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il teatro toselli restituito all'antico splendore - UBI Banca

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La proposta di edificazione di un <strong>teatro</strong> a Cuneo<br />

affiora solo sul finire del 1700. Con lÕinsediamento<br />

dei Francesi e con i decreti che disponevano lo<br />

scioglimento degli ordini religiosi, si determinava<br />

un profondo mutamento nella vita culturale della<br />

cittˆ ed i Frati Cappuccini erano costretti a lasciare<br />

<strong>il</strong> convento e lÕannessa Chiesa. Nasceva cos“ la<br />

proposta da parte del Prefetto del Dipartimento<br />

della Stura Degregory, del Sindaco Conte Caisotti<br />

di Chiusano e di 36 cittadini, di trasformare in<br />

<strong>teatro</strong> o meglio in Òsala per spettacoliÓ lÕedificio<br />

giˆ dei Monaci Cappuccini. Il progetto redatto dallÕarch.<br />

Muttoni e dallÕing. Rovere veniva approvato<br />

nellÕapr<strong>il</strong>e del 1803, ed i lavori erano condotti a<br />

termine con tutta rapiditˆ, tantÕ che <strong>il</strong> <strong>teatro</strong> era<br />

inaugurato <strong>il</strong> giorno di S. Stefano dellÕanno stesso<br />

con la commedia ÒTeresa VedovaÓ.<br />

La stagione cosidetta di ÒCarnovaleÓ durava sino<br />

al febbraio 1804 con ben 45 recite in cartellone,<br />

cui seguivano 51 rappresentazioni per la stagione<br />

del ÒBeato AngeloÓ. I testi erano di Federici (nativo<br />

di Garessio) Goldoni, Pindemonte, Alfieri,<br />

Voltaire ed altri. Due curiositˆ: in platea non<br />

esistevano poltrone ed ogni spettatore si portava<br />

la sua sedia pieghevole, e lÕintervallo<br />

durava almeno unÕora onde dar modo<br />

al pubblico di recarsi alla vicina osteria<br />

di Emanuele Gianaria che, con<br />

trenta soldi, forniva fritto misto, bollito<br />

alla piemontese e contorni, <strong>il</strong> tutto<br />

inaffiato da buon vino. Superato<br />

lÕentusiasmo dei primi anni,<br />

intervenuto <strong>il</strong> periodo crepuscolare<br />

della restaurazione,<br />

rivelatosi <strong>il</strong> <strong>teatro</strong> inadeguato<br />

alle esigenze dello<br />

spettacolo, si veniva a creare<br />

IL TEATRO TOSELLI RESTITUITO<br />

ALL’ANTICO SPLENDORE<br />

DI NELLO STRERI<br />

Il Teatro Civico Toselli di Cuneo è stato <strong>restituito</strong> all’antico<br />

<strong>splendore</strong>, al termine della ristrutturazione avviata due anni<br />

fa ed interamente finanziata dalla Fondazione Cassa di<br />

Risparmio di Cuneo, con un intervento di 4.800 m<strong>il</strong>ioni.<br />

L’inaugurazione si è svolta <strong>il</strong> 6 settembre, alla presenza del<br />

Capo dello Stato, in visita ufficiale per le celebrazioni degli<br />

otto secoli della Città. Per l’occasione, la Fondazione ha<br />

pubblicato uno speciale dedicato alla storia del Teatro e alla<br />

descrizione dei lavori di restauro, progettati dall’ing.<br />

Giuseppe Berta e dall’arch. Giuliana Viale. Il Teatro dispone<br />

di 582 posti. Dopo due anni di interruzione, riprende<br />

un’attività cominciata nel 1803, per iniziativa di un gruppo<br />

di cittadini cuneesi e di ufficiali francesi. La ristrutturazione<br />

è avvenuta nel rispetto delle linee definite nel 1827<br />

dall’architetto Carlo Barabino. Nello Streri, direttore<br />

artistico del Teatro, ne riassume la storia.


Pagina a sinistra,<br />

<strong>il</strong> busto di Giovanni<br />

Toselli,<br />

commediografo.<br />

Il salone<br />

dei retropalchi.<br />

A destra, l’atrio<br />

di ingresso.


una situazione eccessivamente deficitaria per i<br />

soci, cosicch <strong>il</strong> Comune acquistava <strong>il</strong> locale occupato<br />

dal Teatro ed i Òsiti annessiÓ, risarciva i soci<br />

per <strong>il</strong> loro esborso iniziale, ed affidava lÕincarico<br />

di una ristrutturazione radicale allÕarch. Carlo<br />

Barabino, reputato come uno dei pi apprezzati<br />

costruttori di teatri, assai noto anche per aver progettato<br />

<strong>il</strong> Teatro Carlo Felice di Genova.<br />

Re Carlo Felice, con regie patenti del 28 maggio<br />

1828, approvava la ricostruzione del <strong>teatro</strong> secondo<br />

<strong>il</strong> progetto del Barabino, e concedeva allo stesso<br />

tutte le prerogative ed i priv<strong>il</strong>egi in campo teatrale.<br />

I lavori si concludevano in pochi mesi (giova<br />

sottolinearlo) e giˆ <strong>il</strong> giorno di Natale dellÕanno<br />

stesso, veniva riaperto, totalmente rinnovato, <strong>il</strong><br />

<strong>teatro</strong> di cui veniva apprezzata la signor<strong>il</strong>itˆ della<br />

sala, con abbondanza di lucenti decorazioni, di<br />

velluti frangiati dÕoro, di sontuosi rivestimenti.<br />

Il <strong>teatro</strong> con una intensa attivitˆ, proponeva ai<br />

cittadini tre stagioni: di ÒCarnovaleÓ, di ÒQuaresimaÓ<br />

e del ÒBeato AngeloÓ con compagnie primarie<br />

ed altre minori. Tra periodi appaganti ed altri<br />

meno, tra momenti di stanca per poche varianti di<br />

repertorio ed altri felici per le novitˆ presentate, <strong>il</strong><br />

<strong>teatro</strong> proseguiva la sua strada tra gioie e dolori.<br />

Nel 1852 <strong>il</strong> Consiglio Comunale approvava <strong>il</strong> progetto<br />

per alcune migliorie del <strong>teatro</strong> con affreschi<br />

sulla volta da parte del Borgocaratti (scenografo di<br />

altissima stima, chiamato dal Comune quale pittore<br />

ÒufficialeÓ con lÕincarico Òin primisÓ di rinnovare<br />

i vecchi sipari) con lÕallargamento del palcoscenico,<br />

con la nuova <strong>il</strong>luminazione a gas ed un<br />

imponente lampadario acquistato a Londra.<br />

Vedute di insieme<br />

della sala.


Nel 1840 approdava a Cuneo, quale Intendente<br />

generale (una sorta di Prefetto con funzione<br />

anche di magistrato) <strong>il</strong> Barone Alberto Nota,<br />

drammaturgo tra i pi prolifici del primo Ô800.<br />

Il Nota favoriva la costituzione di una ÒAccademia<br />

TeatraleÓ di cui assumeva la presidenza e Giovanni<br />

Toselli, tra i primi iscritti, raccoglieva tanto profitto<br />

per i preziosi insegnamenti dellÕ<strong>il</strong>lustre commediografo,<br />

e tanti elogi ed incoraggiamenti, da<br />

abbandonare la professione di ÒcausidicoÓ, per<br />

dedicarsi totalmente al palcoscenico. Nel 1857<br />

Giovanni Toselli costituiva la ÒCompagnia drammatica<br />

NazionaleÓ e cos“ <strong>il</strong> Brofferio scriveva sullo<br />

ÒStendardo ItalianoÓ: ÒLa scoperta della commedia<br />

piemontese appartiene di buon diritto al<br />

Toselli, <strong>il</strong> quale, come accade in quasi tutte le<br />

umane scoperte, la trov˜ senza saperloÓ. Questo<br />

benemerito attore per fare qualcosa di bizzarro e<br />

di nuovo studi˜ di mettere in scena <strong>il</strong> suo<br />

Gianduja nella ÒFrancesca da RiminiÓ con riduzione<br />

in piemontese della tragedia del Pellico intitolandola<br />

ÒCichina Ôd Moncal Ó; nessuno rideva, gli<br />

ascoltatori piangevano tutti! Paolo Calissano<br />

nel 1876 nella ÒCollana dei celebri artisti di<br />

<strong>teatro</strong> cos“ diceva: ÒIl Cav. Toselli poco alto nella<br />

persona, la capigliatura bianca come la neve<br />

delle montagne framezzo alle quali nato...<br />

Pochi come lui sanno farvi ridere e piangere con<br />

poco, con un gesto, con una parola, <strong>il</strong> modo di<br />

recitare semplice, naturale, commovente, affascinante...<br />

LÕarte drammatica ha bisogno di avvantaggiarsi<br />

ed con questi uomini che raggiunge <strong>il</strong> suo<br />

nob<strong>il</strong>e scopoÓ. Toselli con la sua compagnia di<br />

grandi attori era <strong>il</strong> ÒmattatoreÓ nei teatri fino al<br />

1870. Ideatore di una nuova drammaturgica occupava<br />

<strong>il</strong> palcoscenico con grande impegno e dignitˆ<br />

di esecuzione, le scene erano sempre sfarzose ed<br />

adeguate ad ogni commedia, i costumi ed <strong>il</strong> guardaroba<br />

di preziosa eleganza, nulla era lasciato al<br />

caso. LÕattivitˆ del capocomico cuneese in quel<br />

periodo era intensa e di grande successo ed<br />

opportuno r<strong>il</strong>evare che i testi pi<br />

significativi erano di autori cuneesi:<br />

Vittorio Bersezio, Eraldo Baretti,<br />

Federico Garelli. Il Toselli, al culmine<br />

dei suoi successi, volendo dimostrare<br />

<strong>il</strong> suo attaccamento alla Cittˆ, costruiva<br />

a sue spese un <strong>teatro</strong> che verrˆ<br />

chiamato ÒTeatro dÕEstateÓ, inaugurato<br />

<strong>il</strong> 14 luglio 1874 e che agirˆ soprattutto<br />

nei mesi estivi con spettacoli pi<br />

popolari rispetto a quelli del Civico.


Ma, dopo un periodo di successi, <strong>il</strong> Teatro<br />

dÕEstate doveva essere ceduto dal Toselli al Comune<br />

per L. 35.000 e dopo la morte del capocomico<br />

veniva denominato ÒTeatro ToselliÓ. Frattanto, a<br />

seguito dellÕincendio del <strong>teatro</strong> Municipale di<br />

Nizza, <strong>il</strong> Civico veniva chiuso per ragioni di sicurezza<br />

e gli spettacoli trasferiti tutti al Teatro<br />

dÕEstate. Infatti, proprio in questo <strong>teatro</strong>, Tancredi<br />

Galimberti <strong>il</strong> 9 settembre 1898 pronunciava <strong>il</strong><br />

famoso discorso ÒCuneo nei suoi secoliÓ celebrando<br />

i 700 anni della cittˆ. Durante <strong>il</strong> primo conflitto<br />

mondiale <strong>il</strong> Civico cadeva in totale abbandono,<br />

divenendo un deposito m<strong>il</strong>itare. Nel dopoguerra si<br />

apriva un dibattito nella cittadinanza circa lÕopportunitˆ<br />

di ristrutturare <strong>il</strong> <strong>teatro</strong>, oppure costruirne<br />

uno nuovo; parecchi progetti vennero elaborati da<br />

Carlo Ponzo, Antonio Sartoris, Antonio Sib<strong>il</strong>la,<br />

Adolfo Darbesio. Nel 1920 veniva abbattuto <strong>il</strong> <strong>teatro</strong><br />

dÕestate per ivi costruire <strong>il</strong> Palazzo delle Poste<br />

e contemporaneamente venivano messi in opera<br />

lavori che consentivano una apertura limitata del<br />

civico, che nellÕoccasione veniva intitolato al<br />

Toselli. Continuavano in Cittˆ accesi dibattiti sullÕopportunitˆ<br />

di costruire un nuovo <strong>teatro</strong> con<br />

nuovi progetti, di cui uno prevedeva la localizzazione<br />

in piazza Seminario per oltre 1500 spettatori,<br />

ed un altro ipotizzava un cinema-<strong>teatro</strong> di 1200<br />

posti. Solo nel 1927 veniva abbandonata lÕintenzione<br />

di edificare un nuovo <strong>teatro</strong> e fu deciso un<br />

rimodernamento del vecchio Toselli, con un progetto,<br />

elaborato dellÕingegnere capo del Comune<br />

Cesare Vinay, che prevedeva la soppressione del<br />

primo ordine di palchi, la creazione di una galleria<br />

a gradinata, <strong>il</strong> tutto con lÕimportante risultato<br />

di un aumento di posti pari a 850. Il 12 maggio<br />

1928 <strong>il</strong> Teatro Toselli radicamente rinnovato, riapriva<br />

i battenti con la commedia ÒI quattro<br />

RusteghiÓ. Nel dopoguerra <strong>il</strong> Teatro attraversava<br />

una delle fasi pi diffic<strong>il</strong>i: <strong>il</strong> Comune concedeva in<br />

locazione <strong>il</strong> Toselli alla societˆ che gestiva i cinema<br />

cittadini. Finalmente nel 1966 <strong>il</strong> Sindaco<br />

Dotta-Rosso dava incarico allÕing. Tribaudino di<br />

Òformulare le modifiche ed innovazioni pi idonee<br />

al ripristino del <strong>teatro</strong>Ó ed <strong>il</strong> progettista, con lo<br />

spostamento dellÕingresso al centro del <strong>teatro</strong>, la<br />

modifica della galleria con lÕaumento del numero<br />

dei posti, con notevoli migliorie del palcoscenico<br />

rendeva <strong>il</strong> vecchio <strong>teatro</strong> funzionale ai moderni<br />

tempi. Il 5 ottobre 1968 con ÒLe MoscheÓ di<br />

Sartre, <strong>il</strong> <strong>teatro</strong>, largamente innovato e riqualificato,<br />

veniva inaugurato con solennitˆ. La nuova<br />

gestione venne ad assumere un ruolo da tutti rite-<br />

Pagina a destra,<br />

veduta<br />

del palcoscenico<br />

con la macchina<br />

teatrale;<br />

<strong>il</strong> guardaroba,<br />

un camerino.<br />

nuto r<strong>il</strong>evante nel quadro della prosa italiana, soprattutto<br />

negli anni 1975-95, per merito dellÕAssessorato<br />

per la Cultura, particolarmente attivo ed<br />

<strong>il</strong>luminato. Tutti i pi <strong>il</strong>lustri e celebrati attori italiani<br />

approdavano sulle tavole del palcoscenico<br />

cuneese per <strong>il</strong> Òcartellone in abbonamento: importanti<br />

compagnie europee venivano presentate nella<br />

rassegna ÒCuneo <strong>teatro</strong> alternativaÓ. Molte primarie<br />

compagnie presentavano le loro produzioni a<br />

Cuneo in anteprima nazionale. Le lunghe code per<br />

lÕabbonamento erano una sorta di pre-<strong>teatro</strong>, organizzato<br />

dai partecipanti, mentre ritornava <strong>il</strong> dopo<strong>teatro</strong><br />

- cos“ come nellÕ800 - per la compiacenza<br />

dellÕoste Ferruccio Spada che benevolmente teneva<br />

aperto <strong>il</strong> suo locale fino al mattino, con <strong>il</strong> gaudio<br />

degli attori e degli affezionati. Il regista Nanny<br />

Loy diceva in televisione: ÒIl <strong>teatro</strong> ha spezzato<br />

lÕisolamento di Cuneo. La cultura ha ricollegato la<br />

cittˆ allÕItalia, anticipando le strade, le ferrovie. Io<br />

dico che altre cittˆ avranno migliori strade, migliori<br />

<strong>il</strong>luminazioni od altro, ma non hanno certo la<br />

luce, la tradizione, la fama che circonda <strong>il</strong> Teatro<br />

ToselliÓ. Purtroppo anche questa stagione doveva<br />

interrompersi poichŽ <strong>il</strong> <strong>teatro</strong> nel 1996 veniva<br />

nuovamente dichiarato inagib<strong>il</strong>e, ma ora,<br />

in seguito ad unÕefficace e rapida ristrutturazione,<br />

<strong>il</strong> Toselli stato <strong>restituito</strong> allÕantico<br />

<strong>splendore</strong> e grazie al meritorio intervento<br />

della Fondazione Cassa di Risparmio di<br />

Cuneo, percorrerˆ una nuova fase della sua<br />

avventurosa esistenza. LÕalzarsi dello storico<br />

velario del Borgocaratti, <strong>il</strong> magnifico mutarsi<br />

di quelle luci colorate che talvolta fanno<br />

della notte <strong>il</strong> giorno e del sole unÕimprovvisata<br />

tempesta, lÕandare e venire di attori con<br />

parrucche, costumi, stoffe ed arnesi luccicanti,<br />

<strong>il</strong> miracolo scenico in continuo mutamento,<br />

torneranno per incantare ed affascinare<br />

e la magia del <strong>teatro</strong> condurrˆ ancora <strong>il</strong><br />

pubblico nel regno della poesia.

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