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i convegni della uilt - Uiltrasporti

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Poste Italiane Spa - spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1 - DCB)<br />

5 MARZO<br />

1950<br />

Alle spalle la tragedia di una<br />

guerra, un paese alla ricerca di se<br />

stesso, il movimento sindacale da<br />

poco diviso.<br />

Nasce per “conquistare” il futuro,<br />

la UIL democratica, riformista,<br />

indipendente.<br />

Accompagnerà il cammino<br />

dell’Italia e del movimento operaio<br />

sempre al servizio dei deboli e<br />

degli oppressi<br />

PER LE STRADE<br />

D’EUROPA<br />

MENSILE DELLA UILTRASPORTI<br />

ANNO XVIII - NUMERO 2/3 - FEBBRAIO/MARZO 2009<br />

5 MARZO<br />

2009<br />

Fedele al proprio DNA la UIL<br />

non desiste dalla sua battaglia.<br />

Negli anni ci sono state<br />

conquiste importanti. Ma c’è<br />

ancora un lungo cammino per<br />

acquisire maggiore benessere e<br />

dignità per il mondo del lavoro


GUIDA AL NUMERO<br />

EDITORIALE<br />

- Con “questo” spirito e con “questo” sindacato 1<br />

di Giuseppe Caronia<br />

I CONVEGNI DELLA UIL<br />

- Il momento del rilancio 2<br />

- La relazione di Caronia 3<br />

- Gli interventi (Matteoli, Sabelli, Pugliesi, Angeletti) 9<br />

ANNIVERSARIO FONDAZIONE UIL<br />

- 5 marzo: 59, ma non li dimostra… 15<br />

di Camillo Benevento<br />

LE VIE DEL MARE<br />

- Firmato l’accordo del rinnovo del CCNL... 18<br />

di Angelo Patimo<br />

- Privatizzazione con regole certe 20<br />

di Agostino Falanga<br />

FS: E’ TEMPO DI ANALISI<br />

- La situazione del gruppo e delle aziende... 23<br />

di Salvatore Ottonelli<br />

I CONTRATTI<br />

- L’assistenza sanitaria integrativa... 26<br />

di Claudio Tarlazzi<br />

LA CULTURA DELLA PREVENZIONE<br />

- Sicurezza stradale: il valore <strong>della</strong> vita 27<br />

di Silvano Miniati<br />

MOBILITA’ E SVILUPPO<br />

- La prestazione dei lavoratori mobili 29<br />

di Santino Fortino<br />

NON SOLO ENGLARO…<br />

- Libero Stato in libera Chiesa 30<br />

di Cleto Catalano<br />

TOSSICODIPENDENZA E SICUREZZA<br />

- La nuova procedura 34<br />

LAVORO E DIGNITA’<br />

- Formazione professionalità: terra di frontiera… 41<br />

di Luigi Annunziato<br />

LA CONSULTA NAZIONALE CAF-UIL<br />

- Continuare così 47<br />

di Lallo<br />

- Non lasciare mai soli i lavoratori 47<br />

la relazione di Gilberto De Santis<br />

- Gli interventi di Proietti, Polito, Angeletti 51<br />

PER LE STRADE D’EUROPA<br />

- Brrr che freddo … 58<br />

di Carola Patriarca<br />

LA UIL NEL TERRITORIO<br />

- Dalle nostre redazioni regionali 62<br />

Roberto Monticelli (Lombardia); Cesare Menini<br />

(Emilia Romagna); Vincenzo Esposito, Annalisa<br />

Servo, Gennaro Gambar<strong>della</strong> (Campania); Nello<br />

Fusaro (Piemonte); Denti, C. Mosca, B. Giubellini<br />

(Liguria); Bruno Zacchei (Veneto).<br />

EDITORIALE 1<br />

Con “questo” spirito<br />

e con “questo” sindacato<br />

Settimane particolarmente intense<br />

quelle che abbiamo vissuto di<br />

recente: rese ancora più “partecipate”<br />

dal momento assolutamente<br />

eccezionale che caratterizza il nostro<br />

Paese, la sua economia e stabilità produttiva<br />

così come l’economia e la stabilità<br />

produttiva dell’intero Pianeta.<br />

La chiamano “grande crisi” e a noi non<br />

interessa misurarne la portata sulla<br />

base di un raffronto con i “precedenti”<br />

del 1929: quello che più ci sembra<br />

urgente e necessario è come affrontare<br />

qui e subito una situazione che, se<br />

logorata ulteriormente, potrebbe farci<br />

cadere in una fase di non<br />

ritorno dalle conseguenze<br />

imprevedibili.<br />

E’ nello scenario di questi<br />

eventi che abbiamo dovuto<br />

affrontare, noi <strong>della</strong> <strong>Uiltrasporti</strong> così,<br />

come credo l’intero movimento sindacale<br />

del nostro Paese, alcuni problemi<br />

complessi e interdipendenti nella loro<br />

possibilità di soluzione e sui quali<br />

abbiamo il dovere di misurarci “mettendoci<br />

la faccia” e non tirandoci indietro.<br />

Non c’è dubbio che l’universo trasporti<br />

sia uno dei gangli vitali di questa analisi<br />

delle cose da fare, e l’avvio ad un<br />

discorso serio sul come affrontare la<br />

ristrutturazione dei diversi settori che la<br />

compongono sia propedeutico ad ogni<br />

provvedimento legislativo o contrattuale<br />

che voglia essere tempestivo ed<br />

efficace.<br />

Abbiamo aperto un discorso sul trasporto<br />

aereo e sulle prospettive <strong>della</strong><br />

nuova Alitalia, discorso non separabile<br />

da quello dell’intero settore aeroportuale<br />

italiano e per certi versi europeo.<br />

Ne abbiamo dibattuto a lungo (ne tro-<br />

verete l’eco nelle pagine seguenti)<br />

senza pretendere di possedere da soli il<br />

dono <strong>della</strong> “verità” ma ponendoci in<br />

un confronto aperto con Governo,<br />

forze sociali, aziende e territorio.<br />

Mentre questo giornale va in stampa, è<br />

in corso un altro “confronto dibattito”<br />

sul nuovo modello contrattuale <strong>della</strong><br />

viabilità e <strong>della</strong> mobilità del quale riferiremo<br />

nel prossimo numero.<br />

Temi, tutti, che toccano da vicino non<br />

soltanto aspetti di efficienza produttiva<br />

e di compatibilità economica ma<br />

anche dei diritti del lavoro e <strong>della</strong> cittadinanza<br />

connessi con l’azione sindacale<br />

e con la tutela degli<br />

interessi dei lavoratori e<br />

DI GIUSEPPE CARONIA<br />

<strong>della</strong> collettività.<br />

Abbiamo detto che noi su<br />

questi temi vogliamo<br />

metterci la faccia e per questo, chiaro e<br />

tondo, abbiamo espresse le nostre opinioni<br />

in proposito così come abbiamo<br />

fatto e stiamo facendo per le sorti<br />

<strong>della</strong> nostra flotta pubblica delle sue<br />

rotte, dei suoi problemi occupazionali<br />

problematiche queste, che nonostante<br />

la loro importanza per il Paese e nonostante<br />

il nostro impegno, vengono<br />

ignorate dal Governo che sembra non<br />

volersene affatto curare.<br />

Sono tutte problematiche sulle quali<br />

sarebbe bene, per il sindacato, andare<br />

uniti al confronto per far pesare di più<br />

il “valore lavoro” ma affinché ciò sia<br />

possibile occorre che alcune pregiudiziali<br />

ideologiche cedano il passo alla<br />

ragionevolezza ed al dialogo per poter<br />

affrontare i problemi nella loro vera<br />

consistenza.<br />

Certo è difficile conciliare il diavolo<br />

con l’acqua santa. Quando subentrano<br />

crisi che hanno momenti o anche<br />

PER LE STRADE D’EUROPA


2<br />

periodi di media-lunga durata, bisogna<br />

riuscire a conciliare situazioni in apparenza<br />

di difficile conciliazione: occupazione,<br />

livelli salariali, produttività,<br />

efficienza aziendale, garanzia dei diritti,<br />

salvaguardia delle regole comunitarie,<br />

competitività, fanno tutte parte di<br />

un risiko di cui soltanto un sindacato<br />

veramente riformista, laico, democratico,<br />

e disponibile al dialogo e al confronto<br />

può venirne a capo.<br />

In questo numero si ricorda anche il<br />

59° anniversario <strong>della</strong> nascita <strong>della</strong><br />

UIL: un sindacato che per ben più di<br />

mezzo secolo ha presentato costantemente<br />

tutte quelle caratteristiche.<br />

Intendiamo con questo sindacato e con<br />

questo spirito porci di fronte a questa<br />

sfida.<br />

Giuseppe Caronia<br />

Segretario Generale <strong>Uiltrasporti</strong><br />

Direttore Responsabile<br />

SANDRO DEGNI<br />

Redazione:<br />

Roma - Via di Priscilla, 101 - tel. 06.862671<br />

Autorizzazione del Tribunale di Roma<br />

n. 00445/92 del 14/07/1992<br />

Comitato di redazione:<br />

Enrico Cimmino, Santino Fortino,<br />

Salvatore Ottonelli, Angelo Patimo,<br />

Roberta Rossi<br />

Segreteria di redazione:<br />

Carola Patriarca<br />

Grafica e impaginazione:<br />

Franco Bottoni Studio<br />

e-mail: bottoni@imgbase.com<br />

Una copia Euro 2,00<br />

Abbonamento annuale Euro 22,00<br />

Abbonamento sostenitore Euro 300,00<br />

Associato all’Unione<br />

Stampa Periodica Italiana<br />

EDIZIONI “PER LE STRADE D’EUROPA SRL - PIAZZA DELLA LIBERTÀ, 10 - ROMA<br />

STAMPA: LEGALL INDUSTRIA GRAFICA SRL - VIA ASCIANO, 9 - ROMA<br />

FINITO DI STAMPARE MARZO 2009<br />

PER LE STRADE D’EUROPA<br />

I CONVEGNI DELLA UILT<br />

IL MOMENTO<br />

DEL RILANCIO<br />

La Uilt si confronta con i problemi<br />

del trasporto aereo nel nostro Paese<br />

Qui è Rodi, qui salta… ricordate quel vecchio detto<br />

dei nostri padri? (Hic Rhodus hic Salta...). Ce lo ha<br />

fatto venire in mente il “titolo” con il quale la UIL<br />

ha voluto introdurre il suo convegno sul trasporto aereo: “Il<br />

Momento del Rilancio” dedicato essenzialmente alla “risorgente”<br />

Alitalia, ma che ha spaziato sull’intero settore del<br />

Trasporto Aereo. E in effetti dalla relazione del Segretario<br />

Generale <strong>della</strong> <strong>Uiltrasporti</strong>, Giuseppe Caronia, e dagli interventi (tutti ad alto livello,<br />

secondo il parere del Vostro Cronista) degli oratori che si sono succeduti si è<br />

potuto costatare il forte impegno di tutto il mondo del trasporto<br />

aereo del nostro Paese (ma non del solo mondo del<br />

trasporto aereo…) per uno “scatto in avanti” di tutti anche in<br />

costanza di una situazione difficile e dura per l’intero universo<br />

economico produttivo non soltanto italiano, ma,<br />

ormai, pressocchè planetario.<br />

Il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Senatore<br />

Altero Matteoli ha preso la parola al termine <strong>della</strong> relazione<br />

di Caronia, e al suo intervento hanno fatto seguito quelli dell’Amministratore Delegato<br />

di Alitalia, Ing. Rocco Sabelli, del Presidente dell’ENAC<br />

Prof. Vito Riggio, del Presidente Assaereo Ing.<br />

Fausto Cereti, del Presidente Assoclearance Dott. Carlo<br />

Griselli, del Prof. Marco Marazza, professore ordinario di<br />

Diritto del Lavoro, del Com.te Silano Manera, Direttore<br />

generale ENAC, del Prof. Bruno Franchi, Presidente dell’ANSV,<br />

del Generale Giuseppe Bernardis, Sotto Capo di<br />

Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare, del Dott. Guido<br />

Pugliesi, Amm.re Delegato ENAV e del Segretario Generale <strong>della</strong> UIL Luigi Angeletti<br />

che ha concluso i lavori coordinati e presieduti da<br />

Marco Veneziani Segretario Nazionale <strong>della</strong> <strong>Uiltrasporti</strong>.<br />

Nelle pagine seguenti diamo un’ampia sintesi degli interventi<br />

sin’ora pervenuti in redazione (gli altri cercheremo di<br />

pubblicarli nel prossimo numero). Ed il testo integrale <strong>della</strong><br />

relazione del Segretario Generale <strong>della</strong> <strong>Uiltrasporti</strong> Giuseppe<br />

Caronia.


I CONVEGNI DELLA UILT 3<br />

La relazione di Caronia<br />

Autorità, Gentili Ospiti, porgo a<br />

tutti Voi il nostro benvenuto e<br />

Vi ringrazio per essere intervenuti.<br />

Un ringraziamento particolare al<br />

Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture,<br />

Altero Matteoli che nonostante i<br />

suoi tanti impegni ha voluto oggi essere<br />

qui con noi.<br />

Ci auguriamo che questo nostro incontro<br />

possa costituire un’occasione importante<br />

per fare insieme, Istituzioni, Imprese,<br />

Sindacato ed Enti Regolatori, il punto<br />

<strong>della</strong> situazione, analizzare le difficoltà<br />

nelle quali ci si trova e ricercare le<br />

migliori soluzioni possibili nell’interesse<br />

dei lavoratori, delle imprese e del<br />

Paese.<br />

Abbiamo sempre creduto in un modello<br />

di relazioni industriali costruttivo e<br />

capace di permettere al sistema di lavorare<br />

unito per obiettivi comuni, ed è in<br />

questa logica che abbiamo organizzato<br />

questo nostro Convegno sul Trasporto<br />

Aereo.<br />

Lo scenario nel quale ci confrontiamo è<br />

caratterizzato da una forte congiuntura<br />

negativa, la crisi mondiale che si è<br />

abbattuta sull’economia ha determinato<br />

contraccolpi, se non veri e propri sconvolgimenti,<br />

nel sistema finanziario ed<br />

industriale globalizzato.<br />

Crollo <strong>della</strong> produzione, calo dell’occupazione<br />

e stagnazione dei consumi sono<br />

malanni ormai conosciuti e drammaticamente<br />

reali anche per quelle aree del<br />

pianeta fino a ieri con percentuali di crescita<br />

a due cifre.<br />

In particolare, per quanto riguarda il<br />

Trasporto Aereo, Stati Uniti, Sud Est<br />

Asiatico e Paesi del Golfo Persico, che<br />

nell’ultimo quinquennio hanno tirato la<br />

volata alla crescita esponenziale dei voli<br />

e degli ordini di aeromobili Boeing ed<br />

Airbus, stanno segnando una decisa battuta<br />

d’arresto.<br />

Il calo del fatturato è sensibile in tutto il<br />

mondo e la diminuzione dei ricavi mette<br />

in seria difficoltà le imprese, costrette a<br />

confrontarsi comunque<br />

con una concorrenza<br />

agguerrita e con un<br />

livello dei costi difficilmente<br />

comprimibile<br />

in tempi sincroni con il<br />

mercato.<br />

Le caratteristiche di<br />

business del trasporto<br />

aereo sono infatti tali<br />

da richiedere tempistiche<br />

di medio/lungo<br />

periodo sia per gli<br />

investimenti che per<br />

l’eventuale ridimensionamento degli<br />

assetti industriali, tempi che l’attuale<br />

crisi economica non ha lasciato agli operatori.<br />

Il ritardo con il quale, storicamente,<br />

l’Italia è riuscita a mettere in campo le<br />

riforme strutturali necessarie ad adeguarsi<br />

alla concorrenza globale, ci ha<br />

esposto maggiormente ai venti di crisi e,<br />

contemporaneamente, ha reso più difficile<br />

per i nostri operatori approfittare<br />

<strong>della</strong> ripresa dei mercati.<br />

Analizzando la situazione Italiana, balza<br />

immediatamente agli occhi, uno stato di<br />

difficoltà generalizzato di tutto il comparto<br />

del Trasporto Aereo.<br />

Vettori in crisi sia nel settore passeggeri<br />

che merci, calo di transiti negli aeroporti<br />

ed inevitabile conseguente sofferenza<br />

per tutto l’indotto di un settore che costituisce,<br />

da solo oltre l’uno per cento del<br />

Pil nazionale.<br />

L’unico indicatore in ascesa esponenziale,<br />

al momento, è quello relativo alle<br />

richieste di accesso agli ammortizzatori<br />

sociali.<br />

Il caso emblematico che racchiude in sé<br />

gli stilemi di una crisi annunciata è stata<br />

senza dubbio la vicenda Alitalia.<br />

Anni di immobilismo, di forte ingerenza<br />

<strong>della</strong> politica, di veti incrociati, di soluzioni<br />

tampone ed in ultimo, non certo<br />

per importanza, alcune responsabilità<br />

sindacali che, fatte le debite differenze,<br />

hanno condotto la compagnia di bandiera,<br />

un tempo fiore all’occhiello dell’Italia<br />

nel mondo, al punto di non ritorno.<br />

La difficile vertenza che ne è conseguita<br />

e che ha visto impegnato il Governo, la<br />

<strong>Uiltrasporti</strong> , il Sindacato in generale ed<br />

i lavoratori del Gruppo Alitalia ed Air<br />

One, può oggi essere considerata sulla<br />

via <strong>della</strong> risoluzione.<br />

Le criticità non sono ancora, ovviamente,<br />

del tutto superate ma la nuova Alitalia<br />

è viva, vola, e si confronta con il mercato<br />

dopo essere passata attraverso il<br />

commissariamento ed aver drammaticamente<br />

sfiorato il baratro del fallimento.<br />

Quello è stato il momento in cui è stato<br />

necessario assumersi la responsabilità di<br />

effettuare scelte di certo non facili e noi<br />

non ci siamo tirati indietro.<br />

Abbiamo assolto il principale e forse più<br />

importante compito del Sindacato cioè<br />

quello di raggiungere accordi e, nell’interesse<br />

dei Lavoratori e del Paese, grazie<br />

anche all’autorevole mediazione del<br />

Governo con il decisivo contributo del<br />

Sottosegretario alla Presidenza, Dott.<br />

Gianni Letta, che ancora una volta<br />

voglio ringraziare, abbiamo costruito e<br />

sottoscritto un’intesa che ha consentito<br />

di scongiurare la tragedia del fallimento,<br />

e garantito la rinascita di Alitalia con il<br />

mantenimento del salario per quanti<br />

sarebbero stati assunti dalla nuova Compagnia,<br />

e la garanzia di strumenti di<br />

PER LE STRADE D’EUROPA


4<br />

sostegno al reddito senza precedenti per<br />

quantità e per durata, per i lavoratori<br />

esclusi nell’immediato.<br />

La nostra Federazione con l’indispensabile<br />

sostegno <strong>della</strong> Confederazione e del<br />

suo Segretario Generale, Luigi Angeletti,<br />

si è fortemente spesa, affinché a tutte<br />

le categorie dei lavoratori di Alitalia,<br />

Piloti, Assistenti di Volo, Quadri, Funzionari<br />

Tecnici di linea e Personale di<br />

terra, fosse data una seconda opportunità<br />

ed al Paese non venisse a mancare la sua<br />

Compagnia di bandiera.<br />

Non possiamo però dimenticare che<br />

abbiamo vissuto mesi difficili, nei quali<br />

anche esprimere una opinione equilibrata<br />

e responsabile nei luoghi di lavoro era<br />

pretesto strumentalmente utilizzato da<br />

minoranze chiassose ed a volte violente<br />

per avvelenare il clima tra gli stessi colleghi.<br />

Sono stati momenti da dimenticare e<br />

sono convinto che il senso di responsabilità<br />

che ha prevalso e che ha guidato<br />

l’azione coordinata di Governo, Parti<br />

Sociali ed Enti regolatori, permettendo<br />

la ripartenza di Alitalia, costituisca un<br />

patrimonio di collaborazione che non<br />

dobbiamo assolutamente disperdere ma<br />

che, anzi, dobbiamo con perseveranza<br />

coltivare, affinché si assicuri quel riassetto<br />

del trasporto aereo che è fondamentale<br />

non solamente per il suo rilancio<br />

ma anche per la ripresa economica e<br />

sociale dell’intero Paese .<br />

E’ però indispensabile che si affrontino i<br />

nodi atavici del settore, partendo dalla<br />

gestione degli aeroporti, per evitare che<br />

politiche localistiche rendano il nostro<br />

sistema, da anni impegnato in lotte intestine<br />

campanilistiche, debole nei confronti<br />

dei competitori internazionali.<br />

Deve essere definitivamente individuato<br />

ed attuato un piano nazionale degli aeroporti<br />

che ci consenta di reggere la sfida<br />

con l’Europa e con i Paesi extraeuropei,<br />

soprattutto in vista <strong>della</strong> rivoluzione<br />

epocale portata dagli accordi Open<br />

Skies.<br />

Noi vogliamo continuare ad essere parte<br />

attiva del processo di rilancio del trasporto<br />

aereo italiano.<br />

Siamo una forza sociale responsabile<br />

PER LE STRADE D’EUROPA<br />

I CONVEGNI DELLA UILT<br />

con idee progressiste, lavoriamo per<br />

proporre soluzioni e per unire, piuttosto<br />

che per alimentare scontri e divisioni<br />

sempre dannosi per i lavoratori e per le<br />

imprese, senza però mai dimenticare le<br />

differenze dei ruoli di ognuno.<br />

Le Aziende devono mettere i Lavoratori<br />

nelle condizioni di poter condividere gli<br />

obiettivi ed i benefici che, una volta raggiunti,<br />

ne discendono.<br />

Il Sindacato, dal canto suo, deve essere<br />

pungolo per le imprese spingendole ad<br />

investire in strumenti produttivi e cresci-<br />

ta del personale e deve saper confrontarsi<br />

con le aziende in modo sempre meno<br />

conflittuale e sempre costruttivo.<br />

Ma anche quando il conflitto diventa<br />

inevitabile, questo deve essere efficacemente<br />

regolato in maniera da poter assicurare<br />

i necessari equilibri.<br />

Equilibrio tra il diritto di sciopero e tra<br />

quello alla mobilità. Ma non solo: equilibrio<br />

tra i diritti <strong>della</strong> maggioranza e<br />

quelli <strong>della</strong> minoranza.<br />

I lavoratori per primi e gli utenti non<br />

possono più pagare il prezzo del ricatto<br />

di minoranze irresponsabili che in ragione<br />

di una, sino ad ora, poco efficace<br />

regolamentazione del diritto di sciopero,<br />

hanno messo sotto scacco l’intero Paese<br />

e determinato un clima ostile nei confronti<br />

dell’intera categoria.<br />

Il sacrosanto strumento dello sciopero<br />

deve essere utilizzato con consapevolezza<br />

ed attuato solamente quando non è<br />

possibile difendere in altro modo i diritti<br />

collettivi dei lavoratori e mai per sostenere<br />

interessi o peggio privilegi corporativi<br />

che finiscono, tra l’altro per depotenziare<br />

e delegittimare l’azione sindacale.<br />

La nostra capacità, quindi, deve essere<br />

quella di saper coniugare la difesa di<br />

diritti sostanziali dei lavoratori con le<br />

esigenze dei processi di ristrutturazione,<br />

nella consapevolezza che la difesa dei<br />

diritti non si ottiene con l’immutabilità<br />

delle cose, ma con il loro adeguamento<br />

alle trasformazioni che si sono verificate<br />

nell’ambito <strong>della</strong> nostra società.<br />

Più saremo propositivi, più riusciremo<br />

ad innovare. Più difenderemo i diritti<br />

delle persone garantendo loro un sistema<br />

di protezione sociale e di tutele adeguato<br />

alla evoluzione <strong>della</strong> nostra società,<br />

più saremo capaci di realizzare il<br />

necessario equilibrio tra gli interessi che<br />

noi rappresentiamo, cioè quelli dei lavoratori,<br />

con gli interessi più generali del<br />

Paese.<br />

Salutiamo quindi con favore il disegno<br />

di legge delega relativo alla revisione<br />

del diritto di sciopero approvato dal<br />

Consiglio dei Ministri il 27 Febbraio<br />

scorso che se pur ha raccolto la sostanza<br />

delle nostre posizioni ed anche alcuni<br />

nostri suggerimenti come ad esempio lo<br />

“sciopero Virtuale”, modalità questa, a<br />

mio avviso, non sempre praticabile e che<br />

non può essere resa comunque obbligatoria,<br />

che la UIL propone dal lontano<br />

2001 e che la UILTRASPORTI ha praticato<br />

con successo in diverse occasioni<br />

proprio nel Trasporto Aereo, necessita<br />

comunque di approfondimenti (la “legge<br />

delega” lo permette).<br />

Siamo comunque contrari alla previsione<br />

<strong>della</strong> dichiarazione preventiva di adesione<br />

allo sciopero ed al ruolo, tutto da<br />

rivedere, <strong>della</strong> “Commissione per le<br />

relazioni di lavoro” nuova denominazione<br />

<strong>della</strong> “vecchia Commissione di


garanzia” le cui prerogative,<br />

negli anni, sono<br />

andate, a mio avviso,<br />

ben aldilà delle iniziali<br />

attribuzioni come cercherò<br />

in seguito di spiegare.<br />

Ed è in questa stessa<br />

logica di confronto<br />

costruttivo, lo sottolineiamo,<br />

che il Sindacato<br />

negli ultimi anni ha firmato,<br />

con il Governo,<br />

protocolli d’intesa di<br />

importanza fondamentale<br />

per il risanamento<br />

ed il rilancio del trasporto<br />

aereo, purtroppo<br />

mai concretamente realizzato, che hanno<br />

però costretto le lavoratrici ed i lavoratori<br />

di questo settore a sacrifici enormi,<br />

non più replicabili, che rischiano di<br />

andare perduti, se non finalizzati a prospettive<br />

certe e definitive di consolidamento<br />

e di sviluppo.<br />

Non è dunque più possibile incidere sul<br />

costo del lavoro ed occorre un impegno<br />

congiunto con l’obiettivo di reimpiegare<br />

il prima possibile i Lavoratori posti in<br />

Cigs; è giunto il momento, insomma, di<br />

vedere tutti gli altri “attori dello scenario<br />

del trasporto aereo” impegnati in uno<br />

sforzo simile a quello che i lavoratori<br />

hanno già fatto.<br />

Non v’è dubbio che il lavoro sia cambiato:<br />

accanto a nuclei sempre più ristretti<br />

di lavoratori a tempo indeterminato, ci<br />

sono lavoratori posti in cassa integrazione<br />

ed altri con i più diversi contratti di<br />

lavoro: part-time, tempo determinato,<br />

formazione lavoro, collaborazione coordinata<br />

e continuativa, e così via.<br />

Mi riferisco ad un fenomeno, ad un brutto<br />

fenomeno a mio avviso, quello di un<br />

precariato diffuso e spesso immotivato<br />

che tocca una buona parte del mercato<br />

del lavoro e quello del trasporto aereo in<br />

particolare, dove il precariato è una realtà<br />

esasperata: per buona pace di coloro<br />

che sostengono che in Italia non ci sia<br />

flessibilità!<br />

La flessibilità “sfrenata” non si coniuga<br />

però per niente con le regole <strong>della</strong> quali-<br />

I CONVEGNI DELLA UILT<br />

tà. Una flessibilità eccessiva pregiudica<br />

quel minimo di fedeltà e di continuità<br />

necessari nel rapporto tra il lavoratore e<br />

l’impresa.<br />

Poiché, soprattutto nel trasporto aereo,<br />

le aziende ed i vettori competeranno<br />

sulla base del parametro “qualitativo”, la<br />

flessibilità portata alle estreme conseguenze<br />

non sarà un fattore particolarmente<br />

indicato.<br />

Se un’azienda investe in formazione e<br />

crea professionalità, deve essere interessata<br />

a non perderne il valore e, di conseguenza,<br />

ad incentivare la nascita di<br />

nuove modalità di lavoro a tempo indeterminato.<br />

Il lavoro, comunque, era e<br />

rimane un elemento fondamentale di<br />

identificazione <strong>della</strong> persona nel suo<br />

rapporto con gli altri.<br />

Il settore del trasporto aereo ha subito<br />

negli ultimi anni una trasformazione<br />

profonda, ove la liberalizzazione dei<br />

mercati di pertinenza dei Vettori e dei<br />

Gestori aeroportuali ha messo in evidenza<br />

tutta la fragilità del sistema, per come<br />

questo ha risentito delle variazioni dei<br />

fattori di crescita economica e di stabilità<br />

politica sia a livello interno che globale.<br />

La nuova Compagnia di bandiera ha<br />

bisogno, per poter partire nel migliore<br />

dei modi ed aggredire il mercato, di operare<br />

in un contesto regolamentato e<br />

sano.<br />

Oggi, a differenza del passato, può muo-<br />

5<br />

versi seguendo solamente<br />

scelte di tipo<br />

industriale dettate dal<br />

razionale impiego di<br />

uomini e mezzi e utilizzando<br />

le infrastrutture<br />

più congeniali alle<br />

sue esigenze, senza<br />

dover più soddisfare<br />

tossiche richieste <strong>della</strong><br />

politica o di qualche<br />

sindacato o dover soccombere<br />

a spinte campanilistiche.<br />

Ma tutto ciò non è<br />

ancora sufficiente. E’<br />

fondamentale che il<br />

Governo dia la possibilità<br />

ad Alitalia, per consentirne il suo<br />

definitivo decollo, di lavorare in un contesto<br />

aeroportuale definito e regolamentato.<br />

Il sistema degli aeroporti esige una profonda<br />

rivisitazione.<br />

E’ necessario eliminare i fenomeni di<br />

campanilismo da cui deriva il cannibalismo<br />

tra strutture limitrofe che di fatto<br />

impediscono un esercizio di reti e traffico<br />

coerente e competitivo con gli scali<br />

europei, che continuano a prosperare<br />

anche grazie al continuo afflusso di passeggeri<br />

Italiani.<br />

Si deve capire che la raccolta dei flussi<br />

di passeggeri non potrà cosi mai essere<br />

concentrata come avviene in Francia,<br />

Germania ed Inghilterra.<br />

Vanno dunque identificati i bacini di<br />

riferimento ed individuate le missioni di<br />

ciascuna struttura, così come è stato<br />

fatto nel resto d’Europa.<br />

E’ necessario che l’organo politico attui<br />

una strategia che porti ad una pianificazione<br />

coerente con le necessità del<br />

nostro Paese.<br />

Si deve ben comprendere che le esigenze<br />

di mobilità del cittadino italiano, considerato<br />

che il potenziamento dei collegamenti<br />

terrestri è reso difficoltoso dalla<br />

impossibilità di dotarsi in tempi brevi di<br />

nuove infrastrutture quali strade, autostrade<br />

e linee ferroviarie, incredibilmente<br />

costose nel nostro Paese a causa anche<br />

degli ostacoli quali le Alpi o gli Appen-<br />

PER LE STRADE D’EUROPA


6<br />

nini, potranno essere soddisfatte solamente<br />

con il potenziamento del trasporto<br />

aereo e pertanto gli aeroporti vanno<br />

considerati infrastrutture indispensabili.<br />

La crisi economica ha schiacciato verso<br />

il basso i redditi <strong>della</strong> popolazione italiana<br />

e il risultato di una minore disponibilità<br />

economica delle famiglie si riscontra<br />

nella crescita <strong>della</strong> domanda di consumi<br />

a basso costo, che e ha portato al consolidamento<br />

delle compagnie low cost .<br />

Mantenere un atteggiamento passivo<br />

volto a dimostrare che il mercato è oramai<br />

povero, significherà assecondare<br />

sostanzialmente un’offerta di basso<br />

valore aggiunto, a vantaggio di vettori<br />

per lo più stranieri.<br />

Va da sé che il voler fare riferimento<br />

all’utilizzo di aeroporti esteri e compagnie<br />

straniere, come suggerito da alcuni<br />

opinionisti, che per usare un eufemismo<br />

possiamo aggettivare, “confusi”, non<br />

rappresenta certamente un risultato<br />

favorevole per il nostro paese.<br />

E’ inammissibile che in Italia ci siano<br />

compagnie primarie che pagano le previste<br />

tariffe e tasse aeroportuali ed altre,<br />

magari straniere, che ottengono forti<br />

sconti o addirittura non pagano nulla.<br />

In alcuni casi percepiscono addirittura<br />

incentivi economici per il solo fatto di<br />

collegare uno scalo dalle pretenziose<br />

speranze di sviluppo. Chiediamo, e crediamo<br />

di averne il diritto, una puntuale<br />

verifica da parte delle Istituzioni.<br />

Persino l’attività di Aviazione Generale,<br />

delle scuole di volo e delle aziende di<br />

lavoro aereo (soccorso, anti-incendio,<br />

agricolo, taxi, ecc.) è stata sempre<br />

immaginata come onerosa ed elitaria.<br />

Dell’aviazione Generale non è mai stato<br />

pienamente riconosciuto il formidabile<br />

ritorno per la collettività, senza considerare<br />

la ricaduta qualitativa ed economica<br />

che comporterebbe un pieno sviluppo in<br />

questo campo, in analogia con quanto<br />

recentemente avviato nel settore nautico<br />

diportistico.<br />

L’incentivazione dell’Aviazione Generale<br />

comporterebbe comunque vantaggi<br />

nello sviluppo dell’industria delle<br />

costruzioni aeronautiche (già forte di<br />

una storica presenza), nel campo <strong>della</strong><br />

PER LE STRADE D’EUROPA<br />

I CONVEGNI DELLA UILT<br />

ricerca, <strong>della</strong> tecnologia avanzata e <strong>della</strong><br />

componentistica, nello sviluppo di iniziative<br />

intermodali, turistiche, sociali,<br />

con un considerevole vantaggio occupazionale<br />

di tipo altamente qualificato.<br />

Torniamo sempre al medesimo punto<br />

critico: la mancanza di condivisione di<br />

strategie che portino al rilancio di questo<br />

importante settore.<br />

Anche le scuole di volo, che in molti<br />

casi rappresentano piccoli esempi di<br />

eccellenza organizzativa, hanno bisogno<br />

di muoversi all’interno di una struttura<br />

organica ed integrata nel Trasporto<br />

aereo Nazionale, per produrre occupazione<br />

ed apportare forze fresche ed innovative<br />

al sistema.<br />

A tale proposito ritengo fondamentale<br />

ricordare come la nostra Aeronautica<br />

Militare, per decenni fucina di altissime<br />

professionalità nel ruolo Piloti e Tecnici,<br />

non può più necessariamente essere considerata<br />

l’unica struttura a sopportare il<br />

peso ed il costo <strong>della</strong> formazione e dell’addestramento.<br />

Anch’essa deve fare fronte a sfide innovative<br />

che non possono più permettere<br />

la costante fuoriuscita di personale altamente<br />

qualificato a vantaggio dei settori<br />

civili.<br />

Il trasporto aereo deve insomma impara-<br />

re a camminare con le proprie gambe<br />

curandosi anche, alla stregua di altri settori<br />

altrettanto specializzati, <strong>della</strong> formazione.<br />

Uno dei temi più strettamente attinenti<br />

al ruolo di Sindacato è indubbiamente la<br />

trattativa contrattuale. In tale ambito il<br />

trasporto aereo non si smentisce e permane<br />

in testa alla classifica per carenza<br />

di innovazione.<br />

La <strong>Uiltrasporti</strong> da anni chiede che si<br />

affronti il tema del Contratto Nazionale<br />

per Piloti, Assistenti di Volo e Personale<br />

di terra.<br />

Un contratto che regoli le attività delle<br />

diverse professionalità che operano<br />

attorno al volo nel rispetto delle loro<br />

specificità, e che fornisca agli operatori<br />

un chiaro quadro di riferimento a tutela<br />

dei lavoratori e delle imprese che seriamente<br />

affrontano il mercato garantendo<br />

sicurezza e qualità.<br />

Abbiamo avanzato la richiesta di pervenire<br />

ad un Contratto Nazionale per tutto<br />

il personale di terra del trasporto aereo e<br />

delle attività aeroportuali che contempli<br />

quindi le specificità e le tipologie di attività<br />

così come previste dal decreto Legislativo<br />

18/99, nonché le altre svolte<br />

nelle compagnie aeree, e, in genere, nel<br />

settore aeroportuale.


La nostra richiesta, è rafforzata anche<br />

dall’esigenza di superare, attraverso un<br />

impianto capace di tutelare l’insieme del<br />

lavoro ed in una prospettiva di più<br />

ampio respiro, antiche logiche aziendali<br />

monopolistiche, inserite in un contesto<br />

liberalizzato.<br />

E’ necessario estendere la “clausola<br />

sociale”, strumento concreto ed esigibile<br />

per affrontare senza traumi il passaggio<br />

di attività e quindi di lavoratori tra<br />

aziende esercenti i servizi aeroportuali<br />

di assistenza a terra, garantire l’allineamento<br />

delle diverse condizioni e recuperare<br />

nel contempo aree di incertezza<br />

interpretativa o peggio di applicazione<br />

diversificata di uno stesso istituto nei<br />

vari scali italiani.<br />

Se pensiamo al rilancio del Trasporto<br />

Aereo non possiamo non avviare riflessioni<br />

su due questioni fondamentali<br />

quali la eccessiva<br />

conflittualità e la persistente<br />

frammentazione<br />

sindacale, entrambe strettamente<br />

intrecciate tra<br />

loro.<br />

Alla luce delle esperienze<br />

maturate nel corso degli<br />

anni, salutiamo con favore,<br />

come ho già detto<br />

prima l’intervento in atto,<br />

di revisione <strong>della</strong> legislazione<br />

sulla regolamentazione<br />

dell’esercizio di<br />

sciopero per gli evidenti<br />

limiti palesati nella sua<br />

applicazione pratica.<br />

A nostro giudizio, la normativa in materia<br />

aveva sostanzialmente fallito i propri<br />

obiettivi in quanto non era riuscita a<br />

coniugare le esigenze degli utenti con<br />

quelle dei lavoratori, non aveva assicurato<br />

pari dignità alle parti e non aveva<br />

ridotto la frammentazione sindacale.<br />

Un primo dato che si evidenziava, era la<br />

mancata tutela delle organizzazioni sindacali<br />

più rappresentative a causa <strong>della</strong><br />

rarefazione oggettiva che consentiva a<br />

qualsiasi associazione sindacale, prescindendo<br />

dalla propria rappresentatività,<br />

di prenotare la giornata per effettuare<br />

lo sciopero.<br />

I CONVEGNI DELLA UILT<br />

Un sistema che determina un indubbio<br />

vantaggio dei sindacati più corporativi<br />

che tendevano ad occupare molte delle<br />

date disponibili vietando, di fatto, alle<br />

organizzazioni confederali di praticare<br />

nei casi che lo richiedono, il diritto di<br />

sciopero (emblematico e clamoroso<br />

quanto accaduto in Enav dove, nel 2004,<br />

furono proclamati ben 112 scioperi, di<br />

cui solo 20 effettuati!).<br />

Non vi è dubbio, poi, che il problema<br />

principale sorto nella applicazione <strong>della</strong><br />

146/1990 concerne il ruolo <strong>della</strong> ormai<br />

ex Commissione di garanzia, oggi Commissione<br />

per le relazioni di lavoro, nella<br />

definizione delle regole da osservare<br />

nell’esercizio del diritto di sciopero.<br />

Al riguardo, è bene ricordare che il legislatore<br />

del 1990 aveva inteso affidare<br />

alle parti sociali la definizione delle<br />

regole dell’esercizio del diritto di sciopero<br />

rimettendo all’accordo tra le parti<br />

l’individuazione delle prestazioni indispensabili<br />

da garantire in occasione<br />

dello stesso e che, nell’impianto originario,<br />

la Commissione, in mancanza di<br />

accordo o di accordo valutato inidoneo,<br />

aveva solo un potere di proposta dei<br />

minimi di servizio da garantire.<br />

Al contrario, le innovazioni introdotte<br />

dalla legge 83/2000 hanno profondamente<br />

minato il potere normativo delle<br />

organizzazioni sindacali di definizione<br />

delle regole sullo sciopero, attribuendo<br />

alla provvisoria regolamentazione <strong>della</strong><br />

7<br />

Commissione una funzione sostitutiva<br />

dell’accordo con ciò espropriando le<br />

stesse organizzazioni sindacali del potere<br />

di dettare le regole sullo sciopero ed<br />

altrettanto concretamente l’equilibrio fra<br />

le parti in conflitto. Nel prosieguo <strong>della</strong><br />

sua attività, la Commissione ha, a mio<br />

avviso, ulteriormente occupato spazi<br />

interpretativi che non le competevano.<br />

Occorre quindi che il disegno di legge<br />

delega, riprenda lo spirito iniziale che<br />

portò nel 1990 alla introduzione <strong>della</strong><br />

legge sulla regolamentazione dell’esercizio<br />

del diritto di sciopero rafforzando<br />

tutta la fase relativa alla prevenzione del<br />

conflitto ed alla sua regolazione.<br />

Nelle aziende dei servizi pubblici e non<br />

solo in quelle del trasporto si assiste purtroppo<br />

ad una vera e propria “atomizzazione<br />

<strong>della</strong> rappresentanza”. Non comprendiamo<br />

pertanto e per<br />

inciso perché la “riforma”<br />

debba interessare solamente<br />

questo settore.<br />

Tuttavia non possiamo<br />

disconoscere la necessità<br />

di intervento nel comparto<br />

dei trasporti in generale<br />

ed del trasporto aereo in<br />

particolare considerato<br />

che in quest’ultimo vi<br />

operano o operavano<br />

decine di sigle sindacali<br />

che si contendevano spazio<br />

politico e ruolo contrattuale<br />

con la conseguenza<br />

di avere “scioperi<br />

a sciame”, “effetto alone”<br />

sulla stampa e un elevato impatto negativo<br />

sull’opinione pubblica.<br />

Ma a tutto ciò speriamo possa efficacemente<br />

porre rimedio la riforma in atto.<br />

Se pensiamo al rilancio del trasporto<br />

aereo non possiamo non avviare una<br />

importante riflessione sull’ ENAC<br />

Abbiamo più volte sottolineato l’importanza<br />

dell’assetto normativo e <strong>della</strong> necessaria<br />

organizzazione delle funzioni di controllo:<br />

l’Ente Nazionale dell’Aviazione<br />

Civile, è ai sensi del codice <strong>della</strong> navigazione,<br />

l’unica autorità di regolazione tecnica,<br />

certificazione, vigilanza e controllo<br />

sull’intero settore dell’aviazione civile.<br />

PER LE STRADE D’EUROPA


8<br />

Siamo convinti che l’ENAC nello svolgimento<br />

<strong>della</strong> propria attività istituzionale<br />

di regolazione e controllo nel settore<br />

debba essere il promotore dello sviluppo<br />

dell’Aviazione Civile, garantendo<br />

al paese, in particolare agli utenti e alle<br />

imprese, la sicurezza dei voli, la tutela<br />

dei diritti, la qualità dei servizi e l’equa<br />

competitività nel rispetto dell’ambiente.<br />

È fondamentale che l’ENAC rivolga<br />

l’attenzione ai cittadini specie sulla qualità<br />

dei servizi offerti ai passeggeri i cui<br />

bisogni costituiscono la vera “mission”<br />

dell’Ente.<br />

L’Ente è uno dei principali attori dell’azione<br />

di sviluppo dell’Aviazione<br />

Civile sia nell’ambito nazionale che<br />

internazionale e tale azione deve essere<br />

perseguita attraverso una forte collaborazione<br />

di tutti i soggetti coinvolti, istituzioni,<br />

operatori del settore e forze<br />

sociali.<br />

L’ENAC, al fine di svolgere la missione<br />

istituzionale affidatagli, deve essere<br />

dotato di maggiori risorse umane e<br />

mezzi finanziari.<br />

La sua struttura deve essere in grado di<br />

formare una compagine capace ed autorevole,<br />

in grado di individuare e sostenere<br />

le migliori strategie per lo sviluppo<br />

nazionale ed internazionale dell’Ente,<br />

superando i momenti di grande sofferenza,<br />

frammentazione ed incertezza che<br />

caratterizzano l’attuale panorama del<br />

trasporto aereo.<br />

Alcuni passi in avanti sono stati compiuti<br />

negli ultimi anni relativamente ad<br />

alcune delicate materie,<br />

giungendo ad una più chiara<br />

definizione delle competenze<br />

delle parti coinvolte ovvero<br />

il Ministero, l’ENAC,<br />

ENAV e Gestori Aeroportuali.<br />

In particolare le ultime decisioni<br />

legislative, che affidano<br />

all’ENAC il ruolo di<br />

unico soggetto di regolazione,<br />

vigilanza e controllo nel<br />

settore del trasporto aereo,<br />

hanno rappresentato un<br />

primo passo in senso migliorativo.<br />

PER LE STRADE D’EUROPA<br />

I CONVEGNI DELLA UILT<br />

Appare palese come il rafforzamento del<br />

ruolo dell’Ente sia cruciale e debba<br />

necessariamente passare attraverso una<br />

rivalutazione dell’autonomia decisionale<br />

e gestionale ed una valorizzazione delle<br />

risorse interne .<br />

Nell’ ambito del panorama europeo e<br />

delle competenze sempre più numerose<br />

trasferite dalle Autorità nazionali all’EA-<br />

SA, Agenzia Europea per la Sicurezza<br />

del Volo, si avverte la pressante esigenza<br />

di garantire nel nostro Paese, una forte<br />

accelerazione nel processo di completa<br />

adozione <strong>della</strong> normativa internazionale<br />

e delle procedure ad essa collegate.<br />

Un esempio su tutti. Dopo anni non si è<br />

ancora provveduto al recepimento <strong>della</strong><br />

normativa FCL 3 in materia di requisiti<br />

psicofisici per il personale navigante e<br />

l’ENAC, competente in materia , non si è<br />

ancora dotato di una sezione di medicina<br />

aeronautica attraverso la quale svolgere<br />

le competenze affidate all’Ente in materia<br />

medica.<br />

Auspichiamo che attraverso opportuni<br />

provvedimenti organizzativi, si provveda<br />

rapidamente a recuperare il divario con<br />

l’Europa.<br />

Sempre a livello europeo ricordiamo che<br />

è stata emanata una Direttiva che ha<br />

come obiettivo quello di definire un quadro<br />

comune di regole e principi che<br />

disciplini gli aspetti fondamentali <strong>della</strong><br />

regolazione tariffaria e di dettare principi<br />

comuni per la definizione e riscossione<br />

dei diritti aeroportuali negli aeroporti<br />

Comunitari.<br />

Tale direttiva prevede che i Governi nazionali<br />

designino un’Autorità indipendente di<br />

vigilanza responsabile <strong>della</strong> corretta applicazione<br />

delle misure previste, e a nostro<br />

avviso tale Autorità non può che essere<br />

l’ENAC.<br />

L’Autorità di vigilanza può avvalersi di un<br />

sistema di finanziamento che comprenda<br />

l’imposizione di diritti a carico degli utenti<br />

degli aeroporti e dei gestori e fissa procedure,<br />

condizioni e criteri non discriminatori,<br />

trasparenti e obiettivi per la risoluzione<br />

delle controversie in caso di disaccordo<br />

tra gestori aeroportuali e vettori.<br />

Tale previsione consentirebbe di rivedere<br />

il ruolo dell’ENAC accentrando in capo ad<br />

esso altre funzioni oltre a quelle già previste<br />

dal decreto legislativo 250/1997 istitutivo<br />

dell’Ente.<br />

Il nuovo contesto normativo delineatosi a<br />

seguito delle innovazioni prodotte dal<br />

mutato scenario internazionale esige che<br />

l’ENAC, sottoposto alla vigilanza del<br />

Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti,<br />

assuma sempre di più la configurazione<br />

di un Ente cui viene affidata l’attuazione<br />

degli indirizzi elaborati in sede<br />

governativa ma al contempo, che sia dotato<br />

di maggiore autonomia.<br />

In conclusione proponiamo con convinzione<br />

che tale maggiore autonomia si concretizzi<br />

attraverso:<br />

• Adeguata flessibilità delle risorse<br />

umane;<br />

• Maggiori poteri ispettivi sui soggetti<br />

vigilati;<br />

• Autofinanziamento.<br />

In assenza di tali provvedimenti,<br />

le scelte governative<br />

sopratutto in materia economica<br />

continueranno a vincolare<br />

fortemente l’operatività<br />

dell’Ente che sarà costretto a<br />

svolgere le proprie funzioni<br />

in maniera precaria e senza<br />

la possibilità di incidere sull’intero<br />

settore.<br />

Poiché non è nostro desiderio<br />

che il Trasporto Aereo<br />

Italiano abbia un ruolo<br />

subordinato rispetto agli altri<br />

Paesi Europei, continueremo<br />

a batterci affinché l’ENAC


sia all’altezza del contesto europeo e<br />

internazionale .<br />

Anche per Agenzia Nazionale Sicurezza<br />

Volo valgono alcune considerazioni<br />

fatte per l’ENAC, ovvero la necessità di<br />

un cambiamento strutturale ed organizzativo<br />

che garantisca maggiore autonomia.<br />

Negli ultimi anni non abbiamo registrato<br />

alcun provvedimento in grado di<br />

rilanciare in modo efficace l’azione dell’ANSV<br />

che continua, con notevoli difficoltà,<br />

a garantire lo svolgimento di<br />

compiti istituzionali, malgrado il notevole<br />

sotto-organico.<br />

Con accenti sostanzialmente positivi e<br />

dulcis in fundo parliamo di ENAV Ente<br />

Nazionale di Assistenza al Volo, che<br />

negli ultimi anni si è saputo dare un<br />

indirizzo internazionale e dimostra oggi<br />

un capillare presidio del sistema.<br />

Con la sottoscrizione del rinnovo del<br />

Contratto di lavoro 2008-2011, si è raggiunto<br />

un importante obiettivo, che ha<br />

soddisfatto le attese dei lavoratori e dell’azienda.<br />

Questi risultati sono stati raggiunti grazie<br />

ad un clima collaborativo che nasce<br />

da anni di relazioni industriali basate sul<br />

rispetto e sulla correttezza reciproca,<br />

che solo un grande Sindacato ed una<br />

grande azienda possono instaurare.<br />

Abbiamo, insieme al management<br />

aziendale, istituito “l’Osservatorio<br />

Nazionale”, un istituto che coinvolge il<br />

Sindacato nei processi organizzativi, e<br />

ci permetterà di partecipare alle politiche<br />

economiche, di investimento, di sviluppo<br />

e di indirizzo <strong>della</strong> stessa.<br />

Vorrei, nel concludere questo mio, forse<br />

lungo ma spero non troppo noioso,<br />

intervento, auspicare che, grazie anche a<br />

questa giornata di lavori, si riesca a<br />

stringere un patto forte tra tutte le parti<br />

interessate affinché lo slogan di questo<br />

nostro convegno possa diventare una<br />

realtà e segni davvero il momento del<br />

rilancio del trasporto aereo e, permettetemi<br />

questa nota di ottimismo, <strong>della</strong><br />

ripresa economica e sociale del nostro<br />

Paese.<br />

Grazie per l’attenzione che avete voluto<br />

concedermi.<br />

I CONVEGNI DELLA UILT<br />

L’intervento del<br />

Ministro Matteoli<br />

Sono molto contento di partecipare a<br />

questo incontro, perché mi da’<br />

l’opportunità di fare, con voi, il<br />

punto <strong>della</strong> situazione e scambiarci le<br />

idee su come operare, anche alla luce dell’ampia<br />

relazione di Caronia.<br />

Sono grato alla Uil Trasporti che, proseguendo<br />

una consolidata tradizione di<br />

impegno sociale e civile, ci invita a riflettere<br />

sulle prospettive del trasporto aereo<br />

nel nostro Paese e sulle scelte fondamentali<br />

da compiere per ridare certezza, qualità,<br />

competitività, ad un sistema fondamentale<br />

per la mobilità dei cittadini.<br />

Un sistema che sta attraversando una<br />

lunga fase di travaglio e incertezza.<br />

E’ proprio questa fase di travaglio - per<br />

molti aspetti dolorosa e, certo, controversa<br />

che si è conclusa il 12 gennaio scorso -<br />

che ci costringe a uscire dalla logica delle<br />

denunce, dalla sterile contrapposizione e<br />

ci sprona a decidere, a deliberare su quali<br />

problematiche sia opportuno intervenire<br />

e quali strumenti applicare per una revisione<br />

delle norme, adeguando comportamenti,riqualificando<br />

il pubblico ed il<br />

privato.<br />

Il Governo ha l’onore<br />

e l’orgoglio di<br />

avere portato a positiva<br />

soluzione la<br />

crisi Alitalia, e dà<br />

atto volentieri alle<br />

parti sociali, ai sindacati<br />

confederali,<br />

all’azienda integralmente<br />

privata che è<br />

subentrata alla vecchia<br />

e ormai dissestata<br />

Alitalia statale,<br />

agli enti di controllo,<br />

in particolare ad<br />

ENAC e soprattutto<br />

alla stragrande mag-<br />

9<br />

gioranza dei lavoratori, di aver segnato<br />

un punto rilevante in una partita difficile,<br />

il cui esito poteva essere molto negativo<br />

per l’immagine del Paese e per la concreta<br />

sorte del settore.<br />

Il Governo, a cominciare dal Presidente<br />

del Consiglio, ha svolto in questa vicenda<br />

un compito doveroso e difficile e si è<br />

assunto, diversamente da altri, l’onere di<br />

decidere al termine di un dibattito sempre<br />

aperto, ampio e partecipato.<br />

Una decisione così difficile - come quella<br />

di privatizzare senza perdere il riferimento<br />

alla dimensione nazionale e non per<br />

ragioni puramente patriottiche, ma perché<br />

il Paese è autorevole se non perde<br />

terreno nei settori più avanzati - non si<br />

sarebbe ottenuta senza la cooperazione di<br />

tutti.<br />

E di questo consentitemi ancora una<br />

volta di ringraziare il Commissario Tajani<br />

che ha svolto con rigore ed imparzialità<br />

il suo compito nell’interesse comune<br />

dell’Europa e del nostro Paese.<br />

Ma veniamo al merito delle questioni<br />

urgenti che dobbiamo<br />

affrontare con la<br />

stessa determinazione<br />

che abbiamo<br />

mostrato già nel settore<br />

degli investimenti<br />

in infrastrutture<br />

per il rilancio<br />

dell’economia in<br />

una fase tra le più<br />

difficili del dopoguerra.<br />

Una prima questione<br />

è posta dal dato<br />

sul calo del trasporto<br />

aereo merci e parzialmente<br />

anche di<br />

quello passeggeri.<br />

La IATA, ottimamente<br />

guidata da<br />

PER LE STRADE D’EUROPA


10<br />

Giovanni Bisignani, ci informa che il<br />

calo del mese di dicembre relativamente<br />

al settore merci è stato di oltre il 20%.<br />

Molto di più che nel settembre 2001<br />

quando tutto il mondo venne paralizzato<br />

dalla violenza terroristica.<br />

La ripresa potrà avvenire prima se tornerà<br />

la fiducia dei mercati e degli investitori.<br />

Compito, questo, che il governo italiano,<br />

d’intesa con i governi europei e con una<br />

ampia concertazione internazionale, sta<br />

perseguendo con ogni cura e con tutti i<br />

mezzi che le finanze pubbliche e le regole<br />

comunitarie mettono a disposizione.<br />

C’è infatti una strettissima correlazione<br />

tra l’andamento dell’economia e quello<br />

del settore del trasporto aereo.<br />

Inoltre, al di là <strong>della</strong> recessione, si registra<br />

un forte rallentamento dell’economia<br />

cinese e di quella indiana, finora<br />

principali artefici <strong>della</strong> forte ripresa dell’ultimo<br />

triennio.<br />

Questo significa anche una riduzione<br />

degli ordinativi degli aeromobili prevista<br />

dalle aziende del settore, sostanzialmente<br />

un duopolio europeo-americano in cui<br />

l’Italia, come è noto, partecipa in maniera<br />

determinante attraverso aziende<br />

all’avanguardia nella componentistica<br />

avanzata e nella produzione specialistica<br />

di settore.<br />

Siamo preoccupati per le conseguenze di<br />

tale rallentamento e per questa ragione<br />

dobbiamo attuare insieme una politica di<br />

investimenti in ricerca e formazione,<br />

attraverso la sinergia tra Governo e parti<br />

sociali, affinché il comparto tenga e si<br />

rilanci.<br />

E’ necessario sostenere la nostra produzione,<br />

favorire la ricerca aerospaziale,<br />

investire sull’ingegnosità ed i saperi specialistici<br />

delle nostre università ed aziende<br />

di settore, per non trovarsi nelle secche<br />

dei mancati investimenti quando la<br />

crisi sarà superata.<br />

Nel campo internazionale questo comporta<br />

che la concertazione dovrà essere<br />

attuata attraverso intese e accordi bilaterali<br />

che un tempo furono veicolo di<br />

comunicazione tra Stati ed oggi, dopo<br />

l’Open Sky con gli USA e con il Canada,<br />

diventeranno la porta d’accesso ai mercati<br />

internazionali con robuste dosi di<br />

PER LE STRADE D’EUROPA<br />

I CONVEGNI DELLA UILT<br />

liberalizzazione tra le grandi aree del<br />

mondo.<br />

Noi stiamo facendo la nostra parte, come<br />

già avevamo fatto, direttamente e tramite<br />

l’ENAC, con la concessione di autorizzazioni<br />

provvisorie in attesa <strong>della</strong> formalizzazione<br />

degli accordi.<br />

Il Ministero degli Affari Esteri e quello<br />

delle Infrastrutture e dei Trasporti, che<br />

ho l’onore di guidare, lavoreranno con<br />

sempre maggior impegno per aprire, stimolare<br />

e rilanciare il traffico sia merci<br />

sia passeggeri.<br />

E’ anche giunto il tempo di verificare<br />

l’attendibilità attuale dei piani di investimento,<br />

di dare poteri sanzionatori in caso<br />

di inadempimento, di disegnare un piano<br />

nazionale degli aeroporti cui l’ENAC,<br />

con fondi ministeriali, sta già lavorando.<br />

Tra l’andamento<br />

dell’economia e quello<br />

del settore del trasporto<br />

aereo esiste una stretta<br />

correlazione<br />

Si tratti pure di una programmazione<br />

meramente indicativa, tuttavia è essenziale<br />

che si esca dal municipalismo in<br />

una materia così vasta e complessa. Sollecito<br />

dunque ENAC a presentarmi il<br />

piano che dovrà essere discusso ampiamente<br />

in tempi certi per divenire la<br />

nuova road map del trasporto aereo alla<br />

ricerca di più valore, di più efficienza e<br />

di maggiore caratura industriale.<br />

Dobbiamo anche ricostruire e dare centralità<br />

al passeggero e l’ulteriore stimolo<br />

ci viene dalla nuova direttiva europea in<br />

materia di tariffe aeroportuali, che va<br />

affidata ad un’autorità indipendente.<br />

Semplificare, aprire, accelerare, in modo<br />

da avere non solo certezza di entrate e,<br />

quindi, maggiore possibilità di investimento,<br />

ma dosando ogni variazione tariffaria<br />

in rapporto alla soddisfazione del<br />

cliente.<br />

E’ del tutto evidente, infatti, che la sicurezza<br />

e la qualità dei servizi resi al passeggero<br />

devono restare il faro principale<br />

dell’azione tecnica e dell’indirizzo politico<br />

ministeriale.<br />

La cultura dell’accoglienza, che non è<br />

solo imposta dalla dura legge del mercato,<br />

deve essere un valore irrinunciabile<br />

<strong>della</strong> persona e del suo diritto alla mobilità,<br />

al lavoro, al commercio nel senso<br />

più alto dell’espressione, come scambio<br />

non solo di oggetti e beni, ma anche di<br />

culture, di valori, di desideri e di conquiste.<br />

Infine, devo rammentare che l’Enac è<br />

riuscita in questo primo decennio a mettere<br />

in campo competenza e cooperazione<br />

istituzionale, sempre attenta e limpida<br />

nei confronti del Ministro vigilante.<br />

Non era facile far nascere un nuovo<br />

organismo da due storie così radicate,<br />

l’una nella cultura amministrativa dell’aviazione<br />

civile e l’altra in quella tecnologica<br />

delle certificazioni del registro<br />

aeronautico.<br />

Ma oggi, anche qui, bisogna andare<br />

avanti per realizzare veramente l’Autorità<br />

unica del settore, anche attraverso una<br />

rivisitazione normativa che colga lo<br />

spunto <strong>della</strong> direttiva comunitaria per<br />

aggiornare funzioni, competenze e<br />

soprattutto la flessibilità di impiego.<br />

Una riforma che certamente include<br />

l’Enac, ma riguarderà tutto il settore.<br />

Anche per esso la politica dovrà svolgere<br />

il suo precipuo compito di servizio e di<br />

tutela dell’interesse generale.<br />

Vi assicuro che accoglierò con molto<br />

favore ogni vostro suggerimento e il mio<br />

impegno sarà teso a risolvere le problematiche<br />

in un’azione condivisa e concertata,<br />

per il rilancio del settore.<br />

In conclusione, condivido le considerazioni<br />

di Caronia sul disegno di legge che<br />

intende innovare la materia che regolamenta<br />

gli scioperi. Fa piacere che una<br />

parte importante del sindacato intenda<br />

confrontarsi con il governo ed il Parlamento<br />

per dare al Paese una norma<br />

moderna che impedisca al settore dei<br />

trasporti di rimanere preda e, quindi,<br />

bloccato dalle innumerevoli ed irrazionali<br />

proteste ed astensioni dal lavoro<br />

spesso immotivate ed utili solo all’interesse<br />

di pochi e che colpiscono, fino ad<br />

annullarlo, l’interesse generale dei cittadini<br />

privati del sacrosanto diritto alla<br />

mobilità.


I CONVEGNI DELLA UILT 11<br />

Rocco Sabelli alla tribuna<br />

Cauto ottimismo, e determinata<br />

volontà di operare, bene e subito,<br />

nelle parole del A.D. di Alitalia,<br />

Ing. Rocco Sabelli. E’ una partita,<br />

(ha esordito così il suo intervento) che<br />

Alitalia si può giocare e vincere se saremo<br />

tutti attenti e collaborativi a portare<br />

avanti il “progetto”. Nei primi 50 giorni<br />

ha detto l’A.D. abbiamo trasportato<br />

circa 60 mila passeggeri (29.065 Alitalia,<br />

29.065 Airone) ed abbiamo garantito<br />

al 98% la regolarità dei nostri voli. C’è<br />

costato uno sforzo, che pensiamo sia<br />

valsa la pena, far volare aerei anche<br />

vuoti o non sufficientemente pieni pur di<br />

mantenere integra l’immagine e la fiducia<br />

nella Compagnia. Devo dire ha proseguito<br />

Sabelli che se non fossero stati<br />

assunti tempestivamente, già alcuni<br />

mesi fa, i provvedimenti presi di carattere<br />

industriale e sociale (ammortizzatori<br />

sociali in primis) oggi alla luce <strong>della</strong><br />

crisi non sarebbe stato possibile erogarli.<br />

Dobbiamo far tesoro di questo “vantaggio”:<br />

e a proposito <strong>della</strong> crisi l’A.D. di<br />

Alitalia ha ricordato i dati I.A.T.A.<br />

secondo i quali il 2008 si è chiuso con il<br />

12% di perdite del trasporto aereo mondiale<br />

(8 miliardi di euro: 1 miliardo<br />

riguarda Alitalia).<br />

C’è stato un ridimensionamento mondiale<br />

dovuto alla “grande crisi”, noi lo<br />

avevamo avuto con qualche mese di<br />

anticipo… Dopo aver definito “terribili”<br />

i primi 50 giorni di Alitalia, Sabelli si è<br />

spinto a dire: “adesso va meglio, (i primi<br />

giorni di Marzo abbiamo raggiunto il<br />

60% di load factor) cominciamo a riempire<br />

gli aerei”, siamo pronti a misura di<br />

“concorrenza” sul mercato, offerta<br />

nuova sulle tariffe, taglio dei costi più<br />

attuabili, prezzi più bassi, ripristino<br />

delle frecce alate, introduzione di 2<br />

nuovi aerei al mese, in un anno faremo 1<br />

miliardo di nuovi investimenti.<br />

L’A.D. di Alitalia ha toccato il tema<br />

delicato (e spinoso…) <strong>della</strong> concorrenza<br />

con F.S. specificando quanto è in procinto<br />

di fare la Compagnia, specie per<br />

quanto riguarda la Roma-Milano.<br />

Stiamo lavorando su due fronti. Il<br />

primo, logistico, che ha come obiettivo<br />

la riduzione dei tempi di viaggio, intervenendo<br />

sui tempi morti a terra. Stiamo<br />

lavorando con Aeroporti di Roma e SEA<br />

per mettere in piedi sia varchi d’ingresso<br />

che banchi d’accettazione dedicati solo<br />

a questa tratta. Puntando anche a imbarcare<br />

i passeggeri dai cosiddetti “finger”,<br />

evitando il trasferimento in bus. “Con<br />

queste mosse stimiamo di recuperare<br />

20-25 minuti”.<br />

L’altro cantiere aperto è quella di una<br />

completa rivoluzione tariffaria, con l’introduzione<br />

di una serie di tariffe low<br />

cost per il servizio tra Linate e Fiumicino.<br />

Le tariffe più basse (i prezzi per i<br />

viaggi nel week-end sono già calati di<br />

molto) sarebbero riservate a chi prenota<br />

Amministratore delegato di Alitalia<br />

in anticipo di tre-quattro giorni, puntando<br />

sui voli (di solito quelli a metà giornata)<br />

che tradizionalmente viaggiano<br />

con coefficienti di riempimento più<br />

basso.<br />

Non sono mancati, nell’intervento di<br />

Sabelli i riferimenti allo stato delle<br />

“relazioni industriali” dell’Azienda. Ed<br />

il discorso è scivolato sul “comportamento”<br />

tenuto dai sindacati che a parere<br />

dell’Amministratore Delegato debbono<br />

essere “orgogliosi” del loro fecondo<br />

apporto alla soluzione <strong>della</strong> vertenza<br />

Alitalia, ma c’è di più, ha aggiunto: se<br />

oggi si può parlare di nuove regole sullo<br />

sciopero e di maggiore trasparenza dei<br />

comportamenti nonché sulla necessità di<br />

stabilire norme chiare sulla rappresentanza<br />

sindacale, tutto questo si deve<br />

anche ai comportamenti responsabili<br />

tenuti dalle parti sociali in esito ai problemi<br />

insorti in questo essenziale e strategico<br />

settore.<br />

PER LE STRADE D’EUROPA


12<br />

L’intervento di<br />

Desidero innanzitutto ringraziare<br />

la UIL per l’invito a questo interessante<br />

confronto sulle problematiche<br />

del settore del trasporto aereo,<br />

ed un ringraziamento particolare a Caronia<br />

per le sue parole di apprezzamento<br />

nei confronti di ENAV.<br />

A chi parla tra gli ultimi è fatto obbligo<br />

di essere sintetico ed io cercherò di attenermi<br />

a questo.<br />

Il titolo del convegno parla di rilancio e<br />

la voglia di rilancio non è soltanto un<br />

ovvio auspicio, ma anche il modo<br />

migliore per rispondere attivamente a<br />

questa profonda crisi, che non è solo italiana<br />

ma mondiale; condivido quanto<br />

detto da Sabelli, che questa crisi appare<br />

sottovalutata.<br />

Crisi che sta fortemente deteriorando<br />

i volumi di traffico e<br />

“minando” di conseguenza<br />

l’equilibrio economico di tutti<br />

gli operatori del settore, ENAV<br />

compresa . Ricordo che ENAV<br />

vive con i corrispettivi dei servizi<br />

resi, e non ha sostanzialmente<br />

contributi dallo Stato.<br />

Dai dati di traffico infatti emerge,<br />

soprattutto nell’ultimo trimestre<br />

del 2008, una decisa e<br />

repentina contrazione <strong>della</strong><br />

domanda a livello mondiale<br />

che ha portato, per i soli vettori,<br />

una perdita di circa 8 miliardi<br />

di dollari nel 2008. Ed è proprio<br />

in relazione a tale trend<br />

che IATA ha rivisto nei giorni<br />

scorsi le stime di traffico, riducendo<br />

di ben 12 punti percentuali<br />

la precedente previsione<br />

di crescita per il prossimo biennio<br />

2009-2010: la peggiore previsione<br />

degli ultimi 50 anni.<br />

Comunque IATA prevede che<br />

la domanda riprenderà il trend<br />

I CONVEGNI DELLA UILT<br />

Guido Pugliesi<br />

PER LE STRADE D’EUROPA<br />

positivo di crescita a partire dal 2011:<br />

cosa naturalmente auspicata da tutti noi.<br />

In Italia poi la crisi é ancora più pesante,<br />

perché alla crisi mondiale si sommano<br />

gli effetti <strong>della</strong> vicenda Alitalia.<br />

Un dato significativo di questa congiuntura<br />

è rappresentato dal confronto<br />

dicembre 2008-dicembre 2007 del traffico<br />

gestito da ENAV, che si è ridotto<br />

del 14,5%, con un numero di voli Alitalia,<br />

fatturati da EUROCONTROL (e<br />

quindi un dato ufficiale) diminuiti del<br />

58%. Ricordo che ENAV tiene conto del<br />

volato e non del numero dei passeggeri.<br />

Un ulteriore motivo di criticità è la concorrenza<br />

del treno ad Alta Velocità: è<br />

notizia di questi giorni che sul volo<br />

Roma – Linate si imbarcano 2mila pas-<br />

Amministratore delegato Enav<br />

seggeri in meno al giorno, a favore dei<br />

treni veloci.<br />

Mi stupisce peraltro che questa concorrenza<br />

sia stata scoperta solo ora: da<br />

tempo si sapeva che la TAV stava arrivando.<br />

Mi è comunque piaciuto ascoltare<br />

da Sabelli come Alitalia sta reagendo<br />

a questa concorrenza, così da migliorare<br />

tutto il sistema.<br />

Per fare fronte a questa<br />

situazione cosa stiamo facendo<br />

noi come ENAV?<br />

1) innanzitutto stiamo continuando nell’opera<br />

di efficientamento che ci ha<br />

consentito di ridurre i costi operativi di<br />

parecchio negli ultimi 5 anni, con una<br />

conseguente diminuzione del<br />

34% delle tariffe di terminale<br />

e del 5% delle tariffe di rotta.<br />

Quest’anno peraltro siamo<br />

l’unico tra i principali provider<br />

europei ad aver ridotto la tariffa<br />

di rotta (permettetemi di<br />

ricordare l’apprezzamento di<br />

IATA, IACA e IBAR; IATA in<br />

una sua nota ufficiale ha indicato<br />

ENAV come eccellente<br />

esempio anche per gli altri<br />

provider).<br />

In proposito va detto che la<br />

riduzione delle tariffe, oltre ad<br />

essere un concreto contributo<br />

al settore ed alle Compagnie<br />

Aeree in particolare, è anche<br />

un nostro strumento <strong>della</strong><br />

politica commerciale per attirare<br />

dall’estero più sorvoli<br />

sugli spazi aerei da noi gestiti,<br />

la quota più remunerativa in<br />

termini di tariffa. Ciò ci ha<br />

consentito nel 2008 di compensare,<br />

in parte, le perdite del<br />

traffico dei vettori nazionali,


consentedoci di chiudere il Bilancio in<br />

attivo.<br />

2) Oltre che nell’efficientamento economico,<br />

stiamo proseguendo anche nell’efficientamento<br />

dei servizi di assistenza<br />

al volo nello spazio aereo nazionale.<br />

Abbiamo riconfigurato diverse rotte ed<br />

ottimizzato alcuni percorsi con la conseguente<br />

riduzione delle distanze e dei<br />

tempi di volo, e quindi del consumo di<br />

carburante e delle emissioni inquinanti.<br />

Infatti a fine 2009 avremo 1 milione e<br />

400mila miglia in meno, un risparmio di<br />

oltre 67mila tonnellate di carburante e<br />

oltre 211mila tonnellate di anidride carbonica<br />

in meno nell’atmosfera.<br />

Per questo, anche Eurocontrol ha<br />

apprezzato la nostra iniziativa ed invitato<br />

tutti gli altri service provider europei<br />

a seguire l’esempio italiano.<br />

3) Tutti questi risultati sono stati consentiti<br />

dalla fortissima implementazione<br />

tecnologica che ENAV ha effettuato<br />

negli ultimi anni, grazie ad un investimento<br />

di oltre 1,5 miliardi. Disponiamo<br />

ormai di una tecnologia tra le<br />

migliori al mondo, con elevati livelli di<br />

sicurezza e con performance di qualità<br />

del servizio che, sempre la stessa Eurocontrol,<br />

ha riconosciuto come di altissimo<br />

livello.<br />

4) ENAV sta poi dando un forte contributo<br />

all’accelerazione <strong>della</strong> realizzazione<br />

del Cielo Unico Europeo, seguendo<br />

anche l’invito in tal senso del Vice Pre-<br />

I CONVEGNI DELLA UILT<br />

sidente <strong>della</strong> Commissione Europea e<br />

Commissario ai Trasporti Tajani.<br />

Siamo infatti impegnati da tempo per<br />

garantire entro breve un nuovo concetto<br />

operativo dei sistemi di assistenza al<br />

volo, in grado – anche attraverso il progetto<br />

SESAR - di assicurare la gestione<br />

di una quantità di traffico – spero - maggiore<br />

rispetto ai valori attuali, di diminuire<br />

i costi per singolo volo nonché di<br />

rispettare i vincoli ambientali. Il tutto<br />

naturalmente mantenendo invariati i<br />

livelli di sicurezza: caro Franchi, la sicurezza<br />

resta sempre la nostra stessa ragione<br />

di esistere.<br />

In questo quadro si inserisce anche l’impegno<br />

di ENAV di portare a termine<br />

13<br />

quanto prima il blocco funzionale di<br />

spazio aereo del mediterraneo. A tal fine<br />

abbiamo assunto un ruolo leader in Blue<br />

Med, progetto che interessa oltre all’Italia,<br />

Albania, Cipro, Egitto, Giordania,<br />

Grecia, Malta e Tunisia. Ricorderete<br />

tutti che nel novembre scorso il Ministro<br />

Matteoli ha ospitato qui in Italia i 7 suoi<br />

colleghi dei citati paesi per la firma dell’accordo<br />

di avvio <strong>della</strong> fase finale del<br />

progetto.<br />

5) Per quanto riguarda più direttamente<br />

gli effetti <strong>della</strong> crisi sui conti ENAV,<br />

stiamo sviluppando nuove opportunità<br />

per compensare il calo dei ricavi.<br />

In proposito abbiamo concluso un<br />

importante accordo commerciale con<br />

SELEX Sistemi Integrati (azienda leader<br />

del Gruppo Finmeccanica) per<br />

esportare insieme le rispettive competenze<br />

distintive. E questo consentirà<br />

all’Italia di presentarsi all’estero con<br />

un’offerta completa “chiavi in mano”, in<br />

cui ai produttori di tecnologie e di sistemi<br />

avanzati come Finmeccanica, ci<br />

affiancheremo noi quali gestori dei servizi<br />

di assistenza al volo, esperti di procedure<br />

operative e anche quali manutentori<br />

di questi sistemi (con la nostra controllata<br />

Techno Sky).<br />

In conclusione - come già detto - stiamo<br />

sviluppando una serie di attività ed iniziative<br />

volte ad offrire un contributo<br />

proattivo alla crescita del trasporto aereo<br />

in Italia e al suo rilancio.<br />

PER LE STRADE D’EUROPA


14<br />

Le conclusioni<br />

Quando abbiamo cominciato la<br />

trattativa, c’era il fondato<br />

timore che l’azienda Alitalia<br />

sarebbe potuta fallire. Ma erano in molti,<br />

invece, a credere che, così come in passato<br />

si era sempre trovata una soluzione,<br />

anche quella sarebbe stata l’ennesima<br />

occasione per sfuggire ad una crisi verticale.<br />

Noi eravamo preoccupati non solo<br />

per il fatto che l’azienda potesse fallire,<br />

ma anche perché temevamo che la soluzione<br />

su cui si stava discutendo potesse<br />

naufragare per scarsa volontà, per scarsa<br />

determinazione, per troppa paura o per<br />

troppo opportunismo.Noi abbiamo fatto<br />

una scommessa: l’unica alternativa era<br />

perdere subito. Certo, andiamo incontro<br />

ad un periodo in cui questo mercato avrà<br />

fasi di criticità, ci saranno meno soldi, i<br />

fatturati delle compagnie aeree e delle<br />

strutture aeroportuali diminuiranno perché<br />

ci saranno meno passeggeri. Resta,<br />

insomma, il problema serio di reggere la<br />

concorrenza in una fase difficile. Ma<br />

questo può essere il momento per dare<br />

corso a processi di razionalizzazione.<br />

Più ristrutturiamo il<br />

sistema in maniera<br />

rapida e razionale più,<br />

sul serio, affronteremo<br />

la crisi in condizioni<br />

migliori e creeremo le<br />

opportunità per stare<br />

sul mercato in maniera<br />

competitiva. La competizione<br />

è il motore<br />

dello sviluppo. Ogni<br />

qualvolta, in qualunque<br />

settore ed in qualunque<br />

paese, la competizione<br />

è diminuita,<br />

quel paese è diventato<br />

più povero e si sono<br />

create meno occasioni<br />

di lavoro. Analogo<br />

I CONVEGNI DELLA UILT<br />

di Luigi Angeletti<br />

PER LE STRADE D’EUROPA<br />

ragionamento vale anche per i sindacati.<br />

Il conflitto sindacale avviene tra chi<br />

lavora e chi dà lavoro ed ogni volta che<br />

non c’è l’equilibrio tra le due parti, le<br />

cose degenerano. Nei trasporti, e in particolare<br />

nel trasporto aereo, esiste un<br />

paradosso: le aziende hanno dei sistemi<br />

di produzione del fatturato che non<br />

dipendono da un normale mercato.<br />

Ebbene, qui il conflitto è prevalentemente<br />

rivolto contro i passeggeri. Così<br />

non può funzionare perché si distrugge<br />

ricchezza. Il conflitto deve essere invece<br />

ricondotto tra le persone che lavorano e<br />

le aziende e, se i danni si riverberano sui<br />

soggetti che gestiscono quel conflitto,<br />

allora siamo in una situazione razionale.<br />

Un conflitto virtuoso che serva a trovare<br />

il punto di equilibrio è la soluzione: poiché,<br />

in questo caso, ci si danneggia realmente,<br />

vedrete che il sistema delle relazioni<br />

sarà più razionale.All’interno di<br />

Alitalia ci sono molti sindacati che vivono<br />

– o, sarebbe meglio dire, che vivevano<br />

- in una forma di vera e propria consociazione.<br />

Molti sostengono che i sin-<br />

Segretario Generale UIL<br />

dacati debbano stare insieme per essere<br />

più forti. Ma la forza di un sindacato sta,<br />

soprattutto, nella buona politica che è in<br />

grado di fare per risolvere i problemi.<br />

Poi occorre anche la forza organizzata<br />

per raggiungere l’obiettivo: ma, se la<br />

politica è sbagliata, i risultati sono catastrofici.Io<br />

sono favorevole ai referendum<br />

perché costringono i sindacati a<br />

lavorare molto di più ma con risultati<br />

migliori. Non c’è nulla di antidemocratico,<br />

dunque, nel sostenere che i sindacati<br />

debbano avere un certo consenso e che<br />

questo consenso debba essere misurato<br />

anche quando viene programmato uno<br />

sciopero, perché questo ci costringe a<br />

spiegare le nostre ragioni. Noi viviamo<br />

in un mondo in cui bisogna avere un<br />

certo livello di coraggio. La crisi che<br />

stiamo attraversando è veramente diversa.<br />

Non stiamo discutendo se ristrutturare<br />

un settore piuttosto che un altro: il<br />

punto è se l’intero sistema sopravviverà.Molti<br />

sostengono che la crisi sia una<br />

crisi di sfiducia: la gente ha timore.<br />

Come si fa a vincere il timore? Con gli<br />

appelli? Non credo.<br />

Occorrono una politica<br />

che sia comprensibile,<br />

gruppi dirigenti che<br />

riescano a spiegare, in<br />

maniera chiara, che<br />

cosa fare e comportamenti<br />

che diano l’idea<br />

che si crede in ciò che<br />

si dice.<br />

Bisogna dire quello che<br />

si pensa e cercare di<br />

fare quello che si dice.<br />

Non è un problema di<br />

regole, è una questione<br />

di assunzione di responsabilità.<br />

Chi ha il<br />

potere deve avere la<br />

responsabilità.


ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DELLA UIL 15<br />

5 marzo:<br />

59 ma non li dimostra...<br />

Il 5 marzo la UIL ha compiuto 59<br />

anni. Ed ha celebrato il suo anniversario<br />

con una manifestazione<br />

“importante”, per due ragioni. La<br />

prima ragione è il clima di entusiasmo<br />

e di “partecipazione” che ha<br />

coinvolto i presenti (alcune migliaia…),<br />

il che la dice lunga sulla adesione<br />

dei suoi iscritti e militanti alla<br />

“linea” dell’Organizzazione; la<br />

seconda ragione è nei “contenuti”<br />

dell’intervista che il compagno<br />

Angeletti Segretario Generale <strong>della</strong><br />

UIL ha concesso alla giornalista<br />

(<strong>della</strong> RAI) Monica Retta. Perché<br />

dalle risposte date alle domande di<br />

una collega dimostratosi competente<br />

e aggiornata (anche in virtù delle sue<br />

origini “sindacali”…) Angeletti ha<br />

fatto chiaramente intendere che “la<br />

UIL non ha cambiato DNA e non ha<br />

rinunciato ad alcuna delle ragioni<br />

per le quali nacque e si sviluppò<br />

negli anni a seguire. Siamo un sindacato<br />

riformista, laico e democratico,<br />

ha sostenuto il Segretario Generale<br />

<strong>della</strong> UIL e questa nostra caratteristica<br />

non è mai venuta meno.<br />

Sono cambiate le vicende, sono<br />

cambiate le situazioni si sono alternati<br />

i governi, le maggioranze, le<br />

relazioni nella società, ma il nostro<br />

punto fermo è stato sempre e comunque<br />

quello di difendere “al meglio” e<br />

non nella “utopia” gli interessi dei<br />

lavoratori, dei pensionati, dei giovani<br />

in cerca di lavoro: a cui, purtroppo<br />

si sono aggiunte altre pesanti realtà,<br />

PER LE STRADE D’EUROPA


16<br />

quelle cioè del precariato e delle<br />

espulsioni dal ciclo produttivo.<br />

Non ci fanno e non ci hanno mai<br />

fatto velo pregiudizi ideologici o<br />

“prese di schieramento” precostituite,<br />

ha risposto Angeletti ad una precisa<br />

domanda <strong>della</strong> intervistatrice.<br />

Governi amici o nemici non esistono<br />

nel nostro immaginario: sono amici<br />

quando compiono atti e mantengono<br />

comportamenti che riteniamo utili<br />

agli interessi del Paese e segnatamente<br />

dei lavoratori e delle fasce più<br />

esposte dei cittadini, non esitiamo a<br />

porci in contrapposizione quando<br />

viceversa valutiamo leggi e provvedimenti<br />

che discrimino o penalizzino<br />

il mondo del lavoro. Certo, ha incalzato<br />

la giornalista: il mondo del<br />

lavoro non appare in questo momento<br />

molto unito e concorde… il fatto è<br />

ha risposto Angeletti che noi non<br />

abbiamo né perseguiremo mai la<br />

politica del tanto peggio tanto<br />

meglio : né ci ripromettiamo di portare<br />

avanti “rivoluzioni” fuori dalla<br />

storia e dalla realtà. Noi cerchiamo<br />

in ogni nostro comportamento il<br />

PER LE STRADE D’EUROPA<br />

ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DELLA UIL<br />

“meglio” e, vabbè, magari al limite<br />

anche il “meno peggio”. Questo ci<br />

impone comportamenti realistici<br />

volti a “portare a casa” quanto più<br />

possibile in ogni determinata circostanza.<br />

Siamo ben lieti di poterlo<br />

fare tutti insieme ed uniti (saremmo<br />

ovviamente più forti) ma non demordiamo<br />

dal nostro impegno se altri se<br />

ne dissociano. Non potevano mancare,<br />

a quel punto le domande sulla<br />

“crisi”. La UIL rivendica, ha detto<br />

Angeletti , di aver sempre sostenuto<br />

che non si supera una crisi così grave<br />

come l’attuale (perché è crisi grave,<br />

inutile nasconderlo) senza dare ossigeno<br />

e risorse a salari pensioni e<br />

sostegno alle piccole e medie imprese.<br />

Occorre, prima ancora di dover<br />

aiutare chi perde il lavoro (il che<br />

comunque va fatto) impedire che il<br />

lavoro si perda. Ma queste cose, che<br />

pure ci sembrano di buon senso, non<br />

sono ancora entrate nell’agenda “del<br />

fare”. Ci dispiace e ci preoccupa: sia<br />

chiaro chi entra “male” nella battaglia<br />

per uscire dalla crisi, quando<br />

questo avverrà ne uscirà “peggio”. E<br />

questo lo dobbiamo evitare. Non<br />

lasciando nulla al caso o alla “creatività”<br />

ma cercando semmai di cogliere<br />

i pochi segni positivi che potrebbero<br />

consentire di uscire migliori e<br />

più efficienti dalla tempesta.<br />

(n.d.r. Così ci sembra debbano parlare<br />

i veri riformisti)<br />

La manifestazione è stata aperta dal<br />

Segretario Organizzativo <strong>della</strong> UIL<br />

Carmelo Barbagallo, che dopo aver<br />

salutato la (straripante) sala dell’Auditorium<br />

ha dato il via ad uno spettacolo<br />

allietato dalla partecipazione di<br />

noti artisti <strong>della</strong> canzone e dell’intrattenimento<br />

che hanno voluto, a<br />

modo loro e come è costume degli<br />

artisti “impegnati” prestare non soltanto<br />

(a titolo gratuito) la loro opera,<br />

ma portare anche un messaggio di<br />

solidarietà alla UIL e a tutto il<br />

mondo del lavoro. Si sono succeduti<br />

sul palco, nell’ordine Jimmy Fontana,<br />

Cecilia Gayle, Gegia, Antonio<br />

Mazzancella, B. Mora, manco a<br />

dirlo, tutti iscritti alla UIL.<br />

Camillo Benevento


CHI NON RISPETTA I LIMITI DI VELOCITÀ,<br />

NON RISPETTA NIENTE.


18<br />

di ANGELO PATIMO<br />

Era ragionevolmente auspicabile<br />

che il rinnovo del biennio economico<br />

2009-2010 del settore<br />

marittimo, lungi dal configurarsi in una<br />

mera operazione di routine, si svolgesse<br />

in quel clima ormai storico di relazioni<br />

industriali caratterizzate da un responsabile<br />

quanto efficace spirito concertativo<br />

tra le parti.<br />

Uno spirito concertativo, comunque, che<br />

non ha mai prevalso sulle esigenze di<br />

confrontarsi compiutamente con la controparte<br />

attraverso l’approfondimento di<br />

tutte le materie oggetto di rivendicazioni,<br />

specialmente salariali, cosi come su<br />

quelle normative.<br />

Per la qualcosa, sia ben chiaro, in passato,<br />

cosi come in occasione di questo rin-<br />

PER LE STRADE D’EUROPA<br />

LE VIE DEL MARE<br />

Firmato l’accordo del rinnovo<br />

del CCNL del trasporto marittimo<br />

novo biennale, non sono stati mai pregiudicati<br />

tutti i legittimi diritti dei marittimi<br />

rivenienti dalle dinamiche reddittuali<br />

regolate da accordi interconfederali<br />

e non.<br />

Un auspicio, quello dello spirito concertativo,<br />

però, in questo caso, fortemente a<br />

rischio, dal momento che due, non certamente<br />

prevedibili circostanze, concorrevano<br />

a produrre effetti assolutamente<br />

non positivi.<br />

Effetti non positivi, che avrebbero potuto<br />

fortemente condizionare il confronto<br />

al tavolo <strong>della</strong> trattativa che nel frattempo<br />

si stava sviluppando.<br />

Infatti, delle due circostanze, la prima,<br />

costituiva un elemento di “disturbo” alla<br />

dinamica <strong>della</strong> contrattazione che si era<br />

sviluppata nell’arco di qualche mese.<br />

Elemento di disturbo, per effetto <strong>della</strong><br />

inaspettata sottoscrizione avvenuta il 22<br />

gennaio 2009, tra Sindacato Confederale<br />

CISL, UIL e Confindustria, dell’Accordo<br />

Quadro sulla Riforma degli Assetti<br />

Contrattuali.<br />

Sottoscrizione che si “inseriva” all’interno<br />

di un quadro complessivo di trattative<br />

per il rinnovo del biennio economico<br />

del settore marittimo, per l’armamento<br />

pubblico e privato, il cui tavolo aveva<br />

ormai perfezionato ipotesi, maturate e<br />

portate a sintesi, non solo all’interno dei<br />

rapporti unitari, ma anche e specialmente,<br />

argomentate, dibattute e condivise<br />

con la controparte.<br />

Questo, sino all’ultimo incontro effettuato<br />

il 15 gennaio 2009, prima <strong>della</strong><br />

formalizzazione dell’intesa con la firma<br />

del rinnovo biennale, il 3 febbraio 2009.<br />

E’ facilmente intuibile che, anche e spe-


cialmente, per l’inusitata rottura <strong>della</strong><br />

CGIL sull’accordo di riforma del contratto,<br />

oltre che per il mutato assetto<br />

delle regole alla base degli assetti contrattuali,<br />

potevano innescarsi strumentalizzazioni<br />

che avrebbero potuto, inevitabilmente,<br />

radicalizzare fortemente il<br />

confronto.<br />

Tutto questo, in una condizione politicaeconomica<br />

che sta vivendo il Paese, non<br />

certo favorevole per le motivazione di<br />

seguito sviluppate.<br />

La seconda circostanza, infatti, quella<br />

assolutamente più preoccupante, è legata<br />

alla congiuntura di natura economica<br />

che il Paese ed il mondo intero sta attraversando.<br />

Questo per effetto <strong>della</strong> gravissima crisi<br />

finanziaria che ha scatenato un vero e<br />

proprio stato di tensione nel sistema<br />

<strong>della</strong> produzione.<br />

Circostanza che pesava come un macigno<br />

sul risultato del rinnovo, considerato<br />

che l’impatto <strong>della</strong> crisi finanziaria si<br />

ripercuoteva conseguentemente, in<br />

maniera gravissima, nel settore del trasporto<br />

marittimo, determinando una<br />

condizione di crisi attraverso il collasso<br />

del mercato dei noli.<br />

Infatti, il terremoto finanziario ha provocato<br />

un drastico abbattimento dei finanziamenti<br />

all’industria armatoriale, con la<br />

conseguenziale operazione del disarmo<br />

di navi.<br />

Questo il quadro complessivo all’interno<br />

del quale le parti si sono confrontate<br />

per ricercare quelle adeguate compatibilità<br />

economiche necessarie ad un costo<br />

di rinnovo che facesse rigorosamente<br />

riferimento ad un ragionevole, quanto<br />

LE VIE DEL MARE<br />

realistico, tasso di inflazione.<br />

Un tasso di inflazione realistico, perseguito<br />

e conseguito, al fine di sostenere e<br />

valorizzare il potere di acquisto per la<br />

categoria attraverso il miglioramento del<br />

reddito.<br />

Un risultato quindi, assolutamente positivo,<br />

nonostante le difficoltà per le non<br />

favorevoli condizioni descritte che<br />

hanno messo a dura prova il confronto<br />

tra le parti.<br />

A conferma, si può dire che l’incremento<br />

salariale di rinnovo è stato sostanzialmente<br />

eguale a quello del biennio precedente<br />

conseguito allora in un quadro<br />

generale favorevole del cluster marittimo,<br />

e quindi del trasporto marittimo,<br />

perché in una condizione di forte sviluppo<br />

economico.<br />

Infatti, l’aumento in paga base conglobata<br />

del Mozzo(parametro<br />

di riferimento) di 50<br />

Euro mensile produce un<br />

aumento complessivo di<br />

Euro 124,72, per il<br />

Nostromo Euro 175,39,<br />

per il Primo Ufficiale<br />

Euro 253,30.<br />

I suddetti aumenti saranno<br />

riconosciuti in due<br />

trance di pari importo, la<br />

prima dall’1/1/09 e la<br />

seconda dall’1/1/10.<br />

19<br />

Ed inoltre il risultato va valorizzato<br />

complessivamente, non solo per l’incremento<br />

salariale, ma anche dal fatto che il<br />

rinnovo economico è stato accompagnato,<br />

a sostegno del welfare solidaristico<br />

per il settore marittimo, da alcuni significativi<br />

interventi sociali.<br />

Interventi sociali come quello nella direzione<br />

del Fondo Previdenziale Integrativo<br />

con l’aumento dello 0.5% <strong>della</strong> quota<br />

carico dell’azienda, cosi come pure<br />

quello in direzione del FANIMAR con<br />

l’aumento delle Provvidenze per morte,<br />

infortunio ed invalidità permanente elevate<br />

ciascuna a 50.000 Euro, a partire<br />

dall’1/1/10.<br />

Infine, le OO.SS FILT-CGIL, FIT-CISL<br />

e UILTRASPORTI hanno assunto l’impegno<br />

con le Associazioni Armatoriali<br />

dell’Armamento Privato e Pubblico di<br />

avviare tutte le iniziative necessarie a<br />

trasformare il Comitato Paritetico per la<br />

Formazione in Ente Bilaterale, al fine di<br />

dare maggiore impulso ai progetti formativi,<br />

anche e specialmente attraverso<br />

una regia ad indirizzo nazionale.<br />

Questo, in considerazione delle risorse<br />

che si renderanno disponibili per effetto<br />

del decreto firmato dal Ministro Matteoli<br />

il 17 dicembre 2008 sull’obbligo di<br />

formazione alle imprese marittime che<br />

si avvalgono del diritto all’opzione prevista<br />

dalla tonnage-tax.<br />

PER LE STRADE D’EUROPA


20<br />

di AGOSTINO FALANGA<br />

Hanno risposto positivamente i<br />

marittimi e gli amministrativi<br />

delle Società Siremar e Tirrenia,<br />

allo sciopero indetto dalle Segreterie<br />

Nazionali per i giorni 4 e 5 febbraio,<br />

con manifestazione il 5 Febbraio a<br />

Palermo.<br />

Le Segreterie Regionali di Filt-Cgil Fit-<br />

Cisl e <strong>Uiltrasporti</strong> hanno cercato di dare<br />

la massima visibilità sindacale, oltre che<br />

rilevanza politica, alla vertenza del<br />

Gruppo Tirrenia, attraverso diverse<br />

manifestazioni che contemporaneamente<br />

si sono svolte nei territori delle Regioni<br />

interessate (Campania, Sardegna,<br />

Sicilia e Toscana).<br />

Per quanto riguarda la Siremar e Tirrenia<br />

c’è stata a Palermo una massiccia<br />

partecipazione dei lavoratori del mare,<br />

atteso che alla manifestazione ha partecipato<br />

circa il 70% dei marittimi <strong>della</strong><br />

Siremar, mentre il restante 30% è stato<br />

impossibilitato a partecipare alla manifestazione<br />

stessa in quanto impegnato a<br />

garantire i servizi minimi essenziali con<br />

le Isole Minori <strong>della</strong> Sicilia cosi’ come<br />

previsto dalla Legge 146/90.<br />

Il corteo si è mosso dal porto di Palermo,<br />

dove si sono riuniti i marittimi provenienti<br />

da Messina, Milazzo, Lipari,<br />

Trapani e Porto Empedocle, per arrivare<br />

a Piazza Indipendenza, presso la sede<br />

<strong>della</strong> Presidenza <strong>della</strong> Regione Sicilia,<br />

dove una delegazione dei sindacati composta<br />

da Filt-Cgil, Fit-Cisl e <strong>Uiltrasporti</strong><br />

e una dei lavoratori, sono state ricevute<br />

dalla V Commissione, Lavoro Formazione<br />

e Cultura dell’ARS. La stessa<br />

Commissione, preoccupata dalle ricadute<br />

occupazionali sui lavoratori e sull’in-<br />

PER LE STRADE D’EUROPA<br />

LE VIE DEL MARE<br />

GRUPPO PUBBLICO: TIRRENIA, CAREMAR, TOREMAR SIREMAR E SAREMAR<br />

PRIVATIZZAZIONE<br />

CON REGOLE CERTE<br />

dotto in tutta la Sicilia, non ha fatto<br />

mancare il suo sostegno, impegnandosi<br />

a trovare una soluzione positiva al dramma<br />

che sta attraversando la Società Siremar<br />

.<br />

In seguito le stesse delegazioni si sono<br />

recate dal Vice Presidente <strong>della</strong> Regione<br />

Sicilia, con delega all’Assessorato dei<br />

Trasporti e Turismo, Titti Bufardeci.<br />

All’incontro ha partecipato anche il<br />

deputato Regionale del Gruppo Misto<br />

Marianna Caronia, componente <strong>della</strong><br />

V Commissione Parlamentare all’ARS.<br />

L’Assessore Bufardeci ha riferito alle<br />

OO.SS di Filt-Cgil Fit-Cisl e <strong>Uiltrasporti</strong>,<br />

che è suo intendimento voler rappresentare,oltre<br />

che gli interessi <strong>della</strong> Sicilia<br />

e dei Siciliani, ma anche e specialmente<br />

quelli dei Lavoratori <strong>della</strong> Siremar.<br />

Questo,attraverso un suo concreto<br />

impegno affinché, dopo la proroga per il<br />

2009, si raggiunga in tempi brevi una<br />

decisione in grado di dare certezze sui<br />

collegamenti marittimi delle Isole Minori<br />

e sul mantenimento dei livelli occupazionali.<br />

Aspettiamo con fiducia!!!!.<br />

Vogliamo ora ripercorrere alcuni passaggi<br />

riguardanti la privatizzazione del<br />

Gruppo Tirrenia.<br />

Se ne era cominciato a parlare all’inizio<br />

del 2000 con un progetto di cessione che<br />

prevedeva, per le Società dell’orbita IRI,<br />

una progressiva dismissione di quote. Il<br />

vero e proprio conto alla rovescia per il<br />

Gruppo Tirrenia è partito nel 2007 con il<br />

via libera del CIPE alla bozza <strong>della</strong><br />

nuova convenzione per il cabotaggio<br />

pubblico. Un passaggio importante e<br />

propedeutico per il successivo ok di<br />

Bruxelles al rinnovo <strong>della</strong> convenzione<br />

e, appunto il progressivo processo di privatizzazione<br />

delle Società del Gruppo il<br />

cui contratto con lo Stato è scaduto il 31<br />

dicembre 2008. Da qui è partita un’


accelerazione alla procedura di vendita<br />

delle Società Gruppo Tirrenia.<br />

Pare opportuno ricordare che la Tirrenia,<br />

sino ad ora, è regolata da diversi decenni,<br />

ossia da molto prima, quindi, <strong>della</strong><br />

liberalizzazione comunitaria, dalla legge<br />

n.684/74 di riordino del gruppo Fimmare,<br />

società finanziaria delle partecipazioni<br />

marittime dell’Iri, in seguito disciolto,<br />

ed aveva per obiettivo dichiarato quello<br />

di realizzare una nuova politica<br />

dei trasporti marittimi per sviluppare<br />

i traffici e potenziare la<br />

flotta nazionale. A tal fine le<br />

Società del Gruppo (allora<br />

costituito da Tirrenia, Adriatica,<br />

Italia di Navigazione e<br />

Lloyd Triestino) avevano il<br />

compito di coprire i servizi di<br />

collegamento con le isole maggiori<br />

ed i servizi passeggeri di<br />

prevalente interesse nazionale.<br />

Dal 1976 in seguito alla Legge<br />

169/75 al Gruppo si sono<br />

aggiunte le Società Regionali<br />

(Caremar, Siremar, Toremar) e dal 1988<br />

anche la Saremar.<br />

Le Società di PIN (prevalente interesse<br />

nazionale) erano così diventate ben<br />

sette, tutte dedicate allo sviluppo dei<br />

traffici nazionali passeggeri, traghetti,<br />

merci. Successivamente le regole di<br />

mercato rendevano necessaria la privatizzazione<br />

di Italia di Navigazione e del<br />

Lloyd Triestino mentre di recente la<br />

divisione Adriatica confluiva in Tirrenia<br />

che, dopo la soppressione di Finmare,<br />

diventava la Capogruppo e l’unico azionista.<br />

Questa la storia fino ad oggi, nel<br />

momento in cui si pone la questione<br />

<strong>della</strong> liberalizzazione del cabotaggio<br />

pubblico.<br />

Ma, avviare per il Gruppo Tirrenia un<br />

processo di liberalizzazione, senza una<br />

previa ristrutturazione per il risanamento<br />

aziendale, compatibilmente con i<br />

tempi necessari che non possono essere<br />

che quello di una proroga <strong>della</strong> convenzione<br />

sino al 2012/14, significa realizzare<br />

una privatizzazione selvaggia che, per<br />

effetto dei costi maggiori che gravano<br />

sull’azienda, rispetto all’armamento pri-<br />

LE VIE DEL MARE<br />

vato, costi rivenienti dagli obblighi per il<br />

pubblico servizio, porterebbe inevitabilmente<br />

allo smembramento del Gruppo,<br />

ritrovandosi rapidamente nelle identiche<br />

condizioni di Alitalia.<br />

Il Governo ha appena deliberato di<br />

avviare le procedure per la privatizzazione<br />

di Tirrenia, aprendo un percorso,<br />

che sembra voler essere di brevissima<br />

durata, compatibilmente di un anno,<br />

finalizzato a sottrarre le azioni dell’azienda<br />

alla finanziaria Fintecna per<br />

immetterle sul mercato.<br />

Inoltre, per quanto riguarda la situazione<br />

delle Società Regionali le OO.SS. confederali<br />

ribadiscono la volontà che le<br />

stesse vengono affidate alle Regioni,<br />

con le sovvenzioni necessarie ad assicurare<br />

i collegamenti garantendo la continuità<br />

territoriale.<br />

Il trasferimento delle Società Regionali<br />

in capo alle Regioni, di cui alla Legge<br />

133/08 che, peraltro, è una Legge di<br />

conversione <strong>della</strong> finanziaria del 2008,<br />

offriva un’opportunità unica anche alla<br />

Regione Sicilia: poter trasferire l’intero<br />

pacchetto azionario <strong>della</strong> Società Siremar,<br />

a titolo gratuito, qualora, la stessa<br />

Regione Sicilia, ne avesse fatto espressa<br />

richiesta entro la data del 28/10/08.<br />

Purtroppo il termine stabilito del 28<br />

ottobre 2008, è andato a scadenza,anche<br />

perché non è stata data la possibilità di<br />

acquisire fondamentali notizie, per una<br />

valutazione responsabile da parte <strong>della</strong><br />

Regione Sicilia, <strong>della</strong> opportunità del<br />

trasferimento in capo alla Regione dei<br />

servizi resi dalla Siremar.<br />

21<br />

Cionondimeno, essendo scaduto tale termine,<br />

è comunque indispensabile una<br />

norma che renda obbligatorio il trasferimento<br />

delle Società Regionali in capo<br />

alle Regioni,cosi come pure delle relative<br />

sovvenzioni, nella necessaria quantità<br />

atta a garantire gli obblighi di servizio di<br />

trasporto pubblico locale, così come previsto<br />

dall’art.21 del dlg 422/97 che attribuisce<br />

alle regioni i compiti e le funzioni<br />

anche in materia di servizi<br />

pubblici di cabotaggio marittimo.<br />

Tale trasferimento delle Società<br />

Regionali è in ogni caso<br />

necessario in considerazione<br />

che le sovvenzioni saranno<br />

comunque erogate, non più nel<br />

complessivo al Gruppo Tirrenia,<br />

ma direttamente ad ogni<br />

singola Regione.<br />

Regione che deve evitare di<br />

decidere di utilizzarle affidando<br />

il servizio ad altre aziende<br />

determinando l’immediata<br />

scomparsa delle società Caremar, Toremar,<br />

Saremar e Siremar con una conseguente<br />

tragedia sociale, per di più, molto<br />

verosimilmente, offrendo un servizio<br />

peggiore agli Isolani ed all’utenza tutta.<br />

E’ importante, per comprendere la<br />

distribuzione delle sovvenzioni erogate<br />

dallo Stato all’intero Gruppo (pari per il<br />

2008 a 181,3 milioni di euro), precisare<br />

che alla Tirrenia sono andati solamente<br />

45,3 milioni di euro mentre alle Società<br />

Regionali, che assicurano la dovuta continuità<br />

territoriale con le isole Minori,<br />

sono stati erogati rispettivamente: Caremar<br />

35 milioni, Saremar 14 milioni,<br />

Siremar 70 milioni, Toremar 16 milioni.<br />

Va poi messo in evidenza che i 45,3<br />

milioni di euro erogati a Tirrenia si sono<br />

in effetti ridotti soltanto a 3 milioni in<br />

quanto 9,7 sono serviti a remunerare il<br />

capitale dell’azionista, 23,4 per agevolazioni<br />

tariffarie, 1,2 per imposte, 3 per<br />

oneri finanziari per ritardati pagamenti<br />

dello Stato, 9 per corrispettivi dei servizi<br />

e 6 per i corrispettivi dei collegamenti<br />

con le isole Tremiti.<br />

Appare pertanto chiaro come gli stanziamenti<br />

richiesti siano assolutamente<br />

PER LE STRADE D’EUROPA


22<br />

necessari ed a fronte del servizio complessivamente<br />

erogato, davvero irrisori.<br />

In atto servivano circa 108 milioni di<br />

euro a completamento dello stanziamento<br />

per un fabbisogno complessivo di 210<br />

milioni di euro per l’anno 2009.<br />

Ne sono stati stanziati solo 65 milioni<br />

con un residuo di circa 45 milioni.<br />

Va però evidenziato come il fabbisogno<br />

complessivo di 210 milioni di euro per il<br />

2009 sia in gran parte necessario per<br />

poter assicurare la continuità territoriale<br />

con le isole minori collegate dalle Società<br />

Regionali.<br />

In assenza di adeguati provvedimenti, in<br />

particolare delle necessarie integrazioni<br />

delle sovvenzioni, si aprirebbe uno scenario<br />

molto preoccupante ancorché<br />

ingovernabile, in quanto, ad esempio,<br />

con le sovvenzioni attualmente previste<br />

verrebbero cancellate linee con conseguente<br />

fermo di navi, esubero di personale<br />

e danno grave per l’utenza, alla<br />

quale non sarebbe garantita la continuità<br />

territoriale, senza considerare che in<br />

questo modo la privatizzazione del<br />

Gruppo avverrebbe alle condizione peggiori<br />

per l’Erario ma MOLTO vantaggiose<br />

per l’armamento privato.<br />

Va rilevato inoltre il negativo impatto<br />

PER LE STRADE D’EUROPA<br />

LE VIE DEL MARE<br />

occupazionale che verrebbe<br />

a ricadere proprio<br />

nelle aree più depresse<br />

del mezzogiorno d’Italia<br />

dalle quali proviene nella<br />

massima parte il personale<br />

marittimo ed amministrativo<br />

delle Società del<br />

Gruppo Tirrenia, per un<br />

complessivo di 3.000<br />

unità di cui 2,490 assunte<br />

a tempo indeterminato<br />

ma prive, nei casi di crisi,<br />

di ammortizzatori sociali come, ad<br />

esempio la cassa integrazione.<br />

A fronte di questo “quadro” oltremodo<br />

preoccupante, va precisato che,<br />

un’eventuale privatizzazione ed assegnazione<br />

del bando di gara delle Società<br />

Regionali, le nuove Società subentranti<br />

dovranno garantire dei parametri indispensabili<br />

per poter correttamente gestire<br />

i servizi e cioè:<br />

• Pieno rispetto di tutte le Leggi e dei<br />

C.C.N.L.:<br />

• applicazione <strong>della</strong> contrattazione di<br />

secondo livello;<br />

• assicurazione <strong>della</strong> continuità territoriale<br />

per 365 giorni l’anno e 24 ore al<br />

giorno;<br />

• unica società regionale per gestire<br />

tutti i collegamenti già in concessione<br />

alle Società Regionali ;<br />

• rispetto di tutte le norme igienico<br />

sanitarie;<br />

• confort passeggeri;<br />

• rispetto dell’ambiente e prevenzione<br />

inquinamento;<br />

• trasparenza fiscale;<br />

• naviglio adeguato alla tipologia del<br />

servizio al cui deve essere preposto;<br />

• rispetto di tutte le normative vigenti<br />

sulla sicurezza, security e PMR ( persone<br />

a mobilità ridotta);<br />

• garanzia per chi avrà assegnato l’appalto<br />

di un contratto non inferiore a 5<br />

anni ma a condizione che svolgano<br />

servizio pubblico di linea così’ come<br />

già svolti dalla Società Regionali.<br />

In conclusione l’obiettivo dei lavoratori<br />

del Gruppo e dei Sindacati che li tutelano,<br />

è quello di ottenere dallo Stato il<br />

prolungamento <strong>della</strong> Convenzione per<br />

la Tirrenia ed il passaggio delle Regionali<br />

in capo alle regioni interessate con<br />

mantenimento/miglioramento degli<br />

attuali servizi.<br />

In subordine e nella scellerata ipotesi<br />

che ciò non accadesse, è quantomeno<br />

indispensabile garantire quanto fatto per<br />

Alitalia in materia di ammortizzatori<br />

sociali e garanzie d’impiego.<br />

Nella storia <strong>della</strong> Repubblica i casi di<br />

Tirrenia e di Alitalia non sono certo fatti<br />

eccezionali e sappiamo che nessuno,<br />

ultima Alitalia, è stato abbandonato a se<br />

stesso dal Governo. La nostra speranza è<br />

che la solidarietà continui ad essere presente<br />

nelle scelte dello Stato italiano.<br />

Agostino Falanga


F.S.: E’ TEMPO DI ANALISI... 23<br />

Qual è la situazione del gruppo<br />

e delle aziende operative RFI e Trenitalia<br />

INCONTRI DEI SINDACALITI CON I VERTICI DI FS PER UNA ANALISI<br />

A TUTTO CAMPO. IL CONTRIBUTO FONDAMENTALE<br />

DEL “FATTORE LAVORO” NON PUÒ ESSERE MISCONOSCIUTO<br />

di SALVATORE OTTONELLI<br />

Nella prima metà del mese di febbraio<br />

abbiamo sviluppato una<br />

prima serie di incontri con i vertici<br />

di FS per una analisi <strong>della</strong> situazione<br />

del Gruppo ed un dettaglio delle posizioni<br />

economiche delle aziende operative<br />

Rfi e Trenitalia.<br />

Dalla analisi è stato possibile ricavare un<br />

primo spaccato sugli scostamenti che si<br />

sono determinati nelle società del Gruppo<br />

rispetto alle ipotesi disegnate nel<br />

Piano Industriale 2007-2011. Inoltre è<br />

stata sviluppata una prima ricognizione<br />

circa le ricadute sul piano industriale<br />

alla luce <strong>della</strong> definizione dei rapporti<br />

con il Governo in materia di contratti di<br />

servizio, unitamente ad un primo quadro<br />

di macro ipotesi di lavoro relative a possibili<br />

azioni correttive.<br />

Gruppo FS<br />

Il bilancio consolidato del Gruppo consente<br />

agli amministratori di poter presentare<br />

un risultato sostanzialmente<br />

positivo e leggermente superiore alle<br />

attese di Piano. Infatti risulta recuperato<br />

il deficit di due anni fa pari a 2.120 mil €<br />

con un risultato netto positivo di una<br />

ottantina di milioni di €.<br />

Significativo appare il MOL, ritornato<br />

positivo per 1 mld per effetto di una<br />

riduzione dei costi di 800 mil ed un<br />

incremento dei ricavi pari a 700 mil di €.<br />

Da evidenziare che la situazione debitoria<br />

del Gruppo rappresenta un limite<br />

oggettivo alle manovre di risanamento<br />

del bilancio in quanto il peso del finanziamento<br />

del debito rimane piuttosto<br />

elevato. Inoltre, pur non figurando a<br />

bilancio perché non consentito dalla<br />

legislazione vigente, esistono corrispettivi<br />

da Stato per servizi resi e non pagati<br />

pari a 4 mld €.<br />

Piano industriale 2007-2011<br />

Secondo il vertice di FS l’impianto mantiene<br />

una sua coerenza necessitando di<br />

una “manutenzione” alla luce dei mancati<br />

finanziamenti.<br />

Gli effetti <strong>della</strong> crisi economica ribaltano<br />

ulteriori problemi sul mondo FS sia<br />

per il trasporto delle merci, in forte contrazione,<br />

sia per il trasporto passeggeri<br />

che fa registrare anche flessioni nel traffico<br />

turistico. La filosofia del Piano<br />

rimane inalterata mantenendo una forte<br />

razionalizzazione e confermando i bisogni<br />

e i problemi individuati. Si evidenzia<br />

sempre più una penalizzazione specifica<br />

per il Sud determinata dalla mancanza di<br />

chiarezza dello stato secondo variabili<br />

RFI c/economico<br />

economiche e finanziarie non disponibili<br />

per FS. La sola intermodalità, che rappresenta<br />

il 90% <strong>della</strong> attività di cargo, de<br />

finanziata, incide per quasi 80 mil. di<br />

euro.<br />

RFI<br />

Lo stato patrimoniale <strong>della</strong> società registra<br />

un capitale di 30 miliardi di euro a<br />

fronte di circa 3 miliardi di passività. È<br />

una condizione patrimoniale significativa<br />

per solidità.<br />

In conto investimenti l’afflusso dei<br />

finanziamenti, seppure in flessione<br />

rispetto alle previsioni, sembra essere<br />

congruente rispetto alla capacità di<br />

spesa dell’azienda che presenta un quadro<br />

allineato alle previsioni in termini di<br />

avanzamento delle opere infrastrutturali<br />

previste dal Piano al fine di aumentare e<br />

fluidificare la capacità.<br />

Articolata è, invece, la situazione in<br />

conto esercizio. Il contributo da stato per<br />

dati in Mil. € cons. 2008 budget 2009 diff.<br />

Ricavi totali 2.521 2.331 -190<br />

da infrastrutture 1.053 863 -190<br />

da pedaggi 1.468 1.468 0<br />

costi operativi totali 2.502 2.490 -12<br />

di cui costo lavoro 1.638 1.623 -15<br />

Ris. Netto 36 -152 -188<br />

PER LE STRADE D’EUROPA


24<br />

oneri di infrastruttura ammonta a 863<br />

mil. Si tratta di una delle due fonti di<br />

finanziamento di Rfi che attraverso questo<br />

canale ottiene da stato i denari necessari<br />

al mantenimento in efficienza<br />

(manutenzione ordinaria) <strong>della</strong> infrastruttura<br />

per renderne pienamente disponibile<br />

la capacità di traffico. Il fabbisogno<br />

finanziario stimato da Rfi si aggira<br />

intorno ai 1.180 milioni di euro.<br />

L’ipotesi di budget conferma la sostanziale<br />

invarianza del secondo canale di<br />

finanziamento: i ricavi da mercato pari<br />

1.468 mil di euro<br />

(trattasi dei pedaggi,<br />

al 95% provenienti da<br />

Trenitalia). È un dato<br />

molto prudente che<br />

non tiene conto dei<br />

ridimensionamenti<br />

produttivi di Trenitalia<br />

e delle difficoltà<br />

derivanti dalla crisi<br />

economica.<br />

In tema di costo del<br />

lavoro i dati appaiono<br />

piuttosto singolari.<br />

Viene prevista una<br />

contrazione di 15 mil<br />

di euro (pari al 0.9%)<br />

PER LE STRADE D’EUROPA<br />

F.S.: E’ TEMPO DI ANALISI...<br />

FS conto esercizio<br />

Fabbisogno Legge Decreto legge diff.<br />

dati in Mil. € 2009 Finanziaria2009 185/08<br />

Trenitalia tot. 2.518 1.743 436 -259<br />

Passeggeri NI 254 106 0 -148<br />

Tr.Regionale 2.031 1.545 436 -50<br />

Merci 154 93 0 -61<br />

RFI 1.180 863 0 -317<br />

FS Gruppo 3.698 2.606 480 -576<br />

per il 2009 pur ammettendo una riduzione<br />

delle consistenze di personale di oltre<br />

1600 addetti (circa il 4.5%) nel corso del<br />

2008.<br />

Il differenziale negativo risulta, quindi,<br />

di 317 milioni che determina una perdita<br />

in conto economico stimata per il 2009<br />

di 152 mil di €.<br />

L’ipotesi di budget, pertanto, prevederebbe<br />

per il 2009 il mantenimento degli<br />

attuali livelli di attività scaricando sul<br />

conto economico il differenziale <strong>della</strong><br />

contribuzione.<br />

Lo scenario che si profila, però, è connotato<br />

da azioni che nel corso dell’anno<br />

imposteranno efficientamenti da<br />

tecnologie (SCC, ACC, ecc,.) e dalla<br />

necessità di assumere iniziative strutturali<br />

di revisione dell’organizzazione<br />

produttiva a partire dalla manovra per<br />

toccare anche il movimento e la manutenzione.<br />

Trenitalia<br />

Per quanto attiene Trenitalia la situazione<br />

presenta un segno chiaramento opposto<br />

e meno tranquillizzante<br />

di Rfi. Lo<br />

stato patrimoniale<br />

denuncia un indebitamente<br />

di circa 6<br />

miliardi di euro (dei<br />

quali due sono<br />

determinati da investimenti<br />

per tecnologie<br />

di controllo <strong>della</strong><br />

marcia del treno) a<br />

fronte di 1 miliardo<br />

di capitale sociale.<br />

La situazione in<br />

conto esercizio, per<br />

effetto dei provvedimenti<br />

legislativi


finora adottati da Governo e Parlamento<br />

è la seguente:<br />

• 148 milioni di saldo negativo, pari al<br />

58% per il servizio universale passeggeri<br />

N/I;<br />

• 50 milioni di saldo negativo, pari al<br />

2,5% in conto contratti di servizio<br />

con le istituzioni competenti sul trasporto<br />

regionale;<br />

• 61 milioni di mancata contribuzione,<br />

pari ad oltre il 39% per il trasporto<br />

merci.<br />

Da segnalare che neanche quest’anno è<br />

stata prevista la ricapitalizzazione <strong>della</strong><br />

società che in totale doveva ammontare<br />

a 2 mld di euro nell’arco di Piano.<br />

Divisione Cargo<br />

La domanda di trasporto registra un<br />

decremento pari al 35% nell’auto, 40%<br />

nel siderurgico, 20% nel chimico, 30%<br />

nel combinato; a cui si aggiunge l’effetto<br />

<strong>della</strong> riduzione dei trasferimenti da<br />

Stato che sono definiti per l’anno 2009<br />

in 93 mil di euro con una contrazione<br />

pari al 39%.<br />

In termini di produzione circa un -10%<br />

di tr.Km/anno che si vanno a concentrare<br />

prevalentemente nelle aree a sud di<br />

Napoli e di Ancona, sulla Tirrenica,<br />

sulle direttrici verso il nord-est e la<br />

Roma-Ancona.<br />

Divisione Passeggeri N/I<br />

I trasferimenti da Stato per l’anno 2009<br />

ammontano a 106 milioni di euro, a<br />

fronte dei 227 del 2008 (-58%).<br />

F.S.: E’ TEMPO DI ANALISI...<br />

La Divisione ipotizza per il<br />

2009 una produzione pari a<br />

34,8 mil di tr.Km/anno,<br />

circa 273 treni.<br />

Divisione Regionale<br />

I finanziamenti complessivi<br />

(Stato, Regioni, Province<br />

autonome) ammonta complessivamente<br />

a 1.981 mil di<br />

euro con un leggero decremento<br />

rispetto al Piano (-50<br />

mil di euro) ma pur sempre<br />

in aumento rispetto al consuntivato 2008<br />

per effetto dei maggiori contribuiti che<br />

pervengono dalle Regioni. Lo scenario<br />

che si profila, quindi è di un leggero<br />

incremento <strong>della</strong> produzione pari a<br />

189.3 mil tr.km/anno rispetto ai 187.5<br />

mil. Tr.km/anno del 2008.<br />

Azioni<br />

Da quanto fin qui emerso possiamo<br />

cominciare a delineare un primo quadro<br />

delle azioni che l’azienda si appresta a<br />

definire:<br />

• nel trasporto passeggeri razionalizzazione<br />

rispetto load factor con interventi<br />

commerciali alternativi al taglio<br />

dei contributi; rimodulazione dell’offerta<br />

attraverso l’accorciamento e<br />

l’accorpamento di relazioni oggi<br />

duplicate sull’asse Sud/Nord con<br />

attestazione e interscambio su Genova<br />

e Bologna;<br />

• taglio dei servizi nel segmento universale<br />

e nel merci che non stanno in<br />

25<br />

equilibrio;<br />

• disdetta dei contratti con differenziale<br />

di costo elevato (superiore ai 10<br />

€/km)<br />

• spostamento servizi da notte a giorno,<br />

per effetto dell’aumentata capacità;<br />

• nel trasporto merci focalizzazione su<br />

val padana e valichi con qualche residua<br />

concentrazione al sud<br />

• attività manutentive concentrate in<br />

periodi e fasce orarie predeterminate;<br />

• garanzia di presidio delle linee in<br />

caso di degrado;<br />

• modifica orari di presenziamento su<br />

6700 km di linee con meno di 40<br />

treni/giorno;<br />

• passaggio da turni in terza a turni in<br />

seconda con abilitazione max 18 ore<br />

– 9 per turno.<br />

È evidente che trattasi di una situazione<br />

che si delinea complessa e particolarmente<br />

delicata. Difficoltà dello scenario<br />

macro-economico esterno all’azienda si<br />

sommano a ragionamenti di razionalizzazione<br />

tutti interni al Gruppo. Le azioni<br />

di scenario non sono del tutto chiare e<br />

troppo indefinite sono le indicazioni<br />

sulle ricadute sul lavoro e sugli strumenti<br />

che saranno proposti e adottabili.<br />

Al momento possiamo affermare che i<br />

risultati positivi fin qui raggiunti non<br />

sono solo merito dei vertici aziendali. Il<br />

lavoro ha dato un contributo fondamentale<br />

che deve essere riconosciuto. Le<br />

emergenze e le difficoltà che si profilano<br />

non potranno essere scaricate tutte sul<br />

lavoro e, soprattutto, non potranno essere<br />

utilizzate per ridisegnare una ferrovia<br />

piccola piccola.<br />

Salvatore Ottonelli<br />

PER LE STRADE D’EUROPA


26<br />

PER LE STRADE D’EUROPA<br />

I CONTRATTI<br />

L’assistenza sanitaria integrativa<br />

per il settore portuale<br />

è finalmente una realtà<br />

di CLAUDIO TARLAZZI<br />

Con l’intesa sottoscritta il giorno<br />

27 gennaio 2009 tra ASSOPOR-<br />

TI, ASSOLOGISTICA, ASSI-<br />

TERMINAL, FISE, FILT CGIL, FIT<br />

CISL e UILTRASPORTI, si è concluso<br />

il negoziato per l’istituzione dell’Assistenza<br />

Sanitaria Integrativa nel settore<br />

portuale.<br />

Già nel 2004, con il rinnovo del CCNL “<br />

dei lavoratori dei porti”, avevamo previsto<br />

uno specifico articolo contrattuale<br />

nel quale si concordava su tale opportunità,<br />

ma al di là degli obiettivi di principio,<br />

il percorso negoziale ha dovuto<br />

superare non poche difficoltà sull’aspetto<br />

dei costi, considerato anche che il rinnovo<br />

economico del CCNL era stato<br />

significativo, e su aspetti tecnici, considerata<br />

la novità per il settore.<br />

Il nostro obiettivo rimaneva fornire ai<br />

lavoratori un prodotto assicurativo veramente<br />

valido ad un costo sostenibile e<br />

solo con l’Accordo del 28 maggio 2007<br />

siamo riusciti a concordare con le controparti<br />

l’importo annuo di euro 168,00<br />

(ai quali si aggiunge il 10% di contributi<br />

previdenziali) per ogni lavoratore a<br />

tempo indeterminato a carico delle<br />

aziende/enti per finanziare l’istituenda<br />

assistenza sanitaria integrativa del SSN.<br />

In tale intesa le Associazioni datoriali<br />

avevano preteso che anche i lavoratori<br />

partecipassero con una quota a loro carico,<br />

introducendo il principio dell’ adesione<br />

su base volontaria.<br />

Solo con l’intesa del 22 dicembre 2008,<br />

si è concordato con le controparti che a<br />

carico dei lavoratori non doveva essere<br />

posto alcun costo, modificando il sistema<br />

di adesione, da base volontaria, che<br />

avrebbe messo a rischio il risultato del<br />

progetto, al sistema automatico di copertura<br />

assicurativa per tutti i lavoratori con<br />

rapporto di lavoro stabile.<br />

Anche sul piano tecnico i problemi sembravano<br />

prevalere sulla fattibilità del<br />

programma.<br />

Stante la presenza, infatti, di centinaia di<br />

aziende/enti alle quali viene applicata la<br />

norma contrattuale, andavano stabilite le<br />

modalità operative nella fase di start-up<br />

e nello specifico come attuare il controllo<br />

del flusso dei contributi tra le aziende/enti<br />

e la Cassa di assistenza sanitaria<br />

integrativa interaziendale, dal momento<br />

che questa non è attrezzata per lo svolgimento<br />

<strong>della</strong> parte burocratica per l’attivazione<br />

<strong>della</strong> polizza assicurativa.<br />

Altre scelte sarebbero state più appropriate<br />

ma avrebbero rappresentato un<br />

costo che avrebbe diminuito le risorse<br />

economiche a disposizione, che invece<br />

abbiamo dedicato interamente al prodotto<br />

assicurativo per maggiori garanzie ai<br />

lavoratori.<br />

Se non fosse stato per la struttura di<br />

UNISALUTE e <strong>della</strong> LABORFIN, quest’ultima<br />

rappresentata dal Dott. Aldo<br />

Ortolani, disponibili a svolgere il ruolo<br />

operativo <strong>della</strong> parte burocratica preventiva,<br />

difficilmente avremmo avuto questo<br />

risultato.<br />

Con tale intesa a decorrere dal 1 aprile<br />

2009 tutti i lavoratori con rapporto di<br />

lavoro a tempo indeterminato, ai quali si<br />

applica il CCNL “dei lavoratori dei<br />

porti”, beneficeranno di un prodotto<br />

assicurativo garantito da UNISALUTE<br />

SPA, il cui premio annuo di ? 168,00 è<br />

interamente carico dell’azienda/ente.<br />

Considerato che è condizione imprescindibile,<br />

per l’attivazione di tale polizza,<br />

il raggiungimento minimo di 4000<br />

lavoratori, è necessario che le aziende<br />

rispettino però gli adempimenti a loro<br />

carico previsti dall’intesa e pertanto<br />

ogni nostra struttura territoriale/aziendale<br />

dovrà essere impegnata nelle necessarie<br />

verifiche, oltre che a dare ampia diffusione<br />

tra i lavoratori del risultato raggiunto.<br />

La realizzazione nel settore portuale di<br />

un sistema di assistenza sanitaria, ad<br />

integrazione del SSN, era da tempo uno<br />

dei nostri obiettivi, per i crescenti costi<br />

dei servizi e delle prestazioni sanitarie, e<br />

per una domanda sempre meno soddisfatta<br />

e sempre meno garantita per efficienza<br />

all’interno del bilancio dello<br />

Stato e quindi del SSN.


L’esigenza, infatti, di tenere sotto controllo<br />

la spesa pubblica ha indotto i vari<br />

governi che si sono succeduti ad intervenire<br />

sui costi dello stato sociale, riducendo<br />

fortemente gli stanziamenti per la<br />

spesa sanitaria e quindi la qualità delle<br />

prestazioni offerte dal sistema pubblico.<br />

A ciò va aggiunto che le modificazioni<br />

demografiche legate all’invecchiamento<br />

<strong>della</strong> popolazione, i crescenti costi dei<br />

servizi ed il costante aumento del ricorso<br />

alla sanità privata, pongono problemi di<br />

equità sociale ai quali va data una risposta.<br />

In tal senso il decreto del ministro <strong>della</strong><br />

Salute Livia Turco del marzo 2008, per<br />

la prima volta in modo concreto, attuando<br />

quanto previsto dalla Finanziaria<br />

2008, consolida il principio secondo il<br />

quale la sanità in generale deve essere<br />

intesa come un sistema complessivo di<br />

enti, strutture e organizzazioni che investono<br />

sulla promozione <strong>della</strong> salute e la<br />

fornitura di prestazioni mediche e assistenziali<br />

senza finalità di lucro.<br />

In questo ambito rientrano i Fondi integrativi<br />

del SSN e i numerosi Enti, Casse<br />

di assistenza sanitaria no profit a carattere<br />

categoriale o aziendale che forniscono<br />

prestazioni assistenziali integrative e<br />

obbligatoriamente anche prestazioni<br />

odontoiatriche e prestazioni legate<br />

all’assistenza per i non autosufficienti.<br />

Di fatto, per necessità o per opportunità,<br />

nel nostro paese si è ormai strutturato un<br />

sistema sanitario aperto alla partecipazione<br />

attiva dei cittadini, incentivato<br />

anche sul piano fiscale, e consolidato il<br />

sodalizio tra la sanità pubblica e l’assistenza<br />

sanitaria integrativa, sempre più “<br />

secondo pilastro” del SSN.<br />

E’ pertanto motivo di grande soddisfazione<br />

per tutti noi essere riusciti a dare<br />

ulteriori tutele ai lavoratori, proteggendo<br />

in modo reale il loro reddito e aumentando<br />

l’offerta per un migliore livello di<br />

protezione <strong>della</strong> salute.<br />

Segretario nazionale<br />

Claudio Tarlazzi<br />

Le condizioni <strong>della</strong> polizza alla quale fa<br />

riferimento l’articolo si possono trovare<br />

sul sito www.<strong>uilt</strong>rasporti.it/ausiliari<br />

LA CULTURA DELLA PREVENZIONE<br />

Sicurezza stradale:<br />

il valore <strong>della</strong> vita<br />

di SILVANO MINIATI<br />

Il problema <strong>della</strong> sicurezza stradale<br />

e dei costi umani e sociali <strong>della</strong> incidentalità<br />

andrebbe affrontato non<br />

solo riscoprendo il principio che prevenire<br />

costa meno che curare ma anche<br />

una buona dose di freddezza e razionalità.<br />

Solo la scoperta del grande valore <strong>della</strong><br />

prevenzione può indurre i decisori politici<br />

ad abbandonare la politica dei tagli e<br />

a destinare alle politiche di sicurezza le<br />

risorse necessarie che non sono sicuramente<br />

poche.<br />

Una adeguata politica delle infrastrutture<br />

si può fare solo stanziando le risorse<br />

necessarie e mettendo assieme gli sforzi<br />

di governo, regioni, province, Anas e gestori<br />

di autostrade per incrementare le risorse<br />

disponibili e abbandonare la strada<br />

senza sbocco degli interventi “mordi e<br />

fuggi”.<br />

Ma prevenzione significa anche un impegno<br />

davvero eccezionale per creare tra<br />

27<br />

i cittadini un senso comune favorevole<br />

alla prevenzione il che in sintesi significa<br />

costruire una nuova cultura <strong>della</strong> sicurezza<br />

che non chiami in causa solo i<br />

doveri e gli obblighi altrui ma anche i<br />

propri.<br />

Per dirla con un esempio non basta affatto<br />

migliorare la strada (più corsie, meno<br />

buche, curve adeguate, segnaletica moderna,<br />

più rotonde ecc.) occorre anche<br />

cambiare le leggi e soprattutto il nostro<br />

modo di ragionare e comportarci sia alla<br />

guida che come pedoni avendo chiaro<br />

che non è detto affatto che una strada più<br />

scorrevole e senza buche sia a priori anche<br />

una strada con meno incidenti.<br />

Se in una città come Roma oltre un terzo<br />

dei pedoni attraversa fuori dalle strisce,<br />

se buona parte dei motorini sorpassano a<br />

destra, non si fermano al rosso e ti arrivano<br />

sui piedi quando attraversi le strisce,<br />

se in moto, in auto, ma anche a piedi<br />

e in mezzo alla strada tutti usano il telefonino<br />

come se fossero comodamente<br />

seduti nel salotto di casa, non si può poi<br />

PER LE STRADE D’EUROPA


28<br />

accusare soltanto il pessimo stato delle<br />

strade e neppure il gran volume di traffico<br />

per spiegare il fatto che Roma è dietro<br />

soltanto a Riga e Vilmus nella graduatoria<br />

degli incidenti nelle capitali europee<br />

e registra un tasso di mortalità tre<br />

volte e mezzo superiore a quello di<br />

Vienna, Parigi, Stoccolma, Helsinki,<br />

Oslo e Berlino e due volte più alto di<br />

quelli di Londra, Madrid e Praga.<br />

Si potrebbe affermare che se Roma<br />

avesse lo stesso tasso di incidentalità<br />

delle maggiori capitali europee nel 2007<br />

anziché 201 morti e 26.299 feriti avrebbe<br />

contato 50 morti e 7.500 feriti.<br />

Quei 150 morti e 19.000 feriti in più sono<br />

ad esempio la misura dello scarto di<br />

sicurezza tra Roma e Parigi.<br />

Se ci fermassimo un attimo a riflettere<br />

non solo sul carico di sofferenze che<br />

ogni incidente lascia dietro di se ma anche<br />

sui costi materiali che si scaricano<br />

sulla società apparirebbe chiaro che<br />

buona parte delle risorse in più dedicate<br />

alla sicurezza potrebbero derivare dai<br />

minori costi <strong>della</strong> incidentalità.<br />

Un’altra voce che potrebbe essere incrementata,<br />

almeno per alcuni anni, è quella<br />

relativa alle multe che andrebbero<br />

molto estese dopo aver chiarito bene che<br />

i loro proventi senza distogliere un centesimo<br />

vanno investiti in sicurezza.<br />

Chi parcheggia in divieto di sosta, in<br />

doppia fila o sul marciapiede, chi invade<br />

le corsie preferenziali deve sapere che<br />

quasi sicuramente sarà multato e non co-<br />

PER LE STRADE D’EUROPA<br />

LA CULTURA DELLA PREVENZIONE<br />

me avviene oggi una volta ogni tanto.<br />

Analogo ragionamento per chi usa il telefonino<br />

alla guida, chi supera i limiti di<br />

velocità, chi attraversa fuori dalle strisce<br />

che deve sapere che così facendo corre<br />

davvero il rischio di essere colto in fallo.<br />

Il nostro sta diventando un paese che ha<br />

un rapporto davvero strano con le tasse.<br />

I proclami antitasse uniti ai tanti esempi<br />

di impunità per chi non le paga, oltre alle<br />

tante disinvolte promesse elettorali<br />

rendono incredibile l’ipotesi che vi sia<br />

qualcuno , tra i politici, disposto a chiedere<br />

ad ogni automobilista qualcosa di<br />

più, magari sul bollo da destinare alla sicurezza.<br />

Dieci euro in più sul bollo potrebbero<br />

provocare gravi “sommovimenti popolari”<br />

proprio a opera di chi paga però<br />

senza quasi battere ciglio 5/6 volte tanto<br />

per una multa.<br />

Migliaia di multe in più seguite dai ritiri<br />

di patente; controlli al veicolo e norme<br />

molto più rigide a sostegno dell’utenza<br />

più debole possono cambiare la situazione<br />

soprattutto se a partire dai bambini<br />

per finire agli anziani saremo in grado di<br />

avviare una grande campagna di informazione<br />

e formazione.<br />

Dobbiamo finirla con lo scarica barile<br />

del “ci pensi la scuola” visto che il bambino<br />

impara dal padre e dal nonno comportamenti<br />

che poi la scuola non può<br />

cancellare.<br />

Dobbiamo rendere chiaro a tutti che la<br />

prima reazione positiva alla lotta contro<br />

l’incidentalità deve venire dalla testa di<br />

ognuno di noi, che certo vanno chiuse le<br />

buche, rese visibili le strisce e la segnaletica,<br />

installati nuovi semafori e molte<br />

altre rotonde, vigilate le corsie preferenziali,<br />

tolte non solo auto, motorini e biciclette<br />

dal marciapiede ma anche tavoli o<br />

pedane abusive che li rendono impercorribili.<br />

Ma anche l’ottica del codice stradale va<br />

ribaltata. Al primo posto deve stare<br />

l’utenza debole.<br />

Investire un pedone o un ciclista deve<br />

diventare, in caso di colpa accertata, un<br />

reato grave, molto più grave e oneroso<br />

di oggi.<br />

I cittadini devono inoltre avere la garanzia<br />

che chi provoca morti o lesioni gravi<br />

sotto gli effetti <strong>della</strong> droga e dell’alcool<br />

non incorre in atto doloso ma bensì volontario<br />

e che sconterà una pena adeguata.<br />

Una politica per la sicurezza stradale dovrebbe<br />

infine chiamare pesantemente in<br />

causa i costruttori di autoveicoli e di motocicli<br />

ai quali occorre chiedere maggiore<br />

inventiva per introdurre congegni tesi<br />

a limitare la velocità, rumore e emissioni<br />

oltre a sistemi che permettano di rilevare<br />

a posteriori eventuali comportamenti<br />

scorretti alla guida.<br />

Silvano Miniati<br />

Coord. Consulta Nazionale Sicurezza<br />

Stradale Cnel


MOBILITA’ E’ SVILUPPO 29<br />

La prestazione dei lavoratori mobili<br />

di SANTINO FORTINO<br />

La nuova pubblicazione <strong>della</strong> <strong>Uiltrasporti</strong><br />

su un tema particolarmente articolato e complesso<br />

In occasione dell’entrata in vigore<br />

del Decreto Legislativo 19.11.2007<br />

n. 234, il Coordinamento Nazionale<br />

T.P.L. e Mobilità <strong>della</strong> <strong>Uiltrasporti</strong> ha<br />

elaborato una pubblicazione che raccoglie<br />

tutte le norme legali e contrattuali<br />

che regolano la materia relativa alla questione<br />

dei cosiddetti lavoratori mobili<br />

addetti, come recita il titolo <strong>della</strong> pubblicazione,<br />

al trasporto via terra di persone<br />

e merci.<br />

È noto a tutti che l’argomento è molto<br />

complesso e in non pochi casi di difficile<br />

interpretazione e che dunque questo<br />

lavoro va considerato come un contributo<br />

per orientarsi tra le norme di legge,<br />

sia di fonte europea che di fonte<br />

nazionale, in rapporto alle norme<br />

contrattuali nazionali vigenti.<br />

I contratti presi a riferimento<br />

sono quelli dei lavoratori<br />

addetti:<br />

• Alla logistica e al trasporto<br />

merci e alle spedizioni;<br />

• Al trasporto ferroviario (rete<br />

FS);<br />

• Al trasporto ferroviario locale<br />

ed alla navigazione interna<br />

(contratto autoferrotranvieri);<br />

• Al trasporto urbano;<br />

• Al trasporto extraurbano.<br />

Il Coordinamento Nazionale<br />

T.P.L. e Mobilità si augura,<br />

come indicato nella presentazione,<br />

che questo contributo possa<br />

essere utile, in una logica di<br />

comprensione ed eventuale semplificazione<br />

delle norme contrattuali,<br />

ad una migliore conoscenza<br />

<strong>della</strong> materia da parte di tutte<br />

le strutture periferiche deputate a<br />

verificare l’osservanza delle<br />

regole contenute nelle varie<br />

leggi e nei contratti nazionali vigenti,<br />

nonché ad esercitare le deleghe riconosciute<br />

loro dalle norme citate.<br />

Questo quaderno di informazione rappresenta<br />

un esperimento, un tentativo<br />

di fornire un supporto informatico (e<br />

volendo cartaceo) agile, semplice da<br />

consultare e nello stesso tempo completo.<br />

Per il Segretario Generale <strong>della</strong> <strong>Uiltrasporti</strong><br />

Giuseppe Caronia, che ne ha<br />

redatto la presentazione, “il quaderno<br />

rappresenta senza dubbio una importante<br />

iniziativa tesa ad allargare la<br />

conoscenza delle leggi comunitarie e<br />

nazionali ed a rendere patrimonio<br />

comune di tutti i dipendenti e <strong>della</strong><br />

nostra UILT, le norme contrattuali di<br />

carattere nazionale che contraddistinguono<br />

appunto la prestazione dei cosiddetti<br />

lavoratori mobili. Questa iniziativa<br />

vuole anche essere un primo tentativo<br />

di far prendere coscienza, agli operatori<br />

dei trasporti, delle differenze, a<br />

volte pienamente giustificate, di trattamento<br />

esistenti nel suo insieme e in<br />

ordine a molti istituti contrattuali.<br />

Forse una maggiore conoscenza può, è<br />

questo il messaggio implicito che lancia<br />

questo “Quaderno”, concorrere a semplificare<br />

e ad avvicinare, senza escludere<br />

le specificità, le norme contenute ora<br />

nei vari contratti nazionali”. Il Segretario<br />

Generale <strong>della</strong> UILT ha trovato particolarmente<br />

appropriato lo spirito che<br />

contraddistingue l’impostazione del<br />

lavoro trattandosi di una iniziativa<br />

pressoché senza precedenti,<br />

aperta ad eventuali osservazioni,<br />

e ha rivolto un plauso ed un<br />

ringraziamento a quanti ne<br />

hanno reso possibile la pubblicazione<br />

ed in particolare agli<br />

amici Patriarca, Napoleoni e<br />

Colonna, in collaborazione con<br />

Simona Zualdi ed infine, non<br />

per ultimo con l’amico Cleto<br />

Catalano che ha messo, come<br />

sempre, a disposizione dell’Organizzazione<br />

la sua preziosa<br />

preparazione e la sua lunga<br />

esperienza nella cura di pubblicazioni<br />

analoghe.<br />

A quelli del Segretario Generale<br />

si aggiungono i miei personali<br />

ringraziamenti. Per il sottoscritto<br />

è motivo di piacere e orgoglio<br />

poter presentare la pubblicazione<br />

di questa specie di “bignami”<br />

che testimonia ancora una volta<br />

quanto sia ricca di capacità e<br />

competenze la nostra organizzazione<br />

sindacale.<br />

PER LE STRADE D’EUROPA


30<br />

Libero Stato<br />

Sicuramente tutti ricordano che il<br />

principio ispiratore <strong>della</strong> formalizzazione<br />

degli accordi tra lo<br />

Stato Italiano e la Chiesa Cattolica era<br />

rappresentato dalla necessità di garantire<br />

alla Chiesa Cattolica la massima<br />

libertà di professione di fede all’interno<br />

dello Stato.<br />

Da qui il riconoscimento di tutta una<br />

serie di diritti e di privilegi rispetto alle<br />

altre professioni religiose, tanto da<br />

riconoscere alla Chiesa Cattolica lo<br />

“status” di religione di stato.<br />

In questa sede è necessario ricordare<br />

che lo Stato Italiano, oltre a garantire<br />

la libertà di professione di fede e di<br />

apostolato, ha riconosciuto alla Chiesa<br />

Cattolica non pochi benefici di ordine<br />

economico (cfr gli obblighi posti a<br />

carico dello Stato dal Concordato e<br />

dalle leggi fiscali), non solo, ma ha<br />

dato valenza civile a tutti gli effetti al<br />

matrimonio religioso, nonché dell’annullamento<br />

dello stesso da parte <strong>della</strong><br />

Sacra Rota.<br />

Che a ben vedere rappresenta e riveste<br />

un importantissimo segno del valore<br />

che lo Stato riconosce alla Chiesa Cattolica.<br />

Sicuramente lo Stato<br />

ha voluto e tenuto<br />

conto del fatto che la<br />

stragrande maggioranza<br />

dei cittadini si<br />

professa di religione<br />

cattolica, quindi, si<br />

può pensare che gli<br />

accordi formali tra<br />

Stato e Chiesa non<br />

rappresentino altro<br />

che l’adeguamento<br />

dello Stato al comune<br />

sentire dei cittadini,<br />

anche se questi ultimi,<br />

chiamati ad esprimer-<br />

PER LE STRADE D’EUROPA<br />

NON SOLO ENGLARO...<br />

in Libera Chiesa<br />

si attraverso alcuni “referendum”<br />

hanno scelto di pronunciarsi su alcuni<br />

temi di estrema rilevanza (aborto e<br />

divorzio ad esempio) in modo difforme<br />

da quanto affermato con forza e con<br />

tutti i mezzi possibili <strong>della</strong> Chiesa.<br />

Questa breve premessa mi occorreva<br />

per chiarire le ragioni del titolo dell’articolo.<br />

Se l’assunto “libera Chiesa” in “libero<br />

Stato” va considerato non solo corretto<br />

ma l’unico come soddisfacente per<br />

garantire la libertà di culto da parte dei<br />

cittadini e la possibilità <strong>della</strong> Chiesa,<br />

quale loro espressione, per realizzare il<br />

suo magistero spirituale e non solo.<br />

Ciò oltretutto significava e deve significare<br />

che lo Stato Italiano non può e<br />

non deve interferire né nelle questioni<br />

di culto, né nell’attività (intesa in tutti i<br />

sensi) <strong>della</strong> Chiesa.<br />

Credo sia però altrettanto necessario<br />

che si realizzi il principio <strong>della</strong> reciprocità<br />

vale a dire se lo Stato non deve<br />

interferire nell’attività e nelle scelte<br />

<strong>della</strong> Chiesa, quest’ultima dovrebbe<br />

essere tenuta a non interferire con gli<br />

affari e le scelte dello Stato.<br />

di CLETO CATALANO<br />

Ho sempre avuto il convincimento,<br />

credo comune a molti italiani anche se<br />

cattolici, che spesso, troppo spesso, la<br />

Chiesa abbia interferito, si sia ingerita<br />

negli affari dello Stato, tentando con<br />

ogni mezzo, di orientare l’opinione dei<br />

cittadini italiani su molti spetti, <strong>della</strong><br />

vita civile e cosa ancor più seria le<br />

azioni delle istituzioni.<br />

In questa sede credo opportuno tralasciare<br />

di parlare <strong>della</strong> discesa diretta in<br />

campo politico, tendente a favorire le<br />

formazioni politiche apparentemente<br />

(più o meno) vicine alla dottrina ed alla<br />

morale cattolica, per porre l’accento su<br />

alcuni interventi, a mio parere assolutamente<br />

inopportuni operati dalla<br />

Chiusa su questioni di grande rilevanza<br />

civile.<br />

Mi riferisco, in particolare, al riconoscimento<br />

di alcuni diritti alle convivenze<br />

di fatto, al testamento biologico e,<br />

soprattutto, alle posizioni assunte nella<br />

vicenda di Emanuela Englaro.<br />

Una precisazione: la Chiesa ben conosce<br />

la distinzione tra divieto/obbligo e diritto/facoltà,<br />

nonché la distinzione tra<br />

“peccato” secondo la morale cattolica e<br />

fatto lecito secondo le<br />

regole civili.<br />

Molte azioni considerate<br />

“peccato” sono riconosciute<br />

illecite e quindi<br />

vietate e sanzionate<br />

anche dall’ordinamento<br />

dello Stato, altre invece<br />

sono considerate magari<br />

non del tutto corrette,<br />

ma certamente non<br />

sono né vietate né sanzionate.<br />

Sappiamo tutti che l’ordinamento<br />

giuridico<br />

non è immutabile nel<br />

tempo, ma segue, anche


se non in tempi brevissimi,<br />

l’evoluzione dei<br />

costumi sociali ed i progressi<br />

scientifici.<br />

Se lo Stato Italiano<br />

ritiene necessario, nell’interesse<br />

dei suoi cittadini,<br />

ritenere dei<br />

comportamenti, delle<br />

azioni ritenute illecite o<br />

addirittura reati non più<br />

tali non può significare<br />

e non significa che<br />

pone a loro carico un<br />

obbligo, una imposizione,<br />

ma riconosce ai<br />

cittadini solo la facoltà<br />

di tenere, senza incorrere<br />

in sanzioni amministrative o penali,<br />

quel determinato comportamento.<br />

La legge italiana non impone alle<br />

donne di abortire o alle persone sposate<br />

di divorziare ma riconosce loro solo<br />

la facoltà di farlo.<br />

Qualora venisse approvata una norma<br />

che preveda la facoltà di fare il testamento<br />

biologico, non significa che si<br />

impone di farlo né che si introduce nel<br />

nostro ordinamento l’eutanasia, ma si<br />

riconosce ai cittadini italiani la facoltà<br />

di rifiutare trattamenti che tendono<br />

solo a prolungare la vita, trasformandola<br />

in una sorta di sofferenza inaudita<br />

o peggio ancora in una vita esclusivamente<br />

vegetativa.<br />

La Chiesa ha tutti gli strumenti per<br />

convincere i credenti e a non ricorrere<br />

all’aborto, al divorzio, al testamento<br />

biologico, quali l’esclusione dalla<br />

comunità ecclesiale, e la scomunica.<br />

Quando la Chiesa pretende che la legislazione<br />

italiana si adegui alla sua<br />

visione ed ai suoi precetti può o significare<br />

che ritiene il suo magistero<br />

insufficiente a convincere i fedeli a<br />

tenere comportamenti consoni ai suoi<br />

insegnamenti o che vuole imporre la<br />

sua visone indiscriminatamente a tutti i<br />

cittadini italiani credenti e non, nonché<br />

a quei cittadini che professano altre<br />

religioni.<br />

Né va sottaciuto che la Chiesa oltre ad<br />

interferire nelle questioni di principio<br />

NON SOLO ENGLARO...<br />

di enorme importanza quali quelle che<br />

ho indicato sopra, in molte circostanze<br />

tende ad indirizzare quasi ad imporre<br />

allo Stato Italiano le sue linee di politica<br />

sociale ed economica.<br />

Ciò facendo travalica senza alcun dubbio<br />

anche in questo caso il magistero<br />

ecclesiastico per trasformarsi se non<br />

proprio in un partito politico in un<br />

reale supporto alle formazioni politiche<br />

di volta in volta più vicine alle sue<br />

posizioni.<br />

Credo che il punto più alto di interferenza<br />

la Chiesa lo abbia raggiunto<br />

nella vicenda tragica che riguarda la<br />

famiglia Englaro.<br />

Quando al di la delle critiche alla sentenza<br />

<strong>della</strong> magistratura ormai definitiva<br />

ed esecutiva ha invitato i medici<br />

cattolici ad opporre l’obiezione di<br />

coscienza ad eseguirla e convincendo<br />

alcuni rappresentanti delle istituzioni<br />

(Ministro del Welfare e Governatore<br />

<strong>della</strong> Lombardia) a frapporre ogni<br />

ostacolo possibile alla applicazione<br />

delle sentenze dei giudici italiani.<br />

Non so, tra l’altro, quanto i comportamenti<br />

di tali rappresentanti delle Istituzioni<br />

siano da attribuirsi a profondi<br />

convincimenti religiosi e/o filosofici,<br />

oppure siano determinati da interessi<br />

politici o di partito.<br />

Voglio chiudere queste brevi note,<br />

oltretutto un pò farraginose, precisando<br />

che non ho nulla contro la Chiesa<br />

31<br />

Cattolica in quanto<br />

tale o contro il suo<br />

Magistero, credo solamente<br />

che lo Stato Italiano<br />

debba esprimere<br />

appieno la sua sovranità,<br />

uscendo da quella<br />

specie di tutela che<br />

ancor oggi (in maniera<br />

più o meno morbida)<br />

esercita la Chiesa nei<br />

suoi confronti.<br />

Infine, sarebbe interessante<br />

sperimentare<br />

l’atteggiamento che<br />

terrebbe la Chiesa, se<br />

lo Stato Italiano rifiutasse<br />

di riconoscere<br />

gli effetti civili agli annullamenti dei<br />

matrimoni sanciti dalla Sacra Rota, se<br />

decidesse di sottoporre a referendum il<br />

permanere dei benefici fiscali e delle<br />

sovvenzioni alla Chiesa ed alle sue istituzioni<br />

per devolvere l’entità degli<br />

stessi ai cittadini italiani meno fortunati,<br />

se ritenesse si esprimere il proprio<br />

placet all’affidamento di alcuni incarichi<br />

religiosi che abbiano anche risvolti<br />

civili, se vietasse la discriminazione<br />

dei sacerdoti gay ed infine se decidesse<br />

che ai religiosi dichiaratamente negazionisti<br />

(vedi il caso di alcuni Lefrebiani)<br />

fosse vietato il magistero religioso<br />

e sospesi “a divinis”.<br />

In questa ultima ipotesi è sicuramente<br />

da stigmatizzare l’atteggiamento di<br />

tutti i partiti politici, che non hanno<br />

avuto nemmeno il coraggio di chiedere<br />

al Papa un suo pronunciamento diretto,<br />

solo alcuni leader hanno condannato le<br />

tesi sostenute dal vescovo lefrebviano,<br />

senza però chiedere che nei suoi confronti<br />

la Chiesa adottasse gli opportuni,<br />

anzi necessari, provvedimenti.<br />

Anche in questo caso forse, anzi sicuramente,<br />

non ho tenuto conto <strong>della</strong><br />

realtà, credendo che la teoria del principio:<br />

Libera Chiesa in Libero Stato,<br />

significhi anche Libero Stato in Libera<br />

Chiesa, sostenuto da illustri, importanti<br />

politici e filosofi italiani, possa trovare<br />

pratica applicazione.<br />

Cleto Catalano<br />

PER LE STRADE D’EUROPA


Le nuove procedure<br />

per gli accertamenti sanitari<br />

di assenza di tossicodipendenza<br />

o di assunzione<br />

di sostanze<br />

stupefacenti o psicotrope<br />

per i lavoratori<br />

che svolgono mansioni<br />

che comportano<br />

particolari rischi<br />

per la sicurezza, l’incolumità<br />

e la salute di terzi<br />

PER LE STRADE D’EUROPA


34<br />

Premessa<br />

La presente guida intende essere un utile<br />

strumento volto ad aiutare lavoratori e<br />

strutture sindacali nella prima fase di<br />

applicazione delle nuove procedure per<br />

gli accertamenti sanitari di assenza di tossicodipendenza<br />

o di assunzione di sostanze<br />

stupefacenti o psicotrope..<br />

Eviteremo quindi di fare riferimento a<br />

Contratti, Leggi o Accordi, e limiteremo<br />

l’analisi alle tematiche di interesse del<br />

lavoratore, indicando in maniera semplice<br />

quanto prevede la normativa ed evidenziando<br />

le tematiche su cui essa è talmente<br />

lacunosa da richiede un approfondimento<br />

in sede di contrattazione.<br />

Di cosa stiamo parlando?<br />

Le procedure oggetto <strong>della</strong> presente<br />

guida, come detto in premessa, sono volte<br />

all’accertamento sanitario di assenza di<br />

tossicodipendenza e di assunzione di<br />

sostanze stupefacenti o psicotrope nei<br />

lavoratori che svolgono mansioni che<br />

comportano particolari rischi per la sicurezza,<br />

l’incolumità e la salute di terzi.<br />

Si tratta di accertamenti a scopo preventivo<br />

che, per le oggettive difficoltà di rilevazione<br />

e di descrizione delle modalità e<br />

<strong>della</strong> frequenza di assunzione delle<br />

sostanze da parte del lavoratore, non possono<br />

fare distinzione tra uso occasionale,<br />

uso regolare o presenza di dipendenza al<br />

fine di attivare la sospensione cautelativa.<br />

Le procedure devono essere effettuate in<br />

modo tale da garantire la privacy, il rispetto<br />

e la dignità <strong>della</strong> persona sottoposta ad<br />

accertamento e non devono in alcun modo<br />

rappresentare strumenti persecutori lesivi<br />

<strong>della</strong> libertà individuale o tesi ad allonta-<br />

PER LE STRADE D’EUROPA<br />

TOSSICODIPENDENZA E SICUREZZA<br />

Guida utile a lavoratori e strutture sindacali<br />

sulle procedure per gli accertamenti sanitari di assenza<br />

di tossicodipendenza per i lavoratori addetti a mansioni<br />

che comportano particolari rischi per la sicurezza,<br />

l’incolumità e la salute di terzi<br />

a cura del Dipartimento nazionale TPL e Mobilità<br />

nare arbitrariamente la persona dalla sua<br />

attività lavorativa.<br />

Tale accertamento non è da intendere<br />

come accertamento «pre-assuntivo» ma<br />

come «visita medica preventiva» post<br />

assuntiva da eseguire comunque sul lavoratore<br />

prima di essere adibito al servizio<br />

lavorativo nella mansione specifica a<br />

rischio.<br />

Quali lavoratori dei trasporti ne<br />

sono sottoposti?<br />

a) conducenti di veicoli stradali per i<br />

quali è richiesto il possesso <strong>della</strong><br />

patente di guida categoria C, D, E, e<br />

quelli per i quali è richiesto il certificato<br />

di abilitazione professionale per la<br />

guida di taxi o di veicoli in servizio di<br />

noleggio con conducente, ovvero il<br />

certificato di formazione professionale<br />

per guida di veicoli che trasportano<br />

merci pericolose su strada;<br />

b) personale addetto direttamente alla circolazione<br />

dei treni e alla sicurezza dell’esercizio<br />

ferroviario che esplichi attività<br />

di condotta, verifica materiale<br />

rotabile, manovra apparati di sicurezza,<br />

formazione treni, accompagnamento<br />

treni, gestione <strong>della</strong> circolazione,<br />

manutenzione infrastruttura e coordinamento<br />

e vigilanza di una o più attività<br />

di sicurezza;<br />

c) personale ferroviario navigante sulle<br />

navi del gestore dell’infrastruttura ferroviaria<br />

con esclusione del personale<br />

di camera e di mensa;<br />

d) personale navigante delle acque interne<br />

con qualifica di conduttore per le<br />

imbarcazioni da diporto adibite a<br />

noleggio;<br />

e) personale addetto alla circolazione e a<br />

sicurezza delle ferrovie in concessione<br />

e in gestione governativa, metropolitane,<br />

tranvie e impianti assimilati, filovie,<br />

autolinee e impianti funicolari,<br />

aerei e terrestri;<br />

f) conducenti, conduttori, manovratori e<br />

addetti agli scambi di altri veicoli con<br />

binario, rotaie o di apparecchi di sollevamento,<br />

esclusi i manovratori di carri<br />

ponte con pulsantiera a terra e di<br />

monorotaie;<br />

g) personale marittimo di I categoria delle<br />

sezioni di coperta e macchina, limitatamente<br />

allo Stato maggiore e sottufficiali<br />

componenti l’equipaggio di navi<br />

mercantili e passeggeri, nonché il personale<br />

marittimo e tecnico delle piattaforme<br />

in mare, dei pontoni galleggianti,<br />

adibito ad attività off-shore e delle<br />

navi posatubi;<br />

h) controllori di volo ed esperti di assistenza<br />

al volo;<br />

i) personale certificalo dal Registro aeronautico<br />

italiano;<br />

l) collaudatori di mezzi di navigazione<br />

marittima, terrestre ed aerea;<br />

m)addetti ai pannelli di controllo del<br />

movimento nel settore dei trasporti;<br />

n) addetti alla guida di macchine di movimentazione<br />

terra e merci.<br />

Consigli per la consultazione<br />

Al fine di poter meglio comprendere i vari<br />

passaggi <strong>della</strong> complessa procedura prevista,<br />

è opportuno visualizzarne la<br />

sequenza nello schema allegato in ultima<br />

pagina. Per favorirne l’identificazione<br />

ogni singolo passaggio è individuato con<br />

una lettera maiuscola (A, B, C, ecc.)


GUIDA<br />

alle procedure per gli<br />

accertamenti sanitari<br />

Il provvedimento prevede due distinti<br />

livelli di accertamento:<br />

• il primo interamente affidato al medico<br />

competente;<br />

• il secondo a cura delle strutture competenti<br />

(Servizio per le tossicodipendenze<br />

dell’A.S.L o la struttura individuata<br />

nella Direzione Sanità di R.F.I.<br />

(già Servizio Sanitario delle Ferrovie<br />

dello Stato) con compiti di approfondimento<br />

diagnostico-accertativo.<br />

A - ATTIVAZIONE DELLA PROCE-<br />

DURA (vedi schema in ultima pagina)<br />

Il datore di lavoro comunica al medico<br />

competente, per iscritto, i nominativi dei<br />

lavoratori da sottoporre ad accertamento<br />

di assenza di tossicodipendenza e di<br />

assunzione di sostanze stupefacenti o psicotrope<br />

in base alla mansione (vedi pag. 2<br />

di questa guida) (lista che dovrà essere, a<br />

cura del datore di lavoro, puntualmente<br />

aggiornata).<br />

Il lavoratore può essere sottoposto agli<br />

accertamenti in oggetto per una delle<br />

seguenti ragioni:<br />

Accertamento pre-affidamento <strong>della</strong><br />

mansione: viene stabilita l’idoneità del<br />

soggetto a poter svolgere la mansione a<br />

rischio. È necessario un risultato negativo<br />

per confermare l’assenza di controindicazioni,<br />

prima di un eventuale inizio dell’attività.<br />

Accertamento periodico: il lavoratore<br />

è sottoposto ad accertamento periodico,<br />

di norma con frequenza annuale, atto<br />

alla verifica dell’idoneità alla mansione<br />

a rischio. In situazione di elevata numerosità<br />

dei soggetti da sottoporre all’accertamento,<br />

va tenuto conto, inoltre,<br />

che nel rispetto delle procedure di<br />

accertamento si dovranno garantire le<br />

caratteristiche di non prevedibilità da<br />

parte dei lavoratori <strong>della</strong> data di effettuazione<br />

dell’accertamento e, contemporaneamente,<br />

si dovrà escludere la<br />

possibilità di scelta volontaria dei candidati<br />

agli accertamenti da parte del<br />

TOSSICODIPENDENZA E SICUREZZA<br />

datore di lavoro. Pertanto, il datore di<br />

lavoro, seleziona i lavoratori da inviare<br />

e sottoporre di volta in volta agli accertamenti<br />

previsti, mediante l’utilizzo di<br />

un processo casuale di individuazione<br />

che escluda la possibilità di scelta<br />

volontaria. Tutto questo deve avvenire<br />

compatibilmente con le esigenze lavorative<br />

e di programmazione aziendale.<br />

Accertamento per ragionevole dubbio:<br />

il lavoratore viene sottoposto ad accertamento<br />

di idoneità alla mansione anche<br />

(oltre al controllo sanitario periodico)<br />

quando sussistano indizi o prove sufficienti<br />

di una sua possibile assunzione di<br />

sostanze illecite. Le segnalazioni di<br />

ragionevole dubbio, in via cautelativa e<br />

riservata, vengono fatte dal datore di<br />

lavoro o suo delegato al medico competente<br />

che provvederà a verificare la fondatezza<br />

del ragionevole dubbio e, se del<br />

caso, ad attivare gli accertamenti clinici<br />

previsti di sua competenza.<br />

Accertamento dopo un incidente: il<br />

lavoratore, in caso di ragionevole dubbio,<br />

deve essere sottoposto, dal medico<br />

competente nei casi in cui è previsto, ad<br />

accertamento di idoneità alla mansione<br />

successivamente ad un incidente avvenuto<br />

alla guida di veicoli o mezzi a motore<br />

durante il lavoro, per escludere l’assunzione<br />

di sostanze stupefacenti o psicotrope.<br />

B - MEDICO COMPETENTE (vedi<br />

schema in ultima pagina)<br />

Entro trenta giorni dal ricevimento dell’elenco<br />

dei nominativi trasmesso dal<br />

datore di lavoro, il medico competente<br />

stabilisce e trasmette al datore il cronogramma<br />

per l’accesso dei lavoratori agli<br />

accertamenti, definendo date e luogo di<br />

esecuzione degli stessi in accordo con il<br />

datore di lavoro, tenuto conto <strong>della</strong><br />

numerosità dei lavoratori da sottoporre<br />

ad accertamento. Il datore di lavoro è<br />

tenuto a comunicare al lavoratore la data<br />

ed il luogo degli accertamenti, con un<br />

preavviso di non più di un giorno dalla<br />

data stabilita per l’accertamento.<br />

35<br />

C - PROCEDURE ACCERTATIVE<br />

DI PRIMO LIVELLO (vedi schema in<br />

ultima pagina)<br />

L’accertamento svolto dal medico competente<br />

è obbligatorio, se il lavoratore si<br />

sottrae alle procedure di accertamento cd.<br />

di primo livello le conseguenze variano a<br />

seconda che vi sia:<br />

• rifiuto del lavoratore: sospensione<br />

dalla mansione per “impossibilità<br />

materiale a svolgere gli accertamenti”;<br />

• assenza alla visita senza aver presentato<br />

valida e documentata giustificazione<br />

al riguardo: sospensione dalla<br />

mansione in via cautelativa e riconvocazione<br />

entro 10 giorni;<br />

• assenza <strong>della</strong> visita con giustificazione<br />

valida e documentata: riconvocazione<br />

entro 10 giorni dalla data di cessazione<br />

dei motivi che hanno impedito<br />

l’accertamento;<br />

• La mancata presentazione obbliga<br />

comunque il medico competente,<br />

anche in caso di esito negativo <strong>della</strong><br />

visita poi eseguita, ad effettuare almeno<br />

altri tre controlli nei 30 giorni successivi<br />

e ad osservazioni di maggior<br />

durata in caso di ragionevole dubbio.<br />

L’accertamento di primo livello comprende<br />

una visita medica orientata all’identificazione<br />

di segni e sintomi che facciano<br />

sospettare l’assunzione di sostanze stupefacenti<br />

o psicotrope. In sede di visita il<br />

medico competente potrà svolgere un test<br />

tossicologico rapido o in alternativa potrà<br />

essere eseguito un test presso idonee strutture<br />

di laboratorio (nella visita avverrà la<br />

sola raccolta del campione). In entrambi i<br />

casi gli accertamenti analitici dovranno<br />

comunque, se positivi, prevedere una conferma<br />

dei risultati mediante cromatografia<br />

accoppiata a spettrometria di massa.<br />

Nell’ambito <strong>della</strong> visita medica il medico<br />

competente deve inoltre valutare:<br />

• eventuali precedenti trattamenti sociosanitari<br />

per tossicodipendenza presso<br />

strutture pubbliche o private anche<br />

attraverso l’acquisizione di informazioni<br />

sanitarie previo consenso dell’interessato;<br />

• eventuali notizie relative ad infortuni<br />

lavorativi e precedenti incidenti avve-<br />

PER LE STRADE D’EUROPA


36<br />

nuti sia in occasione del lavoro, sia al<br />

di fuori dell’ambito lavorativo, ritiri di<br />

patente, ecc.;<br />

• assunzione di farmaci psicoattivi che<br />

possono essere prescritti o non prescritti;<br />

• eventuale sussistenza di segni e/o sintomi<br />

di assunzione o intossicazione in<br />

atto o meno di sostanze stupefacenti o<br />

psicotrope.<br />

Prelievo del campione<br />

La matrice biologica utilizzata è l’urina<br />

che deve essere prelevata sotto controllo<br />

del medico competente o di un operatore<br />

sanitario qualificato, garantendo il rispetto<br />

<strong>della</strong> dignità <strong>della</strong> persona ma introducendo<br />

misure atte ad evitare la possibilità di<br />

manomissione del campione, anche prevedendo<br />

che il soggetto non venga lasciato<br />

solo durante la raccolta; l’urina deve<br />

essere raccolta in apposito contenitore<br />

monouso di plastica; è richiede una quantità<br />

non inferiore 60 ml.<br />

Qualora la quantità di urina prodotta sia<br />

insufficiente, il campione incompleto<br />

viene sigillato e viene riaperto solo alla<br />

presenza del soggetto per la successiva<br />

integrazione in un nuovo contenitore, a tal<br />

fine il soggetto può assumere bevande<br />

analcoliche gassate o non gassate.<br />

Una volta completata l’operazione di raccolta,<br />

il medico competente esegue il test<br />

di screening immunochimico rapido o<br />

provvede al trasferimento del campione,<br />

suddiviso in tre aliquote sigillate e denominate<br />

«A», «B» e «C» di almeno 20 ml<br />

ciascuna, al laboratorio individuato per<br />

tale finalità; se il test di screening è negativo,<br />

l’urina non deve essere conservata;<br />

se il test risulta positivo, l’urina viene travasata<br />

alla presenza del lavoratore dal<br />

recipiente di prima raccolta in due contenitori<br />

che devono contenere almeno 20 ml<br />

cadauno; i contenitori devono essere dotati<br />

di tappo a chiusura ermetica antiviolazione<br />

oppure chiusi e sigillati con un sigillo<br />

adesivo a nastro non rinnovabile, sul<br />

quale il lavoratore e il medico appongono<br />

congiuntamente la propria firma, e contrassegnati<br />

con lettere B e C.<br />

Sui contenitori devono essere altresì indicati<br />

nome e cognome del lavoratore, del<br />

PER LE STRADE D’EUROPA<br />

TOSSICODIPENDENZA E SICUREZZA<br />

medico e la data e ora del prelievo; il<br />

medico competente è responsabile <strong>della</strong><br />

custodia del campione; i contenitori devono<br />

essere inseriti in apposito contenitore<br />

termico per la spedizione, dotato di adeguato<br />

elemento refrigerante. Per i test di<br />

primo livello, sia a titolo di screening<br />

immunochimico che di conferma cromatografica,<br />

che verranno eseguiti utilizzando<br />

laboratori esterni, le borse con i campioni<br />

biologici devono essere inviate nel<br />

più breve tempo possibile e comunque<br />

entro 24 ore dal prelievo al laboratorio per<br />

l’esecuzione del test di screening e/o delle<br />

analisi di conferma e per l’eventuale analisi<br />

di revisione. Il trasporto deve avvenire<br />

secondo le norme vigenti con allegata<br />

copia del verbale di prelievo. Alla consegna,<br />

il laboratorio diventa responsabile<br />

<strong>della</strong> custodia e conservazione del campione.<br />

Se le analisi vengono effettuate dal<br />

laboratorio entro le 24 ore il campione<br />

verrà conservato in frigo a + 4°C; qualora<br />

il medico competente si avvalga per gli<br />

accertamenti di primo livello di idoneo<br />

laboratorio esterno, provvede in concomitanza<br />

<strong>della</strong> visita al prelievo del campione<br />

con le modalità sopra riportate, suddividendolo<br />

in tre aliquote, di cui una denominata<br />

con la lettera A verrà utilizzata per<br />

analisi di screening, con metodica immunochimica,<br />

e le altre due aliquote B e C<br />

saranno utilizzate rispettivamente per la<br />

conferma mediante cromatografia spettrometria<br />

di massa e per l’eventuale analisi<br />

di revisione; in caso di negatività il laboratorio<br />

provvede all’eliminazione delle<br />

aliquote residue secondo le disposizioni di<br />

legge, comunicando l’esito negativo al<br />

medico competente.<br />

Verbale di prelievo e trasmissione del<br />

campione<br />

Il medico competente compila per ciascun<br />

lavoratore il verbale di prelievo in triplice<br />

copia; detto verbale deve riportare generalità<br />

del lavoratore e del medico competente,<br />

luogo in cui è stato eseguito il prelievo,<br />

data e ora del prelievo, quantità di urina<br />

raccolta, esito delle eventuali analisi di<br />

screening rapido; il verbale deve essere<br />

firmato dal medico responsabile del prelievo<br />

del campione e controfirmato dal<br />

lavoratore il quale, in tal modo, attesta la<br />

corretta esecuzione del prelievo.<br />

Il lavoratore può chiedere che vengano<br />

riportate sul verbale eventuali dichiarazioni.<br />

Il verbale riporterà l’elenco dei farmaci<br />

eventualmente assunti negli ultimi sette<br />

giorni; una copia del verbale viene consegnata<br />

al lavoratore, una copia rimane al<br />

medico competente e l’altra, in caso di<br />

positività al test, viene trasmessa al laboratorio,<br />

di norma inserita nel contenitore<br />

termico per il trasporto dei campioni; il<br />

trasporto per l’invio al laboratorio deve<br />

avvenire secondo le norme vigenti; alla<br />

consegna il laboratorio diventa responsabile<br />

<strong>della</strong> custodia e conservazione dei<br />

campioni; l’apertura del contenitore termico,<br />

contenente i campioni, avviene<br />

presso la sede del laboratorio che esegue<br />

le analisi di conferma.<br />

Il laboratorio accerta l’integrità dei campioni<br />

e la corrispondenza al verbale di<br />

prelievo. Redige un verbale per eventuali<br />

non conformità riscontrate e le comunica<br />

al medico competente; il campione «A»)<br />

viene usato per lo screening immunochimica,<br />

il campione «B» viene usato per la<br />

conferma e il campione «C» (conservati a<br />

-20°) per l’eventuale controanalisi richiesta<br />

dal lavoratore. Le analisi del campione<br />

«B»,eseguite utilizzando metodica cromatografica<br />

abbinata a spettrometria di<br />

massa sono finalizzate a confermare la<br />

presenza degli analiti trovati nei test di<br />

screening o, comunque, portare all’identificazione<br />

di sostanze precedentemente<br />

non rilevate nei test di screening valide<br />

per la diagnosi di assunzione di sostanze<br />

stupefacenti o psicotrope, anche in caso di<br />

dubbi rilevati durante l’effettuazione <strong>della</strong><br />

visita medica precedente.<br />

Le analisi devono essere eseguite entro<br />

dieci giorni e il risultato comunicato al<br />

medico competente e al lavoratore;<br />

l’eventuale test di revisione sul campione<br />

«C» potrà essere eseguito presso lo stesso<br />

laboratorio o altro laboratorio pubblico.<br />

L’effettuazione dell’analisi sul campione<br />

C deve avvenire entro trenta giorni dalla<br />

richiesta e la data deve essere comunicata<br />

al lavoratore e al medico competente con<br />

un anticipo di almeno quindici giorni


ispetto all’effettuazione dell’analisi. Il<br />

lavoratore ha facoltà di assistere personalmente<br />

o tramite un proprio consulente tecnico<br />

assumendone l’onere economico. In<br />

caso di risultato discordante, la rivalutazione<br />

ulteriore, mediante riconsiderazione<br />

dei dati prodotti dagli accertamenti precedenti<br />

e non attraverso una ulteriore analisi,<br />

andrà eseguita da una struttura di tossicologia<br />

forense per quanto possibile, di<br />

concerto tra il datore di lavoro e il lavoratore,<br />

che dovrà esprimere un giudizio<br />

finale; il campione «C», qualora non utilizzato<br />

per il test, il lavoratore potrà chiedere<br />

la ripetizione dell’analisi sullo stesso<br />

campione precedentemente prelevato<br />

dalla struttura sanitaria competente. Cosa<br />

succhede:<br />

In caso di NEGATIVITÀ degli accertamenti<br />

di primo livello,<br />

D - CERTIFICAZIONE DI IDONEI-<br />

TÀ (vedi schema in ultima pagina) il<br />

medico competente onclude l’accertamento<br />

con giudizio certificato di «idoneità»<br />

allo svolgimento <strong>della</strong> mansione<br />

O - COMUNICAZIONE A DATORE<br />

DI LAVORO (vedi schema in ultima<br />

pagina) e RIENTRO nella mansione a<br />

rischio.<br />

In caso di POSITIVITÀ degli accertamenti<br />

di primo livello,<br />

E - INIDONEITÀ TEMPORANEA<br />

(vedi schema in ultima pagina) si procederà<br />

come di seguito:<br />

a) viene data formale comunicazione al<br />

lavoratore e contestualmente al datore<br />

di lavoro che provvederà, nel rispetto<br />

<strong>della</strong> dignità e <strong>della</strong> privacy <strong>della</strong> persona,<br />

a sospendere temporaneamente,<br />

in via cautelativa, il lavoratore dallo<br />

svolgimento <strong>della</strong> mansione a rischio;<br />

b) viene comunicata al lavoratore la possibilità<br />

di una revisione del risultato in<br />

base al quale è stato espresso il giudizio<br />

di non idoneità, che dovrà essere<br />

richiesta entro i 10 giorni dalla comunicazione<br />

dell’esito di cui sopra;<br />

d) il lavoratore viene inviato alle strutture<br />

TOSSICODIPENDENZA E SICUREZZA<br />

sanitarie competenti per l’effettuazione<br />

degli ulteriori approfondimenti diagnostici<br />

di secondo livello. L’invio è previsto<br />

in tutti i casi in cui il medico competente<br />

lo ritenga motivatamente<br />

necessario.<br />

F - PROCEDURE ACCERTATIVE<br />

DI SECONDO LIVELLO (vedi schema<br />

in ultima pagina)<br />

Il lavoratore risultato positivo agli accertamenti<br />

di primo livello effettuati dal<br />

medico competente, viene inviato dallo<br />

stesso alla struttura sanitaria competente<br />

per la visita medica da effettuare in conformità<br />

alle procedure diagnostico-medico<br />

legali e chimico-tossicologiche.<br />

I Sert, in particolare, dovranno entro non<br />

oltre trenta giorni dal momento <strong>della</strong><br />

richiesta, accertare la presenza o assenza<br />

di tossicodipendenza, rilevando inoltre le<br />

modalità e la frequenza di assunzione<br />

delle sostanze.<br />

Tali accertamenti prevedono:<br />

• accertamenti clinici mediante visita<br />

medica;<br />

• accertamenti tossicologici-analitici.<br />

Accertamenti clinici mediante visita<br />

medica<br />

La visita medica si espleta mediante un<br />

esame medico-legale, clinico-documentale,<br />

clinico-anamnestico, psicocomportamentale<br />

e clinico-obiettivo. La finalità<br />

generale, oltre a quella di stabilire se vi sia<br />

o vi sia stato uso di sostanze, è di definirne<br />

la tipologia di sostanze utilizzate, le<br />

modalità di assunzione e la frequenza (per<br />

quanto possibile ricostruire sulla base<br />

delle dichiarazioni del soggetto sottoposto<br />

ad accertamenti). Oltre a questo sarà<br />

necessario definire se vi sia o no stato di<br />

dipendenza, al fine di proporre al lavoratore<br />

un appropriato percorso di cura e riabilitazione.<br />

L’esame clinico - documentale è mirato a<br />

verificare la sussistenza o l’esclusione di<br />

documentazione clinica attendibile attestante<br />

o correlabili condizioni di<br />

uso/abuso/dipendenza da sostanze stupefacenti;<br />

la sussistenza di patologie correlate<br />

all’uso di sostanze stupefacenti o psicotrope,<br />

di stati o condizioni cliniche<br />

37<br />

generali giustificanti terapie farmacologiche<br />

in atto, con possibile interferenza con<br />

gli accertamenti tossicologici, altre patologie<br />

in grado di interferire con le funzioni<br />

neuro-cognitive generali. Sono esaminate<br />

eventuali certificazioni rilasciate da<br />

divisioni ospedaliere, unità di pronto soccorso,<br />

SERT, unità di alcoologia, comunità<br />

terapeutiche accreditate indicanti diagnosi<br />

di disturbo da uso di sostanze psicoattive,<br />

eventuale comorbità psichiatrica o<br />

internistico / infettivologica, esiti di monitoraggio<br />

chimico - tossicologici, terapie<br />

mono o multimodali praticate, farmacologiche<br />

(sostitutive, psicotrope o aspecifiche)<br />

e/o psicologiche e/o interventi socioriabilitativi.<br />

L’esame clinico-anamnestico: l’acquisizione<br />

dei dati anamnestici deve fondarsi<br />

su esperienza clinica specialistica nell’ambito<br />

delle dipendenze e/o medicolegale<br />

e sulla capacità di instaurare una<br />

adeguato setting relazionale e accertativo.<br />

L’esame psicocomportamentale può essere<br />

integrato con l’applicazione dei criteri<br />

del DSM IV finalizzati alla diagnosi multiassiale<br />

di disturbo da uso di sostanze psicoattive<br />

mediante somministrazione di<br />

una serie di domande standardizzate volte<br />

a verificare la presenza ed il soddisfacimento<br />

di ciascun criterio diagnostico.<br />

L’esame clinico - obiettivo, deve essere<br />

connotato da accuratezza ed elevata specificità<br />

nel rilievo disegni e sintomi di:<br />

1) intossicazione acuta;<br />

2) intossicazione cronica;<br />

3) astinenza;<br />

4) stato di dipendenza;<br />

5) patologie correlate all’uso di sostanze<br />

stupefacenti e/o psicotrope con particolare<br />

attenzione all’ambito psichiatrico,<br />

neurologico ed internistico/infettivologico;<br />

6) precedenti clinici di rilievo (es. esiti di<br />

traumi,interventi chirurgici, ecc.);<br />

7) eventuali segni di assunzione mediante<br />

iniezione o aspirazione endonasale.<br />

Accertamenti tossicologici - analitici<br />

L’accertamento chimico-tossicologico<br />

viene effettuato utilizzando entrambe le<br />

matrici biologiche urinaria e cheratinica,<br />

in base alle seguenti modalità:<br />

PER LE STRADE D’EUROPA


38<br />

Matrice urinaria: la struttura sanitaria<br />

competente dovrà provvedere al prelievo<br />

di nuovi campioni in numero e per un<br />

periodo di osservazione idoneo a formulare<br />

una corretta diagnosi clinica secondo le<br />

modalità già previste, eseguendo preliminarmente<br />

un test di screening e, in caso di<br />

positività, un test di conferma.<br />

I test di «conferma» vanno eseguiti con<br />

metodi cromatografici accoppiati alla<br />

spettrometria di massa con i seguenti<br />

valori di concentrazioni soglia (cut-off)<br />

per le singole sostanze al fine di confermare<br />

il risultato positivo rilevato allo<br />

screening o, comunque, di indicare una<br />

positività non rilevata al test di screening.<br />

Il test di «revisione», richiedibile dal lavoratore<br />

al fine <strong>della</strong> verifica del precedente<br />

riscontro di positività, si avvale dei medesimi<br />

metodi e fa riferimento ai medesimi<br />

cut-off.<br />

Matrice cheratinica: la struttura sanitaria<br />

competente esegue detti accertamenti, in<br />

aggiunta agli accertamenti sulle urine, su<br />

un prelievo di matrice pilifera che verrà<br />

suddiviso in due aliquote:<br />

• prima aliquota denominata «A», per i<br />

primi accertamenti analitici e la seconda<br />

aliquota, denominata «B» conservata<br />

per eventuale accertamento di revisione.<br />

Per i capelli Lunghezza raccomandata<br />

= 5 cm, partendo dal cuoio<br />

capelluto.<br />

Viene recisa una ciocca (non strappata - il<br />

bulbo non ha nessuno scopo al fine dei<br />

presenti accertamenti) nella regione del<br />

vertice posteriore del capo, di almeno 200<br />

mg (grossolanamente corrispondente allo<br />

spessore di una matita), che alla presenza<br />

del lavoratore viene divisa in due aliquote<br />

di simile peso («A» e «B») di ognuna<br />

delle quali viene fissata l’estremità prossimale.<br />

Esse vengono inserite in separati contenitori<br />

non trasparenti recanti tappi a chiusura<br />

ermetica e sigillati con nastro inamovibile,<br />

etichettati come indicato sopra per la<br />

matrice urinaria, e conservati a temperatura<br />

ambiente.<br />

Per i peli è necessario tagliare 200 mg di<br />

peli dalla regione pubica; i peli così raccolti<br />

vengono suddivisi in due aliquote<br />

«A» e «B».<br />

PER LE STRADE D’EUROPA<br />

TOSSICODIPENDENZA E SICUREZZA<br />

Verbale di prelievo: segue le medesime<br />

indicazioni <strong>della</strong> matrice urinaria illustrata<br />

nel primo livello, con l’ulteriore<br />

indicazione del colore dei capelli e di<br />

eventuali trattamenti cosmetici. Analisi<br />

di laboratorio sull’aliquota «A» viene<br />

effettuata l’indagine analitica con procedura<br />

di pre-trattamento, estrazione e<br />

analisi strumentale cromatografica abbinata<br />

alla spettrometria di massa. Sull’aliquota<br />

«B» viene effettuato il test di<br />

revisione a richiesta del lavoratore interessato,<br />

che proceduralmente seguirà le<br />

indicazioni già riportate per la matrice<br />

urinaria.<br />

Deve essere premesso che l’analisi del<br />

previsto campione di capelli (<strong>della</strong> lunghezza<br />

definita di 5 cm) fornisce indicazioni<br />

circa l’esposizione cronica o ripetuta<br />

del soggetto a sostanze stupefacenti<br />

o psicotrope in un periodo di circa 4/6<br />

mesi antecedentemente il prelievo. Mentre<br />

l’analisi del pelo pubico riflette<br />

l’esposizione in un lasso di tempo di<br />

almeno dodici mesi pur con ampia variabilità<br />

individuale.<br />

Deve essere inoltre precisato che la letteratura<br />

internazionale ha chiarito che il<br />

rilievo nel pelo di concentrazioni significative<br />

di sostanze e talora di loro metaboliti,<br />

può riflettere non solo assunzione<br />

cronica o ripetuta delle stesse ma anche<br />

contaminazione ambientale da parte<br />

delle medesime sostanze in assenza di<br />

assunzione diretta da parte del soggetto.<br />

Sulla base di queste premesse un risultato<br />

negativo degli accertamenti sulla<br />

matrice cheratinica sarà utilizzabile<br />

direttamente per la formulazione <strong>della</strong><br />

conclusione diagnostica di non uso di<br />

sostanze.<br />

Qualora gli accertamenti clinici e tossicologici<br />

di secondo livello risultino positivi,<br />

verrà data comunicazione scritta al<br />

medico competente, corredata degli esiti<br />

degli esami di laboratorio effettuati e i<br />

riscontri clinici anamnestici rilevati, il<br />

quale, a sua volta, certificherà l’inidoneità<br />

temporanea del lavoratore alla mansione<br />

e informerà il datore di lavoro che<br />

provvederà tempestivamente a far cessare<br />

dall’espletamento <strong>della</strong> mansione il<br />

lavoratore interessato. Cosa avviene:<br />

In caso di NEGATIVITÀ degli accertamenti<br />

di secondo livello,<br />

D - CERTIFICAZIONE DI IDONEI-<br />

TÀ (vedi schema in ultima pagina) il<br />

medico competente conclude l’accertamento<br />

con giudizio certificato di «idoneità»<br />

allo svolgimento <strong>della</strong> mansione<br />

O - COMUNICAZIONE A DATORE<br />

DI LAVORO (vedi schema in ultima<br />

pagina) e RIENTRO nella mansione a<br />

rischio.<br />

In caso di POSITIVITÀ degli accertamenti<br />

di secondo livello, verrà data<br />

comunicazione scritta al medico competente,<br />

corredata degli esiti degli esami di<br />

laboratorio effettuati e i riscontri clinici<br />

anamnestici rilevati, il quale, a sua volta,<br />

certificherà l’inidoneità temporanea del<br />

lavoratore alla mansione e informerà il<br />

datore di lavoro che provvederà tempestivamente<br />

a far cessare dall’espletamento<br />

<strong>della</strong> mansione il lavoratore interessato.<br />

Gli accertamenti di secondo livello valuteranno<br />

la presenza di tossicodipendenza<br />

e:<br />

SE NON DIPENDENTE<br />

H - MONITORAGGIO CAUTELA-<br />

TIVO (vedi schema in ultima pagina)<br />

vedi sotto<br />

SE DIPENDENTE<br />

G - AVVIO DEL PROCESSO DI<br />

CURA E RIABILITAZIONE (vedi<br />

schema in ultima pagina)<br />

al fine di poter attivare precocemente un<br />

percorso di riabilitazione e/o un’idonea<br />

terapia, dovrà essere garantita la possibilità<br />

al lavoratore di accedere a tale trattamento<br />

con la conservazione del posto di<br />

lavoro. La presenza di stato di tossicodipendenza<br />

andrà comunicato per iscritto<br />

al medico competente.<br />

I - CERTIFICAZIONE (vedi schema<br />

in ultima pagina) <strong>della</strong> fine trattamento<br />

e del periodo di riabilitazione, dichiarato<br />

e certificato dal SERT come «remissione<br />

completa» secondo i criteri dell’OMS.


H - MONITORAGGIO CAUTELA-<br />

TIVO (vedi schema in ultima pagina)<br />

o accertamento di follow up: il lavoratore,<br />

trovato positivo per il quale sia stata<br />

certificata l’assenza di tossicodipendenza<br />

o se tossicodipendente solo al termine<br />

del periodo di riabilitazione (G e I),<br />

prima del suo rientro nella mansione a<br />

rischio, dovrà comunque essere controllato<br />

ad intervalli regolari dopo la sospensione<br />

per esito positivo per assunzione di<br />

sostanze stupefacenti o psicotrope. Questo<br />

al fine di verificare nel tempo il permanere<br />

dello stato di non assuntore. Gli<br />

accertamenti andranno eseguiti con<br />

periodicità almeno mensile con date non<br />

programmabili dal lavoratore e da stabilire<br />

di volta in volta. La durata minima<br />

prevista sarà di almeno 6 mesi (vedi specifiche<br />

riportate in seguito).<br />

L - TEST DI RIENTRO (vedi schema<br />

in ultima pagina)<br />

Superato il monitoraggio cautelativo il<br />

lavoratore dovrà essere sottoposto ad<br />

accertamento di idoneità alla mansione<br />

per garantire il suo stato di non assuntore,<br />

prima di riprendere a svolgere la<br />

mansione a rischio. Il medico competente,<br />

a scopo cautelativo, potrà decidere se<br />

applicare nei successivi ulteriori 6 mesi<br />

una osservazione con eventuali accertamenti<br />

con maggior frequenza rispetto a<br />

quelle ordinarie previste.<br />

Se POSITIVO<br />

N - ESONERO DEFINITIVO (vedi<br />

schema in ultima pagina)<br />

Se NEGATIVO<br />

M – CERTIFICAZIONE (vedi schema<br />

in ultima pagina) di possibilità di<br />

rientro nella mansione a rischio<br />

O - COMUNICAZIONE A DATORE<br />

DI LAVORO (vedi schema in ultima<br />

pagina) e RIENTRO nella mansione a<br />

rischio.<br />

Tariffe<br />

I costi degli accertamenti previsti sono a<br />

carico dei datori di lavoro e, per le controanalisi,<br />

a carico del lavoratore che li<br />

TOSSICODIPENDENZA E SICUREZZA<br />

richiede. Le tariffe da applicare per gli<br />

accertamenti sanitari previsti sono quelle<br />

stabilite dai Nomenclatori tariffari<br />

regionali. Le regioni e P.A. potranno<br />

stabilire ulteriori costi (anche a forfait)<br />

derivanti dalle spese (contenitori, trasporti,<br />

utilizzo locali etc.) qualora non<br />

previste dai Nomenclatori.<br />

Le tariffe per gli accertamenti da parte<br />

<strong>della</strong> struttura sanitaria competente<br />

(SERT), con esclusione degli esami di<br />

laboratorio sono stabilite dalle Regioni e<br />

province autonome di Trento e Bolzano.<br />

Conclusioni e valutazioni<br />

La presente guida ha illustrato la procedura<br />

individuata dalla normativa in<br />

materia di accertamenti sanitari di<br />

assenza di tossicodipendenza.<br />

Pur trattandosi di una formulazione particolarmente<br />

ricca e particolareggiata<br />

essa lascia non chiariti alcuni punti ed<br />

evidenzia alcune lacune che sarà indispensabile<br />

analizzare e valutare in ogni<br />

settore coinvolto in sede di contrattazione<br />

sia nazionale che territoriale.<br />

Per fare chiarezza citiamo brevemente<br />

alcuni argomenti sui quali la normativa<br />

non presenta sufficienti indicazioni:<br />

Visite pre-assuntive<br />

La normativa non ritiene legittime le<br />

visite “pre-assuntive”, espressamente<br />

vietate dal D. Lgs. n. 81 del 9 aprile<br />

2008 (art. 41 comma 3 lettera a) che<br />

recita: “le visite mediche di cui al<br />

comma 2 non possono essere effettuate<br />

in fase pre-assuntiva…”. Anche nel<br />

caso di settori per i quali le visite preassuntive<br />

sono previste, come avviene<br />

spesso nei trasporti, è da ritenersi che sia<br />

inopportuno inserire tali accertamenti<br />

nei capitolati di verifica dell’idoneità<br />

alle mansioni. La ragione di tale inopportunità<br />

deriva dalle oggettive difficoltà<br />

di rilevazione e di descrizione delle<br />

modalità e <strong>della</strong> frequenza di assunzione<br />

delle sostanze stupefacenti e psicotrope<br />

da parte del lavoratore; le analisi, che<br />

avrebbero conseguenze risolutive sulla<br />

possibilità di impiego, non possono fare<br />

distinzione tra uso occasionale, uso<br />

regolare o presenza di dipendenza.<br />

39<br />

Conseguenze degli accertamenti sul<br />

rapporto di lavoro<br />

Si è visto che nel caso in cui: il lavoratore<br />

si rifiuti di sottoporsi agli accertamenti,<br />

non si presenti all’accertamento senza<br />

aver prodotto documentata e valida giustificazione,<br />

sia risultato positivo agli<br />

accertamenti di primo livello, l’azienda,<br />

ricevuta debita comunicazione da parte<br />

del medico competente, procede a<br />

sospendere il lavoratore dalle mansioni<br />

a rischio. Non è chiarito in cosa consiste<br />

tale sospensione (potrà anche in parte<br />

consistere in concessione di ferie o permessi<br />

retribuiti) anche se a giudizio del<br />

sindacato è necessario fare in modo che<br />

il lavoratore conservi un trattamento<br />

economico adeguato.<br />

Nel caso in cui la positività del lavoratore<br />

venga confermata anche dal SERT<br />

(secondo livello), l’azienda si troverà di<br />

fatto un lavoratore inidoneo alla mansione,<br />

dovrà quindi applicarsi, se esiste, la<br />

contrattazione di settore in materia. È<br />

invece indubbio che il lavoratore del<br />

quale sia stata accertata la tossicodipendenza<br />

può essere adibito a mansioni<br />

diverse da quelle a rischio, fermo restando<br />

il diritto alla conservazione del posto<br />

di lavoro.<br />

Tempo impiegato per effettuare gli<br />

accertamenti<br />

Partendo dal presupposto che la normativa<br />

non affronta la questione relativa ai<br />

tempi per lo svolgimento dei suddetti<br />

accertamenti, riteniamo che tale problema<br />

sia stato volutamente rimandato, per<br />

la specifica definizione, alla contrattazione<br />

nazionale e territoriale.<br />

Conseguenze di eventuali erronei risultati<br />

smentiti da controanalisi<br />

La normativa specifica che il costo delle<br />

controanalisi è a carico del lavoratore.<br />

Non specifica però quali siano le conseguenze<br />

qualora le stesse smentiscano i<br />

precedenti risultati. A giudizio del sindacato<br />

vanno rifuse da parte del datore<br />

di lavoro sia il costo delle controanalisi<br />

sia il danno economico per i giorni di<br />

sospensione preventiva ingiustamente<br />

comminata.<br />

PER LE STRADE D’EUROPA


40<br />

PER LE STRADE D’EUROPA<br />

TOSSICODIPENDENZA E SICUREZZA


LAVORO E DIGNITA’<br />

FORMAZIONE PROFESSIONALE:<br />

terra di frontiera tra formazione e lavoro<br />

di LUIGI ANNUNZIATO<br />

IL PROLOGO<br />

Finito di scrivere questo articolo mi<br />

sono interrogato, seriamente, dopo tanti<br />

anni, sul perché scrivo, per chi scrivo,<br />

come scrivo, fatto salvo, ovviamente<br />

cosa scrivo. Domande che nascono per<br />

il silenzio assordante che avvolge scritti<br />

e scrittori senza che si tragga evidente<br />

spunto(o sputo) di riflessione, di confronto.<br />

Un articolo nasce in un livello ben<br />

prima <strong>della</strong> penna, del gesto di portarlo<br />

sul foglio; è una fase che può durare<br />

attimi, ma anche giorni o anni e, se non<br />

trova lettori, è lavoro sprecato, non è<br />

completo, non è finito; è come preparare<br />

un banchetto nutriente e poi lasciarlo<br />

marcire sotto la pioggia.<br />

Ciò non testimonia tuttavia una insaziabile<br />

mania di essere letto quanto di evitare<br />

un monologo in un contesto formato<br />

dalla grande famiglia dei lavoratori<br />

dei trasporti nella quale circolano<br />

comunque tante idee(condivise, condivisibili,<br />

non condivise o contrarie, non<br />

sempre accettate). Dopo tanti argomenti<br />

analizzati in tanti articoli impegnati<br />

(e impegnativi cioè non mera cronaca<br />

o resoconti di lavori sindacali) mi<br />

sono chiesto se le cose che dico e scrivo<br />

possano interessare qualcuno 2 e se<br />

cioè abbiano un peso, inteso come<br />

valore di contenuto, non siano una<br />

noiosa ed inutile (ri)scrittura del mio<br />

pensiero che poi io stesso, e solo io,<br />

(ri)leggo, scritto su pagina patinata e<br />

colorata.<br />

Con questo articolo tento di darmi<br />

una risposta entrando a gamba tesa<br />

sul tema <strong>della</strong> formazione in considerazione<br />

del fatto che non sto scriven-<br />

do, ingenuamente, alla parte più povera<br />

ed oppressa <strong>della</strong> società ovvero a quella<br />

a mala pena alfabetizzata ma sicuramente<br />

rischio di destare qualche sospetto(o<br />

sprezzo?), per le ragioni, come<br />

sempre nobili, che sostengono ogni mio<br />

scritto. E questo già potrebbe essere un<br />

responso ai miei dubbi.<br />

IL FATTO<br />

La percentuale di persone in cerca di<br />

lavoro diminuisce con l’aumentare del<br />

titolo di studio 3 .<br />

Infatti tra i giovani (15-19 anni)in possesso<br />

di diploma di scuola media il tasso<br />

di disoccupazione è del 36% circa 4 ; tra i<br />

giovani diplomati (20 -24 anni) il tasso è<br />

del 20% circa che scende al 10% per i<br />

giovani compresi tra i 25 ed i 29 anni;<br />

tra i laureati (25-29 anni), i disoccupati<br />

sono il 22% circa ma diminuiscono dra-<br />

41<br />

I critici sono come gli eunuchi di un harem: sanno<br />

come si fa, lo vedono fare tutti i giorni, però non sono<br />

capaci di farlo.<br />

(Brendam Behan) 1<br />

sticamente (8% circa) per i 30-34enni<br />

indicando però con chiarezza che la laurea<br />

aumenta le possibilità di occupazione<br />

dopo i 30 anni.<br />

Nel confronto con gli altri Paesi dell’UE,<br />

il tasso di disoccupazione italiano<br />

per i diplomati (uomini) tra i 25-64 anni<br />

di età è inferiore (3,8%) alla media europea<br />

(5,8%), mentre è superiore (4,3%<br />

rispetto al 3,8%) per i laureati. L’Italia è<br />

l’unico Paese in cui i diplomati hanno un<br />

tasso di occupazione maggiore dei laureati<br />

anche se il vantaggio si perde col<br />

passare degli anni, come detto prima.<br />

Acquisita l’importanza strategica del<br />

titolo di studio scolastico spendibile nel<br />

mercato del lavoro, vediamo quale è il<br />

livello di scolarità <strong>della</strong> forza<br />

lavoro(occupati e disoccupati) utilizzando<br />

i dati ISTAT 2007, pubblicati nell’Annuario<br />

n.13/2008.<br />

La Tabella 1 ci indica che il 32,7%<br />

<strong>della</strong> forza lavoro ha al massimo la<br />

licenza media 5 , il 44,3% ha un diploma<br />

secondario(il 40,5% tra i disoccupati);<br />

tra gli occupati solo il 16% ha<br />

una laurea universitaria(11,5% tra i<br />

disoccupati) mentre il 48% dei disoccupati<br />

(8,8%+39,2%) può contare solo<br />

sulla licenza <strong>della</strong> scuola d’obbligo<br />

(licenza media inferiore). In sostanza<br />

solo 60% <strong>della</strong> forza lavoro possiede<br />

un titolo di studio (diploma o laurea)<br />

oltre quello dell’obbligo (licenza<br />

media) rispetto all’obiettivo dell’85%<br />

fissato per l’Europa 6 dal Trattato di<br />

Lisbona per il 2010.<br />

PER LE STRADE D’EUROPA


42<br />

E’ importante rilevare come, nel 2006,<br />

circa il 21% dei giovani(18-24enni)<br />

abbandonino gli studi (obiettivo di<br />

Lisbona è il 10%) mentre tra gli adolescenti<br />

minorenni (14-17 anni), formalmente<br />

soggetti all’obbligo formativo<br />

circa 48 mila sono apprendisti e non<br />

svolgono alcuna attività formativa ed<br />

altri 113 mila sono esclusi da ogni forma<br />

di percorso formativo.<br />

Tra tutta la popolazione adulta risulta<br />

che circa il 51% degli italiani abbia un<br />

diploma (contro il 70% dell’UE) e che il<br />

20% dei giovani non riesca ad andare<br />

oltre la licenza media. 7 Vi è però da<br />

osservare come, rispetto ai primi degli<br />

anni 90, la quota di laureati fino a 25<br />

anni si è quasi quadruplicata.<br />

Un breve excursus tra i lavoratori occupati<br />

di età compresa tra i 55 ed i 64 anni<br />

di età ci indica che essi sono il 32,5%<br />

ma, con riferimento al livello di istruzione,<br />

il 50% degli stessi possiede al massimo<br />

la licenza media ed il 20% la laurea.<br />

Questo è lo scenario costruito, oggi,<br />

mediante il sistema di istruzione scolastica.<br />

Nonostante che si registri un costante<br />

incremento di diplomati e laureati, il<br />

tasso di disoccupazione si mantiene<br />

ancora elevato e sicuramente, di fronte<br />

alla crisi attuale, è destinato a crescere.<br />

Una risposta la possiamo trovare nella<br />

insufficienza e nella dispersione del<br />

sistema di istruzione scolastica (causa<br />

esterna) e, quello che in questo scritto ci<br />

PER LE STRADE D’EUROPA<br />

LAVORO E DIGNITA’<br />

TABELLA 1 – LIVELLO DI SCOLARITÀ DELLA FORZA LAVORO<br />

Anno 2007 Forza lavoro(1) Occupati In cerca di occupazione<br />

(disoccupati)<br />

TOTALE 24.728.000 23.222.000 1.506.000<br />

Con licenza elementare 7,3% 7,3% 8,8%<br />

Con licenza media 32,7% 32,2% 39,2%<br />

Con diploma 44,3% 44,5% 40,5%<br />

Con laurea 15,7% 16% 11,5%<br />

(1) Occupati + in cerca di occupazione (disoccupati)<br />

preme maggiormente sottolineare, nella<br />

marginale interazione, come strumento<br />

di raccordo, che esiste tra la formazione<br />

professionale ed il mercato del lavoro<br />

(causa interna); non sono da escludere<br />

tuttavia altre ragioni organizzative e<br />

strutturali 8 .<br />

Dobbiamo evidenziare il grande squilibrio<br />

territoriale nel quale il Sud, dove è<br />

situato il 30% circa <strong>della</strong> forza lavoro 9 ,<br />

ha gli indici percentuali di scolarità più<br />

bassi del Paese acuendo così ulteriormente<br />

le già note difficoltà occupazionali.<br />

Inquadrata con siffatte caratteristiche<br />

l’istruzione <strong>della</strong> forza lavoro vediamo<br />

come lo strumento <strong>della</strong> formazione<br />

professionale 10 può incidere sui livelli<br />

occupazionali e sulla qualità del lavoro.<br />

Intanto possiamo definire la formazione<br />

professionale come un insieme di percorsi<br />

formativi finalizzati a sviluppare,<br />

sul piano prevalentemente operativo, le<br />

abilità, le culture e le competenze professionali<br />

necessarie a creare, per tutti,<br />

pari opportunità di accesso al mercato<br />

del lavoro e che quindi ha la funzione di<br />

completare l’istruzione scolastica acquisita;<br />

cioè avvicina ed integra la cultura<br />

con la professione, il sapere <strong>della</strong> scuola<br />

con il saper fare richiesto dal mercato<br />

del lavoro.<br />

La formazione professionale non è dunque<br />

scuola e non rilascia titoli di studio 11<br />

ma completa il bagaglio di conoscenze<br />

necessarie per svolgere qualsiasi attività<br />

in modo “professionale”<br />

Della formazione professionale in verità<br />

si parla poco, si sa ancora meno 12 , non<br />

se ne discute quasi mai(e comunque<br />

male) e, dulcis in fundo, se ne fa anche<br />

un uso scorretto; è, dunque, sicuramente<br />

sottovalutata.<br />

Perché mai la formazione professionale<br />

dovrebbe assumere un ruolo centrale e<br />

strategico per la progettazione formativa,<br />

diversa, ripetiamo, dalla istruzione<br />

scolastica, ma collegata allo sviluppo<br />

dell’occupazione e del territorio<br />

stesso 13 ?<br />

Per la evidente ed ampia varietà delle<br />

tipologie di formazione che è in grado di<br />

offrire ad una vasta platea(oltre 600 mila<br />

allievi ogni anno) che presenta diverse<br />

esigenze di lavoro e di occupazione, per<br />

la sua diffusione su tutto il territorio 14 e<br />

per l’offerta di servizi complementari e<br />

connessi(analisi del mercato del lavoro e<br />

dei connessi fabbisogni professionali,<br />

consulenza di progettazione formativa).<br />

Abbiamo evidenziato, seppur succintamente,<br />

le potenzialità <strong>della</strong> formazione<br />

professionale che devono però essere<br />

colte e sviluppate, soprattutto negli<br />

accordi sindacali, in modo coerente con<br />

le scelte di organizzazione <strong>della</strong> produzione<br />

e del lavoro nel senso che queste<br />

ultime non devono essere poi vanificate<br />

da processi formativi scarsi o nulli che<br />

non ne assicurino il successo e l’attuazione<br />

considerando il fatto che le professionalità<br />

sono in costante evoluzione e


che ad esse non può rispondere la rigida<br />

istruzione scolastica.<br />

Cioè il ricorso estemporaneo alla formazione<br />

professionale è come chiamare il<br />

113: potrebbe essere inutile o tardi.<br />

I dati che prima abbiamo esposto in<br />

Tabella 1 non sembrano suscettibili di<br />

modifiche nel breve periodo perché il<br />

sistema scolastico non consente un recupero<br />

immediato dei livelli di istruzione<br />

necessari all’inserimento attivo nel<br />

mondo del lavoro per la diversa funzione<br />

che sussiste tra l’istruzione scolastica<br />

e la formazione professionale.<br />

L’Europa e la globalizzazione dei mercati<br />

(ri)chiedono però più istruzione(80%<br />

di diplomati rispetto al nostro 44%!).<br />

Allora la formazione professionale può,<br />

ed aggiungiamo deve, integrare l’istruzione<br />

scolastica e favorire l’incontro con<br />

il lavoro professionale e, mediante i percorsi<br />

professionalizzanti, ridurre le<br />

cosiddette fasce a rischio dei lavoratori<br />

soggetti a mobilità, degli inoccupati e/o<br />

dei disoccupati dando così un ruolo alle<br />

stesse istituzioni locali (Province e<br />

Regioni) e senza disperdere il bagaglio<br />

di conoscenze e di competenze acquisite<br />

dai centri di formazione accreditati a<br />

livello regionale. 15<br />

Occorre ricordare che l’articolo 117<br />

<strong>della</strong> Costituzione attribuisce alle<br />

Regioni la potestà per “l’istruzione e<br />

formazione professionale”. Evitiamo la<br />

discussione sulle possibili<br />

interpretazioni sull’endiadi<br />

istruzione-formazione per<br />

affermare con maggiore<br />

certezza che comunque il<br />

termine “professionale”<br />

resta una chiara ed inscindibile<br />

competenza dell’offerta<br />

formativa territoriale<br />

in collegamento con le<br />

politiche del lavoro e con<br />

lo sviluppo del territorio.<br />

Il sistema produttivo e dei<br />

servizi, cui spesso viene<br />

attribuita la perdita di competitività,<br />

risente, in realtà,<br />

a monte delle scarse innovazioni<br />

di prodotto e di<br />

processo e del modesto svi-<br />

LAVORO E DIGNITA’<br />

luppo <strong>della</strong> ricerca cui si somma la bassa<br />

cultura tecnica, tecnologica e professionale<br />

16 che è un deficit strutturale dell’intero<br />

sistema formativo del Paese (scolastico+formazione<br />

professionale); deficit<br />

che, per l’attuale crisi, è destinato sicuramente<br />

ad acuirsi nelle grandi imprese<br />

e, forse, a scomparire del tutto in quelle<br />

piccole e medie che sono impegnate ad<br />

evitare il crollo esistenziale.<br />

E’ proprio da queste esigenze di cambiamento<br />

che bisogna subito costruire le<br />

basi per contenere e recuperare gli effetti<br />

negativi sulla forza lavoro che, come<br />

ben sappiamo, è la soluzione più praticata<br />

nelle ristrutturazioni aziendali.<br />

L’apprendistato professionalizzante, ad<br />

esempio, non è disciplinato da accordi<br />

chiari, e territorialmente omogenei, tra<br />

le parti sociali 17 in modo da garantire un<br />

controllo paritetico <strong>della</strong> formazione<br />

svolta dalle aziende o dai centri di formazione(ed<br />

affidata alla successiva<br />

responsabilità <strong>della</strong> certificazione delle<br />

Regioni) facendolo così apparire uno<br />

strumento obsoleto e superato 18 .<br />

I contratti di formazione e lavoro si traducono<br />

sempre più in lavoro senza formazione,<br />

peraltro senza alcun riconoscimento<br />

pubblico delle conoscenze acquisite.<br />

Vi è da rilevare che il sistema <strong>della</strong> formazione<br />

professionale è prevalentemente<br />

orientato alla formazione dei giovani<br />

43<br />

anche se, secondo l’ISFOL, solo il 50%<br />

circa, tra coloro che non hanno mai frequentato<br />

corsi di formazione, si è dichiarato<br />

interessato a sviluppare competenze<br />

personali mentre è il 58% circa degli<br />

occupati con istruzione più elevata<br />

(diploma o laurea) propenso a svolgere<br />

formazione professionale.<br />

Un indicatore relativo alla qualità <strong>della</strong><br />

formazione è la sua utilità per l’occupazione.<br />

Ebbene tra i giovani (20-34 anni)<br />

diplomati che hanno concluso un iter<br />

formativo solo il 20% ha trovato occupazione<br />

mentre un interessante 60,4% di<br />

coloro che hanno ricevuto una formazione<br />

professionale tecnica superiore<br />

(IFTS) ha trovato lavoro ed il 17,3% è<br />

ancora disoccupato(dati 2002-2003).<br />

Particolarmente elevato (il 37%) è dunque<br />

il numero di persone che continuano<br />

ad essere in cerca di lavoro anche dopo<br />

la formazione.<br />

Queste ultime osservazioni ci portano a<br />

dire che il sistema <strong>della</strong> formazione professionale,<br />

per la scarsa considerazione<br />

che l’ha accompagnata nel tempo, possiede<br />

al suo interno difficoltà a predisporre<br />

un’offerta formativa necessaria<br />

ed utile a sostenere non solo i processi<br />

produttivi di nuova generazione ma<br />

soprattutto quelli di mobilità e reinserimento<br />

che oggi sono quanto mai di<br />

attualità.<br />

Spesso la formazione viene vissuta dalle<br />

aziende (e non solo) come<br />

ammortizzatore sociale<br />

nei processi di riorganizzazione,<br />

e quindi di mobilità,<br />

dimenticando che<br />

essa deve svolgere invece<br />

un ruolo di intermediazione<br />

tra l’organizzazione<br />

<strong>della</strong> produzione ed il<br />

lavoro o meglio il mercato<br />

del lavoro proprio perché<br />

si vanno a ridisegnare<br />

continuamente e profondamente<br />

i contenuti professionali<br />

dei profili e<br />

quindi la loro competenza<br />

professionale.<br />

Mentre, infatti, sono facilmente<br />

evidenziabili le abi-<br />

PER LE STRADE D’EUROPA


44<br />

lità tecniche del saper fare, resta da<br />

acquisire, attraverso la formazione professionale,<br />

un insieme di altre conoscenze<br />

19 che caratterizzano i contenuti generali<br />

e specifici del lavoro professionale<br />

che sono alla base <strong>della</strong> qualità del lavoro<br />

e soprattutto del governo <strong>della</strong> mobilità<br />

e/o <strong>della</strong> nuova occupazione.<br />

Forse andrebbe meglio dibattuta e definita<br />

la competenza professionale con<br />

specifico riferimento alle singole attività<br />

aziendali per, poi, poterne meglio progettare<br />

la formazione.<br />

Ne consegue la necessità di una forte<br />

attenzione ai protocolli ed accordi contrattuali,<br />

alla pubblicizzazione adeguata<br />

di questo strumento formativo 20 , alla<br />

definizione dei contenuti, alla puntuale<br />

verifica, attraverso osservatori di monitoraggio,<br />

dei risultati e dell’adeguatezza<br />

dei metodi in modo da modificare prontamente<br />

eventuali carenze (di contenuto<br />

e metodo formativo) rispetto anche alle<br />

esigenze e caratteristiche degli allievi.<br />

Un primo punto da sottolineare fortemente<br />

è la mancanza di interazione tra il<br />

mondo delle imprese (capitale) e il<br />

mondo sindacale (lavoro) come è storicamente,<br />

e sintomaticamente, testimoniato<br />

dal modesto ruolo affidato agli<br />

organismi bilateriali ma più in generale,<br />

e con molta onestà intellettuale, allo<br />

scarso rilievo dato alla formazione nella<br />

contrattazione. La stessa formazione<br />

continua si è trasformata nel tempo in un<br />

noioso ed inutile “corsificio” richiesto e<br />

concesso per compiacere, per lo più, la<br />

controparte che non i lavoratori a rischio<br />

di mobilità 21 .<br />

Un modello di formazione sicuramente<br />

efficace per costruire la competenza<br />

professionale è basato sull’alternanza<br />

tra formazione e lavoro (stage).<br />

La competenza professionale, infatti,<br />

l’abbiamo riferita a un ambito di esperienza<br />

vissuta, a un insieme di abilità e<br />

conoscenze certificate, a caratteristiche<br />

necessarie ad un contesto lavorativo.<br />

Nessuno di tali aspetti, da solo, consente<br />

di dare conto e di riconoscere la competenza<br />

nella sua globalità connessa con<br />

l’esercizio di una professione, che<br />

dipende dai margini effettivi di autono-<br />

PER LE STRADE D’EUROPA<br />

LAVORO E DIGNITA’<br />

mia e innovazione che tale esercizio<br />

richiede e consente, dalle forme con cui<br />

è possibile svolgere un dato lavoro, dai<br />

modelli di autorità e dalla divisione di<br />

compiti che esiste nel contesto organizzato.<br />

Per questo è difficile valutare la qualità<br />

di singole prestazioni e apprezzare, nel<br />

suo complesso, una competenza professionale<br />

solo sulle acquisizioni realizzate<br />

in ambito scolastico, a percorsi di<br />

apprendimento informale in momenti e<br />

sedi diverse rispetto alle sedi lavorative,<br />

prescindendo dall’approccio <strong>della</strong> pratica<br />

che favorisca invece un sapere acquisito<br />

sul campo.<br />

Se una qualunque professione può essere<br />

esercitata a livelli più o meno elevati<br />

di capacità e abilità, la “competenza” è<br />

la messa in pratica delle risorse cognitive<br />

che guidano ogni azione e decisione e<br />

da cui poi dipende la qualità <strong>della</strong> prestazione<br />

e questo requisito vale per tutti,<br />

per gli operai come per i dirigenti.<br />

L’ottica è quindi di assumere le realtà di<br />

lavoro come sedi di potenziale acquisizione<br />

del sapere 22 , nel senso di considerare<br />

l’azione formativa professionale<br />

(fatta di contenuti e abilità da acquisire)<br />

per ottenere un maggiore controllo del<br />

contesto di lavoro e del sistema di relazioni<br />

tra tutte le fasi del lavoro che sono<br />

insite nell’attività lavorativa stessa; vale<br />

a dire che bisogna pensare alla formazione<br />

professionale come a un controllo<br />

del saper fare(monitoraggio) che può<br />

avere anche momenti seminariali d’aula,<br />

ma che non è necessariamente un<br />

“corso” e di ipotizzare quindi un eventuale<br />

formatore a fianco del tecnico in<br />

azienda ma non in una struttura esterna.<br />

Questo approccio supera la distinzione<br />

tra grandi e piccole aziende e pone tre<br />

ordini di problemi tecnici e politici:<br />

• la pianificazione e il controllo di<br />

una formazione in alternanza: solo<br />

accordi tra le parti sociali possono<br />

evitare abusi che banalizzino interventi<br />

di questa natura riducendoli a<br />

mero addestramento;<br />

• la definizione di istanze di certificazione<br />

e/o di inquadramento contrattuale<br />

possibile che garantiscano la<br />

formalizzazione di acquisizioni realizzate<br />

mediante percorsi<br />

specifici(non sequenziali) di apprendimento;<br />

• la qualificazione di operatori in<br />

grado di operare su contenuti quali<br />

emergono dalla realtà di lavoro<br />

costruendo progressivamente un curricolo<br />

logico di formazione.<br />

Su questa base è possibile avviare un


esame serio sulle procedure da adottare<br />

nell’affrontare i problemi di riqualificazione<br />

in situazioni di mobilità senza trascurare<br />

il fatto che le crisi aziendali<br />

hanno caratteristiche e ripercussioni<br />

sull’occupazione che vanno a modificare<br />

il bacino <strong>della</strong> forza lavoro(vedi caso<br />

Alitalia).<br />

L’EPILOGO<br />

Se dunque il sindacato stesso è portatore(sano)<br />

di progetti e proposte di modifiche<br />

e trasformazioni del lavoro e<br />

delle professioni, deve, per coerenza<br />

con le scelte, riposizionare la domanda<br />

occupazionale, e la stessa mobilità professionale,<br />

ai fabbisogni <strong>della</strong> produzione<br />

correlandoli alla formazione professionale<br />

in modo cioè da ampliare la<br />

capacità attrattiva verso i nuovi mestieri<br />

e modelli professionali e richiamando,<br />

in tal senso, l’impegno e l’interesse<br />

dell’azienda.<br />

Alla base di ogni progetto formativo si<br />

colloca allora la puntuale analisi dei<br />

fabbisogni, per qualità e quantità del<br />

lavoro, sulla quale si devono poi impiantare<br />

e sviluppare i percorsi formativi<br />

relativi sia per le nuove forze di lavoro<br />

sia per quelle già presenti in<br />

azienda.<br />

La formazione professionale è come<br />

il letame: non serve se non è sparso.<br />

P.S.<br />

La recente Direttiva del Ministero del<br />

Lavoro, <strong>della</strong> salute e delle politiche<br />

sociali, firmata il 10 febbraio 2009, richiama<br />

disposizioni di legge 23 in forza<br />

delle quali il percettore di trattamento<br />

di Cassa Integrazione e altre indennità<br />

pubbliche, che rifiuta di essere avviato<br />

a corso di formazione o di riqualificazione<br />

o che non lo frequenti regolarmente,<br />

perde il diritto al trattamento<br />

stesso.<br />

Una norma che è solamente “contro<br />

qualcuno” ma non trasforma gli interventi<br />

assistenziali in promozionali per<br />

il miglioramento del sistema formativo<br />

e soprattutto non riconosce alcun ruo-<br />

LAVORO E DIGNITA’<br />

lo effettivo agli accordi tra imprese e<br />

sindacati circa la determinazione delle<br />

priorità e <strong>della</strong> qualità dell’offerta formativa;<br />

impone solo, giustamente per<br />

certi versi, a chi è in difficoltà occupazionali,<br />

senza valutare condizioni familiari,<br />

di età, logistiche, di requisiti,<br />

ecc., un percorso di formazione o riqualificazione<br />

lasciando totalmente<br />

irrisolti tutti gli altri problemi giacenti<br />

a monte (politiche del lavoro e sviluppo,<br />

ricerca e innovazione, fabbisogni,<br />

giovani disoccupati, inoccupati, disabili,<br />

ecc).<br />

L’ansia (di fare) è come (stare<br />

su)una sedia a dondolo: stai sempre<br />

in movimento, ma non fai un passo<br />

avanti.<br />

1 Drammaturgo e scrittore irlandese (Dublino, 23<br />

febbraio 1923 – Dublino, 20 marzo 1964).<br />

2 Mai un argomento svolto a comando o preconfezionato<br />

privo quindi di emozioni e sensazioni profonde<br />

e vere; solo così lo scritto diventa vero veicolo<br />

di valori e di cultura.<br />

3 Fonte OCSE ed ISTAT del 2005.<br />

4 L’obbligo di istruzione è stato elevato a 16 anni<br />

con il conseguente ritardo dell’età minima per l’inserimento<br />

lavorativo.<br />

5 1.810.000 appartenenti alla forza lavoro hanno la<br />

sola licenza elementare (7,3%).<br />

6 Oltre il 65% dei giovani non considera più sufficiente<br />

il diploma per trovare lavoro ed il 90% si<br />

dichiara disponibile a svolgere un periodo di stage<br />

o apprendistato.<br />

7 Rapporto ISFOL 2007<br />

8 L’attuale situazione economica e finanziaria, che<br />

si sta appalesando in tutta la sua estesa profondità<br />

investendo tutti i settori <strong>della</strong> vita produttiva e<br />

sociale come confermano i diversi indicatori economici<br />

(calo <strong>della</strong> domanda interna, flessione <strong>della</strong><br />

produzione, riduzione degli investimenti, peggioramento<br />

<strong>della</strong> bilancia commerciale, e, in sostanza,<br />

riduzione del PIL),sta producendo effetti devastanti<br />

sull’occupazione con l’aumento costante <strong>della</strong><br />

Cassa Integrazione.<br />

9 Poco più del 20% è al Centro e circa il 50% è al<br />

Nord.<br />

10 In generale, è rivolta a giovani e adulti disoccupati<br />

o in cerca di prima occupazione, con più di 18<br />

anni in possesso almeno di licenza media, quindi<br />

anche diploma o laurea, ovvero adulti apprendisti<br />

o in Contratto di Formazione Lavoro, ovvero a<br />

diversamente abili o con problemi di inserimento<br />

sociale.<br />

11 Rilascia però “attestati di frequenza”, di “quali-<br />

45<br />

fica”, di “specializzazione”, “abilitazione professionale”,<br />

“patente di mestiere” ad opera <strong>della</strong><br />

Regione committente, previo superamento di specifico<br />

esame.<br />

12 Accanto alla formazione al lavoro(di ingresso,<br />

formazione tecnica superiore post diploma -<br />

IFTS), si sviluppa la formazione sul lavoro<br />

(aggiornamento, apprendistato, riqualificazione,<br />

riconversione, mobilità), quella per legge (es.626,<br />

sicurezza sul lavoro) nonché i tirocini formativi e<br />

di orientamento; ognuna poi si disarticola in subtipologie.<br />

Ci preme sottolineare la “formazione continua”<br />

per l’aggiornamento delle competenze per i lavoratori<br />

delle piccole e medie imprese e la “formazione<br />

permanente” che svolgono in genere (ma<br />

poco) le grandi aziende per mantenere elevato il<br />

livello di competenze dei propri dipendenti.<br />

13 Anche se la partecipazione ai corsi non dà l’automatica<br />

certezza dell’occupazione ma consente<br />

sicuramente la spendibilità delle competenze,<br />

acquisite ed accertate, sul mercato del lavoro.<br />

14 L’80-85% <strong>della</strong> formazione al lavoro e di quella<br />

sul lavoro si svolge al Centro e al Nord; questa difformità<br />

è certamente un problema concreto delle<br />

politiche di sviluppo sociale.<br />

15 CERTAM (centro studi, ricerche e formazione<br />

su trasporti, ambiente mobilità e servizi) era il centro<br />

unitario FILT-FIT-UILT che, accreditato e certificato<br />

ISO 9001:2000, aveva svolto attività formativa<br />

con fondi pubblici del FSE, delle Regioni e<br />

di aziende private. In Italia le sedi formative, nel<br />

2007, sono 8.454 ben distribuiti sul territorio.<br />

16 Negli ultimi 15 anni gli istituti tecnici hanno<br />

registrato una perdita di iscritti del 27%. (Fonte<br />

ISFOL 2007).<br />

17 Tra i Fondi paritetici interprofessionali, cui aderiscono<br />

oltre 400mila imprese (l’82% delle quali<br />

sono piccole imprese fino a 9 lavoratori) con circa<br />

6 milioni di dipendenti, citamo Fondimpresa<br />

(40%) e Forte (24%).<br />

18 Solo il 20% degli apprendisti riceve una formazione<br />

esterna considerata, comunque, di scarsa<br />

qualità.(Rapporto ISFOL 2007) ma tra i 25-64enni<br />

solo il 6,1% partecipa ad attività di apprendimento<br />

permanente rispetto al 12,5% del Trattato di<br />

Lisbona.<br />

19 Quali ad esempio la soluzione dei problemi, la<br />

capacità di relazione, il lavoro di gruppo, l’assunzione<br />

di responsabilità e di decisione, ecc.<br />

20 Il 33% degli studenti delle medie (ed il 25% dei<br />

genitori) dichiarano di non sapere nulla <strong>della</strong> formazione<br />

professionale, mentre il 50% tra diplomati<br />

e laureati non sa nulla dei corsi di formazione<br />

superiore(IFTS).<br />

21 Tra i lavoratori dipendenti del settore privato<br />

che hanno partecipato ad almeno una attività di<br />

formazione continua c’è il 18% in possesso di<br />

licenza media, il 30% di diploma ed il 61% di laurea<br />

cui corrisponde il 16,4% di operai, il 38,1% di<br />

impiegati ed ilo 4,7% di dirigenti e quadri.<br />

22 Fatto non solo di ripetizione di movimenti<br />

23 Legge 3 dicembre 2004 n. 291; legge 28 gennaio<br />

2009 n. 2.<br />

PER LE STRADE D’EUROPA


Continuare<br />

così<br />

Quando il Sindacato italiano<br />

“scoprì” quelli che in seguito<br />

sarebbero stati chiamati “organi<br />

collaterali” e cioè quando il movimento<br />

sindacale italiano prese a<br />

considerare l’aspetto di “cittadinanza”<br />

del lavoratore come un<br />

valore aggiunto <strong>della</strong> propria missione<br />

nella società, molti stentarono<br />

a comprendere tutta la forza innovativa<br />

di questa “vocazione globale”<br />

del sindacato nel quadro <strong>della</strong><br />

difesa degli interessi dei lavoratori.<br />

A distanza di qualche decennio<br />

molti dei cosiddetti “scettici” si<br />

sono dovuti ricredere. Oggi un’organizzazione<br />

sindacale che faccia<br />

<strong>della</strong> “Confederalità” la propria<br />

linea guida, non soltanto non può<br />

fare a meno di poggiare la sua presenza<br />

nel territorio e nelle fabbriche<br />

sul quotidiano contatto con le esigenze<br />

civiche di base del cittadino<br />

lavoratore (fisco, pensione, sanità,<br />

tempo libero, sicurezza) ma deve<br />

esaltare al massimo la funzione e la<br />

efficienza degli organismi creati per<br />

questo scopo.<br />

Per la UIL questo discorso vale<br />

doppio, posto che proprio la UIL è<br />

stata ed è nel nostro Paese l’avanguardia<br />

di quella filosofia del “sindacato<br />

dei cittadini” che riempie il<br />

“logo” (e l’orgoglio…) <strong>della</strong> propria<br />

sigla.<br />

Questa quindicesima Consulta<br />

Nazionale del CAF-UIL non ha soltanto<br />

dimostrato tutta la validità di<br />

quanto abbiamo detto sin ora ma ha<br />

fornito (dati, comportamenti e risultati<br />

alla mano) la prova del grande<br />

grado di efficienza raggiunto dal<br />

CAF-UIL medesimo ormai all’avanguardia<br />

delle analoghe strutture<br />

Confederali del nostro Paese. E’<br />

una bella notizia. Ma bisogna continuare<br />

così…<br />

CONSULTA NAZIONALE CAF UIL<br />

Lallo<br />

Non lasciare mai soli<br />

i lavoratori<br />

LA RELAZIONE DI GILBERTO DE SANTIS<br />

Il primo approccio <strong>della</strong> relazione del<br />

Presidente del CAF-UIL è un saluto<br />

caloroso e non certo formale agli<br />

“operatori” presenti in sala per partecipare<br />

alla Consulta Nazionale 2008.<br />

Gilberto De Santis non è certo alle prime<br />

armi nella materia: ma l’intensità e la<br />

“qualità” delle prestazioni fornite dal<br />

CAF UIL nell’anno<br />

testè trascorso non<br />

lasciano dubbi sulla<br />

efficienza di un “apparato”<br />

che conta<br />

ormai 108 Province<br />

e 2.200 operatori.<br />

Per questo, lo svolgersi<br />

<strong>della</strong> reazione<br />

è stato prodigo di<br />

dati che tuttavia<br />

l’oratore non si è limitato<br />

ad enunciare<br />

ma ha voluto “vestire”<br />

di un profondo<br />

contenuto sociale.<br />

Perché sono atti, azioni, comportamenti,<br />

che dietro ogni numero hanno un volto,<br />

una storia, spesso un problema. Sono lavoratori,<br />

cittadini, famiglie, che compiono<br />

un dovere essenziale per una democrazia,<br />

ma intendono (e pretendono) di<br />

poterlo fare nel migliore dei modi e nella<br />

più garantita rispondenza alle leggi.<br />

Ne ha dunque parlato “Gilberto” (ormai<br />

nel CAF UIL il nome è di prammatica…)<br />

ed eccone alcuni in sintesi: 986.657 modelli<br />

/730) con un aumento di 46.000<br />

(4,8%) contribuenti rispetto all’anno precedente<br />

(va ricordato che il mercato globale”<br />

di attività di tutti i CAF è calato<br />

dell’1% ma per il CAF UIL ci sono soltanto<br />

dati in crescita); 55.665 modelli<br />

Unico persone Fisiche (+55,2%);<br />

313.493 titolari RED (+20.963 pari al<br />

47<br />

7,2%); Modelli ISEE 437.072 (+55.665<br />

pari al 14,6%); Detrazioni (è la prima<br />

volta) 195.000.<br />

Va detto, per quest’ultimo dato che sempre<br />

maggiore attenzione va spesa perché<br />

riguarda soggetti deboli ed esposti ad errore.<br />

Con le nuove attività sopraggiunte, Social-card,<br />

Bonus famiglie<br />

(il CAF UIL<br />

ha diffuso in proposito<br />

decine di migliaia<br />

di volantini in<br />

più lingue…) Bonus<br />

energia, sono stati<br />

superati i due milioni<br />

di dichiarazioni in<br />

WEB.<br />

Siamo, in sostanza,<br />

in presenza di una<br />

crescita forte e costante<br />

in tutti questi<br />

anni e in tutte queste<br />

attività ma occorre<br />

anche un’analisi attenta dei dati sia interni<br />

sia comparati con tutti i CAF.<br />

E occorre anche, ha proseguito De Santis<br />

poter disaggregare i dati, i 730 per Regioni<br />

e Comuni, incrocio dei dati sulle fidelizzazioni<br />

730 – RED –ISEE corrispondenti<br />

per Comune e per fasce d’età… E’<br />

un lavoro utile anche pe tutta la UIL, per<br />

l’ITAL, per la UIL Pensionati.<br />

Elemento molto positivo, ha proseguito il<br />

Presidente del CAF UIL è il sempre maggiore<br />

impegno posto dai corrispondenti<br />

sulle “nuove” attività. (successioni, buste<br />

paga, invii on line di contratti di affitto).<br />

E questa crescita, ha sottolineato De Santis<br />

fa parte degli obiettivi che abbiamo<br />

raggiunto nel 2008, obiettivi che ci eravamo<br />

proposti di raggiungere, e non abbiamo<br />

perciò “mancato il bersaglio”!<br />

PER LE STRADE D’EUROPA


48<br />

Abbiamo così ottenuto per tutte le strutture<br />

la certificazione di qualità e abbiamo<br />

consolidato il controllo er il mantenimento<br />

dei livelli di qualità acquisiti. Ancora<br />

più importante è il rafforzamento di<br />

“audit intern” che il nostro responsabile<br />

all’Assistenza Fiscale (Sergio Scibetta<br />

n.d.r.) ha fortemente voluto, impostato, e<br />

che dirige con grande professionalità ed<br />

efficienza.<br />

E’ per noi motivo di di grande soddisfazione<br />

constatare come da uno stato di<br />

quasi fastidio e di scetticismo le nostre<br />

strutture siano oggi passate in proposito<br />

ad una piena condivisione, così da essere<br />

loro a chiederci un intervento di supporto.<br />

Abbiamo raggiunto il 100% del collegamento<br />

<strong>della</strong> rete interna per tutte le attività<br />

più importanti: 730, ISEE, RED,<br />

Unico, detrazioni, Social Card, Bunus,<br />

ed è così che come accennavo poc’anzi<br />

nel 2008 abbiamo superato i 2 milioni di<br />

dichiarazioni sul Web.<br />

Un crescita seppur lenta dobbiamo registrare<br />

per quanto concerne l’archiviazione<br />

ottica (aumentata da 35.000 pratiche<br />

del 2007 alle 121.000 del 2008) e dobbiamo<br />

attrezzarci meglio per lo Sportello<br />

del Contribuente” (PIN) e per la gestione<br />

appuntamenti Call Center. Dobbiamo<br />

anche pensare a sviluppare nuove<br />

iniziative ad esempio una nostra presenza<br />

sul Web TV, una formazione on line<br />

per categorie e regioni. E poi fornire nuovi<br />

servizi essenziali nel difficile momen-<br />

PER LE STRADE D’EUROPA<br />

CONSULTA NAZIONALE CAF UIL<br />

to economico che attraversiamo:<br />

piccoli prestiti,<br />

mutui, anticipazioni<br />

sui contributi, assegni<br />

maternità. Di grande<br />

supporto a tutto ciò,<br />

ha proseguito “Gilberto”,<br />

dovrà essere una<br />

campagna “mirata”:<br />

immagini, radio, giornali<br />

che è nostra intenzione<br />

per un impegno<br />

organizzativo che realizzi<br />

una maggiore presenza<br />

del CAF UIL nel territorio, nelle<br />

aziende, nei centri sociali: insomma per<br />

essere “più vicini” ai cittadini in tutti i<br />

sensi.<br />

Un ringraziamento, il Presidente del<br />

CAF UIL, ha rivolto alla Confederazione<br />

(e segnatamente ai servizi Organizzazione<br />

ed alla Tesoreria) per l’impegno<br />

comune volto all’apertura di nuove sedi,<br />

ed è poi passato a trattare un tema che a<br />

lui e a tutto il CAF UIL sta evidentemente<br />

molto a cuore. In breve: dobbiamo intensificare<br />

i rapporti con le categorie,<br />

estendendo a tutte il rapporto costruttivo<br />

realizzato in questi anni (ne ha citate alcune,<br />

dalla UILCOM alla UIL FPL, dalla<br />

UILA alla UIL Scuola, dalla UILT alla<br />

Feneal, dalla UILM alla UILTUCS<br />

dalla UILP alla UIL Polizia…).<br />

Nostro punto di forza, ha aggiunto De<br />

Santis, è stato e dovrà continuare ad essere<br />

il controllo e la informazione che il<br />

nostro responsabile dell’Assistenza Fiscale<br />

ha svolto nel 2008: puntuali le circolari<br />

interpretative e informative, puntuali<br />

l’assistenza, dove necessaria, anche<br />

diretta a sostegno delle verifiche delle<br />

DRE. Così come indispensabile il lavoro<br />

del Dr. Scibetta (è lui il responsabile<br />

Assistenza Fiscale suaccennato n.d.r.)<br />

anche nella fase di elaborazione e di realizzazione<br />

dei nuovi progetti in tutti i settori<br />

tradizionali e innovativi.<br />

Dobbiamo portare molta attenzione, ha<br />

proseguito il Presidente del CAF-UIL,<br />

per quanto riguarda il livello nazionale<br />

alle attività Confederali che ci riguardano<br />

molto da vicino dallo Statuto dei Contribuenti<br />

al dibattito sul Federalismo fiscale,<br />

dai provvedimenti assunti in tema<br />

di stato sociale a quelli più generali <strong>della</strong><br />

politica fiscale comunitaria.<br />

E a questo proposito, così ha concluso<br />

“Gilberto” vorrei ricordare che complessità<br />

e interdipendenza dei problemi che<br />

ci stanno di fronte ci impongono di ricercare<br />

una collaborazione sempre più stretta<br />

di tutti i servizi <strong>della</strong> UIL: noi, l’ITAL,<br />

l’ADOC, l’UNIAT, LABORFIN, CPO.<br />

In una comune visione: la crescita dell’<br />

“altro” è la “mia” crescita, l’avvio di una<br />

parte dei problemi di un cittadino, di un<br />

lavoratore che si rivolge a un “servizio”<br />

o a una qualsiasi “struttura” <strong>della</strong> UIL è<br />

il presupposto per un inserimento psicologico,<br />

morale organizzativo di quel cittadino,<br />

di quel lavoratore, nella grande<br />

famiglia <strong>della</strong> UIL.<br />

Dirò di più: è il certificato <strong>della</strong> nostra<br />

presenza nella società civile di questo<br />

Paese.


CONSULTA NAZIONALE CAF UIL 49<br />

Sergio Scibetta: quell’intervento<br />

che risponde all’intervista...<br />

Un modo originale per rispondere ad una intervista richiestagli<br />

da “Per le Strade d’Europa”, in tema di politica fiscale e dell’azione<br />

del CAF-UIL, il responsabile dell’assistenza fiscale Sergio Scibetta<br />

lo ha usato nel suo intervento alla tribuna <strong>della</strong> Consulta.<br />

Il suo discorso è stato così ampiamente esaustivo dei questi (li<br />

pubblichiamo qui a seguire) rivoltigli. E, ovviamente non solo a<br />

questo si è rivolto l’intervento.<br />

Pagare le tasse, in uno stato di<br />

diritto è un dovere civico: forse<br />

il primo è più importante di un<br />

cittadino perché è attraverso la fiscalità<br />

che si realizza il patto sociale che<br />

dà vita allo Stato medesimo.<br />

Che sensazioni avete, voi, <strong>della</strong><br />

validità, e soprattutto <strong>della</strong><br />

realtà di questo assunto, nell’espletamento<br />

del vostro lavoro?<br />

Si dice che l’evasione fiscale nel<br />

nostro Paese sia tra le più alte,<br />

se non la più alta d’Europa. E<br />

tuttavia non risulta che il carico<br />

fiscale in Italia sia altrettanto<br />

“il più alto”. E allora quali a<br />

tuo modo di vedere le principali<br />

cause di questo fenomeno?<br />

C’è un concorso attivo da parte<br />

dei CAF e segnatamente del<br />

CAF UIL a “creare” una<br />

coscienza e una cultura <strong>della</strong><br />

“fiscalità” nei cittadini”?<br />

Se tutti pagassero il dovuto<br />

quale potrebbe essere il minor<br />

aggravio per i cittadini contribuenti<br />

che adempiono fino in<br />

fondo ai loro doveri?<br />

La valenza dei patti è data dal loro<br />

rispetto. In uno Stato di diritto è certamente<br />

un dovere civico pagare le tasse,<br />

al cui adempimento il cittadino deve<br />

attendere nell’ambito <strong>della</strong> natura etica<br />

del prelievo fiscale che, tuttavia, deve<br />

essere ricondotto in una dimensione di<br />

corrispettività. Tra Erario e contribuente<br />

nasce un rapporto difficile per definizione.<br />

LA SPESA PUBBLICA<br />

In un Paese perfetto in cui lo Stato<br />

adempie ai propri obblighi verso i cittadini<br />

con puntualità, equità ed efficienza<br />

il pagamento delle imposte rappresenterebbe<br />

l’adempimento di un dovere,<br />

prima del soddisfacimento del bisogno;<br />

ancor più vero nel nostro Paese, reale ed<br />

imperfetto, le imposte non sono, di per<br />

sé, etiche o estetiche (qualcuno di recente<br />

ne ha decantato la “bellezza”): è il<br />

loro impiego da parte dell’ente impositore<br />

che attribuisce o no tale valenza; è<br />

la spesa pubblica che qualifica, in positivo<br />

o in negativo, la natura etica del prelievo<br />

fiscale, ma questo principio non<br />

intende ridurre tutto ad una corrispettività<br />

in termini di servizi al cittadino: vi è<br />

una palese dimensione sociale del prelievo<br />

fiscale.<br />

In Italia la corrispettività <strong>della</strong> spesa<br />

pubblica finalizzata all’erogazione di<br />

servizi sociali è ancor più inefficiente, in<br />

termini di equità e sistematicità, di quella<br />

finalizzata all’erogazione di servizi. Il<br />

generico, difficile rapporto dei contribuenti<br />

con l’Erario è difficilissimo per il<br />

contribuente italiano. Ne deriva la convinzione,<br />

per la generalità dei contribuenti,<br />

<strong>della</strong> sostanziale irrazionalità del<br />

prelievo fiscale (rispetto alla corrispettività<br />

ed allo stato sociale, e <strong>della</strong> sua iniquità).<br />

Il fatto che una parte rilevante del<br />

gettito IRPEF derivi da lavoro dipendente<br />

non è sintomo di maggiore propensione<br />

di tali soggetti al pagamento: il<br />

meccanismo di sostituzione di imposta<br />

non lascia loro scelta (ma gli stessi si<br />

rendono evasori in concorso quando non<br />

si fa fatturare per risparmiare). Questa<br />

generica convinzione rende patologico<br />

in toto il fenomeno di evasione ed economia<br />

sommersa, da portare a livello<br />

fisiologico solo attenuando o rimuovendo<br />

questa percezione diffusa.<br />

I CONTROLLI<br />

I controlli delle Agenzie delle Entrate<br />

<strong>della</strong> Guardia di Finanzia, per quanto<br />

PER LE STRADE D’EUROPA


50<br />

efficienti, non potranno mai essere risolutivi<br />

anzi il loro potenziamento (più<br />

Banche dati accessibili?…) può far sorgere<br />

come effetto la percezione non di<br />

ventate di legalità sul fronte tributario<br />

ma di instaurazione di un regime di polizia<br />

fiscale.<br />

SERVE UNA RIVOLUZIONE CUL-<br />

TURALE da svolgere su due piani:<br />

politico:<br />

• occorre rimuovere la percezione di<br />

irrazionalità ed iniquità del prelievo<br />

fiscale per la corrispettività non in<br />

equilibrio sul fronte di servizi e stato<br />

sociale (compito abnorme ma da<br />

affrontare)?…;<br />

tecnico:<br />

• occorre rimuovere la percezione di<br />

iniquità e irrazionalità insita nel sistema<br />

tributario che ha raggiunto vette<br />

di complessità incomprensibile.<br />

Occorre semplificare e razionalizzare<br />

le norme ed i rapporti tra i principali<br />

attori delle dinamiche fiscali.<br />

FEDERALISMO<br />

Lo schema di Legge delega, varato dal<br />

Governo, è momento rilevante per i<br />

principi <strong>della</strong> riforma, ma vi è timore<br />

che si riveli un’altra riforma all’italiana<br />

che possa comportare aggravi di oneri<br />

per il cittadino. Enunciati?… “?…ci<br />

guadagnerà il Nord, non ci perderà il<br />

Sud?…”; “...ci guadagneranno le Regioni<br />

non ci perderà lo Stato?…”; “...ci<br />

guadagneranno<br />

gli Enti locali non ci perderà la perequazione<br />

e la solidarietà?…”. Ma in Economia,<br />

come in fisica, “nulla si crea e nulla<br />

si distrugge”: da dove arriverà il surplus<br />

che si genererà dal Federalisimo Fiscale?<br />

(dalla riduzione di sprechi, da maggiore<br />

efficienza ?…?)<br />

TECNICO<br />

E’ essenziale che il Legislatore e l’Amministrazione<br />

Finanziaria sappiano<br />

cooptare i soggetti cui la legge e la generalità<br />

dei contribuenti riconoscono com-<br />

PER LE STRADE D’EUROPA<br />

CONSULTA NAZIONALE CAF UIL<br />

petenza specifica. Fra questi i professionisti<br />

e gli intermediari fiscali dovrebbero<br />

avere un coinvolgimento attivo e concreto<br />

nel processo di costruzione <strong>della</strong><br />

norma Tributaria e nel sistema dei controlli<br />

per:<br />

1) pervenire ad un quadro di certezza<br />

delle scadenze fiscali (abbandonare la<br />

svilente politica delle proroghe dell’ultimo<br />

minuto) per costruire un<br />

sistema di scadenze fiscali non parametrato<br />

alla chiusura dei periodi<br />

d’imposta, ma al rilascio <strong>della</strong> modulistica<br />

da parte dell’Agenzia delle<br />

Entrate considerando i termini tecnici<br />

per il rilascio del software, la formazione<br />

ed altri;<br />

2) gli Uffici Finanziari sempre più sensibili<br />

all’operatività degli intermediari<br />

fiscali utilizzati come veicoli di<br />

semplificazione di rapporto con i<br />

contribuenti;<br />

3) I CAF sono ormai partner strategici<br />

riconosciuti;<br />

4) dovrebbe concretizzarsi un rapporto<br />

di semplificazione reciproca tra gli<br />

Enti interessati che elimini il “senso<br />

unico”;<br />

5) L’Agenzia delle Entrate, consapevole<br />

dei carichi di maggiore lavoro degli<br />

intermediari fiscali dovrebbe concentrare<br />

avvisi, cartelle ed altri atti nella<br />

parte più calma dell’anno al fine di<br />

assicurare migliore assistenza nell’interesse<br />

dell’ottimale funzionamento<br />

del sistema;<br />

6) nell’ambito dell’AUDIT è necessario<br />

assicurare uniformità operativa.<br />

Il PIANO NORMATIVO<br />

richiede la semplificazione e la razionalizzazione<br />

delle regole che presiedono al<br />

calcolo delle basi imponibili e delle<br />

imposte correlate rimuovendo le crescenti<br />

contraddizioni che hanno creato<br />

un groviglio casistico anziché un corpo<br />

giuridico sistematico quale deve essere<br />

il diritto tributario. Si avverte la necessità<br />

di un Fisco più trasparente, <strong>della</strong> comprensibilità<br />

delle norme, <strong>della</strong> funzione<br />

effettiva dell’interpello, <strong>della</strong> tutela dei<br />

diritti del contribuente, <strong>della</strong> funzione<br />

del Garante, dell’attivazione dello Statuto<br />

del contribuente ed altri. A mero titolo<br />

esemplificativo enuncio alcune<br />

espressioni del groviglio normativo che<br />

sembrano affliggere il contribuente:<br />

1) limitazione alla deducibilità di Interessi<br />

passivi dal reddito d'impresa<br />

(società di capitali), che si è rivelata<br />

inopportuna per la logica di fondo<br />

quanto improvvida nell'attuale fase<br />

economico-finanziaria;<br />

2) proliferare di limitazioni alla deducibilità<br />

di componenti negativi di reddito<br />

e lavoro autonomo;<br />

3) disciplina su rimborsi spese di vitto e<br />

alloggio (fuori controllo da qualsivoglia<br />

razionalità);<br />

4) ripristino degli Studi di Settore su<br />

basi applicative conformi alla logica<br />

di loro introduzione;<br />

5) irretroattività <strong>della</strong> norma;<br />

6) norme per adeguamenti automatici<br />

dei plafond massimi di deducibilità e<br />

detraibilità;<br />

7) Exit Strategy dall'IRAP (definita


Imposta Rapina): tutti convinti <strong>della</strong><br />

sua abrogazione tracciata nello schema<br />

di Legge sul federalismo. Rimane<br />

l'interrogativo sull'esito e sulla procedura<br />

che possa consentire di evitare di<br />

sfilacciare i conti dello Stato. Ci<br />

auguriamo che l'imposta possa costituire<br />

monito per il futuro nell'affermazione<br />

<strong>della</strong> coerenza del presupposto<br />

imponibile astraendosi da obblighi<br />

esogeni come l'invarianza del gettito;<br />

8) no agli interventi "patacca": la Social<br />

Card (muro <strong>della</strong> vergogna), una su<br />

tre senza copertura finanziaria!<br />

Sul PIANO ATTUATIVO<br />

la U.I.L. si è fatta promotrice di numerose<br />

iniziative rivolte a migliorare la legalità<br />

fiscale, la lotta all’evasione, il ruolo<br />

del Garante ed altri istituti, contribuendo<br />

così in maniera significativa alla da me<br />

auspicata rivoluzione culturale. Sul<br />

piano attuativo occorre finalizzare gli<br />

interventi per individuare gli adempimenti<br />

con costo societario per il contribuente<br />

più elevato dell’utilità. A questi<br />

fini sono già apparsi numerosi segnali<br />

quali l’abolizione dell’elenco clienti e<br />

fornitori, la tracciabilità dei compensi<br />

dei lavoratori autonomi, nuove modalità<br />

di rateizzo delle debenze tributarie ed<br />

altre.<br />

Molte iniziative devono essere ancora<br />

perfezionate su molti fronti: a mero titolo<br />

esemplificativo il riconoscimento<br />

delle ritenute alla fonte subite dal sostituito<br />

in mancanza di certificazione del<br />

sostituto Si tratta di un atteggiamento<br />

inaccettabile in quanto la certificazione è<br />

strumento probatorio e non esclusivo,<br />

non presupposto al diritto. Il meccanismo<br />

<strong>della</strong> sostituzione di imposta non è<br />

opzionale ma obbligo per il contribuente<br />

che non deve subire conseguenze che<br />

devono ricadere solo in capo al sostituto.<br />

Ritengo così che occorra, senza indugio,<br />

razionalizzare e semplificare per eliminare<br />

complessità inutili o addirittura<br />

dannose alfine di rendere il sistema tributario<br />

aderente al principio costituzionale<br />

<strong>della</strong> capacità contributiva individuale.<br />

CONSULTA NAZIONALE CAF UIL<br />

L’intervento<br />

di Domenico Proietti *<br />

Oggi voglio fare alcune riflessioni<br />

più legate alla nostra linea di<br />

politica economica e fiscale e<br />

come questo si collega all’attività del<br />

CAF, perché come sapete da un paio di<br />

anni mi occupo di queste cose e credo<br />

che la riflessione che noi dobbiamo fare,<br />

partendo dalle cose che diceva Gilberto,<br />

è come coniughiamo l’attività dei nostri<br />

servizi, ma in particolare del CAF con la<br />

linea di politica sindacale. Noi siamo<br />

consapevoli che il<br />

sistema CAF nel<br />

suo complesso è la<br />

più grande innovazione<br />

che ci sia<br />

stata negli ultimi<br />

quindici anni nel<br />

rapporto tra cittadini<br />

e Amministrazione,<br />

sia finanziaria,<br />

ma poi anche<br />

quella <strong>della</strong> previdenza.<br />

C’è stata una innovazioneformidabile<br />

che ha portato i<br />

livelli di efficienza<br />

<strong>della</strong> P.A. e servizi resi ai cittadini a<br />

livelli altissimi, questo si è potuto verificare<br />

grazie ad una sorta di piccolo miracolo<br />

che il sistema CAF nel suo complesso,<br />

non solo i CAF di emanazione<br />

sindacale che pure sono gran parte del<br />

sistema, hanno portato. Questo oggi ci<br />

viene riconosciuto anche dall’attuale<br />

ministro dell’economia che fino a qualche<br />

anno fa aveva un atteggiamento<br />

avverso a questa impostazione. Ricordo<br />

quanto abbiamo dovuto lavorare con<br />

Gilberto, Canepari, i precedenti coordinatori<br />

<strong>della</strong> CGIL, per far comprendere<br />

il ruolo del sistema dei CAF e l’importanza<br />

che essi rivestono.<br />

Oggi finalmente questo avviene, però a<br />

51<br />

noi spetta il compito di continuare a<br />

tenere distinti i ruoli dell’attività dei centri<br />

di assistenza fiscale con i ruoli di<br />

linea di politica economica e fiscale che<br />

le singole centrali sindacali portano<br />

avanti. Faccio un paio di esempi che ci<br />

riguardano direttamente.<br />

La UIL ha manifestato molte perplessità<br />

sullo strumento <strong>della</strong> Social Card dal<br />

punto di vista del suo utilizzo, si potevano<br />

seguire altre strade, ecc., ma questo<br />

non ha impedito al<br />

CAF <strong>della</strong> UIL un<br />

minuto dopo che<br />

questo provvedimento<br />

era legge<br />

dello stato, di essere<br />

al servizio attraverso<br />

il CAF dei<br />

cittadini che intendevano<br />

utilizzare<br />

questo strumento.<br />

C’è stato un<br />

momento nel quale<br />

si poteva rischiare<br />

una confusione tra<br />

la valutazione di<br />

carattere generale<br />

e la valutazione sulla operatività che i<br />

Centri di Assistenza Fiscale devono<br />

avere. Noi questa differenza non la dobbiamo<br />

mai dimenticare, commetteremmo<br />

il più grande errore nel mischiare<br />

questi due livelli di valutazione perché<br />

solo in questo modo riusciamo, da un<br />

lato a garantire un servizio ai lavoratori,<br />

ai cittadini, in questo caso alle fasce più<br />

deboli, ma dall’altro a salvaguardare la<br />

peculiarità e la funzione dei CAF. Questo<br />

vale per la vicenda <strong>della</strong> Social Card,<br />

ma anche su un insieme di altre questioni<br />

che sono state qui ricordate.<br />

Se si continua a fare questo come sta<br />

facendo molto bene il CAF UIL, e anche<br />

unitariamente questa linea si è affermata,<br />

PER LE STRADE D’EUROPA


52<br />

noi possiamo guardare con grande fiducia<br />

al futuro perché è vero il dato che<br />

veniva riportato sia da Gilberto, sia dal<br />

coordinatore <strong>della</strong> CGIL, che in termini<br />

assoluti c’è stata in questi ultimi due<br />

anni una leggera flessione <strong>della</strong> capacità<br />

di raccolta e di penetrazione dei CAF di<br />

emanazione sindacale. Ma non dobbiamo<br />

dimenticare che noi siamo passati,<br />

nel giro di quatto-cinque anni da 84 soggetti<br />

quali erano i CAF prima dell’ultimo<br />

intervento fatto dal ministro Tremonti,<br />

ad una platea potenziale che si<br />

avvicina ai 130 mila, quindi non vi sfugge<br />

il dato eclatante.<br />

Questo cosa significa? Complessivamente,<br />

i lavoratori, i cittadini si rivolgono<br />

con fiducia ai nostri centri di assistenza<br />

perché ricevono un trattamento di<br />

grande qualità, di grande professionalità,<br />

i dati sugli errori statistici forniti dall’Agenzia<br />

delle Entrate lo stanno a<br />

dimostrare, quindi, come diceva bene<br />

Gilberto bisogna continuare sotto questo<br />

punto di vista.<br />

Ma c’è un secondo aspetto che a me interessa<br />

sottolineare, noi vediamo uno stretto<br />

legame tra l’attività di assistenza che i<br />

CAF svolgono presso i contribuenti e<br />

l’idea che la UIL ha <strong>della</strong> fiscalità. Noi<br />

siamo portatori di una visione <strong>della</strong> cultura<br />

<strong>della</strong> legalità fiscale, una cultura che<br />

si basa su un elemento molto semplice, si<br />

è cittadini di una comunità se si assolve<br />

al proprio dovere con il fisco. Pagare le<br />

tasse in modo giusto ed equo è un modo<br />

per accedere ai diritti di cittadinanza,<br />

quindi, da un lato abbiamo la rivendica-<br />

PER LE STRADE D’EUROPA<br />

CONSULTA NAZIONALE CAF UIL<br />

zione di diritti, dall’altra siamo consapevoli<br />

che dobbiamo assolvere a dei doveri.<br />

Qui torna il legame inscindibile che è<br />

alla base di ogni idea di comunità, di<br />

Stato del legame tra diritti e doveri. Questa<br />

concezione è propria <strong>della</strong> visione<br />

che la UIL ha del sistema fiscale, che si è<br />

sviluppata in tutti questi ormai sessant’anni<br />

<strong>della</strong> nostra storia. Ma è una battaglia<br />

che ha avuto risultati positivi, ma è<br />

ancora lungi dall’essere conclusa.<br />

Pensate cosa sarebbe il nostro paese,<br />

rispetto ai momenti di grave crisi economica<br />

internazionale che abbiamo se ad<br />

esempio, voglio mantenermi sulla stima<br />

più bassa, venissero recuperati ogni<br />

anno un decimo dei 100 miliardi di evasione<br />

fiscale così come affermato dalla<br />

Guardia di Finanza. Noi avremmo risorse<br />

a sufficienza per<br />

cominciare a ridurre<br />

le tasse a chi le<br />

paga, avremmo risorse<br />

per intervenire<br />

seriamente con<br />

un piano per gli<br />

ammortizzatori<br />

sociali. Questo è il<br />

vero punto sul quale<br />

noi possiamo e dobbiamo<br />

ritrovare<br />

anche un rapporto<br />

unitario.<br />

Noi avevamo pre-<br />

parato una bellissima piattaforma unitaria<br />

sui temi fiscali lo scorso autunno,<br />

che era innovativa, non era solo il frutto<br />

di una rivendicazione sacrosanta, quella<br />

di diminuire le tasse alle persone che<br />

noi rappresentiamo, ma era una vera e<br />

propria proposta di politica economica<br />

valida per tutto il paese.<br />

Le cose sono andate come sappiamo,<br />

noi abbiamo avuto momenti più drammatici<br />

nei rapporti unitari, penso all’84,<br />

quindi sono convinto che questo è un<br />

momento difficile, ma dobbiamo avere<br />

la capacità di guardare avanti e soprattutto<br />

riaffermando questo nostro ruolo e<br />

questa nostra vocazione, quella di essere<br />

una forza sindacale in grado di coniugare<br />

gli interessi delle persone che rappresenta<br />

con gli interessi collettivi, generali.<br />

Questa è l’idea del sindacato confederale<br />

italiano che si è affermata in Italia.<br />

Se una preoccupazione abbiamo avuto<br />

come UIL in queste settimane, ci siamo<br />

spesi in tutti i modi per ritenere insieme<br />

le nostre organizzazioni nella chiarezza,<br />

è che vedevamo un arretramento di questa<br />

idea del sindacato confederale. Son è<br />

importante se questo indebolisce più o<br />

meno questa o quella forza sindacale,<br />

ma se arretra l’idea del ruolo del sindacato<br />

come forza intermedia, come soggetto,<br />

come corpo sociale intermedio<br />

che aggrega le persone, le fa contare<br />

all’interno del processo di partecipazio-


ne democratica, è una piccola sconfitta<br />

per tutti. Mi permetto di dire che soprattutto<br />

è una piccola e grande sconfitta per<br />

la UIL che è nata per affermare questa<br />

idea, quella di un sindacato confederale<br />

che guarda all’insieme dei problemi.<br />

Noi ci siamo spesi in queste settimane<br />

con la guida del nostro Segretario Angeletti,<br />

affinché questo arretramento non<br />

ci fosse, finora non abbiamo avuto il<br />

successo che speravamo, ma contiamo<br />

nelle prossime settimane di riprendere<br />

una iniziativa che va in questa direzione,<br />

ma nella chiarezza, perché sui temi<br />

dei quali abbiamo discusso e sui quali ci<br />

siamo divisi, non si possono trovare<br />

pasticci, ci vuole chiarezza di posizioni.<br />

La richiesta che viene anche da parte del<br />

mondo del lavoro va esattamente in<br />

questa direzione.<br />

Un’ultima battuta la voglio fare su un<br />

passaggio <strong>della</strong> relazione di Gilberto che<br />

è molto importante e deve permeare fino<br />

in fondo tutta la UIL, lui l’ha definita la<br />

cultura dell’anti invidia, nessuno di noi<br />

deve essere invidioso se il nostro collega,<br />

il nostro vicino ottiene dei risultati<br />

positivi nella sua azione, nel suo campo,<br />

perché quei risultati positivi portano<br />

beneficio anche a noi, dobbiamo diffondere<br />

questa cultura <strong>della</strong> crescita attraverso<br />

lo sforzo e l’impegno di tutti.<br />

Sotto questo punto di vista il CAF, nel<br />

lavoro che ha svolto in questi anni ha<br />

introdotto, all’interno <strong>della</strong> nostra organizzazione,<br />

un potente antivirus che va<br />

in questa direzione, l’entusiasmo di centinaia<br />

di ragazzi, di giovani che hanno<br />

lavorato nei CAF, che hanno vissuto<br />

questa nuova esperienza con grande<br />

entusiasmo hanno contagiato molta<br />

parte <strong>della</strong> nostra organizzazione.<br />

Bisogna continuare in questa direzione e<br />

io sono convinto che tramite il lavoro<br />

che è stato proposto dal CAF e dal grado<br />

di coordinamento molto avanzato e positivo<br />

che c’è stato nel campo dei servizi,<br />

dall’azione più generale di sintesi fatta<br />

dalla Confederazione, da Angeletti, da<br />

Carmelo, da tutti noi, possiamo continuare<br />

utilmente a lavorare lungo questa<br />

strada.<br />

*Segretario Confederale Uil<br />

CONSULTA NAZIONALE CAF UIL<br />

Un grazie a De Santis per l’invito<br />

che mi pare non sia rituale, anche<br />

se è il terzo appuntamento che<br />

mi vede partecipe ai vostri lavori. Devo<br />

dire che ci vengo sempre con molto piacere<br />

per due ordini di considerazioni, primo.<br />

In questi anni abbiamo notato una<br />

qualche riduzione dell’età media degli<br />

operatori in sala, è<br />

una organizzazione<br />

che si sta ringiovanendo,<br />

come mi pare<br />

di percepire,<br />

questo è un segnale<br />

positivo, l’organizzazione<br />

è vita e in<br />

qualche modo sta<br />

facendo largo alle<br />

giovani generazioni,<br />

cosa non sempre<br />

frequente nel nostro<br />

paese che è un<br />

po’ gerontocratico,<br />

quindi avere una<br />

organizzazione che<br />

riesce a fare largo ai giovani mi pare un<br />

segnale molto importante, ovviamente<br />

non è sufficiente essere qui, ma è necessario<br />

anche valorizzarle.<br />

Da questo punto di vista mi pare che una<br />

qualche riflessione sull’immediato e anche<br />

in prospettiva ci faccia perlomeno<br />

sperare bene, una volta le strutture facevano<br />

i 730 come unica attività, anzi, c’era<br />

il 740. Oggi invece la complessità, non<br />

solo del sistema fiscale ma del sistema<br />

Paese, che in qualche modo rende necessaria<br />

una serie di appuntamenti che vanno<br />

anche al di là <strong>della</strong> dichiarazione annuale<br />

fiscale, che però poi hanno un intreccio.<br />

Si citava prima il tema dell’ISEE, ma c’è<br />

anche il tema <strong>della</strong> Social Card, anche un<br />

po’ faticoso, mi pare di capire, il tema del<br />

Bonus Famiglia, ci troviamo sempre più<br />

53<br />

Aldo Polito alla tribuna<br />

Direttore Relazioni Esterne<br />

Agenzia delle Entrate<br />

in presenza di una serie di istituti che<br />

vanno ad introdursi nell’ordinamento<br />

giuridico, a volte occasionalmente a volte<br />

in maniera sistematica dove il momento<br />

fiscale si allarga e dove, quindi, l’appuntamento<br />

di giugno-luglio non è più<br />

l’unico nell’anno ma ce ne sono altri perché<br />

da un lato c’è la complessità del sistema,<br />

dall’altro lato<br />

anche i bisogni che<br />

vengono dalla società<br />

a cui si danno<br />

risposte, più o meno<br />

condivisibili.<br />

E’ indubbio che c’è<br />

una complessità del<br />

sistema e un bisogno<br />

di centralità<br />

del cittadino che<br />

solo una organizzazione<br />

come quella<br />

dei CAF, anche di<br />

altre organizzazioni<br />

che operano sul<br />

territorio nazionale,<br />

possono dare. Il contatto quotidiano,<br />

la presenza, la capacità di rapporto diretto<br />

che c’è tra i vostri operatori e il cittadino<br />

è il valore aggiunto reale nella capacità<br />

di chiarire il passaggio, di spiegare le<br />

opportunità, quando ci sono o magari<br />

motivare e illustrare le non possibilità<br />

quando non ci sono. Ma soprattutto è il<br />

momento delle opportunità che è importante.<br />

Sapete meglio di me come tutta una serie<br />

di istituti danno dei vantaggi fiscali, sono<br />

poco conosciuti, e come la componente<br />

professionale che in qualche modo contraddistingue<br />

le grandi organizzazioni<br />

dei CAF è in grado di dare un valore aggiunto<br />

in termini di conoscenza perché<br />

poi la comunicazione nazionale non basta,<br />

è solo il contatto diretto che riesce a<br />

dare questa capacità di conoscenza, quin-<br />

PER LE STRADE D’EUROPA


54<br />

di la possibilità di utilizzare queste opportunità.<br />

Ritengo che questo sia un valore aggiunto<br />

notevolissimo di una organizzazione<br />

come i CAF, che grosso modo credo oggi<br />

abbiano oltre diecimila punti di contatto<br />

in giro per l’Italia. Sono forse una delle<br />

ramificazioni più articolate e dettagliate<br />

<strong>della</strong> società italiana che hanno quindi<br />

questa capacità di intercettare bisogni,<br />

esigenze e dare risposte. E’ ovvio che<br />

quanto più la qualità <strong>della</strong> risposta è alta,<br />

maggiore ovviamente poi si vince in termini<br />

di competizione, e c’è una certa<br />

competizione come è giusto che sia.<br />

De Santis mi lanciava una provocazione<br />

alla quale non mi voglio sottrarre anche<br />

perché lui sa bene che è un tema a me abbastanza<br />

caro, quello <strong>della</strong> qualità dell’azione<br />

dei CAF. Io ho avuto modo di<br />

apprezzare anche i sistemi di organizzazione<br />

interna vostra, me ne parlava Scibetta<br />

poco fa, ma anche in altre circostanze<br />

ho avuto modo verificarlo e coglierne<br />

l’importanza. E’ indubbio che su<br />

questo si gioca la partita perché è inevitabile<br />

che probabilmente un sistema che<br />

funziona su ottanta CAF in altri casi non<br />

funziona, dove poi non tutti sono dei veri<br />

CAF. Però la sfida la vinciamo sulla<br />

qualità <strong>della</strong> prestazione, da un lato, poi<br />

sulle cose che deve fare anche l’Amministrazione.<br />

Da questo punto di vista noi abbiamo un<br />

rapporto abbastanza intenso con la Consulta<br />

dei CAF, De Santis, Canepari che è<br />

il coordinatore, Ruffolo che da poco ha<br />

assunto il suo ruolo all’interno del CAF-<br />

CGIL. Devo dire, esprimo un giudizio<br />

positivo spero che lo sia altrettanto per la<br />

Consulta, una serie di momenti di confronto<br />

sono stati proficui per l’amministrazione<br />

sicuramente, ma ritengo anche<br />

per l’organizzazione dei CAF. Penso anche<br />

ai tempi in cui quest’anno abbiamo<br />

licenziato il modello, quando abbiamo licenziato<br />

specifiche tecniche, circolari di<br />

controllo e di liquidazione che consenta<br />

alla vostra organizzazione metà febbraio<br />

di essere pronta ai nastri di partenza mi<br />

auguro senza grandissimi problemi e incidenti<br />

in corso d’opera.<br />

Lo dico pur essendo un’annualità non<br />

PER LE STRADE D’EUROPA<br />

CONSULTA NAZIONALE CAF UIL<br />

semplicissima, perché tutta la partita del<br />

bonus famiglia ricompresa nella dichiarazione<br />

non è stato né semplicissimo, né<br />

agevole. Tuttavia anche l’elenco dei quesiti<br />

che le organizzazioni ci inviano ogni<br />

anno, questa volta è stato molto più<br />

asciutto, questo è un segnale di un rapporto<br />

che si sta fluidificando e che consente<br />

di avviare una stagione che sarà<br />

importante e impegnativa con la sufficiente<br />

serenità.<br />

Ma volevo tornare un attimo su un argomento<br />

che è quello <strong>della</strong> qualità e di come<br />

operiamo in questa circostanza. Credo<br />

che dobbiamo fare una sessione di lavoro,<br />

un confronto più serrato tra la consulta<br />

e l’Amministrazione sul tema <strong>della</strong><br />

qualità e sul tema <strong>della</strong> individuazione di<br />

chi opera correttamente sul mercato rispetto<br />

a chi non opera, forse è arrivato il<br />

momento di stringere di più anche perché<br />

siamo in un momento in cui altri temi sono<br />

meno pressanti e probabilmente abbiamo<br />

avvito sulla strada giusta altri argomenti.<br />

Non ho difficoltà a dare la disponibilità<br />

sull’argomento perché mi pare ne vada<br />

dell’interesse complessivo di tutti e forse<br />

soprattutto dell’Amministrazione.<br />

Torno un attimo sul problema del 730/4<br />

perché mi è caro, la dico con una simbologia,<br />

nel sistema dichiarativo c’è un<br />

flusso univoco, dal contribuente al fisco,<br />

dal CAF al fisco, l’operazione del 730/4<br />

telematico che è un’operazione avviata<br />

l’anno scorso forse un po’ in sordina,<br />

quest’anno stiamo cercando di dargli un<br />

po’ più di risalto, pensiamo di metterla a<br />

regime velocemente l’anno prossimo, è<br />

un tema in cui oltre a risolvere alcuni<br />

problemi del CAF, diciamo la verità, ma<br />

c’è un elemento filosofico sottostante a<br />

cui attribuisco una particolare importanza,<br />

cioè il fatto che non c’è più una direzione<br />

univoca tra un soggetto e l’amministrazione<br />

ma essa diventa parte di una<br />

triangolazione informativa, che assume<br />

un triplice vantaggio in termini di certezza<br />

<strong>della</strong> informazione per come è viaggiata<br />

da parte del CAF rispetto a noi, che<br />

assume un ulteriore vantaggio anche in<br />

prospettiva in termini di riduzione dei<br />

costi per i sostituti di imposta, sappiamo<br />

tutti come in questo momento dobbiamo<br />

lavorare anche per l’abbattimento dei costi<br />

delle imprese, consente in qualche<br />

modo un rafforzamento <strong>della</strong> certezza<br />

dell’andare a buon fine del momento topico<br />

che è poi il momento del conguaglio,<br />

debito e credito del contribuente.<br />

Dico questo perché l’operazione 730/4<br />

funziona se ne e nella misura in cui nelle<br />

province che abbiamo individuato, nella<br />

sperimentazione e che fanno parte del<br />

provvedimento emanato un po’ di tempo<br />

fa, noi riusciamo poi a mettere in cantiere<br />

anche iniziative di sensibilizzazione.<br />

L’operazione funziona se entro il 31<br />

marzo i sostituti di imposta fanno le comunicazioni<br />

di rito previste dal provvedimento.<br />

Ma sappiamo tutti che se non<br />

andiamo a rafforzare in quelle realtà momento<br />

di confronto tra il CAF, l’Amministrazione,<br />

i CAF Impresa, le organizzazioni<br />

associative degli imprenditori, le<br />

associazioni dei lavoratori, non vinciamo<br />

questa sfida perché non c’è il sostituto<br />

di imposta che spontaneamente, leggendo<br />

sul sito dell’Agenzia che è uscito<br />

il provvedimento per cui c’è il 730/4, poi<br />

fa la comunicazione di rito. Funziona se<br />

e nella misura in cui tutti i soggetti che in<br />

qualche modo ruotano intorno al datore<br />

di lavoro, forse è quello che meno fa le<br />

cose, siamo in grado di sensibilizzarlo<br />

sul vantaggio dell’operazione.<br />

Da questo punto di vista dobbiamo mettere<br />

in cantiere delle iniziative, insieme,<br />

come Amministrazione e CAF, ma insieme<br />

con i CAF impresa, con i consulenti<br />

del lavoro, con le associazioni datoriali,<br />

perché è probabilmente un passaggio importante.<br />

Tra l’altro è un passaggio importante che<br />

probabilmente libera anche risorse organizzative<br />

all’interno del CAF per la riduzione<br />

degli scambi che oggi sono ancora<br />

basati sul cartaceo.<br />

Volevo soffermarmi ancora su un paio di<br />

argomenti che mi hanno colpito, soprattutto<br />

guardando la cartellina dei lavori.<br />

Qualche anno fa in appuntamenti del genere<br />

c’erano i documenti per il 730 e<br />

qualcos’altro, ho visto con piacere che<br />

avete pubblicizzato la nostra applicazione<br />

web sui contratti di locazione e anche


qui esiste una quantità di contratti di locazione<br />

impressionante che vengono registrati<br />

ogni anno, credo che siamo ad oltre<br />

due milioni di contratti di locazione<br />

l’anno, materiale che viaggia tutto carta,<br />

in maniera impressionante. Una delle<br />

scelte che abbiamo fatto, questa delle ultime<br />

applicazioni web che è stata messa<br />

in rete una quindicina di giorni fa, è proprio<br />

quella di capire se riusciamo, anche<br />

attraverso questa innovazione tecnologica,<br />

a virtualizzare questa attività perché è<br />

ovviamente un vantaggio per il contribuente<br />

che ha maggiori certezze informative<br />

<strong>della</strong> corretta registrazione, ma<br />

anche per l’amministrazione.<br />

Da questo punto di vista credo che qualche<br />

passo in avanti mediante questa applicazione<br />

si possa fare, probabilmente<br />

possiamo rafforzare un po’ di sinergie<br />

sulla materia. Così come pure stiamo lavorando<br />

sul tema delle successioni che è<br />

stato citato da De Santis, perché vorremmo<br />

fondamentalmente innovare in termi-<br />

Le conclusioni<br />

di Luigi Angeletti<br />

Farò alcune considerazioni cercando<br />

di esprimere una preoccupazione<br />

ed una soluzione, secondo<br />

un motto che molti di voi non conoscono,<br />

ma appare paradossale nella sua efficacia:<br />

i problemi che non hanno soluzione<br />

non esistono. Noi abbiamo qualche<br />

problema, soprattutto ne avremo, e dobbiamo<br />

cercare di trovare delle soluzioni.<br />

Non voglio partire da lontano, ma ricordarci<br />

tutti che stiamo attraversando una<br />

di quelle crisi che nessuno di noi ha mai<br />

vissuto in precedenza. Quindi, non<br />

abbiamo né una teoria, né una memoria,<br />

tanto meno delle soluzioni su come<br />

uscirne. Normalmente, quando ci si<br />

trova in queste condizioni non solo si va<br />

a tentoni, il che è quasi naturale, ma<br />

soprattutto si ha un atteggiamento, uno<br />

CONSULTA NAZIONALE CAF UIL<br />

ni di trasmissione telematica delle denunce<br />

di successione in modo da consentirvi<br />

di operare secondo gli standards ormai<br />

a voi consueti.<br />

C’è, quindi, uno sforzo dell’Amministrazione<br />

che sta cercando di operare in termini<br />

di innovazione tecnologica su altri<br />

segmenti dell’attività che sono diversi rispetto<br />

alle dichiarazioni fiscali tradizionali<br />

che voi ben conoscete, personalmente<br />

mi auguro che questo sforzo di innovazione<br />

tecnologia poi sia in qualche<br />

modo utilizzato appieno da strutture come<br />

le vostre.<br />

Tra l’altro ho l’impressione che non facciate<br />

molta fatica quest’anno a superare<br />

il milione, vi faccio i miei auguri, mi pare<br />

che il traguardo sia molto vicino e a<br />

portata di mano. Quest’anno probabilmente<br />

anche la presenza del bonus famiglia<br />

all’interno <strong>della</strong> dichiarazione fungerà<br />

in parte da volano per una serie di<br />

soggetti in termini di utilizzo <strong>della</strong> dichiarazione,<br />

vuoi anche per il bonus stes-<br />

stato d’animo, un approccio politico<br />

quando questo fenomeno è collettivo,<br />

analogo alla battuta che facevo prima:<br />

55<br />

so, quindi mi pare che il traguardo sia a<br />

portata di mano, perlomeno da un punto<br />

di vista quantitativo. Credo che gli obiettivi<br />

che vi ponevate siano anche e soprattutto<br />

qualitativi e da questo punto di vista<br />

i numeri non li spiegano sempre, sono<br />

altri i termometri. Me ne parlava diffusamente<br />

Scibetta prima, su come un sistema<br />

di forte governance e i controllo<br />

interno, in qualche modo sta producendo<br />

anche effetti qualitativi nell’azione <strong>della</strong><br />

vostra organizzazione.<br />

All’interno del mondo dell’organizzazione<br />

sindacale credo che la realtà del<br />

CAF in qualche modo sta facendo anche<br />

da volano in termini di rappresentare<br />

un’organizzazione che ha costi, ricavi,<br />

deve avere momenti di equilibrio del bilancio,<br />

quindi deve fare i conti con la realtà.<br />

Questo non sempre succede in certe<br />

organizzazioni, quindi da questo punto<br />

di vista il CAF probabilmente è anche un<br />

momento di ricchezza interna di un sindacato.<br />

Segretario Generale <strong>della</strong> UIL<br />

siccome non c’è soluzione, il problema<br />

non c’è; siccome non intravediamo una<br />

soluzione facciamo finta che il problema<br />

non esista e aspettiamo che la soluzione<br />

di un problema che non abbiamo generato,<br />

che non comprendiamo venga da<br />

altri, confidando che in questo periodo<br />

nel quale comincia una crisi, fino al<br />

momento che ne esce, non si sa come e<br />

quando, da chi ci farà uscire da questa<br />

crisi, non ci accada nulla di irreparabile.<br />

Questo è lo stato d’animo prevalente,<br />

nessuno è sicuro che quanto dice non<br />

solo sia praticabile, ma abbia una sua<br />

efficacia. Si va a tentoni. D’altronde è<br />

esattamente la condizione in cui si trovano<br />

tutti, non solo noi, visto che questa è<br />

la prima crisi dell’era globale, quindi<br />

ovviamente, le ripercussioni come è<br />

PER LE STRADE D’EUROPA


56<br />

noto sono globali. Anche i più disattenti<br />

si stanno rendendo conto che non è sfuggito<br />

nessuno e nessuno sfuggirà, neanche<br />

i cinesi che sono apparsi essere il<br />

fenomeno del XXI secolo non usciranno<br />

indenni da questa crisi. Figuriamoci se<br />

ne usciremo noi.<br />

Quando non si hanno delle teorie sperimentali,<br />

in qualche modo affidabili, su<br />

cosa fare, come approcciare la crisi,<br />

come risolverla, bisogna cercare di utilizzare<br />

il cervello, la capacità che hanno<br />

gli essere umani di riflettere, di pensare,<br />

di elaborare, di inventare, di creare soluzioni.<br />

Come tutti voi, io ho il dovere e<br />

l’obbligo di fare tutte queste riflessioni,<br />

vi dico quello che secondo me è necessario<br />

che ci apprestiamo a metabolizzare,<br />

non a dire, neanche a fare, prima di<br />

farla in maniera efficace. Nessuno sa<br />

quando ne usciremo, più in là ne usciremo,<br />

più sarà devastante. E’ come un<br />

patrimonio che noi abbiamo, ognuno di<br />

noi singolarmente e collettivamente, che<br />

si viene a perdere. La perdita di questo<br />

valore, di questa ricchezza è continua,<br />

più o meno veloce a seconda delle situazioni,<br />

più tempo passa e più il patrimonio<br />

si svaluterà.<br />

Ci sono aspetti che ci appaiono addirittura<br />

soddisfacenti, il prezzo del petrolio<br />

è diminuito, pagheremo meno la benzina,<br />

meno l’energia, le bollette saranno<br />

meno care, appare questo un grande<br />

PER LE STRADE D’EUROPA<br />

CONSULTA NAZIONALE CAF UIL<br />

vantaggio, i tassi di interesse diminuiscono,<br />

tutti coloro che hanno dei debiti<br />

pagheranno meno interessi, la gente ci<br />

guadagna. Però sapete cosa accade contemporaneamente?<br />

Chi ha una casa questa<br />

vale di meno, non se ne accorgono, la<br />

stragrande maggioranza ci abita, quindi<br />

non ha questo problema, ma l’anno<br />

prossimo varrà ancora di meno.<br />

Questa fase negativa non colpirà tutti<br />

nello stesso modo, con la stessa velocità,<br />

nel 2009 verranno toccati solo quelli che<br />

perderanno il posto di lavoro, tutti gli<br />

altri ci guadagneranno perché i loro redditi<br />

non diminuiranno, forse aumenteranno<br />

anche modestamente, i prezzi<br />

diminuiranno, quindi il potere di acquisto<br />

addirittura aumenterà. Il che non rassicura<br />

nessuno, neanche coloro che sono<br />

non teoricamente, praticamente dei<br />

beneficiari i quali sanno perfettamente<br />

che, appunto, la perdita continua, prima<br />

o poi intaccherà pure le loro tasche.<br />

Come reagire? C’è qualcosa che noi<br />

possiamo e dobbiamo fare? La prima<br />

cosa da fare è smetterla di considerarla<br />

una fatalità, una cosa sulla quale noi non<br />

possiamo intervenire, perché quando<br />

questo processo finirà avremo che tutte<br />

quelle imprese, quelle strutture economiche,<br />

quelle associazioni, quelle organizzazioni<br />

che costituiscono la cosiddetta<br />

società civile, che saranno efficienti,<br />

produttive, cioè che saranno capaci di<br />

produrre beni o fornire servizi in maniera<br />

migliore degli altri, saranno coloro<br />

che si salveranno e ripartiranno per<br />

primi, qualunque sarà il livello a cui<br />

saremo scesi, in cui si sarà trovata quella<br />

determinata struttura o impresa.<br />

La continua perdita di valore di tutti<br />

questi beni che l’umanità ha conquistato,<br />

produrrà anche una selezione delle<br />

strutture che producono beni e servizi.<br />

Quando c’è una bolla speculativa per cui<br />

qualunque cosa si fa si guadagna, chi più<br />

chi meno, quando avviene il contrario,<br />

cioè una bolla depressiva, tutti perdono,<br />

è esattamente la stessa cosa, ma come in<br />

un caso come nell’altro, coloro che<br />

saranno più efficienti, nel primo caso<br />

quelli che avranno guadagnato di più,<br />

nel secondo quelli che perderanno di<br />

meno e che saranno pronti a rimettersi in<br />

piedi. Siccome la vita continua, quindi<br />

prima o poi si continuerà a produrre e<br />

vendere automobili, vestiti, usare Internet<br />

piuttosto che i telefoni e fare quello<br />

che normalmente fa il mondo fondato<br />

sui consumi com’è il nostro mondo.<br />

Saranno diversi, avranno caratteristiche<br />

tecnologiche diverse, ma sicuramente ci<br />

sarà bisogno di gente che fornirà dei<br />

beni e servizi, noi forniamo servizi.<br />

Voi, più che noi, perché noi forniamo<br />

altri tipi di servizi, il CAF così come<br />

tutta la nostra rete, fornisce, appunto, dei<br />

servizi a dei clienti. L’efficienza e la<br />

qualità dei servizi che riusciremo ad<br />

offrire nei prossimi mesi e nei prossimi<br />

anni, deciderà del nostro e del vostro<br />

futuro.<br />

Per tornare al paragone che facevo<br />

prima, quando le cose vanno bene,<br />

anche modesti incrementi di produttività<br />

garantiscono modesti incrementi, ma li<br />

garantiscono. Quando le cose vanno<br />

male si gioca un’altra partita, quella di<br />

esserci, anche in futuro. Non è semplice<br />

passare repentinamente da una condizione<br />

come quella che abbiamo vissuto fino<br />

a pochi mesi fa di grande espansione.<br />

In questa situazione la capacità di essere<br />

efficiente per una struttura, di considerare<br />

il rapporto tra costi e benefici, o per<br />

dirla come Scibetta, tra quanto costa e<br />

quanto sono i ricavi, è una questione


fondamentale nel senso letterale del termine,<br />

non accessoria, non “è meglio<br />

se..”, è decisivo “se..”<br />

Io ho ascoltato molte cose che ha detto<br />

Scibetta circa il nostro efficace, eccezionale<br />

sistema di controllo e di monitoraggio<br />

di quanto si rispettino le regole e<br />

l’efficienza che abbiamo nel gestire le<br />

strutture del CAF a livello periferico.<br />

Permettetemi di dirvi cosa penso dal<br />

profondo del cuore, faccio una premessa<br />

che per molti di voi può sembrare scontata,<br />

ma per questo la faccio. Presumo di<br />

conoscere abbastanza bene come funziona,<br />

quali sono le logiche, le motivazioni,<br />

le ragioni per cui la gestione dei<br />

CAF viene fatta in certi luoghi in maniera<br />

ottima, in altri luoghi in maniera<br />

buona, in altri sufficiente e in rarissimi<br />

casi in maniera disastrosa. Lo so perfettamente,<br />

ovviamente, le ragioni e quant’altro.<br />

Adesso questo è un lusso che non<br />

ci possiamo più permettere, dobbiamo<br />

cambiare il nostro modo di pensare e di<br />

agire con la stessa velocità con cui cambia<br />

il mondo, non con quella a cui siamo<br />

abituati e nemmeno con quella che ci fa<br />

comodo, ma dobbiamo cambiare con la<br />

velocità con cui il mondo gira e quindi<br />

capire che questo è il momento nel quale<br />

l’efficienza è fondamentale. Quindi, la<br />

qualità dei servizi è assolutamente fondamentale.<br />

Noi abbiamo preso alcune decisioni<br />

CONSULTA NAZIONALE CAF UIL<br />

come confederazione che andavano in<br />

questa direzione, certo lo abbiamo fatto<br />

con la lentezza consueta, in tempi normali,<br />

con la bonarietà tipica dei tempi<br />

normali, quella di dire: bisogna farla<br />

finita di pensare ognuno al proprio orticello,<br />

noi abbiamo bisogno di fare sul<br />

serio delle sinergie fra tutte le strutture<br />

che si occupano di servizi e non è più,<br />

non dico tollerabile, ma non è sopportabile<br />

che una persona entri in un ufficio<br />

<strong>della</strong> UIL Servizi per fare una dichiarazione<br />

dei redditi, poi la pratica per la<br />

pensione e l’addetto non si accorge che<br />

quella persona sta per andare in pensione,<br />

quindi dirgli: perché non passi al<br />

CAF e viceversa? Queste cose succedono,<br />

ho detto una banalità ma altre. Perché<br />

non vai dal mio amico seduto nel-<br />

57<br />

l’altra scrivania, magari in un’altra stanza<br />

o addirittura nella stessa stanza che si<br />

occupa di un altro servizio di cui avrai<br />

bisogno?<br />

In tempi normali queste cose accadono e<br />

non accadono, ma noi non stiamo vivendo<br />

tempi normali, per cui bisogna capire<br />

che questa capacità di offrire sul serio<br />

tutti i servizi di cui noi teoricamente<br />

disponiamo è una cosa necessaria, è<br />

esattamente quello che noi dobbiamo<br />

fare. Noi siamo una organizzazione sindacale<br />

di successo, non perché ce lo<br />

diciamo da soli, per fortuna sono i fatti<br />

che lo dimostrano, dal punto di vista<br />

degli iscritti, dei consensi e quant’altro,<br />

come i CAF sono sicuramente una<br />

società di successo, basta guardare i grafici<br />

come farebbe qualunque componente<br />

o azionista di una società che va leggere<br />

i grafici per vedere come va il fatturato<br />

e come vanno i ricavi.<br />

Adesso però dobbiamo fare un patto,<br />

continuare ad essere una società di successo,<br />

in condizioni diverse da quelle<br />

che avevamo avuto fino a ieri, per continuare<br />

ad esserlo, non abbiamo che una<br />

risorsa, voi, non altre, che fisicamente,<br />

concretamene, tutti i giorni, consolidate<br />

quel patto tra i contribuenti e lo Stato. Io<br />

aggiungo, che tutti i giorni voi consolidate<br />

anche un altro patto, quello tra la<br />

UIL e le persone, i cittadini che entrano<br />

dentro le sedi e quando ne escono noi<br />

crediamo che debbano continuare a pensare,<br />

anche se non lo dicono, ma è<br />

importante lo pensino, che di noi ci si<br />

può fidare.<br />

PER LE STRADE D’EUROPA


58<br />

Finalmente è arrivato il natale,<br />

e con esso il freddo, i doni, il<br />

traffico e … le vacanze! Questa<br />

volta la “mitica K”, (la moto<br />

che uso per i viaggi), rimane al calduccio<br />

del garage. Unico mezzo di<br />

trasporto è la macchina. Naturalmente<br />

con annessi e connessi,<br />

visto che le previsioni non sono<br />

ottime e la protezione civile e la<br />

soc. Autostrade consigliano di portare<br />

generi di sostentamento in<br />

caso di lunghe code. Si verificasse<br />

“il caso” non mi troverò a pesare<br />

sui soccorsi, visto che parto con<br />

panettoni avanzati, torroni, acqua,<br />

vino, salatini vari e una bottiglia di<br />

liquore (solo perché l’alcool non<br />

gela in caso di basse temperature!).<br />

Meta di questo viaggio è un giro<br />

<strong>della</strong> Padania che da Parma e i suoi<br />

castelli arriverà a Mantova e Ferrara.<br />

I presagi c’erano ma non gli<br />

abbiamo dato peso. All’incontro a<br />

Settebagni già una prima “nebbiolina”<br />

offusca il paesaggio, la temperatura<br />

è “rigidina” ma tollerabile.<br />

Così il viaggio procede comodo<br />

fin quando non arriviamo a Sasso<br />

Marconi. Evviva c’è la neve! Certo<br />

PER LE STRADE D’EUROPA<br />

PER LE STRADE D’EUROPA<br />

BRRRR CHE FREDDO di<br />

CAROLA PATRIARCA<br />

giusto una spolverata, ma è bellissimo<br />

questo paesaggio montano. E<br />

poi nel mio immaginario è così che<br />

deve essere il natale: con la neve.<br />

Il sole brilla e la tentazione di fare<br />

a “pallate” è troppo forte per resistere.<br />

Naturalmente scendendo verso<br />

Bologna la neve è solo uno spruzzo<br />

sui campi e la luminosità<br />

è sempre più sui<br />

toni del grigio, da<br />

adesso in poi credo di<br />

non aver visto più il<br />

cielo. Si potrebbe dire<br />

che Parma è bellissima,<br />

se non considerassimo<br />

il fatto che la<br />

città è affollatissima<br />

per la “Mostra del Correggio”,<br />

che noi un po’<br />

per mancanza di<br />

tempo un po’ per pigrizia<br />

(le file erano inter-<br />

minabili) non abbiamo visto e poi<br />

fa FREDDISSIMO. Giriamo alla ricerca<br />

delle opere del Correggio e del<br />

Parmigianino che sono dappertutto<br />

a Parma, dalla Cattedrale a “croce<br />

latina” decorata da affreschi ispirati<br />

al tema <strong>della</strong>’assunzione <strong>della</strong><br />

Vergine, alla grande cupola ottagonale<br />

del Correggio, alla Chiesa dei<br />

Benedettini, San Giovanni Evangelista<br />

anche qui la cupola è opera<br />

del medesimo. Adesso queste cupole,<br />

da poco restaurate, sono accessibili<br />

tramite i ponteggi ancora<br />

montati. Naturalmente solo per chi<br />

ha fatto quelle “file” di cui vi parlavo.<br />

Noi “pigri” riusciamo a sbirciare<br />

da lontano. Del resto ho<br />

appena detto che Parma è bellissima!<br />

La Chiesa <strong>della</strong> Steccata ha<br />

absidi ad ogni braccio è in puro<br />

stile rinascimentale ed è decorata<br />

da grandi maestri tra i quali il “Parmigianino”.<br />

Particolare anche il


Battistero, tutto in marmo rosa è a<br />

pianta ottagonale chiuso da una<br />

grande cupola “a ombrello” che<br />

dall’esterno non si intuisce, ma<br />

dentro riusciamo a vederla in tutto<br />

il suo splendore. Naturalmente<br />

questo pellegrinare da una chiesa<br />

ad un’altra è da temerari perché in<br />

particolare la sera la temperatura si<br />

abbassa scendendo a 6-7 gradi<br />

sotto zero, la nebbia (perenne) si<br />

gela addosso e rischiamo di trasformarci<br />

in statue di ghiaccio. Ci si<br />

scongela nei caffè in Piazza Garibaldi<br />

dove dopo pochi minuti il<br />

pericolo è un altro … fondersi. Si<br />

perché questo ho notato. Più fuori<br />

fa freddo più tengono alti i riscaldamenti<br />

all’interno dei bar, negozi,<br />

alberghi. Così vagando da un posto<br />

all’altro siamo pronti per la polmonite.<br />

Adesso non vorrei infierire<br />

perché gli Emiliani sono anche simpatici,<br />

ma poverini che vita di<br />

…gelo!!! E che dire di questi “parmigiani”,<br />

che dopo il tramonto non<br />

circolano più, e i pochi che si vedono<br />

sono stretti intorno alle stufe<br />

da esterno fuori dei wine-bar. O<br />

delle biciclette “poggiate” fuori ai<br />

locali. Bellissime, leggerissime,<br />

carissime, in leghe di alluminio con<br />

sellini in puro cuoio. Non ho scritto<br />

“parcheggiate” ma “poggiate”.<br />

Fantastico il nord. A mia madre, a<br />

Fiumicino, hanno rubato una vecchia<br />

“Graziella” che pesava 50-60<br />

kili, per guidarla era obbligatoria<br />

“l’antitetanica”, ed il valore maggiore<br />

era quello del lucchetto (che<br />

naturalmente per rubarla avranno<br />

rotto).<br />

Anche dal punto di vista “enogastronomico”<br />

qui si toccano cime<br />

vertiginose. Non vi descrivo il “carrello<br />

di bolliti” (sublime), ne il<br />

“prosciutto di Parma”; due parole<br />

le spenderei per il “culatello” ma vi<br />

grazio (non è giusto infierire su chi<br />

non sa o non può). Non vi parlerò<br />

nemmeno degli “anolini” ne dei”<br />

tortelli d’erbetta” o il “Parmigiano”.<br />

Il fatto che “non” ve ne parli<br />

PER LE STRADE D’EUROPA<br />

non vuol dire che non ho assaggiati<br />

tutto (e la bilancia me lo ha<br />

ricordato)!<br />

Riprendiamo il viaggio alla scoperta<br />

di castelli e fortezze nel Ducato<br />

di Parma e Piacenza. Iniziando<br />

dalla “Rocca Sanvitale” di Fontanellato.<br />

Ecco giustappunto “rocca”.<br />

Dato per scontato che “rocca”, per<br />

me, è una costruzione edificata su<br />

una collina, montagna o sperone<br />

roccioso (da qui il termine “arroccato”<br />

che ho sempre accomunato a<br />

“sito impervio-inaccessibile”). No,<br />

le “rocche” qui sono in pianura, a<br />

volte nemmeno circondate da cinte<br />

murarie. Del resto dove la trovi<br />

un’aspra pendenza in mezzo alla<br />

Pianura Padana? Tornando a Fontanellato,<br />

la “Rocca”<br />

è circondata da un<br />

fossato di difesa, in<br />

seguito usato come<br />

peschiera. Una<br />

romantica scala quattrocentesca<br />

conduce<br />

dalla loggia superiore<br />

al porticato nel piano<br />

terra, da li si accede<br />

al giardino pensile,<br />

dove non è difficile<br />

immaginare nobili<br />

dame in abiti fruscianti<br />

intende a<br />

59<br />

sospirare alle promesse di eterno<br />

amore di prodi cavalieri al baglior<br />

delle fiaccole.<br />

Prossima destinazione Palazzo<br />

Ducale di Colorno. Nell’ampio giardino<br />

all’italiana (più di 4 km), le<br />

basse siepi di bosso disegnano<br />

nella neve un perfetto mosaico a<br />

due colori. Il palazzo venne assegnato<br />

da Luigi XV alla prediletta<br />

figlia, Luisa Elisabetta detta Babette,<br />

che lo trasformò in residenza<br />

reale. Alla sua morte andò al figlio<br />

Ferdinando Duca di Parma, che<br />

effettuò ulteriori trasformazioni .<br />

Mentre ci troviamo all’interno del<br />

grande cortile (tutte le finestre<br />

sono ancora chiuse) si ode una<br />

voce tonante: “…è svegliooo!”.<br />

Non c’è niente da fare… siamo<br />

romani e l’analogia con il risveglio<br />

del “Barone del Grillo” è stata irresistibile.<br />

Altra tappa da non perdere senz’altro<br />

è Sabbioneta. Dichiarata dall’Unesco<br />

“città perfetta” ci accoglie<br />

con i suoi alti bastioni che sbucano<br />

all’improvviso dalla nebbia. Le vie<br />

sono pressoché deserte e col nostro<br />

girovagare non arriviamo neanche<br />

alla Piazza Ducale perché attratti<br />

da un’insegna che indica “la posta<br />

più antica d’Europa”. E li siamo<br />

rapiti. Si si avete letto bene, proprio<br />

rapiti, sequestrati, naturalmente<br />

in modo benevolo, da un<br />

distinto signore di mezza età, il<br />

Conte Michelangelo Moretti che,<br />

PER LE STRADE D’EUROPA


60<br />

con l’autorità datagli dall’antica<br />

nobiltà di casato ci trasporta in<br />

vorticoso tour dei suoi palazzi<br />

“strapieni” di oggetti antichi, frutto<br />

<strong>della</strong> raccolta di tre generazioni<br />

di antiquari. Così entriamo in un<br />

mondo parallelo, travolti dalla<br />

estrosità dell’ultimo Conte di Sabbioneta,<br />

un po’ architetto, un pò<br />

poeta, un po’ “Principe de Curtis”,<br />

molto ciarliero, stravagante e spiritoso<br />

che ci mostra un “Tavolo dei<br />

Templari”, più grande del mio<br />

appartamento, che come basamento<br />

ha una testa d’ariete e la “porta<br />

di Leonardo” che con un geniale<br />

chiavistello riccamente istoriato è<br />

l’antesignana <strong>della</strong> “porta blindata”.<br />

L’approccio osè che il Conte ha<br />

con le signore, come pure la descrizione<br />

di evoluzioni amorose su<br />

ottocenteschi letti con baldacchino,<br />

fanno parte del personaggio,<br />

come pure il giro di valzer al suono<br />

di un vecchio grammofono ed il<br />

baciamano. Non resta che dire grazie<br />

a questo istrionico personaggio<br />

che brilla nella nebbia di questi<br />

giorni. E sempre nella nebbia ho<br />

visto anche i “prosciuttifici”. Qui la<br />

domanda vi sorgerà spontanea…<br />

che ne sai tu come sono i prosciuttifici?<br />

In questo caso mi è venuto<br />

comodo il prezioso amico “parmigiano”<br />

(stagionato da almeno 30<br />

anni) ed anche per tutte le altre<br />

indicazioni (è stato la nostra<br />

PER LE STRADE D’EUROPA<br />

PER LE STRADE D’EUROPA<br />

guida-turistica per quasi tutto il<br />

viaggio). E’ lui che mi ha fatto riconoscere<br />

in quegli edifici dalle lunghe<br />

finestre gli stabilimenti del<br />

prezioso salume, e sono proprio<br />

quelle finestre che permettono l’ingresso<br />

del “vento” che renderà così<br />

sopraffino il gusto del prosciutto di<br />

questa zona. Sempre a proposito di<br />

nebbia, durante il percorso verso<br />

Mantova ci imbattiamo in un fenomeno<br />

meteorologico a me sconosciuto.<br />

Credevo fosse una leggera<br />

nevicata ed è invece “la<br />

galaverna”. Fantastico evento cli-<br />

matico che a causa del poco vento,<br />

ma in contemporanea una temperatura<br />

rigidissima (ve l’ho detto<br />

che non superiamo mai i -3°<br />

vero?), ghiaccia la nebbia su tutte<br />

le superfici, rendendo, a differenza<br />

<strong>della</strong> neve che “copre”, ogni cosa<br />

una splendente scultura di ghiaccio.<br />

Ve lo immaginate come può<br />

essere spettacolare un albero con<br />

ogni singola foglia ghiacciata? O<br />

ogni filo d’erba di un prato? E gli<br />

arbusti nello spartitraffico? Una<br />

meraviglia <strong>della</strong> natura. Fin quando<br />

non succede a noi di essere tra-


sformati in statue di ghiaccio al<br />

nostro arrivo a Mantova. Conosco<br />

già questa bella città circondata<br />

dai suoi laghi, ma consiglio a tutti<br />

di andarci in un periodo dell’anno<br />

più mite perchè i miei amici non<br />

hanno visto ne i laghi ne la grandiosa<br />

P.zza Sondello o quella delle<br />

Erbe. Proviamo a cercare il lato<br />

romantico <strong>della</strong> passeggiata tra le<br />

brume prendendo “Il Trenino<br />

Ludovico”, servizio turistico dell’APAM<br />

di Mantova, che con ? 2,00<br />

ci trasporta per il centro storico.<br />

Simpatico modo di girare per gli<br />

antichi rioni ideato dal Trasporto<br />

Pubblico Locale ma… c’è sempre<br />

un ma…il trenino è tutto aperto e<br />

…brrr che freddo! Ci salviamo dal<br />

congelamento in un antico ristorante<br />

dove “degustiamo” gli ottimi<br />

“ravioli di zucca” accompagnati<br />

dalla musica di un pianista per la<br />

delizia del palato e dell’anima. Da<br />

qui ci dirigiamo a Cento, nota località<br />

per il Carnevale e per essere la<br />

residenza <strong>della</strong> mia simpaticissima<br />

cognata. Avrete da obiettare che le<br />

due cose non sono un ugual modo<br />

note, ma dato che non è carnevale<br />

ci passiamo lo stesso per salutare la<br />

PER LE STRADE D’EUROPA<br />

61<br />

cognatina. Ultima tappa Ferrara.<br />

Non per essere monotona ma qui la<br />

nebbia la tagli con il coltello, il freddo<br />

è sempre più intenso, le previsioni<br />

sono a neve, la Soc. Autostrade<br />

consiglia di anticipare i rientri, i<br />

viveri sono terminati e la bottiglia di<br />

liquore…. bha… deve essere evaporato<br />

perché è vuota! Quasi quasi Ferrara<br />

la vediamo in primavera, poi se<br />

rientriamo prima io questa notte<br />

esco di nuovo, ho un lavoro da<br />

fare... questa volta a cavallo di una<br />

“fiammante Tonchita”.<br />

Carola Patriarca<br />

PER LE STRADE D’EUROPA


62<br />

In merito alle notizie divulgate via<br />

stampa, e alle informazioni ricevute<br />

circa il progetto costitutivo di<br />

una società che dovrebbe gestire l’intero<br />

trasporto ferroviario in Lombardia,<br />

esprimiamo di seguito il nostro punto<br />

di vista sul merito dell’ operazione con<br />

lo scopo di aprire la discussione in<br />

ambito sindacale e più in generale fra<br />

tutti i lavoratori per le opportune riflessioni<br />

e decisioni che saremo chiamati a<br />

prendere.<br />

Con le intese che si intendono sottoscrivere<br />

fra Regione, FS e Ferrovie<br />

Nord si avvierà l’attuazione del progetto<br />

di fusione dei due vettori in un’<br />

unica azienda di trasporto ferroviario<br />

regionale denominata NEWco.<br />

Dopo anni di discussione su come<br />

organizzare il servizio ferroviario<br />

regionale , si sono rimesse in moto procedure,<br />

gli atti preliminari per realizzare<br />

entro l’anno l’obiettivo.<br />

Sono previsti tempi abbastanza stretti.<br />

Per dare il via all’operazione NEWco<br />

sono stati predisposti gli atti preliminari<br />

con accordi sulla formazione del<br />

conto economico societario, la partecipazione<br />

azionaria paritetica o meno, la<br />

tempistica attuativa, la richiesta di<br />

parere alla commissione antitrust per il<br />

nulla osta a procedere.<br />

Si prevede il decollo <strong>della</strong> nuova società<br />

entro il mese di aprile del c.a.<br />

Entro la fine del 2009 verranno incorporate<br />

nella società NEWco sia<br />

LEnord, sia il ramo d’impresa del TpL<br />

- Lombardia di Trenitalia.<br />

Cosa ci aspetta:<br />

• Circa 1200 lavoratori di Lenord e<br />

2800 di Trenitalia saranno trasferiti<br />

in NEWco.<br />

In merito alla prospettiva NEWco tra<br />

Trenitalia e Le Nord, in attesa di cono-<br />

PER LE STRADE D’EUROPA<br />

LA UILT NEL TERRITORIO: QUI MILANO<br />

Prime valutazioni sulle criticità<br />

del progetto NEWco<br />

dalla nostra redazione LOMBARDA<br />

scere gli aspetti di merito dell’eventuale<br />

accordo, si possono preliminarmente<br />

sollevare le seguenti questioni:<br />

• Diverso peso e dimensione quantitativa<br />

riferita al personale dei due<br />

rami d’azienda che farebbe presupporre<br />

una prevalenza, anche nelle<br />

scelte contrattuali, del ramo<br />

d’azienda “Trenitalia”. In questo<br />

senso, rispetto alle ipotesi di accordo<br />

sembra che sia stata completamente<br />

trascurata la vicenda relativa<br />

al personale dipendente che rappresenta<br />

però la preponderante voce di<br />

costo aziendale per entrambi i rami<br />

d’azienda <strong>della</strong> costituenda NEWco<br />

e quindi la leva principale su cui<br />

agire nel dichiarato obiettivo di rendere<br />

oltre che più efficace anche più<br />

efficiente il sistema del trasporto<br />

ferroviario in Lombardia.<br />

Il passaggio del personale se da un<br />

punto di vista tecnico/ procedurale<br />

appare semplice e indolore, nel senso<br />

che è sufficiente avviare le procedure<br />

nei tempi stabiliti dalla Legge (almeno<br />

25 giorni prima dell’atto ufficiale di<br />

conferimento) che possono concludersi<br />

anche con un verbale di mancato<br />

accordo tra azienda e OO.SS, molto<br />

diverso appare da un punto di vista<br />

sostanziale, tenendo conto che l’impianto<br />

contrattuale dei due rami<br />

d’azienda risulta essere profondamente<br />

diverso.<br />

In questo senso per forza di cose, per<br />

tutto il personale dipendente <strong>della</strong><br />

NEWco, ipotizzare regole di utilizzo e<br />

trattamenti retributivi comuni. Per<br />

giungere a questo obiettivo bisogna in<br />

primo luogo definire un unico CCNL<br />

di riferimento, e in una logica di efficientamento<br />

tale riferimento contrattuale<br />

dovrebbe essere quello degli<br />

Autoferrotranvieri, a cui dovrebbe<br />

seguire un’opera di armonizzazione<br />

dei trattamenti anche attraverso la previsione,<br />

per istituti economici, di compensi<br />

ad personam integralmente<br />

assorbibili nel corso del tempo. Anche<br />

in questo caso però si deve tener conto<br />

di come si possano armonizzare per<br />

così dire al ribasso i trattamenti di<br />

circa 2.800 addetti provenienti da Trenitalia<br />

a fronte di circa 1200 provenienti<br />

da Le Nord; sarebbe sicuramente<br />

più immediata un’operazione inversa<br />

con conseguente “plafonamento” verso<br />

l’alto dei trattamenti economici e normativi,<br />

tutta a discapito però <strong>della</strong> prospettata<br />

maggior efficienza del sistema<br />

che si dovrebbe generare con la creazione<br />

<strong>della</strong> NEWco. Solo a titolo<br />

esemplificativo si deve pensare che per<br />

il personale di Lenord l’attribuzione<br />

dei trattamenti contrattuali previsti dal<br />

CCNL delle Attività ferroviarie, anche<br />

in riferimento alla modalità di utilizzo<br />

del personale, potrebbero generare<br />

costi aggiuntivi stimabili in misura non<br />

inferiore al 20%.<br />

Quanto prospettato per la creazione<br />

<strong>della</strong> NEWco, sottraendo di fatto la<br />

società Le Nord al controllo del gruppo<br />

FNM, farebbe venire meno il senso<br />

stesso del gruppo FNM, anche in riferimento<br />

alle già concluse vicende legate<br />

al controllo dell’altra società del gruppo<br />

dedita alle merci. Che senso avrebbe<br />

ancora un Gruppo FNM per presidiare<br />

le funzioni di gestione e manutenzione<br />

dell’infrastruttura ferroviaria,<br />

per la quale basterebbe una società<br />

dedicata, magari da “associare”, anche<br />

in questo caso,alla rete lombarda di<br />

R.F.I.?<br />

Un’effettiva operazione finalizzata<br />

all’efficientamento del sistema, pas-


sando attraverso la creazione di una<br />

NEWco, oltre agli aspetti contrattuali<br />

sopra evidenziati, dovrebbe comportare,<br />

per ottenere l’effetto sperato, una<br />

semplificazione delle strutture, eliminando<br />

le ridondanze ed ottimizzando la<br />

prestazione lavorativa dei singoli, il<br />

che, partendo dal presupposto sopra<br />

individuato, che non di fatto il gruppo<br />

FNM, comporterebbe delle ripercussioni<br />

su tutte le società del Gruppo, non<br />

solo per LeNORD. Per meglio chiarire<br />

tale osservazione, in un contesto normativo<br />

che, aldilà di ogni valutazione<br />

di opportunità gestionale e sindacale,<br />

non prevede esuberi e collocamento in<br />

mobilità del personale, non si comprende<br />

come possa avvenire questa<br />

operazione di razionalizzazione sia per<br />

la costituenda NEWco che per le altre<br />

società del gruppo.<br />

In questo quadro confuso, di stallo<br />

nelle relazioni sindacali, di mancanza<br />

assoluta di informazione preventiva<br />

sulle disposizioni aziendali, assistiamo<br />

ad assunzioni nel ruolo impiegatizio e<br />

in contemporanea a bandi di selezione<br />

per la mobilità del personale degli uffici<br />

verso LeNORD.<br />

Sono queste operazioni che preludono<br />

volontà aziendali di alleggerimento<br />

delle sovrastrutture, tanto più se si<br />

pensa di affidare, i servizi di supporto a<br />

qualche struttura esterna. (SERFER?),<br />

in previsione del ridimensionamento<br />

del Gruppo Societario F.N.M.<br />

Forse in un ottica di effettivo efficientamento<br />

del servizio e delle strutture<br />

organizzative sarebbe stato preferibile,<br />

anche se meno suggestivo, pensare ad<br />

una serie di progressive cessioni di<br />

linee con conseguenti trasferimenti di<br />

ramo d’azienda dall’operatore meno<br />

efficiente a quello con migliore modello<br />

di gestione, magari prevedendo una<br />

diversa partecipazione societaria per<br />

l’azienda cessionaria dei vari rami<br />

d’azienda connessi alle singole linee da<br />

gestire.<br />

<strong>Uiltrasporti</strong> Lombardia<br />

Settore Autoferrotranvieri<br />

R. Monticelli<br />

Milano 4 marzo 2009<br />

LA UILT NEL TERRITORIO: QUI BOLOGNA<br />

Voci fuori dal coro,<br />

anzi dal CUD<br />

di CESARE MENINI<br />

dalla nostra redazione EMILIA-ROMAGNA<br />

La crisi. Chi di noi non ha sentito<br />

o non sta vivendo la crisi che<br />

attanaglia le economie e il lavoro<br />

di tutto il mondo? I governi fanno a gara<br />

per adottare provvedimenti tampone per<br />

arginare quello che sembra, dalle voci<br />

più disparate, un volo nel vuoto, senza<br />

tra l’altro capire quanto tempo manchi<br />

per toccare il fondo… Più si fa alta l’altezza<br />

<strong>della</strong> caduta, maggiori saranno i<br />

danni.<br />

I paracaduti che le amministrazioni di<br />

questo mondo stanno mettendo in atto<br />

sono appunto paracaduti per rallentare<br />

e attutire la caduta, non deltaplani o<br />

aerei tali da far volare mentre gli altri<br />

cadono.<br />

Nessuno pare aver compreso pienamente<br />

che la crisi non ha origine dal crollo dell’economia<br />

“reale” ma è l’effetto velenoso<br />

di una contaminazione tutta finanziaria<br />

di un’economia “virtuale” che<br />

sarebbe forse più corretto definire amorale.<br />

Se le imbottiture di gommapiuma ser-<br />

63<br />

vono per ovattare questa caduta, non<br />

escludono di certo rotture, anche<br />

sociali. Sono pure queste, le imbottiture<br />

e forse anche le eventuali rotture, figlie<br />

delle teorie applicate che hanno partorito<br />

questa crisi. Ahimè siamo tutti degli<br />

Icaro che hanno creduto di volare e di<br />

crescere, salire sempre… e ora come<br />

Icaro…<br />

La crisi ha diversi padri benché qualche<br />

profeta che ne aveva anticipato l’arrivo è<br />

stato visto come Cassandra. Le colpe dei<br />

padri non è vero che non ricadono sui<br />

figli. Ve lo dice uno che è parecchio<br />

arrabbiato e che fatica a tenere unito il<br />

concetto di solidarietà generazionale con<br />

le generazioni precedenti visto il mondo<br />

che ci hanno donato: dalle pensioni future<br />

al debito pro capite.<br />

A parte questa dissertazione non sono<br />

qui per un’invettiva o per una lamentela<br />

ma per scrivere un articolo sperando che<br />

qualcuno lo legga e trovi spunti di riflessione,<br />

e perché no, di azione, come è<br />

accaduto per i precedenti contributi<br />

riguardo:<br />

• Nome in codice: Amen. Riguardo la<br />

PER LE STRADE D’EUROPA


64<br />

raccolta di firme per avviare un’azione<br />

di lobbing per un’equa applicazione<br />

del sistema sanzionatorio dell’art.<br />

186 Dlgs 30 aprile 285 come modificato<br />

dal Dl. 92/2008, comma 2 punto<br />

a) sull’alcool test (Per le strade d’Europa,<br />

Ottobre 2008);<br />

• No Uil. No Party. Riguardo il mancato<br />

pagamento di 5 festività soppresse<br />

per tutti gli autisti che fanno meno di<br />

74 riposi (Per le strade d’Europa,<br />

Novembre 2008).<br />

Di quest’ultimo fatto mi è giunta voce<br />

dal bolognese del Dipartimento Nazionale<br />

che anche la Treccani <strong>della</strong> Uil Trasporti<br />

Nazionale, Cleto Catalano, ha<br />

detto che uno sbarbo come me poteva<br />

avere ragione. Per onestà intellettuale e<br />

per dare a Cesare quel che è di Cesare,<br />

occorre dire che delle festività non pagate<br />

se ne è accorto un pensionato che sta<br />

dando una mano alla Uil Trasporti Atc<br />

di Bologna nell’ambito di un difficile<br />

processo formativo di nuovi delegati,<br />

scarsi per numero e per formazione propria,<br />

ma abbastanza volenterosi. Qui a<br />

Bologna cerchiamo di valorizzare i giovani,<br />

sperando nella solidarietà generazionale-nazionale.<br />

Il signore in questione è un tipico esemplare<br />

di animale sindacale dotato di<br />

una memoria storica impressionante<br />

guidata da un’inesauribile curiosità<br />

alimentata dalla lettura di almeno<br />

4 quotidiani al giorno.<br />

Il presente articolo vuol essere<br />

un’altra “chicca”, l’ultima in<br />

ordine di tempo, offerta alla Uil…<br />

Speriamo non l’ultima perché pare<br />

le chicche non manchino, anzi…<br />

A giugno del 2008 in virtù dei<br />

provvedimenti legislativi che<br />

detassavano straordinari, premi<br />

e voci retributive tipicamente<br />

aziendali legate alla produttività,<br />

la Uil chiese un incontro ad Atc<br />

Bologna per sapere quali voci<br />

aveva intenzione di inserire nell’elenco<br />

di quelle soggette a<br />

DETASSAZIONE. Il menefreghismo<br />

di tutte le altre OO.SS. fece da<br />

paravento alla non risposta aziendale.<br />

PER LE STRADE D’EUROPA<br />

LA UILT NEL TERRITORIO: QUI BOLOGNA<br />

Il 2008 passò, confermando la potenza e<br />

il ruolo del sindacato!<br />

Solo a gennaio 2009, la Uil e le altre<br />

OO.SS., ottennero un incontro e l’elenco<br />

delle voci.<br />

L’elenco poteva sembrare una presa per<br />

i fondelli per chi sapeva leggere dietro<br />

quelle lettere, infatti era un copia e<br />

incolla delle voci <strong>della</strong> busta paga abbreviate,<br />

più simile ad una lista di codici<br />

fiscali.<br />

Aramaico antico… ma se sai l’aramaico<br />

antico sai cosa c’è scritto… o non scritto.<br />

Nessuno guardò l’elenco o parve prestarvi<br />

attenzione ad eccezione di quel<br />

pensionato di cui sopra.<br />

Per giorni scartabellò tra vecchi contratti<br />

degli anni ’80 e ’90 per cercare conferme.<br />

Essendo allergico al computer e a<br />

qualsiasi forma di tecnologia (doveva<br />

essere uno di fondatori del luddismo) mi<br />

fece scaricare circolari, decreti, e qualsiasi<br />

cosa che vertesse sull’argomento.<br />

Come un segugio aveva fiutato qualcosa.<br />

Aveva già scavato nel sottobosco una<br />

volta con le festività soppresse…<br />

Chiese così un ulteriore incontro con<br />

Atc per parlare di busta paga che da noi<br />

a Bologna è un mistero avvolto in un<br />

enigma… Ma credo che a tal riguardo,<br />

come mi conferma Raffaele Abete di<br />

Parma, non siamo gli unici dilettanti allo<br />

sbaraglio a brancolare nel buio. Altro<br />

che stele di Rosetta!<br />

L’atteggiamento delle altre OO.SS. e<br />

dell’azienda erano sempre gli stessi<br />

anche nel secondo incontro a febbraio:<br />

le OO.SS. sempre quasi seccate per la<br />

perdita di tempo che la Uil faceva compiere…<br />

Anche per le festività soppresse<br />

per loro si perdeva tempo... vedremo…<br />

Il “nostro” non disse nulla lasciando parlare<br />

gli altri che dopo aver dato fiato alla<br />

bocca per diversi minuti dissero che non<br />

avevano niente da dire sull’argomento,<br />

né tanto meno circa l’elenco fornito dall’azienda.<br />

Con fare sornione e quasi sfidato dalle<br />

altre OO.SS. l’attempato giovinotto<br />

azzimato uillino chiese all’azienda<br />

come mai non comparivano nell’elenco<br />

alcune voci aziendali che a suo<br />

umile avviso, forte delle circolari dell’agenzia<br />

delle entrate, potevano essere<br />

inserite.<br />

L’azienda sembrava in difficoltà e, dopo<br />

affermazioni che diedero adito a richieste<br />

di altri incontri chiarificatori, si riservò<br />

di fornire spiegazioni più compiute.<br />

Siamo ancora, al momento <strong>della</strong><br />

scrittura del presente articolo, in<br />

dolce attesa. Speriamo che non si<br />

debba attendere 9 mesi.<br />

Ora sarà difficile che quelle voci<br />

che mancano vengano inserite<br />

nell’elenco del 2008: i CUD sono<br />

già stampati e quei soldi detassati<br />

sono andati giù per le scale di<br />

cantina.<br />

Ricordo che anche nel 2009 vale<br />

la detassazione di alcune voci<br />

<strong>della</strong> retribuzione.<br />

La circolare 59/e dell’Agenzia<br />

delle Entrate, il cui oggetto è<br />

“Disposizioni urgenti per salvaguardare<br />

il potere di acquisto delle<br />

famiglie – art. 2 del decreto legge<br />

27 maggio 2008, n. 93 – “Misure<br />

sperimentali per l’incremento<br />

<strong>della</strong> produttività del lavoro” -<br />

Ulteriori chiarimenti”, recita a<br />

pagina 5, punto 6: «… le indennità


o maggiorazioni di turno o comunque le<br />

maggiorazioni retributive corrisposte<br />

per lavoro normalmente prestato in base<br />

a un orario articolato su turni, stante il<br />

fatto che l’organizzazione del lavoro a<br />

turni costituisce di per sé una forma di<br />

efficienza organizzativa, così come le<br />

speciali indennità aggiuntive che diano<br />

luogo a incrementi di produttività, innovazione<br />

ed efficienza organizzativa,<br />

nonché le somme erogate per lo svolgimento<br />

di mansioni promiscue e intercambiabilità<br />

e, in generale, tutti gli altri<br />

emolumenti, anche riconosciuti in misura<br />

fissa e stabile, purché connessi, nel<br />

loro complesso, a incrementi di produttività,<br />

innovazione ed efficienza organizzativa<br />

e ad altri elementi di competitività<br />

e redditività legati all’andamento economico<br />

<strong>della</strong> impresa …» … ovvero<br />

nell’elenco di voci da detassare vanno<br />

inserite quelle aziendali laddove, in base<br />

ai contratti, esistono indennità di turno,<br />

di guida, per autobus snodato, filobus<br />

ecc. ecc.<br />

Nel nostro elenco mancano per esempio<br />

le voci riferite all’indennità che Atc corrisponde<br />

se guido un filobus oppure un<br />

autosnodato. L’essere poliedrico e flessibile,<br />

come va di moda ultimamente,<br />

dal punto di vista delle abilitazioni<br />

necessarie per l’efficienza organizzativa<br />

che si basa sull’interscambio del personale<br />

su diversi mezzi è, a mio modesto e<br />

non competente avviso, un elemento di<br />

produttività ed efficienza organizzativa,<br />

per parafrasare l’altra circolare, la 49,<br />

dell’Agenzia delle Entrate che cita:<br />

“Ove pertanto i contratti collettivi,<br />

anche di secondo livello o aziendali,<br />

prevedano che una retribuzione abbia<br />

carattere straordinario, ovvero che determinati<br />

emolumenti siano corrisposti «in<br />

relazione a incrementi di produttività,<br />

innovazione ed efficienza organizzativa<br />

e altri elementi di competitività e redditività<br />

legati all’andamento economico<br />

dell’impresa»”.<br />

Questo è ovviamente solo un esempio<br />

riguardo voci mancanti… pare un<br />

coro.<br />

Nasce quindi un contenzioso (pesante!)<br />

di merito sulla detassazione solo per la<br />

LA UILT NEL TERRITORIO: QUI BOLOGNA<br />

mancanza di un confronto preventivo<br />

con il sindacato confederale, confronto<br />

richiesto tra l’altro solo dalla Uil.<br />

Ora che i CUD 2008 sono già stati fatti<br />

e in distribuzione LA NON DETAS-<br />

SAZIONE DELLE SUDDETTE<br />

VOCI SALARIALI SONO COSTATI<br />

IN TASSE AI LAVORATORI che<br />

non hanno recuperato potere e tanto<br />

meno potere d’acquisto: invece di<br />

pagare XX euro di tasse i lavoratori<br />

ne avrebbero forse potute pagare<br />

meno, a fronte dei provvedimenti legislativi<br />

governativi, e spendere la differenza.<br />

Al momento io non sento le voci ma<br />

sento che potrebbe mancare qualcosa<br />

nel mio portafoglio e voi? Le vostre voci<br />

cosa dicono?<br />

Il racconto scritto in maniera semi seria<br />

vuole porre una riflessione e una considerazione<br />

che già si poteva desumere tra<br />

le righe fin’ora scritte: SE IL SINDA-<br />

CATO NON CONTROLLA E NON<br />

SA FARE NEMMENO IL SUO<br />

RUOLO E DOVERE, SE IL SUO<br />

RUOLO E DOVERE SONO LA<br />

TUTELA DEI DIRITTI DEI LAVO-<br />

RATORI E DEI CITTADINI, CHE<br />

COSA FA? Dilata il suo ruolo in altri<br />

ambiti?<br />

La crisi morde lacerando non solo il<br />

salario ma anche la dignità del lavoratore<br />

nella sua espressione massima, il<br />

lavoro appunto, e la sua contropartita, il<br />

corrispettivo economico.<br />

Siamo nella rossa (rossa?) Bologna e<br />

non vorrei, e sicuramente non è, che<br />

l’apparente menefreghismo di alcune<br />

OO.SS. sia dettato da scelte ideologiche.<br />

E’ chiara la questione “politica” e il<br />

suo risvolto concreto retributivo,<br />

ovvero più denaro detassato nelle<br />

tasche dei lavoratori?<br />

Le OO.SS. Confederali firmano l’accordo<br />

per il nuovo modello contrattuale,<br />

non tutte!<br />

Dentro vi è la “spinta” per il salario<br />

aziendale di produttività, là dove esiste,<br />

là dove si produce, là dove si contratta e<br />

si distribuisce.<br />

Parallelamente i provvedimenti governativi<br />

(Ministro delle finanze, del Lavo-<br />

65<br />

ro ecc. ecc.) che diminuiscono le tasse<br />

su rilevanti quote salariali vengono<br />

“disattesi” e\o quanto meno non resi<br />

noti e oggetto di non confronto-colloquio-controllo<br />

preventivo sindacale -<br />

se il sindacato non si interessa del salario<br />

reale è meglio che vada a vangare…<br />

- perché ci sono OO.SS. che “nicchiano”!!!<br />

Proprio quelle che sparano a<br />

zero sul nuovo modello contrattuale e<br />

le altre tacciono… Chi tace acconsente?<br />

COME SI PUÒ PRETENDERE POI<br />

CHE I LAVORATORI NON VADA-<br />

NO IN PIAZZA A PROTESTARE<br />

QUANDO, ANZI, È IL NON CON-<br />

TROLLO CHE SPINGE ALLA<br />

PIAZZA?!?!<br />

E poi si parla di crisi economica, di bassi<br />

salari e via discorrendo… se non si prendono<br />

i treni che passano!!! Proprio noi<br />

che lavoriamo nei trasporti… Sarebbe il<br />

colmo!!!<br />

Chi non ha firmato quegli accordi è<br />

certo interessato a che queste opportunità<br />

non vengano pienamente accolte e<br />

rese concretamente operative ed evidenti<br />

nei loro effetti di sostanziale aumento<br />

retributivo netto nelle buste paghe mensili<br />

dell’area dei lavoratori interessati<br />

ma vengano sottovalutate, sminuite,<br />

taciute e “avvolte nelle nebbie”.<br />

Chi non ha firmato farà il pesce in barile,<br />

frenerà, parlerà d’altro. Lo sta già<br />

facendo con mobilitazioni nazionali,<br />

ancorché scarse. E noi?<br />

Questo scritto è falsato nei tempi di pubblicazione,<br />

mentre chi di dovere sta<br />

parallelamente telefonando alle diverse<br />

città per conoscere, coordinare e fare<br />

massa critica. Mentre questa macchina<br />

un po’ ferrosa e lenta si mette in moto<br />

FATE CHIAREZZA NELLE VO-<br />

STRE BUSTE PAGA! Fate l’elenco<br />

delle voci retributive aziendali e nazionali.<br />

Guardate avanti… anche per quanto<br />

previsto nella piattaforma nazionale<br />

sul contratto <strong>della</strong> mobilità! … MEDI-<br />

TATE GENTE, MEDITATE MA<br />

SOPRATTUTTO CONTROLLATE<br />

LE VOCI DEL SALARIO…<br />

BUON LAVORO DETASSATO A<br />

TUTTI.<br />

PER LE STRADE D’EUROPA


66<br />

di U. ESPOSITO, A. SERVO<br />

Ogni giorno i tecnici degli<br />

impianti di sicurezza, <strong>della</strong><br />

trazione elettrica e del tronco<br />

lavori si impegnano affinché il Gruppo<br />

FS possa raggiungere i suo obiettivo:<br />

trasportare merci e persone in sicurezza<br />

ed in orario. Ogni settore riveste un<br />

ruolo decisivo nell’offerta di un servizio<br />

impeccabile ai viaggiatori, ma è sui<br />

tecnici dell’IS che si vuole puntare<br />

l’attenzione.<br />

La manutenzione è solo una parte del<br />

loro lavoro, poiché è sui guasti che<br />

interviene tutta la loro competenza.<br />

Nella soluzione di problemi non strutturati,<br />

caratterizzati da prospettive<br />

multiple e notevoli incertezze, si<br />

rispecchia l’esperienza e la preparazione<br />

di una categoria da sempre sottoposta<br />

a continui incrementi di carichi di<br />

lavoro e stress. Il minimo errore è<br />

inammissibile, risolvere un guasto con<br />

qualche minuto di ritardo costa migliaia<br />

di euro, risolverlo male potrebbe<br />

costare centinaia di vite.<br />

Immaginate di dovervi svegliare nel<br />

cuore <strong>della</strong> notte, quando fuori è tutto<br />

buio e fermo e voi, ancora sbronzi di<br />

sonno, dopo esservi vestiti in un tempo<br />

da far invidia ai tecnici Ferrari, mettete<br />

in moto la vostra auto per raggiungere il<br />

luogo del guasto. Mentre guidate avete<br />

solo due cose in mente, metterci il minor<br />

tempo possibile e le parole del DCIE<br />

(Dirigente Centrale Impianti Elettrici),<br />

che in poche sillabe ha cercato di indicarvi<br />

la natura del problema. “Sono arri-<br />

PER LE STRADE D’EUROPA<br />

LA UILT NEL TERRITORIO: QUI NAPOLI<br />

VITA DA FERROVIERE: L’IMPORTANZA DI CHIAMARSI IS<br />

Viaggio nell’attività lavorativa dei tecnici FS<br />

deputati agli impianti di sicurezza<br />

dalla nostra redazione CAMPANA<br />

vati gli operai!” è la frase che spesso il<br />

dirigente di movimento comunica al<br />

proprio coordinatore quando arriva la<br />

squadra IS sul luogo dell’avaria, quattro<br />

semplici parole che nascondono tutta la<br />

rabbia degli agenti, i quali si aspettano,<br />

almeno dai colleghi, di essere riconosciuti<br />

come tecnici.<br />

Negli ultimi anni RFI ha attivato un<br />

pesante processo di razionalizzazione<br />

che ha investito tutte le aree, per effetto<br />

di questo molti settori sono stati<br />

ridimensionati ed altri sono scomparsi<br />

o si avviano ad esserlo. Spesso le<br />

incombenze derivanti da queste divisioni,<br />

ancora presenti ma non più così<br />

strategiche da giustificare squadre<br />

dedicate, sono state dirottate verso<br />

l’IS. Questo ha richiesto ai tecnici una<br />

maggiore polifunzionalità, che nel<br />

tempo si è spinta sempre più verso l’alto,<br />

né è un esempio l’abilitazione<br />

SDAM (Servizio Deviatori per Agenti<br />

<strong>della</strong> Manutenzione), che ha permesso<br />

agli addetti IS di sostituire quasi completamente<br />

il Dirigente di Movimento.<br />

A tutto ciò va aggiunto che RFI con<br />

ritmo incalzante implementa nuovi<br />

sistemi per la circolazione dei treni in<br />

sicurezza, con una velocità tale da non<br />

permetterle sempre di supportare i tecnici<br />

con specifici corsi, i quali devono<br />

affidarsi solo alle conoscenze derivate<br />

dalla pratica e dalla dedizione. Ne è un<br />

esempio la recente implementazione<br />

dell’SCMT (impianto che attua la protezione<br />

<strong>della</strong> marcia del treno, rispetto<br />

alle condizioni imposte dai segnali),<br />

avvenuta in pochi mesi, che ha richie-<br />

sto il rapido apprendimento del sistema<br />

in tutte le sue tre varianti (Bombardier,<br />

Alstom ed Ansaldo).<br />

Le capacità del tecnico IS, pertanto,<br />

non solo devono essere specifiche, ma<br />

anche ampie e trasversali. In un lavoro<br />

che prevede dalla lubrificazione dei<br />

deviatoi alla programmazione di un<br />

Hard Disk, dalla verifica del serraggio<br />

<strong>della</strong> bulloneria alla programmazione<br />

di una boa, nulla può essere prevedibile<br />

o dato per certo. La necessità di farsi<br />

trovare pronti e preparati in ogni evenienza<br />

da sempre contraddistingue il<br />

ferroviere, che per molti è solo un<br />

mestiere, ma per chi conosce il settore<br />

è un modo di essere.<br />

La nuova sfida competitiva dell’AV ha<br />

dato ancora maggiore risalto ai tecnici<br />

<strong>della</strong> sicurezza, tanto che nel compartimento<br />

di Napoli l’azienda ha richiesto<br />

una nuova organizzazione dell’orario<br />

di lavoro. Giustificata dalla necessità<br />

di garantire un servizio di qualità, RFI<br />

ha chiesto a persone che per decenni<br />

hanno effettuato un turno giornaliero,<br />

di rivoluzionare la loro vita lavorativa<br />

e privata, istituendo turni in terza o in<br />

seconda, un intervento che ha investito<br />

solo il settore IS. Ancora una volta,<br />

dunque, si chiede l’appoggio di tale<br />

settore, il cui sostegno non è mai mancato.<br />

Ora, però, si spera che questo<br />

ulteriore sacrificio possa donare maggiore<br />

dignità e potere ad una categoria<br />

che anche grazie al suo significativo<br />

contributo ha permesso al Gruppo FS<br />

di fregiarsi del titolo di ferrovia più<br />

sicura d’Europa.


di GENNARO GAMBARDELLA<br />

amico ti scrivo così mi<br />

distraggo un pò…”, è cosi<br />

“Caro<br />

che con la famosa e indimenticabile<br />

canzone di Lucio Dalla,<br />

“L’anno che verrà”, si prova a commentare<br />

il nuovo anno che si appresta a vivere<br />

un’azienda come CTP. Quindi anno<br />

nuovo, vita nuova? Nelle intenzioni<br />

declamate proprio non è chiaro, ma si sa,<br />

tra le intenzioni e la pratica può esserci<br />

sempre una notevole differenza e quindi<br />

perché non sperare! Il management<br />

aziendale, ed anche il c.d.a., hanno subito<br />

sostanziali modifiche, lasciando pressoché<br />

intatte e presenti in azienda molte<br />

problematiche ed inefficienze, che hanno<br />

LA UILT NEL TERRITORIO: QUI NAPOLI 67<br />

ANNO NUOVO, VITA NUOVA! IL FUTURO DI CTP<br />

L’obiettivo del Piano Industriale<br />

è l’abbattimento dei costi<br />

e il miglioramento <strong>della</strong> qualità del servizio<br />

dalla nostra redazione CAMPANA<br />

segnato negli ultimi anni l’isolamento e<br />

lo scollamento <strong>della</strong> CTP sia al suo interno<br />

che nello scenario cittadino dei trasporti.<br />

Problematiche che ancora al palo<br />

sembrano aspettare un nuovo illuminato<br />

che le risolva! Lo si è ripetuto tantissime<br />

volte, lo si è chiesto a più riprese : “più<br />

regole, più rispetto di procedure, meno<br />

anarchia”. Regole chiare e semplici a cui<br />

tutti, dal primo dipendente entrato in<br />

CTP all’ultimo dirigente, possano guardare<br />

con fiducia e determinazione. L’auspicio<br />

è quello di una nuova fase, capace<br />

di ripristinare un sistema di relazioni<br />

interne ed esterne per rilanciare l’azienda<br />

con una nuova linfa per il futuro di CTP,<br />

lavorando e remando tutti dalla stessa<br />

parte. Le previsioni meteo annunciano,<br />

però, mare grosso e vento in aumento.<br />

Cominciando a parlare del piano industriale<br />

presentato dal C.d.A., un primo<br />

punto ipotizza l’abbattimento drastico<br />

dei costi senza intaccare la qualità del<br />

servizio: ottima come intenzione, ma la<br />

domanda è “in che direzione s’intende<br />

tagliare i costi?” Speriamo non a danno<br />

<strong>della</strong> sicurezza e mai unilateralmente<br />

sulla pelle dei dipendenti. Magari una<br />

soluzione potrebbe essere tagliare nettamente<br />

le consulenze ed internalizzare<br />

quanto più possibile ciò che ora è disperso<br />

in mille rivoli. Il nuovo piano industriale<br />

invece punta sostanzialmente e<br />

come al solito, allo sfoltimento netto dei<br />

dipendenti CTP ad oggi poco più di<br />

1400, mentre, fra 5 anni, dovrebbero<br />

essere circa 1100 a parità di produzione<br />

ma con una singolarità: sicuramente<br />

“nell’interesse comune” si nota prima un<br />

innalzamento degli addetti alla guida e<br />

poi, lentamente, in futuro, probabilmente<br />

quando ci saranno “altri” alla guida,<br />

anche queste figure strategiche diminuiscono<br />

così d’incanto quasi a far pensare<br />

ad un miracolo produttivo che altri<br />

dovranno sostanziare.<br />

Questa ipotesi potrebbe avere due chiavi<br />

di lettura. La prima, porterebbe ad ipotizzare<br />

un aumento di professionalità dell’intero<br />

organico aziendale, atto a colmare<br />

la riduzione di personale con l’immissione<br />

di nuove ed efficienti tecnologie?<br />

(Mah!). La seconda, e anche questa un<br />

pò maliziosa, porta a ragionare su di un<br />

PER LE STRADE D’EUROPA


68<br />

aspetto alquanto inquietante, probabilmente<br />

pensato da chi, nel tentativo di<br />

fare tutto e subito, vuole disegnare una<br />

veloce azienda, capace da qui a Giugno<br />

di lanciare speranze e progetti utili, che<br />

poi difficilmente potranno avere ricadute<br />

sul futuro, se non altro per essere stati<br />

confezionati con una scadenza prefissata<br />

e senza tener conto di cosa sta succedendo<br />

in giro per il mondo. Le note vicende<br />

politiche che hanno travolto CTP (vedi<br />

abbandono del Comune, gara di Caserta)<br />

hanno sconvolto l’assetto economico già<br />

di per se malmesso dell’azienda, risucchiandola<br />

in un vortice pericoloso. Da<br />

qui forse l’ipotesi, paventata e maldestra,<br />

di farla inginocchiare ancora più, fino a<br />

farla scomparire (magari inglobandola<br />

nell’E.A.V.) dal panorama del trasporto<br />

pubblico Campano, a dispetto dei progetti<br />

di Area Metropolitana e dei trasporti<br />

integrati, che forse richiederebbero una<br />

discussione armonica e partecipata anche<br />

con gli altri soggetti operanti nel bacino<br />

metropolitano, ma senza trucchi, precon-<br />

di NELLO FUSARO<br />

Torino. “L’Itala cambia” si sente<br />

dire da tempo immemore a ricordare<br />

come, questo nostro sfortunato<br />

paese, ad ogni levar del sole sia<br />

diverso dal giorno prima. In realtà, a ben<br />

osservare scevri da ogni personalismo, ci<br />

si rende conto di come il nostro piccolo<br />

mondo non si modifichi più di tanto, sia<br />

nelle micro come nelle macro situazioni.<br />

La politica, in fondo, è la politica di<br />

un’italietta che non vuole crescere. In economia<br />

come nella finanza, lo scenario è lo<br />

stesso e, più osserviamo i vari settori <strong>della</strong><br />

società e del mondo industriale, il senso di<br />

PER LE STRADE D’EUROPA<br />

LA UILT NEL TERRITORIO: QUI NAPOLI<br />

cetti e istinti uccisori, che hanno portato<br />

alla deresponsabilizzazione <strong>della</strong> proprietà<br />

e del gruppo dirigente.<br />

Con lo stato di confusione regnante e con<br />

un piano industriale mai confrontato con<br />

QUI TORINO<br />

appartenenza e lo spirito che fecero grande<br />

un tempo il nostro paese in varie epoche<br />

e contesti, ci appaiono sopiti e relegati<br />

ad un oblio devastante. In questo contesto,<br />

che si può osservare ogni giorno in<br />

molteplici aspetti <strong>della</strong> vita quotidiana e<br />

che delinea una deriva sociale che, essenzialmente<br />

è di carattere culturale/morale,<br />

la fanno da padrone gli interessi particolari,<br />

le collusioni tra lobby e interessi collegati,<br />

tanto che alla libera concorrenza, alla<br />

normale vita di un popolo civile che vuole<br />

andare avanti, si sostituisco valori in cui la<br />

mediocrità, l’ipocrisia, il cattivo gusto, le<br />

collusioni con il malaffare, sono l’abito<br />

logoro di una società destinata ad un peri-<br />

le parti sociali tutte le ipotesi sono legittime,<br />

finanche quelle maligne, e quindi si<br />

vedrà se l’anno che verrà dirà o, solo<br />

mestamente, annuncerà!<br />

Gennaro Gambar<strong>della</strong><br />

Appalti ferroviari: Qui custodet custodes?<br />

dalla nostra redazione PIEMONTESE<br />

coloso declino.<br />

In questo contesto nulla è più un valore,<br />

nulla è più motivo di orgoglio collettivo.<br />

Tutto trova la sua collocazione in un<br />

esclusivo termine: il profitto.<br />

Ad ogni costo e con meno regole possibile<br />

per sé e per i propri sodali.<br />

E non è neppure di una questione di pura<br />

morale che parliamo, ma solo di uno squisito<br />

ed elementare insieme di regole cui<br />

nessuno più si rifà.<br />

Da tempo e con autorevoli esempi governativi.<br />

Stamane leggendo la prima pagina<br />

di un grande quotidiano siamo rimasti colpiti<br />

dal titolo di apertura: L’Italia è il<br />

paese che ha il più elevato numero di


eati! L’articolo poi, elaborando il tema<br />

anticipato nel titolo e nel sottotitolo, portava<br />

a conoscenza di alcuni dettagli in cui,<br />

quello che maggiormente risaltava, era la<br />

notizia che l’Italia è collocata al 156°<br />

posto nella corrispondente graduatoria<br />

mondiale.<br />

Dopo paesi dell’Africa emergente!<br />

Insomma, siamo sempre un paese di primati<br />

(ovviamente intesi non come scimmie...).<br />

Non c’è dubbio che questo guinness<br />

sia rifiutato dalla coscienza collettiva<br />

di una certa parte del popolo civile, ma va<br />

da sé che laddove un paese non ha regole<br />

certe (anche le più minute e per casi minimi),<br />

e non è capace di porre in atto comportamenti<br />

che siano universalmente<br />

accettati e riconosciuti, come espressione<br />

<strong>della</strong> cultura del popolo che in esse vi si<br />

riconosce, ritenendole giuste e adeguate,<br />

il caos regna sovrano, il male affiora nella<br />

società ad ogni angolo, le differenze tra<br />

cittadini, tra i loro “diritti” e quelli di coloro<br />

che si sentono “al di sopra delle regole”,<br />

siano marcate sempre più da un’anarchia<br />

che non è cultura ma solo l’espressione<br />

<strong>della</strong> povertà intellettuale del popolo<br />

stesso.<br />

In questo contesto, tutto vale quanto il<br />

contrario di tutto; la prevaricazione, gli<br />

interessi a latere, sono la regola principale<br />

e quanto di peggio può partorire la<br />

società; l’anarchia del costume e l’impoverimento<br />

<strong>della</strong> cultura sulla quale si erigono<br />

le basi <strong>della</strong> società stessa, divengono<br />

le uniche regole valide.<br />

Qui, tutto viene posto sul piatto del mero<br />

profitto; tutto acquisisce un valore merceologico<br />

e la vita stessa diviene una<br />

moneta di scambio e nulla più. Ecco quindi<br />

apparire lo spettro dello sfruttamento<br />

più becero e dannoso, tutto è in funzione<br />

di un abbassamento dei valori minimi<br />

(come nel caso del costo <strong>della</strong> manodopera)<br />

a fronte del fatto che i costi si devono<br />

contenere.<br />

Il più possibile e ad ogni costo.<br />

Ed è a questo punto che una domanda ci è<br />

balzata in mente prepotentemente: “fino a<br />

che punto si possono accettare e svolgere<br />

lavori al ribasso? Fino a che punto una<br />

società può fare un’offerta in una gara<br />

d’appalto, ben sapendo che il prezzo che<br />

LA UILT NEL TERRITORIO: QUI TORINO<br />

offrirà dovrà esser costituito da una miriade<br />

di voci che non potrà abbassare, senza<br />

poi dover generare ricadute sulla qualità<br />

dei servizi offerti o sugli stipendi dei<br />

dipendenti, sulla sicurezza del lavoro<br />

ecc.?” L’11 dicembre scorso le segreterie<br />

delle OO.SS. hanno reiterato al Governo e<br />

al Gruppo F.S. la richiesta di attivare un<br />

confronto (più volte richiesto senza esito)<br />

al fine di affrontare il grande stato di crisi<br />

e di incertezza in cui versa l’intero settore<br />

degli appalti ferroviari.<br />

Ma nulla è accaduto.<br />

Il sindacato da parte sua, non ha mai<br />

nascosto come la situazione complessiva<br />

sia decisamente critica sotto vari aspetti,<br />

ad iniziare da quello più allarmante <strong>della</strong><br />

normativa che condiziona la partecipazione<br />

alle gare di appalto, limitando di fatto,<br />

la possibilità delle imprese di poter presentare<br />

offerte per più gare, cosa che<br />

genera notevole apprensione nelle maestranze.<br />

Questo aspetto, che tocca non<br />

solo il discorso di Trenitalia ma anche<br />

altri committenti all’interno dell’intero<br />

Gruppo F.S. è particolarmente delicato,<br />

poiché, di fatto, crea le condizioni affinché<br />

considerevoli gruppi di dipendenti<br />

che oggi lavorano per aziende appaltatrici<br />

dell’intero gruppo ferroviario, nel caso in<br />

cui le gare vengano vinte da altre società<br />

partecipanti, possano trovarsi dalla sera al<br />

mattino senza lavoro, e ciò anche se l’art.<br />

2 dell’accordo di confluenza di settore<br />

del 19.11.2005 offra speranza di tutele<br />

reddituali: la paura <strong>della</strong> perdita di lavoro,<br />

in un’epoca in cui il lavoro stesso è<br />

un bene di elevata preziosità, non si<br />

vince facilmente. Siamo “scesi” tra i<br />

lavoratori di questa Torino fredda e<br />

umida, li abbiamo osservati mentre svolgono<br />

le loro attività principali e quelle<br />

chiamate “aggiuntive/accessorie”.<br />

Nel freddo tremendo di questo inverno<br />

inclemente che ti blocca le mani, con “la<br />

goccia al naso che perennemente cola<br />

inarrestabile”, affrontano il loro lavoro<br />

con l’attenzione e il rispetto che ogni<br />

uomo, anche il più umile e semplice<br />

merita.<br />

Li abbiamo osservati a lungo e, quando<br />

qualcuno che ci conosce da tempo, ci<br />

saluta con una mano mestamente levata e,<br />

69<br />

un “buongiorno capo...”, ci sentiamo pienamente<br />

solidali con loro, con le loro battaglie<br />

riconoscendogli il diritto di ogni<br />

uomo di vivere laboriosamente, anche<br />

con il più umile dei lavori, cui alcuno non<br />

può togliere dignità dalla sera al mattino<br />

come dicevamo poc’anzi. Sovente, come<br />

utenti, ci siamo domandati come mai il<br />

servizio di pulizia sia non sempre all’altezza,<br />

anzi sia talvolta scadente. Malgrado<br />

tutto...<br />

In tutta onestà, ci siamo domandati di chi<br />

fosse la colpa, la responsabilità e se i<br />

“j’accuse” troppo comodi di tanti, non sia<br />

altro che la scusa per non assumerci ognuno<br />

le nostre responsabilità.<br />

Se le pulizie non sono sempre “Ok” è possibile<br />

che possa essere dovuto alle responsabilità<br />

gestionali di chi comanda il servizio,<br />

di chi lo controlla, ma anche di coloro<br />

che viaggiando non rispettano quelle proprietà<br />

che sono <strong>della</strong> collettività, nessuno<br />

escluso.<br />

La strada per avere un servizio migliore<br />

passa necessariamente attraverso una<br />

interazione tra varie componenti: chi<br />

commissiona il servizio e lo controlla con<br />

zelo e attenzione (senza voltarsi davanti<br />

ad un omertoso silenzio complice), tra chi<br />

svolge il proprio lavoro non considerandolo<br />

solo “otto ore” e nulla più e, soprattutto,<br />

coloro che ne sono i fruitori che<br />

hanno anch’essi una cospicua percentuale<br />

di responsabilità.<br />

Non è solo con appalti al ribasso, che si<br />

possono ottenere migliori risultati ma ad<br />

esempio con controllori esterni alle F.S.<br />

(ad esempio legando tale compito ad una<br />

supervisione delle associazioni di consumatori)<br />

per gli accertamenti sulla qualità<br />

del servizio, poiché con la sola ipocrisia<br />

del profitto, derivante anche dalla riduzione<br />

dei costi, non si può andare da alcuna<br />

parte. Al massimo si può solo peggiorare<br />

l’insieme del servizio poiché non è un<br />

caso che, sotto una soglia minima di<br />

costo, non si possa scendere. Nel caso<br />

contrario si potranno di sicuro contenere<br />

le spese ma, di certo i risultati saranno<br />

sotto gli occhi di tutti, com’è da anni e, sia<br />

ben chiaro, non solo per quanto riguarda i<br />

servizi in appalto.<br />

Nello Fusaro<br />

PER LE STRADE D’EUROPA


70<br />

Èun progetto che parte da lontano.<br />

La realtà con cui tutti noi ci<br />

confrontiamo ogni giorno fa<br />

capire che sarà necessario affrontare e<br />

costruire un progetto importante che<br />

porti ad uno sviluppo del ciclo dei rifiuti;<br />

da una parte i rapporti mondiali che<br />

c’informano di quanto le risorse del pianeta<br />

si assottiglino sempre più, dall’altra<br />

la crisi finanziaria, che come un’onda<br />

travolge, giorno dopo giorno, l’economia<br />

di tutti gli Stati e dei suoi cittadini,<br />

diminuendo il loro potere d’acquisto.<br />

Tutto questo ci spinge a risparmiare,<br />

consumare con oculatezza e<br />

riutilizzare lo stesso oggetto ed il<br />

materiale di cui è fatto, più e più<br />

volte.Inoltre ci sono richieste sempre<br />

più pressanti da più soggetti,<br />

quali:<br />

• I cittadini, in virtù di una<br />

coscienza ecologista responsabile<br />

e sostenibile, in cui tutti<br />

hanno il loro dovere da compiere;<br />

• Le direttive <strong>della</strong> comunità<br />

europea, le quali dettano principi<br />

sulla raccolta dei rifiuti solidi<br />

urbani;<br />

• Le nuove leggi, che impongono per la<br />

raccolta differenziata, percentuali da<br />

raggiungere, sempre più alte.<br />

Tali esigenze spingono le aziende a adoperarsi<br />

per raggiungere quei livelli<br />

richiesti da consentire un riciclo dei<br />

materiali riutilizzabili talmente considerevole,<br />

da ottenere un risparmio sia delle<br />

materie prime, sia delle risorse energetiche<br />

del nostro pianeta, sono i punti di<br />

partenza da cui inizia questo cammino,<br />

la raccolta differenziata.<br />

Teniamo presente che proprio la raccolta<br />

differenziata ha un suo valore aggiunto,<br />

in pratica oltre che a dare un risparmio<br />

può creare un vantaggio, in altre<br />

PER LE STRADE D’EUROPA<br />

LA UILT NEL TERRITORIO: QUI GENOVA<br />

Raccolta differenziata,<br />

una scelta per il futuro<br />

dalla nostra redazione LIGURE<br />

parole attraverso le giuste tecnologie,<br />

può produrre altre materie prime, nuove<br />

fonti d’energia e quindi nuovi profitti, di<br />

conseguenza una nuova economia.<br />

Il pericolo, neanche troppo velato, è che,<br />

qualche Azienda, per rimanere in questa<br />

fetta di mercato vada ad incidere sul<br />

costo del lavoro direttamente sui lavoratori,<br />

l’anello debole <strong>della</strong> catena. Di questo<br />

dovranno farsi carico gli enti preposti<br />

sovvenzionando tali attività, diversamente<br />

rimangono molte alternative<br />

quella di aumentare la tariffa d’igiene<br />

urbana, soluzione decisamente impopolare<br />

in un momento di recessione quale<br />

viviamo.<br />

L’azienda in cui lavoriamo, A.M.I.U.<br />

Genova s.p.a., sostiene, con la collaborazione<br />

delle OO.SS i rinnovamenti<br />

necessari nel percorso innovativo, al<br />

fine di renderlo meno oneroso per i lavoratori.<br />

La nostra Organizzazione ha sempre<br />

sostenuto che le innovazioni sono il<br />

futuro delle aziende e visto il momento<br />

difficile che l’economia mondiale sta<br />

attraversando, ma si corre il rischio che<br />

tali cambiamenti ricadano proprio sulla<br />

parte più debole dell’azienda, perché<br />

purtroppo quando si parla d’innovazioni<br />

molto, troppe, spesso significa tagli e<br />

di<br />

ANTONIO DENTI e CARLO MOSCA<br />

riduzioni di personale, giustificati con<br />

ristrutturazioni e costruzione degli<br />

impianti e ammodernamento del parco<br />

automezzo, costi, che graveranno come<br />

macigni, sui bilanci delle nostre aziende.<br />

Per questo motivo, l’incremento <strong>della</strong><br />

raccolta differenziata, può essere il futuro<br />

di vecchi e nuovi posti di lavoro.<br />

Infatti, proprio con la nostra azienda<br />

abbiamo lavorato sia con intese, sia<br />

entrando nel merito dell’organizzazione<br />

del lavoro, al superamento degli ostacoli<br />

incontrati su questo percorso che<br />

potrebbe diventare determinante<br />

per la sopravvivenza delle aziende<br />

stesse.<br />

Nel nostro contesto, abbiamo e<br />

stiamo affrontando le problematiche<br />

analogamente sorte con gli<br />

investimenti sostenuti per riorganizzare<br />

la raccolta nelle sue specificità,<br />

da una parte la ristrutturazione<br />

dei percorsi <strong>della</strong> raccolta<br />

rifiuti, dall’altra l’inserimento<br />

parallelo di nuovi circuiti per la<br />

differenziata, ed infine l’acquisto<br />

d’automezzi tecnologicamente<br />

più avanzati e cassonetti di conferimento<br />

dei rifiuti, adeguati. Tutto questo non<br />

è stato indolore, abbiamo dovuto rivedere<br />

posizioni incomprensibili, per tutelare<br />

il personale addetto.<br />

In passato questi costi si sono pagati in<br />

nome del progresso e <strong>della</strong> tecnologia,<br />

ora rischiamo di pagarla nel nome dell’ecologia,<br />

però la quale potrebbe dare<br />

quella spinta necessaria alla realizzazione<br />

del progetto del riciclo dei rifiuti in<br />

un’ottica ecologista, o meglio la raccolta<br />

differenziata potrebbe trasformarsi in<br />

quel trampolino di lancio tanto agognato,<br />

per spingere il rilancio dell’occupazione<br />

e <strong>della</strong> sua qualità.<br />

Responsabili settore igiene ambientale<br />

<strong>Uiltrasporti</strong> Genova


Oggi 29 gennaio 2009 a Genova è<br />

una giornata splendida, il sole è<br />

già alto. Sono in porto per parlare<br />

con i Lavoratori Portuali dell’incendio<br />

sviluppatosi nel garage del traghetto Tirrenia<br />

quando questi era già in alto mare e<br />

precipitosamente rientrato a Genova.<br />

Parlo con questi giovani Portuali che non<br />

nascondono l’entusiasmo di essere stati<br />

protagonisti,correndo molti rischi, allo<br />

sbarco dei mezzi ancora in fiamme e a<br />

far si che l’incidente non assumesse proporzioni<br />

più gravi, visto che a bordo vi<br />

erano molti passeggeri, alcuni dei quali<br />

con inizi di intossicazione. Siamo tutti<br />

convinti che sia stato grazie alla loro professionalità<br />

e al gioco di squadra che si è<br />

raggiunto il risultato; ripetono che questa<br />

volta è andata bene , parlano con rabbia<br />

e commozione, dei colleghi che<br />

hanno perso la vita sul lavoro e ti<br />

impressiona quando ripetono l’età dei<br />

compagni caduti, ricordando addirittura i<br />

nomi delle mogli, dei figli piccoli, perché<br />

il lavoro del Portuale è si faticoso,<br />

ma è un lavoro che salda gli uomini, li<br />

rende complici e granitici “ma che tante<br />

volte, forse troppe, fa dimenticare anche<br />

le più elementari norme sulla prevenzione<br />

e la sicurezza sul lavoro. Ad esempio:<br />

i lavoratori entrati nel garage del traghetto<br />

pare avessero in dotazione solo<br />

mascherine e non autorespiratori e come<br />

tutti, non fossero a conoscenza di quale<br />

sostanza si stesse sprigionando dall’incendio.<br />

Bisognerà monitorare la salute<br />

dei lavoratori impiegati e far si che<br />

interventi di quel tipo vengano svolti ma<br />

con tutte le cautele del caso”. (nota<br />

UILT.)<br />

Con il passare dei minuti i discorsi si<br />

diversificano, passando inevitabilmente<br />

alla brutta fase <strong>della</strong> divisione tra CGIL<br />

CISL e UIL sulla riforma <strong>della</strong> contrattazione<br />

trovando in tutti la certezza che<br />

mai e poi mai si doveva arrivare a firmare,<br />

su un tema di interesse generale, un<br />

accordo senza un’Organizzazione Sindacale<br />

qualsiasi sigla fosse. Quando tenti di<br />

ribattere che qualche distinguo bisogna<br />

farlo, non accettano confronti, perché,<br />

ripetono, in tutti i momenti difficili per<br />

il Paese, il Sindacato Unitario ha agito<br />

LA UILT NEL TERRITORIO: QUI GENOVA 71<br />

Quello che...<br />

per i portuali<br />

genovesi<br />

di Bruno Giubellini<br />

dalla nostra redazione ligure<br />

con responsabilità e con una sola voce e<br />

a costo di sacrifici, lotte, scioperi ne è<br />

sempre uscito più forte e i lavoratori<br />

sempre più uniti .Probabilmente sono<br />

certezze che hanno acquisito sentendo<br />

fin da piccoli i discorsi dei padri, quasi<br />

tutti come loro ex portuali, e che al Sindacato<br />

hanno dedicato (e in molti continuano<br />

a dedicare) tanto tempo e militanza<br />

in anni ben più difficili. Parlano come<br />

un fiume in piena e a volte si tacciono<br />

l’un l’altro esternando la grande preoccupazione<br />

sul loro futuro, su un sistema<br />

che pare abbia deciso di sferrare un brutto<br />

attacco al lavoro portuale, un attacco<br />

che non vuole considerare il Patto del<br />

Lavoro (siglato nel 2002 a Genova da<br />

Sindacato e Terminalisti) fonte di lavoro<br />

e ricchezza per il porto e l’indotto.<br />

Non fanno discorsi filosofici, grandi strategie,<br />

ma parlano di una sola cosa.<br />

LAVORO. I PORTUALI GENOVESI<br />

VOGLIONO SOLO LAVORARE,<br />

accettando e onorando quel Patto del<br />

Lavoro accennato in precedenza.<br />

Sono considerazioni, quelle fatte dai<br />

Lavoratori, in reazione a decine di<br />

interventi apparsi sui quotidiani locali, e<br />

visto che non crediamo, o perlomeno<br />

non vorremmo pensare, “siano riflessioni<br />

da lavatoi”, nei quali a Genova si lavava<br />

e si chiacchierava molto, prendiamo<br />

come molto serie alcune di queste<br />

dichiarazioni, perché stanno dentro a una<br />

logica padronale del “corri corri che mi<br />

fai contento” e che avranno ( nel caso<br />

ottenessero risultati) l’inevitabile risultato<br />

di far correre ancora più lesti altri porti<br />

che stanno emergendo, che sono emersi<br />

o che vogliono emergere.Non interessa<br />

proprio la questione delle tariffe nelle<br />

loro diverse dimensioni da porto a porto.<br />

Interessa invece il fatto di fondo delle<br />

Compagnie Portuali che da organismi<br />

operai si sono in parte trasformate via via<br />

in qualcosa di diverso , in organismi cioè<br />

partecipanti a quella sorta di gara in<br />

senso <strong>della</strong> quale ho cercato di sintetizzare<br />

il titolo di queste note: “corri, corri,<br />

che mi fai contento”.<br />

Nel quadro dell’imprenditorialità ci sta<br />

anche la corsa, la concorrenza tariffaria.<br />

Il problema è decidere, una volta per<br />

tutte, se il portuale deve stare dentro alla<br />

logica <strong>della</strong> legge <strong>della</strong> domanda e <strong>della</strong><br />

offerta o se invece esso debba collocarsi<br />

nella sua dimensione più naturale e tradizionale<br />

di prestatore d’opera che vende<br />

la sua forza lavoro e che lascia a chi<br />

comanda il compito di trattare le tariffe,<br />

di dirigere i canali di traffico secondo<br />

necessità e razionalità, come accade in<br />

ferrovia (nel sistema di trasporto su rotaia)<br />

dove il ferroviere non si strappa i<br />

capelli se i treni passano più da Milano<br />

che da Genova o da Torino o da Livorno.<br />

E’ un grosso problema che va affrontato<br />

con coraggio e spregiudicatezza, avendo<br />

presenti le esperienze che sono maturate<br />

e stanno maturando nei porti di altri<br />

paesi, in materia di gestione portuale,<br />

ricordando che la scelta sarà quella <strong>della</strong><br />

cosiddetta autogestione ed imprenditorialità.<br />

Con esse ci saranno anche le inevitabili<br />

responsabilità connesse con l’assunzione<br />

dei compiti di imprenditore, di<br />

imprenditore-imprenditore e non di<br />

imprenditore “atipico”, perché… o la<br />

responsabilità c’è oppure non c’è.<br />

Bisognerà affrontare in modo radicale il<br />

problema <strong>della</strong> omogeneizzazione dei<br />

trattamenti e delle normative delle due<br />

componenti fondamentali del mondo del<br />

lavoro dei porti: L’autorità portuale, la<br />

decasualizzazione del lavoro. In un quadro<br />

di tale natura non ci saranno più il<br />

Console x o il Console Y a correre per<br />

far contenta l’utenza, ma solo una classe<br />

lavoratrice che contratta il proprio salario,<br />

i turni, gli orari di lavoro e le proprie<br />

normative.<br />

Il compito delle tariffe resterebbe a colui<br />

che avrà il compito di dirigere e gestire il<br />

servizio portuale.<br />

PER LE STRADE D’EUROPA


72<br />

La giornata di oggi è un importante<br />

momento di confronto che<br />

rappresenta, senza dubbio, la<br />

volontà comune di non dare tregua, di<br />

incalzare su di un problema drammatico,<br />

come quello degli infortuni e delle morti<br />

sul lavoro.<br />

Cinicamente ricordo che la non sicurezza<br />

(oltre agli inaccettabili drammi personali),<br />

rappresenta un costo enorme per<br />

l’intera collettività ed al sistema produttivo.<br />

Dico questo per ribadire l’importanza<br />

di maggiori investimenti che<br />

sarebbero coerente ed oltremodo convenienti.<br />

Un conosciuto statista era solito riprtere<br />

che ogni paese va a cercare la sua guerra<br />

sbagliata. Non è certamente il nostro<br />

caso, la guerra alla non<br />

sicurezza è una guerra giusta,<br />

che dobbiamo riuscire<br />

a vincere, ne va del ns<br />

grado di civiltà.<br />

Appuntamenti come quello<br />

di oggi sono utili (anzi<br />

indispensabili) se non si<br />

limitano a fare autocelebrazione<br />

di quanto è già<br />

stato fatto, ma pur ritenendo<br />

di aver imboccato un<br />

giusto percorso, lo considerano<br />

comunque insufficiente<br />

e si concentrano sul<br />

da farsi.<br />

Per avere una concreta<br />

possibilità di successo, il<br />

PER LE STRADE D’EUROPA<br />

LA UILT NEL TERRITORIO: QUI VENEZIA<br />

SAFETY DAY<br />

da farsi deve essere corale, un approccio<br />

globale, sinergico tra tutti gli attori e fra<br />

tutte le azioni:<br />

approccio culturale del mondo delle<br />

imprese (la sicurezza e la salute nei luoghi<br />

di lavoro rappresenta un bene personale,<br />

irrinunciabile e certamente non<br />

indennizzabile – la sicurezza deve rappresentare<br />

un investimento e non un<br />

costo al sistema produttivo), approccio<br />

culturale nel mondo del lavoro (una corretta<br />

autocoscienza che porti a non fidarsi<br />

sole dell’esperienza o peggio ancora<br />

delle abitudini), una legislazione adeguata<br />

e se il caso anche più facilmente<br />

interpretabile, rispetto delle norme (<br />

adeguamento organico Spisal – Supporto<br />

all’azione delle RLS che non devono<br />

dalla nostra redazione VENETA<br />

Sul tema “Porto sicuro, da obbligo normativo a investimento” si è svolto a Venezia<br />

presso la stazione marittima (19 Dicembre 2008) un convegno, il “Safety Day” organizzato<br />

dall’Autorita’ Portuale.<br />

Si tratta di una iniziativa annuale alla quale partecipano anche organismi nazionali<br />

interessati alle tematiche trattate dal convegno medesimo.<br />

Tra gli interventi svolti dai protagonisti dell’iniziativa vi segnaliamo quello svolto<br />

dal Segretario Regionale UILT del Veneto, Brunero Zacchei, che è stato dallo stesso<br />

portato a sintesi per i nostri lettori. Ed ecco dunque i passi salienti dell’intervento.<br />

essere solo ignari testimoni delle sciagure),<br />

Condizioni concrete di lavoro ( tipologia<br />

contratti, ritmi, orari – sapere che<br />

lavoro precario rappresenta molte volte<br />

sicurezza precaria), informazione, formazione.<br />

Credo che il porto di Venezia sia riuscito<br />

a mettere in atto una importante<br />

azione corale a favore <strong>della</strong> prevenzione<br />

e <strong>della</strong> sicurezza sul lavoro, al<br />

riguardo è importante il Protocollo<br />

2008 e prila ancora: la Commissione<br />

Formazione, la Commissione Tecnica<br />

Sicurezza, interpretazione delle buone<br />

pratiche, il libretto individuale, il progetto<br />

Feretra.<br />

Sarebbe pertanto da irresponsabili non<br />

pensare di esportare tale esperienza<br />

anche fuori dal porto di<br />

venezia, al riguardo mi permetto<br />

di riproporre la costituzione<br />

di uno strumento<br />

bilaterale, UN ENTE<br />

BILATERALE REGIO-<br />

NALE tra tutti i porti del<br />

Veneto, altre Piattaforme<br />

Logistiche, il Metadistretto,<br />

che indirizzi la Formazione<br />

sulla sicurezza, ma guardi<br />

anche al lavoro, all’ambiente<br />

e all’igiene del lavoro,<br />

che diventi un osservatorio<br />

permanente, con la presenza<br />

del CFLI come pilastro<br />

dell’azione formativa ed<br />

informativa

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