S&C11_12 - alimentando.info
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Editore: Edizioni Turbo Srl - Palazzo di Vetro Corso della Resistenza, 23 - 20821 Meda (MB) - Tel. +39 0362 600463/4/5/9 Fax. +39.0362.600616 - e-mail: <strong>info</strong>@tespi.net - Periodico mensile - Registrazione al Tribunale di Milano n. 27 del 10 gennaio 2008<br />
Poste Italiane SpA - Spedizione Abbonamento Postale D.L. 353/2003 - Conv. in L. 46/2004 Art. 1 Comma 1 - LO/MI - Stampa: Ingraph - Seregno (MB) - In caso di mancato recapito, inviare all’ufficio postale di Roserio per la restituzione al mittente che si impegna a pagare la relativa tariffa.<br />
©<br />
MIF<br />
MARKET INDEX FOOD<br />
Dati relativi all’intero comparto food confezionato<br />
Mese di Settembre 20<strong>12</strong> vs Settembre 2011<br />
TREND VENDITE A VALORE TREND VENDITE A VOLUME PRESSIONE PROMOZIONALE TREND% VENDITE IN VALORE DELLE PL<br />
+0,18% -1,77% 25,95% +2,59%<br />
in collaborazione con trend a prezzi costanti * PL = Private Label<br />
EXPORT<br />
DRAGONI<br />
D’ITALIA<br />
Cresce l’appeal dei prodotti di casa<br />
nostra tra i consumatori cinesi.<br />
Più di 200 i brand presenti in Gd e Do.<br />
E c’è ancora spazio per crescere.<br />
Alle pagine 36 e 37<br />
CULATELLO, CULATTE E FIOCCHI<br />
TAGLIATI<br />
PER IL SUCCESSO<br />
Si ottengono dalla parte migliore<br />
del prosciutto.<br />
Sono salumi superiori.<br />
Messi a punto con sapienti tecniche artigianali.<br />
In grado di distinguersi sul mercato.<br />
Parlano i protagonisti.<br />
Da pagina 29 a pagina 33<br />
ANNO 5 - NUMERO 11 - NOVEMBRE 20<strong>12</strong><br />
DIRETTORE RESPONSABILE: ANGELO FRIGERIO<br />
REPORTAGE<br />
E IL BUSINESS...<br />
SIAL CON VOI<br />
La kermesse dedicata all’agroalimentare<br />
è andata in scena a Parigi dal 21 al 25<br />
ottobre. 200 le nazioni rappresentate.<br />
Oltre 5.900 gli espositori.<br />
Più di 150mila visitatori. In crescita<br />
del 10% rispetto alla passata edizione.<br />
Da pagina 7 a pagina 13<br />
EVENTI<br />
UN SALONE<br />
DAL GUSTO DOLCE.<br />
MA ANCHE AMARO<br />
In scena dal 25 al 29 ottobre al Lingotto<br />
fiere di Torino, la manifestazione<br />
organizzata da Slow Food. Oltre 220mila<br />
visitatori (+10%), conferenze e laboratori<br />
didattici. Non mancano però le critiche<br />
da parte degli operatori professionali.<br />
Da pagina 17 a pagina 20<br />
Lo scorso settembre le vendite a<br />
valore del Largo consumo confezionato<br />
(Lcc) hanno segnato un calo, a<br />
volume, dell’1,77%. A valore, invece,<br />
la variazione è nulla, (+0,18%). I dati<br />
SymphonyIri mostrano che la marca<br />
commerciale ha registrato, a valore,<br />
una crescita del 2,59%. Mentre la<br />
pressione promozionale si è attestata<br />
al 25,95%.<br />
LEGGI & NORMATIVE<br />
SCONFITTA<br />
LA LOBBY<br />
DELL’OLOGRAMMA.<br />
FORSE<br />
Le commissioni Agricoltura di Camera<br />
e Senato accolgono un emendamento<br />
per rendere facoltativo il nuovo sistema<br />
di etichettatura per i prodotti<br />
a denominazione. Ecco tutti i testi<br />
e i retroscena della vicenda…<br />
A pagina 16<br />
ALTO ADIGE<br />
SPECK &<br />
DINTORNI<br />
La qualità della produzione<br />
di una terra di confine.<br />
Capace di unire sapori alpini<br />
e mediterranei. E offrire specialità<br />
dalle caratteristiche uniche.<br />
La parola alle aziende.<br />
Da pagina 21 a pagina 27
2<br />
Novembre 20<strong>12</strong> POLE POSITION<br />
Direttore<br />
Responsabile<br />
ANGELO FRIGERIO<br />
Direttore editoriale<br />
RICCARDO<br />
COLLETTI<br />
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di Milano n. 27 del 10 gennaio 2008.<br />
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Periodico mensile<br />
Anno 5 - numero 11<br />
Novembre 20<strong>12</strong><br />
Stampa: Ingraph - Seregno (MB)<br />
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scrivendo a: Edizioni Turbo S.r.l.<br />
Responsabile dati:<br />
Riccardo Colletti.<br />
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per quanto pubblicato nelle inserzioni<br />
pubblicitarie. La responsabilità<br />
e la correttezza di testi e foto sono<br />
da attribuirsi esclusivamente<br />
agli inserzionisti.<br />
Questo numero è stato chiuso<br />
in redazione il <strong>12</strong> novembre 20<strong>12</strong>.<br />
Lettera aperta a<br />
Bernard Delanoë,<br />
Sindaco di Parigi<br />
Gentile sindaco,<br />
sono un giornalista e da anni giro per il mondo visitando fiere di ogni genere e tipo.<br />
Le scrivo a nome di tutti quegli operatori italiani, sia dell’industria sia della distribuzione,<br />
che hanno partecipato al recente Sial.<br />
La manifestazione fieristica che si è svolta al Parc Nord de Villepinte, dal 21 al 25 ottobre,<br />
costituisce un appuntamento strategico per migliaia di visitatori.<br />
Qui convergono buyer della Grande distribuzione, operatori nei settori Horeca e<br />
della ristorazione collettiva che si confrontano con esponenti dell’industria agroalimentare<br />
provenienti da numerosi paesi europei e non. Un momento di business ma anche<br />
di scambio d’opinioni in un quadro difficile qual è quello odierno.<br />
Reduci dall’esperienza drammatica della scorsa edizione, resa problematica dagli scioperi<br />
che avevano coinvolto e paralizzato l’intera Francia, ci aspettavamo una situazione<br />
della viabilità e dei trasporti più agevole.<br />
Non è stato così. Sin dal primo giorno la dorsale Nord della rete parigina ha mostrato<br />
le sue problematicità. E se la domenica - grazie allo scarso traffico - a malapena ha<br />
retto, nei giorni successivi ha invece collassato in pieno.<br />
Soprattutto i treni della Rer si sono dimostrati insufficienti ad accogliere i visitatori<br />
di Sial. Abbiamo visto scene da incubo. Con passeggeri stivati come sardine nelle carrozze,<br />
momenti di panico, assalti ai treni con gente che faceva muro all’interno e altri<br />
che spingevano per poter entrare. Treni che sembravano più dei carri bestiame (con la<br />
relativa puzza) che dei mezzi di trasporto.<br />
Le stesse situazioni si ripetevano all’uscita dalla fiera. Con code chilometriche anche<br />
alle biglietterie: poche, complesse da capire, che funzionano quasi solo con moneta.<br />
Ma non è finita qui. Anche i trasporti privati hanno mostrato la loro insufficienza. Io<br />
stesso ho dovuto fare una coda di un’ora e mezza (ripeto 90 minuti in piedi) per poter<br />
prendere un taxi alle ore 19.00 di lunedì 22 ottobre. Del traffico non parliamone. C’è<br />
voluto altrettanto tempo per raggiungere il centro di Parigi.<br />
Per fortuna il tempo - metereologicamente parlando - ci ha dato una mano. M’immagino<br />
cosa sarebbe successo con la pioggia…<br />
Le scrivo - riprendendo commenti e osservazioni che mi hanno segnalato molti visitatori<br />
- affinché possa al più presto porre rimedio a questa situazione. Ripeto, Sial è una<br />
fiera importante e strategica. Ma in queste condizioni non si può lavorare.<br />
La invito dunque a rivedere con cura la situazione dei trasporti di Parigi, soprattutto<br />
in occasione di eventi fieristici, indegna per un paese civile.<br />
Cordiali Saluti<br />
Angelo Frigerio
4<br />
Novembre 20<strong>12</strong> NEWS<br />
Cotechino Modena Igp:<br />
al via la nuova campagna <strong>info</strong>rmativa<br />
Ha preso il via il 15 ottobre scorso la nuova campagna<br />
<strong>info</strong>rmativa del Consorzio di tutela del cotechino<br />
e dello zampone Modena. L’obiettivo è<br />
proseguire nella strategia di destagionalizzazione<br />
del prodotto, evidenziando la sua versatilità in<br />
cucina. Per questo motivo vengono proposte numerose<br />
ricette, a base di cotechino, adatte a tutti<br />
i periodi dell’anno. La campagna, dal titolo “Cotechino<br />
Modena. Ogni giorno fa più buone le tue<br />
idee”, si articola anche in due flight pubblicitari,<br />
in onda a cavallo della fine dell’anno. Le uscite<br />
sulla stampa proporranno tre diverse ricette: cotechino<br />
Modena con linguine al sugo di pomodorini,<br />
alla carbonara e con fusilli e pomodorini.<br />
Suinicoltura: tra il 2007 e il 2010,<br />
calo del numero di aziende in Italia (-74%)<br />
Negli ultimi anni, il numero delle aziende suinicole in<br />
Italia è fortemente diminuito. Nel 2010, infatti, sono<br />
state registrate 26.200 aziende, contro le 100.950<br />
del 2007 (-74%). In leggero aumento (3,2%), invece, il<br />
numero di capi suini allevati. I dati sono stati comunicati<br />
lo scorso 16 ottobre da Anas (Associazione nazionale<br />
allevatori suini), sulla base delle rilevazioni Eurostat. Il<br />
calo del numero delle aziende è un fattore che accomuna<br />
gran parte dei paesi dell’Ue. Che, complessivamente,<br />
hanno registrato una diminuzione del 39,4%.<br />
Solo l’Irlanda si differenzia da questa situazione, con<br />
un incremento del 51,3%. I dati dimostrano inoltre che i<br />
Paesi con il più alto numero di aziende sono la Polonia<br />
(oltre 388mila unità) e l’Ungheria (oltre 183mila unità).<br />
Seguono la Spagna, con quasi 70mila aziende e la<br />
Germania con oltre 60mila aziende.<br />
Da gennaio 2013 anche la società campana<br />
Gambardella tra i soci del Gruppo Interdis<br />
Novità in casa Interdis. A partire dal 1° gennaio<br />
2013 entrerà a far parte della compagine l’azienda<br />
campana Gambardella. Che, nel 2011, ha<br />
realizzato un fatturato pari a oltre 170 milioni di<br />
euro. Con il nuovo ingresso sale a 16 il numero<br />
delle imprese socie del<br />
Gruppo. Inoltre, grazie ai<br />
punti vendita Gambardella<br />
– sia Cash&Carry, sia 80<br />
supermercati a insegna Supermercati<br />
Gran risparmio,<br />
presenti in Campania, Lazio,<br />
Puglia, Calabria, Basilicata,<br />
Molise, Abruzzo – Interdis<br />
consolida ulteriormente il<br />
proprio presidio nelle aree<br />
Nielsen 3 e 4 e la posizione<br />
complessiva rivestita nell’ambito<br />
della Gdo italiana. L’ingresso<br />
segna il coronamento della strategia di sviluppo<br />
avviata nel 20<strong>12</strong>, basata sul rafforzamento<br />
dei servizi commerciali e di vendita proposti dalla<br />
sede alle imprese associate.<br />
Ivsi: a novembre, SalumiAmo<br />
conquista la Germania<br />
Il 5 novembre ha preso il via in Germania la terza edizione<br />
di SalumiAmo. Il progetto, promosso da Ivsi (Istituto<br />
valorizzazione salumi italiani) e dall’Ice (Agenzia per la<br />
promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese<br />
italiane), nasce con l’obiettivo di far conoscere al<br />
pubblico tedesco le caratteristiche intrinseche delle eccellenze<br />
dei salumi italiani. Il primo appuntamento è stato a<br />
Düsseldorf per poi toccare le città di Amburgo e Berlino.<br />
Nel primo semestre 20<strong>12</strong>, la Germania si è confermata<br />
il primo mercato di destinazione dei salumi italiani:<br />
rispetto ai primi sei mesi del 2011, infatti, l’export ha<br />
registrato un incremento del 10,5% a volume (13.906<br />
tonnellate) e del 7% a valore (118,4 milioni di euro).<br />
Altroconsumo: è Esselunga,<br />
la catena più apprezzata dagli italiani<br />
“Esselunga è in assoluto il supermercato a cui i clienti<br />
sono più affezionati. Seguono a ruota Ipercoop e<br />
Coop”. E’ questo il risultato di un’indagine realizzata<br />
da Altroconsumo, tra maggio e giugno, e resa nota<br />
a metà ottobre, con cui l’associazione ha chiesto ai<br />
consumatori (oltre 2.500) di dare i voti ai supermercati.<br />
Dalla ricerca è emerso che il prezzo non è tutto, ma<br />
conta. Altrettanto importante, il modo in cui viene percepito.<br />
In particolare, la presenza di marche economiche,<br />
promozioni, offerte speciali, nonché l’esistenza di un’effettiva<br />
trasparenza. Secondo Altroconsumo “le catene<br />
meno apprezzate sono Simply e Carrefour Market, che<br />
non ottengono neanche la metà di giudizi positivi”.<br />
Il consiglio direttivo di Centromarca<br />
conferma Luigi Bordoni presidente<br />
Il Consiglio direttivo di Centromarca ha confermato,<br />
lo scorso 22 ottobre, Luigi Bordoni (foto) alla<br />
presidenza per i prossimi due<br />
anni. Centromarca è l’Associazione<br />
italiana dell’industria di<br />
marca che riunisce circa 200<br />
imprese attive nei diversi settori<br />
dei beni di consumo immediato<br />
e durevole. Luigi Bordoni sarà<br />
coadiuvato nella sua attività dai<br />
vicepresidenti Giorgina Gallo<br />
(presidente e Ad di L’Oréal<br />
Italia), Francesco Averna (presidente<br />
del Gruppo Averna) e Valerio<br />
Di Natale (presidente e Ad<br />
di Kraft Italia). Del rinnovato organo<br />
di governo di Centromarca<br />
fanno parte, inoltre, esponenti<br />
di primo piano delle più importanti industrie<br />
italiane di marca, tra cui: Marco Rosi (Parmacotto)<br />
e Antonio Vanoli (Parmalat).
Le budella naturali o essiccate<br />
non sono ‘prodotti deperibili’<br />
Il Consorzio del budello naturale, nei primi<br />
giorni di novembre, ha inviato a tutte<br />
le aziende aderenti un comunicato per<br />
chiarire il concetto di ‘prodotto deteriorabile’<br />
contenuto nell’articolo 62 della<br />
Legge 24/3/<strong>12</strong> n. 27 – Disciplina delle<br />
relazioni commerciali in materia di cessione<br />
di prodotti agricoli ed alimentari.<br />
Di seguito riportiamo le specifiche che<br />
riguardano i prodotti di budelleria e altri<br />
sottoprodotti della macellazione. “Le budella<br />
naturali salate o essiccate sono dei<br />
prodotti alimentari come definiti all’art. 2<br />
comma 1 del Reg.nto CE n. 178/2002;<br />
elencati nell’allegato 1 del Reg.nto CE n.<br />
853/2004, comma 7, capitolo 7.9. “stomachi,<br />
vesciche e intestini trattati”: stomachi,<br />
vesciche e intestini sottoposti a un trattamento<br />
quale la salatura, il riscaldamento<br />
o l’essiccazione dopo essere stati prodotti<br />
e puliti (ossia “altri prodotti di origine animale”).<br />
Presupposto ciò, esse, nonostante<br />
siano a tutti gli effetti prodotti alimentari,<br />
Vertenza Aligrup: i lavoratori propongono<br />
la soluzione “Prodi bis” usata per Parmalat<br />
Si chiama “Prodi bis” l’ultima proposta<br />
avanzata dai lavoratori di<br />
Aligrup per salvare i loro posti di<br />
lavoro (o parte di questi). E’ stata<br />
presentata giovedì 8 novembre, nei<br />
locali del cinema Odeon di Catania,<br />
davanti ai lavoratori del Gruppo,<br />
provenienti da tutta la Sicilia.<br />
Nello specifico, si tratterebbe dello<br />
stesso strumento legislativo utilizzato<br />
nel caso Parmalat. Una terapia<br />
d’urto, che con molta probabilità<br />
passerà anche dalla dismissione di<br />
alcuni rami d’azienda e il licenziamento<br />
di una parte del personale.<br />
In sostanza questa soluzione mira<br />
non a liquidare l’azienda, ma a recuperarne<br />
l’equilibrio economico e<br />
finanziario, alternativamente, attraverso<br />
un piano che le consenta di<br />
proseguire l’attività. Tuttavia, l’avvio<br />
non rientrano nei Prodotti deperibili, in<br />
quanto hanno subito un trattamento atto a<br />
prolungarne la shelf life oltre i 60 giorni,<br />
perciò sono da considerarsi soggette al<br />
pagamento con dilazione massima entro<br />
il termine legale di 60 giorni a decorrere<br />
dall’ultimo giorno del mese di ricevimento<br />
della fattura. Questo vale per le budella<br />
trattate come sopra, non vale invece per<br />
i tipi di budella o stomaci che non hanno<br />
subito nessun trattamento atto a prolungarne<br />
la shelf life e che devono essere<br />
conservate e consegnate a temperature<br />
inferiori ai 3°C, nel qual caso diventano<br />
prodotti deperibili, come da comma<br />
4, art 62, capitolo B. E’ bene precisare<br />
che rimane facoltà delle singole aziende<br />
variare il termine di pagamento, qualora<br />
per innovazioni tecnologiche di prodotto,<br />
riescano a garantire un tmc superiore ai<br />
60 giorni, pur non utilizzando i trattamenti<br />
indicati nell’allegato 1 del Reg.nto CE n.<br />
853/2004, comma 7, capitolo 7.9”.<br />
può avvenire solo dopo un periodo<br />
di osservazione circa 60 giorni, al<br />
termine del quale il Tribunale decide<br />
se le prospettive di risanamento<br />
sono concrete. Altrimenti, si procede<br />
con la dichiarazione del fallimento.<br />
La proposta, però, non piace ai sindacati.<br />
Nel frattempo, la vicenda è<br />
arrivata anche in Parlamento, grazie<br />
ad un’interpellanza. Nel momento<br />
in cui questo numero di Salumi &<br />
Consumi sarà in distribuzione, probabilmente<br />
i lavoratori sapranno già<br />
come la sezione fallimentare del Tribunale<br />
di Catania si sarà pronunciata<br />
in merito all’ammissibilità del piano<br />
di ristrutturazione del debito di<br />
Aligrup, che ammonterebbe a 150<br />
milioni di euro. Un parere negativo<br />
sancirebbe nei fatti il fallimento<br />
aziendale.<br />
Anche Beretta partecipa<br />
a Eurochocolate<br />
Non solo cioccolato e dolci a<br />
Eurochocolate 20<strong>12</strong>. Nel corso<br />
della manifestazione, andata in<br />
scena a Perugia dal 19 al 28 ottobre,<br />
è stato possibile degustare<br />
e acquistare i prodotti del gruppo<br />
Beretta. Che, per l’occasione, ha<br />
ideato un panino con una ricetta<br />
originale, che abbina i salumi al<br />
sapore intenso dei grani di cacao<br />
amaro: una referenza pensata per<br />
celebrare i 200 anni dell’azienda<br />
di Barzanò (Lc).<br />
“Siamo stati molto contenti di partecipare<br />
a questo evento”, ha affermato<br />
Sabino Gravina, direttore<br />
marketing e strategie Italia del<br />
Gruppo. “Ci ha permesso, infatti,<br />
di portare il meglio della tradizione<br />
gastronomica firmata Beretta<br />
all’interno di una fiera che è ormai<br />
diventata una delle kermesse<br />
più attese e di successo nel mondo<br />
Esselunga: i figli di Bernardo Caprotti<br />
impugnano il lodo arbitrale<br />
Continua il contenzioso, all’interno della<br />
famiglia Caprotti, per l’intestazione<br />
delle azioni della holding che controlla<br />
Esselunga. Lo scorso 25 ottobre, i figli<br />
Giuseppe e Violetta Caprotti hanno comunicato<br />
di aver presentato, presso la<br />
Corte d’appello di Milano, l’atto di impugnazione<br />
del lodo arbitrale, maturato<br />
lo scorso luglio. Come si legge in una<br />
nota dei due figli, la decisione è stata<br />
presa per la presenza di “gravi vizi<br />
processuali nonché per la contrarietà<br />
del lodo alle regole di ordine pubblico<br />
sulla circolazione delle partecipazioni<br />
attribuite a società fiduciarie”. Fino al<br />
2011 la proprietà di Esselunga era in<br />
larga misura attribuita, in usufrutto, a<br />
Bernardo Caprotti e ai figli in nuda e<br />
piena proprietà. Nel febbraio 2011, il<br />
padre si è avvalso di una procura generale<br />
sui figli per intestare a sé le loro<br />
Novembre 20<strong>12</strong><br />
dell’alimentare”.<br />
Beretta era presente a Eurochocolate<br />
con due stand, uno dedicato<br />
ai salumi italiani, dove è stato<br />
possibile degustare anche il panino<br />
ideato per il bicentenario e gli<br />
snack della linea Zero24, e uno<br />
dedicato ai piatti pronti della gamma<br />
Viva la mamma box.<br />
azioni. Questa manovra è stata condotta,<br />
sostengono Violetta e Giuseppe, a<br />
loro totale insaputa. Subito dopo la scoperta<br />
dell’operazione, i due figli hanno<br />
promosso un’azione cautelare per bloccare<br />
le azioni. Il giudice ha però respinto<br />
il sequestro, accogliendo le tesi di<br />
Bernardo Caprotti. Il collegio arbitrale,<br />
chiamato a dirimere la questione e contestato<br />
dai due figli perché considerato<br />
non “competente per pronunciarsi sulla<br />
domanda del padre”, ha dato ragione<br />
a Bernardo Caprotti e ha giudicato<br />
che le azioni appartenessero fiduciariamente<br />
ai figli, ma che il padre avesse<br />
il diritto di riacquistare le quote, come<br />
è avvenuto. Proprio contro la decisione<br />
del Collegio, Violetta e Giuseppe hanno<br />
presentato una domanda diretta al Tribunale<br />
di Milano per vedere riconosciuti i<br />
propri diritti.<br />
5
6<br />
Novembre 20<strong>12</strong> NEWS<br />
Con Klikkapromo, a Milano, il super<br />
più conveniente si trova già in metropolitana<br />
Centrale FS, San Babila, Loreto e, da dicembre Duomo, sono solo alcune<br />
delle fermate in cui saranno disponibili gli scaffali virtuali di Klikkapromo.it.<br />
In concomitanza con il lancio del nuovo sito - che consente di individuare<br />
il supermercato più conveniente in zona compilando la propria lista della<br />
spesa con le migliori offerte in corso - Klikkapromo.it ha deciso di proporre<br />
per la prima volta in Italia, a partire da ottobre, un’iniziativa che sicuramente<br />
aiuterà le famiglie milanesi a risparmiare tempo e denaro. Si tratta di uno<br />
‘scaffale virtuale’ rappresentato da poster pubblicitari di varie dimensioni<br />
affissi alle banchine e ai mezzanini delle più importanti fermate delle metropolitane<br />
milanesi.<br />
Con lo smartphone l’utente può leggere il QR Code presente sul poster e<br />
scoprire il supermercato in zona con l’offerta migliore. Gli utenti potranno<br />
compilare una lista della spesa completa con tutte le referenze presenti sullo<br />
scaffale virtuale - 20 prodotti - e scoprire dove tagliare fino al 50% il costo<br />
della spesa al supermercato.<br />
Marr (Cremonini): fornitura di prodotti<br />
alimentari alla pubblica amministrazione<br />
Marr, la società specializzata nella commercializzazione e<br />
distribuzione al foodservice che fa parte del gruppo Cremonini,<br />
si è aggiudicata a ottobre otto degli 11 lotti della<br />
gara Consip (Società per azioni del ministero dell’Economia<br />
e delle Finanze) relativa alla convenzione di fornitura di prodotti<br />
alimentari alle Pubbliche amministrazioni in 16 regioni.<br />
La convenzione aggiudicata da Marr ha una durata di un<br />
anno, rinnovabili per ulteriori <strong>12</strong> mesi ed è autorizzata fino<br />
ad un massimo di spesa di 62,5 milioni di euro. “L’aggiudicazione<br />
di questa gara Consip, che segue quella del 2011,<br />
è la conferma delle capacità organizzative di Marr, grazie<br />
alle quali la società è stata in grado di vincere più lotti, distinguendosi<br />
per qualità, uniformità ed estensione del servizio”,<br />
ha commentato Pierpaolo Rossi, amministratore delegato di<br />
Marr.<br />
Salame cacciatore Dop:<br />
on air il nuovo spot tv<br />
Terremoto Emilia: 5mila Pmi agricole<br />
escluse dal programma di aiuti del Governo<br />
5mila aziende emiliane agricole colpite dal terremoto dello scorso maggio non<br />
sono state incluse nel programma di aiuti messi a punto dal Governo. Il provvedimento,<br />
infatti, prevede che solo i titolari di reddito d’impresa possono accedere<br />
ai 6 miliardi della Cassa Depositi e Prestiti per dilazionare il pagamento delle<br />
tasse. In realtà, come ha spiegato Alessandro Ghetti, responsabile dell’ufficio<br />
amministrativo di Coldiretti, lo scorso 26 ottobre a Il Sole 24 Ore, il 95% degli<br />
agricoltori non ha redditi d’impresa.<br />
Si tratta di aziende singole o società semplici, titolari di reddito catastale, dominicale<br />
o agrario che calcolano i loro guadagni non in base al bilancio ma a<br />
stime di carattere catastale. Escluse, quindi, dai benefici. Nel frattempo, Tiberio<br />
Rabboni, assessore regionale dell’Agricoltura, ha fatto sapere che è già intervenuto<br />
in merito, depositando un emendamento al disegno di legge per comprendere<br />
anche le aziende agricole terremotate nella possibilità di rateizzare le<br />
imposte fino a giugno 2013 con accesso ai finanziamenti bancari e interessi a<br />
carico dello Stato.<br />
E’ on air dal 21 ottobre il nuovo spot televisivo dedicato<br />
al salame cacciatore Dop. La comunicazione<br />
è stata affidata da Assica (l’Associazione industriali<br />
delle carni e dei salumi) all’agenzia di pubblicità<br />
Nadler Larimer & Martinelli. Il filmato, in onda su<br />
Rai, La 7 e Sky, intende promuovere i valori della<br />
sicurezza, garanzia e tutela di cui il Consorzio è<br />
portatore. L’idea, già sviluppata nella campagna del<br />
2009 “L’Uomo è cacciatore”, si evolve per rivolgersi<br />
al target più ampio della famiglia.<br />
Istat: nel terzo trimestre, trend invariato<br />
delle vendite al dettaglio per l’alimentare<br />
Ad agosto 20<strong>12</strong>, l’indice destagionalizzato delle vendite<br />
al dettaglio ha segnato una variazione congiunturale<br />
nulla (-0,2% a luglio). Nella media del trimestre<br />
giugno-agosto 20<strong>12</strong> l’indice è diminuito dello 0,1%<br />
rispetto ai tre mesi precedenti. I dati, pubblicati a fine<br />
ottobre dall’Istat, mostrano anche un trend invariato<br />
delle vendite dei generi alimentari nel confronto con<br />
luglio 20<strong>12</strong>, mentre diminuiscono dello 0,1% quelle<br />
dei prodotti non alimentari. Sul fronte della distribuzione,<br />
le vendite mostrano, nel confronto con agosto<br />
2011, delle flessioni generalizzate: le imprese operanti<br />
su piccole superfici hanno registrato un calo<br />
dell’1,4%, mentre la Gd dello 0,4%. Nel frattempo<br />
Confcommercio prevede, per il 20<strong>12</strong>, un calo record<br />
dei consumi pari al 3,3%.
REPORTAGE<br />
E’ stata definita eccezionale l’edizione 20<strong>12</strong><br />
di Sial, il Salone internazionale dell’alimentazione,<br />
in scena a Parigi dal 21 al 25 ottobre. Il<br />
numero di visitatori, si legge in una nota diffusa dall’ente<br />
organizzatore, è aumentato del 10%, rispetto alla passata<br />
edizione, nel 2010. Sono 150.192 i visitatori professionali<br />
che hanno varcato i cancelli del Parc des Expositions.<br />
Ben il 62,8% degli operatori presenti era straniero. Sono<br />
invece state 200 le nazioni da cui provenivano i visitatori.<br />
Oltre 5.900 gli espositori, di cui l’84% di provenienza internazionale.<br />
La sensazione delle aziende, inoltre, è stata<br />
quella di una buona partecipazione dei buyer, provenienti<br />
in particolare da Cina, Sud Est asiatico e Nord Africa. A<br />
sostenerlo sono soprattutto gli espositori che, a differenza<br />
della scorsa edizione, hanno registrato una maggiore<br />
affluenza di buyer asiatici e africani nei padiglioni della<br />
kermesse. Ma non sono mancati gli operatori europei,<br />
soprattutto dal Nord Europa. Oltre al business, la kermesse<br />
è stata un’importante occasione di confronto sui<br />
temi caldi dell’agroalimentare italiano, su tutti l’entrata in<br />
vigore del discusso articolo 62 . Da registrare anche la<br />
rabbia crescente tra consorzi e aziende sulla proposta di<br />
introdurre un ologramma della Zecca dello Stato sulle<br />
confezioni dei prodotti a denominazione. Un altro tema<br />
decisivo per gli operatori è quello della durata della manifestazione.<br />
Troppo lunga, a detta di molti. Eliminare almeno<br />
una delle giornate fieristiche sembra essere la decisione<br />
più gradita da tutti, espositori e visitatori. Ma sono tanti<br />
gli argomenti e gli appuntamenti che hanno tenuto banco<br />
tra i padiglioni della fiera. A partire dall’ormai tradizionale<br />
concorso dedicato alle innovazioni. Ecco una carrellata di<br />
alcuni dei principali avvenimenti.<br />
Il Sial innovation 20<strong>12</strong><br />
Più di mille prodotti nuovi presentati dagli espositori,<br />
400 circa quelli già commercializzati e selezionati da tre<br />
giurie di operatori professionali per il carattere innovativo<br />
e il beneficio apportato al consumatore. Sono questi i numeri<br />
dell’operazione ‘Sial Innovation 20<strong>12</strong>′ che quest’anno<br />
ha proposto nei padiglioni di Paris Nord Villepinte<br />
una codifica unica delle innovazioni e delle tendenze di<br />
consumo, realizzata attraverso un’analisi incrociata dei<br />
comportamenti e delle tendenze d’innovazione alimentare<br />
nel mondo, in collaborazione con XTC World Innovation<br />
e Tns. L’innovazione è dunque la parola chiave di<br />
quest’edizione: la kermesse ha ampliato il programma di<br />
conferenze dedicate alle tendenze e alle novità. Si tratta<br />
di appuntamenti che offrono l’opportunità di <strong>info</strong>rmarsi<br />
su varie tematiche come le innovazioni nell’ambito delle<br />
private label, le tendenze al consumo, l’analisi dell’innovazione<br />
per paese e per categoria di prodotti.<br />
I collegamenti da e per la fiera: un incubo<br />
Il Parc Nord de Villepinte, centro espositivo di Parigi, ha<br />
mostrato nei giorni della fiera tutte le sue problematiche<br />
rispetto alla logistica. Inimmaginabili le condizioni da carro<br />
bestiame dei treni della linea B della Rer diretta da Parigi<br />
ai padiglioni di Sial. Oltre alle code infinite per i biglietti,<br />
vanno registrate le condizioni di sovraffollamento delle<br />
carrozze con scene indegne di un paese civile. Lunghissime<br />
anche le file per i taxi. Il 22 ottobre, alle ore 19, ci<br />
sono voluti ben 90 minuti per poter salire a bordo di<br />
una macchina pubblica. A ciò si aggiunge il traffico. Per<br />
raggiungere il centro di Parigi ci si mette in media almeno<br />
un’ora e mezza.<br />
L’evento organizzato da Cibus all’ambasciata italiana<br />
Malgrado le problematiche condizioni di viabilità della<br />
capitale francese è pienamente riuscita la serata del 22<br />
ottobre organizzata da Fiere Parma e Federalimentare<br />
presso l’ambasciata italiana in Francia. Numerose le aziende<br />
presenti. Antonio Cellie, brand manager di Cibus e Daniele<br />
Rossi, segretario generale di Federalimentare, hanno<br />
spiegato le nuove iniziative realizzate per supportare la<br />
presenza all’estero delle aziende italiane. Fra queste vale<br />
la pena ricordare la fiera alimentare Thaifex – World of<br />
Food, in programma a Bangkok dal 22 al 26 maggio 2013.<br />
Una manifestazione che vedrà Cibus, in collaborazione<br />
con Koelnmesse, organizzare la prima partecipazione collettiva<br />
ufficiale di aziende alimentari italiane.<br />
I giovani imprenditori<br />
Sono 50 le aziende italiane, guidate da giovani imprenditori,<br />
che hanno potuto partecipare alla 24esima edizione<br />
di Sial, grazie all’opportunità offerta dal ministero delle<br />
Politiche agricole, alimentari e forestali – promozione<br />
dell’imprenditorialità giovanile in agricoltura. Le imprese,<br />
selezionate attraverso un bando ministeriale, hanno, infatti,<br />
avuto a disposizione un proprio spazio espositivo, nel<br />
padiglione 1, dove hanno potuto far conoscere i propri<br />
prodotti e stabilire contatti commerciali con gli operatori<br />
presenti alla manifestazione. Al progetto ha collaborato<br />
anche Ismea, Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare,<br />
che ha supportato le giovani aziende nella preparazione<br />
del salone parigino.<br />
Il Sial d’Or<br />
E’ andato al gruppo alimentare Agrifood Abruzzo-Covalpa,<br />
specializzato nella lavorazione e vendita di surgelati<br />
vegetali, il premio Sial d’or: il prestigioso riconoscimento<br />
Novembre 20<strong>12</strong><br />
Dai nostri inviati: Angelo Frigerio, Paolo Frettoli,<br />
Nunzia Capriglione, Ilaria Mariani, Matteo Napolitano<br />
E IL BUSINESS...<br />
SIAL CON VOI<br />
La kermesse dedicata all’agroalimentare<br />
è andata in scena a Parigi dal 21 al 25<br />
ottobre. 200 le nazioni rappresentate.<br />
Oltre 5.900 gli espositori.<br />
Più di 150mila visitatori. In crescita<br />
del 10% rispetto alla passata edizione.<br />
promosso dal Salone di Parigi per premiare l’innovazione<br />
di successo nel mondo. E’ la tecnica “Foglia a Foglia” ad<br />
aver permesso alla società di ottenere il premio. Il sistema<br />
crea porzioni formate da foglie intere adagiate l’una<br />
sull’altra, evitando che queste vengano pressate e rovinate.<br />
Grazie a questa tecnica si ottengono vegetali in foglia<br />
surgelati non distinguibili da quelli freschi.<br />
La presenza delle Camere di commercio<br />
Si chiama “Ospitalità in tour” il progetto ideato dal<br />
sistema delle Camere di commercio dell’Emilia Romagna<br />
in collaborazione con Unioncamere regionale ed il<br />
supporto di Isnart (Istituto nazionale ricerche turistiche).<br />
Nello specifico si è trattato di un vero e proprio un<br />
tour degustativo in otto ristoranti italiani a Parigi certificati<br />
Ospitalità Italiana, in scena, in concomitanza con Sial.<br />
Obiettivo dell’iniziativa è stato valorizzare e promuovere<br />
le eccellenze enogastronomiche dell’Emilia Romagna e il<br />
loro legame con il territorio di origine. Il tour prevedeva<br />
appositi menù con prodotti a qualità certificata del<br />
paniere Deliziando in abbinamento a vini emiliano -romagnoli<br />
accompagnati da una specifica carta menù ed<br />
altro materiale promozionale. Anche la Camera di Commercio<br />
di Salerno, e per essa Intertrade, era presente a<br />
Sial 20<strong>12</strong>. L’azienda speciale della Camera per l’Economia<br />
è soddisfatta dei risultati ottenuti in questi giorni di manifestazione.<br />
Sono infatti state approfondite le relazioni<br />
internazionali attraverso incontri mirati con importatori<br />
e distributori stranieri. Si sono rivelati proficui i contatti<br />
con operatori del nord Europa: dalla Germania alla Danimarca,<br />
dal Regno Unito alle Repubbliche Baltiche, senza<br />
trascurare il Centro e Medio Oriente, i Balcani e soprattutto<br />
il Mediterraneo. Gli incontri hanno avuto una prospettiva<br />
a medio termine e non si esclude la possibilità<br />
di organizzare un’esposizione a livello internazionale dei<br />
prodotti della provincia di Salerno, sui quali da tempo si<br />
punta per migliorare il bilancio dei produttori. Attraverso<br />
incontri mirati sul territorio campano con buyer esteri<br />
che potranno conoscere i luoghi d’origine delle produzioni<br />
salernitane.<br />
Segue<br />
7
8<br />
Novembre 20<strong>12</strong><br />
IL PAGELLONE<br />
DI ANGELO FRIGERIO<br />
CLAI - Fabio Lorenzoni<br />
Da sinistra: Fabio Lorenzoni, Massimo Zaccari e Danilo Donati<br />
“Clai si è affacciata sui mercati esteri da circa quattro anni, ma l’incidenza sul fatturato aziendale ha<br />
già raggiunto il 10%”, afferma Fabio Lorenzoni, direttore vendite dell’azienda. “Nonostante i volumi<br />
di partenza fossero modesti, l’export è cresciuto del 30 – 40% all’anno. Il trend è stato positivo sia<br />
nei mercati Ue, sia nei Paesi terzi. Mercati come quello canadese e dell’Est Europa si sono dimostrati<br />
davvero performanti. Anche in Russia la richiesta di prodotti italiani è cresciuta. Sussistono tuttavia alcune<br />
misure protezionistiche molto rigide, che condizionano le potenzilità di questo mercato. In alcuni<br />
casi è stata richiesta addirittura la macellazione a freddo, che in Italia non pratica quasi nessuno. Non<br />
bisogna dimenticare Giappone, Corea del Sud e Nuova Zelanda. Tutti Paesi che non risentono degli<br />
effetti della crisi economica che caratterizza i Paesi europei”. Per quanto riguarda l’estero, l’obiettivo<br />
è presidiare soprattutto il canale del normal trade: “La Gd permette di realizzare volumi molto alti, ma<br />
con margini ridotti. Per le dimensioni e le caratteristiche della nostra azienda, preferiamo rivolgerci al<br />
dettaglio di qualità”.<br />
FUMAGALLI – Cesare Fumagalli<br />
Fumagalli industria alimentare è un’azienda ormai fortemente orientata all’estero: “L’incidenza sul fatturato<br />
aziendale è ormai pari al 65%”, dichiara il presidente dell’azienda, Cesare Fumagalli. “La<br />
sviluppo che abbiamo registrato negli ultimi anni è stato garantito proprio dalle buone performance<br />
delle vendite oltre confine, che nel 20<strong>12</strong> cresceranno del <strong>12</strong>% circa. Il prodotto e lo stile di vita italiano<br />
sono sempre più apprezzati e questo ci permette di consolidare la presenza nei mercati tradizionali<br />
e aprire nuovi sbocchi in quelli emergenti”. Giappone, Germania e Gran Bretagna sono i paesi più<br />
performanti, ma Fumagalli guarda anche a nuovi orizzonti commerciali: “Le prospettive sono molto<br />
positive in paesi del Sud Est asiatico, come la Thailandia. Proprio per questo motivo stiamo considerando<br />
di partecipare alla prossima edizione di Thaifex, a Bangkok”. All’estero viene apprezzata tutta<br />
la gamma dei prodotti, purché offerti con un alto contenuto di servizio: “Oltre confine viene richiesto<br />
quasi esclusivamente il prodotto preaffettato. In particolare, registriamo buone performance per i prodotti<br />
Dop e Igp, tra cui mortadella e salame Brianza cominciano a essere riconosciuti. Il trend è positivo<br />
anche per quanto riguarda la nostra linea di referenze biologiche. Che, invece, stentano ad affermarsi<br />
in Italia, anche per la ‘concorrenza’ e l’appeal dei prodotti a denominazione”.<br />
MOTTOLINI – Emilio Mottolini<br />
Da sinistra:<br />
Cesare Fumagalli<br />
e Marina Chiaradia<br />
Il salumificio Mottolini partecipa al Sial con il progetto<br />
di rete I golosi: “Si tratta di un’iniziativa, a<br />
cui aderiscono numerose aziende valtellinesi, che<br />
intende promuovere il nostro territorio e i nostri<br />
prodotti”, spiega Emilio Mottolini, titolare dell’omonimo<br />
salumificio. Che sta incrementando la propria<br />
presenza all’estero: “Al momento l’incidenza<br />
dell’export sul nostro fatturato è pari al <strong>12</strong>% circa,<br />
in leggera crescita nell’ultimo anno. I mercati più<br />
importanti sono quello francese, tedesco e inglese.<br />
Abbiamo, inoltre, stabilito alcuni interessanti contatti<br />
nel Sud Est asiatico”. Un’altra area di grande interesse<br />
è quella dei paesi arabi: “Il Sial rappresenta<br />
un’opportunità importante per sviluppare il business<br />
in questi mercati. Lo stretto rapporto che lega la<br />
Francia ad alcuni paesi del Nord Africa, fa sì che<br />
molti buyer siano presenti alla manifestazione”. Infine,<br />
un commento all’articolo 62: “Sicuramente si<br />
tratta di una buona idea, anche se confusa. Tanto<br />
per fare un esempio, per quanto riguarda i termini<br />
di pagamento sarebbe stato meglio indicare una<br />
sola scadenza a 60 giorni. L’attuale formulazione<br />
della legge rischia di complicare ulteriormente le<br />
cose che avrebbe voluto semplificare”.<br />
5LA DURATA<br />
Troppi cinque giorni, da domenica 21 a giovedì 25 ottobre. Già<br />
mercoledì si respirava aria di rella in fiera. Padiglioni semideserti,<br />
hostess e commerciali a girarsi i pollici, gente che già verso sera già<br />
smontava lo stand. Figurarsi il giorno dopo. Tre giorni appaiono più<br />
che sufficienti per fare business e incontrare gli operatori dei vari<br />
settori. Il resto serve solo a buttare via tempo e soldi (in ristoranti<br />
e hotel). Di questi tempi, meglio risparmiare.<br />
EMILIA FOOD – Giulio Gherri<br />
Terre Ducali, Valtaro e Acetaia Bellei. Sono queste le tre<br />
aziende che compongono la rete d’impresa Emilia food.<br />
Un progetto interamente dedicato alla promozione e alla<br />
vendita di alcune tipicità emiliane all’estero. Già presentata<br />
con successo nel corso di Cibus 20<strong>12</strong>, la sinergia<br />
tra le tre realtà dell’agroalimentare italiano è proseguita<br />
anche a Sial: “Quello della rete d’impresa è ancora uno<br />
strumento poco utilizzato nell’ambito dell’agroalimentare,<br />
ma che in realtà offre numerosi vantaggi”, spiega Giulio<br />
Gherri, presidente di Terre ducali. “Possiamo avvalerci di<br />
numerose agevolazioni e promuovere in modo più incisivo<br />
le specialità del nostro territorio oltre confine”. Primo<br />
obiettivo è conquistare il mercato della Gran Bretagna,<br />
per poi focalizzarsi sui Paesi Scandinavi, Germania e<br />
Olanda. Ma il progetto di espansione guarda ancora<br />
più lontano: Russia, Est Europa e Asia. Inoltre, le tre aziende<br />
sono state protagoniste di Ospitalità in tour. Questa<br />
iniziativa, andata in scena in concomitanza con Sial, ha<br />
portato nei migliori ristoranti italiani di Parigi le specialità<br />
emiliane. “Un progetto che ha avuto un enorme successo”,<br />
commenta entusiasta Giulio Gherri. “Alle cene hanno<br />
partecipato numerose personalità e istituzioni. Si tratta<br />
senza dubbio di un’ottima strategia di promozione dei nostri<br />
prodotti, che intendiamo replicare anche in altre città”.<br />
FURLOTTI – Nicola Furlotti Gran Bretagna, Finlandia, Germania, Giappone,<br />
Francia sono solo alcuni dei mercati in cui è presente<br />
Furlotti: “A questi si aggiungono nuova Caledonia,<br />
Belgio, Austria, Grecia, Portogallo e nuovi<br />
mercati come la Polonia”, afferma Nicola Furlotti,<br />
direttore marketing dell’omonimo salumificio. “Nel<br />
complesso l’incidenza dell’export sul fatturato aziendale<br />
si attesta intorno al 22%. Il trend è in crescita,<br />
nell’ultimo anno registriamo un incremento del<br />
<strong>12</strong>%”. La domanda riguarda soprattutto i prodotti<br />
affettati: “Molto performanti sono stati il pastrami,<br />
una delle nostre novità, e i prodotti ready to eat e<br />
snack, particolarmente importanti per accedere ad<br />
alcuni mercati. Ma positivo è stato anche l’andamento<br />
di alcune tipicità, come il Serrano”. L’azienda,<br />
che opera all’estero sia con il proprio marchio,<br />
sia come copacker, intende puntare anche a nuovi<br />
paesi particolarmente promettenti: “Siamo presenti<br />
in Sud Africa, che è però un mercato ancora da<br />
sviluppare. Così come il Brasile, il più promettente<br />
tra i cosiddetti Bric. Meno positivo il rapporto con<br />
la Russia, altro mercato di grandi prospettive, ma<br />
chiuso da rigide barriere protezionistiche, di natura<br />
sanitaria”.<br />
BERETTA – Lorenzo Beretta<br />
La presenza di Beretta all’estero è consolidata da diversi anni,<br />
non solo tramite le vendite oltre confine, ma anche grazie<br />
alla costruzione di stabilimenti produttivi: “Complessivamente<br />
l’export e quanto prodotto nelle sedi all’estero incidono sul<br />
fatturato per il 24% circa”, spiega Lorenzo Beretta, direttore<br />
commerciale dell’azienda. “Nell’ultimo anno il fatturato export<br />
è cresciuto dell’8% circa, grazie alle buone performance di<br />
mercati consolidati come Usa, Canada, Russia e alcuni paesi<br />
asiatici emergenti. Germania a parte, l’Europa continentale<br />
si è, invece, dimostrata poco dinamica a causa della crisi<br />
economica”. Tra i nuovi mercati, l’Oceania sembra essere<br />
uno dei più promettenti: “Per ora siamo presenti con piccole<br />
operazioni, ma il potenziale offerto da questo paese è sicuramente<br />
enorme”. Il trend positivo dei prodotti tradizionali oltre<br />
confine, sembra premiare il valore delle Dop e delle Igp: “Le<br />
denominazioni sono riconosciute e apprezzate all’estero. È<br />
comunque necessario un assiduo lavoro di promozione delle<br />
specialità per far comprendere al consumatore perché queste<br />
referenze hanno un costo superiore”. Per quanto riguarda il<br />
mercato interno una delle problematiche più complesse è quella<br />
relativa all’aumento dei prezzi della materia prima: “Il costo<br />
dei suini è un grosso problema. Credo si stia assistendo a un<br />
riposizionamento verso l’alto del prezzo della carne e non a<br />
un semplice processo speculativo”.<br />
Da sinistra: Andrea Mangialardi (Valtaro), Stefano<br />
Solieri (Acetaia Bellei), e Giulio Gherri (Terre Ducali)
REPORTAGE<br />
7L’UFFICIO STAMPA<br />
Efficiente e molto ben organizzato. Così si presentava l’ufficio<br />
stampa che ha accolto i molti giornalisti presenti a Sial. Più<br />
che sufficiente il segnale della rete wi fi come pure numerose<br />
le postazioni per scrivere. Causa un disguido, i nostri giornalisti<br />
non erano accreditati. La questione è stata risolta in breve.<br />
AURORA - Alessandra Dodi<br />
Da sinistra: Andrea Dodi, Chiara Zarotti<br />
e Massimiliano Sani<br />
Presso il Salone di Parigi, il salumificio Aurora ha esposto<br />
l’intera gamma dei propri prodotti, sia interi che preaffettati<br />
in vaschetta. “Per la nostra azienda, la Francia<br />
rappresenta un mercato in fase di espansione”, spiega<br />
Alessandra Dodi, dell’ufficio marketing del salumificio<br />
di Felino, in provincia di Parma. “La politica aziendale<br />
è focalizzata sull’incremento delle esportazione dei<br />
salumi. Ad oggi la quota legata all’export riveste una<br />
piccola percentuale sul fatturato totale del nostro salumificio.<br />
Tuttavia, rileviamo una continua crescita: nel<br />
20<strong>12</strong>, ad esempio, le vendite all’estero hanno registrato<br />
un incremento del 20%”. L’azienda, per ora, presidia<br />
il mercato francese e belga. Ma, per il 2013, intende<br />
potenziare la propria presenza in altri paesi europei.<br />
Per conoscere e raggiungere ulteriori realtà distributive,<br />
l’azienda sta mettendo a punto nuove strategie. “Nel<br />
2013 parteciperemo a Sirha, il salone mondiale della<br />
ristorazione e dell’hotellerie, in scena a Lione dal 26<br />
al 30 gennaio. Stiamo anche progettando una nuova<br />
linea di prodotti selezionati per il segmento di mercato<br />
che apprezza l’alta qualità e l’artigianalità del nostro<br />
prodotto”. Infine, un commento sull’articolo 62. “La legge<br />
potrebbe essere una buona opportunità se, per le<br />
aziende, ci fossero condizioni più chiare”.<br />
SALUMERIA DI MONTE SAN SAVINO –<br />
Paolo Zasso<br />
Francia, Germania, Gran Bretagna, Belgio e Polonia sono i<br />
mercati più interessanti per la Salumeria di Monte San Savino.<br />
“L’incidenza dell’export sul fatturato aziendale si aggira<br />
intorno al 10%. Anche se lo sviluppo di questo business è<br />
cominciato da circa cinque anni e quindi sussistono ancora<br />
ottime potenzialità di crescita”, spiega Paolo Zasso, responsabile<br />
commerciale dell’azienda. “I prodotti più richiesti sono<br />
porchetta, salame e prosciutto. L’obiettivo di questa e delle<br />
altre fiere a cui parteciperemo è proprio quello di consolidare<br />
la nostra presenza nei mercati europei, nonostante le difficoltà<br />
legate alla crisi economica”. Per quanto riguarda il mercato<br />
interno, tiene banco la discussione sull’articolo 62: “Tutti i<br />
cambiamenti sembrano dover stravolgere il mercato, ma poi<br />
si trova sempre il modo di normalizzare la situazione. Certo,<br />
la nuova normativa è poco chiara e obbliga le aziende a<br />
realizzare importanti investimenti per gestire le pratiche amministrative,<br />
come la doppia fatturazione. Un aggravio di costi<br />
in un momento comunque complesso. Inoltre, restano alcune<br />
perplessità sulla capacità di alcune realtà dell’Horeca e del<br />
normal trade di adeguarsi al nuovo regime di pagamento”.<br />
BRENDOLAN – Alberto Arrighi<br />
“La Francia è il primo mercato all’estero per la nostra<br />
azienda”, spiega Alberto Arrighi, export manager<br />
del salumificio Brendolan, che è presente al<br />
Sial all’interno dello stand di Latteria Virgilio. “Siamo<br />
presenti soprattutto nel canale del normal trade,<br />
ma stiamo avviando dei progetti per presidiare anche<br />
la Gd”. La Francia è solo uno dei paesi in cui<br />
vengono offerti i prodotti del prosciuttificio veneto:<br />
“La quota export, al momento, si attesta intorno al<br />
10%. Nell’ultimo anno, nonostante alcune difficoltà<br />
sui mercati esteri, abbiamo mantenuto costanti i volumi.<br />
La nostra presenza è radicata in Germania,<br />
Belgio, Usa e Giappone. Tra i nuovi mercati, quello<br />
che offre le migliori prospettive di sviluppo è certamente<br />
quello australiano. Le restrizioni sanitarie<br />
in questo paese sono piuttosto forti, ma Brendolan<br />
può offrire tutte le certificazioni necessarie, grazie<br />
alla propria filiera controllata”. Oltre al San Daniele,<br />
prodotto di punta del prosciuttificio, l’offerta di<br />
Brendolan comprende anche il prosciutto di Carpegna:<br />
“Si tratta di una Dop esclusiva della nostra<br />
azienda. Nonostante si tratti di una produzione di<br />
nicchia, questo salume trova numerosi estimatori in<br />
Svizzera, Germania e Usa.”<br />
Da sinistra: Alessandro Iacomone<br />
e Paolo Zasso<br />
Novembre 20<strong>12</strong><br />
8I BUYER<br />
Ottimi e abbondanti. Sial si conferma una vetrina<br />
estremamente interessante per il business. Buona partecipazione<br />
dei buyer, in particolare da Cina, Sud Est asiatico e Nord Africa.<br />
Ma non sono mancati gli operatori europei, soprattutto dal Nord<br />
Europa. E anche chi ha partecipato per la prima volta ha ottenuto<br />
risultati superiori alle attese.<br />
INALCA – Roberta Ferri<br />
Negli ultimi anni Inalca ha accentuato la propria propensione<br />
all’internazionalizzazione: “La quota export<br />
si attesta ormai intorno al 50%”, dichiara Roberta<br />
Ferri, responsabile marketing dell’azienda. “Abbiamo<br />
consolidato gli investimenti fatti all’estero. In particolare<br />
in Russia dove siamo presenti da molti anni tramite<br />
la controllata Marr, specializzata nella distribuzione di<br />
prodotti food & beverage, e con un impianto produttivo<br />
di carni fresche nei pressi di Mosca. A livello internazionale<br />
vantiamo, inoltre, alcune strutture distributive<br />
che risolvono i diversi passaggi necessari per portare<br />
i prodotti in Cina e Russia”. Inalca ha poi operato una<br />
riorganizzazione interna dell’offerta e dei diversi marchi:<br />
“Il brand Montana viene riservato esclusivamente<br />
alle carni fresche, in scatola e surgelate. Per quanto<br />
riguarda il comparto salumi viene mantenuto il marchio<br />
Ibis, a cui si aggiunge quello Corte buona, sotto<br />
cui confluiranno le altre referenze Montana”. Un’altra<br />
novità riguarda il nuovo format di vendita Gourmet:<br />
“Si tratta di un’evoluzione di Montana Gourmet. Negli<br />
Chef Express sarà presente un’area dedicata, dove<br />
sarà possibile trovare una selezione di prodotti top<br />
quality. La gamma si articola in modo diverso a seconda<br />
delle regione dove è situato il punto vendita”.<br />
SALUMIFICIO SAN VINCENZO – Vincenzo Rota<br />
Il salumificio San Vincenzo è particolarmente dinamico, per quanto riguarda l’export: “Al momento<br />
l’incidenza delle vendite oltreconfine sul fatturato è del 20%”, afferma l’amministratore delegato<br />
dell’azienda, Vincenzo Rota. “Nel corso dell’ultimo anno abbiamo registrato una crescita del 5%. Il<br />
mercato comunitario si è dimostrato particolarmente vivace, ma anche nei paesi terzi il trend è stato<br />
molto positivo. In particolare il lavoro svolto in Canada è stato premiato e anche in Giappone abbiamo<br />
sviluppato contatti molto interessanti”. Il successo dell’export è legato all’appeal di specialità: “I<br />
buyer esteri si stanno accorgendo che l’Italia può offrire una varietà enorme di prodotti tipici, tra cui<br />
quelle calabresi che rappresentano il nostro core business. Inoltre, la certificazione Dop, all’estero, è<br />
riconosciuta e valorizzata”. Il trend si mantiene quindi positivo, nonostante il settore stia affrontando<br />
diverse difficoltà: “Viviamo un momento complesso per la compresenza di diverse criticità: il forte rialzo<br />
del prezzo delle materie prime, una crisi economica di cui non si vede la fine e l’entrata in vigore<br />
dell’articolo 62. Un provvedimento sicuramente positivo negli intenti, ma che in una congiuntura così<br />
complessa rischia di non portare alcun miglioramento”.<br />
F.LLI TANZI – Andrea Soncini<br />
Specializzata nell’affettamento di salumi, la<br />
F.lli Tanzi ha conosciuto una crescita repentina<br />
negli ultimi anni: “Il 2011 si è chiuso con un fatturato<br />
pari a 29 milioni di euro, che nel 20<strong>12</strong><br />
sono diventati 35. E le prospettive di crescita<br />
sono analoghe anche per il 2013”, afferma<br />
Andrea Soncini, responsabile commerciale.<br />
La crescita dell’azienda riguarda sia il mercato<br />
nazionale che quello estero: “L’incidenza<br />
dell’export sul fatturato aziendale è del 42%. Il<br />
primo mercato, con una quota dell’80%, è la<br />
Gran Bretagna. Seguono la Norvegia, dove<br />
il marchio F.lli Tanzi è leader di mercato, Sud<br />
Africa, Nuova Caledonia e Germania”. Il core<br />
business dell’azienda è la private label: “Continuiamo<br />
a essere soprattutto copacker, anche<br />
se, da circa due anni, abbiamo intrapreso una<br />
strategia di promozione del nostro marchio<br />
all’estero”. La F.lli Tanzi si presenta a Sial con<br />
alcune novità: “Abbiamo proposto una nuova<br />
linea di vaschette multiscomparto, con diverse<br />
tipologie di salume o con taralli. Si tratta di una<br />
referenza ideale come snack, dedicata in particolare<br />
al canale Horeca”.<br />
Da sinistra: Andrea Soncini,<br />
Lies Delcroix e Silvia Boschi<br />
Da sinistra: Vincenzo Rota<br />
e Graziella Di Ciancio<br />
Segue<br />
9
IL PAGELLONE<br />
10<br />
Novembre 2102<br />
7L’ITALIAN SOUNDING 3TRASPORTI E VIABILITÀ<br />
Che ci fosse qualche furbetto a Sial dovevamo aspettarcelo. E<br />
Il Parc Nord de Villepinte, centro espositivo di Parigi, ha mostrato tutte le sue<br />
difatti al padiglione 7, il Consorzio del pecorino ha scovato un<br />
problematiche rispetto alla logistica. Inimmaginabili le condizioni da carro bestiame dei<br />
falso ‘Romano chees’ del marchio statunitense Belgioioso. Una<br />
treni della linea B della Rer diretta da Parigi ai padiglioni di Sial. Oltre alle code infinite<br />
palese violazione della Dop per la quale l’ente ha chiesto alla<br />
per i biglietti, vanno registrate le condizioni di sovraffollamento delle carrozze con scene<br />
direzione generale della Concorrenza, consumo e repressione frodi<br />
indegne di un paese civile. Lunghissime anche le file per i taxi. Lunedì sera, alle ore 19, ci<br />
(l’autorità francese competente per la protezione delle Dop)<br />
sono voluti ben 90 minuti per poter salire a bordo di una macchina pubblica. A ciò<br />
l’immediato sequestro e l’adozione di sanzioni stabilite dalla<br />
si aggiunge il traffico. Per raggiungere il centro di Parigi c’è voluta un’ora e mezza.<br />
legislazione francese per questo tipo di violazioni. Detto, fatto.<br />
AIA – Sandro Tosi<br />
“Sial è una fiera interessante per esplorare nuovi<br />
mercati”, afferma Sandro Tosi, export area manager<br />
di Aia. “In particolare, il Medio Oriente,<br />
Libano in testa, offre considerevoli margini di crescita”.<br />
Nuovi mercati che potrebbero accrescere<br />
il fatturato export dell’azienda: “L’incidenza delle<br />
vendite oltre confine di Aia è pari al 15% circa.<br />
Nell’ultimo anno abbiamo registrato un incremento<br />
a doppia cifra. Croazia, Serbia, Albania,<br />
Malta e Grecia si sono dimostrati mercati davvero<br />
performanti”. Nell’ottica di una strategia di<br />
sviluppo nei mercati internazionali, sono state introdotte<br />
nell’offerta alcune nuove referenze: “Abbiamo<br />
proposto una nuova linea per la barbecue<br />
season, chiamata Buon giorno Italia. Si tratta di<br />
referenze il cui nome richiama luoghi celebri del<br />
nostro paese e che presentano una marinatura<br />
ideata appositamente per i gusti di alcuni paesi<br />
target”. Un’altra innovazione riguarda i wurstel<br />
Wudy: “Recentemente abbiamo arricchito la nostra<br />
offerta con due referenze a base di suino: i<br />
wurstel Bavaria, ideali per essere bolliti e i Wudy<br />
maxi grill, ideali per la cottura sulla griglia e offerti<br />
in formato da 500 grammi”.<br />
EAT FRIULI<br />
Christian Vida, Alberto Morgante e Stefano Petris<br />
Eat Friuli è una rete d’impresa che coinvolge diverse aziende friulane del settore alimentare: la cantina<br />
Colutta, il caseificio Pezzetta, i prosciuttifici Morgante e Sauris e il salumificio Luigi Vida. Un progetto<br />
che mostra un approccio originale ai mercati esteri: “Cerchiamo di rivolgerci a mercati particolari,<br />
come Ucraina, Serbia e, soprattutto, Africa meridionale”, spiega Christian Vida, titolare dell’omonimo<br />
salumificio. “Si tratta di mercati che nel medio lungo periodo si riveleranno estremamente performanti”.<br />
In questo senso la partecipazione a Sial può essere un’occasione molto importante: “Questa manifestazione<br />
è una vetrina internazionale, dove è possibile entrare in contatto con operatori da tutto il<br />
mondo”, spiega Alberto Morgante. “Ci attendiamo quindi ottime prospettive anche da quei mercati<br />
particolari a cui intendiamo rivolgerci”. Operare come rete d’impresa porta a un’ottimizzazione della<br />
logistica delle vendite oltre confine. Lo spiega Stefano Petris, titolare di Wolf Sauris: “Vendere all’estero<br />
piccole quantità di prodotto, riduce l’efficienza del trasporto. Grazie alla rete, possiamo unire la<br />
produzione di ciascuna azienda e garantire ordini di maggiori dimensioni. In questo modo possiamo<br />
essere più competitivi nei mercati esteri”.<br />
CAMERA<br />
DI COMMERCIO<br />
DI UDINE<br />
“Il territorio friulano offre alcune eccellenze agroalimentari<br />
di altissimo livello qualitativo”, afferma il presidente<br />
della Camera di commercio di Udine, Giovanni Da Pozzo,<br />
presente al Sial, nello stand dedicato alle aziende<br />
friulane. “Questi prodotti sono il frutto della cultura di un<br />
territorio. È, quindi, fondamentale che questo legame fortissimo<br />
venga sottolineato nelle strategie di comunicazione.<br />
Per questo motivo la Camera di commercio di Udine<br />
collabora con aziende o reti d’impresa, per organizzare<br />
la partecipazione agli eventi internazionali”. Un progetto<br />
molto interessante a cui la Camera di commercio ha<br />
collaborato è Eccellenza in tour: “Circa quattro anni fa<br />
è partita questa iniziativa, che ha come target le maggiori<br />
capitali europee. Amsterdam, Bruxelles, Vienna e<br />
Salisburgo sono state solo alcune delle città, visitate nel<br />
corso del progetto. L’obiettivo è duplice: promuovere le<br />
nostre eccellenze e il Friuli Venezia Giulia come meta<br />
turistica”.<br />
Da sinistra: Christian Vida,<br />
Giovanni Da Pozzo,<br />
Stefano Petris<br />
e Franco Morgante<br />
FIORUCCI – Andrea Mazzoni<br />
Germania, Francia, Uk, Austria, Benelux e Svizzera, in<br />
Europa. Senza dimenticare i cosiddetti paesi emergenti,<br />
“che meritano sempre più attenzione. Come nel caso<br />
del Brasile, mercato dove la nostra quota raggiunge<br />
il 30%”. Sono questi, secondo le parole di Andrea<br />
Mazzoni, general manager, gli obiettivi futuri in tema<br />
di export per Fiorucci, azienda del Gruppo spagnolo<br />
Campofrio. “Le vendite sui mercati esteri rappresentano<br />
il 23% del nostro fatturato. E anche quest’anno, nonostante<br />
le difficoltà economiche del Vecchio continente,<br />
soprattutto in paesi come Spagna, Inghilterra e Grecia,<br />
abbiamo registrato ottime performance. In particolare in<br />
Sud America, in Asia e in alcuni paesi europei, dove<br />
abbiamo incrementato la distribuzione delle nostre referenze”.<br />
E proprio in tema di prodotti, Mazzoni individua<br />
nel mix delle referenze uno dei punti di forza dell’azienda.<br />
“Siamo in grado di offrire un ampio ventaglio di prodotti,<br />
che vanno dagli arrosti, ai salami, alla mortadella.<br />
E questo rappresenta senza dubbio un plus, per i nostri<br />
clienti”. Infine il mercato francese. Sottolinea Mazzoni:<br />
“Nel 20<strong>12</strong> abbiamo registrato importanti incrementi in<br />
Francia, dove presidiamo, oltre alla Gd-Do e al canale<br />
tradizionale, anche l’Horeca e il Food service”.<br />
SALUMIFICIO SORRENTINO – Americo Liberato<br />
Il salumificio Sorrentino sta fortemente sviluppando il<br />
proprio business oltre confine: “Nell’ultimo anno l’incremento<br />
è stato pari al 70%”, afferma Americo Liberato,<br />
responsabile commerciale. “L’incidenza dell’export sul<br />
fatturato aziendale è ancora modesta ma stiamo svolgendo<br />
un ottimo lavoro in Libano, Lussemburgo, Malta<br />
e Macedonia. Siamo presenti anche in Francia dove<br />
collaboriamo con un importatore e con alcuni dettaglianti”.<br />
Il normal trade è il canale di riferimento anche<br />
nel panorama nazionale: “La Gdo incide per un terzo<br />
sul nostro fatturato, mentre la maggior parte del business<br />
viene sviluppato attraverso i canali del dettaglio tradizionale<br />
e dei grossisti. Presidiamo soprattutto il Centro Sud,<br />
ma la nostra rete commerciale è ben sviluppata anche<br />
in Lombardia”. Per quanto riguarda i prodotti, sono le<br />
tipicità ad avere maggiore appeal: “Il salame abruzzese<br />
Aquila e la ventricina sono quelli più richiesti. Sono<br />
soprattutto i piccoli formati a essere più performanti”.<br />
Referenze che permetteranno al salumificio Sorrentino<br />
di chiudere l’anno con un fatturato intorno ai 26 milioni<br />
di euro: “Le aziende si trovano ad affrontare un periodo<br />
difficile, ma la crisi è anche un’occasione per migliorare<br />
la propria capacità di comprendere le esigenze del<br />
cliente”.<br />
CONSORZIO PROSCIUTTO DI PARMA –<br />
Marco Tramelli e Paolo Tanara<br />
Il prosciutto di Parma è uno dei salumi italiani più conosciuti all’estero. I dati confermano<br />
il crescente appeal di questo prodotto oltre confine: “In dieci anni il fatturato<br />
export è cresciuto di più di 10 punti percentuali e, nel 20<strong>12</strong>, inciderà per il 26%<br />
sul totale delle vendite”, afferma Marco Tramelli (foto), marketing manager del Consorzio.<br />
Il trend positivo riguarda sia i mercati consolidati (gli Usa rimangono i primi<br />
importatori), sia quelli più nuovi: “Uno dei paesi più interessanti è l’Australia. Un<br />
mercato che si è aperto negli ultimi anni e che registra tassi di crescita importanti.<br />
Le prospettive sono molto positive anche nei Paesi asiatici. Le vendite si consolidano<br />
in Giappone e crescono a Hong Kong e Singapore e, con volumi più contenuti,<br />
in altri paesi dell’area. Nonostante i vincoli sanitari esistenti altri due mercati dalle<br />
ottime prospettive sono Russia e Brasile”. Nel 2013 ricorre il 50° anniversario della<br />
corona: “Un avvenimento che festeggeremo con iniziative in Italia e all’estero”.<br />
Per quanto riguarda il mercato interno, spetta al presidente del Consorzio, Paolo<br />
Tanara esprimere la propria opinione sull’articolo 62: “Se i produttori si mantengono<br />
coesi, il provvedimento può essere un’ottima occasione per migliorare i rapporti<br />
con la Gd. Che comunque mantiene una forte potere contrattuale. Il dettaglio tradizionale<br />
può, invece, trovarsi in difficoltà all’entrata in vigore della nuova norma”.<br />
Un’altra problematica importante è l’aumento della materia prima: “È segno di un<br />
cambiamento in atto nell’intero settore. Il motivo principale è sicuramente la crescita<br />
del prezzo dei cereali, ma è l’intero panorama che sta mutando. Andiamo probabilmente<br />
verso una riduzione dei volumi, che deve coincidere con un aumento del<br />
livello qualitativo”.
REPORTAGE<br />
Novembre 20<strong>12</strong><br />
8LA CENA DI CIBUS 8LA NUOVA ICE<br />
Successo pieno per l’evento organizzato da Fiere<br />
La prudenza è d’obbligo. Ma se tutto andrà secondo le previsioni, la nuova Ice sarà completamente<br />
Parma (Cibus) e Federalimentare. La cena del<br />
operativa a partire dal 2013. Lo ha confermato Roberto Lovato, dirigente dell’area agroalimentare<br />
lunedì, organizzata presso l’ambasciata d’Italia<br />
dell’Agenzia per il commercio estero: “Ci attendiamo, nelle prossime settimane, notizie in merito<br />
a Parigi, ha riscosso il consenso di tutti i presenti.<br />
al trasferimento delle risorse economiche e umane alla nuova struttura pensata per la promozione<br />
Stupenda la location, una casa d’epoca con un<br />
del Made in Italy all’estero. Vale la pena sottolineare che comunque Ice ha supportato le italiane<br />
giardino meraviglioso, nel centro della capitale francese.<br />
in questo periodo di interregno. Prova ne è la massiccia partecipazione di espositori, oltre 180,<br />
Ottima la cena. Con cibi italiani. Naturalmente.<br />
alla nostra collettiva a Sial”.<br />
MONTALI<br />
Carlo Bilzi e Paolo Montali<br />
“Partecipiamo alle fiere internazionali per incrementare<br />
l’incidenza dell’export sul nostro fatturato,<br />
che si attesta intorno al 20%”, afferma Paolo Montali<br />
(foto a destra), amministratore unico dell’omonimo<br />
prosciuttificio. È soprattutto all’estero, infatti, che<br />
matura la crescita dell’azienda: “Il fatturato export<br />
è aumentato del 9% nei primi nove mesi dell’anno.<br />
Abbiamo stabilito contatti con nuovi clienti e<br />
consolidato il rapporto con quelli tradizionali. Ma<br />
l’estero non deve essere l’unica strada. Guardiamo<br />
con ottimismo anche al mercato interno, che non<br />
deve essere trascurato”, spiega Carlo Bilzi (foto a<br />
sinistra), responsabile commerciale dell’azienda.<br />
Belgio, Germania e Grecia sono i paesi più performanti:<br />
“Ci stiamo affacciando verso nuovi mercati<br />
come la Polonia e i Paesi ex Urss: un’area in<br />
cui c’è molta voglia di emergere e interesse per il<br />
prosciutto di Parma”, prosegue Paolo Montali. “Più<br />
difficile l’ingresso nel promettente mercato russo,<br />
dove dall’anno scorso si è proceduto a un giro di<br />
vite nelle misure protezionistiche”.<br />
SAN NICOLA/GHIRARDI ONESTO<br />
Francesco Felli<br />
“Vantiamo le certificazioni per esportare praticamente<br />
in tutti i paesi del mondo”, afferma Francesco<br />
Felli, export manager del prosciuttificio San<br />
Nicola, che opera anche con il brand Ghirardi<br />
Onesto. San Nicola si presenta come un’azienda<br />
export oriented: “La quota export si attesta<br />
ormai intorno al 50%. Gli Stati Uniti continuano<br />
a essere il mercato più interessante. Abbiamo<br />
anche fondato una nuova società nel paese, la<br />
San Nicola Usa, per distribuire i nostri prodotti.<br />
Stiamo continuando a investire per potenziare la<br />
nostra struttura export e per la partecipazione alle<br />
fiere internazionali”. Oltre a mercati in forte sviluppo,<br />
come quello canadese, e alcuni consolidati<br />
come il Giappone, esistono Paesi capaci di offrire<br />
ottime prospettive, ma limitati da regolamentazioni<br />
molto restrittive: “La Cina è sicuramente il<br />
paese più complicato, seguito dal Messico, dove<br />
gli accordi internazionali vengono presi alla lettera.<br />
Infine la Russia, che nell’ultimo anno ha attuato<br />
una sorta di giro di vite alle importazioni”.<br />
DEVODIER<br />
Cesare Dellatorre<br />
Da sinistra: Giacomo Guidozzi e Cesare Dellatorre<br />
“Il progetto di internazionalizzazione per la nostra<br />
azienda è appena partito”, spiega Cesare<br />
Dellatorre, area manager di Devodier. “Abbiamo<br />
già sviluppato numerosi contatti, ma, al momento,<br />
l’incidenza sul fatturato è ancora contenuta.<br />
Grazie all’impianto all’avanguardia, inaugurato<br />
nel 2006, vantiamo l’accredito per quasi tutti<br />
i paesi. Insomma è tutto pronto”. Per quanto riguarda<br />
i paesi target le idee sono chiare: “Usa,<br />
Giappone, Francia e Germania sono i maggiori<br />
consumatori, ma tutti i paesi in cui è accettata la<br />
carne di maiale sono interessanti. Il discrimine è<br />
il prezzo. Realizziamo un prodotto di fascia premium<br />
e cerchiamo clienti che sappiano apprezzare<br />
la qualità delle nostre produzioni. Tuttavia,<br />
non sempre è facile spiegare perché il nostro<br />
prosciutto di Parma costa più di un altro che comunque<br />
vanta la Corona. Che, in alcuni paesi, è<br />
considerato addirittura il marchio di un’azienda”.<br />
JOMI<br />
Domenico Campitiello<br />
La Francia è un mercato importante per Jomi.<br />
Non è un caso, quindi, che questa sia la settima<br />
edizione a cui l’azienda partecipa: “Collaboriamo<br />
con un importatore locale, ma siamo anche<br />
presenti direttamente nella Grande distribuzione”,<br />
spiega il titolare, Domenico Campitiello. “Nonostante<br />
gran parte del nostro business continui a<br />
essere sviluppato nel mercato interno, abbiamo<br />
sviluppato progetti per altri paesi dell’area Ue,<br />
come Germania e Gran Bretagna e guardiamo<br />
con interesse a mercati dell’Est Europa come<br />
Polonia e Russia. Entrambi, infatti, si presentano<br />
come particolarmente promettenti, anche se il primo<br />
ha il vantaggio di non avere tutti quei vincoli<br />
protezionistici che caratterizzano, invece, il mercato<br />
russo. Al momento, comunque, l’incidenza<br />
dell’export sul fatturato aziendale è pari al 10%<br />
circa”. Per quanto riguarda le tipologie di prodotto<br />
è il prosciutto crudo quello più performante:<br />
“All’estero vendiamo prevalentemente questa<br />
referenza. Che offriamo con il nostro marchio”.<br />
Segue<br />
11
<strong>12</strong><br />
AGENZIA PER LA PROMOZIONE ALL’ESTERO<br />
E L’INTERNAZIONALIZZAZIONE DELLE IMPRESE ITALIANE<br />
ROBERTO LOVATO –DIRIGENTE AREA AGROALIMENTARE<br />
A Sial, nello spazio dedicato alla<br />
collettiva italiana, nel padiglione<br />
2, incontriamo Roberto Lovato, dirigente<br />
Area agroalimentare dell’ex<br />
Ice, oggi Agenzia per la promozione<br />
all’estero e l’internazionalizzazione<br />
delle imprese italiane. A lui<br />
chiediamo della presenza in fiera. E<br />
del futuro della nuova agenzia.<br />
Cominciamo dalla presenza a<br />
Sial. Quante sono le aziende presenti<br />
nella collettiva Ice?<br />
A Parigi abbiamo portato ben 180<br />
aziende di diversi settori e dimensioni.<br />
Tutte Pmi, alcune organizzate<br />
individualmente, altri come gruppi<br />
territoriali e consorzi tra aziende.<br />
Un risultato possibile anche grazie<br />
alla nostra consolidata esperienza<br />
in termini di fidelizzazione delle<br />
imprese per le collettive organizzate,<br />
in passato, da Ice.<br />
E qual è il clima tra gli espositori?<br />
Le aziende senza dubbio appaiono<br />
soddisfatte per l’afflusso in fiera<br />
degli operatori e per gli incontri realizzati<br />
in questi giorni. Uno degli<br />
elementi di successo è stato la conferma<br />
dell’ottimo posizionamento<br />
delle ultime edizioni, all’ingresso del<br />
padiglione 1. Uno spazio che, infatti,<br />
ha attratto moltissimi visitatori.<br />
Novembre 2102<br />
TERRE DI SIENA<br />
Filippo Gambassi e Irene Chiti<br />
La cinta senese è una razza suina autoctona che,<br />
da alcuni mesi, ha ricevuto la Dop: “Si tratta di<br />
animali allevati allo stato semi brado e nutriti con<br />
una piccola percentuale di mangimi. Il suino cresce<br />
lentamente ma sviluppa una serie di caratteristiche<br />
organolettiche e nutrizionali davvero uniche”,<br />
spiega Irene Chiti, alla guida dell’azienda<br />
insieme a Filippo Gambassi. Che aggiunge: “I<br />
salumi realizzati con questa materia prima sono<br />
il fiore all’occhiello della nostra gamma. Circa il<br />
30% della produzione è destinata all’estero. Si<br />
tratta, infatti, di un prodotto di nicchia apprezzato<br />
soprattutto nell’Horeca in Francia e Olanda”.<br />
Un prodotto così ricercato attira estimatori anche<br />
dal Giappone: “In questo Paese la carne di cinta<br />
senese ricorda, in qualche modo, quella tipica<br />
giapponese di kobe. Per questo motivo viene<br />
molto apprezzata in questo Paese”.<br />
Parliamo dell’ex Ice. Quando<br />
sarà definitivamente operativa la<br />
nuova agenzia?<br />
Oggi non siamo ancora formalmente<br />
ricostituiti; l’Agenzia è dotata<br />
di un nuovo statuto e nuovi<br />
organi dirigenti. Ma restiamo ancora<br />
in attesa del trasferimento delle<br />
risorse umane ed economiche dalla<br />
‘vecchia’ alla nuova Ice, necessarie<br />
per la piena operatività. In sostanza,<br />
al momento operiamo ancora<br />
come ex Ice.<br />
Qual è la sua previsione?<br />
Penso che sia questione di aspettare<br />
ancora, al massimo, qualche<br />
mese. Ovviamente il nostro auspi-<br />
LARDERIA FAUSTO GUADAGNI<br />
Fausto Guadagni e Federica Menconi<br />
PROSCIUTTIFICIO VALSERIO<br />
Paola Vaccario<br />
Il prosciuttificio Valserio partecipa al Sial, insieme a Lodi export, il Consorzio che organizza le missioni all’estero<br />
di numerose aziende dell’agroalimentare: “Un progetto che ci permette i contenere i costi e far conoscere<br />
oltre confine le nostre produzioni”, spiega Paola Vaccario, titolare dell’azienda. Che solo da qualche mese si<br />
è affacciata ai mercati internazionali: “Con buoni riscontri e ottime prospettive. Abbiamo sviluppato contatti<br />
importanti in Germania, Francia e soprattutto in Gran Bretagna. L’incidenza sul fatturato si attesta, complessivamente,<br />
intorno al 5%”. Le idee su come organizzare l’offerta destinata all’estero sono molto precise: “Vorremmo<br />
sviluppare la nostra presenza soprattutto attraverso una produzione biologica di alta qualità. Questo specifico<br />
comparto, che in Italia stenta a prendere piede, in particolare per i salumi, all’estero è molto apprezzato.<br />
Per questo motivo stiamo progettando nuove referenze con l’obiettivo di presidiare specifici mercati. Proprio<br />
per promuovere la nostra linea biologica parteciperemo al Biofach di Norimberga, il prossimo febbraio”. Il<br />
prosciuttificio Valserio fa parte, inoltre, della rete d’impresa Cremona food, che contribuisce a sviluppare l’internazionalizzazione<br />
dell’azienda.<br />
“Il lardo suscita sempre più curiosità nei mercati<br />
esteri”, afferma Federica Menconi, alla guida<br />
dell’azienda insieme al marito Fausto Guadagni.<br />
“Al momento l’incidenza delle vendite oltre confine<br />
si attesta intorno al 40%. Svizzera, Germania<br />
e Francia sono i paesi più importanti per la nostra<br />
azienda, ma ci stiamo affacciando a nuovi<br />
mercati come, ad esempio, il Brasile. Lavoriamo<br />
soprattutto con il canale horeca e con alcuni importatori”.<br />
Oltre che intero, il lardo viene offerto<br />
affettato in vaschette in Atm o macinato: “Nel<br />
2011 abbiamo inaugurato la camera bianca e<br />
quindi abbiamo cominciato a offrire questi nuovi<br />
prodotti. Con tale innovazione puntiamo ad accrescere<br />
la nostra presenza nei mercati esteri”.<br />
cio è che tutto si possa concludere<br />
entro il 20<strong>12</strong>. Così da iniziare il 2013<br />
con la piena operatività della nuova<br />
agenzia.<br />
Cosa cambierà?<br />
La legge istitutiva prevede una<br />
riduzione del personale impiegato e<br />
questo sarà sicuramente un primo<br />
elemento distintivo, la dotazione<br />
finanziaria ancora non è stata stabilita<br />
ma senz’altro anch’essa subirà<br />
decurtazioni tali da indurre come<br />
primo effetto una riduzione della<br />
presenza all’estero in termini di uffici<br />
a presidio dei diversi mercati.<br />
E dal punto di vista della vostra<br />
Area, quella agroalimentare?<br />
Come Area agroalimentare stiamo<br />
puntando molto su iniziative,<br />
in particolare fieristiche, totalmente<br />
autofinanziate dalle aziende espositrici.<br />
Il sostegno pubblico alle partecipazioni<br />
in fiera, in termini economici,<br />
sarà concentrato su attività di<br />
supporto, servizi prima e durante la<br />
manifestazione, l’organizzazione di<br />
eventi collaterali, come le degustazioni<br />
e i seminari. Già nel passato le<br />
aziende erano chiamate a contribuire<br />
in maniera sostanziosa oggi, la<br />
normativa Iva implementata dal<br />
2011, ci costringe a questa scelta,<br />
senza alcuna possibilità di deroga.<br />
PROSCIUTTIFICIO SAN FRANCESCO<br />
Daniele Gallardelli<br />
Il prosciuttificio San Francesco realizza circa<br />
800mila prosciutti l’anno. “La nostra quota export<br />
si attesta intorno al 35%”, afferma Daniele<br />
Gallardelli, commerciale dell’azienda. “Francia,<br />
Germania, Paesi Bassi, Usa, Canada, Sud Africa<br />
e Australia sono i nostri mercati di riferimento.<br />
Nell’ultimo anno le vendite si sono mantenute<br />
stabili. Anche se abbiamo registrato performance<br />
importanti, in particolare in Francia”. L’azienda si<br />
affaccia però a nuovi paesi target: “Sicuramente<br />
l’Est Europa è l’area di maggior interesse. Bulgaria,<br />
Ucraina, Repubbliche Baltiche e Russia rappresentano<br />
mercati con un altissimo potenziale di<br />
crescita”. Per quanto riguarda il mercato interno<br />
l’azienda collabora soprattutto con la Grande distribuzione:<br />
“Anche se con un’incidenza del 40%<br />
il normal trade resta per noi un canale strategico”.<br />
RENZINI<br />
Dante Renzini<br />
“Il mercato si fa sempre più difficile, ma la crisi è<br />
la fortuna degli intelligenti: chi è competente saprà<br />
superare il momento”, dichiara Dante Renzini, titolare<br />
dell’omonima azienda umbra. “Abbiamo chiuso<br />
il 2011 con un fatturato intorno ai 30 milioni”. Il<br />
mercato interno è quello più importante per l’azienda:<br />
“Le nostre vendite sono distribuite al 50% tra<br />
Gd e normal trade”. In crescita però l’incidenza<br />
dell’export sul fatturato aziendale: “Al momento si<br />
attesta al 15% circa. Il paese più performante è la<br />
Germania, dove vengono apprezzati soprattutto i<br />
salumi di selvaggina e i prosciutti alla brace”.
REPORTAGE<br />
1 2 3 4 5 6<br />
7 8 9<br />
CARTOLINE DALLA FIERA<br />
10 11 <strong>12</strong><br />
13 14 15 16 17<br />
Novembre 20<strong>12</strong><br />
1. Azienda Agricola Liuzzi; 2. Salumificio BBS; 3. Cavenari e Zucca; 4. Citterio; 5. Salumificio Dedomenici Angelo; 6. Drogheria<br />
& Alimentari; 7. Salumi Emmedue (da sinistra: Marino Rinaldo e Claudio Caivano); 8. Gigi il salumificio; 9. Jolly prosciutti (Toni<br />
William) 10. Leoncini; 11. F.lli Galloni; <strong>12</strong>. Madeo (Anna Madeo) ; 13. Valtellina che gusto; 14. Sagem - Rosa dell’Angelo; 15.<br />
Salumifico San Michele; 16. Sapori. Sapori; 17. Special Gift; 18. Centro Carni Sila.<br />
18<br />
Fine<br />
13
14<br />
Novembre 20<strong>12</strong><br />
Nel comune di Santena, a una<br />
ventina di chilometri da Torino, esiste<br />
un’azienda che, dal lontano 1935, realizza<br />
prosciutti cotti. Poco prima della seconda<br />
guerra mondiale, infatti, Attilio Lenti ebbe la<br />
geniale intuizione di avviare un’attività specializzata<br />
esclusivamente nella produzione di cotti e<br />
di realizzare, in un primo tempo, a Torino, uno<br />
stabilimento ad hoc. Le capacità artigianali e la<br />
qualità delle sue realizzazioni diedero presto<br />
fama ai prodotti Lenti. Tanto da generare una<br />
crescita inarrestabile. “L’azienda vanta il merito<br />
di essere sempre stata in grado di rinnovarsi<br />
per rispondere ai cambiamenti del mercato.<br />
Con un occhio di riguardo nei confronti del<br />
consumatore e delle sue necessità, il prosciuttificio<br />
Lenti ha anticipato problematiche legate<br />
alla salute, oltre che alle nuove tipologie di acquisto”,<br />
spiega Roberto Tozzi, direttore commerciale<br />
dell’azienda.<br />
Entriamo nello specifico. In che modo si<br />
può rinnovare un prosciutto cotto o, addirittura,<br />
inventare una nuova referenza?<br />
La lunga esperienza dell’azienda in questo<br />
specifico settore ci permette di mettere a<br />
punto sempre nuove soluzioni per ottenere il<br />
massimo della qualità. Due anni fa, ad esempio,<br />
abbiamo ideato Lenti&Lode. Un prosciutto<br />
cotto realizzato con una ricetta antica e utilizzando<br />
moderne tecnologie, che lo elevano al<br />
segmento Top di gamma.<br />
Di cosa si tratta?<br />
Per la realizzazione della referenza<br />
Lenti&Lode selezioniamo cosce di suino del<br />
circuito Dop di Parma, da 15,5 a 16,5 chili di<br />
peso da fresco. La salina, poi, è un decotto di<br />
spezie, dosate secondo la ricetta segreta, lasciate<br />
in infusione per diverse ore. Abbiamo anche<br />
allungato le tempistiche del ciclo produttivo: le<br />
fasi del massaggio e della cottura sono molto<br />
più lunghe rispetto a un prosciutto normale.<br />
Infine, la tecnica di cottura è assolutamente diversa<br />
rispetto a quella generalmente utilizzata<br />
per i cotti. In pratica, il prosciutto viene disossato<br />
chiuso: l’osso è quindi sfilato senza aprire la<br />
coscia. Dopodiché, viene cotto al vapore, all’interno<br />
di un forno, evitando di mettere la coscia<br />
nello stampo, come solitamente avviene.<br />
Ovviamente anche il prosciutto Lenti&Lode<br />
risponde a tutti i requisiti che caratterizzano<br />
ogni nostra singola referenza.<br />
Vale a dire?<br />
Come qualsiasi altro prodotto della nostra<br />
gamma, Lenti&Lode non contiene glutine, è<br />
stato certificato con il marchio della Spiga barrata,<br />
di proprietà dell’Associazione italiana celiachia,<br />
non contiene lattosio e suoi derivati né,<br />
tantomeno, ingredienti Ogm. Non da ultimo,<br />
i prosciutti e i salumi firmati Lenti, sono stati<br />
certificati Sgs per la limitata quantità di sale,<br />
che non supera l’1,84% per prodotto – una<br />
quantità inferiore del 20% rispetto al contenuto<br />
medio dei prosciutti cotti dichiarato dall’Istituto<br />
nazionale della nutrizione.<br />
Come è stato posizionato il prosciutto<br />
Lenti&Lode?<br />
Con il nuovo prosciutto abbiamo voluto<br />
presidiare il segmento premium. E’ il frutto,<br />
infatti, di una politica aziendale volta a sviluppare<br />
questo importante mercato. Che vanta<br />
una ‘salute’ diversa rispetto agli altri segmenti:<br />
il consumatore, se valuta la reale qualità di un<br />
prodotto, è disposto a spendere di più e a fidelizzarsi.<br />
Il vostro core business è rimasto quello<br />
dei cotti. Ma come si compone la gamma di<br />
proposte?<br />
La produzione di cotti riveste più del 70%<br />
della produzione totale. Per ora, Lenti&Lode,<br />
solo il 6%. Ma si tratta di un prodotto nuovo<br />
che ha bisogno ancora di tempo per crescere<br />
e presidiare i mercati. Non dimentichiamo,<br />
poi, che Lenti è protagonista anche in un altro<br />
mercato, quello delle carni bianche arrosto,<br />
UN PROSCIUTTO<br />
DA<br />
LENTI E LODE<br />
L’azienda, specializzata nella produzione di cotti,<br />
studia nuove referenze per affrontare il mercato.<br />
Alta qualità, Spiga barrata, bassa percentuale di sale<br />
sono alcune cause del successo. Esperienza, analisi<br />
di mercato e comunicazione adeguata, fanno il resto.<br />
Intervista a Roberto Tozzi, direttore commerciale.<br />
1935<br />
anno di nascita dell’azienda<br />
10.500 MQ<br />
6%<br />
incidenza<br />
di Lenti&Lode<br />
sulla produzione<br />
totale dei cotti<br />
70%<br />
incidenza dei prosciutti cotti sulla produzione totale<br />
20.000<br />
i fan del prosciuttificio Lenti sul social network<br />
ampiezza<br />
dello<br />
stabile<br />
produttivo<br />
L’AZIENDA<br />
tacchino in primis. Anche in questo ambito<br />
abbiamo ideato e avviato, di recente, la commercializzazione<br />
di un nuovo prodotto. Si tratta<br />
della fesa di tacchino nazionale, che vanta<br />
la caratteristica di essere cotta al forno, senza<br />
insacco. Un prodotto di alta qualità e cura del<br />
dettaglio che ha già registrato ottime performance<br />
di vendita. La gamma si completa poi<br />
con altre specialità, come l’arrosto di culatello,<br />
lingua, zampone e cotechino, carpaccio e lombetto.<br />
Sul fronte della distribuzione, Lenti ha<br />
sempre avuto un rapporto stretto col normal<br />
trade. E’ ancora così?<br />
Siamo legati a questo canale proprio perché<br />
le nostre referenze hanno un posizionamento<br />
medio-alto e alto. Adatto quindi alle<br />
gastronomie e alle macellerie specializzate in<br />
grado di trattare prodotti specifici. Ciò non<br />
toglie che l’azienda ha avviato ottimi rapporti<br />
anche con la Gdo. Dove abbiamo trovato<br />
le giuste condizioni per dar vita a partnership<br />
costruttive e interessanti. Anche con attività di<br />
copacker e private label.<br />
In quali formati commercializzate il prodotto<br />
all’interno della Gd?<br />
Sia intero per il banco taglio che in vaschetta<br />
a marchio Lenti. Analizzando le dinamiche di<br />
mercato, però, abbiamo valutato la riduzione<br />
dei tassi di incremento delle vaschette con<br />
marchi aziendali a favore di un considerevole<br />
aumento del take-away. Il prodotto affettato e<br />
confezionato in vaschette trasparenti, in cui il<br />
nome del produttore appare solo nell’etichetta,<br />
sembra dare una sensazione di prodotto<br />
fresco, appena affettato, senza conservanti,<br />
molto simile al prodotto acquistabile al banco<br />
taglio, anche in termini di battuta di cassa.<br />
Focalizzate molto l’attenzione sulla comunicazione<br />
del prodotto?<br />
Lenti ha sempre creduto nei diversi canali<br />
di comunicazione. Dalla carta stampata, fino<br />
alla tv. Quest’anno però abbiamo scelto una<br />
nuova via. Quella del web. O, meglio, dei social<br />
network. Facebook, Twitter e Youtube. In questi<br />
giorni abbiamo superato la soglia dei 20mila<br />
fan. Tuttavia, affianchiamo a questo innovativo<br />
canale di comunicazione, attività più tradizionali,<br />
come manifestazioni, fiere, e degustazioni<br />
per raggiungere il consumatore finale. Ogni<br />
attività di coinvolgimento ha l’obiettivo di dare<br />
visibilità ai nostri clienti, indirizzando i consumatori<br />
a visitare i loro punti vendita. Crediamo<br />
che il passaparola sia il modo migliore per far<br />
conoscere l’eccellenza.<br />
Il settore sta subendo repentini cambiamenti.<br />
L’aumento del prezzo delle materie<br />
prime e l’introduzione dell’articolo 62 hanno<br />
modificato le dinamiche del mercato. Voi<br />
come avete affrontato queste problematiche?<br />
Dalla seconda metà di agosto fino ad oggi,<br />
purtroppo, siamo stati costretti a riflettere sulle<br />
nostre politiche aziendali. L’aumento delle<br />
materie prime e l’articolo 62 hanno indubbiamente<br />
creato grossi turbamenti, anche perché<br />
sono avvenuti in modo repentino e violento.<br />
Anche se per noi è stato un anno altalenante,<br />
comunque, l’azienda chiuderà il 20<strong>12</strong> in linea<br />
con i risultati dell’anno precedente, sia a volume<br />
che a valore.<br />
Il 2013 è alle porte. Come affronterete il<br />
nuovo anno?<br />
Nel 2011 abbiamo ultimato un ampliamento<br />
della superficie aziendale, che è passata da<br />
7mila a 10.500 metri quadrati coperti. Questo<br />
allargamento ci assicurerà per i prossimi<br />
anni una capacità produttiva del 60% in più.<br />
Lavoreremo quindi sui volumi e affronteremo<br />
i mercati esteri che ad oggi rappresentano<br />
solo il 5% della nostra distribuzione. Qualcosa<br />
di nuovo, tuttavia, sarà presentato anche sul<br />
fronte dei prodotti. Per non perdere le buone<br />
abitudini: fare bene e fare meglio.<br />
Margherita Luisetto
16<br />
Novembre 20<strong>12</strong><br />
Ologramma sì. Ologramma no. Ologramma<br />
forse, ma solo su base volontaria<br />
e facoltativa. Sembra essere quest’ultima<br />
la soluzione individuata dal Senato dopo i numerosi<br />
incontri della commissione Agricoltura con i<br />
consorzi di tutela. E dopo le vibranti lettere inviate<br />
delle associazioni che raggruppano i prodotti<br />
Dop, Igp, Stg e bio, oltre alla montante protesta<br />
del mondo imprenditoriale. L’affaire ologramma<br />
- che, lo ricordiamo, è l’integrazione dell’etichettatura<br />
dei prodotti agricoli e alimentari a denominazione<br />
con sistemi di sicurezza realizzati dall’Istituto<br />
Poligrafico e Zecca dello Stato - aveva infatti<br />
raccolto tutti i player della fiera agroalimentare,<br />
compatti nel respingere la normativa. In ragione,<br />
soprattutto, dell’immaginabile aggravio di costi,<br />
ovviamente del tutto a carico delle aziende, della<br />
difficoltà nell’applicazione della norma e del moltiplicarsi<br />
della burocrazia intorno a prodotti, quelli a<br />
denominazione, già regolamentati e controllati per<br />
loro stessa natura. Ed è Afidop, Associazione dei<br />
formaggi italiani a denominazione d’origine protetta<br />
a darne notizia per prima, negli scorsi giorni,<br />
con una lettera inviata ai propri soci, ovvero i<br />
consorzi di tutela, nonché ad Assolatte e Fedagri<br />
Confcooperative. Nella missiva si legge che: “Nella<br />
seduta del 17 ottobre la commissione Agricoltura<br />
del Senato ha proseguito e concluso l’esame del<br />
disegno di legge n.4 del 2011, recante disposizioni<br />
in materia di etichettatura e di qualità dei prodotti<br />
alimentari”. E proprio nell’ambito dell’analisi della<br />
normativa: “In seguito alle pressioni esercitate<br />
anche dalla nostra Associazione, è stato accolto<br />
l’emendamento (del senatore Gianpaolo Vallardi,<br />
gruppo Lega Nord Padania, ndr), presentato con<br />
la finalità di chiarire l’ambiguità interpretativa relativa<br />
all’articolo 59 bis del decreto legge n.83 del<br />
20<strong>12</strong>. Il relatore Vallardi, infatti, si legge negli atti<br />
dei lavori della commissione Agricoltura del Senato,<br />
illustrando l’emendamento, a propria firma: “Ha<br />
evidenziato che lo stesso è finalizzato a chiarire<br />
un’ambiguità interpretativa attinente all’articolo<br />
59 bis del decreto legge n. 83 del 20<strong>12</strong>, convertito,<br />
con modificazioni, dalla legge n. 134 del 20<strong>12</strong>. Nel<br />
predetto articolo vengono introdotti sistemi di sicurezza<br />
contro le contraffazioni dei prodotti agricoli<br />
alimentari, realizzati dall’Istituto Poligrafico e<br />
Zecca dello Stato, e basati prioritariamente su elementi<br />
elettronici e telematici. In tale disposizione<br />
non viene tuttavia chiarito se l’adozione di tali sistemi<br />
di sicurezza - i cui costi di realizzazione e gestione<br />
sono a totale carico degli operatori agricoli<br />
interessati, ai sensi del comma 2 dell’articolo 59<br />
bis - si configuri come obbligatoria per i produttori<br />
o viceversa se la stessa abbia valenza volontaria e<br />
facoltativa. Il relatore precisa che l’emendamento<br />
propende per la soluzione da ultimo citata, ossia<br />
per quella incentrata sulla facoltatività dei sistemi<br />
di sicurezza, evidenziando che una diversa opzione<br />
sarebbe suscettibile di determinare un consistente<br />
aggravio dei costi di produzione, con la conseguenza<br />
che in talune circostanze il costo dell’etichettatura<br />
supererebbe addirittura il valore economico<br />
del prodotto”. Dunque un lieto fine all’orizzonte?<br />
Guai ad abbassare la guardia, è il commento unanime<br />
degli operatori. Perché l’emendamento, contenuto<br />
nel disegno di legge 3 febbraio 2011, n. 4,<br />
in materia di etichettatura dei prodotti alimentari,<br />
deve ancora passare al vaglio delle camere. E non<br />
è escluso, ovviamente, un nuovo ricorso al voto<br />
di fiducia, come nel caso dell’articolo 59 bis, che<br />
impedirebbe in questo modo qualsiasi intervento<br />
dell’ultimo minuto, in un senso o, ovviamente,<br />
nell’altro. Senza dimenticare il difficile quadro politico<br />
del momento. Con un governo che, nonostante<br />
le rassicurazioni generali, in primis del presidente<br />
Giorgio Napolitano, potrebbe non riuscire ad<br />
arrivare al termine naturale della legislatura. Cosa<br />
che metterebbe a repentaglio l’introduzione della<br />
volontarietà di applicazione della norma. E lascerebbe<br />
quindi in vigore l’articolo 59 bis così come<br />
licenziato nel mese di agosto, obbligatorio e con i<br />
costi di implementazione del sistema a carico delle<br />
imprese. E, quindi, investimenti per nuovi macchinari<br />
da inserire nelle linee produttive, modifica<br />
dei pack, acquisto e gestione dei valori bollati,<br />
cioè gli ormai famigerati ologrammi. La faccenda,<br />
dunque, è tutt’altro che chiusa. La partita continuerà<br />
a giocarsi nelle aule romane, e soprattutto<br />
nei corridoi, come accaduto fino ad ora. Restano<br />
aperte, ovviamente, molte domande. A cominciare<br />
dall’ovvia: cui prodest? A chi giova l’ologramma? E<br />
chi ha esercitato attività di lobbying perché questo<br />
dispositivo venisse introdotto? E per conto di chi?<br />
E se alla fine, come tutti si augurano, l’ologramma<br />
sarà davvero solo un’iniziativa volontaria, verranno<br />
salvaguardati gli interessi che hanno spinto all’approvazione<br />
dell’articolo 59 bis? Ovvero, secondo i<br />
maliziosi, la Zecca si doterà comunque dei costosi<br />
macchinari per realizzare l’ologramma?<br />
LEGGI & NORMATIVE<br />
Sconfitta la lobby<br />
dell’ologramma. Forse…<br />
Le commissioni Agricoltura di Camera e Senato accolgono un emendamento per rendere facoltativo<br />
il nuovo sistema di etichettatura per i prodotti a denominazione. Ecco tutti i testi e i retroscena della vicenda…<br />
L’emendamento<br />
‘riparatore’ votato<br />
in commissione Agricoltura<br />
Emendamento 1.0.1 al disegno di legge n. 3337.<br />
Articolo 1 Dopo l’articolo 1, inserire il seguente:<br />
Art. 1-bis<br />
All’articolo 59-bis del decreto-legge 22 giugno<br />
20<strong>12</strong>, n. 83, convertito, con modificazioni, dalla<br />
legge 7 agosto 20<strong>12</strong>, n. 134, sono apportate le<br />
seguenti modificazioni: al comma 1, primo periodo,<br />
dopo la parola: “integrazione” sono inserite le seguenti:<br />
“volontaria e facoltativa per i produttori”: al<br />
comma 2, dopo la parola: “sicurezza” sono inserite<br />
le seguenti: “volontario e facoltativo”».<br />
Qualche numero<br />
Ecco, secondo quanto diffuso da Aicig, Associazione italiana<br />
consorzi indicazioni geografiche, alcuni numeri relativi<br />
ai prodotti che sarebbero interessati dal nuovo provvedimento<br />
PROSCIUTTO DI SAN DANIELE<br />
16.000.000 (prosciutti interi, disossati, porzionati e vaschette)<br />
PROSCIUTTO DI PARMA<br />
80.000.000 (prosciutti interi, disossati, porzionati e vaschette)<br />
MORTADELLA BOLOGNA<br />
55.000.000 (intere, porzionate e vaschette)<br />
L’ARTICOLO<br />
59 BIS<br />
Ecco l’articolo contenuto nel decreto legge<br />
22 giugno 20<strong>12</strong> n. 83, che introduce un nuovo<br />
sistema di etichettatura per i prodotti<br />
a denominazione<br />
1. Al fine di contrastare le pratiche ingannevoli nel<br />
commercio dei prodotti agricoli e alimentari a denominazione<br />
di origine protetta (Dop), a indicazione<br />
geografica protetta (Igp), di specialità tradizionale<br />
garantita (Stg) o certificati come biologici ovvero che<br />
devono soddisfare determinati requisiti merceologici<br />
o specifiche qualitative richiesti da norme relative a<br />
organizzazioni comuni di mercato (Ocm), consistenti,<br />
tra l’altro, in contraffazioni, falsificazioni, imitazioni<br />
e altre operazioni non veritiere apportate sulle<br />
menzioni, sulle indicazioni, sui marchi di fabbrica<br />
o di commercio, sulle immagini o sui simboli che si<br />
riferiscono al prodotto agricolo o alimentare e che<br />
figurano direttamente sull’imballaggio o sull’etichetta<br />
appostavi o sul dispositivo di chiusura o su cartelli,<br />
anelli o fascette legati al prodotto medesimo, in<br />
mancanza, sui documenti di accompagnamento del<br />
prodotto agricolo o alimentare, il ministro delle Politiche<br />
agricole alimentari e forestali, di concerto con<br />
il ministro dello Sviluppo economico e con il ministro<br />
dell’Economia e delle finanze, con regolamento da<br />
emanare entro sei mesi dalla data di entrata in vigore<br />
della legge di conversione del presente decreto, definisce<br />
le modalità per l’integrazione dell’etichettatura<br />
dei prodotti agricoli e alimentari con sistemi di sicurezza<br />
realizzati dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello<br />
Stato, basati prioritariamente su elementi elettronici o<br />
telematici, anche in collegamento con banche dati, e<br />
prevedendo, ove possibile, l’utilizzo, ai fini dei relativi<br />
controlli, di dispositivi o mezzi tecnici di controllo<br />
e di rilevamento a distanza. Il regolamento definisce<br />
altresì le caratteristiche e i requisiti di tali sistemi e<br />
fissa il termine, non superiore ad un anno dalla data<br />
della sua entrata in vigore, per l’applicazione del<br />
relativo processo di garanzia della sicurezza.<br />
2. I costi di realizzazione e di gestione del sistema<br />
di sicurezza di cui al comma 1 sono a carico dei<br />
soggetti che si avvalgono dell’etichettatura di cui al<br />
presente articolo.
EVENTI<br />
Un Salone<br />
dal gusto dolce.<br />
Ma anche amaro<br />
Cibi che cambiano il mondo. E’ stato<br />
questo il tema dell’edizione 20<strong>12</strong><br />
del Salone del Gusto che quest’anno, per<br />
la prima volta, era una cosa sola con Terra Madre.<br />
La kermesse ha aperto i battenti il 25 ottobre<br />
presso il Lingotto Fiere di Torino e si è<br />
conclusa il 29 ottobre. Complessivamente, ha<br />
chiamato a raccolta mille espositori provenienti<br />
da 100 paesi, su una superficie di 80mila metri<br />
quadrati. Ottimi anche i numeri relativi ai visitatori.<br />
A manifestazione conclusa, si sono infatti<br />
contati 220mila visitatori italiani e stranieri, in<br />
crescita del 10% rispetto all’edizione precedente,<br />
sono stati 16mila i partecipanti alle 56<br />
conferenze, 8mila gli studenti e 3.700 i bambini<br />
che hanno preso parte alle attività educative.<br />
“La fusione tra Salone del gusto e Terra<br />
madre ha reso questa edizione la più bella di<br />
sempre, permettendo uno scambio continuo<br />
tra i paesi, mescolando profumi e nazionalità,<br />
in cui è stata notevole la partecipazione dei<br />
giovani, produttori, delegati e semplici visitatori”,<br />
ha dichiarato Roberto Burdese, presidente<br />
di Slow food Italia, nel corso della conferenza<br />
stampa di chiusura della kermesse. Che continua<br />
a presentarsi come un mercato destinato<br />
sia al grande pubblico, sia agli operatori.<br />
Nonostante la crisi, sembra che i consumatori<br />
siano ancora disposti a pagare un biglietto d’ingresso<br />
(20 euro prezzo intero, 16 euro prezzo<br />
ridotto, per le comitive) per conoscere più da<br />
vicino le produzioni alimentari di nicchia di cui,<br />
il nostro Paese, è ricco. Indubbiamente, per le<br />
aziende espositrici il contatto con i clienti finali<br />
è importante: le vendite consentono anche di<br />
“ripagare” la cifra spesa per l’affitto dello spazio<br />
espositivo. Che, vale la pena ricordare, nel panorama<br />
fieristico attuale, è uno dei più contenuti.<br />
Non solo. Il Salone del gusto rappresenta<br />
un’ottima vetrina per far conoscere il prodotto<br />
e il proprio marchio.<br />
Tuttavia, non è oro tutto quel che luccica. Infatti,<br />
per come è strutturata la manifestazione,<br />
la presenza degli utenti finali con gli operatori<br />
del settore (buyer) crea - a detta degli espositori<br />
- alcune problematiche (vedi box sotto). In<br />
molti casi si rischia di dedicare molto tempo e<br />
attenzione a semplici curiosi interessati, più che<br />
al prodotto e ai suoi plus, alla possibilità di degu-<br />
Novembre 20<strong>12</strong><br />
In scena dal 25 al 29 ottobre<br />
al Lingotto fiere di Torino,<br />
la manifestazione<br />
organizzata da Slow Food.<br />
Oltre 220mila visitatori (+10%),<br />
conferenze e laboratori didattici. Non mancano però<br />
le critiche da parte degli operatori professionali.<br />
starlo gratuitamente. Mentre davanti allo stand,<br />
in fila, ci sono anche operatori professionali seriamente<br />
intenzionati ad acquistare il prodotto<br />
per esporlo e venderlo nei loro negozi.<br />
Ecco allora una richiesta avanzata da più<br />
espositori che abbiamo incontrato. Perché non<br />
dedicare, nel corso della kermesse, almeno due<br />
giorni solo ed esclusivamente agli operatori? O,<br />
in alternativa, identificare, all’interno della giornata,<br />
un lasso di tempo in cui si aprono le porte<br />
al pubblico e uno dedicato solo ed esclusivamente<br />
ai buyer, siano essi della Gd piuttosto<br />
che del dettaglio tradizionale, italiani piuttosto<br />
che esteri?<br />
Del resto, il respiro internazionale del Salone<br />
del gusto è uno degli elementi fondamentali<br />
che ormai da anni spinge diverse aziende<br />
a partecipare alla kermesse. La manifestazione<br />
biennale organizzata da Slow Food è ormai un<br />
appuntamento fisso per i buyer di alcune importanti<br />
catene internazionali di Asia, Australia<br />
e Americhe. Senza dimenticare paesi europei<br />
come Germania, Francia, Spagna e Svizzera.<br />
Diverse aziende dell’alimentare, proprio in occasione<br />
delle precedenti edizioni del Salone,<br />
hanno incontrato operatori che, ancora oggi,<br />
sono loro clienti. E’ proprio in virtù di questi<br />
“casi di successo” che gli espositori chiedono,<br />
ora a gran voce, di dedicare agli operatori professionali<br />
tempi e spazi ben mirati e dedicati. Ma<br />
non è tutto. L’edizione 20<strong>12</strong> del Salone del gusto<br />
ha portato alla luce alcune lacune sul fronte<br />
della logistica interna. Innanzitutto a diversi<br />
espositori, soprattutto del comparto del fresco,<br />
è piaciuto poco dover inviare la merce con alcuni<br />
giorni di anticipo – forse troppi – per poi<br />
lasciarla in stoccaggio nel magazzino. Ma i veri<br />
problemi sono sorti mercoledì – giorno di allestimento<br />
- e giovedì – giornata di apertura. Nel<br />
primo caso, diversi corrieri, hanno potuto scaricare<br />
la loro merce solo dopo sei ore dal loro<br />
arrivo al Lingotto. Nel secondo caso, invece, fin<br />
dalle prime ore della mattinata, si sono formate<br />
code ai parcheggi, ai banchi di registrazione, agli<br />
ingressi. Così, c’è chi è entrato al Salone solo<br />
dopo due ore l’orario di arrivo al Lingotto. Con<br />
conseguenti ed evidenti disagi.<br />
Solo una nota finale. D’accordo, la manifestazione<br />
è organizzata da Slow Food. Ma in certi<br />
casi essere un po’ più “fast” non guasta.<br />
Segue<br />
17
18<br />
Novembre 20<strong>12</strong><br />
EVENTI<br />
L’esperienza di un operatore: “Il gusto per me è stato amarissimo”<br />
Con una mail inviata alla redazione di Salumi & Consumi, il responsabile commerciale di un’azienda del Parmense,<br />
racconta la sua esperienza al Salone del gusto: “Il sottoscritto è stato al Salone del gusto nella giornata di giovedì 25<br />
ottobre. Il gusto per me è stato amarissimo, se non altro perché ho avuto modo di constatare che una famiglia normale<br />
di quattro persone con figli non troppo piccoli, doveva comunque spendere 50 euro per entrare e poi spendere altri<br />
soldi (non pochi, lo ammetto), per acquisire le specialità esposte in Fiera. Non proprio il massimo visti i tempi che<br />
corrono e la crisi sempre più imperante”.<br />
Il responsabile commerciale, inoltre, non può non guardare la manifestazione con gli occhi dell’operatore di mercato:<br />
“Inoltre di addetti ai lavori, in una giornata come il giovedì, che mi aspettavo piena, poiché consideravo il week-end<br />
più allettante per i singoli consumatori, non ne ho visti per niente (a parte i soliti perditempo di venditori di servizi in<br />
gran parte inutili). Personalmente sono d’accordo con voi: la presenza dei privati scoraggia gli operatori ad andare<br />
in Fiera, e le aziende che partecipano, soprattutto in periodi come questo, hanno maggiormente bisogno di operatori<br />
più che di privati. Sorprende che Petrini & Co. non abbiano colto per niente questo aspetto, in un contesto dove sicuramente<br />
a guadagnarci sono stati sicuramente loro o, forse, soltanto loro”.<br />
Azienda Agricola Bre del Gallo Prosciuttificio Capanna, Botalla e Menabrea Consorzio del prosciutto di Cuneo Ferrarini<br />
Fratelli Salini L’Artigiano della ‘Nduja La Valdotaine Lenti<br />
Macelleria Salumeria Giacobbe Natural Salumi<br />
Salumeria Dho Giuseppe<br />
Salumificio Marchisio Melfiori Mario Salumifico Rossi Cà di Parma Salumifico Fratelli Pugliese<br />
Presidio del Consorzio culatello di Zibello Mustardela delle valli valdesi Salumificio Pernigotti<br />
CARTOLINE<br />
DALLA<br />
FIERA<br />
Organizzazione Castagno<br />
Dok dall’Ava<br />
Belli Benedetto Salumi Consorzio di Tutela dell’Igp prosciutto di Norcia Consorzio prosciutto San Daniele<br />
Grisciano<br />
Del Ponte
La boutade di Burdese:<br />
“Per il 2015, un Salone<br />
alternativo all’Expo”<br />
La conferenza stampa di chiusura del Salone<br />
del gusto e Terra madre è stato il palcoscenico scelto<br />
da Roberto Burdese, presidente di Slow Food Italia,<br />
per lanciare la sua proposta, alternativa, a Expo<br />
2015. Come ha sottolineato nel corso della<br />
conferenza: “Abbiamo già archiviato da tempo<br />
l’ipotesi di una collaborazione con Milano,<br />
per cui stiamo ragionando su cosa fare a Torino<br />
e in Piemonte”. Proprio in virtù di questa situazione,<br />
sembra che al vaglio ci siano già alcune ipotesi<br />
e proposte: “L’idea è fare un calendario di eventi<br />
che coprano i sei mesi dell’Expo”. E precisa:<br />
“Ovviamente non sarà un doppione di Salone<br />
del gusto e Terra madre. Bisognerà studiare<br />
una formula che andrà costruita su misura.<br />
Torino è oggi una delle grandi capitali<br />
enogastronomiche e delle politiche del cibo.<br />
E per il 2015 giocheremo la nostra partita<br />
in un campo, quello del cibo e dell’alimentazione,<br />
in cui siamo i più forti del mondo”.<br />
Segue
20<br />
Fabriano<br />
Sergio Falaschi<br />
Falorni<br />
Franchi Salumi<br />
Lardo di Colonnata Igp<br />
Levi Prosciutti<br />
Lovison<br />
Novembre 20<strong>12</strong> REPORTAGE<br />
Mora romagnola<br />
Mortadella di Prato<br />
Pezzente<br />
Mazzafegato Prosciutto Bazzone<br />
220.000<br />
i visitatori<br />
+10%<br />
incremento registrato per<br />
quel che riguarda il numero<br />
dei visitatori<br />
80.000 mq<br />
la superficie espositiva<br />
1.000<br />
gli espositori<br />
16.000<br />
i partecipanti<br />
alle 56 conferenze<br />
8.000<br />
gli studenti che hanno<br />
visitato la kermesse<br />
3.700<br />
i bambini che hanno preso<br />
parte alle attività educative<br />
Prosciutto del Casentino<br />
Salcuno<br />
Santoro<br />
Savigni<br />
Consorzio Solina d’Abruzzo<br />
Sopressa Palladio<br />
Sopressata Gioi<br />
Sopressa Vicentina
SPECIALE ALTO ADIGE<br />
IL GUSTO<br />
DEL CONTRASTO<br />
La qualità<br />
della produzione<br />
di una terra di confine.<br />
Capace di unire sapori<br />
alpini e mediterranei.<br />
E offrire specialità dalle<br />
caratteristiche uniche.<br />
di Paolo Frettoli<br />
7.400 chilometri quadrati di terra<br />
di confine, a cavallo tra cultura<br />
italiana, tedesca e ladina, tra Alpi e<br />
Mediterraneo, che hanno fatto tesoro<br />
di questo ‘stare a metà’. Oltre ad essere<br />
un luogo splendido, l’Alto Adige è, infatti,<br />
anche un magnifico contrasto, che conferisce<br />
un tocco unico al suo patrimonio di<br />
usi, tradizioni e sapori. In questo senso, tra<br />
le specialità dell’agroalimentare, come vini<br />
e mele, i salumi occupano sicuramente un<br />
posto rilevante. Naturalmente, lo speck è<br />
il prodotto principe, emblema dell’intero<br />
territorio. Una specialità ormai presente in<br />
tutte le aree di mercato della Penisola, anche<br />
se in modo non omogeneo. Nel Nord<br />
Italia, infatti, si registrano le migliori performance<br />
di vendita, ma i consumi calano via<br />
via che ci si allontana dalla zona di produzione<br />
tipica. Il prodotto, in ogni caso, ha<br />
continuato a registrare negli ultimi anni una<br />
crescita importante. Merito senza dubbio<br />
anche dell’azione promozionale del Consorzio<br />
di tutela dello speck Alto Adige Igp,<br />
che ha contribuito a diffondere la cultura<br />
di questo prodotto in Italia e oltre confine<br />
(vedi intervista nelle pagine successive). Se<br />
concentriamo l’analisi sul prodotto a denominazione,<br />
il canale di vendita che garantisce<br />
a questa referenza i maggiori volumi<br />
è senza dubbio la Grande distribuzione,<br />
dove l’Igp rappresenta un plus molto importante,<br />
come garanzia di sicurezza, qualità<br />
e metodologie produttive. L’incidenza<br />
dell’Igp sul totale della produzione di speck<br />
si attesta al 38% circa: una quota importante,<br />
certo, ma che lascia un’ampia area alla<br />
produzione non a denominazione. Infatti,<br />
l’Igp è maggioritaria solo in poche aziende,<br />
la cui presenza è molto forte in Gd.<br />
Gli altri player si orientano, invece, verso la<br />
produzione di uno speck dalle caratteristiche<br />
diverse, destinato ad altri canali come<br />
normal trade o Horeca.<br />
Oltre allo speck, tuttavia, cominciano ad<br />
affermarsi altri prodotti tipici altoatesini,<br />
come pancette e wurstel. Per quest’ultima<br />
referenza, in particolare, il discorso è articolato.<br />
Complice la congiuntura economica,<br />
il settore dei wurstel è generalmente in<br />
Novembre 20<strong>12</strong><br />
crescita. Nel corso dell’anno mobile agosto<br />
20<strong>12</strong> i dati Nielsen mostrano che la produzione<br />
ha superato le 70mila tonnellate,<br />
con un incremento a volume dell’1,7%, e<br />
un fatturato pari a circa 345 milioni di euro<br />
(+2,2%). Il trend positivo non riguarda<br />
però solo le referenze di tipo industriale.<br />
Anche i wurstel realizzati in modo tradizionale<br />
risultano particolarmente performanti.<br />
Segno che, anche in questo comparto,<br />
il consumatore non si limita a guardare al<br />
prezzo e non rinuncia a ricercare sapori<br />
particolari.<br />
In tema di export l’area di riferimento<br />
è quella tedesca. Per contiguità culturale<br />
e linguistica, Austria e Germania risultano<br />
i mercati più importanti. Ma soprattutto<br />
con lo speck, anche altri paesi cominciano<br />
a essere presidiati, su tutti Giappone, Stati<br />
Uniti e Russia. Per la promozione all’estero,<br />
un ruolo importante viene svolto dalle<br />
iniziative di co-marketing e dal legame con<br />
l’offerta turistica, fondamentali per valorizzare<br />
in modo sinergico e ottimale prodotti<br />
agroalimentari e territorio.<br />
Segue<br />
21
22<br />
Novembre 20<strong>12</strong><br />
Lo scrittore Pedrag Matvejevic, nel suo libro “Mediterraneo”,<br />
sostiene che il Mare nostrum non si ferma alle coste ma, talvolta,<br />
si addentra per le pianure e s’inerpica per le montagne,<br />
riemergendo qua e là, come un fiume carsico, negli usi e nei<br />
sapori. Non sappiamo se il professor Matvejevic, sia un amante<br />
dello speck, ma certamente la sua bella intuizione trova sponda<br />
in questo prodotto, tra i più noti e rinomati dell’Alto Adige.<br />
Un salume che, infatti, nella sua lavorazione unisce due diverse<br />
tipologie di conservazione della carne: la stagionatura tipica<br />
dell’area mediterranea e l’affumicatura del Nord Europa. Ma<br />
lasciamo le suggestioni letterarie per concentrarci sul business<br />
legato a questo salume. Lo facciamo con il presidente del Consorzio<br />
speck Alto Adige Igp, Andreas Moser.<br />
Come possiamo riassumere l’andamento dello speck Alto<br />
Adige Igp?<br />
Nel 2011 sono stati prodotti circa 10,8 milioni di chili di<br />
speck Alto Adige Igp, per un valore che si aggira intorno agli<br />
85 milioni di euro. Sorprendente la crescita dell’affettato: nei<br />
primi sei mesi del 20<strong>12</strong> abbiamo superato i 13 milioni di confezioni<br />
da 100 grammi. Tale risultato significa un aumento del<br />
19,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Calano un<br />
po’ i tranci ma, complessivamente, a fine anno registreremo<br />
un aumento dell’1% a volume. L’incremento del costo delle<br />
materie prime si è tradotto in un aumento dei prezzi e quindi<br />
in una crescita del fatturato a valore stimata intorno al 10%. Da<br />
sottolineare, inoltre, il trend positivo del prodotto private label,<br />
che registra un +10% circa. La tendenza è comunque quella<br />
di vendere lo speck certificato con il marchio del produttore.<br />
Un successo che riguarda tutte le aree di mercato?<br />
Il prodotto è ormai diffuso su tutto il territorio nazionale. Il<br />
Centro e il Sud offrono però ampi margini di crescita. Infatti, più<br />
ci si allontana dal territorio di produzione, più le vendite decrescono.<br />
Questo vale anche per l’estero. È segno del legame<br />
profondo che lega lo speck alla zona tipica.<br />
Un legame che la comunicazione del Consorzio non manca<br />
mai di sottolineare…<br />
La nostra terra è il primo plus di questa specialità. In questo<br />
senso la promozione procede di pari passo con quella di altre<br />
eccellenze del territorio, come le mele e il vino, all’interno di<br />
un progetto comunitario: Qualità Alto Adige. Se poi pensiamo<br />
all’importanza del turismo, questo sinergia prodotto-territorio<br />
diventa ancora più lampante. Lo speck è certamente uno dei<br />
modi preferiti dai visitatori per portare a casa un po’ di Alto<br />
Adige.<br />
Quando parliamo di speck, non parliamo però solo di<br />
Igp…<br />
Non soltanto, ma di una buona parte. Sul totale della produzione<br />
di speck, la quota del prodotto a denominazione si<br />
attesta intorno al 38%. L’obiettivo per i prossimi anni è di arrivare<br />
al 50%.<br />
In che modo?<br />
Con qualità e promozione. Queste sono state e saranno<br />
sempre le chiavi del successo di questa specialità. E continueranno<br />
a esserlo nel futuro. Bisogna lavorare con sempre maggiore<br />
costanza. Il consumatore non comprende ancora a pieno<br />
la differenza tra lo speck Igp e non. Altrimenti sarebbe disposto<br />
a acquistare meno speck, ma di miglior qualità, come quello a<br />
denominazione.<br />
In che direzioni si muoveranno, quindi, le strategie di marketing?<br />
Sia in Italia che all’estero vorremmo concentrarci sulle vendite<br />
guidate direttamente nel punto vendita. Questa modalità<br />
diretta di promozione è particolarmente efficace per far promuovere<br />
il valore di questo straordinario salume. Il Consorzio<br />
si sta, inoltre, impegnando molto nella comunicazione tramite<br />
i social network. Abbiamo una pagina Facebook, con gli altri<br />
dieci prodotti di qualità dell’Alto Adige e in poco più di un<br />
anno abbiamo raggiunto oltre 26mila fan. La promozione delle<br />
nostre specialità nei social media è di notevole importanza. Il<br />
mondo attuale è molto dinamico e pretende notizie in tempo<br />
reale. Grazie a questo canale riusciamo ad avere un contatto<br />
diretto e veloce con una fascia di pubblico e di consumatori<br />
che altrimenti faremmo fatica a raggiungere.<br />
Ma quali sono i plus dell’Igp che intendete comunicare?<br />
Lo speck Alto Adige Igp garantisce una qualità costante e<br />
controllata in ogni sua fase. Queste sono delle garanzie che<br />
il consumatore si aspetta in un prodotto certificato. Ci sono,<br />
SPECIALE ALTO ADIGE<br />
Sulle ali dello speck<br />
L’attenzione alla qualità, il legame con il territorio<br />
e gli assidui controlli sono i plus principali di questo salume.<br />
Che cresce in Italia e all’estero.<br />
Grazie alle ottime performance del prodotto in vaschetta.<br />
Parla Andreas Moser, presidente del Consorzio.<br />
Dati produzione speck Alto Adige Igp<br />
1.194.280<br />
Numero baffe primi sei mesi 20<strong>12</strong><br />
13.519.022<br />
Numero vaschette primi sei mesi 20<strong>12</strong><br />
+19,5%<br />
Trend rispetto ai primi sei mesi del 2011<br />
+1%<br />
Trend fatturato a volume<br />
10,8milioni di chili circa<br />
Fatturato a volume 2011<br />
85 milioni di euro circa<br />
Fatturato a valore 2011<br />
38%<br />
Incidenza prodotto Igp sul totale della produzione di speck<br />
inoltre, vantaggi per quanto riguarda la commercializzazione e<br />
l’esportazione all’estero, poiché si presenta come un prodotto<br />
di alta qualità “Made in Italy”. Infine, la presenza di un marchio<br />
unico facilita il riconoscimento da parte del consumatore.<br />
Il Disciplinare non consente l’affettamento al di fuori della<br />
zona tipica. Pensate a una modifica di questo punto?<br />
Assolutamente no. Il controllo diretto di tutte le fasi di produzione<br />
è indispensabile per garantire la qualità del nostro prodotto.<br />
Se prevedessimo la possibilità di affettare e confezionare<br />
in atmosfera protettiva il prodotto certificato anche in altri<br />
territori, non riusciremmo più a garantire l’effettiva presenza<br />
all’interno della confezione di speck Alto Adige Igp.<br />
In tema di sicurezza, cosa ne pensa del progetto di legge<br />
per introdurre un ologramma della Zecca dello Stato sui<br />
prodotti Dop e Igp?<br />
Una proposta insostenibile dal punto di vista economico e<br />
quindi impraticabile. Una minima conoscenza del mercato basterebbe<br />
a bloccare sul nascere certe idee.<br />
Parliamo di export. Qual è l’incidenza di questa voce di<br />
business?<br />
Nel 2011, le vendite di speck Alto Adige all’estero hanno<br />
inciso per il 33,5% sulla produzione totale del prodotto certificato.<br />
Tale risultato, uno dei più alti nel panorama dei salumi<br />
italiani, è dovuto dalla vicinanza sia per cultura, ma soprattutto<br />
per lingua, con i paesi europei di lingua tedesca. Circa il 30%<br />
di questa quota viene, infatti, assorbita dal mercato tedesco e<br />
austriaco. Siamo comunque presenti in altre nazioni europee,<br />
come Francia, Benelux e fuori dai confini Ue, negli Usa e in<br />
Giappone. Da un paio di anni ormai ci stiamo concentrando su<br />
nuovi mercati, come quello polacco e ceco. In questi due Paesi,<br />
infatti, siamo presenti con un progetto comunitario insieme alle<br />
mele e al vino dell’Alto Adige.<br />
Esistono problemi legati ai vincoli sanitari?<br />
Come per ogni prodotto alimentare crudo, anche per lo<br />
speck Alto Adige esistono dei vincoli sanitari che talvolta impediscono<br />
l’export del prodotto in determinati paesi. Le restrizioni<br />
fanno sì che i produttori interessati debbano investire nella<br />
continua messa a norma degli stabilimenti. In paesi come Stati<br />
Uniti, Canada e Russia, l’iter di approvazione è molto lungo e<br />
dispendioso sia in termini di tempo che di risorse.<br />
Qualche caso di contraffazione?<br />
Tutti i prodotti certificati sono purtroppo “vittime” di tentativi<br />
di contraffazione più o meno gravi. Per questo motivo è dovere<br />
di ogni prodotto certificato, quindi anche dello speck Alto<br />
Adige Igp, difendersi da tentativi di imitazione. A tale proposito<br />
il Consorzio collabora con Isit (Istituto salumi italiani tutelati)<br />
e si avvale di un suo servizio di vigilanza sul mercato, attuato<br />
da un ente accreditato dal ministero delle Politiche agricole,<br />
alimentari e forestali.<br />
Estero<br />
33,5%<br />
Incidenza dell’export nel 2011<br />
sul totale della produzione<br />
30%<br />
Incidenza di Germania e Austria<br />
sul fatturato export
MENDELSPECK<br />
Ivo Larcher<br />
Nonostante lo speck, con<br />
un’incidenza dell’85% rappresenti<br />
il corre business di Mendelspeck,<br />
nell’ultimo anno anche<br />
altri prodotti hanno performato<br />
molto bene: “Ad esempio, a<br />
metà ottobre il trend della pancetta<br />
tesa cruda è in crescita del<br />
35,6%”, rispetto allo stesso periodo<br />
del 2011, spiega il titolare<br />
dell’azienda, Ivo Larcher. Anche<br />
altri prodotti altoatesini vengono<br />
sempre più richiesti: “Recentemente<br />
abbiamo presentato il<br />
wurstel Diablo, un prodotto innovativo,<br />
che non ha alternative<br />
sul mercato e che lentamente sta<br />
prendendo piede”. Un’altra specialità<br />
è il prosciutto cotto tirolese:<br />
“Questo prodotto, molto delicato,<br />
ha in comune con lo speck<br />
il taglio anatomico e la concia.<br />
Invece di essere asciugato, appeso<br />
e affumicato come uno speck,<br />
viene cotto a vapore e, in un secondo<br />
momento, affumicato. Per<br />
garantire le sue caratteristiche<br />
+35,6%<br />
Trend della pancetta tesa<br />
cruda a metà ottobre<br />
organolettiche, non viene siringato.<br />
Questa referenza è stata riscoperta<br />
da una ricetta tradizionale<br />
tirolese e vanta un’ottima<br />
rotazione, soprattutto nell’Horeca”.<br />
Come detto, spetta però<br />
allo speck il ruolo di prodotto di<br />
punta: “La produzione annua si<br />
attesta intorno ai 360mila pezzi.<br />
Il fatturato a volume si è mantenuto<br />
stabile, mentre è cresciuto<br />
del 10% circa quello a valore. Infatti,<br />
abbiamo dovuto ritoccare<br />
i listini per fronteggiare il rialzo,<br />
ben superiore, del prezzo delle<br />
materie prime”. I canali di vendita<br />
più interessanti per l’azienda<br />
sono l’Horeca e il normal trade,<br />
anche se non mancano contatti<br />
con insegne della Grande distribuzione.<br />
Un altro business<br />
in forte sviluppo è quello della<br />
private label: “Un settore che si<br />
conferma in territorio positivo.<br />
La quota della produzione con<br />
marchio privato sul totale delle<br />
vendite si attesta intorno al 40%.<br />
+10%<br />
Per quanto riguarda i formati,<br />
circa il 90% dello speck viene<br />
venduto a metà sottovuoto. Da<br />
circa due anni abbiamo inserito<br />
nell’offerta il prodotto affettato.<br />
Stiamo progettando nuove vaschette<br />
da 500 grammi, ideate, in<br />
particolare per il canale Horeca”.<br />
Sul fronte dell’export l’azienda<br />
ha appena concluso un’importante<br />
missione commerciale in<br />
Russia: “Abbiamo avviato una serie<br />
di contatti molto interessanti<br />
per aprire questo nuovo mercato.<br />
Per quanto riguarda lo speck,<br />
i paesi più importanti sono Francia,<br />
Germania, Belgio, Polonia e,<br />
tramite un importatore, Hong<br />
Kong e Santo Domingo. Le caratteristiche<br />
di questi salumi<br />
cominciano a essere apprezzate<br />
oltre confine, sia in quei mercati<br />
dove il prodotto affumicato piace<br />
molto, come Russia e Germania,<br />
sia nelle altre nazioni come<br />
referenza alternativa al prosciutto<br />
crudo”.<br />
incremento a valore del fatturato<br />
dello speck<br />
360mila<br />
produzione annua<br />
di baffe di speck<br />
WURSTEL DIABLO<br />
40%<br />
Novembre 20<strong>12</strong><br />
Breve descrizione prodotto: Wurstel di puro suino, senza<br />
pelle, da consumare bolliti, grigliati o al microonde.<br />
Prodotto privo di Ogm.<br />
Ingredienti: Carne di suino, acqua, sale, destrosio, spezie<br />
(senape). Aromi naturali. Estratti di spezie. Proteine<br />
vegetali idrolizzate. Stabilizzanti: E 450, Antiossidante:<br />
E 300, Conservante: E 250.<br />
Peso medio/pezzature: 250 gr. 3 pezzi sottovuoto.<br />
Caratteristiche: Aspetto: colore rosa esterno e rosa<br />
chiaro interno. Consistenza: sodo. Odore: poco accentuato.<br />
Sapore: di carne suina leggermente piccante.<br />
Confezionamento: tre pezzi in confezione da 250 gr. -<br />
sottovuoto in materiale plastico per alimenti.<br />
Tempi di scadenza: 90 giorni dalla data di confezionamento<br />
a temperatura compresa fra 0° C e + 4° C.<br />
incidenza della private label<br />
sul fatturato aziendale<br />
Segue<br />
23
Segue<br />
24<br />
Novembre 20<strong>12</strong><br />
MERANO SPECK<br />
Franz Staffler<br />
Da 25mila a 50mila baffe a settimana: in sintesi raddoppierà la produzione<br />
di Merano speck, quando verrà ultimato l’ampliamento di 4.500<br />
metri quadri dello stabilimento, situato a Naturno, in provincia di Bolzano:<br />
“I lavori dovrebbero terminare in primavera”, afferma l’amministratore<br />
delegato, Franz Staffler. “Si tratta di un investimento importante, che si<br />
muove in una direzione commerciale precisa. Questo sviluppo dovrebbe,<br />
infatti, consentirci di accrescere ancora di più l’offerta di speck in tranci<br />
e affettati per il libero servizio”. Come si evince facilmente dal nome,<br />
l’azienda è specializzata nella produzione di speck: “Questa referenza incide<br />
per il 98% circa sul nostro fatturato. Siamo di fatto un’azienda monoprodotto,<br />
che vanta, però, un’offerta molto ampia per quanto riguarda<br />
formati e pezzature. Circa il 60% del prodotto è venduto intero o a metà.<br />
Il restante 40% viene offerto in tranci per il libero servizio o in mattonelle<br />
per l’affettamento”. Merano speck è un’azienda multicanale che collabora,<br />
però, in modo molto stretto con la Grande distribuzione: “Oltre che con<br />
il nostro marchio, siamo presenti in Gd come copacker. La quota del<br />
prodotto con private label è pari al 40%. Generalmente non offriamo<br />
speck Igp, che, infatti, incide in modo marginale sul totale della nostra<br />
produzione”. Profondamente radicata in Italia, l’azienda vanta anche un<br />
considerevole giro d’affari oltre confine: “Fatto 100 il totale delle vendite,<br />
circa il 70% viene realizzato in Italia e il restante 30% all’estero. Il paese<br />
estero di riferimento è sicuramente la Germania”.<br />
25mila baffe<br />
produzione settimanale<br />
attuale di speck<br />
SPECIALE ALTO ADIGE<br />
50mila baffe<br />
produzione settimanale<br />
dopo l’ampliamento dello stabiimento<br />
4.500 metri quadrati<br />
ampliamento dell’azienda<br />
60%<br />
incidenza dello speck intero<br />
e a metà<br />
40%<br />
incidenza della produzione<br />
con private label<br />
Grandi salumifici italiani<br />
Amedeo Vida<br />
Con il brand Senfter, Grandi salumifici<br />
italiani produce una gamma<br />
completa di salumi tradizionali: “Si va<br />
dallo speck Alto Adige Igp, al prosciutto<br />
cotto di Praga, agli affumelli, i cosiddetti<br />
Kaminwurzen, passando per<br />
carrè affumicato, pancette e arrosto di<br />
suino ai wurstel”, spiega Amedeo Vida,<br />
direttore marketing dell’azienda. “L’offerta<br />
di specialità altoatesine incide<br />
per il 25% a valore e per il 31% a volume”.<br />
Come ovvio i prodotti più performanti<br />
sono quelli tradizionalmente<br />
più legati alla storia di queste terre:<br />
“Speck e wurstel registrano i trend<br />
di crescita più importanti. Il primo è<br />
richiesto, in particolare, dai consumatori<br />
alla ricerca di sapori tipici. Mentre<br />
i wurstel garantiscono un ottimo<br />
rapporto qualità-prezzo, un fattore<br />
sempre più importante alla luce della<br />
difficile situazione macroeconomica”.<br />
MOSER<br />
Andreas Moser<br />
Speck Alto Adige Igp pancetta Alto<br />
Adige e salumi cotti tipici. Queste le<br />
specialità altoatesine presenti nell’offerta<br />
di Moser: “Queste due referenze<br />
incidono per il 90% sul fatturato<br />
aziendale”, afferma il presidente, Andreas<br />
Moser. “Siamo un’azienda specializzata<br />
nella produzione di speck.<br />
Il prodotto Igp vanta una quota del<br />
50% a volume e del 60% a valore<br />
sul totale fatturato aziendale”. Ed è<br />
sempre questa specialità a registrare<br />
i trend di crescita più importanti:<br />
“L’incremento riguarda soprattutto<br />
il preaffettato, che registra un trend<br />
positivo in doppia cifra. Siamo presenti<br />
in tutti i canali distributivi. I più<br />
importanti sono Gd e Do, con un’incidenza<br />
del 60%. Segue il normal trade,<br />
con una quota del 20%. Il resto<br />
Per quanto riguarda la distribuzione<br />
delle vendite, la Gdo fa la parte del<br />
leone: “Registriamo anche un trend in<br />
forte crescita nel canale discount. Non<br />
solo per quanto riguarda i wurstel, ma<br />
anche con gli affettati in vaschetta, che<br />
ormai da alcuni anni, crescono in tutti i<br />
canali e superfici di vendita”. Lo speck<br />
comunque è il salume che fa parte<br />
del Dna di Gsi: “Questa referenza è la<br />
‘bandiera’ del brand Senfter e dell’Alto<br />
Adige. Che è una delle mete turistiche<br />
più frequentate, in inverno e in estate.<br />
La sinergia tipicità-turismo deve<br />
essere capitalizzata per promuovere<br />
i prodotti altoatesini, legando la qualità<br />
dell’agroalimentare locale all’esperienza<br />
di una vacanza in un contesto<br />
naturalistico incontaminato. In breve,<br />
l’obiettivo è quello di prolungare il ricordo<br />
di una bella esperienza anche a<br />
casa, dove è possibile gustare i nostri<br />
del business è sviluppato nei canali<br />
catering, discount e in quello tradizionale.<br />
Offriamo tutte le soluzioni<br />
richieste dal mercato: dallo snack<br />
alle soluzioni per l´industria. Il marchio<br />
Moser è molto riconosciuto, ma<br />
realizziamo il prodotto anche con<br />
private label, che vanta un’incidenza<br />
intorno al 10%”.<br />
L’andamento positivo riguarda sia<br />
l’Italia che l’estero: “Lo speck Alto<br />
Adige Igp è un prodotto ormai apprezzato<br />
in tutta Europa e nel mondo.<br />
Ma i margini di crescita sono<br />
ancora molto ampi. Al momento, il<br />
fatturato export del prodotto certificato<br />
si aggira intorno ai 5 milioni<br />
di euro all’anno. Complessivamente<br />
le vendite oltre confine incidono<br />
per il 15%, con un trend in costan-<br />
prodotti tutto l’anno. In questo senso<br />
l’attività del Consorzio dello speck<br />
Alto Adige Igp si è rivelata strategica”.<br />
Anche per quanto riguarda l’estero, il<br />
legame con il territorio si è rivelato<br />
particolarmente importante: “Oltre<br />
confine sono state organizzate diverse<br />
iniziative di co-marketing per dare<br />
visibilità al brand Alto Adige e ai suoi<br />
prodotti. Per quanto riguarda i salumi,<br />
lo speck è un prodotto molto amato<br />
in Germania e Austria, dove si sposa<br />
perfettamente con i gusti locali. Nel<br />
complesso, i mercati esteri incidono<br />
per il 20% sul fatturato di Gsi”.<br />
25%<br />
incidenza a valore<br />
delle specialità altoatesine<br />
te aumento. I mercati principali sono<br />
Germania e Austria, ma nuovi paesi<br />
emergenti sono sempre più importanti,<br />
come Francia, Svizzera, Russia,<br />
Giappone”.<br />
Nell’ottica di un’internazionalizzazione<br />
dell’azienda, ma anche per<br />
presidiare alcune aree del mercato<br />
interno particolarmente interessanti<br />
come il Sud, l’azienda è molto<br />
attenta all’attività promozionale:<br />
“È indispensabile <strong>info</strong>rmare bene il<br />
consumatore sulle qualità del nostro<br />
prodotto, sottolineando anche il legame<br />
profondo con il territorio. Un<br />
meccanismo di promozione sempre<br />
più importante è realizzato attraverso<br />
i nuovi media, che spesso coinvolge<br />
anche il turismo e altri settori<br />
dell’agroalimentare.<br />
40%<br />
incidenza dello speck<br />
a tranci o a mattonelle<br />
30%<br />
quota export<br />
20%<br />
quota export di Gsi<br />
31%<br />
incidenza a volume<br />
delle specialità altoatesine<br />
50%<br />
incidenza a volume<br />
dello speck Alto<br />
Adige Igp<br />
10%<br />
incidenza private label<br />
60%<br />
incidenza a valore<br />
dello speck Alto<br />
Adige Igp<br />
5 milioni di euro<br />
vendite all’estero<br />
RIPARTIZIONE VENDITE PER CANALE<br />
60%<br />
15%<br />
Gd e Do<br />
incidenza export<br />
20%<br />
normal trade<br />
20%<br />
catering, discount e conto terzi
26<br />
Novembre 20<strong>12</strong><br />
CHRISTANELL<br />
Werner Schuster<br />
Christanell, azienda altoatesina con sede a Naturno (Bz), è una<br />
società del gruppo austriaco Handl Tyrol, salumificio specializzato<br />
in referenze tirolesi. “Il nostro lavoro è focalizzato sulla realizzazione<br />
dello speck. Produciamo circa 15mila pezzi ogni settimana e l’80%<br />
di questi volumi vanta il marchio Alto Adige Igp. La materia prima, di<br />
derivazione austriaca e tedesca, viene scelta con estrema cura; la miscela<br />
di spezie utilizzata è frutto di una ricetta messa a punto dalla famiglia Christanell<br />
nei primi anni 70 e tramandata fino ad oggi; la stagionatura prevede un<br />
tempo minimo di 22 settimane, con un calo peso del 40% circa.<br />
Tutti questi elementi ci consentono di ottenere un prodotto di alta qualità, che<br />
raggiunge il mercato con un posizionamento di prezzo medio-alto”, spiega Werner<br />
Schuster, direttore commerciale. “Curiamo i dettagli in ogni particolare: lavoriamo<br />
bene il prodotto in ogni fase. E, alla fine del processo di stagionatura, valutiamo con<br />
attenzione se lo speck è idoneo o meno per essere marchiato Igp”.<br />
Christanell commercializza principalmente i suoi prodotti all’estero. Le vendite<br />
5mila pezzi<br />
produzione settimanale<br />
di speck<br />
PRAMSTRAHLER<br />
Ida Pramstrahler<br />
Pramstrahler è un’azienda particolarmente legata al<br />
proprio territorio d’origine: “I nostri prodotti sono molto<br />
richiesti in Alto Adige. Questo mi riempie di orgoglio,<br />
perché essere apprezzati soprattutto all’interno della<br />
zona tipica è la miglior prova della qualità del nostro<br />
lavoro”, afferma Ida Pramstrahler, alla guida, insieme ai<br />
fratelli, dell’azienda di famiglia, situata a Prato Isarco, in<br />
provincia di Bolzano. “Siamo presenti soprattutto nel<br />
normal trade in tutto il Nord Italia. Ma anche all’estero,<br />
in particolare in Germania e Austria”. Recentemente,<br />
l’azienda è stata completamente ristrutturata e rinnovata:<br />
“Abbiamo intrapreso un progetto molto ambizioso,<br />
ma necessario per modernizzare l’azienda. Ora possiamo<br />
avvalerci di una struttura produttiva di 10mila<br />
metri quadri. Potenzialmente potremmo produrre fino<br />
a 10mila baffe di speck alla settimana, anche se ora i volumi<br />
non superano i 5mila. Questo è frutto di una scelta<br />
strategica. Invece di ampliare lo stabilimento un poco<br />
alla volta, abbiamo preferito realizzare una struttura<br />
moderna e all’avanguardia, in linea con gli sviluppi futuri<br />
dell’azienda”. L’offerta di Pramstrahler è molto ampia:<br />
PFITSCHER<br />
Lukas Pfitscher<br />
80%<br />
incidenza degli speck Igp<br />
sulla produzione totale dell’azienda<br />
“La gamma comprende speck, pancetta, prosciutto, salumi<br />
affumicati, salami tipici e di selvaggina. Il prodotto<br />
di punta è lo speck, che incide per il 30% sulle vendite.<br />
Tra gli altri prodotti abbiamo registrato, in particolare,<br />
ottime performance per quanto riguarda i wurstel tipici.<br />
Infine, selezioniamo e rivendiamo anche carne fresca,<br />
un business iniziato pochi anni fa, che ha registrato un<br />
notevole successo”. Sempre in tema di speck, la quota<br />
riservata all’Igp è piuttosto modesta: “Il prodotto certificato<br />
è riconosciuto e apprezzato soprattutto nella<br />
Grande distribuzione, mentre il nostro canale di riferimento<br />
è il normal trade, soprattutto locale, dove il<br />
nostro marchio e la qualità del prodotto fanno davvero<br />
la differenza”.<br />
5mila baffe<br />
produzione settimanale<br />
di speck<br />
Speck, ovviamente. Ma anche pancette stagionate, salumi di selvaggina e wurstel. L’offerta<br />
del salumificio Pfitscher è tutta incentrata sulle ricette tipiche dell’Alto Adige. “La nostra cultura<br />
del prodotto poggia le sue basi sulla tradizione altoatesina”, spiega Lukas Pfitscher, direttore<br />
commerciale dell’azienda. “Con un’incidenza del 70% circa, sul fatturato del comparto salumi<br />
(l’azienda opera anche nel settore del disosso e delle carni fresche n.d.r.) lo speck è il prodotto<br />
più performante. Ne produciamo circa 200mila baffe l’anno, il 50% delle quali viene offerto<br />
con la denominazione Igp. Il nostro canale di vendita di riferimento è soprattutto il normal<br />
trade, anche se siamo presenti in alcune catene della Gd”. La vera specialità è però lo speck di<br />
mezzena: “Con oltre 3mila baffe all’anno, siamo il maggior produttore regionale di questo prodotto,<br />
che rimane un salume di nicchia di alto livello. Viene realizzato con suini più pesanti della<br />
media, selezionati direttamente nella stalla. Le fasi di macellazione e sezionamento, condotte<br />
da macellai specializzati, necessitano di una particolare perizia. La stessa indispensabile per le<br />
speziatura, affumicatura e stagionatura. Si tratta di un prodotto non standardizzabile, che deve<br />
essere affettato solo a mano. Viene richiesto soprattutto in Alto Adige e nelle zone limitrofe<br />
come prodotto di nicchia”. Un’altra tipicità altoatesina che registra un notevole successo sono<br />
i wurstel: “Abbiamo registrato un incremento delle vendite di questo prodotto, pari a circa il<br />
50%. Un successo determinato dalla cura nella loro preparazione, che rende questi wurstel<br />
completamente diversi da quelli industriali, a cui il consumatore è abituato”. Infine i salami di<br />
selvaggina e la pancetta stagionata: “Queste referenze sono particolarmente apprezzate oltre<br />
confine. Un business per noi ancora da sviluppare, ma che, in particolare, in Austria e Germania,<br />
è davvero interessante. In particolare il trend all’estero della pancetta è sorprendente.<br />
Nonostante sia un prodotto meno ‘turistico’ rispetto al più celebre speck, è parte integrante<br />
della tradizione contadina altoatesina. C’è, quindi, una grande tradizione per quanto riguarda la<br />
preparazione di questo prodotto, che comincia a essere riconosciuta”.<br />
SPECIALE ALTO ADIGE<br />
in Austria e Germania rappresentano<br />
all’incirca l’80% del fatturato aziendale.<br />
Il restante 20% è generato dalle vendite<br />
sul mercato italiano.<br />
“La disparità di percentuale è la conseguenza<br />
del fatto che l’azienda è parte del gruppo Handl<br />
Tyrol. Che, nel corso degli anni, ha concentrato tutte le<br />
proprie energie per presidiare il mercato austriaco e tedesco. In<br />
Italia siamo meno conosciuti. Ma fa parte della mia filosofia focalizzare<br />
l’attenzione sul panorama distributivo italiano ed espanderci nei Paesi europei”.<br />
Gli speck Christanell sono commercializzati interi, ma soprattutto a metà sottovuoto<br />
e preaffettati, nella Grande distribuzione e nei discount. L’azienda, appoggiandosi al<br />
Consorzio dello speck Alto Adige Igp, partecipa a progetti di co-marketing per valorizzare<br />
il prodotto tutelato. Ma non mancano degustazioni nei punti vendita e attività<br />
di in-store promotion sia in Italia che all’estero.<br />
80%<br />
incidenza dell’export<br />
sul fatturato aziendale<br />
30%<br />
incidenza dello speck<br />
sulle vendite<br />
WURSTEL TIPO FRANKFURTER<br />
Breve descrizione: Il Würstel tipo Frankfurter<br />
ha lunga tradizione e viene fatto<br />
ancora in budello naturale con carne<br />
di manzo dell`Alto Adige come una volta.<br />
Può essere mangiato freddo come<br />
snack, scaldato in acqua non bollente o<br />
alla griglia.<br />
Ingredienti: Carne di suino (48%), lardo<br />
di suino, carne di bovino (16%), acqua,<br />
sale, destrosio, spezie, aromi naturali,<br />
condimento per brodo, regolatori di<br />
acidità: acetato di sodio, lattato di calcio,<br />
tartrati di sodio; stabilizzante: difosfati; antiossidante: acido<br />
ascorbico; esaltatore di sapidità: glutammato monosodico; conservante:<br />
nitrito di sodio. Non contiene lattosio, glutine e coloranti.<br />
Peso medio/pezzature: 240 gr.<br />
Confezionamento: Sotto vuoto<br />
70%<br />
incidenza dello speck sul fatturato<br />
complessivo del comparto salumi<br />
200mila baffe<br />
produzione annua di speck<br />
3mila baffe<br />
produzione annua di speck di mezzena<br />
50%<br />
quota dello speck Igp<br />
sul totale della produzione<br />
+50%<br />
trend delle vendite di wurstel
VONTAVON<br />
Paul Vontavon<br />
“La nostra è un’azienda che mantiene una solida<br />
tradizione artigiana, per offrire salumi sani e genuini”,<br />
dichiara Paul Vontavon, titolare dell’omonimo salumificio<br />
di Bressanone, in provincia di Bolzano.<br />
I volumi produttivi dell’azienda, che conta 10 dipendenti,<br />
sono comunque considerevoli: “Produciamo<br />
circa 150mila chili di speck all’anno. Curiamo però<br />
attentamente ogni baffa. In particolare procediamo a<br />
un’attenta rifilatura per limitare al minimo gli scarti.<br />
Per la speziatura si utilizzano solo aromi naturali e<br />
l’affumicatura viene realizzata esclusivamente con legna<br />
di faggio. Si procede, infine, alla stagionatura che<br />
dura minimo quattro mesi, ma può protrarsi tranquil-<br />
150mila baffe<br />
produzione settimanale<br />
di speck<br />
10<br />
numero dei dipendenti<br />
70%<br />
incidenza del normal<br />
trade sulle vendite<br />
30%<br />
incidenza della Gd<br />
sulle vendite<br />
20%<br />
quota export<br />
La guida<br />
buyer<br />
MENDELSPECK<br />
Tel. 0471/8<strong>12</strong>834<br />
www.mendelspeck.<br />
com<br />
MERANO SPECK<br />
Tel. 0473/668399<br />
www.merano-speck.<br />
com<br />
MOSER<br />
Tel. 0473/671000<br />
www.moser.it<br />
SALUMIFICIO<br />
PFITSCHER<br />
Tel. 0473/292358<br />
www.pfitscher.<strong>info</strong><br />
SENFTER<br />
Tel. 059/586111<br />
www.senfter.it<br />
lamente fino a otto o <strong>12</strong> mesi”.<br />
Vontavon ha, inoltre, brevettato un particolare tipo<br />
di affumicatura: “Da qualche anno abbiamo cominciato<br />
a offrire lo speck affumicato al fieno e stagionato<br />
per sette o otto mesi. Si tratta ovviamente di un prodotto<br />
di nicchia, esclusivo, che viene apprezzato sia<br />
nella Gd, sia nel normal trade, anche fuori dall’Alto<br />
Adige”.<br />
La distribuzione delle vendite vede comunque la<br />
prevalenza del dettaglio tradizionale: “Incide per circa<br />
il 70%, contro il 30% della Gd. Tra i formati di vendita,<br />
crescono molto i tranci, anche perché la crisi porta i<br />
consumatori a preferire le pezzature più contenute.<br />
Novembre 20<strong>12</strong><br />
Il prodotto di qualità, comunque, si mantiene performante<br />
anche di fronte al calo dei consumi”. L’azienda<br />
è presente anche all’estero: “Il 20% del fatturato viene<br />
sviluppato all’estero. Prevalentemente in Germania,<br />
ma siamo presenti anche in Francia e in Gran Bretagna”.<br />
Una quota minoritaria della produzione vanta<br />
la certificazione Igp: “Si tratta di una scelta aziendale,<br />
dettata dal fatto che il nostro marchio è conosciuto e<br />
molto richiesto. L’Igp è sicuramente un’ottima garanzia<br />
di qualità, però non sempre permette di ottenere<br />
margini adeguati.<br />
Fine<br />
27
28<br />
Novembre 20<strong>12</strong> EVENTI<br />
Cibus Tec Industry:<br />
la tecnologia in mostra<br />
L’evento, che si è svolto nei padiglioni di Fiere Parma, ha visto alternarsi cicli dimostrativi<br />
e seminari sulle attrezzature legate alla trasformazione delle carni suine.<br />
Due giornate dedicate alle tecnologie<br />
per la trasformazione dei<br />
salumi. L’8 e il 9 novembre presso<br />
i padiglioni di Fiere Parma, si è<br />
svolto Cibus Tec Industry. Nel corso<br />
dell’evento, aperto a tutti gli operatori del<br />
settore, si sono tenuti convegni e dimostrazioni<br />
sulle fasi di lavorazione dei prodotti a<br />
base di carne suina. Tre sono state le linee<br />
di produzione presentate: affettato, macinato<br />
e porzionato.<br />
La manifestazione è stata organizzata da<br />
Fiere Parma, in collaborazione con la rivista<br />
Industria delle Carni e dei Salumi, edita da<br />
Assica (Associazione industriale delle carni<br />
e dei salumi) e con la Camera di Commercio<br />
di Parma. All’evento hanno partecipato<br />
anche importanti aziende del settore quali:<br />
Ceia, Coopbox, Eidos, Risco, Sealed Air -<br />
Cryovac, Siad, Treif e Veripack.<br />
Cibus Tec Industry nasce come tappa di<br />
avvicinamento per il prossimo Cibus Tec, il<br />
Salone internazionale delle tecnologie e soluzioni<br />
per l’industria alimentare che si terrà<br />
a Fiere Parma dal 21 al 24 ottobre 2014.<br />
Interessanti e molto partecipati i convegni.<br />
Il primo si è tenuto giovedì 8 novembre<br />
e ha aperto la manifestazione. Claudio Federici,<br />
rappresentante di Ismea (Istituto di<br />
servizi per il mercato agricolo alimentare)<br />
ha esposto la situazione del mercato italiano.<br />
Il punto di partenza di Federici è stata<br />
la domanda di salumi ed elaborati a base di<br />
carne sul mercato, rispetto ai nuovi orientamenti<br />
di acquisto da parte delle famiglie<br />
italiane.<br />
Il secondo appuntamento si è svolto venerdì<br />
9 novembre, con il seminario organizzato<br />
da Assica “Si può vivere senza ossigeno?”,<br />
con argomento i salumi pre-affettati.<br />
L’incontro è stato suddiviso in quattro<br />
momenti di lavoro. Durante il primo, intitolato<br />
“Cosa mettiamo nella vaschetta?”,<br />
Giovanni Parolari, rappresentante della<br />
Stazione sperimentale per l’Industria delle<br />
conserve alimentari, ha spiegato i requisiti<br />
fondamentali del prodotto e la qualità del<br />
pre-affettato. Il secondo spunto di discussione<br />
è stato: “Come facciamo la vaschetta?”:<br />
durante il quale Angela Montanari,<br />
della Stazione sperimentale, ha analizzato<br />
lo stato dell’arte e le tendenze future del<br />
packaging. Ultimo tema affrontato: la nuova<br />
normativa europea sull’etichettatura. In<br />
particolare Anastasia Alvizou, Directorate<br />
general for Health & Consumers - European<br />
Commission, ha valutato le implicazioni<br />
del regolamento 1169/11 nel settore dei<br />
salumi pre-affettati. Ha chiuso il convegno<br />
una tavola rotonda, moderata da Aldo Tagliaferro<br />
della Gazzetta di Parma, dal titolo<br />
“Il punto di vista dell’industria e le esigenze<br />
della Gdo”, con interventi di Davide Pessina<br />
(Il Gigante), Monica Ramaschi (Conad)<br />
e Alberto Beretta (Assica).<br />
Durante la due giorni, inoltre, si sono tenute<br />
varie dimostrazioni delle fasi di produzione<br />
dei prodotti di carne suina.<br />
La prima linea presentata è stata quella<br />
dell’affettato. Abbiamo seguito l’evoluzione<br />
del prodotto dal momento in cui viene affettato,<br />
fino al packaging definitivo, attraverso<br />
la saldatura, il passaggio del sottovuoto<br />
e la sigillatura.<br />
La seconda linea mostrata è stata quella<br />
del prodotto macinato. Anche in questo<br />
caso, si è partiti dall’insaccatrice contenente<br />
il prodotto, che viene poi macinato e suddiviso<br />
in vaschette, fino ad arrivare all’ultimo<br />
passaggio in cui un metaldetector controlla<br />
le impurità all’interno della vaschetta. Terza<br />
e ultima linea di prodotto è stata quella del<br />
porzionato. In particolare, la linea di lavorazione<br />
e confezionamento di pancetta<br />
tagliata a fette in skin.<br />
Silvia Bezzi
CULATELLO, CULATTE E FIOCCHI<br />
Novembre 20<strong>12</strong><br />
TAGLIATI PER IL SUCCESSO<br />
Si ottengono dalla parte migliore del prosciutto. Sono salumi superiori,<br />
messi a punto con sapienti tecniche artigianali, in grado di distinguersi sul mercato<br />
attraverso ogni canale distributivo. Parlano i protagonisti.<br />
Dalla coscia del suino si possono ricavare pregiati<br />
tagli di carne. Dalla parte migliore di un<br />
prosciutto, infatti, si ottiene, solo grazie ad abili<br />
tecniche artigiane, un culatello, un fiocco e una<br />
culatta. Quando si parla di queste referenze non si può fare<br />
a meno di pensare a salumi eccezionali, a prodotti pregiati, a<br />
specialità gastronomiche di alto livello. Ognuno di questi prodotti<br />
vanta infatti un sapore straordinario, un gusto delicato e<br />
una morbidezza particolare. Caratteristiche dovute alla qualità<br />
della materia prima e, soprattutto, all’esperienza dei maestri<br />
norcini che utilizzano sapienti competenze di lavorazione. Ma<br />
se si analizza da vicino ogni singola referenza se ne possono<br />
cogliere le diversità. Il culatello è la parte anatomica del fascio<br />
di muscoli crurali posteriori e interni della coscia di suino.<br />
Questo fascio muscolare viene separato dal femore e dal<br />
grasso e, alla fine di questa operazione, si presenta con la classica<br />
forma ‘a pera’. La sua realizzazione, ovviamente, necessita<br />
poi di salatura, insacco in budello, legatura e una stagionatura<br />
minima di 10 mesi. Il culatello di Zibello, che ha ottenuto il<br />
riconoscimento europeo della Dop nel 2010, è caratterizzato<br />
dall’assenza di cotenna. Ma, sul territorio nazionale, è possibile<br />
trovare anche il prodotto (non Dop) con cotenna. Una volta<br />
tolto il culatello dalla coscia di prosciutto si ricava la culatta<br />
e il fiocco. La culatta è una porzione di carne caratterizzata<br />
dall’assenza di gambo e di fiocco, e la si può riconoscere dalla<br />
presenza dell’anchetta: un ossicino a forma di conchiglia che<br />
viene lasciato intero per renderla immediatamente riconoscibile.<br />
La culatta è lavorata e stagionata in modo naturale e<br />
vanta un sapore dolce e una consistenza simile a quella del<br />
culatello. Infine il fiocco di prosciutto: un salume crudo stagionato,<br />
ricavato dalla parte anteriore della coscia del suino. La<br />
salagione e la concia avvengono solitamente, ma non necessariamente,<br />
in una miscela di sale, pepe nero e aglio. Dopo aver<br />
fatto riposare il prodotto in celle frigorifere, il fiocco è insaccato<br />
in budello naturale di suino e pressato o legato in modo<br />
fitto. Anche per questo prodotto è prevista una stagionatura<br />
abbastanza lunga.<br />
Culatello, culatta e fiocco di prosciutto sono realizzati un<br />
po’ in tutta Italia ma ci sono zone in cui questi prodotti sono<br />
caratteristici e tipici del territorio. Il riferimento non può che<br />
alludere, ad esempio, al culatello di Zibello, certificato Dop,<br />
e al fiocco di prosciutto della Valtellina, per il quale è in corso<br />
d’opera l’ottenimento del Marchio collettivo geografico. I<br />
due prodotti seguono un disciplinare di produzione e sono<br />
realizzati secondo ricette antiche in grado di renderli pregiati<br />
e qualitativamente eccellenti. Dal momento che richiedono<br />
lunghi tempi di lavorazione e mani artigiane sapienti, non se<br />
ne producono in grandi quantità e il loro prezzo, soprattutto<br />
quello del culatello di Zibello, può essere molto elevato.<br />
Anche per questo, culatelli e fiocchi rimangono avvolti in una<br />
sorta di mistero in grado di renderli ancora più interessanti<br />
e allettanti. Ciò non toglie che i prodotti ottengano ottime<br />
performance di vendita, con impennate di consumi durante<br />
le festività. E, se fino a qualche anno fa, la loro distribuzione<br />
era ad appannaggio esclusivo di gastronomie specializzate e di<br />
ristoranti di alto livello, oggi si possono trovare culatelli, culatte<br />
e fiocchi nella grande distribuzione organizzata. Nel corso del<br />
tempo è stato modificata anche la modalità di proposta: oltre<br />
al pezzo intero o a metà, le aziende hanno messo a punto il<br />
prodotto pronto al taglio, in grado di facilitare il lavoro del salumiere,<br />
e il preaffettato in vaschetta, per soddisfare le esigenze<br />
del consumatore moderno - sempre più orientato verso il<br />
libero servizio, ma anche le necessità di tutti quei produttori<br />
che desiderano conquistare i mercati stranieri.<br />
Di Margherita Luisetto<br />
Salumifico Colli<br />
A S.Polo d’Enza, in provincia di Reggio<br />
Emilia, tra le verdi colline della Val d’Enza<br />
e nel bel mezzo dei territori Matildici, il<br />
salumificio Colli si distingue, dal 2002, per<br />
la produzione specializzata di culatelli con<br />
cotenna e fiocchi di prosciutto. La storia<br />
dell’azienda, però, risale al 1976, quando<br />
Carlo Colli, all’interno di un modesto laboratorio,<br />
avviò la produzione di prosciutti crudi<br />
nazionali. Nei primi anni 80 entra a far<br />
parte dell’azienda il primogenito Nino e la<br />
famiglia Colli inizia i lavori di ampliamento<br />
dell’azienda, fino a raggiungere un’area<br />
complessiva di 600 metri quadri disposti<br />
su tre piani, e scelse di allargare la gamma<br />
di prodotti proposti . Nel 1992, con l’entrata<br />
in azienda del secondo figlio Stefano,<br />
la famiglia Colli decide di trasformare la<br />
ditta individuale in società e di implementare<br />
la produzione di culatelli e di fiocchi,<br />
a discapito di quella dei prosciutti crudi.<br />
“La nostra piccola azienda non avrebbe<br />
mai potuto competere con i colossi che si<br />
stavano formando nelle vicinanze soprattutto<br />
nella provincia di Parma. Fu così che,<br />
a partire dal 2002, interrompemmo la<br />
produzione di prosciutti e ci focalizzammo<br />
solo su culatelli con cotenna e fiocchi,<br />
specializzandoci nella loro realizzazione e<br />
avviando quindi l’ultimo ampliamento che<br />
ci ha portato ad avere una superficie utile<br />
di 2mila metri quadri. Ad oggi, queste due<br />
specialità rivestono il 95% della produzione<br />
totale. Il resto è dato dalla produzione<br />
di salami e dalla commercializzazione dei<br />
migliori prodotti di salumeria emiliana”<br />
sottolinea Carlo Colli, titolare dell’azienda.<br />
Il salumificio Colli, dunque, è oggi riconosciuto<br />
a livello nazionale per la qualità delle<br />
sue proposte. “Curiamo i nostri prodotti<br />
in modo maniacale. Dalla scelta della materia<br />
prima, rigorosamente cosce nazionali<br />
di suini pesanti, alla disossatura e lungo<br />
tutto il percorso della stagionatura. L’attenzione<br />
che riserviamo alle nostre referenze<br />
è essenziale a livello organolettico e, nello<br />
stesso tempo, determinante anche sotto<br />
AZIENDA AGRICOLA BRÉ DEL GALLO<br />
Tel. 0521/870134<br />
www.bredelgallo.it<br />
CAV. UMBERTO BOSCHI<br />
Tel. 0521/836724<br />
www.umbertoboschi.it<br />
GIANONCELLI<br />
Tel. 0342/215230<br />
www.gianoncelli.it<br />
MOTTOLINI<br />
Tel. 0342/564070<br />
www.mottolini.it<br />
PROSCIUTTIFICIO MONTEVECCHIO<br />
Tel. 051/6708245<br />
www.pmontevecchio.com<br />
l’aspetto estetico. Desideriamo, infatti, offrire<br />
linearità di produzione e un servizio<br />
costante nel tempo. L’esperienza ventennale,<br />
la specializzazione su pochi prodotti<br />
e l’artigianalità del metodo di lavorazione<br />
ci rendono unici sul mercato”. L’azienda<br />
lavora ogni anno 20mila cosce. Dalle quali<br />
ricava 20mila culatelli, del peso di cinque<br />
chili circa, e 20mila fiocchi, che vantano<br />
un pezzatura inferiore, pari a due chili e<br />
mezzo circa. “I prodotti sono commercializzati<br />
sull’intero territorio nazionale, anche<br />
se i risultati più interessanti si ottengono<br />
in Emilia-Romagna e Lombardia. Vendiamo<br />
principalmente all’ingrosso, che incide<br />
per il 72%, ma presidiamo anche Gd, dettaglio,<br />
canale Horeca, senza dimenticare<br />
il successo del nostro spaccio aziendale.<br />
Attraverso il marchio Salumificio Colli proponiamo<br />
i culatelli e i fiocchi sia interi che<br />
a tranci, mentre, attraverso private label,<br />
i due prodotti sono venduti anche preaffettati”.<br />
Ottime le performance ottenute<br />
dalle due referenze del salumificio: “I due<br />
prodotti sono validi. Sia per il rivenditore,<br />
che si trova di fronte a referenze che garantiscono<br />
uno scarto minimo, sia per il<br />
consumatore che può acquistare un’eccellenza<br />
della salumeria italiana con un<br />
ottimo rapporto qualità-prezzo. Culatelli e<br />
fiocchi sono particolarmente utilizzati anche<br />
come regalistica nel periodo natalizio”.<br />
Il Salumificio Colli da una decina di anni<br />
è diventato eco-sostenibile nei confronti<br />
dell’ambiente in quanto può fregiarsi del<br />
marchio 100% energia pulita. L’azienda,<br />
dal 2011, ha installato un impianto fotovoltaico<br />
da 100 kw che permette una<br />
riduzione del consumo di energia elettrica<br />
del 40% e, di conseguenza, un’ulteriore<br />
riduzione delle emissioni in atmosfera di<br />
anidride carbonica.<br />
CULATELLO CON COTENNA NAZIONALE ‘COLLI’<br />
del suino italiano pesante, disossata, con impiego di sugna per alimenti, al<br />
fine di ammorbidire la superficie esterna del prodotto non coperta dalla<br />
cotenna e dal grasso. Gli ingredienti sono: carne di suino, sale, destrosio,<br />
saccarosio, aromi, spezie, antiossidante (acido ascorbico), conservanti (nitrato<br />
di potassio, nitrito di sodio). Il peso medio varia tra i 4,5 e 5,5 Kg.<br />
La stagionatura media è pari a 10/14 mesi. Il prodotto finale si presenta<br />
di forma ovale e di colore rosso con marezzature bianche. Viene venduto<br />
sfuso o confezionato sottovuoto in tranci. Tempi di scadenza: <strong>12</strong>0 gg per<br />
tranci sottovuoto e 180 gg per il prodotto intero.<br />
1976: ANNO DI NASCITA DEL SALUMIFICIO COLLI.<br />
95%: INCIDENZA DELLA PRODUZIONI DI FIOCCHI<br />
E CULATELLI SULLA PRODUZIONE TOTALE.<br />
20MILA: N° DI CULATELLI PRODOTTI IN UN ANNO.<br />
20MILA: N° DI FIOCCHI REALIZZATI IN UN ANNO.<br />
GUIDA BUYER<br />
SALUMIFICIO AURORA<br />
Tel. 0521/831149<br />
www.salumificioaurora.it<br />
SALUMIFICIO COLLI<br />
Tel. 0522/873574<br />
www.salumificiocolli.it<br />
SALUMIFICIO DUCALE<br />
Tel. 0521/815476<br />
www.salumificioducale.it<br />
SALUMIFICIO ROSSI – CA’ DI PARMA<br />
Tel. 0521/825107<br />
www.salumificiorossi.it<br />
TERRE DUCALI<br />
Tel. 0521/857640<br />
www.terreducali.it<br />
Segue<br />
29
30<br />
Novembre 20<strong>12</strong><br />
Salumificio Rossi<br />
Ca’ di Parma<br />
Culatello, fiocco di culatello e culaccia,<br />
oltre a strolghino di culatello, salame<br />
di Felino, coppa di Parma, pancetta<br />
arrotolata e altri prodotti tipici<br />
della Bassa parmense, rappresentano<br />
le specialità artigianali realizzate dal<br />
salumificio Rossi. “L’azienda è stata<br />
in grado, nel tempo, di perfezionare i<br />
propri salumi per valorizzare al meglio<br />
le loro caratteristiche organolettiche<br />
e la genuinità della produzione.<br />
La selezione accurata della materia<br />
prima, rigorosamente di suini nazionali<br />
appartenenti al circuito delle<br />
più importanti Dop, e la minimizzazione<br />
degli ingredienti rappresentano<br />
le prerogative principali per ottenere<br />
prodotti dal gusto e dai sapori molto<br />
delicati e caratteristici, destinati a intenditori<br />
che ricercano la qualità e la<br />
prelibatezza del gusto”, spiega Bruno<br />
Rossi, titolare dell’azienda. Ma andiamo<br />
con ordine. La storia del salumificio<br />
Rossi risale a molto tempo indietro, tanto che oggi in azienda lavora la sesta generazione. Era il<br />
1800, infatti, quando la famiglia Rossi avviò una prima attività di macelleria e salumeria a Fontanellato<br />
(Pr). “Oltre ad essere un punto di riferimento per tutti i paesi limitrofi, il locale vantava i connotati tipici<br />
di una salsamenteria, dove era possibile assaggiare i salumi prima di acquistarli, in un clima conviviale<br />
e amichevole. Prima della seconda guerra mondiale, poi, la famiglia Rossi costruì un vero e proprio<br />
macello, il laboratorio venne ampliato con annessi i locali di stagionatura e la cantina. Anche se con<br />
grande fatica e molteplici sforzi, ebbe inizio una considerevole crescita. La notorietà dei nostri prodotti<br />
raggiunse le regioni del Centro e del Nord Italia. E quando ancora la fama del culatello non era diffusa<br />
come oggi, il salumificio Rossi rappresentava uno dei pochi produttori che lo realizzava”. Alla fine<br />
degli anni 70 fu realizzato l’attuale salumificio, sulla via Emilia a Sanguinaro di Fontanellato, nel quale<br />
furono inserite le più moderne tecnologie produttive, a sostegno dell’esperienza artigianale maturata<br />
negli anni. “Ritengo che sia importante far conoscer la nostra storia. Perché è sinonimo di tradizione<br />
ed eccellenza. Oggi, infatti, è facile parlare di qualità, artigianalità, rispetto delle tradizioni. Ma una<br />
storia radicata come quella della famiglia Rossi, garantisce, senza troppi giri di parole, l’eccellenza del<br />
prodotto finale”, precisa Bruno Rossi. “La gamma di prodotti è quindi composta da alcune delle migliori<br />
referenze della salumeria parmense e italiana. A partire da una nostra specialità: la Culaccia, marchio<br />
registrato dal Salumificio Rossi – Ca’ di Parma. Si tratta della parte migliore del prosciutto, senza osso,<br />
senza gambo e senza fiocco. Proponiamo poi il fiocco con cotenna, che è la parte del fiocco, lasciato<br />
intero e con la cotenna; il culatello, realizzato con la parte muscolosa più grossa degli arti posteriori del<br />
suino, privo di cotenna e di osso, salato a mano e investito con la vescica suina, e il fiocco di culatello.<br />
LA CULACCIA<br />
La Culaccia (marchio registrato del Salumificio Rossi) rappresenta la parte migliore del<br />
prosciutto, la più pregiata, senza osso, senza gambo e senza fiocco (il piccolo ossicino a forma<br />
di conchiglia, che in gergo si chiama anchetta, viene lasciato per riconoscere tale parte del<br />
prosciutto). Si tratta di un culatello con cotenna ideato, durante ripetute prove di lavorazione<br />
del culatello, da Riccardo Rossi nel dopoguerra. Che, per differenziare il suo prodotto sul<br />
mercato, scelse di conferirgli un marchio di fantasia: Culaccia, appunto. Il prodotto contiene<br />
carne suina di primissima qualità, poco sale e spezie, in una ricetta segreta. E’ lavorato e<br />
stagionato in modo estremamente naturale, non è insaccato, né manipolato. A fine stagionatura,<br />
la parte magra esterna viene ricoperta di sugna (un impasto di farina e grasso), per<br />
mantenerla morbida nel tempo. Vanta poco scarto e la sua forma consente di tagliare fette<br />
sempre uguali dall’inizio alla fine. La Culaccia è commercializzata intera (4,5/5,5 Kg) ma<br />
anche a metà sottovuoto (2/2,5 Kg).<br />
CULATELLO, CULATTE E FIOCCHI<br />
IL CONSORZIO<br />
DEL CULATELLO<br />
DI ZIBELLO<br />
Il Consorzio di tutela del culatello di Zibello<br />
nasce nel 2009 con lo scopo di difendere<br />
e promuovere un prodotto tradizionale e di<br />
qualità, considerato all’unanimità una vera<br />
chicca della salumeria italiana. Tipico della<br />
fascia di terra che corre lungo le rive del Po,<br />
e che comprende i comuni di Busseto, Polesine<br />
parmense, Zibello, Soragna, Roccabianca,<br />
San Secondo, Sissa e Colorno, il culatello<br />
di Zibello è realizzato secondo una lavorazione<br />
antica, curata nei minimi dettagli, e si<br />
fregia del riconoscimento europeo della Dop<br />
dal 2010. Il Consorzio, guidato da Tito Tortini,<br />
oggi associa tutti i produttori di culatello<br />
di Zibello Dop: vale a dire che il 100% della<br />
produzione di culatello di Zibello Dop è<br />
completamente tutelata. Oltre ad un rigido<br />
DESCRIZIONE DEL PRODOTTO<br />
disciplinare imposto ai produttori, il Consorzio<br />
assicura con il proprio marchio l’origine<br />
italiana della materia prima, la lavorazione<br />
artigianale eseguita seguendo fedelmente<br />
la tradizione contadina, tramandata fino ai<br />
nostri giorni, la stagionatura più adeguata. A<br />
sostegno di questo impegno, non mancano<br />
i severi controlli messi a punto dall’Istituto<br />
Parma Qualità, ente incaricato dal ministero<br />
delle Politiche agricole, alimentari e forestali,<br />
per i controlli sulla produzione. Il Consorzio,<br />
oltre a focalizzarsi sulla tutela e difesa del<br />
prodotto da imitazioni e dall’uso improprio<br />
della denominazione, concentra parte delle<br />
proprie forze in attività di promozione che<br />
legano a doppio filo il culatello al suo territorio<br />
di origine.<br />
Il culatello di Zibello è realizzato con suini del circuito delle Dop, nati, allevati e macellati<br />
in Lombardia ed Emilia Romagna. Il salume è costituito dalla parte anatomica del fascio di<br />
muscoli crurali posteriori e interni della coscia di suino, opportunamente mondati in superficie<br />
e rifilati fino a ottenere la classica forma a pera. Dopo l’asportazione della cotenna e<br />
la parziale sgrassatura della coscia, il fascio muscolare viene separato dalle restanti parti<br />
della coscia. Viene quindi asportato il femore e il grasso, avendo cura di lasciare in superficie<br />
uno strato adeguato ad evitare una brusca disidratazione delle carni. La massa muscolare<br />
è quindi salata manualmente a secco. Nella miscela di salagione sono presenti sale, pepe<br />
intero e/o a pezzi, e possono essere impiegati vino bianco secco, nitrato di sodio e/o potassio.<br />
Successivamente la massa muscolare è posta in cella frigorifera ad una temperatura fra<br />
0 e 5°C per il tempo sufficiente a ottenere il necessario assorbimento di sale. Il successivo<br />
insacco in budelli naturali e la legatura possono essere effettuati utilizzando vescica suina o<br />
peritoneo parietale e perirenale di suino. Si procede dunque alla sgocciolatura delle masse<br />
muscolari e all’asciugatura, che può variare da 30 a 60 giorni in funzione delle condizioni<br />
climatiche. La fase di stagionatura deve avvenire a una temperatura compresa tra 13° e<br />
17°C e non deve durare meno di dieci mesi a partire dalla fase di salatura. Alla fine di<br />
tutte queste operazioni, il culatelo di Zibello si presenta con un peso compreso tra i tre e<br />
i cinque chili.
UNA PRODUZIONE<br />
DI NICCHIA<br />
IN ESPANSIONE<br />
Intervista a Davide Cappa, segretario del Consorzio<br />
Anche se nel corso degli ultimi anni il culatello di Zibello è uscito dai<br />
confini regionali e il suo consumo si sta espandendo sia sul mercato nazionale<br />
che internazionale, il prodotto rappresenta ancora una produzione<br />
di nicchia. “Nel 2011 sono stati realizzati 78.500 culatelli. Per la fine del<br />
20<strong>12</strong>, invece, si prevede un calo fisiologico del 10% rispetto all’anno precedente,<br />
con una produzione di circa 70mila pezzi e un valore stimato di<br />
circa <strong>12</strong>milioni e 600mila euro”, esordisce Davide Cappa, segretario del<br />
Consorzio.<br />
Come si delinea lo scenario distributivo?<br />
In generale, la distribuzione del culatello è legata ancora al dettaglio<br />
tradizionale. La maggior parte di produttori, infatti, è costituita da piccole o<br />
medie aziende che commercializzano il culatello attraverso spacci aziendali<br />
e gastronomie specializzate. Il recente ingresso di realtà industriali<br />
all’interno del Consorzio, però, ha permesso al culatello di presidiare anche<br />
la grande distribuzione organizzata.<br />
Come è possibile garantire che il culatello realizzato da una realtà<br />
industriale sia simile a quello prodotto dagli artigiani?<br />
La garanzia è data dall’obbligo, per entrambe le realtà aziendali, di<br />
lavorare il culatello seguendo un rigido disciplinare di produzione. I salumifici<br />
che operano a livello industriale vantano, infatti, laboratori specifici<br />
dedicati alla produzione di culatello, in cui si lavora il prodotto in modo<br />
artigianale, attenendosi alle specifiche imposte dal disciplinare. Come, ad<br />
esempio, l’utilizzo di budello naturale, la legatura a mano e la stagionatura<br />
minima di dieci mesi.<br />
La distribuzione sul territorio nazionale è abbastanza lineare?<br />
Il culatello di Zibello è consumato maggiormente nelle regioni del Nord<br />
e del Centro Italia. Le vendite maggiori, infatti, si ottengono nelle zone in<br />
cui c’è il più alto consumo di prosciutti crudi. Nonostante questo, il culatello<br />
è apprezzato e acquistato anche nelle altre regioni.<br />
E all’estero?<br />
Il Consorzio ha come missio la valorizzazione e la promozione del prodotto,<br />
oltre che in tutta Italia, anche all’estero. Non solo. Lavora costantemente<br />
alla difesa del marchio in Europa, Australia, Usa e Canada. Oggi<br />
l’export rappresenta il 10% delle vendite. E il 90% circa delle esportazioni<br />
sono rivolte verso i Paesi dell’Unione Europea. Nel frattempo stiamo lavorando<br />
bene anche in Paesi extra Ue, come Russia, Giappone e Canada. Ma<br />
è obiettivo del Consorzio sviluppare ulteriormente la presenza del culatello<br />
di Zibello oltreconfine.<br />
Dal 2011 è possibile trovare il culatello anche preaffettato. Qual è il<br />
motivo che vi ha spinto a mettere in vaschetta un prodotto così importante?<br />
Il culatello di Zibello rappresenta una di quelle eccellenze agroalimentari<br />
che richiedono rispetto della tradizione e grande cura nell’utilizzo. Non<br />
sempre, ad esempio, è facile trattare nel modo giusto il prodotto al banco<br />
taglio. Da qui, l’idea di proporre il prodotto in vaschetta. Che, grazie alle<br />
moderne tecnologie, è in grado di garantire le stesse qualità organolettiche<br />
e visive del prodotto appena affettato. Il preaffettato, inoltre, soddisfa<br />
l’esigenza del consumatore moderno che sempre più spesso orienta i suoi<br />
acquisti verso il libero servizio. Non solo. La scelta del Consorzio è stata<br />
guidata anche dalle necessità delle aziende e del mercato: a livello commerciale,<br />
infatti, il preaffettato ha permesso ai produttori di raggiungere<br />
nuovi canali distributivi e di rispondere al bisogno di internazionalizzazione.<br />
Quali sono risultati di vendita del prodotto in vaschetta?<br />
I risultati sono positivi, anche se non possiamo ancora parlare di vendite<br />
importanti. I produttori hanno colto le possibilità offerte dal preaffettato<br />
e, ad oggi, il 20% dei salumifici che realizzano culatello propone anche il<br />
prodotto in vaschetta. Il mercato, da parte sua, sta rispondendo abbastanza<br />
bene e, per il futuro, le proiezioni di vendita sono favorevoli.<br />
Quali attività di comunicazione avete messo a punto per diffondere la<br />
conoscenza del prodotto?<br />
Quest’anno abbiamo realizzato un dvd sul culatello di Zibello dedicato<br />
a consumatori e ai player della distribuzione. Il lavoro è stato realizzato<br />
con due obiettivi. Il primo è prettamente educational: far conoscere, cioè,<br />
la storia del prodotto e la sua trasformazione, dalla scelta della materia<br />
prima alla lavorazione, fino alla realizzazione finale. Il secondo è fornire<br />
ai consumatore e ai buyer le indicazioni per saper riconoscere il prodotto<br />
originale, senza incorrere nell’errore di acquistare un culatello contraffatto.<br />
Le attività di comunicazione continueranno anche nel 2013: stiamo<br />
mettendo a punto, infatti, importanti progetti a livello locale, nazionale e<br />
internazionale.<br />
LA PUNTUALIZZAZIONE DI TITO TORTINI,<br />
PRESIDENTE DEL CONSORZIO<br />
“Abbiamo battagliato a lungo per ottenere la possibilità di preaffettare<br />
il prodotto. Non è stato facile, ma ci siamo riusciti. Lo scopo del<br />
nostro impegno era di penetrare, grazie alle vaschette, nei canali di<br />
distribuzione che avevano riscontrato difficoltà a trattare un pezzo<br />
intero. Tra questi, il canale Horeca, e i ristoranti in primis. Spesso infatti<br />
accade che il ristoratore inizia ad affettare un culatello per i suoi clienti<br />
ma, se la richiesta non è continuativa, corre il rischio di lasciare seccare<br />
il pezzo rendendolo inadatto al consumo. Il ristoratore, valutata la perdita,<br />
sceglie di non trattare più questo genere di prodotto. La soluzione<br />
al problema esiste. Ed è rappresentata dal preffettato: utilizzando il<br />
prodotto in vaschetta il ristorante può continuare a proporre ai clienti<br />
il culatello di Zibello mantenendo un menù di alto livello. Con un<br />
costo di acquisto minimo, il suo guadagno sarà notevole. Non solo.<br />
Avrà la certezza di offrire ai propri clienti un prodotto sempre buono:<br />
le vaschette, infatti, garantiscono le stesse qualità organolettiche del<br />
prodotto appena affettato. Per tutti questi motivi, il Consorzio lavorerà<br />
per far capire ai ristoratori le enormi qualità che il culatello preafettato<br />
potrà offrirgli, sia in termini economici che di visibilità per il loro locale”.<br />
Novembre 20<strong>12</strong><br />
“ I RISTORATORI DEVONO<br />
VALUTARE MEGLIO<br />
LA POSSIBILITÀ DI USARE<br />
LE VASCHETTE<br />
DI PREAFFETTATO<br />
Tito Tortini<br />
“<br />
78.500 CULATELLI: LA PRODUZIONE DEL 2011<br />
70MILA CULATELLI: LA PRODUZIONE STIMATA PER IL 20<strong>12</strong><br />
<strong>12</strong>MILIONI E 600MILA EURO: IL VALORE STIMATO PER IL 20<strong>12</strong><br />
10%: LA QUOTA DELL’EXPORT<br />
Segue<br />
31
32<br />
Novembre 20<strong>12</strong><br />
Salumificio Aurora<br />
Azienda produttrice di salumi di alta qualità, dal 1967, il Salumificio<br />
Aurora, dal 1992 annovera tra le sue produzioni anche il culatello e il fiocco<br />
di prosciutto. “Dalle migliori cosce di suino, i nostri operai specializzati<br />
disossano il prosciutto ottenendo due tagli di carne pregiati: il culatello<br />
e il fiocco”, spiega Alessandra Dodi, dell’ufficio marketing dell’azienda. Il<br />
salumificio realizza due tipologie di culatello, quello tradizionale legato a<br />
mano e quello con cotenna: una produzione complessiva massima pari<br />
a 13mila pezzi all’anno. “Il culatello Aurora è un prodotto unico, perché<br />
nasce dalla migliore carne nazionale che viene trattata con tecniche<br />
antiche e lavorata in modo ancora artigianale per garantire il rispetto<br />
dei sapori di una volta. Anche la stagionatura, lenta e controllata, avviene<br />
nelle cantine sotterranee.”. Sul fronte del fiocco, poi, l’azienda propone<br />
tre referenze: il fiocco di prosciutto tradizionale legato a mano, il fiocco<br />
legato a macchina e il fiocco con cotenna. “Insieme, culatello e fiocco,<br />
rappresentano il 16% circa della produzione totale dell’azienda. La loro<br />
distribuzione avviene su diversi canali, dalla distribuzione organizzata, al<br />
normal trade, fino alla ristorazione. Le referenze sono vendute intere e,<br />
negli ultimi anni, abbiamo immesso sul mercato anche il prodotto pronto<br />
al taglio, comodo per il banco taglio ma anche per la ristorazione: una<br />
giusta soluzione che permette di evitare le problematiche della preparazione<br />
del prodotto, sprechi o trattamenti non appropriati. Non poteva<br />
mancare la vaschetta: il preaffettato ‘cuore d’Aurora’ è un valido servizio<br />
che offriamo alla nostra clientela”, specifica Alessandra Dodi. L’azienda<br />
sa valorizzare sapientemente ogni singola referenza realizzata: far<br />
conoscere al cliente come nasce un prodotto e spiegare le modalità di<br />
consumo fa parte infatti della filosofia di comunicazione del salumificio<br />
Aurora. “Abbiamo pubblicato sul nostro sito internet un filmato su come<br />
nascono i salumi e come devono essere trattati. Inoltre ad ogni singolo<br />
pezzo di culatello tradizionale alleghiamo le ‘istruzioni’ per consumarlo<br />
al meglio. Di recente abbiamo realizzato anche una confezione speciale<br />
che valorizza il culatello e lo trasforma in un regalo prezioso e sicuramente<br />
gradito”. Oltre a presidiare l’intero territorio nazionale, l’azienda<br />
esporta nei Paesi dell’Unione Europea e in Giappone. “L’export incide<br />
per una piccola percentuale sul fatturato totale. Ma riuscire a far conoscere<br />
i nostri prodotti tipici, ricchi di tradizione e artigianalità, in terre<br />
lontane, rappresenta per noi una grande conquista”.<br />
13MILA: N° DEI CULATELLI PRODOTTI<br />
DURANTE L’ANNO.<br />
16%: INCIDENZA DEL FIOCCO E DEL CULATELLO<br />
SULLA PRODUZIONE TOTALE.<br />
CULATELLO, CULATTE E FIOCCHI<br />
SPECIALITÀ DALLA VALTELLINA<br />
Gianoncelli<br />
Il salumificio Gianoncelli, azienda valtellinese specializzata nella produzione di bresaola della<br />
Valtellina, ha saputo distinguersi sul mercato per la qualità delle sue produzioni, frutto della costante<br />
cura nel dettaglio in tutte le fasi di produzione, dalla scelta delle carni, alla lavorazione, fino alla<br />
distribuzione sul territorio nazionale ed estero. Oltre alla bresaola, prodotto di punta dell’azienda, il<br />
salumificio Gianoncelli vanta tra le proprie referenze anche il fiocco di prosciutto della Valtellina. “La<br />
nostra azienda realizza il fiocco fin dai primi anni 60”, spiega Sergio Gianoncelli, titolare. “Questo<br />
prodotto si ottiene dalla coscia fresca di suino che, dopo essere stata sezionata, viene sottoposta<br />
ad abbondante refilatura del grasso, della cotenna e delle parti tendinose, fino ad ottenere il cuore<br />
più tenero del prosciutto. A questo punto, il pezzo viene sottoposto a salagione manuale per circa<br />
15 giorni, e poi lasciato stagionare per un periodo di tempo che varia tra i tre e i quattro mesi. Al<br />
termine della stagionatura, il prodotto viene inserito negli stampi per la pressatura finale”. La buona<br />
riuscita del fiocco è frutto della sapiente capacità artigianale del salumificio Gianoncelli, messa<br />
a punto nel corso degli anni. “Selezioniamo solo materia prima di qualità, utilizziamo ingredienti<br />
genuini e naturali, lavoriamo ogni singolo pezzo con la massima cura del dettaglio. La professionalità<br />
dei nostri operai e gli scrupolosi controlli sui prodotti, infine, ci permettono di garantire al<br />
consumatore salumi di qualità costante durante tutto l’anno”. La produzione di fiocchi è elevata e incide per il 10% sulla produzione<br />
totale dell’azienda. “Durante l’anno realizziamo all’incirca 20mila fiocchi, caratterizzati da una pezzatura di quattro chili. Questi<br />
prodotti, vere eccellenze della salumeria valtellinese e italiana, sono distribuiti principalmente attraverso grossisti e gastronomie di<br />
alto livello, dove è possibile trovare il fiocco intero, a metà o a quarto”.<br />
Mottolini<br />
Il fiocco della Valtellina rappresenta<br />
un fiore all’occhiello del salumificio<br />
Mottolini, azienda storica di Poggiridenti<br />
(So), celebre per la produzione<br />
di bresaola. Da più di 25 anni, infatti,<br />
Mottolini conta tra le sue referenze<br />
di punta anche il fiocco. “Questo prodotto<br />
si ottiene dal cuore della coscia<br />
suina, opportunamente disossata. Attraverso<br />
una lavorazione artigianale<br />
accurata che richiede la salatura a<br />
secco, la pressatura e la stuccatura<br />
del prodotto, e una stagionatura media<br />
di sei mesi, si ottiene un salume<br />
di alta qualità che a pieno titolo va<br />
ad inserirsi tra le eccellenze della<br />
salumeria italiana”, spiega Emilio<br />
Mottolini, responsabile commerciale<br />
dell’azienda. “Il fiocco della Valtellina,<br />
così come tutti i prodotti firmati Mot-<br />
tolini, è il risultato di un lavoro artigianale<br />
attento e scrupoloso che ha inizio<br />
con la scelta della materia prima,<br />
selezionata con cura. La metodologia<br />
di lavorazione, l’esperienza trentennale,<br />
e la cura del dettaglio, ne completano<br />
il processo qualitativo”. Se un<br />
tempo il fiocco della Valtellina rappresentava<br />
un prodotto di complemento<br />
della bresaola, da alcuni anni vanta<br />
una significativa produzione parallela.<br />
“Il fiocco, oltre ad essere molto buono,<br />
IL MARCHIO COLLETTIVO GEOGRAFICO PER IL FIOCCO<br />
Prosciuttificio Montevecchio<br />
A Savigno, in provincia di Bologna, il prosciuttificio Montevecchio annovera fra le sue specialità anche<br />
culatelli con cotenna e fiocchi di prosciutto. “Produciamo questi eccellenti prodotti da circa otto anni. La<br />
percentuale che rivestono sulla produzione totale è minima, ma sono così apprezzati che la nostra offerta<br />
non riesce a soddisfare la domanda del mercato”, spiega Paolo Gherardi, socio titolare dell’azienda insieme<br />
a Graziano Maestri. “Sono molteplici i motivi di questo successo. Innanzitutto utilizziamo una materia<br />
prima di provenienza nazionale altamente selezionata. Scegliamo quindi un taglio medio-grosso che, da<br />
fresco, vanta un peso di oltre otto chili. Stagioniamo il prodotto per un minimo di <strong>12</strong> mesi. Ma ciò che<br />
distingue il nostro culatello dalle altre proposte presenti sul mercato è l’utilizzo di particolare conce che ne<br />
determinano il sapore finale: le carni, infatti, sono sapientemente insaporite con aromi naturali della nostra<br />
terra che garantiscono al prodotto un gusto unico”. Il Prosciuttificio Montevecchio realizza tre varianti di<br />
culatello con cotenna: dolce, al pepe e al pepe rosa. Quest’ultimo, in modo particolare, rappresenta una<br />
vera chicca della salumeria italiana: si presenta di colore rosso con striature grasse bianco perlaceo e<br />
la sua consistenza è soda. “Proponiamo anche il fiocco di prosciutto, che si ottiene dalla parte migliore<br />
della coscia, una volta tolto il culatello. La produzione del fiocco è abbastanza marginale, anche perché<br />
il prodotto soffre di stagionalità ed è particolarmente richiesto durante le festività, soprattutto in qualità<br />
di strenna natalizia”. L’azienda commercializza i suoi prodotti sull’intero territorio nazionale e, in parte,<br />
anche in alcuni Paesi Ue, tra cui la Germania. “I culatelli con cotenna e i fiocchi di prosciutto sono distribuiti<br />
ad altri salumifici, attraverso ingrossi e nei punti vendita al dettaglio. Negli ultimi anni, ottengono ottime<br />
performance anche nel canale Horeca, utilizzati sia come affettato sia come ingrediente in cucina”.<br />
rappresenta anche un valido prodotto:<br />
garantisce, infatti, un’alta resa e uno<br />
scarto esiguo. Negli ultimi anni abbiamo<br />
registrato una crescita della produzione<br />
e delle buone performance<br />
di vendita in tutta Italia, soprattutto<br />
attraverso il canale Horeca e cash &<br />
carry. Non manca la distribuzione nella<br />
Gd, dove è possibile trovare il fiocco<br />
della Valtellina anche preaffettato in<br />
vaschetta”.<br />
Il fiocco della Valtellina rappresenta un prodotto storico che nasce come alternativa ai prosciutti crudi. In Valtellina è realizzato<br />
seguendo una tradizione tramandata da generazione in generazione che lo rende una referenza prestigiosa, di qualità e ricercata.<br />
Tanto che da Confindustria Sondrio nasce un progetto per valorizzare al meglio questa tipicità. “E’ in corso d’opera un piano<br />
di lavoro per ottenere il Marchio collettivo geografico per il fiocco della Valtellina”, spiega Velda Mozart, responsabile marketing di<br />
Confindustria Sondrio. “Il Marchio collettivo geografico svolge una funzione di garanzia della qualità, della natura e dell’origine di<br />
un prodotto. Il fiocco della Valtellina rappresenta a pieno titolo un salume tipico del nostro territorio e caratteristico della produzione<br />
dei salumifici della valle. Pur essendo una specialità di nicchia, stiamo lavorando con tutti i salumifici della zona per mettere<br />
a punto un disciplinare di produzione. Questo sarà il primo passo verso un lavoro di salvaguardia e valorizzazione del prodotto<br />
tipico”. Secondo quanto riferito da Confindustria Sondrio, entro il 31 gennaio 2013 si dovrebbe ottenere il riconoscimento.
Cav. Umberto Boschi<br />
Il salumificio Cav. Umberto Boschi, azienda specializzata nella produzione dei salumi<br />
della migliore gastronomia italiana, vanta tra le proprie referenze anche il culatello. “Dieci<br />
anni fa, l’azienda ha avviato la produzione di culatello tradizionale per rispondere alle<br />
esigenze della clientela, che chiedeva un salume di qualità tipico della Bassa parmense”,<br />
esordisce Alessio Tomaselli, direttore commerciale. “Il salumificio, però, essendo situato a Felino,<br />
al di fuori del territorio abilitato alla produzione di culatello di Zibello, non può fregiare<br />
il proprio prodotto del marchio Dop. Nonostante questo, il nostro culatello è realizzato<br />
seguendo sapientemente, in ogni fase del processo di realizzazione, il disciplinare di produzione<br />
del culatello di Zibello Dop. La materia prima, acquistata in un macello di fiducia,<br />
è rigorosamente selezionata e scelta tra suini pesanti della filiera del circuito delle Dop; la<br />
lavorazione avviene in modo artigianale; la legatura è realizzata a mano; l’insacco è fatto<br />
in vescica naturale. La stagionatura, poi, richiede un tempo minimo di <strong>12</strong> mesi. L’aspetto<br />
finale è quello del tipico taglio a goccia, con una pezzatura che supera i quattro chili. Oltre<br />
alle rigorose metodologie di produzione, il nostro culatello, può contare sulla firma del<br />
salumificio Cav. Umberto Boschi, riconosciuto a livello nazionale e internazionale per la<br />
qualità, genuinità e raffinata bontà dei suoi prodotti”. L’azienda, che nel 2011 ha realizzato<br />
5mila culatelli, distribuisce questa referenza attraverso il canale Horeca, nella Gd e, in<br />
percentuale minima, anche tramite il dettaglio tradizionale, presidiando soprattutto l’area<br />
1 e 2 Nielsen. Il prodotto è presente a scaffale tutto l’anno ma le migliori performance di<br />
vendita si ottengono in concomitanza del periodo natalizio. “Dal momento che il culatello<br />
è abbastanza difficile da gestire al banco taglio e richiede professionalità e competenza<br />
da parte del banconiere, l’azienda ha scelto di intervenire sul prodotto proponendolo già<br />
sgrassato e pronto al taglio. Anche il preaffettato in vaschetta, che incide per oltre il 35%<br />
sulla nostra produzione totale del culatello, rappresenta una strategia vincente. Affettiamo<br />
solo il cuore del culatello, con una stagionatura minima di <strong>12</strong> mesi, e garantiamo al consumatore<br />
un prodotto eccezionale, tagliato nel giusto modo e sempre fresco. Con il preaffettato<br />
in vaschetta, inoltre, raggiungiamo i mercati esteri, in modo particolare Germania,<br />
Norvegia e Regno Unito”.<br />
Salumificio Ducale<br />
“Il culatello di Zibello rappresenta il fiore<br />
all’occhiello della produzione del salumificio<br />
Ducale. Viene lavorato secondo le più antiche<br />
tradizioni contadine e nell’assoluto rispetto<br />
del disciplinare Dop”, spiega Tito Tortini, socio<br />
titolare dell’azienda, insieme a Roberto<br />
Morini. “Sono ormai 50 anni che lavoriamo<br />
culatelli e la produzione è andata sempre più<br />
aumentando. Oggi realizziamo circa 3.500<br />
culatelli di Zibello Dop qui a Colorno, sulla<br />
riva del Po, nella zona tipica del culatello”. Il<br />
salumificio Ducale nasce sulla struttura di un<br />
antico macello comunale. Era, infatti, il 1958<br />
quando cinque artigiani si unirono per avviare<br />
l’attività di macellazione e trasformazione<br />
dei suini all’interno del macello comunale di<br />
Colorno. Nel corso degli anni, l’attività passa<br />
nelle mani dei figli di due soci: Tito Tortini e<br />
Roberto Morini rilevano l’attività e nel 1981<br />
scelgono di interrompere la macellazione per<br />
dedicarsi esclusivamente alla lavorazione delle<br />
carni, selezionate di persona in un macello<br />
situato nei pressi dell’azienda. “Oltre a rispettare<br />
la lavorazione tradizionale, sfruttiamo le<br />
caratteristiche strutturali del vecchio macello<br />
comunale. Costruito agli inizi del 1900, vanta<br />
infatti spessi muri costituiti da pareti di mattone<br />
pieno spesse più di 50 cm. Per cui le<br />
sue cantine rimangono fresche in modo naturale,<br />
garantendo un risultato ottimale per la<br />
stagionatura di culatelli che va dai <strong>12</strong> ai 24<br />
mesi. Il grosso delle vendite avviene nel raggio<br />
di pochi chilometri, ciò significa che il nostro<br />
prodotto è particolarmente apprezzato pro-<br />
5MILA: N° DI CULATELLI<br />
REALIZZATI NEL 2011.<br />
35%: INCIDENZA DEL CULATELLO<br />
PREAFFETTATO SULLA<br />
PRODUZIONE TOTALE.<br />
Terre Ducali<br />
Fiocco di prosciutto e culatta stagionata rappresentano<br />
due prodotti importanti nella produzione del<br />
salumificio Terre Ducali. “Negli ultimi anni la nostra<br />
azienda ha creduto particolarmente nelle potenzialità<br />
commerciali del fiocco di prosciutto, in particolare in<br />
quello in vescica legato a mano. Grande attenzione è<br />
stata riposta soprattutto nella scelta di una materia<br />
prima di ottima qualità, a partire dalla carne che deve<br />
necessariamente essere di suino italiano”, spiega Giulio<br />
Gherri, amministratore delegato dell’azienda.<br />
“Il fiocco, infatti, nasce dalla stessa coscia di suino<br />
italiano utilizzata per produrre il culatello e la culatta:<br />
una coscia originariamente destinata alla produzione<br />
di prosciutto stagionato Dop. Questo prodotto si caratterizza<br />
per la grande manualità della lavorazione,<br />
così da risultare uno dei salumi più tipici e tradizionali<br />
della nostra salumeria. Nello specifico, poi, la salagione<br />
manuale del fiocco fresco scotennato con solo sale<br />
grosso e pepe, effettuata a freddo in due volte per più<br />
di 14 giorni, conferisce al prodotto quell’inconfondibile<br />
colore rosato e un profumo unico. La posta in vescica<br />
e la legatura manuale del prodotto lo rendono un<br />
prodotto tipico dell’arte salumiera italiana. Se a ciò<br />
si aggiunge una lenta stagionatura di otto mesi nelle<br />
nostre cantine il risultato è di proporre sul mercato un<br />
gioiello unico”. La stessa cura e attenzione nel produrre<br />
prodotti di punta è riservata anche alla culatta.<br />
Che, ottenuta dalla parte migliore del prosciutto di<br />
suino pesante italiano, viene lavorata e preparata secondo<br />
la tradizione salumiera parmense.<br />
La stagionatura e le condizioni climatiche tipiche<br />
della zona di Parma, inoltre, fanno sì che il prodotto<br />
maturi lentamente e acquisisca un sapore unico e un<br />
aroma inconfondibile. “Fiocco e culatta, che insieme<br />
incidono indicativamente per il 5% sulla produzione<br />
totale, sono distribuiti soprattutto attraverso Gd e Do,<br />
in quanto si prestano più di altri alla vendita del prodotto<br />
intero o tagliato a metà in occasione di attività<br />
promozionali. Non solo. La possibilità di proporlo anche<br />
affettato a fetta mossa in vaschette preformate,<br />
con fette poste manualmente, è anche una modalità<br />
Alcuni produttori della Dop<br />
prio nel territorio in cui nasce il culatello e<br />
in cui sorgono tutti i salumifici che realizzano<br />
questa eccellenza della salumeria”. Oltre<br />
al culatello di Zibello, il salumificio Ducale è<br />
specializzato nella produzione di salame di<br />
Felino, di fiocchetto (foto) - più piccolo rispetto<br />
al culatello, con un gusto più delicato e una<br />
stagionatura di cinque o sei mesi; spalla cotta<br />
di San Secondo; Vescovo (marchio registrato),<br />
una variazione del prete, riempito con impasto<br />
di cotechino; salsiccia e carne fresca.<br />
3.500/4MILA: N° DI CULATELLI REALIZZATI IN UN ANNO.<br />
ideale per il consumatore che non dispone dell’affettatrice<br />
a casa propria. Tra l’altro, inseriamo abitualmente<br />
questi prodotti interi a metà e affettati in occasione di<br />
vendite guidate o come prodotti; sono altresì indicati<br />
per essere proposti come strenne regalo”. Se i prodotti<br />
sono molto apprezzati in Italia, non manca l’interesse<br />
da parte dei mercati esteri. E il salumificio Terre Ducali<br />
sta mettendo a punto strategie di comunicazione e<br />
di vendita anche oltre confine. “Di pari passo con lo<br />
sviluppo dell’export abbiamo inserito questi prodotti<br />
tipici come top di gamma rappresentativi della salumeria<br />
italiana. Tra i nostri obiettivi: inserire i prodotti<br />
soprattutto nel canale Horeca per tramite di distributori/importatori<br />
specializzati nella selezione delle<br />
specialità italiane”.<br />
Azienda agricola Brè del Gallo<br />
L’azienda agricola Brè del Gallo fa parte degli ‘Antichi<br />
produttori’ di culatello di Zibello: si fregia dunque<br />
del marchio esclusivo ‘coccarda rossa’, riservato<br />
alle produzioni di nicchia di 14 produttori artigiani.<br />
Situata a Fontanelle di Roccabianca (Pr), l’azienda<br />
nasce nel 2000 dall’idea di Alfredo Magnani, un<br />
grande estimatore del culatello che, seguendo una<br />
passione di famiglia, realizzava il prodotto per consumo<br />
personale o per pochi amici.<br />
Con l’inaugurazione dell’azienda,<br />
Alfredo Magnani avvia una vera<br />
e propria produzione di salumi,<br />
dove il culatello di Zibello rappresenta<br />
il prodotto principale e il<br />
fiore all’occhiello. “Realizziamo il<br />
culatello proprio come si faceva un<br />
tempo nelle campagne”, esordisce<br />
Amedeo Magnani, oggi alla guida<br />
dell’azienda insieme al fratello Fabrizio<br />
e al padre Alfredo. “L’attenzione<br />
e la cura del dettaglio nella<br />
realizzazione dei prodotti ha inizio<br />
dall’alimentazione dei suini, a base<br />
di prodotti naturali e siero di parmigiano<br />
reggiano. Nella preparazione,<br />
poi, usiamo esclusivamente sale e<br />
pepe, senza l’aggiunta di additivi. La lavorazione avviene<br />
in moderni laboratori, l’asciugatura è fatta in<br />
ambienti naturali, all’interno cioè di stanze rivolte a<br />
sud che ventiliamo aprendo le finestre a seconda<br />
della necessità. La stagionatura, infine, è particolarmente<br />
lunga (varia da <strong>12</strong> ai 24 mesi), e avviene in<br />
vecchie cantine disposte a nord”.<br />
La filosofia di produzione dell’azienda agricola<br />
Brè del Gallo è stata identificata e certificata anche<br />
dall’Associazione di tutela Slow Food. Che ha riconosciuto<br />
il salumificio come ‘produttore del presidio del<br />
culatello di Zibello’. Le caratteristiche fondamentali<br />
che hanno permesso all’azienda agricola di ottenere<br />
questo riconoscimento sono state: la qualità<br />
della carne, che deve provenire dalle pregiate cosce<br />
dei suini locali allevati con alimenti<br />
naturali; l’assenza di conservanti e<br />
additivi chimici; le tradizionali operazioni<br />
di lavorazione delle carni,<br />
svolte esclusivamente tra novembre<br />
e gennaio; l’asciugatura e la<br />
stagionatura in cantine secolari costruite<br />
in mattone; la stagionatura<br />
minima di 18 mesi. “Realizziamo<br />
all’incirca 1.300/1.500 culatello<br />
ogni anno, commercializzati per<br />
il 50% all’interno del nostro punto<br />
vendita e per il restante 50%<br />
nelle gastronomie e nei ristoranti di<br />
alto livello. Dallo scorso anno, inoltre,<br />
abbiamo iniziato ad esportare<br />
il prodotto in Francia, Germania,<br />
Olanda e Regno Unito, con grande<br />
successo”. L’azienda agricola Brè del Gallo realizza<br />
anche fiocco di culatello (un salume tradizionale realizzato<br />
dalla porzione di muscolo minore e anteriore<br />
della coscia del suino), spalla cruda di Palasone di<br />
Sissa (ricavata dall’unione del muscolo sovraspinato<br />
e sottospinato dell’arto interiore del suino), coppa,<br />
pancetta, salame e strolghino di culatello.<br />
2000: ANNO DI NASCITA DELL’AZIENDA.<br />
1.300/1.500: N° DI CULATELLI REALIZZATI OGNI ANNO.<br />
Fine<br />
33
34<br />
Novembre 20<strong>12</strong> XXXXX<br />
Riflettori sulla marca commerciale<br />
Si è svolto lo scorso 30 ottobre<br />
presso la sede di BolognaFiere, il<br />
tradizionale incontro che, ogni anno, precede<br />
Marca: la manifestazione dedicata alla<br />
private label. Che, nel 2013, si svolgerà il 16<br />
e il 17 gennaio. Intorno al tavolo dei relatori,<br />
quest’anno, si sono seduti: GianMaria<br />
Marzoli, vice presidente di SymphonyIri,<br />
Guido Cristini, professore di marketing<br />
all’Università di Parma, e Antonio Rizzi che,<br />
nello stesso ateneo, insegna industrial logistic<br />
& supply chain management. Sul fronte<br />
della distribuzione, sono state presentate le<br />
esperienze di Conad, Coop e Sigma, mentre,<br />
dal mondo dell’industria, hanno partecipato<br />
le aziende venete Esseoquattro e<br />
Pedon.<br />
La crisi dei consumi è il fil rouge degli<br />
interventi che hanno animato il seminario.<br />
Indubbiamente, la relazione di Marzoli ha<br />
catalizzato l’attenzione dei presenti. Il vice<br />
presidente di SymphonyIri, infatti, nel suo<br />
intervento ha evidenziato come il 20<strong>12</strong> è<br />
un anno che passerà alla storia: perché, per<br />
la prima volta, le vendite a quantità dell’alimentare<br />
sono in calo. “Il fatturato della<br />
grande distribuzione mostra una riduzione<br />
dell’1,5%. Il food, in questo quadro a tinte<br />
fosche, tiene. I trend positivi riguardano<br />
soprattutto i reparti del grocery e dei freschissimi.<br />
In crescita anche la marca commerciale.<br />
Che, nella Grande distribuzione,<br />
nei primi nove mesi del 20<strong>12</strong>, mostra un<br />
incremento del 7%. E la crescita tocca tutti<br />
i reparti di vendita, eccezion fatta per l’ortofrutta.<br />
Dove, comunque, la private label<br />
vanta un’incidenza del 30%”. In questa situazione,<br />
si evidenza una polarizzazione: le<br />
insegne più performanti – quelle, per intenderci,<br />
che vantano maggiore appeal agli<br />
occhi del consumatore - crescono del 4%;<br />
le altre, invece, registrano una perdita del<br />
6%. “Nel Sud Italia la contrazione è notevole:<br />
i dati mostrano una riduzione tra il<br />
3 e il 4%”, ha precisato Marzoli. Ma quali<br />
sono, in questo contesto, i canali di vendita<br />
che registrano risultati positivi? Ancora una<br />
volta, superstore e discount si confermano<br />
i due format che continuano a ottenere il<br />
consenso (e gli acquisti) dei consumatori:<br />
i primi segnano un +6%; mentre per i<br />
discount l’incremento è del 4,5%. A questi<br />
due canali, è poi necessario affiancare<br />
quello, più recente, del drugstore, che mostra<br />
un trend in crescita dell’8,5%. Segno<br />
più anche per la pressione promozionale<br />
che, ormai, si è attestata al 25%. Le insegne<br />
In scena a BolognaFiere il seminario dedicato<br />
alla private label. Aziende, distribuzione ed esperti<br />
del settore hanno evidenziato le<br />
opportunità e i rischi di questo business.<br />
distributive, in questi mesi, hanno migliorato<br />
anche l’efficienza della promozione, con<br />
uno sconto medio del 27%: “E’ chiaro che<br />
si è davanti a strategie messe a punto dai<br />
gruppi distributivi per far fronte alla concorrenza<br />
del canale discount. Ed è sempre<br />
in questa direzione che si spiega il successo<br />
registrato nella Gd dalle vendite del primo<br />
prezzo nell’offerta a marca commerciale”,<br />
ha evidenziato Marzoli. Gli ha fatto eco<br />
Giovanni Panzeri, marketing manager della<br />
marca commerciale in Conad. Che ha ribadito<br />
come, oggi, la private label rappresenti<br />
una leva importante all’interno della<br />
strategia complessiva di un’insegna. Tre, a<br />
suo avviso, sono gli obiettivi da perseguire:<br />
rafforzamento della fedeltà all’insegna;<br />
costruzione di valore e soddisfazione dei<br />
bisogni del cliente. “In questo contesto, la<br />
private label deve essere ben integrata<br />
con le politiche dell’insegna in materia di<br />
assortimento, promozioni, comunicazione<br />
e prezzo. In casa Conad, la marca commerciale,<br />
nel suo complesso, rappresenta<br />
il 54% del fatturato incrementale. Non<br />
a caso, nel 41% delle categorie la nostra<br />
marca insegna ha raggiunto la leadership.<br />
E’ a fronte di questi numeri che ci sentiamo<br />
di poter rivendicare il ruolo di vera e<br />
propria marca di mercato”, ha sottolineato<br />
con energia Panzeri. Che ha però espresso<br />
un certo scetticismo circa l’inserimento del<br />
primo prezzo nella proposta a marca commerciale<br />
Gd: “Questo posizionamento è un<br />
‘tatticismo’ per contrastare la crescita del<br />
discount. Resta inconsistente dal punto di<br />
vista strategico”. E, sempre in tema di private<br />
label, Panzeri ha evidenziato come, in<br />
un mercato molto polverizzato, come quello<br />
dell’alimentare, per un’azienda diventare<br />
copacker è un’occasione per difendere,<br />
tutelare e sviluppare le proprie produzioni.<br />
“L’importanza crescente del marchio privato<br />
avrà conseguenze forzate nei rapporti<br />
con i fornitori. Non dimentichiamo che in<br />
alcune categorie, la marca privata e il leader<br />
di mercato, insieme, rappresentano il 65%<br />
del fatturato. Inevitabilmente, quindi, si ridu-<br />
Nunzia Capriglione<br />
I NUMERI<br />
-1,5%<br />
Calo registrato dal fatturato della Gd<br />
nei primi nove mesi del 20<strong>12</strong><br />
+7%<br />
Incremento<br />
della marca commerciale nel 20<strong>12</strong><br />
+6%<br />
Incremento riportato<br />
dal canale supermercati<br />
+4,5%<br />
Incremento del canale discount<br />
+8.5%<br />
Incremento del canale drugstore<br />
25%<br />
Incidenza<br />
della pressione promozionale<br />
+18%<br />
Incremento della Pl<br />
negli utimi quattro anni<br />
cono gli spazi per altri player”. Si è spostato<br />
sul fronte del packaging e dell’importanza<br />
dello stesso, l’intervento di Fabio Bignardi,<br />
della società di design Doc, agenzia di<br />
Sigma. Che, recentemente, ha rinnovato<br />
la propria immagine, lavorando proprio su<br />
uno dei simboli che, da sempre, contraddistinguono<br />
il logo dell’insegna: la figura umana<br />
stilizzata. Elemento, che nel processo di<br />
rivisitazione, è diventato il cardine intorno<br />
al quale si è creata la nuova brand identity<br />
del marchio, al punto da eliminare dai pack<br />
dei prodotti il nome dell’insegna (caso unico<br />
nel settore), e la creazione di un tema<br />
grafico (il colpo d’ala), che torna declinato<br />
diversamente in ognuna delle tre linee di<br />
prezzo. Sempre intorno al ruolo strategico<br />
del packaging, si è sviluppato l’intervento<br />
di Silvia Ortolani, direttore commerciale<br />
dell’azienda cartotecnica Esseoquattro, il<br />
brand che lega la sua notorietà ai sacchetti<br />
Ideabrill e Scoprigusto. “Ideabrill è proprio<br />
il risultato di una sfida lanciata da Coop<br />
Lombardia”, ha esordito con entusiasmo.<br />
“Allora, l’insegna era alla ricerca di un prodotto<br />
che potesse sostituire il più tradizionale<br />
alluminio. Ideabrill si è subito rivelata<br />
la soluzione ottimale poiché risponde alle<br />
esigenze cui il pack oggi deve far fronte:<br />
migliorare la shelf-life del prodotto fresco<br />
e rispettare l’ambiente (sia con un un minor<br />
consumo di carta da parte dell’azienda,<br />
sia per la vocazione al riutilizzo, insita<br />
nel sacchetto Ideabrill). Obiettivi raggiunti,<br />
come attestano i premi Oscar dell’Imballaggio<br />
2011 e il Premio Carte 2010 per<br />
la salvaguardia dell’ambiente. Mentre la<br />
collaborazione con l’Università di Camerino<br />
ha permesso di garantire scientificamente<br />
il mantenimento della qualità del<br />
prodotto alimentare”. Analogo il percorso<br />
del sacchetto Scoprigusto, nato anch’esso<br />
per rispondere a una specifica esigenza di<br />
un’insegna che voleva sostituire il vassoio di<br />
polistirolo. La nuova edizione del rapporto<br />
annuale sulla marca commerciale, realizzato<br />
per MarcabyBolognafiere dell’università di<br />
Parma, in collaborazione con Symphony Iri,<br />
verrà proposta nella prossima edizione di<br />
Marca. Obiettivo: fornire l’analisi dell’evoluzione<br />
del mercato.<br />
Marca by BolognaFiere,<br />
rassegna dedicata alla private label,<br />
andrà in scena il 16 e 17 gennaio 2013.
PRIMO PIANO<br />
Le problematiche legate alla suinicoltura al centro di ItalPig. In scena a Cremona dal 25 al 28 ottobre.<br />
Si è svolta dal 25 al 28 ottobre, a Cremona,<br />
ItalPig, la più grande e importante manifestazione<br />
per la suinicoltura nazionale. La kermesse<br />
è andata in scena in contemporanea alla 67a edizione della<br />
Fiera internazionale del bovino da latte. Ottimi i numeri<br />
della manifestazione: oltre 336 espositori (tra cui consorzi<br />
di tutela, rivenditori di attrezzature per servizi di allevamento<br />
e anche veterinari) e ben 78.463 visitatori. Positiva,<br />
inoltre, la presenza di molti giovani imprenditori. Durante<br />
l’evento, si sono tenuti 32 convegni per approfondire lo<br />
status della filiera.<br />
In particolare sono state evidenziate le criticità e le opportunità<br />
del settore, che mostra segni di ripresa, sebbene<br />
la situazione sia ancora instabile. I principali ostacoli sono<br />
gli elevati costi di produzione e l’assenza di un’adeguata<br />
tutela dei prodotti d’eccellenza.<br />
Questa problematica è stata al centro del convegno di<br />
mercoledì 25 ottobre, dove si è presentato uno studio di<br />
Nomisma commissionato da Assosuini. Il tema dominante<br />
della conferenza è stata la posizione dei consumatori<br />
rispetto ai prosciutti venduti e acquistati in Italia. Dai dati<br />
raccolti emerge che una significativa quota di consumatori,<br />
all’incirca il 9%, ha preferito acquistare prosciutti che<br />
presentavano solo la generica definizione di “nostrano”<br />
Questioni<br />
di etichetta<br />
a discapito di prodotti Dop. Il 4,4% di acquirenti si fida<br />
della definizione “di montagna”. A differenza della denominazioni<br />
di origine, queste definizioni non certificano<br />
l’italianità del prodotto e risultano, perciò, insufficienti. Chi<br />
acquista queste referenze, è convinto, nel 76% dei casi,<br />
di consumare prosciutto di suini nazionali e stagionati in<br />
Italia. Elementi che, attualmente, rappresentano le priorità<br />
per il consumatore. Il 46,6% degli intervistati, infatti,<br />
dichiara di comprare principalmente prosciutto crudo di<br />
provenienza italiana ma solo l’11,1%, indica la presenza<br />
del marchio Dop come fattore imprescindibile. Durante il<br />
convegno è stato inoltre ricordato che circa il 65% dei suini<br />
macellati in Italia sono destinati alla categoria di origine<br />
protetta. I dati emersi mostrano però la scarsa conoscenza<br />
del consumatore rispetto a tali prodotti. Ed evidenziano<br />
la necessità di specificare in etichetta la provenienza delle<br />
carni. Esigenza avvertita anche dall’82% degli intervistati.<br />
Su questo punto insiste anche Angiola Coffinardi, presidente<br />
di Assosuini: “Il consumatore non sa che cosa acquista.<br />
Un fatto che, ovviamente, penalizza pesantemente<br />
chi produce alimenti di alta qualità. Per questo occorrono,<br />
prima di tutto, precise regole per l’etichettatura”.<br />
Silvia Bezzi<br />
Novembre 20<strong>12</strong><br />
35
36<br />
Novembre 20<strong>12</strong><br />
DRAGONI D’<br />
Cresce l’appeal dei prodotti di casa nostra tra i consumatori cinesi.<br />
Più di 200 i brand presenti. E c’è ancora spazio per crescere.<br />
Milano e Napoli sono state le due tappe del programma<br />
di incoming organizzato lo scorso ottobre<br />
dall’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione<br />
delle imprese italiane (ex Ice) rivolto a <strong>12</strong> buyer cinesi. Gli<br />
operatori, che per quattro giorni hanno incontrato gli esponenti<br />
dell’industria alimentare italiana, erano rappresentanti sia di alcune<br />
importanti insegne distributive locali, sia di note società di importazione.<br />
“Non dimentichiamo che, oggi, l’export del Made in Italy<br />
verso la Cina vale 1,54 miliardi di dollari. Un dato che, nell’ultimo<br />
biennio, si è mantenuto stabile”, spiega un entusiasta Antonino<br />
Laspina, direttore dell’ufficio Ice a Pechino, nonché coordinatore<br />
della rete Ice in Cina. In questo risultato, anche all’alimentare spetta<br />
la sua parte. “I dati, relativi allo scorso agosto, mostrano incrementi<br />
a doppia cifra per il beverage (+21,86%) e nell’ordine del 100%<br />
per alcuni prodotti, come quelli da forno e gli oli, che sono entrati<br />
nel mercato cinese solo nel corso dell’ultimo anno. Si è davanti a<br />
risultati che superano anche le aspettative più realistiche. Certo, si<br />
parla, ovviamente, di numeri contenuti: siamo in una fase di crescita<br />
e non di consolidamento”.<br />
Ma allora in Cina c’è davvero spazio per il food Made in Italy?<br />
Indubbiamente. Non solo c’è spazio, ma già oggi l’offerta è degna<br />
di nota: quando si parla di alimentare italiano in Cina, si fa<br />
riferimento a 200 diverse cantine di vini, dieci diversi brand nel<br />
comparto delle acque minerali. Buona anche l’offerta nel settore<br />
del caffè, con sette marchi, in quello dei pomodori pelati e dell’aceto,<br />
entrambi con cinque brand. Mentre sia per i prodotti da forno<br />
che per gli oli si parla di dieci marchi, mentre vanta 15 marchi<br />
l’offerta della pasta.<br />
Qual è il target di riferimento per l’italian food?<br />
Indubbiamente si sta parlando della fascia di popolazione che<br />
vanta un reddito medio alto: manager che hanno vissuto per un<br />
certo periodo di tempo nel Vecchio Continente, nonché stranieri,<br />
italiani inclusi, che vivono in Cina. Ci sono comunque diversi elementi<br />
che hanno contribuito all’ingresso del prodotto italiano nel<br />
Paese.<br />
Vediamoli da vicino.<br />
Il mondo della moda sta influenzando molto anche le abitudini<br />
alimentari. E, di conseguenza, l’ingresso del cibo estero in Cina. Chi<br />
visita l’Italia per ragioni legate al fashion, inevitabilmente entra in<br />
contatto con l’agroalimentare. Quindi, quando torna a casa, cerca i<br />
prodotti che ha degustato nel nostro Paese. Non a caso, i prodotti<br />
da forno, con i biscotti da pasticceria secca in prima linea, sono<br />
quelli che, più facilmente, si trovano nelle case dei cinesi. Un altro<br />
fenomeno che agevola la diffusione del Made in Italy è rappresentato<br />
dal target dei kids, con un’età compresa tra i sei e i dieci anni.<br />
Un fascia di età che ama molto gli spaghetti. Infine, un altro aspetto<br />
Antonino Laspina, direttore dell’ufficio Ice a Pechino<br />
importante è rappresentato dal livello di sicurezza dei prodotti<br />
italiani.<br />
Effettivamente, abbiamo molto da dire in merito.<br />
Certo. Ed è proprio su questo elemento che, come Agenzia<br />
per lo sviluppo e la promozione, abbiamo lavorato molto. Nel<br />
corso di diversi incontri con gli operatori locali, è stato più volte<br />
sottolineato che la qualità del prodotto italiano è confermata dal<br />
successo che il cibo Made in Italy registra in tutto il mondo: dagli<br />
Stati Uniti al Brasile, dalla Russia all’Australia. Per citare solo alcuni<br />
esempi.<br />
L’ingresso in Cina di prodotti esteri è sottoposto a diverse<br />
barriere sanitarie…<br />
Esatto. Sebbene possa sembrare un paradosso, sul fronte<br />
dell’import la Cina è rigorosissima. Oltre al rispetto di precise procedure<br />
sanitarie, è necessario importare prodotti con un packaging<br />
adeguato al mercato locale. Ad esempio, è fondamentale che<br />
le etichette riportino il nome dell’importatore. Perché le autorità<br />
locali si rivolgono a questo operatore nel caso di particolari<br />
problematiche. Questi sono fattori da considerare perché molto<br />
spesso le imprese italiane assimilano la Cina ad altri mercati più<br />
semplici, ma questo è un atteggiamento scorretto.<br />
Oltre ai prodotti da forno, quali sono le possibilità per prodotti<br />
come i salumi e i formaggi?<br />
Per quel che riguarda i salumi, attualmente in Cina sono am-<br />
EXPORT<br />
di Nunzia Capriglione<br />
messi solo i prosciutti di Parma e di San Daniele Dop realizzati da<br />
salumifici che vantano la certificazione della quarantena cinese. Sul<br />
fronte dei formaggi, invece, è necessario sfatare il mito che vede<br />
questa tipologia di prodotto esclusa dal mercato cinese. Non è<br />
vero che è vietata l’importazione dei formaggi, ma anche in questo<br />
caso sono necessarie alcune certificazioni sanitarie specifiche. In<br />
questo caso, non è scorretto paragonare la Cina con l’India.<br />
Quali sono gli aspetti che i produttori italiani dovrebbero migliorare<br />
per rafforzare la loro presenza nel Paese?<br />
In Cina, l’appeal del prodotto italiano è elevato. Come accennato,<br />
per importare il prodotto la prassi burocratica da seguire è<br />
molto lunga. Quindi, se l’importatore locale è disposto a seguire<br />
tutto l’iter richiesto significa che sa che il brand italiano è anche un<br />
elemento di prestigio per la propria offerta. Purtroppo le aziende<br />
italiane a volte approcciano in modo non adeguato il mercato<br />
cinese. Notiamo, infatti, che spesso la strategia commerciale non<br />
è accompagnata da un intenso programma di promozione nei<br />
punti vendita. Quest’ultimo è un elemento fondamentale, anzi imprescindibile,<br />
per avvicinare e far conoscere il prodotto italiano al<br />
consumatore cinese. Ad esempio, nel comparto della pasta non<br />
si è verificato un vero e proprio boom proprio perché non è mai<br />
stata organizzata un’attività promozionale impattante.<br />
Se non sbaglio, proprio in concomitanza degli incontri dedicati<br />
alla Cina, in scena a Milano e a Napoli, in alcuni punti vendita<br />
delle insegne coinvolte nell’iniziativa, si sono svolte delle dimostrazioni?<br />
Esatto. In alcune superfici di vendita sono state organizzate delle<br />
in store promotion in cui, ad esempio, si è spiegato ai consumatori<br />
come si può abbinare il formaggio con il pane. Oppure, si è<br />
focalizzata l’attenzione dei clienti sul tiramisù, il dolce italiano più<br />
noto a livello mondiale. Sono quindi state create delle aree in cui<br />
alcune promoter mostravano come utilizzare i savoiardi, il caffè e<br />
il mascarpone per creare il prodotto finito. Non dimentichiamo<br />
che, il più delle volte, siamo davanti ad alimenti molto lontani dalla<br />
cultura e dalla tradizione gastronomica del Paese. E’ dunque fondamentale<br />
mostrare sia come si cucinano singolarmente, sia quali<br />
sono gli abbinamenti migliori.<br />
Ma generalmente, nelle grandi superfici trovano posto i prodotti<br />
italiani?<br />
In Cina oltre alle insegne locali sono presenti le più grandi realtà<br />
distributive europee. Penso a nomi come Metro e Carrefour.<br />
Comunque, in entrambi i casi l’assortimento annovera i prodotti<br />
internazionali, inclusi quelli italiani. Ripeto, il problema principale è<br />
fare <strong>info</strong>rmazione e formazione, coinvolgendo i consumatori. Ad<br />
esempio, in occasione delle Olimpiadi era stata ideata un’importante<br />
operazione di questo tipo con Metro Cash&Carry. Che aveva<br />
portato risultato importanti.
ITALIA<br />
L’IMPORT IN CINA - SALUMI - IMPORTAZIONI 2009-2011<br />
Paese 2009 2010 2011 Variazione 11/10<br />
1 Usa 0,693 1,157 1,388 20,00%<br />
2 Paesi Bassi 0,164 0,250 0,341 36,25%<br />
3 Italia 0,175 0,<strong>12</strong>5 0,226 81,02%<br />
4 Spagna 0,066 0,216 0,191 -11,59%<br />
5 Australia 0,058 0,067 0,091 36,49%<br />
I MARCHI ITALIANI SETTORE PER SETTORE<br />
Vini: 200 Caffè: 7<br />
Pasta: 15 Sottoli e sottaceti: 6<br />
Prodotti da forno: 10 Pomodori pelati: 5<br />
Olio: 10 Aceto: 5<br />
Acque minerali: 10<br />
(in milioni di dollari Usa)<br />
Fonte: China Custom Statistics<br />
Fonte: Ufficio Ice Cina<br />
Novembre 20<strong>12</strong><br />
LE INSEGNE LOCALI<br />
Nel corso della tappa milanese del programma di incoming dedicato<br />
ai buyer cinesi, Salumi & Consumi ha incontrato i rappresentati<br />
di due importanti gruppi locali, Olè e Jenny Lou’s, ai quali è stato<br />
chiesto di illustrare le loro strategie in materia di italian food.<br />
Gruppo Olè<br />
Anita P.M. Ng, purchasing controller<br />
La storia dell’insegna Olè è una storia<br />
giovane: il primo punto vendita, infatti,<br />
ha aperto i battenti il 9 dicembre del<br />
2004. Ma la realtà aziendale di cui<br />
fa parte il gruppo è ben radicata sul<br />
territorio. Si parla infatti di Vanguard<br />
Group, un vero e proprio gigante della<br />
distribuzione, con 4mila punti vendita e<br />
200mila addetti. Oggi, sono 28 i supermercati<br />
Olè situati in centri come Pechino,<br />
Shangai, Shenzhen, Hangzhou,<br />
Ningbo, Shenyang, Guangzhou,<br />
Chongqing, Chengdu e Jinan. “Attualmente,<br />
i prodotti italiani sono presenti<br />
nell’assortimento di 19 di questi<br />
supermercati”, spiega Anita P.M. Ng,<br />
purchasing controller dell’insegna. “Nel<br />
corso di questi giorni in Italia, vogliamo<br />
incontrare soprattutto produttori di pasta,<br />
olio di oliva, conserve e prodotti da<br />
forno. Perché sono queste le referenze<br />
sempre più richieste dai consumatori<br />
cinesi”. E, proprio in merito al pubblico<br />
del Paese asiatico, il sentiment del purchasing<br />
controller è positivo: “I consumatori<br />
cinesi stanno cambiando molto.<br />
• 2004: anno di nascita<br />
• 28: numero di punti vendita<br />
• 1%: incidenza del fatturato Olè sul giro d’affari del China<br />
resources Vanguard Group che conta 4mila punti vendita<br />
Jenny Lou’s/Glory world<br />
Gloria Lu, general manager<br />
Anita P.M.<br />
Il loro reddito è in crescita, cercano nuovi<br />
prodotti alimentari, sono aperti alle<br />
culture e alle tradizioni straniere. Tra cui<br />
anche quella italiana”. Anita P.M. Ng<br />
mostra di essere molto netta anche in<br />
merito ai plus che un’azienda italiana, e<br />
le sue produzioni, devono vantare qualora<br />
fosse interessata ad intraprendere<br />
una relazione di business con l’insegna<br />
Olè: “La qualità del prodotto, il miglior<br />
prezzo e il sostegno in termini di promozione<br />
sono tre fattori fondamentali per la<br />
nostra società”.<br />
Glory world è la società fondata da Gloria Lu, nel 2011. Gloria Lu è figlia<br />
d’arte: suo padre, infatti, è il fondatore dell’insegna Jenny Lou’s. Che, almeno<br />
per il momento, è il principale cliente di Glory world, società che ha<br />
nell’importazione di prodotti alimentari il suo core business. “Attualmente, i<br />
punti vendita Jenny Lou’s sono tutti situati a Pechino. Un elemento contraddistingue<br />
questi supermercati: l’80% del loro assortimento è costituito da<br />
prodotti alimentari stranieri. I supermercati, infatti, sono situati in aree in cui<br />
la presenza di cittadini esteri è molto elevata”, spiega Gloria Lu. “In questa<br />
offerta un posto importante spetta all’alimentare italiano. Siamo orgogliosi<br />
di poter affermare che, nelle nostre superfici di vendita, sono disponibili<br />
molti dei marchi presenti nei più importanti supermercati italiani”. Anche<br />
per Jenny Lou’s, biscotti, cioccolato, ma anche vino, pasta, formaggi sono<br />
alcuni dei prodotti italiani più interessanti. La partnership tra Glory world<br />
e l’insegna distributiva nasce con un obiettivo preciso: “Indubbiamente,<br />
grazie alla nostra società siamo riusciti ad accorciare la filiera. E a ridurre i<br />
nostri costi. Inoltre, possiamo monitorare ancora meglio il livello qualitativo<br />
delle produzioni, intervenendo anche nella selezione delle aziende fornitrici.<br />
Il nostro obbiettivo, comunque, è incrementare il nostro parco clienti e<br />
raggiungere anche altre importanti aree del Paese. Attualmente, infatti, già<br />
vantiamo un efficace magazzino centrale che ci consente di consegnare<br />
la merce in tempi brevi”.<br />
• 10: i punti vendita, tutti situati a Pechino<br />
• 80%: quota dei prodotti esteri sull’assortimento complessivo<br />
37
38<br />
Novembre 20<strong>12</strong> L’EVENTO<br />
Salumi in villa:<br />
il format è vincente<br />
Grande successo per la manifestazione<br />
di Mogliano Veneto (TV). In mostra prodotti<br />
realizzati a “regola d’arte”.<br />
I salumi fanno bene. Basta che<br />
siano buoni e prodotti “a regola<br />
d’arte”. E’ lo slogan dell’associazione Guru<br />
del Gusto che, per il secondo anno, ha organizzato<br />
una kermesse di tre giorni nella<br />
suggestiva cornice di Villa Braida, a Mogliano<br />
Veneto (TV). Produttori artigianali, chef,<br />
gourmet e selezionatori hanno partecipato<br />
all’iniziativa, che ha offerto ai visitatori numerose<br />
opportunità: degustare e acquistare<br />
prodotti di alta qualità, partecipare a laboratori<br />
con produttori, ammirare le affettatrici<br />
storiche firmate Berkel.<br />
Abbiamo scambiato qualche osservazione<br />
con Alberto Marcomini, affinatore di formaggi<br />
e giornalista, uno degli organizzatori<br />
dell’evento.<br />
Quando è nata l’idea di Salumi in Villa?<br />
L’idea è molto semplice ed è nata quasi<br />
per scherzo. In questi anni, salumi e formaggi<br />
sono stati criminalizzati. Abbiamo dunque<br />
pensato a quest’iniziativa per promuovere il<br />
salame “che fa bene”, quello senza conservanti<br />
e additivi.<br />
L’affluenza è stata molto buona, ma i visitatori<br />
sono solo privati?<br />
No. Il terzo giorno ha visto la presenza<br />
quasi esclusiva di addetti ai lavori molto attenti,<br />
che hanno già avviato contatti operativi.<br />
Parlo di operatori della ristorazione e di<br />
negozi specializzati.<br />
Sul bollettino dell’evento leggo un suo<br />
apprezzamento del ministro Catania...<br />
E’ un agronomo, ed è il primo capo di<br />
gabinetto ad aver sostenuto l’idea di dar<br />
spazio ai giovani per rilanciare l’agricoltura.<br />
Alberto Marcomini<br />
E questo attraverso il recupero di territori<br />
cementificati da riconsegnare all’agricoltura.<br />
Ricordo che agricoltura e turismo, assieme<br />
all’arte, sono le ultime risorse a disposizione<br />
dell’Italia.<br />
Il suo giudizio rimane positivo anche riguardo<br />
l’articolo 62?<br />
Sono trent’anni che in Francia hanno una<br />
legge così. Ben venga. Anche se temo che,<br />
da buoni italiani, troveranno sempre un<br />
modo per non pagare.<br />
Salumi in Villa è giunto alla seconda edizione.<br />
Avremo anche la terza?<br />
Sì. Anche Formaggi in Villa viene confermata.<br />
Inoltre, abbiamo esportato questo<br />
format. Abbiamo organizzato due manifestazioni<br />
a San Pietroburgo e vorremo riproporla<br />
anche in altre piazze. L’estero ha<br />
sete di conoscenza e vuole sapere chi fa il<br />
salame. Senza imbrogliare.<br />
La presenza di Esseoquattro<br />
“Questa tre giorni è un vero punto di incontro<br />
delle eccellenze italiane”: questo il<br />
commento di Silvia Ortolani, direttore commerciale<br />
di Esseoquattro. Particolarmente<br />
orgogliosa nel vedere tutti gli espositori<br />
che hanno presentato i loro prodotti confezionati<br />
negli esclusivi imballaggi Scoprigusto<br />
e Salvafreschezza Ideabrill ideati per<br />
l’occasione (vedi foto).<br />
“Abbiamo riscontrato tantissima affluenza,<br />
soprattutto veneta, durante questa tre<br />
giorni. I produttori presenti, in gran parte<br />
salumifici artigianali, hanno apprezzato<br />
l’opportunità di utilizzare Ideabrill, e hanno<br />
compreso la sua utilità sia nel banco<br />
assistito che nel libero servizio. A nostro<br />
avviso, il packaging firmato Esseoquattro<br />
non deve essere considerato un costo,<br />
ma un valore aggiunto al prodotto che<br />
contiene. Per presentarlo, per comunicare<br />
l’azienda, per rispettare il concetto di ecocompatibilità”.<br />
Da qualche tempo, la linea Ideabrill si è<br />
arricchita del nuovo Scoprigusto, un sacchetto<br />
caratterizzato da una banda trasparente<br />
che mostra il contenuto. Ideale per<br />
i formaggi al libero servizio, in quanto<br />
riduce drasticamente lo spazio occupato<br />
in tutta la filiera e facilita il riutilizzo del<br />
prodotto a casa per il consumatore. Non<br />
solo, si può impiegare anche per dare un<br />
valore aggiunto ai prodotti (come i salumi),<br />
confezionati sottovuoto. Commenta Silvia<br />
Ortolani: “Il rischio del sottovuoto, a livello<br />
di pack, è quello di dare un’immagine<br />
industriale non adatta a quei prodotti che<br />
fanno dell’artigianalità un tratto distintivo.<br />
Ecco allora che presentare il sottovuoto<br />
inserito in uno Scoprigusto che mette in<br />
risalto il contenuto diventa una scelta intel-<br />
DIRE. FARE. MANGIARE.<br />
ALIMENTANDO<br />
IL QUOTIDIANO DEL SETTORE ALIMENTARE<br />
www.<strong>alimentando</strong>.<strong>info</strong><br />
ligente. Inoltre, questo sacchetto si presenta<br />
al consumatore come il mezzo ideale<br />
per conservare il prodotto dopo l’apertura<br />
del sottovuoto. Per non parlare dell’ormai<br />
consolidata possibilità di comunicare attraverso<br />
un pack che rimane per giorni nei<br />
frigoriferi dei consumatori”.<br />
L’evento di Mogliano Veneto è stata l’opportunità<br />
anche per far conoscere ai<br />
produttori locali il distributore di zona,<br />
Dalla Giustina. Marco Dalla Giustina<br />
così commenta l’iniziativa: “Il bilancio di<br />
quest’evento è per noi positivo. L’affluenza<br />
è stata superiore alle aspettative, soprattutto<br />
la domenica nonostante la pioggia. Abbiamo<br />
avuto parecchi contatti di produttori<br />
locali. E’ soltanto da giugno che collaboro<br />
con SO4 e devo ammettere che i suoi<br />
prodotti mi hanno dato una marcia in più:<br />
sono innovativi e attraggono l’attenzione<br />
dei nostri interlocutori. Inoltre, da un punto<br />
di vista commerciale, hanno un ulteriore<br />
vantaggio: il brevetto”<br />
NEW
PRIMO PIANO<br />
“Banco Alimentare:<br />
aiutateci ad aiutare”<br />
E’ l’invito rivolto ad aziende<br />
e distribuzione. In vista<br />
della Giornata nazionale<br />
della colletta alimentare.<br />
Grazie al loro sostegno,<br />
la Fondazione,<br />
ogni anno, può supportare,<br />
indirettamente, 1.700.000<br />
persone indigenti.<br />
Le eccedenze<br />
recuperate nel 2011,<br />
fonte per fonte<br />
(tonnellate)<br />
41.070<br />
AGEA<br />
10.020<br />
INDUSTRIE AGROALIMENTARI<br />
3.940<br />
ORTOFRUTTA<br />
3.000<br />
GDO<br />
360<br />
RISTORAZIONE ORGANIZZATA<br />
TOTALE<br />
58.390<br />
Volontari al lavoro per la Giornata nazionale della colletta alimentare<br />
“Aiutare chi aiuta. E’ questo il<br />
nostro motto”, esordisce così<br />
Gianluigi Valerin, presidente<br />
dell’Associazione Banco Alimentare<br />
Lombardia. E precisa: “La mission<br />
della Fondazione Banco Alimentare onlus è<br />
semplicissima: raccogliere le eccedenze alimentari<br />
di aziende e supermercati, per distribuirle<br />
a chi ne ha bisogno. In sintesi, non<br />
ci sostituiamo alle realtà caritative presenti<br />
sul territorio. Ma le aiutiamo a svolgere la<br />
loro attività”. E i numeri mostrano che non<br />
sono poche le realtà caritative e le associazioni<br />
che, in questi anni, grazie anche all’impegno<br />
di una onlus come il Banco Alimentare,<br />
hanno potuto continuare ad assistere<br />
chi, in Italia, vive in condizioni di povertà.<br />
“Nel 2011 la fondazione Banco Alimentare<br />
ha raccolto ben 58.390 tonnellate di prodotto,<br />
distribuite a 8.673 strutture caritative.<br />
Che, a loro volta, hanno consegnato<br />
questi prodotti a 1.700.000 persone bisognose.<br />
Risultati possibili grazie al coinvolgimento<br />
di ben 1.500 volontari, a cui si devono<br />
affiancare le 118 persone che lavorano<br />
per la Fondazione Banco Alimentare”. Sul<br />
fronte dei quantitativi raccolti, vale la pena<br />
ricordare che, lo scorso anno, ben 9.600<br />
tonnellate di prodotti alimentari sono stati<br />
il frutto della Giornata nazionale della<br />
colletta alimentare. Che, quest’anno, va in<br />
scena il prossimo 24 novembre. E, anche<br />
per questo evento, si è davanti a numeri<br />
‘mozzafiato’: 9mila punti vendita coinvolti, 5<br />
milioni di italiani che hanno destinato parte<br />
della loro spesa all’iniziativa, <strong>12</strong>0mila volon-<br />
tari impegnati. Numeri significativi, soprattutto<br />
se si considera il contesto economico<br />
nazionale. “Solo in Lombardia il numero di<br />
persone bisognose, nel 2011, ha raggiunto<br />
le 200mila unità. Lo scorso anno, in questa<br />
regione, sono state raccolte dall’Associazione<br />
Banco Alimentare <strong>12</strong>mila tonnellate<br />
di generi alimentari, distribuite a 1.300<br />
strutture caritative”.<br />
E’ evidente che, oltre alla Giornata nazionale<br />
della colletta alimentare, l’opera del<br />
Banco Alimentare, a livello nazionale, può<br />
proseguire grazie anche al coinvolgimento<br />
di aziende del comparto agroalimentare,<br />
della Grande distribuzione organizzata e<br />
della ristorazione. “Un contributo importante<br />
proviene dall’Agea, l’Agenzia per le<br />
erogazioni in agricoltura. Si parla, infatti, di<br />
oltre 41mila tonnellate. A questo ente si<br />
affiancano aziende e distribuzione da cui riceviamo<br />
un’ampia varietà di alimentari: dal<br />
prodotto confezionato, come pasta, biscotti,<br />
scatolame, conserve, a quello fresco. Nel<br />
2011, ad esempio, abbiamo raccolto poco<br />
meno di 4mila tonnellate di ortofrutta. La<br />
nostra struttura, infatti, ci consente di conservare<br />
in modo ottimale anche referenze<br />
di questo genere, grazie alla presenza di<br />
celle frigorifere e di attrezzature adeguate<br />
per lo spostamento di queste merceologie.<br />
Non manca poi la formazione rivolta ai volontari<br />
delle varie strutture caritative che<br />
serviamo, per far si che il ritiro dei prodotti<br />
dai punti vendita, piuttosto che dalle aziende,<br />
avvenga in modo adeguato, così da<br />
mantenerne inalterata la qualità. E’ grazie<br />
A destra: Gianluigi Valerin,<br />
presidente del Banco Alimentare<br />
lombardo<br />
ORGANIZZAZIONI (LOCALI) BANCO ALIMENTARE<br />
DIPENDENTI E COLLABORATORI<br />
Novembre 20<strong>12</strong><br />
a questi accorgimenti, che oggi riusciamo<br />
a garantire alle strutture caritative che serviamo<br />
e, di conseguenza, alle persone bisognose,<br />
un’offerta che sia adeguata anche<br />
dal punto di vista nutrizionale. Non solo.<br />
Grazie alla collaborazione con la ristorazione,<br />
nel 2011 a Milano sono state raccolte<br />
un milione e 300mila porzioni che sono<br />
state inviate alle mense di solidarietà”. Sul<br />
fronte delle industrie dell’agroalimentare e<br />
della Grande distribuzione organizzata, nel<br />
2011 il coinvolgimento delle prime ha donato<br />
ben 10.020 tonnellate di eccedenze.<br />
Mentre le 15 catene della Gdo, con le quali<br />
la Fondazione Banco Alimentare collabora,<br />
hanno invece, donato 3mila tonnellate di<br />
prodotto. Nonostante questi risultati, però,<br />
c’è ancora spazio per nuove realtà della distribuzione<br />
e della produzione. “Le formule<br />
di collaborazione sono molteplici. Nell’ambito<br />
della responsabilità sociale di impresa<br />
esistono diverse modalità per poter<br />
contribuire all’opera svolta dalla rete Banco<br />
Alimentare: in alcuni casi, ad esempio,<br />
sono state organizzate delle vere e proprie<br />
giornate di solidarietà che hanno portato<br />
nei nostri magazzini i dipendenti di alcune<br />
aziende. Si possono realizzare attività di comarketing<br />
e, soprattutto, si possono offrire<br />
le eccedenze alimentari: grazie alla nostra<br />
struttura siamo in grado di ritirare direttamente<br />
la merce dai magazzini dell’azienda<br />
piuttosto che dalla piattaforma dell’insegna<br />
distributiva”.<br />
Nunzia Capriglione<br />
La rete sul territorio<br />
21<br />
VOLONTARI 1.500<br />
118<br />
STRUTTURE BENEFICIARIE 8.673<br />
PERSONE BISOGNOSE ASSISTITE (ATTRAVERSO LE STRUTTURE BENEFICIARIE) 1.700.000<br />
39
40<br />
Novembre 20<strong>12</strong><br />
Prosciutto cotto superbo - Bonazza<br />
Breve descrizione prodotto<br />
Coscia di suino disossata e rifilata, salata in salamoia,<br />
massaggiata, cotta a vapore, confezionata<br />
e pastorizzata.<br />
Ingredienti<br />
Coscia di suino (78%), acqua, sale, destrosio,<br />
proteine del latte, lattosio, aromi. Addensanti:<br />
E1420, E407. Antiossidante: E301. Conservante:<br />
E250.<br />
Peso medio/pezzature<br />
9 Kg circa.<br />
Caratteristiche<br />
Dal caratteristico colore rosa, il prosciutto ha<br />
un gradevole profumo ed è caratterizzato da<br />
un sapore fragrante.<br />
Confezionamento<br />
Confezionato in sacco litografato. Mantenere<br />
a 2/4°C.<br />
Tempi di scadenza<br />
90 gg dalla data di consegna.<br />
I Salamillos<br />
www.terreducali.it<br />
Breve descrizione prodotto<br />
Questi nuovi piccoli salami sono ottenuti con<br />
carne di culatello, molto pregiata e magra. Ideali<br />
per gli aperitivi vengono proposti in quattro versioni,<br />
ciascuna con una particolare e inconfondibile<br />
caratteristica: il ‘classico’ dal sapore dolce e<br />
delicato, ‘al parmigiano reggiano Dop’ dal gusto<br />
ricco, ‘alle olive’ dall’aroma invitante e insolito, ‘al<br />
peperoncino’ dal sapore deciso e stuzzicante.<br />
Nell’ambito della recente fiera Sial di Parigi, i<br />
Salamillos sono stati premiati con il ‘Sial innovation’:<br />
riconoscimento che premia i prodotti che<br />
si sono distinti per il carattere innovativo e il beneficio<br />
apportato al consumatore.<br />
Ingredienti<br />
Carne di suino italiano, sale, spezie, aromi naturali.<br />
Zuccheri: destrosio, saccarosio. Antiossidante:<br />
ascorbato di sodio. Conservanti: nitrato di potassio,<br />
nitrito di sodio. Senza glutine. Inoltre, la<br />
versione alle olive contiene olive sbriciolate; la<br />
versione al peperoncino contiene peperoncino<br />
piccante sbriciolato; la versione al parmigiano<br />
reggiano contiene il 10% minimo di scaglie di<br />
parmigiano reggiano Dop (latte, sale, caglio).<br />
Peso medio/pezzature<br />
Peso fisso 100 g.<br />
Caratteristiche<br />
Abbinati ai tipici taralli e accompagnati da un bicchiere<br />
rock di spritz sono ideali per un happy<br />
hour tra amici.<br />
Confezionamento<br />
Busta in atmosfera protetta.<br />
Tempi di scadenza<br />
30 gg.<br />
Salame Milano<br />
www.salumificiobrugnolo.it<br />
Breve descrizione prodotto<br />
Il salame Milano si ottiene da carni suine selezionate<br />
e macinate “a grana di riso”, una particolarità<br />
che lo distingue da tutte le altre produzioni<br />
nazionali. L’impasto è insaporito con<br />
sale e alcuni aromi per esaltare il sapore dolce<br />
e delicato della carne stagionata. E’ disponibile<br />
in diverse pezzature da 2,5 Kg e 1,5 Kg in cui<br />
il diametro della fetta risulta pari a 10 cm circa<br />
nel primo e pari a 7 cm nel secondo caso.<br />
Ingredienti<br />
Carne di suino, sale, destrosio, aromi, spezie.<br />
Antiossidante: E301. Conservante: E250 -<br />
E252. Non contiene glutine né derivati del<br />
latte. No Ogm.<br />
Peso medio/pezzature<br />
0,750 Kg; 1,50 Kg, 3,00 Kg.<br />
Caratteristiche<br />
Disponibile nel formato gigante e medio.<br />
Confezionamento<br />
5 – 10 – 16 – 32 pezzi per cartone.<br />
Tempi di scadenza<br />
Da 90 a 180 gg.<br />
Salsiccia cotta ‘Scarlino in tavola’<br />
www.scarlino.it<br />
Breve descrizione prodotto<br />
La salsiccia cotta ‘Scarlino in tavola’ – subito pronta<br />
in tre minuti – è un prodotto senza pelle che<br />
trova nella velocità e nella facilità di preparazione<br />
i suoi punti di forza, e lo fanno risultare adatto sia<br />
a un consumo familiare che per il mondo Horeca.<br />
A differenza della salsiccia fresca, non rilascia<br />
grassi o acqua in fase di preparazione, per cui<br />
mantiene il peso effettivo fino al momento del<br />
suo consumo. Particolarmente alto è il livello<br />
qualitativo della ricetta, di puro suino, sia nel gusto<br />
classico, sia in quello piccante, senza glutine<br />
(con spiga barrata), senza derivati del latte e senza<br />
polifosfati aggiunti.<br />
Ingredienti<br />
Salsiccia cotta dolce: carni di suino 82%, acqua,<br />
sale, destrosio, saccarosio, aromi, spezie. Stabilizzanti:<br />
E450, E451. Antiossidante: ascorbato di<br />
sodio. Conservante: nitrito di sodio.<br />
Salsiccia cotta piccante: carni di suino 82%, acqua,<br />
sale, destrosio, saccarosio, paprika, aromi, spezie.<br />
Stabilizzanti: E450, E451. Antiossidante: ascorbato<br />
di sodio. Conservante: nitrito di sodio.<br />
Peso medio/pezzature<br />
Cinque pezzi 200 g per entrambi i gusti. Tre pezzi<br />
250 g per entrambi i gusti.<br />
Confezionamento<br />
Cartone espositore da 16 confezioni per entrambe<br />
le pezzature.<br />
Tempi di scadenza<br />
Tmc 90 gg.<br />
Affettati – Linea classica<br />
www.felinese.it<br />
Breve descrizione prodotto<br />
La Linea classica rappresenta la migliore salumeria<br />
italiana affettata e confezionata in<br />
vaschetta a peso fisso. L’assortimento è completo:<br />
comprende referenze stagionate e cotte<br />
e prodotti Igp. La disposizione ‘mossa’ delle<br />
fette assicura un’elevata percezione qualitativa<br />
del prodotto. Il formato, la varietà e la ridotta<br />
battuta di cassa favoriscono acquisti multipli e<br />
ripetuti. Sono questi i fattori vincenti per una<br />
linea dall’elevata rotazione a scaffale.<br />
Peso medio/pezzature<br />
50/70/80 g.<br />
Caratteristiche<br />
I prodotti della linea sono senza glutine, senza<br />
lattosio, senza proteine del latte. Si distinguono,<br />
inoltre, per l’assenza di Ogm e loro derivati.<br />
Confezionamento<br />
Vaschette termoformate in atmosfera protettiva.<br />
Tempi di scadenza<br />
60 gg (per i prodotti stagionati); 30 gg (per i<br />
prodotti cotti).<br />
Mortadella Due torri ‘Storica’<br />
www. alcisa.com<br />
Breve descrizione prodotto<br />
L’idea, che Alcisa ha fatto propria, nasce intorno<br />
al 1300 a Bologna quando si raccontava che i<br />
“frates gaudentes” nel convento dell’osservanza<br />
producessero, per importanti committenti, una<br />
mortadella insuperabile per profumo e appetitosità.<br />
Il segreto stava nell’avvolgere la mortadella,<br />
prima della cottura, in un sacco di tela iuta che<br />
contribuiva a intrappolare il gusto e le fragranze<br />
che si sprigionavano intatte al suo consumo. Alcisa<br />
ha riscoperto questo sistema rielaborandolo<br />
in funzione della propria pluriennale esperienza,<br />
ottenendo una mortadella dalle caratteristiche<br />
insuperabili. I ripetuti test effettuati hanno confermato<br />
le aspettative, e ora Alcisa è pronta a offrire<br />
alla clientela e ai consumatori una mortadella<br />
d’eccellenza, unica nel mercato per armonia di<br />
gusto e qualità. ‘Storica’, è la prima e unica mortadella<br />
cotta in tela iuta e prodotta con l’uso esclusivo<br />
di spalla sgrassata e guanciale provenienti da<br />
suini italiani. La ricetta Gold Quality non prevede<br />
l’impiego di: polifosfati, glutammato, proteine del<br />
latte, trippini, zucchero e lattosio. Il prodotto è<br />
presente nel prontuario dell’Associazione italiana<br />
celiachia.<br />
Ingredienti<br />
Carne di suino nazionale, sale, spezie. Antiossidante:<br />
ascorbato di sodio. Conservante: sodio<br />
nitrito.<br />
Peso medio/pezzature<br />
13\5 Kg.<br />
Caratteristiche<br />
‘Storica’ è una mortadella a basso contenuto di<br />
grassi, leggera, e dall’aspetto inconfondibile, cotta<br />
nel sacco di tela juta. E’ la sola mortadella che si<br />
differenzia per profumo, fragranza e morbidezza:<br />
caratteristiche che la rendono unica e ineguagliabile.<br />
Confezionamento<br />
Sottovuoto in cartone singolo.<br />
Tempi di scadenza<br />
90 gg.<br />
SCHEDE PRODOTTO<br />
Il Praga con osso - Linea Salsamentaria<br />
Olvino Morgante - www.morgante.it<br />
Breve descrizione prodotto<br />
‘Il Praga con osso’ Morgante è un prosciutto<br />
cotto di Alta qualità ottenuto da cosce fresche<br />
nazionali, le stesse selezionate per le produzioni<br />
Dop; è aromatizzato con la speciale bollita<br />
“di famiglia” che gli conferisce il caratteristico<br />
aroma tipo Praga. Specialità tipica, prelibata e<br />
gustosa, è ulteriormente caratterizzata dalla<br />
cottura della coscia fresca con osso e dall’affumicatura<br />
con legno di faggio. ‘Il Praga con osso’<br />
diventa delizioso se gustato nel taglio a mano<br />
sulla morsa Morgante.<br />
Ingredienti<br />
Il prosciutto cotto Alta qualità ‘Il Praga con<br />
osso’ è ricavato da carni fresche provenienti<br />
da suini nati e allevati e macellati in Italia e<br />
alimentati secondo i disciplinari di produzione<br />
del prosciutto Dop. È aromatizzato con la<br />
tipica ricetta e affumicato naturalmente con<br />
legno di faggio.<br />
Peso medio/pezzature<br />
Peso medio 11-<strong>12</strong> Kg.<br />
Caratteristiche<br />
Il prosciutto cotto Alta qualità ‘Il Praga con<br />
osso’ è buono per tutti: privo di Ogm, polifosfati<br />
aggiunti, derivati del latte e senza glutine,<br />
ha un gusto tipicamente affumicato, naturalmente<br />
appetitoso, sano e genuino.<br />
Tempi di scadenza<br />
Quattro mesi dalla data di confezionamento.<br />
Diavoletto del Trentino salsiccia piccante<br />
stagionata - www.salumificiovalrendena.it<br />
Breve descrizione prodotto<br />
Una piacevole novità che stuzzica il palato, il<br />
nostro ‘Diavoletto del Trentino’ è una salsiccia<br />
piccante stagionata con un leggero retrogusto<br />
affumicato che lo rende unico. Il connubio di<br />
piccante e leggera affumicatura rendono questa<br />
salsiccia stagionata gustosa e gradevole. Ottimo<br />
da abbinare alle pizze, perché anche se cotto<br />
non si secca e non si arriccia, per antipasti o un<br />
panino sfizioso.<br />
Ingredienti<br />
Carne di suino pesante italiano, sale, destrosio,<br />
saccarosio, spezie, aromi naturali. Antiossidante<br />
E300. Conservante E252.<br />
Temperatura di conservazione<br />
Non superiore a 7°C se sottovuoto. Ambiente<br />
se sfuso.<br />
Caratteristiche<br />
Prodotto con sola carne di puro suino italiano.<br />
Macinatura media. Magro. Senza glutine e senza<br />
lattosio. Pesa circa 250 g al pezzo, si presenta con<br />
un colore rosso paprika per la parte magra e<br />
bianco/rosato per la parte grassa.<br />
Confezionamento<br />
A file da tre pezzi, sfuso. Singolo sottovuoto. In<br />
confezione da cinque pezzi sottovuoto.<br />
Tempi di scadenza<br />
20 gg dalla data del confezionamento sottovuoto.<br />
Non ha scadenza se sfuso.
Pallina di prosciutto cotto 150 g<br />
www.fioruccifood.it<br />
Breve descrizione prodotto<br />
Prosciutto cotto in formato mini.<br />
Ingredienti<br />
Carne di suino (72%), acqua, sale, amidi, aromi,<br />
zucchero, destrosio. Stabilizzante: E407. Antiossidante:<br />
E301. Conservante: E250.<br />
Peso medio/pezzature<br />
150 g.<br />
Caratteristiche<br />
Senza glutine, assenza di latte, lattosio e caseinati.<br />
Assenza di glutammato e fosfati aggiunti.<br />
Confezionamento<br />
Budello stampato.<br />
Tempi di scadenza<br />
63 gg.<br />
Capocollo piccante Sus<br />
www.silaesila.it<br />
Breve descrizione prodotto<br />
Il prodotto si ottiene dal taglio anatomico del<br />
segmento cervicale della c.v che comprende<br />
i muscoli superficiali e profondi del collo. Avvolto<br />
in membrana parietale suino e legato<br />
in senso avvolgente rigorosamente a mano e<br />
con spago naturale, viene salato insieme agli<br />
additivi nel pieno rispetto degli standard qualitativi<br />
gastronomici che caratterizzano da oltre<br />
un secolo la produzione falcone. Il prodotto è<br />
realizzato in totale assenza di glutine, derivati<br />
del latte e con aromi naturali.<br />
Ingredienti<br />
Carne di suino nero, sale, pepe e peperoncino<br />
piccante coltivato lungo le sponde del fiume<br />
neto.<br />
Peso medio/pezzature<br />
Da 1,4 Kg max a 1,8 Kg.<br />
Caratteristiche<br />
Al taglio si presenta dal colore rosa e dal profumo<br />
e gusto dolce e delicato che ben si accompagna<br />
con un buon vino ciro’ rosso.<br />
Confezionamento<br />
S/v singolo e s/v trancio.<br />
Tempi di scadenza<br />
180 gg.<br />
Fiaschetta aquilana<br />
www.salumificiopeppone.it<br />
Breve descrizione prodotto<br />
Tipico salame dalla particolare forma di fiasco<br />
schiacciato prodotto con carne selezionata di<br />
prosciutto a grana fine dal gusto ben definito<br />
leggermente affumicato.<br />
Ingredienti<br />
Carne di suino, sale, latte in polvere, destrosio,<br />
pepe, aromi naturali. Antiossidante: E300. Conservanti:<br />
E252, E250. Può contenere tracce di<br />
so2. Non contiene glutine.<br />
Peso medio/pezzature<br />
Circa 500 g.<br />
Caratteristiche<br />
Tabella nutrizionale (100 g prodotto) - Valore<br />
Energetico kcal/kj: 371/1554; grasso libero:<br />
26,4; ceneri: 6,04; proteine: 32,16; umidità: 32,6;<br />
carboidrati: 1,3.<br />
Confezionamento<br />
Sfuso, sottovuoto, microforato.<br />
Tempi di scadenza<br />
Tmc: prodotto sfuso <strong>12</strong> mesi, prodotto confezionato<br />
sei mesi.<br />
Novembre 20<strong>12</strong><br />
Prosciutto cotto Naturì<br />
www.golfera.it<br />
Breve descrizione prodotto<br />
Prosciutto cotto senza geretto, prodotto con<br />
cosce di suino estere di grossa pezzatura,<br />
aromatizzato con erbe aromatiche e spezie<br />
naturali.<br />
Ingredienti<br />
Coscia di suino, sale, aromi naturali. Antiossidante:<br />
E300.<br />
Peso medio/pezzature<br />
7,5 / 8,5 Kg.<br />
Caratteristiche<br />
Il prosciutto cotto alta qualità Naturì si presenta<br />
con la classica forma a bauletto che consente<br />
una migliore resa al taglio. E’ prodotto:<br />
senza nitriti aggiunti, senza polifosfati aggiunti,<br />
senza zuccheri aggiunti, senza lattosio. Il prosciutto<br />
cotto alta qualità Naturì è certificato<br />
dal marchio Spiga barrata dell’Aic per l’assenza<br />
di glutine.<br />
Confezionamento<br />
Sottovuoto in sacchi di alluminio.<br />
Tempi di scadenza<br />
<strong>12</strong>0 gg dalla data di confezionamento.<br />
41
42<br />
Novembre 20<strong>12</strong><br />
ARMANNI CARRELLI ELEVATORI<br />
www.armanni.com<br />
Nome del prodotto:<br />
Delta Sl Cp inox girafusti<br />
Descrizione e punti di forza del prodotto<br />
Armanni carrelli elevatori offre una completa gamma di carrelli elevatori e transpallet integralmente<br />
realizzati in acciaio inox per la movimentazione in settori particolari come quello alimentare,<br />
spesso caratterizzato dalla presenza di acqua e soluzioni saline. Punto di forza dell’azienda è la<br />
produzione di carrelli speciali per risolvere ogni problematica di movimentazione merce come il<br />
rovesciamento di bidoni e altri contenitori alimentari con una struttura base contrappesata priva di<br />
gambe e ingombri anteriori; il tutto comandato da semplici e veloci comandi idraulici.<br />
Tipologia salumi a cui è destinata:<br />
Carrelli elevatori progettati e realizzati per tutti gli ambienti del settore alimentare<br />
Specifiche tecniche (peso, dimensioni):<br />
Portata: fino a 300 Kg; elevazione: fino a 3.500 mm; struttura e componenti: interamente in acciaio<br />
inox – timone in Abs; impianto: elettronico 24v posizionato in cassetta chiusa. Batterie: 24v<br />
240/270Ah con cassone in polietilene. Optional: pinza idraulica con rotazione laterale.<br />
GHIZZONI<br />
www.lazzariequipment.com<br />
Nome del prodotto:<br />
Sistema di asciugamento rapido - autoclave sottovuoto.<br />
Descrizione e punti di forza del prodotto:<br />
E’ un sistema brevettato per la prima asciugatura dei salumi (siano essi salami oppure singoli muscoli,<br />
come ad esempio le bresaole) che provoca l’evaporazione dell’acqua dal prodotto in modo uniforme,<br />
dal cuore all’esterno, assolutamente senza strani trattamenti o coadiuvanti chimici. E’ semplicemente<br />
un principio fisico, già sperimentato in laboratorio, che fa risparmiare tempo, energia e spazio.<br />
Il vantaggio principale, oltre all’accorciamento dei tempi di trattamento, consiste nella capacità di<br />
uniformare la percentuale di umidità consentendo così di eliminare il problema della corona esterna<br />
o ‘crosta’ più asciutta e di conseguenza guadagnare qualche punto di resa in più. Il principio si basa<br />
sulla possibilità di provocare l’evaporazione dell’acqua a bassa temperatura sottraendola al prodotto.<br />
Tipologia salumi a cui è destinata:<br />
Tutti i salumi da stagionare.<br />
Specifiche tecniche<br />
L’impianto viene costruito su misura, in base alle esigenze del cliente.<br />
NB:<br />
Il prodotto è costruito su misura. Per questo motivo, ogni impianto può vantare un’estetica diversa.<br />
MINERVA OMEGA GROUP<br />
www.laminerva.it<br />
Nome del prodotto:<br />
Insaccatrici idrauliche verticali Vins/22 - Vins/32 - Vins/45<br />
Descrizione e punti di forza del prodotto:<br />
Le insaccatrici idrauliche verticali in acciaio inox proposte da<br />
Minerva Omega group sono potenti, robuste e compatte,<br />
user friendly ed ergonomiche, facili da pulire. Sono adatte per<br />
essere utilizzate in macellerie, laboratori di carni, salumifici e<br />
supermercati.<br />
Specifiche tecniche:<br />
Carrozzeria e coperchio in acciaio inox AISI 304. Pistone inox.<br />
Cilindro rimovibile in acciaio inox lucidato. Montata su quattro<br />
ruote. Velocità di uscita regolabile. Avviamento e stop automatici<br />
con comando al ginocchio. Veloce rientro pistone. Tre<br />
imbuti inox: ø 14, 20 e 30 mm. Parti elettriche in scatola stagna<br />
IP56. Macchine conformi alle norme ‘in materia di igiene<br />
e di sicurezza’.<br />
Modello Vins/22 – Capacità: 22 litri, 19 Kg; motore trifase 0,5 kW; motore monofase 0,37 kW; peso<br />
netto 115 Kg.<br />
Modello Vins/32 – Capacità: 32 litri, 27 Kg; motore trifase 0,5 kW; motore monofase 0,37 kW; peso<br />
netto <strong>12</strong>5 Kg.<br />
Modello Vins/45 – Capacità: 45 litri, 38 Kg; motore trifase 0,5 kW; peso netto 137 Kg.<br />
FAVA GIORGIO AXEL<br />
www.favagiorgioaxel.net<br />
Nome del prodotto:<br />
Impianto per l’applicazione di farine alimentari sulla superficie<br />
dei salumi<br />
Descrizione e punti di forza del prodotto:<br />
L’applicazione di farine e polveri in genere ha lo scopo<br />
di conferire al salume trattato un aspetto seducente, pur<br />
nel rispetto della tradizione. Il processo permette l’uniforme<br />
trattamento della superficie, una notevole omogeneità di produzione e una stabilizzazione<br />
ponderale del prodotto, effetto quest’ultimo ottimizzabile con abbinamento ad altri trattamenti<br />
superficiali e di confezionamento. Gli impianti, progettati e realizzati secondo le specifiche esigenze,<br />
consentono risparmio di mano d’opera e garantiscono l’assenza di ogni inquinamento. Le particolari<br />
tecnologie costruttive consentono inoltre di operare nella massima sicurezza. La piumatura che<br />
si ottiene permette di avere risultati eccellenti con salumi sia lavati che spazzolati, così come per<br />
prodotti nei quali si voglia migliorare la regolarità di aspetto dovuta all’uso di colture starter o muffe<br />
bianche. Il processo è particolarmente efficace nel caso di prodotti destinati al confezionamento<br />
in trasparente.<br />
KRUPPS<br />
www.krupps.it<br />
Nome del prodotto:<br />
Lavaoggetti Elitech EL95<br />
Descrizione e punti di forza del prodotto:<br />
Con il pratico cesto inox 60x67 cm, la lavaoggetti Elitech EL95 può<br />
lavare piatti (n°26 - diam. 32 cm), stoviglie, coltelli e tutte le pentole<br />
con altezza max 42 cm. Inoltre, grazie allo speciale inserto<br />
porta teglie da cinque posti, può lavare e sanificare teglie GN 1/1,<br />
teglie 60x40, vassoi e cassette pizza nel rispetto delle norme igienicosanitarie<br />
vigenti. Le lavastoviglie della linea Elitech sono in grado di garantire<br />
una perfetta sanificazione/igienizzazione di stoviglie, coltelli, teglie e<br />
vassoi, grazie all’innovativo sistema di risciacquo Acquatech System che assicura un risciacquo a<br />
pressione costante di 2,5 atmosfere e temperatura costante di 85°C, garantendo ugualmente un<br />
effettivo risparmio di tempo, acqua, energia e detergenti. La lavaoggetti Elitech EL95 lava e igienizza<br />
teglie, vassoi, pentole, cassette, stoviglie e coltelli per macellerie e salumifici.<br />
Specifiche tecniche:<br />
Dimensioni (LxPxH): 69,5x79x111,5cm. Cesto: 60x67cm. H max pentola: 42cm. Potenza pompa:<br />
2,2kW / 3,0Hp. Potenza totale: 11,2kW / 16°. Tensione alimentazione standard: 400V3N+T - 50Hz.<br />
MEAT INNOVATION<br />
www.meatinnovation.it<br />
Nome del prodotto:<br />
Zangola GR-00100<br />
Descrizione e punti di forza del prodotto:<br />
La macchina ha la capacità di 100 litri, (circa cinque<br />
prosciutti), e lavora sottovuoto. Il bidone è movibile, è<br />
programmabile, con la possibilità di personalizzare i programmi<br />
(lavoro, pausa, vuoto, ecc.), il display è touchscreen<br />
tipo i-Phone. La macchina massaggia la carne<br />
sottovuoto, per facilitare l’assorbimento della salina in<br />
brevissimo tempo, inoltre, è utilizzabile anche per intenerire<br />
la carne, tra cui bistecche, braciole, tagliate. Con<br />
questo sistema non ci sarà mai più carne dura.<br />
Tipologia salumi a cui è destinata:<br />
Qualsiasi.<br />
Specifiche tecniche:<br />
Motoriduttore: da kw 0,75 = 1 hp. Pompa del vuoto mc/h 25 hp 1 kw 0,75. Misure: lunghezza 950<br />
mm, larghezza 600 mm, altezza 900 mm. Giri del cilindro: 14 al minuto. Peso a vuoto: 135 Kg. Inoltre,<br />
la macchina vanta un sistema particolare che separa l’umidità che aspira e si scarica facilmente<br />
tramite rubinetto. Lo sgancio che fa alzare il contenitore di circa 30° migliora il lavoro e serve a<br />
vedere tutti i livelli dell’olio. Si può fornire anche con ruote per uno spostamento più semplice. La<br />
scocca è micropallinata per facilitarne la pulizia.
ATTREZZATURE & TECNOLOGIE<br />
INOX MECCANICA<br />
www.inoxmeccanica.it<br />
Nome del prodotto:<br />
Inteneritore (acceleratore per stagionati) Tender<br />
Xp<br />
Descrizione e punti di forza del prodotto:<br />
Tender Xp - inteneritore speciale a ‘grandi coltelli’<br />
ha il pregio di incidere, in modo regolare, alternato<br />
e deciso, le fibre muscolari del prosciutto. Questo<br />
tipo di taglio permette di creare le migliori condizioni<br />
per: garantire succosità anche in carni addizionate<br />
a salamoie leggere, mantenere una perfetta<br />
anatomia muscolare e ottenere un’ottima distribuzione<br />
della salamoia. L’inteneritore esegue un intenerimento<br />
‘passante’ per prodotti senza cotenna o<br />
per porzioni di muscolo, e un intenerimento ‘non<br />
passante’ per prodotti anatomici a disosso aperto<br />
o chiuso con grasso e/o cotenna. Per alcune tipologie<br />
di prodotto, questo particolare tipo di intenerimento,<br />
permette di evitare la fase di siringatura<br />
della carne.<br />
Tender Xp - inteneritore speciale a ‘coltelli piccoli’<br />
esegue un intenerimento ‘passante’ e ha il pregio di<br />
incidere in modo preciso e regolare le fibre muscolari<br />
della carne. In particolar modo questo tipo di taglio nella bresaola o negli stagionati in<br />
generale permette di creare le migliori condizioni per una penetrazione più veloce del sale e dei<br />
conservanti; un assorbimento più veloce del fermento, nel caso sia necessario adeguare il valore di<br />
pH per una corretta salagione.<br />
Specifiche tecniche:<br />
Robusta struttura in acciaio inox aisi 304, su piedi regolabili a vite. Scocca inferiore in lamiera inox,<br />
con sportelli per la manutenzione a tenuta. La parte superiore è composta da una struttura in<br />
lamiera inox a protezione della testa di intenerimento con porte laterali di ispezione. Tutti i materiali<br />
plastici utilizzati sono approvati per uso alimentare. Funzionamento meccanico della testata<br />
di intenerimento e del piano di trasporto comandato da inverter, asservimento pneumatico per<br />
la modifica della corsa e per la regolazione della pressione di taglio. Avanzamento prodotto tramite<br />
speciale trasportatore in acciaio inox ‘a passo pellegrino’, il sistema di trasporto e la testa di<br />
intenerimento sono sincronizzati meccanicamente per garantire la massima precisione. La testata<br />
di intenerimento è dotata di 414 coltelli facilmente smontabili e affilabili. Selezione intenerimento<br />
passante o non passante, tramite apposito selettore. L’impianto elettrico è centralizzato in un unico<br />
quadro in acciaio inox IP 65 posto all’interno del vano tecnico inferiore.<br />
STONE LINE<br />
www.stoneline.it<br />
Nome del prodotto:<br />
Etichette per salumi.<br />
Descrizione e punti di forza del prodotto:<br />
Le nostre etichette sono stampate su materiali<br />
che non assorbono i grassi, mantenendo<br />
un’ottima qualità di stampa.<br />
Tipologia salume a cui è destinata l’attrezzatura/tecnologia:<br />
Salumi in genere: insaccati, prosciutti e stagionati.<br />
Specifiche tecniche:<br />
Le etichette sono stampate con inchiostri<br />
e materiali conformi alle norme Ce, corredate<br />
da prove di cessione e migrazione<br />
certificate.<br />
TAMAGNINI<br />
www.tamagnini.com<br />
Nome del prodotto:<br />
Affettatrice nera mod. 370 con volano forato<br />
Descrizione e punti di forza del prodotto:<br />
L’affettatrice mod. 370 con volano forato, costruita<br />
in alluminio e parti in acciaio, con una<br />
verniciatura a fuoco, ha il vantaggio di una rapida<br />
pulizia e assoluta igiene. La macchina è a<br />
funzionamento manuale e può lavorare anche<br />
in luoghi privi di energia elettrica. Tuttavia, esiste<br />
anche una versione elettrica-automatica. L’affilatoio<br />
incorporato semplifica il lavoro dell’operatore<br />
che può tagliare fette di spessore minimo.<br />
Garantisce pochissimo attrito e mantiene le<br />
proprietà organolettiche del salume stagionato<br />
ai massimi livelli.<br />
Specifiche tecniche:<br />
Lama di Ø 370 mm di ottima qualità. Parti a<br />
contatto con il salume in acciaio inox 18/8.<br />
Novembre 20<strong>12</strong><br />
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