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Booklet (PDF 386 Kb) - Concerto Classics

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Era di Maggio...<br />

Musiche italiane del XVI e XVII secolo<br />

Le composizioni contenute in questo disco costituiscono un'ampia e variegata antologia dei generi vocali e strumentali<br />

fioriti in Italia tra la fine del Quattrocento e la prima metà del Seicento. Accanto alle opere di musicisti di<br />

grande rinomanza quali Tromboncino, Mainerio, Riccio, Kapsberger e Frescobaldi, sono presenti anche alcune<br />

composizioni di autori che, pur con una produzione limitata e di minore valenza artistica, diedero tuttavia un considerevole<br />

contributo allo sviluppo delle forme musicali rinascimentali e barocche.<br />

Il periodo in cui si collocano queste opere, i secoli X-VI e XVII, è di straordinaria rilevanza nella storia della musica<br />

italiana. Parallelamente alla fioritura di una moltitudine di generi vocali profani (frottola, villanesca, madrigale,<br />

canzone) la cui evoluzione culminerà, alle soglie del Seicento, con la genesi della monodia accompagnata e del<br />

melodramma, si compie la decisiva affermazione della musica strumentale che, affrancatasi ormai definitivamente<br />

della secolare sudditanza ai generi vocali, andrà sviluppando un repertorio stilisticamente e formalmente originale:<br />

oltre alle trascrizioni ed elaborazioni per strumenti da tasto o per liuto di composizioni vocali (intavolature)<br />

e alle musiche di danza (saltarello, pavana, gagliarda, ecc.), fioriranno generi "puramente" strumentali quali il<br />

ricercare, la toccata, il bicinium e la canzona da sonare.<br />

A perfetto coronamento dello straordinario rigoglio artistico cinquecentesco si pone l'invenzione della stampa<br />

musicale, avvenuta all'inizio del secolo, che consentirà la diffusione su vasta scala e l'ampliamento della fruizione<br />

della "musica colta" anche in ambienti esterni ai tradizionali "luoghi deputati" (cappelle musicali di corte e scholae<br />

cantorum cattedrali).<br />

La genesi della frottola, sullo scorcio del Quattrocento, si manifesta come naturale<br />

reazione all'imperante stile franco-fiammingo che per più di un secolo aveva profondamente condizionato<br />

la produzione musicale sacra e profana italiana ed europea. Inizialmente il nuovo genere fu coltivato nell'ambito<br />

della corte di Mantova ove, sotto l'egida di Isabella Gonzaga, non solo illuminata mecenate ma anche raffinata<br />

"dilettante di musica", furono attivi poeti e musicisti italiani (tra questi eccelsero Serafino Aquilano, Niccolò da<br />

Correggio, Bartolomeo Tromboncino e Marchetto Cara) accomunati dall'intento squisitamente "umanistico" di<br />

ricreare quello stretto connubio tra poesia e musica che sembrava essersi definitivamente perduto nella complessa<br />

e talora artificiosa architettura polifonica della chanson borgognona.<br />

Con la nascita del genere frottolistico l'Italia usciva da un periodo relativamente lungo di pressoché totale "silenzio"<br />

musicale. Conclusasi l'aurea stagione dell’Ars Nova, l'incontrastato monopolio dei polifonisti oltremontani,<br />

attivi a partire dai primi anni del Quattrocento nelle più importanti cappelle musicali italiane, aveva finito per relegare<br />

la produzione musicale nazionale nei generi minori della lauda spirituale in ambito sacro, del canto carnascialesco<br />

e della villotta in ambito profano. Non stupiscono dunque la vasta diffusione e il generale favore che<br />

in breve tempo la frottola incontrò negli ambienti musicali italiani, successo ampiamente documentato dalle<br />

numerose edizioni a stampa di antologie frottolistiche comparse nei primi anni del secolo XVI: undici a Venezia,<br />

tra il 1504 e il 1514, per i tipi del Petrucci e molte altre pubblicate a Roma, Siena, Firenze e Napoli.<br />

Con il termine "frottola" erano denominati componimenti poetici più o meno ampi e di eterogeneo argomento:<br />

dall'amoroso-pastorale di Un cavalier di Spagna e La Pastorella si leva per tempo, al naturalistico di Era di Maggio,

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