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Antologia poetica - Premio Nazionale Giancarlo Galliani

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<strong>Antologia</strong> <strong>poetica</strong><br />

<strong>Premio</strong> <strong>Nazionale</strong> di Poesia<br />

“<strong>Giancarlo</strong> <strong>Galliani</strong>”<br />

6 a Edizione<br />

Anno 2008


© 2008<br />

Proprietà artistica e letteraria riservata a<br />

San Luca - Società Cooperativa<br />

Ospedale Campo di Marte - 55100 Lucca<br />

http:/www.premiogalliani.it<br />

e-mail: info@premiogalliani.it<br />

In copertina: Battigia (olio su tela, cm 50 x 60)<br />

opera dell’artista lucchese Vincenzo Muscatello


Presentazione<br />

Il “<strong>Premio</strong> <strong>Nazionale</strong> di Poesia <strong>Giancarlo</strong> <strong>Galliani</strong>”,<br />

giunto alla VI edizione, ha visto ancora una volta una larga<br />

partecipazione e tra l’altro anche di molti giovani; dalle loro<br />

poesie emerge una sincera esigenza di comunicare sentimenti<br />

profondi, di umanità e fraternità, tristezza e dolore, ma anche<br />

speranza e fede.<br />

Tutto questo per ricordare che abbiamo bisogno della voce<br />

dei poeti, e dell’occasione che la poesia ci offre di colorare,<br />

ogni tanto, la nostra vita quotidiana.<br />

Numerosi sono gli operatori sanitari che si dedicano a<br />

questa arte, ma incontriamo rappresentanti di ogni tipo di<br />

professione, e il lavoro o l’età del poeta sembra perdere il suo<br />

significato nella trascrizione del sentimento fuggente.<br />

Questa antologia raccoglie una parte delle moltissime opere<br />

inviate al concorso.<br />

Accostiamoci alla lettura di queste poesie e lasciamole<br />

parlare: potremo riconoscere in qualche verso pensieri che<br />

forse noi non siamo riusciti ad esprimere; apriamoci a nuovi<br />

orizzonti.<br />

Il Presidente<br />

della San Luca - Soc. Cooperativa<br />

Renzo Salani<br />

3<br />

Il Presidente<br />

del Comitato Organizzatore<br />

Oreste Tavanti


Componenti:<br />

La Giuria<br />

Presidente:<br />

Mario Lena<br />

Laura Di Simo<br />

Daniele <strong>Galliani</strong><br />

Luciano Luciani<br />

Vladimiro Zucchi


Vincitori e segnalati


La vita nei vestiti rivoltati<br />

...e il muro sgretolato<br />

degli anni si faceva scrigno<br />

per i dentini strappati<br />

con la cordicella<br />

dalla mano del nonno<br />

(il soldino come ricompensa)<br />

e l’orto verde<br />

dove cresceva l’insalata<br />

generosa di lumache<br />

si abbrunava a sera<br />

per il trionfo della luce<br />

fosforina delle lucciole...<br />

e la corte<br />

deserta sotto il sole del meriggio<br />

al fresco della sera estiva<br />

si animava<br />

tra le seggiole di paglia un po’ sfondate<br />

le chiacchiere di donne i giochi dei bambini...<br />

e gli uomini intorno ai tavolini<br />

del caffè<br />

in attesa dell’ora un po’ più tarda...<br />

e la vita di allora...<br />

che trascorreva nei vestiti di panno<br />

più volte rivoltati.<br />

6


Pochi dettagli della vita povera, ma decorosa, di appena ieri impreziosiscono<br />

un esercizio di memoria che non si risolve tanto nella ‘lode del buon<br />

tempo andato’, quanto, piuttosto, nel misurato rimpianto di relazioni<br />

umane, familiari, sociali più intense e significative. Un lessico contenuto<br />

aiuta a stemperare la ‘tenerezza feroce del ricordo’ nei modi più amabili e<br />

discreti del bozzetto paesano o suburbano, qua e là intriso di più pungenti<br />

umori neorealisti.<br />

1 a classificata<br />

Edda Pellegrini Conte - Pisa<br />

7


Giobbe, chi è?<br />

Chi è giobbe? Mi chiedi.<br />

Potrei dirti che è vento che trascina<br />

una gola infinita di lamenti,<br />

un cammino e una sorte in cui si agglomera<br />

l’affanno e la protesta,<br />

l’antinomia e il dubbio<br />

l’invocazione e il grido<br />

l’angoscia della luce e della morte.<br />

O il cerino esposto al soffio<br />

sulla porta fragile dell’essere.<br />

Ma vai oltre l’uomo che trovi spogliato<br />

e ferito nel suo sguardo bellissimo<br />

piagato dentro l’anima e nel corpo<br />

e guarda: giobbe è l’uomo che incontri<br />

ogni giorno agli angoli delle vie, nei bar,<br />

nei gridi d’ospedale<br />

e con te cerca e cammina, e in te va contro il nulla<br />

e il silenzio<br />

a scagliare la pietra incendiata del suo essere.<br />

Perché oscuro è il male.<br />

Figura biblica da sempre accomunata alla probità e al dolore (perché il<br />

Giusto deve soffrire?), Giobbe, in questi versi incalzanti e taglienti, diviene<br />

il paradigma dell’enigmaticità del senso del mondo e della vita, per cui la<br />

felicità e la sventura toccano indifferentemente in sorte all’uno o all’altro<br />

individuo. La sofferenza presuppone una colpa? Ne è la punizione? E’<br />

in Dio la causa del male?<br />

Nel testo l’idea di una retribuzione nell’aldilà non si affaccia neppure<br />

come lontano bagliore.<br />

2° classificato<br />

Bruno Piccinini - Varano Marchesi (PR)<br />

8


Con me il salto dello scoiattolo<br />

mormorio d’acqua<br />

brontola - cadendo appena dall’Alto -<br />

il fiotto della Fontana:<br />

rafforza frange il silenzio<br />

si tace<br />

nell’antico lavatoio ammarando<br />

mia madre<br />

e le sue mani arrossate<br />

lavando i miei panni d’inverno<br />

due panche l’edicola della Madonna<br />

parlotta - continuamente - la Fonte<br />

la brezza svolazza<br />

su un uggiolare di foglie:<br />

verde - sfumato - il drappo sul monte<br />

saluto una vecchia passante<br />

(la Nonna frequentava i paraggi)<br />

appoggiata a bastone di legno spellato<br />

strappato a chioma d’acacia:<br />

mi lascia svanendo<br />

nel sentiero segnato<br />

dall’ombra opaca del castagno:<br />

‘La croce d’un campanile - diceva -<br />

indica il Cielo - qui - assai più vicino!”<br />

(scivola piega<br />

di gonna nera sul ciglio)<br />

9


serpentello<br />

- a valle - la vena sinuosa del Reno:<br />

il mio ruscello cadrà laggiù chissà quando<br />

pregando<br />

faccio coppa delle mie mani:<br />

ponte del mio corpo rivolto all’Eterno<br />

la bocca vicina al liquido terso della Sorgente<br />

mi sento - per attimi -<br />

cosciente interprete dell’Universo<br />

con me il salto dello scoiattolo...<br />

Palesi echi di ‘poeti laureati’ sono in questo brano abilmente piegati<br />

dall’autore a esprimere, con una musicalità composita, il suo personale<br />

tuffo nel passato come ‘…il salto dello scoiattolo…’. Tutto è, infatti,<br />

sintetizzato in quell’ultimo verso che, ribaltando i termini in uso nella<br />

lirica della nostra tradizione, diventa titolo. Pregevole lo studio attento<br />

con cui il poeta accompagna la tecnica del flash back a una musicalità<br />

variamente scandita dal ritmo delle strofe e dall’armonia diffusa delle<br />

assonanze.<br />

3 ° classificato<br />

Giovanni Bottaro - Molino del Pallone (BO)<br />

10


Nel teatro degli occhi<br />

In questo rione di periferia,<br />

alcuni, come me,<br />

hanno buchi sul tetto,<br />

ascoltano sinfonie di vento,<br />

con pochi zeri sulla pensione.<br />

Nel teatro degli occhi,<br />

ripassiamo lezioni<br />

di albe e tramonti dalle finestre<br />

senza tendine, mentre svapora<br />

l’odore del cavolo bollito.<br />

Alla sera,<br />

cavaliere di esistenza,<br />

ritrovo voci di amici<br />

che urlano la morra e mangiano<br />

pere col formaggio,<br />

vuotando il solito quartino.<br />

Poi, quando scarabocchio<br />

il diario dei miei ottanta anni,<br />

inciampo nel blu della sera,<br />

coniugando sogni<br />

tra orchestre di infinito<br />

e armonie di silenzio.<br />

<strong>Premio</strong> speciale della Giuria<br />

Armando Giorgi - Genova<br />

11


Il pane della terra<br />

Ricordo il rumore degli zoccoli<br />

nelle sere d’inverno<br />

quel battere duro sulle lose della soglia<br />

tu che rientravi dalla stalla.<br />

La porta cigolava<br />

ad annunciare il tuo sorriso.<br />

E’ papà, pensavo io, china sui quaderni,<br />

quelli di allora, con la copertina nera.<br />

Poi ti fermavi<br />

sul lungo sguardo della mamma<br />

senza parole, e nell’azzurro dei suoi occhi<br />

riversavi un cielo ebbro<br />

di fatica e di pensieri.<br />

E lei era speranza. Lei era vento.<br />

Accanto alla stufa<br />

prendevi me bambina<br />

sulle ginocchia stanche<br />

e com’era duro il pane quotidiano<br />

a romperlo coi denti<br />

ma non immaginavo allora<br />

quanto lo fosse per te<br />

strapparlo dalla terra<br />

Come di marzo<br />

la neve sui muri a secco<br />

le tue mani scioglievano stagioni.<br />

Colpi di vanga, rosario di preghiera,<br />

ma il cielo era troppo in alto<br />

12


per la tua fronte sempre china<br />

a sgranare giorni sulle dure zolle<br />

di questa terra secca e avara.<br />

<strong>Premio</strong> speciale della Giuria<br />

Umberto Druschovic - Sarre (AO)<br />

13


Terra di Siena<br />

È scirocco salmastro<br />

questo che bagna le pietre<br />

serene; tutto è stasi nell’oblio<br />

come una boa rossa<br />

nel mare. Lontano<br />

dal golfo dei poveri, dal molo<br />

che soccombe<br />

alla febbre dei gabbiani,<br />

mi fiorisce in bocca<br />

il dono primitivo della luce<br />

che in vesti d’aurora contende<br />

al tenebroso impero della notte<br />

lo spazio, il tempo, il fiato<br />

della vita: troppo bianca è la luna<br />

per essere veduta. Montepulciano<br />

è un’alba in salita, un cuore<br />

alato, un singulto d’eterno<br />

da tegole antiche, una colomba<br />

su terra di Siena. Lo scroscio<br />

dell’Arno al mio lato, bevo<br />

l’acqua santa<br />

nel cavo della mano,<br />

senza colpe addento la polpa dell’anima.<br />

Le bitte, il pontìle,<br />

il cielo a sparpagliarsi<br />

su sciabecchi addormentati...<br />

14


Allucinata fissità sul niente,<br />

non rispondo all’eco<br />

del Mediterraneo, al grido<br />

alto di mia madre, alla saggezza<br />

quieta della morte.<br />

<strong>Premio</strong> speciale della Giuria<br />

Gino Rago - Trebisacce (CS)<br />

15


In ascolto di mio padre<br />

(Buttero o gaucho = emigrante)<br />

Spazi aperti raccontami e del mare<br />

laggiù in Maremma<br />

l’oro delle crete<br />

le strade bianche<br />

vuote di parole<br />

su cui il cielo si appoggia<br />

e il silenzio è una voce.<br />

Ricordami l’odore di ginestre<br />

sfuggito all’abbraccio geloso del vento.<br />

E dimmi dei cavalli<br />

i segreti negli occhi<br />

con dentro le orecchie la voce delle onde.<br />

Luoghi m’invento dove sei passato<br />

le zolle che hai sfiorato con la mano<br />

e sguardi indovino sull’oro del grano<br />

al riso dei papaveri...<br />

Lontano.<br />

Raccontami la vita<br />

l’avventura.<br />

“Don’t cry…’ Fu dura un tempo l’Argentina.<br />

E dimmi delle pampas<br />

di chitarre<br />

e a quante lune concedesti il cuore<br />

le sere che discesero nel cerchio<br />

di genti volte a un canto intorno al fuoco<br />

16


sotto stelle curiose<br />

e lei<br />

la luna<br />

per un attimo dimentica di andare.<br />

Segnalazione speciale della Giuria<br />

Loriana Capecchi - Quarrata (PT)<br />

17


Non aveva studiato mio padre<br />

Non aveva studiato<br />

mio padre.<br />

[ La terra voleva braccia...<br />

Piccole le bocche da sfamare.]<br />

E, curvo sulla terra,<br />

frantumava zolle<br />

con la zappa.<br />

A luglio, al frinir delle cicale,<br />

raccoglieva [imperlata la fronte]<br />

covoni di grano sui campi.<br />

Non aveva studiato<br />

mio padre,<br />

ma suonava il violino<br />

con tanta maestria<br />

che, ai conviti,<br />

la gente si scordava<br />

di brindare.<br />

Lui, mio padre,<br />

con le sue lunghe nodose mani,<br />

spaccava tronchi<br />

là sull’aia,<br />

accanto alla casa avita.<br />

Non aveva studiato<br />

mio padre<br />

ma sapeva dipingere le chiese<br />

con Angeli e Santi<br />

rubando colori al cielo<br />

ai monti ai prati,<br />

ai bucaneve bianchi,<br />

ai fiordalisi.<br />

E poi mio padre<br />

18


parlava con gli uccelli<br />

e mi precedeva su, per gli irti sentieri<br />

della mia infanzia,<br />

che portavano a radure<br />

dove, tra i sassi,<br />

scorreva, cristallina<br />

acqua di neve.<br />

Oh, silvano silenzio<br />

delle nostre montagne!<br />

Oh, voce di mio padre<br />

che sempre m’insegnava<br />

le parole della vita!<br />

E a leggere il sole, i monti, i venti, i prati!<br />

Giorni belli ed andati,<br />

dolci ricordi<br />

vivi nella memoria!<br />

Così che la notte,<br />

escono nei sogni a ritrovarmi.<br />

E accanto a me vedo mio padre...<br />

vicino... come allora...<br />

Risento il suo violino,<br />

rivedo i suoi colori.<br />

Segnalazione speciale della Giuria<br />

Tilde Ferrari - Genova<br />

19


Per altra estate<br />

Bisogna andare oltre<br />

ad occhi chiusi, oltre anche<br />

le maree dei silenzi che si ripetono<br />

per farci vegliare la voce dell’amico<br />

ormai scomparso, seduti<br />

sulla panchina dove arriva il mare.<br />

Bisogna preparare il trasloco<br />

delle cose essenziali, profili e mani<br />

di chi sa esserci vicino, passato di vecchi<br />

che come gregge sparso si portano ancora<br />

al sonno che ci slega andando verso i cimiteri<br />

per ricordare una piccola foto senza nome.<br />

Se solo potessi trasmettere il tarlo<br />

ai vostri gridi nell’estate spogliata,<br />

in questo tempo che se ne va di sera<br />

sulle torce grattando un guizzo al cuore, stringerei<br />

anche la terra ch’era d’altri e non la nostra.<br />

Appannando i vetri alla finestra, mi preparo<br />

a risentire passi sui ciottoli di tufo,<br />

mi preparo al mordere del pane assieme<br />

ai gatti, in quella luce del giorno che accende<br />

le pareti mentre già dal mare chiama una voce<br />

e dice che è tempo nuovamente di migrare.<br />

Ma tu che sai l’uguale stupore nell’eternità del cielo<br />

quando ad oriente la sera si riempie di bagliori,<br />

tu che dalla vigna sgrovigli il cuore guardando<br />

i girasoli, aspetta ancora un anno e prima d’altra<br />

20


estate scalda la vita che ci resta e questo sogno,<br />

la memoria sulla pelle ancora illesa.<br />

Segnalazione speciale della Giuria<br />

Benito Galilea - Roma<br />

21


Carnevale di Viareggio nei ricordi<br />

Dal mar l’effluvio inonda la bella passeggiata<br />

folle, gaia, infiorata, tutta di sole bionda;<br />

quest’oggi il gran viale pervaso di splendore<br />

vuole rendere onore al nuovo carnevale.<br />

Ogni anno puntualmente, nel mese di febbraio<br />

diventa il gran vivaio di un’estate nascente.<br />

Ha quasi dugent’anni la manifestazione<br />

nata con l’intenzione di fugare gli affanni<br />

nell’illusione vana di scordare ogni ambascia,<br />

almeno nella fascia di qualche settimana.<br />

I<br />

II<br />

Dalla città giardino muovono i carri in festa<br />

col Burlamacco in testa in veste d’Arlecchino...<br />

Ed in mezzo all’ebrezza di tutto il popolino<br />

anch’io torno bambino e mi prende vaghezza...<br />

di scriver pari pari la storia virtuale<br />

di qualche carnevale in versi settenari,<br />

e, fra stelle filanti, coriandoli e canzoni<br />

rivivo sensazioni tra ricordi e rimpianti...<br />

22


...e i miei passi trascino nel cuore della festa<br />

col Burlamacco in testa in veste d’Arlecchino.<br />

III<br />

Il secolo che nasce, quest’anno ci regala<br />

in gran pompa, in gran gala un carnevale in fasce...<br />

che ha tutte le premesse d’essere messaggero<br />

di un mondo più sincero ... (ma son solo promesse)<br />

poi si sa, a carnevale, come un antico detto<br />

recita franco e schietto, qualunque scherzo vale.<br />

Per cui, nel breve incanto, brindiamo e folleggiamo<br />

anche se, ahimè, sappiamo che durerà soltanto...,<br />

... lo spazio d’un mattino ... Poi, nella mente resta<br />

quel Burlamacco in testa vestito d’Arlecchino.<br />

Segnalazione speciale della Giuria<br />

Giuseppe Medaglini - Firenze<br />

23


Il respiro del fiume<br />

Trascorsi i giorni, ci ritroviamo adulti,<br />

tra noi discorsi senza più parentesi,<br />

ed io, ignara di ogni evidenza,<br />

amo sostare qui, dove ancora giocosi<br />

si snodano i pensieri,<br />

nel sonnacchioso meriggio,<br />

ai confini del fiume.<br />

I suoi muschi, a fiorire ciottoli<br />

levigati d’anni,<br />

profumano ancora la nostra sera d’oggi,<br />

così povera di canti.<br />

Un profondo oblio<br />

mi avvolge, con il ricordo<br />

delle nostre acerbe primavere.<br />

E sento di avere in queste zolle scure<br />

e friabili come rena, insieme a te,<br />

radici che si perdono<br />

nel profondo della materia.<br />

Forse questo nostro vivere<br />

disincantato,<br />

così lontani dal respiro del fiume<br />

è onirico frutto,<br />

forse potremo ancora sentire<br />

sugli argini selvaggi,<br />

parole che altri non odono,<br />

sciamare a sillabe distratte<br />

nella cantilena del vento<br />

sull’acqua, a ricamarla d’onde.<br />

Segnalazione speciale della Giuria<br />

Anna Maria Battistini - Lucca<br />

24


Pioggia<br />

Pioggia sul lungolago<br />

e sui vigneti<br />

e sulle risaie<br />

a confondere ogni cosa<br />

in grigio piatto.<br />

Del verde non c’importa<br />

e vagheggiamo di amori<br />

perduti, di ali bagnate,<br />

di voli mai compiuti. Poi<br />

di poesia i discorsi<br />

fra la strada in salita<br />

e la collegiata antica<br />

con polittico d’autore.<br />

E ritrovare i riflessi<br />

di passati piaceri<br />

nel volto incrociato<br />

all’orario dei treni.<br />

Si scioglie la luce<br />

sui fiori delle acacie<br />

ed è ancora<br />

fangosa solitudine<br />

a guastare il tempo<br />

con un pugno di niente.<br />

Segnalazione speciale della Giuria<br />

Domenico Novaresio - Carmagnola (TO)<br />

25


Se vorrai<br />

Quando avrò varcato la frontiera<br />

e sarò passata dalla luce al buio<br />

o dal buio alla luce,<br />

non cercarmi nella folla<br />

per trovare la mia voce nel rumore,<br />

non sentirmi vicina sotto una pietra di marmo;<br />

se vorrai, potrai sentirmi<br />

nella carezza del vento,<br />

e vedrai il mio allegro sorriso<br />

nel moto delle nuvole<br />

che corrono in liberi cieli,<br />

e le mie tristezze nel pianto di un bimbo<br />

o nel silenzio di un vecchio;<br />

cercami, se vorrai, dentro te stesso,<br />

e nei miei versi,<br />

e nei miei colorati pasticci,<br />

nei libri, nelle piante,<br />

nei misteriosi occhi degli animali;<br />

cercami, se vorrai.......<br />

Segnalazione speciale della Giuria<br />

Orietta Palma Notari - Roma<br />

26


Lo sai<br />

sono per te<br />

i petali del mio cuore<br />

per te che fai<br />

un passo avanti<br />

e dieci indietro<br />

che t’affacci<br />

tenero<br />

al balcone di notte<br />

e chiudi le imposte<br />

a mezzogiorno.<br />

Io tengo in un vaso<br />

i tuoi pensieri<br />

e i miei a mazzi<br />

raccolti nei cassetti<br />

ma non so ancora<br />

in che modo<br />

il bucaneve<br />

sopravvive all’inverno.<br />

In che modo<br />

Segnalazione speciale della Giuria<br />

Sandra Vergamini - Camporgiano (LU)<br />

27


Poeti del Servizio Sanitario <strong>Nazionale</strong><br />

29


Un passo indietro<br />

Non più di qualche ciottolo riverso,<br />

qualche pianta confusa lungo il ciglio<br />

d’un promontorio, qualche suono inutile<br />

al richiamo che cerca, forse uccelli<br />

o la porta che cigola nel vecchio<br />

casolare perduto tra le foglie<br />

e un carro vuoto,<br />

non più di questo s’apre dal cancello.<br />

Eppure provo nel passarlo un certo<br />

senso che inquieta il profilo dei monti,<br />

una vuota vertigine dal fondo<br />

di questa valle che ho sempre veduto<br />

e si ferma soltanto se ritorno<br />

col respiro affannoso un passo indietro,<br />

al desolato<br />

giro consunto delle cose intorno.<br />

Lo stupore che gli scenari consueti sono sempre capaci di offrire; la sorpresa,<br />

che può anche farsi sbigottimento, sollecitata da un particolare inusuale,<br />

da un dettaglio fuori posto…: questo lo stato d’animo indagato con sottile<br />

acribia psicologica dall’Autore e partecipato al Lettore attraverso versi<br />

densi di un’attonita aspettativa, carichi di un misterioso sgomento che<br />

nasce, forse, più dal cuore del Poeta che dalle cose.<br />

<strong>Premio</strong> speciale “Il fiorino d’oro di Lucca”<br />

Tino Traina - Partanna (TP)<br />

31


Seta grigia<br />

è<br />

la solitudine<br />

d’autunno.<br />

Non odia,<br />

non piange nemmeno,<br />

è fatta<br />

di correnti assonnate,<br />

cassandre sopite,<br />

anelli adagiati<br />

sui mogani.<br />

Tra i rovi<br />

geme<br />

un’amazzone<br />

ferita.<br />

Liquori<br />

di lacrime<br />

bevute<br />

dal mare.<br />

Infusi<br />

di sguardi lucidi<br />

appena incrociati.<br />

E l’anima<br />

si ritrova.<br />

Cesarina Giustozzi - Macerata<br />

Sera d’autunno<br />

32


Luna a Fonteblanda<br />

Ho aspettato la notte di nascosto<br />

come un marziano dentro i cespugli degli elicrisi<br />

sulle dune del mare, poi<br />

fasciando i passi ho seguito<br />

il cono del tuo chiarore<br />

fino ai bordi della collina dove ti eri fermata.<br />

Mentre ti guardavo incantato,<br />

anche gli altri mondi dell’universo sono venuti più vicino<br />

ciascuno restando sospeso<br />

nel disegno del proprio moto.<br />

Nel colmo del silenzio<br />

straripante sulla radura dei pini,<br />

mi hai afferrato nella tua gravitazione<br />

e un’onda di luce<br />

mi ha sollevato fino a te.<br />

Vincenzo Marsili - S. Maria Del Giudice (LU)<br />

33


Mulier insula<br />

L’ho sempre chiamata Irene<br />

nel cuore e nei poveri versi<br />

soprattutto nella mia instancabile<br />

insonne mente<br />

e l’ho incontrata mille volte<br />

era la figlia della strega del nord<br />

o la ragazza dell’est<br />

stuprata dal padre e venduta<br />

era la figlia di cinque padri<br />

e di alcune madri ubriache<br />

era rincorsa ovunque andasse<br />

dal rito tribale dell’anima<br />

della sua terra assetata<br />

era il sorriso minerale e cosmico<br />

che si apriva a volte<br />

sul suo viso<br />

e riverberava nella mente<br />

un incantevole terrore<br />

era Madame Bovary del Canavese<br />

che flirtava in cuor suo<br />

con tutto l’ospedale<br />

era tutte le ragazze<br />

“ di frontiera” di qua e di là<br />

del vivere e del morire<br />

del piangere e dell’amare<br />

con tutte le loro cicatrici<br />

le loro vite incannulate<br />

34


era la dama col diavolo in corpo<br />

che ingoiava per questo rosari<br />

era tutte troppe le donne<br />

che ho visto piangere<br />

e non fermarsi<br />

- ho impiegato degli anni<br />

a capire che alcune potevo<br />

abbracciarle per farle smettere –<br />

era la madre del giovane bello e dannato<br />

che lo sguardo di luna non ha salvato<br />

la giovane moglie del matto<br />

che offriva il suo petto<br />

come unica cosa concreta<br />

nel suo mondo alienato<br />

erano le slave sposate<br />

da italiani imbelli e frustrati<br />

che non sapevano difenderle<br />

dai loro amici<br />

e dai loro ricordi<br />

era la ragazza con il corpo da mannequin<br />

e gli occhi senza vita<br />

poche invero erano belle<br />

quelle che venivano<br />

dallo psichiatra della mutua<br />

di solito prendevano<br />

la via degli studi sui viali alberati<br />

e da noi venivano spente,<br />

scialbate, sformate<br />

ma io ho imparato<br />

35


senza sforzo, in realtà,<br />

mi sono abituato<br />

a cogliere un dettaglio,<br />

un ritaglio di specchio dell’anima<br />

spesso rubato<br />

come un vojeur di vetrina del corso<br />

non sempre lo sguardo<br />

a volte, spesso, temuto<br />

per quanto di disperato<br />

avrebbe potuto rivelare<br />

che mi avrebbe pietrificato<br />

a volte un sorriso<br />

od un gesto antico<br />

o l’ovale del viso<br />

o l’incedere lieve<br />

miracolosamente conservato<br />

a volte, spesso, a sera<br />

dall’orizzonte mi vengono incontro<br />

tutte loro<br />

in file scomposte<br />

ma sensate<br />

sempre un po’ rigide<br />

un po’ enigmatiche<br />

mi accolgono e mi interrogano<br />

e si fanno ammirare ed amare<br />

e dicono bene<br />

al mio migrare.<br />

Davide Nervo - S. Mauro Torinese (TO)<br />

36


Finalisti


Baruch Spinoza, ottico<br />

A sera chiudono i petali le rose,<br />

palpebre che custodiscono profumi<br />

e sogni, l’altra cenere dell’ombra,<br />

il silenzio della luce. Stanco d’avere<br />

lavorato su cumuli di lenti, ora Baruch<br />

indugia a levigare idee,con insonne<br />

speranza disputa col proprio démone,<br />

s’accanisce a interrogarlo. Fra passato<br />

che non passa e un futuro che non<br />

inizia, strappa radici per mutarle<br />

in ali, perché ogni caduta diventi<br />

volo. Forzando l’ostrica oscura<br />

del suo tempo, vi intrude, con mani<br />

impigliate d’ombre, il granello<br />

di sabbia che si fa perla, lampo<br />

che illumina l’Europa.<br />

Giuseppe Addamo - Modena<br />

39


La ragazza della collina<br />

“Puttana!” - Era tutto ciò che suo padre,<br />

a cena, le sapeva dire.<br />

Gente per bene,<br />

col negozio, la villetta.<br />

Lei, con la `500’,<br />

mi scarrozzava su per la collina;<br />

si contavano le stelle e loro,<br />

da lassù, tifavano per noi,<br />

per quelle mani che impazzivano<br />

frenetiche ... e molto altro ancora.<br />

Poi si scendeva giù in città.<br />

Piazza Vittorio, illuminata, ci accoglieva;<br />

sembrava ci dicesse: “Entrate,<br />

posate l’auto, rifocillatevi!”.<br />

Noi, ubbidienti, passeggiavamo,<br />

non necessariamente mano nella mano<br />

però, una sola occhiata... ed eran baci<br />

sotto i portici, via Po, via Garibaldi:<br />

fantastici gelati all’Happy Days.<br />

Non mi pareva vero.<br />

Se per caso incontravo qualche amico,<br />

la presentavo fiero<br />

(e diventavo Hemingway,<br />

in quella foto col piede sul leone).<br />

Povera mamma!<br />

L’orecchio sempre attento, la notte,<br />

40


a quel girar di chiave.<br />

Inutile spiegare, poi:<br />

il mio sorriso ebete<br />

svelava più che mille confidenze.<br />

Non so per quanto tempo il torrente,<br />

il gufo, la quercia udirono<br />

la nostra canzone;<br />

so solo che svanì, a poco, a poco,<br />

come manciata di sabbia<br />

dispersa dal vento,<br />

nel deserto d’amore.<br />

Alessandro Bertolino - Torino<br />

41


Ritratto di signora<br />

Dipingimi con tratto elegante<br />

- tu che sai -<br />

occhi intensi che mirano lontano<br />

e un sorriso morbido,<br />

soffuso lievemente di malìa.<br />

Pittura nell’ovale del mio viso<br />

- senza mai troppo marcare -<br />

labbra che si atteggiano al bacio<br />

e un filo appena di seduzione<br />

che sia garbata, non volgare.<br />

Disegnami un corpo armonioso<br />

- come di sirena -<br />

snello ma non proprio magro,<br />

che sinuoso si adagi<br />

a modellare la veste leggera.<br />

Se vuoi, ritrai giù sullo sfondo<br />

- con la tua maestria -<br />

l’atmosfera più suggestiva<br />

di una limpida sera di primavera<br />

coi riflessi rosa del tramonto.<br />

Alla mia mano, poi,<br />

dai la posa di un saluto.<br />

Che non sembri però un addio,<br />

perché io vorrei lasciare<br />

- a chi domani sosterà a guardare -<br />

la migliore immagine di me:<br />

una delicata sensazione<br />

42


del mio amore di vivere la vita<br />

e la percezione<br />

di una interiore, pacata serenità.<br />

Fabiano Braccini - Milano<br />

43


Sentiero<br />

... se il filo ha segnato<br />

l’incipiente<br />

illusione dei sogni,<br />

se potessi guidare<br />

questo mio tempo senza pace,<br />

senza promesse,<br />

mi affiderei al domani,<br />

perché la solitudine non chiede,<br />

sottrae, dimentica<br />

legami indecorosi<br />

come gelide reliquie.<br />

Fra le molte inquietudini<br />

mi solleva l’antica saggezza<br />

secondo cui tutto viene meno<br />

quando ci abbandona la speranza.<br />

E’ il tuo arrivo che mi consola,<br />

so che ci sarai.<br />

II sentiero, il nostro sentiero attende.<br />

Sarà bagliore di luce<br />

nella notte buia,<br />

sarà acqua di sorgente<br />

nel cammino più arso.<br />

Giovanna Della Maggiore - Ponte Buggianese (PT)<br />

44


Il vento magico<br />

Sai,<br />

non riesco a capire<br />

chi vuole togliere<br />

la magia dai tuoi occhi.<br />

E’ inconcepibile,<br />

davvero ingiusto,<br />

sento però il tuo cuore battere:<br />

è questo l’importante.<br />

Lascia i tuoi capelli nel vento<br />

falli saporire della salsedine<br />

lasciata dal mare,<br />

fatti cullare con una poesia<br />

sbocciata da una delicata rosa di stelle<br />

perché la stessa magia<br />

è dentro di te<br />

in fondo al tuo cuore<br />

e solo quando credi in te<br />

tutto questo vive nei tuoi più profondi pensieri.<br />

Mennucci Luca - Marlia (LU)<br />

45


Certamente<br />

Certamente<br />

nel viaggio sono di ritorno, e anche<br />

vicino ad arrivare, perché profumi noti<br />

colgo, e le nostre luci<br />

calde di riferimento<br />

riprendono il consueto<br />

del dove stare<br />

il cuore appagano le tinte attese;<br />

tracce di odore quale impensato porto<br />

un che di cucinato ai tempi<br />

in cui si aveva fame, e troppo<br />

non se n’aveva, a renderlo<br />

più buono;<br />

- ma a che ti giova<br />

tornare adesso, che i tuoi d’un tempo<br />

tutti son morti?<br />

a un luogo<br />

si torna, che è rimasto dentro;<br />

il tempo invece brucia: ora, consunto,<br />

forme e presenze ha abbandonato insieme<br />

sovra poste ad esistere, affetti e delusioni,<br />

n’è pieno il cuore, pure oggi, al momento<br />

delle passioni tristi<br />

che umiliano la vita -e quanto ancora<br />

resterebbe da fare<br />

né solo ritorno; sento che devo ora<br />

aprire porte relegate chiuse -e pure<br />

mestiere conservano d’aprirsi,<br />

46


anche se verso dentro<br />

né torno solo, perché ti ho conosciuta<br />

e son nati figli, figli dei figli, altre persone<br />

che bene si aggiungono ai miei d’allora;<br />

per nascere ora vengo definitivamente<br />

a presentarmi al nuovo<br />

che non si può scansare<br />

-né mi interessa farlo<br />

a parte il soffrirne, coscienza non provo<br />

da dove io stia venendo, e tanto<br />

indistinta mi tiene<br />

voglia di camminare<br />

a casa mia<br />

vivere è un continuato andare dove<br />

si vada via; per noi cambiare è l’unica ventura,<br />

convinzione è rimasta che in quel luogo<br />

nascere una sola volta<br />

proprio non basta; e la ragione<br />

vera<br />

del mio ritorno è questa<br />

Giorgio Montagnoli - S. Maria Del Giudice (LU)<br />

47


Sopra questo ponte<br />

Sopra questo ponte.<br />

Questo ponte che oscilla.<br />

Sempre.<br />

Un pensiero gettato nell’abisso:<br />

ardere sulla scia di un sogno.<br />

Inseguirlo tanto da dimenticar se stessi.<br />

Mandami questo sogno benedetto.<br />

Mandami una passione intensa, fammi dimenticare<br />

le macabre introspezioni che ancora tento, in pomeriggi<br />

di evidente follia, senza lasciar spazio<br />

per la campana che fuori risuona.<br />

Mandami delle storie buone, da raccontare agli adulti<br />

prima di dormire.<br />

Mandami, mandami danzatrici<br />

sul limitare dell’accampamento,<br />

svelte di fianchi e flessuose di pensiero.<br />

Là, sullo specchio di una luna che riempie il cielo.<br />

Sotto la puntinata architrave che sostiene l’universo,<br />

il senso apparirà immediato.<br />

C. Alberto Turrini - Verona<br />

48


Sezione Giovani


Neve<br />

Cancelli le mie orme<br />

come io vorrei dimenticare<br />

il mio passato;<br />

porti il tuo piacevole silenzio<br />

come io vorrei diffondere<br />

l’amore a tutti...<br />

Assorbi i rumori<br />

come io vorrei fare con i<br />

miei problemi;<br />

voli leggera nell’aria come<br />

vorrei facesse<br />

la mia anima in cielo;<br />

ma poi ti affievolisci<br />

sempre più,<br />

come la mia felicità<br />

quando si accorge della realtà...<br />

Un lessico immediato e naturale; immagini fresche, pulite, talora un po’<br />

ingenue, ma mai banali; versi semplici, costruiti attorno a un’unica figura<br />

retorica per esprimere un mondo sentimentale spontaneo e trasparente.<br />

Candido, proprio come la neve che dà il titolo alla lirica.<br />

1 a Classificata<br />

Laura Capella - Saint-Raphael (Francia) - anni 17<br />

51


L’arcobaleno della III A<br />

(dedicata ai miei compagni di classe)<br />

In classe mia siam più di venti<br />

e di otto nazioni differenti:<br />

Cina, Bangladesh, Romania,<br />

Albania, Tunisia e così via...<br />

Ogni mattina alle otto e quaranta<br />

sembriamo in cento e la baldoria é tanta<br />

Senza confini e con tanta gioia<br />

facciam festa alla maestra Gloria.<br />

Il nostro cuore di gioia è pieno,<br />

perché siamo un arcobaleno,<br />

da tanti luoghi provenienti,<br />

rappresentiamo i Continenti.<br />

Anche il sole fa capolino<br />

in classe nostra ogni mattino,<br />

certamente anche lui sa<br />

che fra di noi c’è solidarietà.<br />

Quattro quartine allegre e colorate, scandite dalla rima baciata, formano<br />

la cantilena per un girotondo intorno al mondo. Un quadretto forse un<br />

po’ ‘arcadico’ della scuola dei nostri giorni! Ma il fatto che nasca dalla<br />

mente libera e fantasiosa di una bambina di undici anni apre il cuore<br />

alla speranza di tempi migliori.<br />

2 a classificata Sezione Giovani<br />

Martina Marotta - Prato - anni 11<br />

52


Segnalato<br />

Sole nella nebbia<br />

Sorto il sole<br />

un tramonto bianco che opale<br />

rende alla vista<br />

il paese in armatura.<br />

Accecanti le strade e le auto<br />

questo cielo ingoia i fumi<br />

delle cartiere<br />

ce ne stiamo affranti nei nostri<br />

angoli in penombra<br />

dove né alba né crepuscolo<br />

sfiorano occhi e anima<br />

io mi sento contorcere dentro<br />

accoltellato da un incomprensibile<br />

che raramente fu del mio naso<br />

con le fronde delle tue mani.<br />

Sole nella nebbia<br />

Mio grande<br />

piccolo<br />

segreto.<br />

Matteo Rubens Lunardi - Porcari (LU) - anni 19<br />

53


Segnalato<br />

Silenzio<br />

II silenzio vibrante<br />

di una notte penetrante,<br />

aria pregna di parole<br />

mai espresse dal mio cuore pavido,<br />

impaurito dal solo pensare<br />

ad esse, che nel cuore può serbare.<br />

Thomas Giannoni - Lucca - anni 14<br />

54


Segnalata<br />

La faccia<br />

stranita<br />

mi guarda;<br />

ha occhi<br />

diversi,<br />

consapevoli<br />

del suo<br />

misterioso esistere.<br />

Amico<br />

porgi un sorriso<br />

a chi<br />

come te<br />

reca una preziosa<br />

diversità.<br />

Visi<br />

Giulia Vannucchi - Viareggio - anni 10<br />

55


Indice<br />

PRESENTAZIONE ..............................................................................3<br />

GIURIA ..................................................................................................4<br />

VINCITORI E SEGNALATI<br />

Edda Pellegrini Conte: La vita nei vestiti rivoltati................................6<br />

Bruno Piccinini: giobbe, chi è? .............................................................. 8<br />

Giovanni Bottaro: Con me il salto dello scoiattolo ................................. 9<br />

Armando Giorgi: Nel teatro degli occhi ............................................... 11<br />

Umberto Druschovic : Il pane della terra .......................................... 12<br />

Gino Rago : Terra di Siena ................................................................ 14<br />

Loriana Capecchi: In ascolto di mio padre ......................................... 16<br />

Tilde Ferrari : Non aveva studiato mio padre ....................................... 18<br />

Benito Galilea : Per altra estate ........................................................... 20<br />

Giuseppe Medaglini : Carnevale di Viareggio nei ricordi ................... 22<br />

Anna Maria Battistini: Il respiro del fiume ........................................ 24<br />

Domenico Novaresio: Pioggia .......................................................... 25<br />

Palma Notari Orietta: Se vorrai ........................................................ 26<br />

Sandra Vergamini : In che modo ......................................................... 27<br />

POETI DEL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE<br />

Tino Traina : Un passo indietro .......................................................... 31<br />

Cesarina Giustozzi: Sera d’autunno ................................................... 32<br />

Vincenzo Marsili: Luna a Fonteblanda .............................................. 33<br />

Davide Nervo: Mulier insula .............................................................. 34<br />

57


FINALISTI<br />

Giuseppe Addamo: Baruch Spinosa, ottico ......................................... 39<br />

Alessandro Bertolino : La ragazza della collina ................................ 40<br />

Fabiano Braccini: Ritratto di Signora..................................................42<br />

Giovanna Della Maggiore: Sentiero .................................................. 44<br />

Luca Mennucci: Il vento magico .......................................................... 45<br />

Giorgio Montagnoli: Certamente ...................................................... 46<br />

C. Alberto Turrini : Sopra questo ponte ............................................. 48<br />

SEZIONE GIOVANI<br />

Laura Capella: Neve ........................................................................... 51<br />

Martina Marotta : L’arcobaleno della III A ....................................... 52<br />

Matteo Rubens Lunardi : Sole nella nebbia....................................... 53<br />

Thomas Giannoni : Silenzio ............................................................ 54<br />

Giulia Vannucchi : Visi .................................................................... 55<br />

58


Il Comitato Organizzatore, composto da:<br />

Dott. Ing. Oreste Tavanti, Dott. Pietro Giorgio Magnani, Prof. Angelo<br />

Nerli, Dott. Moreno Marcucci, Paolo Tardelli, Sergio Vaniglio, Vanna<br />

e Luciana <strong>Galliani</strong>,<br />

ringrazia per la preziosa collaborazione i membri della Giuria, la Azienda<br />

USL 2, la Regione Toscana, La Provincia di Lucca, i Comuni di<br />

Altopascio, Capannori, Lucca, Montecarlo, Pescaglia, Porcari e Villa<br />

Basilica, l’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri di Lucca, l’Azienda di<br />

Promozione Turistica, l’Associazione “Lucchesi nel Mondo”, la Banca<br />

del Monte di Lucca, la Cassa di Risparmio di Lucca, la Fondazione<br />

Cassa di Risparmio di Lucca e la Fondazione Banca del Monte di<br />

Lucca.


Finito di stampare<br />

nel mese di giugno<br />

dell’anno 2008<br />

dalla Litotipo<br />

San Marco di Lucca<br />

per conto della<br />

San Luca - Società Cooperativa

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