La coppia ecologica - Associazione Che Passo!
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Maschile e femminile<br />
<strong>La</strong> <strong>coppia</strong><br />
<strong>ecologica</strong><br />
di Marilisa Patini<br />
Intevista ad Andrea Bocconi, psicoterapeuta e scrittore, sui presupposti<br />
del creare una relazione di <strong>coppia</strong> soddisfacente e consapevole.<br />
Sempre più spesso si parla della<br />
<strong>coppia</strong> con toni da bollettino di<br />
guerra o da catastrofe naturale.<br />
È oramai un’ovvietà scrivere che la<br />
<strong>coppia</strong> s<strong>coppia</strong> e che la maggioranza<br />
dei matrimoni fanno «acqua da tutte le<br />
parti». Non si tratta solo di sensazioni<br />
raccolte tra parenti e amici e anche se<br />
nel nostro paese il numero di separazioni<br />
e divorzi è ancora molto lontano<br />
dal 50% degli Stati Uniti è anche vero<br />
che, secondo i dati Istat, tra il 1995 e<br />
il 2005 i divorzi sono cresciuti del 74%,<br />
mentre le separazioni sono incrementate<br />
del 57.3%.<br />
Quali sono le cause di tutti questi fallimenti?<br />
E quali le soluzioni? È evidente<br />
che non esiste una ricetta universale,<br />
ma di sicuro possono essere utili l’esperienza<br />
e le riflessioni di chi, come<br />
Andrea Bocconi, da anni lavora a stretto<br />
contatto con singoli e coppie che si<br />
misurano con la difficoltà dello stare<br />
insieme. Scrittore, psicoterapeuta e<br />
docente della scuola di psicosintesi che<br />
si ispira al pensiero di Roberto Assagioli,<br />
Bocconi vive con la famiglia sulle<br />
colline dell’Aretino. Ha pubblicato<br />
recentemente per Bompiani il romanzo<br />
«Di buon passo».<br />
Qual è secondo lei la causa principale<br />
della scarsa durata delle relazioni?<br />
Mai come oggi, nella società occidentale,<br />
chi vive in <strong>coppia</strong> ha dovuto giocare<br />
così tanti ruoli: compagno, amante,<br />
genitore, e in alcuni casi anche<br />
partner d’affari, amico, spalla su cui<br />
piangere, consulente e sostegno emotivo,<br />
oltre che naturalmente coniuge. E<br />
il tutto ad aeternum o comunque per<br />
un arco di tempo lunghissimo. Diciamocelo<br />
francamente: è un po’ troppo.<br />
O meglio, è un modello, diffusosi dopo<br />
la seconda guerra mondiale, molto<br />
ideale e poco realistico. Applicarlo alla<br />
lettera si è rivelato difficile se non<br />
impossibile. Il risultato è una frustrazione<br />
generalizzata.<br />
E allora che fare…?<br />
Non illudersi che lo stare in <strong>coppia</strong> sia<br />
la panacea di tutti i mali e non pretendere<br />
troppo dalla nostra «metà della<br />
mela».<br />
Per gli esperti dei rapporti a due la<br />
<strong>coppia</strong> è oggi affetta dagli stessi mali<br />
morali che affliggono i singoli. I sintomi<br />
però finiscono per essere al quadrato.<br />
Uno di questi mali è a mio modo<br />
di vedere la ricerca del piacere ad ogni<br />
costo. Soprattutto per gli indottrinati<br />
dai messaggi pubblicitari, un rapporto<br />
dev’essere facile, veloce e senza problemi.<br />
Il periodo dell’innamoramento<br />
uno strizzare adrenalina da tutti i pori.<br />
E la conclusione un «vissero felici e<br />
contenti» da spot del Mulino Bianco.<br />
Ma quando, dalla dimensione della fiction,<br />
si ricade nella dura realtà l’impatto<br />
è doloroso. Molti pazienti mi dicono<br />
che le relazioni che hanno imbastito<br />
fanno loro male, li fanno soffrire. E<br />
messi di fronte al «che fare» l’unica<br />
soluzione che si prospettano è fuggire,<br />
cambiare partner come si cambia un<br />
vestito oppure correre dall’avvocato ad<br />
annullare un matrimonio. Parlare di<br />
«rimboccarsi le maniche», di metterci<br />
impegno e volontà nel dirigere la barca<br />
dei sentimenti e non farla affondare,<br />
suona come un precetto vecchio stampo.<br />
Eppure noi consulenti di <strong>coppia</strong><br />
non possiamo che appellarci al senso<br />
di responsabilità. In italiano si usa l’espressione<br />
«ti voglio bene», in cui è sottolineato<br />
il verbo «volere», l’importanza<br />
della volontà. Molto diversa dal «te<br />
quiero» spagnolo, ti desidero, che enfatizza<br />
la sfera dell’istinto irrazionale.<br />
L’atto di volontà, la parte volitiva del-<br />
10 Aam Terra Nuova • dicembre 2007
l’individuo è stata rimarcata positivamente<br />
nel pensiero di Assagioli. Per la<br />
psicosintesi l’uomo non è un burattino<br />
in balia dei suoi istinti (come lo considera<br />
in una certa misura la psicoanalisi<br />
e anche la nostra società consumistica)<br />
e quindi ogni persona possiede una<br />
sfera di autoconsapevolezza su cui può<br />
fare leva. Un altro termine che sembrava<br />
bandito dal vocabolario delle<br />
relazioni ma che sta tornando alla<br />
ribalta è quello di «sacrificio», messo<br />
da parte per molto tempo, perchè urtava<br />
qualche orecchio laico che lo considerava<br />
troppo in odore chiesastico. In<br />
realtà, l’origine etimologica di «sacrifico»<br />
è «rendere sacro». Attribuire una<br />
sacralità all’altro, oltre le considerazioni<br />
religiose ed etiche che vi sono connesse,<br />
vuol dire dal punto di vista psicologico<br />
non vivere concentrati su di<br />
sé, ma mediare esigenze e bisogni personali<br />
con quelli di chi ci sta accanto.<br />
Diceva prima che non bisogna pretendere<br />
troppo dall’altro…<br />
Sì, perché un altro «vizio capitale» dei<br />
nostri tempi è il narcisismo, l’amore di<br />
sé spinto agli eccessi. Così spesso siamo<br />
portati a proiettare sul partner tutti<br />
i nostri bisogni. Nella speranza che<br />
abbia la bacchetta magica per colmare<br />
le lacune inconfessabili che ognuno di<br />
noi segretamente sa di avere. Perché ci<br />
si confronta quotidianamente con i<br />
modelli di perfezione proposti dai<br />
media (uomini e donne belli, giovani e<br />
di successo). Non si tratta solo del classico<br />
e peraltro inossidabile mito femminile<br />
del principe azzurro, che trasforma<br />
una donna da Cenerentola in<br />
principessa. Anche per gli uomini,<br />
secondo i moderni sondaggi, la <strong>coppia</strong><br />
è sempre più vissuta come una «società<br />
di mutuo soccorso». Un puntello alle<br />
proprie insicurezze, anche se le aspettative<br />
sono diversificate. Per l’universo<br />
femminile, dati alla mano, è ancor oggi<br />
considerato importante un partner che<br />
garantisca un supporto economico e<br />
uno status sociale (nonostante la conquistata<br />
autonomia economica e professionale<br />
delle donne). Tra gli uomini,<br />
invece, rimane molto gettonata l’estetica<br />
e la cura del corpo della compagnia,<br />
da esibire in pubblico. In entrambi i<br />
casi, però, il partner può inconsciamente<br />
essere percepito come un<br />
baluardo di difesa. Nelle <strong>coppia</strong> che noi<br />
psicologi chiamiamo «simbiotica», io e<br />
te contro il mondo ostile, ognuno dei<br />
due si appoggia all’altro. Chi fa terapia<br />
sa bene che questa speranza di sostegno<br />
si rivela spesso illusoria. E si fonda<br />
su paure irrazionali che il singolo<br />
dovrebbe guarire in sé, prima di relazionarsi<br />
a qualcun’altro. Inoltre quando<br />
si parla di relazioni umane bisognerebbe<br />
avere ben presente il concetto<br />
buddista di impermanenza.<br />
A cosa si riferisce?<br />
Per il buddismo, come per gran parte<br />
del pensiero orientale, la realtà è in<br />
divenire, niente è mai uguale a se stesso.<br />
Allo stesso modo, è fisiologico che<br />
anche all’interno della <strong>coppia</strong> col tempo<br />
mutino desideri, interessi e aspirazioni.<br />
Perciò non è realistico pensare<br />
che la persona di cui ci si è innamorati<br />
in un tempo più o meno remoto non<br />
cambi negli anni. Il fatto è che molto<br />
spesso questo cambiamento avviene<br />
per ognuno in direzioni diverse. E finisce<br />
per cozzare con gli accordi che erano<br />
stati presi alla nascita della <strong>coppia</strong>.<br />
L’ideale, che i consulenti additano<br />
come un traguardo da perseguire, è<br />
che ognuno si esprima totalmente per<br />
quello che è e si senta accettato. Anche<br />
quando cambia, magari diventando<br />
una persona nuova e in qualche misura<br />
«sconosciuta» al suo partner, soprattutto<br />
oggi che l’orizzonte temporale<br />
della vita a due si è molto allargato.<br />
«Fin che morte non ci separi», aveva un<br />
senso ben diverso quando la vita media<br />
era più corta. Adesso può voler dire,<br />
con un breve calcolo, una cinquantina<br />
d’anni passati insieme (ponendo che<br />
ci si sposi all’incirca intorno ai trent’anni<br />
e la vita media si protragga fino<br />
agli ottanta).<br />
Secondo lei, gli uomini hanno aspettative<br />
diverse delle donne riguardo alla<br />
<strong>coppia</strong>?<br />
Sì, penso proprio di sì. A questo riguardo<br />
voglio riportare una mia esperienza<br />
diretta legata a un seminario dedicato<br />
ai rapporti di <strong>coppia</strong>, dove a un certo<br />
punto uomini e donne sono stati separati<br />
e lasciati a discutere a ruota libera<br />
tra loro. Nel gruppo femminile, la discussione<br />
ha finito per convergere sul<br />
potere: si confrontavano le esperienze<br />
su chi comanda e prende le decisioni in<br />
famiglia. Nel gruppo degli uomini gran<br />
parte della discussione si è trasformata<br />
in una serie di lamenti sulla mancanza<br />
di intimità, dove tutta la colpa e<br />
la responsabilità veniva fatta ricadere<br />
sulle donne di oggi sempre più impegnate<br />
nel lavoro e «distratte» in famiglia.<br />
In passato, il gioco delle coppie<br />
aveva ruoli ben definiti, oggi ci sono<br />
sempre più uomini che vengono in<br />
terapia e confessano che sono in crisi<br />
per il fatto che la partner guadagna più<br />
di loro. C’è anche il caso di chi sceglie<br />
una compagna dei paesi dell’est o asiatica<br />
perché a suo dire «anche se ha una<br />
laurea in ingegneria sa stare al suo<br />
posto, mi fa sentire al centro del suo<br />
universo e delle sue attenzioni». Mi<br />
pare evidente che alcuni uomini sembrano<br />
rimpiangere, anche se a livello<br />
dicembre 2007 • Aam Terra Nuova 11
inconscio, un passato in cui i ruoli e la<br />
complementarietà tra i sessi erano più<br />
definiti. Forse perché non hanno avuto<br />
il tempo e la voglia di elaborare nuovi<br />
modelli così come hanno fatto le donne<br />
dal ‘68 in poi. D’altro canto, quale donna<br />
rinuncerebbe oggi alle conquiste<br />
ottenute in fatto di autonomia personale<br />
e realizzazione nel campo del lavoro?<br />
LA FISICA QUANTISTICA APPLICATA ALLA COPPIA<br />
Spesso nella relazioni tra esseri umani intervengono gli stessi<br />
meccanismi che si possono osservare anche tra particelle<br />
subatomiche, come i fotoni. Lo sostiene un ingegnere e studioso<br />
di fisica, Fabio Marchesi, nel suo saggio «<strong>La</strong> <strong>coppia</strong> illuminata»<br />
(Anima edizioni). Uno di questi meccanismi, chiamato<br />
«entanglement», osservato dai fisici, è il cosiddetto «influenzamento»,<br />
fenomeno che si può registrare anche a distanza tra<br />
due corpi o particelle: ovvero due «entità» continuano a condizionare<br />
uno il comportamento dell’altra anche se collocate<br />
a grandissima distanza, anche se si trovano ai due lati opposti<br />
del globo terrestre. Applicare queste scoperte al campo dei<br />
rapporti di <strong>coppia</strong>, significa, secondo l’autore, che ogni nostro<br />
pensiero influenza in modo sottile non solo le persone con cui<br />
abbiamo una relazione di tipo affettivo, ma anche quelle con<br />
cui tale legame si è sciolto. Questo perché una relazione sfida<br />
la lontananza e il passare del tempo. Secondo questa teoria,<br />
quando ci rapportiamo intimamente con un’altra persona<br />
le cediamo per sempre una parte della nostra anima. E questo<br />
condizionamento di campi sottili ci seguirà ovunque. Per<br />
questo è fondamentale per il nostro benessere, coltivare nel<br />
tempo relazioni costruttive e positive, scevre da rabbia, odio<br />
e rancore. Un ruolo fondamentale per evitare le dinamiche di<br />
<strong>coppia</strong> distruttive, sostiene sempre Marchesi, hanno il pensiero<br />
e l’immaginazione. Pensare positivo, allora, immaginare il più<br />
possibile rapporti soddisfacenti ed equilibrati può essere la car-<br />
Mi sembra proprio che sia da parte<br />
maschile quanto da parte femminile ci<br />
sia un bisogno sentito di autenticità,<br />
oserei dire di <strong>coppia</strong> «<strong>ecologica</strong>».<br />
Cosa intende per «<strong>coppia</strong> <strong>ecologica</strong>»?<br />
Si potrebbe chiamare così quella <strong>coppia</strong><br />
in cui entrambi i componenti cercano il<br />
modo migliore per esprimere se stessi<br />
ta vincente per partire col<br />
piede giusto in un nuovo<br />
incontro. D’altro canto<br />
occorre fare piazza pulita e<br />
lasciare alle spalle le zavorre<br />
del passato: immagini di<br />
abbandono, fallimento e<br />
tradimento.<br />
Spesso quello che spinge<br />
nelle braccia dell’altro non<br />
è amore, afferma Marchesi<br />
nel suo saggio, ma una<br />
lista di bisogni da soddisfare. Ma questo è un «modello da<br />
neonati» di vivere le relazioni: spostare su un’altra persona la<br />
responsabilità della propria felicità. Un atteggiamento inadeguato,<br />
che molte persone adulte continuano a mantenere.<br />
Eppure, continua Marchesi, le relazioni affettive sono delle<br />
occasioni uniche per crescere e per evolvere come uomini e<br />
come donne. <strong>La</strong> direzione da perseguire è la comunanza di<br />
intenti, un amore autentico tra due persone ognuna della<br />
quali ha trovato la ricetta per vivere con gioia. E che poi condivide<br />
la sua esperienza con l’altro. Ovviamente tutto questo<br />
spesso è solo teoria. Non è facile, riconosce l’autore, ma ogni<br />
tanto il «miracolo» avviene. Perché è poi questo a cui la natura<br />
umana spontaneamente tende.<br />
e lo trovano stando insieme. Oggi da<br />
molti è sentito il bisogno di ridiventare<br />
come dire «ruspanti», di riscoprire i<br />
bisogni più veri, liberandosi da condizionamenti<br />
e modelli sociali. In altre<br />
parole si tratta di trovare un modo più<br />
sano e naturale, quindi ecologico, di<br />
stare al mondo. Per quanto riguarda la<br />
<strong>coppia</strong> il massimo è costruire una relazione<br />
equilibrata e improntata al benessere,<br />
dove non esistano ruoli e binari<br />
fissi da seguire e il gioco dell’interazione<br />
sia flessibile e spontaneo. Nelle coppie<br />
felici che ho conosciuto la complementarietà<br />
non era basata sull’appartenenza<br />
di genere «io Tarzan, tu Jane», ma<br />
su un accordo che soddisfaceva entrambi.<br />
Anche se nel menage familiare molte<br />
incombenze rimangono più tradizionalmente<br />
maschili e altre femminili.<br />
Quali consigli darebbe, allora, alle coppie<br />
in crisi?<br />
Suggerirei di essere compassionevoli.<br />
Per tornare alla saggezza millenaria<br />
del pensiero buddista, il termine compassione<br />
non ha l’accezione un po’<br />
negativa e pietistica che ha da noi. Ma<br />
è la forma più elevata di amore. È un<br />
mettere in ombra il proprio ego, quello<br />
che si pensa e la propria personale<br />
visione delle cose, per dare spazio<br />
all’altro. <br />
12 Aam Terra Nuova • dicembre 2007