Intervista a
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N.6 - ANNO II - APRILE 2010 - FREE PRESS<br />
<strong>Intervista</strong> a<br />
IUCU
EDITORIALE<br />
di Fabio Lunghi<br />
“Fare il bagno nella vasca è di destra far la doccia<br />
invece è di sinistra, un pacchetto di Marlboro è di<br />
destra di contrabbando è di sinistra. Ma cos’è la<br />
destra, cos’è la sinistra...” se lo chiedeva il grande<br />
Giorgio Gaber in una celebre canzone, che cos’è la<br />
destra, cos’è la sinistra? Qualcuno, pochissimi fortunatamente,<br />
ci hanno provato a mettere UAU un<br />
po’ a destra, ma si sono sbagliati di grosso. UAU<br />
si pone prima di tutto come contenitore di idee ed<br />
istanze dei giovani Pavesi e di chiunque abbia qualcosa<br />
da raccontare o voglia di partecipare. L’abbiamo<br />
sempre detto che chi ha qualcosa da dire ci<br />
può contattare. Ed alcuni l’hanno fatto, trovando<br />
così spazio sulle nostre pagine. E di spazio per loro<br />
ce ne sarà sempre. Bisogna partecipare, in qualsiasi<br />
modo, anche criticando purché siano critiche<br />
costruttive e sensate. Ma vi ricordate come finiva<br />
la canzone di Gaber? “Tutti noi ce la prendiamo<br />
con la storia ma io dico che la colpa è nostra, è<br />
evidente che la gente è poco seria quando parla di<br />
sinistra o destra.”<br />
Noi siamo stati sempre estremamente seri quando<br />
abbiamo parlato di politica, ricordo l’intervista<br />
al Sindaco Alessandro Cattaneo e all’ex Sindaco<br />
Andrea Albergati. Interviste e articoli che potete<br />
rileggere sul nostro nuovo sito internet:<br />
www.uaumag.it<br />
Andate a farci un salto e ricordate… UAU è rock!!!<br />
E chi è lento non ci interessa…perché noi il bicchiere<br />
lo vediamo sempre mezzo pieno!!!<br />
Sono importanti le idee e le iniziative di tutti i<br />
Pavesi per riaprire la cattedrale!!!<br />
HAI QUALCHE IDEA PER RACCOGLIERE<br />
FONDI?<br />
scrivi a:<br />
insiemeperlacattedrale@comune.pv.it<br />
5
Non capita molto spesso di incontrare un<br />
vero e proprio artista, soprattutto a Pavia. Io<br />
qualche anno fa ho avuto l’occasione di conoscerne<br />
uno. Si chiama IUCU. Straconosciuto<br />
a Pavia e non solo. Classe 1979, un giovane<br />
artista che di strada ne ha già fatta tanta e<br />
sicuramente ne farà ancora. Fra i suoi progetti<br />
più importanti oggi disegna per Blomor,<br />
che forse attualmente è uno dei marchi top<br />
nell’abbigliamento. L’ho intervistato per voi!!!<br />
Ciao IUCU, parlaci del tuo primo “lavoro” da<br />
artista, a quando risale e di cosa si trattava…<br />
insomma come è nata questa tua grande passione?<br />
Più che una passione è stata un’impresa!! Se<br />
sei un creativo è tutto “in salita” e al tempo<br />
stesso straordinario, ecco perché ci vuole<br />
passione!!! Ho iniziato come pittore-scultore<br />
e arredatore, qualche locale pavese porta<br />
ancora la mia impronta. Nel 2005, dopo<br />
un timido tentativo di creare una linea di Tshirt<br />
(Okhyo’79), apro con tre amici un ne-<br />
6<br />
di Fabio Lunghi<br />
gozio d’abbigliamento a Pavia<br />
(Superflydeluxe) e inizio a<br />
frequentare fiere sia italiane<br />
che internazionali, dove conosco<br />
ragazzi che come me<br />
oggi sono stilisti, creativi o<br />
proprietari di brand. Proprio<br />
in una di queste manifestazioni<br />
(Pitti Immagine Uomo)<br />
nel 2007 conosco Mattia<br />
Mor (Blomor) noto per la recente<br />
apparizione nella casa<br />
del Grande Fratello. Mattia
e’ un ragazzo come me, tanti<br />
sogni, molto capace nella<br />
gestione e nella distribuzione<br />
di un brand, ma a parer mio<br />
gli “mancava il prodotto”. Mi<br />
proposi di prendere in mano<br />
io la parte grafica e stilistica<br />
di Blomor e provammo<br />
a lavorare con questo nuovo<br />
assetto. Oggi Blomor e’ presente<br />
in oltre 500 negozi in<br />
tutt’Italia e ha un buon riscontro<br />
anche all’estero; produciamo<br />
oltre 200.000 capi<br />
all’anno suddivisi per uomo/<br />
donna/bambino. E’ ora presente<br />
nei negozi la collezione<br />
“Algida by Blomor” la linea di<br />
abbigliamento sullo “storico<br />
gelato” che ho disegnato per<br />
Blomor appunto su licenza<br />
Algida. Oltre che per Blomor<br />
disegno anche per Byg Bang,<br />
Monoty e Malph. Ogni azienda ha una sua<br />
filosofia ben definita da rispettare ed interpretare<br />
al meglio.<br />
Progetti futuri?<br />
-Un brand.<br />
IUCU’984: abbigliamento ed accessori artigianali,<br />
basato sull’utilizzo di materiale<br />
vintage e tecniche non convenzionali; sarà<br />
un progetto a 4 mani “984 appunto”, la<br />
data di nascita di Manuwish (Manuela Pizzichi)<br />
che sigla con me il progetto sartoriale<br />
“IUCU’984”.<br />
-Un negozio di abbigliamento in Toscana, che<br />
conterrà prevalentemente marchi per cui lavoro<br />
o di amici.<br />
Aprira’ solo il mercoledì e il sabato!!<br />
- La pubblicazione di alcuni libri a cui sto lavorando<br />
da tempo!!!<br />
7
8<br />
PILLOLE<br />
Nome<br />
IUCU<br />
Cognome<br />
IUCU<br />
Nato, dove e quando<br />
PAVIA, 6/10/1979<br />
Professione<br />
CREATIVO-STILISTA<br />
Contatto Facebook<br />
IUCU NOVECENTOSETTANTANOVE<br />
Consigliaci un sito<br />
IL MIO PREFERITO E’ L’ARCHEOLOGICO<br />
Canzone preferita<br />
DOMENICO MATTIA - TULILEMBLE<br />
Negozio preferito<br />
SUPERFLYDELUXE<br />
Sogno nel cassetto<br />
A VOLTE MA STO STRETTISSIMO<br />
Frase di vita<br />
NON E’ PANCIA MA E’ BENESSERE<br />
Nel tempo libero<br />
PRENDERE IL SOLE, DORMIRE... E FARE SHOPPING.<br />
Tre aggettivi per definire Pavia<br />
SOLARE, DIVERTENTISSSIMA, COSMOPOLITA<br />
Marchio top del momento<br />
AL TOP TANTI, TROPPI... PER ESSERE “AVANTI”<br />
BISOGNA ESSERE DEI “TALENT SCOUT”... DI RECENTE<br />
MI E’ PIACIUTO “ON AND ON” DA DONNA E I PAPIL-<br />
LON DI “COR SINE LABE DOLI”.<br />
Un consiglio ai giovani<br />
NON INVECCHIATE!!<br />
Un saluto agli amici<br />
CIAO AMICI!!!<br />
Conta più avere un’idea o saperla realizzare?<br />
CONTA PROVARCI. SIA CHE L’IDEA SIA PROPRIA O DI<br />
ALTRI, MA MAI RUBARE UN’IDEA.
AIUTO!<br />
MI SONO LAUREATA<br />
di Cilla Zorzoli<br />
Bene. È fatta. Dopo notti insonni sui libri (questa<br />
frase potrebbe non corrispondere all’esatto<br />
stile di vita adottato dall’autrice nei suoi<br />
anni univeristari, nda), sorrisi falsissimi per<br />
accaparrarsi gli appunti da quello spocchioso<br />
del primo banco che - chissà come mai - non<br />
soffriva degli improvvisi abbiocchi/attacchi di<br />
ridarola/stazionamenti forzati al bar che colpivano<br />
misteriosamente nel bel mezzo delle<br />
lezioni te e tutti quelli che sono diventati tuoi<br />
amici, code in segreteria per sentirti dare le<br />
risposte più assurde, crisi esistenziali che si<br />
concludevano tutte allo stesso modo (vado a<br />
fare il benzinaio), ce l’hai fatta: ti sei lasciato<br />
tutto questo alle spalle e ti sei laureato. Ci hai<br />
messo almeno una settimana per realizzarlo,<br />
visto che dalla fatidica data sei stato per giorni<br />
preda del delirio etilico e/o di un numero<br />
esorbitante di parenti che nemmeno sapevi<br />
di avere. In questa categoria rientrano ovviamente<br />
le vecchie zie e nonne che per esprimere<br />
il loro apprezzamento ti sbausciano tutto<br />
come quando avevi 6 anni. Ti faceva schifo<br />
allora, ora vorresti morire. E poi ci sono loro,<br />
12<br />
i regali di laurea. Questa<br />
amena categoria comprende<br />
oggetti che non ti compreresti<br />
nemmeno avessi vinto<br />
l’enalotto, ma che invece devi<br />
mostrare di accogliere con<br />
giuoia e riconoscenza. Non<br />
avevi forse bisogno di quattro<br />
portachiavi, dieci penne,<br />
della cartelletta di pelle, dei<br />
biglietti da visita con un roboante<br />
“dott” scritto accanto<br />
al tuo nome, di tre tagliacarte,<br />
di due portaoggetti, di un<br />
pene gigante gonfiabile, di sei
pergamene così simpatiche,<br />
delle orecchie da coniglietta,<br />
del tanga commestibile? Inizi<br />
a capire da subito che sarà<br />
dura. Oltre naturalmente a<br />
depennare dalla tua cerchia<br />
di amici un gran numero di<br />
persone terrorizzato da cosa<br />
ti possano poi combinare coi<br />
regali di matrimonio. Comunque,<br />
a parte tutto, prima o<br />
poi realizzi. Ed è questo il<br />
momento in cui cominci ad<br />
attraversare un centinaio di<br />
stati d’animo che nemmeno<br />
un emo. Parti per qualche viaggio nel tentativo<br />
di dimenticare che al tuo ritorno dovrai TRO-<br />
VARTI UN LAVORO. E poi torni. Inizi a compilare<br />
il tuo curriculum, inventandoti mirabolanti<br />
capacità per elemosinare anche solo uno stage<br />
non pagato o, se proprio sei fortunato, con<br />
un lauto rimborso spese da ben 200 euro al<br />
mese. Se poi punti all’estero, sei spacciato: il<br />
formato europeo del CV ti richiede di inserire,<br />
ad esempio, le tue abilità artistiche, anche se<br />
vuoi fare il revisore dei conti. Disegnare creativamente<br />
l’integrale non credo valga. Poi ci<br />
sono le motivation letters, in cui devi spiegare<br />
perché vuoi lavorare e magari perché vuoi<br />
farlo gratis. Studiare fisica2 era più facile e<br />
meno lesivo della tua dignità. Ovviamente millanti<br />
di sapere ogni lingua a livello eccellente,<br />
anche quelle che non hai mai studiato, nella<br />
vaga intenzione di impararle nei mesi che<br />
precedono una tua tanto eventuale quanto<br />
remota selezione. Dichiari senza ritegno di<br />
conoscere perfettamente il pc e programmi<br />
che non sapevi nemmeno esistessero e di<br />
essere “preciso-determinato-portatissimo a<br />
lavorare in team”, anche se in realtà la tua<br />
attività preferita è guardarti i Simpsons dal<br />
divano di casa. Oltre al curriculum, inizi a fotocopiare<br />
ogni possibile certificato che riesci<br />
a reperire in casa, anche quello di quando hai<br />
vinto il torneo di scopone scientifico al mare e<br />
in un delirio di onnipotenza arrivi a spacciarlo<br />
per prova della tua versatilità e abilità tattica,<br />
nonché relazionale. Poi spedisci il tutto<br />
fiducioso, fino al decimo rifiuto, quando inizi<br />
a pensare che forse dovresti allegare qualche<br />
50 euro o qualche fotografia un po’ hot per<br />
farti considerare. Non demordi, ti tieni impegnato<br />
scrivendo su un free press di Pavia<br />
e tutti i tuoi amici ti denigrano dicendoti di<br />
trovare un lavoro vero. Lo rifai. Ops.<br />
13
BAMBOCCIONI?<br />
NON SAPETE<br />
COSA VI<br />
PERDETE<br />
di Lorenzo Meazza<br />
«Loreeeenzo, ma a che ora sei tornato ieri<br />
notte?»; «Sei arrivato di nuovo tardi, la cena<br />
è fredda ormai». Ebbene sì, senza cadere<br />
nella facile retorica tipicamente pavese che<br />
si crogiola nel citare le canzoni del proprio<br />
beneamato Max Pezzali, la cui madre gli ripeteva<br />
ossessivamente “questa casa non è un<br />
albergo” (cavolo, ci sono cascato pure io…),<br />
solo chi davvero ha fatto il grande passo di<br />
uscire di casa può realmente comprenderne<br />
il fascino. L’Italia, invece, resta un paese di<br />
bamboccioni, che il Brunetta di turno vorrebbe<br />
sdoganare con una mancia, e che preferiscono<br />
il caldo seno materno e gli agi portati<br />
dalla domus paterna rispetto a un minimo di<br />
indipendenza. Chi lascia la strada vecchia per<br />
quella nuova…, è ciò che pensano i mammoni<br />
coccolati e straviziati, ma spesso è l’Università<br />
che costringe a iniziare una vita più autonoma<br />
e dare finalmente scacco a un cordone<br />
ombelicale sempre più robusto e difficile da<br />
spezzare. Gli inizi, magari, potranno sembrare<br />
orribili, ma forse di orribile c’è solo la prospettazione<br />
dei primi momenti: dovrò farmi<br />
la spesa, cucinare, lavare i piatti e persino<br />
i vestiti; aiuto, in poco tempo mi tramuterò<br />
nella brutta copia di Cenerentola, in atte-<br />
14<br />
sa del proprio “princeps ex<br />
machina”! Invece non è così,<br />
anzi. I vantaggi dell’abbandono<br />
della casa natale sono<br />
molti di più degli svantaggi<br />
e non conosco una sola persona<br />
che prenderebbe in minima<br />
considerazione l’idea di<br />
tornare indietro. Ogni pasto<br />
si trasformerà in un evento,<br />
magari non condito da quella<br />
deliziosa salsina che solo<br />
mammà sa fare, ma da un<br />
mucchio di amici coi quali si<br />
scopriranno e condivideranno<br />
diversi sapori e usanze culinarie,<br />
che potremo andare<br />
sfoggiando fieri e pretende-
emo di instaurare dittatorialmente<br />
anche nella casa<br />
base. Per il lavare i piatti, poi,<br />
basterà accordarsi: c’è chi<br />
porterà da mangiare, chi da<br />
bere e chi, come quando non<br />
si paga al ristorante, dovrà<br />
darsi da fare con detersivo e<br />
spugna; a voi la scelta. Anche<br />
fare la spesa, se si prenderà<br />
di buon buzzo, non sarà mica<br />
un immane sacrificio e si potrà<br />
anche rischiare di rimorchiare,<br />
facendo il “salame” in<br />
coda al reparto affettati (che<br />
non possono mai mancare in<br />
frigo anche per questo motivo).<br />
Poi potremo finalmente<br />
provare tutte quelle schifezze<br />
viste in pubblicità che in<br />
casa non si trovano mai, o<br />
delle quali tua sorella, prima che tu possa<br />
metterci le grinfie sopra, ha già fatto incetta.<br />
Potremo fare quello che ci pare, tra le<br />
mura domestiche e se consenzienti anche un<br />
pelo oltre il limite della legalità, senza dover<br />
per forza asciugarci i capelli dopo la doccia;<br />
l’amore in macchina sarà una scelta e non<br />
una necessità. Il coprifuoco dovrà essere<br />
rispettato solo ed esclusivamente in caso<br />
di un provvedimento di un giudice (ahivoi!)<br />
e gli orari saranno regolati esclusivamente<br />
dalla vostra coscienza, o da quello che ne<br />
rimarrà dopo le citate cene. Il letto, chi te<br />
lo costringerà a rifare, dato che ogni sera<br />
(a parte quelle in cui troverai una diversa e<br />
più “calda” dimora) dovrai ridisfarlo? Certo,<br />
poi quando sventura vuole che i tuoi passino<br />
casualmente a trovarti, mentre in realtà<br />
trattasi di piano prestabilito per monitorare<br />
ogni singolo centimetro del tuo loculo, scatterà<br />
uno stato di emergenza che nemmeno<br />
Bertolaso sarebbe in grado di scongiurare.<br />
Quando, invece, tornerete a casa per ricorrenze<br />
o anche solo per fare felici i genitori,<br />
verrete accolti con le pietanze più succulente<br />
e prelibate, preparate apposta per il figliol<br />
prodigo. Insomma, provare per credere! Non<br />
rimarrete delusi e infine, ricordate, la mamma<br />
è sempre la mamma e se nel week end le<br />
porterete qualche calzino sporco da lavare,<br />
lei provvederà sempre e comunque con un<br />
sorrisone sulle labbra.<br />
15
Per chi visita la Scozia, oltre alle città, ai musei,<br />
ai castelli e tutte le bellezze della natura<br />
che si trovano soprattutto addentrandosi nelle<br />
Higlands, non potrà fare a meno di visitare<br />
qualche distilleria di whisky. Gli scozzesi con<br />
la loro proverbiale riservatezza hanno mantenuto<br />
pressoché segreto, per moltissimi<br />
anni uno dei loro più grandi successi: la creazione<br />
dei “Single Malt Scotch Whisky”. Oggi<br />
per fortuna, si sono aperti al mondo e cosi<br />
abbiamo la possibilità di visitare molte delle<br />
loro distillerie e di apprezzarne la qualità e<br />
le differenze dei loro single malt.Sono 112<br />
le distillerie di malto in Scozia, moltissime<br />
di queste aperte al pubblico per diversi mesi<br />
l’anno. Visitandole, ti trasmettono un fascino<br />
veramente unico, spesso sono ubicate in mezzo<br />
al verde, quasi nascoste, sempre vicino ad<br />
un corso d’acqua, elemento molto importante<br />
per tutto il processo di lavorazione, dall’iniziale<br />
maltazione del cereale, alla riduzione di grado<br />
del distillato dopo l’invecchiamento in botte,<br />
prima dell’imbottigliamento. Gli ingredienti<br />
per ottenere un grande Malt Scotch Whisky<br />
sono proprio l’acqua, l’orzo e la natura. Il clima<br />
è fondamentale per l’invecchiamento del<br />
futuro whisky, il distillato in botte maturerà<br />
per lunghi anni sino a raggiungere il massimo<br />
della sua evoluzione qualitativa. Gli whisky di<br />
18<br />
VIAGGIO<br />
IN SCOZIA<br />
ALLA<br />
SCOPERTA DEL<br />
WHISKY<br />
di Fiorenzo Detti<br />
malto sono tutti diversi tra<br />
loro, ognuno ha una propria<br />
personalità. Caratteristiche<br />
differenti legate al periodo di<br />
invecchiamento, alla gradazione<br />
alcolica, al tipo di botte<br />
utilizzata, in alcuni casi sono<br />
nuove di primo utilizzo, spesso<br />
sono invece botti di rovere<br />
che hanno in precedenza già<br />
maturato Bourbon whiskey in<br />
America (bourbon barrel) o<br />
Sherry spagnolo (sherry cask)<br />
oppure vino di Porto o Madeira.<br />
Alcuni whisky sono messi<br />
in commercio con invecchiamenti<br />
fissi, mantenendo un<br />
gusto sempre uguale. In altri<br />
casi ogni botte caratterizza il<br />
prodotto imbottigliato, sia nel<br />
colore, che nel gusto. Qual è<br />
l’whisky migliore? Impossibile<br />
dirlo. Ovviamente ci sono dei<br />
single malt che hanno una<br />
qualità veramente superiore<br />
rispetto ad altri, ma anche in<br />
questo caso saranno diversi<br />
fra di loro sia nei profumi al<br />
naso che al gusto. Un malto<br />
leggero, secco e piacevolmente<br />
aromatico non troppo<br />
invecchiato, sarà più indicato<br />
come aperitivo, mentre un<br />
Fiorenzo Detti<br />
Delegato dell’ Associazione<br />
Italiana Sommelier - Milano
whisky pieno, vellutato con<br />
un finale fruttato, quasi dolce,<br />
sarà adatto come dopo<br />
cena, riservando i malti più<br />
torbati, salati, salmastri, iodati<br />
e fumosi come “bicchiere<br />
della staffa”. La scritta “single”<br />
significa che l’whisky è<br />
stato prodotto da una sola<br />
distilleria, in genere quella<br />
riportata in etichetta. Il termine<br />
“malt” garantisce che il<br />
cereale utilizzato è solamente<br />
orzo maltato, unico cereale<br />
ammesso per produrre un<br />
whisky di malto. In Scozia<br />
oltre al whisky di malto che<br />
è il più pregiato in assoluto,<br />
si producono anche ottimi<br />
“Blended Scotch Whisky”<br />
mescolando whisky di malto<br />
d’orzo distillato in alambicchi<br />
di rame discontinui chiamati<br />
“pot still”, con whisky di grano<br />
ottenuto da cereali vari,<br />
dove primeggiano grano e<br />
mais che vengono distillati<br />
in alambicchi industriali di<br />
ultima generazione entrati<br />
in funzione ufficialmente intorno<br />
al 1850. I distillatori a<br />
colonna sono molto più veloci<br />
nel distillare il futuro whisky,<br />
rispetto al “pot still” però<br />
donano al distillato meno eleganza<br />
e personalità rispetto<br />
al discontinuo.Se siamo dalle<br />
parti di Edimburgo non potremo fare a meno<br />
di visitare la distilleria di Glenkinchie, a soli 40<br />
minuti dalla capitale e vera meta delle Lowlands<br />
per gli amanti dell’whisky. La distilleria<br />
si trova nella tranquilla regione agricola dei<br />
Lothian dove abbonda la coltivazione del cereale.<br />
E’ l’unica distilleria di Scozia ad avere<br />
annesso un bellissimo campo di bocce in erba.<br />
L’edificio di stile vittoriano ha un elegante centro<br />
di accoglienza per i visitatori, le vasche<br />
di fermentazione sono ancora di legno e da<br />
sempre distilla con due alambicchi bellissimi<br />
dove il “wash still” è anche tra i più grandi di<br />
Scozia. La distilleria produce un ottimo malto,<br />
leggero, delicato, fine e tipico di questa regione.<br />
Ultimamente oltre al classico Glenkinchie<br />
10 anni che è sempre stato l’invecchiamento<br />
preferito per questo whisky, viene imbottigliato<br />
e messo in commercio anche una versione<br />
12 anni.Se vogliamo addentrarci nell’alta Scozia<br />
che è la vera patria del whisky di malto, le<br />
distillerie da visitare sono veramente molte,<br />
lasciando Edimburgo, attraversando il lungo<br />
ponte sul Firth of Forth possiamo raggiungere<br />
il paesino di Crieff, nel Perthshire. Una<br />
realtà meravigliosa ricca di pascoli e campi di<br />
orzo. Nascosta in mezzo al verde appena fuori<br />
il paese, troviamo la distilleria di Glenturret.<br />
Situata sulla riva del torrente Turret, distilla<br />
con due alambicchi ed è la distilleria di malto<br />
più antica della Scozia, sorta “ufficialmente”<br />
nel 1775, anche se esistono documenti che<br />
la farebbero risalire addirittura al 1717. E’<br />
un vero centro turistico, ogni anno, sono oltre<br />
duecentomila i visitatori che possono godere<br />
oltre che della distilleria anche di un negozio<br />
del whisky e di tre ristoranti dove trascorrere<br />
la giornata.Per parlare della Scozia e dei suoi<br />
whisky, servirebbe lo spazio di un intero libro,<br />
per oggi ci fermeremo qui, sperando di avervi<br />
lasciato qualche informazione utile e magari<br />
anche una piccola “voglia” di Scozia, con voi<br />
l’appuntamento sul prossimo numero per la<br />
seconda parte dove andremo a scoprire altre<br />
distillerie. Non berti la vita. E’ sempre la qualità<br />
che paga, non la quantità.<br />
Cheers !!!<br />
19
ONE<br />
PHOTO<br />
ONE<br />
STORY<br />
OGGI NON E’<br />
DOMENICA<br />
di Roberto Monti<br />
Devono essere le otto e mezzo di mattina e,<br />
se non mi sbaglio, oggi è martedì.<br />
Si, martedì, due giorni fa erano le undici, ieri<br />
le otto e mezzo, oggi le otto e mezzo, non<br />
essendo stato informato sul cambiamento<br />
dei giorni della settimana, posso dire con<br />
certezza che sono le otto e mezzo di martedì.<br />
Detesto il primo sguardo che mi lancia appena<br />
mi vede. Anche ieri sera, lunedì secondo<br />
i miei calcoli, ha fatto le ore piccole.<br />
Mi guarda fisso per qualche secondo, poi si<br />
mette a trafficare nelle mie vicinanze e torna<br />
ai suoi sogni.<br />
Lui finge di cadere in un sonno pesante, ma<br />
so che il suo orecchio rimane teso verso la<br />
realtà storica che gli appartiene.<br />
Alcune volte, capita che sfoggia un coraggio<br />
da leoni nel gettarsi a capofitto sul gregge di<br />
pecore anche dopo le otto e mezzo e, dopo<br />
20<br />
aver contato i cadaveri degli<br />
ovini, si ritrova a giustificare i<br />
ritardi ai nostri appuntamenti.<br />
Io, a differenza sua, sono stata<br />
addestrata a non avvicinarmi<br />
troppo alle pecore che passano<br />
dopo le otto e mezzo e così<br />
continuo a sentire il gallo che<br />
suona dai miei altoparlanti.<br />
Avete presente quanto possa<br />
essere stressante?!<br />
Lui si sveglia, mi ripunta e si<br />
riaddormenta. Io, Sveglia.<br />
Una cosa mi rincuora però,<br />
sapere di esser scagionata da<br />
ogni accusa nelle cause contro<br />
i suoi ritardi.<br />
Lui dichiara sempre di non<br />
aver sentito la sveglia suonare,<br />
ma in realtà sono io che,<br />
ogni tanto, comincio a contare<br />
le pecore proprio come lui e<br />
come lui mi riaddormento.
POLENTA E CORRUZIONE<br />
di Lucia Ninivaggi<br />
Se le bugie hanno le gambe corte gli affari<br />
illeciti, a mo’ di vatussi, le hanno lunghissime.<br />
Tanto da attraversare con un solo passo tutta<br />
l’Italia. Qualche tempo fa, nel corso delle indagini<br />
su un clan pugliese, la Direzione Distrettuale<br />
Antimafia di Bari sequestra un centro<br />
benessere pavese. Uno spettatore convinto<br />
che il nord Italia sia un convento di francescani<br />
a cielo aperto potrebbe rimanerne<br />
stupito. E qui casca l’asino. Infatti, così come<br />
per la cottura della polenta, anche la corruzione<br />
ha in Lombardia la sua antica tradizione.<br />
Si chiama Tangentopoli. Il 17 febbraio 1992<br />
Mario Chiesa, socialista presidente del Pio<br />
Albergo Trivulzio viene beccato con le mani<br />
nel sacco mentre incassa una tangente di<br />
7 milioni del vecchio conio dall’imprenditore<br />
Luca Magni. Beata ignoranza, Chiesa non sa<br />
che a seguire quella transizione tramite videocamera<br />
e microfono nascosti ci sono i carabinieri<br />
guidati dall’allora sconosciuto pm di<br />
Milano Antonio Di Pietro. Quando la cavalleria<br />
irrompe nell’ufficio il Chiesa, bontà sua, tenta<br />
22<br />
di disfarsi di parte del malloppo<br />
gettandolo nel water.<br />
Così, con un bagno intasato<br />
(vittima innocente) si apre<br />
Tangentopoli. Dopo 5 settimane<br />
a San Vittore e dopo<br />
che Di Pietro scopre anche<br />
i suoi conti svizzeri denominati,<br />
a beneficio della diuresi,<br />
“Fiuggi” e “Levissima”, Mario<br />
Chiesa il 23 marzo 1992
comincia a parlare. Dalle sue<br />
dichiarazioni e da quelle di<br />
altri imprenditori si capisce<br />
che l’episodio di corruzione<br />
non è un caso isolato, ma fa<br />
parte di un sistema più vasto<br />
e organizzatissimo che coinvolge<br />
imprenditoria, politica<br />
e società. Ecco qui di seguito<br />
le regole del gioco nella “città<br />
delle tangenti”. Le imprese si<br />
radunavano in cartelli in modo da vincere gli<br />
appalti (truccati) senza le seccature del libero<br />
mercato. Ogni azienda nominava un rappresentante<br />
che aveva il compito di raccogliere le<br />
quote che ciascuna società del cartello doveva<br />
al sistema dei partiti i quali, a loro volta, nominavano<br />
un cassiere unico a giro (una volta un<br />
democristiano, una volta un comunista, una<br />
volta un socialista…) che andava a riscuotere<br />
il bottino, per poi dare a ogni partito la sua<br />
parte secondo percentuali stabilite. In questa<br />
maniera a vincere gli appalti non erano le<br />
aziende più convenienti o più meritevoli, ma<br />
semplicemente quelle che pagavano più tangenti,<br />
con tanti saluti e baci alla competenza.<br />
E’ un sistema che, come conferma il caso della<br />
maxitangente Enimont, non fa distinzione tra<br />
colori o schieramenti politici. Gli arresti e gli<br />
avvisi di garanzia vanno dai democristiani ai<br />
comunisti, dai social-democratici ai socialisti<br />
etc... A Bettino Craxi, segretario PSI, il 15<br />
dicembre 1992 viene notificato il primo avviso<br />
di garanzia. I due anni dell’inchiesta Mani<br />
Pulite, condotta da un pool di quattro magistrati<br />
(Antonio Di Pietro, Gherardo Colombo,<br />
Francesco Greco, PierCamillo Davigo) coordinati<br />
dall’allora procuratore capo Saverio Borrelli,<br />
coinvolgono 4.500 persone ottenendo<br />
1.300 tra condanne e patteggiamenti.<br />
La polenta viene meglio se cotta in un paiolo<br />
di rame, la corruzione si sconfigge smettendo<br />
di rubare. E’ lo stesso ex pm Davigo a darci<br />
le linee guida. In un’intervista a “Il Fatto Quotidiano”<br />
in risposta allo stereotipo consolidato<br />
in questi anni su Tangentopoli, ossia il “così<br />
fan tutti, rubano tutti” afferma: “Quando sento<br />
questa frase mi vien voglia di ribattere: “Ah si,<br />
ruba anche lei? Quello risponderà “No”.”Ecco<br />
vede? Siamo almeno in due che non rubiamo”.<br />
23
TALENTI PAVESI<br />
INTERVISTA A<br />
SCIPIO SAX<br />
di Daniele Detti<br />
Marco Scipione, in arte “Scipio SAX”, esponente<br />
di spicco delle migliori serate Blues &<br />
Jazz dal vivo.<br />
Uno dei pochi che è riuscito a trovare il<br />
giusto connubio tra Live Sax e House Music,<br />
creando qualcosa di assolutamente unico nel<br />
suo genere!<br />
Età<br />
20 anni.<br />
Segno zodiacale<br />
Gemelli.<br />
Professione<br />
Farvi divertire.<br />
Canzone preferita<br />
Goodbye pork pie hat – Charles Mingus.<br />
Hobby<br />
RPG (Role Play Games) e scalate in montagna.<br />
Come hai iniziato a suonare?<br />
Alle Scuole Medie con il flauto traverso, ma amando i suoni moderni mi sono<br />
indirizzato verso il sax, che mi incuriosiva molto.<br />
Come hai rapportato il sax alla musica house?<br />
Casualmente in un locale improvvisando.<br />
Maggiori esperienze lavorative<br />
Mediaset, Rai TV, Rototom Sun Splash (il festival Reggae più importante<br />
d’Europa), Narcao Blues Festival (con la partecipazione del grande James<br />
Brown), Alcatraz – Milano, Live Club – Trezzano S/N (MI), Paparazzi – Crema,<br />
XO – Cremona, Spazio Musica – Pavia, La Foresta – Rivanazzano (PV),<br />
attualmente Sax ufficiale del sabato notte al Soleluna MDF – Lardirago (PV).<br />
Hai successo con le donne?<br />
Modestamente sì!<br />
Bionde o more?<br />
Tutte e 2…<br />
Saluta i lettori di UAU...<br />
Ciao a tutti ragazzi… BELIEVE IN MUSIC!!<br />
24
A.C.A.B, Ultras Liberi, scritte politiche a favore<br />
o contro qualcuno e murales di ogni forma<br />
e dimensione riempiono da anni gli spazi<br />
verticali delle nostre città – centro o periferia<br />
ogni posto è buono - per gridare al mondo<br />
che ogni giorno vive la solita routine un messaggio<br />
che può essere diverso nei contenuti,<br />
ma è uguale nel senso e nelle forme. E’ una<br />
trasgressione prima di tutto. E poi in certi<br />
casi è anche arte. Un modo diverso per dire<br />
cose che possono essere anche uguali, ma<br />
da ammirare o biasimare perché espresse in<br />
quel modo. Senza perderci in inutili meandri<br />
filosofici e senza tornare ai vecchi, ma attuali<br />
motti quali “I muri sono la voce del popolo”,<br />
ci tengo a dire che queste forme di espressione,<br />
soprattutto i murales che sono vere e<br />
proprie opere d’arte, sono state per troppo<br />
tempo considerate dei semplici atti vandalic i<br />
fatti da qualche sbandato in cerca di una considerazione<br />
sociale. In realtà dietro a quelle<br />
strane figure dai colori sgargianti, ci sono dei<br />
veri talenti che spesso non hanno altra forma<br />
di espressione se non quella del muro e della<br />
bomboletta. Certo si tratta il più delle volte<br />
di persone cresciute in ambienti difficili, ma<br />
anche di veri insospettabili che vogliono una<br />
26<br />
TO WRITE OR<br />
NOT TO WRITE?<br />
THIS NOT A PROBLEM!<br />
di Matteo Mognaschi<br />
scarica di adrenalina e ci tengono<br />
a lasciare il segno nella<br />
propria città; possiamo biasimarli<br />
quanto vogliamo, ma dal<br />
loro punto di vista si tratta di<br />
rendere più bella e viva la propria<br />
città, al contrario di tanti<br />
altri mediocri che si divertono<br />
a compiere banali atti vandalici<br />
e che rimarranno sempre<br />
nel mucchio. E’ un dato<br />
oggettivo che tanti murales<br />
rendono meno grige le nostre<br />
periferie e danno un senso a<br />
oggetti altrimenti perfettamente<br />
anonimi. Non giustifico<br />
i writers, ma li comprendo. E’<br />
una forma artistica che non<br />
va vista come un qualcosa da
eprimere, ma anzi da valorizzare.<br />
D’altra parte, tutte le<br />
nuove forme d’arte sono sempre<br />
state osteggiate, in tutte<br />
le epoche, dagli intellettuali<br />
e dagli artisti in voga in quel<br />
determinato periodo. Volete<br />
una prova? Avete presente<br />
l’Impressionismo? Quella corrente<br />
nata in Francia che ci<br />
ha regalato Cézanne, Degas<br />
e Manet? Bene questi artisti<br />
erano stati rifiutati dall’arte<br />
ufficiale dell’epoca e il nome<br />
stesso deriva da un appellativo<br />
dato in senso dispregiativo.<br />
Risultato? Organizzarono<br />
un’esposizione per conto loro<br />
e ancora oggi li apprezziamo,<br />
al contrario dei loro detrattori<br />
che probabilmente non<br />
risultano essere su nessun<br />
libro di storia dell’arte!Per i<br />
writers è lo stesso: hanno organizzato<br />
la loro “mostra personale”<br />
sui muri delle nostre<br />
città e probabilmente saranno<br />
gli artisti più apprezzati degli<br />
ultimi decenni, più di tanti che oggi espongono<br />
nelle gallerie. Un nome su tutti: Keith Haring.<br />
Un artista di strada che è riuscito ad affermarsi<br />
grazie al suo talento, e le cui opere<br />
sono ormai un culto per appassionati di arte<br />
contemporanea.Ovviamente la mia soluzione<br />
non è quella di consentire ancora tutto questo<br />
in una giungla priva di regole, visto che anche<br />
questa forma d’arte deve essere regolata<br />
per essere valorizzata: lo stesso Haring insegna.<br />
Non è semplice e sicuramente in un<br />
paese come l’Italia con una classe politica così<br />
vecchia vai a spiegare a un Giulio Andreotti,<br />
che l’ultimo disegno l’ha fatto quando andava<br />
a scuola con Garibaldi, che bisogna valorizzare<br />
l’arte dei writers… ti risponderà che al<br />
momento non gli serve e che preferisce una<br />
dentiera!Ah, dimenticavo la cosa più importante!<br />
Un primo passo è già stato fatto, nel<br />
piccolo della nostra città. Il Comune di Pavia<br />
e quello di Torino hanno firmato un protocollo<br />
d’intesa per realizzare il progetto Murarte,<br />
che consente ai writers di esprimersi su delle<br />
superfici pubbliche messe a disposizione dal<br />
comune: finalmente una ventata d’aria fresca<br />
in città! Per il momento sono disponibili i muri<br />
del Palatreves, della piscina scoperta di Piazzale<br />
Europa e quelli del vecchio CFP di via don<br />
Bosco. Basta presentarsi all’Informagiovani di<br />
via Paratici (fianco sinistro del Broletto) per<br />
conoscere le condizioni (don’t worry: é tutto<br />
gratuito!). In attesa che anche qualche privato,<br />
magari leggendo questo stupido articolo,<br />
metta a disposizione qualche parete che gli<br />
cresce… Bis bald!<br />
27
Outlet<br />
LA FINE DEGLI OCCHIALI CARI<br />
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SEGNO DEL MESE<br />
ARIETE<br />
di Paolo Redio<br />
Ariete è il maschio della famiglia dei caprini anche se per il genere Ovis si<br />
preferisce il termine montone. L’ariete è un’arma da assedio. Veniva utilizzata<br />
per sfondare le porte di accesso delle fortezze e dei castelli, o le<br />
mura quando non erano particolarmente spesse, praticandovi delle brecce.<br />
Probabilmente inventata dagli Assiri nel IX-VIII secolo a.C., fu utilizzata per<br />
la prima volta in Occidente dagli Spartani nell’assedio di Platea. L’ariete è<br />
anche un segno zodiacale.Fra i nati sotto questo segno si segnalano Aretha<br />
Franklin, J.Sebastian Bach, Russell Crowe, Mariah Carey, Mina, Elton John,<br />
Simona Ventura e Leonardo Da Vinci. Per carpire al meglio le caratteristiche<br />
di questo segno nel settembre del 2007 utilizzai l’ariete per cercare<br />
di sfondare il portone del castello sforzesco di milano in quanto chiuso la<br />
domenica. E’ assurdo che monumenti,luoghi culturali e musei in italia siano<br />
in larga parte chiusi il sabato e la domenica quando nel resto d’europa il<br />
week-end è logicamente il fiore all’occhiello a livello turistico. Mi feci aiutare<br />
da una comitiva di giapponesi intenti a fotografare la scena. Ero sudato. Non<br />
avevo scalfito il portone. Ero stanco. Con l’aiuto dei circa quindici asiatici<br />
però ci fu un cedimento del grande portone. A quel punto si affacciò l’anziano<br />
custode che disse “guardate che l’ingresso è dall’altra parte, oggi è<br />
aperto”… I giapponesi scapparono fotografando io cercai di fare la stessa<br />
cosa ma senza macchina fotografica. Il custode mi impedì una fuga comoda<br />
alzando il ponte levatoio. Fui costretto a circumnavigare il castello attaccato<br />
alle sue mura. Esperienza terribile che mi fece capire molto sui personaggi<br />
di questo segno. Sono troppo impulsivi e vogliono una cosa a tutti i costi,<br />
spesso ricorrendo all’uso della forza, rimanendo però beffati perche tutto<br />
sommato non sono a proprio agio nel mondo della violenza.<br />
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