Gennaio 2006 - Compagnia dei Lepini
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i<strong>Lepini</strong><br />
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attualità<br />
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frantoio...” “... nella sua vita di olivicoltore Bernardino ne<br />
ha passate molte, durante la raccolta delle olive, in<br />
seguito alla rottura improvvisa del ramo che lo<br />
sosteneva, è caduto ben tre volte: una nel 1960, una nel<br />
1970 e l’ultima nel 1990. In seguito alla caduta del 1990<br />
Bernardino ha riportato lo schiacciamento di due<br />
vertebre e non ha più potuto lavorare come prima...”<br />
“Bernardino dal 1960 al 1991 è stato consigliere della<br />
Coldiretti e dell’ASPOL...” Riprendono le note del gruppo<br />
musicale il Mantice, riportando la mente <strong>dei</strong> partecipanti<br />
ai nostri giorni. Al termine del brano, quando le note<br />
sfumano, l’attore Mercuri riprende la narrazione<br />
passando alla storia di Bono Bernardino classe 1936:<br />
“Le nuove generazioni”.<br />
Anche Bono Bernardino ha iniziato a lavorare<br />
prestissimo negli oliveti, intorno a dieci anni. La voce di<br />
Mercuri narra i ricordi di Bernardino e riporta la sala<br />
indietro nel tempo... “... la raccolta delle olive avveniva<br />
da terra e si raccoglievano le olive cadute dalle piante.<br />
Queste olive venivano ammucchiate anche per venti<br />
giorni all’interno di stanze in attesa della lavorazione.<br />
Al momento del trasporto al frantoio, le olive venivano<br />
raccolte con le pale e messe nei sacchi. I sacchi poi<br />
arrivavano al frantoio, in un ondulante tragitto, disposti<br />
sulla testa delle donne alle quali veniva affidato questo<br />
faticoso lavoro... “... Anche per Bernardino, come per<br />
tutti i giovani di quell’età, arrivò il momento di partire<br />
per il servizio militare. Bernardino al ritorno dal suo<br />
impegno con lo Stato andò a lavorare nel settore<br />
industriale. Bernardino, pur lavorando nell’industria, non<br />
ha mai perso la sua giovanile passione per la<br />
coltivazione degli oliveti ed ha continuato sempre a<br />
lavorarli riuscendo ad acquistare altri oliveti e ad<br />
ingrandire la proprietà ereditata dal padre...”<br />
“... Attualmente gli oliveti di Bernardino sono gestiti da<br />
suo figlio Alberto che coltiva 880 piante di olivo con la<br />
stessa passione del padre. Alberto è un Agronomo.”<br />
Dopo un altro brano musicale Mercuri passa alla storia<br />
di Leoni Antonio classe 1941: “Il ferroviere”<br />
“... Dopo la scuola e dopo il servizio militare, a circa<br />
vent’anni, Antonio si è dedicato all’attività agricola. Ha<br />
iniziato questo lavoro dedicandosi al trasporto delle olive<br />
al frantoio del paese con il mulo.<br />
Arrivato il momento, Antonio, non ha saputo rinunciare<br />
al fascino del posto sicuro ed è entrato a lavorare in<br />
ferrovia. Da allora è diventato uno <strong>dei</strong> tanti lavoratori<br />
par-time ed ha coltivato l’oliveto ereditato dal padre di<br />
sabato e domenica e durante tutti i giorni festivi<br />
dell’anno, comprese le ferie. Antonio, anche se<br />
ferroviere, ha sempre alimentato la sua passione per<br />
l’oliveto ed ogni momento libero lo ha dedicato alla<br />
conduzione e al miglioramento del suo oliveto...”.<br />
Mercuri, tra una narrazione e l’altra, ha portato sul palco<br />
anche i protagonisti delle storie facendoli conoscere alle<br />
persone presenti alla manifestazione. “Ogni storia e il<br />
suo protagonista suscita molti ricordi e richiama alla<br />
mente emozioni forti. La storia dell’olivo è la storia della<br />
gente sonninese”. È con queste parole che l’attore<br />
Mercuri prova a spiegare al termine della<br />
manifestazione il suo coinvolgimento a questa iniziativa<br />
voluta dalla <strong>Compagnia</strong> <strong>dei</strong> <strong>Lepini</strong> e realizzata<br />
dall’Agrifutura. Prosegue Mercuri: “questa narrazione,<br />
nata un po’ per gioco, si è dimostrata ricca di spunti,<br />
coinvolgente e a tratti commovente”. “Il pubblico ha<br />
partecipato all’iniziativa con vero interesse<br />
apprezzandone l’originalità”. Per quanto riguarda il mio<br />
lavoro di attore sono abituato a vedere il pubblico<br />
coinvolto nelle varie rappresentazioni teatrali ma in<br />
questo caso c’è stato qualcosa di più. Le persone<br />
presenti, attraverso i racconti, hanno rivisto la loro vita e<br />
si sono posti domande sulle loro scelte, sia per chi si è<br />
allontanato da Sonnino, sia per chi è rimasto in questo<br />
paese e grazie al suo lavoro ha saputo mantenere<br />
questo difficile territorio nelle condizioni in cui tutti<br />
possiamo ammirarlo. Personalmente sono rimasto<br />
colpito dal lavoro dell’Agrifutura si tratta di persone che<br />
nutrono una passione fortissima per questa coltura,<br />
legati profondamente agli olivicoltori, al loro modo di<br />
vivere e di lavorare, alle loro tradizioni e al loro territorio.<br />
Parlando con loro non te ne accorgi e ti trovi immerso<br />
nel mondo dell’olio sotto tutti i punti di vista.<br />
Improvvisamente cominci ad interessarti della<br />
coltivazione di questa pianta, dell’olio, delle tecniche di<br />
estrazione, della commercializzazione, delle implicazioni<br />
culturali storiche, paesaggistiche. Ti trovi a fare cose<br />
mai fatte, come è capitato a me, che mi sentivo lontano<br />
da questa coltura e invece lavorando con loro ho<br />
riscoperto che anche le mie radici, il mio paese di<br />
origine Bassiano è molto legato a questa generosa<br />
pianta. Mi sono tornati alla mente ricordi che avevo<br />
accantonato, sono riemersi i ricordi <strong>dei</strong> miei amici che<br />
da bambini andavano al frantoio del mio paese con una<br />
fetta di pane e la immergevano nell’olio appena fatto,<br />
per mangiarla poi in una sorta di soddisfazione a tratti<br />
venata di tristezza perché oltre quella fettina di pane<br />
speso, per loro, non c’era altro. Con l’Agrifutura, non so<br />
come, mi sono trovato ad assaggiare l’olio extra vergine<br />
di oliva e ad apprezzarne i pregi e i difetti, ma anche gli<br />
sforzi degli olivicoltori per far arrivare sulle nostre tavole<br />
questo alimento salutare. Mi sono trovato a raccontare<br />
le storie della nostra gente, <strong>dei</strong> nostri produttori ed ho<br />
potuto rivedere anche la mia storia, le persone a me<br />
care e pensare che tutto questo è stato un lavoro.<br />
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