Intervista a
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comincia a parlare. Dalle sue<br />
dichiarazioni e da quelle di<br />
altri imprenditori si capisce<br />
che l’episodio di corruzione<br />
non è un caso isolato, ma fa<br />
parte di un sistema più vasto<br />
e organizzatissimo che coinvolge<br />
imprenditoria, politica<br />
e società. Ecco qui di seguito<br />
le regole del gioco nella “città<br />
delle tangenti”. Le imprese si<br />
radunavano in cartelli in modo da vincere gli<br />
appalti (truccati) senza le seccature del libero<br />
mercato. Ogni azienda nominava un rappresentante<br />
che aveva il compito di raccogliere le<br />
quote che ciascuna società del cartello doveva<br />
al sistema dei partiti i quali, a loro volta, nominavano<br />
un cassiere unico a giro (una volta un<br />
democristiano, una volta un comunista, una<br />
volta un socialista…) che andava a riscuotere<br />
il bottino, per poi dare a ogni partito la sua<br />
parte secondo percentuali stabilite. In questa<br />
maniera a vincere gli appalti non erano le<br />
aziende più convenienti o più meritevoli, ma<br />
semplicemente quelle che pagavano più tangenti,<br />
con tanti saluti e baci alla competenza.<br />
E’ un sistema che, come conferma il caso della<br />
maxitangente Enimont, non fa distinzione tra<br />
colori o schieramenti politici. Gli arresti e gli<br />
avvisi di garanzia vanno dai democristiani ai<br />
comunisti, dai social-democratici ai socialisti<br />
etc... A Bettino Craxi, segretario PSI, il 15<br />
dicembre 1992 viene notificato il primo avviso<br />
di garanzia. I due anni dell’inchiesta Mani<br />
Pulite, condotta da un pool di quattro magistrati<br />
(Antonio Di Pietro, Gherardo Colombo,<br />
Francesco Greco, PierCamillo Davigo) coordinati<br />
dall’allora procuratore capo Saverio Borrelli,<br />
coinvolgono 4.500 persone ottenendo<br />
1.300 tra condanne e patteggiamenti.<br />
La polenta viene meglio se cotta in un paiolo<br />
di rame, la corruzione si sconfigge smettendo<br />
di rubare. E’ lo stesso ex pm Davigo a darci<br />
le linee guida. In un’intervista a “Il Fatto Quotidiano”<br />
in risposta allo stereotipo consolidato<br />
in questi anni su Tangentopoli, ossia il “così<br />
fan tutti, rubano tutti” afferma: “Quando sento<br />
questa frase mi vien voglia di ribattere: “Ah si,<br />
ruba anche lei? Quello risponderà “No”.”Ecco<br />
vede? Siamo almeno in due che non rubiamo”.<br />
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