Scacchitalia2010_2_S.. - Federazione Scacchistica Italiana
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glia tra Carlo d’Angiò e Manfredi e che il vincitore non risparmierà<br />
la vita al vinto. Nelle prime due strofe compare il termine<br />
scacchiero, mutuato dal gioco degli scacchi.<br />
Oi tu, che sei errante cavaliero, / dell’arme fiero – e della<br />
mente saggio, / Cavalca piano, e diceròtti il vero / In ciò che<br />
spero, - e la certezza io n’aggio; / Un nuovo re vedrai allo<br />
scacchiero / Col buon guerriero – che tanto ha vasallaggio; /<br />
Ciascun terrà per sé avere impero / Ma lo pensiero - non sarà<br />
di pareggio 17<br />
1270/80. Un anonimo toscano scrive un poemetto amoroso che<br />
si dipana attraverso una serie di comparazioni. Ne Il Mare<br />
amoroso ad un certo punto, per indicare la crescita costante del<br />
suo sentimento d’amore, il poeta ricorre alla duplicazione degli<br />
scacchi.<br />
Ché io porria giurar sanza mentire / che si radop[p]ia e cresce<br />
il mio volere / in voi amare ed in voi ubidire / sì come cresce<br />
il numer de lo scacchiere, / Che tanto cresce che non trova<br />
fine 18 .<br />
1285. Lo statuto di Firenze permetteva gli scacchi e il gioco<br />
delle tavole, se giocati in case non sospette o all'aperto.<br />
1285 (circa) Nicola Muscia di Siena scrive un sonetto omoerotico<br />
per Lano in cui gli augura ogni bene, tra cui di vincere<br />
sempre a scacchi. Muscia, quasi sicuramente uno pseudonimo<br />
(in senese antico significava “micia”), è probabilmente la<br />
stessa persona citata come sodomita nelle “Favole compar” di<br />
Iacomo de’ Tolomei (prima del 1290) che paragona i personaggi<br />
delle favole ad alcuni senesi dell’epoca. Tra di essi<br />
17 Trucchi, Francesco. Poesie italiane inedite di dugento autori. Vol. I. Prato,<br />
Guasti, 1846. p. 182<br />
18 Contin, Gianfranco. Poeti del Duecento. Op. cit.<br />
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