Antologia poetica - Premio Nazionale Giancarlo Galliani
Antologia poetica - Premio Nazionale Giancarlo Galliani
Antologia poetica - Premio Nazionale Giancarlo Galliani
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<strong>Antologia</strong> <strong>poetica</strong><br />
<strong>Premio</strong> <strong>Nazionale</strong> di Poesia<br />
“<strong>Giancarlo</strong> <strong>Galliani</strong>”<br />
5 a Edizione<br />
Anno 2006
© 2006<br />
Proprietà artistica e letteraria riservata a<br />
San Luca - Società Cooperativa<br />
Ospedale Campo di Marte - 55100 Lucca<br />
http:/www.premiogalliani.it<br />
e-mail: info@premiogalliani.it<br />
In copertina: Allegoria della Poesia (olio su tela, cm 50 x 60)<br />
opera dell’artista lucchese Giovanni Lorenzetti F.
Presentazione<br />
Il “<strong>Premio</strong> <strong>Nazionale</strong> di Poesia <strong>Giancarlo</strong> <strong>Galliani</strong>” è ormai<br />
una realtà consolidata della vita culturale lucchese.<br />
L’impegno sociale e intellettuale che ha caratterizzato in vita<br />
questo medico molto conosciuto e apprezzato trova un’ideale<br />
prosecuzione nel concorso a lui intitolato e nella ricca antologia<br />
che raccoglie le liriche dei vincitori e dei finalisti.<br />
L’iniziativa, giunta alla sua quinta edizione biennale, è organizzata<br />
dalla San Luca - Società Cooperativa, significativa<br />
associazione di operatori del servizio sanitario, di cui <strong>Galliani</strong> fu<br />
fondatore (insieme ad altri suoi colleghi), vice presidente e instancabile<br />
animatore e vede la collaborazione attiva dell’Azienda<br />
USL 2 di Lucca e di molti altri Enti.<br />
Come nelle precedenti edizioni si è registrata una grande partecipazione.<br />
Si sono infatti iscritti 355 poeti di ogni parte d’Italia,<br />
a conferma del fatto che il premio si è ritagliato un suo spazio<br />
importante nel panorama nazionale.<br />
Questa antologia è capace di suscitare forti emozioni, così<br />
come le coinvolgenti poesie di <strong>Galliani</strong>, talvolta ironiche e divertenti<br />
ma spesso profonde e intensamente emotive.<br />
Siamo certi che ognuno di noi possa trovare uno spazio di tranquillità<br />
per apprezzare questi momenti di intensa riflessione.<br />
Il Presidente<br />
della San Luca - Soc. Cooperativa<br />
Renzo Salani<br />
3<br />
Il Presidente<br />
del Comitato Organizzatore<br />
Oreste Tavanti
La Giuria<br />
Presidente:<br />
Componenti:<br />
Mario Lena<br />
Laura Di Simo<br />
Daniele <strong>Galliani</strong><br />
Luciano Luciani<br />
Vladimiro Zucchi
Vincitori e segnalati
L’ospite d’albergo<br />
Seduto sulla veranda dell’albergo<br />
di notte restava a guardare<br />
in faccia il buio,<br />
apriva i suoi pensieri.<br />
Straborda spesso il giorno oltre il suo senso,<br />
diceva, dona chiavi di porte, linguaggi<br />
che non sai, essenze<br />
affiorano alla luce, zone morte.<br />
E fissava la notte come si fissa un volto,<br />
leggeva il ricordo della luce<br />
il suo morire - e il mare<br />
che tornava nello sguardo nella gola lo vedeva<br />
fiorire sui balconi,<br />
passare sotto gli archi, tra le case,<br />
carezza e ferita tra i capelli,<br />
lo sentiva salire<br />
come una marea crescente silenziosa<br />
e ne toccava con la mano l’onda<br />
lo fermava di nuovo lo viveva,<br />
si specchiava nel suo ignoto movimento.<br />
Poi dava un sospiro - era felicità?<br />
era rimpianto? o quel dolore sordo<br />
senza luce che sta tra pelle e anima? –<br />
e già sentiva il brivido salire<br />
della notte già alta<br />
ed era la vita che di nuovo dal buio<br />
saliva nel suo oscuro movimento.<br />
6
Il tema universale dell’eterno contrasto tra la luce e le tenebre è rielaborato<br />
dall’Autore con originale intensità di linguaggio e immagini: luce e ombra,<br />
giorno e notte non si escludono, ma si completano e perfezionano reciprocamente<br />
legati da una remota consonanza. Un accordo profondo, misterioso<br />
sembra allacciare questi due dati archetipici e per coglierlo sono necessari<br />
la pazienza fiduciosa dell’attesa e gli occhi ancora chiari e ingenui di un<br />
precario della vita<br />
1° classificato<br />
Bruno Piccinini - Varano Marchesi (PR)<br />
7
Il nostro parlare<br />
Ora sei nel vento;<br />
hai gesti, abbracci, sussurri d’aria<br />
e questa colorata marea<br />
che insegue il profilo delle colline<br />
mi svela che tutto è ormai mutato<br />
sul pentagramma veloce del tempo.<br />
Un divertito stormire nei tuoi occhi<br />
dipinge sul velluto fine del rimpianto<br />
sentieri diritti, dove le pietre<br />
hanno rubato spazio alla terra.<br />
Io ho dovuto sillabare<br />
lettera per lettera il dolore,<br />
e lungo gli affaticati viottoli della notte<br />
ho inciampato nel mio parlarti<br />
al tavolo del cielo,<br />
dove cime d’albero e insegne di foglie<br />
danno quietamente ascolto.<br />
I sogni inseguono faville nel buio<br />
e solo il mare viene a nascondersi cortese<br />
nel nostro secchiello<br />
a suggerirci parole di bianco corallo.<br />
Lo sai,<br />
ci vogliono occhi buoni per le stelle<br />
e dita abili<br />
nel trattenere il mantello del vento,<br />
mentre ora<br />
non ho più né occhi né mani,<br />
ma solo un cane stanco e spaurito<br />
al posto del cuore.<br />
Più in là,<br />
sotto il vecchio cappello azzurro,<br />
8
immagini lievi<br />
dipingono il vetro delle incerte certezze<br />
deridendo sicure<br />
l’impertinenza dei colori.<br />
Un affollarsi di sensazioni tattili, visive, uditive tentano di risarcire una<br />
sofferta condizione di perdita o di mancanza: la ricchezza del lessico, la profusione<br />
delle figure, dei suoni, dei colori, la cantabilità dei versi non sottraggono<br />
il testo a un‘impressione di scacco, a un sentimento di sconfitta esistenziale<br />
che lo percorrono tutto fino a raggrumarsi nell’ultima, programmaticamente<br />
contraddittoria, immagine conclusiva.<br />
2° classificato<br />
Tristano Tamaro - Trieste<br />
9
La mia cucina<br />
La mia cucina è una piccola stanza<br />
piena di sogni trascorsi<br />
e di futuro in attesa<br />
ha conosciuto il profumo del gelsomino<br />
e del muschio<br />
del basilico della salvia del rosmarino<br />
l’odore dei poeti e della cipolla<br />
il pizzicare del peperoncino<br />
Ha ascoltato le mie canzoni<br />
e la pioggia<br />
si è assopita al sole d’agosto<br />
condivide le mie memorie<br />
e ha un racconto per ognuno<br />
La mia cucina è<br />
una piccola stanza chiara<br />
una parete ammobiliata<br />
un tavolo due sedie una luce una porta una finestra.<br />
Un breve testo incantato, trasognato… Descritta in maniera affettuosa ed<br />
essenziale una modestissima cucina, ovvero lo spazio antropologicamente<br />
strategico e deputato alla conservazione e preparazione del cibo: qui, concretissimi<br />
dati attinenti alla sfera dell’olfatto e del gusto, propri della quotidiana<br />
vicenda alimentare, si mescolano, in sapiente e programmatico disordine,<br />
con le meraviglie, i decori, gli splendori di una vita interiore mossa, ricca di<br />
invenzioni, di desideri, di aspettative.<br />
3 a classificata<br />
Anna Vittoria Pieroni - Lucca<br />
10
Canto della buona terra<br />
Grande amore di terra collinare<br />
l’anima mi rapisce e la porta<br />
dove il vento ondeggia le tamerici rosa<br />
e nel cielo spinge i falchi dagli occhi d’aquila.<br />
Qui, la pace alberga in oasi di girasoli.<br />
Natura come rossomare di papaveri,<br />
ombraluce di specchi d’acqua,<br />
natura come incanto,<br />
come incontro di lepri e caprioli,<br />
come nido del cuore dentro un nido di vita,<br />
nel rosmarino in fiore.<br />
Natura come terra buona:<br />
“LA BUONA TERRA di PEARL BUCK”.<br />
E’ qui la terra che fa lievitare il grano,<br />
la terra conchigliata<br />
che ripete nei fossili il canto del mare.<br />
Questa amena collinetta<br />
che s’inginocchia ai piedi<br />
dell’Eremo di “Montepaolo”<br />
e si rialza vestita di verde boschivo<br />
e si arrossa di lupinella,<br />
questa mia collina<br />
che ascolta ed esalta, nel silenzio,<br />
l’abbaiare dei cani,<br />
ed ora anche il raglio di un asino bianco,<br />
questa mia collina,<br />
di notte,<br />
è argento di luna.<br />
<strong>Premio</strong> speciale della Giuria<br />
Maria Antonietta Bertaccini - Forlimpopoli ( FC)<br />
11
Vangelo sotto i ponti<br />
Sto così. Ai bordi della strada<br />
a pesare il mio silenzio.<br />
Cristo ci aveva<br />
chiamati, ci aveva, ma capita di non<br />
accorgersi delle guerre e i terremoti<br />
oppure della discesa dal cielo se la carne<br />
non è che un uragano steso sulla pelle<br />
dei dimenticati in una domenica di Quaresima.<br />
Solo ai vecchi il pane si scandisce in gola<br />
ogni domenica dell’anno, con il vino<br />
delle osterie e il sangue delle autostrade,<br />
memori di una spiga che confrontava<br />
la parola alla vita della fame di Dio.<br />
Così era il pane nelle vie dei nessuno,<br />
ogni giorno ai focherelli inghirlandati<br />
dal muschio delle rive sotto i ponti, quasi<br />
si sappia in quei luoghi di perdizione<br />
dire la verità una sola volta.<br />
Vangeli di fuoriusciti sradicati al tramonto<br />
per ritrovare una candela che sgoccioli<br />
nei deserti delle città, in quei grumi sgomenti<br />
che divorano l’asprezza dei muti<br />
e le pupille dei ciechi.<br />
Il resto è tirato fuori dalle oasi che il tempo<br />
ci lascia nella sopravvivenza, prima delle tempeste<br />
d’ogni stagione, prima che altro naufragio<br />
srotoli il sudario tra gli sbandati e i matti<br />
12
che siedono alla tavola per comprare i chiodi<br />
che serviranno un giorno ad inchiodarli alla croce.<br />
Ognuno ha una memoria da recuperare. Ed io me ne<br />
sto così. Ai bordi della strada. A pesare il mio silenzio.<br />
<strong>Premio</strong> speciale della Giuria<br />
Benito Galilea - Roma<br />
13
Tardivi desideri<br />
Sembra diverso il sole di Provenza<br />
sugge intensi profumi,<br />
le virgole contorte<br />
dei teneri vitigni di Van Gogh<br />
invade con i cieli di Parigi<br />
e i colori d’Olanda.<br />
Esplosione di luce<br />
voglia di paesaggi tropicali<br />
di assaporare vite nel futuro<br />
collocate in svariate latitudini<br />
curiosità allargate nel diverso<br />
ora che i mesi scorrono veloci<br />
volano gli anni e lasciano una fame<br />
di vita non guardata alla finestra<br />
ma dal vivo, nel caldo divenire<br />
di moltitudini su fondali veri.<br />
Ci separano oceani<br />
e surrogati di televisioni<br />
da chi soffre nel fango o nella polvere,<br />
ci spaventano spazi<br />
per recare conforto<br />
ai più diseredati della terra...<br />
Trovarsi immersi fra maree d’umano<br />
complici di una vasta identità<br />
tardivo desiderio che s’insinua<br />
a tratti nella nicchia troppo calda<br />
della pigrizia quotidiana<br />
14
guizzo vitale al divenire immoto,<br />
di questo nostro lento consumarci.<br />
<strong>Premio</strong> speciale della Giuria<br />
Maria Patrizia Bianchi Cecchini - Pontedera (PI)<br />
15
Padre<br />
Nell’affrontare l’ombra della sera<br />
ho disvestito maschere grottesche<br />
e sono nudo<br />
di fronte all’inquietudine costante<br />
che insegue inesorabile una meta.<br />
Invano, ho disegnato nuove strade<br />
sfiorando, ignaro, l’essere dormiente<br />
...o antiche vie<br />
per fingere ragioni dentro un credo.<br />
I1 mio cammino, padre<br />
tendeva unicamente al tuo deserto.<br />
La strada aperta, in tracce, nei ricordi<br />
svelata in lampi dentro la memoria<br />
ha preso forma di un percorso amico<br />
Tra oscuri simulacri, eretti al nulla<br />
che stagliano in profili evanescenti<br />
e incutono timore<br />
ho ritrovato, allora, la tua casa<br />
finestre senza luce<br />
che sbattono nel vento<br />
placando la mia sete di radici<br />
cui aggrappare<br />
il senso di precaria vanità<br />
che mi attraversa<br />
Anonimo viandante<br />
16
nel freddo di una notte senza luna<br />
ho stretto, finalmente, la tua mano<br />
e ho fatto pace<br />
Segnalazione speciale della Giuria<br />
Graziano Ciacchini - Ponsacco (PI)<br />
17
Noi<br />
Noi che viviamo nell’età dell’ansia<br />
sappiamo che l’amore è una vittoria<br />
la pausa, l’ora d’aria,<br />
una fuga dal mare buio che ansima<br />
parallelo all’essenza della storia.<br />
Sai, l’erba paritaria,<br />
che cresce sopra i muri diroccati<br />
ha imparato che basta poca terra<br />
al fusto per fiorire,<br />
un abuso tra i fiori blasonati<br />
che porta in sé condanna d’una guerra.<br />
E noi per non sbiadire<br />
cerchiamo la bufera negli sguardi<br />
e ci aggrappiamo al lampo d’un istante<br />
che sopravvive al tempo,<br />
per mettere radici non è tardi<br />
usando una variabile costante<br />
si può imbrigliare il vento.<br />
Segnalazione speciale della Giuria<br />
Tiziana Curti - Firenze<br />
18
Fotografie in bianco e nero<br />
Fotografie in bianco e nero<br />
mi mostrano<br />
la ragazza di vent’anni<br />
che fosti<br />
la studentessa<br />
che veste come se<br />
non volesse indurre<br />
nessuno a voltarsi<br />
mentre sulle sue labbra<br />
che non sorridono<br />
incombe<br />
il giuramento d’Ippocrate.<br />
Depongo<br />
le fotografie<br />
e ti guardo<br />
e tu mi sorridi ...<br />
ti carezzo<br />
ma sono le mie mani<br />
che ricevono<br />
la carezza della tua pelle ...<br />
dinanzi alla donna che tu sei<br />
tutto quello che il mondo<br />
può offrirmi<br />
diviene superfluo.<br />
Segnalazione speciale della Giuria<br />
Maurizio Di Palma - Roma<br />
19
Depressione<br />
A te depressione<br />
ho dato tutto:<br />
la mia anima<br />
il mio cuore<br />
la mia età<br />
le mie emozioni<br />
la mia vita<br />
Ho barattato con te<br />
la mia libertà<br />
la mia volontà<br />
Ora tu riesci a pilotarmi<br />
Grazie a te<br />
so cosa vuol dire<br />
essere agli arresti domiciliari<br />
Grazie a te<br />
non distinguo più giorno e notte<br />
ma le scambio<br />
Non so più cos’è l’amicizia<br />
e su cosa si fonda<br />
Mi fa paura uscire<br />
ma trovo sicurezza<br />
fra le quattro mura di casa<br />
Grazie per l’età<br />
su cui ti sei divertita<br />
20
e beffata di lei<br />
togliendomela per sempre<br />
Grazie a te<br />
per il mio unico vestito:<br />
il pigiama.<br />
Che come uno smoking<br />
per un attore di Hollywood<br />
rappresenta ormai<br />
la mia seconda pelle<br />
Grazie<br />
per il mio migliore amico:<br />
il letto<br />
Consolatore di lacrime<br />
sogni andati<br />
creatività persa<br />
e vita vissuta<br />
A te depressione<br />
dedico questo<br />
e molto altro<br />
senza di te sarei stato:<br />
un uomo vivo.<br />
Segnalazione speciale della Giuria<br />
Giacomo Flussi Cattani - Lucca<br />
21
Quando teneramente guardo il cielo<br />
Avevo già baciato quando ti incontrai<br />
eppure mi sembrò di non avere mai incontrato labbra d’uomo.<br />
Tra le tue braccia, per la prima volta,<br />
scoprii il linguaggio dell’amore.<br />
Ci rincorremmo per lunghe estati<br />
prendendoci e lasciandoci nel giro di un tramonto<br />
sulle spiagge mediterranee e sulle cime innevate,<br />
in città nebbiose, solari, sconosciute, note<br />
sempre aspirando a quel qualcosa che, sentimmo subito,<br />
ci avrebbe resi troppo felici per non lottare.<br />
Lasciando i nostri sogni di tardivi adolescenti<br />
entrammo nella vita.<br />
Ci guardammo negli occhi, innamorati.<br />
Pochi istanti.<br />
Poi la vita fu crudele.<br />
Lottammo insieme<br />
e il nostro amore non fu solo passione.<br />
Fu vita contro la morte<br />
fu coraggio, incoscienza e ancora felicità.<br />
Fu forza, la forza della farfalla<br />
che vive un solo giorno,<br />
la forza dell’albero che colpito dal fulmine<br />
svetta ancora sereno sulla cima,<br />
la forza di una vita senza più futuro<br />
che credeva nel domani.<br />
Te ne andasti, silenziosamente, in un giorno d’ottobre<br />
quando le foglie si tingono di rosso.....<br />
E continuo a camminare sulle tue strade<br />
e continuo a nutrirmi del tuo amore<br />
e continuo a sognare il tuo sorriso<br />
quando teneramente guardo il cielo.<br />
Segnalazione speciale della Giuria<br />
Maria Rosa Gelli - Arezzo<br />
22
Il ciliegio<br />
Come una croce<br />
il ciliegio nudo,<br />
scolpito nell’orizzonte<br />
resuscitato dalla primavera,<br />
aspetta che il tarlo del dolore<br />
lo trasformi in segatura.<br />
Sente già il rumore impietoso<br />
della sega<br />
che quasi lo solleva,<br />
ma una farfalla fedele<br />
si posa sul suo braccio,<br />
esausto e avvizzito,<br />
e sbattendo le ali<br />
lascia cadere<br />
la polverina purpurea<br />
della speranza.<br />
Proprio lì<br />
una piccola gemma<br />
inizia ad occhieggiare,<br />
una lacrima di resina<br />
riga il tronco<br />
sfiorando un cuore<br />
inciso in una dimenticata<br />
stagione dell’amore...<br />
ed è di nuovo vita...<br />
tra sole e tempesta,<br />
tra fiori profumati e frutti mai raccolti.<br />
Segnalazione speciale della Giuria<br />
Ludovica Mazzuccato - San Martino di Venezze (RO)<br />
23
Incisa<br />
Con la punta crudele, acuminata,<br />
d’un dolore rovente<br />
(marchio profondo, marchio inconfondibile<br />
che attesta il tuo passaggio silenzioso)<br />
nella carne dolente d’ogni cosa<br />
è incisa la tua assenza.<br />
Mi vedi, forse? Mentre provo a vivere<br />
giorni duri e dispersi, camminare per strada<br />
passi smarriti che non lasciano impronte,<br />
mentre scruto nel nero<br />
profondo, denso, d’una finestra spenta<br />
(muto di voci e di stoviglie<br />
l’interno della casa, e nel ventre del tempo<br />
sprofondati per sempre i suoi abitanti...).<br />
Abiti adesso<br />
i luoghi di confine, le appena percettibili<br />
sospensioni del tempo.<br />
Abiti, incredulo,<br />
l’incerto, l’informe, il non ancora.<br />
Ma, soprattutto, abiti crudelmente<br />
il mai più, l’appena poco fa …<br />
Abiti, solo,<br />
l’aspro e l’incolto del ciglio della strada,<br />
il campo abbandonato tra le case<br />
ad un’ebbrezza rigogliosa e selvatica.<br />
24
Abiti l’ombra imprigionata tra le sagome<br />
nere degli alberi, nel fondo della sera.<br />
Segnalazione speciale della Giuria<br />
Luciana Tognoni - Abano Terme (PD)<br />
25
Poeti del Servizio Sanitario <strong>Nazionale</strong>
L’orizzonte dei sogni<br />
Ti chiedo:<br />
vuoi pitturare un tramonto con me?<br />
Fuori il sole tinge di rosso nuvole e cielo.<br />
Mi guardi stupito ma non domandi<br />
se sia pazza per davvero.<br />
Abbasso lo sguardo,<br />
so che non dovrei disturbarti quando scrivi.<br />
Per scusarmi, ti offro un tè.<br />
Lo sorseggiamo in silenzio,<br />
chissà dove corrono i tuoi perché!<br />
A me basta questo:<br />
il calore del tuo braccio<br />
che sfiora inavvertitamente il mio.<br />
Vorrei parlarti<br />
ma riprendi a scrivere<br />
e quando sei stanco, accendi la TV.<br />
Nella notte silente<br />
lascio il letto dove dormi sogni<br />
in apparenza tranquilli.<br />
Mi rifugio in cucina<br />
cercando.<br />
Un sorriso, anche sgualcito,<br />
là dove appendo il grembiule.<br />
Un pizzico di pace,<br />
dentro il barattolo giallo dello zucchero.<br />
Non trovo sorrisi, né pace<br />
né colori per pitturare un tramonto.<br />
Solo la tazza che hai dimenticato sul tavolo.<br />
Dove poggi le labbra<br />
indelebile<br />
il sapore di te.<br />
28
Delineati con pochi, abili tratti un interno piccolo borghese, un rapporto di<br />
coppia in sofferenza … Con il garbo misurato dei gesti e delle parole di tutti<br />
i giorni, tenace nel suo affetto, l’Autrice prova a dipanare, per decantarla,<br />
l’amarezza incipiente. Forse, nel cuore profondo della sua storia d’amore<br />
ormai problematica, resistono ancora le ragioni e i moti interiori in grado di<br />
riaffermare almeno i diritti di un sentimento in via di trasformazione; da<br />
passione in dolcezza, da desiderio in tenerezza e morbido rimpianto.<br />
<strong>Premio</strong> speciale “Il fiorino d’oro di Lucca”<br />
Patrizia Gori - S. Angelo (LU)<br />
29
È in vendita<br />
la casa<br />
della mia infanzia,<br />
con l’erta di pietra<br />
confusa nell’erba<br />
e il fico ancora verde<br />
nell’angolo di confine.<br />
Dalla polverosa finestra<br />
ho rimpianto<br />
la vecchia soffitta<br />
col pavimento di legno,<br />
nascondiglio di giochi,<br />
rifugio di fughe,<br />
aula di scuola<br />
nei giorni di neve,<br />
d’isolato, freddo<br />
silenzio.<br />
Con la prima bicicletta<br />
dai cerchioni di legno<br />
ho consumato<br />
aie di sole<br />
e con Marcello<br />
vicoli stretti<br />
la rocca di sasso<br />
profanata e distrutta.<br />
Nel chiostro dei frati,<br />
sopra la curva di costa,<br />
inseguivo lucciole<br />
Villa Basilica<br />
30
tra maschere di zucca,<br />
irraggiungibili tramonti,<br />
con l’abbraccio del Padre.<br />
Domenico Lombardi - Marina di Pietrasanta (LU)<br />
31
Antica Sera<br />
Qui dove sono e come sono quanti<br />
prima di me sono passati! Padre<br />
non s’è dispersa dopo tanto tempo<br />
la fioca luce del fanale, ancora<br />
guardano ammutolite le cicale<br />
la tua stazione in mezzo alle campagne,<br />
i treni annuvolati nei vapori.<br />
E questo vento che ogni tanto scende<br />
dalla città con le finestre accese<br />
reca la tua canzone che fischiavi<br />
le lunghe note sui tuoi passi lenti.<br />
Tu non sapevi chiuso nella stanza<br />
aspettarti il mio sonno adolescente,<br />
com’era chiara questa ghiaia che sale<br />
la collinetta con le scale e in cima<br />
la porta col battente!<br />
Tino Traina - Partanna (TP)<br />
32
... e dopo<br />
non ci sarà più tempo<br />
di aspettare<br />
e il mormorio<br />
del fiume<br />
sfumerà lontano<br />
nella nebbia.<br />
... e dopo<br />
sarà tardi, troppo tardi<br />
per sperare<br />
in un nuovo sorgere<br />
di sole,<br />
quel sole<br />
che proprio ora, tu,<br />
senti fuggire.<br />
... ed i sentieri<br />
moriranno<br />
in fondo al bosco<br />
tra larici ed abeti<br />
a trama fitta<br />
e la penombra<br />
sarà unica compagna<br />
all’ombra spessa<br />
che con dolcezza amica<br />
ti avrà abbracciato.<br />
Diego Fantin - Thiene (VI)<br />
Demenza<br />
33
Campione<br />
Ho scelto per te un nome<br />
che fosse un sicuro lasciapassare<br />
per la grande pace del tempo che non scorre,<br />
tra gli dèi più belli di questa montagna.<br />
Ti guido ancora da qui, campione,<br />
nella tua seconda giovinezza<br />
e tu ogni tanto guarda giù<br />
e ritrovami sul sentiero,<br />
come facevi quando,<br />
se andavi troppo lontano,<br />
tornavi sempre indietro a ricercarmi.<br />
(A Zeus)<br />
Vincenzo Marsili - S Maria Del Giudice (LU)<br />
34
Viaggi<br />
Il vento maldestro che corre oltre queste colline,<br />
intraviste colorate dalle finestre dei miei traguardi.<br />
Scompiglia il grano,<br />
spettina i platani,<br />
rigonfia i frutteti.<br />
E’ sempre lui a farmi trattenere il respiro,<br />
ad incrociare questi occhi stanchi di punti infiniti.<br />
Ed in esso il segreto brillante del sole.<br />
Il rullio sommesso dell’auto quasi scompare,<br />
ma ritorna alla mente il malessere della terra.<br />
Quanti cuori affranti dai problemi<br />
di margherite non sfogliate,<br />
di semi innaffiati e mai sbocciati alla vita,<br />
di treni perduti nel tempo traditore,<br />
di mille sogni infranti negli specchi,<br />
di lame scagliate di color rosso fuoco...<br />
Eppur, è sempre affascinante partire,<br />
rifocillarsi la mente di avventure<br />
e con la pace nel cuore,<br />
riposar l’anima e conquistare,<br />
ma altrettanto meraviglioso<br />
è ritornar più gravidi di serenità<br />
ed illudersi di poter cambiare<br />
le rotaie sconnesse<br />
sulle quali si trascina a stento il mondo.<br />
Simona Bellone - Millesimo (SV)<br />
35
Finalisti
La sedia dei papaveri<br />
Emma ha solo i papaveri<br />
come amici<br />
e li pensa anche di notte,<br />
quelle notti che sono più scure,<br />
quando anche le stelle<br />
hanno timore di ferirsi.<br />
Emma conta le attese<br />
che come ragni rigano la gola<br />
di noduli irrisolti<br />
ed i secondi diventano chiodi<br />
dove la ruggine immane comanda.<br />
Emma e le sue gambe<br />
a rotelle,<br />
crisalide rinchiusa nella morsa<br />
della diversità.<br />
Scivola sui vetri<br />
una lacrima fredda come neve,<br />
gelida carezza<br />
di cuore sfregiato.<br />
Oltre la finestra<br />
Emma sogna ancora,<br />
una sedia colma di papaveri<br />
e la corsa di un’ora.<br />
Claudio Bellini - Valenza (AL)<br />
39
Neanche passato<br />
Abbatti le barriere sulla strada,<br />
scavalca il domani<br />
e vivi un orizzonte, oggi.<br />
Rispetta il tuo nemico<br />
e rispetterai te stesso.<br />
Leoni ruggenti intorno,<br />
accerchiato da pregiudizi dei tuoi simili,<br />
smanetta fino al tuo confine<br />
e oltre.<br />
Dalle terrazze del deserto,<br />
dalle stelle nell’inchiostro<br />
di una volta scura,<br />
fino al limite delle tue forze,<br />
sali la china adamantina del mai fatto<br />
prenditi una sbornia d’impossibile<br />
e contestabile.<br />
Afferra il fuoco con le mani<br />
e stai sicuro che alle spalle<br />
avrai una folla<br />
e sarai chiamato profeta.<br />
Tu scrollati il destino di dosso<br />
fai spallucce,<br />
girati, guarda avanti<br />
e prosegui, da solo,<br />
dentro la massa<br />
e sii un fantasma di carne e ossa,<br />
fra i tentacoli<br />
e le trappole del sistema<br />
e migliora la tua scherma.<br />
Ora sono risorto<br />
e non morirò ancora per un po’,<br />
40
assegnatevi,<br />
voi che osservate<br />
e nulla fate<br />
e niente pensate.<br />
Sono sulla punta del flagello,<br />
sono aria nel pugno chiuso,<br />
sono fuggito.<br />
Sono nato,<br />
vivo,<br />
sarò stato,<br />
sarò esistito.<br />
Voi no,<br />
voi non sarete neanche passato.<br />
Bertilotti Michele - Basati - Seravezza (LU)<br />
41
Su questa sponda<br />
Non è gioia di vivere, Baìa<br />
non è vacanza, dice il missionario<br />
che bambini di rua e umbù* bisticciano<br />
per il boccone nella spazzatura<br />
e l’altro dice non esiste casa,<br />
s’ammassano a decine nel tugurio,<br />
la milizia coglie a mitragliate<br />
le minibande a Lima o altrove e questo<br />
è appena un cenno a pizzicare corde<br />
vibranti sul momento. Che in Centrafrica<br />
non hanno acqua e bevono urina.<br />
Ma tu - Su questa sponda - dici - so chi ha fame,<br />
chi abbandonato vive una pudica<br />
realtà di stenti, so d’una miseria<br />
anche più nera dietro le facciate.<br />
Entrare è impresa sempre disperata<br />
se non vuoi comprometterti, se manca<br />
il coraggio d’imbrattarti le vesti.<br />
È questa vigna vasta quasi gerbida,<br />
come qualsiasi altra di missione,<br />
terra da coltivare spesso atroce<br />
quanto quel grumo che chiamiamo cuore.<br />
E mi ricordi che il tutto è in ogni parte,<br />
l’inferno ovunque, come il paradiso.<br />
*umbu: avvoltoi neri<br />
Giovanna Bono Marchetti - La Spezia<br />
42
L’urlo<br />
Gridala forte la tua indignazione<br />
gettala<br />
al vento impetuoso di maestrale,<br />
al caldo scirocco,<br />
alla tramontana gelida,<br />
al libeccio e al grecale;<br />
sciogli al tuo cuore le catene<br />
che forte esploda la sua rabbia<br />
e il vento la sparga<br />
ai quattro angoli del mondo<br />
in ogni anfratto,<br />
perché tutti sentano<br />
e nessuno osi dire<br />
“non sapevo, non c’ero”<br />
Spalancalo il tuo petto,<br />
che il dolore erutti<br />
senza freno<br />
e diventi<br />
mare<br />
che ingravida ogni cosa;<br />
strappa alla tua gola il nodo<br />
che la strozza<br />
e l’urlo gonfi<br />
fino a farsi tuono<br />
e rimbombi terrifico<br />
nelle sopite viscere del mondo,<br />
ché nessuno osi dire<br />
“non sentivo dov’ero”<br />
Fatti bambino e provala<br />
43
la fame, lancinante,<br />
guardali gli occhi intorno,<br />
odorala la morte<br />
che ti fermenta dentro<br />
inesorabile, lenta<br />
fino a scoppiarti il cuore;<br />
fatti fuggiasco<br />
e aggrappati al disperato Caronte<br />
vagalo il furibondo e tetro mare<br />
inospitale<br />
come lo è la terra<br />
che aneli all’orizzonte<br />
e non ti vuole<br />
Cercala la tua gamba<br />
il braccio, la tua testa<br />
brillati via, improvvisi,<br />
vivilo lo scempio<br />
del tuo corpo smembrato<br />
scagliato<br />
da ogni parte,<br />
il tuo sangue, sentilo,<br />
inutile<br />
rapprendere la polvere<br />
della casa che c’era<br />
un attimo appena prima.<br />
The time is over,<br />
non c’è più tempo, vedi?<br />
Prestagli la tua voce, presto, alla vergogna,<br />
vomitalo il fallace mondo<br />
stupido, ignorante,<br />
di bombe intelligenti<br />
religioni, oro nero, guerre<br />
44
preventive e sante<br />
urla, scagliala nel vento la tua voce,<br />
sconquassalo il sonno dei dormienti<br />
The answer, my friend,<br />
is blowin’ in the wind<br />
sta correndo nel vento,<br />
amico mio, la risposta<br />
tu urla più forte, ancora:<br />
basta, basta, basta, basta!<br />
Luca Ubaldo Cascinu - Porcari - (LU)<br />
45
Stamani a Lampedusa<br />
T’ho visto, stavolta.<br />
La nera terra<br />
arde anche d’inverno<br />
nell’isola accarezzata dal vento africano,<br />
dove le tartarughe amoreggiano<br />
a dispetto dell’altrui disperazione,<br />
col sole che brucia<br />
fronti d’uomini soli,<br />
lontani nel mare profondo<br />
eppure così vicini.<br />
T’ho visto, stamani:<br />
accanto a distratti turisti<br />
stringevi forte la mano<br />
del tuo accompagnatore,<br />
sorriso spavaldo<br />
e occhi aperti al futuro<br />
che brillavano d’antichi profumi<br />
e squarciavano l’aria<br />
dentro gemme d’avventura.<br />
T’ho visto.<br />
Speranza di prendere l’aereo<br />
assieme a compagni di remote acque,<br />
lontano dall’arida sabbia<br />
verso nuovi sogni colorati,<br />
ma non potevi sapere<br />
che t’avrebbero riaccompagnato<br />
al tuo passato,<br />
dentro buie grotte<br />
di luna spenta.<br />
Povero figlio mio,<br />
la solidarietà che cercavi<br />
46
s’è fermata in quel guanto nero<br />
che stringevi e non la mano:<br />
quella dei ricchi<br />
non si mostra nemmeno ai bambini.<br />
Pietro Catalano - Roma<br />
47
La voce non ha forza...<br />
La voce non ha forza per svelare<br />
graffi di rosso nel cuore di figli...<br />
A fatica, tra ore accartocciate,<br />
s’apre, timido, un brusio sommesso...<br />
Un canto, dall’ombra, schiarisce<br />
un tenue bagliore di mattino,<br />
sciogliendo in pianti i solchi del ricordo.<br />
Varca i confini l’anima... Ritrova<br />
brandelli di memoria, in fitta<br />
rete di leggende, l’acre coraggio<br />
di sentirsi vivi... E una luce piove<br />
dalla forza del tempo, tra ciottoli<br />
arsi di vento, tra sabbie di sgomenti.<br />
E c’era ardore nel tuo cuore, terra,<br />
che dal dolore alzavi gli occhi,<br />
correvi incontro al prato risvegliato,<br />
tra barbagli di sole e fresco vento,<br />
volgevi in fiumi d’erba i tuoi tormenti,<br />
librandoti su angosce e lamenti.<br />
E in fondo al cuore già tremava un sogno,<br />
progetto di terra libera e felice,<br />
e in esso si spegneva il lungo affanno...<br />
Era speranza il rincorrersi di voci,<br />
tra centenari olivi e vecchie querce,<br />
bagliori luccicanti alle pupille,<br />
lanterne di emozioni dentro i fianchi,<br />
tra abissi misteriosi di cristalli...<br />
Serberà, ancora, luce l’avvenire?<br />
Arderanno, ancora, lucerne<br />
48
d’illusioni? O... resterà solo<br />
un pugno di spighe a memoria<br />
di quei giorni? Un pulviscolo<br />
sottile, uno stormire di foglie, tra<br />
passaggi di venti e polveri di suoni?<br />
Prigionieri noi siamo dentro un cerchio.<br />
Dietro i vetri tentacoli s’arrampicano,<br />
tentano un varco, un percorso noto,<br />
verso gorghi abissali di tormenti,<br />
verso ambigui recessi... Certo il tempo<br />
metterà i suoi tasselli ed il presente<br />
va oltre quel sussurro aperto tra i sospiri,<br />
va verso... il nulla o... il divenire.<br />
Ma è ancora lì, rivolta verso il cielo,<br />
l’armonia struggente di quei giorni...<br />
e, come allora, si fa brama e mistero,<br />
sforzando inesorabili catene...<br />
Né si è placata la febbre che divora;<br />
noi ci scaldiamo al sole di quel fuoco,<br />
come quando la sera cantavamo,<br />
con torce in mano ardenti di passione,<br />
silenzi illuminati ad ascoltare,<br />
e... sussurrava il mare nel porto<br />
del domani, dove ormeggiare<br />
misteri di speranze, trepide attese,<br />
certezze ferme, prive d’illusioni...<br />
Emilia Fragomeni - Genova<br />
49
Milano stasera...<br />
La corsa frenetica, pulsante<br />
del tempo efficente di questa città<br />
ha scandito le ore<br />
di un altro giorno anonimo,<br />
sfumando soltanto in quel poco<br />
che risale l’onda morbida<br />
di una tenda qualunque<br />
dietro questa mia finestra d’ospedale<br />
e stasera...<br />
Milano stasera ha il respiro<br />
di un vecchio avvolto nel pastrano<br />
che odora di carbone, di treno<br />
e di scadente trinciato toscano.<br />
Ma sotto i lampioni<br />
infila paziente<br />
piccolissime perle di luce<br />
alle trame nere e sottili dei rami<br />
che cadono a caso<br />
da un’ipotesi oscura di cielo.<br />
Milano si è tolta il velo<br />
ed ha il passo lento e seducente<br />
di una prostituta brasiliana<br />
apparsa all’improvviso sul viale.<br />
Indossa una stola<br />
di nebbia leggera<br />
e vi si avvolge lasciva<br />
ogni volta che il brivido dei fili<br />
stesi a mezz’aria<br />
annuncia il lento procedere<br />
del prossimo tram che si avvicina...<br />
E sbadiglia<br />
50
sulla soglia di un bar ancora aperto,<br />
poi sfiora con le dita<br />
i brandelli di un vecchio manifesto<br />
della Scala... e sorride<br />
riflessa nell’acqua<br />
scura delle pozzanghere,<br />
ma non se ne cura.<br />
Milano stasera<br />
ha tra le mani una conchiglia<br />
trovata chissà dove:<br />
portandola all’orecchio<br />
può sentire il mare;<br />
Milano stasera ha qualcosa...<br />
.............<br />
Tra i fiocchi di neve<br />
che cadono lenti<br />
Milano stasera riposa.<br />
Egizia Malatesta - Massa<br />
51
Ed ho subito pianto!<br />
Non fui certo cortese<br />
quando assai risoluto<br />
me n’andai dal paese<br />
senza neanche un saluto.<br />
Ai sospiri del vento<br />
ch’era lì di passaggio<br />
confidasti l’intento<br />
di seguirmi nel viaggio.<br />
Ma la Parca funesta<br />
che dispensa la sorte<br />
è arrivata più lesta<br />
col suo filo di morte.<br />
I miei pigri pensieri<br />
pur se increduli e stanchi<br />
son tornati dov’eri<br />
sol per dirti: “ci manchi!”<br />
Quando vengo a parlarti<br />
tu mi ascolti paziente<br />
mentre provo a spiegarti<br />
quella fuga innocente<br />
Ma il tuo muto pensiero<br />
m’ha svegliato il rimpianto:<br />
mi cercasti, e non c’ero!<br />
Ed ho subito pianto!<br />
Aurelio Coronese - S. Angelo in Campo (LU)<br />
52
A tre centimetri dagli occhi<br />
Apri le calde labbra, notte afosa,<br />
spire d’incenso ruotano leggere,<br />
dentro ai tuoi occhi e dentro ai miei pensieri.<br />
E mentre il tempo sfoglia le mie sere<br />
e le mette a dormire<br />
tra un seno caldo e il nettare di un fiore<br />
che si schiude nel cavo della mano,<br />
muovi i tuoi fianchi come un filo d’erba<br />
abbracciato ad un alito di vento,<br />
e poi ti sciogli come neve al sole.<br />
Fammi sentire, nelle tue carezze,<br />
brividi a fior di pelle,<br />
brucia i miei sensi, falli consumare<br />
come candele al vento,<br />
finché il mio corpo, diventato cenere,<br />
venga disperso dentro al tuo respiro,<br />
nel susseguirsi eterno del donare,<br />
spinto dalla passione,<br />
brezze e folate dentro ad un ciclone.<br />
Massimo Pinzuti - Tavarnelle Val di Pesa (FI)<br />
53
Giovani finalisti
Per te<br />
avrei voluto carpire<br />
ritmi nuovi;<br />
ti avrei donato<br />
il flautare<br />
delle giunchiglie,<br />
lo sfregare<br />
delle foglie<br />
e il silenzio<br />
d’un battito d’ali.<br />
Avrei dipino<br />
l’urlo del nulla<br />
avrei afferrato l’aria<br />
e come un sospiro<br />
l’avrei sussurrata<br />
alla tua essenza.<br />
Ma nulla di questo<br />
mi è possibile ancora.<br />
Sarà tuo però<br />
ogni sorriso<br />
al flautare<br />
delle giunchiglie,<br />
allo sfregare delle foglie.<br />
Stringimi forte<br />
ora<br />
più che mai<br />
sentirai il silenzio<br />
di un battito d’ali...<br />
È il mio spirito libero<br />
che vola con te...<br />
Ritmi nuovi<br />
56
Sorprende piacevolmente il sapore romantico o tardo romantico della lirica.<br />
L’Autrice, una giovane sedicenne, sa usare con abilità figure retoriche di<br />
grande effetto e immagini particolarmente delicate che giustificano la scelta<br />
di un titolo di stampo carducciano. Ma dietro l’omaggio palese alla tradizione<br />
<strong>poetica</strong> ottocentesca si intravede uno spirito libero e sinceramente<br />
innamorato.<br />
Aurora De Luca - Rocca di Papa (RM) - Anni 16<br />
57
Il cuore in un goal<br />
Goal. Già lo sentimmo nell’aria<br />
con i suoi passi veloci,<br />
nella rapidità che tutti illude,<br />
e un brivido percorse il terreno<br />
che ora pare tremare,<br />
mentre accoglie una parata impossibile.<br />
Ora ci sfiora, incede<br />
con indicibile euforia.<br />
II nostro cuore è tutto in quel goal.<br />
Un crescendo precipitoso attraversa veloce la poesia, dal presentimento delle<br />
mosse iniziali alla realtà dell’ovazione finale. La stessa fatidica parola,<br />
in una circolarità quasi perfetta apre e chiude la lirica, in cui passato e<br />
presente sono contrapposti. Esattamente a metà il giovane tifoso traccia con<br />
versi essenziali ed eleganti la sottile linea che li divide: “un brivido percorse<br />
il terreno / che ora pare tremare”.<br />
Come fare di una partita di calcio un piccolo capolavoro!<br />
Luca Pezzica - Caniparola (MS) - Anni 13<br />
58
Momenti di verità<br />
Vago per la mia strada<br />
senza un motivo, senza una ragione;<br />
vago è questo pensiero nel mio cuore.<br />
Ferree regole io mi sono imposta,<br />
frenando le emozioni ed i rimorsi,<br />
che poi ho nascosto in fondo a un desiderio.<br />
Forse è questo il mio sbaglio:<br />
per troppe volte la mia delusione<br />
mi ha chiusa con me stessa, dietro un muro.<br />
Non voglio più una lacrima<br />
che scenda dai miei occhi, lungo il viso,<br />
e intanto che la penna scava solchi<br />
e arranca sul mio foglio di ricordi,<br />
prego soltanto chi, un giorno, possa<br />
dare, di colpo, svolta alla mia vita.<br />
Adesso basta, niente sensazioni<br />
dove si può soffrire,<br />
e niente più emozioni poco chiare:<br />
è il momento di smetterla di fingere<br />
e almeno in questi istanti in cui io e il mio cuore,<br />
ci ritroviamo soli, faccia a faccia,<br />
è l’ora che lui parli,<br />
e la mia bocca taccia.<br />
Debora Pinzuti - Tavarnelle Val di Pesa (FI) - Anni 17<br />
59
Nessuno segue le pigne<br />
a Auschwitz la storia<br />
è della stessa materia<br />
degli incubi<br />
a Birkenau si immolano<br />
i sogni<br />
vigilia di morte<br />
nuda, i nostri panni<br />
cristallizzati appesi<br />
come bandiere libere<br />
cercano il sole<br />
sui nostri volti<br />
orfani di lacrime<br />
sapor di miele<br />
i raggi della penombra<br />
si fanno largo<br />
tra silenti persiane<br />
rapidi a dissolversi<br />
i nostri pensieri<br />
ballano sangue<br />
a Treblinka la vita<br />
ha il coraggio<br />
dei folli<br />
a Buchenwald i corpi<br />
non vogliono<br />
l’anima<br />
Riccardo Francesco Bellanca - Mussomeli (CL) - Anni 18<br />
60
Indice<br />
PRESENTAZIONE ........................................................................... 3<br />
GIURIA ................................................................................................. 4<br />
VINCITORI E SEGNALATI<br />
Bruno Piccinini: L’ospite d’albergo ........................................................ 6<br />
Tristano Tamaro: Il nostro parlare ........................................................ 8<br />
Anna Vittoria Pieroni: La mia cucina ................................................ 10<br />
Maria Antonietta Bertaccini: Canto della buona terra ....................... 11<br />
Benito Galilea: Vangelo sotto i ponti .................................................... 12<br />
Maria Patrizia Bianchi Cecchini: Tardivi desideri .............................. 14<br />
Graziano Ciacchini: Padre .................................................................. 16<br />
Tiziana Curti: Noi ............................................................................... 18<br />
Maurizio di Palma: Fotografie in bianco e nero ..................................... 19<br />
Giacomo Flussi Cattani: Depressione ................................................. 20<br />
Maria Rosa Gelli: Quando teneramente guardo il cielo .......................... 22<br />
Ludovica Mazzuccato: Il ciliegio ........................................................ 23<br />
Luciana Tognoni: Incisa ...................................................................... 24<br />
POETI DEL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE<br />
Patrizia Gori: L’orizzonte dei sogni ...................................................... 28<br />
Domenico Lombardi: Villa Basilica ................................................. 30<br />
Tino Traina: Antica sera ...................................................................... 32<br />
Diego Fantin: Demenza ...................................................................... 33<br />
Vincenzo Marsili: Campione ............................................................... 34<br />
Simona Bellone: Viaggi ...................................................................... 35<br />
61
FINALISTI<br />
Claudio Bellini: La sedia dei papaveri .................................................. 39<br />
Michele Bertilotti: Neanche passato .................................................... 41<br />
Giovanna Bono Marchetti: Su questa sponda ................................... 42<br />
Luca Ubaldo Cascinu: L’urlo ............................................................. 43<br />
Pietro Catalano: Stamani a Lampedusa .............................................. 46<br />
Emilia Fragomeni: La voce non ha forza ............................................ 48<br />
Egizia Malatesta: Milano stasera ......................................................... 50<br />
Aurelio Coronese: Ed ho subito pianto ............................................... 52<br />
Massimo Pinzuti: A tre centimetri dagli occhi ...................................... 53<br />
GIOVANI FINALISTI<br />
Aurora De Luca: Ritmi nuovi ............................................................. 56<br />
Luca Pezzica: Il cuore in un goal .......................................................... 58<br />
Debora Pinzuti: Momenti di verità ...................................................... 59<br />
Riccardo Francesco Bellanca: Nessuno segue le pigne ........................ 60<br />
62
Il Comitato Organizzatore, composto da:<br />
Dott. Ing. Oreste Tavanti, Dott. Pietro Giorgio Magnani, Prof. Angelo<br />
Nerli, Dott. Moreno Marcucci, Paolo Tardelli, Sergio Vaniglio, Vanna<br />
e Luciana <strong>Galliani</strong>,<br />
ringrazia per la preziosa collaborazione i membri della Giuria, la Azienda<br />
USL 2, la Regione Toscana, La Provincia di Lucca, i Comuni di Altopascio,<br />
Capannori, Lucca, Montecarlo, Pescaglia, Porcari e Villa Basilica,<br />
l’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri di Lucca, l’Azienda di Promozione<br />
Turistica, l’Associazione “Lucchesi nel Mondo”, la Banca del Monte di<br />
Lucca, la Cassa di Risparmio di Lucca, la Fondazione Cassa di Risparmio<br />
di Lucca e la Fondazione Banca del Monte di Lucca.
Finito di stampare<br />
nel mese di giugno<br />
dell’anno 2006<br />
dalla Litotipo<br />
San Marco di Lucca<br />
per conto della<br />
San Luca - Società Cooperativa