Ripolarizzazione precoce di Rita Torraco.pdf - Asl Bat
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Long-term Outcome Associated with Early Repolarization on<br />
Electrocar<strong>di</strong>ography<br />
<strong>Ripolarizzazione</strong> <strong>precoce</strong>: risultati a <strong>di</strong>stanza.<br />
Jani T. Tikkanen, B.S., Olli Anttonen, M.D.,M. Juhani Junttila,M.D., Aopo L. Aro,M.D.,<br />
Harri A. Rissanen,M.Sc., Antti Reunanen, M.D., and Heikki V. Huikuri, M.D.<br />
N Engl J Med 2009;361:2529-37<br />
Per decenni,la ripolarizzazione <strong>precoce</strong>, che è caratterizzata da una elevazione del punto J<br />
(giunzione tra il complesso QRS e l’inizio del tratto ST) all’ ECG <strong>di</strong> superficie in con<strong>di</strong>zioni<br />
basali, è stata considerata un reperto innocuo. In recenti stu<strong>di</strong> la presenza <strong>di</strong> questo pattern in<br />
derivazioni <strong>di</strong>verse da V1-V3 (specialmente nelle derivazioni inferiori e laterali), è stata<br />
associata ad una maggiore vulnerabilità a sviluppare fibrillazione ventricolare.<br />
In questo stu<strong>di</strong>o, condotto sulla popolazione Finlandese <strong>di</strong> me<strong>di</strong>a età, è stata valutata la<br />
prevalenza della ripolarizzazione <strong>precoce</strong> e la sua prognosi a lungo termine per un lungo<br />
periodo <strong>di</strong> follow-up. Sono stati valutati gli ECG <strong>di</strong> 10957 soggetti (appartenenti allo stu<strong>di</strong>o<br />
CHD) <strong>di</strong> età compresa tra 30 e 59 anni (5676 uomini e 5188 donne) che furono sottoposti ad<br />
un esame clinico <strong>di</strong> base tra il 1966 e il 1972. Questi soggetti sono stati seguiti per un periodo<br />
me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> 30±11 anni. E’ stata valutata l’elevazione del punto J considerando due cut-off<br />
(≥0,1mV e >0,2mV) in almeno due derivazioni a<strong>di</strong>acenti inferiori o laterali. Oltre alla<br />
valutazione clinica <strong>di</strong> base, la maggior parte dei soggetti fu sottoposta a rivalutazione clinica<br />
con registrazione <strong>di</strong> un ECG tra il 1973 e il 1976.<br />
L’end-point primario è stato la morte per cause car<strong>di</strong>ache e l’end-point secondario è stato la<br />
morte per tutte le cause e per aritmie fino alla fine del 2007.<br />
L’elevazione del punto J <strong>di</strong> almeno 0,1 mV era presente in 630 soggetti (5,8%). Tra questi,<br />
384 soggetti (3,5%), avevano una elevazione del punto J nelle derivazioni inferiori e 262<br />
(2,4%), avevano una elevazione del punto J nelle derivazioni laterali. L’elevazione del punto J<br />
<strong>di</strong> più <strong>di</strong> 0,2mV fu rilevata in 36 soggetti (0,3%) nelle derivazioni inferiori e in 31 soggetti<br />
(0,3%) nelle derivazioni laterali. E’ stato riscontrato che i soggetti con ripolarizzazione <strong>precoce</strong><br />
erano più spesso uomini e fumatori, avevano una frequenza me<strong>di</strong>a a riposo più bassa, un più<br />
basso BMI (body-mass index), una più bassa pressione arteriosa, un QTc più corto e una più<br />
lunga durata del QRS e avevano più probabilità <strong>di</strong> avere segni <strong>di</strong> coronaropatia rispetto a quelli<br />
senza ripolarizzazione <strong>precoce</strong>.<br />
Durante il periodo <strong>di</strong> follow-up sono morti 6133 soggetti. Di questi, 1969 (32,1%) sono morti<br />
per cause car<strong>di</strong>ache e 795 <strong>di</strong> questi per aritmie (40,4%). I soggetti con elevazione del punto J<br />
<strong>di</strong> 0,1mV nelle derivazioni inferiori aveva un rischio più elevato <strong>di</strong> morte per cause car<strong>di</strong>ache e<br />
per aritmie rispetto a quelli senza questo pattern. Tuttavia questi soggetti non avevano un<br />
rischio più elevato <strong>di</strong> morte per tutte le cause. I soggetti con elevazione del punto J <strong>di</strong> più <strong>di</strong><br />
0,2mV nelle derivazioni inferiori, avevano un aumentato rischio <strong>di</strong> morte per tutte le cause<br />
(adjusted relative risk, 1,54) e un rischio marcatamente elevato <strong>di</strong> morte per cause car<strong>di</strong>ache<br />
(adjusted relative risk, 2,98) e per aritmie (adjusted relative risk, 3,94). L’elevazione del<br />
punto J nelle derivazioni laterali aveva un significato borderline nel pre<strong>di</strong>re la morte per cause<br />
car<strong>di</strong>ache e per tutte le cause, ma nessun significato per le morti aritmiche.<br />
Il riscontro <strong>di</strong> segni <strong>di</strong> ripolarizzazione <strong>precoce</strong> nelle derivazioni inferiori è associato quin<strong>di</strong> ad<br />
un maggior rischio <strong>di</strong> morte per cause car<strong>di</strong>ache nei soggetti <strong>di</strong> me<strong>di</strong>a età e tale rischio è più<br />
alto in relazione all’ampiezza dell’elevazione del punto J. Come questo pattern determini un
incremento del rischio <strong>di</strong> morte non è noto, probabilmente la sua presenza in ECG ripetuti nel<br />
tempo suggerisce che non si tratta <strong>di</strong> un fenomeno transitorio ma <strong>di</strong> un’alterazione<br />
elettrofisiologica permanente. I dati a <strong>di</strong>sposizione suggeriscono che si tratti <strong>di</strong> una<br />
eterogeneità transmurale della ripolarizzazione ventricolare che aumenta la vulnerabilità a<br />
sviluppare tachiaritmie ventricolari. E’ possibile che tale eterogeneità aumenti il rischio <strong>di</strong><br />
aritmie fatali durante un evento ischemico; tale osservazione è supportata dal fatto che le<br />
morti car<strong>di</strong>ache si sono verificate in soggetti <strong>di</strong> età me<strong>di</strong>a, mentre la fibrillazione ventricolare<br />
i<strong>di</strong>opatica è più comune in soggetti giovani.<br />
In conclusione, il riscontro <strong>di</strong> una elevazione del punto J nelle derivazioni inferiori non è un<br />
reperto innocuo come credevamo e sono necessari nuovi stu<strong>di</strong> prospettici per stabilire il nesso<br />
tra la ripolarizzazione <strong>precoce</strong> e l’ aumentato rischio <strong>di</strong> morte per cause car<strong>di</strong>ache.<br />
Commentato da <strong>Rita</strong> <strong>Torraco</strong><br />
Dirigente Me<strong>di</strong>co U.O. Car<strong>di</strong>ologia-UTIC<br />
P.O. Barletta