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Salamov ha scr<strong>it</strong>to che qualche volta si può diventare vinc<strong>it</strong>ori anche se non si è in grado di porre<br />
argine al male che pervade l’intera società e che colpisce irrimediabilmente l’esistenza del singolo.<br />
Si può vincere in perfetta sol<strong>it</strong>udine quando non si rinuncia alla propria dign<strong>it</strong>à.<br />
Luciana è riusc<strong>it</strong>a alla fine a centrare l’obiettivo, anche se il suo paese le ha tolto l’affetto più caro.<br />
Ora guarda i cassetti dove custodisce con cura maniacale l’archivio completo della v<strong>it</strong>a di suo<br />
padre.<br />
“L’esercizio della memoria è un’arte molto raffinata. Chi riesce a farne un uso prezioso può<br />
cambiare la percezione della storia”.<br />
LA MEMORIA DEL GENOCIDIO ARMENO<br />
Veronica<br />
È indispensabile ricordare gli orribili avvenimenti riguardo al Metz Yeghern (o Metz Jeghern),<br />
il Grande male, come gli Armeni chiamano il loro Olocausto,effettuato da parte del governo turco<br />
nel 1915, affinché la Storia degli omicidi di massa e delle deportazioni non si ripeta mai più e<br />
perché si salvino dall’oblio le v<strong>it</strong>time del primo genocidio del XX secolo.<br />
Purtroppo ci sono stragi che non contano e di cui non si trova traccia nei libri di storia: il genocidio<br />
degli Armeni è una di queste, nonostante 1.200.000/1.300.000 c<strong>it</strong>tadini inermi furono assassinati in<br />
pochi anni.<br />
La Turchia attuale ancora non condanna l’olocausto armeno e continua a negare che sia mai<br />
avvenuto, supportando le proprie teorie con falsi documenti storici.<br />
Esiste addir<strong>it</strong>tura una legge turca che vieta il riconoscimento del genocidio e in pratica rende<br />
obbligatorio il negazionismo (il giornalista di origine armena Hrant Dink, assassinato da alcuni<br />
nazionalisti, si batteva proprio per il riconoscimento del genocidio e aveva sub<strong>it</strong>o diversi processi<br />
per aver infranto la suddetta legge).<br />
Adolf H<strong>it</strong>ler, ispirato da quell’immane tragedia, in un noto discorso del 22 agosto 1939 affermò che<br />
si poteva invadere la Polonia e massacrarne il popolo senza preoccuparsi delle conseguenze: «Chi<br />
mai si ricorda oggi - disse - dei massacri degli Armeni?»..<br />
La memoria è dunque elemento necessario affinché l’uman<strong>it</strong>à non si debba vergognare nuovamente<br />
di se stessa.<br />
Solo recentemente si è cominciato a parlare di Metz Yeghern sebbene il termine "genocidio" fu<br />
coniato all'inizio degli anni ’40 dal giurista americano di origine ebreo-polacca Raphael Lemkin<br />
(1900-1959) proprio dopo aver appreso dello sterminio degli Armeni.<br />
A differenza dei tedeschi che continuano a interrogarsi sulla "Schuldfrage" per i crimini del<br />
nazismo, i turchi non riconoscono il genocidio armeno preferendo parlare di... «una tragedia che ha<br />
accomunato turchi e Armeni in circostanze di guerra, provocando sofferenze reciproche e migliaia<br />
di v<strong>it</strong>time da entrambe le parti». La Turchia respinge la definizione di "genocidio" e dichiara che in<br />
quegli anni di Armeni ne morirono "solo" 300.000, meno di quanti furono i turchi uccisi in scontri<br />
popolari tra turchi e Armeni.<br />
La tragedia avvenne effettivamente durante la Grande Guerra ma ciò non toglie che si sia trattato di<br />
un vero e proprio genocidio che, secondo la definizione dell'ONU, è il crimine commesso da<br />
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