razione aumenterà lo sviluppo dei muscoli degli<br />

alloggiamenti del rumine ed avrà inizio la relativa attività. Lo<br />

svezzamento dovrebbe cominciare a partire dall'età di tre mesi,<br />

quando è determinato che il vitello tollera bene la presenza del<br />

concentrato e del foraggio per il relativo sviluppo. Lo<br />

svezzamento è realizzato normalmente all'età di sei o sette mesi,<br />

secondo il fisico del vitello e della madre e dell'abbondanza dei<br />

pascoli variabile a seconda del periodo dell'anno. I maschi<br />

dovrebbero essere separati dalle femmine e, se possibile,<br />

andrebbero isolati gli animali appena svezzati, siccome i capi più<br />

grandi tendono ad accaparrarsi la maggior parte degli alimenti. Il<br />

modo in cui questo lotto va alimentato dipenderà dal metodo di<br />

ingrassamento che ha progettato l’allevatore. Se l'ingrassamento<br />

è effettuato al coperto, gli animali sono mantenuti stabili<br />

(seguendo però sempre il disposto della regolamentazione<br />

comunitaria, cui si rimanda) e la derrata alimentare è fornita nella<br />

cremagliera d'alimentazione, sia manualmente che per mezzo di<br />

un trattore o di una carriola, od anche in modo automatizzato. Se i<br />

vitelli sono ingrassati all'aperto, le strutture fisse non saranno<br />

56


ichieste e la razione alimentare sarà erogata in alimentatori o in<br />

tramogge durante i periodi di penuria.<br />

Immagine 9: Lotto di ingrassamento<br />

I disordini dietetici più frequenti all'interno di questo lotto sono:<br />

- Sovraccarichi dovuti al consumo eccessivo della formulazione<br />

alimentare durante la fase di inizio o dopo esserne stati privati<br />

per un certo tempo. Questi tendono a provocare diarree che<br />

normalmente vengono superate con una dieta ridotta per<br />

alcuni giorni o con la somministrazione di foraggio, che<br />

stimola il movimento del rumine.<br />

- Rigonfiamenti: la formazione di grandi quantitativi di gas o di<br />

schiuma che ostacolano la digestione. Fra le cause che<br />

generano questo problema vi è una dieta povera di fibra,<br />

l’assunzione di erba con gelo o neve, grossi quantitativi di<br />

acqua, erba in cattive condizioni, alte concentrazioni di legumi<br />

o di piante che contengono l'acido cianidrico, ecc.<br />

- Indigestione semplice: accade assumendo foraggio molto<br />

fibroso con molti gambi, ingerendo delle derrate alimentari e<br />

dell'acqua fredde, oppure in seguito a riduzione della flora ed<br />

attività metabolica dovuta a mancanza di sali. Tutti questi<br />

fattori generano delle alterazioni che provocano reazioni a<br />

catena che ostacolano la digestione normale, sviluppando<br />

57


alterazioni secondarie nella ruminazione e disfunzioni<br />

biochimiche.<br />

- Indigestione accompagnata da acidosi: generata dal consumo<br />

eccessivo di carboidrati (barbabietole ed i relativi derivati) o di<br />

cereali, che aumentano la produzione di acido lattico nel<br />

rumine (diminuisce il pH) successivamente assorbito e<br />

passato alla circolazione sanguigna. L'animale non rumina,<br />

perde appetito, spesso accompagnato da rigonfiamenti<br />

(accumulo di gas nel rumine) e la diffusione di acido lattico<br />

attraverso l'organismo, raggiunge il fegato, nel quale può<br />

essere accumulato (ascessi del fegato).<br />

- Indigestione con alcalosi: in questo caso troppe sostanze<br />

azotate sono state somministrate. Essa è accompagnata da<br />

un’alterazione delle reazioni che avvengono nel rumine<br />

(reazioni enzimatiche), a causa delle alte concentrazioni di<br />

azoto che aumentano il pH e distruggono la relativa flora. La<br />

ruminazione è alterata, si verifica un sovraccarico di elementi<br />

nutritivi e si riduce la concentrazione di magnesio<br />

(ipomagnesemia).<br />

- Intossicazione: è dovuta al consumo eccessivo delle ghiande,<br />

della felce, ecc.. Queste alterazioni possono anche essere<br />

osservate nel resto dei lotti con più alta o più bassa<br />

frequenza. Generalmente il tasso di mortalità nel lotto di<br />

ingrassamento è molto basso, inferiore all’1%, anche se può<br />

arrivare fino a 5% se includiamo anche i neonati.<br />

• Lotto della rimonta - Le giovenche richiedono una cura<br />

particolare. L'inizio dell'attività riproduttiva dipende in gran parte<br />

dalla razza e dalla selezione fatta da ogni allevatore nella sua<br />

azienda. La capacità riproduttiva inizia molto presto, quindi la<br />

razione alimentare deve coprire i bisogni dello sviluppo<br />

dell’animale e dell’allattamento del suo vitello.<br />

58


Immagine 10: Giovenche nel lotto della rimonta<br />

razza ibérica di avileña-negra<br />

La gestazione, la lattazione e lo sviluppo sono attività che<br />

richiedono molte sostanze nutritive. È essenziale che le femmine<br />

comincino la loro funzione della riproduzione nelle condizioni<br />

fisiologiche migliori:<br />

- Maturità del corpo. È consigliabile che le giovenche abbiano il<br />

calcio sufficiente e riserve di fosforo idonee per produrre il<br />

latte, così come pure riserve di energia per la loro attività<br />

ordinaria. Se non è realizzata la maturità sufficiente del corpo,<br />

il primo calore si manifesterà più tardi e la capacità di<br />

ovulazione sarà ridotta.<br />

- Stato del corpo. Esiste un sistema di valutazione delle riserve<br />

energetiche dell'animale. Tutte le femmine devono partorire in<br />

uno stato corporeo medio, “livello 3” (dove le costole possono<br />

essere sentite bene). Se le giovenche partoriscono in uno<br />

stadio basso delle condizioni corporee (inferiore a 3), il loro<br />

livello di grassi diminuisce e diventano molto magre durante la<br />

lattazione. Se le giovenche hanno una condizione corporea<br />

molto alta (superiore a 3), le ovulazioni sono limitate, vengono<br />

persi dei cicli, la capienza della placenta è ridotta, ecc. Altri<br />

problemi che possono presentare le giovenche sono: difficoltà<br />

59


nel parto, assenza di instinto materno, abbandono del<br />

neonato.<br />

• Lotto di Gestazione - I cambiamenti che avvengono durante<br />

questa fase sono molto importanti. I bisogni nutrizionali delle<br />

vacche in gestazione sono i seguenti:<br />

- Gestazione. Durante i primi due terzi della gestazione, il feto<br />

si sviluppa pochissimo. Durante l'ultimo terzo i bisogni<br />

alimentari aumentano quindi significativamente.<br />

- Cura della madre. I profondi cambiamenti ormonali che si<br />

verificano durante la gestazione richiedono il più alto apporto<br />

nutrizionale.<br />

- Sviluppo. Le vacche continuano a svilupparsi costantemente<br />

fino alla terza fase. Da quel momento in poi si stabilizzano ed<br />

i bisogni sono distribuiti fra mantenimento delle condizioni<br />

corporee e crescita del feto. Quindi, la madre brucia le<br />

sostanze nutrienti nel seguente ordine di priorità: in primo<br />

luogo per il feto; poi per il mantenimento delle condizioni ed<br />

infine per il proprio sviluppo. Di conseguenza, in caso di<br />

carenza nutrizionale ci sarà un effetto immediato sullo stato di<br />

salute della madre.<br />

• Lotto delle vacche e dei vitelli partoriti - È molto importante che<br />

i bisogni nutrizionali di questo lotto siano coperti bene, dato che le<br />

carenze alimentari possono generare problemi sia alla madre che<br />

al suo vitello. La mancanza di concentrato o di foraggio ad alto<br />

potere energetico genera un deperimento complessivo dello stato<br />

della madre, il quale porterà ad una riduzione della qualità e della<br />

quantità del latte, l’insorgenza di malattie, ecc., che possono<br />

avere un effetto diretto anche sul vitello generando malnutrizione,<br />

diarree, perdita del peso, ecc..<br />

60


Immagine 11: Mucca in calore con il vitello di circa due mesi<br />

Dovrebbe essere prestata un’attenzione speciale a questo lotto:<br />

- Parto nell'inverno, molto delicato, dato che le temperature<br />

possono variare da 38 ºC a 10 ºC quando si crea il ghiaggio<br />

o nevica. È estremamente importante che venga preso il<br />

colostro, di modo che il vitello acquista subito una buona<br />

immunità alle malattie.<br />

- Diarree estive. La disidratazione è sempre in agguato e<br />

l’animale può morire in un periodo di tempo molto breve.<br />

- Le carenze di selenio e vitamina E è collegate alla malattia del<br />

“Muscolo bianco” o “Distrofia muscolare degenerativa”,<br />

comportano danni alla mobilità, camminata instabile, tremito e<br />

inginocchiamento. Può essere evitata abbinando l’uso di<br />

insilati di erba e formulati alimentari con l’apporto di integratori<br />

vitaminici, previa autorizzazione dell’Organismo di controllo.<br />

3.2.a.iii Elaborazione della razione alimentare<br />

Per elaborare correttamente la razione alimentare è necessario<br />

formulare una descrizione completa di tutte le installazioni che si<br />

intendono utilizzare (strutture di ricezione, elaborazione ed<br />

immagazzinaggio dei prodotti). In più va mantenuto ed aggiornato<br />

scrupolosamente un registro delle materie prime e degli animali ai<br />

quali vanno somministrati i formulati da elaborare. Dovranno essere<br />

61


approntate misure sufficienti per evitare la contaminazione da parte di<br />

sostanze non autorizzate ed aderire ai requisiti del sistema di analisi<br />

dei rischi e del controllo dei punti critici di (HACCP). L'operatore deve<br />

garantire la separazione fisica efficace fra le derrate alimentari<br />

destinate alla produzione biologica da quelle per la produzione<br />

convenzionale. È obbligatorio mantenere un registro delle quantità,<br />

dei prodotti e dei capi destinatari delle formulazioni alimentari. Il corpo<br />

di sorveglianza effettuerà anche analisi casuali sui campioni, per<br />

verificare il rispetto di queste condizioni. Quando un allevatore<br />

considera la possibilità di trasformare la sua azienda in biologica<br />

dovrebbe programmare anche come e chi gli fornirà gli ingredienti per<br />

preparare i formulati necessari agli animali durante i periodi di<br />

penuria.<br />

Ci sono due modi di acquisizione degli ingredienti biologici per<br />

l’elaborazione dei formulati aziendali:<br />

1. Acquisto degli alimenti biologici per i formulati. Un certo numero di<br />

mangimifici autorizzati elaborano formulati concentrati per<br />

l’agricoltura biologica. Normalmente gli ingredienti per i formulati<br />

possono essere acquistati all’ingrosso ed immagazzinati in<br />

azienda, pronti all’uso all’occorrenza. Il trasporto in azienda<br />

dovrebbe avvenire individualmente e, se trasportato<br />

contemporaneamente ad un altro tipo di alimento, ci dovrebbe<br />

essere una separazione fisica fra loro. Una volta acquistata<br />

all'ingrosso, dovrebbe essere accompagnata da un documento di<br />

trasporto comprendente i seguenti dati:<br />

a. Organismo o Autorità di controllo alla quale l'operatore è<br />

assoggettato.<br />

b. Produttore o venditore con l’indicazione del nome,<br />

dell'indirizzo e del numero di iscrizione dell'operatore al<br />

sistema del biologico.<br />

c. Ricevente o compratore (nome, indirizzo numero<br />

dell'operatore), così come l'organismo o l'autorità di controllo<br />

a cui è assoggettato.<br />

d. Lista dei prodotti, della quantità e del metodo di consegna.<br />

e. Numero della targa del veicolo di trasporto.<br />

f. Data.<br />

Le altre due copie del documento di trasporto saranno<br />

consegnate al produttore, che ne terrà una a disposizione<br />

dell’Organismo di controllo. Se la consegna è effettuata in sacchi,<br />

ciascuno dei sacchi sopporterà un autoadesivo che contiene le<br />

informazioni obbligatorie per qualunque tipo di alimentazione di<br />

formula. In più, dovrebbero anche trasportare un altro autoadesivo<br />

che contiene, altri dati:<br />

62


- Organismo o Autorità di controllo.<br />

- Numero dell'operatore del fornitore dell'alimentazione di<br />

formula.<br />

- Lista delle materie prime impiegate da agricoltura<br />

organica.<br />

- Lista delle materie prime impiegate da agricoltura in<br />

conversione.<br />

- Lista delle materie prime convenzionali, se ce ne sono.<br />

2) Produrre gli ingredienti biologici dei formulati. Ci sono aziende che<br />

possono produrre facilmente la materia prima, senza ricorrere a<br />

fornitori esterni che aumentano eccessivamente il prezzo del<br />

prodotto finale. È possibile anche stipulare accordi con le altre<br />

aziende biologiche limitrofe. In questo modo l’allevatore non<br />

incontrerà le difficoltà nel realizzare la razione ed il coltivatore<br />

agricolo non avrà problemi a vendere i suoi prodotti. Anche in<br />

questo caso la merce procurata dovrà essere accompagnata<br />

(durante il trasporto) da un documento che, tra gli altri dati,<br />

conterrà: il numero dell'operatore, l'organismo di controllo o<br />

l'autorità a cui l'operatore è assoggettato, la specie del grano, la<br />

quantità venduta, i dati della ricevente ed il suo codice operatore,<br />

oltre naturalmente alla data. Un formulato alimentare destinato ai<br />

bovini da carne si prepara facilmente macinando un cereale con<br />

una pianta leguminosa. Il cereale deve essere aggiunto in una<br />

proporzione inferiore all’80% (70-75%) e fornirà i carboidrati,<br />

mentre la pianta leguminosa deve essere aggiunta in una<br />

proporzione approssimativa del 20% e fornirà le proteine<br />

necessarie per l'animale. Questo tipo di alimentazione abbinato al<br />

pascolo ed alla somministrazione di foraggio, fieno o paglia<br />

quando gli animali si trovano all'interno delle installazioni,<br />

contribuirà al benessere generale degli animali ed alla qualità<br />

eccellente della carne.<br />

63


Immagine 12: Formulato alimentare elaborato dall’azienda<br />

per l’autoconsumo, a base di veccia e orzo.<br />

Immagine 13:Uso delle risorse naturali<br />

64


Immagine 14: Bovino all’ingrasso con risorse naturali e formulato<br />

3.2.b produzione del foraggio<br />

L'associazione della produzione vegetale con l’allevamento del<br />

bestiame è evidente in questo tipo di produzione biologica, dato che<br />

sono complementari l’uno all’altro. All'interno degli obiettivi del<br />

rapporto fra produzione vegetale ed allevamento possiamo segnalare:<br />

- Produzione delle derrate alimentari di alta qualità, rispettose<br />

dell'ambiente in cui vengono prodotte.<br />

- Conservazione o aumento nella fertilità del terreno e della relativa<br />

attività biologica.<br />

- Controllo dei parassiti senza richiedere l'uso dei diserbanti, degli<br />

antiparassitari, ecc.<br />

- Uso delle risorse rinnovabili e dei sistemi locali di produzione<br />

agricola.<br />

- Sviluppo di forza lavoro in villaggi rurali, altrimenti a rischio di<br />

abbandono.<br />

65


Immagine 15: Campo di orzo integrato nell’ambiente circostante<br />

3.2.b.i Basi per il biologico<br />

Ci sono molte differenze fra la coltivazione di un tipo di pianta o<br />

un’altra ma l'obiettivo è lo stesso: ottenere alta qualità ed un raccolto<br />

vantaggioso. Il periodo di conversione del terreno dipenderà dai tipi di<br />

trattamenti precedentemente ricevuti e dal suo utilizzo. L'ente di<br />

certificazione (o l'Autorità nazionale) effettuerà uno studio che<br />

determinerà il periodo di conversione più appropriato. Questo oscillerà<br />

normalmente fra due e tre anni.<br />

- Semi da usare: I semi dovrebbero essere ottenuti per mezzo di<br />

riproduzione vegetativa, non possono venire dagli organismi<br />

geneticamente modificati e le sostanze contenute nella<br />

regolamentazione comunitaria possono essere impiegate nel loro<br />

metodo di produzione (sempre se sono consentite dalla<br />

legislazione dello stato membro).<br />

- Linee guida per sviluppo dell’agricoltura biologica:<br />

Lavorazione del terreno - La lavorazione è una combinazione di<br />

interventi meccanici e manuali effettuati per preparare il terreno<br />

alla semina e consentire un buon sviluppo della pianta. Gli<br />

interventi non devono mai essere troppo profondi (25 centimetri) e<br />

deve essere sollecitata la sostituzione dell’aratura con altre<br />

tecniche, per evitare di mescolare i differenti strati del terreno. La<br />

66


consociazione e la rotazione colturale contribuiscono a migliorare<br />

lo stato del terreno e la crescita delle piante. Per proteggere il<br />

suolo dai problemi di erosione è importante non effettuare<br />

lavorazioni eccessive.<br />

Fertilizzazione – Non possono essere utilizzati prodotti chimici di<br />

sintesi. L’intervento migliore consiste nell’apporto di letame ed<br />

altri materiali organici, possibilmente di provenienza aziendale. Il<br />

letame proveniente da allevamenti convenzionali non è<br />

utilizzabile, dato che è ricco di residui chimici che rimangono nel<br />

terreno e distruggono i microrganismi responsabili della<br />

decomposizione naturale della materia organica. I funghi ed i<br />

batteri decompongono i residui della pianta e dell'animale ed<br />

aumentano l'assimilazione delle sostanze nutrienti da parte delle<br />

piante. La presenza di vermi di terra accerta la qualità eccellente<br />

del suolo e moltiplica la concentrazione di micro e macroelementi<br />

assimilabili dalle piante. In più, aumenta la buona ossigenazione<br />

del suolo e l’utilizzo di acqua e di sostanze nutrienti da parte dei<br />

raccolti. Altri animali che contribuiscono al buon funzionamento<br />

del suolo sono: api, farfalle e talpe, che facilitano la fertilizzazione<br />

della pianta. Un fertilizzante ampiamente usato nell'agricoltura<br />

biologica è il compost. Viene utilizzata una tecnica relativamente<br />

facile con cui la materia organica è degradata in humus per<br />

essere meglio assimilata dalla pianta. Questa tecnica sarà<br />

spiegata nella sezione di questo manuale dedicata alla gestione<br />

degli scarti aziendali.<br />

Le piante leguminose da sole (ad es. veccia, piselli, lupino) o<br />

associate ad altre piante (ad es. avena e veccia) sono spesso<br />

seminate per poi essere utilizzate come concime verde<br />

(sovescio). Le piante leguminose hanno infatti la capacità di<br />

fissare nel suolo l’azoto atmosferico.<br />

Rotazione colturale - è un altro metodo abbinato di controllo dei<br />

parassiti e di fertilizzazione. Se una stessa coltura viene ripetuta<br />

per più anni provoca stanchezza nel terreno e problemi di attacchi<br />

parassitari e di infestanti (che tendono col tempo a specializzarsi).<br />

Attraverso le radici superficiali ogni pianta assorbe dal terreno le<br />

sostanze nutritive di cui ha bisogno per svilupparsi. Se questa<br />

situazione è ripetuta ogni anno, le riserve degli elementi nutritivi<br />

tendono ad esaurirsi. Quindi, è importante “ruotare” le colture,<br />

facendo succedere sullo stesso appezzamento specie con<br />

differenti apparati radicali e diversi fabbisogni nutrizionali. È anche<br />

possibile abbinare alla rotazione la consociazione tra due piante<br />

che risultano tra di loro complementari. In questo modo si avranno<br />

benefici per entrambe le piante. La specie collegata non dovrebbe<br />

67


competere per le stesse sostanze nutrienti e può essere seminata<br />

in file differenti per facilitare la raccolta separata.<br />

Difesa fitosanitaria - Molti dei metodi suddetti, quali rotazioni,<br />

consociazioni, uso di varietà resistenti, impediscono l’insorgenza<br />

di molte malattie ed attacchi parassitari. È inoltre possibile<br />

piantare colture repellenti per gli insetti ed usare rimedi naturali.<br />

Nella regolamentazione comunitaria è poi possibile trovare una<br />

lista completa dei prodotti fitosanitari impiegabili nel biologico.<br />

3.2.b.ii Colture foraggere<br />

È consigliabile pianificare in anticipo la scelta del foraggio, per<br />

garantirsi il rifornimento tutto l’anno. Allevamenti che dispongono<br />

anche di aziende agricole con produzioni vegetali, possono inoltre<br />

rendersi autosufficienti e produrre tutto quello che serve. È anche<br />

possibile stabilire accordi commerciali con altre aziende biologiche<br />

che richiedono lo stesso tipo di derrata alimentare.<br />

Foraggi, nel significato ampio della parola, sono le colture seminate<br />

per il raccolto o per l’alimentazione del bestiame. Il tipo di foraggio da<br />

coltivarsi dipende, tra altri fattori, dalle varietà locali meglio adattabili<br />

al tipo di suolo, alle caratteristiche climatiche della zona ed ai bisogni<br />

del bestiami allevato.<br />

Immagine 16: Foraggio a base di veccia<br />

68


L’allevatore dovrà in primo luogo valutare le colture da seminare e,<br />

secondariamente, se i raccolti dovranno essere utilizzati come<br />

foraggio o per ottenere ingredienti da usare nell'elaborazione della<br />

formulazione alimentare. Per arricchire i prati in cui gli animali<br />

pascolano, le erbe e le piante leguminose possono essere introdotte<br />

per garantire derrate alimentari di eccellente qualità. Ci sono molti<br />

fattori che intervengono nella decisione di coltivazione una specie o<br />

un’altra: la frequenza di pioggia, il sole, l'umidità, la vicinanza delle<br />

montagne, ecc.. Ecco perchè la la gamma delle colture foraggeri è<br />

così ampia.<br />

3.3 Riproduzione dei bovini da carne in biologico<br />

3.3.a Riproduzione naturale<br />

In termini di riproduzione di bovini da carne in un’azienda biologica,<br />

ogni animale deve essere messo in condizione di seguire il proprio<br />

istinto naturale, dato che i cicli biologici non dovrebbero essere<br />

accelerati.<br />

La riproduzione dovrebbe essere realizzata per mezzo della monta<br />

naturale, anche se l'inseminazione artificiale è permessa.<br />

L'inseminazione artificiale non viene realizzata quasi mai, date le<br />

difficoltà di manipolazione di questo tipo di razze di razze ed al<br />

problema di trattenere le vacche ogni volta che una di loro va in<br />

calore. Qualunque altro tipo di metodo della riproduzione è<br />

categoricamente proibito, tipo il trasferimento di embrione ed i<br />

trattamenti ormonali che accelerano il ciclo riproduttivo normale<br />

dell'animale. La castrazione fisica è permessa per effettuare un altro<br />

tipo di produzione di una qualità differente, quale la carne del bue. Ciò<br />

dovrebbe essere effettuato sempre da personale qualificato ed<br />

evitando sofferenze dell'animale. La maggior parte delle aziende ha<br />

un ciclo continuo della copertura, che dura tutto l'anno. I tori<br />

rimangono a tempo pieno con le vacche. Ciò presenta i relativi<br />

vantaggi e svantaggi.<br />

69


Immagine 17: allevamento in pieno campo<br />

Vantaggi:<br />

• Le femmine ripetono la copertura fino a quando non<br />

rimangono incinta. Ciò impedisce alle femmine di non<br />

ottenere coperture fino alla seguente fase di calore, che<br />

significherebbe perdere un ciclo intero di riproduzione, con<br />

conseguenti perdite finanziarie successive.<br />

• intervalli più corti tra i parti. Quando le mucche sono con il<br />

toro durante l'anno, è garantito che saranno coperte non<br />

appena entrano in calore.<br />

• Offre la possibilità di creare un ciclo continuo di vendita.<br />

Svantaggi:<br />

• Le femmine giovani o che ancora non hanno recuperato da un<br />

parto precedente possono rimanere gravide.<br />

• Il toro è in contatto costante con le mucche e questo ne fa<br />

diminuire la fertilità.<br />

• Le gravidanze sono prodotte durante i periodi delle condizioni<br />

atmosferiche sfavorevoli che provocano la polmonite<br />

nell'inverno e diarree d’estate.<br />

La concentrazione dei parti richiede di tenere in conto il periodo in cui<br />

ci sono i pascoli più abbondanti, per garantire un corretto sviluppo del<br />

vitello ed il benessere della madre, senza richiedere l'investimento<br />

70


supplementare in concentrati e foraggi. In questa situazione i tori sono<br />

mantenuti separati dalle femmine per tutto il tempo che l’allevatore<br />

considera necessario per controllare meglio il bestiame.<br />

La percentuale sufficiente di tori per garantire un buon tasso di<br />

copertura è circa del 4%. Nelle circostanze particolari, come ad es.<br />

nelle zone di montagna, gli animali sono separati ed il toro può<br />

rimanere con un numero ridotto di femmine durante l'estate, mentre il<br />

resto della mandria è lasciato libero senza vincoli particolari. In queste<br />

occasioni, è consigliabile aumentare la percentuale di tori per<br />

permettere tutte le coperture necessarie. Per il perfetto funzionamento<br />

dell’azienda dovrebbe essere effettuato un controllo esauriente di ogni<br />

mucca.<br />

Può essere mantenuta una scheda di registro per ogni mucca,<br />

indicando il numero di gestazioni, il tempo necessario perché rimanga<br />

incinta, se ci sono state ripetizioni, quale toro l’ha coperta, così come<br />

tutti i dati riguardo il vitello, quali: lo sviluppo, il sesso, la razza e la<br />

destinazione (ad es. ingrasso).<br />

Con una scheda completa per ciascuna delle vacche sarà facile da<br />

verificare l'esistenza di problemi di fertilità o la mancanza di attitudine<br />

riproduttiva. Grazie a questo registro emergeranno le vacche più<br />

riproduttive, e quelle dalle quali si ottengono maternità migliori; sarà<br />

quindi possibile effettuare una selezione.<br />

Una vacca ha un periodo approssimativo di gestazione di 9 mesi,<br />

anche se alcune variazioni possono esistere secondo la razza ed il<br />

fattore specifico. Se le mucche sono con il toro tutto il tempo,<br />

verranno normalmente in calore circa 2 mesi dopo avere dato alla<br />

luce la prole. Le vacche con una buona attitudine riproduttiva tendono<br />

a rimanere incinta durante il loro primo calore, ma ci sono eccezioni<br />

che dipendono da ogni animale o dall'amministrazione reale<br />

dell’allevamento. Di conseguenza, ogni situazione deve essere<br />

analizzata individualmente. Tramite il registro dei dati scopriremo<br />

quando la mucca è stata trasportata l'ultima volta, com’è avvenuta la<br />

consegna, se ha sofferto, ecc.<br />

Come accennato in precedenza, nel bestiame allevato biologicamente<br />

i cicli naturali non possono essere forzati, ogni animale deve poter<br />

seguire il proprio ritmo, senza sfruttarlo al massimo ma, naturalmente,<br />

entro i limiti di un discorso finanziariamente sostenibile.<br />

Riguardo al maschio da monta, l'esame dei genitali è molto<br />

importante, dato che dalla sua attività dipenderà il destino economico<br />

dell’azienda. Per valutare la capacità riproduttiva dei tori ed il loro<br />

stato generale di salute, dovrebbe essere seguita la seguente guida di<br />

riferimento:<br />

71


- La valutazione Generale degli animali. Effettuare le analisi del<br />

sangue, delle feci ed un controllo completo per scartare tutte le<br />

malattia che possono interessare l’animale ed accertarsi del buono<br />

stato di salute generale, come pure la sua capacità riproduttiva.<br />

Osservazione della postura per essere sicuri della sua abilità a<br />

compiere il salto (deve essere accertata la posizione corretta delle<br />

estremità, legamenti intatti ecc,).<br />

- Esame visivo per accertarsi che non sussistano caratteristiche<br />

indesiderabili rilevabili ad occhio nudo, che possano essere<br />

trasmesse ai discendenti.<br />

- Valutazione dei genitali, sia visivamente che per palpazione, per<br />

assicurarsi della loro idoneità alla copertura. Il controllo viene<br />

effettuato anche allo scopo di controllare le malattie sessualmente<br />

trasmesse per evitarne la propagazione al resto della mandria.<br />

- Verificare la capacità di trasferimento delle caratteristiche ai relativi<br />

discendenti.<br />

- Osservazione del comportamento sessuale del maschio verso la<br />

femmina in calore. Ciò ha normalmente tre fasi: comincia con il<br />

risveglio e l’eccitamento, seguito dal toro che si avvicina alla<br />

femmina e, per concludere, dall’emergenza dei riflessi tipici<br />

dell’accoppiamento.<br />

La selezione di buoni riproduttori è essenziale nell'amministrazione<br />

del bestiami, poichè il futuro del podere dipenderà dai relativi<br />

discendenti.<br />

3.3.b Programmi di allevamento<br />

Come precedentemente accennato, le razze autoctone sono<br />

necessarie per migliorare l'amministrazione dell’allevamento.<br />

Garantiscono infatti alti quozienti di fecondità, parto facile, intervalli<br />

bassi fra le gravidanze, ecc.. Tuttavia le vacche tendono ad avere<br />

rendimenti bassi della carne e la loro conformazione non è apprezzata<br />

al momento della vendita. È possibile migliorare le caratteristiche di<br />

conformazione e del rendimento attraverso l’uso di maschi da monta<br />

con caratteristiche migliori della carne, quali le razze del charolais e<br />

Limousin. L'introduzione dei maschi da monta è autorizzata, a<br />

condizione che siano stati allevati ed alimentati conformemente alla<br />

normativa comunitaria del biologico. La salute di tutti i nuovi animali<br />

accolti in azienda deve essere accertata per mezzo di controlli ed<br />

analisi.<br />

Quindi, in un allevamento biologico di bovini da carne è consigliabile<br />

avere due tipi di stalloni:<br />

a) Stallone di razza autoctona, con l'incrocio di questo bovino da<br />

monta con le femmine originali della razza, le caratteristiche<br />

72


principali passano ai discendenti e la razza è conservata così con<br />

tutte le relative qualità.<br />

maschio autoctono x femmina autoctona<br />

maschi femmine<br />

ingrasso rimonta<br />

Immagine 18: animale di razza Avileña-Negra Ibérica.<br />

Le femmine ottenute con questo incrocio saranno destinate alla<br />

rimonta, circa 10%. I maschi saranno destinati all'ingrasso; la loro<br />

conformazione non è ideale per ottenere i buoni rendimenti, ma è<br />

l'unico mezzo di assicurare il passaggio delle caratteristiche della<br />

73


azza ai discendenti. Alcuni dei maschi possono diventare bovini da<br />

monta, conservando le qualità della madre; evitare l'introduzione in<br />

azienda di animali stranieri di cui non si conosce lo stato di salute. In<br />

termini di carne questo incrocio ha prodotto, la qualità relativa<br />

superiore a quella ottenuta con altri incroci. La carne è sugosa e<br />

saporita e, secondo la razza, molto ricca in ferro. Inoltre la carne<br />

prodotta rispetta l'equilibrio dell'ambiente circostante.<br />

b) Stallone con attitudine alla produzione di carne<br />

maschio con performance da carne x femmina autoctona<br />

maschio femmina<br />

74<br />

ingrasso<br />

Questo è l'incrocio industriale effettuato frequentemente con le razze<br />

charolais e Limousin. Gli animali (maschi e femmine) nati da questo<br />

incrocio hanno migliorato la loro conformazione e le loro prestazioni,<br />

la carne è risultata maggiormente apprezzata al momento della<br />

vendita. Le giovenche non dovrebbero essere incrociate con i maschi<br />

ad attitudine da carne carne, a causa del rischio di gestazioni difficili.<br />

Le femmine da questo incrocio perdono rusticità; è quindi consigliabile<br />

non usarlo per la rimonta. Inoltre presentano un più alto tasso delle<br />

complicazioni durante il parto.


Immagine 19: bovino da monta - razza charolais.<br />

3.3.c Cure durante la riproduzione<br />

La cura che il bestiame richiede durante la gestazione ed il parto<br />

variano a seconda della fase riproduttiva. Di conseguenza, le<br />

circostanze specifiche da tenere presente prima, durante e dopo il<br />

parto sono spiegate sotto.<br />

a) Cura prima del parto<br />

Quando una mucca è vicina al parto presenta una serie di sintomi<br />

d'avvertimento che l’aiutano a continuare in modo corretto la gestione<br />

dell’animale. I parti della giovenca richiedono una cura speciale.<br />

Sono infatti imprevedibili. Se l'incrocio deve essere effettuato con uno<br />

stallone con prestazioni da carne, dovrebbe essere scelta una<br />

Limousin come partner.<br />

75


Immagine 20: Giovenca da coprire con il maschio autoctono,<br />

evitate le cerimonie complicate<br />

Durante le ultime settimane prima del parto, il vitello consuma molta<br />

dell’energia della madre. È quindi consigliabile aumentare<br />

gradualmente la razione del concentrato, riducendo le possibili<br />

carenze che peserebbero poi sia sulla salute del vitello che della<br />

madre. Andrebbe posta attenzione con le femmine quando si avvicina<br />

il momento di dare alla luce il vitello e sono previsti cambiamenti del<br />

tempo, dato che con queste condizioni l’animale tende ad anticipare il<br />

parto.<br />

I sintomi caratteristici dell’avvicinamento sono:<br />

- La mucca è solitaria, si separa dalla mandria.<br />

- La produzione di latte comincia e le ghiandole mammarie sono<br />

piene.<br />

- Aumentare la frequenza dell'urina.<br />

- Edema della Vulva.<br />

- Appare il muco cervicale.<br />

- Allentamento dei legamenti dell'anca della mucca con<br />

l'abbassamento successivo dell'intestino.<br />

76


Non tutti gli animali presentano questi sintomi. È abbastanza normale<br />

vedere le mucche vicino al parto che non riescono ad iniziare la<br />

produzione di latte e con le mammelle vuote ma, dopo il parto, il<br />

meccanismo ormonale viene innescato.<br />

Il tempo che trascorre fra la comparsa dei sintomi ed il parto varia<br />

molto da animale ad animale. Può variare da alcune ore ad una<br />

settimana.<br />

b) Cura durante il parto<br />

Una volta che il parto è cominciato, nella maggior parte dei casi viene<br />

portato a termine senza problemi. Circa 98% delle femmine portano a<br />

termine senza complicazioni la gravidanza, a condizione che la guida<br />

di riferimento sia stata seguita.<br />

Immagine 21: Giovenca con il suo vitello di due giorni<br />

Tra le cause delle complicazioni del parto le più importanti sono:<br />

- Sproporzione fra le dimensioni del vitello e la madre. Ciò è frequente<br />

in giovenche che rimangono incinta ad un'età molto giovane, da tori<br />

inadeguati o con le alterazioni morfologiche del bacino. I bacini<br />

lunghi e stretti sono sfavorevoli.<br />

- Posizione alterata del feto. Il feto è posizionato male nel canale di<br />

nascita, impedendo l’uscita agevole.<br />

77


- Nascita gemellare.<br />

- Malformazioni fetali.<br />

- Torsione uterina. L'utero, in cui il vitello è alloggiato durante l'intero<br />

periodo di gestazione, subisce una torsione.<br />

- Dilatazione insufficiente della cervice. Il collo dell'utero deve dilatarsi<br />

affinchè il vitello possa uscire. Se non avviene, il vitello avrà<br />

problemi a nascere.<br />

c) Cura dopo il parto<br />

È consigliabile liberare il naso e la bocca del vitello dal liquido<br />

amniotico subito dopo il parto, per impedire le polmoniti causate<br />

dall'inspirazione. Un certo numero di medicamenti omeopatici che<br />

stimolano la respirazione nel neonato sono forniti più avanti. Quando<br />

l’allevatore non è presente, sarà la madre che leccherà il vitello per<br />

pulirlo.<br />

È consigliabile disinfettare l’ombellico per impedire infezioni.<br />

Riguardo alla madre, dopo aver valutato il suo stato generale e<br />

controllato i genitali, è consigliabile, per quanto possibile, mettere<br />

l'animale dritto. Con le mucche che si rifiutano di alzarsi bisogna<br />

controllare il sistema locomotore ed il sistema nervoso per scoprire la<br />

causa del problema e per prendere la decisioni più adeguate.<br />

Nell'esame dei genitali, controllare le seguenti complicazioni:<br />

- Le rotture nella parete vaginale dovuta a lubrificazione carente,<br />

vitello troppo grande o dilatazione anormale.<br />

- Lacerazioni nel retto e contaminazione della vagina dovuta ad un<br />

vitello molto grande o mal posizionato.<br />

- Ritenzione della placenta dovuta a doglie prolungate, la vitamina E e<br />

la mancanze del selenio. Dopo alcuni giorni, la placenta<br />

decompone ed espelle una secrezione uterina molto sporca.<br />

- Metritis. Infezione dell'utero. La mucca presenta i segni sistematici<br />

accompagnati da febbre, mancanza di secrezioni e di appetito, dalla<br />

vulva secrezioni di una consistenza liquida.<br />

- Prolapsus dell'utero. L'utero sporge esternamente. Ciò accade<br />

frequentemente alcune ore dopo il parto; può essere associata con<br />

concentrazione bassa del calcio nel ritegno della placenta o della<br />

circolazione sanguigna.<br />

Come nel caso dei problemi detti precedentemente, è consigliabile<br />

chiamare un veterinario e trattare adeguatamente l'animale.<br />

Occorrono circa 50 giorni per completare l'involuzione dell'utero e la<br />

rigenerazione dellendometrium.<br />

78


L'intervallo fra il parto e la prima ovulazione dipenderà dalla razza, dal<br />

tipo di derrate alimentari, dal periodo dell'anno, ecc.. Varia<br />

normalmente fra 1,5 e 2 mesi. È consigliabile generalmente che le<br />

mucche non dovrebbero essere coperte prima di 50 giorni.<br />

3.4 Cura e gestione dell’allevamento biologico di bovini da carne<br />

3.4.a Controllo del pascolo<br />

In un allevamento bovino da carne biologico l'uso delle risorse naturali<br />

ed il contatto con l'ambiente assicura, oltre all’ottenimento di un<br />

prodotto finale di qualità eccellente, il rafforzamento del sistema<br />

immunitario degli animali, rendendoli più resistenti alle malattie.<br />

La rotazione del bestiame su diversi appezzamenti di terreno<br />

dell’azienda agricola garantisce una dieta basata su erba fresca, sui<br />

tiri, sui fiori e sulle frutte freschi, che, nel lotto di ingrassamento,<br />

contrassegna la differenza principale fra l'agricoltura convenzionale<br />

dei bestiami. Queste sono le derrate alimentari più organiche che<br />

possono essere date ai bestiami. Gli escrementi animali<br />

contribuiscono ad aumentare la fertilità di terreno e la qualità di erba.<br />

Nelle aziende con appezzamenti di parecchi ettari può essere<br />

conveniente suddividere la terra in parcelle più piccole per avere un<br />

controllo migliore degli animali e per migliorare l'uso di ogni zona. La<br />

recinzione delle parcelle dovrebbe essere fatta efficacemente in modo<br />

che gli animali non si avvicinino ad altri e non riescano a fuoriuscire<br />

causando incidenti.<br />

All'interno di ogni azienda ci possono essere parcelle con prati di<br />

migliore o minore qualità, più freschi o più maturi, con minori o<br />

maggiori arbusti. È quindi molto importante programmare il pascolo su<br />

ogni parcella per usare al meglio le risorse disponibili in relazione alla<br />

stagione.<br />

A volte c’è una tendenza a pulire il terreno dai cespugli, senza<br />

considerare i benefici che questa vegetazione può avere sul bestiame<br />

e sugli altri animali nella zona, dato che può proteggerli dalla pioggia,<br />

dal sole e dal vento, ecc.<br />

Quando gli animali di un allevamento passano molto tempo all'aperto,<br />

hanno bisogno di ripari in cui rifugiarsi in caso di condizioni<br />

atmosferiche avverse. Queste possono essere le pareti di divisione<br />

delle parcelle di terreno (quando sono fatte di pietra), degli alberi,<br />

roccie degli arbusti (more o laburnums) di grandi, ecc.<br />

Attenzione speciale dovrebbe essere prestata ai maschi all’ingrasso,<br />

perché questi animali combattono, si graffiano, scavano e devastano<br />

la zona, anche se la densità del gregge sul pascolo non può essere<br />

alta.<br />

79


Il lotto di ingrasso delle femmine, con una densità sufficiente della<br />

mandria sulla terra del pascolo, aumenta la fertilizzazione della zona<br />

senza corrodere il prato.<br />

Immagine 22 Lotto delle giovenche all’ingrasso.<br />

Notare il prato non-corroso.<br />

Una densità per ettaro ottimale degli evita i problemi di sfruttamento<br />

eccessivo del pascolo e danni al terreno. Il Sovra-pascolo si verifica<br />

quando troppo bestiame è mantenuto su una certa superficie di<br />

pascolo. Ha le seguenti conseguenze:<br />

- Impoverimento del suolo.<br />

- Perdita della specie commestibili.<br />

- Perdita della copertura vegetale, con conseguente erosione.<br />

- Se non c’è base vegetale, la quantità di acqua evaporata è più<br />

grande ed i depositi nel terreno più poveri di acqua per i periodi della<br />

siccità.<br />

In considerazione di queste conseguenze, per evitare di sovrapascolare<br />

è consigliabile controllare la densità delle mandrie su ogni<br />

lotto.<br />

80


3.4.b Stabulazione<br />

In questo tipo di produzione, l'uso dell'alloggio per lo stallaggio del<br />

bestiame non è obbligatorio, a condizione che le condizioni climatiche<br />

permettano agli animali di condurre una vita normale all'aperto.<br />

Nel caso degli animali che rimangono al chiuso durante determinati<br />

periodi dell'anno, l'alloggio dovrebbe comunque consentire la libertà di<br />

movimento, senza limitare i loro bisogni naturali: alzarsi, coricarsi,<br />

pulirsi, allungarsi… Gli animali dovrebbero poter accedere ai pascoli<br />

liberamente per soddisfare il loro comportamento normale.<br />

La superficie minima disponibile, le caratteristiche delle zone di<br />

esercitazione e di stallaggio, sono stabilite nel Reg. CE n. 889/2008<br />

sulla produzione biologica dei prodotti agricoli e delle indicazioni che<br />

si riferiscono ai prodotti agricoli ed alle derrate alimentari.<br />

Non tutti gli animali riescono a vivere all’aperto. La gestione ed il<br />

mantenimento all'aperto di alcune razze può risultare complicato.<br />

Alcuni animali combattono, smettono di mangiare e, per questa<br />

ragione, è molto importante selezionare razze autoctone che possono<br />

essere tranquillamente allevate all'aperto, riuscendo senza sforzi a<br />

condividere le zone riparate e garantendo la resistenza della razza ai<br />

cambiamenti climatici della zona.<br />

Mantenere gli animali legati (stabulazione fissa) è proibito, anche se<br />

l'ente di controllo o l'autorità può autorizzarla nei casi specifici e per i<br />

periodi di tempo limitati.<br />

Rispetto al lotto di ingrassamento, è consigliabile, condizioni<br />

atmosferiche permettendo, alimentare gli animali all'aperto, in modo<br />

da poterli pascere permettendo loro di svagare: possono in questo<br />

modo svolgere esercizi, combattere, giocare, scivolare giù nei prati,<br />

ecc. Le aree aperte dovrebbero comunque essere recintate ed avere<br />

ripari affinchè gli animali possano ripararsi sia d’estate che d’inverno.<br />

Al contrario di quello che potrebbe sembrare, questi animali si<br />

adattano perfettamente ai mutamenti di temperatura ed alle condizioni<br />

atmosferiche avverse all'aperto, migliorando il loro sistema<br />

immunitaria e la resistenza alle malattie. I problemi respiratori sono<br />

minimi, dato che gli animali non sono riuniti in scuderie, in cui la<br />

circolazione dei microrganismi e le concentrazioni di azoto provocano<br />

questo tipo di malattie.<br />

Tuttavia, secondo la legislazione, la fase finale di ingrassamento del<br />

bestiami biologico può essere effettuata nelle stalle, a patto che<br />

comunque il tempo speso al chiuso non ecceda un quinto della vita (e<br />

mai per più di tre mesi) dell'animale.<br />

Il rendimento delle carcasse animali allevate all'aperto è simile a<br />

quello della stabulazione fissa. Gli animali però godono il benessere<br />

generale e, da quando sono nati a quando sono macellati, non fanno<br />

81


alcun tipo di sforzo, non sono mai stati bloccati nei movimenti, così il<br />

rendimento è molto alto e di qualità.<br />

I vantaggi e gli svantaggi dell’ingrasso e del parto all'aperto<br />

I vantaggi:<br />

• Non è richiesto nessun grande investimento per le installazioni;<br />

queste sono soltanto necessarie per immagazzinare i formulati<br />

alimentari ed il foraggio nei periodi di penuria.<br />

• Gli animali allevati nel loro ambiente, sono in equilibrio con la<br />

natura che li circonda. Sono perfettamente adattati ai<br />

cambiamenti climatici.<br />

• La qualità della carne di questi animali è molto più alta,<br />

specialmente in termini di sapore, dovuto alla possibilità di<br />

consumare degli alimenti naturali che la terra gli assicura.<br />

• La paglia che altri poderi destinano a lettiera può essere usata per<br />

alimentare gli animali.<br />

• Gli animali fertilizzano i lotti di terra in cui pascolano.<br />

Gli svantaggi :<br />

• Molta cura deve essere prestata in caso di condizioni<br />

atmosferiche avverse per accertare la disponibilità di ripari<br />

adeguati per tutti gli animali.<br />

• Durante i periodi di scarsità del pascolo, una persona deve<br />

andare ogni giorno nei recinti per alimentare gli animali.<br />

• È generalmente consigliabile visitare gli animali ogni giorno per<br />

assicurarsi che non ci siano problemi.<br />

• L'aumento del peso degli animali può essere più basso, anche se<br />

le differenze sono minime ed hanno luogo conformemente alla<br />

razza ed al periodo dell'anno. Gli animali tendono a mangiare di<br />

più in inverno per alzare la loro temperatura corporea.<br />

I vantaggi e gli svantaggi dell’ingrasso e del parto in stalla<br />

I vantaggi:<br />

le condizioni atmosferiche avverse non causano problemi<br />

maggiore incremento ponderale.<br />

Gli svantaggi:<br />

• gli investimenti nelle installazioni e attrezzature sono alti.<br />

• L'animale non si sviluppa nel proprio ambiente e,<br />

occasionalmente, si presentano problemi di sforzo.<br />

• Predisposizione alle malattie, legata al contatto degli animali ed<br />

alla trasmissione dei virus (specialmente quelli respiratori).<br />

82


• Uso di paglia per la lettiera.<br />

In conformità con questi fattori, ogni allevatore dovrebbe valutare il<br />

metodo di ingrassamento da impiegare in conformità con le<br />

caratteristiche aziendali.<br />

3.4.c Benessere animale<br />

La comodità animale, insieme alla dieta, al risanamento ed<br />

all'amministrazione, è uno dei fattori principali che regolano il<br />

bestiame biologico.<br />

Questi fattori sempre più sono collegati alla qualità del prodotto<br />

migliorata ed al rispetto ambientale.<br />

Ci sono molte definizioni di benessere animale. Queste sono<br />

collegate generalmente alla non-sofferenza ed alla capacità<br />

dell'animale di adattarsi con successo ad un dato ambiente. I<br />

parametri usati in queste definizioni non sono quantificabili e sono<br />

quindi difficili da valutare.<br />

Immagine 23 Le giovenche all’ingrasso si sono adattate<br />

completamente al loro ambiente.<br />

Tuttavia, una mancanza di comodità animale avrà effetti negativi su<br />

produzione e salute. Questi effetti sono effettivamente valutabili per<br />

mezzo di metodi differenti: analisi ormonali ed energetiche dei<br />

metaboliti, misurazione dei segni vitali (come ad es. del ritmo e della<br />

83


temperatura corporea, dei battiti del cuore, ecc.), sviluppo della<br />

ruminazione, osservazione del comportamento, incidenza delle<br />

malattie, ecc..<br />

3.4.c.i Quali sono le cause della mancanza<br />

di benessere animale<br />

Quando un animale prova a adattarsi ad un cambiamento ambientale,<br />

genera gli stimoli di sforzo trasmessi attraverso il sistema nervoso che<br />

permettono all'animale di cominciare a adattarsi al relativo nuovo<br />

ambiente. In questo processo di adattamento un certo numero di<br />

cambiamenti di anima e del comportamento si presentano che<br />

contribuiscono all'adattamento definitivo dell'animale al relativo nuovo<br />

ambiente.<br />

Quando gli stimoli di sforzo sono ripetuti continuamente nel tempo o la<br />

loro intensità aumenta, il meccanismo di adattamento non funziona e<br />

l'animale non riesce ad ambientarsi nel nuovo ambiente. Le<br />

conseguenze dirette di questa mancanza di adattamento all'ambiente<br />

sono:<br />

a) Riduzione dell'ingestione di cibo quotidiano e dello sviluppo<br />

Fattori di stress<br />

Aumento del rilascio di sostanze (glucocorticoidi)<br />

Stimolazione del consumo di proteine Blocco delle secrezioni ormonali<br />

b) Disordini nella ruminazione che causano riduzione del PH (acidità)<br />

e dell’assimilazione degli elementi nutritivi.<br />

La ruminazione svolge due funzioni:<br />

• Decomporre l’alimento e assimilarne i nutrienti;<br />

• Produrre grandi quantità di saliva che, grazie al contenuto in<br />

fosfati e carbonati, riduce il PH del rumine e previene i rischi di<br />

acidità.<br />

In generale, quanto più tempo dedicano gli animali alla ruminazione<br />

meno dormono e quindi presentano uno stato di sonnolenza.<br />

Quando esistono situazioni di stress l’animale non riesce a ruminare<br />

normalmente ed anche la salivazione si blocca, con conseguente<br />

aumento dei problemi digestivi e dell’acidità.<br />

84


c) Indebolimento del sistema immunitario e conseguente rischio di<br />

contrarre malattie. È infatti dimostrato scientificamente che esiste una<br />

correlazione tra le condizioni esterne e lo stato del sistema<br />

immunitario. Quando l’animale è stressato o c’è un cambiamento delle<br />

condizioni metereologiche è più probabile l’insorgenza delle malattie.<br />

d) Bassa qualità delle carni ed elevato PH. In seguito ad uno stress<br />

molto alto al momento della macellazione le riserve di metabolito<br />

muscolare (glicogeno) vengono esaurite, il che impedisce che il PH<br />

delle carni possa essere inferiore a 5,5 o 5,6. Questo tipo di carne<br />

viene definito “DFD” ed è caratterizzata per essere più scura, dura,<br />

secca e poco conservabile.<br />

3.4.c.ii Fattori di stress<br />

Tutte le operazioni di movimentazione differenti da quelle abituali,<br />

costituiscono un fattore di stress per l’animale. Queste operazioni<br />

sono spesso inevitabili, ma sta a noi preoccuparci che vengano svolte<br />

usando tutte le precauzioni possibili per ridurre al minimo gli effetti<br />

indesiderati. Fra le pratiche che potrebbero generare stati di stress<br />

negli animali, si segnalano le seguenti:<br />

- Entrare nelle recinzioni o attraversare i passaggi obbligati. Gli<br />

animali associano i recinti ed i percorsi obbligati con gli effetti<br />

negativi. È raccomandabile, per esempio, di tanto in tanto dargli da<br />

mangiare all'interno di queste aree. È importante che gli animali<br />

entrino senza preoccupazione nelle recinzioni.<br />

- Grida e colpi provenienti dall’allevatore. Parlare e comportarsi in<br />

modo disteso può evitare che gli animali si innervosiscano.<br />

- Uso del pungolo elettrico. Negli allevamenti biologici è vietato l'uso<br />

del pungolo elettrico. Questo strumento non è infatti necessario per<br />

convincere il bestiame ad entrare in posti specifici. Lo stesso<br />

obiettivo può essere realizzato ad esempio con il mangiare e con il<br />

fare delicato e senza gridare, il tono concitato ed allarmato spesso<br />

conduce a risultati opposti a quelli desiderati.<br />

- Isolamento. Questi animali devono avere un contatto tattile e visivo<br />

con altri membri delle loro proprie specie. È proibito mantenere gli<br />

animali in isolamento dopo la prima settimana di vita.<br />

- Decornificazione. Le corna sono strumenti naturali di difesa contro<br />

altri animali (cani, volpi, lupi). La decornificazione sistematica non è<br />

autorizzata, è infatti consentita solo in circostanze speciali. In tale<br />

casi comunque dovrebbe essere effettuata sotto anestesia locale<br />

entro i primi dieci giorni di vita e, se di età maggiore, oltre<br />

all’anestesia saranno necessari anche trattamenti generali per<br />

combattere il dolore.<br />

85


- Tagliare la coda. Come nel caso della decornificazione, è proibito<br />

tagliare la coda, solo in casi eccezionali potrà essere autorizzato. La<br />

coda rappresenta per l’animale un mezzo naturale per cacciare via<br />

ad es. le mosche.<br />

- Tipo inadeguato di pavimento. Anche se può sembrare il contrario, il<br />

tipo di pavimento ha un effetto diretto sulla comodità dell’animale.<br />

Alcuni pavimenti sono sdrucciolevoli e gli animali sono ditubanti a<br />

percorrerli, sanno esattamente dove quelle zone sdrucciolevoli sono<br />

e non desiderano entrare in quelle zone dell'azienda agricola. Il<br />

pavimento migliore è quello coperto con paglia, perché è un<br />

materiale che assorbe bene gli escrementi e fornisce un ambiente<br />

asciutto senza odori e superficie non sdrucciolevole.<br />

- Mantenere gli animali legati. Gli enti di controllo o le autorità soltanto<br />

possono autorizzare questa situazione in casi specifici. Restare<br />

legati per tutta la vita genera un trauma opprimente negli animali.<br />

Dal punto di vista della comodità animale, il sistema migliore è<br />

quello di mantenere gli animali in gruppi che non siano troppo<br />

grandi, garantendo il contatto tattile e visivo con gli altri membri<br />

delle loro specie. Così sono allevati in modo disteso e senza stress<br />

- Trasporto, carico e scarico. (Le informazioni su questi fattori sono<br />

descritte nella seguente sezione sul trasporto dei bovini da carne<br />

allevati con il metodo biologico).<br />

Il personale dell'azienda agricola può minimizzare gli effetti negativi di<br />

questi stress effettuando tutte le operazioni con la dovuta cura. La<br />

guida di riferimento per la riduzione dei fattori di stress non richiede<br />

tempo o lavoro supplementare; cerca semplicemente di migliorare la<br />

comodità animale per realizzare un prodotto di più alta qualità.<br />

In breve, il buon maneggiamento si traduce in riduce dello stress<br />

animale garantisce un livello di immunità sufficiente perché gli animali<br />

vivano in buono stato di salute. Tra le misure più importanti da<br />

seguire per aumentare la comodità animale, segnaliamo le seguenti:<br />

- Gli animali richiedono il trattamento corretto, disteso, senza colpi o<br />

grida.<br />

- Gli animali devono abituarsi ad ascoltare sin dalla tenera età il<br />

battere delle mani dell’allevatore, in modo da riconoscerlo e<br />

rispettarlo in seguito per tutta la vita.<br />

- Gli animali dovrebbero essere allevati nel loro ambiente naturale,<br />

senza cambiamenti importanti che generano situazioni di stress.<br />

- Richiamarli di tanto in tanto quando fanno qualcosa di sbagliato è<br />

importante, così sapranno quali comportamenti tenere e quali<br />

evitare.<br />

- Una buona dieta, sia in termini di qualità che quantità, favorirà un<br />

buono stato di salute dell’animale.<br />

86


- Non effettuare cambiamenti all’interno dei gruppi di animali, in<br />

particolare se si inseriranno animali già adulti è probabile che si<br />

verificheranno lotte gerarchiche al suo interno.<br />

- L'igiene adeguata nelle installazioni ridurrà l'insorgenza delle<br />

malattie contagiose.<br />

3.4.d Condizioni per il trasporto del bovino da carne<br />

Il trasporto, nell'insieme, è un fattore di stress che genera nervosismo<br />

ed ansia. Tutto l'animale reagisce con allarme ad una nuova<br />

situazione come il trasporto e questo si aggrava quando le modalità di<br />

carico e scarico non sono accurate. Dobbiamo sempre impedire che<br />

l'animale soffra inutilmente.<br />

Il trasporto è un'altra fase che ha un effetto importante sulla qualità<br />

finale della carne. Il carico e lo scarico sono i punti critici del trasporto<br />

animale. Il personale responsabile di questa fase deve prestare<br />

attenzione speciale al tipo di pavimento per impedire agli animali di<br />

slittare, all'inclinazione dello scivolo, che non deve essere eccessiva,<br />

alla disposizione efficiente delle inferriate laterali per impedire agli<br />

animali di cadere e, in particolare, al bordo del camion, al fine di<br />

minimizzare la sofferenza.<br />

Il carico e lo scarico degli animali dovrebbero essere realizzati in<br />

modo disteso, prestando attenzione ai dintorni e con cura dovuta per<br />

evitare agli animali lesioni e sofferenza, ferite o fratture. È conveniente<br />

che il percorso che gli animali devono seguire sia ben tracciato e<br />

facilmente percorribile e controllabile. La paglia può anche essere<br />

disposta sul percorso per imitare il loro ambiente naturale.<br />

L'uso dei dispositivi elettrici per forzare gli animali è proibito.<br />

Una sezione della regolamentazione comunitaria riguarda la<br />

protezione degli animali durante il trasporto ed è stata emendata dal<br />

regolamento (CE) n. 1/2005, sulla protezione degli animali durante il<br />

trasporto, ed entrerà in vigore nel 2007. Le seguenti disposizioni di<br />

questa regolazione sono evidenziate:<br />

- Sarà necessario un registro ed un’autorizzazione per tutti quei veicoli<br />

che effettuano viaggi lunghi (più di otto ore).<br />

- I guidatori di questi veicoli devono essere addestrati.<br />

- Un diario di viaggio deve essere elaborato dettagliando la<br />

ripartizione esatta delle responsabilità e degli obblighi di tutto il<br />

personale addetto, dai trasportatori ai mediatori, agli allevatori, ai<br />

controllori, ecc..<br />

- Tutti i veicoli di trasporto devono essere dotati di apparecchiature di<br />

controllo della più alta qualità. Quando il viaggio dura più di otto ore,<br />

87


i veicoli devono essere dotati di: buon assestamento per la<br />

comodità degli animali e tenere sistemi adeguati di assorbimento di<br />

urina e feci; quantità di foraggio ed acqua sufficienti; ventilazione<br />

meccanica; separazione fra gli animali; registrazione della<br />

temperatura; sistema d'avvertimento nella cabina del guidatore.<br />

- Una serie di misure è stabilita per il carico e lo scarico gli animali e<br />

l'uso di qualunque tipo di dispositivo abusivo, quale il pungolo<br />

elettrico, è proibito rigorosamente.<br />

- I lunghi viaggi di trasporto sono vietati per gli animali giovani con il<br />

cordone ombellicale ancora attaccato.<br />

- Un sistema di alte sanzioni è stabilito per quelli che non rispettano le<br />

misure stabilite in questa legislazione.<br />

Immagine 24. Piccolo mezzo di trasporto per un capo di bestiame<br />

I fattori ambientali durante il trasporto sono molto importanti e<br />

possono condurre alla creazione delle situazioni di stress:<br />

• Temperatura – il controllo della temperatura è un fattore degno di<br />

regolamentazione. Sui viaggi lunghi, specialmente durante i<br />

periodi caldi, gli animali dovrebbero essere trasportati di notte o la<br />

mattina presto. Gli aumenti bruschi di temperatura hanno<br />

conseguenze serie, come mettere a rischio la vita stessa<br />

88


dell'animale (a causa dei colpi di calore) oltre a compromettere la<br />

qualità finale della carne.<br />

• Umidità - Collegata sempre alla temperatura. Con le temperature<br />

basse l'umidità eccessiva aumenta la perdita di calore.<br />

• Ventilazione - I problemi di ventilazione sono accentuati quando il<br />

camion si ferma e non è dotato di un sistema automatico di<br />

ventilazione. La ventilazione fornisce l'ossigeno agli animali,<br />

elimina i gas prodotti ed aiuta a mantenere temperature<br />

accettabili.<br />

• Densità del carico - Più è alta la densità del carico, più bassa è la<br />

comodità dell’animale, perché viene limitato il loro comportamento<br />

naturale.<br />

L’introduzione degli animali in un camion genera ovviamente stress e,<br />

anche se questo sforzo non può essere evitato, può essere ridotto il<br />

più possibile. Per minimizzare lo stress dell’animale quando entra nel<br />

camion, andrebbe seguita una guida di riferimento :<br />

- Assicurarsi che la rampa di carico non sia sdrucciolevole, paglia o<br />

terra possono essere usate per impedire all'animale di cadere.<br />

- Il rumore prodotto dall’animale quando fa un passo sul metallico si<br />

amplifica ed è molto allarmante e stressante per gli animali,<br />

aggiungendo paglia o stecche di legno si può attutire il rumore.<br />

- La paglia sullo scivolo è loro nota ed alcuni animali cominciano a<br />

sentirne l'odore ed a salire autonomamente, senza costrizioni, sul<br />

camion.<br />

- È utile che gli animali vedano la luce all'interno del camion, l’oscurità<br />

li spaventa.<br />

- Non utilizzare i pungoli o, in linea di principio, i bastoni, per non<br />

renderli nervosi sin dall'inizio.<br />

- Parlare agli animali in modo disteso; gridare li renderà soltanto<br />

nervosi.<br />

L'uso dei tranquillizzanti chimici di sintesi per agevolare il trasporto<br />

degli animali è proibito, sia prima di che durante il viaggio.<br />

Il trasporto animale può essere effettuato per i motivi più differenti,<br />

dovuto a trasferimenti fra i poderi o persino all'interno della stessa<br />

azienda, o per la conduzione finale al mattatoio:<br />

a) Quando il trasporto animale è effettuato ad un altro podere<br />

indipendente o ad un'altra zona all'interno dello stesso podere,<br />

sull'arrivo, è consigliabile dare ad ogni animale un controllo generale,<br />

mantenerli isolati da altri animali (quarantena) e dare loro l'acqua ed il<br />

foraggio o il fieno di alta qualità per aiutarli ad adattarsi al nuovo<br />

ambiente.<br />

89


) Nel caso di trasporto al mattatoio, le situazioni di stress devono<br />

essere ridotte. Le carni DFD (scure, dure e secche), sono le meno<br />

apprezzate dal mercato, sono il risultato diretto dello stress intenso<br />

prima del sacrificio. Il lavoro di molti mesi può essere sprecato in<br />

alcune ore. Di conseguenza, l’allevatore deve accertarsi che questa<br />

funzione sia effettuata dal personale responsabile e qualificato.<br />

In più, altre conseguenze possono essere generate, come:<br />

- Perdita di peso, che dipenderà dall'età, sesso…, ma essenzialmente<br />

dalla lunghezza del viaggio. Con i viaggi corti, meno di quattro ore, le<br />

perdite di peso saranno dovute a traspirazione, urina o feci. All’arrivo<br />

dovrà essere somministrata agli animali l'acqua ad integrazione della<br />

perdita del peso. Con i viaggi lunghi, più di quattro ore, la perdita di<br />

peso della carcassa già è avvenuta, ed ha prodotto una perdita<br />

economica.<br />

- Le malattie legate al trasporto, che interessano gli animali nelle<br />

ultime fasi della gestazione o gli animali appena partoriti.<br />

Rispondono normalmente alla gestione del calcio, ma la carcassa<br />

sarà confiscata nel mattatoio.<br />

- Fratture, sforzi, distorsioni.<br />

Il trasporto degli animali, in altre aziende od al macello, dovrebbe<br />

essere effettuato da personale qualificato in grado di garantire la cura<br />

degli animali, senza esporli a rischi ed evitando sofferenze inutili.<br />

L’allevatore deve accertarsi che questo sia fatto correttamente, per<br />

assicurarsi:<br />

- Carne di buona qualità, se la destinazione dell'animale è il mattatoio.<br />

- Un animale forte e sano, se la sua destinazione è un altro posto in<br />

cui essere allevato.<br />

3.4.e Macellazione del bovino da carne<br />

Gli animali del lotto di ingrassamento una volta raggiunto un peso<br />

adeguato, rispondente alla richiesta del mercato di questo tipo di<br />

carne, devono essere macellati. Sono macellati secondo le richieste<br />

del consumatore e del mercato.<br />

La macellazione dell'animale consiste di due fasi: uccisione e<br />

sezionamento. Tutti gli animali devono essere storditi prima della<br />

macellazione. L’uccisione è tutto il processo che, una volta applicato<br />

all'animale, provoca un immediata incoscienza che dura fino al<br />

sopraggiungere della morte. Il tempo che trascorre fra l’uccisione ed il<br />

sezionamento è importanti per l’ottenimento di un prodotto di qualità.<br />

Un tempo eccessivo fra l’uccisione ed il sezionamento, specialmente<br />

se l’uccisione non è riuscita completamente, genera piccole emorragie<br />

90


nella carcassa che la rendono poco appetitosa, riducendone la<br />

relativa qualità.<br />

Per la macellazione degli animali biologici e la loro vendita come tali, il<br />

mattatoio deve essere autorizzato dall'ente di sorveglianza o<br />

dall'autorità di ogni Comunità autonoma.<br />

Le circostanze ideali prevederebbero i mattatoi che macellano<br />

soltanto gli animali biologici ma, siccome il mercato non è molto<br />

ampio, sono previsti dei giorni specifici per la macellazione di questo<br />

tipo di bestiame (separazione temporale). I mattatoi dovrebbero<br />

mantenere un registro degli animali biologici macellati, contenente le<br />

seguenti informazioni:<br />

• data dell'entrata nel mattatoio.<br />

• documento dell'identificazione dei bestiami.<br />

• numero dell'operatore e dati del proprietario dell'animale.<br />

• data di macello<br />

• numero di matricola biologico<br />

• numero biologico del sigillo di qualità di ogni carcassa.<br />

• destinazione della carcassa.<br />

Le produzioni animali biologiche dovrebbero essere le primi ad essere<br />

macellate per evitare ogni possibile contaminazione. Se sono le<br />

ultime, la catena di lavorazione dovrebbe essere pulita disinfettata<br />

prima di continuare la macellazione.<br />

Le carcasse dovrebbero essere identificate con il sigillo di qualità<br />

biologico ed essere accompagnate dalla documentazione<br />

corrispondente che contiene i seguenti dati: proprietario, destinatario,<br />

peso, documento dell'identificazione del bestiame, sigillo di qualità<br />

biologico e numero di matricola biologico.<br />

La carne è un prodotto molto complesso che, come abbiamo visto, è<br />

influenzato da molti fattori che modificano la relativa qualità e quindi<br />

può essere considerato come oggetto di controllo speciali. Questi<br />

controlli dovrebbero essere analizzati poichè possono provocare una<br />

perdita della qualità della carne e la possibilità di confische al macello,<br />

generando perdite finanziarie. Fra questi fattori, i seguenti vanno<br />

evidenziati:<br />

- Ambientale: la temperatura, la sete, l’umidità, il rumore e l’insieme<br />

dell'animale hanno un effetto diretto sul benessere animale. La<br />

malattia degli animali può causare problemi di produzione e generare<br />

confische da parte del mattatoio.<br />

- Trasporto e fasi precedenti la macellazione: Il tempo di attesa di<br />

scarico e del carico, la lunghezza del viaggio, le condizioni di<br />

trasporto, i momenti prima della macellazione, possono aumentare lo<br />

91


stress animale, fornendo carne di qualità cattiva che,<br />

occasionalmente, può essere confiscata.<br />

- Conformità dell'animale in se, quale fattore specifico che coinvolge la<br />

genetica, razza, sesso ed età.<br />

- Lo sviluppo dell’animale fino al raggiungimento del suo peso di<br />

macellazione è differente per ogni tipo di razza. Le razze che<br />

sviluppano velocemente tendono ad essere di piccola dimensione<br />

ed il loro sviluppo è più veloce. Le razze che sviluppano più<br />

velocemente hanno uno sviluppo più lento e tendono ad essere di<br />

grandezza maggiore. Nel confrontare entrambe queste tipologie di<br />

razze, le seguenti conclusioni possono essere raggiunte:<br />

- Animali macellati della stessa età: gli animali delle razze che<br />

sviluppano più velocemente peseranno di meno al momento della<br />

macellazione ma avranno più grasso.<br />

- Animali macellati dello stesso peso: gli animali delle razze a sviluppo<br />

più veloce saranno macellati più giovani rispetto a quelli<br />

appartenenti a razze a lento sviluppo, ma avranno più grasso.<br />

- Ci sono differenze fra la carne dei maschi e quella delle femmine.<br />

Le femmine tendono ad avere grasso striato, che fornisce una<br />

succosità speciale della carne ed inoltre tendono ad essere più<br />

tenere.<br />

- Macellazione dell'animale: Manipolazione, uccisione,<br />

sanguinamento, preparazione della carcassa, l'igiene. Come già<br />

accennato, questi sono elemento chiave per la qualità delle<br />

carcasse. Occasionalmente, le carcasse possono essere<br />

contaminate con i batteri e le secrezioni fecali a causa di<br />

manipolazione negligente.<br />

- Fattori di produzione: Razionare la quantità, le caratteristiche, la<br />

qualità delle materie prime. Ciò è un punto molto importante per la<br />

qualità della carcassa. Questi fattori intervengono direttamente e<br />

forniscono un sapore differente alla carne.<br />

Tutti questi fattori intervengono direttamente nella qualità della<br />

carcassa e della relativa valenza economica successiva. Molti di loro<br />

possono essere affrontati direttamente ma, con altri, spetta<br />

all’allevatore accertarsi che i suoi animali siano controllati<br />

adeguatamente.<br />

3.5 Applicazione delle misure sanitarie<br />

3.5.a Misure preventive<br />

La maggior parte delle malattie che interessano le aziende biologiche<br />

possono essere evitate con l'amministrazione adeguata ed il<br />

risanamento sufficiente. La prevenzione delle malattia può essere<br />

92


ealizzata quando segue una guida di riferimento. La selezione delle<br />

razze autoctone è uno dei fattori più importanti, dato che si adattano<br />

bene all'ambiente. Questi sono animali forti, rustici e più resistenti.<br />

Acclimatati alle temperature della zona, in grado di alimentarsi<br />

autonomamente, ecc. Sono capaci di trasformare derrate alimentari di<br />

bassa qualità in buona carne saporita ed hanno alti tassi di<br />

riproduzione. Gli animali vivendo sfruttando le risorse naturali e<br />

formulati biologici di alta qualità alimentare e foraggio, sviluppano un<br />

sistema immunitario forte che li rendono più resistenti all'attacco delle<br />

malattie.<br />

Il trattamento ricevuto dagli animali, unito alla densità delle mandrie<br />

distribuite sui pascoli, riduce l'inizio dei processi patologici.<br />

Quando questi punti sono tenuti presenti, i problemi sanitari si<br />

riducono significativamente. Tuttavia, ci può essere il caso di un<br />

animale che si ammala, esso dovrebbe essere trattato appena<br />

possibile per impedirne il deterioramento ed il rischio di morte.<br />

È consigliabile scoprire appena possibile la causa della malattia per:<br />

- Evitare di infettare il resto del gregge (isolare l'animale il più<br />

possibile).<br />

- Risolvere le cause del problema.<br />

Il trattamento degli animali ammalati dovrebbe essere effettuato con i<br />

prodotti fitoterapici, omeopatici, aromatici o con oligoelementi,<br />

altrimenti con le sostanze dettagliate nel Reg. CE n. 889/2008. Questi<br />

cureranno rapidamente l'animale ed impediranno sofferenze inutili.<br />

Se il trattamento effettuato con i prodotti precedentemente illustrati<br />

non è efficace l’Organismo controllore dell'azienda agricola, se lo<br />

riterrà opportuno, potrà autorizzare l’uso di medicine allopatihe, gli<br />

antibiotici, ecc... L'uso di questo tipo di prodotti richiede un doppio<br />

periodo di carenza rispetto a quella indicata sul prospetto per il<br />

bestiame allevato con il metodo convenzionale. Il periodo di carenza è<br />

il tempo che deve passare dopo una un trattamento chimico prima<br />

che il prodotto possa essere destinato al consumo umano. Le<br />

sostanze, che non presentano un periodo di carenza, avranno un<br />

periodo di attesa di 48 ore.<br />

Quando le medicine chimiche di sintesi sono usate in un’azienda, il<br />

controllore deve trasmettere un rapporto al corpo di sorveglianza o<br />

all'autorità corrispondente che contenga le informazioni sul tipo di<br />

medicinale, il numero di identificazione del bestiame trattato, della<br />

data della gestione del medicinale, della dose, del motivo per l'uso del<br />

medicinale e del periodo di fine trattamento. Allo stesso tempo,<br />

l’allevatore dovrà mantenere una lista degli animali trattati e tutti i dati<br />

contenuti nella relazione del controllore.<br />

93


Tutti i tipi di trattamenti preventivi con prodotti chimici di sintesi sono<br />

proibiti. A tal riguardo, attenzione speciale dovrebbe essere prestata<br />

alle derrate alimentari dei bestiame, dato che è abbastanza frequente<br />

trovare gli antibiotici nelle formulazione alimentari convenzionali.<br />

Le sostanze artificiali, quali gli antibiotici e gli ormoni, vanno usate<br />

solo per impedire le malattie, è proibita la stimolazione dello sviluppo<br />

o l’induzione della sincronizzazione dei periodi di calore. Tuttavia,<br />

sono autorizzati per uso specifico e sotto la prescrizione del<br />

controllore per trattare le malattie in casi isolati.<br />

Quando un animale presenta i sintomi concreti della malattia e gli<br />

antibiotici sono richiesti, i microrganismi responsabili possono<br />

generare la resistenza ed ostacolare il ricupero dell'animale. Ma più<br />

allarmanti sono le conseguenze che questo tipo di medicine ha sulla<br />

salute degli esseri umani e dell'ambiente. In più, queste sostanze<br />

sono eliminate con le feci e rimangono accumulate nel terreno per<br />

molti anni (una grande percentuale dei tumori umani e della<br />

resistenza umana agli antibiotici attualmente è riconducibile<br />

all’alimentazione).<br />

Tutte le misure adottate dallo Stato membro nel rispetto di campagne<br />

di risanamento dei bestiami, dichiarazioni obbligatorie delle malattie,<br />

le vaccinazioni ufficiali, sono obbligatorie anche per tutti gli<br />

allevamenti biologici.<br />

Affinchè gli animali da fattoria biologica siano vendute come tali, non<br />

dovrebbero ricevere più di tre trattamenti all'anno, con l'eccezione dei<br />

trattamenti dei parassiti/di eliminazione dei vermi, dei vaccini e delle<br />

misure ufficiali che non sono inclusi.<br />

Decornificazione e taglio sistematico della coda sono proibiti. Questi<br />

possono essere autorizzati soltanto dall'ente di sorveglianza o<br />

dall'autorità competente in casi isolati basati sui problemi specifici di<br />

gestione.<br />

3.5.b Trattamenti sanitari alternativi nel biologico<br />

3.5.b.i Omeopatia<br />

È una tecnica che impiega le sostanze naturali derivate dall'animale,<br />

dai vegetali e dai minerali per trattare i disordini di salute. Ci sono più<br />

di tremila rimedi omeopatici in atto che sono ottenuti per mezzo di<br />

successiva diluzione e dinamizzazione delle sostanze base. Quindi,<br />

la concentrazione presente nel rimedio omeopatico è estremamente<br />

bassa.<br />

Come riescono tali piccole concentrazioni a curare le malattie?<br />

Quando, all'interno del campo della biologia, parliamo di lasciare al<br />

corpo la capacità di reagire contro la malattia per curarla, queste<br />

piccole dosi stimolano ed aumentano questa risposta. Il rimedio<br />

omeopatico agisce sul sistema immunitario stimolando i meccanismi<br />

94


di difesa, quindi facendo reagire l'animale reagisce alla malattia che<br />

l’ha attaccato. Invece gli antibiotici distruggono il germe responsabile<br />

della malattia. Non promuovono il rafforzamento delle difese, che in<br />

effetti sono quelle alterate e, pertanto, il germe colonizza l'organismo.<br />

L’omeopatia è basata su una legge di base complessa denominata<br />

legge di simile. Quando un animale è attaccato da una malattia, un<br />

certo numero di sintomi caratteristici sono prodotti nel relativo<br />

organismo; se la stessa sostanza della malattia è data nelle<br />

concentrazioni minime (infinitesimali), è capace di curare quegli stessi<br />

sintomi che si presentano in un animale ammalato. I sintomi generali<br />

prodotti da ogni sostanza sono stati studiati e registrati in manuali per<br />

molti anni.<br />

In omeopatia, come nella produzione biologica, non c’è un singolo<br />

trattamento comune per ogni malattia. Gli animali o gli esseri umani<br />

ammalati non sono classificati secondo la loro malattia. Ogni paziente<br />

è differente perché tutti hanno modalità differenti di manifestazione dei<br />

sintomi della malattia. Per esempio, proviamo ad analizzare il caso di<br />

due vitelli con diarrea. Le feci di uno di loro sono giallastre, liquide,<br />

gettate fuori accompagnate da dolore (scalcia). Possiamo inoltre<br />

vedere che il vitello è abbastanza debole e che sta meglio quando si<br />

trova giù. Le feci e le mucose dell'altro vitello sono sanguinanti,<br />

accompagnate dalle spinte e dalla sensazione che non conclude mai,<br />

che peggiora in presenza di temperature fredde. Non è difficile<br />

differenziare i sintomi; è chiaramente necessario intervenire in modo<br />

differenziato prestando le cure giuste. Nelle aziende convenzionali lo<br />

stesso trattamento sarebbe stato effettuato su entrambi i vitelli,<br />

utilizzando antibiotici ed antinfiammatori. Invece nelle aziende<br />

biologiche sarebbero stati effettuati trattamenti differenti perché la<br />

diarrea è completamente differente. Nel primo caso sarebbe potuto<br />

essere somministrato il peltatum di Podophyllum, nel secondo invece<br />

soluzione di mercurio.<br />

I rimedi omeopatici non hanno effetti secondari perché, come<br />

accennato prima, si comportano stimolando i meccanismi di difesa e<br />

non agiscono direttamente sulle malattie.<br />

L’omeopatia non produce miracoli e non risolverà le ferite o le malattie<br />

irreversibili che richiedono una soluzione chirurgica. Tuttavia,<br />

contribuiscono a ridurre gli effetti di quelle lesioni e ad aumentare il<br />

recupero rapido dopo la chirurgia. La frequenza della gestione varia<br />

molto da un rimedio omeopatico al seguente. Generalmente, possono<br />

essere raggruppati secondo il processo per cui sono amministrati:<br />

- Quando un trattamento è utilizzato per processi molto acuti e<br />

prodotti recentemente, quali una ferita, un'ustione, ecc., le diluizioni<br />

95


asse dei rimedi dovrebbero essere date ad intervalli frequenti,<br />

diminuendo le dosi quando procede il miglioramento.<br />

- Quando si tratta di processi acuti, presentantisi improvvisamente,<br />

quali la diarrea o la polmonite, le diluzioni basse inoltre sono date 3<br />

- 5 volte un il giorno.<br />

- Con i processi cronici e prolungati, che con la medicina<br />

convenzionale richiedono il farmaco per la vita, l’omeopatia fornisce<br />

i risultati molto efficaci. Con i problemi cronici della dermatite o<br />

dell’artrosi, riesce a curare o ridurre i sintomi al punto di non<br />

richiedere ulteriore farmaco. Le alte diluzioni sono amministrate con<br />

una frequenza che varia da una volta al giorno a una volta alla<br />

settimana/mese, secondo il caso.<br />

Queste sono guide di riferimento di massima. Un esame completo<br />

dovrebbe essere effettuato in ogni caso particolare, prestando<br />

attenzione speciale alle modalità tipiche che ogni animale ha di<br />

manifestazione il problema, al fine di poter fornire un trattamento<br />

adeguato. I particolari che si presentano comunemente nelle ispezioni<br />

di routine, che la medicina convenzionale non prende in<br />

considerazione, sono molto significativi in omeopatia. Per esempio,<br />

come l'animale beve l'acqua, attraverso sorsi lunghi o corti? L'animale<br />

rimane fermo molto lungo o si muove frequentemente? Si appoggia a<br />

su un lato più dell’all'altro? Migliora quando fa freddo o quando fa<br />

caldo? Ecc… I rimedi omeopatici si presentano in varie<br />

formulazioni. Possono essere in granelli, iniezioni, aerosol, ecc.<br />

Quelli più ampiamente usati sono i granuli, che possono essere<br />

disciolti in acqua potabile. Anche se può suonare strano, in<br />

omeopatia la dose non è importante. È sufficiente che il corpo riceva,<br />

con frequenza relativa, (secondo il caso, come spiegato sopra) gli<br />

stimoli per reagire e rafforzare il sistema immunitario. La dose<br />

normale in un bovini da carne adulto può essere di 10 granelli e 5<br />

granelli per i giovani vitelli. Non ci sono problemi nella<br />

somministrazione di dosi eccessive perché le sostanze sono molto<br />

diluite, quindi nessun'intossicazione può verificarsi.<br />

Per l’efficacia diun trattamento omeopatico, il fattore più importante è<br />

la selezione del rimedio adeguato e della diluzione giusta alla quale il<br />

rimedio dovrebbe essere somministrato. Ogni rimedio ha molte<br />

piccole caratteristiche da tenere presenti, sia in termini di sintomi che<br />

comportamento tipico.<br />

I rimedi omeopatici sono venduti in farmacie e sono gli stessi per gli<br />

esseri umani e gli animali. In alcuni paesi non ci sono rimedi<br />

omeopatici registrati ad uso veterinario. Tuttavia, in altri, oltre che il<br />

registro per l'uso veterinario, l’omeopatia rappresenta una parte<br />

integrante dell’addestramento medico e veterinario.<br />

96


Vediamo di seguito alcuni dei rimedi omeopatici più usati:<br />

- Mellifica di Apis. È estratto dal miele intero. Dovremmo ricordare le<br />

manifestazioni tipiche di una puntura di ape. Un'infiammazione<br />

molto veloce compare sul posto, che è rosso ed il dolore è alleviato<br />

con gli impacchi freddi. In considerazione di questi sintomi, il<br />

rimedio può anche essere applicato, tra l’altro, per irritazioni<br />

cutanee quali le scottature solari, punture di insetti, allergie, ecc.<br />

- Carbone vegetale. È il carbone di legna ottenuto da legni non<br />

resinosi: preferibilmente dal salice, dalla betulla o dagli alberi<br />

bianchi del pioppo. Guarisce problemi respiratori accompagnati da<br />

confusione, debolezza generale e dal desiderario di rimanere giu. È<br />

indicato per danno respiratorio quando la frequenza e la profondità<br />

di respirazione sono diminuite. Ha risultati efficaci sul neonato<br />

partorito.<br />

- Arsenicum album. Viene dall'anidride arseniosa. Nelle circostanze<br />

normali, è una sostanza tossica molto potente che genera una<br />

gamma intera di sintomi. Con intossicazione cronica, sono stati<br />

osservati profonda debolezza con perdita del peso, infiammazione<br />

delle parti del sistema digestivo, ecc.,. Di conseguenza, l'arsenicum<br />

album altamente diluito può essere usato, fra molti altri problemi,<br />

per la diarrea acuta accompagnata da perdita di peso, prolungato<br />

stato di debolezza.<br />

- Arnica Montana. È una pianta che si trova in abbondanza sui prati di<br />

montagna. Una volta applicata direttamente sulla pelle, produce il<br />

dolore nei muscoli che compare dopo gli sforzi o come<br />

conseguenza delle lesioni. È indicato per tutti i tipi di lesioni e può<br />

essere applicato sulla pelle o essere preso oralmente.<br />

3.5.b.ii Fitoterapia<br />

Consiste dell'uso delle piante o dei loro derivati naturali per<br />

correggere i disordini negli animali. Gli ingredienti attivi sono sostanze<br />

che la pianta ha sintetizzato ed immagazzinato durante lo sviluppo.<br />

Da un punto di vista curativo, all'interno di singola pianta ci possono<br />

essere un certo numero di componenti attivi differenti. Fra loro, ce n’è<br />

generalmente uno che determina l'applicazione di ogni specie nel<br />

processo patologico, secondo se ci sia una quantità elevata di quel<br />

componente o la relativa attività è più potente. Gli altri componenti<br />

della pianta aiutano verso quella funzione. I componenti attivi non<br />

sono distribuiti nella pianta in modo uniforme, ma tendono ad essere<br />

concentrati in fiori e foglie, anche se possono essere trovati nelle<br />

radici.<br />

Alcuni esempi delle piante più usate:<br />

97


- Avena sativa. Contiene le vitamine dei gruppi di B, K,E, così come<br />

i minerali, quali fosforo, ferro, cobalto e magnesio. È indicata per i<br />

disordini del sistema nervoso accompagnati da mancanza di<br />

appetito.<br />

- Caléndula officinalis. Contiene gli olii essenziali così come altre<br />

sostanze che curano le ferite. Inoltre è usata per le infezioni della<br />

pelle o per calmare il dolore.<br />

- Eucalipto. L'ingrediente attivo è l'olio essenziale che si trova nelle<br />

foglie. È molto utile per i problemi respiratori perché disinfetta e<br />

limita la produzione del muco.<br />

- Passiflora. Il nome comune di questa pianta è “Fiore della<br />

passione”. Contiene una sostanza calmante indicata per i<br />

disordini nervosi accompagnati da insonnia o eccitamento.<br />

- Echinacea. Contiene l'olio essenziale considerato un antibatterico<br />

potente che combatte le infezioni. Aumenta l'immunità ed inoltre è<br />

usato per la setticemia prodotta dopo il parto.<br />

- Cardo Mariano. Contiene sostanze protettive per il fegato e viene<br />

suggerito per risolvere i disordini del fegato.<br />

L’omeopatia utilizza molte sostanze fitoterapiche che però non<br />

possono essere classificate come medicine omeopatiche perché non<br />

rispondono al principio fondamentale della “Legge del simile”.<br />

3.5.b.iii Aromoterapia<br />

Ogni pianta ha un certo numero di proprietà specifiche: ridurre<br />

l'infiammazione, calmare il dolore, disinfettare, rilassare, ecc.<br />

L’aromoterapia è basata sull'uso degli olii essenziali della pianta. Gli<br />

ingredienti di questi olii sono assorbiti nella circolazione sanguigna,<br />

attivando una serie di reazioni chimiche per ristabilire l'equilibrio nel<br />

corpo.<br />

Come nel caso delle suddette terapie, il trattamento è individualizzato<br />

ed è basato sulle caratteristiche e sulle sensazioni di ogni animale.<br />

Alcuni degli olii più ampiamente usati sono:<br />

- Pino: ottenuto dalla resina. Combatte i dolori muscolari.<br />

- Lavanda: Estratta dai fiori. È usata per la disinfezione delle ferite e la<br />

riduzione dell'infiammazione.<br />

- Eucalypto: L'olio è ottenuto dalle foglie. È molto utile come repellente<br />

degli insetti.<br />

3.5.b.iiii Oligoelementi e sostanze autorizzate<br />

Riportiamo di seguito i materiali di origine minerale elencati nel Reg.<br />

CE n. 889/2008, autorizzati, e gli oligoelementi specifici utilizzabili<br />

occasionalmente come additivi in derrate alimentari animali.<br />

Le seguenti materie prime sono autorizzate:<br />

98


SOSTANZA<br />

Sodio<br />

SOTTOPRODOTTO<br />

sale marino non raffinato<br />

salgemma grezza estratta da<br />

giacimenti<br />

solfato di sodio<br />

carbonato di sodio<br />

bicarbonato di sodio<br />

cloruro di sodio<br />

Potassio cloruro di potassio<br />

Calcio<br />

Fosforo<br />

Magnesio<br />

litotamnio e maerl<br />

conchiglie di animali acquatici<br />

(inclusi ossi di seppia)<br />

carbonato di calcio<br />

lattato di calcio<br />

gluconato di calcio<br />

fosfato bicalcico defluorato<br />

fosfato monocalcico defluorato<br />

fosfato monosodico<br />

fosfato di calcio e di magnesio<br />

fosfato di calcio e di sodio<br />

ossido di magnesio (magnesio<br />

anidro)<br />

solfato di magnesio<br />

cloruro di magnesio<br />

carbonato di magnesio<br />

fosfato di magnesio<br />

Zolfo Solfato di sodio<br />

99<br />

CONSEGUENZE<br />

DELLA SUA CARENZA<br />

Appetito alterato: l’animale<br />

mangia e lecca tutto:<br />

pavimento, urina e sudore degli<br />

altri animali).<br />

Perdita di appetito, debolezza<br />

muscolare, cammino rigido.<br />

Le ossa deboli, sviluppo lento,<br />

fratture facili, dolore ai<br />

legamenti.<br />

Bassa crescita, alterazione<br />

appetito, bassa fertilità<br />

Sviluppo ritardato, rigidità<br />

muscolare, attacchi con<br />

incoscienza<br />

Riduzione crescita e sintesi<br />

proteica<br />

Fra gli oligoelementi (microelementi) autorizzati come additivi nelle<br />

derrata alimentari degli animale troviamo:<br />

• (E1) Ferro: carbonato ferroso, solfato ferroso, ossido ferrico. Un<br />

deficit produce la predisposizione alle infezioni ed all'anemia.<br />

• (E2) Iodio: iodato anidro del calcio, iodato del calcio del<br />

hexahydrate, ioduro del sodio Un deficit procura l'inizio dei<br />

problemi del gozzo, della sterilità, della pelle e degli annessi.<br />

• (E3) Cobalto: solfato cobaltous, carbonato cobaltous di base. Un<br />

deficit genera l’anoressia, l'anemia, la sterilità e la predisposizione<br />

alle malattie.<br />

• (E4) Rame: ossido di rame, carbonato di rame, solfato di rame. I<br />

sintomi di mancanza sono depigmentazione di determinate zone<br />

dei capelli, disordini cardiovascolari e ossei, diarrea, ecc.


• (E5) Manganese: carbonato manganoso, ossido manganoso.<br />

Quando c’è un deficit di questo oligoelemento, si registrano il<br />

dolore delle articolazioni, i disordini riproduttivi e le difficoltà nel<br />

tenere la posizione eretta.<br />

• (E6) Zinco: carbonato dello zinco, ossido dello zinco. Un deficit<br />

genera anoressia, danni alla pelle e disordini riproduttivi.<br />

• (E7) Molibdeno: molibdato dell'ammonio, molibdato del sodio. Un<br />

deficit genera la perdita di appetito, anche se le conseguenze<br />

possono essere estremamente limitate.<br />

• (E8) Selenio: seleniato del sodio. Una mancanza di esso produce<br />

la degenerazione, i disordini della riproduzione e problemi<br />

muscolari.<br />

Tutte queste sostanze, nella maggior parte dei casi, sono usate<br />

mentre nei formulati alimentari per evitare le carenze che generano<br />

problemi di fragilità delle ossa, problemi muscolari, sintomi nervosi,<br />

ecc.<br />

In circostanze normali, quando gli animali mangiano abbastanza fieno<br />

d’erba o del pascolo, questi oligoelementi sono assimilati<br />

automaticamente nella dieta e non è necessario aggiungerli ai<br />

formulati alimentari.<br />

Durante i periodi della scarsità delle derrate alimentari, dovuta alle<br />

avverse condizioni atmosferiche, gli animali non mangiano<br />

abbastanza fieno o pascolo, ed una mancanza di questi minerali può<br />

essere prodotta e le complicazioni possono presentarsi.<br />

3.5.c Controllo dei vermi/parassiti e vaccinazioni dei bovini<br />

Nella produzione biologica, qualunque tipo di trattamento usato come<br />

misura preventiva è proibito. Le vaccinazioni e la<br />

sverminatura/controllo dei parassiti sono i soli trattamenti che possono<br />

essere effettuati previa autorizzazione dell’Autorità nazionale o<br />

dell’Organismo di controllo, nei casi specifici e dopo l'avanzamento<br />

dello studio sul problema verificatosi.<br />

Il numero di trattamenti effettuabili ogni anno è limitato e la tendenza<br />

sarà di ridurli gradualmente. Quindi, il momento migliore per<br />

l'avanzamento del trattamento deve essere analizzato per ottenere<br />

un'alta efficienza.<br />

Molta attenzione dovrebbe essere riservata alla trasmissione delle<br />

malattie dagli animali agli esseri umani (parassitozoonosi) stabilendo i<br />

sistemi di controllo basati sull'isolamento degli animali ritenuti sospetti<br />

di sofferenza di una malattia, analisi complementari di prova, misure<br />

igieniche, quale l'uso dei guanti, delle mascherine, ecc.<br />

100


Tutte le misure ufficiali per l'estirpazione delle malattie stabilite<br />

all'interno di ogni paese sono di applicazione obbligatoria anche nel<br />

biologico.<br />

Vaccinazione - L'ente di controllo o l'autorità preposta analizzerà<br />

ogni situazione e tutte le funzioni che possono influenzare la<br />

diffusione della malattia specifica nella zona. Gli allevatori devono<br />

essere informati di tutto il problema che coinvolge gli animali sul<br />

podere e scoprire la causa del problema.<br />

Per esempio, in particolare zone, possono essere autorizzati vaccini<br />

specifici contro malattia che progrediscono molto velocemente. Se<br />

questo tipo di vaccino non fosse autorizzato in queste zone,<br />

l'allevamento biologica non sarebbe possibile. Dovrebbero essere<br />

naturalmente preferiti vaccini con la massima efficacia e la più bassa<br />

nocività. L'uso dei vaccini generati con manipolazione genetica non è<br />

consentito.<br />

La vaccinazione dei vitelli molto giovani non è suggerita perché questi<br />

tendono ad avere buone difese dovute al colostro ricevuto dalla<br />

madre.<br />

Eliminazione dei vermi/controllo del parassita<br />

Il parassitismo è un tipo di rapporto che è stabilito fra due esseri, uno<br />

di loro, generalmente il più piccolo, si definisce parassita del più<br />

grande, in questo caso, i bovini da carne. Il parassita si alimenta<br />

dall'ospite senza ricevere qualche cosa nello scambio.<br />

Quando la presenza dei parassiti è abbondante, vengono prodotti<br />

danni nell'organismo dell'animale, accompagnati da rendimento ridotto<br />

e dall'inizio delle lesioni che possono mettere la vita dell'animale a<br />

rischio.<br />

I sintomi osservati in animali con parassitosi sono molto differenti e<br />

dipendono dal tipo di parassita ma, generalmente, tendono a<br />

sviluppare i disordini epidermici e diarrea. Il pelo di un animale in<br />

buona salute ha un colore lucido intenso. Quando l'animale sta<br />

soffrendo per qualunque tipo di carenza o di disordine, i peli<br />

sembrano opachi, sono secchi, e l'animale non si lecca più.<br />

Ogni tipo di parassita ha caratteristiche differenti in termini di<br />

posizione, tipo di ospite, percorso all'interno dell'organismo, lesione<br />

prodotta, durata della permanenza all'interno dell'ospite, ecc. Di<br />

conseguenza, quando si verifica un problema in azienda, dobbiamo<br />

conoscerne il motivo e la causa.<br />

Uno dei sistemi più semplici usati per la diagnostica del parassitismo<br />

è l'analisi delle feci. È consigliabile riunire i campioni delle feci durante<br />

i periodi differenti dell'anno, osservare la quantità di parassiti eliminati.<br />

Un'analisi delle feci effettuata per alcuni giorni ed alcuni giorni dopo<br />

101


l'eliminazione dei vermi è molto utile per la verifica del trattamento<br />

d'eliminazione dei vermi. Le feci dovrebbero essere raccolte subito<br />

dopo la deposizione, o persino direttamente dall'intestino dell'animale,<br />

in un contenitore pulito.<br />

Altri metodi di diagnosi del parassita sono l’analisi della pelle.<br />

In caso di morte dell'animale, un controllo completo (analisi) di tutti i<br />

tessuti, organi e muscoli dovrebbe essere effettuato per determinare il<br />

tipo di lesioni prodotte dal parassita in questione e per stabilire i<br />

trattamenti efficaci contro di esso.<br />

Attenzione speciale dovrebbe essere prestata ai sintomi causati dai<br />

parassiti nel vitello appena partorito, perché possono coincidere con<br />

un altro tipo di infezione e condurre alla morte del vitello in alcuni<br />

giorni.<br />

Una volta che un parassita è stato diagnosticato, il trattamento di<br />

controllo/eliminazione del parassita deve essere rapidamente attuato.<br />

L'eliminazione chimica dei vermi può essere usata con la prescrizione<br />

di ridurre il numero annuale dei trattamenti.<br />

I trattamenti dovrebbero essere del tipo più inoffensivo possibile per<br />

l'animale, usando dosaggi bassi per evitare i problemi di<br />

intossicazione. Alcuni prodotti lasciano comunque i residui nelle feci,<br />

quali i derivati di Ivermectin (principio farmacologico), che intossicano<br />

gli animali responsabili della loro disintegrazione ed i residui sono così<br />

assorbiti dal suolo.<br />

La somministrazione per via orale dei prodotti chimici è molto<br />

complicata perché le mucche non aprono la bocca e nascondono le<br />

loro teste, ma si tratta in genere di sostanze che lasciano pochi<br />

residui.<br />

In termini di trattamenti alternativi, i risultati molto buoni sono stati<br />

ottenuti con la fitoterapia e gli inconvenienti suddetti sono eliminati.<br />

Tra altri l'aglio ed il timo nell'acqua potabile sono usati come<br />

trattamenti di controllo dei vermi. Il Pennyroyal è usato come<br />

trattamento esterno di controllo del parassita quando ci sono le<br />

zanzare.<br />

I metodi di controllo di parassitismo dovrebbero essere basati sulle<br />

misure preventive. L'obiettivo è provare a realizzare una situazione<br />

armoniosa fra il parassita e l'animale senza ostacolare i tassi di<br />

produzione. L'eliminazione totale dei parassiti è impossibile perché il<br />

loro habitat è l'ambiente naturale.<br />

Fra le misure adottare per controllare i trattamenti di eliminazione dei<br />

vermi/parassita, distinguiamo le seguenti:<br />

- L'uso dei pascoli durante i periodi di concentrazione più bassa dei<br />

parassiti, secondo gli studi effettuati in ogni zona/azienda.<br />

102


- Evitare le zone sporche che aumentano la diffusione e la<br />

permanenza di molti cicli del parassita.<br />

- Tentare di non pascolare le stesse zone di terra ogni anno,<br />

lasciandole vuote per un anno, dato che questo riduce<br />

considerevolmente la contaminazione del pascolo.<br />

- Le giovenche e gli animali più giovani dovrebbero pascolare sulle<br />

aree più sicure del podere. Il bestiame adulto sviluppa resistenza ed<br />

acquista un equilibrio migliore contro il parassita, senza esserne<br />

influenzato.<br />

- Per i poderi che hanno bestiami ovino, pascolare a rotazione risulta<br />

interessante. La buona immunità è sviluppata nelle aree usate dai<br />

bovini da carne un anno e dalle pecore l’ anno successivo.<br />

Immagine 25: Le vacche pascolano in un prato in cui sono presenti parassiti<br />

103


3.6 Manutenzione dei ricoveri<br />

3.6.a Norme sulle dimensioni e la densità dei ricoveri<br />

Le installazioni per ospitare i bovini da carne biologici non sono<br />

obbligatorie, a condizione che le condizioni climatiche permettono che<br />

l'animale si sviluppi adeguatamente all’aperto.<br />

Nella maggior parte dei casi, il lotto delle mucche gravide può<br />

rimanere all'aperto durante l'anno, condizioni climatiche permettendo.<br />

In termini di lotti di ingrassamento, ci sono molte differenze basate sul<br />

sistema di produzione adottato dall’azienda.<br />

3.6.a.i Aziende con allevamenti all’aperto<br />

Come precedentemente spiegato, alcuni poderi non hanno<br />

installazioni specifiche per l'ingrasso. Gli animali rimangono nel<br />

campo dalla nascita fino al momento del trasporto al macello. Sono<br />

allevati con le madri fino allo svezzamento (approssimativamente a<br />

sei o sette mesi) per poi essere separati dalle loro madri e spendere il<br />

resto del tempo al pascola in zone differenti dell’azienda.<br />

Immagine 26: Le vacche che hanno partorito rimangono con i vitelli<br />

fino a quando questi avranno approssimativamente sei mesi<br />

È consigliabile seguire un sistema di rotazione del pacolo per evitare i<br />

problemi di erosione e di sovra-pascolo del prato.<br />

Nelle aziende in cui avviene l’ingrasso è importante avere ripari<br />

naturali sui pascoli, come, alberi, arbusti e cespugli, specialmente<br />

104


durante i periodi caratterizzati da temperature estreme. Se i pascoli<br />

non hanno questi tipi di rifugi, la costruzione di piccole tettoie che non<br />

hanno un effetto negativo sull'ambiente dovrebbero essere previsto.<br />

Quando gli animali non pascolano sui prati, la distribuzione<br />

dell'alimentazione dovrebbe essere alternata al pascolo<br />

3.6.a.ii Aziende con allevamenti al chiuso<br />

Altri allevamenti hanno installazioni per ospitare gli animali durante<br />

ingrasso; questi devono soddisfare i bisogni di base del bestiame<br />

senza interferire con il loro comportamento naturale. Tutti gli animali<br />

dovrebbero avere spazio sufficiente per i loro bisogni normali,<br />

permettendo loro di muoversi liberamente, di sedersi, leccarsi,<br />

allungarsi, girarsi, ecc. Dovrebbero anche avere accesso facile ad<br />

alimento ed acqua.<br />

Altri fattori basati sul gruppo, quale il numero di individui e di divisione<br />

in base al sesso, dovrebbero anche essere presi in considerazione a<br />

garanzia del benessere degli animale. Inoltre la gestione delle derrate<br />

alimentari dovrebbe essere differenziata per ogni gruppo di animali<br />

per soddisfare i loro rispettivi bisogni.<br />

Le installazioni si comporranno di un settore coperto e di un altro per<br />

l'esercizio (spazio all'aperto). Il bestiame dovrebbe avere libero<br />

accesso ai pascoli il più possibile.<br />

Durante i periodi quando gli animali possono pascolare nel campo e la<br />

superficie del settore trattato è compatibile con libertà di movimento,<br />

l'accesso alla zona degli esercizi può essere sospeso, specialmente<br />

durante i mesi invernali.<br />

La fase finale dell’ingrasso può essere svolta all'interno delle<br />

installazioni senza richiedere le zone di esercizio, a condizione che<br />

questa non ecceda un quinto della vita dell'animale e non superi mai i<br />

tre mesi.<br />

La superficie coperta minima per le zone di esercizio e di stallaggio è<br />

stabilita nel Reg. CE n. 889/2008. Ci sono differenze basate sul peso<br />

vivo minimo dell'animale.<br />

105


Spazi minimi per aree chiuse ed aree aperte previsti per ogni capo secondo i<br />

Regolamenti comunitari (periodo transitorio sino al 31/12/2010).<br />

Categoria<br />

Bovini da allevamento e<br />

destinati all’ingrasso<br />

- fino a 100 kg peso vivo<br />

- fino a 200 kg peso vivo<br />

- fino a 350 kg peso vivo<br />

- più di 350 kg peso vivo<br />

Area minima<br />

coperta<br />

(m 2 / animale)<br />

1,5<br />

2,5<br />

4,0<br />

5,0 con un min. di 1<br />

m2/ 100 kg<br />

Tori 10 30<br />

106<br />

Superfici<br />

scoperte<br />

(m 2 / animale)<br />

1,1<br />

1,9<br />

3,0<br />

3,7 con min. 0,75<br />

m2/ 100 kg<br />

Oltre che questo tipo di installazioni per l’alloggiamento del bestiame,<br />

in un allevamento biologico dovrebbero essere presenti altri edifici.<br />

È consigliabile avere una costruzione per immagazzinare le<br />

formulazioni alimentari, fieno e foraggio richieste durante i periodi di<br />

penuria, così come per immagazzinare i macchinari agricoli. I poderi<br />

più moderni hanno silos per immagazzinare gli alimenti ed i formulati<br />

a base di cereali, che sono erogati automaticamente.<br />

Per controllare più facilmente il bestiame e per realizzare trattamenti o<br />

vaccinazioni è utile avere gli scivoli per accelerare il lavoro. Questi<br />

possono a volte essere portatili, migliorando la maneggevolezza e<br />

non richiedendo il transferimento di tutti gli animali alle recinzioni fisse.<br />

È consigliabile avere recinti differenziati per separare gli animali, così<br />

da evitare le lotte, dato che gli animali più forti possono danneggiare<br />

gli altri. Gli scivoli trattenenti dovrebbero essere sistemati al riparo<br />

dai venti dominanti e dalle avversità atmosferiche.<br />

Nello stabilire l'isolamento o preoccuparsi dei programmi per gli<br />

animali ammalati, è vantaggio avere una sezione separata all'interno<br />

delle installazioni per questi tipi di usi. La trasmissione possibile delle<br />

malattie deve essere evitata e la sofferenza ridotto al minimo,<br />

riducendo così il più possibile la degenza.<br />

3.6.b Sicurezza e condizioni abitative dei ricoveri<br />

Lo stato di abilità e di sicurezza delle installazioni da essere ottimale,<br />

dovrebbe essere seguita una guida di riferimento. Questi sono fattori<br />

importanti da prendere in considerazione poichè impediscono<br />

l'insorgenza di molte malattie.


Le installazioni devono essere costruite con materiali facilmente<br />

pulibili per evitare le contaminazioni, e garantire la comodità animale e<br />

evitando l’insorgenza delle malattie. Se si presenta un problema, la<br />

disinfezione delle installazioni dovrebbe potere essere effettuata con<br />

facilità.<br />

È consigliabile che i fabbricati agricoli siano divisi nei vari annessi per<br />

facilitare il controllo della ventilazione, dell’ umidità e della<br />

temperatura. Nelle grandi installazioni è complicato mantenere tutti<br />

questi parametri entro i limiti accettabili. I problemi più frequenti con le<br />

grandi installazioni sono quelli connessi alla ventilazione.<br />

Le costruzioni dovrebbero essere orientate per facilitare l’ingresso<br />

della luce e la ventilazione naturale. Secondo le condizioni climatiche<br />

di ogni zona, l'orientamento sufficiente è desiderabile per approfittare<br />

del sole in inverno ed evitare il calore eccessivo in estate. Per<br />

realizzare questo, l'asse longitudinale della costruzione dovrebbe<br />

essere situato in un senso est-ovest, con una facciata esposta a nord<br />

e l'altra a sud. Nelle zone con venti forti, è inoltre importante che<br />

l'asse più lungo della costruzione segue il senso dei venti dominanti.<br />

Le barriere di separazione fra i lotti all'interno delle installazioni<br />

dovrebbero essere sicuri come possibile e con i bordi smussati per<br />

evitare le lesioni animali.<br />

La pavimentazione delle installazioni dovrebbe essere liscia e di un<br />

materiale non-sdrucciolevole perché se sono sdrucciolevoli possono<br />

generare problemi ossei e muscolari. Il comportamento normale degli<br />

animali è quello di giocare, montare uno un altro ed effettuare le<br />

manovre che, una volta unite con la pavimentazione difettosa,<br />

possono produrre tutti i tipi di complicazioni.<br />

Gli animali tendono a sapere dove sono le zone sdrucciolevoli ed<br />

evitano di passare su di loro. Per esempio, se nell’avvicinamento alla<br />

zona dell'acqua sta bisogna oltrepassare una zona scivolosa,<br />

possono insorgere disordini connessi con una riduzione<br />

dell’assunzione dell'acqua: gli animali mangeranno di meno, il loro<br />

sviluppo sarà ridotto.<br />

Nell’allevamento biologico dei bovini da carne, la superficie permessa<br />

massima del pavimento con le griglie o le strisce è metà del totale ed<br />

il resto deve essere pavimento in modo uniforme.<br />

I pavimenti con accumulazione eccessiva del letame producono<br />

l’allentamento dei chiodi e conducono alle infezioni dello zoccolo.<br />

Alcuni dei problemi causati dalla pavimentazione inadeguata sono:<br />

- Fratture dell'osso.<br />

- Problemi alle giunture.<br />

- Infezioni dello zoccolo.<br />

- Dolori muscolari.<br />

107


Il resto delle zone dovrebbe essere asciutto, pulito e comodo con<br />

spazio sufficiente per facilitare i movimenti dell’animale. Le basi<br />

saranno di paglia o di altri materiali e naturali e saranno cambiate o<br />

pulite quando necessario.<br />

Le mangiatoie e gli abbeveratoi dovrebbero essere disposti all'interno<br />

ed essere facilmente accessibili per incentivarne il consumo e per<br />

aumentare così la produzione di carne.<br />

Vale la pena di notare che intensificando il processo di produzione,<br />

dovranno essere più alte le misure adottate per garantire il benessere<br />

animale.<br />

3.6.c Condizioni igienico-sanitarie dei ricoveri<br />

L'igiene sufficiente nelle installazioni aumenterà la manutenzione ed il<br />

funzionamento efficace ed inoltre avrà effetti positivi sulla salute degli<br />

animali. Ma, oltre alle buone circostanze igieniche, l'attenzione<br />

speciale dovrebbe essere prestata ad una serie di fattori inerenti le<br />

installazioni che hanno un'influenza diretta sul risanamento del<br />

bestiame, come la ventilazione, la temperatura, l'umidità relativa, le<br />

alte concentrazioni dei gas, la polvere ed il letame.<br />

3.6.c.i Fattori che incidono sullo stato sanitario degli animali<br />

• Ventilazione - È conveniente stabilire un meccanismo naturale di<br />

ventilazione senza dovere ricorrere al sistema meccanico che,<br />

oltre ad essere costoso, è difficili da controllare. È consigliabile<br />

analizzare con cura le correnti d'aria, poichè aumentano<br />

l'insorgenza delle malattie.<br />

• Temperatura - La temperatura ottimale dipenderà dal tipo di<br />

conformazione dell'azienda agricola, la concentrazione degli<br />

animali così come altri fattori, quali ventilazione ed umidità. Non<br />

dovrebbero esserci cambiamenti bruschi perché gli animali<br />

richiedono un certo tempo per adattarsi alle nuove temperature.<br />

• Umidità - L'umidità molto bassa produce la siccità nelle<br />

scanalature respiratorie superiori ed aumenta l'inizio delle malattie<br />

respiratorie. L'alta umidità unita con le temperature elevate<br />

ostacola l'eliminazione di calore dall'animale e produce le<br />

situazioni di sollecitazione termica. Tuttavia, quando l'alta umidità<br />

è unita con le temperature insufficienti, il corpo dell'animale si<br />

trasforma in bagnato, come la base e nella sensazione degli<br />

aumenti freddi. Quindi, la cura deve essere presa quando gli<br />

animali sono nel campo i giorni di pioggia, di vento e delle<br />

temperature insufficienti, poichè la loro capacità di regolare la loro<br />

temperatura corporea è ridotta.<br />

108


• Alte concentrazioni dei gas - Uno dei gas prodotti in più alta<br />

quantità è l’ammoniaca, che viene dalla degradazione di urina e<br />

dalla decomposizione della parte della materia organica.<br />

Le emissioni dell'ammoniaca sono direttamente influenzate dalla<br />

maggior parte dei suddetti fattori. Più bassa è la temperatura, più<br />

lente saranno le reazioni di decomposizione della materia e più<br />

basse le esalazioni dell'ammoniaca. Per questo motivo, più alta<br />

eliminazione di ammoniaca è prodotta al mezzogiorno e di estate,<br />

che è quando bisogna prendere precauzioni speciali.<br />

La ventilazione aumenta l’evaporazione dell'ammoniaca e facilita<br />

l'eliminazione di più emissioni.<br />

Un aumento nelle concentrazioni nell'ammoniaca irrita la mucosa<br />

respiratoria, con conseguenti disordini dei meccanismi di difesa<br />

naturali dell'animale. L'inizio dei problemi e del deficit respiratorio<br />

degli animale ne ritarda lo sviluppo. Occasionalmente, si<br />

possono osservare lotti animali tossire e, erroneamente, il<br />

problema è attribuito agli agenti virali, quando è semplicemente<br />

un problema dell'amministrazione risolto pulendo fuori il letame di<br />

bestiami, riducendo il numero di animali per il lotto e fornendo la<br />

paglia abbondante per assorbire l'ammoniaca dall'urina.<br />

• Polvere La polvere presente nelle installazioni viene dalla zona<br />

destinata a stivare il fieno, i formulati, ecc., o la zona di<br />

esercitazione durante i periodi della siccità. Le concentrazioni di<br />

polvere devono essere ridotte attraverso l’arieggiamento dellla<br />

zona, l'innaffiamento, ecc.<br />

• Letame bovino È importante che i pavimenti ed il sistema dei<br />

canali siano ben progettati per facilitare la pulizia delle<br />

installazioni ed aumentare il drenaggio adeguato di urina, di feci e<br />

dell'acqua di pulizia. Una quantità eccessiva di letame di bestiami<br />

nel lotto di ingrassamento ha un effetto negativo diretto su<br />

comodità animale, che provoca gradualmente la perdita<br />

aumentata del peso.<br />

109


Immagine 27: La quantità eccessiva di letame ha un'influenza<br />

negativa sul comfort animale.<br />

Deve essere accertato che tutti questi fattori siano effettuati entro i<br />

limiti sicuri per gli animali. Quando uno di questi fattori non è<br />

adeguatamente controllato o quando ci sono interazioni negative<br />

fra loro, l'inizio delle malattie dei bestiami aumenta. Fra i sintomi<br />

più comuni che provengono dalle cause suddette ci sono:<br />

- Disordini respiratori.<br />

- Diarree.<br />

- Muco.<br />

- Irritazione dei canali mucosi.<br />

- Occhi acquosi.<br />

- Tosse.<br />

3.6.c.ii Pulizia dei ricoveri<br />

Le installazioni dovrebbero essere pulite adeguatamente per impedire<br />

la diffusione delle malattie fra gli animali e lo sviluppo degli agenti<br />

patogeni.<br />

La pulizia delle installazioni dovrebbe includere la disinfezione degli<br />

alloggi, utensili e separazioni del lotto, ecc. I resti dell’alimentazione,<br />

il letame, l'urina e la lettiera dovrebbero essere ritirati con determinata<br />

frequenza allo scopo di ridurre tutti i tipi di odori e le alte<br />

concentrazioni di ammoniaca. Con queste misure, insetti, roditori,<br />

110


uccelli, ecc., cesseranno di essere attratti, ce contribuiscono verso la<br />

contaminazione della zona e la diffusione delle malattie. Per eliminare<br />

questi agenti (roditori, uccelli, insetti), possono essere usati<br />

microrganismi non geneticamente modificati (batteri, virus e funghi)<br />

che sono stati autorizzati per controllo dei parassiti biologici nel Reg.<br />

CE n. 889/2008. È molto importante pulire completamente tutte le<br />

installazioni dopo il trasferimento dei capi di un lotto al mattatoio, allo<br />

scopo di impedire i problemi di contaminazione e la preparazione<br />

dell'entrata del lotto seguente nelle circostanze igieniche sufficienti.<br />

La pulitura delle installazioni dovrebbe essere effettuata con<br />

determinata frequenza ed il coltivatore di bestiami egli stesso<br />

dovrebbe valutare la frequenza richiesta. Il coltivatore di bestiami<br />

dovrebbe prendere in considerazione il numero di animali per il lotto,<br />

la lunghezza durante cui l'assestamento rimane in buon dichiara, resti<br />

dell'alimento, ecc. Gli animali dovrebbero essere nelle buone<br />

circostanze igieniche perché il risanamento dichiara avrà direttamente<br />

un effetto sulle prestazioni. L'attenzione speciale dovrebbe essere<br />

prestata alla disinfezione delle zone dove gli animali ammalati sono<br />

stati. La pulitura delle queste zone dovrebbe essere fatta<br />

completamente, in primo luogo, rimuovendo i resti dell'alimento ed il<br />

letame di bestiami e, secondariamente, applicando i disinfettanti.<br />

Questi prodotti perdono l'efficacia con la materia organica, quindi<br />

dovrebbero essere usati sempre dopo completamente rimuovendo<br />

tutti i rifiuti organici. Per pulizia e la disinfezione le installazioni, gli<br />

utensili e delle attrezzature utilizzati nell'elevazione animale, una<br />

gamma di prodotti contenuti in parte E dell'annesso II della<br />

regolazione 2029/91 è autorizzata, vale a dire:<br />

- Potassum e sapone del sodio.<br />

- Acqua e vapore.<br />

- Latte di calce.<br />

- Calce.<br />

- Calce viva.<br />

- Candeggiante liquido (ipoclorito del sodio).<br />

- Soda caustica.<br />

- Perossido di idrogeno.<br />

- Essenze naturali delle piante.<br />

- Acido citrico, peracetico, lattico.<br />

- Alcool.<br />

- Carbonato di sodio.<br />

111


3.7 Gestione dei reflui zootecnici<br />

3.7.a Raccolta ed eliminazione dei reflui zootecnici<br />

Nelle aziende biologiche, è obbligatorio mostrare grande rispetto<br />

verso l'ambiente e gli animali. L'agricoltura biologica non può<br />

esercitarsi correttamente se l'equilibrio con la natura è rotto<br />

continuamente, perché sono richieste condizioni ottimali nei campi e<br />

nei pascoli in cui gli animali sono allevati. In un allevamento biologico<br />

di bovini da carne, vengono prodotti molti residui organici ed<br />

inorganici, che andrebbero completamente riciclati.<br />

I residui inorganici sono recipienti di plastica, carta e cartone, resti dei<br />

medicamenti, siringhe, ecc. Alcuni di loro possono essere riciclati<br />

(carta, contenitori, cartone) ed altri essere depositati in contenitori<br />

speciali (come per i resti dei medicamenti e delle siringhe). I residui<br />

inorganici dovrebbero essere abbandonati nei campi o non essere<br />

mai gettati nei corsi d’acqua perché, nella maggior parte dei casi,<br />

danneggiano e distruggono la flora e la fauna dei dintorni, rompendo<br />

l'equilibrio con l'ambiente. I residui organici sono sostanze ottenute<br />

come effetto secondario della produzione dei bovini da carne e quello,<br />

se controllato bene, rappresenta un fattore importante all'attuabilità<br />

del podere. L'utilizzazione della maggior parte di questi residui<br />

avviene come fertilizzante.<br />

Il tipo e la quantità di residui variano a seconda del sistema di<br />

produzione adottato. Negli allevamenti con installazioni per il lotto<br />

dell’ingrasso, la quantità di residui sarà superiore rispetto alle aziende<br />

in cui questo lotto è sempre all'aperto, pascolando nei prati. Nel<br />

secondo caso, i residui organici saranno assorbiti direttamente dal<br />

terreno. Così pure ci saranno zone in cui la concentrazione degli<br />

escrementi è più alta ed altre in cui ci sono più residui vegetali. Di<br />

conseguenza, è consigliabile rastrellare queste zone per spargere i<br />

residui e fertilizzare uniformemente il terreno.<br />

Fra i residui organici del bestiame, distinguiamo:<br />

- Escrementi solidi.<br />

- Urina.<br />

- Resti della lettiera, paglia, segatura, ecc.<br />

- Resti dell'alimentazione, formulati, fieno, foraggio, ecc.<br />

- Acqua dei serbatoi per il bestiame.<br />

- Gas.<br />

- Acqua per pulizia.<br />

Di tutti i questi, la frazione più elevata è quella escrementi solidi e<br />

liquidi degli animali, seguiti da lettiera ed acqua.<br />

112


3.7.a.i Letame bovino<br />

Il letame animale si riferisce alla miscela fatta maturare degli<br />

escrementi, dei liquidi, della lettiera, dei resti dell'alimento e<br />

dell'acqua.<br />

I residui sono concime liquido formato dall’acqua usata per la pulitura<br />

delle installazioni.<br />

Ci sono differenze nella composizione degli escrementi dovute alle<br />

diverse tecniche di gestione aziendale, alle caratteristiche genetiche<br />

degli animali, alla dieta, alla fisiologia, all’età, al periodo dell'anno, ecc.<br />

La dieta degli animali ha un effetto decisivo sulla produzione dei<br />

residui, dato che ci sono determinate materie prime che rendono gli<br />

escrementi più liquido, generando problemi di umidità<br />

nell'assestamento. È saggio effettuare un'analisi per determinare le<br />

caratteristiche degli escrementi e per scoprire il loro valore per uso<br />

fertilizzante. In termini di composizione degli escrementi, la più alta<br />

percentuale corrisponde all’acqua, seguita dalla materia secca e poi<br />

da azoto, fosforoso, potassio, calcio e magnesio. Di conseguenza,<br />

l'uso di questo materiale come fertilizzante aumenterà la<br />

fertilizzazione delle aree aziendali ed aumenterà la produzione del<br />

pascolo per consumo animale, per essere consumato direttamente<br />

dagli animali o con la produzione di fieno e foraggio.<br />

La concentrazione del letame bestiame è limitata e legiferata allo<br />

scopo di evitare gli accumuli eccessivi e le alte concentrazioni di<br />

azoto. La quantità totale di letame per l’azienda non può eccedere i<br />

170 chilogrammi di azoto per ettaro di superficie agricola all'anno. Nel<br />

caso di superamento di questi limiti, la densità delle mandrie dovrà<br />

essere ridotta e registrata. In alternativa le aziende biologiche hanno<br />

la possibilità di stipulare accordi con altri poderi biologici e spargere<br />

sulle loro superfici il letame eccedente. Gli Stati membri potranno<br />

ridurre questi limiti nella considerazione di altre caratteristiche della<br />

zona e dell'esistenza di qualunque altra fonte di azoto al terreno.<br />

3.7.a.ii Gestione del letame bovino<br />

Ci sono differenze nell'amministrazione del letame animale, basate<br />

sul sistema di produzione.<br />

Se le fasi di ingrasso e parto si svolgono all'aperto, nessun<br />

quantitativo di letame viene accumulato, esso semplicemente viene<br />

distribuito uniformemente sul terreno per mezzo del trattore,<br />

assicurandosi che la concentrazione massima di azoto non sia<br />

oltrepassata.<br />

Se ingrasso e parto avvengono invece all'interno delle installazioni, il<br />

letame viene rimosso spesso, in modo da non influenzare le<br />

condizioni igienico-sanitarie degli animali. La pavimentazione delle<br />

113


installazioni dovrebbe essere impermeabile. L’abbeveramento<br />

abbondante, e dovrebbe essere cambiato frequentemente. Una<br />

volta che il letame è stato rimosso dalle installazioni, e messo nelle<br />

compostaie bisognerebbe adottare misure sufficienti per evitare di<br />

contaminare le acque del sottosuolo o farle filtrare attraverso il terreno<br />

(pavimento impermeabile). Un processo simile alla concimare con il<br />

compost avviene nell’area del concime. Il letame deve essere<br />

protetto, innaffiato, ventilato e quanto tempo prenderà per fare<br />

maturare, sarà determinato ha basato sulle condizioni climatiche di<br />

ogni zona.<br />

Immagine 28: mucchio del letame maturo<br />

All'aperto, le circostanze da considerare per il letame animale sono<br />

molte e variano a secondo del tipo di pavimento. Generalmente, è<br />

conveniente spargerlo presto (autunno o inverno) ed uniformemente<br />

quanto possibile, di modo che quando il sowing è effettuato, la<br />

decomposizione è già in uno stadio avanzato. I quantitativi da<br />

spargersi sul terreno dipenderanno dal tipo di letame, dalle<br />

caratteristiche del pavimento, dal tipo di raccolto, ecc. per esempio,<br />

con i terreni argillosi, grandi importi del letame molto maturo è usato.<br />

Tuttavia, con i terreni sabbiosi, meno quantità di letame sono usate e<br />

non deve essere quello fatto maturare.<br />

114


3.7.b Trattamento dei reflui zootecnici<br />

Come spiegato sopra, la maggior parte degli scarti aziendali può<br />

essere trattata adeguatamente, evitando la contaminazione<br />

dell'ambiente. Per utilizzare al meglio i residui, dovrebbe essere<br />

effettuata una separazione adeguata fra tutti i diversi componenti.<br />

3.7.a.i Residui inorganici<br />

I residui inorganici dovrebbero essere raccolti in contenitori separati<br />

per provvedere al necessario smaltimento:<br />

- La carta ed il cartone possono essere usati nel processo concimante<br />

con il compost (spiegato sotto) a condizione che chimicamente non è<br />

stato trattato, cioè, non ha inchiostro da stampa, altrimenti non è<br />

sufficiente per uso in composta organica, anche se può essere<br />

riciclato. - I resti e le siringhe del medicamento sono considerati<br />

materiali biologici e dovrebbero essere presi agli stabilimenti di<br />

trasformazione per questo tipo di residui. - Il trattore, l'automobile e gli<br />

oli per macchine inoltre sono trattati in piante specifiche. La cura<br />

speciale dovrebbe essere presa nella fuoruscita delle queste sostanze<br />

nei fiumi o nei campi perché rimarranno nell'ambiente per molti anni. -<br />

La plastica può anche essere riciclata e riutilizzata; non dovrebbe<br />

essere lasciata nei campi. - Altri tipi di residui sono nastri metallici e<br />

corde, materiali presenti su tutto il podere e perfettamente riutilizzabili.<br />

Quando sono lasciati abbandonati casualmente nei campi o<br />

accatastati in su in un angolo, propongono un pericolo ai bestiami<br />

come, nel caso delle corde, possono produrre le malattie connesse<br />

con le ostruzioni digestive e, nel caso dei nastri metallici, le<br />

perforazioni digestive.<br />

Con il riciclaggio si riutilizzano molti degli scarti che precedentemente<br />

erano considerati monouso e, come rifiuti, andavano distrutti<br />

irrimediabilmente; in questo modo invece si contribuisce alla<br />

conservazione dell'ambiente.<br />

115


3.7.a.ii Compostaggio<br />

Immagine 29: Campane per il riciclaggio dei rifiuti<br />

Nel rispetto del principio del trattamento e del riutilizzo dei residui, uno<br />

dei metodi più importanti nella produzione biologica consiste nella<br />

concimazione con il compost. Come già evidenziato nella sezione<br />

sulla fertilizzazione in agricoltura biologica, questa si basa su una<br />

tecnica relativamente semplice nella quale la materia organica viene<br />

mineralizzata per divenire assimilabile dalla pianta. È un processo con<br />

cui viene realizzata una miscela omogenea, ricca di materia organica,<br />

contenente una grande quantità di minerali e di altre sostanze<br />

nutrienti. Concimare con il compost vuol dire riprodurre un processo<br />

che normalmente si verifica in natura. Per esempio, in autunno,<br />

quando le foglie cadono dagli alberi, si decompongono sul terreno e,<br />

insieme ad altri materiali vegetali, forniscono insieme all'acqua, all'aria<br />

ed ai microrganismi, la materia organica di cui le piante hanno<br />

bisogno per sviluppare l’anno seguente.<br />

Il compost è uno dei migliori fertilizzanti, costituito dalla maggior parte<br />

degli scarti aziendali. Per fare del buon compost, serve innanzitutto un<br />

buon posto dove accumulare la materia organica da degradare. La<br />

collocazione della compostala dovrebbe precedentemente essere<br />

valutata con attenzione ed adeguatamente preparata per evitare che<br />

la materia organica venga trascinata via od alterata dall'acqua, dalla<br />

116


ventilazione eccessiva o dalla temperatura. È consigliabile costruire la<br />

compostaia in un posto riparato dalle avversità atmosferiche.<br />

Immagine 30: residuo compost<br />

La compostaia deve essere in contatto con il pavimento perché<br />

questo aumenta lo scambio dei microrganismi che intervengono nel<br />

processo di degradazione della materia organica. Il formato delle<br />

particelle influenza la velocità di decomposizione, più piccolo è il<br />

formato degli scarti, più veloce sarà la loro decomposizione. La<br />

presenza di alcuni elementi, quali costituenti fosforosi, carbonio,<br />

azoto, è essenziale perché si verifichino le reazioni di degradazione<br />

della materia prodotta dai microrganismi.<br />

In circostanze normali, la natura non ha bisogno di nulla che non<br />

possa ottenere da se stessa. Un acceleratore biologico può essere<br />

aggiunto per ridurre il periodo di decomposizione della materia.<br />

Quando la materia organica è depositata, l'acceleratore è aggiunto<br />

ogni 20 centimetri, di modo che viene accelerato l’inizio del processo.<br />

Che cosa può essere usato per ottenere buon compost?<br />

- I residui delle coltivazioni, come, paglia, foglie secche, raspi d’uva,<br />

rami, buccia della frutta, segatura (non trattata), cartone, carta, ecc.<br />

- Tutti i componenti devono provenire da produzione organica.<br />

117


- I resti animali, come, pelle, farina, ossa, residui del mattatoio, letame<br />

bestiame che fornisce l'azoto.<br />

- Resti minerali, come, graniti, calcari, silicati, fosfati che incorporano<br />

gli oligoelementi, indispensabili per le piante.<br />

Nel processo di compostaggio, la temperatura varia a seconda<br />

dell'attività microbica, raggiungendo valori all’interno al compost di 60<br />

ºC.. È considerato maturo quando, dopo le varie fasi, la temperatura<br />

ritorna ai valori ambientali.<br />

Il grado di pH ottimale varia da 5 a 8. L'alta ventilazione può<br />

raffreddare il compost e ritardare il processo di degradazione.<br />

L'umidità ottimale dipenderà dal tipo di microrganismo presente nella<br />

miscela, ma varia generalmente fra 30 e 60%. Il compost può avere<br />

bisogno di essere innaffiato durante i periodi di calore eccessivo ma,<br />

nelle circostanze normali, l'acqua contenuta nella vegetazione è<br />

sufficiente. Dopo tre o quattro mesi, il compost fresco è formato, dove<br />

sono però ancora distinguibili i diversi materiali utilizzati. Due mesi più<br />

tardi otteniamo una miscela di colore nero. I residui vegetali, animali e<br />

minerale saranno stati decomposti ed il materiale risultante avrà<br />

un'alta percentuale di oligoelementi e sostanze nutrienti.<br />

Immagine 31: compost maturo pronto per l’uso<br />

I seguenti materiali non dovrebbero essere usati per il compost:<br />

- Resti di verdure che sono stati trattati con prodotti chimici.<br />

118


- Bucce degli agrumi perché sono troppo silicei.<br />

- Petroli e grassi.<br />

- Qualsiasi materiale non-biodegradabile.<br />

I risultati ottenuti con la concimazione a base di compost sono simili o<br />

migliori di quelli realizzabili con i fertilizzanti chimici. In più, gli effetti<br />

negativi, quale contaminazione delle falde freatiche dovuto ad un<br />

eccesso di azoto e l'esaurimento della materia organica, sono evitati.<br />

Il compost arricchisce il terreno con la materia organica ed i<br />

microrganismi aumentano il potere fertilizzante.<br />

119


CONCLUSIONI<br />

La produzione biologica di carne bovina è un metodo alternativo per la<br />

produzione di carne, regolamentato da una serie di norme particolari<br />

che lo differenziano dal metodo convenzionale.<br />

Affinchè un allevatore possa convertire al biologico la propria azienda<br />

è necessario che cambi il suo metodo di gestione del bestiame.<br />

In primo luogo, in un’azienda biologica la qualità prevale sulla<br />

quantità. Di conseguenza, lo sfruttamento intensivo delle risorse deve<br />

essere accantonato, perché senza qualità non c’è valore, fermo<br />

restando che l’attività deve essere reddidizia perchè dà<br />

sostentamento all’imprenditore ed alle persone che lavorano in<br />

azienda.<br />

Normalmente si crede che in questo tipo di produzione, gli animali<br />

richiedano cure supplementari e maggiore specializzazione, che gli<br />

animali ingrassino più lentamente o che siano più sensibili alle<br />

malattie in quanto vivono all’aperto, ma niente di tutto questo<br />

corrisponde al vero.<br />

Gli animali impiegati appartengono infatti a razze autoctone, tipiche<br />

della zona in cui vivono ed alla quale si sono adattate nel tempo,<br />

sviluppando resistenza alle avversità. In particolare queste razze sono<br />

più resistenti alle condizioni climatiche avverse e crescono<br />

normalmente raggiungendo gli stessi valori degli animali allevati con<br />

tecniche convenzionali. Questi animali sono adattati all'ambiente,<br />

usano le risorse che trovano in natura, lottano, giocano e pascolano<br />

liberamente nei prati quando c’è il sole, rimangono in stalla quando<br />

piove o tira vento forte. Lo sviluppo di malattie è molto più basso<br />

rispetto al convenzionale ed il loro corpo si adatta gradualmente ai<br />

mutamenti di temperatura ed ambientali.<br />

Gli animali ammalandosi molto raramente consentono un risparmio<br />

significativo sull’acquisto delle costose medicine allopatiche, oltre al<br />

contenimento dei costi di assistenza veterinaria e della forza lavoro.<br />

Quando ci sono animali ammalati in azienda, bisogna però prestare<br />

maggiore attenzione ed intervenire subito per impedire il contagio<br />

degli altri capi di bestiame. Il trattamento degli animali con terapie<br />

naturali è conveniente, sia da un punto di vista sanitario che<br />

economico:<br />

- Questi trattamenti sono economici ed i prodotti utilizzati hanno date<br />

di scadenza molto lunghe.<br />

- I risultati sono sorprendenti. Se il trattamento viene effettuato<br />

prontamente in una fase iniziale, le diverse problematiche sanitarie<br />

possono essere facilmente risolte (a seconda dei casi).<br />

- Non inducono resistenza e possono essere usati anche<br />

frequentemente se necessario.<br />

120


- Non hanno effetti secondari.<br />

- Non rimangono nella carcassa animale e non lasciano residui.<br />

- Il periodo di sospensione è di 48 ore.<br />

Questo tipo di produzione non richiede grandi investimenti o strutture<br />

di allevamento di grandi dimensioni perché gli animali possono essere<br />

allevati all'aperto.<br />

La dieta degli animali, basata sulle risorse naturali e sulle derrate<br />

alimentari di alta qualità, facilita l'amministrazione dell’azienda e<br />

consente uno sviluppo sano con grande potenziale produttivo.<br />

La forza lavoro richiesta può essere persino inferiore a quella<br />

necessaria per le aziende convenzionali, dato che gli animali si<br />

nutrono all’aperto in libertà e non c’è quindi nemmeno bisogno di<br />

asportare grandi quantità di letame dalle stalle, come avviene invece<br />

negli allevamenti convenzionali.<br />

L'inconveniente principale attualmente è rappresentato dalla scarsa<br />

disponibilità di formulati alimentari certificati biologici e<br />

conseguentemente dal loro prezzo ancora troppo elevato. Ecco<br />

perché suggeriamo agli allevatori di stipulare accordi con le aziende<br />

agricole biologiche per l'acquisto di cereali ed altri ingredienti della<br />

razione alimentare quotidiana.<br />

Il rispetto per l'ambiente circostante, che fornisce tra l’altro in larga<br />

parte gli alimenti per gli animali, è essenziale per raggiungere un buon<br />

equilibrio e rendere economicamente conveniente l’attività.<br />

Una buona gestione delI’allevamento consentirà di aumentare il<br />

benessere degli animali, ottenendo produzioni di grande pregio e<br />

qualità.<br />

Lo scopo dell’agricoltura biologica è quello di ottenere prodotti sani, di<br />

qualità, certificati, del tutto differenziati dagli altri prodotti<br />

convenzionali disponibili sul mercato. Su questo tipo di produzione,<br />

oltre che i controlli effettuati dagli enti e dalle autorità competenti,<br />

esiste un controllo quotidiano svolto dallo stesso allevatore, il quale ha<br />

tutto l’interesse ad ottenere un prodotto differente, di alta qualità, con<br />

un ottimo sapore e, soprattutto, sano e buono.<br />

121


GLOSSARIO<br />

A<br />

− AGENTI PATOGENI (batteri, virus, funghi), usati nella lotta<br />

biologica, sono microrganismi in grado di causare nel fitofago una<br />

malattia mortale. Virus e batteri agiscono in seguito ad ingestione<br />

danneggiando solitamente gli organi intestinali dell’insetto, mentre<br />

i funghi penetrano nel fitofago dalla cuticola moltiplicandosi a<br />

spese degli organi interni. L’agente patogeno più diffuso e<br />

conosciuto è il Bacillus thuringiensis. È un batterio aerobico,<br />

sporiforme, disponibile in varie forme (kurstaki, aizawai,<br />

israeliensis e tenebrionis).<br />

− AGOPUNTURA, terapia di origine cinese, basata sulla<br />

−<br />

stimolazione terapeutica con aghi, usata in agricoltura biologica<br />

per i trattamenti veterinari in caso di allergie, problemi alle<br />

cartilagini, coliche negli equini, difficoltà riproduttive nei bovini,<br />

mastiti, prevenzione di diarree nei suini, problemi riproduttivi nel<br />

pollame.<br />

AGRICOLTURA BIODINAMICA, nata in seguito ad una serie di<br />

conferenze di successo svolte nel 1924 dal filosofo austriaco<br />

Rudolf Steiner, considera l’azienda come un organismo agricolo,<br />

sul quale lavorare per ristabilire le condizioni di equilibrio e di<br />

armonia con la natura. È il più antico movimento agricolo non<br />

convenzionale ed è diffuso in tutto il mondo.<br />

− AGRICOLTURA BIOLOGICA, “… è un sistema olistico di<br />

gestione della produzione che persegue l’equilibrio dell’ecosistema,<br />

inclusa la biodiversità, rispetta i cicli naturali e l’attività<br />

biologica del suolo. I metodi di produzione biologica privilegiano il<br />

ricorso a misure agronomiche piuttosto che all’utilizzo di inputs<br />

extra aziendali, in considerazione del fatto che caratteristiche<br />

locali richiedono sistemi locali di gestione. Questo deve avvenire<br />

con l’uso, dove possibile, di metodi agronomici, biologici e<br />

meccanici, in antitesi all’utilizzo indiscriminato di mezzi tecnici, per<br />

far fronte alle diverse esigenze produttive.” (Definizione tratta dal<br />

Codice Alimentare).<br />

122


− AGRICULTURA CONVENZIONALE, sistema agricolo industriale<br />

caratterizzato da alta meccanizzazione, monoculture ed utilizzo di<br />

inputs chimici di sintesi quali fertilizzanti e pesticidi,<br />

−<br />

massimizzazione della produttività e dei profitti. L’agricoltura<br />

industrializzata è divenuta “convenzionale” solo negli ultimi<br />

sessanta anni, in seguito alla sua grande diffusione dopo la<br />

seconda guerra mondiale. Gli effetti di questo tipo di agricoltura<br />

sull’ambiente e sulle aree rurali sono stati tremendi, con ampie<br />

zone inquinate, desertificazione e danni alla salute degli operatori<br />

e dei consumatori.<br />

AGRICOLTURA NATURALE riflette l’esperienza dell’agricoltorefilosofo<br />

giapponese Masanobu Fukuoka. I suoi libri, “The One-<br />

Straw Revolution: An Introduction to Natural Farming” (Emmaus:<br />

Rodale Press, 1978) e “The Natural Way of Farming: The Theory<br />

and Practice of Green Philosophy” (Tokyo; New York: Japan<br />

Publications, 1985), descrivono quella che Fukuoka chiama la<br />

“non coltivazione”. Il suo metodo agricolo prevede appunto il poco<br />

lavoro e la non coltivazione, non contempla l’uso di concimi,<br />

pesticidi ed altri inputs. Nonostante questo la produttività viene<br />

assicurata da una perfetta organizzazione aziendale e<br />

−<br />

dall’adozione di accurate tecniche di semina e combinazione delle<br />

piante (policoltura). In breve Fukuoka ha portato ai più alti livelli<br />

l’arte pratica del lavorare in sintonia con la natura.<br />

AGRICOLTURA SOSTENIBILE, si riferisce ai sistemi agricoli<br />

compatibili con l’ambiente, economicamente convenienti e<br />

socialmente giusti, capaci di garantire la produttività nel lungo<br />

periodo. Sicuramente l’agricoltura biologica è un sistema di<br />

agricoltura sostenibile, come pure lo è, ad esempio, l’agricoltura<br />

biodinamica.<br />

− AGROECOLOGIA, è lo studio delle interrelazioni esistenti<br />

all’interno del campo coltivato, sia tra gli organismi viventi che tra<br />

loro e l’ambiente.<br />

− AGRO-ECOSISTEMA, è l’eco-sistema del campo coltivato,<br />

un’insieme dinamico di coltivazioni, pascoli, allevamenti, flora e<br />

fauna spontanea, atmosfera, suolo e acqua. Gli agro-ecosistemi<br />

sono inseriti all’interno di più ampi paesaggi, che includono terreni<br />

non coltivati, sistemi di drenaggio, le comunità rurali e la fauna<br />

selvatica.<br />

− APPROCCIO OLISTICO è un approccio decisionale che permette<br />

di effettuare scelte che soddisfino i bisogni immediati senza<br />

123


compromettere il benessere futuro. Questo tipo di approccio<br />

consente alle persone di tramutsre in azioni concrete i propri<br />

valori più radicati. Utilizzando una visione complessiva e di lungo<br />

termine, le persone possono prendere decisioni ed attuare<br />

comportamenti che saranno economicamente, ambientalmente e<br />

socialmente sostenibili anche per le generazioni future.<br />

−<br />

L’agricoltura biologica richiede, chiaramente, un approccio<br />

olistico.<br />

ATTIVITA’ BIOLOGICA, è un importante indicatore della<br />

decomposizione della sostanza organica nel suolo. Un’elevata<br />

attività biologica promuove il metabolismo tra suolo e pianta ed è<br />

fondamentale per la produzione sostenibile delle piante e la<br />

gestione della fertilità.<br />

− AUDIT è un’analisi sistematica ed indipendente che serve a<br />

determinare se le attività ed i relativi risultati soddisfino gli obiettivi<br />

programmati.<br />

B<br />

− BACILLUS THURINGIENSIS, è il preparato a base di batteri più<br />

utilizzato in agricoltura biologica (attivo contro molte specie di<br />

lepidotteri, zanzare, ecc.).<br />

− BILANCIO ENERGETICO AZIEN<strong>DA</strong>LE, l’analisi del consume<br />

energetico serve a valutare l’impatto della produzione sui<br />

cambiamenti climatici (per esempio emissione di gas che creano<br />

l’effetto serra) ed a ridurre il consumo di energia fossile (non<br />

rinnovabile).<br />

− BIODIVERSITÁ, in agricoltura la ricchezza di biodiversità,<br />

costituita da piante ed animali di specie, varietà e razze diverse, è<br />

necessaria per sostenere le funzioni chiave dell’agro-ecosistema<br />

e consentire la produzione di alimenti sani e sicuri.<br />

− BSE, Bovine Spongiform Encephalopathy (=Encefalopatia<br />

spongiforme bovina).<br />

C<br />

− CAP, Common Agricultural Policy (=PAC, Politica Agricola<br />

Comunitaria).<br />

124


− CITTA’ DEL BIO, Network di amministrazioni pubbliche che<br />

hanno deciso di investire in politiche di sviluppo rurale sostenibile<br />

fondato sull’agricoltura biologica (www.cittadelbio.it).<br />

− COMPOSTAGGIO, è il riciclaggio aziendale delle biomasse.<br />

Durante il processo, costituito dalle fasi termofila, mesofila e di<br />

stabilizzazione, la sostanza organica (di origine vegetale, animale<br />

o mista) viene trasformata in humus, assimilabile dalle piante.<br />

− CONDIZIONE DEL TERRENO, la struttura fisica del suolo<br />

influenza la coltivazione delle piante; un suolo in buone condizioni<br />

si presenta poroso, permette all’acqua di infiltrarsi facilmente ed<br />

alle radici di svilupparsi senza ostacoli.<br />

− CONSOCIAZIONE, consiste nella coltivazione contemporanea di<br />

due o più colture nello stesso campo.<br />

− CONTAMINAZIONE, inquinamento dell’azienda biologica e/o<br />

delle sue produzioni attraverso il contatto con materiali e sostanze<br />

che rendono non più certificabile il prodotto. (ad es.<br />

Contaminazioni da deriva di pesticidi provenienti da aziende<br />

convenzionali limitrofe a quelle biologiche).<br />

D<br />

− DECOMPOSITORI, organismi che si nutrono della sostanza<br />

organica morta (non assimilabile dalle piante), trasformandola in<br />

humus (assimilabile dalle piante).<br />

− DOP, Denominazione d’Origine Protetta.<br />

E<br />

− ECOSISTEMA, è un ambiente naturale caratterizzato da<br />

interazioni dinamiche tra elementi biotici (piante, insetti, microbi e<br />

tutti gli altri organismi viventi) ed abiotici (temperatura, umidità<br />

relativa, vento, pioggia, suolo, ecc.).<br />

− ENTE DI CERTIFICAZIONE, è l’Organizzazione accreditata dalle<br />

Autorità competenti (in Italia Ministero delle Politiche Agricole,<br />

Alimentari e Forestali) che conduce i controlli nelle aziende<br />

sottoposte al regime comunitario ed effettua le certificazioni delle<br />

produzioni da agricoltura biologica.<br />

125


− EROSIONE, l’erosione del suolo, dovuta all’azione del vento e<br />

dell’acqua, è un problema mondiale (Pimental, 1995). È accertato<br />

che l’erosione costituisce la causa principale della degradazione<br />

dei suoli nel mondo (Oldeman, 1994). Gli effetti dell’erosione sono<br />

riscontrabili sia in campo (diminuzione della fertilità, modificazione<br />

del sistema idraulico del terreno, diminuzione dei nutrienti, della<br />

sostanza organica, dei microrganismi e dello stato di salute dei<br />

suoli in generale) che a valle (presenza di elementi indesiderati,<br />

pesticidi e sedimenti dei mezzi tecnici sulla superficie dell’acqua).<br />

I sistemi di agricoltura biologica provocano un grado di erosione<br />

dei suoli di molto inferiore rispetto a quelli riscontrabili nei campi<br />

coltivati con metodi convenzionali.<br />

F<br />

− FAIR TRADE, intesa di collaborazione, basata sull’equità, il<br />

dialogo, la trasparenza ed il rispetto reciproco.<br />

− FATTORIE DI<strong>DA</strong>TTICHE, aziende agricole organizzate per<br />

l’erogazione di servizi educativi ai bambini delle scuole o ad altri<br />

gruppi.<br />

− FEROMONI, sono sostanze prodotte dagli insetti che consentono<br />

la comunicazione chimica tra individui della stessa specie.<br />

Agiscono sui comportamenti sessuali. Possono essere riprodotti<br />

artificialmente in laboratorio e venire quindi utilizzati in agricoltura<br />

sia per il monitoraggio che per la cattura massale degli insetti,<br />

opportunamente collocati in apposite trappole.<br />

− FORAGGERE, comprendono alfalfa, orzo, trifoglio, cereali vari,<br />

sorgo ed alter piante usate per l’alimentazione animale.<br />

G<br />

− GRANULOSIS VIRUS, questo virus è utilizzato contro la Cydia<br />

pomonella delle mele ed è anche attivo contro altri Lepidotteri.<br />

Agisce per ingestione e per questo motivo deve essere adoperato<br />

al momento giusto sulle larve di Cydia. I raggi ultravioletti possono<br />

inattivare il virus, pertanto è raccomandata l’applicazione all’alba o<br />

al tramonto. Campo di applicazione: melo, pero e noce.<br />

− GESTIONE DELLA FERTILITA’ DEL SUOLO, “La conservazione<br />

della fertilità del suolo è la prima condizione da rispettare in un<br />

sistema permanenete di gestione agricola”; con queste parole nel<br />

1940 il famoso agronomo inglese Albert Howard poneva le<br />

126


fondamenta del metodo dell’agricoltura biologica. La fertilità è la<br />

capacità del suolo di garantire la produzione delle piante nel lungo<br />

periodo.<br />

− GMO, genetically modified/engineered organism (=OGM,<br />

Organismi Geneticamente Modificati)<br />

H<br />

− HACCP (Hazard Analysis and Critical Control Points) consiste<br />

nell’adozione di buone pratiche di prevenzione dei rischi sanitari a<br />

carico degli alimenti, al fine di garantirne la sicurezza e la<br />

salubrità.<br />

− HUMUS, deriva dalla decomposizione della sostanza organica, è<br />

stabile ed ha una lunga persistenza. L’humus racchiude numerosi<br />

nutrienti, che vengono gradualmente e lentamente rilasciati alle<br />

piante.<br />

I<br />

− IFOAM, Federazione Internazionale dei Movimenti di Agricoltura<br />

Biologica.<br />

− IGP, Indicazione Geografica Protetta.<br />

− INGEGNERIA GENETICA è un’insieme di tecniche di biologia<br />

molecolare (quale la ricombinazione del DNA) con le quali<br />

vengono alterati e ricombinati i materiali genetici di piante,<br />

animali, microrganismi, cellule ed altre unità biologiche, in modo<br />

tale e con risultati non riscontrabili in natura. Le tecniche di<br />

ingegneria genetica includono tra l’altro: ricombinazione del DNA,<br />

fusione cellulare, micro e macro inoculi, incapsulamento,<br />

eliminazione e duplicazione dei geni. Tra gli Organismi<br />

−<br />

Geneticamente Modificati non sono annoverabili quelli ottenuti<br />

con tecniche quali l’ibridazione naturale.<br />

INSETTI ENTOMOFAGI, Sono gli agenti più utilizzati nella lotta<br />

biologica e sono classificati in predatori e parassitoidi, agiscono in<br />

modo completamente diverso ma altrettanto efficace contro i<br />

fitofagi (insetti che si nutrono di parti delle piante).<br />

− ISEAL, International Social and Environmental Accreditation and<br />

Labelling Alliance, sviluppa gli standards e controlla il loro rispetto<br />

da parte delle strutture associate, al fine di garantire e<br />

127


promuovere la certificazione (volontaria) sociale ed ambientale,<br />

quale strumento di commercio e sviluppo internazionale.<br />

− ISOFAR, “International Society of Organic Agriculture Research”,<br />

organizzazione internazionale che promuove e supporta la ricerca<br />

in tutti i settori dell’agricoltura biologica.<br />

L<br />

− LAVORAZIONI DEL TERRENO, hanno l’obiettivo di creare nel<br />

suolo le condizioni fisiche necessarie per lo sviluppo ottimale delle<br />

piante. In agricoltura biologica vanno ridotte al minimo, adottando<br />

particolari tecniche tendenti a prevenire il compattamento e la<br />

creazione di suole di lavorazione, garantendo il rispetto della<br />

naturale stratificazione dei suoli.<br />

− LETAME, è costituito dai reflui solidi e liquidi degli allevamenti<br />

animali.<br />

− LOGO, il regolamento CE N° 331/2000 ha adottato il logo<br />

europeo dell’agricoltura biologica.<br />

− LOTTA BIOLOGICA, In natura ogni specie animale o vegetale ha<br />

degli antagonisti (predatori, parassiti, patogeni o competitori) che<br />

contribuiscono ad impedirne la proliferazione incontrollata. Le<br />

popolazioni naturali di predatori e parassiti sono importanti per<br />

ridurre le infestazioni. Di norma un livello minimo di attacco viene<br />

tollerato per attrarre e sviluppare i nemici naturali. La lotta<br />

biologica consiste proprio nell’uso di questi “nemici naturali” per<br />

contenere le popolazioni di fitofagi entro limiti accettabili e, di<br />

riflesso, nell’incremento del numero di specie all’interno<br />

dell’agroecosistema, che diviene maggiormente complesso e<br />

quindi più stabile.<br />

M<br />

− MARKETING TERRITORIALE, l’agricoltura biologica può offrire<br />

un attivo contributo allo sviluppo locale sostenibile, promuovendo<br />

le tipicità locali, caratterizzando il territorio e valorizzandolo nel<br />

suo complesso. Tutto questo costituisce una leva di marketing<br />

aggiuntiva per il territorio, rendendolo “appetibile” anche<br />

all’esterno e contribuendo alla rivitalizzazione delle sue aree<br />

rurali.<br />

− MATERIA ORGANICA NEL SUOLO, ha tre componenti:<br />

organismi viventi, residui freschi, residui ben decomposti. I residui<br />

128


freschi rappresentano la risorsa primaria di cibo per gli organismi<br />

viventi del suolo. La decomposizione dei residui freschi rilascia<br />

nel terreno I nutrienti di cui hanno bisogno le piante. La sostanza<br />

organica ben decomposta (humus) rilascia lentamente e per<br />

lunghi periodi I nutrienti di cui hanno bisogno le piante.<br />

− MINIMA COLTIVAZIONE, si tratta di una definizione che<br />

comprende una vasta gamma di sistemi di lavorazione del terreno<br />

che tendono a preservare la copertura vegetale del suolo,<br />

riducendo considerevolmente i fenomeni erosivi legati all’azione<br />

del vento e dell’acqua. Queste pratiche minimizzano la perdita di<br />

nutrienti e di acqua, i danni alle colture e la perdita di fertilità.<br />

− MULTIFUNZIONALITA’. La revisione di medio termine ha<br />

profondamente cambiato la Politica Agricola Comunitaria. Il<br />

nuovo modello agricolo europeo che si è andato configurando,<br />

sostiene fortemente l’estensivizzazione delle aziende agricole, le<br />

quali possono ridurre il momento strettamente produttivo a<br />

vantaggio della tutela ambientale e dell’avvio di altre attività quali<br />

il turismo rurale, le fattorie didattiche, l’attivazione di percorsi<br />

naturalistici, ecc. L’agricoltore diviene cosi anche il “guardiano del<br />

territorio” ed assume tutto l’interesse a non depauperarlo, ma anzi<br />

a preservarlo e valorizzarlo.<br />

N<br />

− NEEM, albero asiatico (Azadirachta indica), dal quale si estrae<br />

l’azadiractina, un insetticida naturale.<br />

O<br />

− OLI MINERALI Sono derivati dalla distillazione del petrolio ad<br />

alte temperature (arricchito di idrogeno) e dalla successiva<br />

estrazione con solventi. Agiscono principalmente per asfissia,<br />

soffocamento degli insetti e delle loro uova. Funzionano anche<br />

come repellenti. Agiscono per contatto diretto principalmente su<br />

piccoli insetti, come diaspidi, coccidi, afidi, psilla e acari. Sono<br />

efficaci anche contro oidio ed infestanti (in considerazione della<br />

loro fitotossicità).<br />

− OLI VEGETALI, (olio di menta, olio di pino, olio di cumino), sono<br />

composti da sostanze naturali derivate da varie parti delle piante<br />

quali fiori, semi e frutti. Normalmente gli oli vegetali e quelli<br />

minerali vengono utilizzati in abbinamento a fungicidi e pesticidi,<br />

migliorandone l’applicazione e la durata. Gli oli vegetali hanno<br />

129


−<br />

azione insetticida sugli insetti e le loro uova. Esercitano inoltre<br />

un’azione repellente.<br />

OMEOPATIA, è una terapia messa a punto dal medico tedesco<br />

Samuel Hahnemann all’inizio del diciannovesimo secolo, fondata<br />

sulla teoria “similia similibus curantur” (Il simile cura il simile).<br />

Secondo questa teoria le malattie guariscono con i rimedi che<br />

provocano in un individuo sano i sintomi della malattia stessa;<br />

questa viene considerata come una perturbazione della “forza<br />

vitale” dell’uomo. La cura consiste quindi nella riattivazione della<br />

forza vitale attraverso la somministrazione al malato di piccole<br />

quantità di opportune sostanze precedentemente dinamizzate,<br />

ovvero sottoposte ad un procedimento di diluizione e<br />

potenziamento che serve a renderle attive. In questo modo<br />

l’organismo riattiva i meccanismi protettivi, ristabilendo il suo<br />

regolare equilibrio biologico. Oggi molte malattie degli animali<br />

possono essere curate con le pratiche veterinarie omeopatiche.<br />

P<br />

− PACCIAMATURA, è la pratica che consiste nel ricoprire il suolo<br />

(nelle interfile e vicino alle piante) possibilmente con sostanza<br />

organica quale paglia, truccioli di legno, compost. Questa tecnica<br />

aiuta a preservare l’umidità nel terreno, contenere la flora<br />

spontanea, formare sostanza organica.<br />

− PERIODO DI CONVERSIONE, il diritto comunitario ha stabilito<br />

che ogni azienda che intende aderire al regime di controllo CE del<br />

biologico, deve superare un periodo di conversione di due anni<br />

per le colture erbacee e tre anni per le colture arboree. Gli enti di<br />

certificazione e le autorità competenti possono stabilire di<br />

allungare o ridurre tale periodo.<br />

− PERMACULTURA (AGRICOLTURA PERMANENTE):<br />

Movimento nato in Australia nel 1975. L’idea base è stata<br />

sviluppata da Bill Mollison; “il termine permacultura descrive un<br />

sistema integrato, permanente e sviluppato in fasi successive,<br />

basato sulla cooperazione ed interrelazione tra piante ed animali<br />

utilizzati per l’alimentazione umana. Una volta impostata l’azienda<br />

agricola questa si gestisce da sola.<br />

− PIRETRINE, estratti dal Chrysanthemum cinerariaefolium, sono<br />

insetticidi naturali.<br />

− PIRODISERBO, è un metodo di gestione della flora spontanea.<br />

L’esposizione delle piante alle alte temperature provoca uno<br />

130


shock termico nei tessuti vegetali, compromettendone<br />

−<br />

irreversibilmente la funzionalità, con conseguente morte della<br />

piñata in due-tre giorni. it is a weed control method; the exposure<br />

of wild plants to high temperature provokes a thermal choc in the<br />

vegetable tissues and an irreversible deterioration of the<br />

functionality of the plant, which dies within two-three days.<br />

L’attrezzatura più utilizzata è quella a fiamma libera alimentata a<br />

GPL.<br />

POLISOLFURO DI CALCE viene usato come insetticida e<br />

fungicida. Il suo principio attivo è lo zolfo sotto diverse forme.<br />

Agisce come insetticida da contatto, data la causticità del<br />

preparato. É anche efficace contro la cocciniglia. Il Polisolfuro ha<br />

anche un’azione fungicida data la presenza dello zolfo. È usato<br />

per la difesa di agrumi, pesco, melo, albicocco, ciliegio, vite,<br />

olivo.<br />

− PRODUZIONI PARALLELE, si verificano quando nella stessa<br />

unità produttiva si attuano contemporaneamente coltivazioni,<br />

allevamenti o trasformazioni gestite sia con il metodo biologico<br />

che con quello convenzionale. È da considerarsi produzione<br />

parallela anche quella che si verifica quando lo stesso prodotto<br />

viene coltivato sia con il metodo biologico che con quello<br />

convenzionale. Esistono a riguardo precise restrizioni ed<br />

−<br />

accorgimenti stabiliti dalla normativa comunitaria.<br />

PRINCIPIO DELLA CAUTELA, è quel principio secondo il quale,<br />

quando viene svolta un’attività che potrebbe rivelarsi dannosa per<br />

l’ambiente e la salute, vanno adottate tutte le misure precauzionali<br />

possibili. Ad es. gli OGM non vanno impiegati fin quando non sia<br />

stato fugato anche il minimo dubbio sulla loro pericolosità.<br />

− PRINCIPI DELL’AGRICOLTURA BIOLOGICA, dopo un intenso<br />

processo partecipativo, nel settembre 2005, l’Assemblea generale<br />

IFOAM svoltasi ad Adelaide in Australia ha approvato la revisione<br />

dei “Principi di agricoltura biologica”. Questi principi sono le radici<br />

dalle quali cresce e si sviluppa l’agricoltura biologica: principio di<br />

salute (l’Agricoltura Biologica dovrebbe sostenere e rafforzare la<br />

salute del suolo, delle piante, degli animali, degli esseri umani e<br />

del pianeta come uno solo ed indivisibile), principio di ecologia<br />

(l’Agricoltura Biologica dovrebbe essere basata su sistemi e cicli<br />

ecologici viventi, lavorare con essi, emularli ed aiutare a<br />

sostenerli), principio di giustizia (l’Agricoltura Biologica dovrebbe<br />

costruire sui rapporti che assicurano la giustizia in rispetto<br />

all’ambiente comune e le opportunità di vita), principio della<br />

131


cautela (l’Agricoltura Biologica dovrebbe essere gestita in modo<br />

precauzionale e responsabile per proteggere la salute ed il<br />

benessere delle generazioni presenti e future e dell’ambiente).<br />

Q<br />

− QUASSIA, è un insetticida naturale derivato dall’albero della<br />

Quassia amara e dal Picrasma excelsa (Quassia giamaicana). I<br />

principi attivi sono quassina e neoquassina. La Quassia, oltre ad<br />

essere una pianta medicinale, è usata come repellente per cani e<br />

gatti. Agisce sul sistema nervoso, sia per contatto che per<br />

ingestione. Presentando una persistenza limitata la sua azione è<br />

piuttosto ridotta. Campo di applicazione: orticoltura, frutticoltura,<br />

viticoltura, silvicoltura, giardinaggio. Presenta bassa tossicità.<br />

R<br />

− RESISTENZA, è quella capacità che posseggono gli insetti di<br />

adattarsi in un certo lasso di tempo alle molecole dei pesticidi, i<br />

quali devono essere somministrati in dosi sempre maggiori per<br />

continuare a garantire lo stesso effetto iniziale. Questo fino a<br />

quando non si riveleranno del tutto inadeguati ed andranno allora<br />

sostituiti con preparati a base di altre molecole (questo è avvenuto<br />

ad es. con il DDT).<br />

− ROTAZIONI, le piante si succedono sullo stesso appezzamento<br />

seguendo una sequenza predeterminata sulla base delle<br />

caratteristiche aziendali.<br />

− ROTENONE, è un alcaloide, isolato per la prima volta nel 1895. É<br />

estratto dalle radici di alcune piante tropicali della famiglia delle<br />

leguminose: Derris elliptica, Derris spp., Lonchocarpus utilis,<br />

Tephrosia spp. Il Rotenone è soggetto a rapida decomposizione<br />

se esposto alla luce ed all’aria. Ha un ampio spettro d’azione,<br />

agendo contro lepidotteri, ditteri, coleotteri, ecc.. É anche usato in<br />

medicina veterinaria contro le mosche di Hypoderma.<br />

− SAU, Superficie Agricola Utilizzata.<br />

S<br />

− SINTETICO, prodotto creato con processo industriale chimico.<br />

Include sia i prodotti che non si trovano in natura che quelli che<br />

simulano invece prodotti realmente esistenti.<br />

132


− SISTEMI AGRICOLI A BASSO IMPATTO AMBIENTALE<br />

utilizzano inputs interni all’azienda senza necessità di<br />

approvvigionamento esterno di concimi, pesticidi, ecc., il tutto allo<br />

scopo di ridurre l’impatto ambientale, i costi di produzione ed i<br />

rischi per la salute dell’operatore e del consumatore. L’adozione di<br />

questi sistemi agricoli risulta conveniente anche dal punto di vista<br />

economico, in quanto, seppure il minore ricorso ad inputs<br />

produttivi provoca un inevitabile calo delle produzioni, si riducono<br />

notevolmente pure i costi di acquisto di fertilizzanri, pesticide,<br />

diserbanti, ecc. (che costituiscono la voce di bilancio più onerosa<br />

per le aziende convenzionali). Questi sistemi agricoli pongono<br />

inoltre le basi per un’agricoltura durevole nel tempo e sostenibile<br />

anche per le generazioni future.<br />

− SOVESCIO, pratica che consiste nel seminare singole colture<br />

erbacee (ad es. favino) o miscugli di più specie, senza l’obiettivo<br />

di raccoglierne i prodotti ma allo scopo di interrare le piante per<br />

incorporare nel terreno biomassa verde.<br />

− STG, Specialità Tradizionale Garantita.<br />

T<br />

− TERAPIA AIURVEDICA, utilizza prodotti derivati da piante<br />

officinali e minerali per sviluppare il sistema immunitario degli<br />

animali.<br />

− TRACCCIABILITA’, si riferisce alla possibilità di seguire un<br />

alimento in tutte le fasi della sua produzione, trasformazione e<br />

commercializzazione: “dall’azienda alla tavola”.<br />

− UBA, Unità di Bestiame Adulto<br />

U<br />

V<br />

− VERMICOMPOST, miscela di rifiuti organici parzialmente<br />

decomposti e secrezioni di vermi. Contiene parti di piante, di cibo,<br />

materiale usato come lettiera dei vermi, bozzoli, vermi stessi ed<br />

organismi associati.<br />

− WHO (=OMS), Organizzazione Mondiale della Sanità.<br />

W<br />

133


− WWOOF, (Willing Workers On Organic Farms) lavoratori volontari<br />

nelle aziende agricole biologiche, è un network internazionale di<br />

scambio che offer vitto, alloggio e tirocinio pratico in cambio di<br />

lavoro. Sono possibili esperienze di varia durata. Il WWOF offre<br />

eccellenti opportunità formative per chi vuole avvicinarsi al<br />

biologico, scambi di vita rurale, culturali, ed infinite opportunità di<br />

conoscenza dei movimenti del biologico. (www.wwoof.org).<br />

Z<br />

− ZONA DI RISPETTO, zona di confine che delimita un’azienda<br />

biologica, da una convenzionale, potenzialmente in grado di<br />

contaminare l’ambiente con sostanze quali pesticidi ed altri<br />

prodotti vietati nel biologico.<br />

134


BIBLIOGRAFIA<br />

• AAVV, La zootecnia biologica bovina e suina in Italia – Tecniche e<br />

mercato, a cura di Andrea Povellato, pubblicazione dell’INEA –<br />

Istituto Nazionale di Economia Agraria, Edizioni Scientifiche<br />

Italiane, Roma, 2005.<br />

• L’evoluzione del mercato delle produzioni biologiche, Edizioni<br />

ISMEA, Roma, 2005.<br />

• Berardini L., Ciannavei F., Marino D., Spagnolo F., Lo scenario<br />

dell’agricoltura biologica in Italia, pubblicazione dell’INEA – Istituto<br />

Nazionale di Economia Agraria, Roma, 2006.<br />

SITI INTERNET<br />

• http://www.sinab.it - Portale del Sistema d’informazione<br />

nazionale sull’agricoltura biologica del Ministero italiano delle<br />

Politiche Agricole, Alimentari e Forestali.<br />

• http://www.aiab.it - Portale dell’Associazione Italiana per<br />

l’Agricoltura Biologica.<br />

• http://www.cittadelbio.it - Il Portale del network delle Città del<br />

Bio.<br />

135


Allevamento<br />

biologico<br />

dei bovini da<br />

carne<br />

136<br />

Progetto<br />

ECOLEARNING<br />

ES/07/LLP-LdV/TOI/149026<br />

QUESTIONARIO<br />

(da inviare a Biocert per fax allo 081 7612734 o per e-mail: biocert@biocert.it)<br />

Il presente questionario ha lo scopo di rilevare il livello di gradimento dell’opera da parte delle<br />

diverse tipologie di utenza e di raccoglierne tutti i suggerimenti, al fine di migliorare<br />

costantemente nel tempo la qualità del servizio offerto. Le informazioni trasmesse saranno<br />

trattate in modo anonimo. Solo coloro che intendono ricevere gratuitamente gli aggiornamenti<br />

successivi dell’opera dovranno espressamente autorizzare l’Associazione Biocert al<br />

trattamento dei dati personali, compilanto e firmando la nota in calce.<br />

1. Da quale fonte ha appreso dell’esistenza del presente manuale?<br />

□ Internet □ rivista □ in fiera □ da un collega □ altro (specificare)<br />

__________________________________________________________<br />

2. La lettura del manuale ha soddisfatto le sue aspettative?<br />

□ in pieno □ solo in parte □ per niente<br />

3. Ha letto altri manuali del progetto Ecolearning?<br />

□ no □ si (specificare)<br />

_________________________________________________________<br />

4. Cosa le piacerebbe fosse inserito o modificato nelle prossime edizioni?<br />

__________________________________________________________<br />

Grazie per il tempo che ci ha dedicato e si ricordi di compilare la nota in calce<br />

se desidara ricevere gratuitamente gli aggiornamenti del manuale.<br />

---- nota di autorizzazione al trattamento dei dati personali ---------------------------------<br />

_l_ sottoscritt_ _________________________ , residente in<br />

_________________________ (___) alla Via ____________________________ ,<br />

Tel. ______________ Fax ______________ E-mail ______________________ ,<br />

eventuale sito web _________________________________________________ ,<br />

autorizza il trattamento dei propri dati personali, ivi compresi quelli sensibili, ai sensi e per gli effetti del D. Lgs.<br />

30.06.03 N. 196, al solo fine di essere inserito nell’elenco dei fruitori dei servizi formativi, gestito<br />

dall’Associazione Biocert con sede in Napoli alla Via Tasso 169, e ricevere gratuitamente gli aggiornamenti<br />

successivi dell’opera acquistata. Il responsabile del trattamento dei dati è il Sig. Salvatore Basile, presidente<br />

dell’Associazione Biocert.<br />

Luogo, data, firma


Partners del progetto comunitario “ECOLEARNING” - ES/07/LLP-LdV/TOI/149026<br />

STPKC<br />

Instituto de Formación y Estudios Sociales<br />

MADRID - SPAGNA<br />

Sito web: http://www.ifes.es<br />

Unión de Pequeños Agricultores y<br />

Ganaderos<br />

MADRID - SPAGNA<br />

Sito web: http://www.upa.es<br />

Formación 2020 S.A.<br />

MADRID - SPAGNA<br />

Sito web: http://www.formacion2020.es<br />

AGROLINK<br />

SOFIA - BULGARIA<br />

Sito web: http://www.agrolink.org<br />

ARAD - Asociatia Romana Pentru Agricultura<br />

Durabila<br />

FUNDULEA - ROMANIA<br />

Sito web: http://www.agriculturadurabila.ro<br />

BFW – Berufsfortbildungswerk Gemeinnützige Bildungseinrichtung<br />

des DGB Gmbh - Competence Center EUROPA<br />

HEIDELBERG - GERMANIA<br />

Sito web: http://www.bfw.eu.com<br />

BIOCERT Associazione<br />

NAPOLI – ITALIA<br />

Sito web: http://www.biocert.it<br />

Escola Superior Agrária<br />

Instituto Politécnico de Viana do Castelo<br />

PONTE DE LIMA – PORTOGALLO<br />

Sito web: http://www.esa.ipvc.pt<br />

MÖGÉRT - Magyar Ökológiai<br />

Gazdálkodásért Egyesület<br />

BU<strong>DA</strong>PEST - HUNGARY<br />

Sito web: http://www.mogert.uni-corvinus.hu<br />

STPKC - Swedish TelePedagogic<br />

Knowledge Center<br />

NYKÖPING - SWEDEN<br />

Sito web: http://www.pedagogic.com<br />

137

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