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Salone dell'Arte e del Restauro di Firenze

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Il <strong>Salone</strong> <strong>del</strong>l’Arte e <strong>del</strong> <strong>Restauro</strong> <strong>di</strong> <strong>Firenze</strong> giunge alla sua seconda e<strong>di</strong>zione sulla spinta<br />

<strong>del</strong>l’esito indubbiamente positivo <strong>di</strong> quella inaugurale, svoltasi nell’ottobre <strong>del</strong> 2009. Va subito<br />

sgombrato il campo dagli equivoci; anche e soprattutto nell’organizzazione <strong>di</strong> manifestazioni<br />

<strong>di</strong> questo genere, il successo non giunge mai per caso: lo testimoniano la concentrazione <strong>di</strong><br />

espositori e <strong>di</strong> case e<strong>di</strong>trici specializzate, l’alto gra<strong>di</strong>mento espresso dagli operatori <strong>del</strong> settore,<br />

il livello dei relatori intervenuti, la qualità <strong>del</strong>la comunicazione che ha accompagnato e<br />

seguito la complessa e proficua organizzazione messa a punto dalla Segreteria Organizzativa,<br />

e, infine, il numero <strong>di</strong> visitatori che hanno assistito, tra l’altro, agli eventi culturali realizzati a<br />

margine <strong>del</strong>l’attività fieristica vera e propria. La presenza e l’attività <strong>del</strong> prestigioso Comitato<br />

Scientifico - che ha interpretato il ruolo <strong>di</strong> “coscienza critica” e <strong>di</strong> garanzia morale <strong>del</strong>la qualità<br />

<strong>del</strong>la manifestazione -, e il sostegno ricevuto da parte <strong>del</strong>le Amministrazioni nazionali, degli<br />

Enti Locali e <strong>del</strong>le Associazioni <strong>del</strong> territorio fiorentino hanno, peraltro, contribuito fortemente<br />

alla riuscita generale <strong>del</strong> <strong>Salone</strong>.<br />

A tale proposito, si afferma, ancora una volta, la pronunciata <strong>di</strong>sponibilità <strong>del</strong>l’area toscana,<br />

e <strong>del</strong>la città <strong>di</strong> <strong>Firenze</strong> in particolare, alla promozione <strong>del</strong>le attività culturali che siano tuttora<br />

capaci <strong>di</strong> conservare un legame con la storia e i caratteri dei territori, e, allo stesso tempo,<br />

<strong>di</strong>segnare incessantemente – per capacità <strong>di</strong> ideazione e qualità <strong>di</strong> lavoro – le più ampie prospettive<br />

<strong>di</strong> sviluppo e le più efficaci modalità <strong>di</strong> crescita economica e morale per le comunità.<br />

Nello “spazio” storico-artistico toscano, la promozione <strong>del</strong>le arti e la cultura <strong>del</strong>la tutela vivono<br />

da secoli un matrimonio in<strong>di</strong>ssolubile, testimoniato, ad esempio, dall’opera <strong>del</strong>l’Opificio <strong>del</strong>le<br />

Pietre Dure, solo per evocare uno tra i più importanti Istituti pubblici <strong>del</strong> settore, il cui prestigio<br />

a livello mon<strong>di</strong>ale è a tutt’oggi in<strong>di</strong>scutibile.<br />

Nell’ottica cui si allude, le attività <strong>del</strong> restauro rivestono un ruolo rilevante, che solo una<br />

pericolosa miopia amministrativa può negare o solamente porre in dubbio. Il restauro può<br />

conservare, ripristinare, rileggere, innovare. L’azione <strong>del</strong> restaurare, lungi dal cadere in vane<br />

metafore ideologiche, costituisce il proprio statuto nell’in<strong>di</strong>spensabile, incessante manutenzione<br />

<strong>del</strong>la bellezza e <strong>del</strong>l’integrità <strong>del</strong>le opere, ma è, allo stesso tempo, la restituzione alla<br />

visione collettiva <strong>di</strong> tutti quei valori non solo estetici, ma anche narrativi e simbolici che la tela,<br />

l’affresco, il monumento, l’oggetto d’arte vogliono rappresentare; è solo grazie ad un restauro<br />

conservativo, infatti, che ci è consentito valutare, alla luce dei mezzi esegetici e <strong>del</strong>la sensibilità<br />

<strong>di</strong> cui <strong>di</strong>sponiamo, il patrimonio figurativo o simbolico che i secoli ci hanno trasmesso,<br />

raccogliendone i segni e interpretandone i messaggi se<strong>di</strong>mentati nel tempo, o rimettendolo<br />

in <strong>di</strong>scussione ancora una volta. Inoltre, il restauro è un fattore non trascurabile <strong>di</strong> ricchezza<br />

economica, nel duplice senso <strong>del</strong>l’offerta <strong>di</strong> lavoro relativa ai <strong>del</strong>icati interventi che riguardano<br />

i beni artistici <strong>di</strong> proprietà pubblica e <strong>del</strong>la proficua manutenzione <strong>di</strong> opere e strutture il cui<br />

degrado, non affrontato in tempo, comporterebbe (e comporta) altre e più pesanti spese,<br />

altro e più complesso impegno <strong>di</strong> recupero per Enti pubblici e soggetti privati. Non si è lontani<br />

dal vero nel <strong>di</strong>re che in questo ambito l’intervento pubblico rimane ovviamente in<strong>di</strong>spensabile,<br />

ma può rappresentare, oltre che la massima committenza, un punto <strong>di</strong> riferimento non solo<br />

<strong>Salone</strong> <strong>del</strong>l’Arte e <strong>del</strong> <strong>Restauro</strong> <strong>di</strong> <strong>Firenze</strong> • E<strong>di</strong>zione 2010<br />

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