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restauro del profferlo del palazzo comunale di tarquinia - Società ...

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muoiono costoro che patirono in nome <strong>di</strong> Cristo. Ecco Saturnino, Sisinnio, Timoteo che qui<br />

riposano tranquillamente col <strong>di</strong>letto Sinfoniano”. Trattasi evidentemente <strong>di</strong> reliquie <strong>di</strong><br />

martiri cristiani che trovarono sepoltura in questo tempio. Tali reliquie infatti dovettero<br />

essere conservate all’interno <strong>del</strong> ciborio posto sotto l’altare basilicale.<br />

Il campanile a vela, collocato sul lato sinistro <strong>del</strong>la facciata, al momento<br />

<strong>del</strong>l’e<strong>di</strong>ficazione <strong>del</strong>la chiesa venne costruito sul lato opposto: ne danno testimonianza i<br />

fori nella volta <strong>del</strong>la navata <strong>di</strong> destra, lungo i quali scorrevano le funi <strong>del</strong>le campane. Forse<br />

per le vibrazioni o per altri motivi <strong>di</strong> statica, il campanile venne spostato mentre sul lato<br />

esterno <strong>del</strong>la parete venne costruito un grosso sperone, ancora ben visibile al visitatore che<br />

si porti fuori <strong>di</strong> Porta Castello, sottostante la Chiesa.<br />

Una volta entrati all’interno <strong>del</strong> tempio, si rimane soggiogati dalla maestosità <strong>del</strong>la<br />

costruzione e dalla semplicità solenne <strong>del</strong>le sue linee architettoniche, favorite dalla materia<br />

con cui le strutture vennero e<strong>di</strong>ficate: il macco giallastro, che è <strong>di</strong> se<strong>di</strong>mento marino e il<br />

nenfro nero-grigiastro dei capitelli e degli altri elementi decorativi.<br />

Sulla sinistra, appena entrati, si legge la seguente lapide che testimonia <strong>del</strong> periodo<br />

e dei propugnatori <strong>di</strong> questa chiesa, assai grande in rapporto alla modestia <strong>del</strong>la Corneto<br />

me<strong>di</strong>oevale e <strong>del</strong>la sua popolazione. Essa <strong>di</strong>ce “Imperando Enrico ed essendo papa Calisto,<br />

questa basilica venne incominciata l’anno 1121 dal Natale <strong>di</strong> Cristo. Il degno priore Guido,<br />

pio, probo, benigno fece scolpire questo <strong>di</strong>stico nel primo anniversario <strong>del</strong>l’opera”.<br />

Sul lato opposto, invece, si legge la memoria <strong>del</strong>la sua consacrazione “In nome <strong>di</strong><br />

Cristo, così sia. Nell’anno <strong>del</strong> Signore 1208, in<strong>di</strong>zione decima, ai tempi <strong>del</strong> signore<br />

Innocenzo III papa, il 20 maggio questo tempio venne de<strong>di</strong>cato alla Beata Maria, alla cui<br />

de<strong>di</strong>cazione <strong>di</strong>eci Vescovi furono presenti <strong>di</strong> persona, vale a <strong>di</strong>re quelli <strong>di</strong> Tuscania, Amelia,<br />

Bagnoregio, Castro, Soana, Orvieto, Orte, Civitacastellana, Nepi e Sutri. Essendo stati<br />

do<strong>di</strong>ci i Vescovi invitati, quelli <strong>di</strong> Narni e Grosseto che non poterono intervenire, inviarono<br />

giustificazione per lettera. Nel primo anno <strong>di</strong> questa de<strong>di</strong>cazione, essi concessero<br />

indulgenze <strong>di</strong> do<strong>di</strong>ci anni a quelli che vi erano convenuti. Annualmente poi condonarono<br />

quattro anni dalla ingiunta penitenza a coloro che, con spirituale letizia, venissero<br />

devotamente in questa basilica. Similmente concessero un anno al vocabolo <strong>di</strong> questa<br />

chiesa. Le cose surriferite furono fatte dal priore Angelo, che allora presiedeva a questo<br />

tempio per grazia <strong>del</strong> Signore”.<br />

Riguardo a questa cerimonia <strong>di</strong> consacrazione, c’è da <strong>di</strong>re che la presenza <strong>di</strong> do<strong>di</strong>ci<br />

Vescovi sta a denotare l’importanza <strong>del</strong>l’avvenimento se si considerano le <strong>di</strong>stanze in un<br />

(2) L. Dasti - Notizie Storiche Archeologiche <strong>di</strong> Tarquinia e Corneto. Tip. <strong>del</strong>l’Opinione - Roma 1878<br />

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