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LA ROSA BIANCA<br />
Dall’ agosto del 1942 al febbraio del 1943 alcuni studenti dell’univers<strong>it</strong>à di Monaco distribuirono<br />
alcuni volantini che inc<strong>it</strong>avano a una resistenza non violenta contro H<strong>it</strong>ler, chiedendo la libertà per<br />
il popolo tedesco. Questi studenti si firmavano con il nome “Rosa Bianca”: Alexander Schmorell,<br />
Cristoph Probst, Hans Scholl, Willi Graf e Sophie Scholl. A loro si unì più tardi un professore di<br />
filosofia dell’univers<strong>it</strong>à, Kurt Huber.<br />
Non era un’associazione con programmi predefin<strong>it</strong>i. Non esisteva alcuna iscrizione, né alcuna<br />
gerarchia, né alcuna struttura organizzativa. Era un gruppo di ragazzi, che non condividevano una<br />
stessa ideologia. Era semplicemente un’amicizia.<br />
Tutti i membri della Rosa Bianca affermarono di essere rimasti attratti inizialmente dal nazismo,<br />
infatti molti di loro entrarono tra le fila della H<strong>it</strong>lerjugend, la gioventù h<strong>it</strong>leriana, che accoglieva i<br />
ragazzi dall’età di 10 anni per formarli a servire nelle forze mil<strong>it</strong>ari e a prepararli ad essere<br />
“c<strong>it</strong>tadini modello”. Hans Scholl venne promosso persino capo-drappello, ma a causa delle forti<br />
restrizioni sulla libertà di pensiero, se ne allontanò. Anche gli altri si distaccarono presto dal gruppo<br />
comprendendo che la H<strong>it</strong>lerjugend non rappresentava il modello per la realizzazione personale e<br />
comun<strong>it</strong>aria che avevano immaginato.<br />
“Pensavamo di essere membri di una grande organizzazione che abbracciava tutti e valorizzava<br />
ognuno, dal bambino all’adulto. Ci sentivamo coinvolti in un processo, in un movimento che da una<br />
massa amorfa creava un popolo. Qualcosa che ci annoiasse o che ci lasciasse dentro un senso di<br />
vuoto era comunque inev<strong>it</strong>abile”. (Inge Scholl)<br />
“E H<strong>it</strong>ler voleva aiutare questa patria a raggiungere la grandezza, la felic<strong>it</strong>à e il benessere;(…)A noi<br />
questo piaceva, e qualunque cosa avessimo potuto fare per contribuire l’avremmo fatta”. (Scholl)<br />
Ben presto si resero conto che la libertà era un prezzo troppo elevato per la grandezza della<br />
Germania.<br />
Nel luglio del 1942 Hans Sholl, Schmorell e Graf, furono inviati sul fronte russo per un tirocinio di<br />
tre mesi in quanto studenti di medicina. Anche le esperienze di questo viaggio spinsero<br />
maggiormente questi studenti alla rivolta contro il nazionalsocialismo. Durante il viaggio infatti<br />
videro con i loro occhi il ghetto ebraico di Varsavia, la devastazione e la povertà di quel luogo li<br />
colpì profondamente.<br />
“(…) Nel tardo pomeriggio ci rechiamo in c<strong>it</strong>tà. La miseria ci osserva. Noi ci voltiamo. Poi<br />
dormiamo profondamente”. (Graf)<br />
Entrarono in contatto con la popolazione e la letteratura russa rimanendone profondamente<br />
affascinati, inoltre scoprirono numerose somiglianze tra i due popoli nemici.<br />
“Penso di doverti raccontare molte cose di qui, perché so come tu partecipi al destino di questo<br />
popolo che, come il nostro, ha dovuto sperimentare difficoltà e mostruos<strong>it</strong>à enormi”. (Graf)<br />
I ragazzi fecero per lo più conoscenza nell’amb<strong>it</strong>o univers<strong>it</strong>ario, e oltre a condividere un profondo<br />
affetto e una forte amicizia, avevano in comune lo stesso timore per le sorti dello stato tedesco in<br />
balia di H<strong>it</strong>ler e del nazismo. Non avevano alcuna esperienza in complotti o strategie di<br />
cospirazione, dunque il volantinaggio apparve come unico reale mezzo di rivolta. A dare ad Hans<br />
l'idea è probabile che sia stato l'arrivo in casa Scholl dei fogli clandestini con le prediche e le lettere<br />
pastorali del vescovo cattolico di Münster Clemens August von Galen, che si schierò<br />
coraggiosamente contro il nazismo. Le prediche del vescovo, rivolte al popolo tedesco in difesa di<br />
handicappati e malati terminali, venivano infatti diffuse illec<strong>it</strong>amente per sensibilizzare le masse.<br />
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