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S&C11_12 - alimentando.info

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Editore: Edizioni Turbo Srl - Palazzo di Vetro Corso della Resistenza, 23 - 20821 Meda (MB) - Tel. +39 0362 600463/4/5/9 Fax. +39.0362.600616 - e-mail: <strong>info</strong>@tespi.net - Periodico mensile - Registrazione al Tribunale di Milano n. 27 del 10 gennaio 2008<br />

Poste Italiane SpA - Spedizione Abbonamento Postale D.L. 353/2003 - Conv. in L. 46/2004 Art. 1 Comma 1 - LO/MI - Stampa: Ingraph - Seregno (MB) - In caso di mancato recapito, inviare all’ufficio postale di Roserio per la restituzione al mittente che si impegna a pagare la relativa tariffa.<br />

©<br />

MIF<br />

MARKET INDEX FOOD<br />

Dati relativi all’intero comparto food confezionato<br />

Mese di Settembre 20<strong>12</strong> vs Settembre 2011<br />

TREND VENDITE A VALORE TREND VENDITE A VOLUME PRESSIONE PROMOZIONALE TREND% VENDITE IN VALORE DELLE PL<br />

+0,18% -1,77% 25,95% +2,59%<br />

in collaborazione con trend a prezzi costanti * PL = Private Label<br />

EXPORT<br />

DRAGONI<br />

D’ITALIA<br />

Cresce l’appeal dei prodotti di casa<br />

nostra tra i consumatori cinesi.<br />

Più di 200 i brand presenti in Gd e Do.<br />

E c’è ancora spazio per crescere.<br />

Alle pagine 36 e 37<br />

CULATELLO, CULATTE E FIOCCHI<br />

TAGLIATI<br />

PER IL SUCCESSO<br />

Si ottengono dalla parte migliore<br />

del prosciutto.<br />

Sono salumi superiori.<br />

Messi a punto con sapienti tecniche artigianali.<br />

In grado di distinguersi sul mercato.<br />

Parlano i protagonisti.<br />

Da pagina 29 a pagina 33<br />

ANNO 5 - NUMERO 11 - NOVEMBRE 20<strong>12</strong><br />

DIRETTORE RESPONSABILE: ANGELO FRIGERIO<br />

REPORTAGE<br />

E IL BUSINESS...<br />

SIAL CON VOI<br />

La kermesse dedicata all’agroalimentare<br />

è andata in scena a Parigi dal 21 al 25<br />

ottobre. 200 le nazioni rappresentate.<br />

Oltre 5.900 gli espositori.<br />

Più di 150mila visitatori. In crescita<br />

del 10% rispetto alla passata edizione.<br />

Da pagina 7 a pagina 13<br />

EVENTI<br />

UN SALONE<br />

DAL GUSTO DOLCE.<br />

MA ANCHE AMARO<br />

In scena dal 25 al 29 ottobre al Lingotto<br />

fiere di Torino, la manifestazione<br />

organizzata da Slow Food. Oltre 220mila<br />

visitatori (+10%), conferenze e laboratori<br />

didattici. Non mancano però le critiche<br />

da parte degli operatori professionali.<br />

Da pagina 17 a pagina 20<br />

Lo scorso settembre le vendite a<br />

valore del Largo consumo confezionato<br />

(Lcc) hanno segnato un calo, a<br />

volume, dell’1,77%. A valore, invece,<br />

la variazione è nulla, (+0,18%). I dati<br />

SymphonyIri mostrano che la marca<br />

commerciale ha registrato, a valore,<br />

una crescita del 2,59%. Mentre la<br />

pressione promozionale si è attestata<br />

al 25,95%.<br />

LEGGI & NORMATIVE<br />

SCONFITTA<br />

LA LOBBY<br />

DELL’OLOGRAMMA.<br />

FORSE<br />

Le commissioni Agricoltura di Camera<br />

e Senato accolgono un emendamento<br />

per rendere facoltativo il nuovo sistema<br />

di etichettatura per i prodotti<br />

a denominazione. Ecco tutti i testi<br />

e i retroscena della vicenda…<br />

A pagina 16<br />

ALTO ADIGE<br />

SPECK &<br />

DINTORNI<br />

La qualità della produzione<br />

di una terra di confine.<br />

Capace di unire sapori alpini<br />

e mediterranei. E offrire specialità<br />

dalle caratteristiche uniche.<br />

La parola alle aziende.<br />

Da pagina 21 a pagina 27


2<br />

Novembre 20<strong>12</strong> POLE POSITION<br />

Direttore<br />

Responsabile<br />

ANGELO FRIGERIO<br />

Direttore editoriale<br />

RICCARDO<br />

COLLETTI<br />

Editore: Edizioni Turbo Srl<br />

Palazzo di Vetro<br />

Corso della Resistenza, 23 20821 Meda (MB)<br />

Tel. +39 0362 600463/4/5/9<br />

Fax. +39 0362 600616<br />

e-mail: <strong>info</strong>@tespi.net<br />

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Registrazione al Tribunale<br />

di Milano n. 27 del 10 gennaio 2008.<br />

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Conv. in L. 46/2004<br />

Art. 1 Comma 1 - LO/MI -<br />

Stampa: Ingraph - Seregno (MB)<br />

Periodico mensile<br />

Anno 5 - numero 11<br />

Novembre 20<strong>12</strong><br />

Stampa: Ingraph - Seregno (MB)<br />

Una copia 1,00 euro - Poste Italiane SpA<br />

L’editore garantisce la massima riservatezza<br />

dei dati personali in suo possesso.<br />

Tali dati saranno utilizzati per la gestione<br />

degli abbonamenti e per l’invio<br />

di <strong>info</strong>rmazioni commerciali. In base<br />

all’Art. 13 della Legge n° 196/2003,<br />

i dati potranno essere rettificati<br />

o cancellati in qualsiasi momento<br />

scrivendo a: Edizioni Turbo S.r.l.<br />

Responsabile dati:<br />

Riccardo Colletti.<br />

L’editore non si assume alcuna responsabilità<br />

per quanto pubblicato nelle inserzioni<br />

pubblicitarie. La responsabilità<br />

e la correttezza di testi e foto sono<br />

da attribuirsi esclusivamente<br />

agli inserzionisti.<br />

Questo numero è stato chiuso<br />

in redazione il <strong>12</strong> novembre 20<strong>12</strong>.<br />

Lettera aperta a<br />

Bernard Delanoë,<br />

Sindaco di Parigi<br />

Gentile sindaco,<br />

sono un giornalista e da anni giro per il mondo visitando fiere di ogni genere e tipo.<br />

Le scrivo a nome di tutti quegli operatori italiani, sia dell’industria sia della distribuzione,<br />

che hanno partecipato al recente Sial.<br />

La manifestazione fieristica che si è svolta al Parc Nord de Villepinte, dal 21 al 25 ottobre,<br />

costituisce un appuntamento strategico per migliaia di visitatori.<br />

Qui convergono buyer della Grande distribuzione, operatori nei settori Horeca e<br />

della ristorazione collettiva che si confrontano con esponenti dell’industria agroalimentare<br />

provenienti da numerosi paesi europei e non. Un momento di business ma anche<br />

di scambio d’opinioni in un quadro difficile qual è quello odierno.<br />

Reduci dall’esperienza drammatica della scorsa edizione, resa problematica dagli scioperi<br />

che avevano coinvolto e paralizzato l’intera Francia, ci aspettavamo una situazione<br />

della viabilità e dei trasporti più agevole.<br />

Non è stato così. Sin dal primo giorno la dorsale Nord della rete parigina ha mostrato<br />

le sue problematicità. E se la domenica - grazie allo scarso traffico - a malapena ha<br />

retto, nei giorni successivi ha invece collassato in pieno.<br />

Soprattutto i treni della Rer si sono dimostrati insufficienti ad accogliere i visitatori<br />

di Sial. Abbiamo visto scene da incubo. Con passeggeri stivati come sardine nelle carrozze,<br />

momenti di panico, assalti ai treni con gente che faceva muro all’interno e altri<br />

che spingevano per poter entrare. Treni che sembravano più dei carri bestiame (con la<br />

relativa puzza) che dei mezzi di trasporto.<br />

Le stesse situazioni si ripetevano all’uscita dalla fiera. Con code chilometriche anche<br />

alle biglietterie: poche, complesse da capire, che funzionano quasi solo con moneta.<br />

Ma non è finita qui. Anche i trasporti privati hanno mostrato la loro insufficienza. Io<br />

stesso ho dovuto fare una coda di un’ora e mezza (ripeto 90 minuti in piedi) per poter<br />

prendere un taxi alle ore 19.00 di lunedì 22 ottobre. Del traffico non parliamone. C’è<br />

voluto altrettanto tempo per raggiungere il centro di Parigi.<br />

Per fortuna il tempo - metereologicamente parlando - ci ha dato una mano. M’immagino<br />

cosa sarebbe successo con la pioggia…<br />

Le scrivo - riprendendo commenti e osservazioni che mi hanno segnalato molti visitatori<br />

- affinché possa al più presto porre rimedio a questa situazione. Ripeto, Sial è una<br />

fiera importante e strategica. Ma in queste condizioni non si può lavorare.<br />

La invito dunque a rivedere con cura la situazione dei trasporti di Parigi, soprattutto<br />

in occasione di eventi fieristici, indegna per un paese civile.<br />

Cordiali Saluti<br />

Angelo Frigerio


4<br />

Novembre 20<strong>12</strong> NEWS<br />

Cotechino Modena Igp:<br />

al via la nuova campagna <strong>info</strong>rmativa<br />

Ha preso il via il 15 ottobre scorso la nuova campagna<br />

<strong>info</strong>rmativa del Consorzio di tutela del cotechino<br />

e dello zampone Modena. L’obiettivo è<br />

proseguire nella strategia di destagionalizzazione<br />

del prodotto, evidenziando la sua versatilità in<br />

cucina. Per questo motivo vengono proposte numerose<br />

ricette, a base di cotechino, adatte a tutti<br />

i periodi dell’anno. La campagna, dal titolo “Cotechino<br />

Modena. Ogni giorno fa più buone le tue<br />

idee”, si articola anche in due flight pubblicitari,<br />

in onda a cavallo della fine dell’anno. Le uscite<br />

sulla stampa proporranno tre diverse ricette: cotechino<br />

Modena con linguine al sugo di pomodorini,<br />

alla carbonara e con fusilli e pomodorini.<br />

Suinicoltura: tra il 2007 e il 2010,<br />

calo del numero di aziende in Italia (-74%)<br />

Negli ultimi anni, il numero delle aziende suinicole in<br />

Italia è fortemente diminuito. Nel 2010, infatti, sono<br />

state registrate 26.200 aziende, contro le 100.950<br />

del 2007 (-74%). In leggero aumento (3,2%), invece, il<br />

numero di capi suini allevati. I dati sono stati comunicati<br />

lo scorso 16 ottobre da Anas (Associazione nazionale<br />

allevatori suini), sulla base delle rilevazioni Eurostat. Il<br />

calo del numero delle aziende è un fattore che accomuna<br />

gran parte dei paesi dell’Ue. Che, complessivamente,<br />

hanno registrato una diminuzione del 39,4%.<br />

Solo l’Irlanda si differenzia da questa situazione, con<br />

un incremento del 51,3%. I dati dimostrano inoltre che i<br />

Paesi con il più alto numero di aziende sono la Polonia<br />

(oltre 388mila unità) e l’Ungheria (oltre 183mila unità).<br />

Seguono la Spagna, con quasi 70mila aziende e la<br />

Germania con oltre 60mila aziende.<br />

Da gennaio 2013 anche la società campana<br />

Gambardella tra i soci del Gruppo Interdis<br />

Novità in casa Interdis. A partire dal 1° gennaio<br />

2013 entrerà a far parte della compagine l’azienda<br />

campana Gambardella. Che, nel 2011, ha<br />

realizzato un fatturato pari a oltre 170 milioni di<br />

euro. Con il nuovo ingresso sale a 16 il numero<br />

delle imprese socie del<br />

Gruppo. Inoltre, grazie ai<br />

punti vendita Gambardella<br />

– sia Cash&Carry, sia 80<br />

supermercati a insegna Supermercati<br />

Gran risparmio,<br />

presenti in Campania, Lazio,<br />

Puglia, Calabria, Basilicata,<br />

Molise, Abruzzo – Interdis<br />

consolida ulteriormente il<br />

proprio presidio nelle aree<br />

Nielsen 3 e 4 e la posizione<br />

complessiva rivestita nell’ambito<br />

della Gdo italiana. L’ingresso<br />

segna il coronamento della strategia di sviluppo<br />

avviata nel 20<strong>12</strong>, basata sul rafforzamento<br />

dei servizi commerciali e di vendita proposti dalla<br />

sede alle imprese associate.<br />

Ivsi: a novembre, SalumiAmo<br />

conquista la Germania<br />

Il 5 novembre ha preso il via in Germania la terza edizione<br />

di SalumiAmo. Il progetto, promosso da Ivsi (Istituto<br />

valorizzazione salumi italiani) e dall’Ice (Agenzia per la<br />

promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese<br />

italiane), nasce con l’obiettivo di far conoscere al<br />

pubblico tedesco le caratteristiche intrinseche delle eccellenze<br />

dei salumi italiani. Il primo appuntamento è stato a<br />

Düsseldorf per poi toccare le città di Amburgo e Berlino.<br />

Nel primo semestre 20<strong>12</strong>, la Germania si è confermata<br />

il primo mercato di destinazione dei salumi italiani:<br />

rispetto ai primi sei mesi del 2011, infatti, l’export ha<br />

registrato un incremento del 10,5% a volume (13.906<br />

tonnellate) e del 7% a valore (118,4 milioni di euro).<br />

Altroconsumo: è Esselunga,<br />

la catena più apprezzata dagli italiani<br />

“Esselunga è in assoluto il supermercato a cui i clienti<br />

sono più affezionati. Seguono a ruota Ipercoop e<br />

Coop”. E’ questo il risultato di un’indagine realizzata<br />

da Altroconsumo, tra maggio e giugno, e resa nota<br />

a metà ottobre, con cui l’associazione ha chiesto ai<br />

consumatori (oltre 2.500) di dare i voti ai supermercati.<br />

Dalla ricerca è emerso che il prezzo non è tutto, ma<br />

conta. Altrettanto importante, il modo in cui viene percepito.<br />

In particolare, la presenza di marche economiche,<br />

promozioni, offerte speciali, nonché l’esistenza di un’effettiva<br />

trasparenza. Secondo Altroconsumo “le catene<br />

meno apprezzate sono Simply e Carrefour Market, che<br />

non ottengono neanche la metà di giudizi positivi”.<br />

Il consiglio direttivo di Centromarca<br />

conferma Luigi Bordoni presidente<br />

Il Consiglio direttivo di Centromarca ha confermato,<br />

lo scorso 22 ottobre, Luigi Bordoni (foto) alla<br />

presidenza per i prossimi due<br />

anni. Centromarca è l’Associazione<br />

italiana dell’industria di<br />

marca che riunisce circa 200<br />

imprese attive nei diversi settori<br />

dei beni di consumo immediato<br />

e durevole. Luigi Bordoni sarà<br />

coadiuvato nella sua attività dai<br />

vicepresidenti Giorgina Gallo<br />

(presidente e Ad di L’Oréal<br />

Italia), Francesco Averna (presidente<br />

del Gruppo Averna) e Valerio<br />

Di Natale (presidente e Ad<br />

di Kraft Italia). Del rinnovato organo<br />

di governo di Centromarca<br />

fanno parte, inoltre, esponenti<br />

di primo piano delle più importanti industrie<br />

italiane di marca, tra cui: Marco Rosi (Parmacotto)<br />

e Antonio Vanoli (Parmalat).


Le budella naturali o essiccate<br />

non sono ‘prodotti deperibili’<br />

Il Consorzio del budello naturale, nei primi<br />

giorni di novembre, ha inviato a tutte<br />

le aziende aderenti un comunicato per<br />

chiarire il concetto di ‘prodotto deteriorabile’<br />

contenuto nell’articolo 62 della<br />

Legge 24/3/<strong>12</strong> n. 27 – Disciplina delle<br />

relazioni commerciali in materia di cessione<br />

di prodotti agricoli ed alimentari.<br />

Di seguito riportiamo le specifiche che<br />

riguardano i prodotti di budelleria e altri<br />

sottoprodotti della macellazione. “Le budella<br />

naturali salate o essiccate sono dei<br />

prodotti alimentari come definiti all’art. 2<br />

comma 1 del Reg.nto CE n. 178/2002;<br />

elencati nell’allegato 1 del Reg.nto CE n.<br />

853/2004, comma 7, capitolo 7.9. “stomachi,<br />

vesciche e intestini trattati”: stomachi,<br />

vesciche e intestini sottoposti a un trattamento<br />

quale la salatura, il riscaldamento<br />

o l’essiccazione dopo essere stati prodotti<br />

e puliti (ossia “altri prodotti di origine animale”).<br />

Presupposto ciò, esse, nonostante<br />

siano a tutti gli effetti prodotti alimentari,<br />

Vertenza Aligrup: i lavoratori propongono<br />

la soluzione “Prodi bis” usata per Parmalat<br />

Si chiama “Prodi bis” l’ultima proposta<br />

avanzata dai lavoratori di<br />

Aligrup per salvare i loro posti di<br />

lavoro (o parte di questi). E’ stata<br />

presentata giovedì 8 novembre, nei<br />

locali del cinema Odeon di Catania,<br />

davanti ai lavoratori del Gruppo,<br />

provenienti da tutta la Sicilia.<br />

Nello specifico, si tratterebbe dello<br />

stesso strumento legislativo utilizzato<br />

nel caso Parmalat. Una terapia<br />

d’urto, che con molta probabilità<br />

passerà anche dalla dismissione di<br />

alcuni rami d’azienda e il licenziamento<br />

di una parte del personale.<br />

In sostanza questa soluzione mira<br />

non a liquidare l’azienda, ma a recuperarne<br />

l’equilibrio economico e<br />

finanziario, alternativamente, attraverso<br />

un piano che le consenta di<br />

proseguire l’attività. Tuttavia, l’avvio<br />

non rientrano nei Prodotti deperibili, in<br />

quanto hanno subito un trattamento atto a<br />

prolungarne la shelf life oltre i 60 giorni,<br />

perciò sono da considerarsi soggette al<br />

pagamento con dilazione massima entro<br />

il termine legale di 60 giorni a decorrere<br />

dall’ultimo giorno del mese di ricevimento<br />

della fattura. Questo vale per le budella<br />

trattate come sopra, non vale invece per<br />

i tipi di budella o stomaci che non hanno<br />

subito nessun trattamento atto a prolungarne<br />

la shelf life e che devono essere<br />

conservate e consegnate a temperature<br />

inferiori ai 3°C, nel qual caso diventano<br />

prodotti deperibili, come da comma<br />

4, art 62, capitolo B. E’ bene precisare<br />

che rimane facoltà delle singole aziende<br />

variare il termine di pagamento, qualora<br />

per innovazioni tecnologiche di prodotto,<br />

riescano a garantire un tmc superiore ai<br />

60 giorni, pur non utilizzando i trattamenti<br />

indicati nell’allegato 1 del Reg.nto CE n.<br />

853/2004, comma 7, capitolo 7.9”.<br />

può avvenire solo dopo un periodo<br />

di osservazione circa 60 giorni, al<br />

termine del quale il Tribunale decide<br />

se le prospettive di risanamento<br />

sono concrete. Altrimenti, si procede<br />

con la dichiarazione del fallimento.<br />

La proposta, però, non piace ai sindacati.<br />

Nel frattempo, la vicenda è<br />

arrivata anche in Parlamento, grazie<br />

ad un’interpellanza. Nel momento<br />

in cui questo numero di Salumi &<br />

Consumi sarà in distribuzione, probabilmente<br />

i lavoratori sapranno già<br />

come la sezione fallimentare del Tribunale<br />

di Catania si sarà pronunciata<br />

in merito all’ammissibilità del piano<br />

di ristrutturazione del debito di<br />

Aligrup, che ammonterebbe a 150<br />

milioni di euro. Un parere negativo<br />

sancirebbe nei fatti il fallimento<br />

aziendale.<br />

Anche Beretta partecipa<br />

a Eurochocolate<br />

Non solo cioccolato e dolci a<br />

Eurochocolate 20<strong>12</strong>. Nel corso<br />

della manifestazione, andata in<br />

scena a Perugia dal 19 al 28 ottobre,<br />

è stato possibile degustare<br />

e acquistare i prodotti del gruppo<br />

Beretta. Che, per l’occasione, ha<br />

ideato un panino con una ricetta<br />

originale, che abbina i salumi al<br />

sapore intenso dei grani di cacao<br />

amaro: una referenza pensata per<br />

celebrare i 200 anni dell’azienda<br />

di Barzanò (Lc).<br />

“Siamo stati molto contenti di partecipare<br />

a questo evento”, ha affermato<br />

Sabino Gravina, direttore<br />

marketing e strategie Italia del<br />

Gruppo. “Ci ha permesso, infatti,<br />

di portare il meglio della tradizione<br />

gastronomica firmata Beretta<br />

all’interno di una fiera che è ormai<br />

diventata una delle kermesse<br />

più attese e di successo nel mondo<br />

Esselunga: i figli di Bernardo Caprotti<br />

impugnano il lodo arbitrale<br />

Continua il contenzioso, all’interno della<br />

famiglia Caprotti, per l’intestazione<br />

delle azioni della holding che controlla<br />

Esselunga. Lo scorso 25 ottobre, i figli<br />

Giuseppe e Violetta Caprotti hanno comunicato<br />

di aver presentato, presso la<br />

Corte d’appello di Milano, l’atto di impugnazione<br />

del lodo arbitrale, maturato<br />

lo scorso luglio. Come si legge in una<br />

nota dei due figli, la decisione è stata<br />

presa per la presenza di “gravi vizi<br />

processuali nonché per la contrarietà<br />

del lodo alle regole di ordine pubblico<br />

sulla circolazione delle partecipazioni<br />

attribuite a società fiduciarie”. Fino al<br />

2011 la proprietà di Esselunga era in<br />

larga misura attribuita, in usufrutto, a<br />

Bernardo Caprotti e ai figli in nuda e<br />

piena proprietà. Nel febbraio 2011, il<br />

padre si è avvalso di una procura generale<br />

sui figli per intestare a sé le loro<br />

Novembre 20<strong>12</strong><br />

dell’alimentare”.<br />

Beretta era presente a Eurochocolate<br />

con due stand, uno dedicato<br />

ai salumi italiani, dove è stato<br />

possibile degustare anche il panino<br />

ideato per il bicentenario e gli<br />

snack della linea Zero24, e uno<br />

dedicato ai piatti pronti della gamma<br />

Viva la mamma box.<br />

azioni. Questa manovra è stata condotta,<br />

sostengono Violetta e Giuseppe, a<br />

loro totale insaputa. Subito dopo la scoperta<br />

dell’operazione, i due figli hanno<br />

promosso un’azione cautelare per bloccare<br />

le azioni. Il giudice ha però respinto<br />

il sequestro, accogliendo le tesi di<br />

Bernardo Caprotti. Il collegio arbitrale,<br />

chiamato a dirimere la questione e contestato<br />

dai due figli perché considerato<br />

non “competente per pronunciarsi sulla<br />

domanda del padre”, ha dato ragione<br />

a Bernardo Caprotti e ha giudicato<br />

che le azioni appartenessero fiduciariamente<br />

ai figli, ma che il padre avesse<br />

il diritto di riacquistare le quote, come<br />

è avvenuto. Proprio contro la decisione<br />

del Collegio, Violetta e Giuseppe hanno<br />

presentato una domanda diretta al Tribunale<br />

di Milano per vedere riconosciuti i<br />

propri diritti.<br />

5


6<br />

Novembre 20<strong>12</strong> NEWS<br />

Con Klikkapromo, a Milano, il super<br />

più conveniente si trova già in metropolitana<br />

Centrale FS, San Babila, Loreto e, da dicembre Duomo, sono solo alcune<br />

delle fermate in cui saranno disponibili gli scaffali virtuali di Klikkapromo.it.<br />

In concomitanza con il lancio del nuovo sito - che consente di individuare<br />

il supermercato più conveniente in zona compilando la propria lista della<br />

spesa con le migliori offerte in corso - Klikkapromo.it ha deciso di proporre<br />

per la prima volta in Italia, a partire da ottobre, un’iniziativa che sicuramente<br />

aiuterà le famiglie milanesi a risparmiare tempo e denaro. Si tratta di uno<br />

‘scaffale virtuale’ rappresentato da poster pubblicitari di varie dimensioni<br />

affissi alle banchine e ai mezzanini delle più importanti fermate delle metropolitane<br />

milanesi.<br />

Con lo smartphone l’utente può leggere il QR Code presente sul poster e<br />

scoprire il supermercato in zona con l’offerta migliore. Gli utenti potranno<br />

compilare una lista della spesa completa con tutte le referenze presenti sullo<br />

scaffale virtuale - 20 prodotti - e scoprire dove tagliare fino al 50% il costo<br />

della spesa al supermercato.<br />

Marr (Cremonini): fornitura di prodotti<br />

alimentari alla pubblica amministrazione<br />

Marr, la società specializzata nella commercializzazione e<br />

distribuzione al foodservice che fa parte del gruppo Cremonini,<br />

si è aggiudicata a ottobre otto degli 11 lotti della<br />

gara Consip (Società per azioni del ministero dell’Economia<br />

e delle Finanze) relativa alla convenzione di fornitura di prodotti<br />

alimentari alle Pubbliche amministrazioni in 16 regioni.<br />

La convenzione aggiudicata da Marr ha una durata di un<br />

anno, rinnovabili per ulteriori <strong>12</strong> mesi ed è autorizzata fino<br />

ad un massimo di spesa di 62,5 milioni di euro. “L’aggiudicazione<br />

di questa gara Consip, che segue quella del 2011,<br />

è la conferma delle capacità organizzative di Marr, grazie<br />

alle quali la società è stata in grado di vincere più lotti, distinguendosi<br />

per qualità, uniformità ed estensione del servizio”,<br />

ha commentato Pierpaolo Rossi, amministratore delegato di<br />

Marr.<br />

Salame cacciatore Dop:<br />

on air il nuovo spot tv<br />

Terremoto Emilia: 5mila Pmi agricole<br />

escluse dal programma di aiuti del Governo<br />

5mila aziende emiliane agricole colpite dal terremoto dello scorso maggio non<br />

sono state incluse nel programma di aiuti messi a punto dal Governo. Il provvedimento,<br />

infatti, prevede che solo i titolari di reddito d’impresa possono accedere<br />

ai 6 miliardi della Cassa Depositi e Prestiti per dilazionare il pagamento delle<br />

tasse. In realtà, come ha spiegato Alessandro Ghetti, responsabile dell’ufficio<br />

amministrativo di Coldiretti, lo scorso 26 ottobre a Il Sole 24 Ore, il 95% degli<br />

agricoltori non ha redditi d’impresa.<br />

Si tratta di aziende singole o società semplici, titolari di reddito catastale, dominicale<br />

o agrario che calcolano i loro guadagni non in base al bilancio ma a<br />

stime di carattere catastale. Escluse, quindi, dai benefici. Nel frattempo, Tiberio<br />

Rabboni, assessore regionale dell’Agricoltura, ha fatto sapere che è già intervenuto<br />

in merito, depositando un emendamento al disegno di legge per comprendere<br />

anche le aziende agricole terremotate nella possibilità di rateizzare le<br />

imposte fino a giugno 2013 con accesso ai finanziamenti bancari e interessi a<br />

carico dello Stato.<br />

E’ on air dal 21 ottobre il nuovo spot televisivo dedicato<br />

al salame cacciatore Dop. La comunicazione<br />

è stata affidata da Assica (l’Associazione industriali<br />

delle carni e dei salumi) all’agenzia di pubblicità<br />

Nadler Larimer & Martinelli. Il filmato, in onda su<br />

Rai, La 7 e Sky, intende promuovere i valori della<br />

sicurezza, garanzia e tutela di cui il Consorzio è<br />

portatore. L’idea, già sviluppata nella campagna del<br />

2009 “L’Uomo è cacciatore”, si evolve per rivolgersi<br />

al target più ampio della famiglia.<br />

Istat: nel terzo trimestre, trend invariato<br />

delle vendite al dettaglio per l’alimentare<br />

Ad agosto 20<strong>12</strong>, l’indice destagionalizzato delle vendite<br />

al dettaglio ha segnato una variazione congiunturale<br />

nulla (-0,2% a luglio). Nella media del trimestre<br />

giugno-agosto 20<strong>12</strong> l’indice è diminuito dello 0,1%<br />

rispetto ai tre mesi precedenti. I dati, pubblicati a fine<br />

ottobre dall’Istat, mostrano anche un trend invariato<br />

delle vendite dei generi alimentari nel confronto con<br />

luglio 20<strong>12</strong>, mentre diminuiscono dello 0,1% quelle<br />

dei prodotti non alimentari. Sul fronte della distribuzione,<br />

le vendite mostrano, nel confronto con agosto<br />

2011, delle flessioni generalizzate: le imprese operanti<br />

su piccole superfici hanno registrato un calo<br />

dell’1,4%, mentre la Gd dello 0,4%. Nel frattempo<br />

Confcommercio prevede, per il 20<strong>12</strong>, un calo record<br />

dei consumi pari al 3,3%.


REPORTAGE<br />

E’ stata definita eccezionale l’edizione 20<strong>12</strong><br />

di Sial, il Salone internazionale dell’alimentazione,<br />

in scena a Parigi dal 21 al 25 ottobre. Il<br />

numero di visitatori, si legge in una nota diffusa dall’ente<br />

organizzatore, è aumentato del 10%, rispetto alla passata<br />

edizione, nel 2010. Sono 150.192 i visitatori professionali<br />

che hanno varcato i cancelli del Parc des Expositions.<br />

Ben il 62,8% degli operatori presenti era straniero. Sono<br />

invece state 200 le nazioni da cui provenivano i visitatori.<br />

Oltre 5.900 gli espositori, di cui l’84% di provenienza internazionale.<br />

La sensazione delle aziende, inoltre, è stata<br />

quella di una buona partecipazione dei buyer, provenienti<br />

in particolare da Cina, Sud Est asiatico e Nord Africa. A<br />

sostenerlo sono soprattutto gli espositori che, a differenza<br />

della scorsa edizione, hanno registrato una maggiore<br />

affluenza di buyer asiatici e africani nei padiglioni della<br />

kermesse. Ma non sono mancati gli operatori europei,<br />

soprattutto dal Nord Europa. Oltre al business, la kermesse<br />

è stata un’importante occasione di confronto sui<br />

temi caldi dell’agroalimentare italiano, su tutti l’entrata in<br />

vigore del discusso articolo 62 . Da registrare anche la<br />

rabbia crescente tra consorzi e aziende sulla proposta di<br />

introdurre un ologramma della Zecca dello Stato sulle<br />

confezioni dei prodotti a denominazione. Un altro tema<br />

decisivo per gli operatori è quello della durata della manifestazione.<br />

Troppo lunga, a detta di molti. Eliminare almeno<br />

una delle giornate fieristiche sembra essere la decisione<br />

più gradita da tutti, espositori e visitatori. Ma sono tanti<br />

gli argomenti e gli appuntamenti che hanno tenuto banco<br />

tra i padiglioni della fiera. A partire dall’ormai tradizionale<br />

concorso dedicato alle innovazioni. Ecco una carrellata di<br />

alcuni dei principali avvenimenti.<br />

Il Sial innovation 20<strong>12</strong><br />

Più di mille prodotti nuovi presentati dagli espositori,<br />

400 circa quelli già commercializzati e selezionati da tre<br />

giurie di operatori professionali per il carattere innovativo<br />

e il beneficio apportato al consumatore. Sono questi i numeri<br />

dell’operazione ‘Sial Innovation 20<strong>12</strong>′ che quest’anno<br />

ha proposto nei padiglioni di Paris Nord Villepinte<br />

una codifica unica delle innovazioni e delle tendenze di<br />

consumo, realizzata attraverso un’analisi incrociata dei<br />

comportamenti e delle tendenze d’innovazione alimentare<br />

nel mondo, in collaborazione con XTC World Innovation<br />

e Tns. L’innovazione è dunque la parola chiave di<br />

quest’edizione: la kermesse ha ampliato il programma di<br />

conferenze dedicate alle tendenze e alle novità. Si tratta<br />

di appuntamenti che offrono l’opportunità di <strong>info</strong>rmarsi<br />

su varie tematiche come le innovazioni nell’ambito delle<br />

private label, le tendenze al consumo, l’analisi dell’innovazione<br />

per paese e per categoria di prodotti.<br />

I collegamenti da e per la fiera: un incubo<br />

Il Parc Nord de Villepinte, centro espositivo di Parigi, ha<br />

mostrato nei giorni della fiera tutte le sue problematiche<br />

rispetto alla logistica. Inimmaginabili le condizioni da carro<br />

bestiame dei treni della linea B della Rer diretta da Parigi<br />

ai padiglioni di Sial. Oltre alle code infinite per i biglietti,<br />

vanno registrate le condizioni di sovraffollamento delle<br />

carrozze con scene indegne di un paese civile. Lunghissime<br />

anche le file per i taxi. Il 22 ottobre, alle ore 19, ci<br />

sono voluti ben 90 minuti per poter salire a bordo di<br />

una macchina pubblica. A ciò si aggiunge il traffico. Per<br />

raggiungere il centro di Parigi ci si mette in media almeno<br />

un’ora e mezza.<br />

L’evento organizzato da Cibus all’ambasciata italiana<br />

Malgrado le problematiche condizioni di viabilità della<br />

capitale francese è pienamente riuscita la serata del 22<br />

ottobre organizzata da Fiere Parma e Federalimentare<br />

presso l’ambasciata italiana in Francia. Numerose le aziende<br />

presenti. Antonio Cellie, brand manager di Cibus e Daniele<br />

Rossi, segretario generale di Federalimentare, hanno<br />

spiegato le nuove iniziative realizzate per supportare la<br />

presenza all’estero delle aziende italiane. Fra queste vale<br />

la pena ricordare la fiera alimentare Thaifex – World of<br />

Food, in programma a Bangkok dal 22 al 26 maggio 2013.<br />

Una manifestazione che vedrà Cibus, in collaborazione<br />

con Koelnmesse, organizzare la prima partecipazione collettiva<br />

ufficiale di aziende alimentari italiane.<br />

I giovani imprenditori<br />

Sono 50 le aziende italiane, guidate da giovani imprenditori,<br />

che hanno potuto partecipare alla 24esima edizione<br />

di Sial, grazie all’opportunità offerta dal ministero delle<br />

Politiche agricole, alimentari e forestali – promozione<br />

dell’imprenditorialità giovanile in agricoltura. Le imprese,<br />

selezionate attraverso un bando ministeriale, hanno, infatti,<br />

avuto a disposizione un proprio spazio espositivo, nel<br />

padiglione 1, dove hanno potuto far conoscere i propri<br />

prodotti e stabilire contatti commerciali con gli operatori<br />

presenti alla manifestazione. Al progetto ha collaborato<br />

anche Ismea, Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare,<br />

che ha supportato le giovani aziende nella preparazione<br />

del salone parigino.<br />

Il Sial d’Or<br />

E’ andato al gruppo alimentare Agrifood Abruzzo-Covalpa,<br />

specializzato nella lavorazione e vendita di surgelati<br />

vegetali, il premio Sial d’or: il prestigioso riconoscimento<br />

Novembre 20<strong>12</strong><br />

Dai nostri inviati: Angelo Frigerio, Paolo Frettoli,<br />

Nunzia Capriglione, Ilaria Mariani, Matteo Napolitano<br />

E IL BUSINESS...<br />

SIAL CON VOI<br />

La kermesse dedicata all’agroalimentare<br />

è andata in scena a Parigi dal 21 al 25<br />

ottobre. 200 le nazioni rappresentate.<br />

Oltre 5.900 gli espositori.<br />

Più di 150mila visitatori. In crescita<br />

del 10% rispetto alla passata edizione.<br />

promosso dal Salone di Parigi per premiare l’innovazione<br />

di successo nel mondo. E’ la tecnica “Foglia a Foglia” ad<br />

aver permesso alla società di ottenere il premio. Il sistema<br />

crea porzioni formate da foglie intere adagiate l’una<br />

sull’altra, evitando che queste vengano pressate e rovinate.<br />

Grazie a questa tecnica si ottengono vegetali in foglia<br />

surgelati non distinguibili da quelli freschi.<br />

La presenza delle Camere di commercio<br />

Si chiama “Ospitalità in tour” il progetto ideato dal<br />

sistema delle Camere di commercio dell’Emilia Romagna<br />

in collaborazione con Unioncamere regionale ed il<br />

supporto di Isnart (Istituto nazionale ricerche turistiche).<br />

Nello specifico si è trattato di un vero e proprio un<br />

tour degustativo in otto ristoranti italiani a Parigi certificati<br />

Ospitalità Italiana, in scena, in concomitanza con Sial.<br />

Obiettivo dell’iniziativa è stato valorizzare e promuovere<br />

le eccellenze enogastronomiche dell’Emilia Romagna e il<br />

loro legame con il territorio di origine. Il tour prevedeva<br />

appositi menù con prodotti a qualità certificata del<br />

paniere Deliziando in abbinamento a vini emiliano -romagnoli<br />

accompagnati da una specifica carta menù ed<br />

altro materiale promozionale. Anche la Camera di Commercio<br />

di Salerno, e per essa Intertrade, era presente a<br />

Sial 20<strong>12</strong>. L’azienda speciale della Camera per l’Economia<br />

è soddisfatta dei risultati ottenuti in questi giorni di manifestazione.<br />

Sono infatti state approfondite le relazioni<br />

internazionali attraverso incontri mirati con importatori<br />

e distributori stranieri. Si sono rivelati proficui i contatti<br />

con operatori del nord Europa: dalla Germania alla Danimarca,<br />

dal Regno Unito alle Repubbliche Baltiche, senza<br />

trascurare il Centro e Medio Oriente, i Balcani e soprattutto<br />

il Mediterraneo. Gli incontri hanno avuto una prospettiva<br />

a medio termine e non si esclude la possibilità<br />

di organizzare un’esposizione a livello internazionale dei<br />

prodotti della provincia di Salerno, sui quali da tempo si<br />

punta per migliorare il bilancio dei produttori. Attraverso<br />

incontri mirati sul territorio campano con buyer esteri<br />

che potranno conoscere i luoghi d’origine delle produzioni<br />

salernitane.<br />

Segue<br />

7


8<br />

Novembre 20<strong>12</strong><br />

IL PAGELLONE<br />

DI ANGELO FRIGERIO<br />

CLAI - Fabio Lorenzoni<br />

Da sinistra: Fabio Lorenzoni, Massimo Zaccari e Danilo Donati<br />

“Clai si è affacciata sui mercati esteri da circa quattro anni, ma l’incidenza sul fatturato aziendale ha<br />

già raggiunto il 10%”, afferma Fabio Lorenzoni, direttore vendite dell’azienda. “Nonostante i volumi<br />

di partenza fossero modesti, l’export è cresciuto del 30 – 40% all’anno. Il trend è stato positivo sia<br />

nei mercati Ue, sia nei Paesi terzi. Mercati come quello canadese e dell’Est Europa si sono dimostrati<br />

davvero performanti. Anche in Russia la richiesta di prodotti italiani è cresciuta. Sussistono tuttavia alcune<br />

misure protezionistiche molto rigide, che condizionano le potenzilità di questo mercato. In alcuni<br />

casi è stata richiesta addirittura la macellazione a freddo, che in Italia non pratica quasi nessuno. Non<br />

bisogna dimenticare Giappone, Corea del Sud e Nuova Zelanda. Tutti Paesi che non risentono degli<br />

effetti della crisi economica che caratterizza i Paesi europei”. Per quanto riguarda l’estero, l’obiettivo<br />

è presidiare soprattutto il canale del normal trade: “La Gd permette di realizzare volumi molto alti, ma<br />

con margini ridotti. Per le dimensioni e le caratteristiche della nostra azienda, preferiamo rivolgerci al<br />

dettaglio di qualità”.<br />

FUMAGALLI – Cesare Fumagalli<br />

Fumagalli industria alimentare è un’azienda ormai fortemente orientata all’estero: “L’incidenza sul fatturato<br />

aziendale è ormai pari al 65%”, dichiara il presidente dell’azienda, Cesare Fumagalli. “La<br />

sviluppo che abbiamo registrato negli ultimi anni è stato garantito proprio dalle buone performance<br />

delle vendite oltre confine, che nel 20<strong>12</strong> cresceranno del <strong>12</strong>% circa. Il prodotto e lo stile di vita italiano<br />

sono sempre più apprezzati e questo ci permette di consolidare la presenza nei mercati tradizionali<br />

e aprire nuovi sbocchi in quelli emergenti”. Giappone, Germania e Gran Bretagna sono i paesi più<br />

performanti, ma Fumagalli guarda anche a nuovi orizzonti commerciali: “Le prospettive sono molto<br />

positive in paesi del Sud Est asiatico, come la Thailandia. Proprio per questo motivo stiamo considerando<br />

di partecipare alla prossima edizione di Thaifex, a Bangkok”. All’estero viene apprezzata tutta<br />

la gamma dei prodotti, purché offerti con un alto contenuto di servizio: “Oltre confine viene richiesto<br />

quasi esclusivamente il prodotto preaffettato. In particolare, registriamo buone performance per i prodotti<br />

Dop e Igp, tra cui mortadella e salame Brianza cominciano a essere riconosciuti. Il trend è positivo<br />

anche per quanto riguarda la nostra linea di referenze biologiche. Che, invece, stentano ad affermarsi<br />

in Italia, anche per la ‘concorrenza’ e l’appeal dei prodotti a denominazione”.<br />

MOTTOLINI – Emilio Mottolini<br />

Da sinistra:<br />

Cesare Fumagalli<br />

e Marina Chiaradia<br />

Il salumificio Mottolini partecipa al Sial con il progetto<br />

di rete I golosi: “Si tratta di un’iniziativa, a<br />

cui aderiscono numerose aziende valtellinesi, che<br />

intende promuovere il nostro territorio e i nostri<br />

prodotti”, spiega Emilio Mottolini, titolare dell’omonimo<br />

salumificio. Che sta incrementando la propria<br />

presenza all’estero: “Al momento l’incidenza<br />

dell’export sul nostro fatturato è pari al <strong>12</strong>% circa,<br />

in leggera crescita nell’ultimo anno. I mercati più<br />

importanti sono quello francese, tedesco e inglese.<br />

Abbiamo, inoltre, stabilito alcuni interessanti contatti<br />

nel Sud Est asiatico”. Un’altra area di grande interesse<br />

è quella dei paesi arabi: “Il Sial rappresenta<br />

un’opportunità importante per sviluppare il business<br />

in questi mercati. Lo stretto rapporto che lega la<br />

Francia ad alcuni paesi del Nord Africa, fa sì che<br />

molti buyer siano presenti alla manifestazione”. Infine,<br />

un commento all’articolo 62: “Sicuramente si<br />

tratta di una buona idea, anche se confusa. Tanto<br />

per fare un esempio, per quanto riguarda i termini<br />

di pagamento sarebbe stato meglio indicare una<br />

sola scadenza a 60 giorni. L’attuale formulazione<br />

della legge rischia di complicare ulteriormente le<br />

cose che avrebbe voluto semplificare”.<br />

5LA DURATA<br />

Troppi cinque giorni, da domenica 21 a giovedì 25 ottobre. Già<br />

mercoledì si respirava aria di rella in fiera. Padiglioni semideserti,<br />

hostess e commerciali a girarsi i pollici, gente che già verso sera già<br />

smontava lo stand. Figurarsi il giorno dopo. Tre giorni appaiono più<br />

che sufficienti per fare business e incontrare gli operatori dei vari<br />

settori. Il resto serve solo a buttare via tempo e soldi (in ristoranti<br />

e hotel). Di questi tempi, meglio risparmiare.<br />

EMILIA FOOD – Giulio Gherri<br />

Terre Ducali, Valtaro e Acetaia Bellei. Sono queste le tre<br />

aziende che compongono la rete d’impresa Emilia food.<br />

Un progetto interamente dedicato alla promozione e alla<br />

vendita di alcune tipicità emiliane all’estero. Già presentata<br />

con successo nel corso di Cibus 20<strong>12</strong>, la sinergia<br />

tra le tre realtà dell’agroalimentare italiano è proseguita<br />

anche a Sial: “Quello della rete d’impresa è ancora uno<br />

strumento poco utilizzato nell’ambito dell’agroalimentare,<br />

ma che in realtà offre numerosi vantaggi”, spiega Giulio<br />

Gherri, presidente di Terre ducali. “Possiamo avvalerci di<br />

numerose agevolazioni e promuovere in modo più incisivo<br />

le specialità del nostro territorio oltre confine”. Primo<br />

obiettivo è conquistare il mercato della Gran Bretagna,<br />

per poi focalizzarsi sui Paesi Scandinavi, Germania e<br />

Olanda. Ma il progetto di espansione guarda ancora<br />

più lontano: Russia, Est Europa e Asia. Inoltre, le tre aziende<br />

sono state protagoniste di Ospitalità in tour. Questa<br />

iniziativa, andata in scena in concomitanza con Sial, ha<br />

portato nei migliori ristoranti italiani di Parigi le specialità<br />

emiliane. “Un progetto che ha avuto un enorme successo”,<br />

commenta entusiasta Giulio Gherri. “Alle cene hanno<br />

partecipato numerose personalità e istituzioni. Si tratta<br />

senza dubbio di un’ottima strategia di promozione dei nostri<br />

prodotti, che intendiamo replicare anche in altre città”.<br />

FURLOTTI – Nicola Furlotti Gran Bretagna, Finlandia, Germania, Giappone,<br />

Francia sono solo alcuni dei mercati in cui è presente<br />

Furlotti: “A questi si aggiungono nuova Caledonia,<br />

Belgio, Austria, Grecia, Portogallo e nuovi<br />

mercati come la Polonia”, afferma Nicola Furlotti,<br />

direttore marketing dell’omonimo salumificio. “Nel<br />

complesso l’incidenza dell’export sul fatturato aziendale<br />

si attesta intorno al 22%. Il trend è in crescita,<br />

nell’ultimo anno registriamo un incremento del<br />

<strong>12</strong>%”. La domanda riguarda soprattutto i prodotti<br />

affettati: “Molto performanti sono stati il pastrami,<br />

una delle nostre novità, e i prodotti ready to eat e<br />

snack, particolarmente importanti per accedere ad<br />

alcuni mercati. Ma positivo è stato anche l’andamento<br />

di alcune tipicità, come il Serrano”. L’azienda,<br />

che opera all’estero sia con il proprio marchio,<br />

sia come copacker, intende puntare anche a nuovi<br />

paesi particolarmente promettenti: “Siamo presenti<br />

in Sud Africa, che è però un mercato ancora da<br />

sviluppare. Così come il Brasile, il più promettente<br />

tra i cosiddetti Bric. Meno positivo il rapporto con<br />

la Russia, altro mercato di grandi prospettive, ma<br />

chiuso da rigide barriere protezionistiche, di natura<br />

sanitaria”.<br />

BERETTA – Lorenzo Beretta<br />

La presenza di Beretta all’estero è consolidata da diversi anni,<br />

non solo tramite le vendite oltre confine, ma anche grazie<br />

alla costruzione di stabilimenti produttivi: “Complessivamente<br />

l’export e quanto prodotto nelle sedi all’estero incidono sul<br />

fatturato per il 24% circa”, spiega Lorenzo Beretta, direttore<br />

commerciale dell’azienda. “Nell’ultimo anno il fatturato export<br />

è cresciuto dell’8% circa, grazie alle buone performance di<br />

mercati consolidati come Usa, Canada, Russia e alcuni paesi<br />

asiatici emergenti. Germania a parte, l’Europa continentale<br />

si è, invece, dimostrata poco dinamica a causa della crisi<br />

economica”. Tra i nuovi mercati, l’Oceania sembra essere<br />

uno dei più promettenti: “Per ora siamo presenti con piccole<br />

operazioni, ma il potenziale offerto da questo paese è sicuramente<br />

enorme”. Il trend positivo dei prodotti tradizionali oltre<br />

confine, sembra premiare il valore delle Dop e delle Igp: “Le<br />

denominazioni sono riconosciute e apprezzate all’estero. È<br />

comunque necessario un assiduo lavoro di promozione delle<br />

specialità per far comprendere al consumatore perché queste<br />

referenze hanno un costo superiore”. Per quanto riguarda il<br />

mercato interno una delle problematiche più complesse è quella<br />

relativa all’aumento dei prezzi della materia prima: “Il costo<br />

dei suini è un grosso problema. Credo si stia assistendo a un<br />

riposizionamento verso l’alto del prezzo della carne e non a<br />

un semplice processo speculativo”.<br />

Da sinistra: Andrea Mangialardi (Valtaro), Stefano<br />

Solieri (Acetaia Bellei), e Giulio Gherri (Terre Ducali)


REPORTAGE<br />

7L’UFFICIO STAMPA<br />

Efficiente e molto ben organizzato. Così si presentava l’ufficio<br />

stampa che ha accolto i molti giornalisti presenti a Sial. Più<br />

che sufficiente il segnale della rete wi fi come pure numerose<br />

le postazioni per scrivere. Causa un disguido, i nostri giornalisti<br />

non erano accreditati. La questione è stata risolta in breve.<br />

AURORA - Alessandra Dodi<br />

Da sinistra: Andrea Dodi, Chiara Zarotti<br />

e Massimiliano Sani<br />

Presso il Salone di Parigi, il salumificio Aurora ha esposto<br />

l’intera gamma dei propri prodotti, sia interi che preaffettati<br />

in vaschetta. “Per la nostra azienda, la Francia<br />

rappresenta un mercato in fase di espansione”, spiega<br />

Alessandra Dodi, dell’ufficio marketing del salumificio<br />

di Felino, in provincia di Parma. “La politica aziendale<br />

è focalizzata sull’incremento delle esportazione dei<br />

salumi. Ad oggi la quota legata all’export riveste una<br />

piccola percentuale sul fatturato totale del nostro salumificio.<br />

Tuttavia, rileviamo una continua crescita: nel<br />

20<strong>12</strong>, ad esempio, le vendite all’estero hanno registrato<br />

un incremento del 20%”. L’azienda, per ora, presidia<br />

il mercato francese e belga. Ma, per il 2013, intende<br />

potenziare la propria presenza in altri paesi europei.<br />

Per conoscere e raggiungere ulteriori realtà distributive,<br />

l’azienda sta mettendo a punto nuove strategie. “Nel<br />

2013 parteciperemo a Sirha, il salone mondiale della<br />

ristorazione e dell’hotellerie, in scena a Lione dal 26<br />

al 30 gennaio. Stiamo anche progettando una nuova<br />

linea di prodotti selezionati per il segmento di mercato<br />

che apprezza l’alta qualità e l’artigianalità del nostro<br />

prodotto”. Infine, un commento sull’articolo 62. “La legge<br />

potrebbe essere una buona opportunità se, per le<br />

aziende, ci fossero condizioni più chiare”.<br />

SALUMERIA DI MONTE SAN SAVINO –<br />

Paolo Zasso<br />

Francia, Germania, Gran Bretagna, Belgio e Polonia sono i<br />

mercati più interessanti per la Salumeria di Monte San Savino.<br />

“L’incidenza dell’export sul fatturato aziendale si aggira<br />

intorno al 10%. Anche se lo sviluppo di questo business è<br />

cominciato da circa cinque anni e quindi sussistono ancora<br />

ottime potenzialità di crescita”, spiega Paolo Zasso, responsabile<br />

commerciale dell’azienda. “I prodotti più richiesti sono<br />

porchetta, salame e prosciutto. L’obiettivo di questa e delle<br />

altre fiere a cui parteciperemo è proprio quello di consolidare<br />

la nostra presenza nei mercati europei, nonostante le difficoltà<br />

legate alla crisi economica”. Per quanto riguarda il mercato<br />

interno, tiene banco la discussione sull’articolo 62: “Tutti i<br />

cambiamenti sembrano dover stravolgere il mercato, ma poi<br />

si trova sempre il modo di normalizzare la situazione. Certo,<br />

la nuova normativa è poco chiara e obbliga le aziende a<br />

realizzare importanti investimenti per gestire le pratiche amministrative,<br />

come la doppia fatturazione. Un aggravio di costi<br />

in un momento comunque complesso. Inoltre, restano alcune<br />

perplessità sulla capacità di alcune realtà dell’Horeca e del<br />

normal trade di adeguarsi al nuovo regime di pagamento”.<br />

BRENDOLAN – Alberto Arrighi<br />

“La Francia è il primo mercato all’estero per la nostra<br />

azienda”, spiega Alberto Arrighi, export manager<br />

del salumificio Brendolan, che è presente al<br />

Sial all’interno dello stand di Latteria Virgilio. “Siamo<br />

presenti soprattutto nel canale del normal trade,<br />

ma stiamo avviando dei progetti per presidiare anche<br />

la Gd”. La Francia è solo uno dei paesi in cui<br />

vengono offerti i prodotti del prosciuttificio veneto:<br />

“La quota export, al momento, si attesta intorno al<br />

10%. Nell’ultimo anno, nonostante alcune difficoltà<br />

sui mercati esteri, abbiamo mantenuto costanti i volumi.<br />

La nostra presenza è radicata in Germania,<br />

Belgio, Usa e Giappone. Tra i nuovi mercati, quello<br />

che offre le migliori prospettive di sviluppo è certamente<br />

quello australiano. Le restrizioni sanitarie<br />

in questo paese sono piuttosto forti, ma Brendolan<br />

può offrire tutte le certificazioni necessarie, grazie<br />

alla propria filiera controllata”. Oltre al San Daniele,<br />

prodotto di punta del prosciuttificio, l’offerta di<br />

Brendolan comprende anche il prosciutto di Carpegna:<br />

“Si tratta di una Dop esclusiva della nostra<br />

azienda. Nonostante si tratti di una produzione di<br />

nicchia, questo salume trova numerosi estimatori in<br />

Svizzera, Germania e Usa.”<br />

Da sinistra: Alessandro Iacomone<br />

e Paolo Zasso<br />

Novembre 20<strong>12</strong><br />

8I BUYER<br />

Ottimi e abbondanti. Sial si conferma una vetrina<br />

estremamente interessante per il business. Buona partecipazione<br />

dei buyer, in particolare da Cina, Sud Est asiatico e Nord Africa.<br />

Ma non sono mancati gli operatori europei, soprattutto dal Nord<br />

Europa. E anche chi ha partecipato per la prima volta ha ottenuto<br />

risultati superiori alle attese.<br />

INALCA – Roberta Ferri<br />

Negli ultimi anni Inalca ha accentuato la propria propensione<br />

all’internazionalizzazione: “La quota export<br />

si attesta ormai intorno al 50%”, dichiara Roberta<br />

Ferri, responsabile marketing dell’azienda. “Abbiamo<br />

consolidato gli investimenti fatti all’estero. In particolare<br />

in Russia dove siamo presenti da molti anni tramite<br />

la controllata Marr, specializzata nella distribuzione di<br />

prodotti food & beverage, e con un impianto produttivo<br />

di carni fresche nei pressi di Mosca. A livello internazionale<br />

vantiamo, inoltre, alcune strutture distributive<br />

che risolvono i diversi passaggi necessari per portare<br />

i prodotti in Cina e Russia”. Inalca ha poi operato una<br />

riorganizzazione interna dell’offerta e dei diversi marchi:<br />

“Il brand Montana viene riservato esclusivamente<br />

alle carni fresche, in scatola e surgelate. Per quanto<br />

riguarda il comparto salumi viene mantenuto il marchio<br />

Ibis, a cui si aggiunge quello Corte buona, sotto<br />

cui confluiranno le altre referenze Montana”. Un’altra<br />

novità riguarda il nuovo format di vendita Gourmet:<br />

“Si tratta di un’evoluzione di Montana Gourmet. Negli<br />

Chef Express sarà presente un’area dedicata, dove<br />

sarà possibile trovare una selezione di prodotti top<br />

quality. La gamma si articola in modo diverso a seconda<br />

delle regione dove è situato il punto vendita”.<br />

SALUMIFICIO SAN VINCENZO – Vincenzo Rota<br />

Il salumificio San Vincenzo è particolarmente dinamico, per quanto riguarda l’export: “Al momento<br />

l’incidenza delle vendite oltreconfine sul fatturato è del 20%”, afferma l’amministratore delegato<br />

dell’azienda, Vincenzo Rota. “Nel corso dell’ultimo anno abbiamo registrato una crescita del 5%. Il<br />

mercato comunitario si è dimostrato particolarmente vivace, ma anche nei paesi terzi il trend è stato<br />

molto positivo. In particolare il lavoro svolto in Canada è stato premiato e anche in Giappone abbiamo<br />

sviluppato contatti molto interessanti”. Il successo dell’export è legato all’appeal di specialità: “I<br />

buyer esteri si stanno accorgendo che l’Italia può offrire una varietà enorme di prodotti tipici, tra cui<br />

quelle calabresi che rappresentano il nostro core business. Inoltre, la certificazione Dop, all’estero, è<br />

riconosciuta e valorizzata”. Il trend si mantiene quindi positivo, nonostante il settore stia affrontando<br />

diverse difficoltà: “Viviamo un momento complesso per la compresenza di diverse criticità: il forte rialzo<br />

del prezzo delle materie prime, una crisi economica di cui non si vede la fine e l’entrata in vigore<br />

dell’articolo 62. Un provvedimento sicuramente positivo negli intenti, ma che in una congiuntura così<br />

complessa rischia di non portare alcun miglioramento”.<br />

F.LLI TANZI – Andrea Soncini<br />

Specializzata nell’affettamento di salumi, la<br />

F.lli Tanzi ha conosciuto una crescita repentina<br />

negli ultimi anni: “Il 2011 si è chiuso con un fatturato<br />

pari a 29 milioni di euro, che nel 20<strong>12</strong><br />

sono diventati 35. E le prospettive di crescita<br />

sono analoghe anche per il 2013”, afferma<br />

Andrea Soncini, responsabile commerciale.<br />

La crescita dell’azienda riguarda sia il mercato<br />

nazionale che quello estero: “L’incidenza<br />

dell’export sul fatturato aziendale è del 42%. Il<br />

primo mercato, con una quota dell’80%, è la<br />

Gran Bretagna. Seguono la Norvegia, dove<br />

il marchio F.lli Tanzi è leader di mercato, Sud<br />

Africa, Nuova Caledonia e Germania”. Il core<br />

business dell’azienda è la private label: “Continuiamo<br />

a essere soprattutto copacker, anche<br />

se, da circa due anni, abbiamo intrapreso una<br />

strategia di promozione del nostro marchio<br />

all’estero”. La F.lli Tanzi si presenta a Sial con<br />

alcune novità: “Abbiamo proposto una nuova<br />

linea di vaschette multiscomparto, con diverse<br />

tipologie di salume o con taralli. Si tratta di una<br />

referenza ideale come snack, dedicata in particolare<br />

al canale Horeca”.<br />

Da sinistra: Andrea Soncini,<br />

Lies Delcroix e Silvia Boschi<br />

Da sinistra: Vincenzo Rota<br />

e Graziella Di Ciancio<br />

Segue<br />

9


IL PAGELLONE<br />

10<br />

Novembre 2102<br />

7L’ITALIAN SOUNDING 3TRASPORTI E VIABILITÀ<br />

Che ci fosse qualche furbetto a Sial dovevamo aspettarcelo. E<br />

Il Parc Nord de Villepinte, centro espositivo di Parigi, ha mostrato tutte le sue<br />

difatti al padiglione 7, il Consorzio del pecorino ha scovato un<br />

problematiche rispetto alla logistica. Inimmaginabili le condizioni da carro bestiame dei<br />

falso ‘Romano chees’ del marchio statunitense Belgioioso. Una<br />

treni della linea B della Rer diretta da Parigi ai padiglioni di Sial. Oltre alle code infinite<br />

palese violazione della Dop per la quale l’ente ha chiesto alla<br />

per i biglietti, vanno registrate le condizioni di sovraffollamento delle carrozze con scene<br />

direzione generale della Concorrenza, consumo e repressione frodi<br />

indegne di un paese civile. Lunghissime anche le file per i taxi. Lunedì sera, alle ore 19, ci<br />

(l’autorità francese competente per la protezione delle Dop)<br />

sono voluti ben 90 minuti per poter salire a bordo di una macchina pubblica. A ciò<br />

l’immediato sequestro e l’adozione di sanzioni stabilite dalla<br />

si aggiunge il traffico. Per raggiungere il centro di Parigi c’è voluta un’ora e mezza.<br />

legislazione francese per questo tipo di violazioni. Detto, fatto.<br />

AIA – Sandro Tosi<br />

“Sial è una fiera interessante per esplorare nuovi<br />

mercati”, afferma Sandro Tosi, export area manager<br />

di Aia. “In particolare, il Medio Oriente,<br />

Libano in testa, offre considerevoli margini di crescita”.<br />

Nuovi mercati che potrebbero accrescere<br />

il fatturato export dell’azienda: “L’incidenza delle<br />

vendite oltre confine di Aia è pari al 15% circa.<br />

Nell’ultimo anno abbiamo registrato un incremento<br />

a doppia cifra. Croazia, Serbia, Albania,<br />

Malta e Grecia si sono dimostrati mercati davvero<br />

performanti”. Nell’ottica di una strategia di<br />

sviluppo nei mercati internazionali, sono state introdotte<br />

nell’offerta alcune nuove referenze: “Abbiamo<br />

proposto una nuova linea per la barbecue<br />

season, chiamata Buon giorno Italia. Si tratta di<br />

referenze il cui nome richiama luoghi celebri del<br />

nostro paese e che presentano una marinatura<br />

ideata appositamente per i gusti di alcuni paesi<br />

target”. Un’altra innovazione riguarda i wurstel<br />

Wudy: “Recentemente abbiamo arricchito la nostra<br />

offerta con due referenze a base di suino: i<br />

wurstel Bavaria, ideali per essere bolliti e i Wudy<br />

maxi grill, ideali per la cottura sulla griglia e offerti<br />

in formato da 500 grammi”.<br />

EAT FRIULI<br />

Christian Vida, Alberto Morgante e Stefano Petris<br />

Eat Friuli è una rete d’impresa che coinvolge diverse aziende friulane del settore alimentare: la cantina<br />

Colutta, il caseificio Pezzetta, i prosciuttifici Morgante e Sauris e il salumificio Luigi Vida. Un progetto<br />

che mostra un approccio originale ai mercati esteri: “Cerchiamo di rivolgerci a mercati particolari,<br />

come Ucraina, Serbia e, soprattutto, Africa meridionale”, spiega Christian Vida, titolare dell’omonimo<br />

salumificio. “Si tratta di mercati che nel medio lungo periodo si riveleranno estremamente performanti”.<br />

In questo senso la partecipazione a Sial può essere un’occasione molto importante: “Questa manifestazione<br />

è una vetrina internazionale, dove è possibile entrare in contatto con operatori da tutto il<br />

mondo”, spiega Alberto Morgante. “Ci attendiamo quindi ottime prospettive anche da quei mercati<br />

particolari a cui intendiamo rivolgerci”. Operare come rete d’impresa porta a un’ottimizzazione della<br />

logistica delle vendite oltre confine. Lo spiega Stefano Petris, titolare di Wolf Sauris: “Vendere all’estero<br />

piccole quantità di prodotto, riduce l’efficienza del trasporto. Grazie alla rete, possiamo unire la<br />

produzione di ciascuna azienda e garantire ordini di maggiori dimensioni. In questo modo possiamo<br />

essere più competitivi nei mercati esteri”.<br />

CAMERA<br />

DI COMMERCIO<br />

DI UDINE<br />

“Il territorio friulano offre alcune eccellenze agroalimentari<br />

di altissimo livello qualitativo”, afferma il presidente<br />

della Camera di commercio di Udine, Giovanni Da Pozzo,<br />

presente al Sial, nello stand dedicato alle aziende<br />

friulane. “Questi prodotti sono il frutto della cultura di un<br />

territorio. È, quindi, fondamentale che questo legame fortissimo<br />

venga sottolineato nelle strategie di comunicazione.<br />

Per questo motivo la Camera di commercio di Udine<br />

collabora con aziende o reti d’impresa, per organizzare<br />

la partecipazione agli eventi internazionali”. Un progetto<br />

molto interessante a cui la Camera di commercio ha<br />

collaborato è Eccellenza in tour: “Circa quattro anni fa<br />

è partita questa iniziativa, che ha come target le maggiori<br />

capitali europee. Amsterdam, Bruxelles, Vienna e<br />

Salisburgo sono state solo alcune delle città, visitate nel<br />

corso del progetto. L’obiettivo è duplice: promuovere le<br />

nostre eccellenze e il Friuli Venezia Giulia come meta<br />

turistica”.<br />

Da sinistra: Christian Vida,<br />

Giovanni Da Pozzo,<br />

Stefano Petris<br />

e Franco Morgante<br />

FIORUCCI – Andrea Mazzoni<br />

Germania, Francia, Uk, Austria, Benelux e Svizzera, in<br />

Europa. Senza dimenticare i cosiddetti paesi emergenti,<br />

“che meritano sempre più attenzione. Come nel caso<br />

del Brasile, mercato dove la nostra quota raggiunge<br />

il 30%”. Sono questi, secondo le parole di Andrea<br />

Mazzoni, general manager, gli obiettivi futuri in tema<br />

di export per Fiorucci, azienda del Gruppo spagnolo<br />

Campofrio. “Le vendite sui mercati esteri rappresentano<br />

il 23% del nostro fatturato. E anche quest’anno, nonostante<br />

le difficoltà economiche del Vecchio continente,<br />

soprattutto in paesi come Spagna, Inghilterra e Grecia,<br />

abbiamo registrato ottime performance. In particolare in<br />

Sud America, in Asia e in alcuni paesi europei, dove<br />

abbiamo incrementato la distribuzione delle nostre referenze”.<br />

E proprio in tema di prodotti, Mazzoni individua<br />

nel mix delle referenze uno dei punti di forza dell’azienda.<br />

“Siamo in grado di offrire un ampio ventaglio di prodotti,<br />

che vanno dagli arrosti, ai salami, alla mortadella.<br />

E questo rappresenta senza dubbio un plus, per i nostri<br />

clienti”. Infine il mercato francese. Sottolinea Mazzoni:<br />

“Nel 20<strong>12</strong> abbiamo registrato importanti incrementi in<br />

Francia, dove presidiamo, oltre alla Gd-Do e al canale<br />

tradizionale, anche l’Horeca e il Food service”.<br />

SALUMIFICIO SORRENTINO – Americo Liberato<br />

Il salumificio Sorrentino sta fortemente sviluppando il<br />

proprio business oltre confine: “Nell’ultimo anno l’incremento<br />

è stato pari al 70%”, afferma Americo Liberato,<br />

responsabile commerciale. “L’incidenza dell’export sul<br />

fatturato aziendale è ancora modesta ma stiamo svolgendo<br />

un ottimo lavoro in Libano, Lussemburgo, Malta<br />

e Macedonia. Siamo presenti anche in Francia dove<br />

collaboriamo con un importatore e con alcuni dettaglianti”.<br />

Il normal trade è il canale di riferimento anche<br />

nel panorama nazionale: “La Gdo incide per un terzo<br />

sul nostro fatturato, mentre la maggior parte del business<br />

viene sviluppato attraverso i canali del dettaglio tradizionale<br />

e dei grossisti. Presidiamo soprattutto il Centro Sud,<br />

ma la nostra rete commerciale è ben sviluppata anche<br />

in Lombardia”. Per quanto riguarda i prodotti, sono le<br />

tipicità ad avere maggiore appeal: “Il salame abruzzese<br />

Aquila e la ventricina sono quelli più richiesti. Sono<br />

soprattutto i piccoli formati a essere più performanti”.<br />

Referenze che permetteranno al salumificio Sorrentino<br />

di chiudere l’anno con un fatturato intorno ai 26 milioni<br />

di euro: “Le aziende si trovano ad affrontare un periodo<br />

difficile, ma la crisi è anche un’occasione per migliorare<br />

la propria capacità di comprendere le esigenze del<br />

cliente”.<br />

CONSORZIO PROSCIUTTO DI PARMA –<br />

Marco Tramelli e Paolo Tanara<br />

Il prosciutto di Parma è uno dei salumi italiani più conosciuti all’estero. I dati confermano<br />

il crescente appeal di questo prodotto oltre confine: “In dieci anni il fatturato<br />

export è cresciuto di più di 10 punti percentuali e, nel 20<strong>12</strong>, inciderà per il 26%<br />

sul totale delle vendite”, afferma Marco Tramelli (foto), marketing manager del Consorzio.<br />

Il trend positivo riguarda sia i mercati consolidati (gli Usa rimangono i primi<br />

importatori), sia quelli più nuovi: “Uno dei paesi più interessanti è l’Australia. Un<br />

mercato che si è aperto negli ultimi anni e che registra tassi di crescita importanti.<br />

Le prospettive sono molto positive anche nei Paesi asiatici. Le vendite si consolidano<br />

in Giappone e crescono a Hong Kong e Singapore e, con volumi più contenuti,<br />

in altri paesi dell’area. Nonostante i vincoli sanitari esistenti altri due mercati dalle<br />

ottime prospettive sono Russia e Brasile”. Nel 2013 ricorre il 50° anniversario della<br />

corona: “Un avvenimento che festeggeremo con iniziative in Italia e all’estero”.<br />

Per quanto riguarda il mercato interno, spetta al presidente del Consorzio, Paolo<br />

Tanara esprimere la propria opinione sull’articolo 62: “Se i produttori si mantengono<br />

coesi, il provvedimento può essere un’ottima occasione per migliorare i rapporti<br />

con la Gd. Che comunque mantiene una forte potere contrattuale. Il dettaglio tradizionale<br />

può, invece, trovarsi in difficoltà all’entrata in vigore della nuova norma”.<br />

Un’altra problematica importante è l’aumento della materia prima: “È segno di un<br />

cambiamento in atto nell’intero settore. Il motivo principale è sicuramente la crescita<br />

del prezzo dei cereali, ma è l’intero panorama che sta mutando. Andiamo probabilmente<br />

verso una riduzione dei volumi, che deve coincidere con un aumento del<br />

livello qualitativo”.


REPORTAGE<br />

Novembre 20<strong>12</strong><br />

8LA CENA DI CIBUS 8LA NUOVA ICE<br />

Successo pieno per l’evento organizzato da Fiere<br />

La prudenza è d’obbligo. Ma se tutto andrà secondo le previsioni, la nuova Ice sarà completamente<br />

Parma (Cibus) e Federalimentare. La cena del<br />

operativa a partire dal 2013. Lo ha confermato Roberto Lovato, dirigente dell’area agroalimentare<br />

lunedì, organizzata presso l’ambasciata d’Italia<br />

dell’Agenzia per il commercio estero: “Ci attendiamo, nelle prossime settimane, notizie in merito<br />

a Parigi, ha riscosso il consenso di tutti i presenti.<br />

al trasferimento delle risorse economiche e umane alla nuova struttura pensata per la promozione<br />

Stupenda la location, una casa d’epoca con un<br />

del Made in Italy all’estero. Vale la pena sottolineare che comunque Ice ha supportato le italiane<br />

giardino meraviglioso, nel centro della capitale francese.<br />

in questo periodo di interregno. Prova ne è la massiccia partecipazione di espositori, oltre 180,<br />

Ottima la cena. Con cibi italiani. Naturalmente.<br />

alla nostra collettiva a Sial”.<br />

MONTALI<br />

Carlo Bilzi e Paolo Montali<br />

“Partecipiamo alle fiere internazionali per incrementare<br />

l’incidenza dell’export sul nostro fatturato,<br />

che si attesta intorno al 20%”, afferma Paolo Montali<br />

(foto a destra), amministratore unico dell’omonimo<br />

prosciuttificio. È soprattutto all’estero, infatti, che<br />

matura la crescita dell’azienda: “Il fatturato export<br />

è aumentato del 9% nei primi nove mesi dell’anno.<br />

Abbiamo stabilito contatti con nuovi clienti e<br />

consolidato il rapporto con quelli tradizionali. Ma<br />

l’estero non deve essere l’unica strada. Guardiamo<br />

con ottimismo anche al mercato interno, che non<br />

deve essere trascurato”, spiega Carlo Bilzi (foto a<br />

sinistra), responsabile commerciale dell’azienda.<br />

Belgio, Germania e Grecia sono i paesi più performanti:<br />

“Ci stiamo affacciando verso nuovi mercati<br />

come la Polonia e i Paesi ex Urss: un’area in<br />

cui c’è molta voglia di emergere e interesse per il<br />

prosciutto di Parma”, prosegue Paolo Montali. “Più<br />

difficile l’ingresso nel promettente mercato russo,<br />

dove dall’anno scorso si è proceduto a un giro di<br />

vite nelle misure protezionistiche”.<br />

SAN NICOLA/GHIRARDI ONESTO<br />

Francesco Felli<br />

“Vantiamo le certificazioni per esportare praticamente<br />

in tutti i paesi del mondo”, afferma Francesco<br />

Felli, export manager del prosciuttificio San<br />

Nicola, che opera anche con il brand Ghirardi<br />

Onesto. San Nicola si presenta come un’azienda<br />

export oriented: “La quota export si attesta<br />

ormai intorno al 50%. Gli Stati Uniti continuano<br />

a essere il mercato più interessante. Abbiamo<br />

anche fondato una nuova società nel paese, la<br />

San Nicola Usa, per distribuire i nostri prodotti.<br />

Stiamo continuando a investire per potenziare la<br />

nostra struttura export e per la partecipazione alle<br />

fiere internazionali”. Oltre a mercati in forte sviluppo,<br />

come quello canadese, e alcuni consolidati<br />

come il Giappone, esistono Paesi capaci di offrire<br />

ottime prospettive, ma limitati da regolamentazioni<br />

molto restrittive: “La Cina è sicuramente il<br />

paese più complicato, seguito dal Messico, dove<br />

gli accordi internazionali vengono presi alla lettera.<br />

Infine la Russia, che nell’ultimo anno ha attuato<br />

una sorta di giro di vite alle importazioni”.<br />

DEVODIER<br />

Cesare Dellatorre<br />

Da sinistra: Giacomo Guidozzi e Cesare Dellatorre<br />

“Il progetto di internazionalizzazione per la nostra<br />

azienda è appena partito”, spiega Cesare<br />

Dellatorre, area manager di Devodier. “Abbiamo<br />

già sviluppato numerosi contatti, ma, al momento,<br />

l’incidenza sul fatturato è ancora contenuta.<br />

Grazie all’impianto all’avanguardia, inaugurato<br />

nel 2006, vantiamo l’accredito per quasi tutti<br />

i paesi. Insomma è tutto pronto”. Per quanto riguarda<br />

i paesi target le idee sono chiare: “Usa,<br />

Giappone, Francia e Germania sono i maggiori<br />

consumatori, ma tutti i paesi in cui è accettata la<br />

carne di maiale sono interessanti. Il discrimine è<br />

il prezzo. Realizziamo un prodotto di fascia premium<br />

e cerchiamo clienti che sappiano apprezzare<br />

la qualità delle nostre produzioni. Tuttavia,<br />

non sempre è facile spiegare perché il nostro<br />

prosciutto di Parma costa più di un altro che comunque<br />

vanta la Corona. Che, in alcuni paesi, è<br />

considerato addirittura il marchio di un’azienda”.<br />

JOMI<br />

Domenico Campitiello<br />

La Francia è un mercato importante per Jomi.<br />

Non è un caso, quindi, che questa sia la settima<br />

edizione a cui l’azienda partecipa: “Collaboriamo<br />

con un importatore locale, ma siamo anche<br />

presenti direttamente nella Grande distribuzione”,<br />

spiega il titolare, Domenico Campitiello. “Nonostante<br />

gran parte del nostro business continui a<br />

essere sviluppato nel mercato interno, abbiamo<br />

sviluppato progetti per altri paesi dell’area Ue,<br />

come Germania e Gran Bretagna e guardiamo<br />

con interesse a mercati dell’Est Europa come<br />

Polonia e Russia. Entrambi, infatti, si presentano<br />

come particolarmente promettenti, anche se il primo<br />

ha il vantaggio di non avere tutti quei vincoli<br />

protezionistici che caratterizzano, invece, il mercato<br />

russo. Al momento, comunque, l’incidenza<br />

dell’export sul fatturato aziendale è pari al 10%<br />

circa”. Per quanto riguarda le tipologie di prodotto<br />

è il prosciutto crudo quello più performante:<br />

“All’estero vendiamo prevalentemente questa<br />

referenza. Che offriamo con il nostro marchio”.<br />

Segue<br />

11


<strong>12</strong><br />

AGENZIA PER LA PROMOZIONE ALL’ESTERO<br />

E L’INTERNAZIONALIZZAZIONE DELLE IMPRESE ITALIANE<br />

ROBERTO LOVATO –DIRIGENTE AREA AGROALIMENTARE<br />

A Sial, nello spazio dedicato alla<br />

collettiva italiana, nel padiglione<br />

2, incontriamo Roberto Lovato, dirigente<br />

Area agroalimentare dell’ex<br />

Ice, oggi Agenzia per la promozione<br />

all’estero e l’internazionalizzazione<br />

delle imprese italiane. A lui<br />

chiediamo della presenza in fiera. E<br />

del futuro della nuova agenzia.<br />

Cominciamo dalla presenza a<br />

Sial. Quante sono le aziende presenti<br />

nella collettiva Ice?<br />

A Parigi abbiamo portato ben 180<br />

aziende di diversi settori e dimensioni.<br />

Tutte Pmi, alcune organizzate<br />

individualmente, altri come gruppi<br />

territoriali e consorzi tra aziende.<br />

Un risultato possibile anche grazie<br />

alla nostra consolidata esperienza<br />

in termini di fidelizzazione delle<br />

imprese per le collettive organizzate,<br />

in passato, da Ice.<br />

E qual è il clima tra gli espositori?<br />

Le aziende senza dubbio appaiono<br />

soddisfatte per l’afflusso in fiera<br />

degli operatori e per gli incontri realizzati<br />

in questi giorni. Uno degli<br />

elementi di successo è stato la conferma<br />

dell’ottimo posizionamento<br />

delle ultime edizioni, all’ingresso del<br />

padiglione 1. Uno spazio che, infatti,<br />

ha attratto moltissimi visitatori.<br />

Novembre 2102<br />

TERRE DI SIENA<br />

Filippo Gambassi e Irene Chiti<br />

La cinta senese è una razza suina autoctona che,<br />

da alcuni mesi, ha ricevuto la Dop: “Si tratta di<br />

animali allevati allo stato semi brado e nutriti con<br />

una piccola percentuale di mangimi. Il suino cresce<br />

lentamente ma sviluppa una serie di caratteristiche<br />

organolettiche e nutrizionali davvero uniche”,<br />

spiega Irene Chiti, alla guida dell’azienda<br />

insieme a Filippo Gambassi. Che aggiunge: “I<br />

salumi realizzati con questa materia prima sono<br />

il fiore all’occhiello della nostra gamma. Circa il<br />

30% della produzione è destinata all’estero. Si<br />

tratta, infatti, di un prodotto di nicchia apprezzato<br />

soprattutto nell’Horeca in Francia e Olanda”.<br />

Un prodotto così ricercato attira estimatori anche<br />

dal Giappone: “In questo Paese la carne di cinta<br />

senese ricorda, in qualche modo, quella tipica<br />

giapponese di kobe. Per questo motivo viene<br />

molto apprezzata in questo Paese”.<br />

Parliamo dell’ex Ice. Quando<br />

sarà definitivamente operativa la<br />

nuova agenzia?<br />

Oggi non siamo ancora formalmente<br />

ricostituiti; l’Agenzia è dotata<br />

di un nuovo statuto e nuovi<br />

organi dirigenti. Ma restiamo ancora<br />

in attesa del trasferimento delle<br />

risorse umane ed economiche dalla<br />

‘vecchia’ alla nuova Ice, necessarie<br />

per la piena operatività. In sostanza,<br />

al momento operiamo ancora<br />

come ex Ice.<br />

Qual è la sua previsione?<br />

Penso che sia questione di aspettare<br />

ancora, al massimo, qualche<br />

mese. Ovviamente il nostro auspi-<br />

LARDERIA FAUSTO GUADAGNI<br />

Fausto Guadagni e Federica Menconi<br />

PROSCIUTTIFICIO VALSERIO<br />

Paola Vaccario<br />

Il prosciuttificio Valserio partecipa al Sial, insieme a Lodi export, il Consorzio che organizza le missioni all’estero<br />

di numerose aziende dell’agroalimentare: “Un progetto che ci permette i contenere i costi e far conoscere<br />

oltre confine le nostre produzioni”, spiega Paola Vaccario, titolare dell’azienda. Che solo da qualche mese si<br />

è affacciata ai mercati internazionali: “Con buoni riscontri e ottime prospettive. Abbiamo sviluppato contatti<br />

importanti in Germania, Francia e soprattutto in Gran Bretagna. L’incidenza sul fatturato si attesta, complessivamente,<br />

intorno al 5%”. Le idee su come organizzare l’offerta destinata all’estero sono molto precise: “Vorremmo<br />

sviluppare la nostra presenza soprattutto attraverso una produzione biologica di alta qualità. Questo specifico<br />

comparto, che in Italia stenta a prendere piede, in particolare per i salumi, all’estero è molto apprezzato.<br />

Per questo motivo stiamo progettando nuove referenze con l’obiettivo di presidiare specifici mercati. Proprio<br />

per promuovere la nostra linea biologica parteciperemo al Biofach di Norimberga, il prossimo febbraio”. Il<br />

prosciuttificio Valserio fa parte, inoltre, della rete d’impresa Cremona food, che contribuisce a sviluppare l’internazionalizzazione<br />

dell’azienda.<br />

“Il lardo suscita sempre più curiosità nei mercati<br />

esteri”, afferma Federica Menconi, alla guida<br />

dell’azienda insieme al marito Fausto Guadagni.<br />

“Al momento l’incidenza delle vendite oltre confine<br />

si attesta intorno al 40%. Svizzera, Germania<br />

e Francia sono i paesi più importanti per la nostra<br />

azienda, ma ci stiamo affacciando a nuovi<br />

mercati come, ad esempio, il Brasile. Lavoriamo<br />

soprattutto con il canale horeca e con alcuni importatori”.<br />

Oltre che intero, il lardo viene offerto<br />

affettato in vaschette in Atm o macinato: “Nel<br />

2011 abbiamo inaugurato la camera bianca e<br />

quindi abbiamo cominciato a offrire questi nuovi<br />

prodotti. Con tale innovazione puntiamo ad accrescere<br />

la nostra presenza nei mercati esteri”.<br />

cio è che tutto si possa concludere<br />

entro il 20<strong>12</strong>. Così da iniziare il 2013<br />

con la piena operatività della nuova<br />

agenzia.<br />

Cosa cambierà?<br />

La legge istitutiva prevede una<br />

riduzione del personale impiegato e<br />

questo sarà sicuramente un primo<br />

elemento distintivo, la dotazione<br />

finanziaria ancora non è stata stabilita<br />

ma senz’altro anch’essa subirà<br />

decurtazioni tali da indurre come<br />

primo effetto una riduzione della<br />

presenza all’estero in termini di uffici<br />

a presidio dei diversi mercati.<br />

E dal punto di vista della vostra<br />

Area, quella agroalimentare?<br />

Come Area agroalimentare stiamo<br />

puntando molto su iniziative,<br />

in particolare fieristiche, totalmente<br />

autofinanziate dalle aziende espositrici.<br />

Il sostegno pubblico alle partecipazioni<br />

in fiera, in termini economici,<br />

sarà concentrato su attività di<br />

supporto, servizi prima e durante la<br />

manifestazione, l’organizzazione di<br />

eventi collaterali, come le degustazioni<br />

e i seminari. Già nel passato le<br />

aziende erano chiamate a contribuire<br />

in maniera sostanziosa oggi, la<br />

normativa Iva implementata dal<br />

2011, ci costringe a questa scelta,<br />

senza alcuna possibilità di deroga.<br />

PROSCIUTTIFICIO SAN FRANCESCO<br />

Daniele Gallardelli<br />

Il prosciuttificio San Francesco realizza circa<br />

800mila prosciutti l’anno. “La nostra quota export<br />

si attesta intorno al 35%”, afferma Daniele<br />

Gallardelli, commerciale dell’azienda. “Francia,<br />

Germania, Paesi Bassi, Usa, Canada, Sud Africa<br />

e Australia sono i nostri mercati di riferimento.<br />

Nell’ultimo anno le vendite si sono mantenute<br />

stabili. Anche se abbiamo registrato performance<br />

importanti, in particolare in Francia”. L’azienda si<br />

affaccia però a nuovi paesi target: “Sicuramente<br />

l’Est Europa è l’area di maggior interesse. Bulgaria,<br />

Ucraina, Repubbliche Baltiche e Russia rappresentano<br />

mercati con un altissimo potenziale di<br />

crescita”. Per quanto riguarda il mercato interno<br />

l’azienda collabora soprattutto con la Grande distribuzione:<br />

“Anche se con un’incidenza del 40%<br />

il normal trade resta per noi un canale strategico”.<br />

RENZINI<br />

Dante Renzini<br />

“Il mercato si fa sempre più difficile, ma la crisi è<br />

la fortuna degli intelligenti: chi è competente saprà<br />

superare il momento”, dichiara Dante Renzini, titolare<br />

dell’omonima azienda umbra. “Abbiamo chiuso<br />

il 2011 con un fatturato intorno ai 30 milioni”. Il<br />

mercato interno è quello più importante per l’azienda:<br />

“Le nostre vendite sono distribuite al 50% tra<br />

Gd e normal trade”. In crescita però l’incidenza<br />

dell’export sul fatturato aziendale: “Al momento si<br />

attesta al 15% circa. Il paese più performante è la<br />

Germania, dove vengono apprezzati soprattutto i<br />

salumi di selvaggina e i prosciutti alla brace”.


REPORTAGE<br />

1 2 3 4 5 6<br />

7 8 9<br />

CARTOLINE DALLA FIERA<br />

10 11 <strong>12</strong><br />

13 14 15 16 17<br />

Novembre 20<strong>12</strong><br />

1. Azienda Agricola Liuzzi; 2. Salumificio BBS; 3. Cavenari e Zucca; 4. Citterio; 5. Salumificio Dedomenici Angelo; 6. Drogheria<br />

& Alimentari; 7. Salumi Emmedue (da sinistra: Marino Rinaldo e Claudio Caivano); 8. Gigi il salumificio; 9. Jolly prosciutti (Toni<br />

William) 10. Leoncini; 11. F.lli Galloni; <strong>12</strong>. Madeo (Anna Madeo) ; 13. Valtellina che gusto; 14. Sagem - Rosa dell’Angelo; 15.<br />

Salumifico San Michele; 16. Sapori. Sapori; 17. Special Gift; 18. Centro Carni Sila.<br />

18<br />

Fine<br />

13


14<br />

Novembre 20<strong>12</strong><br />

Nel comune di Santena, a una<br />

ventina di chilometri da Torino, esiste<br />

un’azienda che, dal lontano 1935, realizza<br />

prosciutti cotti. Poco prima della seconda<br />

guerra mondiale, infatti, Attilio Lenti ebbe la<br />

geniale intuizione di avviare un’attività specializzata<br />

esclusivamente nella produzione di cotti e<br />

di realizzare, in un primo tempo, a Torino, uno<br />

stabilimento ad hoc. Le capacità artigianali e la<br />

qualità delle sue realizzazioni diedero presto<br />

fama ai prodotti Lenti. Tanto da generare una<br />

crescita inarrestabile. “L’azienda vanta il merito<br />

di essere sempre stata in grado di rinnovarsi<br />

per rispondere ai cambiamenti del mercato.<br />

Con un occhio di riguardo nei confronti del<br />

consumatore e delle sue necessità, il prosciuttificio<br />

Lenti ha anticipato problematiche legate<br />

alla salute, oltre che alle nuove tipologie di acquisto”,<br />

spiega Roberto Tozzi, direttore commerciale<br />

dell’azienda.<br />

Entriamo nello specifico. In che modo si<br />

può rinnovare un prosciutto cotto o, addirittura,<br />

inventare una nuova referenza?<br />

La lunga esperienza dell’azienda in questo<br />

specifico settore ci permette di mettere a<br />

punto sempre nuove soluzioni per ottenere il<br />

massimo della qualità. Due anni fa, ad esempio,<br />

abbiamo ideato Lenti&Lode. Un prosciutto<br />

cotto realizzato con una ricetta antica e utilizzando<br />

moderne tecnologie, che lo elevano al<br />

segmento Top di gamma.<br />

Di cosa si tratta?<br />

Per la realizzazione della referenza<br />

Lenti&Lode selezioniamo cosce di suino del<br />

circuito Dop di Parma, da 15,5 a 16,5 chili di<br />

peso da fresco. La salina, poi, è un decotto di<br />

spezie, dosate secondo la ricetta segreta, lasciate<br />

in infusione per diverse ore. Abbiamo anche<br />

allungato le tempistiche del ciclo produttivo: le<br />

fasi del massaggio e della cottura sono molto<br />

più lunghe rispetto a un prosciutto normale.<br />

Infine, la tecnica di cottura è assolutamente diversa<br />

rispetto a quella generalmente utilizzata<br />

per i cotti. In pratica, il prosciutto viene disossato<br />

chiuso: l’osso è quindi sfilato senza aprire la<br />

coscia. Dopodiché, viene cotto al vapore, all’interno<br />

di un forno, evitando di mettere la coscia<br />

nello stampo, come solitamente avviene.<br />

Ovviamente anche il prosciutto Lenti&Lode<br />

risponde a tutti i requisiti che caratterizzano<br />

ogni nostra singola referenza.<br />

Vale a dire?<br />

Come qualsiasi altro prodotto della nostra<br />

gamma, Lenti&Lode non contiene glutine, è<br />

stato certificato con il marchio della Spiga barrata,<br />

di proprietà dell’Associazione italiana celiachia,<br />

non contiene lattosio e suoi derivati né,<br />

tantomeno, ingredienti Ogm. Non da ultimo,<br />

i prosciutti e i salumi firmati Lenti, sono stati<br />

certificati Sgs per la limitata quantità di sale,<br />

che non supera l’1,84% per prodotto – una<br />

quantità inferiore del 20% rispetto al contenuto<br />

medio dei prosciutti cotti dichiarato dall’Istituto<br />

nazionale della nutrizione.<br />

Come è stato posizionato il prosciutto<br />

Lenti&Lode?<br />

Con il nuovo prosciutto abbiamo voluto<br />

presidiare il segmento premium. E’ il frutto,<br />

infatti, di una politica aziendale volta a sviluppare<br />

questo importante mercato. Che vanta<br />

una ‘salute’ diversa rispetto agli altri segmenti:<br />

il consumatore, se valuta la reale qualità di un<br />

prodotto, è disposto a spendere di più e a fidelizzarsi.<br />

Il vostro core business è rimasto quello<br />

dei cotti. Ma come si compone la gamma di<br />

proposte?<br />

La produzione di cotti riveste più del 70%<br />

della produzione totale. Per ora, Lenti&Lode,<br />

solo il 6%. Ma si tratta di un prodotto nuovo<br />

che ha bisogno ancora di tempo per crescere<br />

e presidiare i mercati. Non dimentichiamo,<br />

poi, che Lenti è protagonista anche in un altro<br />

mercato, quello delle carni bianche arrosto,<br />

UN PROSCIUTTO<br />

DA<br />

LENTI E LODE<br />

L’azienda, specializzata nella produzione di cotti,<br />

studia nuove referenze per affrontare il mercato.<br />

Alta qualità, Spiga barrata, bassa percentuale di sale<br />

sono alcune cause del successo. Esperienza, analisi<br />

di mercato e comunicazione adeguata, fanno il resto.<br />

Intervista a Roberto Tozzi, direttore commerciale.<br />

1935<br />

anno di nascita dell’azienda<br />

10.500 MQ<br />

6%<br />

incidenza<br />

di Lenti&Lode<br />

sulla produzione<br />

totale dei cotti<br />

70%<br />

incidenza dei prosciutti cotti sulla produzione totale<br />

20.000<br />

i fan del prosciuttificio Lenti sul social network<br />

ampiezza<br />

dello<br />

stabile<br />

produttivo<br />

L’AZIENDA<br />

tacchino in primis. Anche in questo ambito<br />

abbiamo ideato e avviato, di recente, la commercializzazione<br />

di un nuovo prodotto. Si tratta<br />

della fesa di tacchino nazionale, che vanta<br />

la caratteristica di essere cotta al forno, senza<br />

insacco. Un prodotto di alta qualità e cura del<br />

dettaglio che ha già registrato ottime performance<br />

di vendita. La gamma si completa poi<br />

con altre specialità, come l’arrosto di culatello,<br />

lingua, zampone e cotechino, carpaccio e lombetto.<br />

Sul fronte della distribuzione, Lenti ha<br />

sempre avuto un rapporto stretto col normal<br />

trade. E’ ancora così?<br />

Siamo legati a questo canale proprio perché<br />

le nostre referenze hanno un posizionamento<br />

medio-alto e alto. Adatto quindi alle<br />

gastronomie e alle macellerie specializzate in<br />

grado di trattare prodotti specifici. Ciò non<br />

toglie che l’azienda ha avviato ottimi rapporti<br />

anche con la Gdo. Dove abbiamo trovato<br />

le giuste condizioni per dar vita a partnership<br />

costruttive e interessanti. Anche con attività di<br />

copacker e private label.<br />

In quali formati commercializzate il prodotto<br />

all’interno della Gd?<br />

Sia intero per il banco taglio che in vaschetta<br />

a marchio Lenti. Analizzando le dinamiche di<br />

mercato, però, abbiamo valutato la riduzione<br />

dei tassi di incremento delle vaschette con<br />

marchi aziendali a favore di un considerevole<br />

aumento del take-away. Il prodotto affettato e<br />

confezionato in vaschette trasparenti, in cui il<br />

nome del produttore appare solo nell’etichetta,<br />

sembra dare una sensazione di prodotto<br />

fresco, appena affettato, senza conservanti,<br />

molto simile al prodotto acquistabile al banco<br />

taglio, anche in termini di battuta di cassa.<br />

Focalizzate molto l’attenzione sulla comunicazione<br />

del prodotto?<br />

Lenti ha sempre creduto nei diversi canali<br />

di comunicazione. Dalla carta stampata, fino<br />

alla tv. Quest’anno però abbiamo scelto una<br />

nuova via. Quella del web. O, meglio, dei social<br />

network. Facebook, Twitter e Youtube. In questi<br />

giorni abbiamo superato la soglia dei 20mila<br />

fan. Tuttavia, affianchiamo a questo innovativo<br />

canale di comunicazione, attività più tradizionali,<br />

come manifestazioni, fiere, e degustazioni<br />

per raggiungere il consumatore finale. Ogni<br />

attività di coinvolgimento ha l’obiettivo di dare<br />

visibilità ai nostri clienti, indirizzando i consumatori<br />

a visitare i loro punti vendita. Crediamo<br />

che il passaparola sia il modo migliore per far<br />

conoscere l’eccellenza.<br />

Il settore sta subendo repentini cambiamenti.<br />

L’aumento del prezzo delle materie<br />

prime e l’introduzione dell’articolo 62 hanno<br />

modificato le dinamiche del mercato. Voi<br />

come avete affrontato queste problematiche?<br />

Dalla seconda metà di agosto fino ad oggi,<br />

purtroppo, siamo stati costretti a riflettere sulle<br />

nostre politiche aziendali. L’aumento delle<br />

materie prime e l’articolo 62 hanno indubbiamente<br />

creato grossi turbamenti, anche perché<br />

sono avvenuti in modo repentino e violento.<br />

Anche se per noi è stato un anno altalenante,<br />

comunque, l’azienda chiuderà il 20<strong>12</strong> in linea<br />

con i risultati dell’anno precedente, sia a volume<br />

che a valore.<br />

Il 2013 è alle porte. Come affronterete il<br />

nuovo anno?<br />

Nel 2011 abbiamo ultimato un ampliamento<br />

della superficie aziendale, che è passata da<br />

7mila a 10.500 metri quadrati coperti. Questo<br />

allargamento ci assicurerà per i prossimi<br />

anni una capacità produttiva del 60% in più.<br />

Lavoreremo quindi sui volumi e affronteremo<br />

i mercati esteri che ad oggi rappresentano<br />

solo il 5% della nostra distribuzione. Qualcosa<br />

di nuovo, tuttavia, sarà presentato anche sul<br />

fronte dei prodotti. Per non perdere le buone<br />

abitudini: fare bene e fare meglio.<br />

Margherita Luisetto


16<br />

Novembre 20<strong>12</strong><br />

Ologramma sì. Ologramma no. Ologramma<br />

forse, ma solo su base volontaria<br />

e facoltativa. Sembra essere quest’ultima<br />

la soluzione individuata dal Senato dopo i numerosi<br />

incontri della commissione Agricoltura con i<br />

consorzi di tutela. E dopo le vibranti lettere inviate<br />

delle associazioni che raggruppano i prodotti<br />

Dop, Igp, Stg e bio, oltre alla montante protesta<br />

del mondo imprenditoriale. L’affaire ologramma<br />

- che, lo ricordiamo, è l’integrazione dell’etichettatura<br />

dei prodotti agricoli e alimentari a denominazione<br />

con sistemi di sicurezza realizzati dall’Istituto<br />

Poligrafico e Zecca dello Stato - aveva infatti<br />

raccolto tutti i player della fiera agroalimentare,<br />

compatti nel respingere la normativa. In ragione,<br />

soprattutto, dell’immaginabile aggravio di costi,<br />

ovviamente del tutto a carico delle aziende, della<br />

difficoltà nell’applicazione della norma e del moltiplicarsi<br />

della burocrazia intorno a prodotti, quelli a<br />

denominazione, già regolamentati e controllati per<br />

loro stessa natura. Ed è Afidop, Associazione dei<br />

formaggi italiani a denominazione d’origine protetta<br />

a darne notizia per prima, negli scorsi giorni,<br />

con una lettera inviata ai propri soci, ovvero i<br />

consorzi di tutela, nonché ad Assolatte e Fedagri<br />

Confcooperative. Nella missiva si legge che: “Nella<br />

seduta del 17 ottobre la commissione Agricoltura<br />

del Senato ha proseguito e concluso l’esame del<br />

disegno di legge n.4 del 2011, recante disposizioni<br />

in materia di etichettatura e di qualità dei prodotti<br />

alimentari”. E proprio nell’ambito dell’analisi della<br />

normativa: “In seguito alle pressioni esercitate<br />

anche dalla nostra Associazione, è stato accolto<br />

l’emendamento (del senatore Gianpaolo Vallardi,<br />

gruppo Lega Nord Padania, ndr), presentato con<br />

la finalità di chiarire l’ambiguità interpretativa relativa<br />

all’articolo 59 bis del decreto legge n.83 del<br />

20<strong>12</strong>. Il relatore Vallardi, infatti, si legge negli atti<br />

dei lavori della commissione Agricoltura del Senato,<br />

illustrando l’emendamento, a propria firma: “Ha<br />

evidenziato che lo stesso è finalizzato a chiarire<br />

un’ambiguità interpretativa attinente all’articolo<br />

59 bis del decreto legge n. 83 del 20<strong>12</strong>, convertito,<br />

con modificazioni, dalla legge n. 134 del 20<strong>12</strong>. Nel<br />

predetto articolo vengono introdotti sistemi di sicurezza<br />

contro le contraffazioni dei prodotti agricoli<br />

alimentari, realizzati dall’Istituto Poligrafico e<br />

Zecca dello Stato, e basati prioritariamente su elementi<br />

elettronici e telematici. In tale disposizione<br />

non viene tuttavia chiarito se l’adozione di tali sistemi<br />

di sicurezza - i cui costi di realizzazione e gestione<br />

sono a totale carico degli operatori agricoli<br />

interessati, ai sensi del comma 2 dell’articolo 59<br />

bis - si configuri come obbligatoria per i produttori<br />

o viceversa se la stessa abbia valenza volontaria e<br />

facoltativa. Il relatore precisa che l’emendamento<br />

propende per la soluzione da ultimo citata, ossia<br />

per quella incentrata sulla facoltatività dei sistemi<br />

di sicurezza, evidenziando che una diversa opzione<br />

sarebbe suscettibile di determinare un consistente<br />

aggravio dei costi di produzione, con la conseguenza<br />

che in talune circostanze il costo dell’etichettatura<br />

supererebbe addirittura il valore economico<br />

del prodotto”. Dunque un lieto fine all’orizzonte?<br />

Guai ad abbassare la guardia, è il commento unanime<br />

degli operatori. Perché l’emendamento, contenuto<br />

nel disegno di legge 3 febbraio 2011, n. 4,<br />

in materia di etichettatura dei prodotti alimentari,<br />

deve ancora passare al vaglio delle camere. E non<br />

è escluso, ovviamente, un nuovo ricorso al voto<br />

di fiducia, come nel caso dell’articolo 59 bis, che<br />

impedirebbe in questo modo qualsiasi intervento<br />

dell’ultimo minuto, in un senso o, ovviamente,<br />

nell’altro. Senza dimenticare il difficile quadro politico<br />

del momento. Con un governo che, nonostante<br />

le rassicurazioni generali, in primis del presidente<br />

Giorgio Napolitano, potrebbe non riuscire ad<br />

arrivare al termine naturale della legislatura. Cosa<br />

che metterebbe a repentaglio l’introduzione della<br />

volontarietà di applicazione della norma. E lascerebbe<br />

quindi in vigore l’articolo 59 bis così come<br />

licenziato nel mese di agosto, obbligatorio e con i<br />

costi di implementazione del sistema a carico delle<br />

imprese. E, quindi, investimenti per nuovi macchinari<br />

da inserire nelle linee produttive, modifica<br />

dei pack, acquisto e gestione dei valori bollati,<br />

cioè gli ormai famigerati ologrammi. La faccenda,<br />

dunque, è tutt’altro che chiusa. La partita continuerà<br />

a giocarsi nelle aule romane, e soprattutto<br />

nei corridoi, come accaduto fino ad ora. Restano<br />

aperte, ovviamente, molte domande. A cominciare<br />

dall’ovvia: cui prodest? A chi giova l’ologramma? E<br />

chi ha esercitato attività di lobbying perché questo<br />

dispositivo venisse introdotto? E per conto di chi?<br />

E se alla fine, come tutti si augurano, l’ologramma<br />

sarà davvero solo un’iniziativa volontaria, verranno<br />

salvaguardati gli interessi che hanno spinto all’approvazione<br />

dell’articolo 59 bis? Ovvero, secondo i<br />

maliziosi, la Zecca si doterà comunque dei costosi<br />

macchinari per realizzare l’ologramma?<br />

LEGGI & NORMATIVE<br />

Sconfitta la lobby<br />

dell’ologramma. Forse…<br />

Le commissioni Agricoltura di Camera e Senato accolgono un emendamento per rendere facoltativo<br />

il nuovo sistema di etichettatura per i prodotti a denominazione. Ecco tutti i testi e i retroscena della vicenda…<br />

L’emendamento<br />

‘riparatore’ votato<br />

in commissione Agricoltura<br />

Emendamento 1.0.1 al disegno di legge n. 3337.<br />

Articolo 1 Dopo l’articolo 1, inserire il seguente:<br />

Art. 1-bis<br />

All’articolo 59-bis del decreto-legge 22 giugno<br />

20<strong>12</strong>, n. 83, convertito, con modificazioni, dalla<br />

legge 7 agosto 20<strong>12</strong>, n. 134, sono apportate le<br />

seguenti modificazioni: al comma 1, primo periodo,<br />

dopo la parola: “integrazione” sono inserite le seguenti:<br />

“volontaria e facoltativa per i produttori”: al<br />

comma 2, dopo la parola: “sicurezza” sono inserite<br />

le seguenti: “volontario e facoltativo”».<br />

Qualche numero<br />

Ecco, secondo quanto diffuso da Aicig, Associazione italiana<br />

consorzi indicazioni geografiche, alcuni numeri relativi<br />

ai prodotti che sarebbero interessati dal nuovo provvedimento<br />

PROSCIUTTO DI SAN DANIELE<br />

16.000.000 (prosciutti interi, disossati, porzionati e vaschette)<br />

PROSCIUTTO DI PARMA<br />

80.000.000 (prosciutti interi, disossati, porzionati e vaschette)<br />

MORTADELLA BOLOGNA<br />

55.000.000 (intere, porzionate e vaschette)<br />

L’ARTICOLO<br />

59 BIS<br />

Ecco l’articolo contenuto nel decreto legge<br />

22 giugno 20<strong>12</strong> n. 83, che introduce un nuovo<br />

sistema di etichettatura per i prodotti<br />

a denominazione<br />

1. Al fine di contrastare le pratiche ingannevoli nel<br />

commercio dei prodotti agricoli e alimentari a denominazione<br />

di origine protetta (Dop), a indicazione<br />

geografica protetta (Igp), di specialità tradizionale<br />

garantita (Stg) o certificati come biologici ovvero che<br />

devono soddisfare determinati requisiti merceologici<br />

o specifiche qualitative richiesti da norme relative a<br />

organizzazioni comuni di mercato (Ocm), consistenti,<br />

tra l’altro, in contraffazioni, falsificazioni, imitazioni<br />

e altre operazioni non veritiere apportate sulle<br />

menzioni, sulle indicazioni, sui marchi di fabbrica<br />

o di commercio, sulle immagini o sui simboli che si<br />

riferiscono al prodotto agricolo o alimentare e che<br />

figurano direttamente sull’imballaggio o sull’etichetta<br />

appostavi o sul dispositivo di chiusura o su cartelli,<br />

anelli o fascette legati al prodotto medesimo, in<br />

mancanza, sui documenti di accompagnamento del<br />

prodotto agricolo o alimentare, il ministro delle Politiche<br />

agricole alimentari e forestali, di concerto con<br />

il ministro dello Sviluppo economico e con il ministro<br />

dell’Economia e delle finanze, con regolamento da<br />

emanare entro sei mesi dalla data di entrata in vigore<br />

della legge di conversione del presente decreto, definisce<br />

le modalità per l’integrazione dell’etichettatura<br />

dei prodotti agricoli e alimentari con sistemi di sicurezza<br />

realizzati dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello<br />

Stato, basati prioritariamente su elementi elettronici o<br />

telematici, anche in collegamento con banche dati, e<br />

prevedendo, ove possibile, l’utilizzo, ai fini dei relativi<br />

controlli, di dispositivi o mezzi tecnici di controllo<br />

e di rilevamento a distanza. Il regolamento definisce<br />

altresì le caratteristiche e i requisiti di tali sistemi e<br />

fissa il termine, non superiore ad un anno dalla data<br />

della sua entrata in vigore, per l’applicazione del<br />

relativo processo di garanzia della sicurezza.<br />

2. I costi di realizzazione e di gestione del sistema<br />

di sicurezza di cui al comma 1 sono a carico dei<br />

soggetti che si avvalgono dell’etichettatura di cui al<br />

presente articolo.


EVENTI<br />

Un Salone<br />

dal gusto dolce.<br />

Ma anche amaro<br />

Cibi che cambiano il mondo. E’ stato<br />

questo il tema dell’edizione 20<strong>12</strong><br />

del Salone del Gusto che quest’anno, per<br />

la prima volta, era una cosa sola con Terra Madre.<br />

La kermesse ha aperto i battenti il 25 ottobre<br />

presso il Lingotto Fiere di Torino e si è<br />

conclusa il 29 ottobre. Complessivamente, ha<br />

chiamato a raccolta mille espositori provenienti<br />

da 100 paesi, su una superficie di 80mila metri<br />

quadrati. Ottimi anche i numeri relativi ai visitatori.<br />

A manifestazione conclusa, si sono infatti<br />

contati 220mila visitatori italiani e stranieri, in<br />

crescita del 10% rispetto all’edizione precedente,<br />

sono stati 16mila i partecipanti alle 56<br />

conferenze, 8mila gli studenti e 3.700 i bambini<br />

che hanno preso parte alle attività educative.<br />

“La fusione tra Salone del gusto e Terra<br />

madre ha reso questa edizione la più bella di<br />

sempre, permettendo uno scambio continuo<br />

tra i paesi, mescolando profumi e nazionalità,<br />

in cui è stata notevole la partecipazione dei<br />

giovani, produttori, delegati e semplici visitatori”,<br />

ha dichiarato Roberto Burdese, presidente<br />

di Slow food Italia, nel corso della conferenza<br />

stampa di chiusura della kermesse. Che continua<br />

a presentarsi come un mercato destinato<br />

sia al grande pubblico, sia agli operatori.<br />

Nonostante la crisi, sembra che i consumatori<br />

siano ancora disposti a pagare un biglietto d’ingresso<br />

(20 euro prezzo intero, 16 euro prezzo<br />

ridotto, per le comitive) per conoscere più da<br />

vicino le produzioni alimentari di nicchia di cui,<br />

il nostro Paese, è ricco. Indubbiamente, per le<br />

aziende espositrici il contatto con i clienti finali<br />

è importante: le vendite consentono anche di<br />

“ripagare” la cifra spesa per l’affitto dello spazio<br />

espositivo. Che, vale la pena ricordare, nel panorama<br />

fieristico attuale, è uno dei più contenuti.<br />

Non solo. Il Salone del gusto rappresenta<br />

un’ottima vetrina per far conoscere il prodotto<br />

e il proprio marchio.<br />

Tuttavia, non è oro tutto quel che luccica. Infatti,<br />

per come è strutturata la manifestazione,<br />

la presenza degli utenti finali con gli operatori<br />

del settore (buyer) crea - a detta degli espositori<br />

- alcune problematiche (vedi box sotto). In<br />

molti casi si rischia di dedicare molto tempo e<br />

attenzione a semplici curiosi interessati, più che<br />

al prodotto e ai suoi plus, alla possibilità di degu-<br />

Novembre 20<strong>12</strong><br />

In scena dal 25 al 29 ottobre<br />

al Lingotto fiere di Torino,<br />

la manifestazione<br />

organizzata da Slow Food.<br />

Oltre 220mila visitatori (+10%),<br />

conferenze e laboratori didattici. Non mancano però<br />

le critiche da parte degli operatori professionali.<br />

starlo gratuitamente. Mentre davanti allo stand,<br />

in fila, ci sono anche operatori professionali seriamente<br />

intenzionati ad acquistare il prodotto<br />

per esporlo e venderlo nei loro negozi.<br />

Ecco allora una richiesta avanzata da più<br />

espositori che abbiamo incontrato. Perché non<br />

dedicare, nel corso della kermesse, almeno due<br />

giorni solo ed esclusivamente agli operatori? O,<br />

in alternativa, identificare, all’interno della giornata,<br />

un lasso di tempo in cui si aprono le porte<br />

al pubblico e uno dedicato solo ed esclusivamente<br />

ai buyer, siano essi della Gd piuttosto<br />

che del dettaglio tradizionale, italiani piuttosto<br />

che esteri?<br />

Del resto, il respiro internazionale del Salone<br />

del gusto è uno degli elementi fondamentali<br />

che ormai da anni spinge diverse aziende<br />

a partecipare alla kermesse. La manifestazione<br />

biennale organizzata da Slow Food è ormai un<br />

appuntamento fisso per i buyer di alcune importanti<br />

catene internazionali di Asia, Australia<br />

e Americhe. Senza dimenticare paesi europei<br />

come Germania, Francia, Spagna e Svizzera.<br />

Diverse aziende dell’alimentare, proprio in occasione<br />

delle precedenti edizioni del Salone,<br />

hanno incontrato operatori che, ancora oggi,<br />

sono loro clienti. E’ proprio in virtù di questi<br />

“casi di successo” che gli espositori chiedono,<br />

ora a gran voce, di dedicare agli operatori professionali<br />

tempi e spazi ben mirati e dedicati. Ma<br />

non è tutto. L’edizione 20<strong>12</strong> del Salone del gusto<br />

ha portato alla luce alcune lacune sul fronte<br />

della logistica interna. Innanzitutto a diversi<br />

espositori, soprattutto del comparto del fresco,<br />

è piaciuto poco dover inviare la merce con alcuni<br />

giorni di anticipo – forse troppi – per poi<br />

lasciarla in stoccaggio nel magazzino. Ma i veri<br />

problemi sono sorti mercoledì – giorno di allestimento<br />

- e giovedì – giornata di apertura. Nel<br />

primo caso, diversi corrieri, hanno potuto scaricare<br />

la loro merce solo dopo sei ore dal loro<br />

arrivo al Lingotto. Nel secondo caso, invece, fin<br />

dalle prime ore della mattinata, si sono formate<br />

code ai parcheggi, ai banchi di registrazione, agli<br />

ingressi. Così, c’è chi è entrato al Salone solo<br />

dopo due ore l’orario di arrivo al Lingotto. Con<br />

conseguenti ed evidenti disagi.<br />

Solo una nota finale. D’accordo, la manifestazione<br />

è organizzata da Slow Food. Ma in certi<br />

casi essere un po’ più “fast” non guasta.<br />

Segue<br />

17


18<br />

Novembre 20<strong>12</strong><br />

EVENTI<br />

L’esperienza di un operatore: “Il gusto per me è stato amarissimo”<br />

Con una mail inviata alla redazione di Salumi & Consumi, il responsabile commerciale di un’azienda del Parmense,<br />

racconta la sua esperienza al Salone del gusto: “Il sottoscritto è stato al Salone del gusto nella giornata di giovedì 25<br />

ottobre. Il gusto per me è stato amarissimo, se non altro perché ho avuto modo di constatare che una famiglia normale<br />

di quattro persone con figli non troppo piccoli, doveva comunque spendere 50 euro per entrare e poi spendere altri<br />

soldi (non pochi, lo ammetto), per acquisire le specialità esposte in Fiera. Non proprio il massimo visti i tempi che<br />

corrono e la crisi sempre più imperante”.<br />

Il responsabile commerciale, inoltre, non può non guardare la manifestazione con gli occhi dell’operatore di mercato:<br />

“Inoltre di addetti ai lavori, in una giornata come il giovedì, che mi aspettavo piena, poiché consideravo il week-end<br />

più allettante per i singoli consumatori, non ne ho visti per niente (a parte i soliti perditempo di venditori di servizi in<br />

gran parte inutili). Personalmente sono d’accordo con voi: la presenza dei privati scoraggia gli operatori ad andare<br />

in Fiera, e le aziende che partecipano, soprattutto in periodi come questo, hanno maggiormente bisogno di operatori<br />

più che di privati. Sorprende che Petrini & Co. non abbiano colto per niente questo aspetto, in un contesto dove sicuramente<br />

a guadagnarci sono stati sicuramente loro o, forse, soltanto loro”.<br />

Azienda Agricola Bre del Gallo Prosciuttificio Capanna, Botalla e Menabrea Consorzio del prosciutto di Cuneo Ferrarini<br />

Fratelli Salini L’Artigiano della ‘Nduja La Valdotaine Lenti<br />

Macelleria Salumeria Giacobbe Natural Salumi<br />

Salumeria Dho Giuseppe<br />

Salumificio Marchisio Melfiori Mario Salumifico Rossi Cà di Parma Salumifico Fratelli Pugliese<br />

Presidio del Consorzio culatello di Zibello Mustardela delle valli valdesi Salumificio Pernigotti<br />

CARTOLINE<br />

DALLA<br />

FIERA<br />

Organizzazione Castagno<br />

Dok dall’Ava<br />

Belli Benedetto Salumi Consorzio di Tutela dell’Igp prosciutto di Norcia Consorzio prosciutto San Daniele<br />

Grisciano<br />

Del Ponte


La boutade di Burdese:<br />

“Per il 2015, un Salone<br />

alternativo all’Expo”<br />

La conferenza stampa di chiusura del Salone<br />

del gusto e Terra madre è stato il palcoscenico scelto<br />

da Roberto Burdese, presidente di Slow Food Italia,<br />

per lanciare la sua proposta, alternativa, a Expo<br />

2015. Come ha sottolineato nel corso della<br />

conferenza: “Abbiamo già archiviato da tempo<br />

l’ipotesi di una collaborazione con Milano,<br />

per cui stiamo ragionando su cosa fare a Torino<br />

e in Piemonte”. Proprio in virtù di questa situazione,<br />

sembra che al vaglio ci siano già alcune ipotesi<br />

e proposte: “L’idea è fare un calendario di eventi<br />

che coprano i sei mesi dell’Expo”. E precisa:<br />

“Ovviamente non sarà un doppione di Salone<br />

del gusto e Terra madre. Bisognerà studiare<br />

una formula che andrà costruita su misura.<br />

Torino è oggi una delle grandi capitali<br />

enogastronomiche e delle politiche del cibo.<br />

E per il 2015 giocheremo la nostra partita<br />

in un campo, quello del cibo e dell’alimentazione,<br />

in cui siamo i più forti del mondo”.<br />

Segue


20<br />

Fabriano<br />

Sergio Falaschi<br />

Falorni<br />

Franchi Salumi<br />

Lardo di Colonnata Igp<br />

Levi Prosciutti<br />

Lovison<br />

Novembre 20<strong>12</strong> REPORTAGE<br />

Mora romagnola<br />

Mortadella di Prato<br />

Pezzente<br />

Mazzafegato Prosciutto Bazzone<br />

220.000<br />

i visitatori<br />

+10%<br />

incremento registrato per<br />

quel che riguarda il numero<br />

dei visitatori<br />

80.000 mq<br />

la superficie espositiva<br />

1.000<br />

gli espositori<br />

16.000<br />

i partecipanti<br />

alle 56 conferenze<br />

8.000<br />

gli studenti che hanno<br />

visitato la kermesse<br />

3.700<br />

i bambini che hanno preso<br />

parte alle attività educative<br />

Prosciutto del Casentino<br />

Salcuno<br />

Santoro<br />

Savigni<br />

Consorzio Solina d’Abruzzo<br />

Sopressa Palladio<br />

Sopressata Gioi<br />

Sopressa Vicentina


SPECIALE ALTO ADIGE<br />

IL GUSTO<br />

DEL CONTRASTO<br />

La qualità<br />

della produzione<br />

di una terra di confine.<br />

Capace di unire sapori<br />

alpini e mediterranei.<br />

E offrire specialità dalle<br />

caratteristiche uniche.<br />

di Paolo Frettoli<br />

7.400 chilometri quadrati di terra<br />

di confine, a cavallo tra cultura<br />

italiana, tedesca e ladina, tra Alpi e<br />

Mediterraneo, che hanno fatto tesoro<br />

di questo ‘stare a metà’. Oltre ad essere<br />

un luogo splendido, l’Alto Adige è, infatti,<br />

anche un magnifico contrasto, che conferisce<br />

un tocco unico al suo patrimonio di<br />

usi, tradizioni e sapori. In questo senso, tra<br />

le specialità dell’agroalimentare, come vini<br />

e mele, i salumi occupano sicuramente un<br />

posto rilevante. Naturalmente, lo speck è<br />

il prodotto principe, emblema dell’intero<br />

territorio. Una specialità ormai presente in<br />

tutte le aree di mercato della Penisola, anche<br />

se in modo non omogeneo. Nel Nord<br />

Italia, infatti, si registrano le migliori performance<br />

di vendita, ma i consumi calano via<br />

via che ci si allontana dalla zona di produzione<br />

tipica. Il prodotto, in ogni caso, ha<br />

continuato a registrare negli ultimi anni una<br />

crescita importante. Merito senza dubbio<br />

anche dell’azione promozionale del Consorzio<br />

di tutela dello speck Alto Adige Igp,<br />

che ha contribuito a diffondere la cultura<br />

di questo prodotto in Italia e oltre confine<br />

(vedi intervista nelle pagine successive). Se<br />

concentriamo l’analisi sul prodotto a denominazione,<br />

il canale di vendita che garantisce<br />

a questa referenza i maggiori volumi<br />

è senza dubbio la Grande distribuzione,<br />

dove l’Igp rappresenta un plus molto importante,<br />

come garanzia di sicurezza, qualità<br />

e metodologie produttive. L’incidenza<br />

dell’Igp sul totale della produzione di speck<br />

si attesta al 38% circa: una quota importante,<br />

certo, ma che lascia un’ampia area alla<br />

produzione non a denominazione. Infatti,<br />

l’Igp è maggioritaria solo in poche aziende,<br />

la cui presenza è molto forte in Gd.<br />

Gli altri player si orientano, invece, verso la<br />

produzione di uno speck dalle caratteristiche<br />

diverse, destinato ad altri canali come<br />

normal trade o Horeca.<br />

Oltre allo speck, tuttavia, cominciano ad<br />

affermarsi altri prodotti tipici altoatesini,<br />

come pancette e wurstel. Per quest’ultima<br />

referenza, in particolare, il discorso è articolato.<br />

Complice la congiuntura economica,<br />

il settore dei wurstel è generalmente in<br />

Novembre 20<strong>12</strong><br />

crescita. Nel corso dell’anno mobile agosto<br />

20<strong>12</strong> i dati Nielsen mostrano che la produzione<br />

ha superato le 70mila tonnellate,<br />

con un incremento a volume dell’1,7%, e<br />

un fatturato pari a circa 345 milioni di euro<br />

(+2,2%). Il trend positivo non riguarda<br />

però solo le referenze di tipo industriale.<br />

Anche i wurstel realizzati in modo tradizionale<br />

risultano particolarmente performanti.<br />

Segno che, anche in questo comparto,<br />

il consumatore non si limita a guardare al<br />

prezzo e non rinuncia a ricercare sapori<br />

particolari.<br />

In tema di export l’area di riferimento<br />

è quella tedesca. Per contiguità culturale<br />

e linguistica, Austria e Germania risultano<br />

i mercati più importanti. Ma soprattutto<br />

con lo speck, anche altri paesi cominciano<br />

a essere presidiati, su tutti Giappone, Stati<br />

Uniti e Russia. Per la promozione all’estero,<br />

un ruolo importante viene svolto dalle<br />

iniziative di co-marketing e dal legame con<br />

l’offerta turistica, fondamentali per valorizzare<br />

in modo sinergico e ottimale prodotti<br />

agroalimentari e territorio.<br />

Segue<br />

21


22<br />

Novembre 20<strong>12</strong><br />

Lo scrittore Pedrag Matvejevic, nel suo libro “Mediterraneo”,<br />

sostiene che il Mare nostrum non si ferma alle coste ma, talvolta,<br />

si addentra per le pianure e s’inerpica per le montagne,<br />

riemergendo qua e là, come un fiume carsico, negli usi e nei<br />

sapori. Non sappiamo se il professor Matvejevic, sia un amante<br />

dello speck, ma certamente la sua bella intuizione trova sponda<br />

in questo prodotto, tra i più noti e rinomati dell’Alto Adige.<br />

Un salume che, infatti, nella sua lavorazione unisce due diverse<br />

tipologie di conservazione della carne: la stagionatura tipica<br />

dell’area mediterranea e l’affumicatura del Nord Europa. Ma<br />

lasciamo le suggestioni letterarie per concentrarci sul business<br />

legato a questo salume. Lo facciamo con il presidente del Consorzio<br />

speck Alto Adige Igp, Andreas Moser.<br />

Come possiamo riassumere l’andamento dello speck Alto<br />

Adige Igp?<br />

Nel 2011 sono stati prodotti circa 10,8 milioni di chili di<br />

speck Alto Adige Igp, per un valore che si aggira intorno agli<br />

85 milioni di euro. Sorprendente la crescita dell’affettato: nei<br />

primi sei mesi del 20<strong>12</strong> abbiamo superato i 13 milioni di confezioni<br />

da 100 grammi. Tale risultato significa un aumento del<br />

19,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Calano un<br />

po’ i tranci ma, complessivamente, a fine anno registreremo<br />

un aumento dell’1% a volume. L’incremento del costo delle<br />

materie prime si è tradotto in un aumento dei prezzi e quindi<br />

in una crescita del fatturato a valore stimata intorno al 10%. Da<br />

sottolineare, inoltre, il trend positivo del prodotto private label,<br />

che registra un +10% circa. La tendenza è comunque quella<br />

di vendere lo speck certificato con il marchio del produttore.<br />

Un successo che riguarda tutte le aree di mercato?<br />

Il prodotto è ormai diffuso su tutto il territorio nazionale. Il<br />

Centro e il Sud offrono però ampi margini di crescita. Infatti, più<br />

ci si allontana dal territorio di produzione, più le vendite decrescono.<br />

Questo vale anche per l’estero. È segno del legame<br />

profondo che lega lo speck alla zona tipica.<br />

Un legame che la comunicazione del Consorzio non manca<br />

mai di sottolineare…<br />

La nostra terra è il primo plus di questa specialità. In questo<br />

senso la promozione procede di pari passo con quella di altre<br />

eccellenze del territorio, come le mele e il vino, all’interno di<br />

un progetto comunitario: Qualità Alto Adige. Se poi pensiamo<br />

all’importanza del turismo, questo sinergia prodotto-territorio<br />

diventa ancora più lampante. Lo speck è certamente uno dei<br />

modi preferiti dai visitatori per portare a casa un po’ di Alto<br />

Adige.<br />

Quando parliamo di speck, non parliamo però solo di<br />

Igp…<br />

Non soltanto, ma di una buona parte. Sul totale della produzione<br />

di speck, la quota del prodotto a denominazione si<br />

attesta intorno al 38%. L’obiettivo per i prossimi anni è di arrivare<br />

al 50%.<br />

In che modo?<br />

Con qualità e promozione. Queste sono state e saranno<br />

sempre le chiavi del successo di questa specialità. E continueranno<br />

a esserlo nel futuro. Bisogna lavorare con sempre maggiore<br />

costanza. Il consumatore non comprende ancora a pieno<br />

la differenza tra lo speck Igp e non. Altrimenti sarebbe disposto<br />

a acquistare meno speck, ma di miglior qualità, come quello a<br />

denominazione.<br />

In che direzioni si muoveranno, quindi, le strategie di marketing?<br />

Sia in Italia che all’estero vorremmo concentrarci sulle vendite<br />

guidate direttamente nel punto vendita. Questa modalità<br />

diretta di promozione è particolarmente efficace per far promuovere<br />

il valore di questo straordinario salume. Il Consorzio<br />

si sta, inoltre, impegnando molto nella comunicazione tramite<br />

i social network. Abbiamo una pagina Facebook, con gli altri<br />

dieci prodotti di qualità dell’Alto Adige e in poco più di un<br />

anno abbiamo raggiunto oltre 26mila fan. La promozione delle<br />

nostre specialità nei social media è di notevole importanza. Il<br />

mondo attuale è molto dinamico e pretende notizie in tempo<br />

reale. Grazie a questo canale riusciamo ad avere un contatto<br />

diretto e veloce con una fascia di pubblico e di consumatori<br />

che altrimenti faremmo fatica a raggiungere.<br />

Ma quali sono i plus dell’Igp che intendete comunicare?<br />

Lo speck Alto Adige Igp garantisce una qualità costante e<br />

controllata in ogni sua fase. Queste sono delle garanzie che<br />

il consumatore si aspetta in un prodotto certificato. Ci sono,<br />

SPECIALE ALTO ADIGE<br />

Sulle ali dello speck<br />

L’attenzione alla qualità, il legame con il territorio<br />

e gli assidui controlli sono i plus principali di questo salume.<br />

Che cresce in Italia e all’estero.<br />

Grazie alle ottime performance del prodotto in vaschetta.<br />

Parla Andreas Moser, presidente del Consorzio.<br />

Dati produzione speck Alto Adige Igp<br />

1.194.280<br />

Numero baffe primi sei mesi 20<strong>12</strong><br />

13.519.022<br />

Numero vaschette primi sei mesi 20<strong>12</strong><br />

+19,5%<br />

Trend rispetto ai primi sei mesi del 2011<br />

+1%<br />

Trend fatturato a volume<br />

10,8milioni di chili circa<br />

Fatturato a volume 2011<br />

85 milioni di euro circa<br />

Fatturato a valore 2011<br />

38%<br />

Incidenza prodotto Igp sul totale della produzione di speck<br />

inoltre, vantaggi per quanto riguarda la commercializzazione e<br />

l’esportazione all’estero, poiché si presenta come un prodotto<br />

di alta qualità “Made in Italy”. Infine, la presenza di un marchio<br />

unico facilita il riconoscimento da parte del consumatore.<br />

Il Disciplinare non consente l’affettamento al di fuori della<br />

zona tipica. Pensate a una modifica di questo punto?<br />

Assolutamente no. Il controllo diretto di tutte le fasi di produzione<br />

è indispensabile per garantire la qualità del nostro prodotto.<br />

Se prevedessimo la possibilità di affettare e confezionare<br />

in atmosfera protettiva il prodotto certificato anche in altri<br />

territori, non riusciremmo più a garantire l’effettiva presenza<br />

all’interno della confezione di speck Alto Adige Igp.<br />

In tema di sicurezza, cosa ne pensa del progetto di legge<br />

per introdurre un ologramma della Zecca dello Stato sui<br />

prodotti Dop e Igp?<br />

Una proposta insostenibile dal punto di vista economico e<br />

quindi impraticabile. Una minima conoscenza del mercato basterebbe<br />

a bloccare sul nascere certe idee.<br />

Parliamo di export. Qual è l’incidenza di questa voce di<br />

business?<br />

Nel 2011, le vendite di speck Alto Adige all’estero hanno<br />

inciso per il 33,5% sulla produzione totale del prodotto certificato.<br />

Tale risultato, uno dei più alti nel panorama dei salumi<br />

italiani, è dovuto dalla vicinanza sia per cultura, ma soprattutto<br />

per lingua, con i paesi europei di lingua tedesca. Circa il 30%<br />

di questa quota viene, infatti, assorbita dal mercato tedesco e<br />

austriaco. Siamo comunque presenti in altre nazioni europee,<br />

come Francia, Benelux e fuori dai confini Ue, negli Usa e in<br />

Giappone. Da un paio di anni ormai ci stiamo concentrando su<br />

nuovi mercati, come quello polacco e ceco. In questi due Paesi,<br />

infatti, siamo presenti con un progetto comunitario insieme alle<br />

mele e al vino dell’Alto Adige.<br />

Esistono problemi legati ai vincoli sanitari?<br />

Come per ogni prodotto alimentare crudo, anche per lo<br />

speck Alto Adige esistono dei vincoli sanitari che talvolta impediscono<br />

l’export del prodotto in determinati paesi. Le restrizioni<br />

fanno sì che i produttori interessati debbano investire nella<br />

continua messa a norma degli stabilimenti. In paesi come Stati<br />

Uniti, Canada e Russia, l’iter di approvazione è molto lungo e<br />

dispendioso sia in termini di tempo che di risorse.<br />

Qualche caso di contraffazione?<br />

Tutti i prodotti certificati sono purtroppo “vittime” di tentativi<br />

di contraffazione più o meno gravi. Per questo motivo è dovere<br />

di ogni prodotto certificato, quindi anche dello speck Alto<br />

Adige Igp, difendersi da tentativi di imitazione. A tale proposito<br />

il Consorzio collabora con Isit (Istituto salumi italiani tutelati)<br />

e si avvale di un suo servizio di vigilanza sul mercato, attuato<br />

da un ente accreditato dal ministero delle Politiche agricole,<br />

alimentari e forestali.<br />

Estero<br />

33,5%<br />

Incidenza dell’export nel 2011<br />

sul totale della produzione<br />

30%<br />

Incidenza di Germania e Austria<br />

sul fatturato export


MENDELSPECK<br />

Ivo Larcher<br />

Nonostante lo speck, con<br />

un’incidenza dell’85% rappresenti<br />

il corre business di Mendelspeck,<br />

nell’ultimo anno anche<br />

altri prodotti hanno performato<br />

molto bene: “Ad esempio, a<br />

metà ottobre il trend della pancetta<br />

tesa cruda è in crescita del<br />

35,6%”, rispetto allo stesso periodo<br />

del 2011, spiega il titolare<br />

dell’azienda, Ivo Larcher. Anche<br />

altri prodotti altoatesini vengono<br />

sempre più richiesti: “Recentemente<br />

abbiamo presentato il<br />

wurstel Diablo, un prodotto innovativo,<br />

che non ha alternative<br />

sul mercato e che lentamente sta<br />

prendendo piede”. Un’altra specialità<br />

è il prosciutto cotto tirolese:<br />

“Questo prodotto, molto delicato,<br />

ha in comune con lo speck<br />

il taglio anatomico e la concia.<br />

Invece di essere asciugato, appeso<br />

e affumicato come uno speck,<br />

viene cotto a vapore e, in un secondo<br />

momento, affumicato. Per<br />

garantire le sue caratteristiche<br />

+35,6%<br />

Trend della pancetta tesa<br />

cruda a metà ottobre<br />

organolettiche, non viene siringato.<br />

Questa referenza è stata riscoperta<br />

da una ricetta tradizionale<br />

tirolese e vanta un’ottima<br />

rotazione, soprattutto nell’Horeca”.<br />

Come detto, spetta però<br />

allo speck il ruolo di prodotto di<br />

punta: “La produzione annua si<br />

attesta intorno ai 360mila pezzi.<br />

Il fatturato a volume si è mantenuto<br />

stabile, mentre è cresciuto<br />

del 10% circa quello a valore. Infatti,<br />

abbiamo dovuto ritoccare<br />

i listini per fronteggiare il rialzo,<br />

ben superiore, del prezzo delle<br />

materie prime”. I canali di vendita<br />

più interessanti per l’azienda<br />

sono l’Horeca e il normal trade,<br />

anche se non mancano contatti<br />

con insegne della Grande distribuzione.<br />

Un altro business<br />

in forte sviluppo è quello della<br />

private label: “Un settore che si<br />

conferma in territorio positivo.<br />

La quota della produzione con<br />

marchio privato sul totale delle<br />

vendite si attesta intorno al 40%.<br />

+10%<br />

Per quanto riguarda i formati,<br />

circa il 90% dello speck viene<br />

venduto a metà sottovuoto. Da<br />

circa due anni abbiamo inserito<br />

nell’offerta il prodotto affettato.<br />

Stiamo progettando nuove vaschette<br />

da 500 grammi, ideate, in<br />

particolare per il canale Horeca”.<br />

Sul fronte dell’export l’azienda<br />

ha appena concluso un’importante<br />

missione commerciale in<br />

Russia: “Abbiamo avviato una serie<br />

di contatti molto interessanti<br />

per aprire questo nuovo mercato.<br />

Per quanto riguarda lo speck,<br />

i paesi più importanti sono Francia,<br />

Germania, Belgio, Polonia e,<br />

tramite un importatore, Hong<br />

Kong e Santo Domingo. Le caratteristiche<br />

di questi salumi<br />

cominciano a essere apprezzate<br />

oltre confine, sia in quei mercati<br />

dove il prodotto affumicato piace<br />

molto, come Russia e Germania,<br />

sia nelle altre nazioni come<br />

referenza alternativa al prosciutto<br />

crudo”.<br />

incremento a valore del fatturato<br />

dello speck<br />

360mila<br />

produzione annua<br />

di baffe di speck<br />

WURSTEL DIABLO<br />

40%<br />

Novembre 20<strong>12</strong><br />

Breve descrizione prodotto: Wurstel di puro suino, senza<br />

pelle, da consumare bolliti, grigliati o al microonde.<br />

Prodotto privo di Ogm.<br />

Ingredienti: Carne di suino, acqua, sale, destrosio, spezie<br />

(senape). Aromi naturali. Estratti di spezie. Proteine<br />

vegetali idrolizzate. Stabilizzanti: E 450, Antiossidante:<br />

E 300, Conservante: E 250.<br />

Peso medio/pezzature: 250 gr. 3 pezzi sottovuoto.<br />

Caratteristiche: Aspetto: colore rosa esterno e rosa<br />

chiaro interno. Consistenza: sodo. Odore: poco accentuato.<br />

Sapore: di carne suina leggermente piccante.<br />

Confezionamento: tre pezzi in confezione da 250 gr. -<br />

sottovuoto in materiale plastico per alimenti.<br />

Tempi di scadenza: 90 giorni dalla data di confezionamento<br />

a temperatura compresa fra 0° C e + 4° C.<br />

incidenza della private label<br />

sul fatturato aziendale<br />

Segue<br />

23


Segue<br />

24<br />

Novembre 20<strong>12</strong><br />

MERANO SPECK<br />

Franz Staffler<br />

Da 25mila a 50mila baffe a settimana: in sintesi raddoppierà la produzione<br />

di Merano speck, quando verrà ultimato l’ampliamento di 4.500<br />

metri quadri dello stabilimento, situato a Naturno, in provincia di Bolzano:<br />

“I lavori dovrebbero terminare in primavera”, afferma l’amministratore<br />

delegato, Franz Staffler. “Si tratta di un investimento importante, che si<br />

muove in una direzione commerciale precisa. Questo sviluppo dovrebbe,<br />

infatti, consentirci di accrescere ancora di più l’offerta di speck in tranci<br />

e affettati per il libero servizio”. Come si evince facilmente dal nome,<br />

l’azienda è specializzata nella produzione di speck: “Questa referenza incide<br />

per il 98% circa sul nostro fatturato. Siamo di fatto un’azienda monoprodotto,<br />

che vanta, però, un’offerta molto ampia per quanto riguarda<br />

formati e pezzature. Circa il 60% del prodotto è venduto intero o a metà.<br />

Il restante 40% viene offerto in tranci per il libero servizio o in mattonelle<br />

per l’affettamento”. Merano speck è un’azienda multicanale che collabora,<br />

però, in modo molto stretto con la Grande distribuzione: “Oltre che con<br />

il nostro marchio, siamo presenti in Gd come copacker. La quota del<br />

prodotto con private label è pari al 40%. Generalmente non offriamo<br />

speck Igp, che, infatti, incide in modo marginale sul totale della nostra<br />

produzione”. Profondamente radicata in Italia, l’azienda vanta anche un<br />

considerevole giro d’affari oltre confine: “Fatto 100 il totale delle vendite,<br />

circa il 70% viene realizzato in Italia e il restante 30% all’estero. Il paese<br />

estero di riferimento è sicuramente la Germania”.<br />

25mila baffe<br />

produzione settimanale<br />

attuale di speck<br />

SPECIALE ALTO ADIGE<br />

50mila baffe<br />

produzione settimanale<br />

dopo l’ampliamento dello stabiimento<br />

4.500 metri quadrati<br />

ampliamento dell’azienda<br />

60%<br />

incidenza dello speck intero<br />

e a metà<br />

40%<br />

incidenza della produzione<br />

con private label<br />

Grandi salumifici italiani<br />

Amedeo Vida<br />

Con il brand Senfter, Grandi salumifici<br />

italiani produce una gamma<br />

completa di salumi tradizionali: “Si va<br />

dallo speck Alto Adige Igp, al prosciutto<br />

cotto di Praga, agli affumelli, i cosiddetti<br />

Kaminwurzen, passando per<br />

carrè affumicato, pancette e arrosto di<br />

suino ai wurstel”, spiega Amedeo Vida,<br />

direttore marketing dell’azienda. “L’offerta<br />

di specialità altoatesine incide<br />

per il 25% a valore e per il 31% a volume”.<br />

Come ovvio i prodotti più performanti<br />

sono quelli tradizionalmente<br />

più legati alla storia di queste terre:<br />

“Speck e wurstel registrano i trend<br />

di crescita più importanti. Il primo è<br />

richiesto, in particolare, dai consumatori<br />

alla ricerca di sapori tipici. Mentre<br />

i wurstel garantiscono un ottimo<br />

rapporto qualità-prezzo, un fattore<br />

sempre più importante alla luce della<br />

difficile situazione macroeconomica”.<br />

MOSER<br />

Andreas Moser<br />

Speck Alto Adige Igp pancetta Alto<br />

Adige e salumi cotti tipici. Queste le<br />

specialità altoatesine presenti nell’offerta<br />

di Moser: “Queste due referenze<br />

incidono per il 90% sul fatturato<br />

aziendale”, afferma il presidente, Andreas<br />

Moser. “Siamo un’azienda specializzata<br />

nella produzione di speck.<br />

Il prodotto Igp vanta una quota del<br />

50% a volume e del 60% a valore<br />

sul totale fatturato aziendale”. Ed è<br />

sempre questa specialità a registrare<br />

i trend di crescita più importanti:<br />

“L’incremento riguarda soprattutto<br />

il preaffettato, che registra un trend<br />

positivo in doppia cifra. Siamo presenti<br />

in tutti i canali distributivi. I più<br />

importanti sono Gd e Do, con un’incidenza<br />

del 60%. Segue il normal trade,<br />

con una quota del 20%. Il resto<br />

Per quanto riguarda la distribuzione<br />

delle vendite, la Gdo fa la parte del<br />

leone: “Registriamo anche un trend in<br />

forte crescita nel canale discount. Non<br />

solo per quanto riguarda i wurstel, ma<br />

anche con gli affettati in vaschetta, che<br />

ormai da alcuni anni, crescono in tutti i<br />

canali e superfici di vendita”. Lo speck<br />

comunque è il salume che fa parte<br />

del Dna di Gsi: “Questa referenza è la<br />

‘bandiera’ del brand Senfter e dell’Alto<br />

Adige. Che è una delle mete turistiche<br />

più frequentate, in inverno e in estate.<br />

La sinergia tipicità-turismo deve<br />

essere capitalizzata per promuovere<br />

i prodotti altoatesini, legando la qualità<br />

dell’agroalimentare locale all’esperienza<br />

di una vacanza in un contesto<br />

naturalistico incontaminato. In breve,<br />

l’obiettivo è quello di prolungare il ricordo<br />

di una bella esperienza anche a<br />

casa, dove è possibile gustare i nostri<br />

del business è sviluppato nei canali<br />

catering, discount e in quello tradizionale.<br />

Offriamo tutte le soluzioni<br />

richieste dal mercato: dallo snack<br />

alle soluzioni per l´industria. Il marchio<br />

Moser è molto riconosciuto, ma<br />

realizziamo il prodotto anche con<br />

private label, che vanta un’incidenza<br />

intorno al 10%”.<br />

L’andamento positivo riguarda sia<br />

l’Italia che l’estero: “Lo speck Alto<br />

Adige Igp è un prodotto ormai apprezzato<br />

in tutta Europa e nel mondo.<br />

Ma i margini di crescita sono<br />

ancora molto ampi. Al momento, il<br />

fatturato export del prodotto certificato<br />

si aggira intorno ai 5 milioni<br />

di euro all’anno. Complessivamente<br />

le vendite oltre confine incidono<br />

per il 15%, con un trend in costan-<br />

prodotti tutto l’anno. In questo senso<br />

l’attività del Consorzio dello speck<br />

Alto Adige Igp si è rivelata strategica”.<br />

Anche per quanto riguarda l’estero, il<br />

legame con il territorio si è rivelato<br />

particolarmente importante: “Oltre<br />

confine sono state organizzate diverse<br />

iniziative di co-marketing per dare<br />

visibilità al brand Alto Adige e ai suoi<br />

prodotti. Per quanto riguarda i salumi,<br />

lo speck è un prodotto molto amato<br />

in Germania e Austria, dove si sposa<br />

perfettamente con i gusti locali. Nel<br />

complesso, i mercati esteri incidono<br />

per il 20% sul fatturato di Gsi”.<br />

25%<br />

incidenza a valore<br />

delle specialità altoatesine<br />

te aumento. I mercati principali sono<br />

Germania e Austria, ma nuovi paesi<br />

emergenti sono sempre più importanti,<br />

come Francia, Svizzera, Russia,<br />

Giappone”.<br />

Nell’ottica di un’internazionalizzazione<br />

dell’azienda, ma anche per<br />

presidiare alcune aree del mercato<br />

interno particolarmente interessanti<br />

come il Sud, l’azienda è molto<br />

attenta all’attività promozionale:<br />

“È indispensabile <strong>info</strong>rmare bene il<br />

consumatore sulle qualità del nostro<br />

prodotto, sottolineando anche il legame<br />

profondo con il territorio. Un<br />

meccanismo di promozione sempre<br />

più importante è realizzato attraverso<br />

i nuovi media, che spesso coinvolge<br />

anche il turismo e altri settori<br />

dell’agroalimentare.<br />

40%<br />

incidenza dello speck<br />

a tranci o a mattonelle<br />

30%<br />

quota export<br />

20%<br />

quota export di Gsi<br />

31%<br />

incidenza a volume<br />

delle specialità altoatesine<br />

50%<br />

incidenza a volume<br />

dello speck Alto<br />

Adige Igp<br />

10%<br />

incidenza private label<br />

60%<br />

incidenza a valore<br />

dello speck Alto<br />

Adige Igp<br />

5 milioni di euro<br />

vendite all’estero<br />

RIPARTIZIONE VENDITE PER CANALE<br />

60%<br />

15%<br />

Gd e Do<br />

incidenza export<br />

20%<br />

normal trade<br />

20%<br />

catering, discount e conto terzi


26<br />

Novembre 20<strong>12</strong><br />

CHRISTANELL<br />

Werner Schuster<br />

Christanell, azienda altoatesina con sede a Naturno (Bz), è una<br />

società del gruppo austriaco Handl Tyrol, salumificio specializzato<br />

in referenze tirolesi. “Il nostro lavoro è focalizzato sulla realizzazione<br />

dello speck. Produciamo circa 15mila pezzi ogni settimana e l’80%<br />

di questi volumi vanta il marchio Alto Adige Igp. La materia prima, di<br />

derivazione austriaca e tedesca, viene scelta con estrema cura; la miscela<br />

di spezie utilizzata è frutto di una ricetta messa a punto dalla famiglia Christanell<br />

nei primi anni 70 e tramandata fino ad oggi; la stagionatura prevede un<br />

tempo minimo di 22 settimane, con un calo peso del 40% circa.<br />

Tutti questi elementi ci consentono di ottenere un prodotto di alta qualità, che<br />

raggiunge il mercato con un posizionamento di prezzo medio-alto”, spiega Werner<br />

Schuster, direttore commerciale. “Curiamo i dettagli in ogni particolare: lavoriamo<br />

bene il prodotto in ogni fase. E, alla fine del processo di stagionatura, valutiamo con<br />

attenzione se lo speck è idoneo o meno per essere marchiato Igp”.<br />

Christanell commercializza principalmente i suoi prodotti all’estero. Le vendite<br />

5mila pezzi<br />

produzione settimanale<br />

di speck<br />

PRAMSTRAHLER<br />

Ida Pramstrahler<br />

Pramstrahler è un’azienda particolarmente legata al<br />

proprio territorio d’origine: “I nostri prodotti sono molto<br />

richiesti in Alto Adige. Questo mi riempie di orgoglio,<br />

perché essere apprezzati soprattutto all’interno della<br />

zona tipica è la miglior prova della qualità del nostro<br />

lavoro”, afferma Ida Pramstrahler, alla guida, insieme ai<br />

fratelli, dell’azienda di famiglia, situata a Prato Isarco, in<br />

provincia di Bolzano. “Siamo presenti soprattutto nel<br />

normal trade in tutto il Nord Italia. Ma anche all’estero,<br />

in particolare in Germania e Austria”. Recentemente,<br />

l’azienda è stata completamente ristrutturata e rinnovata:<br />

“Abbiamo intrapreso un progetto molto ambizioso,<br />

ma necessario per modernizzare l’azienda. Ora possiamo<br />

avvalerci di una struttura produttiva di 10mila<br />

metri quadri. Potenzialmente potremmo produrre fino<br />

a 10mila baffe di speck alla settimana, anche se ora i volumi<br />

non superano i 5mila. Questo è frutto di una scelta<br />

strategica. Invece di ampliare lo stabilimento un poco<br />

alla volta, abbiamo preferito realizzare una struttura<br />

moderna e all’avanguardia, in linea con gli sviluppi futuri<br />

dell’azienda”. L’offerta di Pramstrahler è molto ampia:<br />

PFITSCHER<br />

Lukas Pfitscher<br />

80%<br />

incidenza degli speck Igp<br />

sulla produzione totale dell’azienda<br />

“La gamma comprende speck, pancetta, prosciutto, salumi<br />

affumicati, salami tipici e di selvaggina. Il prodotto<br />

di punta è lo speck, che incide per il 30% sulle vendite.<br />

Tra gli altri prodotti abbiamo registrato, in particolare,<br />

ottime performance per quanto riguarda i wurstel tipici.<br />

Infine, selezioniamo e rivendiamo anche carne fresca,<br />

un business iniziato pochi anni fa, che ha registrato un<br />

notevole successo”. Sempre in tema di speck, la quota<br />

riservata all’Igp è piuttosto modesta: “Il prodotto certificato<br />

è riconosciuto e apprezzato soprattutto nella<br />

Grande distribuzione, mentre il nostro canale di riferimento<br />

è il normal trade, soprattutto locale, dove il<br />

nostro marchio e la qualità del prodotto fanno davvero<br />

la differenza”.<br />

5mila baffe<br />

produzione settimanale<br />

di speck<br />

Speck, ovviamente. Ma anche pancette stagionate, salumi di selvaggina e wurstel. L’offerta<br />

del salumificio Pfitscher è tutta incentrata sulle ricette tipiche dell’Alto Adige. “La nostra cultura<br />

del prodotto poggia le sue basi sulla tradizione altoatesina”, spiega Lukas Pfitscher, direttore<br />

commerciale dell’azienda. “Con un’incidenza del 70% circa, sul fatturato del comparto salumi<br />

(l’azienda opera anche nel settore del disosso e delle carni fresche n.d.r.) lo speck è il prodotto<br />

più performante. Ne produciamo circa 200mila baffe l’anno, il 50% delle quali viene offerto<br />

con la denominazione Igp. Il nostro canale di vendita di riferimento è soprattutto il normal<br />

trade, anche se siamo presenti in alcune catene della Gd”. La vera specialità è però lo speck di<br />

mezzena: “Con oltre 3mila baffe all’anno, siamo il maggior produttore regionale di questo prodotto,<br />

che rimane un salume di nicchia di alto livello. Viene realizzato con suini più pesanti della<br />

media, selezionati direttamente nella stalla. Le fasi di macellazione e sezionamento, condotte<br />

da macellai specializzati, necessitano di una particolare perizia. La stessa indispensabile per le<br />

speziatura, affumicatura e stagionatura. Si tratta di un prodotto non standardizzabile, che deve<br />

essere affettato solo a mano. Viene richiesto soprattutto in Alto Adige e nelle zone limitrofe<br />

come prodotto di nicchia”. Un’altra tipicità altoatesina che registra un notevole successo sono<br />

i wurstel: “Abbiamo registrato un incremento delle vendite di questo prodotto, pari a circa il<br />

50%. Un successo determinato dalla cura nella loro preparazione, che rende questi wurstel<br />

completamente diversi da quelli industriali, a cui il consumatore è abituato”. Infine i salami di<br />

selvaggina e la pancetta stagionata: “Queste referenze sono particolarmente apprezzate oltre<br />

confine. Un business per noi ancora da sviluppare, ma che, in particolare, in Austria e Germania,<br />

è davvero interessante. In particolare il trend all’estero della pancetta è sorprendente.<br />

Nonostante sia un prodotto meno ‘turistico’ rispetto al più celebre speck, è parte integrante<br />

della tradizione contadina altoatesina. C’è, quindi, una grande tradizione per quanto riguarda la<br />

preparazione di questo prodotto, che comincia a essere riconosciuta”.<br />

SPECIALE ALTO ADIGE<br />

in Austria e Germania rappresentano<br />

all’incirca l’80% del fatturato aziendale.<br />

Il restante 20% è generato dalle vendite<br />

sul mercato italiano.<br />

“La disparità di percentuale è la conseguenza<br />

del fatto che l’azienda è parte del gruppo Handl<br />

Tyrol. Che, nel corso degli anni, ha concentrato tutte le<br />

proprie energie per presidiare il mercato austriaco e tedesco. In<br />

Italia siamo meno conosciuti. Ma fa parte della mia filosofia focalizzare<br />

l’attenzione sul panorama distributivo italiano ed espanderci nei Paesi europei”.<br />

Gli speck Christanell sono commercializzati interi, ma soprattutto a metà sottovuoto<br />

e preaffettati, nella Grande distribuzione e nei discount. L’azienda, appoggiandosi al<br />

Consorzio dello speck Alto Adige Igp, partecipa a progetti di co-marketing per valorizzare<br />

il prodotto tutelato. Ma non mancano degustazioni nei punti vendita e attività<br />

di in-store promotion sia in Italia che all’estero.<br />

80%<br />

incidenza dell’export<br />

sul fatturato aziendale<br />

30%<br />

incidenza dello speck<br />

sulle vendite<br />

WURSTEL TIPO FRANKFURTER<br />

Breve descrizione: Il Würstel tipo Frankfurter<br />

ha lunga tradizione e viene fatto<br />

ancora in budello naturale con carne<br />

di manzo dell`Alto Adige come una volta.<br />

Può essere mangiato freddo come<br />

snack, scaldato in acqua non bollente o<br />

alla griglia.<br />

Ingredienti: Carne di suino (48%), lardo<br />

di suino, carne di bovino (16%), acqua,<br />

sale, destrosio, spezie, aromi naturali,<br />

condimento per brodo, regolatori di<br />

acidità: acetato di sodio, lattato di calcio,<br />

tartrati di sodio; stabilizzante: difosfati; antiossidante: acido<br />

ascorbico; esaltatore di sapidità: glutammato monosodico; conservante:<br />

nitrito di sodio. Non contiene lattosio, glutine e coloranti.<br />

Peso medio/pezzature: 240 gr.<br />

Confezionamento: Sotto vuoto<br />

70%<br />

incidenza dello speck sul fatturato<br />

complessivo del comparto salumi<br />

200mila baffe<br />

produzione annua di speck<br />

3mila baffe<br />

produzione annua di speck di mezzena<br />

50%<br />

quota dello speck Igp<br />

sul totale della produzione<br />

+50%<br />

trend delle vendite di wurstel


VONTAVON<br />

Paul Vontavon<br />

“La nostra è un’azienda che mantiene una solida<br />

tradizione artigiana, per offrire salumi sani e genuini”,<br />

dichiara Paul Vontavon, titolare dell’omonimo salumificio<br />

di Bressanone, in provincia di Bolzano.<br />

I volumi produttivi dell’azienda, che conta 10 dipendenti,<br />

sono comunque considerevoli: “Produciamo<br />

circa 150mila chili di speck all’anno. Curiamo però<br />

attentamente ogni baffa. In particolare procediamo a<br />

un’attenta rifilatura per limitare al minimo gli scarti.<br />

Per la speziatura si utilizzano solo aromi naturali e<br />

l’affumicatura viene realizzata esclusivamente con legna<br />

di faggio. Si procede, infine, alla stagionatura che<br />

dura minimo quattro mesi, ma può protrarsi tranquil-<br />

150mila baffe<br />

produzione settimanale<br />

di speck<br />

10<br />

numero dei dipendenti<br />

70%<br />

incidenza del normal<br />

trade sulle vendite<br />

30%<br />

incidenza della Gd<br />

sulle vendite<br />

20%<br />

quota export<br />

La guida<br />

buyer<br />

MENDELSPECK<br />

Tel. 0471/8<strong>12</strong>834<br />

www.mendelspeck.<br />

com<br />

MERANO SPECK<br />

Tel. 0473/668399<br />

www.merano-speck.<br />

com<br />

MOSER<br />

Tel. 0473/671000<br />

www.moser.it<br />

SALUMIFICIO<br />

PFITSCHER<br />

Tel. 0473/292358<br />

www.pfitscher.<strong>info</strong><br />

SENFTER<br />

Tel. 059/586111<br />

www.senfter.it<br />

lamente fino a otto o <strong>12</strong> mesi”.<br />

Vontavon ha, inoltre, brevettato un particolare tipo<br />

di affumicatura: “Da qualche anno abbiamo cominciato<br />

a offrire lo speck affumicato al fieno e stagionato<br />

per sette o otto mesi. Si tratta ovviamente di un prodotto<br />

di nicchia, esclusivo, che viene apprezzato sia<br />

nella Gd, sia nel normal trade, anche fuori dall’Alto<br />

Adige”.<br />

La distribuzione delle vendite vede comunque la<br />

prevalenza del dettaglio tradizionale: “Incide per circa<br />

il 70%, contro il 30% della Gd. Tra i formati di vendita,<br />

crescono molto i tranci, anche perché la crisi porta i<br />

consumatori a preferire le pezzature più contenute.<br />

Novembre 20<strong>12</strong><br />

Il prodotto di qualità, comunque, si mantiene performante<br />

anche di fronte al calo dei consumi”. L’azienda<br />

è presente anche all’estero: “Il 20% del fatturato viene<br />

sviluppato all’estero. Prevalentemente in Germania,<br />

ma siamo presenti anche in Francia e in Gran Bretagna”.<br />

Una quota minoritaria della produzione vanta<br />

la certificazione Igp: “Si tratta di una scelta aziendale,<br />

dettata dal fatto che il nostro marchio è conosciuto e<br />

molto richiesto. L’Igp è sicuramente un’ottima garanzia<br />

di qualità, però non sempre permette di ottenere<br />

margini adeguati.<br />

Fine<br />

27


28<br />

Novembre 20<strong>12</strong> EVENTI<br />

Cibus Tec Industry:<br />

la tecnologia in mostra<br />

L’evento, che si è svolto nei padiglioni di Fiere Parma, ha visto alternarsi cicli dimostrativi<br />

e seminari sulle attrezzature legate alla trasformazione delle carni suine.<br />

Due giornate dedicate alle tecnologie<br />

per la trasformazione dei<br />

salumi. L’8 e il 9 novembre presso<br />

i padiglioni di Fiere Parma, si è<br />

svolto Cibus Tec Industry. Nel corso<br />

dell’evento, aperto a tutti gli operatori del<br />

settore, si sono tenuti convegni e dimostrazioni<br />

sulle fasi di lavorazione dei prodotti a<br />

base di carne suina. Tre sono state le linee<br />

di produzione presentate: affettato, macinato<br />

e porzionato.<br />

La manifestazione è stata organizzata da<br />

Fiere Parma, in collaborazione con la rivista<br />

Industria delle Carni e dei Salumi, edita da<br />

Assica (Associazione industriale delle carni<br />

e dei salumi) e con la Camera di Commercio<br />

di Parma. All’evento hanno partecipato<br />

anche importanti aziende del settore quali:<br />

Ceia, Coopbox, Eidos, Risco, Sealed Air -<br />

Cryovac, Siad, Treif e Veripack.<br />

Cibus Tec Industry nasce come tappa di<br />

avvicinamento per il prossimo Cibus Tec, il<br />

Salone internazionale delle tecnologie e soluzioni<br />

per l’industria alimentare che si terrà<br />

a Fiere Parma dal 21 al 24 ottobre 2014.<br />

Interessanti e molto partecipati i convegni.<br />

Il primo si è tenuto giovedì 8 novembre<br />

e ha aperto la manifestazione. Claudio Federici,<br />

rappresentante di Ismea (Istituto di<br />

servizi per il mercato agricolo alimentare)<br />

ha esposto la situazione del mercato italiano.<br />

Il punto di partenza di Federici è stata<br />

la domanda di salumi ed elaborati a base di<br />

carne sul mercato, rispetto ai nuovi orientamenti<br />

di acquisto da parte delle famiglie<br />

italiane.<br />

Il secondo appuntamento si è svolto venerdì<br />

9 novembre, con il seminario organizzato<br />

da Assica “Si può vivere senza ossigeno?”,<br />

con argomento i salumi pre-affettati.<br />

L’incontro è stato suddiviso in quattro<br />

momenti di lavoro. Durante il primo, intitolato<br />

“Cosa mettiamo nella vaschetta?”,<br />

Giovanni Parolari, rappresentante della<br />

Stazione sperimentale per l’Industria delle<br />

conserve alimentari, ha spiegato i requisiti<br />

fondamentali del prodotto e la qualità del<br />

pre-affettato. Il secondo spunto di discussione<br />

è stato: “Come facciamo la vaschetta?”:<br />

durante il quale Angela Montanari,<br />

della Stazione sperimentale, ha analizzato<br />

lo stato dell’arte e le tendenze future del<br />

packaging. Ultimo tema affrontato: la nuova<br />

normativa europea sull’etichettatura. In<br />

particolare Anastasia Alvizou, Directorate<br />

general for Health & Consumers - European<br />

Commission, ha valutato le implicazioni<br />

del regolamento 1169/11 nel settore dei<br />

salumi pre-affettati. Ha chiuso il convegno<br />

una tavola rotonda, moderata da Aldo Tagliaferro<br />

della Gazzetta di Parma, dal titolo<br />

“Il punto di vista dell’industria e le esigenze<br />

della Gdo”, con interventi di Davide Pessina<br />

(Il Gigante), Monica Ramaschi (Conad)<br />

e Alberto Beretta (Assica).<br />

Durante la due giorni, inoltre, si sono tenute<br />

varie dimostrazioni delle fasi di produzione<br />

dei prodotti di carne suina.<br />

La prima linea presentata è stata quella<br />

dell’affettato. Abbiamo seguito l’evoluzione<br />

del prodotto dal momento in cui viene affettato,<br />

fino al packaging definitivo, attraverso<br />

la saldatura, il passaggio del sottovuoto<br />

e la sigillatura.<br />

La seconda linea mostrata è stata quella<br />

del prodotto macinato. Anche in questo<br />

caso, si è partiti dall’insaccatrice contenente<br />

il prodotto, che viene poi macinato e suddiviso<br />

in vaschette, fino ad arrivare all’ultimo<br />

passaggio in cui un metaldetector controlla<br />

le impurità all’interno della vaschetta. Terza<br />

e ultima linea di prodotto è stata quella del<br />

porzionato. In particolare, la linea di lavorazione<br />

e confezionamento di pancetta<br />

tagliata a fette in skin.<br />

Silvia Bezzi


CULATELLO, CULATTE E FIOCCHI<br />

Novembre 20<strong>12</strong><br />

TAGLIATI PER IL SUCCESSO<br />

Si ottengono dalla parte migliore del prosciutto. Sono salumi superiori,<br />

messi a punto con sapienti tecniche artigianali, in grado di distinguersi sul mercato<br />

attraverso ogni canale distributivo. Parlano i protagonisti.<br />

Dalla coscia del suino si possono ricavare pregiati<br />

tagli di carne. Dalla parte migliore di un<br />

prosciutto, infatti, si ottiene, solo grazie ad abili<br />

tecniche artigiane, un culatello, un fiocco e una<br />

culatta. Quando si parla di queste referenze non si può fare<br />

a meno di pensare a salumi eccezionali, a prodotti pregiati, a<br />

specialità gastronomiche di alto livello. Ognuno di questi prodotti<br />

vanta infatti un sapore straordinario, un gusto delicato e<br />

una morbidezza particolare. Caratteristiche dovute alla qualità<br />

della materia prima e, soprattutto, all’esperienza dei maestri<br />

norcini che utilizzano sapienti competenze di lavorazione. Ma<br />

se si analizza da vicino ogni singola referenza se ne possono<br />

cogliere le diversità. Il culatello è la parte anatomica del fascio<br />

di muscoli crurali posteriori e interni della coscia di suino.<br />

Questo fascio muscolare viene separato dal femore e dal<br />

grasso e, alla fine di questa operazione, si presenta con la classica<br />

forma ‘a pera’. La sua realizzazione, ovviamente, necessita<br />

poi di salatura, insacco in budello, legatura e una stagionatura<br />

minima di 10 mesi. Il culatello di Zibello, che ha ottenuto il<br />

riconoscimento europeo della Dop nel 2010, è caratterizzato<br />

dall’assenza di cotenna. Ma, sul territorio nazionale, è possibile<br />

trovare anche il prodotto (non Dop) con cotenna. Una volta<br />

tolto il culatello dalla coscia di prosciutto si ricava la culatta<br />

e il fiocco. La culatta è una porzione di carne caratterizzata<br />

dall’assenza di gambo e di fiocco, e la si può riconoscere dalla<br />

presenza dell’anchetta: un ossicino a forma di conchiglia che<br />

viene lasciato intero per renderla immediatamente riconoscibile.<br />

La culatta è lavorata e stagionata in modo naturale e<br />

vanta un sapore dolce e una consistenza simile a quella del<br />

culatello. Infine il fiocco di prosciutto: un salume crudo stagionato,<br />

ricavato dalla parte anteriore della coscia del suino. La<br />

salagione e la concia avvengono solitamente, ma non necessariamente,<br />

in una miscela di sale, pepe nero e aglio. Dopo aver<br />

fatto riposare il prodotto in celle frigorifere, il fiocco è insaccato<br />

in budello naturale di suino e pressato o legato in modo<br />

fitto. Anche per questo prodotto è prevista una stagionatura<br />

abbastanza lunga.<br />

Culatello, culatta e fiocco di prosciutto sono realizzati un<br />

po’ in tutta Italia ma ci sono zone in cui questi prodotti sono<br />

caratteristici e tipici del territorio. Il riferimento non può che<br />

alludere, ad esempio, al culatello di Zibello, certificato Dop,<br />

e al fiocco di prosciutto della Valtellina, per il quale è in corso<br />

d’opera l’ottenimento del Marchio collettivo geografico. I<br />

due prodotti seguono un disciplinare di produzione e sono<br />

realizzati secondo ricette antiche in grado di renderli pregiati<br />

e qualitativamente eccellenti. Dal momento che richiedono<br />

lunghi tempi di lavorazione e mani artigiane sapienti, non se<br />

ne producono in grandi quantità e il loro prezzo, soprattutto<br />

quello del culatello di Zibello, può essere molto elevato.<br />

Anche per questo, culatelli e fiocchi rimangono avvolti in una<br />

sorta di mistero in grado di renderli ancora più interessanti<br />

e allettanti. Ciò non toglie che i prodotti ottengano ottime<br />

performance di vendita, con impennate di consumi durante<br />

le festività. E, se fino a qualche anno fa, la loro distribuzione<br />

era ad appannaggio esclusivo di gastronomie specializzate e di<br />

ristoranti di alto livello, oggi si possono trovare culatelli, culatte<br />

e fiocchi nella grande distribuzione organizzata. Nel corso del<br />

tempo è stato modificata anche la modalità di proposta: oltre<br />

al pezzo intero o a metà, le aziende hanno messo a punto il<br />

prodotto pronto al taglio, in grado di facilitare il lavoro del salumiere,<br />

e il preaffettato in vaschetta, per soddisfare le esigenze<br />

del consumatore moderno - sempre più orientato verso il<br />

libero servizio, ma anche le necessità di tutti quei produttori<br />

che desiderano conquistare i mercati stranieri.<br />

Di Margherita Luisetto<br />

Salumifico Colli<br />

A S.Polo d’Enza, in provincia di Reggio<br />

Emilia, tra le verdi colline della Val d’Enza<br />

e nel bel mezzo dei territori Matildici, il<br />

salumificio Colli si distingue, dal 2002, per<br />

la produzione specializzata di culatelli con<br />

cotenna e fiocchi di prosciutto. La storia<br />

dell’azienda, però, risale al 1976, quando<br />

Carlo Colli, all’interno di un modesto laboratorio,<br />

avviò la produzione di prosciutti crudi<br />

nazionali. Nei primi anni 80 entra a far<br />

parte dell’azienda il primogenito Nino e la<br />

famiglia Colli inizia i lavori di ampliamento<br />

dell’azienda, fino a raggiungere un’area<br />

complessiva di 600 metri quadri disposti<br />

su tre piani, e scelse di allargare la gamma<br />

di prodotti proposti . Nel 1992, con l’entrata<br />

in azienda del secondo figlio Stefano,<br />

la famiglia Colli decide di trasformare la<br />

ditta individuale in società e di implementare<br />

la produzione di culatelli e di fiocchi,<br />

a discapito di quella dei prosciutti crudi.<br />

“La nostra piccola azienda non avrebbe<br />

mai potuto competere con i colossi che si<br />

stavano formando nelle vicinanze soprattutto<br />

nella provincia di Parma. Fu così che,<br />

a partire dal 2002, interrompemmo la<br />

produzione di prosciutti e ci focalizzammo<br />

solo su culatelli con cotenna e fiocchi,<br />

specializzandoci nella loro realizzazione e<br />

avviando quindi l’ultimo ampliamento che<br />

ci ha portato ad avere una superficie utile<br />

di 2mila metri quadri. Ad oggi, queste due<br />

specialità rivestono il 95% della produzione<br />

totale. Il resto è dato dalla produzione<br />

di salami e dalla commercializzazione dei<br />

migliori prodotti di salumeria emiliana”<br />

sottolinea Carlo Colli, titolare dell’azienda.<br />

Il salumificio Colli, dunque, è oggi riconosciuto<br />

a livello nazionale per la qualità delle<br />

sue proposte. “Curiamo i nostri prodotti<br />

in modo maniacale. Dalla scelta della materia<br />

prima, rigorosamente cosce nazionali<br />

di suini pesanti, alla disossatura e lungo<br />

tutto il percorso della stagionatura. L’attenzione<br />

che riserviamo alle nostre referenze<br />

è essenziale a livello organolettico e, nello<br />

stesso tempo, determinante anche sotto<br />

AZIENDA AGRICOLA BRÉ DEL GALLO<br />

Tel. 0521/870134<br />

www.bredelgallo.it<br />

CAV. UMBERTO BOSCHI<br />

Tel. 0521/836724<br />

www.umbertoboschi.it<br />

GIANONCELLI<br />

Tel. 0342/215230<br />

www.gianoncelli.it<br />

MOTTOLINI<br />

Tel. 0342/564070<br />

www.mottolini.it<br />

PROSCIUTTIFICIO MONTEVECCHIO<br />

Tel. 051/6708245<br />

www.pmontevecchio.com<br />

l’aspetto estetico. Desideriamo, infatti, offrire<br />

linearità di produzione e un servizio<br />

costante nel tempo. L’esperienza ventennale,<br />

la specializzazione su pochi prodotti<br />

e l’artigianalità del metodo di lavorazione<br />

ci rendono unici sul mercato”. L’azienda<br />

lavora ogni anno 20mila cosce. Dalle quali<br />

ricava 20mila culatelli, del peso di cinque<br />

chili circa, e 20mila fiocchi, che vantano<br />

un pezzatura inferiore, pari a due chili e<br />

mezzo circa. “I prodotti sono commercializzati<br />

sull’intero territorio nazionale, anche<br />

se i risultati più interessanti si ottengono<br />

in Emilia-Romagna e Lombardia. Vendiamo<br />

principalmente all’ingrosso, che incide<br />

per il 72%, ma presidiamo anche Gd, dettaglio,<br />

canale Horeca, senza dimenticare<br />

il successo del nostro spaccio aziendale.<br />

Attraverso il marchio Salumificio Colli proponiamo<br />

i culatelli e i fiocchi sia interi che<br />

a tranci, mentre, attraverso private label,<br />

i due prodotti sono venduti anche preaffettati”.<br />

Ottime le performance ottenute<br />

dalle due referenze del salumificio: “I due<br />

prodotti sono validi. Sia per il rivenditore,<br />

che si trova di fronte a referenze che garantiscono<br />

uno scarto minimo, sia per il<br />

consumatore che può acquistare un’eccellenza<br />

della salumeria italiana con un<br />

ottimo rapporto qualità-prezzo. Culatelli e<br />

fiocchi sono particolarmente utilizzati anche<br />

come regalistica nel periodo natalizio”.<br />

Il Salumificio Colli da una decina di anni<br />

è diventato eco-sostenibile nei confronti<br />

dell’ambiente in quanto può fregiarsi del<br />

marchio 100% energia pulita. L’azienda,<br />

dal 2011, ha installato un impianto fotovoltaico<br />

da 100 kw che permette una<br />

riduzione del consumo di energia elettrica<br />

del 40% e, di conseguenza, un’ulteriore<br />

riduzione delle emissioni in atmosfera di<br />

anidride carbonica.<br />

CULATELLO CON COTENNA NAZIONALE ‘COLLI’<br />

del suino italiano pesante, disossata, con impiego di sugna per alimenti, al<br />

fine di ammorbidire la superficie esterna del prodotto non coperta dalla<br />

cotenna e dal grasso. Gli ingredienti sono: carne di suino, sale, destrosio,<br />

saccarosio, aromi, spezie, antiossidante (acido ascorbico), conservanti (nitrato<br />

di potassio, nitrito di sodio). Il peso medio varia tra i 4,5 e 5,5 Kg.<br />

La stagionatura media è pari a 10/14 mesi. Il prodotto finale si presenta<br />

di forma ovale e di colore rosso con marezzature bianche. Viene venduto<br />

sfuso o confezionato sottovuoto in tranci. Tempi di scadenza: <strong>12</strong>0 gg per<br />

tranci sottovuoto e 180 gg per il prodotto intero.<br />

1976: ANNO DI NASCITA DEL SALUMIFICIO COLLI.<br />

95%: INCIDENZA DELLA PRODUZIONI DI FIOCCHI<br />

E CULATELLI SULLA PRODUZIONE TOTALE.<br />

20MILA: N° DI CULATELLI PRODOTTI IN UN ANNO.<br />

20MILA: N° DI FIOCCHI REALIZZATI IN UN ANNO.<br />

GUIDA BUYER<br />

SALUMIFICIO AURORA<br />

Tel. 0521/831149<br />

www.salumificioaurora.it<br />

SALUMIFICIO COLLI<br />

Tel. 0522/873574<br />

www.salumificiocolli.it<br />

SALUMIFICIO DUCALE<br />

Tel. 0521/815476<br />

www.salumificioducale.it<br />

SALUMIFICIO ROSSI – CA’ DI PARMA<br />

Tel. 0521/825107<br />

www.salumificiorossi.it<br />

TERRE DUCALI<br />

Tel. 0521/857640<br />

www.terreducali.it<br />

Segue<br />

29


30<br />

Novembre 20<strong>12</strong><br />

Salumificio Rossi<br />

Ca’ di Parma<br />

Culatello, fiocco di culatello e culaccia,<br />

oltre a strolghino di culatello, salame<br />

di Felino, coppa di Parma, pancetta<br />

arrotolata e altri prodotti tipici<br />

della Bassa parmense, rappresentano<br />

le specialità artigianali realizzate dal<br />

salumificio Rossi. “L’azienda è stata<br />

in grado, nel tempo, di perfezionare i<br />

propri salumi per valorizzare al meglio<br />

le loro caratteristiche organolettiche<br />

e la genuinità della produzione.<br />

La selezione accurata della materia<br />

prima, rigorosamente di suini nazionali<br />

appartenenti al circuito delle<br />

più importanti Dop, e la minimizzazione<br />

degli ingredienti rappresentano<br />

le prerogative principali per ottenere<br />

prodotti dal gusto e dai sapori molto<br />

delicati e caratteristici, destinati a intenditori<br />

che ricercano la qualità e la<br />

prelibatezza del gusto”, spiega Bruno<br />

Rossi, titolare dell’azienda. Ma andiamo<br />

con ordine. La storia del salumificio<br />

Rossi risale a molto tempo indietro, tanto che oggi in azienda lavora la sesta generazione. Era il<br />

1800, infatti, quando la famiglia Rossi avviò una prima attività di macelleria e salumeria a Fontanellato<br />

(Pr). “Oltre ad essere un punto di riferimento per tutti i paesi limitrofi, il locale vantava i connotati tipici<br />

di una salsamenteria, dove era possibile assaggiare i salumi prima di acquistarli, in un clima conviviale<br />

e amichevole. Prima della seconda guerra mondiale, poi, la famiglia Rossi costruì un vero e proprio<br />

macello, il laboratorio venne ampliato con annessi i locali di stagionatura e la cantina. Anche se con<br />

grande fatica e molteplici sforzi, ebbe inizio una considerevole crescita. La notorietà dei nostri prodotti<br />

raggiunse le regioni del Centro e del Nord Italia. E quando ancora la fama del culatello non era diffusa<br />

come oggi, il salumificio Rossi rappresentava uno dei pochi produttori che lo realizzava”. Alla fine<br />

degli anni 70 fu realizzato l’attuale salumificio, sulla via Emilia a Sanguinaro di Fontanellato, nel quale<br />

furono inserite le più moderne tecnologie produttive, a sostegno dell’esperienza artigianale maturata<br />

negli anni. “Ritengo che sia importante far conoscer la nostra storia. Perché è sinonimo di tradizione<br />

ed eccellenza. Oggi, infatti, è facile parlare di qualità, artigianalità, rispetto delle tradizioni. Ma una<br />

storia radicata come quella della famiglia Rossi, garantisce, senza troppi giri di parole, l’eccellenza del<br />

prodotto finale”, precisa Bruno Rossi. “La gamma di prodotti è quindi composta da alcune delle migliori<br />

referenze della salumeria parmense e italiana. A partire da una nostra specialità: la Culaccia, marchio<br />

registrato dal Salumificio Rossi – Ca’ di Parma. Si tratta della parte migliore del prosciutto, senza osso,<br />

senza gambo e senza fiocco. Proponiamo poi il fiocco con cotenna, che è la parte del fiocco, lasciato<br />

intero e con la cotenna; il culatello, realizzato con la parte muscolosa più grossa degli arti posteriori del<br />

suino, privo di cotenna e di osso, salato a mano e investito con la vescica suina, e il fiocco di culatello.<br />

LA CULACCIA<br />

La Culaccia (marchio registrato del Salumificio Rossi) rappresenta la parte migliore del<br />

prosciutto, la più pregiata, senza osso, senza gambo e senza fiocco (il piccolo ossicino a forma<br />

di conchiglia, che in gergo si chiama anchetta, viene lasciato per riconoscere tale parte del<br />

prosciutto). Si tratta di un culatello con cotenna ideato, durante ripetute prove di lavorazione<br />

del culatello, da Riccardo Rossi nel dopoguerra. Che, per differenziare il suo prodotto sul<br />

mercato, scelse di conferirgli un marchio di fantasia: Culaccia, appunto. Il prodotto contiene<br />

carne suina di primissima qualità, poco sale e spezie, in una ricetta segreta. E’ lavorato e<br />

stagionato in modo estremamente naturale, non è insaccato, né manipolato. A fine stagionatura,<br />

la parte magra esterna viene ricoperta di sugna (un impasto di farina e grasso), per<br />

mantenerla morbida nel tempo. Vanta poco scarto e la sua forma consente di tagliare fette<br />

sempre uguali dall’inizio alla fine. La Culaccia è commercializzata intera (4,5/5,5 Kg) ma<br />

anche a metà sottovuoto (2/2,5 Kg).<br />

CULATELLO, CULATTE E FIOCCHI<br />

IL CONSORZIO<br />

DEL CULATELLO<br />

DI ZIBELLO<br />

Il Consorzio di tutela del culatello di Zibello<br />

nasce nel 2009 con lo scopo di difendere<br />

e promuovere un prodotto tradizionale e di<br />

qualità, considerato all’unanimità una vera<br />

chicca della salumeria italiana. Tipico della<br />

fascia di terra che corre lungo le rive del Po,<br />

e che comprende i comuni di Busseto, Polesine<br />

parmense, Zibello, Soragna, Roccabianca,<br />

San Secondo, Sissa e Colorno, il culatello<br />

di Zibello è realizzato secondo una lavorazione<br />

antica, curata nei minimi dettagli, e si<br />

fregia del riconoscimento europeo della Dop<br />

dal 2010. Il Consorzio, guidato da Tito Tortini,<br />

oggi associa tutti i produttori di culatello<br />

di Zibello Dop: vale a dire che il 100% della<br />

produzione di culatello di Zibello Dop è<br />

completamente tutelata. Oltre ad un rigido<br />

DESCRIZIONE DEL PRODOTTO<br />

disciplinare imposto ai produttori, il Consorzio<br />

assicura con il proprio marchio l’origine<br />

italiana della materia prima, la lavorazione<br />

artigianale eseguita seguendo fedelmente<br />

la tradizione contadina, tramandata fino ai<br />

nostri giorni, la stagionatura più adeguata. A<br />

sostegno di questo impegno, non mancano<br />

i severi controlli messi a punto dall’Istituto<br />

Parma Qualità, ente incaricato dal ministero<br />

delle Politiche agricole, alimentari e forestali,<br />

per i controlli sulla produzione. Il Consorzio,<br />

oltre a focalizzarsi sulla tutela e difesa del<br />

prodotto da imitazioni e dall’uso improprio<br />

della denominazione, concentra parte delle<br />

proprie forze in attività di promozione che<br />

legano a doppio filo il culatello al suo territorio<br />

di origine.<br />

Il culatello di Zibello è realizzato con suini del circuito delle Dop, nati, allevati e macellati<br />

in Lombardia ed Emilia Romagna. Il salume è costituito dalla parte anatomica del fascio di<br />

muscoli crurali posteriori e interni della coscia di suino, opportunamente mondati in superficie<br />

e rifilati fino a ottenere la classica forma a pera. Dopo l’asportazione della cotenna e<br />

la parziale sgrassatura della coscia, il fascio muscolare viene separato dalle restanti parti<br />

della coscia. Viene quindi asportato il femore e il grasso, avendo cura di lasciare in superficie<br />

uno strato adeguato ad evitare una brusca disidratazione delle carni. La massa muscolare<br />

è quindi salata manualmente a secco. Nella miscela di salagione sono presenti sale, pepe<br />

intero e/o a pezzi, e possono essere impiegati vino bianco secco, nitrato di sodio e/o potassio.<br />

Successivamente la massa muscolare è posta in cella frigorifera ad una temperatura fra<br />

0 e 5°C per il tempo sufficiente a ottenere il necessario assorbimento di sale. Il successivo<br />

insacco in budelli naturali e la legatura possono essere effettuati utilizzando vescica suina o<br />

peritoneo parietale e perirenale di suino. Si procede dunque alla sgocciolatura delle masse<br />

muscolari e all’asciugatura, che può variare da 30 a 60 giorni in funzione delle condizioni<br />

climatiche. La fase di stagionatura deve avvenire a una temperatura compresa tra 13° e<br />

17°C e non deve durare meno di dieci mesi a partire dalla fase di salatura. Alla fine di<br />

tutte queste operazioni, il culatelo di Zibello si presenta con un peso compreso tra i tre e<br />

i cinque chili.


UNA PRODUZIONE<br />

DI NICCHIA<br />

IN ESPANSIONE<br />

Intervista a Davide Cappa, segretario del Consorzio<br />

Anche se nel corso degli ultimi anni il culatello di Zibello è uscito dai<br />

confini regionali e il suo consumo si sta espandendo sia sul mercato nazionale<br />

che internazionale, il prodotto rappresenta ancora una produzione<br />

di nicchia. “Nel 2011 sono stati realizzati 78.500 culatelli. Per la fine del<br />

20<strong>12</strong>, invece, si prevede un calo fisiologico del 10% rispetto all’anno precedente,<br />

con una produzione di circa 70mila pezzi e un valore stimato di<br />

circa <strong>12</strong>milioni e 600mila euro”, esordisce Davide Cappa, segretario del<br />

Consorzio.<br />

Come si delinea lo scenario distributivo?<br />

In generale, la distribuzione del culatello è legata ancora al dettaglio<br />

tradizionale. La maggior parte di produttori, infatti, è costituita da piccole o<br />

medie aziende che commercializzano il culatello attraverso spacci aziendali<br />

e gastronomie specializzate. Il recente ingresso di realtà industriali<br />

all’interno del Consorzio, però, ha permesso al culatello di presidiare anche<br />

la grande distribuzione organizzata.<br />

Come è possibile garantire che il culatello realizzato da una realtà<br />

industriale sia simile a quello prodotto dagli artigiani?<br />

La garanzia è data dall’obbligo, per entrambe le realtà aziendali, di<br />

lavorare il culatello seguendo un rigido disciplinare di produzione. I salumifici<br />

che operano a livello industriale vantano, infatti, laboratori specifici<br />

dedicati alla produzione di culatello, in cui si lavora il prodotto in modo<br />

artigianale, attenendosi alle specifiche imposte dal disciplinare. Come, ad<br />

esempio, l’utilizzo di budello naturale, la legatura a mano e la stagionatura<br />

minima di dieci mesi.<br />

La distribuzione sul territorio nazionale è abbastanza lineare?<br />

Il culatello di Zibello è consumato maggiormente nelle regioni del Nord<br />

e del Centro Italia. Le vendite maggiori, infatti, si ottengono nelle zone in<br />

cui c’è il più alto consumo di prosciutti crudi. Nonostante questo, il culatello<br />

è apprezzato e acquistato anche nelle altre regioni.<br />

E all’estero?<br />

Il Consorzio ha come missio la valorizzazione e la promozione del prodotto,<br />

oltre che in tutta Italia, anche all’estero. Non solo. Lavora costantemente<br />

alla difesa del marchio in Europa, Australia, Usa e Canada. Oggi<br />

l’export rappresenta il 10% delle vendite. E il 90% circa delle esportazioni<br />

sono rivolte verso i Paesi dell’Unione Europea. Nel frattempo stiamo lavorando<br />

bene anche in Paesi extra Ue, come Russia, Giappone e Canada. Ma<br />

è obiettivo del Consorzio sviluppare ulteriormente la presenza del culatello<br />

di Zibello oltreconfine.<br />

Dal 2011 è possibile trovare il culatello anche preaffettato. Qual è il<br />

motivo che vi ha spinto a mettere in vaschetta un prodotto così importante?<br />

Il culatello di Zibello rappresenta una di quelle eccellenze agroalimentari<br />

che richiedono rispetto della tradizione e grande cura nell’utilizzo. Non<br />

sempre, ad esempio, è facile trattare nel modo giusto il prodotto al banco<br />

taglio. Da qui, l’idea di proporre il prodotto in vaschetta. Che, grazie alle<br />

moderne tecnologie, è in grado di garantire le stesse qualità organolettiche<br />

e visive del prodotto appena affettato. Il preaffettato, inoltre, soddisfa<br />

l’esigenza del consumatore moderno che sempre più spesso orienta i suoi<br />

acquisti verso il libero servizio. Non solo. La scelta del Consorzio è stata<br />

guidata anche dalle necessità delle aziende e del mercato: a livello commerciale,<br />

infatti, il preaffettato ha permesso ai produttori di raggiungere<br />

nuovi canali distributivi e di rispondere al bisogno di internazionalizzazione.<br />

Quali sono risultati di vendita del prodotto in vaschetta?<br />

I risultati sono positivi, anche se non possiamo ancora parlare di vendite<br />

importanti. I produttori hanno colto le possibilità offerte dal preaffettato<br />

e, ad oggi, il 20% dei salumifici che realizzano culatello propone anche il<br />

prodotto in vaschetta. Il mercato, da parte sua, sta rispondendo abbastanza<br />

bene e, per il futuro, le proiezioni di vendita sono favorevoli.<br />

Quali attività di comunicazione avete messo a punto per diffondere la<br />

conoscenza del prodotto?<br />

Quest’anno abbiamo realizzato un dvd sul culatello di Zibello dedicato<br />

a consumatori e ai player della distribuzione. Il lavoro è stato realizzato<br />

con due obiettivi. Il primo è prettamente educational: far conoscere, cioè,<br />

la storia del prodotto e la sua trasformazione, dalla scelta della materia<br />

prima alla lavorazione, fino alla realizzazione finale. Il secondo è fornire<br />

ai consumatore e ai buyer le indicazioni per saper riconoscere il prodotto<br />

originale, senza incorrere nell’errore di acquistare un culatello contraffatto.<br />

Le attività di comunicazione continueranno anche nel 2013: stiamo<br />

mettendo a punto, infatti, importanti progetti a livello locale, nazionale e<br />

internazionale.<br />

LA PUNTUALIZZAZIONE DI TITO TORTINI,<br />

PRESIDENTE DEL CONSORZIO<br />

“Abbiamo battagliato a lungo per ottenere la possibilità di preaffettare<br />

il prodotto. Non è stato facile, ma ci siamo riusciti. Lo scopo del<br />

nostro impegno era di penetrare, grazie alle vaschette, nei canali di<br />

distribuzione che avevano riscontrato difficoltà a trattare un pezzo<br />

intero. Tra questi, il canale Horeca, e i ristoranti in primis. Spesso infatti<br />

accade che il ristoratore inizia ad affettare un culatello per i suoi clienti<br />

ma, se la richiesta non è continuativa, corre il rischio di lasciare seccare<br />

il pezzo rendendolo inadatto al consumo. Il ristoratore, valutata la perdita,<br />

sceglie di non trattare più questo genere di prodotto. La soluzione<br />

al problema esiste. Ed è rappresentata dal preffettato: utilizzando il<br />

prodotto in vaschetta il ristorante può continuare a proporre ai clienti<br />

il culatello di Zibello mantenendo un menù di alto livello. Con un<br />

costo di acquisto minimo, il suo guadagno sarà notevole. Non solo.<br />

Avrà la certezza di offrire ai propri clienti un prodotto sempre buono:<br />

le vaschette, infatti, garantiscono le stesse qualità organolettiche del<br />

prodotto appena affettato. Per tutti questi motivi, il Consorzio lavorerà<br />

per far capire ai ristoratori le enormi qualità che il culatello preafettato<br />

potrà offrirgli, sia in termini economici che di visibilità per il loro locale”.<br />

Novembre 20<strong>12</strong><br />

“ I RISTORATORI DEVONO<br />

VALUTARE MEGLIO<br />

LA POSSIBILITÀ DI USARE<br />

LE VASCHETTE<br />

DI PREAFFETTATO<br />

Tito Tortini<br />

“<br />

78.500 CULATELLI: LA PRODUZIONE DEL 2011<br />

70MILA CULATELLI: LA PRODUZIONE STIMATA PER IL 20<strong>12</strong><br />

<strong>12</strong>MILIONI E 600MILA EURO: IL VALORE STIMATO PER IL 20<strong>12</strong><br />

10%: LA QUOTA DELL’EXPORT<br />

Segue<br />

31


32<br />

Novembre 20<strong>12</strong><br />

Salumificio Aurora<br />

Azienda produttrice di salumi di alta qualità, dal 1967, il Salumificio<br />

Aurora, dal 1992 annovera tra le sue produzioni anche il culatello e il fiocco<br />

di prosciutto. “Dalle migliori cosce di suino, i nostri operai specializzati<br />

disossano il prosciutto ottenendo due tagli di carne pregiati: il culatello<br />

e il fiocco”, spiega Alessandra Dodi, dell’ufficio marketing dell’azienda. Il<br />

salumificio realizza due tipologie di culatello, quello tradizionale legato a<br />

mano e quello con cotenna: una produzione complessiva massima pari<br />

a 13mila pezzi all’anno. “Il culatello Aurora è un prodotto unico, perché<br />

nasce dalla migliore carne nazionale che viene trattata con tecniche<br />

antiche e lavorata in modo ancora artigianale per garantire il rispetto<br />

dei sapori di una volta. Anche la stagionatura, lenta e controllata, avviene<br />

nelle cantine sotterranee.”. Sul fronte del fiocco, poi, l’azienda propone<br />

tre referenze: il fiocco di prosciutto tradizionale legato a mano, il fiocco<br />

legato a macchina e il fiocco con cotenna. “Insieme, culatello e fiocco,<br />

rappresentano il 16% circa della produzione totale dell’azienda. La loro<br />

distribuzione avviene su diversi canali, dalla distribuzione organizzata, al<br />

normal trade, fino alla ristorazione. Le referenze sono vendute intere e,<br />

negli ultimi anni, abbiamo immesso sul mercato anche il prodotto pronto<br />

al taglio, comodo per il banco taglio ma anche per la ristorazione: una<br />

giusta soluzione che permette di evitare le problematiche della preparazione<br />

del prodotto, sprechi o trattamenti non appropriati. Non poteva<br />

mancare la vaschetta: il preaffettato ‘cuore d’Aurora’ è un valido servizio<br />

che offriamo alla nostra clientela”, specifica Alessandra Dodi. L’azienda<br />

sa valorizzare sapientemente ogni singola referenza realizzata: far<br />

conoscere al cliente come nasce un prodotto e spiegare le modalità di<br />

consumo fa parte infatti della filosofia di comunicazione del salumificio<br />

Aurora. “Abbiamo pubblicato sul nostro sito internet un filmato su come<br />

nascono i salumi e come devono essere trattati. Inoltre ad ogni singolo<br />

pezzo di culatello tradizionale alleghiamo le ‘istruzioni’ per consumarlo<br />

al meglio. Di recente abbiamo realizzato anche una confezione speciale<br />

che valorizza il culatello e lo trasforma in un regalo prezioso e sicuramente<br />

gradito”. Oltre a presidiare l’intero territorio nazionale, l’azienda<br />

esporta nei Paesi dell’Unione Europea e in Giappone. “L’export incide<br />

per una piccola percentuale sul fatturato totale. Ma riuscire a far conoscere<br />

i nostri prodotti tipici, ricchi di tradizione e artigianalità, in terre<br />

lontane, rappresenta per noi una grande conquista”.<br />

13MILA: N° DEI CULATELLI PRODOTTI<br />

DURANTE L’ANNO.<br />

16%: INCIDENZA DEL FIOCCO E DEL CULATELLO<br />

SULLA PRODUZIONE TOTALE.<br />

CULATELLO, CULATTE E FIOCCHI<br />

SPECIALITÀ DALLA VALTELLINA<br />

Gianoncelli<br />

Il salumificio Gianoncelli, azienda valtellinese specializzata nella produzione di bresaola della<br />

Valtellina, ha saputo distinguersi sul mercato per la qualità delle sue produzioni, frutto della costante<br />

cura nel dettaglio in tutte le fasi di produzione, dalla scelta delle carni, alla lavorazione, fino alla<br />

distribuzione sul territorio nazionale ed estero. Oltre alla bresaola, prodotto di punta dell’azienda, il<br />

salumificio Gianoncelli vanta tra le proprie referenze anche il fiocco di prosciutto della Valtellina. “La<br />

nostra azienda realizza il fiocco fin dai primi anni 60”, spiega Sergio Gianoncelli, titolare. “Questo<br />

prodotto si ottiene dalla coscia fresca di suino che, dopo essere stata sezionata, viene sottoposta<br />

ad abbondante refilatura del grasso, della cotenna e delle parti tendinose, fino ad ottenere il cuore<br />

più tenero del prosciutto. A questo punto, il pezzo viene sottoposto a salagione manuale per circa<br />

15 giorni, e poi lasciato stagionare per un periodo di tempo che varia tra i tre e i quattro mesi. Al<br />

termine della stagionatura, il prodotto viene inserito negli stampi per la pressatura finale”. La buona<br />

riuscita del fiocco è frutto della sapiente capacità artigianale del salumificio Gianoncelli, messa<br />

a punto nel corso degli anni. “Selezioniamo solo materia prima di qualità, utilizziamo ingredienti<br />

genuini e naturali, lavoriamo ogni singolo pezzo con la massima cura del dettaglio. La professionalità<br />

dei nostri operai e gli scrupolosi controlli sui prodotti, infine, ci permettono di garantire al<br />

consumatore salumi di qualità costante durante tutto l’anno”. La produzione di fiocchi è elevata e incide per il 10% sulla produzione<br />

totale dell’azienda. “Durante l’anno realizziamo all’incirca 20mila fiocchi, caratterizzati da una pezzatura di quattro chili. Questi<br />

prodotti, vere eccellenze della salumeria valtellinese e italiana, sono distribuiti principalmente attraverso grossisti e gastronomie di<br />

alto livello, dove è possibile trovare il fiocco intero, a metà o a quarto”.<br />

Mottolini<br />

Il fiocco della Valtellina rappresenta<br />

un fiore all’occhiello del salumificio<br />

Mottolini, azienda storica di Poggiridenti<br />

(So), celebre per la produzione<br />

di bresaola. Da più di 25 anni, infatti,<br />

Mottolini conta tra le sue referenze<br />

di punta anche il fiocco. “Questo prodotto<br />

si ottiene dal cuore della coscia<br />

suina, opportunamente disossata. Attraverso<br />

una lavorazione artigianale<br />

accurata che richiede la salatura a<br />

secco, la pressatura e la stuccatura<br />

del prodotto, e una stagionatura media<br />

di sei mesi, si ottiene un salume<br />

di alta qualità che a pieno titolo va<br />

ad inserirsi tra le eccellenze della<br />

salumeria italiana”, spiega Emilio<br />

Mottolini, responsabile commerciale<br />

dell’azienda. “Il fiocco della Valtellina,<br />

così come tutti i prodotti firmati Mot-<br />

tolini, è il risultato di un lavoro artigianale<br />

attento e scrupoloso che ha inizio<br />

con la scelta della materia prima,<br />

selezionata con cura. La metodologia<br />

di lavorazione, l’esperienza trentennale,<br />

e la cura del dettaglio, ne completano<br />

il processo qualitativo”. Se un<br />

tempo il fiocco della Valtellina rappresentava<br />

un prodotto di complemento<br />

della bresaola, da alcuni anni vanta<br />

una significativa produzione parallela.<br />

“Il fiocco, oltre ad essere molto buono,<br />

IL MARCHIO COLLETTIVO GEOGRAFICO PER IL FIOCCO<br />

Prosciuttificio Montevecchio<br />

A Savigno, in provincia di Bologna, il prosciuttificio Montevecchio annovera fra le sue specialità anche<br />

culatelli con cotenna e fiocchi di prosciutto. “Produciamo questi eccellenti prodotti da circa otto anni. La<br />

percentuale che rivestono sulla produzione totale è minima, ma sono così apprezzati che la nostra offerta<br />

non riesce a soddisfare la domanda del mercato”, spiega Paolo Gherardi, socio titolare dell’azienda insieme<br />

a Graziano Maestri. “Sono molteplici i motivi di questo successo. Innanzitutto utilizziamo una materia<br />

prima di provenienza nazionale altamente selezionata. Scegliamo quindi un taglio medio-grosso che, da<br />

fresco, vanta un peso di oltre otto chili. Stagioniamo il prodotto per un minimo di <strong>12</strong> mesi. Ma ciò che<br />

distingue il nostro culatello dalle altre proposte presenti sul mercato è l’utilizzo di particolare conce che ne<br />

determinano il sapore finale: le carni, infatti, sono sapientemente insaporite con aromi naturali della nostra<br />

terra che garantiscono al prodotto un gusto unico”. Il Prosciuttificio Montevecchio realizza tre varianti di<br />

culatello con cotenna: dolce, al pepe e al pepe rosa. Quest’ultimo, in modo particolare, rappresenta una<br />

vera chicca della salumeria italiana: si presenta di colore rosso con striature grasse bianco perlaceo e<br />

la sua consistenza è soda. “Proponiamo anche il fiocco di prosciutto, che si ottiene dalla parte migliore<br />

della coscia, una volta tolto il culatello. La produzione del fiocco è abbastanza marginale, anche perché<br />

il prodotto soffre di stagionalità ed è particolarmente richiesto durante le festività, soprattutto in qualità<br />

di strenna natalizia”. L’azienda commercializza i suoi prodotti sull’intero territorio nazionale e, in parte,<br />

anche in alcuni Paesi Ue, tra cui la Germania. “I culatelli con cotenna e i fiocchi di prosciutto sono distribuiti<br />

ad altri salumifici, attraverso ingrossi e nei punti vendita al dettaglio. Negli ultimi anni, ottengono ottime<br />

performance anche nel canale Horeca, utilizzati sia come affettato sia come ingrediente in cucina”.<br />

rappresenta anche un valido prodotto:<br />

garantisce, infatti, un’alta resa e uno<br />

scarto esiguo. Negli ultimi anni abbiamo<br />

registrato una crescita della produzione<br />

e delle buone performance<br />

di vendita in tutta Italia, soprattutto<br />

attraverso il canale Horeca e cash &<br />

carry. Non manca la distribuzione nella<br />

Gd, dove è possibile trovare il fiocco<br />

della Valtellina anche preaffettato in<br />

vaschetta”.<br />

Il fiocco della Valtellina rappresenta un prodotto storico che nasce come alternativa ai prosciutti crudi. In Valtellina è realizzato<br />

seguendo una tradizione tramandata da generazione in generazione che lo rende una referenza prestigiosa, di qualità e ricercata.<br />

Tanto che da Confindustria Sondrio nasce un progetto per valorizzare al meglio questa tipicità. “E’ in corso d’opera un piano<br />

di lavoro per ottenere il Marchio collettivo geografico per il fiocco della Valtellina”, spiega Velda Mozart, responsabile marketing di<br />

Confindustria Sondrio. “Il Marchio collettivo geografico svolge una funzione di garanzia della qualità, della natura e dell’origine di<br />

un prodotto. Il fiocco della Valtellina rappresenta a pieno titolo un salume tipico del nostro territorio e caratteristico della produzione<br />

dei salumifici della valle. Pur essendo una specialità di nicchia, stiamo lavorando con tutti i salumifici della zona per mettere<br />

a punto un disciplinare di produzione. Questo sarà il primo passo verso un lavoro di salvaguardia e valorizzazione del prodotto<br />

tipico”. Secondo quanto riferito da Confindustria Sondrio, entro il 31 gennaio 2013 si dovrebbe ottenere il riconoscimento.


Cav. Umberto Boschi<br />

Il salumificio Cav. Umberto Boschi, azienda specializzata nella produzione dei salumi<br />

della migliore gastronomia italiana, vanta tra le proprie referenze anche il culatello. “Dieci<br />

anni fa, l’azienda ha avviato la produzione di culatello tradizionale per rispondere alle<br />

esigenze della clientela, che chiedeva un salume di qualità tipico della Bassa parmense”,<br />

esordisce Alessio Tomaselli, direttore commerciale. “Il salumificio, però, essendo situato a Felino,<br />

al di fuori del territorio abilitato alla produzione di culatello di Zibello, non può fregiare<br />

il proprio prodotto del marchio Dop. Nonostante questo, il nostro culatello è realizzato<br />

seguendo sapientemente, in ogni fase del processo di realizzazione, il disciplinare di produzione<br />

del culatello di Zibello Dop. La materia prima, acquistata in un macello di fiducia,<br />

è rigorosamente selezionata e scelta tra suini pesanti della filiera del circuito delle Dop; la<br />

lavorazione avviene in modo artigianale; la legatura è realizzata a mano; l’insacco è fatto<br />

in vescica naturale. La stagionatura, poi, richiede un tempo minimo di <strong>12</strong> mesi. L’aspetto<br />

finale è quello del tipico taglio a goccia, con una pezzatura che supera i quattro chili. Oltre<br />

alle rigorose metodologie di produzione, il nostro culatello, può contare sulla firma del<br />

salumificio Cav. Umberto Boschi, riconosciuto a livello nazionale e internazionale per la<br />

qualità, genuinità e raffinata bontà dei suoi prodotti”. L’azienda, che nel 2011 ha realizzato<br />

5mila culatelli, distribuisce questa referenza attraverso il canale Horeca, nella Gd e, in<br />

percentuale minima, anche tramite il dettaglio tradizionale, presidiando soprattutto l’area<br />

1 e 2 Nielsen. Il prodotto è presente a scaffale tutto l’anno ma le migliori performance di<br />

vendita si ottengono in concomitanza del periodo natalizio. “Dal momento che il culatello<br />

è abbastanza difficile da gestire al banco taglio e richiede professionalità e competenza<br />

da parte del banconiere, l’azienda ha scelto di intervenire sul prodotto proponendolo già<br />

sgrassato e pronto al taglio. Anche il preaffettato in vaschetta, che incide per oltre il 35%<br />

sulla nostra produzione totale del culatello, rappresenta una strategia vincente. Affettiamo<br />

solo il cuore del culatello, con una stagionatura minima di <strong>12</strong> mesi, e garantiamo al consumatore<br />

un prodotto eccezionale, tagliato nel giusto modo e sempre fresco. Con il preaffettato<br />

in vaschetta, inoltre, raggiungiamo i mercati esteri, in modo particolare Germania,<br />

Norvegia e Regno Unito”.<br />

Salumificio Ducale<br />

“Il culatello di Zibello rappresenta il fiore<br />

all’occhiello della produzione del salumificio<br />

Ducale. Viene lavorato secondo le più antiche<br />

tradizioni contadine e nell’assoluto rispetto<br />

del disciplinare Dop”, spiega Tito Tortini, socio<br />

titolare dell’azienda, insieme a Roberto<br />

Morini. “Sono ormai 50 anni che lavoriamo<br />

culatelli e la produzione è andata sempre più<br />

aumentando. Oggi realizziamo circa 3.500<br />

culatelli di Zibello Dop qui a Colorno, sulla<br />

riva del Po, nella zona tipica del culatello”. Il<br />

salumificio Ducale nasce sulla struttura di un<br />

antico macello comunale. Era, infatti, il 1958<br />

quando cinque artigiani si unirono per avviare<br />

l’attività di macellazione e trasformazione<br />

dei suini all’interno del macello comunale di<br />

Colorno. Nel corso degli anni, l’attività passa<br />

nelle mani dei figli di due soci: Tito Tortini e<br />

Roberto Morini rilevano l’attività e nel 1981<br />

scelgono di interrompere la macellazione per<br />

dedicarsi esclusivamente alla lavorazione delle<br />

carni, selezionate di persona in un macello<br />

situato nei pressi dell’azienda. “Oltre a rispettare<br />

la lavorazione tradizionale, sfruttiamo le<br />

caratteristiche strutturali del vecchio macello<br />

comunale. Costruito agli inizi del 1900, vanta<br />

infatti spessi muri costituiti da pareti di mattone<br />

pieno spesse più di 50 cm. Per cui le<br />

sue cantine rimangono fresche in modo naturale,<br />

garantendo un risultato ottimale per la<br />

stagionatura di culatelli che va dai <strong>12</strong> ai 24<br />

mesi. Il grosso delle vendite avviene nel raggio<br />

di pochi chilometri, ciò significa che il nostro<br />

prodotto è particolarmente apprezzato pro-<br />

5MILA: N° DI CULATELLI<br />

REALIZZATI NEL 2011.<br />

35%: INCIDENZA DEL CULATELLO<br />

PREAFFETTATO SULLA<br />

PRODUZIONE TOTALE.<br />

Terre Ducali<br />

Fiocco di prosciutto e culatta stagionata rappresentano<br />

due prodotti importanti nella produzione del<br />

salumificio Terre Ducali. “Negli ultimi anni la nostra<br />

azienda ha creduto particolarmente nelle potenzialità<br />

commerciali del fiocco di prosciutto, in particolare in<br />

quello in vescica legato a mano. Grande attenzione è<br />

stata riposta soprattutto nella scelta di una materia<br />

prima di ottima qualità, a partire dalla carne che deve<br />

necessariamente essere di suino italiano”, spiega Giulio<br />

Gherri, amministratore delegato dell’azienda.<br />

“Il fiocco, infatti, nasce dalla stessa coscia di suino<br />

italiano utilizzata per produrre il culatello e la culatta:<br />

una coscia originariamente destinata alla produzione<br />

di prosciutto stagionato Dop. Questo prodotto si caratterizza<br />

per la grande manualità della lavorazione,<br />

così da risultare uno dei salumi più tipici e tradizionali<br />

della nostra salumeria. Nello specifico, poi, la salagione<br />

manuale del fiocco fresco scotennato con solo sale<br />

grosso e pepe, effettuata a freddo in due volte per più<br />

di 14 giorni, conferisce al prodotto quell’inconfondibile<br />

colore rosato e un profumo unico. La posta in vescica<br />

e la legatura manuale del prodotto lo rendono un<br />

prodotto tipico dell’arte salumiera italiana. Se a ciò<br />

si aggiunge una lenta stagionatura di otto mesi nelle<br />

nostre cantine il risultato è di proporre sul mercato un<br />

gioiello unico”. La stessa cura e attenzione nel produrre<br />

prodotti di punta è riservata anche alla culatta.<br />

Che, ottenuta dalla parte migliore del prosciutto di<br />

suino pesante italiano, viene lavorata e preparata secondo<br />

la tradizione salumiera parmense.<br />

La stagionatura e le condizioni climatiche tipiche<br />

della zona di Parma, inoltre, fanno sì che il prodotto<br />

maturi lentamente e acquisisca un sapore unico e un<br />

aroma inconfondibile. “Fiocco e culatta, che insieme<br />

incidono indicativamente per il 5% sulla produzione<br />

totale, sono distribuiti soprattutto attraverso Gd e Do,<br />

in quanto si prestano più di altri alla vendita del prodotto<br />

intero o tagliato a metà in occasione di attività<br />

promozionali. Non solo. La possibilità di proporlo anche<br />

affettato a fetta mossa in vaschette preformate,<br />

con fette poste manualmente, è anche una modalità<br />

Alcuni produttori della Dop<br />

prio nel territorio in cui nasce il culatello e<br />

in cui sorgono tutti i salumifici che realizzano<br />

questa eccellenza della salumeria”. Oltre<br />

al culatello di Zibello, il salumificio Ducale è<br />

specializzato nella produzione di salame di<br />

Felino, di fiocchetto (foto) - più piccolo rispetto<br />

al culatello, con un gusto più delicato e una<br />

stagionatura di cinque o sei mesi; spalla cotta<br />

di San Secondo; Vescovo (marchio registrato),<br />

una variazione del prete, riempito con impasto<br />

di cotechino; salsiccia e carne fresca.<br />

3.500/4MILA: N° DI CULATELLI REALIZZATI IN UN ANNO.<br />

ideale per il consumatore che non dispone dell’affettatrice<br />

a casa propria. Tra l’altro, inseriamo abitualmente<br />

questi prodotti interi a metà e affettati in occasione di<br />

vendite guidate o come prodotti; sono altresì indicati<br />

per essere proposti come strenne regalo”. Se i prodotti<br />

sono molto apprezzati in Italia, non manca l’interesse<br />

da parte dei mercati esteri. E il salumificio Terre Ducali<br />

sta mettendo a punto strategie di comunicazione e<br />

di vendita anche oltre confine. “Di pari passo con lo<br />

sviluppo dell’export abbiamo inserito questi prodotti<br />

tipici come top di gamma rappresentativi della salumeria<br />

italiana. Tra i nostri obiettivi: inserire i prodotti<br />

soprattutto nel canale Horeca per tramite di distributori/importatori<br />

specializzati nella selezione delle<br />

specialità italiane”.<br />

Azienda agricola Brè del Gallo<br />

L’azienda agricola Brè del Gallo fa parte degli ‘Antichi<br />

produttori’ di culatello di Zibello: si fregia dunque<br />

del marchio esclusivo ‘coccarda rossa’, riservato<br />

alle produzioni di nicchia di 14 produttori artigiani.<br />

Situata a Fontanelle di Roccabianca (Pr), l’azienda<br />

nasce nel 2000 dall’idea di Alfredo Magnani, un<br />

grande estimatore del culatello che, seguendo una<br />

passione di famiglia, realizzava il prodotto per consumo<br />

personale o per pochi amici.<br />

Con l’inaugurazione dell’azienda,<br />

Alfredo Magnani avvia una vera<br />

e propria produzione di salumi,<br />

dove il culatello di Zibello rappresenta<br />

il prodotto principale e il<br />

fiore all’occhiello. “Realizziamo il<br />

culatello proprio come si faceva un<br />

tempo nelle campagne”, esordisce<br />

Amedeo Magnani, oggi alla guida<br />

dell’azienda insieme al fratello Fabrizio<br />

e al padre Alfredo. “L’attenzione<br />

e la cura del dettaglio nella<br />

realizzazione dei prodotti ha inizio<br />

dall’alimentazione dei suini, a base<br />

di prodotti naturali e siero di parmigiano<br />

reggiano. Nella preparazione,<br />

poi, usiamo esclusivamente sale e<br />

pepe, senza l’aggiunta di additivi. La lavorazione avviene<br />

in moderni laboratori, l’asciugatura è fatta in<br />

ambienti naturali, all’interno cioè di stanze rivolte a<br />

sud che ventiliamo aprendo le finestre a seconda<br />

della necessità. La stagionatura, infine, è particolarmente<br />

lunga (varia da <strong>12</strong> ai 24 mesi), e avviene in<br />

vecchie cantine disposte a nord”.<br />

La filosofia di produzione dell’azienda agricola<br />

Brè del Gallo è stata identificata e certificata anche<br />

dall’Associazione di tutela Slow Food. Che ha riconosciuto<br />

il salumificio come ‘produttore del presidio del<br />

culatello di Zibello’. Le caratteristiche fondamentali<br />

che hanno permesso all’azienda agricola di ottenere<br />

questo riconoscimento sono state: la qualità<br />

della carne, che deve provenire dalle pregiate cosce<br />

dei suini locali allevati con alimenti<br />

naturali; l’assenza di conservanti e<br />

additivi chimici; le tradizionali operazioni<br />

di lavorazione delle carni,<br />

svolte esclusivamente tra novembre<br />

e gennaio; l’asciugatura e la<br />

stagionatura in cantine secolari costruite<br />

in mattone; la stagionatura<br />

minima di 18 mesi. “Realizziamo<br />

all’incirca 1.300/1.500 culatello<br />

ogni anno, commercializzati per<br />

il 50% all’interno del nostro punto<br />

vendita e per il restante 50%<br />

nelle gastronomie e nei ristoranti di<br />

alto livello. Dallo scorso anno, inoltre,<br />

abbiamo iniziato ad esportare<br />

il prodotto in Francia, Germania,<br />

Olanda e Regno Unito, con grande<br />

successo”. L’azienda agricola Brè del Gallo realizza<br />

anche fiocco di culatello (un salume tradizionale realizzato<br />

dalla porzione di muscolo minore e anteriore<br />

della coscia del suino), spalla cruda di Palasone di<br />

Sissa (ricavata dall’unione del muscolo sovraspinato<br />

e sottospinato dell’arto interiore del suino), coppa,<br />

pancetta, salame e strolghino di culatello.<br />

2000: ANNO DI NASCITA DELL’AZIENDA.<br />

1.300/1.500: N° DI CULATELLI REALIZZATI OGNI ANNO.<br />

Fine<br />

33


34<br />

Novembre 20<strong>12</strong> XXXXX<br />

Riflettori sulla marca commerciale<br />

Si è svolto lo scorso 30 ottobre<br />

presso la sede di BolognaFiere, il<br />

tradizionale incontro che, ogni anno, precede<br />

Marca: la manifestazione dedicata alla<br />

private label. Che, nel 2013, si svolgerà il 16<br />

e il 17 gennaio. Intorno al tavolo dei relatori,<br />

quest’anno, si sono seduti: GianMaria<br />

Marzoli, vice presidente di SymphonyIri,<br />

Guido Cristini, professore di marketing<br />

all’Università di Parma, e Antonio Rizzi che,<br />

nello stesso ateneo, insegna industrial logistic<br />

& supply chain management. Sul fronte<br />

della distribuzione, sono state presentate le<br />

esperienze di Conad, Coop e Sigma, mentre,<br />

dal mondo dell’industria, hanno partecipato<br />

le aziende venete Esseoquattro e<br />

Pedon.<br />

La crisi dei consumi è il fil rouge degli<br />

interventi che hanno animato il seminario.<br />

Indubbiamente, la relazione di Marzoli ha<br />

catalizzato l’attenzione dei presenti. Il vice<br />

presidente di SymphonyIri, infatti, nel suo<br />

intervento ha evidenziato come il 20<strong>12</strong> è<br />

un anno che passerà alla storia: perché, per<br />

la prima volta, le vendite a quantità dell’alimentare<br />

sono in calo. “Il fatturato della<br />

grande distribuzione mostra una riduzione<br />

dell’1,5%. Il food, in questo quadro a tinte<br />

fosche, tiene. I trend positivi riguardano<br />

soprattutto i reparti del grocery e dei freschissimi.<br />

In crescita anche la marca commerciale.<br />

Che, nella Grande distribuzione,<br />

nei primi nove mesi del 20<strong>12</strong>, mostra un<br />

incremento del 7%. E la crescita tocca tutti<br />

i reparti di vendita, eccezion fatta per l’ortofrutta.<br />

Dove, comunque, la private label<br />

vanta un’incidenza del 30%”. In questa situazione,<br />

si evidenza una polarizzazione: le<br />

insegne più performanti – quelle, per intenderci,<br />

che vantano maggiore appeal agli<br />

occhi del consumatore - crescono del 4%;<br />

le altre, invece, registrano una perdita del<br />

6%. “Nel Sud Italia la contrazione è notevole:<br />

i dati mostrano una riduzione tra il<br />

3 e il 4%”, ha precisato Marzoli. Ma quali<br />

sono, in questo contesto, i canali di vendita<br />

che registrano risultati positivi? Ancora una<br />

volta, superstore e discount si confermano<br />

i due format che continuano a ottenere il<br />

consenso (e gli acquisti) dei consumatori:<br />

i primi segnano un +6%; mentre per i<br />

discount l’incremento è del 4,5%. A questi<br />

due canali, è poi necessario affiancare<br />

quello, più recente, del drugstore, che mostra<br />

un trend in crescita dell’8,5%. Segno<br />

più anche per la pressione promozionale<br />

che, ormai, si è attestata al 25%. Le insegne<br />

In scena a BolognaFiere il seminario dedicato<br />

alla private label. Aziende, distribuzione ed esperti<br />

del settore hanno evidenziato le<br />

opportunità e i rischi di questo business.<br />

distributive, in questi mesi, hanno migliorato<br />

anche l’efficienza della promozione, con<br />

uno sconto medio del 27%: “E’ chiaro che<br />

si è davanti a strategie messe a punto dai<br />

gruppi distributivi per far fronte alla concorrenza<br />

del canale discount. Ed è sempre<br />

in questa direzione che si spiega il successo<br />

registrato nella Gd dalle vendite del primo<br />

prezzo nell’offerta a marca commerciale”,<br />

ha evidenziato Marzoli. Gli ha fatto eco<br />

Giovanni Panzeri, marketing manager della<br />

marca commerciale in Conad. Che ha ribadito<br />

come, oggi, la private label rappresenti<br />

una leva importante all’interno della<br />

strategia complessiva di un’insegna. Tre, a<br />

suo avviso, sono gli obiettivi da perseguire:<br />

rafforzamento della fedeltà all’insegna;<br />

costruzione di valore e soddisfazione dei<br />

bisogni del cliente. “In questo contesto, la<br />

private label deve essere ben integrata<br />

con le politiche dell’insegna in materia di<br />

assortimento, promozioni, comunicazione<br />

e prezzo. In casa Conad, la marca commerciale,<br />

nel suo complesso, rappresenta<br />

il 54% del fatturato incrementale. Non<br />

a caso, nel 41% delle categorie la nostra<br />

marca insegna ha raggiunto la leadership.<br />

E’ a fronte di questi numeri che ci sentiamo<br />

di poter rivendicare il ruolo di vera e<br />

propria marca di mercato”, ha sottolineato<br />

con energia Panzeri. Che ha però espresso<br />

un certo scetticismo circa l’inserimento del<br />

primo prezzo nella proposta a marca commerciale<br />

Gd: “Questo posizionamento è un<br />

‘tatticismo’ per contrastare la crescita del<br />

discount. Resta inconsistente dal punto di<br />

vista strategico”. E, sempre in tema di private<br />

label, Panzeri ha evidenziato come, in<br />

un mercato molto polverizzato, come quello<br />

dell’alimentare, per un’azienda diventare<br />

copacker è un’occasione per difendere,<br />

tutelare e sviluppare le proprie produzioni.<br />

“L’importanza crescente del marchio privato<br />

avrà conseguenze forzate nei rapporti<br />

con i fornitori. Non dimentichiamo che in<br />

alcune categorie, la marca privata e il leader<br />

di mercato, insieme, rappresentano il 65%<br />

del fatturato. Inevitabilmente, quindi, si ridu-<br />

Nunzia Capriglione<br />

I NUMERI<br />

-1,5%<br />

Calo registrato dal fatturato della Gd<br />

nei primi nove mesi del 20<strong>12</strong><br />

+7%<br />

Incremento<br />

della marca commerciale nel 20<strong>12</strong><br />

+6%<br />

Incremento riportato<br />

dal canale supermercati<br />

+4,5%<br />

Incremento del canale discount<br />

+8.5%<br />

Incremento del canale drugstore<br />

25%<br />

Incidenza<br />

della pressione promozionale<br />

+18%<br />

Incremento della Pl<br />

negli utimi quattro anni<br />

cono gli spazi per altri player”. Si è spostato<br />

sul fronte del packaging e dell’importanza<br />

dello stesso, l’intervento di Fabio Bignardi,<br />

della società di design Doc, agenzia di<br />

Sigma. Che, recentemente, ha rinnovato<br />

la propria immagine, lavorando proprio su<br />

uno dei simboli che, da sempre, contraddistinguono<br />

il logo dell’insegna: la figura umana<br />

stilizzata. Elemento, che nel processo di<br />

rivisitazione, è diventato il cardine intorno<br />

al quale si è creata la nuova brand identity<br />

del marchio, al punto da eliminare dai pack<br />

dei prodotti il nome dell’insegna (caso unico<br />

nel settore), e la creazione di un tema<br />

grafico (il colpo d’ala), che torna declinato<br />

diversamente in ognuna delle tre linee di<br />

prezzo. Sempre intorno al ruolo strategico<br />

del packaging, si è sviluppato l’intervento<br />

di Silvia Ortolani, direttore commerciale<br />

dell’azienda cartotecnica Esseoquattro, il<br />

brand che lega la sua notorietà ai sacchetti<br />

Ideabrill e Scoprigusto. “Ideabrill è proprio<br />

il risultato di una sfida lanciata da Coop<br />

Lombardia”, ha esordito con entusiasmo.<br />

“Allora, l’insegna era alla ricerca di un prodotto<br />

che potesse sostituire il più tradizionale<br />

alluminio. Ideabrill si è subito rivelata<br />

la soluzione ottimale poiché risponde alle<br />

esigenze cui il pack oggi deve far fronte:<br />

migliorare la shelf-life del prodotto fresco<br />

e rispettare l’ambiente (sia con un un minor<br />

consumo di carta da parte dell’azienda,<br />

sia per la vocazione al riutilizzo, insita<br />

nel sacchetto Ideabrill). Obiettivi raggiunti,<br />

come attestano i premi Oscar dell’Imballaggio<br />

2011 e il Premio Carte 2010 per<br />

la salvaguardia dell’ambiente. Mentre la<br />

collaborazione con l’Università di Camerino<br />

ha permesso di garantire scientificamente<br />

il mantenimento della qualità del<br />

prodotto alimentare”. Analogo il percorso<br />

del sacchetto Scoprigusto, nato anch’esso<br />

per rispondere a una specifica esigenza di<br />

un’insegna che voleva sostituire il vassoio di<br />

polistirolo. La nuova edizione del rapporto<br />

annuale sulla marca commerciale, realizzato<br />

per MarcabyBolognafiere dell’università di<br />

Parma, in collaborazione con Symphony Iri,<br />

verrà proposta nella prossima edizione di<br />

Marca. Obiettivo: fornire l’analisi dell’evoluzione<br />

del mercato.<br />

Marca by BolognaFiere,<br />

rassegna dedicata alla private label,<br />

andrà in scena il 16 e 17 gennaio 2013.


PRIMO PIANO<br />

Le problematiche legate alla suinicoltura al centro di ItalPig. In scena a Cremona dal 25 al 28 ottobre.<br />

Si è svolta dal 25 al 28 ottobre, a Cremona,<br />

ItalPig, la più grande e importante manifestazione<br />

per la suinicoltura nazionale. La kermesse<br />

è andata in scena in contemporanea alla 67a edizione della<br />

Fiera internazionale del bovino da latte. Ottimi i numeri<br />

della manifestazione: oltre 336 espositori (tra cui consorzi<br />

di tutela, rivenditori di attrezzature per servizi di allevamento<br />

e anche veterinari) e ben 78.463 visitatori. Positiva,<br />

inoltre, la presenza di molti giovani imprenditori. Durante<br />

l’evento, si sono tenuti 32 convegni per approfondire lo<br />

status della filiera.<br />

In particolare sono state evidenziate le criticità e le opportunità<br />

del settore, che mostra segni di ripresa, sebbene<br />

la situazione sia ancora instabile. I principali ostacoli sono<br />

gli elevati costi di produzione e l’assenza di un’adeguata<br />

tutela dei prodotti d’eccellenza.<br />

Questa problematica è stata al centro del convegno di<br />

mercoledì 25 ottobre, dove si è presentato uno studio di<br />

Nomisma commissionato da Assosuini. Il tema dominante<br />

della conferenza è stata la posizione dei consumatori<br />

rispetto ai prosciutti venduti e acquistati in Italia. Dai dati<br />

raccolti emerge che una significativa quota di consumatori,<br />

all’incirca il 9%, ha preferito acquistare prosciutti che<br />

presentavano solo la generica definizione di “nostrano”<br />

Questioni<br />

di etichetta<br />

a discapito di prodotti Dop. Il 4,4% di acquirenti si fida<br />

della definizione “di montagna”. A differenza della denominazioni<br />

di origine, queste definizioni non certificano<br />

l’italianità del prodotto e risultano, perciò, insufficienti. Chi<br />

acquista queste referenze, è convinto, nel 76% dei casi,<br />

di consumare prosciutto di suini nazionali e stagionati in<br />

Italia. Elementi che, attualmente, rappresentano le priorità<br />

per il consumatore. Il 46,6% degli intervistati, infatti,<br />

dichiara di comprare principalmente prosciutto crudo di<br />

provenienza italiana ma solo l’11,1%, indica la presenza<br />

del marchio Dop come fattore imprescindibile. Durante il<br />

convegno è stato inoltre ricordato che circa il 65% dei suini<br />

macellati in Italia sono destinati alla categoria di origine<br />

protetta. I dati emersi mostrano però la scarsa conoscenza<br />

del consumatore rispetto a tali prodotti. Ed evidenziano<br />

la necessità di specificare in etichetta la provenienza delle<br />

carni. Esigenza avvertita anche dall’82% degli intervistati.<br />

Su questo punto insiste anche Angiola Coffinardi, presidente<br />

di Assosuini: “Il consumatore non sa che cosa acquista.<br />

Un fatto che, ovviamente, penalizza pesantemente<br />

chi produce alimenti di alta qualità. Per questo occorrono,<br />

prima di tutto, precise regole per l’etichettatura”.<br />

Silvia Bezzi<br />

Novembre 20<strong>12</strong><br />

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36<br />

Novembre 20<strong>12</strong><br />

DRAGONI D’<br />

Cresce l’appeal dei prodotti di casa nostra tra i consumatori cinesi.<br />

Più di 200 i brand presenti. E c’è ancora spazio per crescere.<br />

Milano e Napoli sono state le due tappe del programma<br />

di incoming organizzato lo scorso ottobre<br />

dall’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione<br />

delle imprese italiane (ex Ice) rivolto a <strong>12</strong> buyer cinesi. Gli<br />

operatori, che per quattro giorni hanno incontrato gli esponenti<br />

dell’industria alimentare italiana, erano rappresentanti sia di alcune<br />

importanti insegne distributive locali, sia di note società di importazione.<br />

“Non dimentichiamo che, oggi, l’export del Made in Italy<br />

verso la Cina vale 1,54 miliardi di dollari. Un dato che, nell’ultimo<br />

biennio, si è mantenuto stabile”, spiega un entusiasta Antonino<br />

Laspina, direttore dell’ufficio Ice a Pechino, nonché coordinatore<br />

della rete Ice in Cina. In questo risultato, anche all’alimentare spetta<br />

la sua parte. “I dati, relativi allo scorso agosto, mostrano incrementi<br />

a doppia cifra per il beverage (+21,86%) e nell’ordine del 100%<br />

per alcuni prodotti, come quelli da forno e gli oli, che sono entrati<br />

nel mercato cinese solo nel corso dell’ultimo anno. Si è davanti a<br />

risultati che superano anche le aspettative più realistiche. Certo, si<br />

parla, ovviamente, di numeri contenuti: siamo in una fase di crescita<br />

e non di consolidamento”.<br />

Ma allora in Cina c’è davvero spazio per il food Made in Italy?<br />

Indubbiamente. Non solo c’è spazio, ma già oggi l’offerta è degna<br />

di nota: quando si parla di alimentare italiano in Cina, si fa<br />

riferimento a 200 diverse cantine di vini, dieci diversi brand nel<br />

comparto delle acque minerali. Buona anche l’offerta nel settore<br />

del caffè, con sette marchi, in quello dei pomodori pelati e dell’aceto,<br />

entrambi con cinque brand. Mentre sia per i prodotti da forno<br />

che per gli oli si parla di dieci marchi, mentre vanta 15 marchi<br />

l’offerta della pasta.<br />

Qual è il target di riferimento per l’italian food?<br />

Indubbiamente si sta parlando della fascia di popolazione che<br />

vanta un reddito medio alto: manager che hanno vissuto per un<br />

certo periodo di tempo nel Vecchio Continente, nonché stranieri,<br />

italiani inclusi, che vivono in Cina. Ci sono comunque diversi elementi<br />

che hanno contribuito all’ingresso del prodotto italiano nel<br />

Paese.<br />

Vediamoli da vicino.<br />

Il mondo della moda sta influenzando molto anche le abitudini<br />

alimentari. E, di conseguenza, l’ingresso del cibo estero in Cina. Chi<br />

visita l’Italia per ragioni legate al fashion, inevitabilmente entra in<br />

contatto con l’agroalimentare. Quindi, quando torna a casa, cerca i<br />

prodotti che ha degustato nel nostro Paese. Non a caso, i prodotti<br />

da forno, con i biscotti da pasticceria secca in prima linea, sono<br />

quelli che, più facilmente, si trovano nelle case dei cinesi. Un altro<br />

fenomeno che agevola la diffusione del Made in Italy è rappresentato<br />

dal target dei kids, con un’età compresa tra i sei e i dieci anni.<br />

Un fascia di età che ama molto gli spaghetti. Infine, un altro aspetto<br />

Antonino Laspina, direttore dell’ufficio Ice a Pechino<br />

importante è rappresentato dal livello di sicurezza dei prodotti<br />

italiani.<br />

Effettivamente, abbiamo molto da dire in merito.<br />

Certo. Ed è proprio su questo elemento che, come Agenzia<br />

per lo sviluppo e la promozione, abbiamo lavorato molto. Nel<br />

corso di diversi incontri con gli operatori locali, è stato più volte<br />

sottolineato che la qualità del prodotto italiano è confermata dal<br />

successo che il cibo Made in Italy registra in tutto il mondo: dagli<br />

Stati Uniti al Brasile, dalla Russia all’Australia. Per citare solo alcuni<br />

esempi.<br />

L’ingresso in Cina di prodotti esteri è sottoposto a diverse<br />

barriere sanitarie…<br />

Esatto. Sebbene possa sembrare un paradosso, sul fronte<br />

dell’import la Cina è rigorosissima. Oltre al rispetto di precise procedure<br />

sanitarie, è necessario importare prodotti con un packaging<br />

adeguato al mercato locale. Ad esempio, è fondamentale che<br />

le etichette riportino il nome dell’importatore. Perché le autorità<br />

locali si rivolgono a questo operatore nel caso di particolari<br />

problematiche. Questi sono fattori da considerare perché molto<br />

spesso le imprese italiane assimilano la Cina ad altri mercati più<br />

semplici, ma questo è un atteggiamento scorretto.<br />

Oltre ai prodotti da forno, quali sono le possibilità per prodotti<br />

come i salumi e i formaggi?<br />

Per quel che riguarda i salumi, attualmente in Cina sono am-<br />

EXPORT<br />

di Nunzia Capriglione<br />

messi solo i prosciutti di Parma e di San Daniele Dop realizzati da<br />

salumifici che vantano la certificazione della quarantena cinese. Sul<br />

fronte dei formaggi, invece, è necessario sfatare il mito che vede<br />

questa tipologia di prodotto esclusa dal mercato cinese. Non è<br />

vero che è vietata l’importazione dei formaggi, ma anche in questo<br />

caso sono necessarie alcune certificazioni sanitarie specifiche. In<br />

questo caso, non è scorretto paragonare la Cina con l’India.<br />

Quali sono gli aspetti che i produttori italiani dovrebbero migliorare<br />

per rafforzare la loro presenza nel Paese?<br />

In Cina, l’appeal del prodotto italiano è elevato. Come accennato,<br />

per importare il prodotto la prassi burocratica da seguire è<br />

molto lunga. Quindi, se l’importatore locale è disposto a seguire<br />

tutto l’iter richiesto significa che sa che il brand italiano è anche un<br />

elemento di prestigio per la propria offerta. Purtroppo le aziende<br />

italiane a volte approcciano in modo non adeguato il mercato<br />

cinese. Notiamo, infatti, che spesso la strategia commerciale non<br />

è accompagnata da un intenso programma di promozione nei<br />

punti vendita. Quest’ultimo è un elemento fondamentale, anzi imprescindibile,<br />

per avvicinare e far conoscere il prodotto italiano al<br />

consumatore cinese. Ad esempio, nel comparto della pasta non<br />

si è verificato un vero e proprio boom proprio perché non è mai<br />

stata organizzata un’attività promozionale impattante.<br />

Se non sbaglio, proprio in concomitanza degli incontri dedicati<br />

alla Cina, in scena a Milano e a Napoli, in alcuni punti vendita<br />

delle insegne coinvolte nell’iniziativa, si sono svolte delle dimostrazioni?<br />

Esatto. In alcune superfici di vendita sono state organizzate delle<br />

in store promotion in cui, ad esempio, si è spiegato ai consumatori<br />

come si può abbinare il formaggio con il pane. Oppure, si è<br />

focalizzata l’attenzione dei clienti sul tiramisù, il dolce italiano più<br />

noto a livello mondiale. Sono quindi state create delle aree in cui<br />

alcune promoter mostravano come utilizzare i savoiardi, il caffè e<br />

il mascarpone per creare il prodotto finito. Non dimentichiamo<br />

che, il più delle volte, siamo davanti ad alimenti molto lontani dalla<br />

cultura e dalla tradizione gastronomica del Paese. E’ dunque fondamentale<br />

mostrare sia come si cucinano singolarmente, sia quali<br />

sono gli abbinamenti migliori.<br />

Ma generalmente, nelle grandi superfici trovano posto i prodotti<br />

italiani?<br />

In Cina oltre alle insegne locali sono presenti le più grandi realtà<br />

distributive europee. Penso a nomi come Metro e Carrefour.<br />

Comunque, in entrambi i casi l’assortimento annovera i prodotti<br />

internazionali, inclusi quelli italiani. Ripeto, il problema principale è<br />

fare <strong>info</strong>rmazione e formazione, coinvolgendo i consumatori. Ad<br />

esempio, in occasione delle Olimpiadi era stata ideata un’importante<br />

operazione di questo tipo con Metro Cash&Carry. Che aveva<br />

portato risultato importanti.


ITALIA<br />

L’IMPORT IN CINA - SALUMI - IMPORTAZIONI 2009-2011<br />

Paese 2009 2010 2011 Variazione 11/10<br />

1 Usa 0,693 1,157 1,388 20,00%<br />

2 Paesi Bassi 0,164 0,250 0,341 36,25%<br />

3 Italia 0,175 0,<strong>12</strong>5 0,226 81,02%<br />

4 Spagna 0,066 0,216 0,191 -11,59%<br />

5 Australia 0,058 0,067 0,091 36,49%<br />

I MARCHI ITALIANI SETTORE PER SETTORE<br />

Vini: 200 Caffè: 7<br />

Pasta: 15 Sottoli e sottaceti: 6<br />

Prodotti da forno: 10 Pomodori pelati: 5<br />

Olio: 10 Aceto: 5<br />

Acque minerali: 10<br />

(in milioni di dollari Usa)<br />

Fonte: China Custom Statistics<br />

Fonte: Ufficio Ice Cina<br />

Novembre 20<strong>12</strong><br />

LE INSEGNE LOCALI<br />

Nel corso della tappa milanese del programma di incoming dedicato<br />

ai buyer cinesi, Salumi & Consumi ha incontrato i rappresentati<br />

di due importanti gruppi locali, Olè e Jenny Lou’s, ai quali è stato<br />

chiesto di illustrare le loro strategie in materia di italian food.<br />

Gruppo Olè<br />

Anita P.M. Ng, purchasing controller<br />

La storia dell’insegna Olè è una storia<br />

giovane: il primo punto vendita, infatti,<br />

ha aperto i battenti il 9 dicembre del<br />

2004. Ma la realtà aziendale di cui<br />

fa parte il gruppo è ben radicata sul<br />

territorio. Si parla infatti di Vanguard<br />

Group, un vero e proprio gigante della<br />

distribuzione, con 4mila punti vendita e<br />

200mila addetti. Oggi, sono 28 i supermercati<br />

Olè situati in centri come Pechino,<br />

Shangai, Shenzhen, Hangzhou,<br />

Ningbo, Shenyang, Guangzhou,<br />

Chongqing, Chengdu e Jinan. “Attualmente,<br />

i prodotti italiani sono presenti<br />

nell’assortimento di 19 di questi<br />

supermercati”, spiega Anita P.M. Ng,<br />

purchasing controller dell’insegna. “Nel<br />

corso di questi giorni in Italia, vogliamo<br />

incontrare soprattutto produttori di pasta,<br />

olio di oliva, conserve e prodotti da<br />

forno. Perché sono queste le referenze<br />

sempre più richieste dai consumatori<br />

cinesi”. E, proprio in merito al pubblico<br />

del Paese asiatico, il sentiment del purchasing<br />

controller è positivo: “I consumatori<br />

cinesi stanno cambiando molto.<br />

• 2004: anno di nascita<br />

• 28: numero di punti vendita<br />

• 1%: incidenza del fatturato Olè sul giro d’affari del China<br />

resources Vanguard Group che conta 4mila punti vendita<br />

Jenny Lou’s/Glory world<br />

Gloria Lu, general manager<br />

Anita P.M.<br />

Il loro reddito è in crescita, cercano nuovi<br />

prodotti alimentari, sono aperti alle<br />

culture e alle tradizioni straniere. Tra cui<br />

anche quella italiana”. Anita P.M. Ng<br />

mostra di essere molto netta anche in<br />

merito ai plus che un’azienda italiana, e<br />

le sue produzioni, devono vantare qualora<br />

fosse interessata ad intraprendere<br />

una relazione di business con l’insegna<br />

Olè: “La qualità del prodotto, il miglior<br />

prezzo e il sostegno in termini di promozione<br />

sono tre fattori fondamentali per la<br />

nostra società”.<br />

Glory world è la società fondata da Gloria Lu, nel 2011. Gloria Lu è figlia<br />

d’arte: suo padre, infatti, è il fondatore dell’insegna Jenny Lou’s. Che, almeno<br />

per il momento, è il principale cliente di Glory world, società che ha<br />

nell’importazione di prodotti alimentari il suo core business. “Attualmente, i<br />

punti vendita Jenny Lou’s sono tutti situati a Pechino. Un elemento contraddistingue<br />

questi supermercati: l’80% del loro assortimento è costituito da<br />

prodotti alimentari stranieri. I supermercati, infatti, sono situati in aree in cui<br />

la presenza di cittadini esteri è molto elevata”, spiega Gloria Lu. “In questa<br />

offerta un posto importante spetta all’alimentare italiano. Siamo orgogliosi<br />

di poter affermare che, nelle nostre superfici di vendita, sono disponibili<br />

molti dei marchi presenti nei più importanti supermercati italiani”. Anche<br />

per Jenny Lou’s, biscotti, cioccolato, ma anche vino, pasta, formaggi sono<br />

alcuni dei prodotti italiani più interessanti. La partnership tra Glory world<br />

e l’insegna distributiva nasce con un obiettivo preciso: “Indubbiamente,<br />

grazie alla nostra società siamo riusciti ad accorciare la filiera. E a ridurre i<br />

nostri costi. Inoltre, possiamo monitorare ancora meglio il livello qualitativo<br />

delle produzioni, intervenendo anche nella selezione delle aziende fornitrici.<br />

Il nostro obbiettivo, comunque, è incrementare il nostro parco clienti e<br />

raggiungere anche altre importanti aree del Paese. Attualmente, infatti, già<br />

vantiamo un efficace magazzino centrale che ci consente di consegnare<br />

la merce in tempi brevi”.<br />

• 10: i punti vendita, tutti situati a Pechino<br />

• 80%: quota dei prodotti esteri sull’assortimento complessivo<br />

37


38<br />

Novembre 20<strong>12</strong> L’EVENTO<br />

Salumi in villa:<br />

il format è vincente<br />

Grande successo per la manifestazione<br />

di Mogliano Veneto (TV). In mostra prodotti<br />

realizzati a “regola d’arte”.<br />

I salumi fanno bene. Basta che<br />

siano buoni e prodotti “a regola<br />

d’arte”. E’ lo slogan dell’associazione Guru<br />

del Gusto che, per il secondo anno, ha organizzato<br />

una kermesse di tre giorni nella<br />

suggestiva cornice di Villa Braida, a Mogliano<br />

Veneto (TV). Produttori artigianali, chef,<br />

gourmet e selezionatori hanno partecipato<br />

all’iniziativa, che ha offerto ai visitatori numerose<br />

opportunità: degustare e acquistare<br />

prodotti di alta qualità, partecipare a laboratori<br />

con produttori, ammirare le affettatrici<br />

storiche firmate Berkel.<br />

Abbiamo scambiato qualche osservazione<br />

con Alberto Marcomini, affinatore di formaggi<br />

e giornalista, uno degli organizzatori<br />

dell’evento.<br />

Quando è nata l’idea di Salumi in Villa?<br />

L’idea è molto semplice ed è nata quasi<br />

per scherzo. In questi anni, salumi e formaggi<br />

sono stati criminalizzati. Abbiamo dunque<br />

pensato a quest’iniziativa per promuovere il<br />

salame “che fa bene”, quello senza conservanti<br />

e additivi.<br />

L’affluenza è stata molto buona, ma i visitatori<br />

sono solo privati?<br />

No. Il terzo giorno ha visto la presenza<br />

quasi esclusiva di addetti ai lavori molto attenti,<br />

che hanno già avviato contatti operativi.<br />

Parlo di operatori della ristorazione e di<br />

negozi specializzati.<br />

Sul bollettino dell’evento leggo un suo<br />

apprezzamento del ministro Catania...<br />

E’ un agronomo, ed è il primo capo di<br />

gabinetto ad aver sostenuto l’idea di dar<br />

spazio ai giovani per rilanciare l’agricoltura.<br />

Alberto Marcomini<br />

E questo attraverso il recupero di territori<br />

cementificati da riconsegnare all’agricoltura.<br />

Ricordo che agricoltura e turismo, assieme<br />

all’arte, sono le ultime risorse a disposizione<br />

dell’Italia.<br />

Il suo giudizio rimane positivo anche riguardo<br />

l’articolo 62?<br />

Sono trent’anni che in Francia hanno una<br />

legge così. Ben venga. Anche se temo che,<br />

da buoni italiani, troveranno sempre un<br />

modo per non pagare.<br />

Salumi in Villa è giunto alla seconda edizione.<br />

Avremo anche la terza?<br />

Sì. Anche Formaggi in Villa viene confermata.<br />

Inoltre, abbiamo esportato questo<br />

format. Abbiamo organizzato due manifestazioni<br />

a San Pietroburgo e vorremo riproporla<br />

anche in altre piazze. L’estero ha<br />

sete di conoscenza e vuole sapere chi fa il<br />

salame. Senza imbrogliare.<br />

La presenza di Esseoquattro<br />

“Questa tre giorni è un vero punto di incontro<br />

delle eccellenze italiane”: questo il<br />

commento di Silvia Ortolani, direttore commerciale<br />

di Esseoquattro. Particolarmente<br />

orgogliosa nel vedere tutti gli espositori<br />

che hanno presentato i loro prodotti confezionati<br />

negli esclusivi imballaggi Scoprigusto<br />

e Salvafreschezza Ideabrill ideati per<br />

l’occasione (vedi foto).<br />

“Abbiamo riscontrato tantissima affluenza,<br />

soprattutto veneta, durante questa tre<br />

giorni. I produttori presenti, in gran parte<br />

salumifici artigianali, hanno apprezzato<br />

l’opportunità di utilizzare Ideabrill, e hanno<br />

compreso la sua utilità sia nel banco<br />

assistito che nel libero servizio. A nostro<br />

avviso, il packaging firmato Esseoquattro<br />

non deve essere considerato un costo,<br />

ma un valore aggiunto al prodotto che<br />

contiene. Per presentarlo, per comunicare<br />

l’azienda, per rispettare il concetto di ecocompatibilità”.<br />

Da qualche tempo, la linea Ideabrill si è<br />

arricchita del nuovo Scoprigusto, un sacchetto<br />

caratterizzato da una banda trasparente<br />

che mostra il contenuto. Ideale per<br />

i formaggi al libero servizio, in quanto<br />

riduce drasticamente lo spazio occupato<br />

in tutta la filiera e facilita il riutilizzo del<br />

prodotto a casa per il consumatore. Non<br />

solo, si può impiegare anche per dare un<br />

valore aggiunto ai prodotti (come i salumi),<br />

confezionati sottovuoto. Commenta Silvia<br />

Ortolani: “Il rischio del sottovuoto, a livello<br />

di pack, è quello di dare un’immagine<br />

industriale non adatta a quei prodotti che<br />

fanno dell’artigianalità un tratto distintivo.<br />

Ecco allora che presentare il sottovuoto<br />

inserito in uno Scoprigusto che mette in<br />

risalto il contenuto diventa una scelta intel-<br />

DIRE. FARE. MANGIARE.<br />

ALIMENTANDO<br />

IL QUOTIDIANO DEL SETTORE ALIMENTARE<br />

www.<strong>alimentando</strong>.<strong>info</strong><br />

ligente. Inoltre, questo sacchetto si presenta<br />

al consumatore come il mezzo ideale<br />

per conservare il prodotto dopo l’apertura<br />

del sottovuoto. Per non parlare dell’ormai<br />

consolidata possibilità di comunicare attraverso<br />

un pack che rimane per giorni nei<br />

frigoriferi dei consumatori”.<br />

L’evento di Mogliano Veneto è stata l’opportunità<br />

anche per far conoscere ai<br />

produttori locali il distributore di zona,<br />

Dalla Giustina. Marco Dalla Giustina<br />

così commenta l’iniziativa: “Il bilancio di<br />

quest’evento è per noi positivo. L’affluenza<br />

è stata superiore alle aspettative, soprattutto<br />

la domenica nonostante la pioggia. Abbiamo<br />

avuto parecchi contatti di produttori<br />

locali. E’ soltanto da giugno che collaboro<br />

con SO4 e devo ammettere che i suoi<br />

prodotti mi hanno dato una marcia in più:<br />

sono innovativi e attraggono l’attenzione<br />

dei nostri interlocutori. Inoltre, da un punto<br />

di vista commerciale, hanno un ulteriore<br />

vantaggio: il brevetto”<br />

NEW


PRIMO PIANO<br />

“Banco Alimentare:<br />

aiutateci ad aiutare”<br />

E’ l’invito rivolto ad aziende<br />

e distribuzione. In vista<br />

della Giornata nazionale<br />

della colletta alimentare.<br />

Grazie al loro sostegno,<br />

la Fondazione,<br />

ogni anno, può supportare,<br />

indirettamente, 1.700.000<br />

persone indigenti.<br />

Le eccedenze<br />

recuperate nel 2011,<br />

fonte per fonte<br />

(tonnellate)<br />

41.070<br />

AGEA<br />

10.020<br />

INDUSTRIE AGROALIMENTARI<br />

3.940<br />

ORTOFRUTTA<br />

3.000<br />

GDO<br />

360<br />

RISTORAZIONE ORGANIZZATA<br />

TOTALE<br />

58.390<br />

Volontari al lavoro per la Giornata nazionale della colletta alimentare<br />

“Aiutare chi aiuta. E’ questo il<br />

nostro motto”, esordisce così<br />

Gianluigi Valerin, presidente<br />

dell’Associazione Banco Alimentare<br />

Lombardia. E precisa: “La mission<br />

della Fondazione Banco Alimentare onlus è<br />

semplicissima: raccogliere le eccedenze alimentari<br />

di aziende e supermercati, per distribuirle<br />

a chi ne ha bisogno. In sintesi, non<br />

ci sostituiamo alle realtà caritative presenti<br />

sul territorio. Ma le aiutiamo a svolgere la<br />

loro attività”. E i numeri mostrano che non<br />

sono poche le realtà caritative e le associazioni<br />

che, in questi anni, grazie anche all’impegno<br />

di una onlus come il Banco Alimentare,<br />

hanno potuto continuare ad assistere<br />

chi, in Italia, vive in condizioni di povertà.<br />

“Nel 2011 la fondazione Banco Alimentare<br />

ha raccolto ben 58.390 tonnellate di prodotto,<br />

distribuite a 8.673 strutture caritative.<br />

Che, a loro volta, hanno consegnato<br />

questi prodotti a 1.700.000 persone bisognose.<br />

Risultati possibili grazie al coinvolgimento<br />

di ben 1.500 volontari, a cui si devono<br />

affiancare le 118 persone che lavorano<br />

per la Fondazione Banco Alimentare”. Sul<br />

fronte dei quantitativi raccolti, vale la pena<br />

ricordare che, lo scorso anno, ben 9.600<br />

tonnellate di prodotti alimentari sono stati<br />

il frutto della Giornata nazionale della<br />

colletta alimentare. Che, quest’anno, va in<br />

scena il prossimo 24 novembre. E, anche<br />

per questo evento, si è davanti a numeri<br />

‘mozzafiato’: 9mila punti vendita coinvolti, 5<br />

milioni di italiani che hanno destinato parte<br />

della loro spesa all’iniziativa, <strong>12</strong>0mila volon-<br />

tari impegnati. Numeri significativi, soprattutto<br />

se si considera il contesto economico<br />

nazionale. “Solo in Lombardia il numero di<br />

persone bisognose, nel 2011, ha raggiunto<br />

le 200mila unità. Lo scorso anno, in questa<br />

regione, sono state raccolte dall’Associazione<br />

Banco Alimentare <strong>12</strong>mila tonnellate<br />

di generi alimentari, distribuite a 1.300<br />

strutture caritative”.<br />

E’ evidente che, oltre alla Giornata nazionale<br />

della colletta alimentare, l’opera del<br />

Banco Alimentare, a livello nazionale, può<br />

proseguire grazie anche al coinvolgimento<br />

di aziende del comparto agroalimentare,<br />

della Grande distribuzione organizzata e<br />

della ristorazione. “Un contributo importante<br />

proviene dall’Agea, l’Agenzia per le<br />

erogazioni in agricoltura. Si parla, infatti, di<br />

oltre 41mila tonnellate. A questo ente si<br />

affiancano aziende e distribuzione da cui riceviamo<br />

un’ampia varietà di alimentari: dal<br />

prodotto confezionato, come pasta, biscotti,<br />

scatolame, conserve, a quello fresco. Nel<br />

2011, ad esempio, abbiamo raccolto poco<br />

meno di 4mila tonnellate di ortofrutta. La<br />

nostra struttura, infatti, ci consente di conservare<br />

in modo ottimale anche referenze<br />

di questo genere, grazie alla presenza di<br />

celle frigorifere e di attrezzature adeguate<br />

per lo spostamento di queste merceologie.<br />

Non manca poi la formazione rivolta ai volontari<br />

delle varie strutture caritative che<br />

serviamo, per far si che il ritiro dei prodotti<br />

dai punti vendita, piuttosto che dalle aziende,<br />

avvenga in modo adeguato, così da<br />

mantenerne inalterata la qualità. E’ grazie<br />

A destra: Gianluigi Valerin,<br />

presidente del Banco Alimentare<br />

lombardo<br />

ORGANIZZAZIONI (LOCALI) BANCO ALIMENTARE<br />

DIPENDENTI E COLLABORATORI<br />

Novembre 20<strong>12</strong><br />

a questi accorgimenti, che oggi riusciamo<br />

a garantire alle strutture caritative che serviamo<br />

e, di conseguenza, alle persone bisognose,<br />

un’offerta che sia adeguata anche<br />

dal punto di vista nutrizionale. Non solo.<br />

Grazie alla collaborazione con la ristorazione,<br />

nel 2011 a Milano sono state raccolte<br />

un milione e 300mila porzioni che sono<br />

state inviate alle mense di solidarietà”. Sul<br />

fronte delle industrie dell’agroalimentare e<br />

della Grande distribuzione organizzata, nel<br />

2011 il coinvolgimento delle prime ha donato<br />

ben 10.020 tonnellate di eccedenze.<br />

Mentre le 15 catene della Gdo, con le quali<br />

la Fondazione Banco Alimentare collabora,<br />

hanno invece, donato 3mila tonnellate di<br />

prodotto. Nonostante questi risultati, però,<br />

c’è ancora spazio per nuove realtà della distribuzione<br />

e della produzione. “Le formule<br />

di collaborazione sono molteplici. Nell’ambito<br />

della responsabilità sociale di impresa<br />

esistono diverse modalità per poter<br />

contribuire all’opera svolta dalla rete Banco<br />

Alimentare: in alcuni casi, ad esempio,<br />

sono state organizzate delle vere e proprie<br />

giornate di solidarietà che hanno portato<br />

nei nostri magazzini i dipendenti di alcune<br />

aziende. Si possono realizzare attività di comarketing<br />

e, soprattutto, si possono offrire<br />

le eccedenze alimentari: grazie alla nostra<br />

struttura siamo in grado di ritirare direttamente<br />

la merce dai magazzini dell’azienda<br />

piuttosto che dalla piattaforma dell’insegna<br />

distributiva”.<br />

Nunzia Capriglione<br />

La rete sul territorio<br />

21<br />

VOLONTARI 1.500<br />

118<br />

STRUTTURE BENEFICIARIE 8.673<br />

PERSONE BISOGNOSE ASSISTITE (ATTRAVERSO LE STRUTTURE BENEFICIARIE) 1.700.000<br />

39


40<br />

Novembre 20<strong>12</strong><br />

Prosciutto cotto superbo - Bonazza<br />

Breve descrizione prodotto<br />

Coscia di suino disossata e rifilata, salata in salamoia,<br />

massaggiata, cotta a vapore, confezionata<br />

e pastorizzata.<br />

Ingredienti<br />

Coscia di suino (78%), acqua, sale, destrosio,<br />

proteine del latte, lattosio, aromi. Addensanti:<br />

E1420, E407. Antiossidante: E301. Conservante:<br />

E250.<br />

Peso medio/pezzature<br />

9 Kg circa.<br />

Caratteristiche<br />

Dal caratteristico colore rosa, il prosciutto ha<br />

un gradevole profumo ed è caratterizzato da<br />

un sapore fragrante.<br />

Confezionamento<br />

Confezionato in sacco litografato. Mantenere<br />

a 2/4°C.<br />

Tempi di scadenza<br />

90 gg dalla data di consegna.<br />

I Salamillos<br />

www.terreducali.it<br />

Breve descrizione prodotto<br />

Questi nuovi piccoli salami sono ottenuti con<br />

carne di culatello, molto pregiata e magra. Ideali<br />

per gli aperitivi vengono proposti in quattro versioni,<br />

ciascuna con una particolare e inconfondibile<br />

caratteristica: il ‘classico’ dal sapore dolce e<br />

delicato, ‘al parmigiano reggiano Dop’ dal gusto<br />

ricco, ‘alle olive’ dall’aroma invitante e insolito, ‘al<br />

peperoncino’ dal sapore deciso e stuzzicante.<br />

Nell’ambito della recente fiera Sial di Parigi, i<br />

Salamillos sono stati premiati con il ‘Sial innovation’:<br />

riconoscimento che premia i prodotti che<br />

si sono distinti per il carattere innovativo e il beneficio<br />

apportato al consumatore.<br />

Ingredienti<br />

Carne di suino italiano, sale, spezie, aromi naturali.<br />

Zuccheri: destrosio, saccarosio. Antiossidante:<br />

ascorbato di sodio. Conservanti: nitrato di potassio,<br />

nitrito di sodio. Senza glutine. Inoltre, la<br />

versione alle olive contiene olive sbriciolate; la<br />

versione al peperoncino contiene peperoncino<br />

piccante sbriciolato; la versione al parmigiano<br />

reggiano contiene il 10% minimo di scaglie di<br />

parmigiano reggiano Dop (latte, sale, caglio).<br />

Peso medio/pezzature<br />

Peso fisso 100 g.<br />

Caratteristiche<br />

Abbinati ai tipici taralli e accompagnati da un bicchiere<br />

rock di spritz sono ideali per un happy<br />

hour tra amici.<br />

Confezionamento<br />

Busta in atmosfera protetta.<br />

Tempi di scadenza<br />

30 gg.<br />

Salame Milano<br />

www.salumificiobrugnolo.it<br />

Breve descrizione prodotto<br />

Il salame Milano si ottiene da carni suine selezionate<br />

e macinate “a grana di riso”, una particolarità<br />

che lo distingue da tutte le altre produzioni<br />

nazionali. L’impasto è insaporito con<br />

sale e alcuni aromi per esaltare il sapore dolce<br />

e delicato della carne stagionata. E’ disponibile<br />

in diverse pezzature da 2,5 Kg e 1,5 Kg in cui<br />

il diametro della fetta risulta pari a 10 cm circa<br />

nel primo e pari a 7 cm nel secondo caso.<br />

Ingredienti<br />

Carne di suino, sale, destrosio, aromi, spezie.<br />

Antiossidante: E301. Conservante: E250 -<br />

E252. Non contiene glutine né derivati del<br />

latte. No Ogm.<br />

Peso medio/pezzature<br />

0,750 Kg; 1,50 Kg, 3,00 Kg.<br />

Caratteristiche<br />

Disponibile nel formato gigante e medio.<br />

Confezionamento<br />

5 – 10 – 16 – 32 pezzi per cartone.<br />

Tempi di scadenza<br />

Da 90 a 180 gg.<br />

Salsiccia cotta ‘Scarlino in tavola’<br />

www.scarlino.it<br />

Breve descrizione prodotto<br />

La salsiccia cotta ‘Scarlino in tavola’ – subito pronta<br />

in tre minuti – è un prodotto senza pelle che<br />

trova nella velocità e nella facilità di preparazione<br />

i suoi punti di forza, e lo fanno risultare adatto sia<br />

a un consumo familiare che per il mondo Horeca.<br />

A differenza della salsiccia fresca, non rilascia<br />

grassi o acqua in fase di preparazione, per cui<br />

mantiene il peso effettivo fino al momento del<br />

suo consumo. Particolarmente alto è il livello<br />

qualitativo della ricetta, di puro suino, sia nel gusto<br />

classico, sia in quello piccante, senza glutine<br />

(con spiga barrata), senza derivati del latte e senza<br />

polifosfati aggiunti.<br />

Ingredienti<br />

Salsiccia cotta dolce: carni di suino 82%, acqua,<br />

sale, destrosio, saccarosio, aromi, spezie. Stabilizzanti:<br />

E450, E451. Antiossidante: ascorbato di<br />

sodio. Conservante: nitrito di sodio.<br />

Salsiccia cotta piccante: carni di suino 82%, acqua,<br />

sale, destrosio, saccarosio, paprika, aromi, spezie.<br />

Stabilizzanti: E450, E451. Antiossidante: ascorbato<br />

di sodio. Conservante: nitrito di sodio.<br />

Peso medio/pezzature<br />

Cinque pezzi 200 g per entrambi i gusti. Tre pezzi<br />

250 g per entrambi i gusti.<br />

Confezionamento<br />

Cartone espositore da 16 confezioni per entrambe<br />

le pezzature.<br />

Tempi di scadenza<br />

Tmc 90 gg.<br />

Affettati – Linea classica<br />

www.felinese.it<br />

Breve descrizione prodotto<br />

La Linea classica rappresenta la migliore salumeria<br />

italiana affettata e confezionata in<br />

vaschetta a peso fisso. L’assortimento è completo:<br />

comprende referenze stagionate e cotte<br />

e prodotti Igp. La disposizione ‘mossa’ delle<br />

fette assicura un’elevata percezione qualitativa<br />

del prodotto. Il formato, la varietà e la ridotta<br />

battuta di cassa favoriscono acquisti multipli e<br />

ripetuti. Sono questi i fattori vincenti per una<br />

linea dall’elevata rotazione a scaffale.<br />

Peso medio/pezzature<br />

50/70/80 g.<br />

Caratteristiche<br />

I prodotti della linea sono senza glutine, senza<br />

lattosio, senza proteine del latte. Si distinguono,<br />

inoltre, per l’assenza di Ogm e loro derivati.<br />

Confezionamento<br />

Vaschette termoformate in atmosfera protettiva.<br />

Tempi di scadenza<br />

60 gg (per i prodotti stagionati); 30 gg (per i<br />

prodotti cotti).<br />

Mortadella Due torri ‘Storica’<br />

www. alcisa.com<br />

Breve descrizione prodotto<br />

L’idea, che Alcisa ha fatto propria, nasce intorno<br />

al 1300 a Bologna quando si raccontava che i<br />

“frates gaudentes” nel convento dell’osservanza<br />

producessero, per importanti committenti, una<br />

mortadella insuperabile per profumo e appetitosità.<br />

Il segreto stava nell’avvolgere la mortadella,<br />

prima della cottura, in un sacco di tela iuta che<br />

contribuiva a intrappolare il gusto e le fragranze<br />

che si sprigionavano intatte al suo consumo. Alcisa<br />

ha riscoperto questo sistema rielaborandolo<br />

in funzione della propria pluriennale esperienza,<br />

ottenendo una mortadella dalle caratteristiche<br />

insuperabili. I ripetuti test effettuati hanno confermato<br />

le aspettative, e ora Alcisa è pronta a offrire<br />

alla clientela e ai consumatori una mortadella<br />

d’eccellenza, unica nel mercato per armonia di<br />

gusto e qualità. ‘Storica’, è la prima e unica mortadella<br />

cotta in tela iuta e prodotta con l’uso esclusivo<br />

di spalla sgrassata e guanciale provenienti da<br />

suini italiani. La ricetta Gold Quality non prevede<br />

l’impiego di: polifosfati, glutammato, proteine del<br />

latte, trippini, zucchero e lattosio. Il prodotto è<br />

presente nel prontuario dell’Associazione italiana<br />

celiachia.<br />

Ingredienti<br />

Carne di suino nazionale, sale, spezie. Antiossidante:<br />

ascorbato di sodio. Conservante: sodio<br />

nitrito.<br />

Peso medio/pezzature<br />

13\5 Kg.<br />

Caratteristiche<br />

‘Storica’ è una mortadella a basso contenuto di<br />

grassi, leggera, e dall’aspetto inconfondibile, cotta<br />

nel sacco di tela juta. E’ la sola mortadella che si<br />

differenzia per profumo, fragranza e morbidezza:<br />

caratteristiche che la rendono unica e ineguagliabile.<br />

Confezionamento<br />

Sottovuoto in cartone singolo.<br />

Tempi di scadenza<br />

90 gg.<br />

SCHEDE PRODOTTO<br />

Il Praga con osso - Linea Salsamentaria<br />

Olvino Morgante - www.morgante.it<br />

Breve descrizione prodotto<br />

‘Il Praga con osso’ Morgante è un prosciutto<br />

cotto di Alta qualità ottenuto da cosce fresche<br />

nazionali, le stesse selezionate per le produzioni<br />

Dop; è aromatizzato con la speciale bollita<br />

“di famiglia” che gli conferisce il caratteristico<br />

aroma tipo Praga. Specialità tipica, prelibata e<br />

gustosa, è ulteriormente caratterizzata dalla<br />

cottura della coscia fresca con osso e dall’affumicatura<br />

con legno di faggio. ‘Il Praga con osso’<br />

diventa delizioso se gustato nel taglio a mano<br />

sulla morsa Morgante.<br />

Ingredienti<br />

Il prosciutto cotto Alta qualità ‘Il Praga con<br />

osso’ è ricavato da carni fresche provenienti<br />

da suini nati e allevati e macellati in Italia e<br />

alimentati secondo i disciplinari di produzione<br />

del prosciutto Dop. È aromatizzato con la<br />

tipica ricetta e affumicato naturalmente con<br />

legno di faggio.<br />

Peso medio/pezzature<br />

Peso medio 11-<strong>12</strong> Kg.<br />

Caratteristiche<br />

Il prosciutto cotto Alta qualità ‘Il Praga con<br />

osso’ è buono per tutti: privo di Ogm, polifosfati<br />

aggiunti, derivati del latte e senza glutine,<br />

ha un gusto tipicamente affumicato, naturalmente<br />

appetitoso, sano e genuino.<br />

Tempi di scadenza<br />

Quattro mesi dalla data di confezionamento.<br />

Diavoletto del Trentino salsiccia piccante<br />

stagionata - www.salumificiovalrendena.it<br />

Breve descrizione prodotto<br />

Una piacevole novità che stuzzica il palato, il<br />

nostro ‘Diavoletto del Trentino’ è una salsiccia<br />

piccante stagionata con un leggero retrogusto<br />

affumicato che lo rende unico. Il connubio di<br />

piccante e leggera affumicatura rendono questa<br />

salsiccia stagionata gustosa e gradevole. Ottimo<br />

da abbinare alle pizze, perché anche se cotto<br />

non si secca e non si arriccia, per antipasti o un<br />

panino sfizioso.<br />

Ingredienti<br />

Carne di suino pesante italiano, sale, destrosio,<br />

saccarosio, spezie, aromi naturali. Antiossidante<br />

E300. Conservante E252.<br />

Temperatura di conservazione<br />

Non superiore a 7°C se sottovuoto. Ambiente<br />

se sfuso.<br />

Caratteristiche<br />

Prodotto con sola carne di puro suino italiano.<br />

Macinatura media. Magro. Senza glutine e senza<br />

lattosio. Pesa circa 250 g al pezzo, si presenta con<br />

un colore rosso paprika per la parte magra e<br />

bianco/rosato per la parte grassa.<br />

Confezionamento<br />

A file da tre pezzi, sfuso. Singolo sottovuoto. In<br />

confezione da cinque pezzi sottovuoto.<br />

Tempi di scadenza<br />

20 gg dalla data del confezionamento sottovuoto.<br />

Non ha scadenza se sfuso.


Pallina di prosciutto cotto 150 g<br />

www.fioruccifood.it<br />

Breve descrizione prodotto<br />

Prosciutto cotto in formato mini.<br />

Ingredienti<br />

Carne di suino (72%), acqua, sale, amidi, aromi,<br />

zucchero, destrosio. Stabilizzante: E407. Antiossidante:<br />

E301. Conservante: E250.<br />

Peso medio/pezzature<br />

150 g.<br />

Caratteristiche<br />

Senza glutine, assenza di latte, lattosio e caseinati.<br />

Assenza di glutammato e fosfati aggiunti.<br />

Confezionamento<br />

Budello stampato.<br />

Tempi di scadenza<br />

63 gg.<br />

Capocollo piccante Sus<br />

www.silaesila.it<br />

Breve descrizione prodotto<br />

Il prodotto si ottiene dal taglio anatomico del<br />

segmento cervicale della c.v che comprende<br />

i muscoli superficiali e profondi del collo. Avvolto<br />

in membrana parietale suino e legato<br />

in senso avvolgente rigorosamente a mano e<br />

con spago naturale, viene salato insieme agli<br />

additivi nel pieno rispetto degli standard qualitativi<br />

gastronomici che caratterizzano da oltre<br />

un secolo la produzione falcone. Il prodotto è<br />

realizzato in totale assenza di glutine, derivati<br />

del latte e con aromi naturali.<br />

Ingredienti<br />

Carne di suino nero, sale, pepe e peperoncino<br />

piccante coltivato lungo le sponde del fiume<br />

neto.<br />

Peso medio/pezzature<br />

Da 1,4 Kg max a 1,8 Kg.<br />

Caratteristiche<br />

Al taglio si presenta dal colore rosa e dal profumo<br />

e gusto dolce e delicato che ben si accompagna<br />

con un buon vino ciro’ rosso.<br />

Confezionamento<br />

S/v singolo e s/v trancio.<br />

Tempi di scadenza<br />

180 gg.<br />

Fiaschetta aquilana<br />

www.salumificiopeppone.it<br />

Breve descrizione prodotto<br />

Tipico salame dalla particolare forma di fiasco<br />

schiacciato prodotto con carne selezionata di<br />

prosciutto a grana fine dal gusto ben definito<br />

leggermente affumicato.<br />

Ingredienti<br />

Carne di suino, sale, latte in polvere, destrosio,<br />

pepe, aromi naturali. Antiossidante: E300. Conservanti:<br />

E252, E250. Può contenere tracce di<br />

so2. Non contiene glutine.<br />

Peso medio/pezzature<br />

Circa 500 g.<br />

Caratteristiche<br />

Tabella nutrizionale (100 g prodotto) - Valore<br />

Energetico kcal/kj: 371/1554; grasso libero:<br />

26,4; ceneri: 6,04; proteine: 32,16; umidità: 32,6;<br />

carboidrati: 1,3.<br />

Confezionamento<br />

Sfuso, sottovuoto, microforato.<br />

Tempi di scadenza<br />

Tmc: prodotto sfuso <strong>12</strong> mesi, prodotto confezionato<br />

sei mesi.<br />

Novembre 20<strong>12</strong><br />

Prosciutto cotto Naturì<br />

www.golfera.it<br />

Breve descrizione prodotto<br />

Prosciutto cotto senza geretto, prodotto con<br />

cosce di suino estere di grossa pezzatura,<br />

aromatizzato con erbe aromatiche e spezie<br />

naturali.<br />

Ingredienti<br />

Coscia di suino, sale, aromi naturali. Antiossidante:<br />

E300.<br />

Peso medio/pezzature<br />

7,5 / 8,5 Kg.<br />

Caratteristiche<br />

Il prosciutto cotto alta qualità Naturì si presenta<br />

con la classica forma a bauletto che consente<br />

una migliore resa al taglio. E’ prodotto:<br />

senza nitriti aggiunti, senza polifosfati aggiunti,<br />

senza zuccheri aggiunti, senza lattosio. Il prosciutto<br />

cotto alta qualità Naturì è certificato<br />

dal marchio Spiga barrata dell’Aic per l’assenza<br />

di glutine.<br />

Confezionamento<br />

Sottovuoto in sacchi di alluminio.<br />

Tempi di scadenza<br />

<strong>12</strong>0 gg dalla data di confezionamento.<br />

41


42<br />

Novembre 20<strong>12</strong><br />

ARMANNI CARRELLI ELEVATORI<br />

www.armanni.com<br />

Nome del prodotto:<br />

Delta Sl Cp inox girafusti<br />

Descrizione e punti di forza del prodotto<br />

Armanni carrelli elevatori offre una completa gamma di carrelli elevatori e transpallet integralmente<br />

realizzati in acciaio inox per la movimentazione in settori particolari come quello alimentare,<br />

spesso caratterizzato dalla presenza di acqua e soluzioni saline. Punto di forza dell’azienda è la<br />

produzione di carrelli speciali per risolvere ogni problematica di movimentazione merce come il<br />

rovesciamento di bidoni e altri contenitori alimentari con una struttura base contrappesata priva di<br />

gambe e ingombri anteriori; il tutto comandato da semplici e veloci comandi idraulici.<br />

Tipologia salumi a cui è destinata:<br />

Carrelli elevatori progettati e realizzati per tutti gli ambienti del settore alimentare<br />

Specifiche tecniche (peso, dimensioni):<br />

Portata: fino a 300 Kg; elevazione: fino a 3.500 mm; struttura e componenti: interamente in acciaio<br />

inox – timone in Abs; impianto: elettronico 24v posizionato in cassetta chiusa. Batterie: 24v<br />

240/270Ah con cassone in polietilene. Optional: pinza idraulica con rotazione laterale.<br />

GHIZZONI<br />

www.lazzariequipment.com<br />

Nome del prodotto:<br />

Sistema di asciugamento rapido - autoclave sottovuoto.<br />

Descrizione e punti di forza del prodotto:<br />

E’ un sistema brevettato per la prima asciugatura dei salumi (siano essi salami oppure singoli muscoli,<br />

come ad esempio le bresaole) che provoca l’evaporazione dell’acqua dal prodotto in modo uniforme,<br />

dal cuore all’esterno, assolutamente senza strani trattamenti o coadiuvanti chimici. E’ semplicemente<br />

un principio fisico, già sperimentato in laboratorio, che fa risparmiare tempo, energia e spazio.<br />

Il vantaggio principale, oltre all’accorciamento dei tempi di trattamento, consiste nella capacità di<br />

uniformare la percentuale di umidità consentendo così di eliminare il problema della corona esterna<br />

o ‘crosta’ più asciutta e di conseguenza guadagnare qualche punto di resa in più. Il principio si basa<br />

sulla possibilità di provocare l’evaporazione dell’acqua a bassa temperatura sottraendola al prodotto.<br />

Tipologia salumi a cui è destinata:<br />

Tutti i salumi da stagionare.<br />

Specifiche tecniche<br />

L’impianto viene costruito su misura, in base alle esigenze del cliente.<br />

NB:<br />

Il prodotto è costruito su misura. Per questo motivo, ogni impianto può vantare un’estetica diversa.<br />

MINERVA OMEGA GROUP<br />

www.laminerva.it<br />

Nome del prodotto:<br />

Insaccatrici idrauliche verticali Vins/22 - Vins/32 - Vins/45<br />

Descrizione e punti di forza del prodotto:<br />

Le insaccatrici idrauliche verticali in acciaio inox proposte da<br />

Minerva Omega group sono potenti, robuste e compatte,<br />

user friendly ed ergonomiche, facili da pulire. Sono adatte per<br />

essere utilizzate in macellerie, laboratori di carni, salumifici e<br />

supermercati.<br />

Specifiche tecniche:<br />

Carrozzeria e coperchio in acciaio inox AISI 304. Pistone inox.<br />

Cilindro rimovibile in acciaio inox lucidato. Montata su quattro<br />

ruote. Velocità di uscita regolabile. Avviamento e stop automatici<br />

con comando al ginocchio. Veloce rientro pistone. Tre<br />

imbuti inox: ø 14, 20 e 30 mm. Parti elettriche in scatola stagna<br />

IP56. Macchine conformi alle norme ‘in materia di igiene<br />

e di sicurezza’.<br />

Modello Vins/22 – Capacità: 22 litri, 19 Kg; motore trifase 0,5 kW; motore monofase 0,37 kW; peso<br />

netto 115 Kg.<br />

Modello Vins/32 – Capacità: 32 litri, 27 Kg; motore trifase 0,5 kW; motore monofase 0,37 kW; peso<br />

netto <strong>12</strong>5 Kg.<br />

Modello Vins/45 – Capacità: 45 litri, 38 Kg; motore trifase 0,5 kW; peso netto 137 Kg.<br />

FAVA GIORGIO AXEL<br />

www.favagiorgioaxel.net<br />

Nome del prodotto:<br />

Impianto per l’applicazione di farine alimentari sulla superficie<br />

dei salumi<br />

Descrizione e punti di forza del prodotto:<br />

L’applicazione di farine e polveri in genere ha lo scopo<br />

di conferire al salume trattato un aspetto seducente, pur<br />

nel rispetto della tradizione. Il processo permette l’uniforme<br />

trattamento della superficie, una notevole omogeneità di produzione e una stabilizzazione<br />

ponderale del prodotto, effetto quest’ultimo ottimizzabile con abbinamento ad altri trattamenti<br />

superficiali e di confezionamento. Gli impianti, progettati e realizzati secondo le specifiche esigenze,<br />

consentono risparmio di mano d’opera e garantiscono l’assenza di ogni inquinamento. Le particolari<br />

tecnologie costruttive consentono inoltre di operare nella massima sicurezza. La piumatura che<br />

si ottiene permette di avere risultati eccellenti con salumi sia lavati che spazzolati, così come per<br />

prodotti nei quali si voglia migliorare la regolarità di aspetto dovuta all’uso di colture starter o muffe<br />

bianche. Il processo è particolarmente efficace nel caso di prodotti destinati al confezionamento<br />

in trasparente.<br />

KRUPPS<br />

www.krupps.it<br />

Nome del prodotto:<br />

Lavaoggetti Elitech EL95<br />

Descrizione e punti di forza del prodotto:<br />

Con il pratico cesto inox 60x67 cm, la lavaoggetti Elitech EL95 può<br />

lavare piatti (n°26 - diam. 32 cm), stoviglie, coltelli e tutte le pentole<br />

con altezza max 42 cm. Inoltre, grazie allo speciale inserto<br />

porta teglie da cinque posti, può lavare e sanificare teglie GN 1/1,<br />

teglie 60x40, vassoi e cassette pizza nel rispetto delle norme igienicosanitarie<br />

vigenti. Le lavastoviglie della linea Elitech sono in grado di garantire<br />

una perfetta sanificazione/igienizzazione di stoviglie, coltelli, teglie e<br />

vassoi, grazie all’innovativo sistema di risciacquo Acquatech System che assicura un risciacquo a<br />

pressione costante di 2,5 atmosfere e temperatura costante di 85°C, garantendo ugualmente un<br />

effettivo risparmio di tempo, acqua, energia e detergenti. La lavaoggetti Elitech EL95 lava e igienizza<br />

teglie, vassoi, pentole, cassette, stoviglie e coltelli per macellerie e salumifici.<br />

Specifiche tecniche:<br />

Dimensioni (LxPxH): 69,5x79x111,5cm. Cesto: 60x67cm. H max pentola: 42cm. Potenza pompa:<br />

2,2kW / 3,0Hp. Potenza totale: 11,2kW / 16°. Tensione alimentazione standard: 400V3N+T - 50Hz.<br />

MEAT INNOVATION<br />

www.meatinnovation.it<br />

Nome del prodotto:<br />

Zangola GR-00100<br />

Descrizione e punti di forza del prodotto:<br />

La macchina ha la capacità di 100 litri, (circa cinque<br />

prosciutti), e lavora sottovuoto. Il bidone è movibile, è<br />

programmabile, con la possibilità di personalizzare i programmi<br />

(lavoro, pausa, vuoto, ecc.), il display è touchscreen<br />

tipo i-Phone. La macchina massaggia la carne<br />

sottovuoto, per facilitare l’assorbimento della salina in<br />

brevissimo tempo, inoltre, è utilizzabile anche per intenerire<br />

la carne, tra cui bistecche, braciole, tagliate. Con<br />

questo sistema non ci sarà mai più carne dura.<br />

Tipologia salumi a cui è destinata:<br />

Qualsiasi.<br />

Specifiche tecniche:<br />

Motoriduttore: da kw 0,75 = 1 hp. Pompa del vuoto mc/h 25 hp 1 kw 0,75. Misure: lunghezza 950<br />

mm, larghezza 600 mm, altezza 900 mm. Giri del cilindro: 14 al minuto. Peso a vuoto: 135 Kg. Inoltre,<br />

la macchina vanta un sistema particolare che separa l’umidità che aspira e si scarica facilmente<br />

tramite rubinetto. Lo sgancio che fa alzare il contenitore di circa 30° migliora il lavoro e serve a<br />

vedere tutti i livelli dell’olio. Si può fornire anche con ruote per uno spostamento più semplice. La<br />

scocca è micropallinata per facilitarne la pulizia.


ATTREZZATURE & TECNOLOGIE<br />

INOX MECCANICA<br />

www.inoxmeccanica.it<br />

Nome del prodotto:<br />

Inteneritore (acceleratore per stagionati) Tender<br />

Xp<br />

Descrizione e punti di forza del prodotto:<br />

Tender Xp - inteneritore speciale a ‘grandi coltelli’<br />

ha il pregio di incidere, in modo regolare, alternato<br />

e deciso, le fibre muscolari del prosciutto. Questo<br />

tipo di taglio permette di creare le migliori condizioni<br />

per: garantire succosità anche in carni addizionate<br />

a salamoie leggere, mantenere una perfetta<br />

anatomia muscolare e ottenere un’ottima distribuzione<br />

della salamoia. L’inteneritore esegue un intenerimento<br />

‘passante’ per prodotti senza cotenna o<br />

per porzioni di muscolo, e un intenerimento ‘non<br />

passante’ per prodotti anatomici a disosso aperto<br />

o chiuso con grasso e/o cotenna. Per alcune tipologie<br />

di prodotto, questo particolare tipo di intenerimento,<br />

permette di evitare la fase di siringatura<br />

della carne.<br />

Tender Xp - inteneritore speciale a ‘coltelli piccoli’<br />

esegue un intenerimento ‘passante’ e ha il pregio di<br />

incidere in modo preciso e regolare le fibre muscolari<br />

della carne. In particolar modo questo tipo di taglio nella bresaola o negli stagionati in<br />

generale permette di creare le migliori condizioni per una penetrazione più veloce del sale e dei<br />

conservanti; un assorbimento più veloce del fermento, nel caso sia necessario adeguare il valore di<br />

pH per una corretta salagione.<br />

Specifiche tecniche:<br />

Robusta struttura in acciaio inox aisi 304, su piedi regolabili a vite. Scocca inferiore in lamiera inox,<br />

con sportelli per la manutenzione a tenuta. La parte superiore è composta da una struttura in<br />

lamiera inox a protezione della testa di intenerimento con porte laterali di ispezione. Tutti i materiali<br />

plastici utilizzati sono approvati per uso alimentare. Funzionamento meccanico della testata<br />

di intenerimento e del piano di trasporto comandato da inverter, asservimento pneumatico per<br />

la modifica della corsa e per la regolazione della pressione di taglio. Avanzamento prodotto tramite<br />

speciale trasportatore in acciaio inox ‘a passo pellegrino’, il sistema di trasporto e la testa di<br />

intenerimento sono sincronizzati meccanicamente per garantire la massima precisione. La testata<br />

di intenerimento è dotata di 414 coltelli facilmente smontabili e affilabili. Selezione intenerimento<br />

passante o non passante, tramite apposito selettore. L’impianto elettrico è centralizzato in un unico<br />

quadro in acciaio inox IP 65 posto all’interno del vano tecnico inferiore.<br />

STONE LINE<br />

www.stoneline.it<br />

Nome del prodotto:<br />

Etichette per salumi.<br />

Descrizione e punti di forza del prodotto:<br />

Le nostre etichette sono stampate su materiali<br />

che non assorbono i grassi, mantenendo<br />

un’ottima qualità di stampa.<br />

Tipologia salume a cui è destinata l’attrezzatura/tecnologia:<br />

Salumi in genere: insaccati, prosciutti e stagionati.<br />

Specifiche tecniche:<br />

Le etichette sono stampate con inchiostri<br />

e materiali conformi alle norme Ce, corredate<br />

da prove di cessione e migrazione<br />

certificate.<br />

TAMAGNINI<br />

www.tamagnini.com<br />

Nome del prodotto:<br />

Affettatrice nera mod. 370 con volano forato<br />

Descrizione e punti di forza del prodotto:<br />

L’affettatrice mod. 370 con volano forato, costruita<br />

in alluminio e parti in acciaio, con una<br />

verniciatura a fuoco, ha il vantaggio di una rapida<br />

pulizia e assoluta igiene. La macchina è a<br />

funzionamento manuale e può lavorare anche<br />

in luoghi privi di energia elettrica. Tuttavia, esiste<br />

anche una versione elettrica-automatica. L’affilatoio<br />

incorporato semplifica il lavoro dell’operatore<br />

che può tagliare fette di spessore minimo.<br />

Garantisce pochissimo attrito e mantiene le<br />

proprietà organolettiche del salume stagionato<br />

ai massimi livelli.<br />

Specifiche tecniche:<br />

Lama di Ø 370 mm di ottima qualità. Parti a<br />

contatto con il salume in acciaio inox 18/8.<br />

Novembre 20<strong>12</strong><br />

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