i convegni della uilt - Uiltrasporti
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Poste Italiane Spa - spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1 - DCB)<br />
5 MARZO<br />
1950<br />
Alle spalle la tragedia di una<br />
guerra, un paese alla ricerca di se<br />
stesso, il movimento sindacale da<br />
poco diviso.<br />
Nasce per “conquistare” il futuro,<br />
la UIL democratica, riformista,<br />
indipendente.<br />
Accompagnerà il cammino<br />
dell’Italia e del movimento operaio<br />
sempre al servizio dei deboli e<br />
degli oppressi<br />
PER LE STRADE<br />
D’EUROPA<br />
MENSILE DELLA UILTRASPORTI<br />
ANNO XVIII - NUMERO 2/3 - FEBBRAIO/MARZO 2009<br />
5 MARZO<br />
2009<br />
Fedele al proprio DNA la UIL<br />
non desiste dalla sua battaglia.<br />
Negli anni ci sono state<br />
conquiste importanti. Ma c’è<br />
ancora un lungo cammino per<br />
acquisire maggiore benessere e<br />
dignità per il mondo del lavoro
GUIDA AL NUMERO<br />
EDITORIALE<br />
- Con “questo” spirito e con “questo” sindacato 1<br />
di Giuseppe Caronia<br />
I CONVEGNI DELLA UIL<br />
- Il momento del rilancio 2<br />
- La relazione di Caronia 3<br />
- Gli interventi (Matteoli, Sabelli, Pugliesi, Angeletti) 9<br />
ANNIVERSARIO FONDAZIONE UIL<br />
- 5 marzo: 59, ma non li dimostra… 15<br />
di Camillo Benevento<br />
LE VIE DEL MARE<br />
- Firmato l’accordo del rinnovo del CCNL... 18<br />
di Angelo Patimo<br />
- Privatizzazione con regole certe 20<br />
di Agostino Falanga<br />
FS: E’ TEMPO DI ANALISI<br />
- La situazione del gruppo e delle aziende... 23<br />
di Salvatore Ottonelli<br />
I CONTRATTI<br />
- L’assistenza sanitaria integrativa... 26<br />
di Claudio Tarlazzi<br />
LA CULTURA DELLA PREVENZIONE<br />
- Sicurezza stradale: il valore <strong>della</strong> vita 27<br />
di Silvano Miniati<br />
MOBILITA’ E SVILUPPO<br />
- La prestazione dei lavoratori mobili 29<br />
di Santino Fortino<br />
NON SOLO ENGLARO…<br />
- Libero Stato in libera Chiesa 30<br />
di Cleto Catalano<br />
TOSSICODIPENDENZA E SICUREZZA<br />
- La nuova procedura 34<br />
LAVORO E DIGNITA’<br />
- Formazione professionalità: terra di frontiera… 41<br />
di Luigi Annunziato<br />
LA CONSULTA NAZIONALE CAF-UIL<br />
- Continuare così 47<br />
di Lallo<br />
- Non lasciare mai soli i lavoratori 47<br />
la relazione di Gilberto De Santis<br />
- Gli interventi di Proietti, Polito, Angeletti 51<br />
PER LE STRADE D’EUROPA<br />
- Brrr che freddo … 58<br />
di Carola Patriarca<br />
LA UIL NEL TERRITORIO<br />
- Dalle nostre redazioni regionali 62<br />
Roberto Monticelli (Lombardia); Cesare Menini<br />
(Emilia Romagna); Vincenzo Esposito, Annalisa<br />
Servo, Gennaro Gambar<strong>della</strong> (Campania); Nello<br />
Fusaro (Piemonte); Denti, C. Mosca, B. Giubellini<br />
(Liguria); Bruno Zacchei (Veneto).<br />
EDITORIALE 1<br />
Con “questo” spirito<br />
e con “questo” sindacato<br />
Settimane particolarmente intense<br />
quelle che abbiamo vissuto di<br />
recente: rese ancora più “partecipate”<br />
dal momento assolutamente<br />
eccezionale che caratterizza il nostro<br />
Paese, la sua economia e stabilità produttiva<br />
così come l’economia e la stabilità<br />
produttiva dell’intero Pianeta.<br />
La chiamano “grande crisi” e a noi non<br />
interessa misurarne la portata sulla<br />
base di un raffronto con i “precedenti”<br />
del 1929: quello che più ci sembra<br />
urgente e necessario è come affrontare<br />
qui e subito una situazione che, se<br />
logorata ulteriormente, potrebbe farci<br />
cadere in una fase di non<br />
ritorno dalle conseguenze<br />
imprevedibili.<br />
E’ nello scenario di questi<br />
eventi che abbiamo dovuto<br />
affrontare, noi <strong>della</strong> <strong>Uiltrasporti</strong> così,<br />
come credo l’intero movimento sindacale<br />
del nostro Paese, alcuni problemi<br />
complessi e interdipendenti nella loro<br />
possibilità di soluzione e sui quali<br />
abbiamo il dovere di misurarci “mettendoci<br />
la faccia” e non tirandoci indietro.<br />
Non c’è dubbio che l’universo trasporti<br />
sia uno dei gangli vitali di questa analisi<br />
delle cose da fare, e l’avvio ad un<br />
discorso serio sul come affrontare la<br />
ristrutturazione dei diversi settori che la<br />
compongono sia propedeutico ad ogni<br />
provvedimento legislativo o contrattuale<br />
che voglia essere tempestivo ed<br />
efficace.<br />
Abbiamo aperto un discorso sul trasporto<br />
aereo e sulle prospettive <strong>della</strong><br />
nuova Alitalia, discorso non separabile<br />
da quello dell’intero settore aeroportuale<br />
italiano e per certi versi europeo.<br />
Ne abbiamo dibattuto a lungo (ne tro-<br />
verete l’eco nelle pagine seguenti)<br />
senza pretendere di possedere da soli il<br />
dono <strong>della</strong> “verità” ma ponendoci in<br />
un confronto aperto con Governo,<br />
forze sociali, aziende e territorio.<br />
Mentre questo giornale va in stampa, è<br />
in corso un altro “confronto dibattito”<br />
sul nuovo modello contrattuale <strong>della</strong><br />
viabilità e <strong>della</strong> mobilità del quale riferiremo<br />
nel prossimo numero.<br />
Temi, tutti, che toccano da vicino non<br />
soltanto aspetti di efficienza produttiva<br />
e di compatibilità economica ma<br />
anche dei diritti del lavoro e <strong>della</strong> cittadinanza<br />
connessi con l’azione sindacale<br />
e con la tutela degli<br />
interessi dei lavoratori e<br />
DI GIUSEPPE CARONIA<br />
<strong>della</strong> collettività.<br />
Abbiamo detto che noi su<br />
questi temi vogliamo<br />
metterci la faccia e per questo, chiaro e<br />
tondo, abbiamo espresse le nostre opinioni<br />
in proposito così come abbiamo<br />
fatto e stiamo facendo per le sorti<br />
<strong>della</strong> nostra flotta pubblica delle sue<br />
rotte, dei suoi problemi occupazionali<br />
problematiche queste, che nonostante<br />
la loro importanza per il Paese e nonostante<br />
il nostro impegno, vengono<br />
ignorate dal Governo che sembra non<br />
volersene affatto curare.<br />
Sono tutte problematiche sulle quali<br />
sarebbe bene, per il sindacato, andare<br />
uniti al confronto per far pesare di più<br />
il “valore lavoro” ma affinché ciò sia<br />
possibile occorre che alcune pregiudiziali<br />
ideologiche cedano il passo alla<br />
ragionevolezza ed al dialogo per poter<br />
affrontare i problemi nella loro vera<br />
consistenza.<br />
Certo è difficile conciliare il diavolo<br />
con l’acqua santa. Quando subentrano<br />
crisi che hanno momenti o anche<br />
PER LE STRADE D’EUROPA
2<br />
periodi di media-lunga durata, bisogna<br />
riuscire a conciliare situazioni in apparenza<br />
di difficile conciliazione: occupazione,<br />
livelli salariali, produttività,<br />
efficienza aziendale, garanzia dei diritti,<br />
salvaguardia delle regole comunitarie,<br />
competitività, fanno tutte parte di<br />
un risiko di cui soltanto un sindacato<br />
veramente riformista, laico, democratico,<br />
e disponibile al dialogo e al confronto<br />
può venirne a capo.<br />
In questo numero si ricorda anche il<br />
59° anniversario <strong>della</strong> nascita <strong>della</strong><br />
UIL: un sindacato che per ben più di<br />
mezzo secolo ha presentato costantemente<br />
tutte quelle caratteristiche.<br />
Intendiamo con questo sindacato e con<br />
questo spirito porci di fronte a questa<br />
sfida.<br />
Giuseppe Caronia<br />
Segretario Generale <strong>Uiltrasporti</strong><br />
Direttore Responsabile<br />
SANDRO DEGNI<br />
Redazione:<br />
Roma - Via di Priscilla, 101 - tel. 06.862671<br />
Autorizzazione del Tribunale di Roma<br />
n. 00445/92 del 14/07/1992<br />
Comitato di redazione:<br />
Enrico Cimmino, Santino Fortino,<br />
Salvatore Ottonelli, Angelo Patimo,<br />
Roberta Rossi<br />
Segreteria di redazione:<br />
Carola Patriarca<br />
Grafica e impaginazione:<br />
Franco Bottoni Studio<br />
e-mail: bottoni@imgbase.com<br />
Una copia Euro 2,00<br />
Abbonamento annuale Euro 22,00<br />
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Associato all’Unione<br />
Stampa Periodica Italiana<br />
EDIZIONI “PER LE STRADE D’EUROPA SRL - PIAZZA DELLA LIBERTÀ, 10 - ROMA<br />
STAMPA: LEGALL INDUSTRIA GRAFICA SRL - VIA ASCIANO, 9 - ROMA<br />
FINITO DI STAMPARE MARZO 2009<br />
PER LE STRADE D’EUROPA<br />
I CONVEGNI DELLA UILT<br />
IL MOMENTO<br />
DEL RILANCIO<br />
La Uilt si confronta con i problemi<br />
del trasporto aereo nel nostro Paese<br />
Qui è Rodi, qui salta… ricordate quel vecchio detto<br />
dei nostri padri? (Hic Rhodus hic Salta...). Ce lo ha<br />
fatto venire in mente il “titolo” con il quale la UIL<br />
ha voluto introdurre il suo convegno sul trasporto aereo: “Il<br />
Momento del Rilancio” dedicato essenzialmente alla “risorgente”<br />
Alitalia, ma che ha spaziato sull’intero settore del<br />
Trasporto Aereo. E in effetti dalla relazione del Segretario<br />
Generale <strong>della</strong> <strong>Uiltrasporti</strong>, Giuseppe Caronia, e dagli interventi (tutti ad alto livello,<br />
secondo il parere del Vostro Cronista) degli oratori che si sono succeduti si è<br />
potuto costatare il forte impegno di tutto il mondo del trasporto<br />
aereo del nostro Paese (ma non del solo mondo del<br />
trasporto aereo…) per uno “scatto in avanti” di tutti anche in<br />
costanza di una situazione difficile e dura per l’intero universo<br />
economico produttivo non soltanto italiano, ma,<br />
ormai, pressocchè planetario.<br />
Il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Senatore<br />
Altero Matteoli ha preso la parola al termine <strong>della</strong> relazione<br />
di Caronia, e al suo intervento hanno fatto seguito quelli dell’Amministratore Delegato<br />
di Alitalia, Ing. Rocco Sabelli, del Presidente dell’ENAC<br />
Prof. Vito Riggio, del Presidente Assaereo Ing.<br />
Fausto Cereti, del Presidente Assoclearance Dott. Carlo<br />
Griselli, del Prof. Marco Marazza, professore ordinario di<br />
Diritto del Lavoro, del Com.te Silano Manera, Direttore<br />
generale ENAC, del Prof. Bruno Franchi, Presidente dell’ANSV,<br />
del Generale Giuseppe Bernardis, Sotto Capo di<br />
Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare, del Dott. Guido<br />
Pugliesi, Amm.re Delegato ENAV e del Segretario Generale <strong>della</strong> UIL Luigi Angeletti<br />
che ha concluso i lavori coordinati e presieduti da<br />
Marco Veneziani Segretario Nazionale <strong>della</strong> <strong>Uiltrasporti</strong>.<br />
Nelle pagine seguenti diamo un’ampia sintesi degli interventi<br />
sin’ora pervenuti in redazione (gli altri cercheremo di<br />
pubblicarli nel prossimo numero). Ed il testo integrale <strong>della</strong><br />
relazione del Segretario Generale <strong>della</strong> <strong>Uiltrasporti</strong> Giuseppe<br />
Caronia.
I CONVEGNI DELLA UILT 3<br />
La relazione di Caronia<br />
Autorità, Gentili Ospiti, porgo a<br />
tutti Voi il nostro benvenuto e<br />
Vi ringrazio per essere intervenuti.<br />
Un ringraziamento particolare al<br />
Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture,<br />
Altero Matteoli che nonostante i<br />
suoi tanti impegni ha voluto oggi essere<br />
qui con noi.<br />
Ci auguriamo che questo nostro incontro<br />
possa costituire un’occasione importante<br />
per fare insieme, Istituzioni, Imprese,<br />
Sindacato ed Enti Regolatori, il punto<br />
<strong>della</strong> situazione, analizzare le difficoltà<br />
nelle quali ci si trova e ricercare le<br />
migliori soluzioni possibili nell’interesse<br />
dei lavoratori, delle imprese e del<br />
Paese.<br />
Abbiamo sempre creduto in un modello<br />
di relazioni industriali costruttivo e<br />
capace di permettere al sistema di lavorare<br />
unito per obiettivi comuni, ed è in<br />
questa logica che abbiamo organizzato<br />
questo nostro Convegno sul Trasporto<br />
Aereo.<br />
Lo scenario nel quale ci confrontiamo è<br />
caratterizzato da una forte congiuntura<br />
negativa, la crisi mondiale che si è<br />
abbattuta sull’economia ha determinato<br />
contraccolpi, se non veri e propri sconvolgimenti,<br />
nel sistema finanziario ed<br />
industriale globalizzato.<br />
Crollo <strong>della</strong> produzione, calo dell’occupazione<br />
e stagnazione dei consumi sono<br />
malanni ormai conosciuti e drammaticamente<br />
reali anche per quelle aree del<br />
pianeta fino a ieri con percentuali di crescita<br />
a due cifre.<br />
In particolare, per quanto riguarda il<br />
Trasporto Aereo, Stati Uniti, Sud Est<br />
Asiatico e Paesi del Golfo Persico, che<br />
nell’ultimo quinquennio hanno tirato la<br />
volata alla crescita esponenziale dei voli<br />
e degli ordini di aeromobili Boeing ed<br />
Airbus, stanno segnando una decisa battuta<br />
d’arresto.<br />
Il calo del fatturato è sensibile in tutto il<br />
mondo e la diminuzione dei ricavi mette<br />
in seria difficoltà le imprese, costrette a<br />
confrontarsi comunque<br />
con una concorrenza<br />
agguerrita e con un<br />
livello dei costi difficilmente<br />
comprimibile<br />
in tempi sincroni con il<br />
mercato.<br />
Le caratteristiche di<br />
business del trasporto<br />
aereo sono infatti tali<br />
da richiedere tempistiche<br />
di medio/lungo<br />
periodo sia per gli<br />
investimenti che per<br />
l’eventuale ridimensionamento degli<br />
assetti industriali, tempi che l’attuale<br />
crisi economica non ha lasciato agli operatori.<br />
Il ritardo con il quale, storicamente,<br />
l’Italia è riuscita a mettere in campo le<br />
riforme strutturali necessarie ad adeguarsi<br />
alla concorrenza globale, ci ha<br />
esposto maggiormente ai venti di crisi e,<br />
contemporaneamente, ha reso più difficile<br />
per i nostri operatori approfittare<br />
<strong>della</strong> ripresa dei mercati.<br />
Analizzando la situazione Italiana, balza<br />
immediatamente agli occhi, uno stato di<br />
difficoltà generalizzato di tutto il comparto<br />
del Trasporto Aereo.<br />
Vettori in crisi sia nel settore passeggeri<br />
che merci, calo di transiti negli aeroporti<br />
ed inevitabile conseguente sofferenza<br />
per tutto l’indotto di un settore che costituisce,<br />
da solo oltre l’uno per cento del<br />
Pil nazionale.<br />
L’unico indicatore in ascesa esponenziale,<br />
al momento, è quello relativo alle<br />
richieste di accesso agli ammortizzatori<br />
sociali.<br />
Il caso emblematico che racchiude in sé<br />
gli stilemi di una crisi annunciata è stata<br />
senza dubbio la vicenda Alitalia.<br />
Anni di immobilismo, di forte ingerenza<br />
<strong>della</strong> politica, di veti incrociati, di soluzioni<br />
tampone ed in ultimo, non certo<br />
per importanza, alcune responsabilità<br />
sindacali che, fatte le debite differenze,<br />
hanno condotto la compagnia di bandiera,<br />
un tempo fiore all’occhiello dell’Italia<br />
nel mondo, al punto di non ritorno.<br />
La difficile vertenza che ne è conseguita<br />
e che ha visto impegnato il Governo, la<br />
<strong>Uiltrasporti</strong> , il Sindacato in generale ed<br />
i lavoratori del Gruppo Alitalia ed Air<br />
One, può oggi essere considerata sulla<br />
via <strong>della</strong> risoluzione.<br />
Le criticità non sono ancora, ovviamente,<br />
del tutto superate ma la nuova Alitalia<br />
è viva, vola, e si confronta con il mercato<br />
dopo essere passata attraverso il<br />
commissariamento ed aver drammaticamente<br />
sfiorato il baratro del fallimento.<br />
Quello è stato il momento in cui è stato<br />
necessario assumersi la responsabilità di<br />
effettuare scelte di certo non facili e noi<br />
non ci siamo tirati indietro.<br />
Abbiamo assolto il principale e forse più<br />
importante compito del Sindacato cioè<br />
quello di raggiungere accordi e, nell’interesse<br />
dei Lavoratori e del Paese, grazie<br />
anche all’autorevole mediazione del<br />
Governo con il decisivo contributo del<br />
Sottosegretario alla Presidenza, Dott.<br />
Gianni Letta, che ancora una volta<br />
voglio ringraziare, abbiamo costruito e<br />
sottoscritto un’intesa che ha consentito<br />
di scongiurare la tragedia del fallimento,<br />
e garantito la rinascita di Alitalia con il<br />
mantenimento del salario per quanti<br />
sarebbero stati assunti dalla nuova Compagnia,<br />
e la garanzia di strumenti di<br />
PER LE STRADE D’EUROPA
4<br />
sostegno al reddito senza precedenti per<br />
quantità e per durata, per i lavoratori<br />
esclusi nell’immediato.<br />
La nostra Federazione con l’indispensabile<br />
sostegno <strong>della</strong> Confederazione e del<br />
suo Segretario Generale, Luigi Angeletti,<br />
si è fortemente spesa, affinché a tutte<br />
le categorie dei lavoratori di Alitalia,<br />
Piloti, Assistenti di Volo, Quadri, Funzionari<br />
Tecnici di linea e Personale di<br />
terra, fosse data una seconda opportunità<br />
ed al Paese non venisse a mancare la sua<br />
Compagnia di bandiera.<br />
Non possiamo però dimenticare che<br />
abbiamo vissuto mesi difficili, nei quali<br />
anche esprimere una opinione equilibrata<br />
e responsabile nei luoghi di lavoro era<br />
pretesto strumentalmente utilizzato da<br />
minoranze chiassose ed a volte violente<br />
per avvelenare il clima tra gli stessi colleghi.<br />
Sono stati momenti da dimenticare e<br />
sono convinto che il senso di responsabilità<br />
che ha prevalso e che ha guidato<br />
l’azione coordinata di Governo, Parti<br />
Sociali ed Enti regolatori, permettendo<br />
la ripartenza di Alitalia, costituisca un<br />
patrimonio di collaborazione che non<br />
dobbiamo assolutamente disperdere ma<br />
che, anzi, dobbiamo con perseveranza<br />
coltivare, affinché si assicuri quel riassetto<br />
del trasporto aereo che è fondamentale<br />
non solamente per il suo rilancio<br />
ma anche per la ripresa economica e<br />
sociale dell’intero Paese .<br />
E’ però indispensabile che si affrontino i<br />
nodi atavici del settore, partendo dalla<br />
gestione degli aeroporti, per evitare che<br />
politiche localistiche rendano il nostro<br />
sistema, da anni impegnato in lotte intestine<br />
campanilistiche, debole nei confronti<br />
dei competitori internazionali.<br />
Deve essere definitivamente individuato<br />
ed attuato un piano nazionale degli aeroporti<br />
che ci consenta di reggere la sfida<br />
con l’Europa e con i Paesi extraeuropei,<br />
soprattutto in vista <strong>della</strong> rivoluzione<br />
epocale portata dagli accordi Open<br />
Skies.<br />
Noi vogliamo continuare ad essere parte<br />
attiva del processo di rilancio del trasporto<br />
aereo italiano.<br />
Siamo una forza sociale responsabile<br />
PER LE STRADE D’EUROPA<br />
I CONVEGNI DELLA UILT<br />
con idee progressiste, lavoriamo per<br />
proporre soluzioni e per unire, piuttosto<br />
che per alimentare scontri e divisioni<br />
sempre dannosi per i lavoratori e per le<br />
imprese, senza però mai dimenticare le<br />
differenze dei ruoli di ognuno.<br />
Le Aziende devono mettere i Lavoratori<br />
nelle condizioni di poter condividere gli<br />
obiettivi ed i benefici che, una volta raggiunti,<br />
ne discendono.<br />
Il Sindacato, dal canto suo, deve essere<br />
pungolo per le imprese spingendole ad<br />
investire in strumenti produttivi e cresci-<br />
ta del personale e deve saper confrontarsi<br />
con le aziende in modo sempre meno<br />
conflittuale e sempre costruttivo.<br />
Ma anche quando il conflitto diventa<br />
inevitabile, questo deve essere efficacemente<br />
regolato in maniera da poter assicurare<br />
i necessari equilibri.<br />
Equilibrio tra il diritto di sciopero e tra<br />
quello alla mobilità. Ma non solo: equilibrio<br />
tra i diritti <strong>della</strong> maggioranza e<br />
quelli <strong>della</strong> minoranza.<br />
I lavoratori per primi e gli utenti non<br />
possono più pagare il prezzo del ricatto<br />
di minoranze irresponsabili che in ragione<br />
di una, sino ad ora, poco efficace<br />
regolamentazione del diritto di sciopero,<br />
hanno messo sotto scacco l’intero Paese<br />
e determinato un clima ostile nei confronti<br />
dell’intera categoria.<br />
Il sacrosanto strumento dello sciopero<br />
deve essere utilizzato con consapevolezza<br />
ed attuato solamente quando non è<br />
possibile difendere in altro modo i diritti<br />
collettivi dei lavoratori e mai per sostenere<br />
interessi o peggio privilegi corporativi<br />
che finiscono, tra l’altro per depotenziare<br />
e delegittimare l’azione sindacale.<br />
La nostra capacità, quindi, deve essere<br />
quella di saper coniugare la difesa di<br />
diritti sostanziali dei lavoratori con le<br />
esigenze dei processi di ristrutturazione,<br />
nella consapevolezza che la difesa dei<br />
diritti non si ottiene con l’immutabilità<br />
delle cose, ma con il loro adeguamento<br />
alle trasformazioni che si sono verificate<br />
nell’ambito <strong>della</strong> nostra società.<br />
Più saremo propositivi, più riusciremo<br />
ad innovare. Più difenderemo i diritti<br />
delle persone garantendo loro un sistema<br />
di protezione sociale e di tutele adeguato<br />
alla evoluzione <strong>della</strong> nostra società,<br />
più saremo capaci di realizzare il<br />
necessario equilibrio tra gli interessi che<br />
noi rappresentiamo, cioè quelli dei lavoratori,<br />
con gli interessi più generali del<br />
Paese.<br />
Salutiamo quindi con favore il disegno<br />
di legge delega relativo alla revisione<br />
del diritto di sciopero approvato dal<br />
Consiglio dei Ministri il 27 Febbraio<br />
scorso che se pur ha raccolto la sostanza<br />
delle nostre posizioni ed anche alcuni<br />
nostri suggerimenti come ad esempio lo<br />
“sciopero Virtuale”, modalità questa, a<br />
mio avviso, non sempre praticabile e che<br />
non può essere resa comunque obbligatoria,<br />
che la UIL propone dal lontano<br />
2001 e che la UILTRASPORTI ha praticato<br />
con successo in diverse occasioni<br />
proprio nel Trasporto Aereo, necessita<br />
comunque di approfondimenti (la “legge<br />
delega” lo permette).<br />
Siamo comunque contrari alla previsione<br />
<strong>della</strong> dichiarazione preventiva di adesione<br />
allo sciopero ed al ruolo, tutto da<br />
rivedere, <strong>della</strong> “Commissione per le<br />
relazioni di lavoro” nuova denominazione<br />
<strong>della</strong> “vecchia Commissione di
garanzia” le cui prerogative,<br />
negli anni, sono<br />
andate, a mio avviso,<br />
ben aldilà delle iniziali<br />
attribuzioni come cercherò<br />
in seguito di spiegare.<br />
Ed è in questa stessa<br />
logica di confronto<br />
costruttivo, lo sottolineiamo,<br />
che il Sindacato<br />
negli ultimi anni ha firmato,<br />
con il Governo,<br />
protocolli d’intesa di<br />
importanza fondamentale<br />
per il risanamento<br />
ed il rilancio del trasporto<br />
aereo, purtroppo<br />
mai concretamente realizzato, che hanno<br />
però costretto le lavoratrici ed i lavoratori<br />
di questo settore a sacrifici enormi,<br />
non più replicabili, che rischiano di<br />
andare perduti, se non finalizzati a prospettive<br />
certe e definitive di consolidamento<br />
e di sviluppo.<br />
Non è dunque più possibile incidere sul<br />
costo del lavoro ed occorre un impegno<br />
congiunto con l’obiettivo di reimpiegare<br />
il prima possibile i Lavoratori posti in<br />
Cigs; è giunto il momento, insomma, di<br />
vedere tutti gli altri “attori dello scenario<br />
del trasporto aereo” impegnati in uno<br />
sforzo simile a quello che i lavoratori<br />
hanno già fatto.<br />
Non v’è dubbio che il lavoro sia cambiato:<br />
accanto a nuclei sempre più ristretti<br />
di lavoratori a tempo indeterminato, ci<br />
sono lavoratori posti in cassa integrazione<br />
ed altri con i più diversi contratti di<br />
lavoro: part-time, tempo determinato,<br />
formazione lavoro, collaborazione coordinata<br />
e continuativa, e così via.<br />
Mi riferisco ad un fenomeno, ad un brutto<br />
fenomeno a mio avviso, quello di un<br />
precariato diffuso e spesso immotivato<br />
che tocca una buona parte del mercato<br />
del lavoro e quello del trasporto aereo in<br />
particolare, dove il precariato è una realtà<br />
esasperata: per buona pace di coloro<br />
che sostengono che in Italia non ci sia<br />
flessibilità!<br />
La flessibilità “sfrenata” non si coniuga<br />
però per niente con le regole <strong>della</strong> quali-<br />
I CONVEGNI DELLA UILT<br />
tà. Una flessibilità eccessiva pregiudica<br />
quel minimo di fedeltà e di continuità<br />
necessari nel rapporto tra il lavoratore e<br />
l’impresa.<br />
Poiché, soprattutto nel trasporto aereo,<br />
le aziende ed i vettori competeranno<br />
sulla base del parametro “qualitativo”, la<br />
flessibilità portata alle estreme conseguenze<br />
non sarà un fattore particolarmente<br />
indicato.<br />
Se un’azienda investe in formazione e<br />
crea professionalità, deve essere interessata<br />
a non perderne il valore e, di conseguenza,<br />
ad incentivare la nascita di<br />
nuove modalità di lavoro a tempo indeterminato.<br />
Il lavoro, comunque, era e<br />
rimane un elemento fondamentale di<br />
identificazione <strong>della</strong> persona nel suo<br />
rapporto con gli altri.<br />
Il settore del trasporto aereo ha subito<br />
negli ultimi anni una trasformazione<br />
profonda, ove la liberalizzazione dei<br />
mercati di pertinenza dei Vettori e dei<br />
Gestori aeroportuali ha messo in evidenza<br />
tutta la fragilità del sistema, per come<br />
questo ha risentito delle variazioni dei<br />
fattori di crescita economica e di stabilità<br />
politica sia a livello interno che globale.<br />
La nuova Compagnia di bandiera ha<br />
bisogno, per poter partire nel migliore<br />
dei modi ed aggredire il mercato, di operare<br />
in un contesto regolamentato e<br />
sano.<br />
Oggi, a differenza del passato, può muo-<br />
5<br />
versi seguendo solamente<br />
scelte di tipo<br />
industriale dettate dal<br />
razionale impiego di<br />
uomini e mezzi e utilizzando<br />
le infrastrutture<br />
più congeniali alle<br />
sue esigenze, senza<br />
dover più soddisfare<br />
tossiche richieste <strong>della</strong><br />
politica o di qualche<br />
sindacato o dover soccombere<br />
a spinte campanilistiche.<br />
Ma tutto ciò non è<br />
ancora sufficiente. E’<br />
fondamentale che il<br />
Governo dia la possibilità<br />
ad Alitalia, per consentirne il suo<br />
definitivo decollo, di lavorare in un contesto<br />
aeroportuale definito e regolamentato.<br />
Il sistema degli aeroporti esige una profonda<br />
rivisitazione.<br />
E’ necessario eliminare i fenomeni di<br />
campanilismo da cui deriva il cannibalismo<br />
tra strutture limitrofe che di fatto<br />
impediscono un esercizio di reti e traffico<br />
coerente e competitivo con gli scali<br />
europei, che continuano a prosperare<br />
anche grazie al continuo afflusso di passeggeri<br />
Italiani.<br />
Si deve capire che la raccolta dei flussi<br />
di passeggeri non potrà cosi mai essere<br />
concentrata come avviene in Francia,<br />
Germania ed Inghilterra.<br />
Vanno dunque identificati i bacini di<br />
riferimento ed individuate le missioni di<br />
ciascuna struttura, così come è stato<br />
fatto nel resto d’Europa.<br />
E’ necessario che l’organo politico attui<br />
una strategia che porti ad una pianificazione<br />
coerente con le necessità del<br />
nostro Paese.<br />
Si deve ben comprendere che le esigenze<br />
di mobilità del cittadino italiano, considerato<br />
che il potenziamento dei collegamenti<br />
terrestri è reso difficoltoso dalla<br />
impossibilità di dotarsi in tempi brevi di<br />
nuove infrastrutture quali strade, autostrade<br />
e linee ferroviarie, incredibilmente<br />
costose nel nostro Paese a causa anche<br />
degli ostacoli quali le Alpi o gli Appen-<br />
PER LE STRADE D’EUROPA
6<br />
nini, potranno essere soddisfatte solamente<br />
con il potenziamento del trasporto<br />
aereo e pertanto gli aeroporti vanno<br />
considerati infrastrutture indispensabili.<br />
La crisi economica ha schiacciato verso<br />
il basso i redditi <strong>della</strong> popolazione italiana<br />
e il risultato di una minore disponibilità<br />
economica delle famiglie si riscontra<br />
nella crescita <strong>della</strong> domanda di consumi<br />
a basso costo, che e ha portato al consolidamento<br />
delle compagnie low cost .<br />
Mantenere un atteggiamento passivo<br />
volto a dimostrare che il mercato è oramai<br />
povero, significherà assecondare<br />
sostanzialmente un’offerta di basso<br />
valore aggiunto, a vantaggio di vettori<br />
per lo più stranieri.<br />
Va da sé che il voler fare riferimento<br />
all’utilizzo di aeroporti esteri e compagnie<br />
straniere, come suggerito da alcuni<br />
opinionisti, che per usare un eufemismo<br />
possiamo aggettivare, “confusi”, non<br />
rappresenta certamente un risultato<br />
favorevole per il nostro paese.<br />
E’ inammissibile che in Italia ci siano<br />
compagnie primarie che pagano le previste<br />
tariffe e tasse aeroportuali ed altre,<br />
magari straniere, che ottengono forti<br />
sconti o addirittura non pagano nulla.<br />
In alcuni casi percepiscono addirittura<br />
incentivi economici per il solo fatto di<br />
collegare uno scalo dalle pretenziose<br />
speranze di sviluppo. Chiediamo, e crediamo<br />
di averne il diritto, una puntuale<br />
verifica da parte delle Istituzioni.<br />
Persino l’attività di Aviazione Generale,<br />
delle scuole di volo e delle aziende di<br />
lavoro aereo (soccorso, anti-incendio,<br />
agricolo, taxi, ecc.) è stata sempre<br />
immaginata come onerosa ed elitaria.<br />
Dell’aviazione Generale non è mai stato<br />
pienamente riconosciuto il formidabile<br />
ritorno per la collettività, senza considerare<br />
la ricaduta qualitativa ed economica<br />
che comporterebbe un pieno sviluppo in<br />
questo campo, in analogia con quanto<br />
recentemente avviato nel settore nautico<br />
diportistico.<br />
L’incentivazione dell’Aviazione Generale<br />
comporterebbe comunque vantaggi<br />
nello sviluppo dell’industria delle<br />
costruzioni aeronautiche (già forte di<br />
una storica presenza), nel campo <strong>della</strong><br />
PER LE STRADE D’EUROPA<br />
I CONVEGNI DELLA UILT<br />
ricerca, <strong>della</strong> tecnologia avanzata e <strong>della</strong><br />
componentistica, nello sviluppo di iniziative<br />
intermodali, turistiche, sociali,<br />
con un considerevole vantaggio occupazionale<br />
di tipo altamente qualificato.<br />
Torniamo sempre al medesimo punto<br />
critico: la mancanza di condivisione di<br />
strategie che portino al rilancio di questo<br />
importante settore.<br />
Anche le scuole di volo, che in molti<br />
casi rappresentano piccoli esempi di<br />
eccellenza organizzativa, hanno bisogno<br />
di muoversi all’interno di una struttura<br />
organica ed integrata nel Trasporto<br />
aereo Nazionale, per produrre occupazione<br />
ed apportare forze fresche ed innovative<br />
al sistema.<br />
A tale proposito ritengo fondamentale<br />
ricordare come la nostra Aeronautica<br />
Militare, per decenni fucina di altissime<br />
professionalità nel ruolo Piloti e Tecnici,<br />
non può più necessariamente essere considerata<br />
l’unica struttura a sopportare il<br />
peso ed il costo <strong>della</strong> formazione e dell’addestramento.<br />
Anch’essa deve fare fronte a sfide innovative<br />
che non possono più permettere<br />
la costante fuoriuscita di personale altamente<br />
qualificato a vantaggio dei settori<br />
civili.<br />
Il trasporto aereo deve insomma impara-<br />
re a camminare con le proprie gambe<br />
curandosi anche, alla stregua di altri settori<br />
altrettanto specializzati, <strong>della</strong> formazione.<br />
Uno dei temi più strettamente attinenti<br />
al ruolo di Sindacato è indubbiamente la<br />
trattativa contrattuale. In tale ambito il<br />
trasporto aereo non si smentisce e permane<br />
in testa alla classifica per carenza<br />
di innovazione.<br />
La <strong>Uiltrasporti</strong> da anni chiede che si<br />
affronti il tema del Contratto Nazionale<br />
per Piloti, Assistenti di Volo e Personale<br />
di terra.<br />
Un contratto che regoli le attività delle<br />
diverse professionalità che operano<br />
attorno al volo nel rispetto delle loro<br />
specificità, e che fornisca agli operatori<br />
un chiaro quadro di riferimento a tutela<br />
dei lavoratori e delle imprese che seriamente<br />
affrontano il mercato garantendo<br />
sicurezza e qualità.<br />
Abbiamo avanzato la richiesta di pervenire<br />
ad un Contratto Nazionale per tutto<br />
il personale di terra del trasporto aereo e<br />
delle attività aeroportuali che contempli<br />
quindi le specificità e le tipologie di attività<br />
così come previste dal decreto Legislativo<br />
18/99, nonché le altre svolte<br />
nelle compagnie aeree, e, in genere, nel<br />
settore aeroportuale.
La nostra richiesta, è rafforzata anche<br />
dall’esigenza di superare, attraverso un<br />
impianto capace di tutelare l’insieme del<br />
lavoro ed in una prospettiva di più<br />
ampio respiro, antiche logiche aziendali<br />
monopolistiche, inserite in un contesto<br />
liberalizzato.<br />
E’ necessario estendere la “clausola<br />
sociale”, strumento concreto ed esigibile<br />
per affrontare senza traumi il passaggio<br />
di attività e quindi di lavoratori tra<br />
aziende esercenti i servizi aeroportuali<br />
di assistenza a terra, garantire l’allineamento<br />
delle diverse condizioni e recuperare<br />
nel contempo aree di incertezza<br />
interpretativa o peggio di applicazione<br />
diversificata di uno stesso istituto nei<br />
vari scali italiani.<br />
Se pensiamo al rilancio del Trasporto<br />
Aereo non possiamo non avviare riflessioni<br />
su due questioni fondamentali<br />
quali la eccessiva<br />
conflittualità e la persistente<br />
frammentazione<br />
sindacale, entrambe strettamente<br />
intrecciate tra<br />
loro.<br />
Alla luce delle esperienze<br />
maturate nel corso degli<br />
anni, salutiamo con favore,<br />
come ho già detto<br />
prima l’intervento in atto,<br />
di revisione <strong>della</strong> legislazione<br />
sulla regolamentazione<br />
dell’esercizio di<br />
sciopero per gli evidenti<br />
limiti palesati nella sua<br />
applicazione pratica.<br />
A nostro giudizio, la normativa in materia<br />
aveva sostanzialmente fallito i propri<br />
obiettivi in quanto non era riuscita a<br />
coniugare le esigenze degli utenti con<br />
quelle dei lavoratori, non aveva assicurato<br />
pari dignità alle parti e non aveva<br />
ridotto la frammentazione sindacale.<br />
Un primo dato che si evidenziava, era la<br />
mancata tutela delle organizzazioni sindacali<br />
più rappresentative a causa <strong>della</strong><br />
rarefazione oggettiva che consentiva a<br />
qualsiasi associazione sindacale, prescindendo<br />
dalla propria rappresentatività,<br />
di prenotare la giornata per effettuare<br />
lo sciopero.<br />
I CONVEGNI DELLA UILT<br />
Un sistema che determina un indubbio<br />
vantaggio dei sindacati più corporativi<br />
che tendevano ad occupare molte delle<br />
date disponibili vietando, di fatto, alle<br />
organizzazioni confederali di praticare<br />
nei casi che lo richiedono, il diritto di<br />
sciopero (emblematico e clamoroso<br />
quanto accaduto in Enav dove, nel 2004,<br />
furono proclamati ben 112 scioperi, di<br />
cui solo 20 effettuati!).<br />
Non vi è dubbio, poi, che il problema<br />
principale sorto nella applicazione <strong>della</strong><br />
146/1990 concerne il ruolo <strong>della</strong> ormai<br />
ex Commissione di garanzia, oggi Commissione<br />
per le relazioni di lavoro, nella<br />
definizione delle regole da osservare<br />
nell’esercizio del diritto di sciopero.<br />
Al riguardo, è bene ricordare che il legislatore<br />
del 1990 aveva inteso affidare<br />
alle parti sociali la definizione delle<br />
regole dell’esercizio del diritto di sciopero<br />
rimettendo all’accordo tra le parti<br />
l’individuazione delle prestazioni indispensabili<br />
da garantire in occasione<br />
dello stesso e che, nell’impianto originario,<br />
la Commissione, in mancanza di<br />
accordo o di accordo valutato inidoneo,<br />
aveva solo un potere di proposta dei<br />
minimi di servizio da garantire.<br />
Al contrario, le innovazioni introdotte<br />
dalla legge 83/2000 hanno profondamente<br />
minato il potere normativo delle<br />
organizzazioni sindacali di definizione<br />
delle regole sullo sciopero, attribuendo<br />
alla provvisoria regolamentazione <strong>della</strong><br />
7<br />
Commissione una funzione sostitutiva<br />
dell’accordo con ciò espropriando le<br />
stesse organizzazioni sindacali del potere<br />
di dettare le regole sullo sciopero ed<br />
altrettanto concretamente l’equilibrio fra<br />
le parti in conflitto. Nel prosieguo <strong>della</strong><br />
sua attività, la Commissione ha, a mio<br />
avviso, ulteriormente occupato spazi<br />
interpretativi che non le competevano.<br />
Occorre quindi che il disegno di legge<br />
delega, riprenda lo spirito iniziale che<br />
portò nel 1990 alla introduzione <strong>della</strong><br />
legge sulla regolamentazione dell’esercizio<br />
del diritto di sciopero rafforzando<br />
tutta la fase relativa alla prevenzione del<br />
conflitto ed alla sua regolazione.<br />
Nelle aziende dei servizi pubblici e non<br />
solo in quelle del trasporto si assiste purtroppo<br />
ad una vera e propria “atomizzazione<br />
<strong>della</strong> rappresentanza”. Non comprendiamo<br />
pertanto e per<br />
inciso perché la “riforma”<br />
debba interessare solamente<br />
questo settore.<br />
Tuttavia non possiamo<br />
disconoscere la necessità<br />
di intervento nel comparto<br />
dei trasporti in generale<br />
ed del trasporto aereo in<br />
particolare considerato<br />
che in quest’ultimo vi<br />
operano o operavano<br />
decine di sigle sindacali<br />
che si contendevano spazio<br />
politico e ruolo contrattuale<br />
con la conseguenza<br />
di avere “scioperi<br />
a sciame”, “effetto alone”<br />
sulla stampa e un elevato impatto negativo<br />
sull’opinione pubblica.<br />
Ma a tutto ciò speriamo possa efficacemente<br />
porre rimedio la riforma in atto.<br />
Se pensiamo al rilancio del trasporto<br />
aereo non possiamo non avviare una<br />
importante riflessione sull’ ENAC<br />
Abbiamo più volte sottolineato l’importanza<br />
dell’assetto normativo e <strong>della</strong> necessaria<br />
organizzazione delle funzioni di controllo:<br />
l’Ente Nazionale dell’Aviazione<br />
Civile, è ai sensi del codice <strong>della</strong> navigazione,<br />
l’unica autorità di regolazione tecnica,<br />
certificazione, vigilanza e controllo<br />
sull’intero settore dell’aviazione civile.<br />
PER LE STRADE D’EUROPA
8<br />
Siamo convinti che l’ENAC nello svolgimento<br />
<strong>della</strong> propria attività istituzionale<br />
di regolazione e controllo nel settore<br />
debba essere il promotore dello sviluppo<br />
dell’Aviazione Civile, garantendo<br />
al paese, in particolare agli utenti e alle<br />
imprese, la sicurezza dei voli, la tutela<br />
dei diritti, la qualità dei servizi e l’equa<br />
competitività nel rispetto dell’ambiente.<br />
È fondamentale che l’ENAC rivolga<br />
l’attenzione ai cittadini specie sulla qualità<br />
dei servizi offerti ai passeggeri i cui<br />
bisogni costituiscono la vera “mission”<br />
dell’Ente.<br />
L’Ente è uno dei principali attori dell’azione<br />
di sviluppo dell’Aviazione<br />
Civile sia nell’ambito nazionale che<br />
internazionale e tale azione deve essere<br />
perseguita attraverso una forte collaborazione<br />
di tutti i soggetti coinvolti, istituzioni,<br />
operatori del settore e forze<br />
sociali.<br />
L’ENAC, al fine di svolgere la missione<br />
istituzionale affidatagli, deve essere<br />
dotato di maggiori risorse umane e<br />
mezzi finanziari.<br />
La sua struttura deve essere in grado di<br />
formare una compagine capace ed autorevole,<br />
in grado di individuare e sostenere<br />
le migliori strategie per lo sviluppo<br />
nazionale ed internazionale dell’Ente,<br />
superando i momenti di grande sofferenza,<br />
frammentazione ed incertezza che<br />
caratterizzano l’attuale panorama del<br />
trasporto aereo.<br />
Alcuni passi in avanti sono stati compiuti<br />
negli ultimi anni relativamente ad<br />
alcune delicate materie,<br />
giungendo ad una più chiara<br />
definizione delle competenze<br />
delle parti coinvolte ovvero<br />
il Ministero, l’ENAC,<br />
ENAV e Gestori Aeroportuali.<br />
In particolare le ultime decisioni<br />
legislative, che affidano<br />
all’ENAC il ruolo di<br />
unico soggetto di regolazione,<br />
vigilanza e controllo nel<br />
settore del trasporto aereo,<br />
hanno rappresentato un<br />
primo passo in senso migliorativo.<br />
PER LE STRADE D’EUROPA<br />
I CONVEGNI DELLA UILT<br />
Appare palese come il rafforzamento del<br />
ruolo dell’Ente sia cruciale e debba<br />
necessariamente passare attraverso una<br />
rivalutazione dell’autonomia decisionale<br />
e gestionale ed una valorizzazione delle<br />
risorse interne .<br />
Nell’ ambito del panorama europeo e<br />
delle competenze sempre più numerose<br />
trasferite dalle Autorità nazionali all’EA-<br />
SA, Agenzia Europea per la Sicurezza<br />
del Volo, si avverte la pressante esigenza<br />
di garantire nel nostro Paese, una forte<br />
accelerazione nel processo di completa<br />
adozione <strong>della</strong> normativa internazionale<br />
e delle procedure ad essa collegate.<br />
Un esempio su tutti. Dopo anni non si è<br />
ancora provveduto al recepimento <strong>della</strong><br />
normativa FCL 3 in materia di requisiti<br />
psicofisici per il personale navigante e<br />
l’ENAC, competente in materia , non si è<br />
ancora dotato di una sezione di medicina<br />
aeronautica attraverso la quale svolgere<br />
le competenze affidate all’Ente in materia<br />
medica.<br />
Auspichiamo che attraverso opportuni<br />
provvedimenti organizzativi, si provveda<br />
rapidamente a recuperare il divario con<br />
l’Europa.<br />
Sempre a livello europeo ricordiamo che<br />
è stata emanata una Direttiva che ha<br />
come obiettivo quello di definire un quadro<br />
comune di regole e principi che<br />
disciplini gli aspetti fondamentali <strong>della</strong><br />
regolazione tariffaria e di dettare principi<br />
comuni per la definizione e riscossione<br />
dei diritti aeroportuali negli aeroporti<br />
Comunitari.<br />
Tale direttiva prevede che i Governi nazionali<br />
designino un’Autorità indipendente di<br />
vigilanza responsabile <strong>della</strong> corretta applicazione<br />
delle misure previste, e a nostro<br />
avviso tale Autorità non può che essere<br />
l’ENAC.<br />
L’Autorità di vigilanza può avvalersi di un<br />
sistema di finanziamento che comprenda<br />
l’imposizione di diritti a carico degli utenti<br />
degli aeroporti e dei gestori e fissa procedure,<br />
condizioni e criteri non discriminatori,<br />
trasparenti e obiettivi per la risoluzione<br />
delle controversie in caso di disaccordo<br />
tra gestori aeroportuali e vettori.<br />
Tale previsione consentirebbe di rivedere<br />
il ruolo dell’ENAC accentrando in capo ad<br />
esso altre funzioni oltre a quelle già previste<br />
dal decreto legislativo 250/1997 istitutivo<br />
dell’Ente.<br />
Il nuovo contesto normativo delineatosi a<br />
seguito delle innovazioni prodotte dal<br />
mutato scenario internazionale esige che<br />
l’ENAC, sottoposto alla vigilanza del<br />
Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti,<br />
assuma sempre di più la configurazione<br />
di un Ente cui viene affidata l’attuazione<br />
degli indirizzi elaborati in sede<br />
governativa ma al contempo, che sia dotato<br />
di maggiore autonomia.<br />
In conclusione proponiamo con convinzione<br />
che tale maggiore autonomia si concretizzi<br />
attraverso:<br />
• Adeguata flessibilità delle risorse<br />
umane;<br />
• Maggiori poteri ispettivi sui soggetti<br />
vigilati;<br />
• Autofinanziamento.<br />
In assenza di tali provvedimenti,<br />
le scelte governative<br />
sopratutto in materia economica<br />
continueranno a vincolare<br />
fortemente l’operatività<br />
dell’Ente che sarà costretto a<br />
svolgere le proprie funzioni<br />
in maniera precaria e senza<br />
la possibilità di incidere sull’intero<br />
settore.<br />
Poiché non è nostro desiderio<br />
che il Trasporto Aereo<br />
Italiano abbia un ruolo<br />
subordinato rispetto agli altri<br />
Paesi Europei, continueremo<br />
a batterci affinché l’ENAC
sia all’altezza del contesto europeo e<br />
internazionale .<br />
Anche per Agenzia Nazionale Sicurezza<br />
Volo valgono alcune considerazioni<br />
fatte per l’ENAC, ovvero la necessità di<br />
un cambiamento strutturale ed organizzativo<br />
che garantisca maggiore autonomia.<br />
Negli ultimi anni non abbiamo registrato<br />
alcun provvedimento in grado di<br />
rilanciare in modo efficace l’azione dell’ANSV<br />
che continua, con notevoli difficoltà,<br />
a garantire lo svolgimento di<br />
compiti istituzionali, malgrado il notevole<br />
sotto-organico.<br />
Con accenti sostanzialmente positivi e<br />
dulcis in fundo parliamo di ENAV Ente<br />
Nazionale di Assistenza al Volo, che<br />
negli ultimi anni si è saputo dare un<br />
indirizzo internazionale e dimostra oggi<br />
un capillare presidio del sistema.<br />
Con la sottoscrizione del rinnovo del<br />
Contratto di lavoro 2008-2011, si è raggiunto<br />
un importante obiettivo, che ha<br />
soddisfatto le attese dei lavoratori e dell’azienda.<br />
Questi risultati sono stati raggiunti grazie<br />
ad un clima collaborativo che nasce<br />
da anni di relazioni industriali basate sul<br />
rispetto e sulla correttezza reciproca,<br />
che solo un grande Sindacato ed una<br />
grande azienda possono instaurare.<br />
Abbiamo, insieme al management<br />
aziendale, istituito “l’Osservatorio<br />
Nazionale”, un istituto che coinvolge il<br />
Sindacato nei processi organizzativi, e<br />
ci permetterà di partecipare alle politiche<br />
economiche, di investimento, di sviluppo<br />
e di indirizzo <strong>della</strong> stessa.<br />
Vorrei, nel concludere questo mio, forse<br />
lungo ma spero non troppo noioso,<br />
intervento, auspicare che, grazie anche a<br />
questa giornata di lavori, si riesca a<br />
stringere un patto forte tra tutte le parti<br />
interessate affinché lo slogan di questo<br />
nostro convegno possa diventare una<br />
realtà e segni davvero il momento del<br />
rilancio del trasporto aereo e, permettetemi<br />
questa nota di ottimismo, <strong>della</strong><br />
ripresa economica e sociale del nostro<br />
Paese.<br />
Grazie per l’attenzione che avete voluto<br />
concedermi.<br />
I CONVEGNI DELLA UILT<br />
L’intervento del<br />
Ministro Matteoli<br />
Sono molto contento di partecipare a<br />
questo incontro, perché mi da’<br />
l’opportunità di fare, con voi, il<br />
punto <strong>della</strong> situazione e scambiarci le<br />
idee su come operare, anche alla luce dell’ampia<br />
relazione di Caronia.<br />
Sono grato alla Uil Trasporti che, proseguendo<br />
una consolidata tradizione di<br />
impegno sociale e civile, ci invita a riflettere<br />
sulle prospettive del trasporto aereo<br />
nel nostro Paese e sulle scelte fondamentali<br />
da compiere per ridare certezza, qualità,<br />
competitività, ad un sistema fondamentale<br />
per la mobilità dei cittadini.<br />
Un sistema che sta attraversando una<br />
lunga fase di travaglio e incertezza.<br />
E’ proprio questa fase di travaglio - per<br />
molti aspetti dolorosa e, certo, controversa<br />
che si è conclusa il 12 gennaio scorso -<br />
che ci costringe a uscire dalla logica delle<br />
denunce, dalla sterile contrapposizione e<br />
ci sprona a decidere, a deliberare su quali<br />
problematiche sia opportuno intervenire<br />
e quali strumenti applicare per una revisione<br />
delle norme, adeguando comportamenti,riqualificando<br />
il pubblico ed il<br />
privato.<br />
Il Governo ha l’onore<br />
e l’orgoglio di<br />
avere portato a positiva<br />
soluzione la<br />
crisi Alitalia, e dà<br />
atto volentieri alle<br />
parti sociali, ai sindacati<br />
confederali,<br />
all’azienda integralmente<br />
privata che è<br />
subentrata alla vecchia<br />
e ormai dissestata<br />
Alitalia statale,<br />
agli enti di controllo,<br />
in particolare ad<br />
ENAC e soprattutto<br />
alla stragrande mag-<br />
9<br />
gioranza dei lavoratori, di aver segnato<br />
un punto rilevante in una partita difficile,<br />
il cui esito poteva essere molto negativo<br />
per l’immagine del Paese e per la concreta<br />
sorte del settore.<br />
Il Governo, a cominciare dal Presidente<br />
del Consiglio, ha svolto in questa vicenda<br />
un compito doveroso e difficile e si è<br />
assunto, diversamente da altri, l’onere di<br />
decidere al termine di un dibattito sempre<br />
aperto, ampio e partecipato.<br />
Una decisione così difficile - come quella<br />
di privatizzare senza perdere il riferimento<br />
alla dimensione nazionale e non per<br />
ragioni puramente patriottiche, ma perché<br />
il Paese è autorevole se non perde<br />
terreno nei settori più avanzati - non si<br />
sarebbe ottenuta senza la cooperazione di<br />
tutti.<br />
E di questo consentitemi ancora una<br />
volta di ringraziare il Commissario Tajani<br />
che ha svolto con rigore ed imparzialità<br />
il suo compito nell’interesse comune<br />
dell’Europa e del nostro Paese.<br />
Ma veniamo al merito delle questioni<br />
urgenti che dobbiamo<br />
affrontare con la<br />
stessa determinazione<br />
che abbiamo<br />
mostrato già nel settore<br />
degli investimenti<br />
in infrastrutture<br />
per il rilancio<br />
dell’economia in<br />
una fase tra le più<br />
difficili del dopoguerra.<br />
Una prima questione<br />
è posta dal dato<br />
sul calo del trasporto<br />
aereo merci e parzialmente<br />
anche di<br />
quello passeggeri.<br />
La IATA, ottimamente<br />
guidata da<br />
PER LE STRADE D’EUROPA
10<br />
Giovanni Bisignani, ci informa che il<br />
calo del mese di dicembre relativamente<br />
al settore merci è stato di oltre il 20%.<br />
Molto di più che nel settembre 2001<br />
quando tutto il mondo venne paralizzato<br />
dalla violenza terroristica.<br />
La ripresa potrà avvenire prima se tornerà<br />
la fiducia dei mercati e degli investitori.<br />
Compito, questo, che il governo italiano,<br />
d’intesa con i governi europei e con una<br />
ampia concertazione internazionale, sta<br />
perseguendo con ogni cura e con tutti i<br />
mezzi che le finanze pubbliche e le regole<br />
comunitarie mettono a disposizione.<br />
C’è infatti una strettissima correlazione<br />
tra l’andamento dell’economia e quello<br />
del settore del trasporto aereo.<br />
Inoltre, al di là <strong>della</strong> recessione, si registra<br />
un forte rallentamento dell’economia<br />
cinese e di quella indiana, finora<br />
principali artefici <strong>della</strong> forte ripresa dell’ultimo<br />
triennio.<br />
Questo significa anche una riduzione<br />
degli ordinativi degli aeromobili prevista<br />
dalle aziende del settore, sostanzialmente<br />
un duopolio europeo-americano in cui<br />
l’Italia, come è noto, partecipa in maniera<br />
determinante attraverso aziende<br />
all’avanguardia nella componentistica<br />
avanzata e nella produzione specialistica<br />
di settore.<br />
Siamo preoccupati per le conseguenze di<br />
tale rallentamento e per questa ragione<br />
dobbiamo attuare insieme una politica di<br />
investimenti in ricerca e formazione,<br />
attraverso la sinergia tra Governo e parti<br />
sociali, affinché il comparto tenga e si<br />
rilanci.<br />
E’ necessario sostenere la nostra produzione,<br />
favorire la ricerca aerospaziale,<br />
investire sull’ingegnosità ed i saperi specialistici<br />
delle nostre università ed aziende<br />
di settore, per non trovarsi nelle secche<br />
dei mancati investimenti quando la<br />
crisi sarà superata.<br />
Nel campo internazionale questo comporta<br />
che la concertazione dovrà essere<br />
attuata attraverso intese e accordi bilaterali<br />
che un tempo furono veicolo di<br />
comunicazione tra Stati ed oggi, dopo<br />
l’Open Sky con gli USA e con il Canada,<br />
diventeranno la porta d’accesso ai mercati<br />
internazionali con robuste dosi di<br />
PER LE STRADE D’EUROPA<br />
I CONVEGNI DELLA UILT<br />
liberalizzazione tra le grandi aree del<br />
mondo.<br />
Noi stiamo facendo la nostra parte, come<br />
già avevamo fatto, direttamente e tramite<br />
l’ENAC, con la concessione di autorizzazioni<br />
provvisorie in attesa <strong>della</strong> formalizzazione<br />
degli accordi.<br />
Il Ministero degli Affari Esteri e quello<br />
delle Infrastrutture e dei Trasporti, che<br />
ho l’onore di guidare, lavoreranno con<br />
sempre maggior impegno per aprire, stimolare<br />
e rilanciare il traffico sia merci<br />
sia passeggeri.<br />
E’ anche giunto il tempo di verificare<br />
l’attendibilità attuale dei piani di investimento,<br />
di dare poteri sanzionatori in caso<br />
di inadempimento, di disegnare un piano<br />
nazionale degli aeroporti cui l’ENAC,<br />
con fondi ministeriali, sta già lavorando.<br />
Tra l’andamento<br />
dell’economia e quello<br />
del settore del trasporto<br />
aereo esiste una stretta<br />
correlazione<br />
Si tratti pure di una programmazione<br />
meramente indicativa, tuttavia è essenziale<br />
che si esca dal municipalismo in<br />
una materia così vasta e complessa. Sollecito<br />
dunque ENAC a presentarmi il<br />
piano che dovrà essere discusso ampiamente<br />
in tempi certi per divenire la<br />
nuova road map del trasporto aereo alla<br />
ricerca di più valore, di più efficienza e<br />
di maggiore caratura industriale.<br />
Dobbiamo anche ricostruire e dare centralità<br />
al passeggero e l’ulteriore stimolo<br />
ci viene dalla nuova direttiva europea in<br />
materia di tariffe aeroportuali, che va<br />
affidata ad un’autorità indipendente.<br />
Semplificare, aprire, accelerare, in modo<br />
da avere non solo certezza di entrate e,<br />
quindi, maggiore possibilità di investimento,<br />
ma dosando ogni variazione tariffaria<br />
in rapporto alla soddisfazione del<br />
cliente.<br />
E’ del tutto evidente, infatti, che la sicurezza<br />
e la qualità dei servizi resi al passeggero<br />
devono restare il faro principale<br />
dell’azione tecnica e dell’indirizzo politico<br />
ministeriale.<br />
La cultura dell’accoglienza, che non è<br />
solo imposta dalla dura legge del mercato,<br />
deve essere un valore irrinunciabile<br />
<strong>della</strong> persona e del suo diritto alla mobilità,<br />
al lavoro, al commercio nel senso<br />
più alto dell’espressione, come scambio<br />
non solo di oggetti e beni, ma anche di<br />
culture, di valori, di desideri e di conquiste.<br />
Infine, devo rammentare che l’Enac è<br />
riuscita in questo primo decennio a mettere<br />
in campo competenza e cooperazione<br />
istituzionale, sempre attenta e limpida<br />
nei confronti del Ministro vigilante.<br />
Non era facile far nascere un nuovo<br />
organismo da due storie così radicate,<br />
l’una nella cultura amministrativa dell’aviazione<br />
civile e l’altra in quella tecnologica<br />
delle certificazioni del registro<br />
aeronautico.<br />
Ma oggi, anche qui, bisogna andare<br />
avanti per realizzare veramente l’Autorità<br />
unica del settore, anche attraverso una<br />
rivisitazione normativa che colga lo<br />
spunto <strong>della</strong> direttiva comunitaria per<br />
aggiornare funzioni, competenze e<br />
soprattutto la flessibilità di impiego.<br />
Una riforma che certamente include<br />
l’Enac, ma riguarderà tutto il settore.<br />
Anche per esso la politica dovrà svolgere<br />
il suo precipuo compito di servizio e di<br />
tutela dell’interesse generale.<br />
Vi assicuro che accoglierò con molto<br />
favore ogni vostro suggerimento e il mio<br />
impegno sarà teso a risolvere le problematiche<br />
in un’azione condivisa e concertata,<br />
per il rilancio del settore.<br />
In conclusione, condivido le considerazioni<br />
di Caronia sul disegno di legge che<br />
intende innovare la materia che regolamenta<br />
gli scioperi. Fa piacere che una<br />
parte importante del sindacato intenda<br />
confrontarsi con il governo ed il Parlamento<br />
per dare al Paese una norma<br />
moderna che impedisca al settore dei<br />
trasporti di rimanere preda e, quindi,<br />
bloccato dalle innumerevoli ed irrazionali<br />
proteste ed astensioni dal lavoro<br />
spesso immotivate ed utili solo all’interesse<br />
di pochi e che colpiscono, fino ad<br />
annullarlo, l’interesse generale dei cittadini<br />
privati del sacrosanto diritto alla<br />
mobilità.
I CONVEGNI DELLA UILT 11<br />
Rocco Sabelli alla tribuna<br />
Cauto ottimismo, e determinata<br />
volontà di operare, bene e subito,<br />
nelle parole del A.D. di Alitalia,<br />
Ing. Rocco Sabelli. E’ una partita,<br />
(ha esordito così il suo intervento) che<br />
Alitalia si può giocare e vincere se saremo<br />
tutti attenti e collaborativi a portare<br />
avanti il “progetto”. Nei primi 50 giorni<br />
ha detto l’A.D. abbiamo trasportato<br />
circa 60 mila passeggeri (29.065 Alitalia,<br />
29.065 Airone) ed abbiamo garantito<br />
al 98% la regolarità dei nostri voli. C’è<br />
costato uno sforzo, che pensiamo sia<br />
valsa la pena, far volare aerei anche<br />
vuoti o non sufficientemente pieni pur di<br />
mantenere integra l’immagine e la fiducia<br />
nella Compagnia. Devo dire ha proseguito<br />
Sabelli che se non fossero stati<br />
assunti tempestivamente, già alcuni<br />
mesi fa, i provvedimenti presi di carattere<br />
industriale e sociale (ammortizzatori<br />
sociali in primis) oggi alla luce <strong>della</strong><br />
crisi non sarebbe stato possibile erogarli.<br />
Dobbiamo far tesoro di questo “vantaggio”:<br />
e a proposito <strong>della</strong> crisi l’A.D. di<br />
Alitalia ha ricordato i dati I.A.T.A.<br />
secondo i quali il 2008 si è chiuso con il<br />
12% di perdite del trasporto aereo mondiale<br />
(8 miliardi di euro: 1 miliardo<br />
riguarda Alitalia).<br />
C’è stato un ridimensionamento mondiale<br />
dovuto alla “grande crisi”, noi lo<br />
avevamo avuto con qualche mese di<br />
anticipo… Dopo aver definito “terribili”<br />
i primi 50 giorni di Alitalia, Sabelli si è<br />
spinto a dire: “adesso va meglio, (i primi<br />
giorni di Marzo abbiamo raggiunto il<br />
60% di load factor) cominciamo a riempire<br />
gli aerei”, siamo pronti a misura di<br />
“concorrenza” sul mercato, offerta<br />
nuova sulle tariffe, taglio dei costi più<br />
attuabili, prezzi più bassi, ripristino<br />
delle frecce alate, introduzione di 2<br />
nuovi aerei al mese, in un anno faremo 1<br />
miliardo di nuovi investimenti.<br />
L’A.D. di Alitalia ha toccato il tema<br />
delicato (e spinoso…) <strong>della</strong> concorrenza<br />
con F.S. specificando quanto è in procinto<br />
di fare la Compagnia, specie per<br />
quanto riguarda la Roma-Milano.<br />
Stiamo lavorando su due fronti. Il<br />
primo, logistico, che ha come obiettivo<br />
la riduzione dei tempi di viaggio, intervenendo<br />
sui tempi morti a terra. Stiamo<br />
lavorando con Aeroporti di Roma e SEA<br />
per mettere in piedi sia varchi d’ingresso<br />
che banchi d’accettazione dedicati solo<br />
a questa tratta. Puntando anche a imbarcare<br />
i passeggeri dai cosiddetti “finger”,<br />
evitando il trasferimento in bus. “Con<br />
queste mosse stimiamo di recuperare<br />
20-25 minuti”.<br />
L’altro cantiere aperto è quella di una<br />
completa rivoluzione tariffaria, con l’introduzione<br />
di una serie di tariffe low<br />
cost per il servizio tra Linate e Fiumicino.<br />
Le tariffe più basse (i prezzi per i<br />
viaggi nel week-end sono già calati di<br />
molto) sarebbero riservate a chi prenota<br />
Amministratore delegato di Alitalia<br />
in anticipo di tre-quattro giorni, puntando<br />
sui voli (di solito quelli a metà giornata)<br />
che tradizionalmente viaggiano<br />
con coefficienti di riempimento più<br />
basso.<br />
Non sono mancati, nell’intervento di<br />
Sabelli i riferimenti allo stato delle<br />
“relazioni industriali” dell’Azienda. Ed<br />
il discorso è scivolato sul “comportamento”<br />
tenuto dai sindacati che a parere<br />
dell’Amministratore Delegato debbono<br />
essere “orgogliosi” del loro fecondo<br />
apporto alla soluzione <strong>della</strong> vertenza<br />
Alitalia, ma c’è di più, ha aggiunto: se<br />
oggi si può parlare di nuove regole sullo<br />
sciopero e di maggiore trasparenza dei<br />
comportamenti nonché sulla necessità di<br />
stabilire norme chiare sulla rappresentanza<br />
sindacale, tutto questo si deve<br />
anche ai comportamenti responsabili<br />
tenuti dalle parti sociali in esito ai problemi<br />
insorti in questo essenziale e strategico<br />
settore.<br />
PER LE STRADE D’EUROPA
12<br />
L’intervento di<br />
Desidero innanzitutto ringraziare<br />
la UIL per l’invito a questo interessante<br />
confronto sulle problematiche<br />
del settore del trasporto aereo,<br />
ed un ringraziamento particolare a Caronia<br />
per le sue parole di apprezzamento<br />
nei confronti di ENAV.<br />
A chi parla tra gli ultimi è fatto obbligo<br />
di essere sintetico ed io cercherò di attenermi<br />
a questo.<br />
Il titolo del convegno parla di rilancio e<br />
la voglia di rilancio non è soltanto un<br />
ovvio auspicio, ma anche il modo<br />
migliore per rispondere attivamente a<br />
questa profonda crisi, che non è solo italiana<br />
ma mondiale; condivido quanto<br />
detto da Sabelli, che questa crisi appare<br />
sottovalutata.<br />
Crisi che sta fortemente deteriorando<br />
i volumi di traffico e<br />
“minando” di conseguenza<br />
l’equilibrio economico di tutti<br />
gli operatori del settore, ENAV<br />
compresa . Ricordo che ENAV<br />
vive con i corrispettivi dei servizi<br />
resi, e non ha sostanzialmente<br />
contributi dallo Stato.<br />
Dai dati di traffico infatti emerge,<br />
soprattutto nell’ultimo trimestre<br />
del 2008, una decisa e<br />
repentina contrazione <strong>della</strong><br />
domanda a livello mondiale<br />
che ha portato, per i soli vettori,<br />
una perdita di circa 8 miliardi<br />
di dollari nel 2008. Ed è proprio<br />
in relazione a tale trend<br />
che IATA ha rivisto nei giorni<br />
scorsi le stime di traffico, riducendo<br />
di ben 12 punti percentuali<br />
la precedente previsione<br />
di crescita per il prossimo biennio<br />
2009-2010: la peggiore previsione<br />
degli ultimi 50 anni.<br />
Comunque IATA prevede che<br />
la domanda riprenderà il trend<br />
I CONVEGNI DELLA UILT<br />
Guido Pugliesi<br />
PER LE STRADE D’EUROPA<br />
positivo di crescita a partire dal 2011:<br />
cosa naturalmente auspicata da tutti noi.<br />
In Italia poi la crisi é ancora più pesante,<br />
perché alla crisi mondiale si sommano<br />
gli effetti <strong>della</strong> vicenda Alitalia.<br />
Un dato significativo di questa congiuntura<br />
è rappresentato dal confronto<br />
dicembre 2008-dicembre 2007 del traffico<br />
gestito da ENAV, che si è ridotto<br />
del 14,5%, con un numero di voli Alitalia,<br />
fatturati da EUROCONTROL (e<br />
quindi un dato ufficiale) diminuiti del<br />
58%. Ricordo che ENAV tiene conto del<br />
volato e non del numero dei passeggeri.<br />
Un ulteriore motivo di criticità è la concorrenza<br />
del treno ad Alta Velocità: è<br />
notizia di questi giorni che sul volo<br />
Roma – Linate si imbarcano 2mila pas-<br />
Amministratore delegato Enav<br />
seggeri in meno al giorno, a favore dei<br />
treni veloci.<br />
Mi stupisce peraltro che questa concorrenza<br />
sia stata scoperta solo ora: da<br />
tempo si sapeva che la TAV stava arrivando.<br />
Mi è comunque piaciuto ascoltare<br />
da Sabelli come Alitalia sta reagendo<br />
a questa concorrenza, così da migliorare<br />
tutto il sistema.<br />
Per fare fronte a questa<br />
situazione cosa stiamo facendo<br />
noi come ENAV?<br />
1) innanzitutto stiamo continuando nell’opera<br />
di efficientamento che ci ha<br />
consentito di ridurre i costi operativi di<br />
parecchio negli ultimi 5 anni, con una<br />
conseguente diminuzione del<br />
34% delle tariffe di terminale<br />
e del 5% delle tariffe di rotta.<br />
Quest’anno peraltro siamo<br />
l’unico tra i principali provider<br />
europei ad aver ridotto la tariffa<br />
di rotta (permettetemi di<br />
ricordare l’apprezzamento di<br />
IATA, IACA e IBAR; IATA in<br />
una sua nota ufficiale ha indicato<br />
ENAV come eccellente<br />
esempio anche per gli altri<br />
provider).<br />
In proposito va detto che la<br />
riduzione delle tariffe, oltre ad<br />
essere un concreto contributo<br />
al settore ed alle Compagnie<br />
Aeree in particolare, è anche<br />
un nostro strumento <strong>della</strong><br />
politica commerciale per attirare<br />
dall’estero più sorvoli<br />
sugli spazi aerei da noi gestiti,<br />
la quota più remunerativa in<br />
termini di tariffa. Ciò ci ha<br />
consentito nel 2008 di compensare,<br />
in parte, le perdite del<br />
traffico dei vettori nazionali,
consentedoci di chiudere il Bilancio in<br />
attivo.<br />
2) Oltre che nell’efficientamento economico,<br />
stiamo proseguendo anche nell’efficientamento<br />
dei servizi di assistenza<br />
al volo nello spazio aereo nazionale.<br />
Abbiamo riconfigurato diverse rotte ed<br />
ottimizzato alcuni percorsi con la conseguente<br />
riduzione delle distanze e dei<br />
tempi di volo, e quindi del consumo di<br />
carburante e delle emissioni inquinanti.<br />
Infatti a fine 2009 avremo 1 milione e<br />
400mila miglia in meno, un risparmio di<br />
oltre 67mila tonnellate di carburante e<br />
oltre 211mila tonnellate di anidride carbonica<br />
in meno nell’atmosfera.<br />
Per questo, anche Eurocontrol ha<br />
apprezzato la nostra iniziativa ed invitato<br />
tutti gli altri service provider europei<br />
a seguire l’esempio italiano.<br />
3) Tutti questi risultati sono stati consentiti<br />
dalla fortissima implementazione<br />
tecnologica che ENAV ha effettuato<br />
negli ultimi anni, grazie ad un investimento<br />
di oltre 1,5 miliardi. Disponiamo<br />
ormai di una tecnologia tra le<br />
migliori al mondo, con elevati livelli di<br />
sicurezza e con performance di qualità<br />
del servizio che, sempre la stessa Eurocontrol,<br />
ha riconosciuto come di altissimo<br />
livello.<br />
4) ENAV sta poi dando un forte contributo<br />
all’accelerazione <strong>della</strong> realizzazione<br />
del Cielo Unico Europeo, seguendo<br />
anche l’invito in tal senso del Vice Pre-<br />
I CONVEGNI DELLA UILT<br />
sidente <strong>della</strong> Commissione Europea e<br />
Commissario ai Trasporti Tajani.<br />
Siamo infatti impegnati da tempo per<br />
garantire entro breve un nuovo concetto<br />
operativo dei sistemi di assistenza al<br />
volo, in grado – anche attraverso il progetto<br />
SESAR - di assicurare la gestione<br />
di una quantità di traffico – spero - maggiore<br />
rispetto ai valori attuali, di diminuire<br />
i costi per singolo volo nonché di<br />
rispettare i vincoli ambientali. Il tutto<br />
naturalmente mantenendo invariati i<br />
livelli di sicurezza: caro Franchi, la sicurezza<br />
resta sempre la nostra stessa ragione<br />
di esistere.<br />
In questo quadro si inserisce anche l’impegno<br />
di ENAV di portare a termine<br />
13<br />
quanto prima il blocco funzionale di<br />
spazio aereo del mediterraneo. A tal fine<br />
abbiamo assunto un ruolo leader in Blue<br />
Med, progetto che interessa oltre all’Italia,<br />
Albania, Cipro, Egitto, Giordania,<br />
Grecia, Malta e Tunisia. Ricorderete<br />
tutti che nel novembre scorso il Ministro<br />
Matteoli ha ospitato qui in Italia i 7 suoi<br />
colleghi dei citati paesi per la firma dell’accordo<br />
di avvio <strong>della</strong> fase finale del<br />
progetto.<br />
5) Per quanto riguarda più direttamente<br />
gli effetti <strong>della</strong> crisi sui conti ENAV,<br />
stiamo sviluppando nuove opportunità<br />
per compensare il calo dei ricavi.<br />
In proposito abbiamo concluso un<br />
importante accordo commerciale con<br />
SELEX Sistemi Integrati (azienda leader<br />
del Gruppo Finmeccanica) per<br />
esportare insieme le rispettive competenze<br />
distintive. E questo consentirà<br />
all’Italia di presentarsi all’estero con<br />
un’offerta completa “chiavi in mano”, in<br />
cui ai produttori di tecnologie e di sistemi<br />
avanzati come Finmeccanica, ci<br />
affiancheremo noi quali gestori dei servizi<br />
di assistenza al volo, esperti di procedure<br />
operative e anche quali manutentori<br />
di questi sistemi (con la nostra controllata<br />
Techno Sky).<br />
In conclusione - come già detto - stiamo<br />
sviluppando una serie di attività ed iniziative<br />
volte ad offrire un contributo<br />
proattivo alla crescita del trasporto aereo<br />
in Italia e al suo rilancio.<br />
PER LE STRADE D’EUROPA
14<br />
Le conclusioni<br />
Quando abbiamo cominciato la<br />
trattativa, c’era il fondato<br />
timore che l’azienda Alitalia<br />
sarebbe potuta fallire. Ma erano in molti,<br />
invece, a credere che, così come in passato<br />
si era sempre trovata una soluzione,<br />
anche quella sarebbe stata l’ennesima<br />
occasione per sfuggire ad una crisi verticale.<br />
Noi eravamo preoccupati non solo<br />
per il fatto che l’azienda potesse fallire,<br />
ma anche perché temevamo che la soluzione<br />
su cui si stava discutendo potesse<br />
naufragare per scarsa volontà, per scarsa<br />
determinazione, per troppa paura o per<br />
troppo opportunismo.Noi abbiamo fatto<br />
una scommessa: l’unica alternativa era<br />
perdere subito. Certo, andiamo incontro<br />
ad un periodo in cui questo mercato avrà<br />
fasi di criticità, ci saranno meno soldi, i<br />
fatturati delle compagnie aeree e delle<br />
strutture aeroportuali diminuiranno perché<br />
ci saranno meno passeggeri. Resta,<br />
insomma, il problema serio di reggere la<br />
concorrenza in una fase difficile. Ma<br />
questo può essere il momento per dare<br />
corso a processi di razionalizzazione.<br />
Più ristrutturiamo il<br />
sistema in maniera<br />
rapida e razionale più,<br />
sul serio, affronteremo<br />
la crisi in condizioni<br />
migliori e creeremo le<br />
opportunità per stare<br />
sul mercato in maniera<br />
competitiva. La competizione<br />
è il motore<br />
dello sviluppo. Ogni<br />
qualvolta, in qualunque<br />
settore ed in qualunque<br />
paese, la competizione<br />
è diminuita,<br />
quel paese è diventato<br />
più povero e si sono<br />
create meno occasioni<br />
di lavoro. Analogo<br />
I CONVEGNI DELLA UILT<br />
di Luigi Angeletti<br />
PER LE STRADE D’EUROPA<br />
ragionamento vale anche per i sindacati.<br />
Il conflitto sindacale avviene tra chi<br />
lavora e chi dà lavoro ed ogni volta che<br />
non c’è l’equilibrio tra le due parti, le<br />
cose degenerano. Nei trasporti, e in particolare<br />
nel trasporto aereo, esiste un<br />
paradosso: le aziende hanno dei sistemi<br />
di produzione del fatturato che non<br />
dipendono da un normale mercato.<br />
Ebbene, qui il conflitto è prevalentemente<br />
rivolto contro i passeggeri. Così<br />
non può funzionare perché si distrugge<br />
ricchezza. Il conflitto deve essere invece<br />
ricondotto tra le persone che lavorano e<br />
le aziende e, se i danni si riverberano sui<br />
soggetti che gestiscono quel conflitto,<br />
allora siamo in una situazione razionale.<br />
Un conflitto virtuoso che serva a trovare<br />
il punto di equilibrio è la soluzione: poiché,<br />
in questo caso, ci si danneggia realmente,<br />
vedrete che il sistema delle relazioni<br />
sarà più razionale.All’interno di<br />
Alitalia ci sono molti sindacati che vivono<br />
– o, sarebbe meglio dire, che vivevano<br />
- in una forma di vera e propria consociazione.<br />
Molti sostengono che i sin-<br />
Segretario Generale UIL<br />
dacati debbano stare insieme per essere<br />
più forti. Ma la forza di un sindacato sta,<br />
soprattutto, nella buona politica che è in<br />
grado di fare per risolvere i problemi.<br />
Poi occorre anche la forza organizzata<br />
per raggiungere l’obiettivo: ma, se la<br />
politica è sbagliata, i risultati sono catastrofici.Io<br />
sono favorevole ai referendum<br />
perché costringono i sindacati a<br />
lavorare molto di più ma con risultati<br />
migliori. Non c’è nulla di antidemocratico,<br />
dunque, nel sostenere che i sindacati<br />
debbano avere un certo consenso e che<br />
questo consenso debba essere misurato<br />
anche quando viene programmato uno<br />
sciopero, perché questo ci costringe a<br />
spiegare le nostre ragioni. Noi viviamo<br />
in un mondo in cui bisogna avere un<br />
certo livello di coraggio. La crisi che<br />
stiamo attraversando è veramente diversa.<br />
Non stiamo discutendo se ristrutturare<br />
un settore piuttosto che un altro: il<br />
punto è se l’intero sistema sopravviverà.Molti<br />
sostengono che la crisi sia una<br />
crisi di sfiducia: la gente ha timore.<br />
Come si fa a vincere il timore? Con gli<br />
appelli? Non credo.<br />
Occorrono una politica<br />
che sia comprensibile,<br />
gruppi dirigenti che<br />
riescano a spiegare, in<br />
maniera chiara, che<br />
cosa fare e comportamenti<br />
che diano l’idea<br />
che si crede in ciò che<br />
si dice.<br />
Bisogna dire quello che<br />
si pensa e cercare di<br />
fare quello che si dice.<br />
Non è un problema di<br />
regole, è una questione<br />
di assunzione di responsabilità.<br />
Chi ha il<br />
potere deve avere la<br />
responsabilità.
ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DELLA UIL 15<br />
5 marzo:<br />
59 ma non li dimostra...<br />
Il 5 marzo la UIL ha compiuto 59<br />
anni. Ed ha celebrato il suo anniversario<br />
con una manifestazione<br />
“importante”, per due ragioni. La<br />
prima ragione è il clima di entusiasmo<br />
e di “partecipazione” che ha<br />
coinvolto i presenti (alcune migliaia…),<br />
il che la dice lunga sulla adesione<br />
dei suoi iscritti e militanti alla<br />
“linea” dell’Organizzazione; la<br />
seconda ragione è nei “contenuti”<br />
dell’intervista che il compagno<br />
Angeletti Segretario Generale <strong>della</strong><br />
UIL ha concesso alla giornalista<br />
(<strong>della</strong> RAI) Monica Retta. Perché<br />
dalle risposte date alle domande di<br />
una collega dimostratosi competente<br />
e aggiornata (anche in virtù delle sue<br />
origini “sindacali”…) Angeletti ha<br />
fatto chiaramente intendere che “la<br />
UIL non ha cambiato DNA e non ha<br />
rinunciato ad alcuna delle ragioni<br />
per le quali nacque e si sviluppò<br />
negli anni a seguire. Siamo un sindacato<br />
riformista, laico e democratico,<br />
ha sostenuto il Segretario Generale<br />
<strong>della</strong> UIL e questa nostra caratteristica<br />
non è mai venuta meno.<br />
Sono cambiate le vicende, sono<br />
cambiate le situazioni si sono alternati<br />
i governi, le maggioranze, le<br />
relazioni nella società, ma il nostro<br />
punto fermo è stato sempre e comunque<br />
quello di difendere “al meglio” e<br />
non nella “utopia” gli interessi dei<br />
lavoratori, dei pensionati, dei giovani<br />
in cerca di lavoro: a cui, purtroppo<br />
si sono aggiunte altre pesanti realtà,<br />
PER LE STRADE D’EUROPA
16<br />
quelle cioè del precariato e delle<br />
espulsioni dal ciclo produttivo.<br />
Non ci fanno e non ci hanno mai<br />
fatto velo pregiudizi ideologici o<br />
“prese di schieramento” precostituite,<br />
ha risposto Angeletti ad una precisa<br />
domanda <strong>della</strong> intervistatrice.<br />
Governi amici o nemici non esistono<br />
nel nostro immaginario: sono amici<br />
quando compiono atti e mantengono<br />
comportamenti che riteniamo utili<br />
agli interessi del Paese e segnatamente<br />
dei lavoratori e delle fasce più<br />
esposte dei cittadini, non esitiamo a<br />
porci in contrapposizione quando<br />
viceversa valutiamo leggi e provvedimenti<br />
che discrimino o penalizzino<br />
il mondo del lavoro. Certo, ha incalzato<br />
la giornalista: il mondo del<br />
lavoro non appare in questo momento<br />
molto unito e concorde… il fatto è<br />
ha risposto Angeletti che noi non<br />
abbiamo né perseguiremo mai la<br />
politica del tanto peggio tanto<br />
meglio : né ci ripromettiamo di portare<br />
avanti “rivoluzioni” fuori dalla<br />
storia e dalla realtà. Noi cerchiamo<br />
in ogni nostro comportamento il<br />
PER LE STRADE D’EUROPA<br />
ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DELLA UIL<br />
“meglio” e, vabbè, magari al limite<br />
anche il “meno peggio”. Questo ci<br />
impone comportamenti realistici<br />
volti a “portare a casa” quanto più<br />
possibile in ogni determinata circostanza.<br />
Siamo ben lieti di poterlo<br />
fare tutti insieme ed uniti (saremmo<br />
ovviamente più forti) ma non demordiamo<br />
dal nostro impegno se altri se<br />
ne dissociano. Non potevano mancare,<br />
a quel punto le domande sulla<br />
“crisi”. La UIL rivendica, ha detto<br />
Angeletti , di aver sempre sostenuto<br />
che non si supera una crisi così grave<br />
come l’attuale (perché è crisi grave,<br />
inutile nasconderlo) senza dare ossigeno<br />
e risorse a salari pensioni e<br />
sostegno alle piccole e medie imprese.<br />
Occorre, prima ancora di dover<br />
aiutare chi perde il lavoro (il che<br />
comunque va fatto) impedire che il<br />
lavoro si perda. Ma queste cose, che<br />
pure ci sembrano di buon senso, non<br />
sono ancora entrate nell’agenda “del<br />
fare”. Ci dispiace e ci preoccupa: sia<br />
chiaro chi entra “male” nella battaglia<br />
per uscire dalla crisi, quando<br />
questo avverrà ne uscirà “peggio”. E<br />
questo lo dobbiamo evitare. Non<br />
lasciando nulla al caso o alla “creatività”<br />
ma cercando semmai di cogliere<br />
i pochi segni positivi che potrebbero<br />
consentire di uscire migliori e<br />
più efficienti dalla tempesta.<br />
(n.d.r. Così ci sembra debbano parlare<br />
i veri riformisti)<br />
La manifestazione è stata aperta dal<br />
Segretario Organizzativo <strong>della</strong> UIL<br />
Carmelo Barbagallo, che dopo aver<br />
salutato la (straripante) sala dell’Auditorium<br />
ha dato il via ad uno spettacolo<br />
allietato dalla partecipazione di<br />
noti artisti <strong>della</strong> canzone e dell’intrattenimento<br />
che hanno voluto, a<br />
modo loro e come è costume degli<br />
artisti “impegnati” prestare non soltanto<br />
(a titolo gratuito) la loro opera,<br />
ma portare anche un messaggio di<br />
solidarietà alla UIL e a tutto il<br />
mondo del lavoro. Si sono succeduti<br />
sul palco, nell’ordine Jimmy Fontana,<br />
Cecilia Gayle, Gegia, Antonio<br />
Mazzancella, B. Mora, manco a<br />
dirlo, tutti iscritti alla UIL.<br />
Camillo Benevento
CHI NON RISPETTA I LIMITI DI VELOCITÀ,<br />
NON RISPETTA NIENTE.
18<br />
di ANGELO PATIMO<br />
Era ragionevolmente auspicabile<br />
che il rinnovo del biennio economico<br />
2009-2010 del settore<br />
marittimo, lungi dal configurarsi in una<br />
mera operazione di routine, si svolgesse<br />
in quel clima ormai storico di relazioni<br />
industriali caratterizzate da un responsabile<br />
quanto efficace spirito concertativo<br />
tra le parti.<br />
Uno spirito concertativo, comunque, che<br />
non ha mai prevalso sulle esigenze di<br />
confrontarsi compiutamente con la controparte<br />
attraverso l’approfondimento di<br />
tutte le materie oggetto di rivendicazioni,<br />
specialmente salariali, cosi come su<br />
quelle normative.<br />
Per la qualcosa, sia ben chiaro, in passato,<br />
cosi come in occasione di questo rin-<br />
PER LE STRADE D’EUROPA<br />
LE VIE DEL MARE<br />
Firmato l’accordo del rinnovo<br />
del CCNL del trasporto marittimo<br />
novo biennale, non sono stati mai pregiudicati<br />
tutti i legittimi diritti dei marittimi<br />
rivenienti dalle dinamiche reddittuali<br />
regolate da accordi interconfederali<br />
e non.<br />
Un auspicio, quello dello spirito concertativo,<br />
però, in questo caso, fortemente a<br />
rischio, dal momento che due, non certamente<br />
prevedibili circostanze, concorrevano<br />
a produrre effetti assolutamente<br />
non positivi.<br />
Effetti non positivi, che avrebbero potuto<br />
fortemente condizionare il confronto<br />
al tavolo <strong>della</strong> trattativa che nel frattempo<br />
si stava sviluppando.<br />
Infatti, delle due circostanze, la prima,<br />
costituiva un elemento di “disturbo” alla<br />
dinamica <strong>della</strong> contrattazione che si era<br />
sviluppata nell’arco di qualche mese.<br />
Elemento di disturbo, per effetto <strong>della</strong><br />
inaspettata sottoscrizione avvenuta il 22<br />
gennaio 2009, tra Sindacato Confederale<br />
CISL, UIL e Confindustria, dell’Accordo<br />
Quadro sulla Riforma degli Assetti<br />
Contrattuali.<br />
Sottoscrizione che si “inseriva” all’interno<br />
di un quadro complessivo di trattative<br />
per il rinnovo del biennio economico<br />
del settore marittimo, per l’armamento<br />
pubblico e privato, il cui tavolo aveva<br />
ormai perfezionato ipotesi, maturate e<br />
portate a sintesi, non solo all’interno dei<br />
rapporti unitari, ma anche e specialmente,<br />
argomentate, dibattute e condivise<br />
con la controparte.<br />
Questo, sino all’ultimo incontro effettuato<br />
il 15 gennaio 2009, prima <strong>della</strong><br />
formalizzazione dell’intesa con la firma<br />
del rinnovo biennale, il 3 febbraio 2009.<br />
E’ facilmente intuibile che, anche e spe-
cialmente, per l’inusitata rottura <strong>della</strong><br />
CGIL sull’accordo di riforma del contratto,<br />
oltre che per il mutato assetto<br />
delle regole alla base degli assetti contrattuali,<br />
potevano innescarsi strumentalizzazioni<br />
che avrebbero potuto, inevitabilmente,<br />
radicalizzare fortemente il<br />
confronto.<br />
Tutto questo, in una condizione politicaeconomica<br />
che sta vivendo il Paese, non<br />
certo favorevole per le motivazione di<br />
seguito sviluppate.<br />
La seconda circostanza, infatti, quella<br />
assolutamente più preoccupante, è legata<br />
alla congiuntura di natura economica<br />
che il Paese ed il mondo intero sta attraversando.<br />
Questo per effetto <strong>della</strong> gravissima crisi<br />
finanziaria che ha scatenato un vero e<br />
proprio stato di tensione nel sistema<br />
<strong>della</strong> produzione.<br />
Circostanza che pesava come un macigno<br />
sul risultato del rinnovo, considerato<br />
che l’impatto <strong>della</strong> crisi finanziaria si<br />
ripercuoteva conseguentemente, in<br />
maniera gravissima, nel settore del trasporto<br />
marittimo, determinando una<br />
condizione di crisi attraverso il collasso<br />
del mercato dei noli.<br />
Infatti, il terremoto finanziario ha provocato<br />
un drastico abbattimento dei finanziamenti<br />
all’industria armatoriale, con la<br />
conseguenziale operazione del disarmo<br />
di navi.<br />
Questo il quadro complessivo all’interno<br />
del quale le parti si sono confrontate<br />
per ricercare quelle adeguate compatibilità<br />
economiche necessarie ad un costo<br />
di rinnovo che facesse rigorosamente<br />
riferimento ad un ragionevole, quanto<br />
LE VIE DEL MARE<br />
realistico, tasso di inflazione.<br />
Un tasso di inflazione realistico, perseguito<br />
e conseguito, al fine di sostenere e<br />
valorizzare il potere di acquisto per la<br />
categoria attraverso il miglioramento del<br />
reddito.<br />
Un risultato quindi, assolutamente positivo,<br />
nonostante le difficoltà per le non<br />
favorevoli condizioni descritte che<br />
hanno messo a dura prova il confronto<br />
tra le parti.<br />
A conferma, si può dire che l’incremento<br />
salariale di rinnovo è stato sostanzialmente<br />
eguale a quello del biennio precedente<br />
conseguito allora in un quadro<br />
generale favorevole del cluster marittimo,<br />
e quindi del trasporto marittimo,<br />
perché in una condizione di forte sviluppo<br />
economico.<br />
Infatti, l’aumento in paga base conglobata<br />
del Mozzo(parametro<br />
di riferimento) di 50<br />
Euro mensile produce un<br />
aumento complessivo di<br />
Euro 124,72, per il<br />
Nostromo Euro 175,39,<br />
per il Primo Ufficiale<br />
Euro 253,30.<br />
I suddetti aumenti saranno<br />
riconosciuti in due<br />
trance di pari importo, la<br />
prima dall’1/1/09 e la<br />
seconda dall’1/1/10.<br />
19<br />
Ed inoltre il risultato va valorizzato<br />
complessivamente, non solo per l’incremento<br />
salariale, ma anche dal fatto che il<br />
rinnovo economico è stato accompagnato,<br />
a sostegno del welfare solidaristico<br />
per il settore marittimo, da alcuni significativi<br />
interventi sociali.<br />
Interventi sociali come quello nella direzione<br />
del Fondo Previdenziale Integrativo<br />
con l’aumento dello 0.5% <strong>della</strong> quota<br />
carico dell’azienda, cosi come pure<br />
quello in direzione del FANIMAR con<br />
l’aumento delle Provvidenze per morte,<br />
infortunio ed invalidità permanente elevate<br />
ciascuna a 50.000 Euro, a partire<br />
dall’1/1/10.<br />
Infine, le OO.SS FILT-CGIL, FIT-CISL<br />
e UILTRASPORTI hanno assunto l’impegno<br />
con le Associazioni Armatoriali<br />
dell’Armamento Privato e Pubblico di<br />
avviare tutte le iniziative necessarie a<br />
trasformare il Comitato Paritetico per la<br />
Formazione in Ente Bilaterale, al fine di<br />
dare maggiore impulso ai progetti formativi,<br />
anche e specialmente attraverso<br />
una regia ad indirizzo nazionale.<br />
Questo, in considerazione delle risorse<br />
che si renderanno disponibili per effetto<br />
del decreto firmato dal Ministro Matteoli<br />
il 17 dicembre 2008 sull’obbligo di<br />
formazione alle imprese marittime che<br />
si avvalgono del diritto all’opzione prevista<br />
dalla tonnage-tax.<br />
PER LE STRADE D’EUROPA
20<br />
di AGOSTINO FALANGA<br />
Hanno risposto positivamente i<br />
marittimi e gli amministrativi<br />
delle Società Siremar e Tirrenia,<br />
allo sciopero indetto dalle Segreterie<br />
Nazionali per i giorni 4 e 5 febbraio,<br />
con manifestazione il 5 Febbraio a<br />
Palermo.<br />
Le Segreterie Regionali di Filt-Cgil Fit-<br />
Cisl e <strong>Uiltrasporti</strong> hanno cercato di dare<br />
la massima visibilità sindacale, oltre che<br />
rilevanza politica, alla vertenza del<br />
Gruppo Tirrenia, attraverso diverse<br />
manifestazioni che contemporaneamente<br />
si sono svolte nei territori delle Regioni<br />
interessate (Campania, Sardegna,<br />
Sicilia e Toscana).<br />
Per quanto riguarda la Siremar e Tirrenia<br />
c’è stata a Palermo una massiccia<br />
partecipazione dei lavoratori del mare,<br />
atteso che alla manifestazione ha partecipato<br />
circa il 70% dei marittimi <strong>della</strong><br />
Siremar, mentre il restante 30% è stato<br />
impossibilitato a partecipare alla manifestazione<br />
stessa in quanto impegnato a<br />
garantire i servizi minimi essenziali con<br />
le Isole Minori <strong>della</strong> Sicilia cosi’ come<br />
previsto dalla Legge 146/90.<br />
Il corteo si è mosso dal porto di Palermo,<br />
dove si sono riuniti i marittimi provenienti<br />
da Messina, Milazzo, Lipari,<br />
Trapani e Porto Empedocle, per arrivare<br />
a Piazza Indipendenza, presso la sede<br />
<strong>della</strong> Presidenza <strong>della</strong> Regione Sicilia,<br />
dove una delegazione dei sindacati composta<br />
da Filt-Cgil, Fit-Cisl e <strong>Uiltrasporti</strong><br />
e una dei lavoratori, sono state ricevute<br />
dalla V Commissione, Lavoro Formazione<br />
e Cultura dell’ARS. La stessa<br />
Commissione, preoccupata dalle ricadute<br />
occupazionali sui lavoratori e sull’in-<br />
PER LE STRADE D’EUROPA<br />
LE VIE DEL MARE<br />
GRUPPO PUBBLICO: TIRRENIA, CAREMAR, TOREMAR SIREMAR E SAREMAR<br />
PRIVATIZZAZIONE<br />
CON REGOLE CERTE<br />
dotto in tutta la Sicilia, non ha fatto<br />
mancare il suo sostegno, impegnandosi<br />
a trovare una soluzione positiva al dramma<br />
che sta attraversando la Società Siremar<br />
.<br />
In seguito le stesse delegazioni si sono<br />
recate dal Vice Presidente <strong>della</strong> Regione<br />
Sicilia, con delega all’Assessorato dei<br />
Trasporti e Turismo, Titti Bufardeci.<br />
All’incontro ha partecipato anche il<br />
deputato Regionale del Gruppo Misto<br />
Marianna Caronia, componente <strong>della</strong><br />
V Commissione Parlamentare all’ARS.<br />
L’Assessore Bufardeci ha riferito alle<br />
OO.SS di Filt-Cgil Fit-Cisl e <strong>Uiltrasporti</strong>,<br />
che è suo intendimento voler rappresentare,oltre<br />
che gli interessi <strong>della</strong> Sicilia<br />
e dei Siciliani, ma anche e specialmente<br />
quelli dei Lavoratori <strong>della</strong> Siremar.<br />
Questo,attraverso un suo concreto<br />
impegno affinché, dopo la proroga per il<br />
2009, si raggiunga in tempi brevi una<br />
decisione in grado di dare certezze sui<br />
collegamenti marittimi delle Isole Minori<br />
e sul mantenimento dei livelli occupazionali.<br />
Aspettiamo con fiducia!!!!.<br />
Vogliamo ora ripercorrere alcuni passaggi<br />
riguardanti la privatizzazione del<br />
Gruppo Tirrenia.<br />
Se ne era cominciato a parlare all’inizio<br />
del 2000 con un progetto di cessione che<br />
prevedeva, per le Società dell’orbita IRI,<br />
una progressiva dismissione di quote. Il<br />
vero e proprio conto alla rovescia per il<br />
Gruppo Tirrenia è partito nel 2007 con il<br />
via libera del CIPE alla bozza <strong>della</strong><br />
nuova convenzione per il cabotaggio<br />
pubblico. Un passaggio importante e<br />
propedeutico per il successivo ok di<br />
Bruxelles al rinnovo <strong>della</strong> convenzione<br />
e, appunto il progressivo processo di privatizzazione<br />
delle Società del Gruppo il<br />
cui contratto con lo Stato è scaduto il 31<br />
dicembre 2008. Da qui è partita un’
accelerazione alla procedura di vendita<br />
delle Società Gruppo Tirrenia.<br />
Pare opportuno ricordare che la Tirrenia,<br />
sino ad ora, è regolata da diversi decenni,<br />
ossia da molto prima, quindi, <strong>della</strong><br />
liberalizzazione comunitaria, dalla legge<br />
n.684/74 di riordino del gruppo Fimmare,<br />
società finanziaria delle partecipazioni<br />
marittime dell’Iri, in seguito disciolto,<br />
ed aveva per obiettivo dichiarato quello<br />
di realizzare una nuova politica<br />
dei trasporti marittimi per sviluppare<br />
i traffici e potenziare la<br />
flotta nazionale. A tal fine le<br />
Società del Gruppo (allora<br />
costituito da Tirrenia, Adriatica,<br />
Italia di Navigazione e<br />
Lloyd Triestino) avevano il<br />
compito di coprire i servizi di<br />
collegamento con le isole maggiori<br />
ed i servizi passeggeri di<br />
prevalente interesse nazionale.<br />
Dal 1976 in seguito alla Legge<br />
169/75 al Gruppo si sono<br />
aggiunte le Società Regionali<br />
(Caremar, Siremar, Toremar) e dal 1988<br />
anche la Saremar.<br />
Le Società di PIN (prevalente interesse<br />
nazionale) erano così diventate ben<br />
sette, tutte dedicate allo sviluppo dei<br />
traffici nazionali passeggeri, traghetti,<br />
merci. Successivamente le regole di<br />
mercato rendevano necessaria la privatizzazione<br />
di Italia di Navigazione e del<br />
Lloyd Triestino mentre di recente la<br />
divisione Adriatica confluiva in Tirrenia<br />
che, dopo la soppressione di Finmare,<br />
diventava la Capogruppo e l’unico azionista.<br />
Questa la storia fino ad oggi, nel<br />
momento in cui si pone la questione<br />
<strong>della</strong> liberalizzazione del cabotaggio<br />
pubblico.<br />
Ma, avviare per il Gruppo Tirrenia un<br />
processo di liberalizzazione, senza una<br />
previa ristrutturazione per il risanamento<br />
aziendale, compatibilmente con i<br />
tempi necessari che non possono essere<br />
che quello di una proroga <strong>della</strong> convenzione<br />
sino al 2012/14, significa realizzare<br />
una privatizzazione selvaggia che, per<br />
effetto dei costi maggiori che gravano<br />
sull’azienda, rispetto all’armamento pri-<br />
LE VIE DEL MARE<br />
vato, costi rivenienti dagli obblighi per il<br />
pubblico servizio, porterebbe inevitabilmente<br />
allo smembramento del Gruppo,<br />
ritrovandosi rapidamente nelle identiche<br />
condizioni di Alitalia.<br />
Il Governo ha appena deliberato di<br />
avviare le procedure per la privatizzazione<br />
di Tirrenia, aprendo un percorso,<br />
che sembra voler essere di brevissima<br />
durata, compatibilmente di un anno,<br />
finalizzato a sottrarre le azioni dell’azienda<br />
alla finanziaria Fintecna per<br />
immetterle sul mercato.<br />
Inoltre, per quanto riguarda la situazione<br />
delle Società Regionali le OO.SS. confederali<br />
ribadiscono la volontà che le<br />
stesse vengono affidate alle Regioni,<br />
con le sovvenzioni necessarie ad assicurare<br />
i collegamenti garantendo la continuità<br />
territoriale.<br />
Il trasferimento delle Società Regionali<br />
in capo alle Regioni, di cui alla Legge<br />
133/08 che, peraltro, è una Legge di<br />
conversione <strong>della</strong> finanziaria del 2008,<br />
offriva un’opportunità unica anche alla<br />
Regione Sicilia: poter trasferire l’intero<br />
pacchetto azionario <strong>della</strong> Società Siremar,<br />
a titolo gratuito, qualora, la stessa<br />
Regione Sicilia, ne avesse fatto espressa<br />
richiesta entro la data del 28/10/08.<br />
Purtroppo il termine stabilito del 28<br />
ottobre 2008, è andato a scadenza,anche<br />
perché non è stata data la possibilità di<br />
acquisire fondamentali notizie, per una<br />
valutazione responsabile da parte <strong>della</strong><br />
Regione Sicilia, <strong>della</strong> opportunità del<br />
trasferimento in capo alla Regione dei<br />
servizi resi dalla Siremar.<br />
21<br />
Cionondimeno, essendo scaduto tale termine,<br />
è comunque indispensabile una<br />
norma che renda obbligatorio il trasferimento<br />
delle Società Regionali in capo<br />
alle Regioni,cosi come pure delle relative<br />
sovvenzioni, nella necessaria quantità<br />
atta a garantire gli obblighi di servizio di<br />
trasporto pubblico locale, così come previsto<br />
dall’art.21 del dlg 422/97 che attribuisce<br />
alle regioni i compiti e le funzioni<br />
anche in materia di servizi<br />
pubblici di cabotaggio marittimo.<br />
Tale trasferimento delle Società<br />
Regionali è in ogni caso<br />
necessario in considerazione<br />
che le sovvenzioni saranno<br />
comunque erogate, non più nel<br />
complessivo al Gruppo Tirrenia,<br />
ma direttamente ad ogni<br />
singola Regione.<br />
Regione che deve evitare di<br />
decidere di utilizzarle affidando<br />
il servizio ad altre aziende<br />
determinando l’immediata<br />
scomparsa delle società Caremar, Toremar,<br />
Saremar e Siremar con una conseguente<br />
tragedia sociale, per di più, molto<br />
verosimilmente, offrendo un servizio<br />
peggiore agli Isolani ed all’utenza tutta.<br />
E’ importante, per comprendere la<br />
distribuzione delle sovvenzioni erogate<br />
dallo Stato all’intero Gruppo (pari per il<br />
2008 a 181,3 milioni di euro), precisare<br />
che alla Tirrenia sono andati solamente<br />
45,3 milioni di euro mentre alle Società<br />
Regionali, che assicurano la dovuta continuità<br />
territoriale con le isole Minori,<br />
sono stati erogati rispettivamente: Caremar<br />
35 milioni, Saremar 14 milioni,<br />
Siremar 70 milioni, Toremar 16 milioni.<br />
Va poi messo in evidenza che i 45,3<br />
milioni di euro erogati a Tirrenia si sono<br />
in effetti ridotti soltanto a 3 milioni in<br />
quanto 9,7 sono serviti a remunerare il<br />
capitale dell’azionista, 23,4 per agevolazioni<br />
tariffarie, 1,2 per imposte, 3 per<br />
oneri finanziari per ritardati pagamenti<br />
dello Stato, 9 per corrispettivi dei servizi<br />
e 6 per i corrispettivi dei collegamenti<br />
con le isole Tremiti.<br />
Appare pertanto chiaro come gli stanziamenti<br />
richiesti siano assolutamente<br />
PER LE STRADE D’EUROPA
22<br />
necessari ed a fronte del servizio complessivamente<br />
erogato, davvero irrisori.<br />
In atto servivano circa 108 milioni di<br />
euro a completamento dello stanziamento<br />
per un fabbisogno complessivo di 210<br />
milioni di euro per l’anno 2009.<br />
Ne sono stati stanziati solo 65 milioni<br />
con un residuo di circa 45 milioni.<br />
Va però evidenziato come il fabbisogno<br />
complessivo di 210 milioni di euro per il<br />
2009 sia in gran parte necessario per<br />
poter assicurare la continuità territoriale<br />
con le isole minori collegate dalle Società<br />
Regionali.<br />
In assenza di adeguati provvedimenti, in<br />
particolare delle necessarie integrazioni<br />
delle sovvenzioni, si aprirebbe uno scenario<br />
molto preoccupante ancorché<br />
ingovernabile, in quanto, ad esempio,<br />
con le sovvenzioni attualmente previste<br />
verrebbero cancellate linee con conseguente<br />
fermo di navi, esubero di personale<br />
e danno grave per l’utenza, alla<br />
quale non sarebbe garantita la continuità<br />
territoriale, senza considerare che in<br />
questo modo la privatizzazione del<br />
Gruppo avverrebbe alle condizione peggiori<br />
per l’Erario ma MOLTO vantaggiose<br />
per l’armamento privato.<br />
Va rilevato inoltre il negativo impatto<br />
PER LE STRADE D’EUROPA<br />
LE VIE DEL MARE<br />
occupazionale che verrebbe<br />
a ricadere proprio<br />
nelle aree più depresse<br />
del mezzogiorno d’Italia<br />
dalle quali proviene nella<br />
massima parte il personale<br />
marittimo ed amministrativo<br />
delle Società del<br />
Gruppo Tirrenia, per un<br />
complessivo di 3.000<br />
unità di cui 2,490 assunte<br />
a tempo indeterminato<br />
ma prive, nei casi di crisi,<br />
di ammortizzatori sociali come, ad<br />
esempio la cassa integrazione.<br />
A fronte di questo “quadro” oltremodo<br />
preoccupante, va precisato che,<br />
un’eventuale privatizzazione ed assegnazione<br />
del bando di gara delle Società<br />
Regionali, le nuove Società subentranti<br />
dovranno garantire dei parametri indispensabili<br />
per poter correttamente gestire<br />
i servizi e cioè:<br />
• Pieno rispetto di tutte le Leggi e dei<br />
C.C.N.L.:<br />
• applicazione <strong>della</strong> contrattazione di<br />
secondo livello;<br />
• assicurazione <strong>della</strong> continuità territoriale<br />
per 365 giorni l’anno e 24 ore al<br />
giorno;<br />
• unica società regionale per gestire<br />
tutti i collegamenti già in concessione<br />
alle Società Regionali ;<br />
• rispetto di tutte le norme igienico<br />
sanitarie;<br />
• confort passeggeri;<br />
• rispetto dell’ambiente e prevenzione<br />
inquinamento;<br />
• trasparenza fiscale;<br />
• naviglio adeguato alla tipologia del<br />
servizio al cui deve essere preposto;<br />
• rispetto di tutte le normative vigenti<br />
sulla sicurezza, security e PMR ( persone<br />
a mobilità ridotta);<br />
• garanzia per chi avrà assegnato l’appalto<br />
di un contratto non inferiore a 5<br />
anni ma a condizione che svolgano<br />
servizio pubblico di linea così’ come<br />
già svolti dalla Società Regionali.<br />
In conclusione l’obiettivo dei lavoratori<br />
del Gruppo e dei Sindacati che li tutelano,<br />
è quello di ottenere dallo Stato il<br />
prolungamento <strong>della</strong> Convenzione per<br />
la Tirrenia ed il passaggio delle Regionali<br />
in capo alle regioni interessate con<br />
mantenimento/miglioramento degli<br />
attuali servizi.<br />
In subordine e nella scellerata ipotesi<br />
che ciò non accadesse, è quantomeno<br />
indispensabile garantire quanto fatto per<br />
Alitalia in materia di ammortizzatori<br />
sociali e garanzie d’impiego.<br />
Nella storia <strong>della</strong> Repubblica i casi di<br />
Tirrenia e di Alitalia non sono certo fatti<br />
eccezionali e sappiamo che nessuno,<br />
ultima Alitalia, è stato abbandonato a se<br />
stesso dal Governo. La nostra speranza è<br />
che la solidarietà continui ad essere presente<br />
nelle scelte dello Stato italiano.<br />
Agostino Falanga
F.S.: E’ TEMPO DI ANALISI... 23<br />
Qual è la situazione del gruppo<br />
e delle aziende operative RFI e Trenitalia<br />
INCONTRI DEI SINDACALITI CON I VERTICI DI FS PER UNA ANALISI<br />
A TUTTO CAMPO. IL CONTRIBUTO FONDAMENTALE<br />
DEL “FATTORE LAVORO” NON PUÒ ESSERE MISCONOSCIUTO<br />
di SALVATORE OTTONELLI<br />
Nella prima metà del mese di febbraio<br />
abbiamo sviluppato una<br />
prima serie di incontri con i vertici<br />
di FS per una analisi <strong>della</strong> situazione<br />
del Gruppo ed un dettaglio delle posizioni<br />
economiche delle aziende operative<br />
Rfi e Trenitalia.<br />
Dalla analisi è stato possibile ricavare un<br />
primo spaccato sugli scostamenti che si<br />
sono determinati nelle società del Gruppo<br />
rispetto alle ipotesi disegnate nel<br />
Piano Industriale 2007-2011. Inoltre è<br />
stata sviluppata una prima ricognizione<br />
circa le ricadute sul piano industriale<br />
alla luce <strong>della</strong> definizione dei rapporti<br />
con il Governo in materia di contratti di<br />
servizio, unitamente ad un primo quadro<br />
di macro ipotesi di lavoro relative a possibili<br />
azioni correttive.<br />
Gruppo FS<br />
Il bilancio consolidato del Gruppo consente<br />
agli amministratori di poter presentare<br />
un risultato sostanzialmente<br />
positivo e leggermente superiore alle<br />
attese di Piano. Infatti risulta recuperato<br />
il deficit di due anni fa pari a 2.120 mil €<br />
con un risultato netto positivo di una<br />
ottantina di milioni di €.<br />
Significativo appare il MOL, ritornato<br />
positivo per 1 mld per effetto di una<br />
riduzione dei costi di 800 mil ed un<br />
incremento dei ricavi pari a 700 mil di €.<br />
Da evidenziare che la situazione debitoria<br />
del Gruppo rappresenta un limite<br />
oggettivo alle manovre di risanamento<br />
del bilancio in quanto il peso del finanziamento<br />
del debito rimane piuttosto<br />
elevato. Inoltre, pur non figurando a<br />
bilancio perché non consentito dalla<br />
legislazione vigente, esistono corrispettivi<br />
da Stato per servizi resi e non pagati<br />
pari a 4 mld €.<br />
Piano industriale 2007-2011<br />
Secondo il vertice di FS l’impianto mantiene<br />
una sua coerenza necessitando di<br />
una “manutenzione” alla luce dei mancati<br />
finanziamenti.<br />
Gli effetti <strong>della</strong> crisi economica ribaltano<br />
ulteriori problemi sul mondo FS sia<br />
per il trasporto delle merci, in forte contrazione,<br />
sia per il trasporto passeggeri<br />
che fa registrare anche flessioni nel traffico<br />
turistico. La filosofia del Piano<br />
rimane inalterata mantenendo una forte<br />
razionalizzazione e confermando i bisogni<br />
e i problemi individuati. Si evidenzia<br />
sempre più una penalizzazione specifica<br />
per il Sud determinata dalla mancanza di<br />
chiarezza dello stato secondo variabili<br />
RFI c/economico<br />
economiche e finanziarie non disponibili<br />
per FS. La sola intermodalità, che rappresenta<br />
il 90% <strong>della</strong> attività di cargo, de<br />
finanziata, incide per quasi 80 mil. di<br />
euro.<br />
RFI<br />
Lo stato patrimoniale <strong>della</strong> società registra<br />
un capitale di 30 miliardi di euro a<br />
fronte di circa 3 miliardi di passività. È<br />
una condizione patrimoniale significativa<br />
per solidità.<br />
In conto investimenti l’afflusso dei<br />
finanziamenti, seppure in flessione<br />
rispetto alle previsioni, sembra essere<br />
congruente rispetto alla capacità di<br />
spesa dell’azienda che presenta un quadro<br />
allineato alle previsioni in termini di<br />
avanzamento delle opere infrastrutturali<br />
previste dal Piano al fine di aumentare e<br />
fluidificare la capacità.<br />
Articolata è, invece, la situazione in<br />
conto esercizio. Il contributo da stato per<br />
dati in Mil. € cons. 2008 budget 2009 diff.<br />
Ricavi totali 2.521 2.331 -190<br />
da infrastrutture 1.053 863 -190<br />
da pedaggi 1.468 1.468 0<br />
costi operativi totali 2.502 2.490 -12<br />
di cui costo lavoro 1.638 1.623 -15<br />
Ris. Netto 36 -152 -188<br />
PER LE STRADE D’EUROPA
24<br />
oneri di infrastruttura ammonta a 863<br />
mil. Si tratta di una delle due fonti di<br />
finanziamento di Rfi che attraverso questo<br />
canale ottiene da stato i denari necessari<br />
al mantenimento in efficienza<br />
(manutenzione ordinaria) <strong>della</strong> infrastruttura<br />
per renderne pienamente disponibile<br />
la capacità di traffico. Il fabbisogno<br />
finanziario stimato da Rfi si aggira<br />
intorno ai 1.180 milioni di euro.<br />
L’ipotesi di budget conferma la sostanziale<br />
invarianza del secondo canale di<br />
finanziamento: i ricavi da mercato pari<br />
1.468 mil di euro<br />
(trattasi dei pedaggi,<br />
al 95% provenienti da<br />
Trenitalia). È un dato<br />
molto prudente che<br />
non tiene conto dei<br />
ridimensionamenti<br />
produttivi di Trenitalia<br />
e delle difficoltà<br />
derivanti dalla crisi<br />
economica.<br />
In tema di costo del<br />
lavoro i dati appaiono<br />
piuttosto singolari.<br />
Viene prevista una<br />
contrazione di 15 mil<br />
di euro (pari al 0.9%)<br />
PER LE STRADE D’EUROPA<br />
F.S.: E’ TEMPO DI ANALISI...<br />
FS conto esercizio<br />
Fabbisogno Legge Decreto legge diff.<br />
dati in Mil. € 2009 Finanziaria2009 185/08<br />
Trenitalia tot. 2.518 1.743 436 -259<br />
Passeggeri NI 254 106 0 -148<br />
Tr.Regionale 2.031 1.545 436 -50<br />
Merci 154 93 0 -61<br />
RFI 1.180 863 0 -317<br />
FS Gruppo 3.698 2.606 480 -576<br />
per il 2009 pur ammettendo una riduzione<br />
delle consistenze di personale di oltre<br />
1600 addetti (circa il 4.5%) nel corso del<br />
2008.<br />
Il differenziale negativo risulta, quindi,<br />
di 317 milioni che determina una perdita<br />
in conto economico stimata per il 2009<br />
di 152 mil di €.<br />
L’ipotesi di budget, pertanto, prevederebbe<br />
per il 2009 il mantenimento degli<br />
attuali livelli di attività scaricando sul<br />
conto economico il differenziale <strong>della</strong><br />
contribuzione.<br />
Lo scenario che si profila, però, è connotato<br />
da azioni che nel corso dell’anno<br />
imposteranno efficientamenti da<br />
tecnologie (SCC, ACC, ecc,.) e dalla<br />
necessità di assumere iniziative strutturali<br />
di revisione dell’organizzazione<br />
produttiva a partire dalla manovra per<br />
toccare anche il movimento e la manutenzione.<br />
Trenitalia<br />
Per quanto attiene Trenitalia la situazione<br />
presenta un segno chiaramento opposto<br />
e meno tranquillizzante<br />
di Rfi. Lo<br />
stato patrimoniale<br />
denuncia un indebitamente<br />
di circa 6<br />
miliardi di euro (dei<br />
quali due sono<br />
determinati da investimenti<br />
per tecnologie<br />
di controllo <strong>della</strong><br />
marcia del treno) a<br />
fronte di 1 miliardo<br />
di capitale sociale.<br />
La situazione in<br />
conto esercizio, per<br />
effetto dei provvedimenti<br />
legislativi
finora adottati da Governo e Parlamento<br />
è la seguente:<br />
• 148 milioni di saldo negativo, pari al<br />
58% per il servizio universale passeggeri<br />
N/I;<br />
• 50 milioni di saldo negativo, pari al<br />
2,5% in conto contratti di servizio<br />
con le istituzioni competenti sul trasporto<br />
regionale;<br />
• 61 milioni di mancata contribuzione,<br />
pari ad oltre il 39% per il trasporto<br />
merci.<br />
Da segnalare che neanche quest’anno è<br />
stata prevista la ricapitalizzazione <strong>della</strong><br />
società che in totale doveva ammontare<br />
a 2 mld di euro nell’arco di Piano.<br />
Divisione Cargo<br />
La domanda di trasporto registra un<br />
decremento pari al 35% nell’auto, 40%<br />
nel siderurgico, 20% nel chimico, 30%<br />
nel combinato; a cui si aggiunge l’effetto<br />
<strong>della</strong> riduzione dei trasferimenti da<br />
Stato che sono definiti per l’anno 2009<br />
in 93 mil di euro con una contrazione<br />
pari al 39%.<br />
In termini di produzione circa un -10%<br />
di tr.Km/anno che si vanno a concentrare<br />
prevalentemente nelle aree a sud di<br />
Napoli e di Ancona, sulla Tirrenica,<br />
sulle direttrici verso il nord-est e la<br />
Roma-Ancona.<br />
Divisione Passeggeri N/I<br />
I trasferimenti da Stato per l’anno 2009<br />
ammontano a 106 milioni di euro, a<br />
fronte dei 227 del 2008 (-58%).<br />
F.S.: E’ TEMPO DI ANALISI...<br />
La Divisione ipotizza per il<br />
2009 una produzione pari a<br />
34,8 mil di tr.Km/anno,<br />
circa 273 treni.<br />
Divisione Regionale<br />
I finanziamenti complessivi<br />
(Stato, Regioni, Province<br />
autonome) ammonta complessivamente<br />
a 1.981 mil di<br />
euro con un leggero decremento<br />
rispetto al Piano (-50<br />
mil di euro) ma pur sempre<br />
in aumento rispetto al consuntivato 2008<br />
per effetto dei maggiori contribuiti che<br />
pervengono dalle Regioni. Lo scenario<br />
che si profila, quindi è di un leggero<br />
incremento <strong>della</strong> produzione pari a<br />
189.3 mil tr.km/anno rispetto ai 187.5<br />
mil. Tr.km/anno del 2008.<br />
Azioni<br />
Da quanto fin qui emerso possiamo<br />
cominciare a delineare un primo quadro<br />
delle azioni che l’azienda si appresta a<br />
definire:<br />
• nel trasporto passeggeri razionalizzazione<br />
rispetto load factor con interventi<br />
commerciali alternativi al taglio<br />
dei contributi; rimodulazione dell’offerta<br />
attraverso l’accorciamento e<br />
l’accorpamento di relazioni oggi<br />
duplicate sull’asse Sud/Nord con<br />
attestazione e interscambio su Genova<br />
e Bologna;<br />
• taglio dei servizi nel segmento universale<br />
e nel merci che non stanno in<br />
25<br />
equilibrio;<br />
• disdetta dei contratti con differenziale<br />
di costo elevato (superiore ai 10<br />
€/km)<br />
• spostamento servizi da notte a giorno,<br />
per effetto dell’aumentata capacità;<br />
• nel trasporto merci focalizzazione su<br />
val padana e valichi con qualche residua<br />
concentrazione al sud<br />
• attività manutentive concentrate in<br />
periodi e fasce orarie predeterminate;<br />
• garanzia di presidio delle linee in<br />
caso di degrado;<br />
• modifica orari di presenziamento su<br />
6700 km di linee con meno di 40<br />
treni/giorno;<br />
• passaggio da turni in terza a turni in<br />
seconda con abilitazione max 18 ore<br />
– 9 per turno.<br />
È evidente che trattasi di una situazione<br />
che si delinea complessa e particolarmente<br />
delicata. Difficoltà dello scenario<br />
macro-economico esterno all’azienda si<br />
sommano a ragionamenti di razionalizzazione<br />
tutti interni al Gruppo. Le azioni<br />
di scenario non sono del tutto chiare e<br />
troppo indefinite sono le indicazioni<br />
sulle ricadute sul lavoro e sugli strumenti<br />
che saranno proposti e adottabili.<br />
Al momento possiamo affermare che i<br />
risultati positivi fin qui raggiunti non<br />
sono solo merito dei vertici aziendali. Il<br />
lavoro ha dato un contributo fondamentale<br />
che deve essere riconosciuto. Le<br />
emergenze e le difficoltà che si profilano<br />
non potranno essere scaricate tutte sul<br />
lavoro e, soprattutto, non potranno essere<br />
utilizzate per ridisegnare una ferrovia<br />
piccola piccola.<br />
Salvatore Ottonelli<br />
PER LE STRADE D’EUROPA
26<br />
PER LE STRADE D’EUROPA<br />
I CONTRATTI<br />
L’assistenza sanitaria integrativa<br />
per il settore portuale<br />
è finalmente una realtà<br />
di CLAUDIO TARLAZZI<br />
Con l’intesa sottoscritta il giorno<br />
27 gennaio 2009 tra ASSOPOR-<br />
TI, ASSOLOGISTICA, ASSI-<br />
TERMINAL, FISE, FILT CGIL, FIT<br />
CISL e UILTRASPORTI, si è concluso<br />
il negoziato per l’istituzione dell’Assistenza<br />
Sanitaria Integrativa nel settore<br />
portuale.<br />
Già nel 2004, con il rinnovo del CCNL “<br />
dei lavoratori dei porti”, avevamo previsto<br />
uno specifico articolo contrattuale<br />
nel quale si concordava su tale opportunità,<br />
ma al di là degli obiettivi di principio,<br />
il percorso negoziale ha dovuto<br />
superare non poche difficoltà sull’aspetto<br />
dei costi, considerato anche che il rinnovo<br />
economico del CCNL era stato<br />
significativo, e su aspetti tecnici, considerata<br />
la novità per il settore.<br />
Il nostro obiettivo rimaneva fornire ai<br />
lavoratori un prodotto assicurativo veramente<br />
valido ad un costo sostenibile e<br />
solo con l’Accordo del 28 maggio 2007<br />
siamo riusciti a concordare con le controparti<br />
l’importo annuo di euro 168,00<br />
(ai quali si aggiunge il 10% di contributi<br />
previdenziali) per ogni lavoratore a<br />
tempo indeterminato a carico delle<br />
aziende/enti per finanziare l’istituenda<br />
assistenza sanitaria integrativa del SSN.<br />
In tale intesa le Associazioni datoriali<br />
avevano preteso che anche i lavoratori<br />
partecipassero con una quota a loro carico,<br />
introducendo il principio dell’ adesione<br />
su base volontaria.<br />
Solo con l’intesa del 22 dicembre 2008,<br />
si è concordato con le controparti che a<br />
carico dei lavoratori non doveva essere<br />
posto alcun costo, modificando il sistema<br />
di adesione, da base volontaria, che<br />
avrebbe messo a rischio il risultato del<br />
progetto, al sistema automatico di copertura<br />
assicurativa per tutti i lavoratori con<br />
rapporto di lavoro stabile.<br />
Anche sul piano tecnico i problemi sembravano<br />
prevalere sulla fattibilità del<br />
programma.<br />
Stante la presenza, infatti, di centinaia di<br />
aziende/enti alle quali viene applicata la<br />
norma contrattuale, andavano stabilite le<br />
modalità operative nella fase di start-up<br />
e nello specifico come attuare il controllo<br />
del flusso dei contributi tra le aziende/enti<br />
e la Cassa di assistenza sanitaria<br />
integrativa interaziendale, dal momento<br />
che questa non è attrezzata per lo svolgimento<br />
<strong>della</strong> parte burocratica per l’attivazione<br />
<strong>della</strong> polizza assicurativa.<br />
Altre scelte sarebbero state più appropriate<br />
ma avrebbero rappresentato un<br />
costo che avrebbe diminuito le risorse<br />
economiche a disposizione, che invece<br />
abbiamo dedicato interamente al prodotto<br />
assicurativo per maggiori garanzie ai<br />
lavoratori.<br />
Se non fosse stato per la struttura di<br />
UNISALUTE e <strong>della</strong> LABORFIN, quest’ultima<br />
rappresentata dal Dott. Aldo<br />
Ortolani, disponibili a svolgere il ruolo<br />
operativo <strong>della</strong> parte burocratica preventiva,<br />
difficilmente avremmo avuto questo<br />
risultato.<br />
Con tale intesa a decorrere dal 1 aprile<br />
2009 tutti i lavoratori con rapporto di<br />
lavoro a tempo indeterminato, ai quali si<br />
applica il CCNL “dei lavoratori dei<br />
porti”, beneficeranno di un prodotto<br />
assicurativo garantito da UNISALUTE<br />
SPA, il cui premio annuo di ? 168,00 è<br />
interamente carico dell’azienda/ente.<br />
Considerato che è condizione imprescindibile,<br />
per l’attivazione di tale polizza,<br />
il raggiungimento minimo di 4000<br />
lavoratori, è necessario che le aziende<br />
rispettino però gli adempimenti a loro<br />
carico previsti dall’intesa e pertanto<br />
ogni nostra struttura territoriale/aziendale<br />
dovrà essere impegnata nelle necessarie<br />
verifiche, oltre che a dare ampia diffusione<br />
tra i lavoratori del risultato raggiunto.<br />
La realizzazione nel settore portuale di<br />
un sistema di assistenza sanitaria, ad<br />
integrazione del SSN, era da tempo uno<br />
dei nostri obiettivi, per i crescenti costi<br />
dei servizi e delle prestazioni sanitarie, e<br />
per una domanda sempre meno soddisfatta<br />
e sempre meno garantita per efficienza<br />
all’interno del bilancio dello<br />
Stato e quindi del SSN.
L’esigenza, infatti, di tenere sotto controllo<br />
la spesa pubblica ha indotto i vari<br />
governi che si sono succeduti ad intervenire<br />
sui costi dello stato sociale, riducendo<br />
fortemente gli stanziamenti per la<br />
spesa sanitaria e quindi la qualità delle<br />
prestazioni offerte dal sistema pubblico.<br />
A ciò va aggiunto che le modificazioni<br />
demografiche legate all’invecchiamento<br />
<strong>della</strong> popolazione, i crescenti costi dei<br />
servizi ed il costante aumento del ricorso<br />
alla sanità privata, pongono problemi di<br />
equità sociale ai quali va data una risposta.<br />
In tal senso il decreto del ministro <strong>della</strong><br />
Salute Livia Turco del marzo 2008, per<br />
la prima volta in modo concreto, attuando<br />
quanto previsto dalla Finanziaria<br />
2008, consolida il principio secondo il<br />
quale la sanità in generale deve essere<br />
intesa come un sistema complessivo di<br />
enti, strutture e organizzazioni che investono<br />
sulla promozione <strong>della</strong> salute e la<br />
fornitura di prestazioni mediche e assistenziali<br />
senza finalità di lucro.<br />
In questo ambito rientrano i Fondi integrativi<br />
del SSN e i numerosi Enti, Casse<br />
di assistenza sanitaria no profit a carattere<br />
categoriale o aziendale che forniscono<br />
prestazioni assistenziali integrative e<br />
obbligatoriamente anche prestazioni<br />
odontoiatriche e prestazioni legate<br />
all’assistenza per i non autosufficienti.<br />
Di fatto, per necessità o per opportunità,<br />
nel nostro paese si è ormai strutturato un<br />
sistema sanitario aperto alla partecipazione<br />
attiva dei cittadini, incentivato<br />
anche sul piano fiscale, e consolidato il<br />
sodalizio tra la sanità pubblica e l’assistenza<br />
sanitaria integrativa, sempre più “<br />
secondo pilastro” del SSN.<br />
E’ pertanto motivo di grande soddisfazione<br />
per tutti noi essere riusciti a dare<br />
ulteriori tutele ai lavoratori, proteggendo<br />
in modo reale il loro reddito e aumentando<br />
l’offerta per un migliore livello di<br />
protezione <strong>della</strong> salute.<br />
Segretario nazionale<br />
Claudio Tarlazzi<br />
Le condizioni <strong>della</strong> polizza alla quale fa<br />
riferimento l’articolo si possono trovare<br />
sul sito www.<strong>uilt</strong>rasporti.it/ausiliari<br />
LA CULTURA DELLA PREVENZIONE<br />
Sicurezza stradale:<br />
il valore <strong>della</strong> vita<br />
di SILVANO MINIATI<br />
Il problema <strong>della</strong> sicurezza stradale<br />
e dei costi umani e sociali <strong>della</strong> incidentalità<br />
andrebbe affrontato non<br />
solo riscoprendo il principio che prevenire<br />
costa meno che curare ma anche<br />
una buona dose di freddezza e razionalità.<br />
Solo la scoperta del grande valore <strong>della</strong><br />
prevenzione può indurre i decisori politici<br />
ad abbandonare la politica dei tagli e<br />
a destinare alle politiche di sicurezza le<br />
risorse necessarie che non sono sicuramente<br />
poche.<br />
Una adeguata politica delle infrastrutture<br />
si può fare solo stanziando le risorse<br />
necessarie e mettendo assieme gli sforzi<br />
di governo, regioni, province, Anas e gestori<br />
di autostrade per incrementare le risorse<br />
disponibili e abbandonare la strada<br />
senza sbocco degli interventi “mordi e<br />
fuggi”.<br />
Ma prevenzione significa anche un impegno<br />
davvero eccezionale per creare tra<br />
27<br />
i cittadini un senso comune favorevole<br />
alla prevenzione il che in sintesi significa<br />
costruire una nuova cultura <strong>della</strong> sicurezza<br />
che non chiami in causa solo i<br />
doveri e gli obblighi altrui ma anche i<br />
propri.<br />
Per dirla con un esempio non basta affatto<br />
migliorare la strada (più corsie, meno<br />
buche, curve adeguate, segnaletica moderna,<br />
più rotonde ecc.) occorre anche<br />
cambiare le leggi e soprattutto il nostro<br />
modo di ragionare e comportarci sia alla<br />
guida che come pedoni avendo chiaro<br />
che non è detto affatto che una strada più<br />
scorrevole e senza buche sia a priori anche<br />
una strada con meno incidenti.<br />
Se in una città come Roma oltre un terzo<br />
dei pedoni attraversa fuori dalle strisce,<br />
se buona parte dei motorini sorpassano a<br />
destra, non si fermano al rosso e ti arrivano<br />
sui piedi quando attraversi le strisce,<br />
se in moto, in auto, ma anche a piedi<br />
e in mezzo alla strada tutti usano il telefonino<br />
come se fossero comodamente<br />
seduti nel salotto di casa, non si può poi<br />
PER LE STRADE D’EUROPA
28<br />
accusare soltanto il pessimo stato delle<br />
strade e neppure il gran volume di traffico<br />
per spiegare il fatto che Roma è dietro<br />
soltanto a Riga e Vilmus nella graduatoria<br />
degli incidenti nelle capitali europee<br />
e registra un tasso di mortalità tre<br />
volte e mezzo superiore a quello di<br />
Vienna, Parigi, Stoccolma, Helsinki,<br />
Oslo e Berlino e due volte più alto di<br />
quelli di Londra, Madrid e Praga.<br />
Si potrebbe affermare che se Roma<br />
avesse lo stesso tasso di incidentalità<br />
delle maggiori capitali europee nel 2007<br />
anziché 201 morti e 26.299 feriti avrebbe<br />
contato 50 morti e 7.500 feriti.<br />
Quei 150 morti e 19.000 feriti in più sono<br />
ad esempio la misura dello scarto di<br />
sicurezza tra Roma e Parigi.<br />
Se ci fermassimo un attimo a riflettere<br />
non solo sul carico di sofferenze che<br />
ogni incidente lascia dietro di se ma anche<br />
sui costi materiali che si scaricano<br />
sulla società apparirebbe chiaro che<br />
buona parte delle risorse in più dedicate<br />
alla sicurezza potrebbero derivare dai<br />
minori costi <strong>della</strong> incidentalità.<br />
Un’altra voce che potrebbe essere incrementata,<br />
almeno per alcuni anni, è quella<br />
relativa alle multe che andrebbero<br />
molto estese dopo aver chiarito bene che<br />
i loro proventi senza distogliere un centesimo<br />
vanno investiti in sicurezza.<br />
Chi parcheggia in divieto di sosta, in<br />
doppia fila o sul marciapiede, chi invade<br />
le corsie preferenziali deve sapere che<br />
quasi sicuramente sarà multato e non co-<br />
PER LE STRADE D’EUROPA<br />
LA CULTURA DELLA PREVENZIONE<br />
me avviene oggi una volta ogni tanto.<br />
Analogo ragionamento per chi usa il telefonino<br />
alla guida, chi supera i limiti di<br />
velocità, chi attraversa fuori dalle strisce<br />
che deve sapere che così facendo corre<br />
davvero il rischio di essere colto in fallo.<br />
Il nostro sta diventando un paese che ha<br />
un rapporto davvero strano con le tasse.<br />
I proclami antitasse uniti ai tanti esempi<br />
di impunità per chi non le paga, oltre alle<br />
tante disinvolte promesse elettorali<br />
rendono incredibile l’ipotesi che vi sia<br />
qualcuno , tra i politici, disposto a chiedere<br />
ad ogni automobilista qualcosa di<br />
più, magari sul bollo da destinare alla sicurezza.<br />
Dieci euro in più sul bollo potrebbero<br />
provocare gravi “sommovimenti popolari”<br />
proprio a opera di chi paga però<br />
senza quasi battere ciglio 5/6 volte tanto<br />
per una multa.<br />
Migliaia di multe in più seguite dai ritiri<br />
di patente; controlli al veicolo e norme<br />
molto più rigide a sostegno dell’utenza<br />
più debole possono cambiare la situazione<br />
soprattutto se a partire dai bambini<br />
per finire agli anziani saremo in grado di<br />
avviare una grande campagna di informazione<br />
e formazione.<br />
Dobbiamo finirla con lo scarica barile<br />
del “ci pensi la scuola” visto che il bambino<br />
impara dal padre e dal nonno comportamenti<br />
che poi la scuola non può<br />
cancellare.<br />
Dobbiamo rendere chiaro a tutti che la<br />
prima reazione positiva alla lotta contro<br />
l’incidentalità deve venire dalla testa di<br />
ognuno di noi, che certo vanno chiuse le<br />
buche, rese visibili le strisce e la segnaletica,<br />
installati nuovi semafori e molte<br />
altre rotonde, vigilate le corsie preferenziali,<br />
tolte non solo auto, motorini e biciclette<br />
dal marciapiede ma anche tavoli o<br />
pedane abusive che li rendono impercorribili.<br />
Ma anche l’ottica del codice stradale va<br />
ribaltata. Al primo posto deve stare<br />
l’utenza debole.<br />
Investire un pedone o un ciclista deve<br />
diventare, in caso di colpa accertata, un<br />
reato grave, molto più grave e oneroso<br />
di oggi.<br />
I cittadini devono inoltre avere la garanzia<br />
che chi provoca morti o lesioni gravi<br />
sotto gli effetti <strong>della</strong> droga e dell’alcool<br />
non incorre in atto doloso ma bensì volontario<br />
e che sconterà una pena adeguata.<br />
Una politica per la sicurezza stradale dovrebbe<br />
infine chiamare pesantemente in<br />
causa i costruttori di autoveicoli e di motocicli<br />
ai quali occorre chiedere maggiore<br />
inventiva per introdurre congegni tesi<br />
a limitare la velocità, rumore e emissioni<br />
oltre a sistemi che permettano di rilevare<br />
a posteriori eventuali comportamenti<br />
scorretti alla guida.<br />
Silvano Miniati<br />
Coord. Consulta Nazionale Sicurezza<br />
Stradale Cnel
MOBILITA’ E’ SVILUPPO 29<br />
La prestazione dei lavoratori mobili<br />
di SANTINO FORTINO<br />
La nuova pubblicazione <strong>della</strong> <strong>Uiltrasporti</strong><br />
su un tema particolarmente articolato e complesso<br />
In occasione dell’entrata in vigore<br />
del Decreto Legislativo 19.11.2007<br />
n. 234, il Coordinamento Nazionale<br />
T.P.L. e Mobilità <strong>della</strong> <strong>Uiltrasporti</strong> ha<br />
elaborato una pubblicazione che raccoglie<br />
tutte le norme legali e contrattuali<br />
che regolano la materia relativa alla questione<br />
dei cosiddetti lavoratori mobili<br />
addetti, come recita il titolo <strong>della</strong> pubblicazione,<br />
al trasporto via terra di persone<br />
e merci.<br />
È noto a tutti che l’argomento è molto<br />
complesso e in non pochi casi di difficile<br />
interpretazione e che dunque questo<br />
lavoro va considerato come un contributo<br />
per orientarsi tra le norme di legge,<br />
sia di fonte europea che di fonte<br />
nazionale, in rapporto alle norme<br />
contrattuali nazionali vigenti.<br />
I contratti presi a riferimento<br />
sono quelli dei lavoratori<br />
addetti:<br />
• Alla logistica e al trasporto<br />
merci e alle spedizioni;<br />
• Al trasporto ferroviario (rete<br />
FS);<br />
• Al trasporto ferroviario locale<br />
ed alla navigazione interna<br />
(contratto autoferrotranvieri);<br />
• Al trasporto urbano;<br />
• Al trasporto extraurbano.<br />
Il Coordinamento Nazionale<br />
T.P.L. e Mobilità si augura,<br />
come indicato nella presentazione,<br />
che questo contributo possa<br />
essere utile, in una logica di<br />
comprensione ed eventuale semplificazione<br />
delle norme contrattuali,<br />
ad una migliore conoscenza<br />
<strong>della</strong> materia da parte di tutte<br />
le strutture periferiche deputate a<br />
verificare l’osservanza delle<br />
regole contenute nelle varie<br />
leggi e nei contratti nazionali vigenti,<br />
nonché ad esercitare le deleghe riconosciute<br />
loro dalle norme citate.<br />
Questo quaderno di informazione rappresenta<br />
un esperimento, un tentativo<br />
di fornire un supporto informatico (e<br />
volendo cartaceo) agile, semplice da<br />
consultare e nello stesso tempo completo.<br />
Per il Segretario Generale <strong>della</strong> <strong>Uiltrasporti</strong><br />
Giuseppe Caronia, che ne ha<br />
redatto la presentazione, “il quaderno<br />
rappresenta senza dubbio una importante<br />
iniziativa tesa ad allargare la<br />
conoscenza delle leggi comunitarie e<br />
nazionali ed a rendere patrimonio<br />
comune di tutti i dipendenti e <strong>della</strong><br />
nostra UILT, le norme contrattuali di<br />
carattere nazionale che contraddistinguono<br />
appunto la prestazione dei cosiddetti<br />
lavoratori mobili. Questa iniziativa<br />
vuole anche essere un primo tentativo<br />
di far prendere coscienza, agli operatori<br />
dei trasporti, delle differenze, a<br />
volte pienamente giustificate, di trattamento<br />
esistenti nel suo insieme e in<br />
ordine a molti istituti contrattuali.<br />
Forse una maggiore conoscenza può, è<br />
questo il messaggio implicito che lancia<br />
questo “Quaderno”, concorrere a semplificare<br />
e ad avvicinare, senza escludere<br />
le specificità, le norme contenute ora<br />
nei vari contratti nazionali”. Il Segretario<br />
Generale <strong>della</strong> UILT ha trovato particolarmente<br />
appropriato lo spirito che<br />
contraddistingue l’impostazione del<br />
lavoro trattandosi di una iniziativa<br />
pressoché senza precedenti,<br />
aperta ad eventuali osservazioni,<br />
e ha rivolto un plauso ed un<br />
ringraziamento a quanti ne<br />
hanno reso possibile la pubblicazione<br />
ed in particolare agli<br />
amici Patriarca, Napoleoni e<br />
Colonna, in collaborazione con<br />
Simona Zualdi ed infine, non<br />
per ultimo con l’amico Cleto<br />
Catalano che ha messo, come<br />
sempre, a disposizione dell’Organizzazione<br />
la sua preziosa<br />
preparazione e la sua lunga<br />
esperienza nella cura di pubblicazioni<br />
analoghe.<br />
A quelli del Segretario Generale<br />
si aggiungono i miei personali<br />
ringraziamenti. Per il sottoscritto<br />
è motivo di piacere e orgoglio<br />
poter presentare la pubblicazione<br />
di questa specie di “bignami”<br />
che testimonia ancora una volta<br />
quanto sia ricca di capacità e<br />
competenze la nostra organizzazione<br />
sindacale.<br />
PER LE STRADE D’EUROPA
30<br />
Libero Stato<br />
Sicuramente tutti ricordano che il<br />
principio ispiratore <strong>della</strong> formalizzazione<br />
degli accordi tra lo<br />
Stato Italiano e la Chiesa Cattolica era<br />
rappresentato dalla necessità di garantire<br />
alla Chiesa Cattolica la massima<br />
libertà di professione di fede all’interno<br />
dello Stato.<br />
Da qui il riconoscimento di tutta una<br />
serie di diritti e di privilegi rispetto alle<br />
altre professioni religiose, tanto da<br />
riconoscere alla Chiesa Cattolica lo<br />
“status” di religione di stato.<br />
In questa sede è necessario ricordare<br />
che lo Stato Italiano, oltre a garantire<br />
la libertà di professione di fede e di<br />
apostolato, ha riconosciuto alla Chiesa<br />
Cattolica non pochi benefici di ordine<br />
economico (cfr gli obblighi posti a<br />
carico dello Stato dal Concordato e<br />
dalle leggi fiscali), non solo, ma ha<br />
dato valenza civile a tutti gli effetti al<br />
matrimonio religioso, nonché dell’annullamento<br />
dello stesso da parte <strong>della</strong><br />
Sacra Rota.<br />
Che a ben vedere rappresenta e riveste<br />
un importantissimo segno del valore<br />
che lo Stato riconosce alla Chiesa Cattolica.<br />
Sicuramente lo Stato<br />
ha voluto e tenuto<br />
conto del fatto che la<br />
stragrande maggioranza<br />
dei cittadini si<br />
professa di religione<br />
cattolica, quindi, si<br />
può pensare che gli<br />
accordi formali tra<br />
Stato e Chiesa non<br />
rappresentino altro<br />
che l’adeguamento<br />
dello Stato al comune<br />
sentire dei cittadini,<br />
anche se questi ultimi,<br />
chiamati ad esprimer-<br />
PER LE STRADE D’EUROPA<br />
NON SOLO ENGLARO...<br />
in Libera Chiesa<br />
si attraverso alcuni “referendum”<br />
hanno scelto di pronunciarsi su alcuni<br />
temi di estrema rilevanza (aborto e<br />
divorzio ad esempio) in modo difforme<br />
da quanto affermato con forza e con<br />
tutti i mezzi possibili <strong>della</strong> Chiesa.<br />
Questa breve premessa mi occorreva<br />
per chiarire le ragioni del titolo dell’articolo.<br />
Se l’assunto “libera Chiesa” in “libero<br />
Stato” va considerato non solo corretto<br />
ma l’unico come soddisfacente per<br />
garantire la libertà di culto da parte dei<br />
cittadini e la possibilità <strong>della</strong> Chiesa,<br />
quale loro espressione, per realizzare il<br />
suo magistero spirituale e non solo.<br />
Ciò oltretutto significava e deve significare<br />
che lo Stato Italiano non può e<br />
non deve interferire né nelle questioni<br />
di culto, né nell’attività (intesa in tutti i<br />
sensi) <strong>della</strong> Chiesa.<br />
Credo sia però altrettanto necessario<br />
che si realizzi il principio <strong>della</strong> reciprocità<br />
vale a dire se lo Stato non deve<br />
interferire nell’attività e nelle scelte<br />
<strong>della</strong> Chiesa, quest’ultima dovrebbe<br />
essere tenuta a non interferire con gli<br />
affari e le scelte dello Stato.<br />
di CLETO CATALANO<br />
Ho sempre avuto il convincimento,<br />
credo comune a molti italiani anche se<br />
cattolici, che spesso, troppo spesso, la<br />
Chiesa abbia interferito, si sia ingerita<br />
negli affari dello Stato, tentando con<br />
ogni mezzo, di orientare l’opinione dei<br />
cittadini italiani su molti spetti, <strong>della</strong><br />
vita civile e cosa ancor più seria le<br />
azioni delle istituzioni.<br />
In questa sede credo opportuno tralasciare<br />
di parlare <strong>della</strong> discesa diretta in<br />
campo politico, tendente a favorire le<br />
formazioni politiche apparentemente<br />
(più o meno) vicine alla dottrina ed alla<br />
morale cattolica, per porre l’accento su<br />
alcuni interventi, a mio parere assolutamente<br />
inopportuni operati dalla<br />
Chiusa su questioni di grande rilevanza<br />
civile.<br />
Mi riferisco, in particolare, al riconoscimento<br />
di alcuni diritti alle convivenze<br />
di fatto, al testamento biologico e,<br />
soprattutto, alle posizioni assunte nella<br />
vicenda di Emanuela Englaro.<br />
Una precisazione: la Chiesa ben conosce<br />
la distinzione tra divieto/obbligo e diritto/facoltà,<br />
nonché la distinzione tra<br />
“peccato” secondo la morale cattolica e<br />
fatto lecito secondo le<br />
regole civili.<br />
Molte azioni considerate<br />
“peccato” sono riconosciute<br />
illecite e quindi<br />
vietate e sanzionate<br />
anche dall’ordinamento<br />
dello Stato, altre invece<br />
sono considerate magari<br />
non del tutto corrette,<br />
ma certamente non<br />
sono né vietate né sanzionate.<br />
Sappiamo tutti che l’ordinamento<br />
giuridico<br />
non è immutabile nel<br />
tempo, ma segue, anche
se non in tempi brevissimi,<br />
l’evoluzione dei<br />
costumi sociali ed i progressi<br />
scientifici.<br />
Se lo Stato Italiano<br />
ritiene necessario, nell’interesse<br />
dei suoi cittadini,<br />
ritenere dei<br />
comportamenti, delle<br />
azioni ritenute illecite o<br />
addirittura reati non più<br />
tali non può significare<br />
e non significa che<br />
pone a loro carico un<br />
obbligo, una imposizione,<br />
ma riconosce ai<br />
cittadini solo la facoltà<br />
di tenere, senza incorrere<br />
in sanzioni amministrative o penali,<br />
quel determinato comportamento.<br />
La legge italiana non impone alle<br />
donne di abortire o alle persone sposate<br />
di divorziare ma riconosce loro solo<br />
la facoltà di farlo.<br />
Qualora venisse approvata una norma<br />
che preveda la facoltà di fare il testamento<br />
biologico, non significa che si<br />
impone di farlo né che si introduce nel<br />
nostro ordinamento l’eutanasia, ma si<br />
riconosce ai cittadini italiani la facoltà<br />
di rifiutare trattamenti che tendono<br />
solo a prolungare la vita, trasformandola<br />
in una sorta di sofferenza inaudita<br />
o peggio ancora in una vita esclusivamente<br />
vegetativa.<br />
La Chiesa ha tutti gli strumenti per<br />
convincere i credenti e a non ricorrere<br />
all’aborto, al divorzio, al testamento<br />
biologico, quali l’esclusione dalla<br />
comunità ecclesiale, e la scomunica.<br />
Quando la Chiesa pretende che la legislazione<br />
italiana si adegui alla sua<br />
visione ed ai suoi precetti può o significare<br />
che ritiene il suo magistero<br />
insufficiente a convincere i fedeli a<br />
tenere comportamenti consoni ai suoi<br />
insegnamenti o che vuole imporre la<br />
sua visone indiscriminatamente a tutti i<br />
cittadini italiani credenti e non, nonché<br />
a quei cittadini che professano altre<br />
religioni.<br />
Né va sottaciuto che la Chiesa oltre ad<br />
interferire nelle questioni di principio<br />
NON SOLO ENGLARO...<br />
di enorme importanza quali quelle che<br />
ho indicato sopra, in molte circostanze<br />
tende ad indirizzare quasi ad imporre<br />
allo Stato Italiano le sue linee di politica<br />
sociale ed economica.<br />
Ciò facendo travalica senza alcun dubbio<br />
anche in questo caso il magistero<br />
ecclesiastico per trasformarsi se non<br />
proprio in un partito politico in un<br />
reale supporto alle formazioni politiche<br />
di volta in volta più vicine alle sue<br />
posizioni.<br />
Credo che il punto più alto di interferenza<br />
la Chiesa lo abbia raggiunto<br />
nella vicenda tragica che riguarda la<br />
famiglia Englaro.<br />
Quando al di la delle critiche alla sentenza<br />
<strong>della</strong> magistratura ormai definitiva<br />
ed esecutiva ha invitato i medici<br />
cattolici ad opporre l’obiezione di<br />
coscienza ad eseguirla e convincendo<br />
alcuni rappresentanti delle istituzioni<br />
(Ministro del Welfare e Governatore<br />
<strong>della</strong> Lombardia) a frapporre ogni<br />
ostacolo possibile alla applicazione<br />
delle sentenze dei giudici italiani.<br />
Non so, tra l’altro, quanto i comportamenti<br />
di tali rappresentanti delle Istituzioni<br />
siano da attribuirsi a profondi<br />
convincimenti religiosi e/o filosofici,<br />
oppure siano determinati da interessi<br />
politici o di partito.<br />
Voglio chiudere queste brevi note,<br />
oltretutto un pò farraginose, precisando<br />
che non ho nulla contro la Chiesa<br />
31<br />
Cattolica in quanto<br />
tale o contro il suo<br />
Magistero, credo solamente<br />
che lo Stato Italiano<br />
debba esprimere<br />
appieno la sua sovranità,<br />
uscendo da quella<br />
specie di tutela che<br />
ancor oggi (in maniera<br />
più o meno morbida)<br />
esercita la Chiesa nei<br />
suoi confronti.<br />
Infine, sarebbe interessante<br />
sperimentare<br />
l’atteggiamento che<br />
terrebbe la Chiesa, se<br />
lo Stato Italiano rifiutasse<br />
di riconoscere<br />
gli effetti civili agli annullamenti dei<br />
matrimoni sanciti dalla Sacra Rota, se<br />
decidesse di sottoporre a referendum il<br />
permanere dei benefici fiscali e delle<br />
sovvenzioni alla Chiesa ed alle sue istituzioni<br />
per devolvere l’entità degli<br />
stessi ai cittadini italiani meno fortunati,<br />
se ritenesse si esprimere il proprio<br />
placet all’affidamento di alcuni incarichi<br />
religiosi che abbiano anche risvolti<br />
civili, se vietasse la discriminazione<br />
dei sacerdoti gay ed infine se decidesse<br />
che ai religiosi dichiaratamente negazionisti<br />
(vedi il caso di alcuni Lefrebiani)<br />
fosse vietato il magistero religioso<br />
e sospesi “a divinis”.<br />
In questa ultima ipotesi è sicuramente<br />
da stigmatizzare l’atteggiamento di<br />
tutti i partiti politici, che non hanno<br />
avuto nemmeno il coraggio di chiedere<br />
al Papa un suo pronunciamento diretto,<br />
solo alcuni leader hanno condannato le<br />
tesi sostenute dal vescovo lefrebviano,<br />
senza però chiedere che nei suoi confronti<br />
la Chiesa adottasse gli opportuni,<br />
anzi necessari, provvedimenti.<br />
Anche in questo caso forse, anzi sicuramente,<br />
non ho tenuto conto <strong>della</strong><br />
realtà, credendo che la teoria del principio:<br />
Libera Chiesa in Libero Stato,<br />
significhi anche Libero Stato in Libera<br />
Chiesa, sostenuto da illustri, importanti<br />
politici e filosofi italiani, possa trovare<br />
pratica applicazione.<br />
Cleto Catalano<br />
PER LE STRADE D’EUROPA
Le nuove procedure<br />
per gli accertamenti sanitari<br />
di assenza di tossicodipendenza<br />
o di assunzione<br />
di sostanze<br />
stupefacenti o psicotrope<br />
per i lavoratori<br />
che svolgono mansioni<br />
che comportano<br />
particolari rischi<br />
per la sicurezza, l’incolumità<br />
e la salute di terzi<br />
PER LE STRADE D’EUROPA
34<br />
Premessa<br />
La presente guida intende essere un utile<br />
strumento volto ad aiutare lavoratori e<br />
strutture sindacali nella prima fase di<br />
applicazione delle nuove procedure per<br />
gli accertamenti sanitari di assenza di tossicodipendenza<br />
o di assunzione di sostanze<br />
stupefacenti o psicotrope..<br />
Eviteremo quindi di fare riferimento a<br />
Contratti, Leggi o Accordi, e limiteremo<br />
l’analisi alle tematiche di interesse del<br />
lavoratore, indicando in maniera semplice<br />
quanto prevede la normativa ed evidenziando<br />
le tematiche su cui essa è talmente<br />
lacunosa da richiede un approfondimento<br />
in sede di contrattazione.<br />
Di cosa stiamo parlando?<br />
Le procedure oggetto <strong>della</strong> presente<br />
guida, come detto in premessa, sono volte<br />
all’accertamento sanitario di assenza di<br />
tossicodipendenza e di assunzione di<br />
sostanze stupefacenti o psicotrope nei<br />
lavoratori che svolgono mansioni che<br />
comportano particolari rischi per la sicurezza,<br />
l’incolumità e la salute di terzi.<br />
Si tratta di accertamenti a scopo preventivo<br />
che, per le oggettive difficoltà di rilevazione<br />
e di descrizione delle modalità e<br />
<strong>della</strong> frequenza di assunzione delle<br />
sostanze da parte del lavoratore, non possono<br />
fare distinzione tra uso occasionale,<br />
uso regolare o presenza di dipendenza al<br />
fine di attivare la sospensione cautelativa.<br />
Le procedure devono essere effettuate in<br />
modo tale da garantire la privacy, il rispetto<br />
e la dignità <strong>della</strong> persona sottoposta ad<br />
accertamento e non devono in alcun modo<br />
rappresentare strumenti persecutori lesivi<br />
<strong>della</strong> libertà individuale o tesi ad allonta-<br />
PER LE STRADE D’EUROPA<br />
TOSSICODIPENDENZA E SICUREZZA<br />
Guida utile a lavoratori e strutture sindacali<br />
sulle procedure per gli accertamenti sanitari di assenza<br />
di tossicodipendenza per i lavoratori addetti a mansioni<br />
che comportano particolari rischi per la sicurezza,<br />
l’incolumità e la salute di terzi<br />
a cura del Dipartimento nazionale TPL e Mobilità<br />
nare arbitrariamente la persona dalla sua<br />
attività lavorativa.<br />
Tale accertamento non è da intendere<br />
come accertamento «pre-assuntivo» ma<br />
come «visita medica preventiva» post<br />
assuntiva da eseguire comunque sul lavoratore<br />
prima di essere adibito al servizio<br />
lavorativo nella mansione specifica a<br />
rischio.<br />
Quali lavoratori dei trasporti ne<br />
sono sottoposti?<br />
a) conducenti di veicoli stradali per i<br />
quali è richiesto il possesso <strong>della</strong><br />
patente di guida categoria C, D, E, e<br />
quelli per i quali è richiesto il certificato<br />
di abilitazione professionale per la<br />
guida di taxi o di veicoli in servizio di<br />
noleggio con conducente, ovvero il<br />
certificato di formazione professionale<br />
per guida di veicoli che trasportano<br />
merci pericolose su strada;<br />
b) personale addetto direttamente alla circolazione<br />
dei treni e alla sicurezza dell’esercizio<br />
ferroviario che esplichi attività<br />
di condotta, verifica materiale<br />
rotabile, manovra apparati di sicurezza,<br />
formazione treni, accompagnamento<br />
treni, gestione <strong>della</strong> circolazione,<br />
manutenzione infrastruttura e coordinamento<br />
e vigilanza di una o più attività<br />
di sicurezza;<br />
c) personale ferroviario navigante sulle<br />
navi del gestore dell’infrastruttura ferroviaria<br />
con esclusione del personale<br />
di camera e di mensa;<br />
d) personale navigante delle acque interne<br />
con qualifica di conduttore per le<br />
imbarcazioni da diporto adibite a<br />
noleggio;<br />
e) personale addetto alla circolazione e a<br />
sicurezza delle ferrovie in concessione<br />
e in gestione governativa, metropolitane,<br />
tranvie e impianti assimilati, filovie,<br />
autolinee e impianti funicolari,<br />
aerei e terrestri;<br />
f) conducenti, conduttori, manovratori e<br />
addetti agli scambi di altri veicoli con<br />
binario, rotaie o di apparecchi di sollevamento,<br />
esclusi i manovratori di carri<br />
ponte con pulsantiera a terra e di<br />
monorotaie;<br />
g) personale marittimo di I categoria delle<br />
sezioni di coperta e macchina, limitatamente<br />
allo Stato maggiore e sottufficiali<br />
componenti l’equipaggio di navi<br />
mercantili e passeggeri, nonché il personale<br />
marittimo e tecnico delle piattaforme<br />
in mare, dei pontoni galleggianti,<br />
adibito ad attività off-shore e delle<br />
navi posatubi;<br />
h) controllori di volo ed esperti di assistenza<br />
al volo;<br />
i) personale certificalo dal Registro aeronautico<br />
italiano;<br />
l) collaudatori di mezzi di navigazione<br />
marittima, terrestre ed aerea;<br />
m)addetti ai pannelli di controllo del<br />
movimento nel settore dei trasporti;<br />
n) addetti alla guida di macchine di movimentazione<br />
terra e merci.<br />
Consigli per la consultazione<br />
Al fine di poter meglio comprendere i vari<br />
passaggi <strong>della</strong> complessa procedura prevista,<br />
è opportuno visualizzarne la<br />
sequenza nello schema allegato in ultima<br />
pagina. Per favorirne l’identificazione<br />
ogni singolo passaggio è individuato con<br />
una lettera maiuscola (A, B, C, ecc.)
GUIDA<br />
alle procedure per gli<br />
accertamenti sanitari<br />
Il provvedimento prevede due distinti<br />
livelli di accertamento:<br />
• il primo interamente affidato al medico<br />
competente;<br />
• il secondo a cura delle strutture competenti<br />
(Servizio per le tossicodipendenze<br />
dell’A.S.L o la struttura individuata<br />
nella Direzione Sanità di R.F.I.<br />
(già Servizio Sanitario delle Ferrovie<br />
dello Stato) con compiti di approfondimento<br />
diagnostico-accertativo.<br />
A - ATTIVAZIONE DELLA PROCE-<br />
DURA (vedi schema in ultima pagina)<br />
Il datore di lavoro comunica al medico<br />
competente, per iscritto, i nominativi dei<br />
lavoratori da sottoporre ad accertamento<br />
di assenza di tossicodipendenza e di<br />
assunzione di sostanze stupefacenti o psicotrope<br />
in base alla mansione (vedi pag. 2<br />
di questa guida) (lista che dovrà essere, a<br />
cura del datore di lavoro, puntualmente<br />
aggiornata).<br />
Il lavoratore può essere sottoposto agli<br />
accertamenti in oggetto per una delle<br />
seguenti ragioni:<br />
Accertamento pre-affidamento <strong>della</strong><br />
mansione: viene stabilita l’idoneità del<br />
soggetto a poter svolgere la mansione a<br />
rischio. È necessario un risultato negativo<br />
per confermare l’assenza di controindicazioni,<br />
prima di un eventuale inizio dell’attività.<br />
Accertamento periodico: il lavoratore<br />
è sottoposto ad accertamento periodico,<br />
di norma con frequenza annuale, atto<br />
alla verifica dell’idoneità alla mansione<br />
a rischio. In situazione di elevata numerosità<br />
dei soggetti da sottoporre all’accertamento,<br />
va tenuto conto, inoltre,<br />
che nel rispetto delle procedure di<br />
accertamento si dovranno garantire le<br />
caratteristiche di non prevedibilità da<br />
parte dei lavoratori <strong>della</strong> data di effettuazione<br />
dell’accertamento e, contemporaneamente,<br />
si dovrà escludere la<br />
possibilità di scelta volontaria dei candidati<br />
agli accertamenti da parte del<br />
TOSSICODIPENDENZA E SICUREZZA<br />
datore di lavoro. Pertanto, il datore di<br />
lavoro, seleziona i lavoratori da inviare<br />
e sottoporre di volta in volta agli accertamenti<br />
previsti, mediante l’utilizzo di<br />
un processo casuale di individuazione<br />
che escluda la possibilità di scelta<br />
volontaria. Tutto questo deve avvenire<br />
compatibilmente con le esigenze lavorative<br />
e di programmazione aziendale.<br />
Accertamento per ragionevole dubbio:<br />
il lavoratore viene sottoposto ad accertamento<br />
di idoneità alla mansione anche<br />
(oltre al controllo sanitario periodico)<br />
quando sussistano indizi o prove sufficienti<br />
di una sua possibile assunzione di<br />
sostanze illecite. Le segnalazioni di<br />
ragionevole dubbio, in via cautelativa e<br />
riservata, vengono fatte dal datore di<br />
lavoro o suo delegato al medico competente<br />
che provvederà a verificare la fondatezza<br />
del ragionevole dubbio e, se del<br />
caso, ad attivare gli accertamenti clinici<br />
previsti di sua competenza.<br />
Accertamento dopo un incidente: il<br />
lavoratore, in caso di ragionevole dubbio,<br />
deve essere sottoposto, dal medico<br />
competente nei casi in cui è previsto, ad<br />
accertamento di idoneità alla mansione<br />
successivamente ad un incidente avvenuto<br />
alla guida di veicoli o mezzi a motore<br />
durante il lavoro, per escludere l’assunzione<br />
di sostanze stupefacenti o psicotrope.<br />
B - MEDICO COMPETENTE (vedi<br />
schema in ultima pagina)<br />
Entro trenta giorni dal ricevimento dell’elenco<br />
dei nominativi trasmesso dal<br />
datore di lavoro, il medico competente<br />
stabilisce e trasmette al datore il cronogramma<br />
per l’accesso dei lavoratori agli<br />
accertamenti, definendo date e luogo di<br />
esecuzione degli stessi in accordo con il<br />
datore di lavoro, tenuto conto <strong>della</strong><br />
numerosità dei lavoratori da sottoporre<br />
ad accertamento. Il datore di lavoro è<br />
tenuto a comunicare al lavoratore la data<br />
ed il luogo degli accertamenti, con un<br />
preavviso di non più di un giorno dalla<br />
data stabilita per l’accertamento.<br />
35<br />
C - PROCEDURE ACCERTATIVE<br />
DI PRIMO LIVELLO (vedi schema in<br />
ultima pagina)<br />
L’accertamento svolto dal medico competente<br />
è obbligatorio, se il lavoratore si<br />
sottrae alle procedure di accertamento cd.<br />
di primo livello le conseguenze variano a<br />
seconda che vi sia:<br />
• rifiuto del lavoratore: sospensione<br />
dalla mansione per “impossibilità<br />
materiale a svolgere gli accertamenti”;<br />
• assenza alla visita senza aver presentato<br />
valida e documentata giustificazione<br />
al riguardo: sospensione dalla<br />
mansione in via cautelativa e riconvocazione<br />
entro 10 giorni;<br />
• assenza <strong>della</strong> visita con giustificazione<br />
valida e documentata: riconvocazione<br />
entro 10 giorni dalla data di cessazione<br />
dei motivi che hanno impedito<br />
l’accertamento;<br />
• La mancata presentazione obbliga<br />
comunque il medico competente,<br />
anche in caso di esito negativo <strong>della</strong><br />
visita poi eseguita, ad effettuare almeno<br />
altri tre controlli nei 30 giorni successivi<br />
e ad osservazioni di maggior<br />
durata in caso di ragionevole dubbio.<br />
L’accertamento di primo livello comprende<br />
una visita medica orientata all’identificazione<br />
di segni e sintomi che facciano<br />
sospettare l’assunzione di sostanze stupefacenti<br />
o psicotrope. In sede di visita il<br />
medico competente potrà svolgere un test<br />
tossicologico rapido o in alternativa potrà<br />
essere eseguito un test presso idonee strutture<br />
di laboratorio (nella visita avverrà la<br />
sola raccolta del campione). In entrambi i<br />
casi gli accertamenti analitici dovranno<br />
comunque, se positivi, prevedere una conferma<br />
dei risultati mediante cromatografia<br />
accoppiata a spettrometria di massa.<br />
Nell’ambito <strong>della</strong> visita medica il medico<br />
competente deve inoltre valutare:<br />
• eventuali precedenti trattamenti sociosanitari<br />
per tossicodipendenza presso<br />
strutture pubbliche o private anche<br />
attraverso l’acquisizione di informazioni<br />
sanitarie previo consenso dell’interessato;<br />
• eventuali notizie relative ad infortuni<br />
lavorativi e precedenti incidenti avve-<br />
PER LE STRADE D’EUROPA
36<br />
nuti sia in occasione del lavoro, sia al<br />
di fuori dell’ambito lavorativo, ritiri di<br />
patente, ecc.;<br />
• assunzione di farmaci psicoattivi che<br />
possono essere prescritti o non prescritti;<br />
• eventuale sussistenza di segni e/o sintomi<br />
di assunzione o intossicazione in<br />
atto o meno di sostanze stupefacenti o<br />
psicotrope.<br />
Prelievo del campione<br />
La matrice biologica utilizzata è l’urina<br />
che deve essere prelevata sotto controllo<br />
del medico competente o di un operatore<br />
sanitario qualificato, garantendo il rispetto<br />
<strong>della</strong> dignità <strong>della</strong> persona ma introducendo<br />
misure atte ad evitare la possibilità di<br />
manomissione del campione, anche prevedendo<br />
che il soggetto non venga lasciato<br />
solo durante la raccolta; l’urina deve<br />
essere raccolta in apposito contenitore<br />
monouso di plastica; è richiede una quantità<br />
non inferiore 60 ml.<br />
Qualora la quantità di urina prodotta sia<br />
insufficiente, il campione incompleto<br />
viene sigillato e viene riaperto solo alla<br />
presenza del soggetto per la successiva<br />
integrazione in un nuovo contenitore, a tal<br />
fine il soggetto può assumere bevande<br />
analcoliche gassate o non gassate.<br />
Una volta completata l’operazione di raccolta,<br />
il medico competente esegue il test<br />
di screening immunochimico rapido o<br />
provvede al trasferimento del campione,<br />
suddiviso in tre aliquote sigillate e denominate<br />
«A», «B» e «C» di almeno 20 ml<br />
ciascuna, al laboratorio individuato per<br />
tale finalità; se il test di screening è negativo,<br />
l’urina non deve essere conservata;<br />
se il test risulta positivo, l’urina viene travasata<br />
alla presenza del lavoratore dal<br />
recipiente di prima raccolta in due contenitori<br />
che devono contenere almeno 20 ml<br />
cadauno; i contenitori devono essere dotati<br />
di tappo a chiusura ermetica antiviolazione<br />
oppure chiusi e sigillati con un sigillo<br />
adesivo a nastro non rinnovabile, sul<br />
quale il lavoratore e il medico appongono<br />
congiuntamente la propria firma, e contrassegnati<br />
con lettere B e C.<br />
Sui contenitori devono essere altresì indicati<br />
nome e cognome del lavoratore, del<br />
PER LE STRADE D’EUROPA<br />
TOSSICODIPENDENZA E SICUREZZA<br />
medico e la data e ora del prelievo; il<br />
medico competente è responsabile <strong>della</strong><br />
custodia del campione; i contenitori devono<br />
essere inseriti in apposito contenitore<br />
termico per la spedizione, dotato di adeguato<br />
elemento refrigerante. Per i test di<br />
primo livello, sia a titolo di screening<br />
immunochimico che di conferma cromatografica,<br />
che verranno eseguiti utilizzando<br />
laboratori esterni, le borse con i campioni<br />
biologici devono essere inviate nel<br />
più breve tempo possibile e comunque<br />
entro 24 ore dal prelievo al laboratorio per<br />
l’esecuzione del test di screening e/o delle<br />
analisi di conferma e per l’eventuale analisi<br />
di revisione. Il trasporto deve avvenire<br />
secondo le norme vigenti con allegata<br />
copia del verbale di prelievo. Alla consegna,<br />
il laboratorio diventa responsabile<br />
<strong>della</strong> custodia e conservazione del campione.<br />
Se le analisi vengono effettuate dal<br />
laboratorio entro le 24 ore il campione<br />
verrà conservato in frigo a + 4°C; qualora<br />
il medico competente si avvalga per gli<br />
accertamenti di primo livello di idoneo<br />
laboratorio esterno, provvede in concomitanza<br />
<strong>della</strong> visita al prelievo del campione<br />
con le modalità sopra riportate, suddividendolo<br />
in tre aliquote, di cui una denominata<br />
con la lettera A verrà utilizzata per<br />
analisi di screening, con metodica immunochimica,<br />
e le altre due aliquote B e C<br />
saranno utilizzate rispettivamente per la<br />
conferma mediante cromatografia spettrometria<br />
di massa e per l’eventuale analisi<br />
di revisione; in caso di negatività il laboratorio<br />
provvede all’eliminazione delle<br />
aliquote residue secondo le disposizioni di<br />
legge, comunicando l’esito negativo al<br />
medico competente.<br />
Verbale di prelievo e trasmissione del<br />
campione<br />
Il medico competente compila per ciascun<br />
lavoratore il verbale di prelievo in triplice<br />
copia; detto verbale deve riportare generalità<br />
del lavoratore e del medico competente,<br />
luogo in cui è stato eseguito il prelievo,<br />
data e ora del prelievo, quantità di urina<br />
raccolta, esito delle eventuali analisi di<br />
screening rapido; il verbale deve essere<br />
firmato dal medico responsabile del prelievo<br />
del campione e controfirmato dal<br />
lavoratore il quale, in tal modo, attesta la<br />
corretta esecuzione del prelievo.<br />
Il lavoratore può chiedere che vengano<br />
riportate sul verbale eventuali dichiarazioni.<br />
Il verbale riporterà l’elenco dei farmaci<br />
eventualmente assunti negli ultimi sette<br />
giorni; una copia del verbale viene consegnata<br />
al lavoratore, una copia rimane al<br />
medico competente e l’altra, in caso di<br />
positività al test, viene trasmessa al laboratorio,<br />
di norma inserita nel contenitore<br />
termico per il trasporto dei campioni; il<br />
trasporto per l’invio al laboratorio deve<br />
avvenire secondo le norme vigenti; alla<br />
consegna il laboratorio diventa responsabile<br />
<strong>della</strong> custodia e conservazione dei<br />
campioni; l’apertura del contenitore termico,<br />
contenente i campioni, avviene<br />
presso la sede del laboratorio che esegue<br />
le analisi di conferma.<br />
Il laboratorio accerta l’integrità dei campioni<br />
e la corrispondenza al verbale di<br />
prelievo. Redige un verbale per eventuali<br />
non conformità riscontrate e le comunica<br />
al medico competente; il campione «A»)<br />
viene usato per lo screening immunochimica,<br />
il campione «B» viene usato per la<br />
conferma e il campione «C» (conservati a<br />
-20°) per l’eventuale controanalisi richiesta<br />
dal lavoratore. Le analisi del campione<br />
«B»,eseguite utilizzando metodica cromatografica<br />
abbinata a spettrometria di<br />
massa sono finalizzate a confermare la<br />
presenza degli analiti trovati nei test di<br />
screening o, comunque, portare all’identificazione<br />
di sostanze precedentemente<br />
non rilevate nei test di screening valide<br />
per la diagnosi di assunzione di sostanze<br />
stupefacenti o psicotrope, anche in caso di<br />
dubbi rilevati durante l’effettuazione <strong>della</strong><br />
visita medica precedente.<br />
Le analisi devono essere eseguite entro<br />
dieci giorni e il risultato comunicato al<br />
medico competente e al lavoratore;<br />
l’eventuale test di revisione sul campione<br />
«C» potrà essere eseguito presso lo stesso<br />
laboratorio o altro laboratorio pubblico.<br />
L’effettuazione dell’analisi sul campione<br />
C deve avvenire entro trenta giorni dalla<br />
richiesta e la data deve essere comunicata<br />
al lavoratore e al medico competente con<br />
un anticipo di almeno quindici giorni
ispetto all’effettuazione dell’analisi. Il<br />
lavoratore ha facoltà di assistere personalmente<br />
o tramite un proprio consulente tecnico<br />
assumendone l’onere economico. In<br />
caso di risultato discordante, la rivalutazione<br />
ulteriore, mediante riconsiderazione<br />
dei dati prodotti dagli accertamenti precedenti<br />
e non attraverso una ulteriore analisi,<br />
andrà eseguita da una struttura di tossicologia<br />
forense per quanto possibile, di<br />
concerto tra il datore di lavoro e il lavoratore,<br />
che dovrà esprimere un giudizio<br />
finale; il campione «C», qualora non utilizzato<br />
per il test, il lavoratore potrà chiedere<br />
la ripetizione dell’analisi sullo stesso<br />
campione precedentemente prelevato<br />
dalla struttura sanitaria competente. Cosa<br />
succhede:<br />
In caso di NEGATIVITÀ degli accertamenti<br />
di primo livello,<br />
D - CERTIFICAZIONE DI IDONEI-<br />
TÀ (vedi schema in ultima pagina) il<br />
medico competente onclude l’accertamento<br />
con giudizio certificato di «idoneità»<br />
allo svolgimento <strong>della</strong> mansione<br />
O - COMUNICAZIONE A DATORE<br />
DI LAVORO (vedi schema in ultima<br />
pagina) e RIENTRO nella mansione a<br />
rischio.<br />
In caso di POSITIVITÀ degli accertamenti<br />
di primo livello,<br />
E - INIDONEITÀ TEMPORANEA<br />
(vedi schema in ultima pagina) si procederà<br />
come di seguito:<br />
a) viene data formale comunicazione al<br />
lavoratore e contestualmente al datore<br />
di lavoro che provvederà, nel rispetto<br />
<strong>della</strong> dignità e <strong>della</strong> privacy <strong>della</strong> persona,<br />
a sospendere temporaneamente,<br />
in via cautelativa, il lavoratore dallo<br />
svolgimento <strong>della</strong> mansione a rischio;<br />
b) viene comunicata al lavoratore la possibilità<br />
di una revisione del risultato in<br />
base al quale è stato espresso il giudizio<br />
di non idoneità, che dovrà essere<br />
richiesta entro i 10 giorni dalla comunicazione<br />
dell’esito di cui sopra;<br />
d) il lavoratore viene inviato alle strutture<br />
TOSSICODIPENDENZA E SICUREZZA<br />
sanitarie competenti per l’effettuazione<br />
degli ulteriori approfondimenti diagnostici<br />
di secondo livello. L’invio è previsto<br />
in tutti i casi in cui il medico competente<br />
lo ritenga motivatamente<br />
necessario.<br />
F - PROCEDURE ACCERTATIVE<br />
DI SECONDO LIVELLO (vedi schema<br />
in ultima pagina)<br />
Il lavoratore risultato positivo agli accertamenti<br />
di primo livello effettuati dal<br />
medico competente, viene inviato dallo<br />
stesso alla struttura sanitaria competente<br />
per la visita medica da effettuare in conformità<br />
alle procedure diagnostico-medico<br />
legali e chimico-tossicologiche.<br />
I Sert, in particolare, dovranno entro non<br />
oltre trenta giorni dal momento <strong>della</strong><br />
richiesta, accertare la presenza o assenza<br />
di tossicodipendenza, rilevando inoltre le<br />
modalità e la frequenza di assunzione<br />
delle sostanze.<br />
Tali accertamenti prevedono:<br />
• accertamenti clinici mediante visita<br />
medica;<br />
• accertamenti tossicologici-analitici.<br />
Accertamenti clinici mediante visita<br />
medica<br />
La visita medica si espleta mediante un<br />
esame medico-legale, clinico-documentale,<br />
clinico-anamnestico, psicocomportamentale<br />
e clinico-obiettivo. La finalità<br />
generale, oltre a quella di stabilire se vi sia<br />
o vi sia stato uso di sostanze, è di definirne<br />
la tipologia di sostanze utilizzate, le<br />
modalità di assunzione e la frequenza (per<br />
quanto possibile ricostruire sulla base<br />
delle dichiarazioni del soggetto sottoposto<br />
ad accertamenti). Oltre a questo sarà<br />
necessario definire se vi sia o no stato di<br />
dipendenza, al fine di proporre al lavoratore<br />
un appropriato percorso di cura e riabilitazione.<br />
L’esame clinico - documentale è mirato a<br />
verificare la sussistenza o l’esclusione di<br />
documentazione clinica attendibile attestante<br />
o correlabili condizioni di<br />
uso/abuso/dipendenza da sostanze stupefacenti;<br />
la sussistenza di patologie correlate<br />
all’uso di sostanze stupefacenti o psicotrope,<br />
di stati o condizioni cliniche<br />
37<br />
generali giustificanti terapie farmacologiche<br />
in atto, con possibile interferenza con<br />
gli accertamenti tossicologici, altre patologie<br />
in grado di interferire con le funzioni<br />
neuro-cognitive generali. Sono esaminate<br />
eventuali certificazioni rilasciate da<br />
divisioni ospedaliere, unità di pronto soccorso,<br />
SERT, unità di alcoologia, comunità<br />
terapeutiche accreditate indicanti diagnosi<br />
di disturbo da uso di sostanze psicoattive,<br />
eventuale comorbità psichiatrica o<br />
internistico / infettivologica, esiti di monitoraggio<br />
chimico - tossicologici, terapie<br />
mono o multimodali praticate, farmacologiche<br />
(sostitutive, psicotrope o aspecifiche)<br />
e/o psicologiche e/o interventi socioriabilitativi.<br />
L’esame clinico-anamnestico: l’acquisizione<br />
dei dati anamnestici deve fondarsi<br />
su esperienza clinica specialistica nell’ambito<br />
delle dipendenze e/o medicolegale<br />
e sulla capacità di instaurare una<br />
adeguato setting relazionale e accertativo.<br />
L’esame psicocomportamentale può essere<br />
integrato con l’applicazione dei criteri<br />
del DSM IV finalizzati alla diagnosi multiassiale<br />
di disturbo da uso di sostanze psicoattive<br />
mediante somministrazione di<br />
una serie di domande standardizzate volte<br />
a verificare la presenza ed il soddisfacimento<br />
di ciascun criterio diagnostico.<br />
L’esame clinico - obiettivo, deve essere<br />
connotato da accuratezza ed elevata specificità<br />
nel rilievo disegni e sintomi di:<br />
1) intossicazione acuta;<br />
2) intossicazione cronica;<br />
3) astinenza;<br />
4) stato di dipendenza;<br />
5) patologie correlate all’uso di sostanze<br />
stupefacenti e/o psicotrope con particolare<br />
attenzione all’ambito psichiatrico,<br />
neurologico ed internistico/infettivologico;<br />
6) precedenti clinici di rilievo (es. esiti di<br />
traumi,interventi chirurgici, ecc.);<br />
7) eventuali segni di assunzione mediante<br />
iniezione o aspirazione endonasale.<br />
Accertamenti tossicologici - analitici<br />
L’accertamento chimico-tossicologico<br />
viene effettuato utilizzando entrambe le<br />
matrici biologiche urinaria e cheratinica,<br />
in base alle seguenti modalità:<br />
PER LE STRADE D’EUROPA
38<br />
Matrice urinaria: la struttura sanitaria<br />
competente dovrà provvedere al prelievo<br />
di nuovi campioni in numero e per un<br />
periodo di osservazione idoneo a formulare<br />
una corretta diagnosi clinica secondo le<br />
modalità già previste, eseguendo preliminarmente<br />
un test di screening e, in caso di<br />
positività, un test di conferma.<br />
I test di «conferma» vanno eseguiti con<br />
metodi cromatografici accoppiati alla<br />
spettrometria di massa con i seguenti<br />
valori di concentrazioni soglia (cut-off)<br />
per le singole sostanze al fine di confermare<br />
il risultato positivo rilevato allo<br />
screening o, comunque, di indicare una<br />
positività non rilevata al test di screening.<br />
Il test di «revisione», richiedibile dal lavoratore<br />
al fine <strong>della</strong> verifica del precedente<br />
riscontro di positività, si avvale dei medesimi<br />
metodi e fa riferimento ai medesimi<br />
cut-off.<br />
Matrice cheratinica: la struttura sanitaria<br />
competente esegue detti accertamenti, in<br />
aggiunta agli accertamenti sulle urine, su<br />
un prelievo di matrice pilifera che verrà<br />
suddiviso in due aliquote:<br />
• prima aliquota denominata «A», per i<br />
primi accertamenti analitici e la seconda<br />
aliquota, denominata «B» conservata<br />
per eventuale accertamento di revisione.<br />
Per i capelli Lunghezza raccomandata<br />
= 5 cm, partendo dal cuoio<br />
capelluto.<br />
Viene recisa una ciocca (non strappata - il<br />
bulbo non ha nessuno scopo al fine dei<br />
presenti accertamenti) nella regione del<br />
vertice posteriore del capo, di almeno 200<br />
mg (grossolanamente corrispondente allo<br />
spessore di una matita), che alla presenza<br />
del lavoratore viene divisa in due aliquote<br />
di simile peso («A» e «B») di ognuna<br />
delle quali viene fissata l’estremità prossimale.<br />
Esse vengono inserite in separati contenitori<br />
non trasparenti recanti tappi a chiusura<br />
ermetica e sigillati con nastro inamovibile,<br />
etichettati come indicato sopra per la<br />
matrice urinaria, e conservati a temperatura<br />
ambiente.<br />
Per i peli è necessario tagliare 200 mg di<br />
peli dalla regione pubica; i peli così raccolti<br />
vengono suddivisi in due aliquote<br />
«A» e «B».<br />
PER LE STRADE D’EUROPA<br />
TOSSICODIPENDENZA E SICUREZZA<br />
Verbale di prelievo: segue le medesime<br />
indicazioni <strong>della</strong> matrice urinaria illustrata<br />
nel primo livello, con l’ulteriore<br />
indicazione del colore dei capelli e di<br />
eventuali trattamenti cosmetici. Analisi<br />
di laboratorio sull’aliquota «A» viene<br />
effettuata l’indagine analitica con procedura<br />
di pre-trattamento, estrazione e<br />
analisi strumentale cromatografica abbinata<br />
alla spettrometria di massa. Sull’aliquota<br />
«B» viene effettuato il test di<br />
revisione a richiesta del lavoratore interessato,<br />
che proceduralmente seguirà le<br />
indicazioni già riportate per la matrice<br />
urinaria.<br />
Deve essere premesso che l’analisi del<br />
previsto campione di capelli (<strong>della</strong> lunghezza<br />
definita di 5 cm) fornisce indicazioni<br />
circa l’esposizione cronica o ripetuta<br />
del soggetto a sostanze stupefacenti<br />
o psicotrope in un periodo di circa 4/6<br />
mesi antecedentemente il prelievo. Mentre<br />
l’analisi del pelo pubico riflette<br />
l’esposizione in un lasso di tempo di<br />
almeno dodici mesi pur con ampia variabilità<br />
individuale.<br />
Deve essere inoltre precisato che la letteratura<br />
internazionale ha chiarito che il<br />
rilievo nel pelo di concentrazioni significative<br />
di sostanze e talora di loro metaboliti,<br />
può riflettere non solo assunzione<br />
cronica o ripetuta delle stesse ma anche<br />
contaminazione ambientale da parte<br />
delle medesime sostanze in assenza di<br />
assunzione diretta da parte del soggetto.<br />
Sulla base di queste premesse un risultato<br />
negativo degli accertamenti sulla<br />
matrice cheratinica sarà utilizzabile<br />
direttamente per la formulazione <strong>della</strong><br />
conclusione diagnostica di non uso di<br />
sostanze.<br />
Qualora gli accertamenti clinici e tossicologici<br />
di secondo livello risultino positivi,<br />
verrà data comunicazione scritta al<br />
medico competente, corredata degli esiti<br />
degli esami di laboratorio effettuati e i<br />
riscontri clinici anamnestici rilevati, il<br />
quale, a sua volta, certificherà l’inidoneità<br />
temporanea del lavoratore alla mansione<br />
e informerà il datore di lavoro che<br />
provvederà tempestivamente a far cessare<br />
dall’espletamento <strong>della</strong> mansione il<br />
lavoratore interessato. Cosa avviene:<br />
In caso di NEGATIVITÀ degli accertamenti<br />
di secondo livello,<br />
D - CERTIFICAZIONE DI IDONEI-<br />
TÀ (vedi schema in ultima pagina) il<br />
medico competente conclude l’accertamento<br />
con giudizio certificato di «idoneità»<br />
allo svolgimento <strong>della</strong> mansione<br />
O - COMUNICAZIONE A DATORE<br />
DI LAVORO (vedi schema in ultima<br />
pagina) e RIENTRO nella mansione a<br />
rischio.<br />
In caso di POSITIVITÀ degli accertamenti<br />
di secondo livello, verrà data<br />
comunicazione scritta al medico competente,<br />
corredata degli esiti degli esami di<br />
laboratorio effettuati e i riscontri clinici<br />
anamnestici rilevati, il quale, a sua volta,<br />
certificherà l’inidoneità temporanea del<br />
lavoratore alla mansione e informerà il<br />
datore di lavoro che provvederà tempestivamente<br />
a far cessare dall’espletamento<br />
<strong>della</strong> mansione il lavoratore interessato.<br />
Gli accertamenti di secondo livello valuteranno<br />
la presenza di tossicodipendenza<br />
e:<br />
SE NON DIPENDENTE<br />
H - MONITORAGGIO CAUTELA-<br />
TIVO (vedi schema in ultima pagina)<br />
vedi sotto<br />
SE DIPENDENTE<br />
G - AVVIO DEL PROCESSO DI<br />
CURA E RIABILITAZIONE (vedi<br />
schema in ultima pagina)<br />
al fine di poter attivare precocemente un<br />
percorso di riabilitazione e/o un’idonea<br />
terapia, dovrà essere garantita la possibilità<br />
al lavoratore di accedere a tale trattamento<br />
con la conservazione del posto di<br />
lavoro. La presenza di stato di tossicodipendenza<br />
andrà comunicato per iscritto<br />
al medico competente.<br />
I - CERTIFICAZIONE (vedi schema<br />
in ultima pagina) <strong>della</strong> fine trattamento<br />
e del periodo di riabilitazione, dichiarato<br />
e certificato dal SERT come «remissione<br />
completa» secondo i criteri dell’OMS.
H - MONITORAGGIO CAUTELA-<br />
TIVO (vedi schema in ultima pagina)<br />
o accertamento di follow up: il lavoratore,<br />
trovato positivo per il quale sia stata<br />
certificata l’assenza di tossicodipendenza<br />
o se tossicodipendente solo al termine<br />
del periodo di riabilitazione (G e I),<br />
prima del suo rientro nella mansione a<br />
rischio, dovrà comunque essere controllato<br />
ad intervalli regolari dopo la sospensione<br />
per esito positivo per assunzione di<br />
sostanze stupefacenti o psicotrope. Questo<br />
al fine di verificare nel tempo il permanere<br />
dello stato di non assuntore. Gli<br />
accertamenti andranno eseguiti con<br />
periodicità almeno mensile con date non<br />
programmabili dal lavoratore e da stabilire<br />
di volta in volta. La durata minima<br />
prevista sarà di almeno 6 mesi (vedi specifiche<br />
riportate in seguito).<br />
L - TEST DI RIENTRO (vedi schema<br />
in ultima pagina)<br />
Superato il monitoraggio cautelativo il<br />
lavoratore dovrà essere sottoposto ad<br />
accertamento di idoneità alla mansione<br />
per garantire il suo stato di non assuntore,<br />
prima di riprendere a svolgere la<br />
mansione a rischio. Il medico competente,<br />
a scopo cautelativo, potrà decidere se<br />
applicare nei successivi ulteriori 6 mesi<br />
una osservazione con eventuali accertamenti<br />
con maggior frequenza rispetto a<br />
quelle ordinarie previste.<br />
Se POSITIVO<br />
N - ESONERO DEFINITIVO (vedi<br />
schema in ultima pagina)<br />
Se NEGATIVO<br />
M – CERTIFICAZIONE (vedi schema<br />
in ultima pagina) di possibilità di<br />
rientro nella mansione a rischio<br />
O - COMUNICAZIONE A DATORE<br />
DI LAVORO (vedi schema in ultima<br />
pagina) e RIENTRO nella mansione a<br />
rischio.<br />
Tariffe<br />
I costi degli accertamenti previsti sono a<br />
carico dei datori di lavoro e, per le controanalisi,<br />
a carico del lavoratore che li<br />
TOSSICODIPENDENZA E SICUREZZA<br />
richiede. Le tariffe da applicare per gli<br />
accertamenti sanitari previsti sono quelle<br />
stabilite dai Nomenclatori tariffari<br />
regionali. Le regioni e P.A. potranno<br />
stabilire ulteriori costi (anche a forfait)<br />
derivanti dalle spese (contenitori, trasporti,<br />
utilizzo locali etc.) qualora non<br />
previste dai Nomenclatori.<br />
Le tariffe per gli accertamenti da parte<br />
<strong>della</strong> struttura sanitaria competente<br />
(SERT), con esclusione degli esami di<br />
laboratorio sono stabilite dalle Regioni e<br />
province autonome di Trento e Bolzano.<br />
Conclusioni e valutazioni<br />
La presente guida ha illustrato la procedura<br />
individuata dalla normativa in<br />
materia di accertamenti sanitari di<br />
assenza di tossicodipendenza.<br />
Pur trattandosi di una formulazione particolarmente<br />
ricca e particolareggiata<br />
essa lascia non chiariti alcuni punti ed<br />
evidenzia alcune lacune che sarà indispensabile<br />
analizzare e valutare in ogni<br />
settore coinvolto in sede di contrattazione<br />
sia nazionale che territoriale.<br />
Per fare chiarezza citiamo brevemente<br />
alcuni argomenti sui quali la normativa<br />
non presenta sufficienti indicazioni:<br />
Visite pre-assuntive<br />
La normativa non ritiene legittime le<br />
visite “pre-assuntive”, espressamente<br />
vietate dal D. Lgs. n. 81 del 9 aprile<br />
2008 (art. 41 comma 3 lettera a) che<br />
recita: “le visite mediche di cui al<br />
comma 2 non possono essere effettuate<br />
in fase pre-assuntiva…”. Anche nel<br />
caso di settori per i quali le visite preassuntive<br />
sono previste, come avviene<br />
spesso nei trasporti, è da ritenersi che sia<br />
inopportuno inserire tali accertamenti<br />
nei capitolati di verifica dell’idoneità<br />
alle mansioni. La ragione di tale inopportunità<br />
deriva dalle oggettive difficoltà<br />
di rilevazione e di descrizione delle<br />
modalità e <strong>della</strong> frequenza di assunzione<br />
delle sostanze stupefacenti e psicotrope<br />
da parte del lavoratore; le analisi, che<br />
avrebbero conseguenze risolutive sulla<br />
possibilità di impiego, non possono fare<br />
distinzione tra uso occasionale, uso<br />
regolare o presenza di dipendenza.<br />
39<br />
Conseguenze degli accertamenti sul<br />
rapporto di lavoro<br />
Si è visto che nel caso in cui: il lavoratore<br />
si rifiuti di sottoporsi agli accertamenti,<br />
non si presenti all’accertamento senza<br />
aver prodotto documentata e valida giustificazione,<br />
sia risultato positivo agli<br />
accertamenti di primo livello, l’azienda,<br />
ricevuta debita comunicazione da parte<br />
del medico competente, procede a<br />
sospendere il lavoratore dalle mansioni<br />
a rischio. Non è chiarito in cosa consiste<br />
tale sospensione (potrà anche in parte<br />
consistere in concessione di ferie o permessi<br />
retribuiti) anche se a giudizio del<br />
sindacato è necessario fare in modo che<br />
il lavoratore conservi un trattamento<br />
economico adeguato.<br />
Nel caso in cui la positività del lavoratore<br />
venga confermata anche dal SERT<br />
(secondo livello), l’azienda si troverà di<br />
fatto un lavoratore inidoneo alla mansione,<br />
dovrà quindi applicarsi, se esiste, la<br />
contrattazione di settore in materia. È<br />
invece indubbio che il lavoratore del<br />
quale sia stata accertata la tossicodipendenza<br />
può essere adibito a mansioni<br />
diverse da quelle a rischio, fermo restando<br />
il diritto alla conservazione del posto<br />
di lavoro.<br />
Tempo impiegato per effettuare gli<br />
accertamenti<br />
Partendo dal presupposto che la normativa<br />
non affronta la questione relativa ai<br />
tempi per lo svolgimento dei suddetti<br />
accertamenti, riteniamo che tale problema<br />
sia stato volutamente rimandato, per<br />
la specifica definizione, alla contrattazione<br />
nazionale e territoriale.<br />
Conseguenze di eventuali erronei risultati<br />
smentiti da controanalisi<br />
La normativa specifica che il costo delle<br />
controanalisi è a carico del lavoratore.<br />
Non specifica però quali siano le conseguenze<br />
qualora le stesse smentiscano i<br />
precedenti risultati. A giudizio del sindacato<br />
vanno rifuse da parte del datore<br />
di lavoro sia il costo delle controanalisi<br />
sia il danno economico per i giorni di<br />
sospensione preventiva ingiustamente<br />
comminata.<br />
PER LE STRADE D’EUROPA
40<br />
PER LE STRADE D’EUROPA<br />
TOSSICODIPENDENZA E SICUREZZA
LAVORO E DIGNITA’<br />
FORMAZIONE PROFESSIONALE:<br />
terra di frontiera tra formazione e lavoro<br />
di LUIGI ANNUNZIATO<br />
IL PROLOGO<br />
Finito di scrivere questo articolo mi<br />
sono interrogato, seriamente, dopo tanti<br />
anni, sul perché scrivo, per chi scrivo,<br />
come scrivo, fatto salvo, ovviamente<br />
cosa scrivo. Domande che nascono per<br />
il silenzio assordante che avvolge scritti<br />
e scrittori senza che si tragga evidente<br />
spunto(o sputo) di riflessione, di confronto.<br />
Un articolo nasce in un livello ben<br />
prima <strong>della</strong> penna, del gesto di portarlo<br />
sul foglio; è una fase che può durare<br />
attimi, ma anche giorni o anni e, se non<br />
trova lettori, è lavoro sprecato, non è<br />
completo, non è finito; è come preparare<br />
un banchetto nutriente e poi lasciarlo<br />
marcire sotto la pioggia.<br />
Ciò non testimonia tuttavia una insaziabile<br />
mania di essere letto quanto di evitare<br />
un monologo in un contesto formato<br />
dalla grande famiglia dei lavoratori<br />
dei trasporti nella quale circolano<br />
comunque tante idee(condivise, condivisibili,<br />
non condivise o contrarie, non<br />
sempre accettate). Dopo tanti argomenti<br />
analizzati in tanti articoli impegnati<br />
(e impegnativi cioè non mera cronaca<br />
o resoconti di lavori sindacali) mi<br />
sono chiesto se le cose che dico e scrivo<br />
possano interessare qualcuno 2 e se<br />
cioè abbiano un peso, inteso come<br />
valore di contenuto, non siano una<br />
noiosa ed inutile (ri)scrittura del mio<br />
pensiero che poi io stesso, e solo io,<br />
(ri)leggo, scritto su pagina patinata e<br />
colorata.<br />
Con questo articolo tento di darmi<br />
una risposta entrando a gamba tesa<br />
sul tema <strong>della</strong> formazione in considerazione<br />
del fatto che non sto scriven-<br />
do, ingenuamente, alla parte più povera<br />
ed oppressa <strong>della</strong> società ovvero a quella<br />
a mala pena alfabetizzata ma sicuramente<br />
rischio di destare qualche sospetto(o<br />
sprezzo?), per le ragioni, come<br />
sempre nobili, che sostengono ogni mio<br />
scritto. E questo già potrebbe essere un<br />
responso ai miei dubbi.<br />
IL FATTO<br />
La percentuale di persone in cerca di<br />
lavoro diminuisce con l’aumentare del<br />
titolo di studio 3 .<br />
Infatti tra i giovani (15-19 anni)in possesso<br />
di diploma di scuola media il tasso<br />
di disoccupazione è del 36% circa 4 ; tra i<br />
giovani diplomati (20 -24 anni) il tasso è<br />
del 20% circa che scende al 10% per i<br />
giovani compresi tra i 25 ed i 29 anni;<br />
tra i laureati (25-29 anni), i disoccupati<br />
sono il 22% circa ma diminuiscono dra-<br />
41<br />
I critici sono come gli eunuchi di un harem: sanno<br />
come si fa, lo vedono fare tutti i giorni, però non sono<br />
capaci di farlo.<br />
(Brendam Behan) 1<br />
sticamente (8% circa) per i 30-34enni<br />
indicando però con chiarezza che la laurea<br />
aumenta le possibilità di occupazione<br />
dopo i 30 anni.<br />
Nel confronto con gli altri Paesi dell’UE,<br />
il tasso di disoccupazione italiano<br />
per i diplomati (uomini) tra i 25-64 anni<br />
di età è inferiore (3,8%) alla media europea<br />
(5,8%), mentre è superiore (4,3%<br />
rispetto al 3,8%) per i laureati. L’Italia è<br />
l’unico Paese in cui i diplomati hanno un<br />
tasso di occupazione maggiore dei laureati<br />
anche se il vantaggio si perde col<br />
passare degli anni, come detto prima.<br />
Acquisita l’importanza strategica del<br />
titolo di studio scolastico spendibile nel<br />
mercato del lavoro, vediamo quale è il<br />
livello di scolarità <strong>della</strong> forza<br />
lavoro(occupati e disoccupati) utilizzando<br />
i dati ISTAT 2007, pubblicati nell’Annuario<br />
n.13/2008.<br />
La Tabella 1 ci indica che il 32,7%<br />
<strong>della</strong> forza lavoro ha al massimo la<br />
licenza media 5 , il 44,3% ha un diploma<br />
secondario(il 40,5% tra i disoccupati);<br />
tra gli occupati solo il 16% ha<br />
una laurea universitaria(11,5% tra i<br />
disoccupati) mentre il 48% dei disoccupati<br />
(8,8%+39,2%) può contare solo<br />
sulla licenza <strong>della</strong> scuola d’obbligo<br />
(licenza media inferiore). In sostanza<br />
solo 60% <strong>della</strong> forza lavoro possiede<br />
un titolo di studio (diploma o laurea)<br />
oltre quello dell’obbligo (licenza<br />
media) rispetto all’obiettivo dell’85%<br />
fissato per l’Europa 6 dal Trattato di<br />
Lisbona per il 2010.<br />
PER LE STRADE D’EUROPA
42<br />
E’ importante rilevare come, nel 2006,<br />
circa il 21% dei giovani(18-24enni)<br />
abbandonino gli studi (obiettivo di<br />
Lisbona è il 10%) mentre tra gli adolescenti<br />
minorenni (14-17 anni), formalmente<br />
soggetti all’obbligo formativo<br />
circa 48 mila sono apprendisti e non<br />
svolgono alcuna attività formativa ed<br />
altri 113 mila sono esclusi da ogni forma<br />
di percorso formativo.<br />
Tra tutta la popolazione adulta risulta<br />
che circa il 51% degli italiani abbia un<br />
diploma (contro il 70% dell’UE) e che il<br />
20% dei giovani non riesca ad andare<br />
oltre la licenza media. 7 Vi è però da<br />
osservare come, rispetto ai primi degli<br />
anni 90, la quota di laureati fino a 25<br />
anni si è quasi quadruplicata.<br />
Un breve excursus tra i lavoratori occupati<br />
di età compresa tra i 55 ed i 64 anni<br />
di età ci indica che essi sono il 32,5%<br />
ma, con riferimento al livello di istruzione,<br />
il 50% degli stessi possiede al massimo<br />
la licenza media ed il 20% la laurea.<br />
Questo è lo scenario costruito, oggi,<br />
mediante il sistema di istruzione scolastica.<br />
Nonostante che si registri un costante<br />
incremento di diplomati e laureati, il<br />
tasso di disoccupazione si mantiene<br />
ancora elevato e sicuramente, di fronte<br />
alla crisi attuale, è destinato a crescere.<br />
Una risposta la possiamo trovare nella<br />
insufficienza e nella dispersione del<br />
sistema di istruzione scolastica (causa<br />
esterna) e, quello che in questo scritto ci<br />
PER LE STRADE D’EUROPA<br />
LAVORO E DIGNITA’<br />
TABELLA 1 – LIVELLO DI SCOLARITÀ DELLA FORZA LAVORO<br />
Anno 2007 Forza lavoro(1) Occupati In cerca di occupazione<br />
(disoccupati)<br />
TOTALE 24.728.000 23.222.000 1.506.000<br />
Con licenza elementare 7,3% 7,3% 8,8%<br />
Con licenza media 32,7% 32,2% 39,2%<br />
Con diploma 44,3% 44,5% 40,5%<br />
Con laurea 15,7% 16% 11,5%<br />
(1) Occupati + in cerca di occupazione (disoccupati)<br />
preme maggiormente sottolineare, nella<br />
marginale interazione, come strumento<br />
di raccordo, che esiste tra la formazione<br />
professionale ed il mercato del lavoro<br />
(causa interna); non sono da escludere<br />
tuttavia altre ragioni organizzative e<br />
strutturali 8 .<br />
Dobbiamo evidenziare il grande squilibrio<br />
territoriale nel quale il Sud, dove è<br />
situato il 30% circa <strong>della</strong> forza lavoro 9 ,<br />
ha gli indici percentuali di scolarità più<br />
bassi del Paese acuendo così ulteriormente<br />
le già note difficoltà occupazionali.<br />
Inquadrata con siffatte caratteristiche<br />
l’istruzione <strong>della</strong> forza lavoro vediamo<br />
come lo strumento <strong>della</strong> formazione<br />
professionale 10 può incidere sui livelli<br />
occupazionali e sulla qualità del lavoro.<br />
Intanto possiamo definire la formazione<br />
professionale come un insieme di percorsi<br />
formativi finalizzati a sviluppare,<br />
sul piano prevalentemente operativo, le<br />
abilità, le culture e le competenze professionali<br />
necessarie a creare, per tutti,<br />
pari opportunità di accesso al mercato<br />
del lavoro e che quindi ha la funzione di<br />
completare l’istruzione scolastica acquisita;<br />
cioè avvicina ed integra la cultura<br />
con la professione, il sapere <strong>della</strong> scuola<br />
con il saper fare richiesto dal mercato<br />
del lavoro.<br />
La formazione professionale non è dunque<br />
scuola e non rilascia titoli di studio 11<br />
ma completa il bagaglio di conoscenze<br />
necessarie per svolgere qualsiasi attività<br />
in modo “professionale”<br />
Della formazione professionale in verità<br />
si parla poco, si sa ancora meno 12 , non<br />
se ne discute quasi mai(e comunque<br />
male) e, dulcis in fundo, se ne fa anche<br />
un uso scorretto; è, dunque, sicuramente<br />
sottovalutata.<br />
Perché mai la formazione professionale<br />
dovrebbe assumere un ruolo centrale e<br />
strategico per la progettazione formativa,<br />
diversa, ripetiamo, dalla istruzione<br />
scolastica, ma collegata allo sviluppo<br />
dell’occupazione e del territorio<br />
stesso 13 ?<br />
Per la evidente ed ampia varietà delle<br />
tipologie di formazione che è in grado di<br />
offrire ad una vasta platea(oltre 600 mila<br />
allievi ogni anno) che presenta diverse<br />
esigenze di lavoro e di occupazione, per<br />
la sua diffusione su tutto il territorio 14 e<br />
per l’offerta di servizi complementari e<br />
connessi(analisi del mercato del lavoro e<br />
dei connessi fabbisogni professionali,<br />
consulenza di progettazione formativa).<br />
Abbiamo evidenziato, seppur succintamente,<br />
le potenzialità <strong>della</strong> formazione<br />
professionale che devono però essere<br />
colte e sviluppate, soprattutto negli<br />
accordi sindacali, in modo coerente con<br />
le scelte di organizzazione <strong>della</strong> produzione<br />
e del lavoro nel senso che queste<br />
ultime non devono essere poi vanificate<br />
da processi formativi scarsi o nulli che<br />
non ne assicurino il successo e l’attuazione<br />
considerando il fatto che le professionalità<br />
sono in costante evoluzione e
che ad esse non può rispondere la rigida<br />
istruzione scolastica.<br />
Cioè il ricorso estemporaneo alla formazione<br />
professionale è come chiamare il<br />
113: potrebbe essere inutile o tardi.<br />
I dati che prima abbiamo esposto in<br />
Tabella 1 non sembrano suscettibili di<br />
modifiche nel breve periodo perché il<br />
sistema scolastico non consente un recupero<br />
immediato dei livelli di istruzione<br />
necessari all’inserimento attivo nel<br />
mondo del lavoro per la diversa funzione<br />
che sussiste tra l’istruzione scolastica<br />
e la formazione professionale.<br />
L’Europa e la globalizzazione dei mercati<br />
(ri)chiedono però più istruzione(80%<br />
di diplomati rispetto al nostro 44%!).<br />
Allora la formazione professionale può,<br />
ed aggiungiamo deve, integrare l’istruzione<br />
scolastica e favorire l’incontro con<br />
il lavoro professionale e, mediante i percorsi<br />
professionalizzanti, ridurre le<br />
cosiddette fasce a rischio dei lavoratori<br />
soggetti a mobilità, degli inoccupati e/o<br />
dei disoccupati dando così un ruolo alle<br />
stesse istituzioni locali (Province e<br />
Regioni) e senza disperdere il bagaglio<br />
di conoscenze e di competenze acquisite<br />
dai centri di formazione accreditati a<br />
livello regionale. 15<br />
Occorre ricordare che l’articolo 117<br />
<strong>della</strong> Costituzione attribuisce alle<br />
Regioni la potestà per “l’istruzione e<br />
formazione professionale”. Evitiamo la<br />
discussione sulle possibili<br />
interpretazioni sull’endiadi<br />
istruzione-formazione per<br />
affermare con maggiore<br />
certezza che comunque il<br />
termine “professionale”<br />
resta una chiara ed inscindibile<br />
competenza dell’offerta<br />
formativa territoriale<br />
in collegamento con le<br />
politiche del lavoro e con<br />
lo sviluppo del territorio.<br />
Il sistema produttivo e dei<br />
servizi, cui spesso viene<br />
attribuita la perdita di competitività,<br />
risente, in realtà,<br />
a monte delle scarse innovazioni<br />
di prodotto e di<br />
processo e del modesto svi-<br />
LAVORO E DIGNITA’<br />
luppo <strong>della</strong> ricerca cui si somma la bassa<br />
cultura tecnica, tecnologica e professionale<br />
16 che è un deficit strutturale dell’intero<br />
sistema formativo del Paese (scolastico+formazione<br />
professionale); deficit<br />
che, per l’attuale crisi, è destinato sicuramente<br />
ad acuirsi nelle grandi imprese<br />
e, forse, a scomparire del tutto in quelle<br />
piccole e medie che sono impegnate ad<br />
evitare il crollo esistenziale.<br />
E’ proprio da queste esigenze di cambiamento<br />
che bisogna subito costruire le<br />
basi per contenere e recuperare gli effetti<br />
negativi sulla forza lavoro che, come<br />
ben sappiamo, è la soluzione più praticata<br />
nelle ristrutturazioni aziendali.<br />
L’apprendistato professionalizzante, ad<br />
esempio, non è disciplinato da accordi<br />
chiari, e territorialmente omogenei, tra<br />
le parti sociali 17 in modo da garantire un<br />
controllo paritetico <strong>della</strong> formazione<br />
svolta dalle aziende o dai centri di formazione(ed<br />
affidata alla successiva<br />
responsabilità <strong>della</strong> certificazione delle<br />
Regioni) facendolo così apparire uno<br />
strumento obsoleto e superato 18 .<br />
I contratti di formazione e lavoro si traducono<br />
sempre più in lavoro senza formazione,<br />
peraltro senza alcun riconoscimento<br />
pubblico delle conoscenze acquisite.<br />
Vi è da rilevare che il sistema <strong>della</strong> formazione<br />
professionale è prevalentemente<br />
orientato alla formazione dei giovani<br />
43<br />
anche se, secondo l’ISFOL, solo il 50%<br />
circa, tra coloro che non hanno mai frequentato<br />
corsi di formazione, si è dichiarato<br />
interessato a sviluppare competenze<br />
personali mentre è il 58% circa degli<br />
occupati con istruzione più elevata<br />
(diploma o laurea) propenso a svolgere<br />
formazione professionale.<br />
Un indicatore relativo alla qualità <strong>della</strong><br />
formazione è la sua utilità per l’occupazione.<br />
Ebbene tra i giovani (20-34 anni)<br />
diplomati che hanno concluso un iter<br />
formativo solo il 20% ha trovato occupazione<br />
mentre un interessante 60,4% di<br />
coloro che hanno ricevuto una formazione<br />
professionale tecnica superiore<br />
(IFTS) ha trovato lavoro ed il 17,3% è<br />
ancora disoccupato(dati 2002-2003).<br />
Particolarmente elevato (il 37%) è dunque<br />
il numero di persone che continuano<br />
ad essere in cerca di lavoro anche dopo<br />
la formazione.<br />
Queste ultime osservazioni ci portano a<br />
dire che il sistema <strong>della</strong> formazione professionale,<br />
per la scarsa considerazione<br />
che l’ha accompagnata nel tempo, possiede<br />
al suo interno difficoltà a predisporre<br />
un’offerta formativa necessaria<br />
ed utile a sostenere non solo i processi<br />
produttivi di nuova generazione ma<br />
soprattutto quelli di mobilità e reinserimento<br />
che oggi sono quanto mai di<br />
attualità.<br />
Spesso la formazione viene vissuta dalle<br />
aziende (e non solo) come<br />
ammortizzatore sociale<br />
nei processi di riorganizzazione,<br />
e quindi di mobilità,<br />
dimenticando che<br />
essa deve svolgere invece<br />
un ruolo di intermediazione<br />
tra l’organizzazione<br />
<strong>della</strong> produzione ed il<br />
lavoro o meglio il mercato<br />
del lavoro proprio perché<br />
si vanno a ridisegnare<br />
continuamente e profondamente<br />
i contenuti professionali<br />
dei profili e<br />
quindi la loro competenza<br />
professionale.<br />
Mentre, infatti, sono facilmente<br />
evidenziabili le abi-<br />
PER LE STRADE D’EUROPA
44<br />
lità tecniche del saper fare, resta da<br />
acquisire, attraverso la formazione professionale,<br />
un insieme di altre conoscenze<br />
19 che caratterizzano i contenuti generali<br />
e specifici del lavoro professionale<br />
che sono alla base <strong>della</strong> qualità del lavoro<br />
e soprattutto del governo <strong>della</strong> mobilità<br />
e/o <strong>della</strong> nuova occupazione.<br />
Forse andrebbe meglio dibattuta e definita<br />
la competenza professionale con<br />
specifico riferimento alle singole attività<br />
aziendali per, poi, poterne meglio progettare<br />
la formazione.<br />
Ne consegue la necessità di una forte<br />
attenzione ai protocolli ed accordi contrattuali,<br />
alla pubblicizzazione adeguata<br />
di questo strumento formativo 20 , alla<br />
definizione dei contenuti, alla puntuale<br />
verifica, attraverso osservatori di monitoraggio,<br />
dei risultati e dell’adeguatezza<br />
dei metodi in modo da modificare prontamente<br />
eventuali carenze (di contenuto<br />
e metodo formativo) rispetto anche alle<br />
esigenze e caratteristiche degli allievi.<br />
Un primo punto da sottolineare fortemente<br />
è la mancanza di interazione tra il<br />
mondo delle imprese (capitale) e il<br />
mondo sindacale (lavoro) come è storicamente,<br />
e sintomaticamente, testimoniato<br />
dal modesto ruolo affidato agli<br />
organismi bilateriali ma più in generale,<br />
e con molta onestà intellettuale, allo<br />
scarso rilievo dato alla formazione nella<br />
contrattazione. La stessa formazione<br />
continua si è trasformata nel tempo in un<br />
noioso ed inutile “corsificio” richiesto e<br />
concesso per compiacere, per lo più, la<br />
controparte che non i lavoratori a rischio<br />
di mobilità 21 .<br />
Un modello di formazione sicuramente<br />
efficace per costruire la competenza<br />
professionale è basato sull’alternanza<br />
tra formazione e lavoro (stage).<br />
La competenza professionale, infatti,<br />
l’abbiamo riferita a un ambito di esperienza<br />
vissuta, a un insieme di abilità e<br />
conoscenze certificate, a caratteristiche<br />
necessarie ad un contesto lavorativo.<br />
Nessuno di tali aspetti, da solo, consente<br />
di dare conto e di riconoscere la competenza<br />
nella sua globalità connessa con<br />
l’esercizio di una professione, che<br />
dipende dai margini effettivi di autono-<br />
PER LE STRADE D’EUROPA<br />
LAVORO E DIGNITA’<br />
mia e innovazione che tale esercizio<br />
richiede e consente, dalle forme con cui<br />
è possibile svolgere un dato lavoro, dai<br />
modelli di autorità e dalla divisione di<br />
compiti che esiste nel contesto organizzato.<br />
Per questo è difficile valutare la qualità<br />
di singole prestazioni e apprezzare, nel<br />
suo complesso, una competenza professionale<br />
solo sulle acquisizioni realizzate<br />
in ambito scolastico, a percorsi di<br />
apprendimento informale in momenti e<br />
sedi diverse rispetto alle sedi lavorative,<br />
prescindendo dall’approccio <strong>della</strong> pratica<br />
che favorisca invece un sapere acquisito<br />
sul campo.<br />
Se una qualunque professione può essere<br />
esercitata a livelli più o meno elevati<br />
di capacità e abilità, la “competenza” è<br />
la messa in pratica delle risorse cognitive<br />
che guidano ogni azione e decisione e<br />
da cui poi dipende la qualità <strong>della</strong> prestazione<br />
e questo requisito vale per tutti,<br />
per gli operai come per i dirigenti.<br />
L’ottica è quindi di assumere le realtà di<br />
lavoro come sedi di potenziale acquisizione<br />
del sapere 22 , nel senso di considerare<br />
l’azione formativa professionale<br />
(fatta di contenuti e abilità da acquisire)<br />
per ottenere un maggiore controllo del<br />
contesto di lavoro e del sistema di relazioni<br />
tra tutte le fasi del lavoro che sono<br />
insite nell’attività lavorativa stessa; vale<br />
a dire che bisogna pensare alla formazione<br />
professionale come a un controllo<br />
del saper fare(monitoraggio) che può<br />
avere anche momenti seminariali d’aula,<br />
ma che non è necessariamente un<br />
“corso” e di ipotizzare quindi un eventuale<br />
formatore a fianco del tecnico in<br />
azienda ma non in una struttura esterna.<br />
Questo approccio supera la distinzione<br />
tra grandi e piccole aziende e pone tre<br />
ordini di problemi tecnici e politici:<br />
• la pianificazione e il controllo di<br />
una formazione in alternanza: solo<br />
accordi tra le parti sociali possono<br />
evitare abusi che banalizzino interventi<br />
di questa natura riducendoli a<br />
mero addestramento;<br />
• la definizione di istanze di certificazione<br />
e/o di inquadramento contrattuale<br />
possibile che garantiscano la<br />
formalizzazione di acquisizioni realizzate<br />
mediante percorsi<br />
specifici(non sequenziali) di apprendimento;<br />
• la qualificazione di operatori in<br />
grado di operare su contenuti quali<br />
emergono dalla realtà di lavoro<br />
costruendo progressivamente un curricolo<br />
logico di formazione.<br />
Su questa base è possibile avviare un
esame serio sulle procedure da adottare<br />
nell’affrontare i problemi di riqualificazione<br />
in situazioni di mobilità senza trascurare<br />
il fatto che le crisi aziendali<br />
hanno caratteristiche e ripercussioni<br />
sull’occupazione che vanno a modificare<br />
il bacino <strong>della</strong> forza lavoro(vedi caso<br />
Alitalia).<br />
L’EPILOGO<br />
Se dunque il sindacato stesso è portatore(sano)<br />
di progetti e proposte di modifiche<br />
e trasformazioni del lavoro e<br />
delle professioni, deve, per coerenza<br />
con le scelte, riposizionare la domanda<br />
occupazionale, e la stessa mobilità professionale,<br />
ai fabbisogni <strong>della</strong> produzione<br />
correlandoli alla formazione professionale<br />
in modo cioè da ampliare la<br />
capacità attrattiva verso i nuovi mestieri<br />
e modelli professionali e richiamando,<br />
in tal senso, l’impegno e l’interesse<br />
dell’azienda.<br />
Alla base di ogni progetto formativo si<br />
colloca allora la puntuale analisi dei<br />
fabbisogni, per qualità e quantità del<br />
lavoro, sulla quale si devono poi impiantare<br />
e sviluppare i percorsi formativi<br />
relativi sia per le nuove forze di lavoro<br />
sia per quelle già presenti in<br />
azienda.<br />
La formazione professionale è come<br />
il letame: non serve se non è sparso.<br />
P.S.<br />
La recente Direttiva del Ministero del<br />
Lavoro, <strong>della</strong> salute e delle politiche<br />
sociali, firmata il 10 febbraio 2009, richiama<br />
disposizioni di legge 23 in forza<br />
delle quali il percettore di trattamento<br />
di Cassa Integrazione e altre indennità<br />
pubbliche, che rifiuta di essere avviato<br />
a corso di formazione o di riqualificazione<br />
o che non lo frequenti regolarmente,<br />
perde il diritto al trattamento<br />
stesso.<br />
Una norma che è solamente “contro<br />
qualcuno” ma non trasforma gli interventi<br />
assistenziali in promozionali per<br />
il miglioramento del sistema formativo<br />
e soprattutto non riconosce alcun ruo-<br />
LAVORO E DIGNITA’<br />
lo effettivo agli accordi tra imprese e<br />
sindacati circa la determinazione delle<br />
priorità e <strong>della</strong> qualità dell’offerta formativa;<br />
impone solo, giustamente per<br />
certi versi, a chi è in difficoltà occupazionali,<br />
senza valutare condizioni familiari,<br />
di età, logistiche, di requisiti,<br />
ecc., un percorso di formazione o riqualificazione<br />
lasciando totalmente<br />
irrisolti tutti gli altri problemi giacenti<br />
a monte (politiche del lavoro e sviluppo,<br />
ricerca e innovazione, fabbisogni,<br />
giovani disoccupati, inoccupati, disabili,<br />
ecc).<br />
L’ansia (di fare) è come (stare<br />
su)una sedia a dondolo: stai sempre<br />
in movimento, ma non fai un passo<br />
avanti.<br />
1 Drammaturgo e scrittore irlandese (Dublino, 23<br />
febbraio 1923 – Dublino, 20 marzo 1964).<br />
2 Mai un argomento svolto a comando o preconfezionato<br />
privo quindi di emozioni e sensazioni profonde<br />
e vere; solo così lo scritto diventa vero veicolo<br />
di valori e di cultura.<br />
3 Fonte OCSE ed ISTAT del 2005.<br />
4 L’obbligo di istruzione è stato elevato a 16 anni<br />
con il conseguente ritardo dell’età minima per l’inserimento<br />
lavorativo.<br />
5 1.810.000 appartenenti alla forza lavoro hanno la<br />
sola licenza elementare (7,3%).<br />
6 Oltre il 65% dei giovani non considera più sufficiente<br />
il diploma per trovare lavoro ed il 90% si<br />
dichiara disponibile a svolgere un periodo di stage<br />
o apprendistato.<br />
7 Rapporto ISFOL 2007<br />
8 L’attuale situazione economica e finanziaria, che<br />
si sta appalesando in tutta la sua estesa profondità<br />
investendo tutti i settori <strong>della</strong> vita produttiva e<br />
sociale come confermano i diversi indicatori economici<br />
(calo <strong>della</strong> domanda interna, flessione <strong>della</strong><br />
produzione, riduzione degli investimenti, peggioramento<br />
<strong>della</strong> bilancia commerciale, e, in sostanza,<br />
riduzione del PIL),sta producendo effetti devastanti<br />
sull’occupazione con l’aumento costante <strong>della</strong><br />
Cassa Integrazione.<br />
9 Poco più del 20% è al Centro e circa il 50% è al<br />
Nord.<br />
10 In generale, è rivolta a giovani e adulti disoccupati<br />
o in cerca di prima occupazione, con più di 18<br />
anni in possesso almeno di licenza media, quindi<br />
anche diploma o laurea, ovvero adulti apprendisti<br />
o in Contratto di Formazione Lavoro, ovvero a<br />
diversamente abili o con problemi di inserimento<br />
sociale.<br />
11 Rilascia però “attestati di frequenza”, di “quali-<br />
45<br />
fica”, di “specializzazione”, “abilitazione professionale”,<br />
“patente di mestiere” ad opera <strong>della</strong><br />
Regione committente, previo superamento di specifico<br />
esame.<br />
12 Accanto alla formazione al lavoro(di ingresso,<br />
formazione tecnica superiore post diploma -<br />
IFTS), si sviluppa la formazione sul lavoro<br />
(aggiornamento, apprendistato, riqualificazione,<br />
riconversione, mobilità), quella per legge (es.626,<br />
sicurezza sul lavoro) nonché i tirocini formativi e<br />
di orientamento; ognuna poi si disarticola in subtipologie.<br />
Ci preme sottolineare la “formazione continua”<br />
per l’aggiornamento delle competenze per i lavoratori<br />
delle piccole e medie imprese e la “formazione<br />
permanente” che svolgono in genere (ma<br />
poco) le grandi aziende per mantenere elevato il<br />
livello di competenze dei propri dipendenti.<br />
13 Anche se la partecipazione ai corsi non dà l’automatica<br />
certezza dell’occupazione ma consente<br />
sicuramente la spendibilità delle competenze,<br />
acquisite ed accertate, sul mercato del lavoro.<br />
14 L’80-85% <strong>della</strong> formazione al lavoro e di quella<br />
sul lavoro si svolge al Centro e al Nord; questa difformità<br />
è certamente un problema concreto delle<br />
politiche di sviluppo sociale.<br />
15 CERTAM (centro studi, ricerche e formazione<br />
su trasporti, ambiente mobilità e servizi) era il centro<br />
unitario FILT-FIT-UILT che, accreditato e certificato<br />
ISO 9001:2000, aveva svolto attività formativa<br />
con fondi pubblici del FSE, delle Regioni e<br />
di aziende private. In Italia le sedi formative, nel<br />
2007, sono 8.454 ben distribuiti sul territorio.<br />
16 Negli ultimi 15 anni gli istituti tecnici hanno<br />
registrato una perdita di iscritti del 27%. (Fonte<br />
ISFOL 2007).<br />
17 Tra i Fondi paritetici interprofessionali, cui aderiscono<br />
oltre 400mila imprese (l’82% delle quali<br />
sono piccole imprese fino a 9 lavoratori) con circa<br />
6 milioni di dipendenti, citamo Fondimpresa<br />
(40%) e Forte (24%).<br />
18 Solo il 20% degli apprendisti riceve una formazione<br />
esterna considerata, comunque, di scarsa<br />
qualità.(Rapporto ISFOL 2007) ma tra i 25-64enni<br />
solo il 6,1% partecipa ad attività di apprendimento<br />
permanente rispetto al 12,5% del Trattato di<br />
Lisbona.<br />
19 Quali ad esempio la soluzione dei problemi, la<br />
capacità di relazione, il lavoro di gruppo, l’assunzione<br />
di responsabilità e di decisione, ecc.<br />
20 Il 33% degli studenti delle medie (ed il 25% dei<br />
genitori) dichiarano di non sapere nulla <strong>della</strong> formazione<br />
professionale, mentre il 50% tra diplomati<br />
e laureati non sa nulla dei corsi di formazione<br />
superiore(IFTS).<br />
21 Tra i lavoratori dipendenti del settore privato<br />
che hanno partecipato ad almeno una attività di<br />
formazione continua c’è il 18% in possesso di<br />
licenza media, il 30% di diploma ed il 61% di laurea<br />
cui corrisponde il 16,4% di operai, il 38,1% di<br />
impiegati ed ilo 4,7% di dirigenti e quadri.<br />
22 Fatto non solo di ripetizione di movimenti<br />
23 Legge 3 dicembre 2004 n. 291; legge 28 gennaio<br />
2009 n. 2.<br />
PER LE STRADE D’EUROPA
Continuare<br />
così<br />
Quando il Sindacato italiano<br />
“scoprì” quelli che in seguito<br />
sarebbero stati chiamati “organi<br />
collaterali” e cioè quando il movimento<br />
sindacale italiano prese a<br />
considerare l’aspetto di “cittadinanza”<br />
del lavoratore come un<br />
valore aggiunto <strong>della</strong> propria missione<br />
nella società, molti stentarono<br />
a comprendere tutta la forza innovativa<br />
di questa “vocazione globale”<br />
del sindacato nel quadro <strong>della</strong><br />
difesa degli interessi dei lavoratori.<br />
A distanza di qualche decennio<br />
molti dei cosiddetti “scettici” si<br />
sono dovuti ricredere. Oggi un’organizzazione<br />
sindacale che faccia<br />
<strong>della</strong> “Confederalità” la propria<br />
linea guida, non soltanto non può<br />
fare a meno di poggiare la sua presenza<br />
nel territorio e nelle fabbriche<br />
sul quotidiano contatto con le esigenze<br />
civiche di base del cittadino<br />
lavoratore (fisco, pensione, sanità,<br />
tempo libero, sicurezza) ma deve<br />
esaltare al massimo la funzione e la<br />
efficienza degli organismi creati per<br />
questo scopo.<br />
Per la UIL questo discorso vale<br />
doppio, posto che proprio la UIL è<br />
stata ed è nel nostro Paese l’avanguardia<br />
di quella filosofia del “sindacato<br />
dei cittadini” che riempie il<br />
“logo” (e l’orgoglio…) <strong>della</strong> propria<br />
sigla.<br />
Questa quindicesima Consulta<br />
Nazionale del CAF-UIL non ha soltanto<br />
dimostrato tutta la validità di<br />
quanto abbiamo detto sin ora ma ha<br />
fornito (dati, comportamenti e risultati<br />
alla mano) la prova del grande<br />
grado di efficienza raggiunto dal<br />
CAF-UIL medesimo ormai all’avanguardia<br />
delle analoghe strutture<br />
Confederali del nostro Paese. E’<br />
una bella notizia. Ma bisogna continuare<br />
così…<br />
CONSULTA NAZIONALE CAF UIL<br />
Lallo<br />
Non lasciare mai soli<br />
i lavoratori<br />
LA RELAZIONE DI GILBERTO DE SANTIS<br />
Il primo approccio <strong>della</strong> relazione del<br />
Presidente del CAF-UIL è un saluto<br />
caloroso e non certo formale agli<br />
“operatori” presenti in sala per partecipare<br />
alla Consulta Nazionale 2008.<br />
Gilberto De Santis non è certo alle prime<br />
armi nella materia: ma l’intensità e la<br />
“qualità” delle prestazioni fornite dal<br />
CAF UIL nell’anno<br />
testè trascorso non<br />
lasciano dubbi sulla<br />
efficienza di un “apparato”<br />
che conta<br />
ormai 108 Province<br />
e 2.200 operatori.<br />
Per questo, lo svolgersi<br />
<strong>della</strong> reazione<br />
è stato prodigo di<br />
dati che tuttavia<br />
l’oratore non si è limitato<br />
ad enunciare<br />
ma ha voluto “vestire”<br />
di un profondo<br />
contenuto sociale.<br />
Perché sono atti, azioni, comportamenti,<br />
che dietro ogni numero hanno un volto,<br />
una storia, spesso un problema. Sono lavoratori,<br />
cittadini, famiglie, che compiono<br />
un dovere essenziale per una democrazia,<br />
ma intendono (e pretendono) di<br />
poterlo fare nel migliore dei modi e nella<br />
più garantita rispondenza alle leggi.<br />
Ne ha dunque parlato “Gilberto” (ormai<br />
nel CAF UIL il nome è di prammatica…)<br />
ed eccone alcuni in sintesi: 986.657 modelli<br />
/730) con un aumento di 46.000<br />
(4,8%) contribuenti rispetto all’anno precedente<br />
(va ricordato che il mercato globale”<br />
di attività di tutti i CAF è calato<br />
dell’1% ma per il CAF UIL ci sono soltanto<br />
dati in crescita); 55.665 modelli<br />
Unico persone Fisiche (+55,2%);<br />
313.493 titolari RED (+20.963 pari al<br />
47<br />
7,2%); Modelli ISEE 437.072 (+55.665<br />
pari al 14,6%); Detrazioni (è la prima<br />
volta) 195.000.<br />
Va detto, per quest’ultimo dato che sempre<br />
maggiore attenzione va spesa perché<br />
riguarda soggetti deboli ed esposti ad errore.<br />
Con le nuove attività sopraggiunte, Social-card,<br />
Bonus famiglie<br />
(il CAF UIL<br />
ha diffuso in proposito<br />
decine di migliaia<br />
di volantini in<br />
più lingue…) Bonus<br />
energia, sono stati<br />
superati i due milioni<br />
di dichiarazioni in<br />
WEB.<br />
Siamo, in sostanza,<br />
in presenza di una<br />
crescita forte e costante<br />
in tutti questi<br />
anni e in tutte queste<br />
attività ma occorre<br />
anche un’analisi attenta dei dati sia interni<br />
sia comparati con tutti i CAF.<br />
E occorre anche, ha proseguito De Santis<br />
poter disaggregare i dati, i 730 per Regioni<br />
e Comuni, incrocio dei dati sulle fidelizzazioni<br />
730 – RED –ISEE corrispondenti<br />
per Comune e per fasce d’età… E’<br />
un lavoro utile anche pe tutta la UIL, per<br />
l’ITAL, per la UIL Pensionati.<br />
Elemento molto positivo, ha proseguito il<br />
Presidente del CAF UIL è il sempre maggiore<br />
impegno posto dai corrispondenti<br />
sulle “nuove” attività. (successioni, buste<br />
paga, invii on line di contratti di affitto).<br />
E questa crescita, ha sottolineato De Santis<br />
fa parte degli obiettivi che abbiamo<br />
raggiunto nel 2008, obiettivi che ci eravamo<br />
proposti di raggiungere, e non abbiamo<br />
perciò “mancato il bersaglio”!<br />
PER LE STRADE D’EUROPA
48<br />
Abbiamo così ottenuto per tutte le strutture<br />
la certificazione di qualità e abbiamo<br />
consolidato il controllo er il mantenimento<br />
dei livelli di qualità acquisiti. Ancora<br />
più importante è il rafforzamento di<br />
“audit intern” che il nostro responsabile<br />
all’Assistenza Fiscale (Sergio Scibetta<br />
n.d.r.) ha fortemente voluto, impostato, e<br />
che dirige con grande professionalità ed<br />
efficienza.<br />
E’ per noi motivo di di grande soddisfazione<br />
constatare come da uno stato di<br />
quasi fastidio e di scetticismo le nostre<br />
strutture siano oggi passate in proposito<br />
ad una piena condivisione, così da essere<br />
loro a chiederci un intervento di supporto.<br />
Abbiamo raggiunto il 100% del collegamento<br />
<strong>della</strong> rete interna per tutte le attività<br />
più importanti: 730, ISEE, RED,<br />
Unico, detrazioni, Social Card, Bunus,<br />
ed è così che come accennavo poc’anzi<br />
nel 2008 abbiamo superato i 2 milioni di<br />
dichiarazioni sul Web.<br />
Un crescita seppur lenta dobbiamo registrare<br />
per quanto concerne l’archiviazione<br />
ottica (aumentata da 35.000 pratiche<br />
del 2007 alle 121.000 del 2008) e dobbiamo<br />
attrezzarci meglio per lo Sportello<br />
del Contribuente” (PIN) e per la gestione<br />
appuntamenti Call Center. Dobbiamo<br />
anche pensare a sviluppare nuove<br />
iniziative ad esempio una nostra presenza<br />
sul Web TV, una formazione on line<br />
per categorie e regioni. E poi fornire nuovi<br />
servizi essenziali nel difficile momen-<br />
PER LE STRADE D’EUROPA<br />
CONSULTA NAZIONALE CAF UIL<br />
to economico che attraversiamo:<br />
piccoli prestiti,<br />
mutui, anticipazioni<br />
sui contributi, assegni<br />
maternità. Di grande<br />
supporto a tutto ciò,<br />
ha proseguito “Gilberto”,<br />
dovrà essere una<br />
campagna “mirata”:<br />
immagini, radio, giornali<br />
che è nostra intenzione<br />
per un impegno<br />
organizzativo che realizzi<br />
una maggiore presenza<br />
del CAF UIL nel territorio, nelle<br />
aziende, nei centri sociali: insomma per<br />
essere “più vicini” ai cittadini in tutti i<br />
sensi.<br />
Un ringraziamento, il Presidente del<br />
CAF UIL, ha rivolto alla Confederazione<br />
(e segnatamente ai servizi Organizzazione<br />
ed alla Tesoreria) per l’impegno<br />
comune volto all’apertura di nuove sedi,<br />
ed è poi passato a trattare un tema che a<br />
lui e a tutto il CAF UIL sta evidentemente<br />
molto a cuore. In breve: dobbiamo intensificare<br />
i rapporti con le categorie,<br />
estendendo a tutte il rapporto costruttivo<br />
realizzato in questi anni (ne ha citate alcune,<br />
dalla UILCOM alla UIL FPL, dalla<br />
UILA alla UIL Scuola, dalla UILT alla<br />
Feneal, dalla UILM alla UILTUCS<br />
dalla UILP alla UIL Polizia…).<br />
Nostro punto di forza, ha aggiunto De<br />
Santis, è stato e dovrà continuare ad essere<br />
il controllo e la informazione che il<br />
nostro responsabile dell’Assistenza Fiscale<br />
ha svolto nel 2008: puntuali le circolari<br />
interpretative e informative, puntuali<br />
l’assistenza, dove necessaria, anche<br />
diretta a sostegno delle verifiche delle<br />
DRE. Così come indispensabile il lavoro<br />
del Dr. Scibetta (è lui il responsabile<br />
Assistenza Fiscale suaccennato n.d.r.)<br />
anche nella fase di elaborazione e di realizzazione<br />
dei nuovi progetti in tutti i settori<br />
tradizionali e innovativi.<br />
Dobbiamo portare molta attenzione, ha<br />
proseguito il Presidente del CAF-UIL,<br />
per quanto riguarda il livello nazionale<br />
alle attività Confederali che ci riguardano<br />
molto da vicino dallo Statuto dei Contribuenti<br />
al dibattito sul Federalismo fiscale,<br />
dai provvedimenti assunti in tema<br />
di stato sociale a quelli più generali <strong>della</strong><br />
politica fiscale comunitaria.<br />
E a questo proposito, così ha concluso<br />
“Gilberto” vorrei ricordare che complessità<br />
e interdipendenza dei problemi che<br />
ci stanno di fronte ci impongono di ricercare<br />
una collaborazione sempre più stretta<br />
di tutti i servizi <strong>della</strong> UIL: noi, l’ITAL,<br />
l’ADOC, l’UNIAT, LABORFIN, CPO.<br />
In una comune visione: la crescita dell’<br />
“altro” è la “mia” crescita, l’avvio di una<br />
parte dei problemi di un cittadino, di un<br />
lavoratore che si rivolge a un “servizio”<br />
o a una qualsiasi “struttura” <strong>della</strong> UIL è<br />
il presupposto per un inserimento psicologico,<br />
morale organizzativo di quel cittadino,<br />
di quel lavoratore, nella grande<br />
famiglia <strong>della</strong> UIL.<br />
Dirò di più: è il certificato <strong>della</strong> nostra<br />
presenza nella società civile di questo<br />
Paese.
CONSULTA NAZIONALE CAF UIL 49<br />
Sergio Scibetta: quell’intervento<br />
che risponde all’intervista...<br />
Un modo originale per rispondere ad una intervista richiestagli<br />
da “Per le Strade d’Europa”, in tema di politica fiscale e dell’azione<br />
del CAF-UIL, il responsabile dell’assistenza fiscale Sergio Scibetta<br />
lo ha usato nel suo intervento alla tribuna <strong>della</strong> Consulta.<br />
Il suo discorso è stato così ampiamente esaustivo dei questi (li<br />
pubblichiamo qui a seguire) rivoltigli. E, ovviamente non solo a<br />
questo si è rivolto l’intervento.<br />
Pagare le tasse, in uno stato di<br />
diritto è un dovere civico: forse<br />
il primo è più importante di un<br />
cittadino perché è attraverso la fiscalità<br />
che si realizza il patto sociale che<br />
dà vita allo Stato medesimo.<br />
Che sensazioni avete, voi, <strong>della</strong><br />
validità, e soprattutto <strong>della</strong><br />
realtà di questo assunto, nell’espletamento<br />
del vostro lavoro?<br />
Si dice che l’evasione fiscale nel<br />
nostro Paese sia tra le più alte,<br />
se non la più alta d’Europa. E<br />
tuttavia non risulta che il carico<br />
fiscale in Italia sia altrettanto<br />
“il più alto”. E allora quali a<br />
tuo modo di vedere le principali<br />
cause di questo fenomeno?<br />
C’è un concorso attivo da parte<br />
dei CAF e segnatamente del<br />
CAF UIL a “creare” una<br />
coscienza e una cultura <strong>della</strong><br />
“fiscalità” nei cittadini”?<br />
Se tutti pagassero il dovuto<br />
quale potrebbe essere il minor<br />
aggravio per i cittadini contribuenti<br />
che adempiono fino in<br />
fondo ai loro doveri?<br />
La valenza dei patti è data dal loro<br />
rispetto. In uno Stato di diritto è certamente<br />
un dovere civico pagare le tasse,<br />
al cui adempimento il cittadino deve<br />
attendere nell’ambito <strong>della</strong> natura etica<br />
del prelievo fiscale che, tuttavia, deve<br />
essere ricondotto in una dimensione di<br />
corrispettività. Tra Erario e contribuente<br />
nasce un rapporto difficile per definizione.<br />
LA SPESA PUBBLICA<br />
In un Paese perfetto in cui lo Stato<br />
adempie ai propri obblighi verso i cittadini<br />
con puntualità, equità ed efficienza<br />
il pagamento delle imposte rappresenterebbe<br />
l’adempimento di un dovere,<br />
prima del soddisfacimento del bisogno;<br />
ancor più vero nel nostro Paese, reale ed<br />
imperfetto, le imposte non sono, di per<br />
sé, etiche o estetiche (qualcuno di recente<br />
ne ha decantato la “bellezza”): è il<br />
loro impiego da parte dell’ente impositore<br />
che attribuisce o no tale valenza; è<br />
la spesa pubblica che qualifica, in positivo<br />
o in negativo, la natura etica del prelievo<br />
fiscale, ma questo principio non<br />
intende ridurre tutto ad una corrispettività<br />
in termini di servizi al cittadino: vi è<br />
una palese dimensione sociale del prelievo<br />
fiscale.<br />
In Italia la corrispettività <strong>della</strong> spesa<br />
pubblica finalizzata all’erogazione di<br />
servizi sociali è ancor più inefficiente, in<br />
termini di equità e sistematicità, di quella<br />
finalizzata all’erogazione di servizi. Il<br />
generico, difficile rapporto dei contribuenti<br />
con l’Erario è difficilissimo per il<br />
contribuente italiano. Ne deriva la convinzione,<br />
per la generalità dei contribuenti,<br />
<strong>della</strong> sostanziale irrazionalità del<br />
prelievo fiscale (rispetto alla corrispettività<br />
ed allo stato sociale, e <strong>della</strong> sua iniquità).<br />
Il fatto che una parte rilevante del<br />
gettito IRPEF derivi da lavoro dipendente<br />
non è sintomo di maggiore propensione<br />
di tali soggetti al pagamento: il<br />
meccanismo di sostituzione di imposta<br />
non lascia loro scelta (ma gli stessi si<br />
rendono evasori in concorso quando non<br />
si fa fatturare per risparmiare). Questa<br />
generica convinzione rende patologico<br />
in toto il fenomeno di evasione ed economia<br />
sommersa, da portare a livello<br />
fisiologico solo attenuando o rimuovendo<br />
questa percezione diffusa.<br />
I CONTROLLI<br />
I controlli delle Agenzie delle Entrate<br />
<strong>della</strong> Guardia di Finanzia, per quanto<br />
PER LE STRADE D’EUROPA
50<br />
efficienti, non potranno mai essere risolutivi<br />
anzi il loro potenziamento (più<br />
Banche dati accessibili?…) può far sorgere<br />
come effetto la percezione non di<br />
ventate di legalità sul fronte tributario<br />
ma di instaurazione di un regime di polizia<br />
fiscale.<br />
SERVE UNA RIVOLUZIONE CUL-<br />
TURALE da svolgere su due piani:<br />
politico:<br />
• occorre rimuovere la percezione di<br />
irrazionalità ed iniquità del prelievo<br />
fiscale per la corrispettività non in<br />
equilibrio sul fronte di servizi e stato<br />
sociale (compito abnorme ma da<br />
affrontare)?…;<br />
tecnico:<br />
• occorre rimuovere la percezione di<br />
iniquità e irrazionalità insita nel sistema<br />
tributario che ha raggiunto vette<br />
di complessità incomprensibile.<br />
Occorre semplificare e razionalizzare<br />
le norme ed i rapporti tra i principali<br />
attori delle dinamiche fiscali.<br />
FEDERALISMO<br />
Lo schema di Legge delega, varato dal<br />
Governo, è momento rilevante per i<br />
principi <strong>della</strong> riforma, ma vi è timore<br />
che si riveli un’altra riforma all’italiana<br />
che possa comportare aggravi di oneri<br />
per il cittadino. Enunciati?… “?…ci<br />
guadagnerà il Nord, non ci perderà il<br />
Sud?…”; “...ci guadagneranno le Regioni<br />
non ci perderà lo Stato?…”; “...ci<br />
guadagneranno<br />
gli Enti locali non ci perderà la perequazione<br />
e la solidarietà?…”. Ma in Economia,<br />
come in fisica, “nulla si crea e nulla<br />
si distrugge”: da dove arriverà il surplus<br />
che si genererà dal Federalisimo Fiscale?<br />
(dalla riduzione di sprechi, da maggiore<br />
efficienza ?…?)<br />
TECNICO<br />
E’ essenziale che il Legislatore e l’Amministrazione<br />
Finanziaria sappiano<br />
cooptare i soggetti cui la legge e la generalità<br />
dei contribuenti riconoscono com-<br />
PER LE STRADE D’EUROPA<br />
CONSULTA NAZIONALE CAF UIL<br />
petenza specifica. Fra questi i professionisti<br />
e gli intermediari fiscali dovrebbero<br />
avere un coinvolgimento attivo e concreto<br />
nel processo di costruzione <strong>della</strong><br />
norma Tributaria e nel sistema dei controlli<br />
per:<br />
1) pervenire ad un quadro di certezza<br />
delle scadenze fiscali (abbandonare la<br />
svilente politica delle proroghe dell’ultimo<br />
minuto) per costruire un<br />
sistema di scadenze fiscali non parametrato<br />
alla chiusura dei periodi<br />
d’imposta, ma al rilascio <strong>della</strong> modulistica<br />
da parte dell’Agenzia delle<br />
Entrate considerando i termini tecnici<br />
per il rilascio del software, la formazione<br />
ed altri;<br />
2) gli Uffici Finanziari sempre più sensibili<br />
all’operatività degli intermediari<br />
fiscali utilizzati come veicoli di<br />
semplificazione di rapporto con i<br />
contribuenti;<br />
3) I CAF sono ormai partner strategici<br />
riconosciuti;<br />
4) dovrebbe concretizzarsi un rapporto<br />
di semplificazione reciproca tra gli<br />
Enti interessati che elimini il “senso<br />
unico”;<br />
5) L’Agenzia delle Entrate, consapevole<br />
dei carichi di maggiore lavoro degli<br />
intermediari fiscali dovrebbe concentrare<br />
avvisi, cartelle ed altri atti nella<br />
parte più calma dell’anno al fine di<br />
assicurare migliore assistenza nell’interesse<br />
dell’ottimale funzionamento<br />
del sistema;<br />
6) nell’ambito dell’AUDIT è necessario<br />
assicurare uniformità operativa.<br />
Il PIANO NORMATIVO<br />
richiede la semplificazione e la razionalizzazione<br />
delle regole che presiedono al<br />
calcolo delle basi imponibili e delle<br />
imposte correlate rimuovendo le crescenti<br />
contraddizioni che hanno creato<br />
un groviglio casistico anziché un corpo<br />
giuridico sistematico quale deve essere<br />
il diritto tributario. Si avverte la necessità<br />
di un Fisco più trasparente, <strong>della</strong> comprensibilità<br />
delle norme, <strong>della</strong> funzione<br />
effettiva dell’interpello, <strong>della</strong> tutela dei<br />
diritti del contribuente, <strong>della</strong> funzione<br />
del Garante, dell’attivazione dello Statuto<br />
del contribuente ed altri. A mero titolo<br />
esemplificativo enuncio alcune<br />
espressioni del groviglio normativo che<br />
sembrano affliggere il contribuente:<br />
1) limitazione alla deducibilità di Interessi<br />
passivi dal reddito d'impresa<br />
(società di capitali), che si è rivelata<br />
inopportuna per la logica di fondo<br />
quanto improvvida nell'attuale fase<br />
economico-finanziaria;<br />
2) proliferare di limitazioni alla deducibilità<br />
di componenti negativi di reddito<br />
e lavoro autonomo;<br />
3) disciplina su rimborsi spese di vitto e<br />
alloggio (fuori controllo da qualsivoglia<br />
razionalità);<br />
4) ripristino degli Studi di Settore su<br />
basi applicative conformi alla logica<br />
di loro introduzione;<br />
5) irretroattività <strong>della</strong> norma;<br />
6) norme per adeguamenti automatici<br />
dei plafond massimi di deducibilità e<br />
detraibilità;<br />
7) Exit Strategy dall'IRAP (definita
Imposta Rapina): tutti convinti <strong>della</strong><br />
sua abrogazione tracciata nello schema<br />
di Legge sul federalismo. Rimane<br />
l'interrogativo sull'esito e sulla procedura<br />
che possa consentire di evitare di<br />
sfilacciare i conti dello Stato. Ci<br />
auguriamo che l'imposta possa costituire<br />
monito per il futuro nell'affermazione<br />
<strong>della</strong> coerenza del presupposto<br />
imponibile astraendosi da obblighi<br />
esogeni come l'invarianza del gettito;<br />
8) no agli interventi "patacca": la Social<br />
Card (muro <strong>della</strong> vergogna), una su<br />
tre senza copertura finanziaria!<br />
Sul PIANO ATTUATIVO<br />
la U.I.L. si è fatta promotrice di numerose<br />
iniziative rivolte a migliorare la legalità<br />
fiscale, la lotta all’evasione, il ruolo<br />
del Garante ed altri istituti, contribuendo<br />
così in maniera significativa alla da me<br />
auspicata rivoluzione culturale. Sul<br />
piano attuativo occorre finalizzare gli<br />
interventi per individuare gli adempimenti<br />
con costo societario per il contribuente<br />
più elevato dell’utilità. A questi<br />
fini sono già apparsi numerosi segnali<br />
quali l’abolizione dell’elenco clienti e<br />
fornitori, la tracciabilità dei compensi<br />
dei lavoratori autonomi, nuove modalità<br />
di rateizzo delle debenze tributarie ed<br />
altre.<br />
Molte iniziative devono essere ancora<br />
perfezionate su molti fronti: a mero titolo<br />
esemplificativo il riconoscimento<br />
delle ritenute alla fonte subite dal sostituito<br />
in mancanza di certificazione del<br />
sostituto Si tratta di un atteggiamento<br />
inaccettabile in quanto la certificazione è<br />
strumento probatorio e non esclusivo,<br />
non presupposto al diritto. Il meccanismo<br />
<strong>della</strong> sostituzione di imposta non è<br />
opzionale ma obbligo per il contribuente<br />
che non deve subire conseguenze che<br />
devono ricadere solo in capo al sostituto.<br />
Ritengo così che occorra, senza indugio,<br />
razionalizzare e semplificare per eliminare<br />
complessità inutili o addirittura<br />
dannose alfine di rendere il sistema tributario<br />
aderente al principio costituzionale<br />
<strong>della</strong> capacità contributiva individuale.<br />
CONSULTA NAZIONALE CAF UIL<br />
L’intervento<br />
di Domenico Proietti *<br />
Oggi voglio fare alcune riflessioni<br />
più legate alla nostra linea di<br />
politica economica e fiscale e<br />
come questo si collega all’attività del<br />
CAF, perché come sapete da un paio di<br />
anni mi occupo di queste cose e credo<br />
che la riflessione che noi dobbiamo fare,<br />
partendo dalle cose che diceva Gilberto,<br />
è come coniughiamo l’attività dei nostri<br />
servizi, ma in particolare del CAF con la<br />
linea di politica sindacale. Noi siamo<br />
consapevoli che il<br />
sistema CAF nel<br />
suo complesso è la<br />
più grande innovazione<br />
che ci sia<br />
stata negli ultimi<br />
quindici anni nel<br />
rapporto tra cittadini<br />
e Amministrazione,<br />
sia finanziaria,<br />
ma poi anche<br />
quella <strong>della</strong> previdenza.<br />
C’è stata una innovazioneformidabile<br />
che ha portato i<br />
livelli di efficienza<br />
<strong>della</strong> P.A. e servizi resi ai cittadini a<br />
livelli altissimi, questo si è potuto verificare<br />
grazie ad una sorta di piccolo miracolo<br />
che il sistema CAF nel suo complesso,<br />
non solo i CAF di emanazione<br />
sindacale che pure sono gran parte del<br />
sistema, hanno portato. Questo oggi ci<br />
viene riconosciuto anche dall’attuale<br />
ministro dell’economia che fino a qualche<br />
anno fa aveva un atteggiamento<br />
avverso a questa impostazione. Ricordo<br />
quanto abbiamo dovuto lavorare con<br />
Gilberto, Canepari, i precedenti coordinatori<br />
<strong>della</strong> CGIL, per far comprendere<br />
il ruolo del sistema dei CAF e l’importanza<br />
che essi rivestono.<br />
Oggi finalmente questo avviene, però a<br />
51<br />
noi spetta il compito di continuare a<br />
tenere distinti i ruoli dell’attività dei centri<br />
di assistenza fiscale con i ruoli di<br />
linea di politica economica e fiscale che<br />
le singole centrali sindacali portano<br />
avanti. Faccio un paio di esempi che ci<br />
riguardano direttamente.<br />
La UIL ha manifestato molte perplessità<br />
sullo strumento <strong>della</strong> Social Card dal<br />
punto di vista del suo utilizzo, si potevano<br />
seguire altre strade, ecc., ma questo<br />
non ha impedito al<br />
CAF <strong>della</strong> UIL un<br />
minuto dopo che<br />
questo provvedimento<br />
era legge<br />
dello stato, di essere<br />
al servizio attraverso<br />
il CAF dei<br />
cittadini che intendevano<br />
utilizzare<br />
questo strumento.<br />
C’è stato un<br />
momento nel quale<br />
si poteva rischiare<br />
una confusione tra<br />
la valutazione di<br />
carattere generale<br />
e la valutazione sulla operatività che i<br />
Centri di Assistenza Fiscale devono<br />
avere. Noi questa differenza non la dobbiamo<br />
mai dimenticare, commetteremmo<br />
il più grande errore nel mischiare<br />
questi due livelli di valutazione perché<br />
solo in questo modo riusciamo, da un<br />
lato a garantire un servizio ai lavoratori,<br />
ai cittadini, in questo caso alle fasce più<br />
deboli, ma dall’altro a salvaguardare la<br />
peculiarità e la funzione dei CAF. Questo<br />
vale per la vicenda <strong>della</strong> Social Card,<br />
ma anche su un insieme di altre questioni<br />
che sono state qui ricordate.<br />
Se si continua a fare questo come sta<br />
facendo molto bene il CAF UIL, e anche<br />
unitariamente questa linea si è affermata,<br />
PER LE STRADE D’EUROPA
52<br />
noi possiamo guardare con grande fiducia<br />
al futuro perché è vero il dato che<br />
veniva riportato sia da Gilberto, sia dal<br />
coordinatore <strong>della</strong> CGIL, che in termini<br />
assoluti c’è stata in questi ultimi due<br />
anni una leggera flessione <strong>della</strong> capacità<br />
di raccolta e di penetrazione dei CAF di<br />
emanazione sindacale. Ma non dobbiamo<br />
dimenticare che noi siamo passati,<br />
nel giro di quatto-cinque anni da 84 soggetti<br />
quali erano i CAF prima dell’ultimo<br />
intervento fatto dal ministro Tremonti,<br />
ad una platea potenziale che si<br />
avvicina ai 130 mila, quindi non vi sfugge<br />
il dato eclatante.<br />
Questo cosa significa? Complessivamente,<br />
i lavoratori, i cittadini si rivolgono<br />
con fiducia ai nostri centri di assistenza<br />
perché ricevono un trattamento di<br />
grande qualità, di grande professionalità,<br />
i dati sugli errori statistici forniti dall’Agenzia<br />
delle Entrate lo stanno a<br />
dimostrare, quindi, come diceva bene<br />
Gilberto bisogna continuare sotto questo<br />
punto di vista.<br />
Ma c’è un secondo aspetto che a me interessa<br />
sottolineare, noi vediamo uno stretto<br />
legame tra l’attività di assistenza che i<br />
CAF svolgono presso i contribuenti e<br />
l’idea che la UIL ha <strong>della</strong> fiscalità. Noi<br />
siamo portatori di una visione <strong>della</strong> cultura<br />
<strong>della</strong> legalità fiscale, una cultura che<br />
si basa su un elemento molto semplice, si<br />
è cittadini di una comunità se si assolve<br />
al proprio dovere con il fisco. Pagare le<br />
tasse in modo giusto ed equo è un modo<br />
per accedere ai diritti di cittadinanza,<br />
quindi, da un lato abbiamo la rivendica-<br />
PER LE STRADE D’EUROPA<br />
CONSULTA NAZIONALE CAF UIL<br />
zione di diritti, dall’altra siamo consapevoli<br />
che dobbiamo assolvere a dei doveri.<br />
Qui torna il legame inscindibile che è<br />
alla base di ogni idea di comunità, di<br />
Stato del legame tra diritti e doveri. Questa<br />
concezione è propria <strong>della</strong> visione<br />
che la UIL ha del sistema fiscale, che si è<br />
sviluppata in tutti questi ormai sessant’anni<br />
<strong>della</strong> nostra storia. Ma è una battaglia<br />
che ha avuto risultati positivi, ma è<br />
ancora lungi dall’essere conclusa.<br />
Pensate cosa sarebbe il nostro paese,<br />
rispetto ai momenti di grave crisi economica<br />
internazionale che abbiamo se ad<br />
esempio, voglio mantenermi sulla stima<br />
più bassa, venissero recuperati ogni<br />
anno un decimo dei 100 miliardi di evasione<br />
fiscale così come affermato dalla<br />
Guardia di Finanza. Noi avremmo risorse<br />
a sufficienza per<br />
cominciare a ridurre<br />
le tasse a chi le<br />
paga, avremmo risorse<br />
per intervenire<br />
seriamente con<br />
un piano per gli<br />
ammortizzatori<br />
sociali. Questo è il<br />
vero punto sul quale<br />
noi possiamo e dobbiamo<br />
ritrovare<br />
anche un rapporto<br />
unitario.<br />
Noi avevamo pre-<br />
parato una bellissima piattaforma unitaria<br />
sui temi fiscali lo scorso autunno,<br />
che era innovativa, non era solo il frutto<br />
di una rivendicazione sacrosanta, quella<br />
di diminuire le tasse alle persone che<br />
noi rappresentiamo, ma era una vera e<br />
propria proposta di politica economica<br />
valida per tutto il paese.<br />
Le cose sono andate come sappiamo,<br />
noi abbiamo avuto momenti più drammatici<br />
nei rapporti unitari, penso all’84,<br />
quindi sono convinto che questo è un<br />
momento difficile, ma dobbiamo avere<br />
la capacità di guardare avanti e soprattutto<br />
riaffermando questo nostro ruolo e<br />
questa nostra vocazione, quella di essere<br />
una forza sindacale in grado di coniugare<br />
gli interessi delle persone che rappresenta<br />
con gli interessi collettivi, generali.<br />
Questa è l’idea del sindacato confederale<br />
italiano che si è affermata in Italia.<br />
Se una preoccupazione abbiamo avuto<br />
come UIL in queste settimane, ci siamo<br />
spesi in tutti i modi per ritenere insieme<br />
le nostre organizzazioni nella chiarezza,<br />
è che vedevamo un arretramento di questa<br />
idea del sindacato confederale. Son è<br />
importante se questo indebolisce più o<br />
meno questa o quella forza sindacale,<br />
ma se arretra l’idea del ruolo del sindacato<br />
come forza intermedia, come soggetto,<br />
come corpo sociale intermedio<br />
che aggrega le persone, le fa contare<br />
all’interno del processo di partecipazio-
ne democratica, è una piccola sconfitta<br />
per tutti. Mi permetto di dire che soprattutto<br />
è una piccola e grande sconfitta per<br />
la UIL che è nata per affermare questa<br />
idea, quella di un sindacato confederale<br />
che guarda all’insieme dei problemi.<br />
Noi ci siamo spesi in queste settimane<br />
con la guida del nostro Segretario Angeletti,<br />
affinché questo arretramento non<br />
ci fosse, finora non abbiamo avuto il<br />
successo che speravamo, ma contiamo<br />
nelle prossime settimane di riprendere<br />
una iniziativa che va in questa direzione,<br />
ma nella chiarezza, perché sui temi<br />
dei quali abbiamo discusso e sui quali ci<br />
siamo divisi, non si possono trovare<br />
pasticci, ci vuole chiarezza di posizioni.<br />
La richiesta che viene anche da parte del<br />
mondo del lavoro va esattamente in<br />
questa direzione.<br />
Un’ultima battuta la voglio fare su un<br />
passaggio <strong>della</strong> relazione di Gilberto che<br />
è molto importante e deve permeare fino<br />
in fondo tutta la UIL, lui l’ha definita la<br />
cultura dell’anti invidia, nessuno di noi<br />
deve essere invidioso se il nostro collega,<br />
il nostro vicino ottiene dei risultati<br />
positivi nella sua azione, nel suo campo,<br />
perché quei risultati positivi portano<br />
beneficio anche a noi, dobbiamo diffondere<br />
questa cultura <strong>della</strong> crescita attraverso<br />
lo sforzo e l’impegno di tutti.<br />
Sotto questo punto di vista il CAF, nel<br />
lavoro che ha svolto in questi anni ha<br />
introdotto, all’interno <strong>della</strong> nostra organizzazione,<br />
un potente antivirus che va<br />
in questa direzione, l’entusiasmo di centinaia<br />
di ragazzi, di giovani che hanno<br />
lavorato nei CAF, che hanno vissuto<br />
questa nuova esperienza con grande<br />
entusiasmo hanno contagiato molta<br />
parte <strong>della</strong> nostra organizzazione.<br />
Bisogna continuare in questa direzione e<br />
io sono convinto che tramite il lavoro<br />
che è stato proposto dal CAF e dal grado<br />
di coordinamento molto avanzato e positivo<br />
che c’è stato nel campo dei servizi,<br />
dall’azione più generale di sintesi fatta<br />
dalla Confederazione, da Angeletti, da<br />
Carmelo, da tutti noi, possiamo continuare<br />
utilmente a lavorare lungo questa<br />
strada.<br />
*Segretario Confederale Uil<br />
CONSULTA NAZIONALE CAF UIL<br />
Un grazie a De Santis per l’invito<br />
che mi pare non sia rituale, anche<br />
se è il terzo appuntamento che<br />
mi vede partecipe ai vostri lavori. Devo<br />
dire che ci vengo sempre con molto piacere<br />
per due ordini di considerazioni, primo.<br />
In questi anni abbiamo notato una<br />
qualche riduzione dell’età media degli<br />
operatori in sala, è<br />
una organizzazione<br />
che si sta ringiovanendo,<br />
come mi pare<br />
di percepire,<br />
questo è un segnale<br />
positivo, l’organizzazione<br />
è vita e in<br />
qualche modo sta<br />
facendo largo alle<br />
giovani generazioni,<br />
cosa non sempre<br />
frequente nel nostro<br />
paese che è un<br />
po’ gerontocratico,<br />
quindi avere una<br />
organizzazione che<br />
riesce a fare largo ai giovani mi pare un<br />
segnale molto importante, ovviamente<br />
non è sufficiente essere qui, ma è necessario<br />
anche valorizzarle.<br />
Da questo punto di vista mi pare che una<br />
qualche riflessione sull’immediato e anche<br />
in prospettiva ci faccia perlomeno<br />
sperare bene, una volta le strutture facevano<br />
i 730 come unica attività, anzi, c’era<br />
il 740. Oggi invece la complessità, non<br />
solo del sistema fiscale ma del sistema<br />
Paese, che in qualche modo rende necessaria<br />
una serie di appuntamenti che vanno<br />
anche al di là <strong>della</strong> dichiarazione annuale<br />
fiscale, che però poi hanno un intreccio.<br />
Si citava prima il tema dell’ISEE, ma c’è<br />
anche il tema <strong>della</strong> Social Card, anche un<br />
po’ faticoso, mi pare di capire, il tema del<br />
Bonus Famiglia, ci troviamo sempre più<br />
53<br />
Aldo Polito alla tribuna<br />
Direttore Relazioni Esterne<br />
Agenzia delle Entrate<br />
in presenza di una serie di istituti che<br />
vanno ad introdursi nell’ordinamento<br />
giuridico, a volte occasionalmente a volte<br />
in maniera sistematica dove il momento<br />
fiscale si allarga e dove, quindi, l’appuntamento<br />
di giugno-luglio non è più<br />
l’unico nell’anno ma ce ne sono altri perché<br />
da un lato c’è la complessità del sistema,<br />
dall’altro lato<br />
anche i bisogni che<br />
vengono dalla società<br />
a cui si danno<br />
risposte, più o meno<br />
condivisibili.<br />
E’ indubbio che c’è<br />
una complessità del<br />
sistema e un bisogno<br />
di centralità<br />
del cittadino che<br />
solo una organizzazione<br />
come quella<br />
dei CAF, anche di<br />
altre organizzazioni<br />
che operano sul<br />
territorio nazionale,<br />
possono dare. Il contatto quotidiano,<br />
la presenza, la capacità di rapporto diretto<br />
che c’è tra i vostri operatori e il cittadino<br />
è il valore aggiunto reale nella capacità<br />
di chiarire il passaggio, di spiegare le<br />
opportunità, quando ci sono o magari<br />
motivare e illustrare le non possibilità<br />
quando non ci sono. Ma soprattutto è il<br />
momento delle opportunità che è importante.<br />
Sapete meglio di me come tutta una serie<br />
di istituti danno dei vantaggi fiscali, sono<br />
poco conosciuti, e come la componente<br />
professionale che in qualche modo contraddistingue<br />
le grandi organizzazioni<br />
dei CAF è in grado di dare un valore aggiunto<br />
in termini di conoscenza perché<br />
poi la comunicazione nazionale non basta,<br />
è solo il contatto diretto che riesce a<br />
dare questa capacità di conoscenza, quin-<br />
PER LE STRADE D’EUROPA
54<br />
di la possibilità di utilizzare queste opportunità.<br />
Ritengo che questo sia un valore aggiunto<br />
notevolissimo di una organizzazione<br />
come i CAF, che grosso modo credo oggi<br />
abbiano oltre diecimila punti di contatto<br />
in giro per l’Italia. Sono forse una delle<br />
ramificazioni più articolate e dettagliate<br />
<strong>della</strong> società italiana che hanno quindi<br />
questa capacità di intercettare bisogni,<br />
esigenze e dare risposte. E’ ovvio che<br />
quanto più la qualità <strong>della</strong> risposta è alta,<br />
maggiore ovviamente poi si vince in termini<br />
di competizione, e c’è una certa<br />
competizione come è giusto che sia.<br />
De Santis mi lanciava una provocazione<br />
alla quale non mi voglio sottrarre anche<br />
perché lui sa bene che è un tema a me abbastanza<br />
caro, quello <strong>della</strong> qualità dell’azione<br />
dei CAF. Io ho avuto modo di<br />
apprezzare anche i sistemi di organizzazione<br />
interna vostra, me ne parlava Scibetta<br />
poco fa, ma anche in altre circostanze<br />
ho avuto modo verificarlo e coglierne<br />
l’importanza. E’ indubbio che su<br />
questo si gioca la partita perché è inevitabile<br />
che probabilmente un sistema che<br />
funziona su ottanta CAF in altri casi non<br />
funziona, dove poi non tutti sono dei veri<br />
CAF. Però la sfida la vinciamo sulla<br />
qualità <strong>della</strong> prestazione, da un lato, poi<br />
sulle cose che deve fare anche l’Amministrazione.<br />
Da questo punto di vista noi abbiamo un<br />
rapporto abbastanza intenso con la Consulta<br />
dei CAF, De Santis, Canepari che è<br />
il coordinatore, Ruffolo che da poco ha<br />
assunto il suo ruolo all’interno del CAF-<br />
CGIL. Devo dire, esprimo un giudizio<br />
positivo spero che lo sia altrettanto per la<br />
Consulta, una serie di momenti di confronto<br />
sono stati proficui per l’amministrazione<br />
sicuramente, ma ritengo anche<br />
per l’organizzazione dei CAF. Penso anche<br />
ai tempi in cui quest’anno abbiamo<br />
licenziato il modello, quando abbiamo licenziato<br />
specifiche tecniche, circolari di<br />
controllo e di liquidazione che consenta<br />
alla vostra organizzazione metà febbraio<br />
di essere pronta ai nastri di partenza mi<br />
auguro senza grandissimi problemi e incidenti<br />
in corso d’opera.<br />
Lo dico pur essendo un’annualità non<br />
PER LE STRADE D’EUROPA<br />
CONSULTA NAZIONALE CAF UIL<br />
semplicissima, perché tutta la partita del<br />
bonus famiglia ricompresa nella dichiarazione<br />
non è stato né semplicissimo, né<br />
agevole. Tuttavia anche l’elenco dei quesiti<br />
che le organizzazioni ci inviano ogni<br />
anno, questa volta è stato molto più<br />
asciutto, questo è un segnale di un rapporto<br />
che si sta fluidificando e che consente<br />
di avviare una stagione che sarà<br />
importante e impegnativa con la sufficiente<br />
serenità.<br />
Ma volevo tornare un attimo su un argomento<br />
che è quello <strong>della</strong> qualità e di come<br />
operiamo in questa circostanza. Credo<br />
che dobbiamo fare una sessione di lavoro,<br />
un confronto più serrato tra la consulta<br />
e l’Amministrazione sul tema <strong>della</strong><br />
qualità e sul tema <strong>della</strong> individuazione di<br />
chi opera correttamente sul mercato rispetto<br />
a chi non opera, forse è arrivato il<br />
momento di stringere di più anche perché<br />
siamo in un momento in cui altri temi sono<br />
meno pressanti e probabilmente abbiamo<br />
avvito sulla strada giusta altri argomenti.<br />
Non ho difficoltà a dare la disponibilità<br />
sull’argomento perché mi pare ne vada<br />
dell’interesse complessivo di tutti e forse<br />
soprattutto dell’Amministrazione.<br />
Torno un attimo sul problema del 730/4<br />
perché mi è caro, la dico con una simbologia,<br />
nel sistema dichiarativo c’è un<br />
flusso univoco, dal contribuente al fisco,<br />
dal CAF al fisco, l’operazione del 730/4<br />
telematico che è un’operazione avviata<br />
l’anno scorso forse un po’ in sordina,<br />
quest’anno stiamo cercando di dargli un<br />
po’ più di risalto, pensiamo di metterla a<br />
regime velocemente l’anno prossimo, è<br />
un tema in cui oltre a risolvere alcuni<br />
problemi del CAF, diciamo la verità, ma<br />
c’è un elemento filosofico sottostante a<br />
cui attribuisco una particolare importanza,<br />
cioè il fatto che non c’è più una direzione<br />
univoca tra un soggetto e l’amministrazione<br />
ma essa diventa parte di una<br />
triangolazione informativa, che assume<br />
un triplice vantaggio in termini di certezza<br />
<strong>della</strong> informazione per come è viaggiata<br />
da parte del CAF rispetto a noi, che<br />
assume un ulteriore vantaggio anche in<br />
prospettiva in termini di riduzione dei<br />
costi per i sostituti di imposta, sappiamo<br />
tutti come in questo momento dobbiamo<br />
lavorare anche per l’abbattimento dei costi<br />
delle imprese, consente in qualche<br />
modo un rafforzamento <strong>della</strong> certezza<br />
dell’andare a buon fine del momento topico<br />
che è poi il momento del conguaglio,<br />
debito e credito del contribuente.<br />
Dico questo perché l’operazione 730/4<br />
funziona se ne e nella misura in cui nelle<br />
province che abbiamo individuato, nella<br />
sperimentazione e che fanno parte del<br />
provvedimento emanato un po’ di tempo<br />
fa, noi riusciamo poi a mettere in cantiere<br />
anche iniziative di sensibilizzazione.<br />
L’operazione funziona se entro il 31<br />
marzo i sostituti di imposta fanno le comunicazioni<br />
di rito previste dal provvedimento.<br />
Ma sappiamo tutti che se non<br />
andiamo a rafforzare in quelle realtà momento<br />
di confronto tra il CAF, l’Amministrazione,<br />
i CAF Impresa, le organizzazioni<br />
associative degli imprenditori, le<br />
associazioni dei lavoratori, non vinciamo<br />
questa sfida perché non c’è il sostituto<br />
di imposta che spontaneamente, leggendo<br />
sul sito dell’Agenzia che è uscito<br />
il provvedimento per cui c’è il 730/4, poi<br />
fa la comunicazione di rito. Funziona se<br />
e nella misura in cui tutti i soggetti che in<br />
qualche modo ruotano intorno al datore<br />
di lavoro, forse è quello che meno fa le<br />
cose, siamo in grado di sensibilizzarlo<br />
sul vantaggio dell’operazione.<br />
Da questo punto di vista dobbiamo mettere<br />
in cantiere delle iniziative, insieme,<br />
come Amministrazione e CAF, ma insieme<br />
con i CAF impresa, con i consulenti<br />
del lavoro, con le associazioni datoriali,<br />
perché è probabilmente un passaggio importante.<br />
Tra l’altro è un passaggio importante che<br />
probabilmente libera anche risorse organizzative<br />
all’interno del CAF per la riduzione<br />
degli scambi che oggi sono ancora<br />
basati sul cartaceo.<br />
Volevo soffermarmi ancora su un paio di<br />
argomenti che mi hanno colpito, soprattutto<br />
guardando la cartellina dei lavori.<br />
Qualche anno fa in appuntamenti del genere<br />
c’erano i documenti per il 730 e<br />
qualcos’altro, ho visto con piacere che<br />
avete pubblicizzato la nostra applicazione<br />
web sui contratti di locazione e anche
qui esiste una quantità di contratti di locazione<br />
impressionante che vengono registrati<br />
ogni anno, credo che siamo ad oltre<br />
due milioni di contratti di locazione<br />
l’anno, materiale che viaggia tutto carta,<br />
in maniera impressionante. Una delle<br />
scelte che abbiamo fatto, questa delle ultime<br />
applicazioni web che è stata messa<br />
in rete una quindicina di giorni fa, è proprio<br />
quella di capire se riusciamo, anche<br />
attraverso questa innovazione tecnologica,<br />
a virtualizzare questa attività perché è<br />
ovviamente un vantaggio per il contribuente<br />
che ha maggiori certezze informative<br />
<strong>della</strong> corretta registrazione, ma<br />
anche per l’amministrazione.<br />
Da questo punto di vista credo che qualche<br />
passo in avanti mediante questa applicazione<br />
si possa fare, probabilmente<br />
possiamo rafforzare un po’ di sinergie<br />
sulla materia. Così come pure stiamo lavorando<br />
sul tema delle successioni che è<br />
stato citato da De Santis, perché vorremmo<br />
fondamentalmente innovare in termi-<br />
Le conclusioni<br />
di Luigi Angeletti<br />
Farò alcune considerazioni cercando<br />
di esprimere una preoccupazione<br />
ed una soluzione, secondo<br />
un motto che molti di voi non conoscono,<br />
ma appare paradossale nella sua efficacia:<br />
i problemi che non hanno soluzione<br />
non esistono. Noi abbiamo qualche<br />
problema, soprattutto ne avremo, e dobbiamo<br />
cercare di trovare delle soluzioni.<br />
Non voglio partire da lontano, ma ricordarci<br />
tutti che stiamo attraversando una<br />
di quelle crisi che nessuno di noi ha mai<br />
vissuto in precedenza. Quindi, non<br />
abbiamo né una teoria, né una memoria,<br />
tanto meno delle soluzioni su come<br />
uscirne. Normalmente, quando ci si<br />
trova in queste condizioni non solo si va<br />
a tentoni, il che è quasi naturale, ma<br />
soprattutto si ha un atteggiamento, uno<br />
CONSULTA NAZIONALE CAF UIL<br />
ni di trasmissione telematica delle denunce<br />
di successione in modo da consentirvi<br />
di operare secondo gli standards ormai<br />
a voi consueti.<br />
C’è, quindi, uno sforzo dell’Amministrazione<br />
che sta cercando di operare in termini<br />
di innovazione tecnologica su altri<br />
segmenti dell’attività che sono diversi rispetto<br />
alle dichiarazioni fiscali tradizionali<br />
che voi ben conoscete, personalmente<br />
mi auguro che questo sforzo di innovazione<br />
tecnologia poi sia in qualche<br />
modo utilizzato appieno da strutture come<br />
le vostre.<br />
Tra l’altro ho l’impressione che non facciate<br />
molta fatica quest’anno a superare<br />
il milione, vi faccio i miei auguri, mi pare<br />
che il traguardo sia molto vicino e a<br />
portata di mano. Quest’anno probabilmente<br />
anche la presenza del bonus famiglia<br />
all’interno <strong>della</strong> dichiarazione fungerà<br />
in parte da volano per una serie di<br />
soggetti in termini di utilizzo <strong>della</strong> dichiarazione,<br />
vuoi anche per il bonus stes-<br />
stato d’animo, un approccio politico<br />
quando questo fenomeno è collettivo,<br />
analogo alla battuta che facevo prima:<br />
55<br />
so, quindi mi pare che il traguardo sia a<br />
portata di mano, perlomeno da un punto<br />
di vista quantitativo. Credo che gli obiettivi<br />
che vi ponevate siano anche e soprattutto<br />
qualitativi e da questo punto di vista<br />
i numeri non li spiegano sempre, sono<br />
altri i termometri. Me ne parlava diffusamente<br />
Scibetta prima, su come un sistema<br />
di forte governance e i controllo<br />
interno, in qualche modo sta producendo<br />
anche effetti qualitativi nell’azione <strong>della</strong><br />
vostra organizzazione.<br />
All’interno del mondo dell’organizzazione<br />
sindacale credo che la realtà del<br />
CAF in qualche modo sta facendo anche<br />
da volano in termini di rappresentare<br />
un’organizzazione che ha costi, ricavi,<br />
deve avere momenti di equilibrio del bilancio,<br />
quindi deve fare i conti con la realtà.<br />
Questo non sempre succede in certe<br />
organizzazioni, quindi da questo punto<br />
di vista il CAF probabilmente è anche un<br />
momento di ricchezza interna di un sindacato.<br />
Segretario Generale <strong>della</strong> UIL<br />
siccome non c’è soluzione, il problema<br />
non c’è; siccome non intravediamo una<br />
soluzione facciamo finta che il problema<br />
non esista e aspettiamo che la soluzione<br />
di un problema che non abbiamo generato,<br />
che non comprendiamo venga da<br />
altri, confidando che in questo periodo<br />
nel quale comincia una crisi, fino al<br />
momento che ne esce, non si sa come e<br />
quando, da chi ci farà uscire da questa<br />
crisi, non ci accada nulla di irreparabile.<br />
Questo è lo stato d’animo prevalente,<br />
nessuno è sicuro che quanto dice non<br />
solo sia praticabile, ma abbia una sua<br />
efficacia. Si va a tentoni. D’altronde è<br />
esattamente la condizione in cui si trovano<br />
tutti, non solo noi, visto che questa è<br />
la prima crisi dell’era globale, quindi<br />
ovviamente, le ripercussioni come è<br />
PER LE STRADE D’EUROPA
56<br />
noto sono globali. Anche i più disattenti<br />
si stanno rendendo conto che non è sfuggito<br />
nessuno e nessuno sfuggirà, neanche<br />
i cinesi che sono apparsi essere il<br />
fenomeno del XXI secolo non usciranno<br />
indenni da questa crisi. Figuriamoci se<br />
ne usciremo noi.<br />
Quando non si hanno delle teorie sperimentali,<br />
in qualche modo affidabili, su<br />
cosa fare, come approcciare la crisi,<br />
come risolverla, bisogna cercare di utilizzare<br />
il cervello, la capacità che hanno<br />
gli essere umani di riflettere, di pensare,<br />
di elaborare, di inventare, di creare soluzioni.<br />
Come tutti voi, io ho il dovere e<br />
l’obbligo di fare tutte queste riflessioni,<br />
vi dico quello che secondo me è necessario<br />
che ci apprestiamo a metabolizzare,<br />
non a dire, neanche a fare, prima di<br />
farla in maniera efficace. Nessuno sa<br />
quando ne usciremo, più in là ne usciremo,<br />
più sarà devastante. E’ come un<br />
patrimonio che noi abbiamo, ognuno di<br />
noi singolarmente e collettivamente, che<br />
si viene a perdere. La perdita di questo<br />
valore, di questa ricchezza è continua,<br />
più o meno veloce a seconda delle situazioni,<br />
più tempo passa e più il patrimonio<br />
si svaluterà.<br />
Ci sono aspetti che ci appaiono addirittura<br />
soddisfacenti, il prezzo del petrolio<br />
è diminuito, pagheremo meno la benzina,<br />
meno l’energia, le bollette saranno<br />
meno care, appare questo un grande<br />
PER LE STRADE D’EUROPA<br />
CONSULTA NAZIONALE CAF UIL<br />
vantaggio, i tassi di interesse diminuiscono,<br />
tutti coloro che hanno dei debiti<br />
pagheranno meno interessi, la gente ci<br />
guadagna. Però sapete cosa accade contemporaneamente?<br />
Chi ha una casa questa<br />
vale di meno, non se ne accorgono, la<br />
stragrande maggioranza ci abita, quindi<br />
non ha questo problema, ma l’anno<br />
prossimo varrà ancora di meno.<br />
Questa fase negativa non colpirà tutti<br />
nello stesso modo, con la stessa velocità,<br />
nel 2009 verranno toccati solo quelli che<br />
perderanno il posto di lavoro, tutti gli<br />
altri ci guadagneranno perché i loro redditi<br />
non diminuiranno, forse aumenteranno<br />
anche modestamente, i prezzi<br />
diminuiranno, quindi il potere di acquisto<br />
addirittura aumenterà. Il che non rassicura<br />
nessuno, neanche coloro che sono<br />
non teoricamente, praticamente dei<br />
beneficiari i quali sanno perfettamente<br />
che, appunto, la perdita continua, prima<br />
o poi intaccherà pure le loro tasche.<br />
Come reagire? C’è qualcosa che noi<br />
possiamo e dobbiamo fare? La prima<br />
cosa da fare è smetterla di considerarla<br />
una fatalità, una cosa sulla quale noi non<br />
possiamo intervenire, perché quando<br />
questo processo finirà avremo che tutte<br />
quelle imprese, quelle strutture economiche,<br />
quelle associazioni, quelle organizzazioni<br />
che costituiscono la cosiddetta<br />
società civile, che saranno efficienti,<br />
produttive, cioè che saranno capaci di<br />
produrre beni o fornire servizi in maniera<br />
migliore degli altri, saranno coloro<br />
che si salveranno e ripartiranno per<br />
primi, qualunque sarà il livello a cui<br />
saremo scesi, in cui si sarà trovata quella<br />
determinata struttura o impresa.<br />
La continua perdita di valore di tutti<br />
questi beni che l’umanità ha conquistato,<br />
produrrà anche una selezione delle<br />
strutture che producono beni e servizi.<br />
Quando c’è una bolla speculativa per cui<br />
qualunque cosa si fa si guadagna, chi più<br />
chi meno, quando avviene il contrario,<br />
cioè una bolla depressiva, tutti perdono,<br />
è esattamente la stessa cosa, ma come in<br />
un caso come nell’altro, coloro che<br />
saranno più efficienti, nel primo caso<br />
quelli che avranno guadagnato di più,<br />
nel secondo quelli che perderanno di<br />
meno e che saranno pronti a rimettersi in<br />
piedi. Siccome la vita continua, quindi<br />
prima o poi si continuerà a produrre e<br />
vendere automobili, vestiti, usare Internet<br />
piuttosto che i telefoni e fare quello<br />
che normalmente fa il mondo fondato<br />
sui consumi com’è il nostro mondo.<br />
Saranno diversi, avranno caratteristiche<br />
tecnologiche diverse, ma sicuramente ci<br />
sarà bisogno di gente che fornirà dei<br />
beni e servizi, noi forniamo servizi.<br />
Voi, più che noi, perché noi forniamo<br />
altri tipi di servizi, il CAF così come<br />
tutta la nostra rete, fornisce, appunto, dei<br />
servizi a dei clienti. L’efficienza e la<br />
qualità dei servizi che riusciremo ad<br />
offrire nei prossimi mesi e nei prossimi<br />
anni, deciderà del nostro e del vostro<br />
futuro.<br />
Per tornare al paragone che facevo<br />
prima, quando le cose vanno bene,<br />
anche modesti incrementi di produttività<br />
garantiscono modesti incrementi, ma li<br />
garantiscono. Quando le cose vanno<br />
male si gioca un’altra partita, quella di<br />
esserci, anche in futuro. Non è semplice<br />
passare repentinamente da una condizione<br />
come quella che abbiamo vissuto fino<br />
a pochi mesi fa di grande espansione.<br />
In questa situazione la capacità di essere<br />
efficiente per una struttura, di considerare<br />
il rapporto tra costi e benefici, o per<br />
dirla come Scibetta, tra quanto costa e<br />
quanto sono i ricavi, è una questione
fondamentale nel senso letterale del termine,<br />
non accessoria, non “è meglio<br />
se..”, è decisivo “se..”<br />
Io ho ascoltato molte cose che ha detto<br />
Scibetta circa il nostro efficace, eccezionale<br />
sistema di controllo e di monitoraggio<br />
di quanto si rispettino le regole e<br />
l’efficienza che abbiamo nel gestire le<br />
strutture del CAF a livello periferico.<br />
Permettetemi di dirvi cosa penso dal<br />
profondo del cuore, faccio una premessa<br />
che per molti di voi può sembrare scontata,<br />
ma per questo la faccio. Presumo di<br />
conoscere abbastanza bene come funziona,<br />
quali sono le logiche, le motivazioni,<br />
le ragioni per cui la gestione dei<br />
CAF viene fatta in certi luoghi in maniera<br />
ottima, in altri luoghi in maniera<br />
buona, in altri sufficiente e in rarissimi<br />
casi in maniera disastrosa. Lo so perfettamente,<br />
ovviamente, le ragioni e quant’altro.<br />
Adesso questo è un lusso che non<br />
ci possiamo più permettere, dobbiamo<br />
cambiare il nostro modo di pensare e di<br />
agire con la stessa velocità con cui cambia<br />
il mondo, non con quella a cui siamo<br />
abituati e nemmeno con quella che ci fa<br />
comodo, ma dobbiamo cambiare con la<br />
velocità con cui il mondo gira e quindi<br />
capire che questo è il momento nel quale<br />
l’efficienza è fondamentale. Quindi, la<br />
qualità dei servizi è assolutamente fondamentale.<br />
Noi abbiamo preso alcune decisioni<br />
CONSULTA NAZIONALE CAF UIL<br />
come confederazione che andavano in<br />
questa direzione, certo lo abbiamo fatto<br />
con la lentezza consueta, in tempi normali,<br />
con la bonarietà tipica dei tempi<br />
normali, quella di dire: bisogna farla<br />
finita di pensare ognuno al proprio orticello,<br />
noi abbiamo bisogno di fare sul<br />
serio delle sinergie fra tutte le strutture<br />
che si occupano di servizi e non è più,<br />
non dico tollerabile, ma non è sopportabile<br />
che una persona entri in un ufficio<br />
<strong>della</strong> UIL Servizi per fare una dichiarazione<br />
dei redditi, poi la pratica per la<br />
pensione e l’addetto non si accorge che<br />
quella persona sta per andare in pensione,<br />
quindi dirgli: perché non passi al<br />
CAF e viceversa? Queste cose succedono,<br />
ho detto una banalità ma altre. Perché<br />
non vai dal mio amico seduto nel-<br />
57<br />
l’altra scrivania, magari in un’altra stanza<br />
o addirittura nella stessa stanza che si<br />
occupa di un altro servizio di cui avrai<br />
bisogno?<br />
In tempi normali queste cose accadono e<br />
non accadono, ma noi non stiamo vivendo<br />
tempi normali, per cui bisogna capire<br />
che questa capacità di offrire sul serio<br />
tutti i servizi di cui noi teoricamente<br />
disponiamo è una cosa necessaria, è<br />
esattamente quello che noi dobbiamo<br />
fare. Noi siamo una organizzazione sindacale<br />
di successo, non perché ce lo<br />
diciamo da soli, per fortuna sono i fatti<br />
che lo dimostrano, dal punto di vista<br />
degli iscritti, dei consensi e quant’altro,<br />
come i CAF sono sicuramente una<br />
società di successo, basta guardare i grafici<br />
come farebbe qualunque componente<br />
o azionista di una società che va leggere<br />
i grafici per vedere come va il fatturato<br />
e come vanno i ricavi.<br />
Adesso però dobbiamo fare un patto,<br />
continuare ad essere una società di successo,<br />
in condizioni diverse da quelle<br />
che avevamo avuto fino a ieri, per continuare<br />
ad esserlo, non abbiamo che una<br />
risorsa, voi, non altre, che fisicamente,<br />
concretamene, tutti i giorni, consolidate<br />
quel patto tra i contribuenti e lo Stato. Io<br />
aggiungo, che tutti i giorni voi consolidate<br />
anche un altro patto, quello tra la<br />
UIL e le persone, i cittadini che entrano<br />
dentro le sedi e quando ne escono noi<br />
crediamo che debbano continuare a pensare,<br />
anche se non lo dicono, ma è<br />
importante lo pensino, che di noi ci si<br />
può fidare.<br />
PER LE STRADE D’EUROPA
58<br />
Finalmente è arrivato il natale,<br />
e con esso il freddo, i doni, il<br />
traffico e … le vacanze! Questa<br />
volta la “mitica K”, (la moto<br />
che uso per i viaggi), rimane al calduccio<br />
del garage. Unico mezzo di<br />
trasporto è la macchina. Naturalmente<br />
con annessi e connessi,<br />
visto che le previsioni non sono<br />
ottime e la protezione civile e la<br />
soc. Autostrade consigliano di portare<br />
generi di sostentamento in<br />
caso di lunghe code. Si verificasse<br />
“il caso” non mi troverò a pesare<br />
sui soccorsi, visto che parto con<br />
panettoni avanzati, torroni, acqua,<br />
vino, salatini vari e una bottiglia di<br />
liquore (solo perché l’alcool non<br />
gela in caso di basse temperature!).<br />
Meta di questo viaggio è un giro<br />
<strong>della</strong> Padania che da Parma e i suoi<br />
castelli arriverà a Mantova e Ferrara.<br />
I presagi c’erano ma non gli<br />
abbiamo dato peso. All’incontro a<br />
Settebagni già una prima “nebbiolina”<br />
offusca il paesaggio, la temperatura<br />
è “rigidina” ma tollerabile.<br />
Così il viaggio procede comodo<br />
fin quando non arriviamo a Sasso<br />
Marconi. Evviva c’è la neve! Certo<br />
PER LE STRADE D’EUROPA<br />
PER LE STRADE D’EUROPA<br />
BRRRR CHE FREDDO di<br />
CAROLA PATRIARCA<br />
giusto una spolverata, ma è bellissimo<br />
questo paesaggio montano. E<br />
poi nel mio immaginario è così che<br />
deve essere il natale: con la neve.<br />
Il sole brilla e la tentazione di fare<br />
a “pallate” è troppo forte per resistere.<br />
Naturalmente scendendo verso<br />
Bologna la neve è solo uno spruzzo<br />
sui campi e la luminosità<br />
è sempre più sui<br />
toni del grigio, da<br />
adesso in poi credo di<br />
non aver visto più il<br />
cielo. Si potrebbe dire<br />
che Parma è bellissima,<br />
se non considerassimo<br />
il fatto che la<br />
città è affollatissima<br />
per la “Mostra del Correggio”,<br />
che noi un po’<br />
per mancanza di<br />
tempo un po’ per pigrizia<br />
(le file erano inter-<br />
minabili) non abbiamo visto e poi<br />
fa FREDDISSIMO. Giriamo alla ricerca<br />
delle opere del Correggio e del<br />
Parmigianino che sono dappertutto<br />
a Parma, dalla Cattedrale a “croce<br />
latina” decorata da affreschi ispirati<br />
al tema <strong>della</strong>’assunzione <strong>della</strong><br />
Vergine, alla grande cupola ottagonale<br />
del Correggio, alla Chiesa dei<br />
Benedettini, San Giovanni Evangelista<br />
anche qui la cupola è opera<br />
del medesimo. Adesso queste cupole,<br />
da poco restaurate, sono accessibili<br />
tramite i ponteggi ancora<br />
montati. Naturalmente solo per chi<br />
ha fatto quelle “file” di cui vi parlavo.<br />
Noi “pigri” riusciamo a sbirciare<br />
da lontano. Del resto ho<br />
appena detto che Parma è bellissima!<br />
La Chiesa <strong>della</strong> Steccata ha<br />
absidi ad ogni braccio è in puro<br />
stile rinascimentale ed è decorata<br />
da grandi maestri tra i quali il “Parmigianino”.<br />
Particolare anche il
Battistero, tutto in marmo rosa è a<br />
pianta ottagonale chiuso da una<br />
grande cupola “a ombrello” che<br />
dall’esterno non si intuisce, ma<br />
dentro riusciamo a vederla in tutto<br />
il suo splendore. Naturalmente<br />
questo pellegrinare da una chiesa<br />
ad un’altra è da temerari perché in<br />
particolare la sera la temperatura si<br />
abbassa scendendo a 6-7 gradi<br />
sotto zero, la nebbia (perenne) si<br />
gela addosso e rischiamo di trasformarci<br />
in statue di ghiaccio. Ci si<br />
scongela nei caffè in Piazza Garibaldi<br />
dove dopo pochi minuti il<br />
pericolo è un altro … fondersi. Si<br />
perché questo ho notato. Più fuori<br />
fa freddo più tengono alti i riscaldamenti<br />
all’interno dei bar, negozi,<br />
alberghi. Così vagando da un posto<br />
all’altro siamo pronti per la polmonite.<br />
Adesso non vorrei infierire<br />
perché gli Emiliani sono anche simpatici,<br />
ma poverini che vita di<br />
…gelo!!! E che dire di questi “parmigiani”,<br />
che dopo il tramonto non<br />
circolano più, e i pochi che si vedono<br />
sono stretti intorno alle stufe<br />
da esterno fuori dei wine-bar. O<br />
delle biciclette “poggiate” fuori ai<br />
locali. Bellissime, leggerissime,<br />
carissime, in leghe di alluminio con<br />
sellini in puro cuoio. Non ho scritto<br />
“parcheggiate” ma “poggiate”.<br />
Fantastico il nord. A mia madre, a<br />
Fiumicino, hanno rubato una vecchia<br />
“Graziella” che pesava 50-60<br />
kili, per guidarla era obbligatoria<br />
“l’antitetanica”, ed il valore maggiore<br />
era quello del lucchetto (che<br />
naturalmente per rubarla avranno<br />
rotto).<br />
Anche dal punto di vista “enogastronomico”<br />
qui si toccano cime<br />
vertiginose. Non vi descrivo il “carrello<br />
di bolliti” (sublime), ne il<br />
“prosciutto di Parma”; due parole<br />
le spenderei per il “culatello” ma vi<br />
grazio (non è giusto infierire su chi<br />
non sa o non può). Non vi parlerò<br />
nemmeno degli “anolini” ne dei”<br />
tortelli d’erbetta” o il “Parmigiano”.<br />
Il fatto che “non” ve ne parli<br />
PER LE STRADE D’EUROPA<br />
non vuol dire che non ho assaggiati<br />
tutto (e la bilancia me lo ha<br />
ricordato)!<br />
Riprendiamo il viaggio alla scoperta<br />
di castelli e fortezze nel Ducato<br />
di Parma e Piacenza. Iniziando<br />
dalla “Rocca Sanvitale” di Fontanellato.<br />
Ecco giustappunto “rocca”.<br />
Dato per scontato che “rocca”, per<br />
me, è una costruzione edificata su<br />
una collina, montagna o sperone<br />
roccioso (da qui il termine “arroccato”<br />
che ho sempre accomunato a<br />
“sito impervio-inaccessibile”). No,<br />
le “rocche” qui sono in pianura, a<br />
volte nemmeno circondate da cinte<br />
murarie. Del resto dove la trovi<br />
un’aspra pendenza in mezzo alla<br />
Pianura Padana? Tornando a Fontanellato,<br />
la “Rocca”<br />
è circondata da un<br />
fossato di difesa, in<br />
seguito usato come<br />
peschiera. Una<br />
romantica scala quattrocentesca<br />
conduce<br />
dalla loggia superiore<br />
al porticato nel piano<br />
terra, da li si accede<br />
al giardino pensile,<br />
dove non è difficile<br />
immaginare nobili<br />
dame in abiti fruscianti<br />
intende a<br />
59<br />
sospirare alle promesse di eterno<br />
amore di prodi cavalieri al baglior<br />
delle fiaccole.<br />
Prossima destinazione Palazzo<br />
Ducale di Colorno. Nell’ampio giardino<br />
all’italiana (più di 4 km), le<br />
basse siepi di bosso disegnano<br />
nella neve un perfetto mosaico a<br />
due colori. Il palazzo venne assegnato<br />
da Luigi XV alla prediletta<br />
figlia, Luisa Elisabetta detta Babette,<br />
che lo trasformò in residenza<br />
reale. Alla sua morte andò al figlio<br />
Ferdinando Duca di Parma, che<br />
effettuò ulteriori trasformazioni .<br />
Mentre ci troviamo all’interno del<br />
grande cortile (tutte le finestre<br />
sono ancora chiuse) si ode una<br />
voce tonante: “…è svegliooo!”.<br />
Non c’è niente da fare… siamo<br />
romani e l’analogia con il risveglio<br />
del “Barone del Grillo” è stata irresistibile.<br />
Altra tappa da non perdere senz’altro<br />
è Sabbioneta. Dichiarata dall’Unesco<br />
“città perfetta” ci accoglie<br />
con i suoi alti bastioni che sbucano<br />
all’improvviso dalla nebbia. Le vie<br />
sono pressoché deserte e col nostro<br />
girovagare non arriviamo neanche<br />
alla Piazza Ducale perché attratti<br />
da un’insegna che indica “la posta<br />
più antica d’Europa”. E li siamo<br />
rapiti. Si si avete letto bene, proprio<br />
rapiti, sequestrati, naturalmente<br />
in modo benevolo, da un<br />
distinto signore di mezza età, il<br />
Conte Michelangelo Moretti che,<br />
PER LE STRADE D’EUROPA
60<br />
con l’autorità datagli dall’antica<br />
nobiltà di casato ci trasporta in<br />
vorticoso tour dei suoi palazzi<br />
“strapieni” di oggetti antichi, frutto<br />
<strong>della</strong> raccolta di tre generazioni<br />
di antiquari. Così entriamo in un<br />
mondo parallelo, travolti dalla<br />
estrosità dell’ultimo Conte di Sabbioneta,<br />
un po’ architetto, un pò<br />
poeta, un po’ “Principe de Curtis”,<br />
molto ciarliero, stravagante e spiritoso<br />
che ci mostra un “Tavolo dei<br />
Templari”, più grande del mio<br />
appartamento, che come basamento<br />
ha una testa d’ariete e la “porta<br />
di Leonardo” che con un geniale<br />
chiavistello riccamente istoriato è<br />
l’antesignana <strong>della</strong> “porta blindata”.<br />
L’approccio osè che il Conte ha<br />
con le signore, come pure la descrizione<br />
di evoluzioni amorose su<br />
ottocenteschi letti con baldacchino,<br />
fanno parte del personaggio,<br />
come pure il giro di valzer al suono<br />
di un vecchio grammofono ed il<br />
baciamano. Non resta che dire grazie<br />
a questo istrionico personaggio<br />
che brilla nella nebbia di questi<br />
giorni. E sempre nella nebbia ho<br />
visto anche i “prosciuttifici”. Qui la<br />
domanda vi sorgerà spontanea…<br />
che ne sai tu come sono i prosciuttifici?<br />
In questo caso mi è venuto<br />
comodo il prezioso amico “parmigiano”<br />
(stagionato da almeno 30<br />
anni) ed anche per tutte le altre<br />
indicazioni (è stato la nostra<br />
PER LE STRADE D’EUROPA<br />
PER LE STRADE D’EUROPA<br />
guida-turistica per quasi tutto il<br />
viaggio). E’ lui che mi ha fatto riconoscere<br />
in quegli edifici dalle lunghe<br />
finestre gli stabilimenti del<br />
prezioso salume, e sono proprio<br />
quelle finestre che permettono l’ingresso<br />
del “vento” che renderà così<br />
sopraffino il gusto del prosciutto di<br />
questa zona. Sempre a proposito di<br />
nebbia, durante il percorso verso<br />
Mantova ci imbattiamo in un fenomeno<br />
meteorologico a me sconosciuto.<br />
Credevo fosse una leggera<br />
nevicata ed è invece “la<br />
galaverna”. Fantastico evento cli-<br />
matico che a causa del poco vento,<br />
ma in contemporanea una temperatura<br />
rigidissima (ve l’ho detto<br />
che non superiamo mai i -3°<br />
vero?), ghiaccia la nebbia su tutte<br />
le superfici, rendendo, a differenza<br />
<strong>della</strong> neve che “copre”, ogni cosa<br />
una splendente scultura di ghiaccio.<br />
Ve lo immaginate come può<br />
essere spettacolare un albero con<br />
ogni singola foglia ghiacciata? O<br />
ogni filo d’erba di un prato? E gli<br />
arbusti nello spartitraffico? Una<br />
meraviglia <strong>della</strong> natura. Fin quando<br />
non succede a noi di essere tra-
sformati in statue di ghiaccio al<br />
nostro arrivo a Mantova. Conosco<br />
già questa bella città circondata<br />
dai suoi laghi, ma consiglio a tutti<br />
di andarci in un periodo dell’anno<br />
più mite perchè i miei amici non<br />
hanno visto ne i laghi ne la grandiosa<br />
P.zza Sondello o quella delle<br />
Erbe. Proviamo a cercare il lato<br />
romantico <strong>della</strong> passeggiata tra le<br />
brume prendendo “Il Trenino<br />
Ludovico”, servizio turistico dell’APAM<br />
di Mantova, che con ? 2,00<br />
ci trasporta per il centro storico.<br />
Simpatico modo di girare per gli<br />
antichi rioni ideato dal Trasporto<br />
Pubblico Locale ma… c’è sempre<br />
un ma…il trenino è tutto aperto e<br />
…brrr che freddo! Ci salviamo dal<br />
congelamento in un antico ristorante<br />
dove “degustiamo” gli ottimi<br />
“ravioli di zucca” accompagnati<br />
dalla musica di un pianista per la<br />
delizia del palato e dell’anima. Da<br />
qui ci dirigiamo a Cento, nota località<br />
per il Carnevale e per essere la<br />
residenza <strong>della</strong> mia simpaticissima<br />
cognata. Avrete da obiettare che le<br />
due cose non sono un ugual modo<br />
note, ma dato che non è carnevale<br />
ci passiamo lo stesso per salutare la<br />
PER LE STRADE D’EUROPA<br />
61<br />
cognatina. Ultima tappa Ferrara.<br />
Non per essere monotona ma qui la<br />
nebbia la tagli con il coltello, il freddo<br />
è sempre più intenso, le previsioni<br />
sono a neve, la Soc. Autostrade<br />
consiglia di anticipare i rientri, i<br />
viveri sono terminati e la bottiglia di<br />
liquore…. bha… deve essere evaporato<br />
perché è vuota! Quasi quasi Ferrara<br />
la vediamo in primavera, poi se<br />
rientriamo prima io questa notte<br />
esco di nuovo, ho un lavoro da<br />
fare... questa volta a cavallo di una<br />
“fiammante Tonchita”.<br />
Carola Patriarca<br />
PER LE STRADE D’EUROPA
62<br />
In merito alle notizie divulgate via<br />
stampa, e alle informazioni ricevute<br />
circa il progetto costitutivo di<br />
una società che dovrebbe gestire l’intero<br />
trasporto ferroviario in Lombardia,<br />
esprimiamo di seguito il nostro punto<br />
di vista sul merito dell’ operazione con<br />
lo scopo di aprire la discussione in<br />
ambito sindacale e più in generale fra<br />
tutti i lavoratori per le opportune riflessioni<br />
e decisioni che saremo chiamati a<br />
prendere.<br />
Con le intese che si intendono sottoscrivere<br />
fra Regione, FS e Ferrovie<br />
Nord si avvierà l’attuazione del progetto<br />
di fusione dei due vettori in un’<br />
unica azienda di trasporto ferroviario<br />
regionale denominata NEWco.<br />
Dopo anni di discussione su come<br />
organizzare il servizio ferroviario<br />
regionale , si sono rimesse in moto procedure,<br />
gli atti preliminari per realizzare<br />
entro l’anno l’obiettivo.<br />
Sono previsti tempi abbastanza stretti.<br />
Per dare il via all’operazione NEWco<br />
sono stati predisposti gli atti preliminari<br />
con accordi sulla formazione del<br />
conto economico societario, la partecipazione<br />
azionaria paritetica o meno, la<br />
tempistica attuativa, la richiesta di<br />
parere alla commissione antitrust per il<br />
nulla osta a procedere.<br />
Si prevede il decollo <strong>della</strong> nuova società<br />
entro il mese di aprile del c.a.<br />
Entro la fine del 2009 verranno incorporate<br />
nella società NEWco sia<br />
LEnord, sia il ramo d’impresa del TpL<br />
- Lombardia di Trenitalia.<br />
Cosa ci aspetta:<br />
• Circa 1200 lavoratori di Lenord e<br />
2800 di Trenitalia saranno trasferiti<br />
in NEWco.<br />
In merito alla prospettiva NEWco tra<br />
Trenitalia e Le Nord, in attesa di cono-<br />
PER LE STRADE D’EUROPA<br />
LA UILT NEL TERRITORIO: QUI MILANO<br />
Prime valutazioni sulle criticità<br />
del progetto NEWco<br />
dalla nostra redazione LOMBARDA<br />
scere gli aspetti di merito dell’eventuale<br />
accordo, si possono preliminarmente<br />
sollevare le seguenti questioni:<br />
• Diverso peso e dimensione quantitativa<br />
riferita al personale dei due<br />
rami d’azienda che farebbe presupporre<br />
una prevalenza, anche nelle<br />
scelte contrattuali, del ramo<br />
d’azienda “Trenitalia”. In questo<br />
senso, rispetto alle ipotesi di accordo<br />
sembra che sia stata completamente<br />
trascurata la vicenda relativa<br />
al personale dipendente che rappresenta<br />
però la preponderante voce di<br />
costo aziendale per entrambi i rami<br />
d’azienda <strong>della</strong> costituenda NEWco<br />
e quindi la leva principale su cui<br />
agire nel dichiarato obiettivo di rendere<br />
oltre che più efficace anche più<br />
efficiente il sistema del trasporto<br />
ferroviario in Lombardia.<br />
Il passaggio del personale se da un<br />
punto di vista tecnico/ procedurale<br />
appare semplice e indolore, nel senso<br />
che è sufficiente avviare le procedure<br />
nei tempi stabiliti dalla Legge (almeno<br />
25 giorni prima dell’atto ufficiale di<br />
conferimento) che possono concludersi<br />
anche con un verbale di mancato<br />
accordo tra azienda e OO.SS, molto<br />
diverso appare da un punto di vista<br />
sostanziale, tenendo conto che l’impianto<br />
contrattuale dei due rami<br />
d’azienda risulta essere profondamente<br />
diverso.<br />
In questo senso per forza di cose, per<br />
tutto il personale dipendente <strong>della</strong><br />
NEWco, ipotizzare regole di utilizzo e<br />
trattamenti retributivi comuni. Per<br />
giungere a questo obiettivo bisogna in<br />
primo luogo definire un unico CCNL<br />
di riferimento, e in una logica di efficientamento<br />
tale riferimento contrattuale<br />
dovrebbe essere quello degli<br />
Autoferrotranvieri, a cui dovrebbe<br />
seguire un’opera di armonizzazione<br />
dei trattamenti anche attraverso la previsione,<br />
per istituti economici, di compensi<br />
ad personam integralmente<br />
assorbibili nel corso del tempo. Anche<br />
in questo caso però si deve tener conto<br />
di come si possano armonizzare per<br />
così dire al ribasso i trattamenti di<br />
circa 2.800 addetti provenienti da Trenitalia<br />
a fronte di circa 1200 provenienti<br />
da Le Nord; sarebbe sicuramente<br />
più immediata un’operazione inversa<br />
con conseguente “plafonamento” verso<br />
l’alto dei trattamenti economici e normativi,<br />
tutta a discapito però <strong>della</strong> prospettata<br />
maggior efficienza del sistema<br />
che si dovrebbe generare con la creazione<br />
<strong>della</strong> NEWco. Solo a titolo<br />
esemplificativo si deve pensare che per<br />
il personale di Lenord l’attribuzione<br />
dei trattamenti contrattuali previsti dal<br />
CCNL delle Attività ferroviarie, anche<br />
in riferimento alla modalità di utilizzo<br />
del personale, potrebbero generare<br />
costi aggiuntivi stimabili in misura non<br />
inferiore al 20%.<br />
Quanto prospettato per la creazione<br />
<strong>della</strong> NEWco, sottraendo di fatto la<br />
società Le Nord al controllo del gruppo<br />
FNM, farebbe venire meno il senso<br />
stesso del gruppo FNM, anche in riferimento<br />
alle già concluse vicende legate<br />
al controllo dell’altra società del gruppo<br />
dedita alle merci. Che senso avrebbe<br />
ancora un Gruppo FNM per presidiare<br />
le funzioni di gestione e manutenzione<br />
dell’infrastruttura ferroviaria,<br />
per la quale basterebbe una società<br />
dedicata, magari da “associare”, anche<br />
in questo caso,alla rete lombarda di<br />
R.F.I.?<br />
Un’effettiva operazione finalizzata<br />
all’efficientamento del sistema, pas-
sando attraverso la creazione di una<br />
NEWco, oltre agli aspetti contrattuali<br />
sopra evidenziati, dovrebbe comportare,<br />
per ottenere l’effetto sperato, una<br />
semplificazione delle strutture, eliminando<br />
le ridondanze ed ottimizzando la<br />
prestazione lavorativa dei singoli, il<br />
che, partendo dal presupposto sopra<br />
individuato, che non di fatto il gruppo<br />
FNM, comporterebbe delle ripercussioni<br />
su tutte le società del Gruppo, non<br />
solo per LeNORD. Per meglio chiarire<br />
tale osservazione, in un contesto normativo<br />
che, aldilà di ogni valutazione<br />
di opportunità gestionale e sindacale,<br />
non prevede esuberi e collocamento in<br />
mobilità del personale, non si comprende<br />
come possa avvenire questa<br />
operazione di razionalizzazione sia per<br />
la costituenda NEWco che per le altre<br />
società del gruppo.<br />
In questo quadro confuso, di stallo<br />
nelle relazioni sindacali, di mancanza<br />
assoluta di informazione preventiva<br />
sulle disposizioni aziendali, assistiamo<br />
ad assunzioni nel ruolo impiegatizio e<br />
in contemporanea a bandi di selezione<br />
per la mobilità del personale degli uffici<br />
verso LeNORD.<br />
Sono queste operazioni che preludono<br />
volontà aziendali di alleggerimento<br />
delle sovrastrutture, tanto più se si<br />
pensa di affidare, i servizi di supporto a<br />
qualche struttura esterna. (SERFER?),<br />
in previsione del ridimensionamento<br />
del Gruppo Societario F.N.M.<br />
Forse in un ottica di effettivo efficientamento<br />
del servizio e delle strutture<br />
organizzative sarebbe stato preferibile,<br />
anche se meno suggestivo, pensare ad<br />
una serie di progressive cessioni di<br />
linee con conseguenti trasferimenti di<br />
ramo d’azienda dall’operatore meno<br />
efficiente a quello con migliore modello<br />
di gestione, magari prevedendo una<br />
diversa partecipazione societaria per<br />
l’azienda cessionaria dei vari rami<br />
d’azienda connessi alle singole linee da<br />
gestire.<br />
<strong>Uiltrasporti</strong> Lombardia<br />
Settore Autoferrotranvieri<br />
R. Monticelli<br />
Milano 4 marzo 2009<br />
LA UILT NEL TERRITORIO: QUI BOLOGNA<br />
Voci fuori dal coro,<br />
anzi dal CUD<br />
di CESARE MENINI<br />
dalla nostra redazione EMILIA-ROMAGNA<br />
La crisi. Chi di noi non ha sentito<br />
o non sta vivendo la crisi che<br />
attanaglia le economie e il lavoro<br />
di tutto il mondo? I governi fanno a gara<br />
per adottare provvedimenti tampone per<br />
arginare quello che sembra, dalle voci<br />
più disparate, un volo nel vuoto, senza<br />
tra l’altro capire quanto tempo manchi<br />
per toccare il fondo… Più si fa alta l’altezza<br />
<strong>della</strong> caduta, maggiori saranno i<br />
danni.<br />
I paracaduti che le amministrazioni di<br />
questo mondo stanno mettendo in atto<br />
sono appunto paracaduti per rallentare<br />
e attutire la caduta, non deltaplani o<br />
aerei tali da far volare mentre gli altri<br />
cadono.<br />
Nessuno pare aver compreso pienamente<br />
che la crisi non ha origine dal crollo dell’economia<br />
“reale” ma è l’effetto velenoso<br />
di una contaminazione tutta finanziaria<br />
di un’economia “virtuale” che<br />
sarebbe forse più corretto definire amorale.<br />
Se le imbottiture di gommapiuma ser-<br />
63<br />
vono per ovattare questa caduta, non<br />
escludono di certo rotture, anche<br />
sociali. Sono pure queste, le imbottiture<br />
e forse anche le eventuali rotture, figlie<br />
delle teorie applicate che hanno partorito<br />
questa crisi. Ahimè siamo tutti degli<br />
Icaro che hanno creduto di volare e di<br />
crescere, salire sempre… e ora come<br />
Icaro…<br />
La crisi ha diversi padri benché qualche<br />
profeta che ne aveva anticipato l’arrivo è<br />
stato visto come Cassandra. Le colpe dei<br />
padri non è vero che non ricadono sui<br />
figli. Ve lo dice uno che è parecchio<br />
arrabbiato e che fatica a tenere unito il<br />
concetto di solidarietà generazionale con<br />
le generazioni precedenti visto il mondo<br />
che ci hanno donato: dalle pensioni future<br />
al debito pro capite.<br />
A parte questa dissertazione non sono<br />
qui per un’invettiva o per una lamentela<br />
ma per scrivere un articolo sperando che<br />
qualcuno lo legga e trovi spunti di riflessione,<br />
e perché no, di azione, come è<br />
accaduto per i precedenti contributi<br />
riguardo:<br />
• Nome in codice: Amen. Riguardo la<br />
PER LE STRADE D’EUROPA
64<br />
raccolta di firme per avviare un’azione<br />
di lobbing per un’equa applicazione<br />
del sistema sanzionatorio dell’art.<br />
186 Dlgs 30 aprile 285 come modificato<br />
dal Dl. 92/2008, comma 2 punto<br />
a) sull’alcool test (Per le strade d’Europa,<br />
Ottobre 2008);<br />
• No Uil. No Party. Riguardo il mancato<br />
pagamento di 5 festività soppresse<br />
per tutti gli autisti che fanno meno di<br />
74 riposi (Per le strade d’Europa,<br />
Novembre 2008).<br />
Di quest’ultimo fatto mi è giunta voce<br />
dal bolognese del Dipartimento Nazionale<br />
che anche la Treccani <strong>della</strong> Uil Trasporti<br />
Nazionale, Cleto Catalano, ha<br />
detto che uno sbarbo come me poteva<br />
avere ragione. Per onestà intellettuale e<br />
per dare a Cesare quel che è di Cesare,<br />
occorre dire che delle festività non pagate<br />
se ne è accorto un pensionato che sta<br />
dando una mano alla Uil Trasporti Atc<br />
di Bologna nell’ambito di un difficile<br />
processo formativo di nuovi delegati,<br />
scarsi per numero e per formazione propria,<br />
ma abbastanza volenterosi. Qui a<br />
Bologna cerchiamo di valorizzare i giovani,<br />
sperando nella solidarietà generazionale-nazionale.<br />
Il signore in questione è un tipico esemplare<br />
di animale sindacale dotato di<br />
una memoria storica impressionante<br />
guidata da un’inesauribile curiosità<br />
alimentata dalla lettura di almeno<br />
4 quotidiani al giorno.<br />
Il presente articolo vuol essere<br />
un’altra “chicca”, l’ultima in<br />
ordine di tempo, offerta alla Uil…<br />
Speriamo non l’ultima perché pare<br />
le chicche non manchino, anzi…<br />
A giugno del 2008 in virtù dei<br />
provvedimenti legislativi che<br />
detassavano straordinari, premi<br />
e voci retributive tipicamente<br />
aziendali legate alla produttività,<br />
la Uil chiese un incontro ad Atc<br />
Bologna per sapere quali voci<br />
aveva intenzione di inserire nell’elenco<br />
di quelle soggette a<br />
DETASSAZIONE. Il menefreghismo<br />
di tutte le altre OO.SS. fece da<br />
paravento alla non risposta aziendale.<br />
PER LE STRADE D’EUROPA<br />
LA UILT NEL TERRITORIO: QUI BOLOGNA<br />
Il 2008 passò, confermando la potenza e<br />
il ruolo del sindacato!<br />
Solo a gennaio 2009, la Uil e le altre<br />
OO.SS., ottennero un incontro e l’elenco<br />
delle voci.<br />
L’elenco poteva sembrare una presa per<br />
i fondelli per chi sapeva leggere dietro<br />
quelle lettere, infatti era un copia e<br />
incolla delle voci <strong>della</strong> busta paga abbreviate,<br />
più simile ad una lista di codici<br />
fiscali.<br />
Aramaico antico… ma se sai l’aramaico<br />
antico sai cosa c’è scritto… o non scritto.<br />
Nessuno guardò l’elenco o parve prestarvi<br />
attenzione ad eccezione di quel<br />
pensionato di cui sopra.<br />
Per giorni scartabellò tra vecchi contratti<br />
degli anni ’80 e ’90 per cercare conferme.<br />
Essendo allergico al computer e a<br />
qualsiasi forma di tecnologia (doveva<br />
essere uno di fondatori del luddismo) mi<br />
fece scaricare circolari, decreti, e qualsiasi<br />
cosa che vertesse sull’argomento.<br />
Come un segugio aveva fiutato qualcosa.<br />
Aveva già scavato nel sottobosco una<br />
volta con le festività soppresse…<br />
Chiese così un ulteriore incontro con<br />
Atc per parlare di busta paga che da noi<br />
a Bologna è un mistero avvolto in un<br />
enigma… Ma credo che a tal riguardo,<br />
come mi conferma Raffaele Abete di<br />
Parma, non siamo gli unici dilettanti allo<br />
sbaraglio a brancolare nel buio. Altro<br />
che stele di Rosetta!<br />
L’atteggiamento delle altre OO.SS. e<br />
dell’azienda erano sempre gli stessi<br />
anche nel secondo incontro a febbraio:<br />
le OO.SS. sempre quasi seccate per la<br />
perdita di tempo che la Uil faceva compiere…<br />
Anche per le festività soppresse<br />
per loro si perdeva tempo... vedremo…<br />
Il “nostro” non disse nulla lasciando parlare<br />
gli altri che dopo aver dato fiato alla<br />
bocca per diversi minuti dissero che non<br />
avevano niente da dire sull’argomento,<br />
né tanto meno circa l’elenco fornito dall’azienda.<br />
Con fare sornione e quasi sfidato dalle<br />
altre OO.SS. l’attempato giovinotto<br />
azzimato uillino chiese all’azienda<br />
come mai non comparivano nell’elenco<br />
alcune voci aziendali che a suo<br />
umile avviso, forte delle circolari dell’agenzia<br />
delle entrate, potevano essere<br />
inserite.<br />
L’azienda sembrava in difficoltà e, dopo<br />
affermazioni che diedero adito a richieste<br />
di altri incontri chiarificatori, si riservò<br />
di fornire spiegazioni più compiute.<br />
Siamo ancora, al momento <strong>della</strong><br />
scrittura del presente articolo, in<br />
dolce attesa. Speriamo che non si<br />
debba attendere 9 mesi.<br />
Ora sarà difficile che quelle voci<br />
che mancano vengano inserite<br />
nell’elenco del 2008: i CUD sono<br />
già stampati e quei soldi detassati<br />
sono andati giù per le scale di<br />
cantina.<br />
Ricordo che anche nel 2009 vale<br />
la detassazione di alcune voci<br />
<strong>della</strong> retribuzione.<br />
La circolare 59/e dell’Agenzia<br />
delle Entrate, il cui oggetto è<br />
“Disposizioni urgenti per salvaguardare<br />
il potere di acquisto delle<br />
famiglie – art. 2 del decreto legge<br />
27 maggio 2008, n. 93 – “Misure<br />
sperimentali per l’incremento<br />
<strong>della</strong> produttività del lavoro” -<br />
Ulteriori chiarimenti”, recita a<br />
pagina 5, punto 6: «… le indennità
o maggiorazioni di turno o comunque le<br />
maggiorazioni retributive corrisposte<br />
per lavoro normalmente prestato in base<br />
a un orario articolato su turni, stante il<br />
fatto che l’organizzazione del lavoro a<br />
turni costituisce di per sé una forma di<br />
efficienza organizzativa, così come le<br />
speciali indennità aggiuntive che diano<br />
luogo a incrementi di produttività, innovazione<br />
ed efficienza organizzativa,<br />
nonché le somme erogate per lo svolgimento<br />
di mansioni promiscue e intercambiabilità<br />
e, in generale, tutti gli altri<br />
emolumenti, anche riconosciuti in misura<br />
fissa e stabile, purché connessi, nel<br />
loro complesso, a incrementi di produttività,<br />
innovazione ed efficienza organizzativa<br />
e ad altri elementi di competitività<br />
e redditività legati all’andamento economico<br />
<strong>della</strong> impresa …» … ovvero<br />
nell’elenco di voci da detassare vanno<br />
inserite quelle aziendali laddove, in base<br />
ai contratti, esistono indennità di turno,<br />
di guida, per autobus snodato, filobus<br />
ecc. ecc.<br />
Nel nostro elenco mancano per esempio<br />
le voci riferite all’indennità che Atc corrisponde<br />
se guido un filobus oppure un<br />
autosnodato. L’essere poliedrico e flessibile,<br />
come va di moda ultimamente,<br />
dal punto di vista delle abilitazioni<br />
necessarie per l’efficienza organizzativa<br />
che si basa sull’interscambio del personale<br />
su diversi mezzi è, a mio modesto e<br />
non competente avviso, un elemento di<br />
produttività ed efficienza organizzativa,<br />
per parafrasare l’altra circolare, la 49,<br />
dell’Agenzia delle Entrate che cita:<br />
“Ove pertanto i contratti collettivi,<br />
anche di secondo livello o aziendali,<br />
prevedano che una retribuzione abbia<br />
carattere straordinario, ovvero che determinati<br />
emolumenti siano corrisposti «in<br />
relazione a incrementi di produttività,<br />
innovazione ed efficienza organizzativa<br />
e altri elementi di competitività e redditività<br />
legati all’andamento economico<br />
dell’impresa»”.<br />
Questo è ovviamente solo un esempio<br />
riguardo voci mancanti… pare un<br />
coro.<br />
Nasce quindi un contenzioso (pesante!)<br />
di merito sulla detassazione solo per la<br />
LA UILT NEL TERRITORIO: QUI BOLOGNA<br />
mancanza di un confronto preventivo<br />
con il sindacato confederale, confronto<br />
richiesto tra l’altro solo dalla Uil.<br />
Ora che i CUD 2008 sono già stati fatti<br />
e in distribuzione LA NON DETAS-<br />
SAZIONE DELLE SUDDETTE<br />
VOCI SALARIALI SONO COSTATI<br />
IN TASSE AI LAVORATORI che<br />
non hanno recuperato potere e tanto<br />
meno potere d’acquisto: invece di<br />
pagare XX euro di tasse i lavoratori<br />
ne avrebbero forse potute pagare<br />
meno, a fronte dei provvedimenti legislativi<br />
governativi, e spendere la differenza.<br />
Al momento io non sento le voci ma<br />
sento che potrebbe mancare qualcosa<br />
nel mio portafoglio e voi? Le vostre voci<br />
cosa dicono?<br />
Il racconto scritto in maniera semi seria<br />
vuole porre una riflessione e una considerazione<br />
che già si poteva desumere tra<br />
le righe fin’ora scritte: SE IL SINDA-<br />
CATO NON CONTROLLA E NON<br />
SA FARE NEMMENO IL SUO<br />
RUOLO E DOVERE, SE IL SUO<br />
RUOLO E DOVERE SONO LA<br />
TUTELA DEI DIRITTI DEI LAVO-<br />
RATORI E DEI CITTADINI, CHE<br />
COSA FA? Dilata il suo ruolo in altri<br />
ambiti?<br />
La crisi morde lacerando non solo il<br />
salario ma anche la dignità del lavoratore<br />
nella sua espressione massima, il<br />
lavoro appunto, e la sua contropartita, il<br />
corrispettivo economico.<br />
Siamo nella rossa (rossa?) Bologna e<br />
non vorrei, e sicuramente non è, che<br />
l’apparente menefreghismo di alcune<br />
OO.SS. sia dettato da scelte ideologiche.<br />
E’ chiara la questione “politica” e il<br />
suo risvolto concreto retributivo,<br />
ovvero più denaro detassato nelle<br />
tasche dei lavoratori?<br />
Le OO.SS. Confederali firmano l’accordo<br />
per il nuovo modello contrattuale,<br />
non tutte!<br />
Dentro vi è la “spinta” per il salario<br />
aziendale di produttività, là dove esiste,<br />
là dove si produce, là dove si contratta e<br />
si distribuisce.<br />
Parallelamente i provvedimenti governativi<br />
(Ministro delle finanze, del Lavo-<br />
65<br />
ro ecc. ecc.) che diminuiscono le tasse<br />
su rilevanti quote salariali vengono<br />
“disattesi” e\o quanto meno non resi<br />
noti e oggetto di non confronto-colloquio-controllo<br />
preventivo sindacale -<br />
se il sindacato non si interessa del salario<br />
reale è meglio che vada a vangare…<br />
- perché ci sono OO.SS. che “nicchiano”!!!<br />
Proprio quelle che sparano a<br />
zero sul nuovo modello contrattuale e<br />
le altre tacciono… Chi tace acconsente?<br />
COME SI PUÒ PRETENDERE POI<br />
CHE I LAVORATORI NON VADA-<br />
NO IN PIAZZA A PROTESTARE<br />
QUANDO, ANZI, È IL NON CON-<br />
TROLLO CHE SPINGE ALLA<br />
PIAZZA?!?!<br />
E poi si parla di crisi economica, di bassi<br />
salari e via discorrendo… se non si prendono<br />
i treni che passano!!! Proprio noi<br />
che lavoriamo nei trasporti… Sarebbe il<br />
colmo!!!<br />
Chi non ha firmato quegli accordi è<br />
certo interessato a che queste opportunità<br />
non vengano pienamente accolte e<br />
rese concretamente operative ed evidenti<br />
nei loro effetti di sostanziale aumento<br />
retributivo netto nelle buste paghe mensili<br />
dell’area dei lavoratori interessati<br />
ma vengano sottovalutate, sminuite,<br />
taciute e “avvolte nelle nebbie”.<br />
Chi non ha firmato farà il pesce in barile,<br />
frenerà, parlerà d’altro. Lo sta già<br />
facendo con mobilitazioni nazionali,<br />
ancorché scarse. E noi?<br />
Questo scritto è falsato nei tempi di pubblicazione,<br />
mentre chi di dovere sta<br />
parallelamente telefonando alle diverse<br />
città per conoscere, coordinare e fare<br />
massa critica. Mentre questa macchina<br />
un po’ ferrosa e lenta si mette in moto<br />
FATE CHIAREZZA NELLE VO-<br />
STRE BUSTE PAGA! Fate l’elenco<br />
delle voci retributive aziendali e nazionali.<br />
Guardate avanti… anche per quanto<br />
previsto nella piattaforma nazionale<br />
sul contratto <strong>della</strong> mobilità! … MEDI-<br />
TATE GENTE, MEDITATE MA<br />
SOPRATTUTTO CONTROLLATE<br />
LE VOCI DEL SALARIO…<br />
BUON LAVORO DETASSATO A<br />
TUTTI.<br />
PER LE STRADE D’EUROPA
66<br />
di U. ESPOSITO, A. SERVO<br />
Ogni giorno i tecnici degli<br />
impianti di sicurezza, <strong>della</strong><br />
trazione elettrica e del tronco<br />
lavori si impegnano affinché il Gruppo<br />
FS possa raggiungere i suo obiettivo:<br />
trasportare merci e persone in sicurezza<br />
ed in orario. Ogni settore riveste un<br />
ruolo decisivo nell’offerta di un servizio<br />
impeccabile ai viaggiatori, ma è sui<br />
tecnici dell’IS che si vuole puntare<br />
l’attenzione.<br />
La manutenzione è solo una parte del<br />
loro lavoro, poiché è sui guasti che<br />
interviene tutta la loro competenza.<br />
Nella soluzione di problemi non strutturati,<br />
caratterizzati da prospettive<br />
multiple e notevoli incertezze, si<br />
rispecchia l’esperienza e la preparazione<br />
di una categoria da sempre sottoposta<br />
a continui incrementi di carichi di<br />
lavoro e stress. Il minimo errore è<br />
inammissibile, risolvere un guasto con<br />
qualche minuto di ritardo costa migliaia<br />
di euro, risolverlo male potrebbe<br />
costare centinaia di vite.<br />
Immaginate di dovervi svegliare nel<br />
cuore <strong>della</strong> notte, quando fuori è tutto<br />
buio e fermo e voi, ancora sbronzi di<br />
sonno, dopo esservi vestiti in un tempo<br />
da far invidia ai tecnici Ferrari, mettete<br />
in moto la vostra auto per raggiungere il<br />
luogo del guasto. Mentre guidate avete<br />
solo due cose in mente, metterci il minor<br />
tempo possibile e le parole del DCIE<br />
(Dirigente Centrale Impianti Elettrici),<br />
che in poche sillabe ha cercato di indicarvi<br />
la natura del problema. “Sono arri-<br />
PER LE STRADE D’EUROPA<br />
LA UILT NEL TERRITORIO: QUI NAPOLI<br />
VITA DA FERROVIERE: L’IMPORTANZA DI CHIAMARSI IS<br />
Viaggio nell’attività lavorativa dei tecnici FS<br />
deputati agli impianti di sicurezza<br />
dalla nostra redazione CAMPANA<br />
vati gli operai!” è la frase che spesso il<br />
dirigente di movimento comunica al<br />
proprio coordinatore quando arriva la<br />
squadra IS sul luogo dell’avaria, quattro<br />
semplici parole che nascondono tutta la<br />
rabbia degli agenti, i quali si aspettano,<br />
almeno dai colleghi, di essere riconosciuti<br />
come tecnici.<br />
Negli ultimi anni RFI ha attivato un<br />
pesante processo di razionalizzazione<br />
che ha investito tutte le aree, per effetto<br />
di questo molti settori sono stati<br />
ridimensionati ed altri sono scomparsi<br />
o si avviano ad esserlo. Spesso le<br />
incombenze derivanti da queste divisioni,<br />
ancora presenti ma non più così<br />
strategiche da giustificare squadre<br />
dedicate, sono state dirottate verso<br />
l’IS. Questo ha richiesto ai tecnici una<br />
maggiore polifunzionalità, che nel<br />
tempo si è spinta sempre più verso l’alto,<br />
né è un esempio l’abilitazione<br />
SDAM (Servizio Deviatori per Agenti<br />
<strong>della</strong> Manutenzione), che ha permesso<br />
agli addetti IS di sostituire quasi completamente<br />
il Dirigente di Movimento.<br />
A tutto ciò va aggiunto che RFI con<br />
ritmo incalzante implementa nuovi<br />
sistemi per la circolazione dei treni in<br />
sicurezza, con una velocità tale da non<br />
permetterle sempre di supportare i tecnici<br />
con specifici corsi, i quali devono<br />
affidarsi solo alle conoscenze derivate<br />
dalla pratica e dalla dedizione. Ne è un<br />
esempio la recente implementazione<br />
dell’SCMT (impianto che attua la protezione<br />
<strong>della</strong> marcia del treno, rispetto<br />
alle condizioni imposte dai segnali),<br />
avvenuta in pochi mesi, che ha richie-<br />
sto il rapido apprendimento del sistema<br />
in tutte le sue tre varianti (Bombardier,<br />
Alstom ed Ansaldo).<br />
Le capacità del tecnico IS, pertanto,<br />
non solo devono essere specifiche, ma<br />
anche ampie e trasversali. In un lavoro<br />
che prevede dalla lubrificazione dei<br />
deviatoi alla programmazione di un<br />
Hard Disk, dalla verifica del serraggio<br />
<strong>della</strong> bulloneria alla programmazione<br />
di una boa, nulla può essere prevedibile<br />
o dato per certo. La necessità di farsi<br />
trovare pronti e preparati in ogni evenienza<br />
da sempre contraddistingue il<br />
ferroviere, che per molti è solo un<br />
mestiere, ma per chi conosce il settore<br />
è un modo di essere.<br />
La nuova sfida competitiva dell’AV ha<br />
dato ancora maggiore risalto ai tecnici<br />
<strong>della</strong> sicurezza, tanto che nel compartimento<br />
di Napoli l’azienda ha richiesto<br />
una nuova organizzazione dell’orario<br />
di lavoro. Giustificata dalla necessità<br />
di garantire un servizio di qualità, RFI<br />
ha chiesto a persone che per decenni<br />
hanno effettuato un turno giornaliero,<br />
di rivoluzionare la loro vita lavorativa<br />
e privata, istituendo turni in terza o in<br />
seconda, un intervento che ha investito<br />
solo il settore IS. Ancora una volta,<br />
dunque, si chiede l’appoggio di tale<br />
settore, il cui sostegno non è mai mancato.<br />
Ora, però, si spera che questo<br />
ulteriore sacrificio possa donare maggiore<br />
dignità e potere ad una categoria<br />
che anche grazie al suo significativo<br />
contributo ha permesso al Gruppo FS<br />
di fregiarsi del titolo di ferrovia più<br />
sicura d’Europa.
di GENNARO GAMBARDELLA<br />
amico ti scrivo così mi<br />
distraggo un pò…”, è cosi<br />
“Caro<br />
che con la famosa e indimenticabile<br />
canzone di Lucio Dalla,<br />
“L’anno che verrà”, si prova a commentare<br />
il nuovo anno che si appresta a vivere<br />
un’azienda come CTP. Quindi anno<br />
nuovo, vita nuova? Nelle intenzioni<br />
declamate proprio non è chiaro, ma si sa,<br />
tra le intenzioni e la pratica può esserci<br />
sempre una notevole differenza e quindi<br />
perché non sperare! Il management<br />
aziendale, ed anche il c.d.a., hanno subito<br />
sostanziali modifiche, lasciando pressoché<br />
intatte e presenti in azienda molte<br />
problematiche ed inefficienze, che hanno<br />
LA UILT NEL TERRITORIO: QUI NAPOLI 67<br />
ANNO NUOVO, VITA NUOVA! IL FUTURO DI CTP<br />
L’obiettivo del Piano Industriale<br />
è l’abbattimento dei costi<br />
e il miglioramento <strong>della</strong> qualità del servizio<br />
dalla nostra redazione CAMPANA<br />
segnato negli ultimi anni l’isolamento e<br />
lo scollamento <strong>della</strong> CTP sia al suo interno<br />
che nello scenario cittadino dei trasporti.<br />
Problematiche che ancora al palo<br />
sembrano aspettare un nuovo illuminato<br />
che le risolva! Lo si è ripetuto tantissime<br />
volte, lo si è chiesto a più riprese : “più<br />
regole, più rispetto di procedure, meno<br />
anarchia”. Regole chiare e semplici a cui<br />
tutti, dal primo dipendente entrato in<br />
CTP all’ultimo dirigente, possano guardare<br />
con fiducia e determinazione. L’auspicio<br />
è quello di una nuova fase, capace<br />
di ripristinare un sistema di relazioni<br />
interne ed esterne per rilanciare l’azienda<br />
con una nuova linfa per il futuro di CTP,<br />
lavorando e remando tutti dalla stessa<br />
parte. Le previsioni meteo annunciano,<br />
però, mare grosso e vento in aumento.<br />
Cominciando a parlare del piano industriale<br />
presentato dal C.d.A., un primo<br />
punto ipotizza l’abbattimento drastico<br />
dei costi senza intaccare la qualità del<br />
servizio: ottima come intenzione, ma la<br />
domanda è “in che direzione s’intende<br />
tagliare i costi?” Speriamo non a danno<br />
<strong>della</strong> sicurezza e mai unilateralmente<br />
sulla pelle dei dipendenti. Magari una<br />
soluzione potrebbe essere tagliare nettamente<br />
le consulenze ed internalizzare<br />
quanto più possibile ciò che ora è disperso<br />
in mille rivoli. Il nuovo piano industriale<br />
invece punta sostanzialmente e<br />
come al solito, allo sfoltimento netto dei<br />
dipendenti CTP ad oggi poco più di<br />
1400, mentre, fra 5 anni, dovrebbero<br />
essere circa 1100 a parità di produzione<br />
ma con una singolarità: sicuramente<br />
“nell’interesse comune” si nota prima un<br />
innalzamento degli addetti alla guida e<br />
poi, lentamente, in futuro, probabilmente<br />
quando ci saranno “altri” alla guida,<br />
anche queste figure strategiche diminuiscono<br />
così d’incanto quasi a far pensare<br />
ad un miracolo produttivo che altri<br />
dovranno sostanziare.<br />
Questa ipotesi potrebbe avere due chiavi<br />
di lettura. La prima, porterebbe ad ipotizzare<br />
un aumento di professionalità dell’intero<br />
organico aziendale, atto a colmare<br />
la riduzione di personale con l’immissione<br />
di nuove ed efficienti tecnologie?<br />
(Mah!). La seconda, e anche questa un<br />
pò maliziosa, porta a ragionare su di un<br />
PER LE STRADE D’EUROPA
68<br />
aspetto alquanto inquietante, probabilmente<br />
pensato da chi, nel tentativo di<br />
fare tutto e subito, vuole disegnare una<br />
veloce azienda, capace da qui a Giugno<br />
di lanciare speranze e progetti utili, che<br />
poi difficilmente potranno avere ricadute<br />
sul futuro, se non altro per essere stati<br />
confezionati con una scadenza prefissata<br />
e senza tener conto di cosa sta succedendo<br />
in giro per il mondo. Le note vicende<br />
politiche che hanno travolto CTP (vedi<br />
abbandono del Comune, gara di Caserta)<br />
hanno sconvolto l’assetto economico già<br />
di per se malmesso dell’azienda, risucchiandola<br />
in un vortice pericoloso. Da<br />
qui forse l’ipotesi, paventata e maldestra,<br />
di farla inginocchiare ancora più, fino a<br />
farla scomparire (magari inglobandola<br />
nell’E.A.V.) dal panorama del trasporto<br />
pubblico Campano, a dispetto dei progetti<br />
di Area Metropolitana e dei trasporti<br />
integrati, che forse richiederebbero una<br />
discussione armonica e partecipata anche<br />
con gli altri soggetti operanti nel bacino<br />
metropolitano, ma senza trucchi, precon-<br />
di NELLO FUSARO<br />
Torino. “L’Itala cambia” si sente<br />
dire da tempo immemore a ricordare<br />
come, questo nostro sfortunato<br />
paese, ad ogni levar del sole sia<br />
diverso dal giorno prima. In realtà, a ben<br />
osservare scevri da ogni personalismo, ci<br />
si rende conto di come il nostro piccolo<br />
mondo non si modifichi più di tanto, sia<br />
nelle micro come nelle macro situazioni.<br />
La politica, in fondo, è la politica di<br />
un’italietta che non vuole crescere. In economia<br />
come nella finanza, lo scenario è lo<br />
stesso e, più osserviamo i vari settori <strong>della</strong><br />
società e del mondo industriale, il senso di<br />
PER LE STRADE D’EUROPA<br />
LA UILT NEL TERRITORIO: QUI NAPOLI<br />
cetti e istinti uccisori, che hanno portato<br />
alla deresponsabilizzazione <strong>della</strong> proprietà<br />
e del gruppo dirigente.<br />
Con lo stato di confusione regnante e con<br />
un piano industriale mai confrontato con<br />
QUI TORINO<br />
appartenenza e lo spirito che fecero grande<br />
un tempo il nostro paese in varie epoche<br />
e contesti, ci appaiono sopiti e relegati<br />
ad un oblio devastante. In questo contesto,<br />
che si può osservare ogni giorno in<br />
molteplici aspetti <strong>della</strong> vita quotidiana e<br />
che delinea una deriva sociale che, essenzialmente<br />
è di carattere culturale/morale,<br />
la fanno da padrone gli interessi particolari,<br />
le collusioni tra lobby e interessi collegati,<br />
tanto che alla libera concorrenza, alla<br />
normale vita di un popolo civile che vuole<br />
andare avanti, si sostituisco valori in cui la<br />
mediocrità, l’ipocrisia, il cattivo gusto, le<br />
collusioni con il malaffare, sono l’abito<br />
logoro di una società destinata ad un peri-<br />
le parti sociali tutte le ipotesi sono legittime,<br />
finanche quelle maligne, e quindi si<br />
vedrà se l’anno che verrà dirà o, solo<br />
mestamente, annuncerà!<br />
Gennaro Gambar<strong>della</strong><br />
Appalti ferroviari: Qui custodet custodes?<br />
dalla nostra redazione PIEMONTESE<br />
coloso declino.<br />
In questo contesto nulla è più un valore,<br />
nulla è più motivo di orgoglio collettivo.<br />
Tutto trova la sua collocazione in un<br />
esclusivo termine: il profitto.<br />
Ad ogni costo e con meno regole possibile<br />
per sé e per i propri sodali.<br />
E non è neppure di una questione di pura<br />
morale che parliamo, ma solo di uno squisito<br />
ed elementare insieme di regole cui<br />
nessuno più si rifà.<br />
Da tempo e con autorevoli esempi governativi.<br />
Stamane leggendo la prima pagina<br />
di un grande quotidiano siamo rimasti colpiti<br />
dal titolo di apertura: L’Italia è il<br />
paese che ha il più elevato numero di
eati! L’articolo poi, elaborando il tema<br />
anticipato nel titolo e nel sottotitolo, portava<br />
a conoscenza di alcuni dettagli in cui,<br />
quello che maggiormente risaltava, era la<br />
notizia che l’Italia è collocata al 156°<br />
posto nella corrispondente graduatoria<br />
mondiale.<br />
Dopo paesi dell’Africa emergente!<br />
Insomma, siamo sempre un paese di primati<br />
(ovviamente intesi non come scimmie...).<br />
Non c’è dubbio che questo guinness<br />
sia rifiutato dalla coscienza collettiva<br />
di una certa parte del popolo civile, ma va<br />
da sé che laddove un paese non ha regole<br />
certe (anche le più minute e per casi minimi),<br />
e non è capace di porre in atto comportamenti<br />
che siano universalmente<br />
accettati e riconosciuti, come espressione<br />
<strong>della</strong> cultura del popolo che in esse vi si<br />
riconosce, ritenendole giuste e adeguate,<br />
il caos regna sovrano, il male affiora nella<br />
società ad ogni angolo, le differenze tra<br />
cittadini, tra i loro “diritti” e quelli di coloro<br />
che si sentono “al di sopra delle regole”,<br />
siano marcate sempre più da un’anarchia<br />
che non è cultura ma solo l’espressione<br />
<strong>della</strong> povertà intellettuale del popolo<br />
stesso.<br />
In questo contesto, tutto vale quanto il<br />
contrario di tutto; la prevaricazione, gli<br />
interessi a latere, sono la regola principale<br />
e quanto di peggio può partorire la<br />
società; l’anarchia del costume e l’impoverimento<br />
<strong>della</strong> cultura sulla quale si erigono<br />
le basi <strong>della</strong> società stessa, divengono<br />
le uniche regole valide.<br />
Qui, tutto viene posto sul piatto del mero<br />
profitto; tutto acquisisce un valore merceologico<br />
e la vita stessa diviene una<br />
moneta di scambio e nulla più. Ecco quindi<br />
apparire lo spettro dello sfruttamento<br />
più becero e dannoso, tutto è in funzione<br />
di un abbassamento dei valori minimi<br />
(come nel caso del costo <strong>della</strong> manodopera)<br />
a fronte del fatto che i costi si devono<br />
contenere.<br />
Il più possibile e ad ogni costo.<br />
Ed è a questo punto che una domanda ci è<br />
balzata in mente prepotentemente: “fino a<br />
che punto si possono accettare e svolgere<br />
lavori al ribasso? Fino a che punto una<br />
società può fare un’offerta in una gara<br />
d’appalto, ben sapendo che il prezzo che<br />
LA UILT NEL TERRITORIO: QUI TORINO<br />
offrirà dovrà esser costituito da una miriade<br />
di voci che non potrà abbassare, senza<br />
poi dover generare ricadute sulla qualità<br />
dei servizi offerti o sugli stipendi dei<br />
dipendenti, sulla sicurezza del lavoro<br />
ecc.?” L’11 dicembre scorso le segreterie<br />
delle OO.SS. hanno reiterato al Governo e<br />
al Gruppo F.S. la richiesta di attivare un<br />
confronto (più volte richiesto senza esito)<br />
al fine di affrontare il grande stato di crisi<br />
e di incertezza in cui versa l’intero settore<br />
degli appalti ferroviari.<br />
Ma nulla è accaduto.<br />
Il sindacato da parte sua, non ha mai<br />
nascosto come la situazione complessiva<br />
sia decisamente critica sotto vari aspetti,<br />
ad iniziare da quello più allarmante <strong>della</strong><br />
normativa che condiziona la partecipazione<br />
alle gare di appalto, limitando di fatto,<br />
la possibilità delle imprese di poter presentare<br />
offerte per più gare, cosa che<br />
genera notevole apprensione nelle maestranze.<br />
Questo aspetto, che tocca non<br />
solo il discorso di Trenitalia ma anche<br />
altri committenti all’interno dell’intero<br />
Gruppo F.S. è particolarmente delicato,<br />
poiché, di fatto, crea le condizioni affinché<br />
considerevoli gruppi di dipendenti<br />
che oggi lavorano per aziende appaltatrici<br />
dell’intero gruppo ferroviario, nel caso in<br />
cui le gare vengano vinte da altre società<br />
partecipanti, possano trovarsi dalla sera al<br />
mattino senza lavoro, e ciò anche se l’art.<br />
2 dell’accordo di confluenza di settore<br />
del 19.11.2005 offra speranza di tutele<br />
reddituali: la paura <strong>della</strong> perdita di lavoro,<br />
in un’epoca in cui il lavoro stesso è<br />
un bene di elevata preziosità, non si<br />
vince facilmente. Siamo “scesi” tra i<br />
lavoratori di questa Torino fredda e<br />
umida, li abbiamo osservati mentre svolgono<br />
le loro attività principali e quelle<br />
chiamate “aggiuntive/accessorie”.<br />
Nel freddo tremendo di questo inverno<br />
inclemente che ti blocca le mani, con “la<br />
goccia al naso che perennemente cola<br />
inarrestabile”, affrontano il loro lavoro<br />
con l’attenzione e il rispetto che ogni<br />
uomo, anche il più umile e semplice<br />
merita.<br />
Li abbiamo osservati a lungo e, quando<br />
qualcuno che ci conosce da tempo, ci<br />
saluta con una mano mestamente levata e,<br />
69<br />
un “buongiorno capo...”, ci sentiamo pienamente<br />
solidali con loro, con le loro battaglie<br />
riconoscendogli il diritto di ogni<br />
uomo di vivere laboriosamente, anche<br />
con il più umile dei lavori, cui alcuno non<br />
può togliere dignità dalla sera al mattino<br />
come dicevamo poc’anzi. Sovente, come<br />
utenti, ci siamo domandati come mai il<br />
servizio di pulizia sia non sempre all’altezza,<br />
anzi sia talvolta scadente. Malgrado<br />
tutto...<br />
In tutta onestà, ci siamo domandati di chi<br />
fosse la colpa, la responsabilità e se i<br />
“j’accuse” troppo comodi di tanti, non sia<br />
altro che la scusa per non assumerci ognuno<br />
le nostre responsabilità.<br />
Se le pulizie non sono sempre “Ok” è possibile<br />
che possa essere dovuto alle responsabilità<br />
gestionali di chi comanda il servizio,<br />
di chi lo controlla, ma anche di coloro<br />
che viaggiando non rispettano quelle proprietà<br />
che sono <strong>della</strong> collettività, nessuno<br />
escluso.<br />
La strada per avere un servizio migliore<br />
passa necessariamente attraverso una<br />
interazione tra varie componenti: chi<br />
commissiona il servizio e lo controlla con<br />
zelo e attenzione (senza voltarsi davanti<br />
ad un omertoso silenzio complice), tra chi<br />
svolge il proprio lavoro non considerandolo<br />
solo “otto ore” e nulla più e, soprattutto,<br />
coloro che ne sono i fruitori che<br />
hanno anch’essi una cospicua percentuale<br />
di responsabilità.<br />
Non è solo con appalti al ribasso, che si<br />
possono ottenere migliori risultati ma ad<br />
esempio con controllori esterni alle F.S.<br />
(ad esempio legando tale compito ad una<br />
supervisione delle associazioni di consumatori)<br />
per gli accertamenti sulla qualità<br />
del servizio, poiché con la sola ipocrisia<br />
del profitto, derivante anche dalla riduzione<br />
dei costi, non si può andare da alcuna<br />
parte. Al massimo si può solo peggiorare<br />
l’insieme del servizio poiché non è un<br />
caso che, sotto una soglia minima di<br />
costo, non si possa scendere. Nel caso<br />
contrario si potranno di sicuro contenere<br />
le spese ma, di certo i risultati saranno<br />
sotto gli occhi di tutti, com’è da anni e, sia<br />
ben chiaro, non solo per quanto riguarda i<br />
servizi in appalto.<br />
Nello Fusaro<br />
PER LE STRADE D’EUROPA
70<br />
Èun progetto che parte da lontano.<br />
La realtà con cui tutti noi ci<br />
confrontiamo ogni giorno fa<br />
capire che sarà necessario affrontare e<br />
costruire un progetto importante che<br />
porti ad uno sviluppo del ciclo dei rifiuti;<br />
da una parte i rapporti mondiali che<br />
c’informano di quanto le risorse del pianeta<br />
si assottiglino sempre più, dall’altra<br />
la crisi finanziaria, che come un’onda<br />
travolge, giorno dopo giorno, l’economia<br />
di tutti gli Stati e dei suoi cittadini,<br />
diminuendo il loro potere d’acquisto.<br />
Tutto questo ci spinge a risparmiare,<br />
consumare con oculatezza e<br />
riutilizzare lo stesso oggetto ed il<br />
materiale di cui è fatto, più e più<br />
volte.Inoltre ci sono richieste sempre<br />
più pressanti da più soggetti,<br />
quali:<br />
• I cittadini, in virtù di una<br />
coscienza ecologista responsabile<br />
e sostenibile, in cui tutti<br />
hanno il loro dovere da compiere;<br />
• Le direttive <strong>della</strong> comunità<br />
europea, le quali dettano principi<br />
sulla raccolta dei rifiuti solidi<br />
urbani;<br />
• Le nuove leggi, che impongono per la<br />
raccolta differenziata, percentuali da<br />
raggiungere, sempre più alte.<br />
Tali esigenze spingono le aziende a adoperarsi<br />
per raggiungere quei livelli<br />
richiesti da consentire un riciclo dei<br />
materiali riutilizzabili talmente considerevole,<br />
da ottenere un risparmio sia delle<br />
materie prime, sia delle risorse energetiche<br />
del nostro pianeta, sono i punti di<br />
partenza da cui inizia questo cammino,<br />
la raccolta differenziata.<br />
Teniamo presente che proprio la raccolta<br />
differenziata ha un suo valore aggiunto,<br />
in pratica oltre che a dare un risparmio<br />
può creare un vantaggio, in altre<br />
PER LE STRADE D’EUROPA<br />
LA UILT NEL TERRITORIO: QUI GENOVA<br />
Raccolta differenziata,<br />
una scelta per il futuro<br />
dalla nostra redazione LIGURE<br />
parole attraverso le giuste tecnologie,<br />
può produrre altre materie prime, nuove<br />
fonti d’energia e quindi nuovi profitti, di<br />
conseguenza una nuova economia.<br />
Il pericolo, neanche troppo velato, è che,<br />
qualche Azienda, per rimanere in questa<br />
fetta di mercato vada ad incidere sul<br />
costo del lavoro direttamente sui lavoratori,<br />
l’anello debole <strong>della</strong> catena. Di questo<br />
dovranno farsi carico gli enti preposti<br />
sovvenzionando tali attività, diversamente<br />
rimangono molte alternative<br />
quella di aumentare la tariffa d’igiene<br />
urbana, soluzione decisamente impopolare<br />
in un momento di recessione quale<br />
viviamo.<br />
L’azienda in cui lavoriamo, A.M.I.U.<br />
Genova s.p.a., sostiene, con la collaborazione<br />
delle OO.SS i rinnovamenti<br />
necessari nel percorso innovativo, al<br />
fine di renderlo meno oneroso per i lavoratori.<br />
La nostra Organizzazione ha sempre<br />
sostenuto che le innovazioni sono il<br />
futuro delle aziende e visto il momento<br />
difficile che l’economia mondiale sta<br />
attraversando, ma si corre il rischio che<br />
tali cambiamenti ricadano proprio sulla<br />
parte più debole dell’azienda, perché<br />
purtroppo quando si parla d’innovazioni<br />
molto, troppe, spesso significa tagli e<br />
di<br />
ANTONIO DENTI e CARLO MOSCA<br />
riduzioni di personale, giustificati con<br />
ristrutturazioni e costruzione degli<br />
impianti e ammodernamento del parco<br />
automezzo, costi, che graveranno come<br />
macigni, sui bilanci delle nostre aziende.<br />
Per questo motivo, l’incremento <strong>della</strong><br />
raccolta differenziata, può essere il futuro<br />
di vecchi e nuovi posti di lavoro.<br />
Infatti, proprio con la nostra azienda<br />
abbiamo lavorato sia con intese, sia<br />
entrando nel merito dell’organizzazione<br />
del lavoro, al superamento degli ostacoli<br />
incontrati su questo percorso che<br />
potrebbe diventare determinante<br />
per la sopravvivenza delle aziende<br />
stesse.<br />
Nel nostro contesto, abbiamo e<br />
stiamo affrontando le problematiche<br />
analogamente sorte con gli<br />
investimenti sostenuti per riorganizzare<br />
la raccolta nelle sue specificità,<br />
da una parte la ristrutturazione<br />
dei percorsi <strong>della</strong> raccolta<br />
rifiuti, dall’altra l’inserimento<br />
parallelo di nuovi circuiti per la<br />
differenziata, ed infine l’acquisto<br />
d’automezzi tecnologicamente<br />
più avanzati e cassonetti di conferimento<br />
dei rifiuti, adeguati. Tutto questo non<br />
è stato indolore, abbiamo dovuto rivedere<br />
posizioni incomprensibili, per tutelare<br />
il personale addetto.<br />
In passato questi costi si sono pagati in<br />
nome del progresso e <strong>della</strong> tecnologia,<br />
ora rischiamo di pagarla nel nome dell’ecologia,<br />
però la quale potrebbe dare<br />
quella spinta necessaria alla realizzazione<br />
del progetto del riciclo dei rifiuti in<br />
un’ottica ecologista, o meglio la raccolta<br />
differenziata potrebbe trasformarsi in<br />
quel trampolino di lancio tanto agognato,<br />
per spingere il rilancio dell’occupazione<br />
e <strong>della</strong> sua qualità.<br />
Responsabili settore igiene ambientale<br />
<strong>Uiltrasporti</strong> Genova
Oggi 29 gennaio 2009 a Genova è<br />
una giornata splendida, il sole è<br />
già alto. Sono in porto per parlare<br />
con i Lavoratori Portuali dell’incendio<br />
sviluppatosi nel garage del traghetto Tirrenia<br />
quando questi era già in alto mare e<br />
precipitosamente rientrato a Genova.<br />
Parlo con questi giovani Portuali che non<br />
nascondono l’entusiasmo di essere stati<br />
protagonisti,correndo molti rischi, allo<br />
sbarco dei mezzi ancora in fiamme e a<br />
far si che l’incidente non assumesse proporzioni<br />
più gravi, visto che a bordo vi<br />
erano molti passeggeri, alcuni dei quali<br />
con inizi di intossicazione. Siamo tutti<br />
convinti che sia stato grazie alla loro professionalità<br />
e al gioco di squadra che si è<br />
raggiunto il risultato; ripetono che questa<br />
volta è andata bene , parlano con rabbia<br />
e commozione, dei colleghi che<br />
hanno perso la vita sul lavoro e ti<br />
impressiona quando ripetono l’età dei<br />
compagni caduti, ricordando addirittura i<br />
nomi delle mogli, dei figli piccoli, perché<br />
il lavoro del Portuale è si faticoso,<br />
ma è un lavoro che salda gli uomini, li<br />
rende complici e granitici “ma che tante<br />
volte, forse troppe, fa dimenticare anche<br />
le più elementari norme sulla prevenzione<br />
e la sicurezza sul lavoro. Ad esempio:<br />
i lavoratori entrati nel garage del traghetto<br />
pare avessero in dotazione solo<br />
mascherine e non autorespiratori e come<br />
tutti, non fossero a conoscenza di quale<br />
sostanza si stesse sprigionando dall’incendio.<br />
Bisognerà monitorare la salute<br />
dei lavoratori impiegati e far si che<br />
interventi di quel tipo vengano svolti ma<br />
con tutte le cautele del caso”. (nota<br />
UILT.)<br />
Con il passare dei minuti i discorsi si<br />
diversificano, passando inevitabilmente<br />
alla brutta fase <strong>della</strong> divisione tra CGIL<br />
CISL e UIL sulla riforma <strong>della</strong> contrattazione<br />
trovando in tutti la certezza che<br />
mai e poi mai si doveva arrivare a firmare,<br />
su un tema di interesse generale, un<br />
accordo senza un’Organizzazione Sindacale<br />
qualsiasi sigla fosse. Quando tenti di<br />
ribattere che qualche distinguo bisogna<br />
farlo, non accettano confronti, perché,<br />
ripetono, in tutti i momenti difficili per<br />
il Paese, il Sindacato Unitario ha agito<br />
LA UILT NEL TERRITORIO: QUI GENOVA 71<br />
Quello che...<br />
per i portuali<br />
genovesi<br />
di Bruno Giubellini<br />
dalla nostra redazione ligure<br />
con responsabilità e con una sola voce e<br />
a costo di sacrifici, lotte, scioperi ne è<br />
sempre uscito più forte e i lavoratori<br />
sempre più uniti .Probabilmente sono<br />
certezze che hanno acquisito sentendo<br />
fin da piccoli i discorsi dei padri, quasi<br />
tutti come loro ex portuali, e che al Sindacato<br />
hanno dedicato (e in molti continuano<br />
a dedicare) tanto tempo e militanza<br />
in anni ben più difficili. Parlano come<br />
un fiume in piena e a volte si tacciono<br />
l’un l’altro esternando la grande preoccupazione<br />
sul loro futuro, su un sistema<br />
che pare abbia deciso di sferrare un brutto<br />
attacco al lavoro portuale, un attacco<br />
che non vuole considerare il Patto del<br />
Lavoro (siglato nel 2002 a Genova da<br />
Sindacato e Terminalisti) fonte di lavoro<br />
e ricchezza per il porto e l’indotto.<br />
Non fanno discorsi filosofici, grandi strategie,<br />
ma parlano di una sola cosa.<br />
LAVORO. I PORTUALI GENOVESI<br />
VOGLIONO SOLO LAVORARE,<br />
accettando e onorando quel Patto del<br />
Lavoro accennato in precedenza.<br />
Sono considerazioni, quelle fatte dai<br />
Lavoratori, in reazione a decine di<br />
interventi apparsi sui quotidiani locali, e<br />
visto che non crediamo, o perlomeno<br />
non vorremmo pensare, “siano riflessioni<br />
da lavatoi”, nei quali a Genova si lavava<br />
e si chiacchierava molto, prendiamo<br />
come molto serie alcune di queste<br />
dichiarazioni, perché stanno dentro a una<br />
logica padronale del “corri corri che mi<br />
fai contento” e che avranno ( nel caso<br />
ottenessero risultati) l’inevitabile risultato<br />
di far correre ancora più lesti altri porti<br />
che stanno emergendo, che sono emersi<br />
o che vogliono emergere.Non interessa<br />
proprio la questione delle tariffe nelle<br />
loro diverse dimensioni da porto a porto.<br />
Interessa invece il fatto di fondo delle<br />
Compagnie Portuali che da organismi<br />
operai si sono in parte trasformate via via<br />
in qualcosa di diverso , in organismi cioè<br />
partecipanti a quella sorta di gara in<br />
senso <strong>della</strong> quale ho cercato di sintetizzare<br />
il titolo di queste note: “corri, corri,<br />
che mi fai contento”.<br />
Nel quadro dell’imprenditorialità ci sta<br />
anche la corsa, la concorrenza tariffaria.<br />
Il problema è decidere, una volta per<br />
tutte, se il portuale deve stare dentro alla<br />
logica <strong>della</strong> legge <strong>della</strong> domanda e <strong>della</strong><br />
offerta o se invece esso debba collocarsi<br />
nella sua dimensione più naturale e tradizionale<br />
di prestatore d’opera che vende<br />
la sua forza lavoro e che lascia a chi<br />
comanda il compito di trattare le tariffe,<br />
di dirigere i canali di traffico secondo<br />
necessità e razionalità, come accade in<br />
ferrovia (nel sistema di trasporto su rotaia)<br />
dove il ferroviere non si strappa i<br />
capelli se i treni passano più da Milano<br />
che da Genova o da Torino o da Livorno.<br />
E’ un grosso problema che va affrontato<br />
con coraggio e spregiudicatezza, avendo<br />
presenti le esperienze che sono maturate<br />
e stanno maturando nei porti di altri<br />
paesi, in materia di gestione portuale,<br />
ricordando che la scelta sarà quella <strong>della</strong><br />
cosiddetta autogestione ed imprenditorialità.<br />
Con esse ci saranno anche le inevitabili<br />
responsabilità connesse con l’assunzione<br />
dei compiti di imprenditore, di<br />
imprenditore-imprenditore e non di<br />
imprenditore “atipico”, perché… o la<br />
responsabilità c’è oppure non c’è.<br />
Bisognerà affrontare in modo radicale il<br />
problema <strong>della</strong> omogeneizzazione dei<br />
trattamenti e delle normative delle due<br />
componenti fondamentali del mondo del<br />
lavoro dei porti: L’autorità portuale, la<br />
decasualizzazione del lavoro. In un quadro<br />
di tale natura non ci saranno più il<br />
Console x o il Console Y a correre per<br />
far contenta l’utenza, ma solo una classe<br />
lavoratrice che contratta il proprio salario,<br />
i turni, gli orari di lavoro e le proprie<br />
normative.<br />
Il compito delle tariffe resterebbe a colui<br />
che avrà il compito di dirigere e gestire il<br />
servizio portuale.<br />
PER LE STRADE D’EUROPA
72<br />
La giornata di oggi è un importante<br />
momento di confronto che<br />
rappresenta, senza dubbio, la<br />
volontà comune di non dare tregua, di<br />
incalzare su di un problema drammatico,<br />
come quello degli infortuni e delle morti<br />
sul lavoro.<br />
Cinicamente ricordo che la non sicurezza<br />
(oltre agli inaccettabili drammi personali),<br />
rappresenta un costo enorme per<br />
l’intera collettività ed al sistema produttivo.<br />
Dico questo per ribadire l’importanza<br />
di maggiori investimenti che<br />
sarebbero coerente ed oltremodo convenienti.<br />
Un conosciuto statista era solito riprtere<br />
che ogni paese va a cercare la sua guerra<br />
sbagliata. Non è certamente il nostro<br />
caso, la guerra alla non<br />
sicurezza è una guerra giusta,<br />
che dobbiamo riuscire<br />
a vincere, ne va del ns<br />
grado di civiltà.<br />
Appuntamenti come quello<br />
di oggi sono utili (anzi<br />
indispensabili) se non si<br />
limitano a fare autocelebrazione<br />
di quanto è già<br />
stato fatto, ma pur ritenendo<br />
di aver imboccato un<br />
giusto percorso, lo considerano<br />
comunque insufficiente<br />
e si concentrano sul<br />
da farsi.<br />
Per avere una concreta<br />
possibilità di successo, il<br />
PER LE STRADE D’EUROPA<br />
LA UILT NEL TERRITORIO: QUI VENEZIA<br />
SAFETY DAY<br />
da farsi deve essere corale, un approccio<br />
globale, sinergico tra tutti gli attori e fra<br />
tutte le azioni:<br />
approccio culturale del mondo delle<br />
imprese (la sicurezza e la salute nei luoghi<br />
di lavoro rappresenta un bene personale,<br />
irrinunciabile e certamente non<br />
indennizzabile – la sicurezza deve rappresentare<br />
un investimento e non un<br />
costo al sistema produttivo), approccio<br />
culturale nel mondo del lavoro (una corretta<br />
autocoscienza che porti a non fidarsi<br />
sole dell’esperienza o peggio ancora<br />
delle abitudini), una legislazione adeguata<br />
e se il caso anche più facilmente<br />
interpretabile, rispetto delle norme (<br />
adeguamento organico Spisal – Supporto<br />
all’azione delle RLS che non devono<br />
dalla nostra redazione VENETA<br />
Sul tema “Porto sicuro, da obbligo normativo a investimento” si è svolto a Venezia<br />
presso la stazione marittima (19 Dicembre 2008) un convegno, il “Safety Day” organizzato<br />
dall’Autorita’ Portuale.<br />
Si tratta di una iniziativa annuale alla quale partecipano anche organismi nazionali<br />
interessati alle tematiche trattate dal convegno medesimo.<br />
Tra gli interventi svolti dai protagonisti dell’iniziativa vi segnaliamo quello svolto<br />
dal Segretario Regionale UILT del Veneto, Brunero Zacchei, che è stato dallo stesso<br />
portato a sintesi per i nostri lettori. Ed ecco dunque i passi salienti dell’intervento.<br />
essere solo ignari testimoni delle sciagure),<br />
Condizioni concrete di lavoro ( tipologia<br />
contratti, ritmi, orari – sapere che<br />
lavoro precario rappresenta molte volte<br />
sicurezza precaria), informazione, formazione.<br />
Credo che il porto di Venezia sia riuscito<br />
a mettere in atto una importante<br />
azione corale a favore <strong>della</strong> prevenzione<br />
e <strong>della</strong> sicurezza sul lavoro, al<br />
riguardo è importante il Protocollo<br />
2008 e prila ancora: la Commissione<br />
Formazione, la Commissione Tecnica<br />
Sicurezza, interpretazione delle buone<br />
pratiche, il libretto individuale, il progetto<br />
Feretra.<br />
Sarebbe pertanto da irresponsabili non<br />
pensare di esportare tale esperienza<br />
anche fuori dal porto di<br />
venezia, al riguardo mi permetto<br />
di riproporre la costituzione<br />
di uno strumento<br />
bilaterale, UN ENTE<br />
BILATERALE REGIO-<br />
NALE tra tutti i porti del<br />
Veneto, altre Piattaforme<br />
Logistiche, il Metadistretto,<br />
che indirizzi la Formazione<br />
sulla sicurezza, ma guardi<br />
anche al lavoro, all’ambiente<br />
e all’igiene del lavoro,<br />
che diventi un osservatorio<br />
permanente, con la presenza<br />
del CFLI come pilastro<br />
dell’azione formativa ed<br />
informativa