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la tribuna<br />
Periodico di Treviglio e della Gera d’Adda<br />
SEGUE A PAGINA DUE<br />
Anno 35 N. 2 - Nuova Edizione<br />
E’ NECESSARIA UNA NUOVA SEDE, UNA SERIE DI PROPOSTE<br />
Treviglio: il peso della carta<br />
minaccia il Tribunale<br />
Intervista all’avv. Giuseppe Maridati, Presidente dell’Associazione Forense Gera<br />
d’Adda. Il punto sulla situazione del Tribunale di Treviglio, sezione distaccata del<br />
Tribunale di Bergamo dopo l’allarme dei giorni scorsi<br />
di Raffaella Lusvardi<br />
L’avv. Giuseppe Maridati,<br />
trevigliese doc, avvocato dal<br />
1970 in Treviglio, è Presidente<br />
dell’Associazione Forense<br />
della Gera d’Adda, associazione<br />
formalmente costituita lo scorso<br />
anno con una cinquantina di<br />
iscritti -informalmente esistente<br />
da anni- con la prerogativa di<br />
occuparsi dei vari aspetti della<br />
professione, dei rapporti con le<br />
istituzioni e con le altre associazioni<br />
forensi, dell’organizzazione<br />
<strong>qui</strong> in città degli “eventi formativi”<br />
per gli avvocati, e anche<br />
della tutela e del consolidamento<br />
della presenza dell’Ufficio Giudiziario<br />
di Treviglio.<br />
L’Ufficio, dapprima “Pretura<br />
autonoma” con una propria sezione<br />
distaccata a Romano di Lombardia<br />
fino agli inizi degli anni<br />
‘80, poi “Pretura – sezione distaccata<br />
di Bergamo”, è diventato<br />
dalla metà degli anni novanta<br />
“Tribunale – sezione distaccata<br />
di Bergamo”, ed ha un notevole<br />
bacino d’utenza.<br />
Facciamo una chiacchierata<br />
con l’avv. Maridati riguardo al<br />
Tribunale di Treviglio, recentemente<br />
alla ribalta della cronaca<br />
per i problemi di sicurezza statica<br />
della sua struttura, ma non<br />
solo, essendo forte, più in generale,<br />
la necessità di provvedere a<br />
nuovi spazi e ad una nuova sede.<br />
Si è parlato recentemente di<br />
“pericolo statico” dell’edificio<br />
di piazza Insurrezione che<br />
ospita il Tribunale; a che punto<br />
è ora la situazione e sono<br />
stati presi provvedimenti ri-<br />
LI AVEVA INFORMATI: “IL GRASSI SI PUÒ FARE”<br />
Diretta Tv : l’arch. Cortinovis<br />
smentisce l’Amministrazione<br />
La scorsa estate durante un<br />
Consiglio Comunale, discutendo<br />
dell’ex Upim, il Sindaco<br />
Ariella Borghi, così come il Capogruppo<br />
Pd Carla Bonfichi, affermano<br />
che il Palazzo Grassi non<br />
sarebbe più fattibile causa lo scioglimento<br />
del gruppo di lavoro che<br />
aveva realizzato il progetto. Tutti<br />
prendono atto delle dichiarazioni e<br />
mettono una pietra tombale sul palazzo<br />
Grassi. Venerdì 19 Febbraio,<br />
durante la trasmissione Tv dedicata<br />
all’ex Upim, il nostro direttore<br />
chiama l’arch. Mario Cortinovis<br />
al telefono e chiede lumi: “Noi siamo<br />
sempre stati disponibili e abbiamo<br />
dichiarato questo sia verbalmente<br />
che con lettere al sindaco. Il<br />
palazzo è possibile farlo anche senza<br />
che tutto il gruppo di lavoro ven-<br />
ga coinvolto. Io e i miei colleghi<br />
abbiamo sempre dichiarato che<br />
siamo pronti a fare un passo indietro<br />
purché il palazzo si faccia. Abbiamo<br />
la massima disponibilità”.<br />
Perchè dunque questa forzatura? A<br />
pagina due il fax inviato al Sindaco<br />
dallo Studio Cortinovis.<br />
N. 2 Anno 35 - 27 Febbraio 2010<br />
Hanno collaborato<br />
alla realizzazione di<br />
questo numero:<br />
Raffaella Lusvardi,<br />
Marco Carminati,<br />
Franco Donati,<br />
Antonella Mandelli<br />
ed Ennio Dozzi<br />
2<br />
EDITORIALE<br />
Meglio Grassi<br />
che brutti!<br />
Chiediamo il<br />
referendum<br />
di Roberto Fabbrucci<br />
SEGUE A PAGINA DUE<br />
1<br />
27 Febbraio 2010<br />
L’esito dell’ennesimo<br />
concorso per la riqualificazione<br />
dell’immobile<br />
di Piazza Garibaldi arriva dopo<br />
un lungo percorso. Già all’inizio<br />
degli anni ’80, in occasione<br />
del piano per la riqualificazione<br />
del Centro Storico, si affacciarono<br />
una serie di proposte<br />
per modificare le facciate e<br />
integrarle meglio con l’esistente.<br />
Da allora ad oggi sono stati<br />
proposti una serie di concorsi,<br />
tutti disattesi, tranne uno: quello<br />
che nel 1999 catalizzò un vasto<br />
gruppo di architetti in tutt’Italia<br />
mettendoli in competizione<br />
tra loro. Questo accadde<br />
perché il bando era serio e intrigante,<br />
inoltre sapevano che<br />
a giudicarli sarebbe stata<br />
un’importante giuria di fama<br />
internazionale.<br />
Vinse il progetto dell’arch.<br />
Giorgio Grassi e dei suoi collaboratori,<br />
un nome questo che<br />
nessuno può permettersi di affermare<br />
non sia di altissimo<br />
profilo internazionale. Anche<br />
i richiami di quel progetto all’architettura<br />
palladiana della<br />
Basilica di Vicenza, rivisti in<br />
chiave trevigliese, contribuivano<br />
ad integrare l’edificio nella<br />
piazza e riqualificarla fuori
la tribuna<br />
SEGUE DA PAGINA UNO<br />
Treviglio: il peso della<br />
carta minaccia il<br />
Tribunale<br />
solutori?<br />
Il problema della sicurezza vedrà<br />
a breve la sua soluzione, dal<br />
momento che il Comune di Treviglio<br />
ha preso in affitto da un<br />
privato un capannone in zona<br />
Pip 2, ove a fine mese verranno<br />
portati i fascicoli che, accumulati<br />
negli anni (dal 1970 al<br />
2000!) in una stanza al primo<br />
piano, avevano creato un eccessivo<br />
peso sulla soletta. Si tratta<br />
di oltre 1.700 fascicoli archiviati<br />
di cause civili e penali. I fascicoli<br />
verranno trasportati nel capannone,<br />
poi occorrerà evidentemente<br />
tempo perché possano<br />
essere tolti dagli scatoloni, sistemati,<br />
ecc.<br />
Allora si può accedere al nostro<br />
Tribunale in sicurezza?<br />
Beh, l’attuale palazzina che<br />
ospita l’Ufficio Giudiziario ha<br />
comunque grossi problemi, annosi<br />
ormai, ovvero la presenza<br />
di barriere architettoniche, la<br />
mancanza di uscite di sicurezza,<br />
oltre ad attrezzatura obsoleta<br />
(computer vecchi o, in un caso,<br />
non funzionante).<br />
Sono maturi i tempi per una<br />
EDITORIALE/SEGUE<br />
L’Armadillo costa<br />
quanto Palazzo Grassi,<br />
ma è brutto!<br />
ogni dubbio. Bellissimo progetto<br />
dunque, ma boicottato da qualche<br />
polemica nel centro destra, dalla<br />
nascita di un comitato per l’abbattimento<br />
dell’Upim, <strong>qui</strong>ndi causa<br />
una presunta “mancanza di fondi”.<br />
Questo mentre riscopriamo che da<br />
almeno setto o otto anni, dai tempi<br />
della Giunta Zordan, noi cittadini<br />
trevigliesi stiamo pagando un’addizionale<br />
dello 0,2% per il Palazzo<br />
Grassi.<br />
Arriviamo al Marzo 2009, un<br />
gruppo di architetti e cittadini firmano<br />
un appello per sostenere il<br />
Grassi (vedi pagina quattro). Stessa<br />
posizione più volte ribadita dal<br />
partito che sostiene la Giunta Borghi<br />
(Pd), anche con dibattiti e documenti<br />
ufficiali (Uno nel novembre<br />
del 2008). Nel frattempo, comunque<br />
preoccupati per delle “sensazioni”<br />
presenti nell’aria, alcuni<br />
professionisti e intellettuali di sinistra<br />
abbozzano la nascita di un<br />
gruppo dal nome provocatorio ed<br />
esplicito: “Meglio Grassi che brutti”.<br />
La Giunta comunale, invece,<br />
sconfessando i suoi, bandisce un<br />
nuovo concorso conclusosi l’altra<br />
Primo Piano<br />
IN PIAZZA GARIBALDI AL POSTO DELL’UPIM<br />
E se il “Grassi” diventasse<br />
il Tribunale della Pianura?<br />
Qualcuno ha lanciato l’idea di mettere il Tribunale al posto<br />
dell’ex Upim e il “Palazzo Grassi” pare si presti a meraviglia.<br />
Grandi spazi anche interrati per l’archivio, edificio<br />
prestigioso e in centro, possibilità di destinare alcuni spazi a<br />
negozi, bar o ristoranti. In questo modo diverrebbe un luogo<br />
catalizzatore dell’inteera pianura e il Comune eliminerebbe i<br />
costi di gestione a suo carico previsti e davvero preoccupanti.<br />
nuova sede o per una ristrutturazione<br />
del palazzo di piazza<br />
Insurrezione?<br />
La Giunta Comunale medita alcune<br />
ipotesi, perché il problema<br />
della nuova sede è ben presente<br />
agli Amministratori. Già da tempo<br />
si era parlato di una sede in<br />
via Marconi – ove c’è il parcheggio<br />
in largo Caprera -, poi scartata<br />
perché l’area sarebbe stata<br />
troppo angusta, poi si era accennato<br />
al parcheggio della stazione<br />
centrale dietro il Condominio<br />
Turro, ove realizzare una struttura<br />
più ampia che comprendesse<br />
anche gli uffici del Giudice di<br />
Pace, ma anche questa soluzione<br />
non pare essere più attuale.<br />
Il punto di fondo, tuttavia, è che<br />
la competenza in ordine alla proprietà<br />
e costruzione degli edifici<br />
settimana con la vittoria del palazzo<br />
“energetico”: un progetto che<br />
prevede una sovrastruttura in legno<br />
e vetro che, a parere di molti, ha un<br />
impatto architettonico più invasivo<br />
dell’attuale costruzione. Parere<br />
condiviso da molti, soprattutto da<br />
un qualificato membro della giuria<br />
stessa, l’Architetto Giuseppe Napoleone<br />
(Soprintendenza Beni Architettonici<br />
di Milano), che fa mettere<br />
a verbale la sua astensione dal<br />
voto “...perché il progetto scelto<br />
non risponde all’articolo uno del<br />
bando”. Articolo che chiedeva<br />
appartiene allo Stato – il quale<br />
però non ha assolutamente fondi<br />
da destinarvi! – mentre solo<br />
la gestione ordinaria è rimessa<br />
all’Ente Locale. Nell’aprile del<br />
2007 una delegazione composta<br />
da membri dell’attuale Amministrazione<br />
comunale e da avvocati<br />
trevigliesi, tra cui il sottoscritto,<br />
si è recata presso la Direzione<br />
Generale dei Beni e Servizi<br />
della Giustizia ove ha depositato<br />
una relazione ed un progetto<br />
per un nuovo Palazzo di Giustizia,<br />
con relativa richiesta di finanziamenti.<br />
Ma ad oggi non si<br />
è saputo ancora nulla….<br />
Il Comune valuta anche di utilizzare<br />
proprietà comunali già<br />
esistenti. E’ notizia recentissima<br />
che si stia verificando la fattibilità<br />
di una ipotesi dove si trova<br />
un’armonizzazione della nuova<br />
struttura con gli edifici e la storia<br />
della piazza. Ad aumentare le perplessità<br />
su tutta la vicenda c’è poi<br />
il fatto economico. Gli esperti sostengono<br />
che i cinque milioni di<br />
euro (tetto limite dei costi previsti<br />
nel bando di concorso) non saranno<br />
sufficienti per costruire la sovrastruttura<br />
del progetto vincente,<br />
<strong>qui</strong>ndi il budget sarà ampiamente<br />
superato di almeno un milione. La<br />
stessa cifra per fare il palazzo Grassi.<br />
Non solo, la manutenzione di<br />
quella massa di legno e vetro sarà<br />
N. 2 Anno 35 - 27 Febbraio 2010<br />
2<br />
la vecchia caserma austro-ungarica,<br />
tra la stazione Ovest ed il<br />
Pellicano, per intenderci. Altra<br />
soluzione al vaglio è quella di<br />
mantenere gli Uffici Giudiziari<br />
nella palazzina in cui si trovano<br />
ora, ampliando i locali utilizzando<br />
gli spazi adiacenti - pure di<br />
proprietà comunale - ora adibiti<br />
a “bar”, il cui contratto di locazione<br />
è in scadenza a giugno di<br />
quest’anno. A piano terra potrebbe<br />
essere posto l’Ufficio Notifiche<br />
(UNEP), ad esempio.<br />
Anche per gli Uffici del Giudice<br />
di Pace è stata utilizzata<br />
una soluzione analoga, ovvero<br />
si è utilizzata una struttura<br />
esistente già di proprietà<br />
comunale, vero?<br />
Sì, il Giudice di Pace è stato trasferito<br />
dai locali di viale Piave<br />
– per i quali il Comune versava<br />
un canone di locazione – ad una<br />
proprietà comunale, villa che<br />
aveva in passato ospitato anche<br />
l’abitazione di segretari comunali,<br />
ubicata dietro la Scuola<br />
Medie Cameroni. In merito al<br />
Tribunale il discorso è tutto<br />
aperto e tutto da seguire…<br />
Ndr:contattato in data<br />
22.02.2010 il cancelliere del Tribunale<br />
Edoarda Colombo, si è<br />
appreso che il trasferimento (al<br />
momento della uscita de “la tribuna”)<br />
dovrebbe essere in corso.<br />
Il fax del 16/06/09 dove lo<br />
studio dell’arch. Cortinovis<br />
rammenta al Sindaco che<br />
(come già segnalato<br />
nell’Ottobre del 2007), “anche<br />
se il gruppo del progetto<br />
Grassi si è sciolto il palazzo si<br />
puà fare ugualmente”.<br />
costosa e problematica.<br />
Domanda: vale la pena costruire<br />
una sovrastruttura sull’Upim (perché<br />
di questo si tratta), lasciando<br />
tutte le opere murarie del 1971,<br />
quando l’abbattimento e la costruzione<br />
di Palazzo Grassi costerebbe<br />
la medesima cifra? Poi, è possibile<br />
costruire una sovrastruttura su un<br />
edificio di quarant’anni visto che<br />
non è a norma per incendi e terremoti?<br />
Ancora: è possibile far partire un<br />
bando di concorso su di una falsa<br />
informazione, cioè la presunta impossibilità<br />
di costruire il progetto<br />
Grassi perché il gruppo che lo ha<br />
fatto si è sciolto? Poi, visto che il<br />
progetto di massima del Grassi c’é<br />
già, perché non fare il progetto esecutivo<br />
all’Ufficio Tecnico Comunale<br />
o ad altri?<br />
Fermiamoci <strong>qui</strong>, anche perché<br />
sarebbe meglio ci fermassimo tutti<br />
e demandassimo la scelta ai cittadini<br />
attraverso un referendum che<br />
permetta loro di scegliere con il<br />
consueto buon senso popolare.
la tribuna<br />
IL BANDO E LA COMMISSIONE<br />
Napoleone: “Non<br />
hanno rispettato<br />
il bando”<br />
Il Soprintendente alle opere<br />
architettoniche di Milano, membro<br />
della Giuria, fa mettere a verbale<br />
che il progetto scelto non rispetta il<br />
punto uno del bando, quello che<br />
impegnava l’armonizzazione con<br />
centro storico<br />
Abbiamo scaricato il bando dal sito del<br />
Comune e siamo andati ai primi due<br />
punti, quelli dedicati alla riqualificazione<br />
ambientale (l’estetica) e al “recupero energetico”.<br />
Poche sono le righe dedicate alla storia<br />
della piazza e all’impatto architettonico,<br />
molto è lo spazio dedicato al risparmio energetico<br />
e l’innovazione tecnologica. E già questo<br />
poteva essere un segnale chiaro riguardo<br />
le aspettative della giunta comunale e alle sue<br />
sensibilità<br />
Un bando che non è piaciuto agli Ordini<br />
bergamaschi degli architetti e degli ingegneri.<br />
Questi, una volta lettolo lo contestano e si<br />
rifiutano di indicare i due nominativi, quelli<br />
che per norma dovrebbero far parte della giuria<br />
esaminatrice. Il motivo del contendere, in<br />
particolare, le modalità di assegnazione del<br />
bando.<br />
VIA CAVALLOTTI È UN DISASTRO<br />
Tombini a<br />
dismisura e<br />
porfido inutile<br />
nel fosso fangoso<br />
Anno sfortunato per la Ariella Borghi,<br />
persino quello che doveva essere il fiore<br />
all’occhiello di questa giunta, anche<br />
se è dell’amministrazione Zordan l’avvio<br />
del progetto, si è trasformato in un disastro.<br />
Non solo per i tempi biblici nella realizzazione,<br />
per le proteste pubbliche degli esercizi<br />
della via e dei privati che in questi giorni<br />
hanno affisso ta-tze-bao, ma soprattutto<br />
perché buona parte del lavoro di tombinatura<br />
deve essere rifatto.<br />
Perché tanti tombini? E’ una domanda che<br />
si sono posti anche su Facebook dove è nato<br />
un gruppo «Adotta anche tu uno dei 201<br />
tombini di via Cavallotti». Costituito il primo<br />
di febbraio, il gruppo ha ben 536 iscritti.<br />
All’architetto Moroni (Progettista dell’opera),<br />
l’Eco di Bergamo ha posto delle<br />
l’Argomento<br />
Tra le varie notizie veniamo anche a sapere<br />
che, se pure il bando è stato ritirato da cinquantaquattro<br />
studi di architettura, hanno accettato<br />
di competere solo in diciassette. “Era<br />
un bando ingestibile” ci spiegano “già la legge<br />
è estremamente rigida riguardo il risparmio<br />
energetico, se poi ha queste prescrizioni<br />
impegnative ne aggiungi altre, oltretutto straordinarie,<br />
rendi assolutamente difficoltosa la<br />
progettazione architettonica. In poche parole<br />
non riesci a risolvere il punto uno del bando:<br />
integrare l’edificio nel contesto storico<br />
della piazza”.<br />
Andiamo avanti con la nostra analisi e scopriamo<br />
che tra i membri della commissione<br />
sono presenti alcuni professionisti che hanno<br />
una qualifica professionale difficilmente collocabile<br />
all’interno di un concorso dedicato<br />
al recupero urbano di un edificio: due docenti<br />
del Politecnico di Milano esperti in “politiche<br />
sociali” e due esperti in “sostenibilità<br />
domande, per esempio “In via Cavallotti<br />
colpisce l’eccessivo numero di tombini.<br />
Come mai ce ne sono così tanti?”.<br />
«Molti raccolgono i servizi importanti per<br />
la via, come l’energia elettrica, il gas e l’acqua,<br />
ma anche reti di servizi che vanno verso<br />
il centro, essendo via Cavallotti una strada<br />
principale per la città. Le caditoie sono<br />
oltre 50, ma questa è stata una precisa scelta<br />
del Comune, che ha voluto raccogliere nei<br />
tombini tutta l’acqua piovana, evitando di<br />
farne defluire parte direttamente nella vicina<br />
roggia. L’acqua piovana raccolta nelle<br />
caditoie confluisce in tre specifiche fosse,<br />
di prima pioggia, di seconda pioggia e desoleatrice,<br />
per essere pulita prima di essere<br />
N. 2 Anno 35 - 27 Febbraio 2010<br />
3<br />
energetica”. C’è anche il direttore di ‘Urban<br />
Diesign’ (rivista internazionale che si occupa<br />
di progettazione urbana: dagli elementi<br />
d'arredo di spazi pubblici ai materiali e alle<br />
tecnologie), se non fosse che quella rivista -<br />
molto bella- è più attratta da progetti d’avanguardia<br />
che da interventi delicati di recupero<br />
di un borgo millenario.<br />
Le uniche due presenze veramente coerenti<br />
e in sintonia con il recupero dell’Upim,<br />
<strong>qui</strong>ndi personaggi del mestiere che hanno un<br />
bagaglio di conoscenze legato a Treviglio e<br />
alla storia di Piazza Garibaldi, sono quelle<br />
dell’arch. Giuseppe Napoleone (Soprintendenza<br />
di Milano) e dell’arch. Pierluigi Assolari,<br />
capo Ufficio Urbanistica del comune di<br />
Treviglio. Gli unici due che non hanno votato<br />
il progetto scelto.<br />
Addirittura si vocifera che l’arch. Napoleone<br />
non abbia partecipato al voto, <strong>qui</strong>ndi lo<br />
rintracciamo alla soprintendenza di Milano.<br />
Molto disponibile non si sottrae alle domande<br />
e chiarisce di non aver partecipato al voto<br />
e aver fatto mettere a verbale che, secondo il<br />
suo giudizio, il progetto scelto non rispettava<br />
il punto uno del bando: integrarsi nel contesto<br />
storico e urbano della piazza. Napoleone<br />
è anche molto rammaricato perché conosce<br />
bene la storia di quella Piazza e di Treviglio<br />
ed è un peccato non aver risolto l’impatto<br />
dell’edificio in quel luogo. Insomma al soprintendente<br />
proprio non piace quella scelta<br />
e lo dice chiaramente, poi un inciso: “Senta,<br />
non ho paura di dirlo e non mi sottrarrò a<br />
chi mi chiederà di confermarlo, ma quella<br />
fontana di Garibaldi con il leone, che ha una<br />
sua dignità ed era ben inserita in quel luogo<br />
–con le giuste proporzioni- io la rimetterei al<br />
suo posto”.<br />
riversata nella roggia.<br />
Questo ha fatto aumentare di un terzo il<br />
numero di caditoie, che sono 55. Sulla strada<br />
ci sono inoltre diversi cunicoli di altre<br />
rogge che la attraversano. Si è trattato, in<br />
questo senso, di una scelta di qualità voluta<br />
dall’Amministrazione comunale, con la<br />
quale i rapporti sono comunque di dialogo».<br />
Non sta a noi, non essendo tecnici, smentire<br />
le scelte dell’Amministrazione, ma certo<br />
colpisce il fatto che si debba depurare<br />
l’acqua piovana prima che questa entri nel<br />
fosso. Un fosso che porta acqua dal Brembo<br />
e con ciò molto fango.<br />
Colpisce anche che siano stati spesi soldi<br />
per lastricare il fondo con del porfido quando<br />
-proprio perché l’acqua del Brembo è<br />
fangosa- non sarà mai trasparente, <strong>qui</strong>ndi il<br />
lastricato non sarà visibile perché già stato<br />
sepolto.<br />
Colpisce che nessuno abbia pensato -ammesso<br />
che la depurazione dell’acqua piovana<br />
fosse necessaria- di creare una pendenza<br />
verso un lato della strada per far defluire<br />
l’acqua in una canalizzazione laterale,<br />
evitando così l’effetto buca e “mal di<br />
mare” alle auto che vi transitano.<br />
Infine colpisce che ci si sia accorti degli<br />
errori e nessuno abbia sentito il dovere di<br />
intervenire preventivamente.
la tribuna<br />
TREVIGLIO SI MOBILITA<br />
Anche un<br />
appello<br />
della<br />
sinistra<br />
Architetti, professionisti,<br />
cittadini firmano un<br />
appello per difendere<br />
Palazzo Grassi, ma la<br />
Giunta preferisce<br />
sbagliare da sola...<br />
Nel Marzo del 2009, un gruppo<br />
di architetti, ma anche<br />
cittadini rappresentanti di<br />
associazioni trevigliesi, in generale<br />
dell’area di sinistra, scrissero<br />
un appello per cercare di bloccare<br />
l’idea di bandire un nuovo<br />
concorso per l’ex Upim. Un appello<br />
totalmente inascoltato. Ecco<br />
l’incipit e una sintesi.<br />
“Il luogo è Treviglio, polo attrattore<br />
della bassa pianura bergamasca.<br />
L’ìsolato in oggetto è<br />
forse il più importante della struttura<br />
urbana di Treviglio, certamente<br />
il più importante per la<br />
morfologia della città antica, cioè<br />
quello corrispondente al nucleo<br />
originario di quest’ultima: il castrum<br />
vetus”. (...)<br />
Quindi prosegue spiegando diffusamente<br />
le origini, la storia e la<br />
funzione del luogo sul quale ora<br />
è presente l’edificio ex Upim:<br />
“L’edificio commerciale, disegnato<br />
in palese discontinuità con<br />
le caratteristiche tipologiche ed<br />
ambientali dell’antico nucleo su<br />
cui sorge, (ha le caratteristiche<br />
di un edificio della peggiore zona<br />
industriale)”.<br />
Ricorda l’ac<strong>qui</strong>sto da parte del<br />
Comune nel 1993 e che nel 1998<br />
l’Amministrazione Comunale<br />
bandì un concorso di progettazione<br />
per la riqualificazione ad uso<br />
pubblico dell’edificio «...ex<br />
Upim” e della piazza antistante,<br />
piazza Garibaldi. E ricorda che<br />
nel 1999 fu dichiarato vincitore<br />
del Concorso il progetto proposto<br />
dal «prof. Giorgio Grassi ed<br />
altri, cui fu affidato nel 2003 l’incarico<br />
della progettazione preliminare<br />
di “riqualificazione dell’edificio<br />
comunale ‘ex Upim’».<br />
Spiega anche che l’attuale<br />
Giunta comunale nel giugno<br />
2007, con una delibera, ribadiva<br />
la scelta di continuare l’iter realizzativo<br />
del progetto vincitore<br />
l’Argomento<br />
del concorso, escludendo l’ipotesi<br />
di un auditorium nell’interrato.<br />
Dichiarando -la Giunta- che “la<br />
decisione non potè essere realizzata<br />
per lo scioglimento del gruppo<br />
di progettisti”. Nuove analisi,<br />
nuovi studi, nuovi costi per superare<br />
l’ostacolo posto dallo<br />
“scioglimento del gruppo dei progettisti”.<br />
Affermazione che l’architetto<br />
Mario Cortinovis smentisce<br />
lo scorso 19 Febbraio in diretta<br />
durante la trasmissione televisiva<br />
Publica condotta da Roberto<br />
Fabbrucci e che riportiamo<br />
nel riquadro.<br />
Tornando all’appello, questo<br />
prosegue ricordando che «l’Amministrazione<br />
Comunale sembra<br />
voler riproporre l’ipotesi di ristrutturazione<br />
dell’edificio esistente,<br />
riprendendo alcuni elementi<br />
desunti dal “progetto Grassi”,<br />
come il collegamento con vicolo<br />
Teatro, e di altri studi di tesi<br />
di laurea della Facoltà di Architettura<br />
del Politecnico di Milano<br />
pubblicate nel 1996, definendola<br />
“reinterpretazione dell’edificio<br />
ex upim come<br />
espansione coperta<br />
di piazza Garibaldi,<br />
il piano<br />
oggi interrato in<br />
parte a vista e accessibile<br />
dalla<br />
piazza, in collegamento<br />
coperto con<br />
vicolo Teatro”»<br />
ribadendo che<br />
tale scelta «sarebbe<br />
motivata dalla<br />
impossibilità di<br />
proseguire con<br />
l’incarico al raggruppamento<br />
del<br />
prof. Giorgio Grassi e dal costo<br />
complessivo dell’opera ritenuto<br />
troppo gravoso per il bilancio comunale».<br />
Dopo approfondimenti di carattere<br />
tecnico, sociale e politico che<br />
sottolineano la necessità di dotarsi<br />
in quella piazza di un palazzo<br />
di qualità, l’appello si conclude e<br />
ribadisce la contrarietà «...all’ipotesi<br />
ristrutturazione, per tante ragioni,<br />
anzitutto perché riteniamo<br />
doveroso realizzare il progetto<br />
proclamato vincitore da una giuria<br />
di alto profilo e competenza<br />
in materia artistica e urbanistica,<br />
ed anche perché ci pare assolutamente<br />
giustificato e perseguibile<br />
il desiderio di tanti trevigliesi<br />
di demolire ciò che ha rappresentato<br />
uno scempio e risarcire<br />
la città della perdita (svendita e<br />
demolizione) dell’antico Teatro<br />
Sociale, realizzando un Palazzo<br />
Pubblico, come concepito dall’arch.<br />
Giorgio Grassi, che aspira<br />
verso un ideale di classicità,<br />
nel segno di una moderna classicità».<br />
N. 2 Anno 35 - 27 Febbraio 2010<br />
FIRMATARI<br />
4<br />
Stefano Albertini (architetto),<br />
Roberto Assanelli (architetto), Anna<br />
Giulia Baratti (architetto), Gianni<br />
Barcella (presidente Cooperativa<br />
Famiglie Lavoratori, Claudia<br />
Bencetti (architetto), Mauro Blini<br />
(architetto), Ezio Bordoni<br />
(architetto), Marco Canzi<br />
(architetto), Nicola Cimmino<br />
(architetto), Luca Colleoni (dottore<br />
commercialista), Chicco Crippa<br />
(project manager), Patrizio Dolcini<br />
(sales manager) Anna Fiacconi<br />
(responsabile Fondo Ambiente Italia<br />
F.A.I.), Ambrogio Franco Forcella<br />
(architetto), Francesco Forcella<br />
(architetto), Carla Fortis<br />
(insegnante, pensionata), Rodolfo<br />
Giojelli (geometra), Arturo Giudicatti<br />
(presidente Legambiente bassa<br />
bergamasca), Massimo Grechi<br />
(architetto), Alessio Maridati<br />
(architetto), Marco Maridati<br />
(architetto), Paolo Melli (architetto),<br />
Corrado Negrini (architetto),<br />
PierSandro Oggionni (ingegnere),<br />
Tommaso Olivieri (medico chirurgo),<br />
Cloridano Spadon (geometra), Luigi<br />
Tamborini (ingegnere) Marco<br />
Vertova (farmacista, pensionato),<br />
Marina Vigo (avvocato), Fabio Villa<br />
(architetto).<br />
HANNO ADERITO ALL’APPELLO:<br />
Angelo Torricelli (architetto Preside<br />
facoltà di Architettura Civile<br />
Politecnico di Milano), Rosaldo<br />
Bonicalzi (architetto Presidente<br />
corso di laurea Scienze<br />
dell’Architettura Politecnico di<br />
Milano), Massimo Fortis (architetto<br />
direttore dipartimento di<br />
progettazione facoltà di architettura<br />
di Milano), Giuseppe Gambirasio<br />
(architetto già docente universitario<br />
facoltà di architettura di Venezia),<br />
Attilio Pizzigoni (architetto docente<br />
universitario facoltà ingegneria<br />
Dalmine), Antonio Gonella<br />
(architetto), Vittorio Gandolfi<br />
(architetto e urbanista), Gianfranco<br />
Bergamo (architetto), Monica<br />
Resmini (architetto docente<br />
universitario facoltà ingegneria<br />
Dalmine), Marzio Galeotti<br />
(economista docente universitario<br />
alla Statale di Milano), Paola<br />
Brambilla (avvocato docente di<br />
Diritto dell’Unione Europea e di<br />
Diritto Ambientale presso l’<br />
Università di Bergamo), Angelo<br />
Mambretti (architetto), il Direttivo<br />
Regionale di LEGAMBIENTE
la tribuna<br />
TEATRO/BRIGNANO<br />
Un paio di<br />
scarpe<br />
nuove<br />
La Compagnia Atipica teatrale<br />
di Brignano Gera d'Adda<br />
mette in scena in occasione<br />
della Festa della Donna, sabato 6<br />
marzo e Domenica 7 marzo, il<br />
nuovo spettacolo teatrale scritto<br />
da Roberta Severgnini in collaborazione<br />
con Sabrina Centemero<br />
“Un paio di scarpe nuove”.<br />
Palazzo Visconti - Brignano Gera<br />
d'Adda (BG) col patrocinio dell'Assessorato<br />
alla Cultura di Brignano<br />
Gera d'Adda. L’ingresso è<br />
libero.<br />
Abbinato allo spettacolo viene<br />
realizzato il concorso fotografico<br />
dal tema "In Attesa", le opere<br />
fotografiche verranno esposte nei<br />
giorni di spettacolo. La premiazione<br />
del concorso verrà effettuata<br />
domenica 7 marzo 2010. Per<br />
info; www.atipicateatrale.org<br />
UNITÀ TRA FI E AN<br />
Il Pdl ora ha<br />
un gruppo<br />
dirigente<br />
Decaduto Enzo Bottinelli,<br />
coordinatore di FI dal 2003,<br />
Carlo Safiotti ha nominato<br />
Pinuccia Zoccoli Prandina<br />
Con la nascita del Pdl finisce<br />
la situazione di stallo che caratterizzava<br />
Forza Italia. Allontanato<br />
Marco Pagnoncelli<br />
(l’uomo delle cave a gogò) e decaduto<br />
il suo referente trevigliese<br />
Enzo Bottinelli (totalmente<br />
inerte dal giorno della sua elezione<br />
nel 2003), il nuovo coordinatore<br />
provinciale Carlo Safiotti<br />
ha nominato i suoi fiduciari. A<br />
Treviglio Pinuccia Prandina<br />
Zoccoli e Mario Camizzi (voluto<br />
dalla componente An). Ora,<br />
dopo circa sette anni di totale assenza<br />
di un organismo democratico<br />
a Treviglio, recentemente Pinuccia<br />
Prandina ha scelto il Coordinamento<br />
cittadino del PDL<br />
TREVIGLIESI/SOLIDARIETÀ<br />
Cecilia porta un aiuto agli<br />
scolari del Senegal<br />
L’associazione onluns AIDE et Action di Treviglio si è riunita<br />
il 19 febbraio e ha dato il via al progetto della nascitadella<br />
scuola materna ed elementare a Thiès in Senegal. L’11<br />
marzo la presidente Cecilia Recanati si recherà nel Senegal per<br />
iniziare i lavori con l’obiettivo di inaugurare il progetto entro l’ottobre<br />
2010. Il progetto nasce da un’iniziativa di Cecilia Recanati,<br />
che da tempo segue i bisogni degli stranieri sul nostro territorio e<br />
dallo scorso anno, con il sostegno di istituzioni, banche, scuole e<br />
patronati, invia materiale didattico ed ospedaliero , vestiti e giochi<br />
in Senegal nel quartiere di Tharoye Dakar ad una scuola pubblica<br />
ed un posto di pronto soccorso. Per sostenere l’iniziativa<br />
versate il vostro contributo. BCC TREVIGLIO IBAN:<br />
IT 22 G 08899 53640 000000026198<br />
Intestato all’Associazione Onlus “Aide et Action” di Treviglio.<br />
Spesa detraibile dalle tasse.<br />
l’Attualità<br />
(vedi foto): Bergamini Elisa,<br />
Bialetti Alessandro, Cavallo<br />
Alessio, Conti Del Poggio Maria,<br />
Fabbrucci Giorgio Michelangelo,<br />
Facheris Valerio, Ferri<br />
Daniele, Maggioni Andrea,<br />
Mancini Simone, Mangano<br />
Francesca, Ramanzin Gianantonio,<br />
Risi Oreste, Scaravaggi<br />
Loris, Sghirlanzoni Giuseppe.<br />
Nei giorni successivi Gianluca<br />
Pignatelli, Presidente del Consiglio<br />
Comunale e già candidato<br />
sindaco per “Treviglio Libera”,<br />
ha dato le dimissioni dall’incarico<br />
istituzionale per assumere il<br />
ruolo di Capogruppo del Pdl in<br />
Consiglio. Decisione da tempo<br />
attesa mancando la voce della<br />
componente all’interno del Consiglio<br />
e questo per le assenze continuate<br />
di Guido d’Auria (trasferitosi<br />
a Seregno) e di Ferruccio<br />
Gusmini, da tempo indisposto.<br />
Il nostro periodico saluta e porge<br />
i più vivi auguri al nuovo gruppo<br />
dirigente, con la speranza che<br />
sappia contribuire ad accendere il<br />
dibattito politico amministrativo<br />
che oggi, invece, langue. Questo<br />
perché il contesto sociale in cui<br />
oggi si opera a Treviglio impone<br />
entusiasmo, passione e talento.<br />
N. 2 Anno 35 - 27 Febbraio 2010<br />
Info: “aideaction.itasen@yahoo.it” Telefono: 340.7019810<br />
Gruppo su Facebook: “Mille per uno... Uno per tanti”<br />
5<br />
RICERCHE E CONVEGNI<br />
Consumo<br />
droghe nella<br />
bassa<br />
Venerdì 26 febbraio nella sede<br />
di via Tasso della Provincia<br />
di Bergamo si è tenuta la<br />
presentazione dei risultati della<br />
ricerca “Il consumo delle droghe<br />
nella bassa bergamasca” a cura<br />
dell’Istituto Mario Negri di Milano.<br />
L’evento è stato promosso dall’associazione<br />
Genitori Antidroga,<br />
da COGEIDE S.p.A., dall’assessorato<br />
Servizi alla Persona di<br />
Caravaggio e dalla Provincia di<br />
Bergamo.<br />
Si tratta di uno studio scientifico<br />
condotto attraverso l’analisi<br />
delle acque reflue del depuratore<br />
di Mozzanica che accoglie le acque<br />
di 16 comuni della provincia,<br />
commissionato al fine di avere<br />
più conoscenze sulla qualità e<br />
quantità di droghe consumate nel<br />
territorio della bassa bergamasca.<br />
Presenti i promotori: Augusto<br />
Baruffi, assessore ai Servizi alla<br />
Persona del Comune di Caravaggio,<br />
Enrico Coppola presidente<br />
dell’associazione Genitori Antidroga<br />
e Luigi Minuti presidente<br />
COGEIDE S.p.A. Mozzanica.<br />
La relazione scientifica è stata<br />
illustrata da Ettore Zuccato e<br />
Enrico Davoli dell’Istituto Mario<br />
Negri di Milano.
la tribuna<br />
CENTO PAGINE D’EROI<br />
L’impresa dei<br />
cento ottanta<br />
Garibaldini<br />
bergamaschi<br />
Il nostro Marco<br />
Carminati in questo<br />
volume ha voluto<br />
costruire uno strumento<br />
di divulgazione riguardo<br />
quell’impresa<br />
A<br />
confutare la tesi di una provincia<br />
orobica e d’una città<br />
di Bergamo attratte da ideologie<br />
settarie, autonomiste, o diffidenti<br />
nei confronti di una storia<br />
patria unitaria, esiste una vasta<br />
messe di documenti raccolti nei<br />
bellissimi saggi dell’Istituto Civitas<br />
Garibaldina di Bergamo,<br />
pubblicati per i cento anni dell’Unità<br />
d’Italia. Oggi purtroppo<br />
non facilmente reperibili. Fu necessario<br />
un periodo lungo, perché<br />
i pacati sentimenti nazionali orobici<br />
balzassero alla ribalta della<br />
storia risorgimentale dal 1815 al<br />
1863, segnando tappe memorabili,<br />
come l’attribuzione di una Medaglia<br />
d’Oro a Bergamo per le<br />
Cinque giornate; la Spedizione di<br />
soccorso a Brescia; l’organizzazione<br />
dei Cacciatori delle Alpi a<br />
Villa Camozzi dello Zerbino; la<br />
partecipazione di 180 Garibaldini<br />
bergamaschi alla Spedizione<br />
dei Mille; il Tentativo di ribellione<br />
di Sarnico; la Spedizione dei<br />
Bergamaschi in Polonia, ultimo<br />
episodio con cui si chiude, insieme<br />
alla vita del bergamasco Francesco<br />
Nullo, anche il generoso<br />
dono della gente orobica per il<br />
Risorgimento dell’Italia. A Bergamo<br />
fu assegnato il primato di<br />
città più decorata d’Italia. Questo<br />
volume, senza pretesa di aggiungere<br />
alcunché agli esaustivi<br />
studi degli insigni storici, si propone<br />
di renderne i contenuti più<br />
accessibili al lettore.<br />
l’Unità d’Italia<br />
CELEBRAZIONI PER L’UNITÀ D’ITALIA<br />
Un Rinascimento Europeo<br />
di modello italiano?<br />
L’incerta collocazione della<br />
nostra Europa nel panorama<br />
mondiale, mi suggerisce alcune<br />
considerazioni di cui la prima<br />
è che, fatta l’Europa, e in attesa<br />
di fare gli Europei, non si può<br />
comunque prescindere dall’urgenza<br />
di far funzionare le istituzioni<br />
ed i meccanismi: è questa<br />
un’esigenza oggettiva, esterna<br />
alle possibilità ed alle competenze<br />
individuali dei cittadini, e realizzabile,<br />
o meno, indipendentemente<br />
dalle loro volontà, sensibilità<br />
o capacità di modificare il<br />
corso della storia.<br />
E’ insomma molto più agevole<br />
oggi individuare e ricostruire i<br />
percorsi attraverso cui è nata la<br />
nostra “predisposizione genetica”<br />
ad una comune cultura europea,<br />
che non costruire strumenti idonei<br />
a fare dell’Europa una vera<br />
“casa comune”, capace di funzionare<br />
così come è avvenuto al di<br />
là dell’Atlantico.<br />
Mi è parso illuminante, in proposito,<br />
il bell’articolo di Claudio<br />
Finzi, “Quando è nata l’Europa<br />
?”, che affrontando il tema del<br />
“perimetro europeo” (geografico<br />
e culturale)<br />
dava per certo<br />
solo il confine<br />
settentrionale,<br />
inconfutabilmente<br />
segnato<br />
dal Mar Glaciale<br />
Artico, e<br />
vedeva invece<br />
incerti e problematici gli altri tre.<br />
Teorema avvincente e documentato<br />
che però non teneva conto dei<br />
molti altri confini, altrettanto critici<br />
e pericolosi, che frammentano<br />
al suo interno il corpo dell’Europa,<br />
l’enigmatica funzione di<br />
controllo e disturbo della Gran<br />
Bretagna per esempio, per cui ritengo<br />
che ognuno di noi, ogni<br />
Stato membro, debba comunque<br />
fare un serio esame di coscienza.<br />
L’auspicio è <strong>qui</strong>ndi che, con<br />
questo 2010, sia possibile gettare<br />
i semi di un “Rinascimento Europeo”,<br />
nel quale ciascuno si senta<br />
protagonista e che, come già<br />
cinque secoli fa, possa prendere<br />
le mosse dal nostro Paese e sappia<br />
diffondersi in tutto il resto del<br />
Vecchio Continente.<br />
Marco Carminati<br />
PERCHÈ LA SPONSORIZZAZIONE DEL VOLUME<br />
Anche sinergie e amicizia<br />
con la comunità siciliana<br />
Il libro sui Garibaldini Bergamaschi è un nuovo<br />
tassello del “cammino verso i 150 anni dell’Unità<br />
d’Italia” avviato dalla Cassa Rurale di Treviglio<br />
Ben volentieri la Cassa Rurale ha sostenuto la pubblicazione<br />
di questo libro e ne ha subito condiviso i contenuti e le<br />
finalità. La Cassa Rurale sta da un <strong>qui</strong>nquennio dedicando<br />
attenzioni e risorse, persuasa di avere, fra i propri compiti e<br />
le proprie finalità, anche quelli di promuovere il senso civico<br />
delle comunità territoriale ove opera e di diffonderlo soprattutto<br />
fra le giovani generazioni. Un grazie all’autore di questo<br />
libro, che vogliamo diffondere soprattutto nelle scuole e comunque<br />
in tutti gli ambiti dove il concetto di “Distretto di Bene<br />
Comune” non è sconosciuto e, anzi, è apprezzato. La coincidenza<br />
poi del pluriennale tutoraggio in atto fra la Cassa Rurale<br />
di Treviglio e la consorella BCC Agrigentino ci è parsa connotarsi<br />
di un ulteriore significato di sinergia ed amicizia con le<br />
comunità siciliane, alla luce delle gesta bergamasche di centocinquant’anni<br />
fa. Il monito ben noto di Churchill “il Paese che<br />
non conosce la propria storia è destinato a riviverla” ci è parso<br />
un degno viatico per accompagnare la lettura di queste pagine<br />
e chiudere semplicemente la nostra breve premessa.<br />
(Dalla premessa del Presidente della Cassa Rurale Treviglio, Gianfranco<br />
Bonacina, al libro “Cento pagine d’eroi”)<br />
N. 2 Anno 35 - 27 Febbraio 2010<br />
6<br />
L’INCONTRO ALLA CRAT<br />
L’Italia<br />
rimarrà<br />
unita<br />
Galli della Loggia ha<br />
ricordato che “la<br />
globalizzazione non ha<br />
sancito la fine degli Statinazione”<br />
Treviglio - “Che l’Italia rimanga<br />
o no uno Stato Unitario,<br />
dipende da tutti noi: –<br />
ha esordito Ernesto Galli della<br />
Loggia - la maggior parte dei nostri<br />
connazionali desidera restare<br />
italiana, anche se molti di loro esitano<br />
a dichiararlo pubblicamente.<br />
La globalizzazione non ha affatto<br />
sancito la fine degli Stati-nazione:<br />
nel prossimo futuro sarà<br />
ancora importante poter contare<br />
su di uno Stato nazionale, per tutelare<br />
valori e<br />
diritti. La versione<br />
italiana<br />
del federalismo<br />
nasce in<br />
polemica contro<br />
lo strapotere,<br />
vero o presunto,<br />
dello<br />
stato unitario<br />
pertanto credo che, se il discorso<br />
sulla devolution dovesse avviarsi<br />
su una china estrema, finirebbe<br />
per riscuotere ben pochi consensi”.<br />
Incalzato poi sul Risorgimento,<br />
tema della brillante conversazione<br />
testè terminata ha sostenuto<br />
che “il Risorgimento non si è<br />
compiuto in modo lineare e infatti<br />
Cavour, fino al 1859, non pensava<br />
ancora ad un Stato italiano,<br />
ma, più modestamente, ad un regno<br />
del Nord, sotto i Savoia. Poi<br />
Cavour seppe cogliere le opportunità<br />
apertesi con la Seconda<br />
Guerra d’Indipendenza e con i<br />
Mille, divenendo così il principale<br />
artefice dell’unificazione italiana.<br />
Il processo risorgimentale,<br />
insomma, fu tortuoso e doloroso:<br />
il suo bilancio complessivo, tuttavia,<br />
rimane molto positivo”.<br />
A proposito dell’ormai imminente<br />
150esimo dell’Unità nazionale,<br />
Galli della Loggia ha detto<br />
che “non servono celebrazioni algide,<br />
dobbiamo riscoprire le ragioni<br />
del nostro stare insieme e<br />
prendere davvero atto che l’Unità<br />
d’Italia ci ha indubbiamente<br />
migliorato la vita”.<br />
(M. C.)
la tribuna<br />
DISTRETTO DEL “BENE COMUNE”<br />
Un’economia<br />
al servizio<br />
della persona<br />
Il 2010? All’insegna della fiducia,<br />
della speranza e della solidarietà,<br />
per costruire l’economia del<br />
gratuito…<br />
di Marco Carminati<br />
Speranza e solidarietà, rese indispensabili<br />
ed urgenti anche dalla sconvolgente catastrofe<br />
di Haiti - venuta a peggiorare una<br />
situazione umana già ordinariamente drammatica<br />
in quel povero Paese caraibico, figlia<br />
di scandalose ingiustizie sociali e, in parte,<br />
anche dello sconsiderato degrado delle risorse<br />
dell’ambiente - sono forse le due solide<br />
gambe su cui potremo camminare per uscire<br />
dal lungo tunnel della crisi. Speranza e solidarietà,<br />
insieme alla coesione, sono dunque i<br />
veri motori di rinascita che il nostro territorio<br />
ha saputo mettere a punto nella sua storia<br />
più che secolare e in quella più recente.<br />
E infatti speranza a solidarietà hanno aiutato<br />
i nostri vecchi nel 1919, appena usciti<br />
dalla Grande Guerra, nel 1929, con la crisi<br />
finanziaria, e poi ancora nel secondo dopoguerra<br />
e - curiosamente, se vogliamo registrare<br />
la stravaganza dei numeri e la reiterata<br />
comparsa del 9 in periodi di crisi e poi di ripresa<br />
- sono state la molla da cui è ripartita<br />
la ripresa –timida in vero- di questo appena<br />
concluso 2009. Speranza e solidarietà: due<br />
PICCOLE E MEDIE IMPRESE<br />
Con la Brebemi<br />
l’impresa dovrà<br />
cambiare pelle<br />
La Confesercenti lancia il progetto<br />
“Sulla strada giusta”,<br />
pensato per i piccoli imprenditori<br />
della Bassa Bergamasca.<br />
Per sostenere e indirizzare le imprese<br />
del territorio nella fase di<br />
cambiamento che coinciderà con<br />
l’arrivo della Brebemi e delle altre<br />
grandi infrastrutture.<br />
“Le grandi opere cambieranno<br />
il nostro territorio, noi proponiamo<br />
un progetto condiviso che<br />
possa portare beneficio sociale e<br />
non solo economico – ha spiegato<br />
Elena Fontana, vicepresidente<br />
di Confesercenti, durante la<br />
presentazione dell’iniziativa che<br />
si è svolta questa mattina presso<br />
la Cassa Rurale e Artigiana di<br />
Treviglio‘– Ci sono molte potenzialità<br />
da sfruttare, a partire dai<br />
concetti su cui potremmo spendere fiumi d’inchiostro,<br />
ma che preferiamo siano commentati<br />
solamente da voci più autorevoli della<br />
nostra. Qualcuno ha scritto che “sperare vuol<br />
dire rischiare la delusione. Ma il rischio va<br />
affrontato, perché il massimo rischio nella<br />
vita è di non rischiare mai. Soltanto chi rischia<br />
è libero…”. E qualcun altro - in questo<br />
caso si tratta del nostro concittadino Mons.<br />
Ambrogio Portaluppi - ha integrato la precedente<br />
esortazione con quest’altra: “A quanti<br />
non stanno alla finestra a guardare, ma scelgono<br />
il rischio di camminare per la strada in<br />
mezzo agli altri, ascoltandoli e dando loro<br />
una mano…”. “Non c’è futuro senza solidarietà”,<br />
recita il titolo di un recente libro del<br />
Cardinale Arcivescovo di Milano, Luigi Tettamanzi.<br />
Speranza, solidarietà e coesione come ritorno<br />
ai valori della persona e della comunità<br />
–non dell’individuo e della collettività, concetti<br />
che comportano una filosofia estranea<br />
alla concezione cristiano-sociale dell’esistenza–<br />
un ritorno ai valori del bene comune, in<br />
un contesto mondiale che, sconsideratamente<br />
e in modo colpevole, aveva decretato lo<br />
scardinamento di ogni regola al di fuori del<br />
distretti urbani del commercio:<br />
Confesercenti mette a disposizione<br />
la sua esperienza e i suoi servizi.<br />
Siamo comunque una casa<br />
aperta, pronta ad accogliere il<br />
contributo di tutti, a cominciare<br />
dai Comuni”.<br />
Il sindaco di Treviglio Ariella<br />
Borghi, presente all’incontro, ha<br />
raccolto volentieri l’invito: “Confesercenti<br />
è un’ulteriore realtà<br />
che parteciperà alla completa realizzazione<br />
di quel “distretto del<br />
bene comune” che ci sta a cuore.<br />
Lo sviluppo dovrà andare a vantaggio<br />
dell’intera comunità: possiamo<br />
farcela, ma bisogna supe-<br />
il Lavoro<br />
rare gli steccati che ancora ci dividono.<br />
Le difficoltà stanno nelle<br />
relazioni, bisogna essere capaci<br />
di lavorare insieme”.<br />
Il concetto del saper far squadra<br />
per il bene della Bassa è stato<br />
allargato dal sindaco di Caravaggio<br />
Giuseppe Prevedini: “Serve<br />
coordinamento anche tra le<br />
amministrazioni locali, cosa che<br />
ancora manca. Quanto a Confesercenti,<br />
potrà farsi portavoce dei<br />
problemi e delle esigenze dei<br />
commercianti. Poi starà alla politica<br />
mettersi a disposizione.<br />
Solo così la Bassa potrà sfruttare<br />
le sue risorse e rivendicare il<br />
N. 2 Anno 35 - 27 Febbraio 2010<br />
7<br />
profitto immediato, effimero e irresponsabile.<br />
Speranza, solidarietà e coesione intese<br />
come conversione e sprone a ripensare i nostri<br />
stili di vita personali nel segno della sobrietà<br />
e come scintilla da cui scaturisce quell’economia<br />
della gratuità, che viene ogni giorno<br />
silenziosamente e generosamente alimentata<br />
da centinaia di nostri concittadini impegnati<br />
nel sociale. Il valore aggiunto di questa<br />
speciale forma di economia, solo apparentemente<br />
intangibile, è la vera chiave di volta<br />
del nostro futuro, del futuro del Distretto del<br />
Bene Comune. Siamo convinti che se la crisi<br />
economica in atto, per molti segnali orientata<br />
ad esaurirsi, verrà affrontata con fiducia,<br />
lo stesso momento contingente difficile potrà<br />
tradursi in una sfida preziosa per costruire<br />
una nuova società e per dimostrare la possibilità<br />
di una vita migliore, in cui l’etica non<br />
sia un’aggiunta, un’appendice all’economia,<br />
ma il suo presupposto e primo fondamento.<br />
Crisi dunque come opportunità di rigenerarsi,<br />
di togliersi di dosso le scorie di un passato<br />
egoista, incrostato di errori, indurito nell’aridità<br />
del tornaconto personale e punto di partenza<br />
per una nuova economia, quella del<br />
Bene Comune, cui il messaggio cristiano sociale<br />
chiama con insistenza e orienta con<br />
moniti esemplari. Come quello prezioso che<br />
ci lasciò Giovanni Paolo II, spingendoci a<br />
“creare un modello di economia a servizio<br />
di ogni persona” perché siamo tutti finalmente<br />
consapevoli che ogni persona, dal canto<br />
suo, può e deve garantire la propria risposta,<br />
anche attraverso la sua partecipazione ad un<br />
modello economico fondato sulla fiducia e<br />
capace di creare fiducia. Ci confortano le parole<br />
del Governatore della Banca d’Italia,<br />
Draghi “la fiducia non si ricostruisce con la<br />
falsa speranza, ma neanche senza speranza:<br />
uscire da questa crisi più forti è possibile” e,<br />
soprattutto, quelle un po’ più datate di Schiller<br />
“…Chi non osa nulla, non speri nulla….”.<br />
suo ruolo: per ricchezza prodotta<br />
siamo infatti la serie A della<br />
Bergamasca, non la serie B come<br />
per troppo tempo ci hanno considerato”.<br />
Mario Suardi, vicesindaco di<br />
Romano di Lombardia, ha aggiunto:<br />
“Ci sarà un grande sviluppo,<br />
ma bisognerà fare in modo<br />
che sia e<strong>qui</strong>librato. E occorrerà<br />
vigilare sulle possibili infiltrazioni<br />
criminali. Quanto ai commercianti,<br />
è importante superare le<br />
rivalità tra negozio e negozio, e<br />
capire che le 100 euro investite<br />
oggi possono portarne mille domani”.<br />
Gianfranco Bonacina,<br />
presidente della Cassa Rurale e<br />
Artigiana di Treviglio, ha concluso:<br />
“Sono in vista grandi investimenti<br />
e grandi opportunità, cui<br />
occorrerà rispondere con un<br />
grande coordinamento che porti<br />
alla realizzazione di un autentico<br />
distretto del bene comune. Mi<br />
piace lo slogan dell’iniziativa,<br />
perché tutti noi in questa fase<br />
dobbiamo davvero preoccuparci<br />
di imboccare la strada giusta”.
la tribuna<br />
di Franco Donati<br />
Siamo intorno al 1450, negli anni in cui<br />
dominavano le guerre tra il Ducato degli<br />
Sforza e la Serenissima Repubblica di Venezia,<br />
quest’ultima molto tollerante nei confronti<br />
delle comunità ebraiche, allora presenti<br />
in diverse comunità del territorio, dall’Adda<br />
fino a Venezia. Occorre ricordare che in quei<br />
tempi i banchieri ebraici fornivano il denaro<br />
necessario per incrementare la produzione e<br />
il commercio; di conseguenza, gli stessi Duchi<br />
erano loro grati dei servizi offerti. Solo i<br />
frati francescani, quando non erano zittiti dall’intervento<br />
dei governanti, rappresentavano<br />
la voce critica contro i tassi di interesse praticati,<br />
dichiaratamente troppo alti e insostenibili.<br />
Contro tali condotte, in breve le patenti<br />
di esercizio che regolavano il rapporto tra<br />
il governo cittadino e gli ebrei prestatori, sono<br />
poi nate una serie di azioni che hanno portato<br />
alla fondazione di quelli che furono chiamati<br />
i Monti di Pietà.<br />
Nel 1466 l’ebreo Guglielmo di Castell’Arquato<br />
invia al Duca la richiesta per aprire a<br />
Treviglio un Banco per il prestito. Il Duca<br />
accorda, ma è prudente: gli consiglia di sentire<br />
le autorità locali e il podestà. Per quanto<br />
si sa, la disponibilità degli ebrei nella concessione<br />
del denaro era maggiore, cioè il valore<br />
del denaro prestato superava il valore del<br />
pegno e ciò avveniva con la redazione di un<br />
documento pubblico. Nel caso dei Monti di<br />
Pietà, invece, il denaro era prestato solo sulla<br />
stima del valore del pegno, fatta secondo<br />
quanto decretato nei Capitoli o negli Statuti<br />
la Storia Due<br />
PAGINE DI VITA ECONOMICA TREVIGLIESE<br />
Viaggio nel tempo: lavoro<br />
e credito a Treviglio<br />
Dall’usura al monte di pietà e poi alle casse rurali (1466–1893), la<br />
presenza delle comunità ebraiche e i frati francescani, fino a Mons.<br />
Portaluppi e la nascita della Cassa Rurale ed Artigiana<br />
degli stessi, ove si prevedeva altresì che la<br />
concessione del finanziamento fosse possibile<br />
solo per bisogni personali e non per commercio<br />
o frivolezze. In breve un prestito finalizzato,<br />
per il quale non si poteva mentire<br />
pena la reclusione.<br />
Ma, come detto, sono i francescani che fanno<br />
dell’usura il punto focale dei loro sermoni.<br />
E’ fra Michele Carcano da Milano che<br />
porta avanti l’idea di istituire i Monti di Pietà,<br />
ritenendoli come la cosa più giusta, anche<br />
se poi è Bernardino da Feltre a fungere da<br />
agguerrito e convincente promotore.<br />
I problemi iniziali, legati a funzionari disonesti<br />
ma riferibili anche a un sistema di rifinanziamento<br />
dei capitali prestati, fanno protrarre<br />
la soluzione per la definizione dell’interesse<br />
da applicare. Solo nel 1515 Leone X<br />
con una bolla stabilisce che i Monti di Pietà<br />
N. 2 Anno 35 - 27 Febbraio 2010<br />
8<br />
dei disegni del grande Carmelo Silva<br />
realizzati per “la breve storia di Treviglio”<br />
di Tullio Santagiuliana ripubblicata a metà<br />
degli anni ‘80 in un’edizione curata da “la<br />
tribuna” per i suoi abbonati e per i ragazzi<br />
delle scuole medie<br />
possono richiedere sui prestiti un interesse<br />
sino al 5,6%, poiché non si trattava di realizzare<br />
un profitto ma di ritirare una quota necessaria<br />
per mantenere in vita il Monte stesso.<br />
Nel 1572 alcuni documenti citano un certo<br />
Bonsignor de’ Bonsignori da Caravaggio<br />
che detta le sue volontà testamentarie al notaio<br />
Luca Ferrando di Milano, residente nel<br />
castello di Treviglio, per la costituzione di un<br />
Monte di Pietà.<br />
A Treviglio il Monte di Pietà nasce per volontà<br />
di Giovanni Pietro Terni, che con testamento<br />
del 14 ottobre 1623 stabilisce che<br />
dopo 4 o 6 anni post eius mortem si costituisca<br />
nel Castello di Treviglio un Luogo Pio<br />
“qual sia dedicato e si nomini” Monte di<br />
Pietà. Il luogo fu in vicolo della Pietà, oggi<br />
via Bartolomeo Rozzone. Ma nel 1658 l’istituto<br />
è depredato dai soldati francesi e a causa<br />
delle conseguenti difficoltà chiude la sua attività.<br />
Sarà riaperto nuovamente nel 1728 per<br />
volere del priore della Scuola del SS. Sacramento<br />
ma resiste fino all’arrivo di Napoleone<br />
Bonaparte. Alla fine del primo decennio<br />
del secolo XIX non si parlerà più del Monte<br />
di Pietà a Treviglio.<br />
Per sopperire ai bisogni di quanti, scomparendo<br />
i Monti di Pietà, furono privati del loro<br />
sostegno, nascono nel 1862 le associazioni<br />
di Mutuo Soccorso, con lo scopo di aiutare i<br />
soci attraverso sovvenzioni per curare malattie<br />
o affrontare spese impreviste, e nella seconda<br />
metà del secolo XIX, precisamente nel<br />
1883, le prime “casse rurali”. Sull’esempio<br />
di quanto accaduto in Germania, era gettato<br />
il seme di una nuova forma di aiuto alle famiglie<br />
rurali. In quegli anni Leone XIII con<br />
l’Enciclica Rerum Novarum sprona i cattolici<br />
all’azione sociale. E’ don Luigi Cerutti<br />
che fonda nel 1890 la prima Cassa Rurale Cattolica,<br />
una forma più attuale di quello che in<br />
passato era stato il Monte di Pietà. Tre anni<br />
dopo nasce a Treviglio la prima Cassa Rurale<br />
di Prestiti per volontà del teologo don Ambrogio<br />
Portaluppi e a sostegno dell’iniziativa<br />
di don Cerutti. In quel momento, accanto<br />
a mons. Portaluppi si raccolgono dieci contadini<br />
e il sacerdote don Francesco Baldoni.<br />
Era la risposta più qualificante per lo stesso<br />
fondatore, geniale studioso di problemi sociali,<br />
il quale<br />
non cercava la<br />
realizzazione<br />
di un ente economico<br />
né la<br />
possibilità di<br />
ottenere utili di<br />
gestione, ma<br />
vedeva unicamente<br />
davanti<br />
a sé il miglioramento<br />
della<br />
situazione dei<br />
contadini e degli<br />
artigiani del<br />
suo territorio.
la tribuna<br />
SANITÀ NELLA GERA D’ADDA<br />
Potenziata<br />
l’attività di<br />
volontariato<br />
Presso l’Ospedale di Treviglio-Caravaggio<br />
è presente,<br />
sin dal 2002, il Servizio di<br />
“Volontariato Istituzionale in<br />
Ospedale” la cui attività -svolta<br />
a titolo di assoluta gratuità- è rivolta<br />
ai pazienti e agli utenti della<br />
struttura ospedaliera tramite<br />
una collaborazione, strutturata<br />
con i reparti e gli ambulatori, per<br />
soddisfare alcune necessità dei<br />
pazienti ricoverati ed ambulatoriali.<br />
I Volontari attivi sono attualmente<br />
circa 50, appartenenti ad<br />
Associazioni del Territorio e al<br />
gruppo Volontari Ospedalieri.<br />
Essi, dopo un collo<strong>qui</strong>o di valutazione<br />
dello psicologo, vengono<br />
affiancati da un volontario senior<br />
nello svolgimento di una delle<br />
attività strutturate. Questa disponibilità<br />
costituisce una risorsa<br />
preziosa soprattutto per l’umanizzazione<br />
della degenza in ospedale<br />
e per rendere meno disagevole<br />
possibile il momento del ricovero.<br />
Attraverso un’attività pianificata<br />
quotidianamente in base alle<br />
richieste pervenute, i Volontari<br />
dell’ospedale si pongono come<br />
punto di riferimento per chi ha<br />
bisogno - ad esempio - di assistenza<br />
durante i pasti o, semplicemente,<br />
di alcuni momenti di<br />
compagnia. Alcuni volontari, appartenenti<br />
a specifiche associazioni<br />
del Territorio, collaborano<br />
in modo strutturato con i reparti/<br />
ambulatori di Cardiologia, Oncologia<br />
Medica, Pediatria, Epatologia<br />
ed ORL. Le statistiche dell’anno<br />
2009 hanno dimostrato<br />
dati importanti di attività. Tra<br />
questi di particolare rilievo: 1.564<br />
ore di presenza in Segreteria, aiuto<br />
ai pasti per circa 1.000 ricoverati,<br />
250 le persone che hanno beneficiato<br />
di momenti di compagnia<br />
al letto, 112 presenze presso<br />
il reparto di ORL. Inoltre presso<br />
il servizio di Epatologia 5 volontari<br />
hanno assicurato la presenza<br />
quotidiana per un totale di 634 ore<br />
e presso il day hospital di Oncologia<br />
Medica 5 volontari hanno<br />
assicurato oltre 1.000 ore di presenza.<br />
Presso la sede del Volontariato,<br />
situata a piano terra nei pressi<br />
della Sala Prelievi, è attivo uno<br />
Sportello di Ascolto e di Segreteria<br />
che, nel 2009, ha ampliato<br />
l’apertura al pubblico con i seguenti<br />
orari: dalle ore 10 alle 12<br />
e dalle 14 alle 17, dal lunedì al<br />
venerdì.<br />
TREVIGLIO/PER I PAZIENTI NON UDENTI<br />
Ora possibile prenotare<br />
inviando un fax al Cup<br />
Il nuovo servizio è in funzione presso il CUP di ognuno dei<br />
quattro ospedali della Azienda Ospedaliera di Treviglio<br />
L’Azienda Ospedaliera di Treviglio ha attivato presso i CUP<br />
dei propri presidi ospedalieri un servizio di prenotazione via<br />
fax dedicato ai soggetti non udenti, al fine di supportare il delicato<br />
momento di prenotazione delle prestazioni ambulatoriali.<br />
Questo nuovo servizio è stato organizzato, in accordo con la<br />
ASL della provincia di Bergamo, nell’ambito di una progettualità<br />
improntata alla umanizzazione dei rapporti con l’utenza<br />
ed alla tutela della privacy.<br />
Ogni struttura CUP è così stata dotata di un apposito numero<br />
di fax:<br />
CUP Treviglio 0363-424060<br />
CUP Romano di Lombardia 0363-990276<br />
CUP Calcinate 035-4424332<br />
CUP San Giovanni Bianco 0345-27362<br />
L’Azienda Ospedaliera di Treviglio, nel rispondere via fax<br />
ai soggetti richiedenti, trasmette anche tutta la necessaria modulistica,<br />
ad esempio: richiesta prenotazione, conferma prenotazione<br />
con indicazione sede, data ed ora di esecuzione della<br />
prestazione, eventuali indicazioni di preparazione all’indagine,<br />
informazioni per pagamento ticket.<br />
SEMINARIO DELL’AVIS<br />
L’epatite si<br />
può guarire<br />
Il titolo, apparentemente provocatorio,<br />
“Epatite, oggi si può<br />
guarire” ha stimolato la partecipazione<br />
di molti Trevigliesi all’incontro<br />
con il Dott. Paolo Del<br />
Poggio (responsabile del servizio<br />
di epatologia dell’ Ospedale di<br />
Treviglio) oltre a trattare con inconsueta<br />
sensibilità la scabrosa<br />
materia (epatiti B, epatiti C, cirrosi<br />
ed epatocarcinomi) ha dato<br />
il meglio di sè durante la presentazione<br />
informatica.<br />
Diagrammi, dati statistici, curve<br />
di resistenza dei virus, andamento<br />
delle patologie, frequenze<br />
dei controlli, cure farmacologiche<br />
e altro si rincorrevano sui maxi<br />
schermi dell’ Auditorium. La capacità<br />
didattica, la passione del<br />
la Sanità<br />
medico e il lessico del relatore<br />
facevano il resto, tenendo il pubblico<br />
incollato alle poltroncine<br />
per quasi due ore.<br />
Le malattie del fegato in provincia<br />
di Bergamo costituiscono<br />
un grosso problema. Gli indici di<br />
mortalità sono molto più elevati<br />
della media nazionale. La serietà<br />
e l’esperienza sul campo del Dott.<br />
Del Poggio hanno però seminato<br />
un po’ di ottimismo tra i presenti,<br />
a patto che si adotti uno stile di<br />
vita congruente.<br />
Lotta all’ alcolismo, lotta al tabagismo,<br />
lotta alla sedentarietà,<br />
lotta alla indisciplina alimentare<br />
sono i comportamenti da tenere<br />
per ridurre l’ insorgenza della<br />
malattia. I medici di famiglia devono<br />
identificare i soggetti a rischio<br />
di cirrosi ed inviarli agli<br />
ambulatori di Epotologia. In questo<br />
modo si possono diagnosticare<br />
eventuali tumori epatici precoci,<br />
<strong>qui</strong>ndi curabili.<br />
N. 2 Anno 35 - 27 Febbraio 2010<br />
9<br />
AZIENDA OSPEDALIERA<br />
A Treviglio<br />
nascono gli<br />
Ospedali senza il<br />
dolore<br />
Il Coordinamento neonato Comitato<br />
“Ospedale senza dolo<br />
re” è un organismo composto<br />
da operatori medici ed infermieristici<br />
degli ospedali di Treviglio-<br />
Caravaggio, Calcinate, Romano<br />
di Lombardia e San Giovanni<br />
Bianco, e ha il compito di:<br />
-inserire in cartella clinica un sistema<br />
di registrazione costante e<br />
continuativa del dolore;<br />
- definire criteri omogenei per la<br />
diagnosi e per il trattamento del<br />
dolore sia acuto che cronico;<br />
- consentire l'utilizzo adeguato<br />
dei farmaci oppiacei e dei sistemi<br />
più avanzati di trattamento<br />
(PCA, somministrazione continua<br />
dei farmaci antalgici, neuro modulazione<br />
elettrica e chimica);<br />
- rivolgere maggiori attenzioni ai<br />
seguenti settori: dolore pediatrico,<br />
dolore nel parto, dolore nel<br />
periodo post-operatorio, dolore<br />
nei malati afferenti al sistema<br />
dell'Emergenza-Urgenza, dolore<br />
nei malati affetti da malattie inguaribili<br />
in tutte le fasi cliniche<br />
(in stretta integrazione con la rete<br />
delle Cure Palliative).<br />
Il Comitato, che è già operativo<br />
e coordinato dalla dr. ssa Antonella<br />
De Giuseppe (in servizio<br />
presso la Direzione Medica dell'ospedale<br />
di Treviglio-Caravaggio),<br />
si attiverà anche per realizzare<br />
percorsi formativi per gli<br />
operatori, monitorare costantemente<br />
i risultati ottenuti e sviluppare<br />
protocolli di diagnosi e cura<br />
antalgica, anche con l'utilizzo di<br />
tecnologie innovative.
la tribuna<br />
INCONTRI DI FILOSOFIA<br />
Quattro incontri<br />
dedicati all’Errore e la<br />
Menzogna<br />
4 MARZO - ORE 20,45<br />
Matteo Motterlini: “Trappole mentali:<br />
come difendersi dalle proprie<br />
illusioni e dagli inganni altrui”<br />
18 MARZO - ORE 20,45<br />
Maria Bettetini: “Le figure della<br />
menzogna nel pensiero occidentale”<br />
25 MARZO - ORE 20,45<br />
Piergiorgio Odifreddi: “La tendenza<br />
della ragione a trasformare i concetti<br />
in cose”<br />
8 APRILE - ORE 20,45<br />
Paola Cantù: “Le fallacie dell’argomentazione”<br />
MATTEO MOTTERLINI<br />
Professore straordinario di logica<br />
e filosofia della scienza alla Facoltà<br />
di filosofia dell’Università<br />
Vita-Salute San Raffaele. È direttore<br />
del CRESA (Centro di Ricerca<br />
di Epistemologia Sperimentale<br />
e Applicata) presso la stessa Università.<br />
Già fondatore e direttore di<br />
“Anima FinLab”, Centro ricerche<br />
e studi di finanza comportamentale<br />
(negli anni 2006-2008). La sua<br />
attuale attività didattica è in filosofia<br />
della scienza, economia cognitiva<br />
e neuroeconomia.<br />
MARIA BETTETINI<br />
Laureata in filosofia,<br />
ha alternato gli studi<br />
filosofici alla pratica<br />
musicale. Nel 1989<br />
ha conseguito il dottorato<br />
in filosofia e<br />
ha dedicato studi ad<br />
Agostino di Ippona,<br />
pubblicando traduzioni con commento.<br />
Dopo il dottorato ha continuato<br />
gli studi ad Oxford, Parigi e<br />
Monaco di Baviera, dedicandosi<br />
soprattutto al medioevo ed al neoplatonismo,<br />
ma senza perdere di<br />
vista il pensiero contemporaneo e<br />
collaborando dal 1993 al 1998 alla<br />
rivista Virtual. Attualmente insegna<br />
alla IULM di Milano.<br />
PIERGIORGIO ODIFREDDI<br />
Si è laureato in matematica nel<br />
1973 all’Università di Torino, presso<br />
la quale è poi divenuto professore<br />
associato e successivamente<br />
ordinario di matematica. Dal 1985<br />
è visiting professor presso la Cornell<br />
University (USA), ha svolto lo<br />
stesso incarico anche all’Università<br />
di Buenos Aires e alla Italian<br />
Academy for the Advanced Studies<br />
di New York. Gli sono stati attribuiti<br />
numerosi premi: della Ame-<br />
i Comunicati<br />
UN’AGGREGAZIONE DI IMPRESE SPECIALIZZATE<br />
Nasce il “Consorzio per l’Edilizia di<br />
Qualità della Pianura Bergamasca”<br />
Il 25 febbraio scorso si è costituito il “Consorzio per l’Edilizia<br />
di Qualità della Pianura Bergamasca”, con sede in Treviglio via<br />
Dalmazia n.2. La costituzione è avvenuta con atto del Notaio Luosi<br />
presso la sede centrale della B.C.C. di Treviglio, che aderisce insieme<br />
alla Fondazione Cassa Rurale Treviglio quale socio sostenitore.<br />
Il Consorzio ha come scopo non solo la costruzione di edifici di<br />
qualità (risparmio energetico, certificazioni, garanzie), ma anche<br />
quello di sostenere e valorizzare le abilità tecniche, artigianali e<br />
imprenditoriali del settore edile presenti nel nostro territorio, innovandole<br />
in un processo edilizio di qualità.<br />
Gli aderenti sono Ditte che coprono l’intero ciclo professionale e<br />
produttivo dell’opera edilizia e si propongono di sviluppare le varie<br />
fasi con lavoro sinergico e di e<strong>qui</strong>pe.<br />
Gli aderenti sono: Est srl (ingegneria ambientale), St.Ar.T. Engineering<br />
srl (progettazione), Norman Interni (progettazione interni<br />
e forniture), le imprese edilizie Edilferri spa, Ferri Nardi<br />
spa, Tecnostrade srl, le aziende Falegnameria Aresi, Idrotermica<br />
Daz, Idrothermoelettrica Agazzi, Elma Tech srl, Riva srl,<br />
Mobrini Ingrocer e la Cooperativa Società Edificatrice Case<br />
Operaie (storica cooperativa edilizia trevigliese).<br />
Nel primo triennio il Consorzio verrà rappresentato da un Consiglio<br />
Direttivo composto da: Angelo Agazzi, Roberto Aresi, Grazia<br />
Cornici De Ponti, Gianluca Daz, Ezio Bordoni, quest’ultimo con<br />
ruolo di Presidente.<br />
rican Matematical Society, premio<br />
Galileo dell’Unione Matematica<br />
Italiana, premio Peano della Mathesis,<br />
premio Giovanni Maria<br />
Pace della Sissa, premio Fiesole per<br />
la divulgazione, premio Castiglioncello,<br />
premio Italgas per la divulgazione.<br />
Il suo lavoro scientifico<br />
riguarda la logica matematica. Il<br />
suo lavoro divulgativo esplora le<br />
connessioni fra la matematica e le<br />
scienze umane.<br />
PAOLA CANTÙ<br />
Si è occupata presso l’Université<br />
de Nancy e ora presso l’Universitè<br />
de Provence di filosofia della<br />
scienza e di logica applicata e di<br />
analisi del discorso argomentativo.<br />
È autrice di molti articoli pubblicati<br />
su riviste italiane e straniere in<br />
temi di logica e matematica. È promotrice<br />
dell’Associazione di pratica<br />
e teoria dell’argomentazione<br />
“Ergo”. Ha scritto articoli di analisi<br />
dell’argomentazione sulla rivista<br />
di divulgazione filosofica “Diogene”.<br />
COMUNICATI PDL<br />
Espulso terrorista<br />
residente a Treviglio<br />
Il PdL di Treviglio chiede al Sindaco<br />
Ariella Borghi di promuovere<br />
serrate azioni di controllo del territorio<br />
trevigliese dopo i noti fatti<br />
dell’espulsione, da parte del Ministero<br />
dell’Interno, del marocchino<br />
Mohammed Takoullah, dichiarato<br />
seguace di un movimento fondamentalista<br />
ijhadista e fino a due<br />
anni fa residente/ospite nella nostra<br />
città.<br />
Il primo cittadino ha infatti autorità<br />
decisionale per quanto riguarda<br />
quelle problematiche locali che<br />
possono sfociare in rischi per la sicurezza<br />
dei cittadini che deve tutelare<br />
attraverso attività poste a difesa<br />
del rispetto delle norme che regolano<br />
la vita civile.<br />
Il pacchetto sicurezza dà al Sindaco<br />
maggiori poteri in materia di<br />
controllo della sicurezza urbana, il<br />
PdL – Popolo della Libertà di Tre-<br />
N. 2 Anno 35 - 27 Febbraio 2010<br />
10<br />
viglio – chiede che siano disposti<br />
maggiori controlli rafforzando<br />
quella sinergia tra istituzioni atte a<br />
combattere la lotta alla criminalità<br />
e alla clandestinità ma anche a migliorare<br />
le condizioni di convivenza<br />
e coesione civile.<br />
Pinuccia Prandina Zoccoli<br />
Mario Camizzi<br />
Upim: un bando<br />
inopportuno, un<br />
pessimo esito<br />
Il coordinamento del PdL di Treviglio,<br />
riunitosi per discutere dell’area<br />
“ex Upim” di piazza Garibaldi,<br />
ribadisce l’inopportunità di<br />
promuovere un nuovo concorso<br />
di idee (...), e ritiene tale procedura<br />
un’operazione strettamente elettorale<br />
frutto della decisione di pochi<br />
calata passivamente sulla “testa<br />
di molti”.<br />
Il partito del Popolo della Libertà<br />
rigetta il progetto selezionato<br />
per la sua qualità e per l’impatto<br />
negativo che avrà sulla nostra piazza,<br />
per la nostra storia e per il vissuto<br />
delle nostre corti, dei nostri<br />
edifici, dei nostri vicoli, insomma,<br />
un progetto in chiaro contrasto con<br />
il tessuto storico urbano che ha già<br />
vissuto quaranta anni fa la violenza<br />
nell’inserimento di un edificio<br />
post-moderno ad uso commerciale<br />
ma della peggior specie.<br />
Grave la responsabilità politica<br />
di aver redatto un bando di gara che<br />
ignora completamente i re<strong>qui</strong>siti<br />
antisismici dell’attuale legge impone<br />
su tutti gli edifici sia pubblici<br />
che privati; grave aver selezionato<br />
un progetto, vincitore di un concorso,<br />
con uno stile architettonico in<br />
chiaro contrasto con il tessuto storico<br />
urbanistico esistente; grave<br />
aver indetto un concorso di idee<br />
senza indicazioni della destinazione<br />
d’uso principal ...vera propaganda<br />
politica, l’ennesima figura da<br />
parte della città.<br />
La bellezza architettonica non è<br />
un fatto irrilevante quando va a toccare<br />
i gangli del cuore della città;<br />
la bellezza è rispetto, è consapevolezza,<br />
è manifestazione di buono,<br />
di vero, di armonia e di soddisfazione<br />
della mente per chi legge<br />
un edificio: queste categorie costituiscono<br />
il fondamento del BEL-<br />
LO che non riscontriamo certo nel<br />
progetto selezionato nel concorso<br />
di idee. Per queste motivazioni il<br />
Coordinatore del PdL – Popolo della<br />
Libertà - ha incaricato l’Area di<br />
Competenza con delega ai lavori<br />
pubblici/urbanistica/PGT del partito<br />
(composta dai professionisti:<br />
Arch. M. Camizzi, Arch. L. Scaravaggi,<br />
Ing. V. Facheris e Avv. A.<br />
Maggioni) di effettuare uno studio<br />
di approfondimento sulla tematica,<br />
armonioso ed e<strong>qui</strong>librato<br />
Pinuccia Zoccoli Prandina,<br />
Mario Camizzi<br />
Coord. Pdl Treviglio
la tribuna<br />
SILVIA RIVA/STUDIO TV 1<br />
Ex Upim: e se<br />
ascoltassimo la gente?<br />
Il recupero del palazzo ex Upim<br />
è davvero un tormentone senza<br />
fine e, pare, anche senza vie<br />
d’uscita ragionevoli visto il nuovo,<br />
stravagante progetto scaturito<br />
dall’ultimo concorso di idee.<br />
L’affannosa ricerca di un’idea<br />
diversa, “originale” a tutti i costi<br />
sta portando fuori strada da tempo<br />
chiunque abbia tentato di affrontare<br />
la questione. Il fatto poi<br />
di non aver mai avute chiare le<br />
destinazioni d’uso finali complica<br />
ulteriormente le cose.<br />
Eppure la soluzione “giusta”<br />
per ridare dignità ad una piazza<br />
ormai tanto e da troppo degradata<br />
potrebbe essere meno complicata<br />
di quelle fino ad oggi percorse.<br />
Basterebbe ascoltare la gente!<br />
Le persone comuni che amano<br />
la loro città e la vivono nonostante<br />
le ferite che le sono state<br />
inferte negli anni.<br />
Negli ultimi due decenni alla<br />
guida di una redazione giornalistica<br />
che si occupa prevalentemente<br />
di cronaca della Bassa e<br />
della nostra città, del futuro destino<br />
dell’ex Upim mi è capitato<br />
di parlarne decine e decine di volte<br />
sulla scia delle più disparate e<br />
talvolta stravaganti proposte scaturite<br />
negli anni. A ogni servizio<br />
IL RITORNO DI UN “LUOGO”<br />
La tribuna è un po’ come la<br />
“gatta” o il campanile<br />
La Tribuna è uno di quegli elementi che<br />
caratterizzano la “trevigliesità”, un po’ come<br />
la “gatta”, il campanile o le bancarelle l’ultimo<br />
giorno di febbraio.<br />
Il suo ritorno è un fatto positivo, importante<br />
e direi anche utile. Da diversi anni, a mio<br />
giudizio, nella nostra comunità manca il dibattito<br />
e l’approfondimento sui temi locali,<br />
usiamo pure l’espressione “politici”, ma nel<br />
significato più nobile (ed etimologico) del termine.<br />
I partiti, diciamo la verità, sulle questioni<br />
locali hanno segnato un poco il passo, almeno<br />
negli ultimi anni, ed essendo venuta meno<br />
la “scuola” di partito e la selezione della dirigenza<br />
tramite la militanza e l’impegno, chi si<br />
è trovato, nel bene o nel male, a dirigerli non<br />
ha portato grandi contributi di idee.<br />
Sia chiaro, non mi riferisco a nessuna specifica<br />
situazione: desidero solo evidenziare<br />
che se da un lato non sono mancate le polemiche,<br />
gli scontri e le accuse reciproche, dall’altro<br />
non sono venute proposte mature e<br />
ponderate sulle scelte strategiche che la nostra<br />
comunità deve assumere.<br />
Un esempio per tutti: il nuovo PGT, lo strumento<br />
urbanistico che sostituirà il PGT. L’ultima<br />
Giunta Zordan, con i suoi accoliti, ha<br />
giornalistico sull’argomento sono<br />
sempre seguite le interviste raccolte<br />
tra la gente che, contrariamente<br />
ad altre questioni, sull’ex<br />
Upim si lascia andare volentieri<br />
a rilasciare opinioni, ne sente quasi<br />
il bisogno. E da tutti i commenti<br />
raccolti (oserei dire nel 99% dei<br />
casi) emerge un unico, nostalgico<br />
desiderio: riavere indietro la<br />
piazza così com’era un tempo,<br />
prima che le ruspe entrassero in<br />
azione per cancellare e stravolgere<br />
per sempre l’aspetto di piazza<br />
Garibaldi.<br />
Ovviamente la mia esperienza<br />
di cronista non può e non vuole<br />
avere un valore di accreditato<br />
sondaggio ma, forse è il caso di<br />
porsela la domanda fatale: cosa<br />
vuole veramente la gente? Qual<br />
è la piazza che vorrebbero i trevigliesi?<br />
Perché non ascoltarli?<br />
le Lettere<br />
Perché non tenerne conto?<br />
Io stessa, sebbene abbia vaghi<br />
ricordi di com’era Piazza Garibaldi<br />
prima dello scellerato intervento,<br />
riguardando le fotografie e le<br />
cartoline dell’epoca non posso<br />
che essere d’accordo con coloro<br />
che ne parlano con tanta nostalgia.<br />
Nulla di architettonicamente<br />
pregevole, si trattava di edifici<br />
modesti che pur tuttavia si inserivano<br />
perfettamente tra gli altri<br />
circostanti dando un senso di tran<strong>qui</strong>lla<br />
continuità senza strappi e<br />
senza sfregi. L’insieme aveva una<br />
sua eleganza e raccontava nella<br />
sua normalità la storia della città<br />
e della vita che vi si svolgeva.<br />
Quello che la gente vorrebbe è<br />
esattamente quello! Ciò che è stato<br />
fatto per via Verga, un intervento<br />
assolutamente in linea con<br />
le altre abitazioni, una realizza-<br />
ipotizzato uno sviluppo a sud, tra la linea storica<br />
della ferrovia e i nuovi tracciati dell’alta<br />
velocità e della Br.be.mi. La nuova Giunta<br />
Borghi ha ereditato il progetto, ma non ha saputo,<br />
a mio parere, rielaborarlo tanto che esso<br />
ha proseguito per inerzia.<br />
Il rischio è di trovarci un quartiere dormitorio,<br />
con qualche capannone e opificio qua<br />
e là; un vero ghetto che rischia di trasformare<br />
Treviglio nella periferia di Milano. Pochi<br />
però ne parlano o hanno voglia di affrontare<br />
il problema. Che le colonne de “la Tribuna”<br />
facciano partire un dibattito tra i trevigliesi,<br />
almeno tra coloro a cui la loro Città interessa<br />
ancora.<br />
Gianluca Pignatelli<br />
GLI ARCHITETTI DELL’ARMADILLO<br />
Questi architetti che credono di<br />
essere Dio in terra<br />
Gent. Direttore, ho letto i precedenti numeri<br />
de “la tribuna” e conosco le Sue opinioni<br />
in merito alla “scuola degli architetti” degli<br />
ultimi decenni, in particolare mi riferisco<br />
alla lettera apparsa sull’Eco di Bergamo nella<br />
quale Lei imputava ai vincitori dell’ultimo<br />
concorso trevigliese un’arroganza d’artista.<br />
Mi riferisco alla sua frase che copio pari pari:<br />
“Non se ne può più di questi geni dell'architettura<br />
che pensano di essere artisti e non dei<br />
professionisti che devono usare la loro "sa-<br />
N. 2 Anno 35 - 27 Febbraio 2010<br />
11<br />
Il “Teatro Sociale” abbattuto<br />
nel ventennio per far posto al<br />
Teatro Comunale<br />
zione moderna e funzionale ma<br />
con il sapore del passato.<br />
Non entro nel merito del nuovo<br />
progetto già prontamente ribattezzato<br />
“Armadillo”. Architettonicamente<br />
avrà pure una sua valenza-<br />
il problema è che non c’entra<br />
nulla con quello che ci sta intorno,<br />
con il centro storico della città!<br />
Ed è esattamente quello che<br />
pensa la gente dai miei giornalisti<br />
prontamente intervistata subito<br />
dopo la presentazione del progetto.<br />
Pur apprezzando il tentativo<br />
di questa amministrazione di<br />
arrivare ad una soluzione per<br />
quella che a molti pare una ferita<br />
aperta nel cuore della città, forse<br />
sarebbe il caso di fermarsi un attimo,<br />
di ragionarci sopra meglio,<br />
di ascoltarla quella gente che in<br />
fondo a Treviglio ci vive, che ha<br />
diritto a esprimere la propria opinione<br />
e a vederla presa in considerazione.<br />
Bene fa Roberto Fabbrucci<br />
a lanciare questo invito, a<br />
ricordare il tristissimo precedente<br />
di Romano e a suggerire che<br />
forse sarebbe meglio prendere<br />
atto dei continui errori per non<br />
farne di nuovi, forse più gravi.<br />
Silvia Riva<br />
Caporedattore StudioTv1<br />
pienza" per inserire edifici nell'esistente.<br />
Quando capiranno che un palazzo non è un<br />
quadro? Del quadro, una volta stanchi, ce<br />
ne sbarazziamo e lo mettiamo in cantina con<br />
la scatola dei Puffi del figlio, un palazzo no!”.<br />
Mi pare che i progettisti in un incontro organizzato<br />
dalla Giunta confermino queste sue<br />
affermazioni, infatti leggo sul blog di Treviglio<br />
Libera: «I Progettisti rivendicano la assoluta<br />
estraneità del progetto rispetto agli stili<br />
architettonici adiacenti. E’ stata una scelta<br />
precisa e voluta quella di non realizzare una<br />
struttura che si integri con il tessuto architettonico<br />
di Treviglio: “una nuovo intervento<br />
edilizio deve essere riconoscibile rispetto<br />
a quanto gli sta accanto”. Questo il pensiero<br />
dell’arch. Pastorini».<br />
Che altro aggiungere dopo tanta arroganza,<br />
credono di essere Dio?<br />
Lucia Carrara<br />
Questa lettera , così come quella di Silvia<br />
Riva, fanno emergere quanto il mondo reale<br />
sia lontano da quello parallelo vissuto<br />
da una certa cultura, quella nata nelle università<br />
d’architettura. Cioè che la bellezza<br />
essenziale dell’edilizia dei centri storici italiani<br />
si deve piegare alla supposta arte di<br />
questi giovani geni. Se si ponessero una<br />
sola domanda: “Come è che quando sono<br />
in un centro storico mi sento bene, ho il<br />
piacere di viverlo e quando sono in questi<br />
palazzi voglio solo fuggire?”. r. f.