SOLO ALBERI? - Roberto Tonelli
SOLO ALBERI? - Roberto Tonelli
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<strong>Roberto</strong><strong>Tonelli</strong><br />
<strong>SOLO</strong> <strong>ALBERI</strong>?<br />
acqueforti<br />
testodi<br />
StefanoMistura<br />
stamperia della luna nel pozzo
<strong>Roberto</strong> <strong>Tonelli</strong><br />
<strong>SOLO</strong> <strong>ALBERI</strong>?<br />
acqueforti<br />
Testo di<br />
Stefano Mistura<br />
stamperia della luna nel pozzo
© 2012 stamperia della luna nel pozzo<br />
stamperia della luna nel pozzo - associazione di promozione sociale<br />
stamperiadellaluna@libero.it
Ad Antonia<br />
compagna di una vita<br />
in memoriam
Si piegano le Querce<br />
come salici<br />
sul cuore delle rocce<br />
a Monte Sole.<br />
Hanno memoria le Querce, hanno memoria.<br />
Memoria di sanguigne uve<br />
pigiate in torchi amari<br />
memoria di stermini e di paure<br />
memoria della scure<br />
nel ventre delle madri.<br />
Hanno memoria le Querce, hanno memoria.<br />
...<br />
Luciano Gherardi, Le Querce di Monte Sole<br />
7
<strong>SOLO</strong> <strong>ALBERI</strong>?<br />
<strong>Roberto</strong> <strong>Tonelli</strong><br />
Gli alberi mi hanno sempre affascinato.<br />
Da bambino costituivano per me una<br />
tentazione irresistibile a scalarli e a<br />
rifugiarmi tra i loro rami.<br />
In seguito li ho sempre guardati suggestionato<br />
dalla loro fisicità e da<br />
caratteristiche quali la conformazione,<br />
la maestosità, l’altezza, lo sviluppo<br />
delle radici, l’ampiezza delle<br />
chiome e il loro colore o le tracce<br />
del loro attraversare il tempo e gli<br />
eventi.<br />
Spesso - senza rendermene conto - li<br />
ho guardati come si guardano certe<br />
persone quando intrecciano le nostre<br />
traiettorie di vita, cercando di<br />
coglierne le caratteristiche che risvegliavano<br />
il mio interesse; ho così<br />
individuato alberi solitari, altri generosi,<br />
con una innata socialità, altri<br />
misantropi, altri ascetici o accoglienti<br />
e protettivi.<br />
Altri ancora, come succede con certe<br />
persone, mi hanno catturato senza<br />
9<br />
“Uno di quei silenzi che fanno compagnia”, 2004<br />
Acquaforte su zinco, mm 207 x 130
iuscire a capirne il motivo.<br />
Solo recentemente, dopo quasi<br />
vent’anni da quando ho cominciato<br />
ad incidere, ho realizzato che gli<br />
alberi sono anche i soggetti predominanti<br />
dei miei lavori: tanto era l’evidenza<br />
che non mi era mai venuto da<br />
pensarci su.<br />
Ho anche pensato che, a fronte di<br />
alberi da me incisi senza un motivo<br />
consapevole, altri mi sono venuti<br />
incontro come metafore o rappresentazioni<br />
dell'uomo, di stati d'animo, di<br />
situazioni relazionali, di emozioni.<br />
Ma poi, tutti, sia questi che quelli, mi<br />
hanno accompagnato, nel lento e<br />
lungo fluire dei segni incisi sulla<br />
lastra, nell’indagare non solo le radici,<br />
il tronco, i rami e tutto ciò che<br />
costituisce l’albero ma anche nell’indagare<br />
su di me.<br />
Sono così giunto alla convinzione<br />
che i miei alberi siano in fondo solo<br />
un pretesto per raccontare di noi.<br />
Non solo di me in particolare, come<br />
mia proiezione, come test reattivo<br />
alla Jucker (il “baumtest” strumento<br />
di indagine degli psicologi), ma piuttosto<br />
dell'uomo in generale che io<br />
vedo rappresentato nell'albero singolo<br />
o nelle sue aggregazioni con<br />
significati mistici, simbolici, emo-<br />
10<br />
“Po”, 1997<br />
Acquaforte su zinco, mm 155 x 104
“La poiana”, 2011<br />
Acquaforte su zinco, mm 155 x 104<br />
11<br />
zionali o di intima identificazione.<br />
In questa analisi ho coinvolto, un po’<br />
per essere aiutato, un po’ per essere<br />
possibilmente confortato, anche un<br />
diverso e più competente punto di<br />
vista, quello dello psicoterapeuta e<br />
scrittore Stefano Mistura.<br />
A lui va il mio ringraziamento e<br />
forse anche il vostro se, come spero,<br />
troverete interessante questa pubblicazione.<br />
“Il crepitio dei rami secchi sotto i piedi,<br />
l’arco della poiana nel cielo,<br />
le formiche della foresta sono i miei testimoni:<br />
l’ordine di questo mondo<br />
mi infonde<br />
una gioia silenziosa.”<br />
Janis Baltvilsk
“Le foglie stanno volando via<br />
dal mondo e sopra c’erano<br />
dei messaggi e degli enigmi che<br />
non abbiamo decifrato”<br />
Guido Ceronetti, Pensieri del tè
Di fronte agli alberi di <strong>Roberto</strong> <strong>Tonelli</strong><br />
Stefano Mistura<br />
I<br />
Chi si pone a meditare sull’albero,<br />
ha scelto un soggetto sublime per la<br />
sua meditazione: perciò, deve usare<br />
la prudenza che è necessaria per le<br />
imprese audaci. Il tema dell’albero<br />
ben presto dona la vertigine, qualsiasi<br />
sia la dimensione considerata, ci si<br />
perde la vista e lo spirito: la verticalità,<br />
l’erezione del tronco, la profondità<br />
delle radici, la maestosità delle<br />
fronde, la simmetria dei rami e delle<br />
foglie, il germe, la crescita, la vita, la<br />
morte, il riposo, la rinascita, la terra, il<br />
cielo, la luce, l’ombra, l’acqua, l’umidità,<br />
la fecondazione, i frutti, l’altezza,<br />
l’ascensione, la costruzione.<br />
II<br />
Due ricordi da letture della fanciullezza.<br />
Nella “Odissea”, Omero narra<br />
della passione di Ulisse per un albero,<br />
un albero tanto grande e accogliente<br />
fra i suoi rami da far vagheggiare<br />
l’eroe che lì sopra dovrà essere<br />
15<br />
Albero: l'esplosione lentissima di un seme.<br />
Bruno Munari, Verbale scritto, 1992
“Nevicata”, 1993<br />
Acquaforte su zinco, mm 225x395<br />
costruito il suo talamo. Si procura<br />
quindi i legni adatti e fabbrica con<br />
inusuale maestria il letto nuziale per<br />
sé e per la moglie Penelope. Il legno<br />
incastrato tra i legni ci spinge a considerare<br />
la prossimità tra l’Albero e<br />
l’Amore. L’Albero protegge l’Amore<br />
prima di tutto con la forza delle sue<br />
16<br />
membra tese; la vita della pianta ha<br />
creato la materia lignea per reggere il<br />
peso del letto e della coppia innamorata<br />
e fremente; la sua elasticità la fa<br />
resistere a qualsiasi corrente d’aria,<br />
mentre il fogliame fa filtrare, a<br />
seconda della densità, la giusta<br />
quantità di luce. La linfa vitale flui-
sce al suo interno e trasmette uno<br />
slancio vitale che consente di avvertire<br />
l’umidità della terra densa e<br />
materna. Il ciclo vitale che attinge<br />
sostanze dalle profondità della terra,<br />
per generare alla luce la materia dura<br />
che invita alla scultura, trascende e<br />
supera ogni singola presenza umana,<br />
17<br />
“Romanico”, 1997<br />
Acquaforte su zinco, mm 240 x 387<br />
sottolineando la distanza tra l’essere<br />
perenne e l’essere caduco.<br />
L’Albero e l’Amore stanno insieme<br />
non solo e non tanto per il piacere<br />
cui alludono, ma soprattutto perché<br />
l’uno e l’altro nascono da un germe<br />
che impercettibilmente cresce, si<br />
fortifica, si espande e dirama.
“Crepuscolo”, 1997<br />
Acquaforte su zinco, mm 220 x 365<br />
Entrambi però, tanto si innalzano<br />
verso il cielo quanto devono<br />
sprofondare verso le tenebre. Nel<br />
cuore stesso della terra l’Albero e<br />
l’Amore trovano l’oscura sostanza di<br />
cui, senza saperlo, sono fatti.<br />
Ugo Foscolo in un verso delle<br />
“Grazie” usa una locuzione sorpren-<br />
18<br />
dente: ‘arbore amica’. Non credo<br />
che nella letteratura italiana ci sia un<br />
altro luogo in cui all’albero sia assegnato<br />
il genere femminile. Ma la<br />
sorpresa deve essere attenuata tenendo<br />
in considerazione il contenuto<br />
simbolico dell’albero. Quello dell’albero<br />
è infatti un simbolo archeti-
19<br />
“Gotico fiorito”, 1996<br />
Acquaforte su zinco, mm 340 x 240
“Corvi alla rovere grossa”,1994<br />
Acquaforte su zinco, mm 284 x 259<br />
20
pico, che vuol dire che ha valore e<br />
significato per tutti i tempi e per tutti<br />
i popoli. Ebbene, malgrado il simbolo<br />
dell’albero abbia conosciuto nel<br />
corso del tempo una certa evoluzione,<br />
è certo che, accanto alle associazioni<br />
mediamente più frequenti che<br />
si riferiscono alla crescita, alla vita,<br />
21<br />
“Alba”, 2000<br />
Sciamano / stelle / a canto / di gallo<br />
(G.Zambianchi)<br />
Acquaforte su zinco, mm 350 x 300<br />
al manifestarsi della forma in senso<br />
fisico e spirituale, allo sviluppo dal<br />
basso verso l’alto e viceversa, bisogna<br />
annoverare, importantissimo,<br />
anche l’aspetto materno con i suoi<br />
correlati della protezione, dell’ombra,<br />
del riparo, dei frutti nutritivi,<br />
della fonte di vita, della durata, del
“L’albero dei desideri”, 1999<br />
Acquaforte su zinco, mm 255 x 390<br />
radicarsi e dell’inamovibilità. Si<br />
potrebbe dire completando: “Stabat<br />
Mater sicut Arbor”.<br />
E’ chiaro così che l’albero appartiene<br />
a quei mitologemi che occupano<br />
una posizione centrale, e che nella<br />
loro diffusione universale rivelano<br />
ovunque un’immensa ricchezza di<br />
22<br />
riferimenti. Spesso il mitologema<br />
generale dell’albero si trasforma in<br />
mito personale: così è avvenuto per<br />
<strong>Roberto</strong> <strong>Tonelli</strong><br />
III<br />
Nell’opera grafica di <strong>Roberto</strong><br />
<strong>Tonelli</strong> la scelta del tema dell’albero
“Il boscovecchio”, 1997<br />
“M’ero messo in testa di trovare il violoncello che udivo tra gli alberi del bosco quando tira il vento...”<br />
(Federigo Tozzi)<br />
Acquaforte su zinco, mm 250 x 380<br />
si impone immediatamente a chi<br />
l’osservi, sia per la varietà che per la<br />
frequenza. Può trattarsi di gelsi, di<br />
pioppi, di ulivi, di roveri, di carrubi,<br />
di olmi, visti nel susseguirsi delle<br />
stagioni, ma sempre corrispondenti<br />
alle immagini e ai miti dell’albero<br />
che troviamo nella storia delle reli-<br />
23<br />
gioni, nelle tradizioni arcaiche e<br />
nella letteratura universale di tutte le<br />
epoche. Nella nostra cultura ebraicocristiana,<br />
chi non rammenta la storia<br />
veramente sorprendente dei due meli<br />
giganti nel Paradiso terrestre? Uno<br />
dei due offriva come frutto la vita<br />
eterna, l’altro, a chi ne mangiasse la
“Il castagno di Ronfrapano”, 2001<br />
Acquaforte su zinco, mm 390 x 270<br />
polpa succosa del pomo, produceva<br />
una consapevolezza vergognosa<br />
connessa alle vicende dell’amore.<br />
Bisognerebbe comprendere che ciò<br />
che nasce e rinasce nella immagine<br />
incisa è la stessa struttura simbolica<br />
che regna nei sogni più profetici del<br />
nostro mondo interno e che dà vita al<br />
24<br />
linguaggio che può nominare il Sacro<br />
nella forma più arcaica e stabile.<br />
Seguendo i dettami dell’immaginazione<br />
materiale di Gaston Bachelard,<br />
possiamo dire che nelle incisioni di<br />
<strong>Tonelli</strong> l’immagine dell’albero deve<br />
essere considerata come una metafora<br />
assiomatica dell’altezza, dell’ele-
25<br />
“Riflessioni”, 2000<br />
Acquaforte su zinco, mm 400 x 280
“Invernale”, 2000<br />
Acquaforte su zinco, mm 405 x 270<br />
26
vazione e della profondità, ma anche<br />
del riposo e della forza nutritiva. In<br />
definitiva, questa immagine è una<br />
sorta di sublimazione di una attività<br />
grafica, allo stesso tempo sognante e<br />
ideatrice.<br />
Il tema dell’albero può chiaramente<br />
essere utilizzato per spiegare talune<br />
27<br />
“…tutti giù per terra!”, 2001<br />
Acquaforte su zinco, mm 420 x 300<br />
caratteristiche, ma può rappresentare<br />
anche una unità intenzionale rivelata<br />
dall’immagine stessa; in entrambe le<br />
circostanze hanno a che fare con il<br />
mito privato di ciascun artista. Non<br />
ci si può aspettare granché da un’analisi<br />
troppo allegorizzante poiché<br />
l’immagine dell’albero presenta una
“I tre alberi”, 2000<br />
Acquaforte su zinco, mm 210 x 420<br />
trama il più delle volte racchiusa in<br />
elementi diversificati, che possono<br />
organizzarsi secondo piani elementari,<br />
quali le radici e l’aspetto viscerale<br />
del tronco, la linfa, la sommità,<br />
il fuoco e la sublimazione.<br />
L’immagine totale può inoltre –<br />
come talvolta nelle tavole di <strong>Tonelli</strong> –<br />
28<br />
tradurre una ambizione di rappresentazione<br />
sintetica.<br />
A tal proposito, come non fare riferimento<br />
all’albero cosmogonico? Esso<br />
rappresenta uno dei miti più nobili<br />
che si possa concepire; l’albero della<br />
vita stendeva le sue radici e i suoi<br />
rami sull’intero universo, reggeva la
volta celeste, raccoglieva l’acqua del<br />
cielo e alimentava i fiumi.<br />
L’immagine dell’albero, nella quale<br />
si evidenzia una struttura spaziale,<br />
dinamica secondo l’asse verticale,<br />
rappresenta anche un ordine di misura,<br />
un ciclo del divenire, come un<br />
simbolo di rigenerazione strettamen-<br />
29<br />
“Il carrubo di Ispica”, 2003<br />
Acquaforte su zinco, mm 250 x 420<br />
te collegato al tempo cosmico. Il<br />
tempo si inscrive di fatto nella<br />
sostanza dell’albero e la si può<br />
cogliere intuitivamente nel suo<br />
mescolarsi alle tenebre minerali, alla<br />
sostanza oscura della terra che consente<br />
però una crescita lenta e<br />
profonda.
“E’ un mondo difficile, è vita intensa…”, 2000<br />
Acquaforte su zinco, mm 100 x 160<br />
La capacità empatica e la identificazione<br />
con la Pianta sono evidenti nel<br />
segno di <strong>Tonelli</strong>. I modi più segreti e<br />
più profondi dell’essere sono illuminati<br />
dall’immagine incisa ed è per il<br />
suo carattere superbamente antropomorfico<br />
che l’osservatore viene catturato<br />
da una peculiare risonanza.<br />
30<br />
Nelle lastre di <strong>Tonelli</strong> si avverte che<br />
l’albero esercita nell’essere una tensione<br />
dotata di una forza di oltrepassamento<br />
che conduce direttamente<br />
all’esperienza dello Spirito.<br />
L’immagine dell’albero, meglio di<br />
ogni altra, permette di cogliere e di<br />
comprendere la stoffa e le differenti
“Meditazioni, ultime stanze dei vagabondi”, 2001<br />
Acquaforte su zinco, mm 430x290<br />
31
“Ci sono giorni…”, 1999<br />
Acquaforte su zinco, mm 385 x 256<br />
32
gradazioni dell’essere. Ancora, nell’albero<br />
disegnato da <strong>Tonelli</strong> si scorge<br />
agevolmente che la sua immagine<br />
contiene sia elementi del mondo<br />
esterno che la proiezione del Sé<br />
profondo dell’autore, il quale imprime<br />
sulla materia da incidere il suo<br />
grado di conoscenza. In tal senso, gli<br />
“La vita infinita (?)”, 2002<br />
Acquaforte su zinco, mm 420 x 290<br />
33<br />
alberi della pianura e della collina,<br />
quelli del grande fiume Po, costituiscono<br />
una sorta di moneta per stabilire<br />
la conoscenza del territorio e l’intenzione<br />
di significato dell’autore.
“Quando la sera veste i pioppi e il sole all’orizzonte annega” (Vico Paveri), 2003<br />
Acquaforte su zinco, mm 250 x 415<br />
IV<br />
L’immagine dell’albero non è mero<br />
oggetto dell’analisi introspettiva di<br />
<strong>Tonelli</strong>: è anche, ma forse soprattutto,<br />
l’oggetto analizzato dal suo<br />
occhio e dalla sua mano. Sembra<br />
proprio che negli ultimi anni il<br />
nostro artista abbia sviluppato tanto<br />
34<br />
la riflessione critica intorno ai fenomeni<br />
della vita interiore, quanto il<br />
suo naturale dono di osservazione, la<br />
sua acutezza dello sguardo. E non<br />
sorprende che nello studio delle<br />
immagini mentali con le loro modificazioni,<br />
l’immagine dell’albero<br />
occupi uno spazio così importante.
Egli approfondisce in tal modo il<br />
meccanismo delle immagini psichiche<br />
e ne analizza i più piccoli movimenti<br />
nel campo della coscienza. Da<br />
un lato avverte la specificità emotiva<br />
dello sviluppo intimo del pensiero<br />
mediante l’analisi delle rappresentazioni<br />
mentali, dall’altro osserva il<br />
35<br />
“Confini”, 2003<br />
Acquaforte su zinco, mm 170 x 258<br />
mondo esterno fissando le immagini<br />
distintamente strutturate. In questi<br />
due aspetti dell’immagine dell’albero<br />
si manifesta il dualismo tra percezione<br />
e memoria o, ancor più, tra<br />
realtà e immaginazione.
“I custodi del silenzio”, 2003<br />
Acquaforte su zinco, mm 190 x 290<br />
V<br />
Il miracolo dell’essere vegetale –<br />
della Pianta – consiste nel proporre<br />
un modello di perfezione e d’armonia,<br />
invidiabile, ma ineguagliabile.<br />
Ciò che l’uomo, vincolato a risolvere<br />
il problema insolubile posto dal<br />
rapporto tra la sensibilità e la cono-<br />
36<br />
scenza, non può raggiungere alla<br />
fine della sua meditazione, la Pianta<br />
lo realizza in un modo talmente semplice,<br />
talmente armonioso, che fa<br />
passare agli umani la voglia di provarci.<br />
L’intelligenza e la sensibilità<br />
artistica non possono far altro che<br />
ammirare una tale pienezza.
37<br />
“I gelsi della Bellaria”, 2002<br />
Acquaforte su zinco, mm 400 x 290
“Metamorfosi”, 2006<br />
Acquaforte su zinco, mm 470 x 345<br />
38
Paul Valéry, nel “Dialogo dell’albero”,<br />
fa dire a Lucrezio, che pensa se<br />
stesso in quanto Pianta, che le sue<br />
forze, le forme, la grandezza, il volume<br />
e la durata sono una stessa corrente<br />
d’esistenza, un flusso che<br />
respira all’interno di un legno solido<br />
e duro, mentre l’oscura volontà della<br />
39<br />
“L’azzurro, mai sempre uguale”, 2006<br />
Acquaforte su zinco, mm 267 x 420<br />
crescita si innalza, prorompe e vuol<br />
tornare volontà sotto la specie innumerevole<br />
e leggiera delle gemme.<br />
Lucrezio sente se stesso vivere l’impresa<br />
inaudita della Pianta, invadere<br />
lo spazio, improvvisare un sogno di<br />
fronde, immergersi nel fango e inebriarsi<br />
dei sali della terra, mentre
“Quando la terra dorme”, 2005<br />
Acquaforte su zinco, mm 228 x 415<br />
apre gradatamente verdi labbra a<br />
migliaia nell’aria libera del vasto<br />
cielo. Una Pianta – afferma ancora<br />
Lucrezio – è come un canto il cui<br />
ritmo svolge una forma priva di<br />
incertezza ed espone nello spazio un<br />
mistero del tempo. Ogni giorno drizza<br />
un po’ più alto il peso delle strut-<br />
40<br />
ture ritorte e abbandona al sole le<br />
foglie deliranti, ognuna nel proprio<br />
spazio d’aria, ubbidendo ad una<br />
rigorosa simmetria.<br />
VI<br />
L’opera di <strong>Roberto</strong> <strong>Tonelli</strong> suggerisce<br />
che per lui l’albero è il modello
della crescita ideale, infinita, dal<br />
momento che è simbolo di rigenerazione<br />
e di longevità. Come è noto,<br />
l’albero sopravvive agli uomini e<br />
alle civiltà e questo fatto ha da sempre<br />
colpito l’immaginazione.<br />
L’albero è il poema della crescita e<br />
rappresenta simbolicamente anche<br />
41<br />
“… e poi la primavera”, 2005<br />
Acquaforte su zinco, mm 240 x 425<br />
quella dello spirito. Elevarsi, essere<br />
per l’oltrepassamento, espandersi<br />
indefinitamente, costituisce un sogno<br />
di accrescersi spiritualmente che<br />
rischia di ossessionare <strong>Tonelli</strong>.<br />
Esistono alcune analogie tra la struttura<br />
dell’essere vegetale e quella dell’essere<br />
spirituale. Il ritmo sta
“Il faggio dov’è nascosto Federico”, 2008<br />
Acquaforte su zinco, mm 230 x 175<br />
all’Essere come il numero sta al<br />
Conoscere. La crescita dell’albero<br />
avviene secondo un ritmo, ma anche<br />
secondo una proporzione numerica.<br />
Sembra che <strong>Tonelli</strong> abbia trovato<br />
nell’albero l’espressione della conservazione<br />
del possibile.<br />
La perseveranza e il comportamento<br />
42<br />
stesso dell’essere vegetale permettono<br />
di intravedere il valore dello sforzo<br />
compiuto; è qui che scorgiamo<br />
uno dei tratti caratteristici del simbolismo<br />
assiale nell’immaginazione<br />
vegetale, modello adatto a significare<br />
l’arte della educazione della condotta<br />
morale dell’essere umano.
L’albero è il simbolo anche della<br />
lotta contro gli elementi naturali e<br />
contro la forza di gravità.<br />
L’indifferenza dell’albero, la sua fermezza,<br />
la sua volontà indefettibile,<br />
che fa sì che qualunque cosa accada,<br />
quando è ora, esso si riempia di<br />
verde, gli conferiscono una virtù di<br />
“Il silenzio di un pomeriggio di gennaio”, 2007<br />
Acquaforte su zinco, mm 240 x 187<br />
43<br />
saggezza che ha un che di stoico.<br />
Con questo, l’albero, nel suo movimento<br />
irreversibile, trascende la sua<br />
esistenza e offre al genere umano un<br />
modello di vita ideale. Di sicuro esiste<br />
una comune natura che unisce<br />
l’uomo e la Pianta, ma l’unione non<br />
può essere definitiva dal momento
“Catturato dalla luce dell’autunno”, 2007<br />
Acquaforte su zinco, mm 383 x 290<br />
che l’esistenza consiste propriamente<br />
nell’essere in cammino.<br />
VII<br />
L’immaginazione legata alla vita<br />
vegetale è la più lenta - è quella dove<br />
l’attesa e la pazienza hanno il predominio<br />
- la più riposata e riposante.<br />
44<br />
Con essa abbiamo in dono il giardino<br />
e il prato, la siepe, la riva e la<br />
foresta. Poggia, secondo la sua natura,<br />
su temi generali quali l’erba e<br />
l’albero, il ciuffo e il cespuglio, la<br />
verzura e la spina, la liana e il ceppo,<br />
i fiori e i frutti, le radici, il gambo e<br />
le foglie. L’albero diritto è una forza
evidente, ha una forza evidente che è<br />
in grado di trasporre nel cielo azzurro<br />
una creatura terrestre. Qualsiasi<br />
sognatore coglie il beneficio di questa<br />
immagine verticale, di questa<br />
immagine verticalizzante.<br />
Prendiamo un pino, anche quello che<br />
vedo dalla mia stanza da letto: esso<br />
45<br />
“Omaggio a Giuliano Mauri”, 2009<br />
Acquaforte su zinco, mm 280 x 420<br />
si esaurisce per uno sforzo e, mentre<br />
si tiene attaccato alla terra con la<br />
presa multipla delle sue radici, le<br />
membra molteplici e divergenti, che<br />
man mano si attenuano fino al tessuto<br />
fragile e sensibile delle foglie, con<br />
le quali va cercando nella stessa aria<br />
e nella luce il suo punto d’appoggio,
Tu non sai: ci sono betulle che di notte levano le loro radici, e tu non crederesti mai che di notte<br />
gli alberi camminano o diventano sogni.<br />
“Un viaggio memorabile”, 2009<br />
Acquaforte su zinco, mm 250 x 420<br />
sono non soltanto il suo gesto, ma<br />
anche il suo atto essenziale e la condizione<br />
della sua statura. Non è possibile<br />
esprimere in modo più conciso<br />
il gesto dell’albero, il suo atto verticale<br />
essenziale, il suo carattere<br />
aereo, sospeso. E’ talmente diritto da<br />
rendere stabile persino l’aria nella<br />
46<br />
Alda Merini, L'anima innamorata<br />
quale è immerso e che lo attraversa.<br />
L’uomo e l’albero sono gli unici<br />
esseri verticali in natura e sono particolarmente<br />
legati dal lavoro dell’uomo.<br />
Si potrebbe addirittura<br />
sostenere che la civiltà moderna ha<br />
avuto inizio con il trarre la scintilla<br />
del fuoco sfregando legni diversi
uno sull’altro, e l’uomo diventa<br />
‘homo faber’ soprattutto lavorando il<br />
legno. Cosa non facile, perché nelle<br />
assi da lavorare resta sempre l’anima<br />
dell’albero vivo. Nelle sue fibre il<br />
legno conserva sempre il ricordo del<br />
suo vigore verticale e occorre molta<br />
abilità per opporsi al verso delle<br />
“Un unico albero verde – la mia serenità” D.M.Turoldo, 2007<br />
Acquaforte su zinco, mm 165 x 249<br />
47<br />
fibre del legno, come anche per arginare<br />
la resistenza dei suoi nodi.<br />
VIII<br />
Immagino di vedere <strong>Roberto</strong> <strong>Tonelli</strong><br />
mentre passeggia per le campagne<br />
con il taccuino e la matita. Lo vedo<br />
seduto ai piedi di un grande albero
“Sentirsi solo è un piacere che spaventa” (F.T.), 2009<br />
Acquaforte su zinco, mm 250 x 420<br />
immerso nei pensieri, ma con lo<br />
sguardo vigile e attento, pronto a fissare<br />
un intero scorcio o un dettaglio.<br />
Sente l’albero ritto dietro la schiena:<br />
una grande rovere. Avverte la propria<br />
piccolezza, così accoccolato<br />
appena sopra le radici dell’albero<br />
massiccio. Questo, pur silenzioso,<br />
48<br />
appare tanto più grande e tanto più<br />
forte di lui e ne è quasi sopraffatto.<br />
Dapprima non si rende conto che<br />
l’albero cui è appoggiato non è solitario,<br />
ce ne sono altri, molti altri, un<br />
intero boschetto. Sta inerte, tende<br />
l’orecchio in cerca di rumori e sente<br />
l’odore del muschio umido. Gli albe-
49<br />
“Via d’uscita”, 2010<br />
Acquaforte su zinco, mm 370 x 290
“Una nebbia tardiva”, 2011<br />
Acquaforte su zinco, mm 365 x 290<br />
50
i, dritti, incombono. Grossi alberi<br />
alti, con corpi magnifici, forti, rotondi.<br />
Quasi gli sembra di poter udire la<br />
lenta, possente linfa battere nei loro<br />
tronchi: uno strano sangue arboreo<br />
che fluisce senza rumore. Guarda<br />
adesso l’albero vicino e ne indovina<br />
la volontà adombrante; scruta la fitta<br />
51<br />
“Senza fine”, 2010<br />
Acquaforte su zinco, mm 250 x 420<br />
rete di ramoscelli e rami fino alle<br />
morbide punte verdi. Sembra che<br />
stia comprendendo a fondo l’antico<br />
culto degli alberi, fino ai primigeni<br />
alberi della vita e della conoscenza.<br />
La creatura torreggiante, che lo<br />
sovrasta, si rivolge in due direzioni:<br />
si conficca prodigiosamente giù nel
“Camminavo piano e sempre di più la natura<br />
mi pareva un sogno immenso della mia anima” (F.Tozzi), 2010<br />
Acquaforte su zinco, mm 155 x 255<br />
cuore della terra, dove i morti affondano<br />
nella terra umida e nera, verminosa;<br />
e si erge espandendosi, ma con<br />
disegno preciso, nell’alto dell’aria.<br />
Le radici vanno a prendere il succo<br />
vitale là dove l’uomo non può respirare<br />
e la sua sommità sta lassù volgendosi<br />
al sole, dove l’uomo può<br />
52<br />
spingersi solo con lo sguardo.<br />
<strong>Tonelli</strong> si perde ora tra gli alberi, è<br />
felice di essere con loro e gode della<br />
loro avidità radicale: sono una dimora<br />
sicura che non tradisce. Chissà<br />
che il vero artista, le cui opere oggi<br />
ammiriamo, non abbia nelle vene<br />
qualcosa della linfa degli alberi, ma
anche una specie di selvatichezza<br />
primordiale, proprio come gli alberi,<br />
indifesa, ma indistruttibile: la menta-<br />
53<br />
“Fuori dal bosco”, 2011<br />
Acquaforte su zinco, mm 130 x 260<br />
lità dell’autore allude quindi alla sua<br />
anima arborea.
Note biografiche
Stefano Mistura.<br />
Stefano Mistura nasce a Roma e qui compie gli studi fino al conseguimento<br />
della laurea in medicina e chirurgia presso l’Università Cattolica del Sacro<br />
Cuore. Contemporaneamente coltiva studi di economia con Federico Caffè,<br />
di filosofia con Alfred Schmidt e di teologia con Piero Rossano. Specialista<br />
in Clinica delle malattie nervose e mentali presso l’Università di Parma,<br />
lavora con Franco Basaglia a Gorizia e con Giovanni Jervis a Reggio Emilia,<br />
contribuendo al rinnovamento dell’assistenza psichiatrica in Italia. Dal 1997<br />
ha diretto il Dipartimento di Salute Mentale e delle Dipendenze Patologiche<br />
della Asl di Piacenza, dove ha assunto dal 2008 al 2011 il ruolo di Direttore<br />
Sanitario Aziendale. Come psicoterapeuta si è formato seguendo l’insegnamento<br />
di Michele Risso. Nel campo degli studi freudiani ha pubblicato<br />
numerosi saggi, tra i quali: Attraverso lo Zuiderzee. Freud tra clinica e filosofia<br />
(Torino 1984); La terribile tenerezza. Saggio sull’amore narcisistico<br />
(Roma 1990), L’eredità dispersa (Piacenza 2007); La pazienza e l’imperfezione<br />
(Macerata 2008). Per la Casa Editrice Einaudi ha curato Figure del<br />
feticismo (2001); Autismo. L’umanità nascosta(2006); Psiche. Dizionario<br />
storico di psicologia, psichiatria, psicoanalisi, neuroscienze(2006-2007); ha<br />
inoltre introdotto La schizofrenia di E.Minkowski (1998);Conversando con i<br />
miei bambini (2000), Nodi (2004) e Mi ami? (2007) di R.D. Laing; Sul buon<br />
uso della depressione (2002); Sulla fuga delle idee (2003) e Il caso Ellen West<br />
(2011) di L. Binswanger; Il disagio nella civiltà (2010) e L’interpretazione<br />
dei sogni (2012) di S. Freud.<br />
57
<strong>Roberto</strong> <strong>Tonelli</strong><br />
<strong>Roberto</strong> <strong>Tonelli</strong> è nato a Bologna nel 1942.<br />
Vive a Piacenza ove lavora in Via Garibaldi 65 già “Palazzo della Zecca”.<br />
Sue opere sono conservate presso musei, enti pubblici e collezioni private.<br />
www.robertotonelli.it<br />
Bibliografia<br />
- “Repertorio degli incisori italiani”, vol. 2, 3, 4, 5, Ed. Faenza<br />
- “<strong>Roberto</strong> <strong>Tonelli</strong> – Incisioni 1993/1997”, catalogo di acqueforti con testi<br />
di Gabriella Niero ed Enio Concarotti, 1997<br />
- “diSegnoinSegno, incisioni 1992 –2002” testi di Bruna Milani e Stefano<br />
Raffo, 2002<br />
- “Rincorrere il vento” catalogo di acqueforti con testo di Gabriele Dadati, 2008<br />
- “Repertorio dei silenzi” catalogo di acqueforti con testo di Clara<br />
Carpanini, 2008<br />
- “Dizionario della stampa d’arte”, Paolo Bellini, Ed. Artes, Milano 2008<br />
- “Piacenza per inciso” catalogo di acqueforti con testi di Gabriele Dadati e<br />
Stefano Fugazza, Ed. Tip.Le.Co., Piacenza 2008<br />
59
Mostre e partecipazioni recenti<br />
2012<br />
- Bologna - Museo Luigi Cattaneo – Università di Bologna - “Carving my-self”<br />
- Piacenza - Università Cattolica “Scritti e disegni sulla pace”<br />
- “Premio Leonardo Sciascia - amateur d’estampes”<br />
Palermo - Fondazione Whitaker<br />
Fabriano (AN) - Museo della carta e della filigrana<br />
Firenze - Fondazione il Bisonte per lo studio dell’arte grafica<br />
Formello (RM) - Centro per l’incisione e la grafica d’arte<br />
Venezia - Scuola internazionale di grafica<br />
- Lendinara (RO) - “Un po’ di alberi, un po’ di nuvole…un po’ di sereno (personale)<br />
- Piacenza - Spazio Campi - “Solo alberi?”<br />
2011<br />
- Formello (RM) - Centro per l’incisione e la grafica d’arte - “Nel segno<br />
dell’Italia unita”<br />
- Bassano del Grappa - Palazzo Sturm - Seconda edizione biennale dell’incisione<br />
contemporanea “Città di Bassano del Grappa” (selezionato)<br />
- Pianoro (BO) - La Loggia della Fornace - “Genius loci - Incisioni per definire<br />
un paesaggio”<br />
- Acqui Terme - “150 anni in miniatura - l’Unità d’Italia negli ex libris di<br />
incisori internazionali contemporanei”<br />
60
- Reggio Emilia - Complesso monumentale del Mauriziano - “specchiamenti”<br />
- Urbino - Palazzo Petrangolini - “Carlo Bo 1911-2011” ex libris<br />
- Concorso Nazionale AXA 2011 “Arte per l’ambiente”<br />
- Piacenza - Casa dell’arte al Teatro “Cibarium”<br />
- Bagnacavallo – Museo Civico delle Cappuccine “Se ipsum”<br />
2010<br />
- Milano - Castello Sforzesco - Raccolta Bertarelli “Incisori del XXI secolo”<br />
- Somma Lombardo - I Concorso Int.le Ex Libris (segnalato)<br />
- Bodio Lomnago - V Concorso Int.le Ex Libris (segnalato)<br />
- Chaumont (FR) - Chapelle des Jésuites "Graveurs contemporains francais<br />
et italiens"<br />
- Iowa (USA) - The Americas Biennial Exhibition of Contemporary Prints<br />
- S. Giovanni in Persiceto (BO) - Consorzio dei Partecipanti “Solchi seminati<br />
d'inchiostro”<br />
- Chamalières (F) - 8ème Mondial de l'Estampe et de la Gravure Originale<br />
Triennale de Chamalières<br />
- Lodi - Galleria zero.otto<br />
- Piacenza - Palazzo Farnese - “Dissonanti armonie” (personale)<br />
- Grizzana Morandi - Fienili del Campiaro - “Acquisizioni 2009-2010”<br />
- Bologna - Museo della Sanità “64 incisioni per una cupola”<br />
61
Finito di stampare nel mese di novembre 2012<br />
Litoquick, Piacenza<br />
www.robertotonelli.it