10.06.2013 Views

Antologia poetica - Premio Nazionale Giancarlo Galliani

Antologia poetica - Premio Nazionale Giancarlo Galliani

Antologia poetica - Premio Nazionale Giancarlo Galliani

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

<strong>Antologia</strong> <strong>poetica</strong><br />

<strong>Premio</strong> <strong>Nazionale</strong> di Poesia<br />

“<strong>Giancarlo</strong> <strong>Galliani</strong>”<br />

5 a Edizione<br />

Anno 2006


© 2006<br />

Proprietà artistica e letteraria riservata a<br />

San Luca - Società Cooperativa<br />

Ospedale Campo di Marte - 55100 Lucca<br />

http:/www.premiogalliani.it<br />

e-mail: info@premiogalliani.it<br />

In copertina: Allegoria della Poesia (olio su tela, cm 50 x 60)<br />

opera dell’artista lucchese Giovanni Lorenzetti F.


Presentazione<br />

Il “<strong>Premio</strong> <strong>Nazionale</strong> di Poesia <strong>Giancarlo</strong> <strong>Galliani</strong>” è ormai<br />

una realtà consolidata della vita culturale lucchese.<br />

L’impegno sociale e intellettuale che ha caratterizzato in vita<br />

questo medico molto conosciuto e apprezzato trova un’ideale<br />

prosecuzione nel concorso a lui intitolato e nella ricca antologia<br />

che raccoglie le liriche dei vincitori e dei finalisti.<br />

L’iniziativa, giunta alla sua quinta edizione biennale, è organizzata<br />

dalla San Luca - Società Cooperativa, significativa<br />

associazione di operatori del servizio sanitario, di cui <strong>Galliani</strong> fu<br />

fondatore (insieme ad altri suoi colleghi), vice presidente e instancabile<br />

animatore e vede la collaborazione attiva dell’Azienda<br />

USL 2 di Lucca e di molti altri Enti.<br />

Come nelle precedenti edizioni si è registrata una grande partecipazione.<br />

Si sono infatti iscritti 355 poeti di ogni parte d’Italia,<br />

a conferma del fatto che il premio si è ritagliato un suo spazio<br />

importante nel panorama nazionale.<br />

Questa antologia è capace di suscitare forti emozioni, così<br />

come le coinvolgenti poesie di <strong>Galliani</strong>, talvolta ironiche e divertenti<br />

ma spesso profonde e intensamente emotive.<br />

Siamo certi che ognuno di noi possa trovare uno spazio di tranquillità<br />

per apprezzare questi momenti di intensa riflessione.<br />

Il Presidente<br />

della San Luca - Soc. Cooperativa<br />

Renzo Salani<br />

3<br />

Il Presidente<br />

del Comitato Organizzatore<br />

Oreste Tavanti


La Giuria<br />

Presidente:<br />

Componenti:<br />

Mario Lena<br />

Laura Di Simo<br />

Daniele <strong>Galliani</strong><br />

Luciano Luciani<br />

Vladimiro Zucchi


Vincitori e segnalati


L’ospite d’albergo<br />

Seduto sulla veranda dell’albergo<br />

di notte restava a guardare<br />

in faccia il buio,<br />

apriva i suoi pensieri.<br />

Straborda spesso il giorno oltre il suo senso,<br />

diceva, dona chiavi di porte, linguaggi<br />

che non sai, essenze<br />

affiorano alla luce, zone morte.<br />

E fissava la notte come si fissa un volto,<br />

leggeva il ricordo della luce<br />

il suo morire - e il mare<br />

che tornava nello sguardo nella gola lo vedeva<br />

fiorire sui balconi,<br />

passare sotto gli archi, tra le case,<br />

carezza e ferita tra i capelli,<br />

lo sentiva salire<br />

come una marea crescente silenziosa<br />

e ne toccava con la mano l’onda<br />

lo fermava di nuovo lo viveva,<br />

si specchiava nel suo ignoto movimento.<br />

Poi dava un sospiro - era felicità?<br />

era rimpianto? o quel dolore sordo<br />

senza luce che sta tra pelle e anima? –<br />

e già sentiva il brivido salire<br />

della notte già alta<br />

ed era la vita che di nuovo dal buio<br />

saliva nel suo oscuro movimento.<br />

6


Il tema universale dell’eterno contrasto tra la luce e le tenebre è rielaborato<br />

dall’Autore con originale intensità di linguaggio e immagini: luce e ombra,<br />

giorno e notte non si escludono, ma si completano e perfezionano reciprocamente<br />

legati da una remota consonanza. Un accordo profondo, misterioso<br />

sembra allacciare questi due dati archetipici e per coglierlo sono necessari<br />

la pazienza fiduciosa dell’attesa e gli occhi ancora chiari e ingenui di un<br />

precario della vita<br />

1° classificato<br />

Bruno Piccinini - Varano Marchesi (PR)<br />

7


Il nostro parlare<br />

Ora sei nel vento;<br />

hai gesti, abbracci, sussurri d’aria<br />

e questa colorata marea<br />

che insegue il profilo delle colline<br />

mi svela che tutto è ormai mutato<br />

sul pentagramma veloce del tempo.<br />

Un divertito stormire nei tuoi occhi<br />

dipinge sul velluto fine del rimpianto<br />

sentieri diritti, dove le pietre<br />

hanno rubato spazio alla terra.<br />

Io ho dovuto sillabare<br />

lettera per lettera il dolore,<br />

e lungo gli affaticati viottoli della notte<br />

ho inciampato nel mio parlarti<br />

al tavolo del cielo,<br />

dove cime d’albero e insegne di foglie<br />

danno quietamente ascolto.<br />

I sogni inseguono faville nel buio<br />

e solo il mare viene a nascondersi cortese<br />

nel nostro secchiello<br />

a suggerirci parole di bianco corallo.<br />

Lo sai,<br />

ci vogliono occhi buoni per le stelle<br />

e dita abili<br />

nel trattenere il mantello del vento,<br />

mentre ora<br />

non ho più né occhi né mani,<br />

ma solo un cane stanco e spaurito<br />

al posto del cuore.<br />

Più in là,<br />

sotto il vecchio cappello azzurro,<br />

8


immagini lievi<br />

dipingono il vetro delle incerte certezze<br />

deridendo sicure<br />

l’impertinenza dei colori.<br />

Un affollarsi di sensazioni tattili, visive, uditive tentano di risarcire una<br />

sofferta condizione di perdita o di mancanza: la ricchezza del lessico, la profusione<br />

delle figure, dei suoni, dei colori, la cantabilità dei versi non sottraggono<br />

il testo a un‘impressione di scacco, a un sentimento di sconfitta esistenziale<br />

che lo percorrono tutto fino a raggrumarsi nell’ultima, programmaticamente<br />

contraddittoria, immagine conclusiva.<br />

2° classificato<br />

Tristano Tamaro - Trieste<br />

9


La mia cucina<br />

La mia cucina è una piccola stanza<br />

piena di sogni trascorsi<br />

e di futuro in attesa<br />

ha conosciuto il profumo del gelsomino<br />

e del muschio<br />

del basilico della salvia del rosmarino<br />

l’odore dei poeti e della cipolla<br />

il pizzicare del peperoncino<br />

Ha ascoltato le mie canzoni<br />

e la pioggia<br />

si è assopita al sole d’agosto<br />

condivide le mie memorie<br />

e ha un racconto per ognuno<br />

La mia cucina è<br />

una piccola stanza chiara<br />

una parete ammobiliata<br />

un tavolo due sedie una luce una porta una finestra.<br />

Un breve testo incantato, trasognato… Descritta in maniera affettuosa ed<br />

essenziale una modestissima cucina, ovvero lo spazio antropologicamente<br />

strategico e deputato alla conservazione e preparazione del cibo: qui, concretissimi<br />

dati attinenti alla sfera dell’olfatto e del gusto, propri della quotidiana<br />

vicenda alimentare, si mescolano, in sapiente e programmatico disordine,<br />

con le meraviglie, i decori, gli splendori di una vita interiore mossa, ricca di<br />

invenzioni, di desideri, di aspettative.<br />

3 a classificata<br />

Anna Vittoria Pieroni - Lucca<br />

10


Canto della buona terra<br />

Grande amore di terra collinare<br />

l’anima mi rapisce e la porta<br />

dove il vento ondeggia le tamerici rosa<br />

e nel cielo spinge i falchi dagli occhi d’aquila.<br />

Qui, la pace alberga in oasi di girasoli.<br />

Natura come rossomare di papaveri,<br />

ombraluce di specchi d’acqua,<br />

natura come incanto,<br />

come incontro di lepri e caprioli,<br />

come nido del cuore dentro un nido di vita,<br />

nel rosmarino in fiore.<br />

Natura come terra buona:<br />

“LA BUONA TERRA di PEARL BUCK”.<br />

E’ qui la terra che fa lievitare il grano,<br />

la terra conchigliata<br />

che ripete nei fossili il canto del mare.<br />

Questa amena collinetta<br />

che s’inginocchia ai piedi<br />

dell’Eremo di “Montepaolo”<br />

e si rialza vestita di verde boschivo<br />

e si arrossa di lupinella,<br />

questa mia collina<br />

che ascolta ed esalta, nel silenzio,<br />

l’abbaiare dei cani,<br />

ed ora anche il raglio di un asino bianco,<br />

questa mia collina,<br />

di notte,<br />

è argento di luna.<br />

<strong>Premio</strong> speciale della Giuria<br />

Maria Antonietta Bertaccini - Forlimpopoli ( FC)<br />

11


Vangelo sotto i ponti<br />

Sto così. Ai bordi della strada<br />

a pesare il mio silenzio.<br />

Cristo ci aveva<br />

chiamati, ci aveva, ma capita di non<br />

accorgersi delle guerre e i terremoti<br />

oppure della discesa dal cielo se la carne<br />

non è che un uragano steso sulla pelle<br />

dei dimenticati in una domenica di Quaresima.<br />

Solo ai vecchi il pane si scandisce in gola<br />

ogni domenica dell’anno, con il vino<br />

delle osterie e il sangue delle autostrade,<br />

memori di una spiga che confrontava<br />

la parola alla vita della fame di Dio.<br />

Così era il pane nelle vie dei nessuno,<br />

ogni giorno ai focherelli inghirlandati<br />

dal muschio delle rive sotto i ponti, quasi<br />

si sappia in quei luoghi di perdizione<br />

dire la verità una sola volta.<br />

Vangeli di fuoriusciti sradicati al tramonto<br />

per ritrovare una candela che sgoccioli<br />

nei deserti delle città, in quei grumi sgomenti<br />

che divorano l’asprezza dei muti<br />

e le pupille dei ciechi.<br />

Il resto è tirato fuori dalle oasi che il tempo<br />

ci lascia nella sopravvivenza, prima delle tempeste<br />

d’ogni stagione, prima che altro naufragio<br />

srotoli il sudario tra gli sbandati e i matti<br />

12


che siedono alla tavola per comprare i chiodi<br />

che serviranno un giorno ad inchiodarli alla croce.<br />

Ognuno ha una memoria da recuperare. Ed io me ne<br />

sto così. Ai bordi della strada. A pesare il mio silenzio.<br />

<strong>Premio</strong> speciale della Giuria<br />

Benito Galilea - Roma<br />

13


Tardivi desideri<br />

Sembra diverso il sole di Provenza<br />

sugge intensi profumi,<br />

le virgole contorte<br />

dei teneri vitigni di Van Gogh<br />

invade con i cieli di Parigi<br />

e i colori d’Olanda.<br />

Esplosione di luce<br />

voglia di paesaggi tropicali<br />

di assaporare vite nel futuro<br />

collocate in svariate latitudini<br />

curiosità allargate nel diverso<br />

ora che i mesi scorrono veloci<br />

volano gli anni e lasciano una fame<br />

di vita non guardata alla finestra<br />

ma dal vivo, nel caldo divenire<br />

di moltitudini su fondali veri.<br />

Ci separano oceani<br />

e surrogati di televisioni<br />

da chi soffre nel fango o nella polvere,<br />

ci spaventano spazi<br />

per recare conforto<br />

ai più diseredati della terra...<br />

Trovarsi immersi fra maree d’umano<br />

complici di una vasta identità<br />

tardivo desiderio che s’insinua<br />

a tratti nella nicchia troppo calda<br />

della pigrizia quotidiana<br />

14


guizzo vitale al divenire immoto,<br />

di questo nostro lento consumarci.<br />

<strong>Premio</strong> speciale della Giuria<br />

Maria Patrizia Bianchi Cecchini - Pontedera (PI)<br />

15


Padre<br />

Nell’affrontare l’ombra della sera<br />

ho disvestito maschere grottesche<br />

e sono nudo<br />

di fronte all’inquietudine costante<br />

che insegue inesorabile una meta.<br />

Invano, ho disegnato nuove strade<br />

sfiorando, ignaro, l’essere dormiente<br />

...o antiche vie<br />

per fingere ragioni dentro un credo.<br />

I1 mio cammino, padre<br />

tendeva unicamente al tuo deserto.<br />

La strada aperta, in tracce, nei ricordi<br />

svelata in lampi dentro la memoria<br />

ha preso forma di un percorso amico<br />

Tra oscuri simulacri, eretti al nulla<br />

che stagliano in profili evanescenti<br />

e incutono timore<br />

ho ritrovato, allora, la tua casa<br />

finestre senza luce<br />

che sbattono nel vento<br />

placando la mia sete di radici<br />

cui aggrappare<br />

il senso di precaria vanità<br />

che mi attraversa<br />

Anonimo viandante<br />

16


nel freddo di una notte senza luna<br />

ho stretto, finalmente, la tua mano<br />

e ho fatto pace<br />

Segnalazione speciale della Giuria<br />

Graziano Ciacchini - Ponsacco (PI)<br />

17


Noi<br />

Noi che viviamo nell’età dell’ansia<br />

sappiamo che l’amore è una vittoria<br />

la pausa, l’ora d’aria,<br />

una fuga dal mare buio che ansima<br />

parallelo all’essenza della storia.<br />

Sai, l’erba paritaria,<br />

che cresce sopra i muri diroccati<br />

ha imparato che basta poca terra<br />

al fusto per fiorire,<br />

un abuso tra i fiori blasonati<br />

che porta in sé condanna d’una guerra.<br />

E noi per non sbiadire<br />

cerchiamo la bufera negli sguardi<br />

e ci aggrappiamo al lampo d’un istante<br />

che sopravvive al tempo,<br />

per mettere radici non è tardi<br />

usando una variabile costante<br />

si può imbrigliare il vento.<br />

Segnalazione speciale della Giuria<br />

Tiziana Curti - Firenze<br />

18


Fotografie in bianco e nero<br />

Fotografie in bianco e nero<br />

mi mostrano<br />

la ragazza di vent’anni<br />

che fosti<br />

la studentessa<br />

che veste come se<br />

non volesse indurre<br />

nessuno a voltarsi<br />

mentre sulle sue labbra<br />

che non sorridono<br />

incombe<br />

il giuramento d’Ippocrate.<br />

Depongo<br />

le fotografie<br />

e ti guardo<br />

e tu mi sorridi ...<br />

ti carezzo<br />

ma sono le mie mani<br />

che ricevono<br />

la carezza della tua pelle ...<br />

dinanzi alla donna che tu sei<br />

tutto quello che il mondo<br />

può offrirmi<br />

diviene superfluo.<br />

Segnalazione speciale della Giuria<br />

Maurizio Di Palma - Roma<br />

19


Depressione<br />

A te depressione<br />

ho dato tutto:<br />

la mia anima<br />

il mio cuore<br />

la mia età<br />

le mie emozioni<br />

la mia vita<br />

Ho barattato con te<br />

la mia libertà<br />

la mia volontà<br />

Ora tu riesci a pilotarmi<br />

Grazie a te<br />

so cosa vuol dire<br />

essere agli arresti domiciliari<br />

Grazie a te<br />

non distinguo più giorno e notte<br />

ma le scambio<br />

Non so più cos’è l’amicizia<br />

e su cosa si fonda<br />

Mi fa paura uscire<br />

ma trovo sicurezza<br />

fra le quattro mura di casa<br />

Grazie per l’età<br />

su cui ti sei divertita<br />

20


e beffata di lei<br />

togliendomela per sempre<br />

Grazie a te<br />

per il mio unico vestito:<br />

il pigiama.<br />

Che come uno smoking<br />

per un attore di Hollywood<br />

rappresenta ormai<br />

la mia seconda pelle<br />

Grazie<br />

per il mio migliore amico:<br />

il letto<br />

Consolatore di lacrime<br />

sogni andati<br />

creatività persa<br />

e vita vissuta<br />

A te depressione<br />

dedico questo<br />

e molto altro<br />

senza di te sarei stato:<br />

un uomo vivo.<br />

Segnalazione speciale della Giuria<br />

Giacomo Flussi Cattani - Lucca<br />

21


Quando teneramente guardo il cielo<br />

Avevo già baciato quando ti incontrai<br />

eppure mi sembrò di non avere mai incontrato labbra d’uomo.<br />

Tra le tue braccia, per la prima volta,<br />

scoprii il linguaggio dell’amore.<br />

Ci rincorremmo per lunghe estati<br />

prendendoci e lasciandoci nel giro di un tramonto<br />

sulle spiagge mediterranee e sulle cime innevate,<br />

in città nebbiose, solari, sconosciute, note<br />

sempre aspirando a quel qualcosa che, sentimmo subito,<br />

ci avrebbe resi troppo felici per non lottare.<br />

Lasciando i nostri sogni di tardivi adolescenti<br />

entrammo nella vita.<br />

Ci guardammo negli occhi, innamorati.<br />

Pochi istanti.<br />

Poi la vita fu crudele.<br />

Lottammo insieme<br />

e il nostro amore non fu solo passione.<br />

Fu vita contro la morte<br />

fu coraggio, incoscienza e ancora felicità.<br />

Fu forza, la forza della farfalla<br />

che vive un solo giorno,<br />

la forza dell’albero che colpito dal fulmine<br />

svetta ancora sereno sulla cima,<br />

la forza di una vita senza più futuro<br />

che credeva nel domani.<br />

Te ne andasti, silenziosamente, in un giorno d’ottobre<br />

quando le foglie si tingono di rosso.....<br />

E continuo a camminare sulle tue strade<br />

e continuo a nutrirmi del tuo amore<br />

e continuo a sognare il tuo sorriso<br />

quando teneramente guardo il cielo.<br />

Segnalazione speciale della Giuria<br />

Maria Rosa Gelli - Arezzo<br />

22


Il ciliegio<br />

Come una croce<br />

il ciliegio nudo,<br />

scolpito nell’orizzonte<br />

resuscitato dalla primavera,<br />

aspetta che il tarlo del dolore<br />

lo trasformi in segatura.<br />

Sente già il rumore impietoso<br />

della sega<br />

che quasi lo solleva,<br />

ma una farfalla fedele<br />

si posa sul suo braccio,<br />

esausto e avvizzito,<br />

e sbattendo le ali<br />

lascia cadere<br />

la polverina purpurea<br />

della speranza.<br />

Proprio lì<br />

una piccola gemma<br />

inizia ad occhieggiare,<br />

una lacrima di resina<br />

riga il tronco<br />

sfiorando un cuore<br />

inciso in una dimenticata<br />

stagione dell’amore...<br />

ed è di nuovo vita...<br />

tra sole e tempesta,<br />

tra fiori profumati e frutti mai raccolti.<br />

Segnalazione speciale della Giuria<br />

Ludovica Mazzuccato - San Martino di Venezze (RO)<br />

23


Incisa<br />

Con la punta crudele, acuminata,<br />

d’un dolore rovente<br />

(marchio profondo, marchio inconfondibile<br />

che attesta il tuo passaggio silenzioso)<br />

nella carne dolente d’ogni cosa<br />

è incisa la tua assenza.<br />

Mi vedi, forse? Mentre provo a vivere<br />

giorni duri e dispersi, camminare per strada<br />

passi smarriti che non lasciano impronte,<br />

mentre scruto nel nero<br />

profondo, denso, d’una finestra spenta<br />

(muto di voci e di stoviglie<br />

l’interno della casa, e nel ventre del tempo<br />

sprofondati per sempre i suoi abitanti...).<br />

Abiti adesso<br />

i luoghi di confine, le appena percettibili<br />

sospensioni del tempo.<br />

Abiti, incredulo,<br />

l’incerto, l’informe, il non ancora.<br />

Ma, soprattutto, abiti crudelmente<br />

il mai più, l’appena poco fa …<br />

Abiti, solo,<br />

l’aspro e l’incolto del ciglio della strada,<br />

il campo abbandonato tra le case<br />

ad un’ebbrezza rigogliosa e selvatica.<br />

24


Abiti l’ombra imprigionata tra le sagome<br />

nere degli alberi, nel fondo della sera.<br />

Segnalazione speciale della Giuria<br />

Luciana Tognoni - Abano Terme (PD)<br />

25


Poeti del Servizio Sanitario <strong>Nazionale</strong>


L’orizzonte dei sogni<br />

Ti chiedo:<br />

vuoi pitturare un tramonto con me?<br />

Fuori il sole tinge di rosso nuvole e cielo.<br />

Mi guardi stupito ma non domandi<br />

se sia pazza per davvero.<br />

Abbasso lo sguardo,<br />

so che non dovrei disturbarti quando scrivi.<br />

Per scusarmi, ti offro un tè.<br />

Lo sorseggiamo in silenzio,<br />

chissà dove corrono i tuoi perché!<br />

A me basta questo:<br />

il calore del tuo braccio<br />

che sfiora inavvertitamente il mio.<br />

Vorrei parlarti<br />

ma riprendi a scrivere<br />

e quando sei stanco, accendi la TV.<br />

Nella notte silente<br />

lascio il letto dove dormi sogni<br />

in apparenza tranquilli.<br />

Mi rifugio in cucina<br />

cercando.<br />

Un sorriso, anche sgualcito,<br />

là dove appendo il grembiule.<br />

Un pizzico di pace,<br />

dentro il barattolo giallo dello zucchero.<br />

Non trovo sorrisi, né pace<br />

né colori per pitturare un tramonto.<br />

Solo la tazza che hai dimenticato sul tavolo.<br />

Dove poggi le labbra<br />

indelebile<br />

il sapore di te.<br />

28


Delineati con pochi, abili tratti un interno piccolo borghese, un rapporto di<br />

coppia in sofferenza … Con il garbo misurato dei gesti e delle parole di tutti<br />

i giorni, tenace nel suo affetto, l’Autrice prova a dipanare, per decantarla,<br />

l’amarezza incipiente. Forse, nel cuore profondo della sua storia d’amore<br />

ormai problematica, resistono ancora le ragioni e i moti interiori in grado di<br />

riaffermare almeno i diritti di un sentimento in via di trasformazione; da<br />

passione in dolcezza, da desiderio in tenerezza e morbido rimpianto.<br />

<strong>Premio</strong> speciale “Il fiorino d’oro di Lucca”<br />

Patrizia Gori - S. Angelo (LU)<br />

29


È in vendita<br />

la casa<br />

della mia infanzia,<br />

con l’erta di pietra<br />

confusa nell’erba<br />

e il fico ancora verde<br />

nell’angolo di confine.<br />

Dalla polverosa finestra<br />

ho rimpianto<br />

la vecchia soffitta<br />

col pavimento di legno,<br />

nascondiglio di giochi,<br />

rifugio di fughe,<br />

aula di scuola<br />

nei giorni di neve,<br />

d’isolato, freddo<br />

silenzio.<br />

Con la prima bicicletta<br />

dai cerchioni di legno<br />

ho consumato<br />

aie di sole<br />

e con Marcello<br />

vicoli stretti<br />

la rocca di sasso<br />

profanata e distrutta.<br />

Nel chiostro dei frati,<br />

sopra la curva di costa,<br />

inseguivo lucciole<br />

Villa Basilica<br />

30


tra maschere di zucca,<br />

irraggiungibili tramonti,<br />

con l’abbraccio del Padre.<br />

Domenico Lombardi - Marina di Pietrasanta (LU)<br />

31


Antica Sera<br />

Qui dove sono e come sono quanti<br />

prima di me sono passati! Padre<br />

non s’è dispersa dopo tanto tempo<br />

la fioca luce del fanale, ancora<br />

guardano ammutolite le cicale<br />

la tua stazione in mezzo alle campagne,<br />

i treni annuvolati nei vapori.<br />

E questo vento che ogni tanto scende<br />

dalla città con le finestre accese<br />

reca la tua canzone che fischiavi<br />

le lunghe note sui tuoi passi lenti.<br />

Tu non sapevi chiuso nella stanza<br />

aspettarti il mio sonno adolescente,<br />

com’era chiara questa ghiaia che sale<br />

la collinetta con le scale e in cima<br />

la porta col battente!<br />

Tino Traina - Partanna (TP)<br />

32


... e dopo<br />

non ci sarà più tempo<br />

di aspettare<br />

e il mormorio<br />

del fiume<br />

sfumerà lontano<br />

nella nebbia.<br />

... e dopo<br />

sarà tardi, troppo tardi<br />

per sperare<br />

in un nuovo sorgere<br />

di sole,<br />

quel sole<br />

che proprio ora, tu,<br />

senti fuggire.<br />

... ed i sentieri<br />

moriranno<br />

in fondo al bosco<br />

tra larici ed abeti<br />

a trama fitta<br />

e la penombra<br />

sarà unica compagna<br />

all’ombra spessa<br />

che con dolcezza amica<br />

ti avrà abbracciato.<br />

Diego Fantin - Thiene (VI)<br />

Demenza<br />

33


Campione<br />

Ho scelto per te un nome<br />

che fosse un sicuro lasciapassare<br />

per la grande pace del tempo che non scorre,<br />

tra gli dèi più belli di questa montagna.<br />

Ti guido ancora da qui, campione,<br />

nella tua seconda giovinezza<br />

e tu ogni tanto guarda giù<br />

e ritrovami sul sentiero,<br />

come facevi quando,<br />

se andavi troppo lontano,<br />

tornavi sempre indietro a ricercarmi.<br />

(A Zeus)<br />

Vincenzo Marsili - S Maria Del Giudice (LU)<br />

34


Viaggi<br />

Il vento maldestro che corre oltre queste colline,<br />

intraviste colorate dalle finestre dei miei traguardi.<br />

Scompiglia il grano,<br />

spettina i platani,<br />

rigonfia i frutteti.<br />

E’ sempre lui a farmi trattenere il respiro,<br />

ad incrociare questi occhi stanchi di punti infiniti.<br />

Ed in esso il segreto brillante del sole.<br />

Il rullio sommesso dell’auto quasi scompare,<br />

ma ritorna alla mente il malessere della terra.<br />

Quanti cuori affranti dai problemi<br />

di margherite non sfogliate,<br />

di semi innaffiati e mai sbocciati alla vita,<br />

di treni perduti nel tempo traditore,<br />

di mille sogni infranti negli specchi,<br />

di lame scagliate di color rosso fuoco...<br />

Eppur, è sempre affascinante partire,<br />

rifocillarsi la mente di avventure<br />

e con la pace nel cuore,<br />

riposar l’anima e conquistare,<br />

ma altrettanto meraviglioso<br />

è ritornar più gravidi di serenità<br />

ed illudersi di poter cambiare<br />

le rotaie sconnesse<br />

sulle quali si trascina a stento il mondo.<br />

Simona Bellone - Millesimo (SV)<br />

35


Finalisti


La sedia dei papaveri<br />

Emma ha solo i papaveri<br />

come amici<br />

e li pensa anche di notte,<br />

quelle notti che sono più scure,<br />

quando anche le stelle<br />

hanno timore di ferirsi.<br />

Emma conta le attese<br />

che come ragni rigano la gola<br />

di noduli irrisolti<br />

ed i secondi diventano chiodi<br />

dove la ruggine immane comanda.<br />

Emma e le sue gambe<br />

a rotelle,<br />

crisalide rinchiusa nella morsa<br />

della diversità.<br />

Scivola sui vetri<br />

una lacrima fredda come neve,<br />

gelida carezza<br />

di cuore sfregiato.<br />

Oltre la finestra<br />

Emma sogna ancora,<br />

una sedia colma di papaveri<br />

e la corsa di un’ora.<br />

Claudio Bellini - Valenza (AL)<br />

39


Neanche passato<br />

Abbatti le barriere sulla strada,<br />

scavalca il domani<br />

e vivi un orizzonte, oggi.<br />

Rispetta il tuo nemico<br />

e rispetterai te stesso.<br />

Leoni ruggenti intorno,<br />

accerchiato da pregiudizi dei tuoi simili,<br />

smanetta fino al tuo confine<br />

e oltre.<br />

Dalle terrazze del deserto,<br />

dalle stelle nell’inchiostro<br />

di una volta scura,<br />

fino al limite delle tue forze,<br />

sali la china adamantina del mai fatto<br />

prenditi una sbornia d’impossibile<br />

e contestabile.<br />

Afferra il fuoco con le mani<br />

e stai sicuro che alle spalle<br />

avrai una folla<br />

e sarai chiamato profeta.<br />

Tu scrollati il destino di dosso<br />

fai spallucce,<br />

girati, guarda avanti<br />

e prosegui, da solo,<br />

dentro la massa<br />

e sii un fantasma di carne e ossa,<br />

fra i tentacoli<br />

e le trappole del sistema<br />

e migliora la tua scherma.<br />

Ora sono risorto<br />

e non morirò ancora per un po’,<br />

40


assegnatevi,<br />

voi che osservate<br />

e nulla fate<br />

e niente pensate.<br />

Sono sulla punta del flagello,<br />

sono aria nel pugno chiuso,<br />

sono fuggito.<br />

Sono nato,<br />

vivo,<br />

sarò stato,<br />

sarò esistito.<br />

Voi no,<br />

voi non sarete neanche passato.<br />

Bertilotti Michele - Basati - Seravezza (LU)<br />

41


Su questa sponda<br />

Non è gioia di vivere, Baìa<br />

non è vacanza, dice il missionario<br />

che bambini di rua e umbù* bisticciano<br />

per il boccone nella spazzatura<br />

e l’altro dice non esiste casa,<br />

s’ammassano a decine nel tugurio,<br />

la milizia coglie a mitragliate<br />

le minibande a Lima o altrove e questo<br />

è appena un cenno a pizzicare corde<br />

vibranti sul momento. Che in Centrafrica<br />

non hanno acqua e bevono urina.<br />

Ma tu - Su questa sponda - dici - so chi ha fame,<br />

chi abbandonato vive una pudica<br />

realtà di stenti, so d’una miseria<br />

anche più nera dietro le facciate.<br />

Entrare è impresa sempre disperata<br />

se non vuoi comprometterti, se manca<br />

il coraggio d’imbrattarti le vesti.<br />

È questa vigna vasta quasi gerbida,<br />

come qualsiasi altra di missione,<br />

terra da coltivare spesso atroce<br />

quanto quel grumo che chiamiamo cuore.<br />

E mi ricordi che il tutto è in ogni parte,<br />

l’inferno ovunque, come il paradiso.<br />

*umbu: avvoltoi neri<br />

Giovanna Bono Marchetti - La Spezia<br />

42


L’urlo<br />

Gridala forte la tua indignazione<br />

gettala<br />

al vento impetuoso di maestrale,<br />

al caldo scirocco,<br />

alla tramontana gelida,<br />

al libeccio e al grecale;<br />

sciogli al tuo cuore le catene<br />

che forte esploda la sua rabbia<br />

e il vento la sparga<br />

ai quattro angoli del mondo<br />

in ogni anfratto,<br />

perché tutti sentano<br />

e nessuno osi dire<br />

“non sapevo, non c’ero”<br />

Spalancalo il tuo petto,<br />

che il dolore erutti<br />

senza freno<br />

e diventi<br />

mare<br />

che ingravida ogni cosa;<br />

strappa alla tua gola il nodo<br />

che la strozza<br />

e l’urlo gonfi<br />

fino a farsi tuono<br />

e rimbombi terrifico<br />

nelle sopite viscere del mondo,<br />

ché nessuno osi dire<br />

“non sentivo dov’ero”<br />

Fatti bambino e provala<br />

43


la fame, lancinante,<br />

guardali gli occhi intorno,<br />

odorala la morte<br />

che ti fermenta dentro<br />

inesorabile, lenta<br />

fino a scoppiarti il cuore;<br />

fatti fuggiasco<br />

e aggrappati al disperato Caronte<br />

vagalo il furibondo e tetro mare<br />

inospitale<br />

come lo è la terra<br />

che aneli all’orizzonte<br />

e non ti vuole<br />

Cercala la tua gamba<br />

il braccio, la tua testa<br />

brillati via, improvvisi,<br />

vivilo lo scempio<br />

del tuo corpo smembrato<br />

scagliato<br />

da ogni parte,<br />

il tuo sangue, sentilo,<br />

inutile<br />

rapprendere la polvere<br />

della casa che c’era<br />

un attimo appena prima.<br />

The time is over,<br />

non c’è più tempo, vedi?<br />

Prestagli la tua voce, presto, alla vergogna,<br />

vomitalo il fallace mondo<br />

stupido, ignorante,<br />

di bombe intelligenti<br />

religioni, oro nero, guerre<br />

44


preventive e sante<br />

urla, scagliala nel vento la tua voce,<br />

sconquassalo il sonno dei dormienti<br />

The answer, my friend,<br />

is blowin’ in the wind<br />

sta correndo nel vento,<br />

amico mio, la risposta<br />

tu urla più forte, ancora:<br />

basta, basta, basta, basta!<br />

Luca Ubaldo Cascinu - Porcari - (LU)<br />

45


Stamani a Lampedusa<br />

T’ho visto, stavolta.<br />

La nera terra<br />

arde anche d’inverno<br />

nell’isola accarezzata dal vento africano,<br />

dove le tartarughe amoreggiano<br />

a dispetto dell’altrui disperazione,<br />

col sole che brucia<br />

fronti d’uomini soli,<br />

lontani nel mare profondo<br />

eppure così vicini.<br />

T’ho visto, stamani:<br />

accanto a distratti turisti<br />

stringevi forte la mano<br />

del tuo accompagnatore,<br />

sorriso spavaldo<br />

e occhi aperti al futuro<br />

che brillavano d’antichi profumi<br />

e squarciavano l’aria<br />

dentro gemme d’avventura.<br />

T’ho visto.<br />

Speranza di prendere l’aereo<br />

assieme a compagni di remote acque,<br />

lontano dall’arida sabbia<br />

verso nuovi sogni colorati,<br />

ma non potevi sapere<br />

che t’avrebbero riaccompagnato<br />

al tuo passato,<br />

dentro buie grotte<br />

di luna spenta.<br />

Povero figlio mio,<br />

la solidarietà che cercavi<br />

46


s’è fermata in quel guanto nero<br />

che stringevi e non la mano:<br />

quella dei ricchi<br />

non si mostra nemmeno ai bambini.<br />

Pietro Catalano - Roma<br />

47


La voce non ha forza...<br />

La voce non ha forza per svelare<br />

graffi di rosso nel cuore di figli...<br />

A fatica, tra ore accartocciate,<br />

s’apre, timido, un brusio sommesso...<br />

Un canto, dall’ombra, schiarisce<br />

un tenue bagliore di mattino,<br />

sciogliendo in pianti i solchi del ricordo.<br />

Varca i confini l’anima... Ritrova<br />

brandelli di memoria, in fitta<br />

rete di leggende, l’acre coraggio<br />

di sentirsi vivi... E una luce piove<br />

dalla forza del tempo, tra ciottoli<br />

arsi di vento, tra sabbie di sgomenti.<br />

E c’era ardore nel tuo cuore, terra,<br />

che dal dolore alzavi gli occhi,<br />

correvi incontro al prato risvegliato,<br />

tra barbagli di sole e fresco vento,<br />

volgevi in fiumi d’erba i tuoi tormenti,<br />

librandoti su angosce e lamenti.<br />

E in fondo al cuore già tremava un sogno,<br />

progetto di terra libera e felice,<br />

e in esso si spegneva il lungo affanno...<br />

Era speranza il rincorrersi di voci,<br />

tra centenari olivi e vecchie querce,<br />

bagliori luccicanti alle pupille,<br />

lanterne di emozioni dentro i fianchi,<br />

tra abissi misteriosi di cristalli...<br />

Serberà, ancora, luce l’avvenire?<br />

Arderanno, ancora, lucerne<br />

48


d’illusioni? O... resterà solo<br />

un pugno di spighe a memoria<br />

di quei giorni? Un pulviscolo<br />

sottile, uno stormire di foglie, tra<br />

passaggi di venti e polveri di suoni?<br />

Prigionieri noi siamo dentro un cerchio.<br />

Dietro i vetri tentacoli s’arrampicano,<br />

tentano un varco, un percorso noto,<br />

verso gorghi abissali di tormenti,<br />

verso ambigui recessi... Certo il tempo<br />

metterà i suoi tasselli ed il presente<br />

va oltre quel sussurro aperto tra i sospiri,<br />

va verso... il nulla o... il divenire.<br />

Ma è ancora lì, rivolta verso il cielo,<br />

l’armonia struggente di quei giorni...<br />

e, come allora, si fa brama e mistero,<br />

sforzando inesorabili catene...<br />

Né si è placata la febbre che divora;<br />

noi ci scaldiamo al sole di quel fuoco,<br />

come quando la sera cantavamo,<br />

con torce in mano ardenti di passione,<br />

silenzi illuminati ad ascoltare,<br />

e... sussurrava il mare nel porto<br />

del domani, dove ormeggiare<br />

misteri di speranze, trepide attese,<br />

certezze ferme, prive d’illusioni...<br />

Emilia Fragomeni - Genova<br />

49


Milano stasera...<br />

La corsa frenetica, pulsante<br />

del tempo efficente di questa città<br />

ha scandito le ore<br />

di un altro giorno anonimo,<br />

sfumando soltanto in quel poco<br />

che risale l’onda morbida<br />

di una tenda qualunque<br />

dietro questa mia finestra d’ospedale<br />

e stasera...<br />

Milano stasera ha il respiro<br />

di un vecchio avvolto nel pastrano<br />

che odora di carbone, di treno<br />

e di scadente trinciato toscano.<br />

Ma sotto i lampioni<br />

infila paziente<br />

piccolissime perle di luce<br />

alle trame nere e sottili dei rami<br />

che cadono a caso<br />

da un’ipotesi oscura di cielo.<br />

Milano si è tolta il velo<br />

ed ha il passo lento e seducente<br />

di una prostituta brasiliana<br />

apparsa all’improvviso sul viale.<br />

Indossa una stola<br />

di nebbia leggera<br />

e vi si avvolge lasciva<br />

ogni volta che il brivido dei fili<br />

stesi a mezz’aria<br />

annuncia il lento procedere<br />

del prossimo tram che si avvicina...<br />

E sbadiglia<br />

50


sulla soglia di un bar ancora aperto,<br />

poi sfiora con le dita<br />

i brandelli di un vecchio manifesto<br />

della Scala... e sorride<br />

riflessa nell’acqua<br />

scura delle pozzanghere,<br />

ma non se ne cura.<br />

Milano stasera<br />

ha tra le mani una conchiglia<br />

trovata chissà dove:<br />

portandola all’orecchio<br />

può sentire il mare;<br />

Milano stasera ha qualcosa...<br />

.............<br />

Tra i fiocchi di neve<br />

che cadono lenti<br />

Milano stasera riposa.<br />

Egizia Malatesta - Massa<br />

51


Ed ho subito pianto!<br />

Non fui certo cortese<br />

quando assai risoluto<br />

me n’andai dal paese<br />

senza neanche un saluto.<br />

Ai sospiri del vento<br />

ch’era lì di passaggio<br />

confidasti l’intento<br />

di seguirmi nel viaggio.<br />

Ma la Parca funesta<br />

che dispensa la sorte<br />

è arrivata più lesta<br />

col suo filo di morte.<br />

I miei pigri pensieri<br />

pur se increduli e stanchi<br />

son tornati dov’eri<br />

sol per dirti: “ci manchi!”<br />

Quando vengo a parlarti<br />

tu mi ascolti paziente<br />

mentre provo a spiegarti<br />

quella fuga innocente<br />

Ma il tuo muto pensiero<br />

m’ha svegliato il rimpianto:<br />

mi cercasti, e non c’ero!<br />

Ed ho subito pianto!<br />

Aurelio Coronese - S. Angelo in Campo (LU)<br />

52


A tre centimetri dagli occhi<br />

Apri le calde labbra, notte afosa,<br />

spire d’incenso ruotano leggere,<br />

dentro ai tuoi occhi e dentro ai miei pensieri.<br />

E mentre il tempo sfoglia le mie sere<br />

e le mette a dormire<br />

tra un seno caldo e il nettare di un fiore<br />

che si schiude nel cavo della mano,<br />

muovi i tuoi fianchi come un filo d’erba<br />

abbracciato ad un alito di vento,<br />

e poi ti sciogli come neve al sole.<br />

Fammi sentire, nelle tue carezze,<br />

brividi a fior di pelle,<br />

brucia i miei sensi, falli consumare<br />

come candele al vento,<br />

finché il mio corpo, diventato cenere,<br />

venga disperso dentro al tuo respiro,<br />

nel susseguirsi eterno del donare,<br />

spinto dalla passione,<br />

brezze e folate dentro ad un ciclone.<br />

Massimo Pinzuti - Tavarnelle Val di Pesa (FI)<br />

53


Giovani finalisti


Per te<br />

avrei voluto carpire<br />

ritmi nuovi;<br />

ti avrei donato<br />

il flautare<br />

delle giunchiglie,<br />

lo sfregare<br />

delle foglie<br />

e il silenzio<br />

d’un battito d’ali.<br />

Avrei dipino<br />

l’urlo del nulla<br />

avrei afferrato l’aria<br />

e come un sospiro<br />

l’avrei sussurrata<br />

alla tua essenza.<br />

Ma nulla di questo<br />

mi è possibile ancora.<br />

Sarà tuo però<br />

ogni sorriso<br />

al flautare<br />

delle giunchiglie,<br />

allo sfregare delle foglie.<br />

Stringimi forte<br />

ora<br />

più che mai<br />

sentirai il silenzio<br />

di un battito d’ali...<br />

È il mio spirito libero<br />

che vola con te...<br />

Ritmi nuovi<br />

56


Sorprende piacevolmente il sapore romantico o tardo romantico della lirica.<br />

L’Autrice, una giovane sedicenne, sa usare con abilità figure retoriche di<br />

grande effetto e immagini particolarmente delicate che giustificano la scelta<br />

di un titolo di stampo carducciano. Ma dietro l’omaggio palese alla tradizione<br />

<strong>poetica</strong> ottocentesca si intravede uno spirito libero e sinceramente<br />

innamorato.<br />

Aurora De Luca - Rocca di Papa (RM) - Anni 16<br />

57


Il cuore in un goal<br />

Goal. Già lo sentimmo nell’aria<br />

con i suoi passi veloci,<br />

nella rapidità che tutti illude,<br />

e un brivido percorse il terreno<br />

che ora pare tremare,<br />

mentre accoglie una parata impossibile.<br />

Ora ci sfiora, incede<br />

con indicibile euforia.<br />

II nostro cuore è tutto in quel goal.<br />

Un crescendo precipitoso attraversa veloce la poesia, dal presentimento delle<br />

mosse iniziali alla realtà dell’ovazione finale. La stessa fatidica parola,<br />

in una circolarità quasi perfetta apre e chiude la lirica, in cui passato e<br />

presente sono contrapposti. Esattamente a metà il giovane tifoso traccia con<br />

versi essenziali ed eleganti la sottile linea che li divide: “un brivido percorse<br />

il terreno / che ora pare tremare”.<br />

Come fare di una partita di calcio un piccolo capolavoro!<br />

Luca Pezzica - Caniparola (MS) - Anni 13<br />

58


Momenti di verità<br />

Vago per la mia strada<br />

senza un motivo, senza una ragione;<br />

vago è questo pensiero nel mio cuore.<br />

Ferree regole io mi sono imposta,<br />

frenando le emozioni ed i rimorsi,<br />

che poi ho nascosto in fondo a un desiderio.<br />

Forse è questo il mio sbaglio:<br />

per troppe volte la mia delusione<br />

mi ha chiusa con me stessa, dietro un muro.<br />

Non voglio più una lacrima<br />

che scenda dai miei occhi, lungo il viso,<br />

e intanto che la penna scava solchi<br />

e arranca sul mio foglio di ricordi,<br />

prego soltanto chi, un giorno, possa<br />

dare, di colpo, svolta alla mia vita.<br />

Adesso basta, niente sensazioni<br />

dove si può soffrire,<br />

e niente più emozioni poco chiare:<br />

è il momento di smetterla di fingere<br />

e almeno in questi istanti in cui io e il mio cuore,<br />

ci ritroviamo soli, faccia a faccia,<br />

è l’ora che lui parli,<br />

e la mia bocca taccia.<br />

Debora Pinzuti - Tavarnelle Val di Pesa (FI) - Anni 17<br />

59


Nessuno segue le pigne<br />

a Auschwitz la storia<br />

è della stessa materia<br />

degli incubi<br />

a Birkenau si immolano<br />

i sogni<br />

vigilia di morte<br />

nuda, i nostri panni<br />

cristallizzati appesi<br />

come bandiere libere<br />

cercano il sole<br />

sui nostri volti<br />

orfani di lacrime<br />

sapor di miele<br />

i raggi della penombra<br />

si fanno largo<br />

tra silenti persiane<br />

rapidi a dissolversi<br />

i nostri pensieri<br />

ballano sangue<br />

a Treblinka la vita<br />

ha il coraggio<br />

dei folli<br />

a Buchenwald i corpi<br />

non vogliono<br />

l’anima<br />

Riccardo Francesco Bellanca - Mussomeli (CL) - Anni 18<br />

60


Indice<br />

PRESENTAZIONE ........................................................................... 3<br />

GIURIA ................................................................................................. 4<br />

VINCITORI E SEGNALATI<br />

Bruno Piccinini: L’ospite d’albergo ........................................................ 6<br />

Tristano Tamaro: Il nostro parlare ........................................................ 8<br />

Anna Vittoria Pieroni: La mia cucina ................................................ 10<br />

Maria Antonietta Bertaccini: Canto della buona terra ....................... 11<br />

Benito Galilea: Vangelo sotto i ponti .................................................... 12<br />

Maria Patrizia Bianchi Cecchini: Tardivi desideri .............................. 14<br />

Graziano Ciacchini: Padre .................................................................. 16<br />

Tiziana Curti: Noi ............................................................................... 18<br />

Maurizio di Palma: Fotografie in bianco e nero ..................................... 19<br />

Giacomo Flussi Cattani: Depressione ................................................. 20<br />

Maria Rosa Gelli: Quando teneramente guardo il cielo .......................... 22<br />

Ludovica Mazzuccato: Il ciliegio ........................................................ 23<br />

Luciana Tognoni: Incisa ...................................................................... 24<br />

POETI DEL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE<br />

Patrizia Gori: L’orizzonte dei sogni ...................................................... 28<br />

Domenico Lombardi: Villa Basilica ................................................. 30<br />

Tino Traina: Antica sera ...................................................................... 32<br />

Diego Fantin: Demenza ...................................................................... 33<br />

Vincenzo Marsili: Campione ............................................................... 34<br />

Simona Bellone: Viaggi ...................................................................... 35<br />

61


FINALISTI<br />

Claudio Bellini: La sedia dei papaveri .................................................. 39<br />

Michele Bertilotti: Neanche passato .................................................... 41<br />

Giovanna Bono Marchetti: Su questa sponda ................................... 42<br />

Luca Ubaldo Cascinu: L’urlo ............................................................. 43<br />

Pietro Catalano: Stamani a Lampedusa .............................................. 46<br />

Emilia Fragomeni: La voce non ha forza ............................................ 48<br />

Egizia Malatesta: Milano stasera ......................................................... 50<br />

Aurelio Coronese: Ed ho subito pianto ............................................... 52<br />

Massimo Pinzuti: A tre centimetri dagli occhi ...................................... 53<br />

GIOVANI FINALISTI<br />

Aurora De Luca: Ritmi nuovi ............................................................. 56<br />

Luca Pezzica: Il cuore in un goal .......................................................... 58<br />

Debora Pinzuti: Momenti di verità ...................................................... 59<br />

Riccardo Francesco Bellanca: Nessuno segue le pigne ........................ 60<br />

62


Il Comitato Organizzatore, composto da:<br />

Dott. Ing. Oreste Tavanti, Dott. Pietro Giorgio Magnani, Prof. Angelo<br />

Nerli, Dott. Moreno Marcucci, Paolo Tardelli, Sergio Vaniglio, Vanna<br />

e Luciana <strong>Galliani</strong>,<br />

ringrazia per la preziosa collaborazione i membri della Giuria, la Azienda<br />

USL 2, la Regione Toscana, La Provincia di Lucca, i Comuni di Altopascio,<br />

Capannori, Lucca, Montecarlo, Pescaglia, Porcari e Villa Basilica,<br />

l’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri di Lucca, l’Azienda di Promozione<br />

Turistica, l’Associazione “Lucchesi nel Mondo”, la Banca del Monte di<br />

Lucca, la Cassa di Risparmio di Lucca, la Fondazione Cassa di Risparmio<br />

di Lucca e la Fondazione Banca del Monte di Lucca.


Finito di stampare<br />

nel mese di giugno<br />

dell’anno 2006<br />

dalla Litotipo<br />

San Marco di Lucca<br />

per conto della<br />

San Luca - Società Cooperativa

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!