sull'influenza di cartesio, leibniz e newton nel primo ... - CBPF
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Epistemologia della Fisica, in generale, e, sul problema della <strong>di</strong>mensionalità dello spazio, in<br />
particolare.<br />
Dal punto <strong>di</strong> vista della Fisica Contemporanea, con gli sviluppi della Teoria<br />
Elettromagnetica, della Teoria della Relatività e della Meccanica Quantistica, il ruolo che la<br />
materia occupava <strong>nel</strong>la Fisica del Settecento viene gradualmente usurpato dal concetto <strong>di</strong><br />
campo e da principi <strong>di</strong> simetria. Questo fatto portò ad un profondo cambiamento <strong>nel</strong><br />
concetto fisico <strong>di</strong> spazio <strong>nel</strong> secolo XX. Su questo punto, siamo d'accordo con Einstein<br />
quando egli <strong>di</strong>ce che “non esiste alcuno spazio ‘vuoto’, cioè, non esiste nessuno spazio<br />
senza un campo” [19]. Quin<strong>di</strong>, tutta la <strong>di</strong>scussione moderna del problema della<br />
<strong>di</strong>mensionalità, in cui la materia e i suoi attributi come, per esempio, la estensione, non<br />
occupano più una posizione centrale, passa a <strong>di</strong>pendere dalla struttura logica delle Teorie <strong>di</strong><br />
Campi definite <strong>nel</strong>lo spazio-tempo. Alcune conseguenze epistemologiche <strong>di</strong> questo<br />
mutamento, in particolare il cambiamento della concezione causale del mondo che ne segue,<br />
e il suo impatto sulla maniera <strong>di</strong> affrontare il problema della <strong>di</strong>mensionalità, sono state<br />
<strong>di</strong>scusse dagli autori altrove [14]. Dopo questa <strong>di</strong>gressione si può tornare ora all’analisi del<br />
contributo <strong>di</strong> Kant.<br />
La questione della <strong>di</strong>mensionalità viene trattata da Kant <strong>nel</strong>la sua prima opera,<br />
Pensieri sulla veri<strong>di</strong>ca estima delle forze vive [1]. Partendo da considerazioni metafisiche<br />
sulla forza, Kant fu portato a definire due tipi <strong>di</strong> moto: uno che cessa al cessare della forza<br />
esterna che lo produce, mentre l’altro persiste <strong>nel</strong> corpo a cui è stato comunicato e che<br />
continua indefinitamente. In questa maniera, Kant tenta <strong>di</strong> render giustizia sia ai cartesiani<br />
che ai <strong>leibniz</strong>iani, rispettivamente. Però, il titolo <strong>di</strong> questo scritto, <strong>di</strong> per sé, <strong>di</strong>mostra già<br />
l’influenza <strong>di</strong> Leibniz <strong>nel</strong> suo pensiero. Infatti Kant accetta il concetto <strong>leibniz</strong>iano <strong>di</strong> forza<br />
viva in quanto essenziale alla materia e concorda con l’idea <strong>di</strong> Leibniz che la forza precede<br />
l’estensione [25]:<br />
“Est aliquid praeter extensionem, imo extensione prius.” 1<br />
Tuttavia, secondo Kant, il modo per stimare la forza della materia non è attraverso il moto<br />
bensì a partire dell’effetto sulle altre sostanze. Ammettere che tutte le sostanze sono in<br />
grado <strong>di</strong> interagire fra <strong>di</strong> loro attraverso forze è quin<strong>di</strong> il punto <strong>di</strong> partenza del suo<br />
ragionamento, come viene suggerito dal titolo stesso del nono capitolo dell’opera <strong>di</strong> cui<br />
sopra, e cioè:<br />
“Se le sostanze non hanno una forza per mezzo della quale possono<br />
agire al <strong>di</strong> fuori <strong>di</strong> se stesse, non ci sarebbe estensione, e <strong>di</strong><br />
conseguenza non ci sarebbe spazio” 2 .<br />
Le preoccupazioni <strong>di</strong> Kant in questo momento sono legate alla materia corporea e alle<br />
forme d’interazione delle sostanze fisiche. Come * e come la materia, “per intermezzo della<br />
1 “C’è qualcosa oltre l’estensione, anzi prima dell'estensione.”.<br />
2 Le sottolineature qui e <strong>nel</strong>le prossime citazioni <strong>di</strong> Kant sono degli autori.