Ecco il racconto del nostro viaggio - CuoreBio
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speciale Cina<br />
in <strong>viaggio</strong> verso est…<br />
Ovunque tu vada, vacci con tutto <strong>il</strong> tuo cuore.<br />
Confucio<br />
Prima <strong>del</strong> <strong>nostro</strong> <strong>viaggio</strong>, <strong>del</strong>la Cina avevamo sentito<br />
parlare spesso: un paese immenso, con m<strong>il</strong>ioni di abitanti,<br />
un mondo lontanissimo che, come tutto ciò che<br />
è diverso e distante da noi, può anche spaventare.<br />
La tentazione, infatti, è sempre quella di ricondurre<br />
una realtà così grande e variegata ad un unico mo<strong>del</strong>lo,<br />
quello di un Paese che subisce una forte repressione<br />
e in cui vengono violate continuamente libertà<br />
di stampa e d’opinione e lesi i diritti civ<strong>il</strong>i.<br />
La Cina è sicuramente anche questo, ma non solo.<br />
È un paese, infatti, ricco di contraddizioni che è possib<strong>il</strong>e<br />
cogliere solo guardandolo bene e dall’interno.<br />
Abbiamo viaggiato molto per raggiungere tutte le<br />
località dove hanno sede i progetti agricoli con cui<br />
lavoriamo e, sia nella città che nelle campagne, abbiamo<br />
potuto girare senza subire particolari controlli o<br />
divieti (era uno dei nostri timori maggiori). Le persone<br />
che abbiamo incontrato per la strada, curiose di noi,<br />
ci hanno fermato facendoci un sacco di domande<br />
riguardo alla nostra provenienza, stupendosi <strong>del</strong>le<br />
motivazioni che ci avevano condotto in Cina. Non<br />
capita tutti i giorni di incontrare dei viaggiatori “non<br />
turisti”, ma osservatori interessati al mondo agricolo<br />
bio. Questo <strong>viaggio</strong>, infatti, ci ha confermato l’opinione<br />
secondo cui dentro alla Cina ci sono tante Cine da<br />
conoscere, andando oltre l’apparenza e <strong>il</strong> pregiudizio.<br />
Non ci aspettavamo l’esistenza di un mondo agricolo<br />
biologico sostenuto e promosso dal governo, fatto di<br />
agricoltori che amano <strong>il</strong> loro mestiere, considerandolo<br />
anche un modo per migliorare la propria condizione<br />
economica e sociale. Abbiamo incontrato giovani cinesi<br />
impegnati in favore <strong>del</strong>l’ambiente e <strong>del</strong> biologico<br />
capaci di organizzare in poco tempo un “flash mob”<br />
di protesta attraverso <strong>il</strong> web riunendo migliaia di coetanei.<br />
Sono raduni pacifici ma determinati: c’è <strong>il</strong> rischio<br />
di arresti da parte <strong>del</strong>le forze <strong>del</strong>l’ordine per queste<br />
proteste promosse da Internet, s<strong>il</strong>enziose e non violente,<br />
senza colori politici né leader “rivoluzionari” che<br />
si pongono alla guida <strong>del</strong>le masse.<br />
Ci hanno raccontato, sorridendoci, che l’uso di Face-<br />
book è vietato dal governo cinese, ma che per i ragazzi<br />
ci sono altri metodi per comunicare ut<strong>il</strong>izzando la rete.<br />
Perplessità<br />
Da parte dei consumatori occidentali la perplessità<br />
nei confronti dei prodotti biologici cinesi non manca.<br />
Le domande che frequenti ricorrono sono: “Saranno<br />
contraffatti? Vengono sottoposti a controlli secondo<br />
<strong>il</strong> regolamento <strong>del</strong> biologico? Sono sicuri come quelli<br />
italiani ed europei? E soprattutto, perché si deve ricorrere<br />
a prodotti provenienti da un Paese così lontano?”<br />
EcorNaturaSì ha organizzato questo <strong>viaggio</strong> verso<br />
“Oriente” proprio per poter raccogliere più notizie<br />
possib<strong>il</strong>i sulla qualità effettiva e sulle certificazioni bio<br />
dei prodotti importati, ma anche per constatare che<br />
le condizioni di lavoro di chi è impegnato nel biologico<br />
siano rispettose dei diritti <strong>del</strong>l’uomo. Ebbene,<br />
quanto abbiamo scoperto ci ha stupito e ci ha fatto<br />
riflettere: lontane da metropoli e da centri industriali,<br />
davanti ai nostri occhi si sono aperte vallate interamente<br />
biologiche dalle quali provengono prodotti<br />
controllati da enti certificatori interni ed esterni,<br />
rispettando i regolamenti europei <strong>del</strong> biologico.<br />
Inoltre <strong>il</strong> biologico, abbiamo saputo, viene incentivato<br />
dal governo cinese che concede fac<strong>il</strong>itazioni a chi<br />
sceglie questo metodo di coltivazione: minori tasse,<br />
uso gratuito dei terreni, finanziamenti per l’acquisto<br />
di macchinari agricoli, corsi di formazione e supporto<br />
tecnico specialistico. È <strong>il</strong> governo stesso, inoltre, che<br />
si fa promotore di controlli sui prodotti destinati<br />
comunque a subire ulteriori verifiche dagli organismi<br />
internazionali di certificazione. Del resto, in Cina si sta<br />
da poco diffondendo l’abitudine di consumare prodotti<br />
biologici, come testimonia la diffusione di negozi<br />
specializzati, soprattutto nelle grandi città.<br />
I terreni <strong>del</strong>le coltivazioni biologiche da cui provengono<br />
prodotti cinesi a marchio Ecor sono lontani da fonti<br />
di inquinamento industriale o urbano, perché situati<br />
prevalentemente nelle regioni settentrionali, in Manciuria<br />
e in Mongolia, a qualche ch<strong>il</strong>ometro dalla Russia.<br />
Si tratta di terreni incontaminati che, in molti casi, non<br />
sono mai stati coltivati in maniera “convenzionale”<br />
e quindi sono esenti da sostanze chimiche di sintesi.<br />
Lavoro nei campi<br />
Notizie confortanti anche per quanto riguarda la<br />
gestione <strong>del</strong> lavoro nei campi: nelle aziende visitate,<br />
abbiamo potuto constatare che non si ricorre<br />
a manodopera minor<strong>il</strong>e, né a sfruttamento di braccianti<br />
agricoli. I salariati agricoli cinesi occupati nelle<br />
aziende biologiche vengono pagati più di quelli<br />
convenzionali: se rapportati con i nostri, i loro compensi<br />
sono sicuramente più bassi, ma coerenti con<br />
<strong>il</strong> costo <strong>del</strong>la vita locale. Pur avendo un tenore di<br />
vita comunque modesto, ben diverso da quello <strong>del</strong><br />
contadino occidentale, gli agricoltori incontrati sono<br />
apparsi soddisfatti <strong>del</strong> loro mestiere che praticano con<br />
passione; non si lasciano abbattere dalla fatica <strong>del</strong><br />
duro lavoro nei campi, in gran parte ancora manuale,<br />
e coltivano la terra nel rispetto <strong>del</strong>la natura, contribuendo<br />
a mantenere la biodiversità <strong>del</strong> Paese. I loro<br />
metodi naturali possono sembrare obsoleti, residuo di<br />
un tempo ormai trascorso e superato dalla mentalità<br />
occidentale, che ha fatto <strong>del</strong>la meccanizzazione <strong>il</strong> suo<br />
principale criterio produttivo, ma è necessario comprendere<br />
i vantaggi che derivano dalla loro adozione.<br />
Prima di tutto, essa consente un maggiore contatto<br />
con l’ambiente: <strong>il</strong> contadino sente la natura, vive dentro<br />
di essa, raccoglie con le proprie mani i frutti che<br />
ne provengono, impara a rispettarla e ad amarla, evitando<br />
ogni comportamento che possa danneggiarla.<br />
Nel corso <strong>del</strong>la nostra visita, infatti, abbiamo potuto<br />
constatare che, grazie alle pratiche <strong>del</strong>la tradizione<br />
agricola, i contadini cinesi spesso non hanno nemmeno<br />
bisogno di ut<strong>il</strong>izzare gli antiparassitari naturali o<br />
i concimi organici previsti nel regolamento europeo,<br />
perché gli stessi metodi di coltivazione, <strong>il</strong> clima e<br />
l’habitat incontaminato li rendono superflui. Il lavoro<br />
manuale, va da sé, ha i suoi vantaggi anche in termini<br />
di maggiore occupazione: se le macchine sostituissero<br />
l’attività di decine di braccia, si registrerebbe un incremento<br />
<strong>del</strong>la disoccupazione e molti lavoratori agricoli<br />
sarebbero costretti a trasferirsi nelle aree industriali<br />
dalla parte opposta <strong>del</strong> Paese. Oppure a emigrare alla<br />
ricerca di condizioni di vita migliori.<br />
In questo modo, invece, hanno la possib<strong>il</strong>ità di restare<br />
nella loro terra, circondati da un ambiente che è per<br />
loro fonte primaria di sostentamento e di possib<strong>il</strong>e<br />
sv<strong>il</strong>uppo economico.<br />
Certo, anche <strong>il</strong> mondo <strong>del</strong> biologico cinese, come<br />
altre realtà di agricoltura biologica più vicine a noi,<br />
deve ancora fare molti passi in avanti. Anche se,<br />
da parte <strong>del</strong>le persone che abbiamo incontrato,<br />
c’è la volontà di migliorare sempre di più, sempre<br />
nel rispetto <strong>del</strong>l’uomo e <strong>del</strong>l’ambiente. Un desiderio<br />
che si inserisce nel contesto di una nuova sensib<strong>il</strong>ità<br />
ambientale e si estende a tematiche come la raccolta<br />
differenziata, l’inquinamento atmosferico o l’ut<strong>il</strong>izzo<br />
di risorse energetiche alternative. Consapevole dei<br />
propri limiti, dunque, la Cina “biologica” si mostra<br />
favorevole al cambiamento laddove è possib<strong>il</strong>e e<br />
necessario, salvaguardando, però, le caratteristiche<br />
autentiche dei suoi coltivatori biologici, che scelgono<br />
ogni giorno di rispettare la loro terra (che è poi una<br />
sola, e quindi è anche la nostra). Lavorare la terra ed<br />
essere a contatto con la natura rende gli esseri umani<br />
più vicini, uniti in un’armonia tra la terra e <strong>il</strong> cielo, sotto<br />
la cui volta viviamo tutti, indipendentemente dalla<br />
parte <strong>del</strong> mondo in cui si ha la ventura di nascere.<br />
Nella scuola <strong>del</strong> v<strong>il</strong>laggio Un té a casa Chuan Itinerario <strong>del</strong> gruppo EcorNaturaSì<br />
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