Ecco il racconto del nostro viaggio - CuoreBio
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gli incredib<strong>il</strong>i tassi di sv<strong>il</strong>uppo, sia ancora un Paese<br />
principalmente rurale. L’agricoltura cinese è sostanzialmente<br />
semplice e a gestione famigliare. Molte<br />
superfici sono incontaminate, perché l’inquinamento<br />
è concentrato nel centro-sud <strong>del</strong> Paese mentre i prodotti<br />
che importiamo vengono dal nord-ovest, dalla<br />
Manciuria e dalle aree confinanti con la Russia. A mio<br />
giudizio, per la sicurezza abbiamo le stesse certezze e<br />
garanzie <strong>del</strong> mercato italiano ed europeo: ci sono gli<br />
organismi di controllo, ci sono le analisi campione, c’è<br />
la conoscenza diretta <strong>del</strong> produttore/fornitore.<br />
3. Molte persone si chiedono: perché dobbiamo<br />
importare prodotti da così lontano?<br />
Ciò accade per più ragioni. A volte perché i prodotti<br />
nel <strong>nostro</strong> Paese mancano o sono insufficienti; in altri<br />
casi perché <strong>il</strong> mercato ci richiede <strong>il</strong> miglior prodotto<br />
al minor prezzo. A chi si preoccupa per l’inquinamento<br />
da trasporti, sottolineo che s’inquina meno importando<br />
materie prime che viaggiano via nave e che<br />
vengono inviate direttamente ai luoghi di trasformazione,<br />
piuttosto che attingendo a f<strong>il</strong>iere commerciali<br />
anche nazionali, ma con molti passaggi intermedi,<br />
che moltiplicano la movimentazione su strada.<br />
4. Ma come mai tanto interesse per <strong>il</strong> settore<br />
biologico da parte dei piccoli imprenditori cinesi?<br />
Il sogno dei produttori è dimostrare con la loro esperienza<br />
che è possib<strong>il</strong>e convertire l’agricoltura cinese<br />
verso pratiche eco-compatib<strong>il</strong>i, perché progresso economico/sociale<br />
e ambiente devono sv<strong>il</strong>upparsi di pari<br />
passo e in equ<strong>il</strong>ibrio. I contadini cinesi hanno bisogno<br />
<strong>del</strong>la fiducia dei consumatori occidentali per poter<br />
crescere e avviare nel Paese una riflessione su un<br />
processo di conversione di larga scala, per consentire<br />
uno sv<strong>il</strong>uppo di un pensiero alternativo, ecosostenib<strong>il</strong>e,<br />
che possa portare, nel tempo, a una consapevolezza<br />
<strong>del</strong>l’importanza di quello che si chiama “BIL”,<br />
benessere interno lordo.<br />
carta d’Identità <strong>del</strong>la Cina<br />
Sigla nazionale: CHN<br />
Forma di governo: Repubblica popolare<br />
Capitale: Pechino<br />
Superficie: 9.569.901 kmq<br />
Popolazione: 1.338.612.698 abitanti<br />
Lingua: Cinese (ufficiale), coreano, dialetti tibetani,<br />
kazaco, mongolo, uiguro<br />
Etnie: Han (91,6%), Zhuang (1,3%), Manciù (0,9%),<br />
Hui (0,8%), Miao (0,7%), Uiguri (0,7%), Tujia (0,6%), Yi<br />
(0,6%), Mongoli (0,5%), Tibetani (0,4%), Dong (0,2%),<br />
Yao (0,2%), altri (1,5%)<br />
Religione: non religiosi/atei (63,9%), taoisti (20,1%),<br />
buddhisti (8,5%), cristiani (6%), mussulmani (1,4%),<br />
credenze tradizionali (0,1%)<br />
speciale cina<br />
la rivoluzione s<strong>il</strong>enziosa<br />
Gli albori <strong>del</strong> movimento per l’agricoltura biologica<br />
in Cina risalgono agli anni Ottanta. Nel 1984 fu infatti<br />
fondata, presso l’istituto di Scienze ambientali di<br />
Nanchino, una sezione di Ecologia rurale (SER) attiva<br />
nella definizione, applicazione e diffusione di metodi<br />
agricoli sostenib<strong>il</strong>i e biologici. Nel 1989 la SER fu ammessa<br />
all’IFOAM (International Federation of Organic<br />
Agriculture Movements), inaugurando così la partecipazione<br />
cinese al movimento internazionale per<br />
l’agricoltura biologica. Con l’aiuto di istituti di ricerca,<br />
università e autorità locali, questo nuovo approccio<br />
all’agricoltura si diffuse velocemente, cosicché, verso<br />
la metà degli anni Novanta, si contavano in Cina circa<br />
1200 eco-v<strong>il</strong>laggi o eco-fattorie. Youji shipin: <strong>il</strong> bis<strong>il</strong>labo<br />
youji è infatti la traduzione letterale <strong>del</strong>l’inglese<br />
organic, vale a dire “proprio di organismo vivente” e,<br />
per estensione, “naturale, non artificiale”. Parallelamente<br />
si era venuta sv<strong>il</strong>uppando, in modo pressoché<br />
spontaneo, una rete di piccole realtà aziendali che,<br />
lontano dai riflettori <strong>del</strong>le politiche agrarie di Stato,<br />
sperimentavano un ritorno a metodi di coltivazione<br />
tradizionali, ecosostenib<strong>il</strong>i, e - di fatto - biologici.<br />
Va poi segnalata l’entrata in vigore, nell’ apr<strong>il</strong>e 2005,<br />
<strong>del</strong> “Regolamento sulla certificazione dei prodotti<br />
biologici” (Youji chanpin renzheng guanli banfa), con<br />
<strong>il</strong> quale vengono finalmente stab<strong>il</strong>ite norme di legge<br />
univoche, con valore sull’intero territorio nazionale,<br />
atte a codificare <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ascio <strong>del</strong>le certificazioni per gli<br />
youji shipin. Senza molto rumore, infatti, la Cina ha<br />
rivoluzionato negli ultimi anni la propria produzione<br />
agricola verso un’agricoltura biologica. Tra <strong>il</strong> 2000<br />
e <strong>il</strong> 2006, la Cina è balzata dalla 45a posizione a livello<br />
mondiale tra le prime dieci per entità di terra gestita<br />
ad agricoltura biologica, e nel 2010 ha raggiunto la<br />
terza posizione, dopo Australia e Argentina. Il Paese<br />
vede m<strong>il</strong>ioni di operai licenziati dalle industrie tornare<br />
alla campagna in cerca di lavoro; l’abbondanza di<br />
manodopera, assieme al miglior ricavo possib<strong>il</strong>e con<br />
i prodotti alimentari biologici – intorno al doppio <strong>del</strong><br />
prezzo dei prodotti convenzionali – potrebbe accelerare<br />
la conversione di ancora più terreni. Spiega Xiao<br />
Xingji, direttore <strong>del</strong> Centro per lo sv<strong>il</strong>uppo <strong>del</strong>l’agricoltura<br />
biologica <strong>del</strong>la Cina (OFDC), una struttura <strong>del</strong> ministero<br />
<strong>del</strong>le Politiche agricole e uno dei principali driver<br />
<strong>del</strong>l’agricoltura biologica in Cina: “Se riuscissimo a<br />
creare e mantenere un certo reddito nelle campagne,<br />
non si produrrebbero questi pesanti flussi migratori<br />
verso le città industrializzate o verso l’estero“.<br />
La prospettiva <strong>del</strong> governo è quella di migliorare<br />
la sicurezza alimentare e l’ambiente, oltre ad aiutare<br />
gli agricoltori ad aumentare <strong>il</strong> proprio reddito.<br />
Attraverso organizzazioni come la OFDC, la Cina ha<br />
investito massicciamente in ricerca e sv<strong>il</strong>uppo. Sono<br />
anche i governi locali che offrono sostegno finanziario<br />
attraverso programmi di formazione e sovvenzioni.<br />
Tutto ciò paradossalmente renderebbe fiero Mao:<br />
grazie all’aumento <strong>del</strong>le aziende cooperative, infatti,<br />
numerosi gruppi di agricoltori tendono a unire i loro<br />
terreni in una porzione unica, quindi condividendo<br />
costi e profitti. La crescente attenzione che <strong>il</strong> governo<br />
rivolge all’agricoltura sostenib<strong>il</strong>e e biologica rappresenta<br />
la via maestra per garantire la salute <strong>del</strong> consumatore<br />
e la tutela <strong>del</strong>l’ambiente e per ridurre<br />
la povertà <strong>del</strong>le campagne. Inoltre, come concordano<br />
tutti gli studi, i sistemi di coltivazione biologica danno<br />
un contributo a lungo termine alla fert<strong>il</strong>ità <strong>del</strong> suolo,<br />
in particolare risolvendo i problemi <strong>del</strong>l’erosione,<br />
<strong>del</strong> degrado <strong>del</strong>la sua struttura o <strong>del</strong>la desertificazione.<br />
Riducono anche <strong>il</strong> consumo <strong>del</strong>l’energia e <strong>del</strong>l’acqua,<br />
limitano le emissioni di gas serra e ut<strong>il</strong>izzano<br />
<strong>il</strong> patrimonio <strong>del</strong>la conoscenza piuttosto che quello<br />
dei capitali economici. Il biologico è tra le vie maestre<br />
per combattere la povertà.<br />
(Fonte: tuttocina.it)<br />
biologico cinese<br />
Ufficialmente in Cina la regolamentazione nazionale<br />
per <strong>il</strong> biologico (CNOPS) è entrata in vigore <strong>il</strong> 1° Apr<strong>il</strong>e<br />
2005, dopo 20 anni di preparazione. Tutti i prodotti<br />
venduti in Cina come biologici e/o in conversione<br />
al biologico, devono conformarsi a tale regolamento.<br />
In Cina <strong>il</strong> terreno agrario è una risorsa preziosa:<br />
sebbene infatti <strong>il</strong> paese sia enorme, la maggior parte<br />
<strong>del</strong> territorio è coperto da montagne, deserti, e zone<br />
poco adatte all’agricoltura. Alla fine <strong>del</strong> 2006 <strong>il</strong> terreno<br />
coltivab<strong>il</strong>e in Cina raggiungeva i 121,8 m<strong>il</strong>ioni di ettari,<br />
meno <strong>del</strong> 13% <strong>del</strong>la superficie totale <strong>del</strong> Paese. Nello<br />
stesso anno la superficie agricola pro capite era di<br />
0,09 ettari, meno <strong>del</strong> 40% <strong>del</strong>la media mondiale, 1/8<br />
<strong>del</strong> livello degli Stati Uniti e la metà rispetto all’India.<br />
M<strong>il</strong>ioni di ettari destinati alle coltivazioni<br />
biologighe in Cina<br />
(Fonte: rivista Internazionale 2010)<br />
In alto: pianta di zenzero; sopra: cartello indicante inizio area bio<br />
2002<br />
2003 2004 2005<br />
speciale Cina 6 speciale Cina 7<br />
2006