Numero 5 Maggio 2010 - Coisp
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Numero 5 Maggio 2010 - Coisp
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SPECIALE<br />
ELEZIONI<br />
ATTUALITÀ<br />
L’Aquila un anno dopo Ancora violenti scontri nel C.I.E. di Crotone<br />
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di mediazione dovuti dal cliente. IBL Banca è la diretta contraente e titolare di tutti i rapporti contrattuali. Finanziamenti concessi previa istruttoria di IBL Banca.
L’EDITORIALE<br />
Nei giorni scorsi abbiamo pianto il collega<br />
Bruno Fortunato, la cui morte,<br />
per le vicende professionali che<br />
l’avevano reso noto, ha trovato ampio<br />
risalto sugli organi di stampa.<br />
Un fatto che non è stato reso noto, ma che ritengo<br />
invece tanto doloroso quanto illuminante, è<br />
che Bruno, la mattina di quel tragico giorno si è<br />
fatto tatuare un’aquila sul braccio, il simbolo della<br />
Polizia di Stato. Un gesto che rivela un abisso<br />
di amore per questo mestiere prima ancora che<br />
la premeditazione per quanto sarebbe accaduto<br />
qualche ora dopo.<br />
Davanti a questa ennesima tragedia la coscienza<br />
civile e sindacale che contraddistingue l’azione<br />
del <strong>Coisp</strong>, si è nuovamente confrontata con<br />
l’atroce dolore della mancanza di ragioni e delle<br />
poche spiegazioni, innescando riflessioni ed un<br />
dibattito interno.<br />
Come collegare quanto accaduto sei anni prima<br />
su quel treno in cui è stato ucciso Emanuele Petri,<br />
ed il momento in cui Bruno ha cessato di vivere?<br />
E’ possibile stabilire un nesso tra quei momenti?<br />
Ritengo sia importante approfondire ognuno<br />
dei tanti, troppi, tragici suicidi di colleghi,<br />
ma ancora più fondamentale affrontare a viso<br />
aperto questo problema, prendere coscienza<br />
della necessità che un supporto psicologico<br />
in Polizia è importante ed irrinunciabile tanto<br />
quanto altri basilari elementi lavorativi: addestramento,<br />
preparazione, armamento, ecc.<br />
Gli studi e le statistiche sui suicidi nella<br />
Polizia di Stato, non riusciranno a fornire<br />
risposte ai molti “perché”, che rimangono,<br />
comunque, irrisolti, nè potranno gettare<br />
luce su troppi episodi sino a questo<br />
momento accaduti.<br />
Il <strong>Coisp</strong> non cerca di catalogare un fenomeno,<br />
vuole piuttosto richiamare l’attenzione sulla<br />
necessità di un nuovo, sistematico, supporto<br />
psicologico, a favore degli Operatori di Polizia,<br />
presente e disponibile in tutte le fasi della<br />
vita professionale.<br />
Gli esempi di tutti i Paesi Europei e d’oltreoceano,<br />
che vantano esperienze ventennali<br />
in questo settore e da cui sono<br />
derivati ampi studi in merito, indicando<br />
una frequente riconducibilità a fenomeni<br />
di depressione, conseguenti ad episodi di<br />
stress post-traumatico.<br />
E’ oggi ancora più evidente quanto sia<br />
errato l’assunto che il poliziotto debba<br />
essere in grado di sopportare ogni sorta<br />
di stress emotivo e professionale, pur<br />
senza essere specificatamente formato<br />
in tal senso, né tantomeno addestrato o<br />
supportato. Il pesante compito di ‘sbrigarsela<br />
da sé’ è demandato al singolo,<br />
che si trova esiliato all’interno delle proprie<br />
esperienze, senza che gli venga offerto<br />
alcuno strumento utile a comprendere<br />
la portata del proprio vissuto e la<br />
necessità di essere aiutato.<br />
SICUREZZA E POLIZIA<br />
MORIRE CON UN’AQUILA NEL CUORE<br />
La qualità della vita e la tranquillità operativa<br />
sono destinate, in un tale clima, a degradare<br />
inesorabilmente, sfociando in crisi personali<br />
e familiari, che rischiano, a volte, di condurre<br />
al gesto estremo del suicidio.<br />
L’opera di prevenzione in questo ambito è imprescindibile<br />
e assolutamente determinante.<br />
Il <strong>Coisp</strong> ritiene che il Ministero dell’Interno<br />
debba farsi carico dell’organizzazione e della<br />
messa in opera delle strutture necessarie<br />
a garantire un adeguato supporto psicologico<br />
a favore dei poliziotti, prevenendo l’insorgenza<br />
dei fattori di rischio legati ad episodi<br />
traumatici, vissuti dagli Operatori a causa del<br />
servizio svolto.<br />
Si rileva altresì che le esigue esperienze positive<br />
in tal senso sono state purtroppo limitate,<br />
quando non addirittura ostacolate e bloccate,<br />
a seguito della semplice, quanto decisiva,<br />
e nei risultati drammatica, mancanza di<br />
fondi necessari.<br />
Oggigiorno, in Polizia, si riscontra un numero<br />
inaccettabile di casi di suicidio, mentre l’attenzione<br />
sino ad ora riservata a tale fenomeno<br />
appare non tanto rivolta a prevenire il ripetersi<br />
di tali fenomeni quanto piuttosto a<br />
volerli dimenticare.<br />
La tutela degli Operatori non può più<br />
prescindere da una decisa presa di coscienza<br />
di quanto, purtroppo, accade,<br />
tragicamente, con cadenza quasi quotidiana.<br />
Tale fatto deve essere affrontato<br />
senza ulteriore ritardo.<br />
Siamo distrutti al solo pensiero di dover ancora<br />
piangere colleghi, amici, fratelli che hanno<br />
smesso di volere vivere, ma portano con<br />
sè, nel cuore, la “nostra” aquila.<br />
Il Segretario Generale del Co.I.S.P.<br />
Franco Maccari<br />
3
LA NOSTRA PAGINA<br />
Il periodico “PS - Sicurezza & Polizia”, mensile di informazioni, cultura e attualità è l’Organo Ufficiale Nazionale del Sindacato<br />
di Polizia Co.I.S.P., (Coordinamento per l’indipendenza sindacale delle Forze di Polizia), punta l’attenzione sugli aspetti<br />
professionali senza tralasciare argomenti più generali e di approfondimento di sicuro interesse per il cittadino.<br />
Idee,indicazioni,considerazioni,valutazioni e quant’altro scritto sulla rivista, provengono da uomini che vivono all’interno del<br />
settore della Sicurezza Italiana e, quindi pienamente legittimati a dare un servizio alla gente per la loro vita quotidiana e di<br />
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da parte dei cittadini e degli stessi poliziotti.<br />
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che si impegna a ricercarne le cause ed a provvedere in merito.
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6<br />
SOMMARIO<br />
03 EDITORIALE<br />
Morire con un’aquila<br />
nel cuore<br />
DI FRANCO MACCARI<br />
08 ELEZIONI REGIONALI<br />
Vincono PDL e Lega<br />
Lazio e Piemonte al Centrodestra<br />
DI ANTONIO CAPRIA<br />
12 ELEZIONI REGIONALI<br />
Com’è andata nelle regioni<br />
DI ANTONIO CAPRIA E GIULIA ZAMPINA<br />
36 PER NON<br />
DIMENTICARE<br />
L’Aquila un anno dopo<br />
DI OLGA IEMBO<br />
N°5 - ANNO III<br />
MAGGIO/GIUGNO <strong>2010</strong><br />
40 ATTUALITÀ<br />
Ancora violenti scontri nel<br />
Centro immigrati di Crotone<br />
DI ANTONIO CAPRIA<br />
41 FESTA DELLA DONNA<br />
In ricordo di Emanuela Loi<br />
DI GIULIA ZAMPINA<br />
42 AUTOSALVAMENTO<br />
Lo avevamo auspicato e<br />
si è concretizzato<br />
44 DIFESA PERSONALE<br />
2° Stage di Difesa Personale<br />
Professionale
46 IL LIBRO<br />
Senza Bavaglio:<br />
Libera stampa e democrazia<br />
48 SINDACALISMO<br />
AUTONOMO<br />
IN POLIZIA<br />
La parentesi internazionale<br />
DI CARMINE FIORITI<br />
50 SPEAKER’S CORNER<br />
Di tutto un po’<br />
DI CARMINE FIORITI<br />
La rivista viene inviata gratuitamente ai quadri sindacali del CO.I.S.P.,<br />
alle Questure, Prefetture, Ministeri e Scuole di Polizia.<br />
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di procedere legalmente al fi ne della tutela della propria immagine.<br />
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alla Pubblica Amministrazione.<br />
52 SICURAMENTE<br />
Neuro psico bio neurologia dello stalking<br />
A CURA DELL’ A.I.P.C.<br />
56 ORGANIGRAMMA<br />
Sedi provinciali e regionali<br />
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Impaginazione<br />
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+39 3497156917<br />
Stampa<br />
Tipografia Moggio<br />
Strada Galli s.n.c. - Villa Adriana (RM)<br />
Registrazione<br />
Tribunale di Roma al numero 331/2008 del<br />
18/9/2008<br />
7
Boom del Carroccio con Cota e Zaia,<br />
Vendola stravince in Puglia<br />
Vincono<br />
PDL e Lega<br />
Lazio e Piemonte al Centrodestra<br />
8<br />
ELEZIONI REGIONALI<br />
di Antonio Capria<br />
Dopo una battaglia all’ultimo<br />
voto, anche in Lazio e in Piemonte<br />
ha vinto il centrodestra.<br />
La mappa generale assegna<br />
così 6 regioni al centrodestra, con un<br />
asse compatto al Nord che schiera Piemonte,<br />
Lombardia e Veneto e segnala<br />
una forte avanzata della Lega. E 7 regioni<br />
al centrosinistra, con il blocco dell’Italia<br />
centrale che conferma il proprio orientamento<br />
e il Sud dove spicca l’affermazione<br />
di Nichi Vendola in Puglia. Berlusconi<br />
e Bossi strappano quattro delle 11 regioni<br />
governate fino ad oggi dal centrosinistra,<br />
portando a casa oltre a Campania<br />
e Calabria anche Lazio e Piemonte,<br />
rimaste in bilico fino all’ultimo. Rispetto<br />
all’esito delle elezioni regionali del 2005,<br />
quindi, 11 regioni governate dal centrosinistra<br />
e 2 dal centrodestra, si passa a<br />
un 7 a 6.<br />
Renata Polverini Beppe Grillo<br />
Ma sono le vittorie di Roberto Cota e Renata<br />
Polverini, quest’ultima ottenuta anche<br />
senza la lista del Pdl a Roma e Provincia,<br />
le più significative politicamente<br />
visto che la riconferma di Formigoni<br />
in Lombardia e la vittoria di Zaia in Veneto<br />
non erano mai state in discussione:<br />
Veneto e Lombardia si confermano regioni<br />
dove l’accordo Pdl-Lega non è scalfito<br />
dal centrosinistra. Cota ha battuto il<br />
governatore uscente Mercedes Bresso di<br />
poco più di 10mila voti mentre l’ex leader<br />
dell’Ugl stacca Emma Bonino di oltre<br />
70mila voti. “Abbiamo fatto un miracolo”<br />
ha detto la Polverini festeggiando in<br />
piazza del Popolo la vittoria. Sul voto in<br />
Piemonte ha pesato invece, e non poco,<br />
il 4% ottenuto dal candidato della lista di<br />
Beppe Grillo: un voto di protesta sottratto<br />
al centrosinistra, come ha ammesso<br />
la stessa Bresso, che è costato di fatto la<br />
vittoria. Se ci fossero alle porte elezioni<br />
politiche, Pdl e Lega avrebbero i numeri<br />
Berlusconi e Bossi soddisfatti della vittoria<br />
per vincerle senza eccessivi affanni. Anzi<br />
il centrodestra espande la sua presa elettorale.Il<br />
centrosinistra si conferma invece<br />
nelle regioni rosse - Emilia Romagna,<br />
Toscana, Umbria e Marche - conserva la<br />
Liguria e la Basilicata e soprattutto stravince<br />
in Puglia dove il presidente uscente<br />
Nichi Vendola conquista un successo<br />
importante anche per i rapporti interni<br />
al centrosinistra. La crescita del 7 per<br />
cento dell’astensionismo, secondo le prime<br />
analisi, si sarebbe inoltre distribuita<br />
in modo trasversale a destra e a sinistra<br />
smentendo la previsione che a essere penalizzato<br />
sarebbe stato il centrodestra. Il<br />
dato definitivo fornito dal Viminale fissa<br />
i partecipanti al voto al 64,22% rispetto
al 72,01% del<br />
2005, il che<br />
costituisce<br />
un record negativo<br />
nella<br />
storia elettorale<br />
dell’Italia<br />
del dopoguerra:<br />
un terzo degli<br />
aventi diritto al voto<br />
non ha partecipato alle<br />
elezioni. Interessanti sono anche i dati<br />
che riguardano le percentuali ottenute<br />
dai partiti. La Lega cresce in Veneto,<br />
Lombardia, Piemonte e si attesta intorno<br />
al 13% su scala nazionale. In Piemonte il<br />
Carroccio sale al 15%, in Veneto si attesta<br />
al 37% e in Lombardia al 26%. Il sorpasso<br />
sul Pdl avviene solo in Veneto, dove<br />
il partito di Silvio Berlusconi si ferma<br />
al 22%. Il Pdl si attesterebbe intorno al<br />
26,7% come media nazionale, quindi sarebbe<br />
in calo rispetto al 32% delle europee<br />
del 2009 e al 33% delle politiche del<br />
2008. Il Pd si ferma invece al 26% rispetto<br />
al 26,6% delle europee e al 34% delle<br />
politiche.<br />
L’Idv si attesta al 6,9% (7,8% alle europee<br />
e 4,3% alle politiche), mentre l’Udc si ferma<br />
al 5,8% (contro il 6,2% alle europee e<br />
il 5,3% alle politiche).<br />
Per Pierluigi Bersani, segretario del Pd,<br />
che alla vigilia aveva fissato la propria<br />
asticella elettorale proprio a sette regioni<br />
a sei a favore del centrosinistra, “l’inversione<br />
di tendenza c’è stata e lo si vede<br />
dal fatto che abbiamo conquistato la<br />
maggioranza delle regioni, il voto dimostra<br />
anche che siamo avanzati rispetto<br />
alle europee”. Deluso Antonio Di Pietro,<br />
leader dell’Idv: “Questa tornata se la aggiudica<br />
il centrodestra. E’ arrivato il momento<br />
di lanciare una Opa politica per il<br />
buon governo nel 2013”. Soddisfatto si è<br />
detto invece Pier Ferdinando Casini, leader<br />
dell’Udc: “Siamo decisivi ovunque,<br />
dove abbiamo scelto i candidati migliori.<br />
Andremo avanti per la nostra strada”.<br />
L’Udc ha appoggiato la Polverini nel Lazio<br />
ma né Cota in Piemonte né Vendola<br />
in Puglia. Una importante annotazione<br />
riguarda le liste promosse dal comico<br />
Beppe Grillo che si attestano sulla media<br />
nazionale del 3, 4% con punte dell’8,3%<br />
in Emilia Romagna e dell’oltre 3% anche<br />
in Piemonte. “Sono sceso in campo<br />
e questa è la mia vittoria”<br />
ha confidato Berlusconi<br />
ai suoi, soddisfatto per<br />
quella che ritiene un investitura<br />
forte ad andare<br />
avanti nei prossimi tre<br />
anni, per aver conquistato<br />
la maggioranza della Stato-<br />
Regioni e per nulla preoccupato<br />
del successo della<br />
Lega. Perchè Bossi, ha sottolineato,<br />
è un “alleato fedele”,<br />
con il quale “si vince”.<br />
E il Senatur, in effetti,<br />
ha stravinto: oltre al<br />
cappotto in Veneto (in<br />
alcune province il partito<br />
di Bossi doppia il Pdl)<br />
con Zaia che raggiunge<br />
il 60% dei consensi, e alla<br />
vittoria di Cota, per nulla<br />
scontata, la Lega cresce in<br />
tutto il nord e comincia a sfondare<br />
con numeri importanti anche in<br />
quelle che erano le roccaforti rosse: prima<br />
tra tutte l’Emilia Romagna. “La sinistra<br />
e’ sparita e la gente ci ha votato –<br />
è la spiegazione di Bossi - perché la Lega<br />
vuole cambiare il paese. Ora facciamo<br />
le riforme”.<br />
LAZIO - Renata Polverini del centrodestra<br />
ha vinto con il 51,14% dei voti contro il<br />
48,32% di Emma Bonino del centrosinistra,<br />
rovesciando nel finale la tendenza<br />
che aveva dato in testa la Bonino. Qui bisogna<br />
pure ricordare che nella provincia<br />
di Roma non era presente il simbolo del<br />
Pdl per gli errori compiuti dal partito nel<br />
presentarla in tribunale e poi il respingimento<br />
di tutti i ricorsi. Tra Emma Boni-<br />
SICUREZZA E POLIZIA<br />
no e Renata Polverini è stato un testa a<br />
testa estenuante sul filo della parità. Ma<br />
via via che il quadro è andato definendosi,<br />
l’ex sindacalista in corsa per il centrodestra<br />
ha avuto la meglio per un pugno<br />
di voti. PIEMONTE - La Regione passa al<br />
centrodestra. Il leghista Roberto Cota ha<br />
dato filo da torcere a Mercedes Bresso,<br />
governatore uscente che si<br />
è ripresenta per il centrosinistra.<br />
E alla fine<br />
ha distaccato<br />
la sua avversaria,attestandosi<br />
su una<br />
percentuale<br />
poco sopra il<br />
47,3% contro<br />
il 46,9% della<br />
governatrice<br />
uscente. Con Zaia<br />
in Veneto, Cota inaugura<br />
quindi la stagione<br />
dei governatori “made in Carroccio”.<br />
E in Piemonte la lista del Carroccio<br />
incassa oltre il 17%. Supera il 4% Davide<br />
Bono, candidato del Movimento a 5<br />
Stelle di Beppe Grillo.<br />
LOMBARDIA - La partita era già scritta.<br />
Roberto Formigoni (Pdl) si conferma poi<br />
presidente della Lombardia con il 56,11%<br />
battendo Filippo Penati del Pd (33,27%) e<br />
ottiene il suo quarto mandato alla guida<br />
della giunta lombarda. Boom della Lega:<br />
la lista del Carroccio sfiora il 27%. Savino<br />
Pezzotta (Udc) ottiene il 4,68%, Vito<br />
Claudio Crimi (Movimento 5 Stelle) sfiora<br />
il 3%, mentre il candidato di Rifondazione<br />
Comunista Vittorio Agnoletto supera<br />
di poco il 2,3%.<br />
Renata Polverini vince nel Lazio contro la contendente Emma Bonino<br />
9
VENETO - Il centrodestra resta alla guida,<br />
ma la leadership va alla Lega. Archiviata<br />
l’era Galan, esponente Pdl, ora è la volta<br />
di Luca Zaia, leghista della prim’ora,<br />
attuale ministro delle Politiche agricole,<br />
che ha stracciato l’avversario, Giuseppe<br />
Bortolussi (fermo al 29%), col doppio<br />
dei voti e una percentuale sul 60%. “Con<br />
questi risultati finisce il bipolarismo”, ha<br />
dichiarato. E il Carroccio in Veneto supera<br />
il Pdl: circa 10 punti percentuali in<br />
più. Antonio De Poli (Udc-Unione Nord-<br />
Est) supera il 6%, mentre il candidato dei<br />
grillini David Borrelli supera il 3%.<br />
110 0<br />
ELEZIONI REGIONALI<br />
Pier Luigi Bersani, Segretario del Partito Democratico<br />
Umberto Bossi e Roberto Calderoli<br />
LIGURIA - La Liguria riconferma Claudio<br />
Burlando sulla poltrona di presidente.<br />
Nel corso dello spoglio dei voti, l’attuale<br />
governatore, sostenuto<br />
dal centrosinistra,<br />
è sempre stato in testa<br />
su Sandro Biasotti,<br />
e ha vinto con una<br />
percentuale del 52%<br />
contro 48%.<br />
“Abbiamo fatto una<br />
bella campagna<br />
elettorale, pensavo<br />
di farcela, hai vinto tu. In bocca al lupo”,<br />
si è complimentato l’esponente del centrodestra.<br />
EMILIA ROMA-<br />
GNA - La vittoria<br />
di Vasco Errani,<br />
presidente<br />
uscente tornato<br />
in pista, per la terza<br />
volta, con Pd e<br />
centrosinistra, non<br />
è mai stata in dubbio:<br />
con la lista Pd<br />
al 41%, lui ha ottenuto<br />
quasi il 52%<br />
delle preferenze. Ma<br />
rispetto alle regionali del 2005 il centrosinistra<br />
ha perso 10 punti: una flessione<br />
che dà da pensare. Anche perche la Lega<br />
sorprende e supera il 13%. Anna Maria<br />
Bernini, parlamentare Pdl, ha tentato<br />
la sfida a Errani, ma si è fermata sotto<br />
il 37%. Clamoroso il 7% ottenuto da Giovanni<br />
Favia del Movimento a 5 Stelle di<br />
Grillo, mentre Gianluca Galletti dell’Udc<br />
supera il 4%.<br />
TOSCANA - Anche in Toscana si continua<br />
sulla scia della tradizione, con una netta<br />
affermazione del centrosinistra. Il nuovo<br />
governatore Enrico Rossi, ex assessore<br />
alla Sanità, promette di essere “il presidente<br />
di tutti”.
Nichi Vendola riconfermato Governatore della Puglia<br />
Con quasi il 60% dei voti, ha tenuto a<br />
netta distanza Monica Faenzi, che si è<br />
fermata al 34%. Francesco Bosi dell’Udc<br />
ha ottenuto il 4,6%.<br />
MARCHE - La Regione resta in mano al<br />
centrosinistra e Mario Spacca viene riconfermato<br />
governatore. La quota dei<br />
votanti a suo favore è al 53% e mentre lo<br />
sfidante Erminio Marinelli (Pdl) si è fermato<br />
al 40%. Massimo Rossi (Rifondazione<br />
Comunista) supera il 7%.<br />
UMBRIA – Sfida in rosa in Umbria, che si<br />
conferma a prevalenza centrosinistra. Il<br />
passaggio di testimone avviene tra due<br />
donne: Maria Rita Lorenzetti, che lascia la<br />
poltrona di governatore a Catiuscia Marini.<br />
Quest’ultima, con un risultato supe-<br />
riore al 57%, ha tenuto a netta distanza<br />
la candidata del centrodestra Fiammetta<br />
Modena (ferma al 38%). La terza donna<br />
in lizza, Paola Binetti dell’Udc, si ferma<br />
al 5%.<br />
CAMPANIA - Stefano Caldoro con il 54%<br />
si è imposto nettamente su Vincenzo De<br />
Luca del Pd (43%). “La cattiva politica è<br />
stata sconfitta”, ha detto il nuovo presidente.<br />
La Campania quindi cambia co-<br />
Il Leader dell’I.D.V. Antonio Di Pietro e quello dell’UDC Lorenzo Cesa<br />
SICUREZZA E POLIZIA<br />
lore, lasciandosi alle spalle l’esperienza<br />
della giunta di centrosinistra guidata<br />
da Antonio Bassolino. Superano di poco<br />
l’1,3% sia Paolo Ferrero (Rifondazione<br />
Comunista) che Roberto Fico (Movimento<br />
5 Stelle).<br />
PUGLIA – “Qui c’è il laboratorio di buona<br />
politica”. Dopo aver affrontato il contropiede<br />
interno al centrosinistra e sbaragliato<br />
le primarie, Nichi Vendola si riprende<br />
la guida della Regione forte di<br />
un risultato senza ombre, poco sotto al<br />
49%. Rocco Palese, candidato del centrodestra<br />
‘sponsorizzato’ dal ministro Fitto,<br />
si ferma al 42%. Adriana Poli Bortone,<br />
che ha corso col sostegno dell’Udc, si ferma<br />
sotto il 9%.<br />
BASILICATA - Le previsioni sono state<br />
ampiamente rispettate. Il governatore<br />
uscente, Vito De Filippo, Pd, è stato rieletto<br />
con oltre il 60,8% dei voti. Il suo rivale<br />
del Pdl, Nicola Pagliuca, si deve accontentare<br />
di molto meno e si ferma al<br />
27,9%. E indica nell’Udc, che qui ha appoggiato<br />
il centrosinistra, il fattore chiave<br />
della sua sconfitta. Magdi Cristiano<br />
Allam ottiene l’8,72%.<br />
CALABRIA - La Regione guidata fino a ieri<br />
da Agazio Loiero (Pd) trasloca sotto le<br />
insegne del centrodestra. Giuseppe Scopelliti<br />
stravince: l’esponente del centrodestra<br />
incassa il 57,7% dei voti. Il candidato<br />
dell’Idv, Pippo Callipo, supera di<br />
poco il 10%. L’uscente Agazio Loiero si è<br />
fermato poco sopra il 32%.<br />
111 1
Nel Lazio vittoria al fotofinish<br />
per Renata Polverini. La candidata<br />
del centrodestra, con il<br />
51,14%, stacca di una manciata<br />
di voti Emma Bonino, che si ferma al<br />
48,32%, e viene eletta nuova governatrice<br />
della regione. Il risultato è stato infatti<br />
in bilico fino a tarda sera con proiezioni<br />
e risultati parziali che mostravano il<br />
testa a testa tra le due candidate.<br />
La mancata presentazione della lista del<br />
Pdl non ha dunque invertito l’esito elettorale<br />
nel Lazio dove il centrosinistra<br />
partiva con un netto svantaggio e ha comunque<br />
recuperato consensi rispetto<br />
112 2<br />
ELEZIONI REGIONALI<br />
di Antonio Capria<br />
Lazio, Polverini<br />
al fotofi nish sulla Bonino<br />
Il Pdl vince anche senza lista<br />
all’inizio della campagna elettorale partita<br />
con gli strascichi dello scandalo Marrazzo.<br />
Probabilmente invece l’assenza<br />
della lista del Pdl e le polemiche scoppiate<br />
in seguito hanno rimotivato l’elettorato<br />
di centrodestra che, soprattutto in<br />
provincia, ha votato compattamente per<br />
le liste che sostenevano la Polverini. La<br />
candidata del centrosinistra invece è stata<br />
in vantaggio nella Capitale fino alla fine,<br />
tanto che nella sede del Pd si continuava<br />
a mostrare ottimismo sulla possibilità<br />
di riuscire a mantenere il vantaggio,<br />
ma il voto dei romani non è bastato<br />
a far vincere la leader radicale.<br />
Il testa a testa tra Renata Polverini ed Emma<br />
Bonino ha fatto stare col fiato sospeso<br />
per molte ore entrambi i comitati<br />
elettorali. Soprattutto<br />
via via che affluivano i dati dello<br />
spoglio dei seggi della Capitale<br />
che certo non le hanno tributato<br />
gli stessi consensi delle<br />
quattro province. Alla fine il segno<br />
della vittoria, e l’esplosione<br />
dell’entusiasmo dei sostenitori.<br />
Renata Polverini, la “pasionaria” che già<br />
aveva fatto grande il suo piccolo sindacato,<br />
può dire d’essersi guadagnata sul<br />
campo le stellette di governatore della<br />
Regione Lazio. “Una vittoria storica, non<br />
so per quanti anni la ricorderemo”, così<br />
ha iniziato a festeggiare il traguardo raggiunto,<br />
prima ancora dell’ ufficialità dei<br />
numeri, saltando e ballando, esprimendo<br />
quella gioia liberatoria tipica di chi fino<br />
all’ ultimo ha temuto di non farcela. E il<br />
suo “ho vinto”, urlato tra i fan prima ancora<br />
della conclusione dello spoglio delle<br />
schede, spiega bene quanto abbia lottato,<br />
e con quante energie, per raggiungere<br />
il traguardo più ambizioso. Diventare,<br />
prima donna, Governatore del Lazio. La<br />
regione governata negli ultimi cinque anni<br />
dal centrosinistra e, dunque, riconquistata.<br />
Le stellette se l’è conquistate iniziando<br />
la sua corsa quasi in sordina, con<br />
un Pdl inizialmente non del tutto convinto<br />
della scelta, ma con un Gianfranco Fini<br />
determinato a sostenerla fino a spuntarla<br />
e, oggi, ad avere la conferma di non aver<br />
sbagliato “cavallo”. E, ancora, dovendo
prima misurarsi con una navigata politica<br />
come Emma Bonino, poi orfana del<br />
gotha del Pdl della Capitale e del simbolo<br />
del partito del premier. E un Berlusconi<br />
con indugi iniziali, ma che poi le<br />
si è schierato al fianco, senza risparmiarsi,<br />
e le si è messo accanto. Della sua vittoria,<br />
travolta dall’entusiasmo ha detto:<br />
“Credo che tutto ciò dimostri che i miracoli<br />
esistono, quando la gente vuole tutto<br />
e possibile”; e, ancora riferendosi agli<br />
avversari: “Li abbiamo polverizzati. Stanotte<br />
non si dorme”; “Voglio ringraziare<br />
i militanti e dirigenti del Pdl per il loro<br />
impegno, a cominciare dal premier Berlusconi”;<br />
“Ce l’ho fatta è un giorno bellissimo<br />
e mi sento bene perché è la risposta<br />
arrivata dal popolo al di là delle liste” e,<br />
festeggiando a Piazza del Popolo ha voluto<br />
sottolineare: “E’ una risposta della<br />
democrazia, il popolo ha restituito la democrazia<br />
che qualcuno voleva toglierci”.<br />
Un chiaro riferimento alle sentenze della<br />
magistratura che hanno lasciato fuori<br />
la lista Pdl Roma. Entusiasmo che ha travolto<br />
anche Ignazio La Russa ed il sindaco<br />
SICUREZZA E POLIZIA<br />
LA SCHEDA<br />
Polverini Lady di Ferro del Sindacato<br />
Una vita passata nel sindacato poi, tre mesi fa, e’ stata catapultata nell’arena della politica<br />
per tentare di conquistare la poltrona di presidente della Regione Lazio. Una sfida<br />
vinta: Renata Polverini, 47 anni, e’ la prima donna alla guida della giunta regionale<br />
del Lazio. Lei, la ‘lady di ferro’ dell’Ugl, di record nel suo curriculum ne aveva gia’ raggiunti<br />
tanti: e’ stata il piu’ giovane segretario alla guida di un sindacato e la prima leader<br />
sindacale donna italiana ed europea. Romana, classe 1962, ‘figlia d’arte’ come si definisce,<br />
e’ cresciuta a ‘pane e sindacato’: sin da ragazzina, infatti, ha frequentato le prime<br />
assemblee sindacali accompagnando la madre, delegata sindacale dell’allora Cisnal,<br />
il vecchio nome dell’Unione generale del lavoro fino al 1996, per il gruppo Rinascente.<br />
Ha frequentato le scuole dalle suore a Fiumicino (Roma) e, dopo un apprendistato sindacale<br />
nella Federazione degli agricoli, giovanissima e’ entrata nell’organizzazione. Simpatica<br />
e molto tenace, come la descrive chi la conosce, e’ stata sempre vicina alla destra<br />
ma piace anche a sinistra. E’ sposata ma non ha figli. Nel tempo libero, anche se ultimamente<br />
ne ha molto poco, ama dedicarsi al giardinaggio e allo sport, in particolare la corsa<br />
e la bicicletta. Tra le sue passioni anche la nutella e i cantautori italiani come Lucio<br />
Battisti e Renato Zero, tant’e’ che si definisce una ‘sorcina’, mentre il suo film preferito<br />
e’ ‘Et’. All’indomani della decisione del Pdl, che a dicembre ha scelto di candidarla, era<br />
emozionata per ‘questa’altra straordinaria avventura’ ma ‘con un po’ di malinconia’ per<br />
i quattro anni alla guida dell’Ugl’. Un’esperienza, aveva detto, della quale si portera’ dietro<br />
‘la capacita’ di mediazione che puo’ tornare utile’. Da quando nel febbraio del 2006<br />
ha preso le redini dell’Ugl, l’Unione ha raggiunto il massimo di iscritti, superando quota<br />
un milione e novecentomila soprattutto tra le categorie dei chimici, dei metalmeccanici<br />
e dei lavoratori della comunicazione. Ora la confederazione siede ai tavoli assieme a<br />
Cgil, Cisl e Uil. Il suo impegno nel sindacato si e’ diviso tra la guida delle grandi vertenze<br />
nazionali nel settore chimico (Eni di Priolo), metalmeccanico (Fiat e Thyssen-Krupp), del<br />
pubblico impiego, dei trasporti (Ferrovie e Alitalia), dagli accordi di concertazione con il<br />
governo Prodi e D’Alema, fino all’ultimo con il governo Berlusconi (Patto per l’Italia) e a<br />
tutti i grandi accordi sulla riforma del mercato del lavoro (legge Biagi, riforma del sistema<br />
pensionistico e del Tfr).<br />
Gianni Alemanno che ha sottolineato “il<br />
trionfo della democrazia non solo di un<br />
partito politico”. Dopo la gioia e le frasi<br />
ad effetto, urlate tra il Comitato e piazza<br />
del Popolo, dove subito si sono ritrovati<br />
in molti per festeggiarla, il primo annuncio<br />
di priorità: “La sanità e il piano casa”<br />
sicuramente, ma “non dimentico la mia<br />
storia e quindi mi occuperò del mondo<br />
del lavoro e delle imprese. Non abbiamo<br />
scritto un romanzo - ha ricordato - ma indicato<br />
sei priorità e 60 azioni concrete”.<br />
Renata Polverini, oltre alla poltrona di governatore<br />
del Lazio, si aggiudica anche il<br />
maggior numero di seggi nel nuovo consiglio<br />
regionale del Lazio per la sua lista.<br />
Al secondo posto, a un’incollatura, il Pd<br />
seguito dal Pdl. Nello schieramento di<br />
centrodestra la formazione Renata Polverini<br />
ha raggiunto il 26,36% che equivale<br />
a 17 seggi nel nuovo ‘parlamento’<br />
della Pisana. Il Pdl con l’11,87% ha ottenuto<br />
8 seggi. Distanziato l’Udc (che nel<br />
Lazio era a fianco del centrodestra) e che<br />
ha ottenuto il 6,12% e 3 seggi. Due seggi<br />
anche per La Destra di Francesco Storace<br />
(3,96%). La coalizione di centrodestra<br />
che governerà il Lazio conta quindi<br />
su 30 seggi. Nessun seggio per la Rete<br />
liberal Sgarbi che ha ottenuto solo lo<br />
0,63%. La nuova opposizione potrà contare<br />
invece su 28 seggi. Il Pd ha 15 seggi<br />
grazie al 26,29%. La lista Di Pietro Italia<br />
dei Valori, con l’8,62% ha guadagnato<br />
5 seggi, mentre la Lista Pannella-Bonino<br />
ha ottenuto 2 seggi, grazie al 3,30% dei<br />
consensi. Stessi seggi per Sinistra Ecologia<br />
Libertà con il 3,14% mentre un seggio<br />
a testa è andato a Rc-Sinistra europea-Comunisti<br />
italiani, Lista civica cittadini<br />
per Bonino, Partito socialista italiano<br />
e Federazione dei verdi.<br />
113 3
Dopo undici anni di centrosinistra<br />
la Campania volta pagina<br />
e sceglie di affidare a Stefano<br />
Caldoro, socialista, l’eredità<br />
del dopo Bassolino. Il segretario del<br />
Nuovo Psi è il portabandiera del Pdl che<br />
ha sconfitto lo sfidante di centrosinistra,<br />
il sindaco di Salerno Vincenzo De Luca,<br />
rispettando i pronostici che nei sondaggi<br />
lo hanno sempre visto avanti. Caldoro<br />
ha superato il suo avversario di oltre<br />
10 punti: 54,25% contro il 43,04 di De<br />
Luca.<br />
Caldoro succede ad Antonio Bassolino<br />
(Pd), la cui esperienza amministrativa è<br />
durata sedici anni e mezzo (oltre sei da<br />
sindaco di Napoli e dieci da governatore),<br />
e la sua vittoria sancisce la fine di<br />
114 4<br />
ELEZIONI REGIONALI<br />
di Antonio Capria<br />
Campania: Caldoro per il dopo-Bassolino<br />
Il PDL conquista<br />
la Campania dopo 11 anni<br />
“Ha vinto la voglia di cambiare”<br />
una stagione politica del centrosinistra<br />
in Campania fatta di governo e di successi<br />
elettorali a ripetizione.<br />
Di tradizione orgogliosamente socialista<br />
e riformista, il padre Antonio fu sottosegretario<br />
ai Trasporti negli anni ‘80, Caldoro<br />
ha sfruttato l’onda lunga della crisi<br />
rifiuti inCampania che un anno fa aveva<br />
portato il Pdl alla conquista della Provincia<br />
di Napoli, oltre alle divisioni del centrosinistra<br />
emerse in maniera evidente<br />
nella scelta di candidare De Luca.<br />
A lui il Pd è arrivato tardi, dopo che a lungo<br />
il partito di Bersani ha cercato una soluzione<br />
unitaria che mettesse assieme i<br />
vari spezzoni della sinistra, dopo primarie<br />
andate deserte e in un clima di freddezza<br />
da parte di Bassolino nei suoi confronti<br />
(i due sono storicamente rivali). De<br />
Luca ha tentato la rimonta cavalcando lo<br />
Da destra Il nuovo Governatore Stefano Caldoro con il Ministro Mara Carfagna<br />
slogan “al di là dei partiti” con una campagna<br />
aggressiva, e una Piazza del Plebiscito<br />
piena come non si vedeva da tempo<br />
a Napoli aveva illuso su una possibile rimonta<br />
che invece è stata mortificata dalle<br />
urne. Decisivo, infine, l’accordo stretto<br />
da Caldoro con l’Udc di De Mita che porta<br />
a casa un risultato lusinghiero, intorno<br />
al 13%. Dopo la tempesta giudiziaria<br />
che lo ha travolto, riparte dalla Campania<br />
anche l’Udeur che, stando alle proiezioni,<br />
supera l’asticella del 3%.<br />
A Caldoro, già ministro all’Attuazione
Lo sconfi tto Vincenzo De Luca<br />
del Programma nel terzo governo Berlusconi,<br />
toccherà mettere la parola fine<br />
all’emergenza rifiuti, ripianare il deficit<br />
della sanità, occuparsi della deindustrializzazione<br />
e delle vertenze di lavoro, a<br />
partire dalla crisi della Fiat di Pomigliano,<br />
investire in grandi infrastrutture gli<br />
ultimi fondi europei a disposizione della<br />
Campania. A lui il premier Berlusconi dal<br />
palco di San Giovanni, a Roma, ha affidato<br />
il compito di “fare una grande rivoluzione<br />
in Campania”. Potrà farlo contando<br />
LA SCHEDA<br />
Stefano Caldoro<br />
SICUREZZA E POLIZIA<br />
Il Governatore uscente Antonio Bassolino<br />
sul governo amico che in campagna elettorale<br />
lo ha sostenuto con la presenza di<br />
molti ministri.<br />
“Abbiamo raccolto una grande volontà di<br />
cambiamento”, le prime parole di Caldoro<br />
da neo governatore. “Il voto dimostra<br />
che la gente vuole fatti e non più parole.<br />
Abbiamo un grande senso di responsabilità<br />
- ha proseguito - per questo da domani<br />
mattina saremo già a lavoro”.<br />
Stefano Caldoro, 50 anni a dicembre, deputato del Pdl, è il nuovo presidente della Campania. La sua elezione segna una svolta nella<br />
regione amministrata per le ultime due legislature dal centrosinistra, e un deciso cambio di marcia nel percorso politico del militante<br />
socialista, chiamato per la prima volta alla responsabilità di amministrare un’istituzione territoriale dopo le esperienze nel governo<br />
nazionale. Per sfidare il suo avversario, il sindaco di Salerno Vincenzo De Luca, ha lanciato il suo programma in una mappa: i vari punti<br />
sono le future ‘stazioni’ di una metropolitana. Caldoro si è presentato ai campani come riformista, ‘per cambiare e tornare a sorridere’.<br />
Pur avendo aderito al partito di Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini, Caldoro ha sempre sottolineato, nel presentarsi agli elettori, le<br />
sue radici socialiste. Dopo lo scioglimento del Psi, nel 1994, aderì alla componente che si schierò con il polo del centrodestra. Successivamente<br />
fu tra i fondatori del Nuovo Psi, fino all’adesione nel marzo 2009 al Popolo della libertà. E’ nato a Campobasso, il 3 dicembre<br />
del 1960. Laureato in Scienze politiche, giornalista pubblicista, Caldoro, che è ‘figlio d’arte’ - il padre, Antonio, fu esponente di spicco<br />
dei socialisti - entrò nel Consiglio regionale della Campania, con il Psi appunto, nel 1985; del gruppo era presidente consiliare. Nel<br />
1990 toccò a lui la guida della segreteria regionale del partito. Nel 1992, a 32 anni, fu eletto deputato per la prima volta. Nella segreteria<br />
del partito socialista si occupò in qualità di responsabile delle politiche regionali e poi del Mezzogiorno. Nel 1999 come candidato<br />
alla presidenza della Provincia di Napoli fu sconfitto da Amato Lamberti, esponente dei Verdi. Ebbe il suo primo incarico governativo<br />
con Silvio Berlusconi nel giugno 2001, come sottosegretario alla Università e alla Ricerca scientifica. Al 2005 risale la prima esperienza<br />
da ministro, con la delega all’Attuazione del programma. Nel maggio 2006 fu eletto segretario nazionale del Nuovo Psi. Nell’aprile del<br />
2008 fu nuovamente eletto deputato con il Pdl. Oggi è componente della direzione nazionale del Pdl. Caldoro e’ sposato con Annamaria<br />
Colao, ordinario alla Facoltà di Medicina della Federico II, e ha una figlia di 18 anni, che frequenta il liceo e che ieri ha votato per la<br />
prima volta. Ama lo sci e il windsurf; gioca a calcio nella squadra dei parlamentari e legge, preferibilmente, libri di storia.<br />
115 5
I<br />
l Piemonte ha un nuovo governatore, è il<br />
leghista Roberto Cota che, con il 47.32%<br />
dei voti ha battuto la presidente uscente<br />
Mercedes Bresso, ferma al 46,90% dei<br />
consensi. “Ho sentito Bossi più volte, devo<br />
dirgli grazie: se siamo qui è grazie a lui” ha<br />
detto il neo presidente Racconta la leggenda<br />
che il suo amore per la politica, e per la Lega<br />
Nord, sia sbocciato all’improvviso. Una folgorazione,<br />
quando era ancora studente, che gli<br />
ha fatto mettere da parte una promettente<br />
carriera da avvocato. Vent’anni dopo, i fatti<br />
gli hanno dato ragione: Roberto Cota, il “volto<br />
umano del Carroccio” come lo definiscono<br />
gli amici, è il nuovo presidente della Regione<br />
Piemonte. Un traguardo importante, forse<br />
insperato fino a qualche mese fa, che conferma<br />
le quotazioni in ascesa di questo fedelissimo<br />
del Senatur. Una costante, questa, sin<br />
da quando era giovane consigliere comunale<br />
di Novara e si ritrovava con gli altri militanti<br />
nel sottoscala di un bar del centro città.<br />
116 6<br />
ELEZIONI REGIONALI<br />
l’Enfant Prodige di Bossi<br />
conquista il Piemonte<br />
di Giulia Zampina<br />
Il nuovo Governatore Roberto Cota<br />
La folgorante carriera politica di Roberto Cota<br />
I contendenti al governo della Regione Piemonte Mercedes Bresso e Roberto Cota<br />
“Fai quello che vuoi, ma prima ti devi laureare”,<br />
gli aveva ordinato il padre avvocato.<br />
E così è stato, anche se ormai il Diritto<br />
non era più in cima alle sue preferenze,<br />
nonostante la media del 29. Da allora<br />
Roberto Cota ha fatto parecchia strada:<br />
assessore alla Cultura di Novara dal 1993<br />
al 1997, nel 2000 viene eletto consigliere<br />
regionale e, un anno dopo, diventa segretario<br />
regionale dei leghisti in Piemonte.<br />
Quasi in contemporanea siede sulla poltrona<br />
del presidente del Consiglio. A Umberto<br />
Bossi non sfuggono le doti di questo<br />
enfant prodige, un leghista duro e puro<br />
ma dai modi di fare gentili, e lo inserisce<br />
nei governi Berlusconi II e III con l’incarico<br />
di sottosegretario alle attività produttive.<br />
Un ruolo in cui si fa apprezzare<br />
dallo stesso presidente del Consiglio che<br />
lo prende in simpatia.<br />
La scalata è completata nel 2008: Cota diventa<br />
il Capogruppo del Carroccio alla Camera.<br />
Arrivano i primi talk show e, con<br />
questi, la fama nazionale. Proprio quella<br />
che, insieme alle doti politiche, ne ha<br />
fatto lo sfidante della presidente uscente<br />
della Regione Piemonte, Mercedes Bresso.<br />
Un avversario ostico, che prima della Regione<br />
aveva governato per dieci anni la<br />
Provincia di Torino, una sfida che Cota -<br />
grande appassionato di basket - ha preso<br />
al balzo. Fino alla vittoria finale.
SICUREZZA E POLIZIA<br />
Il comico genovese prepara il suo salto alle politiche partendo dalla rete<br />
“Le nostre proteste e contestualmente le<br />
proposte sul processo breve non sono rimaste<br />
inascoltate, tuttavia senza una riforma<br />
organica della giustizia il ddl resta<br />
un frutto avvelenato dello scontro tra politica<br />
e magistratura”: così l’Unione delle<br />
Camere Penali Italiane commenta il primo<br />
sì del Senato al processo breve. “Il testo riformulato<br />
ed emendato per iniziativa del<br />
relatore Valentino - sostiene l’Ucpi - risponde<br />
ad alcune obiezioni da noi sollevate: il<br />
termine prescrizionale di fase è ora opportunamente<br />
differenziato in tre anni per il<br />
primo grado, due per l’appello e un anno<br />
e sei mesi per la Cassazione. Il testo introduce<br />
un ulteriore termine di un anno per<br />
l’eventualità di giudizi di rinvio della Cassazione<br />
e viene eliminato l’elenco dei reati<br />
esclusi. Introduce inoltre criteri di maggiore<br />
elasticità parametrati alla complessità<br />
del processo ed una norma che prevede<br />
la decorrenza del termine prescrizionale,<br />
trascorsi 3 mesi dal termine delle indagini,<br />
anche di fronte all’inerzia del pm che<br />
tardi ad esercitare l’azione penale”.<br />
Tuttavia, “le norme - proseguono i penalisti<br />
- non considerano ancora la fase delle<br />
“Le nostre proteste e contestualmente le<br />
proposte sul processo breve non sono rimaste<br />
inascoltate, tuttavia senza una riforma<br />
organica della giustizia il ddl resta<br />
un frutto avvelenato dello scontro tra politica<br />
e magistratura”: così l’Unione delle<br />
Camere Penali Italiane commenta il primo<br />
sì del Senato al processo breve. “Il testo riformulato<br />
ed emendato per iniziativa del<br />
relatore Valentino - sostiene l’Ucpi - risponde<br />
ad alcune obiezioni da noi sollevate: il<br />
termine prescrizionale di fase è ora opportunamente<br />
differenziato in tre anni per il<br />
primo grado, due per l’appello e un anno<br />
e sei mesi per la Cassazione. Il testo introduce<br />
un ulteriore termine di un anno per<br />
l’eventualità di giudizi di rinvio della Cassazione<br />
e viene eliminato l’elenco dei reati<br />
esclusi. Introduce inoltre criteri di maggiore<br />
elasticità parametrati alla complessità<br />
del processo ed una norma che preve-<br />
indagini preliminari, caratterizzata da rituali<br />
richieste di proroghe ed automatiche<br />
concessioni da parte di un giudice che, soprattutto<br />
in ragione dell’inattuata riforma<br />
della separazione delle carriere, omette il<br />
controllo giurisdizionale sull’accusa. Sotto<br />
questo aspetto la decorrenza del termine<br />
dopo tre mesi dalla fine indagini evita l’ulteriore<br />
abuso di un esercizio dell’azione<br />
penale rinviabile sine die ma non è idoneo<br />
a regolamentare la fase precedente. Infine<br />
- sottolinea l’Ucpi - la disposizione transitoria<br />
che comporta l’estinzione dei processi<br />
in corso per reati commessi prima del 2<br />
maggio 2006 punibili con pena massima<br />
inferiore a dieci anni, quando siano decorsi<br />
due anni dall’esercizio dell’azione penale<br />
e non sia stato definito il giudizio di<br />
primo grado, presenta gravi incongruenze<br />
sia nel confronto interno con l’insieme<br />
delle disposizioni approvate, sia per l’irragionevole<br />
individuazione di un termine<br />
più breve di quello applicabile ai processi<br />
successivi all’approvazione della legge”.<br />
Per i penalisti, “l’asprezza dello scontro<br />
tra politica e magistratura ed il ruolo<br />
debordante di quest’ultima hanno impe-<br />
In Piemonte la differenza la fa Beppe Grillo<br />
Quei 90.000 voti avrebbero dato la vittoria alla Bresso<br />
Il movimento 5 Stelle ottiene 2 seggi in Consiglio Regionale<br />
de la decorrenza del termine prescrizionale,<br />
trascorsi 3 mesi dal termine delle indagini,<br />
anche di fronte all’inerzia del pm che<br />
tardi ad esercitare l’azione penale”.<br />
Tuttavia, “le norme - proseguono i penalisti<br />
- non considerano ancora la fase delle<br />
indagini preliminari, caratterizzata da rituali<br />
richieste di proroghe ed automatiche<br />
concessioni da parte di un giudice che, soprattutto<br />
in ragione dell’inattuata riforma<br />
della separazione delle carriere, omette il<br />
controllo giurisdizionale sull’accusa. Sotto<br />
questo aspetto la decorrenza del termine<br />
dopo tre mesi dalla fine indagini evita l’ulteriore<br />
abuso di un esercizio dell’azione<br />
penale rinviabile sine die ma non è idoneo<br />
a regolamentare la fase precedente. Infine<br />
- sottolinea l’Ucpi - la disposizione transitoria<br />
che comporta l’estinzione dei processi<br />
in corso per reati commessi prima del 2<br />
maggio 2006 punibili con pena massima<br />
dito l’avvio di una riforma organica della<br />
giustizia e dell’ordinamento giudiziario:<br />
l’immediata ripresa del cammino delle<br />
necessarie riforme, anche costituzionali<br />
- concludono i penalisti - è la vera cartina<br />
al tornasole per misurare le intenzioni della<br />
politica e la sua capacità di essere autonoma<br />
dalle ingerenze delle organizzazioni<br />
sindacali della magistratura”.<br />
inferiore a dieci anni, quando siano decorsi<br />
due anni dall’esercizio dell’azione penale<br />
e non sia stato definito il giudizio di<br />
primo grado, presenta gravi incongruenze<br />
sia nel confronto interno con l’insieme<br />
delle disposizioni approvate, sia per l’irragionevole<br />
individuazione di un termine<br />
più breve di quello applicabile ai processi<br />
successivi all’approvazione della legge”.<br />
Per i penalisti, “l’asprezza dello scontro<br />
tra politica e magistratura ed il ruolo<br />
debordante di quest’ultima hanno impedito<br />
l’avvio di una riforma organica della<br />
giustizia e dell’ordinamento giudiziario:<br />
l’immediata ripresa del cammino delle<br />
necessarie riforme, anche costituzionali<br />
- concludono i penalisti - è la vera cartina<br />
al tornasole per misurare le intenzioni della<br />
politica e la sua capacità di essere autonoma<br />
dalle ingerenze delle organizzazioni<br />
sindacali della magistratura”.<br />
117 7
La Calabria vira a destra dopo cinque<br />
anni di governo di centrosinistra.<br />
Una sconfitta, quella del Governatore<br />
uscente Agazio Loiero, che, a urne<br />
chiuse e mente fredda, ha tutto il sapore della<br />
sconfitta personale. Loiero era arrivato alla<br />
sua ricandidatura forzando non poco la mano,<br />
prima nei confronti degli alleati nazionali, Italia<br />
dei valori, che non hanno ceduto neanche<br />
davanti alle offerte di posti di governo, continuando<br />
a sostenere la candidatura dell’imprenditore<br />
Filippo Callipo e poi nei confronti<br />
di quella parte di Pd che, apertamente aveva<br />
chiesto a Loiero di fare un passo indietro, salvo<br />
poi arrivare a una soluzione forzatamente<br />
condivisa durante una riunione di direzione<br />
regionale in cui la soluzione trovata era stata<br />
quella di nascondere la polvere sotto il tappeto<br />
e andare avanti. Da quel momento in poi neanche<br />
più il segretario nazionale del Pd, Pierluigi<br />
Bersani, si è interessato della Calabria. Mai<br />
più citata nei suoi discorsi né tra quelle regioni<br />
che potevano essere ancora conquistate.<br />
118 8<br />
ELEZIONI REGIONALI<br />
La Calabria guidata<br />
dal Governatore più giovane<br />
di Giulia Zampina<br />
Il nuovo Governatore Giuseppe Scopelliti<br />
Scopelliti ha la meglio su Loiero.<br />
Il centrosinistra esce dalle elezioni umiliato e disintegrato<br />
La vittoria di Giuseppe Scopelliti è stata<br />
dunque scritta in parte anche in casa<br />
Pd. Il centro sinistra, ha pagato il fatto di<br />
essere ostaggio di una candidatura che<br />
non è riuscita a fare sintesi e a rispondere<br />
alle esigenze di cambiamento che la<br />
Regione Calabria chiedeva.<br />
Dallo scorso 29 marzo è dunque il sindaco<br />
di Reggio a guidare la Calabria. Scopelliti<br />
è il governatore più giovane che<br />
la regione abbia mai avuto.Inizia la<br />
sua carriera politica iscrivendosi<br />
al Fronte della Gioventù,<br />
organo giovanile del Movimento<br />
Sociale Italiano.<br />
Nel 1988 viene eletto<br />
consigliere circoscrizionale<br />
nella lista del<br />
Movimento Sociale Italiano.<br />
Nel 1991 ricopre la carica<br />
di segretario provinciale<br />
del Fronte della<br />
Gioventù di Reggio Calabria<br />
e nel 1992 viene eletto consigliere<br />
comunale di Reggio Calabria nella lista<br />
del MSI. Nel 1993, a Rieti, viene nominato<br />
segretario nazionale del Fronte<br />
della Gioventù. Nel 1994 si candida alle<br />
elezioni per rinnovo del Parlamento Europeo<br />
nel collegio dell’Italia Meridionale<br />
risultando il secondo dei non eletti con<br />
34.000 voti di preferenza. In seguito, inizia<br />
una esperienza regionale di due legislature:<br />
nel 1995 viene eletto consigliere<br />
regionale per le liste di Alleanza Nazionale<br />
e ricopre il ruolo di Presidente del<br />
Consiglio Regionale della Calabria; nel<br />
2000, rieletto consigliere regionale, svolge<br />
l’incarico di assessore al Lavoro e alla<br />
Formazione professionale nella Giunta<br />
Chiaravalloti. Nel 2001 diviene<br />
presidente dell’associazione<br />
Tecnostruttura delle Regioni<br />
per il Fondo Sociale<br />
Europeo. Nel 2002, sostenuto<br />
da una coalizione<br />
di centrodestra, viene<br />
eletto sindaco della<br />
città di Reggio Calabria<br />
con il 53,8% dei voti,<br />
superando il candidato<br />
del centrosinistra Demetrio<br />
Naccari Carlizzi. Nel 2003 viene<br />
nominato Commissario Delegato<br />
per il problema della salinità dell’acqua.<br />
Nel 2007 viene riconfermato sindaco<br />
per un secondo mandato con il 70%<br />
dei consensi.<br />
Dal 2008 è coordinatore regionale del Popolo<br />
della Libertà.<br />
Nel mese di gennaio <strong>2010</strong>, il quotidiano<br />
finanziario Il Sole 24 Ore ha pubblicato<br />
i risultati di un sondaggio sull’indice<br />
di gradimento degli elettori nei confronti<br />
dei sindaci dei capoluoghi di provincia<br />
italiani, riferito all’anno 2008. In questa<br />
classifica Scopelliti è al primo posto, con<br />
un consenso stimato al 75%, assieme al<br />
sindaco di Verona Flavio Tosi e al sindaco<br />
di Torino Sergio Chiamparino.
Tra i due contendenti<br />
in Calabria<br />
si è inserito un<br />
altro pretendente<br />
alla poltrona di<br />
governatore. L’imprenditore Filippo Callipo,<br />
che a dire il vero ha iniziato la sua corsa molto<br />
prima degli altri due. In una calda sera d’agosto.<br />
Filippo Callipo, sostenuto da tre liste, Italia<br />
dei valori, la lista Bonino Pannella ed io resto<br />
in calabria, ha comunque ottenuto un successo<br />
personale che lo ha fatto attestare a circa<br />
il 10% delle preferenze. E per dare il senso<br />
della sua candidatura e del risultato ottenuto,<br />
Callipo ha scritto una lettera ai suoi elettori.<br />
“E’ un successo di cui andiamo fieri. Una<br />
percentuale a due cifre, per chi non ha gestito<br />
clientela e mai consumato risorse pubbliche<br />
per accrescere il consenso, è un successo<br />
innegabile. Li abbiamo avuti tutti contro, hanno<br />
organizzato contro di noi di tutto e di più.<br />
C’è stata una propaganda contro di noi che<br />
è andata dalla richiesta del voto utile a vere<br />
e proprie campagne di odio e di diffamazione.<br />
Nonostante tutto noi ci siamo, dimostriamo<br />
che in Calabria si può fare politica anche<br />
contro il volere della nomenclatura di centrosinistra<br />
che, dati alla mano, ha sbagliato tutto.<br />
Ha giocato solo nel suo interesse diretto e<br />
contro la Calabria. E lo dico non per fare polemiche,<br />
ma perché i vertici nazionali dei partiti<br />
facciano una riflessione e traggano qualche<br />
conclusione. Se sommando i voti di Loiero<br />
ai miei, s’intende dimostrare che Scopelliti<br />
avrebbe vinto ugualmente, è tutto sbagliato.<br />
I dati di oggi dimostrano che i dati di ieri erano<br />
giusti, anche quando Loiero asseriva che<br />
lui i sondaggi li avrebbe stracciati nell’urna. E’<br />
una sconfitta, mi spiace dirlo, di cui i leader<br />
del centrosinistra non avevano dubbi.<br />
Altra cosa sarebbe stata la mia candidatura<br />
alla Presidenza dell’intero centrosinistra,<br />
L’imprenditore Filippo Callipo<br />
SICUREZZA E POLIZIA<br />
Callipo l’imprenditore che crede ancora nella rivoluzione<br />
Agazio Loiero, l’altro candidato sconfi tto<br />
ma è stato uno scenario che non si è avuto<br />
il coraggio di costruire. Qui si registra una<br />
miopia e un’impotenza che ha dell’incredibile.<br />
Con me candidato alla Presidenza la partita<br />
sarebbe stata diversa, avremmo potuto guadagnare<br />
ampie fette di elettorato moderato<br />
che di Loiero ne aveva le tasche piene, come,<br />
d’altronde, dimostravano già i sondaggi. Il nostro<br />
risultato dimostra che non è vero che in<br />
Calabria è tutto contaminato dalla politica politicante,<br />
c’è spazio anche per una società civile<br />
che inizia ad affrancarsi. C’è spazio, questo<br />
vogliamo dimostrare, anche per chi il consenso<br />
non lo cattura soltanto con clientela e voto<br />
di scambio. Senza dubbio il nostro risultato è<br />
un punto di partenza formidabile per costruire,<br />
fin da subito, un’alternativa politica dignitosa<br />
per la Calabria e lavorare, insieme ai tanti<br />
che hanno votato per gli altri turandosi il naso<br />
o i moltissimi che hanno preferito contestare<br />
la politica non votando, delle proposte per risolvere<br />
i problemi che collocano la Calabria in<br />
fondo ad ogni classifica economica e sociale.<br />
Girando per la Calabria ho potuto vedere problemi<br />
e abbandoni storici. Mi sono dichiarato,<br />
dappertutto, per quello che sono: un imprenditore<br />
disposto a dare una mano, disinteressatamente,<br />
alla mia terra. Non voglio indagare i<br />
motivi per cui la Calabria continua a dare un<br />
forte consenso ad un sistema partitico delegittimato<br />
e improduttivo, ma questa strada non<br />
porta da nessuna parte. Non ci fa recuperare<br />
in credibilità come sistema-regione agli occhi<br />
degli italiani e senza fiducia, purtroppo, non<br />
ci saranno investimenti nazionali ed internazionali.<br />
In un Paese in cui i disoccupati hanno<br />
raggiunto la cifra di 2 milioni, in cui c’è una<br />
contrazione vistosa degli acquisti e la ripresa<br />
per le imprese è ancora un miraggio, mentre<br />
la politica non assume le scelte forti che tutti<br />
ci attendiamo, questo risultato calabrese<br />
acuisce la nostra arretratezza. Per me è stata<br />
una campagna elettorale entusiasmante, per<br />
le tante relazioni sincere che sono nate, per la<br />
nascita, al di fuori dei partiti, di un gruppo nutrito<br />
e variegato di dirigenti politici che prima<br />
non s’erano mai affacciati alla politica e il cui<br />
impegno ora andrà meglio plasmato e indirizzato;<br />
ma anche dura, specie per taluni attacchi<br />
ciechi e furibondi su cui nei prossimi giorni<br />
avremo modo di discutere. Nella nuova fase<br />
che inizia adesso, tuttavia, noi vogliamo esserci.<br />
Lo faremo con la consueta passione e sempre<br />
avendo come obiettivo il bene della Calabria.<br />
Per noi inizia un lavoro doppio: al nostro<br />
interno, per capire come strutturarci meglio e<br />
dotarci di ciò che finora non abbiamo avuto,<br />
un’organizzazione capillare e più razionale;<br />
all’esterno, per comprendere quali rapporti si<br />
possono costruire con le altre forze politiche,<br />
una volta che dentro taluni partiti si avvierà,<br />
come spero, una serena e costruttiva autocritica<br />
che miri a rendere protagonisti di questa<br />
stagione risorse giovani e fresche, competenze<br />
e intelligenze messe ai margini dalla vecchia<br />
politica e per calcoli sfacciatamente di potere<br />
di cui, nonostante i nostri sforzi, non siamo<br />
riusciti a liberare la Calabria”.<br />
119 9
Missione compiuta per Roberto<br />
Formigoni a poche ore<br />
dal suo 63esimo compleanno.<br />
Il candidato del centrodestra<br />
ha infatti stravinto la sfida con Filippo<br />
Penati e si è conquistato il quarto<br />
mandato consecutivo alla guida del Pirellone,<br />
posizione che lo stesso Formigoni<br />
ha definito seconda solo alla presidenza<br />
del Consiglio. Le proporzioni del successo<br />
di Formigoni, ampiamente annunciato,<br />
sono significative: il presidente<br />
uscente ha ottenuto il 56,11%, lasciando<br />
il candidato del Pd al 33,27%, mentre Savino<br />
Pezzotta, alfiere dell’Udc, si è fermato<br />
al 4,68%. Il dato politico più rilevante<br />
in Lombardia è legato alla competizione<br />
interna al centrodestra, con la Lega<br />
Nord, che ha raccolto grandi consensi in<br />
tutto il settentrione, ma che non ha sorpassato<br />
il Pdl, confermatosi primo partito<br />
della regione, con il 31,78% delle preferenze.<br />
La Lega si è assestata al 26,20%,<br />
risultato notevolissimo, ma ancora quattro<br />
punti al di sotto del partito di Berlusconi.<br />
Sul fronte del centrosinistra, invece,<br />
il Pd ha ottenuto il 22,89%, l’Italia dei<br />
Valori il 6,28%, l’Udc il 3,84%. Penati dal<br />
canto suo ha riconosciuto la vittoria di<br />
Pdl e Lega ma ha avvisato che “la coalizione<br />
è comunque cresciuta rispetto alle<br />
europee” e che “si apre maggiormente<br />
la partita di Milano che si conferma il<br />
cuore del cambiamento”. L’Italia dei Valori<br />
è cresciuta invece anche rispetto al<br />
2005. Allora con l’1,4% ottenne un consigliere.<br />
Questa volta ha superato abbondantemente<br />
il 6%. Alla coalizione che sostiene<br />
Formigoni, andranno 49 seggi sugli<br />
80 del Consiglio Regionale: 8 alla lista<br />
del presidente, 23 al Pdl e 18 alla Lega.<br />
220 0<br />
ELEZIONI REGIONALI<br />
Lombardia, Formigoni vince<br />
ancora e cresce con la Lega<br />
di Antonio Capria<br />
Pdl primo partito. Il governatore: “I cittadini apprezzano le nostre riforme”<br />
Il Governatore Roberto Formigoni<br />
Il candidato del centrosinistra, Filippo Penati,<br />
ex presidente della Provincia di Milano,<br />
ha ottenuto il 33,27% dei voti, contro<br />
il 43,17 ottenuto da Riccardo Sarfatti,<br />
candidato del centrosinistra presentatosi<br />
nel 2005 contro Formigoni. Il Pd ottiene<br />
21 seggi dei 27 della coalizione che sosteneva<br />
Penati. Quattro vanno all’Idv, uno a<br />
Sinistra Ecologia e Libertà: il seggio del<br />
Partito dei Pensionati viene occupato dallo<br />
stesso Penati. I restanti tre seggi vanno<br />
all’Udc di Savino Pezzotta. “La vittoria<br />
che abbiamo portato a casa non è la<br />
vittoria di uno solo ma la vittoria di un<br />
popolo e questo deve essere chiaro a tutti”.<br />
E’ quanto ha sostenuto il presidente<br />
della Regione Lombardia Roberto Formigoni<br />
festeggiando la vittoria assieme ai<br />
suoi elettori. “Abbiamo portato a casa più<br />
voti del 2005 senza l’Udc – ha sottolineato<br />
Formigoni- e sempre rispetto al 2005<br />
abbiamo dato un distacco più del doppio<br />
alla sinistra, 22 punti di vantaggio senza<br />
dimenticare che hanno cercato di farci<br />
fuori con tutte le illegalità di questa terra.<br />
La Corte d’Appello di Milano – ha proseguito<br />
Formigoni - ha agito in maniera<br />
illegale nei nostri confronti e si è attuata<br />
una macchinazione contro di noi che<br />
ci ha fatto perdere consensi altrimenti<br />
la nostra vittoria poteva essere ancora<br />
più ampia”. A proposito dei risultati<br />
della Lega, Formigoni ha commentato<br />
che “sono degli alleati e gioisco per il loro<br />
risultato e mi sembra che non ci sia<br />
più spazio per la sinistra. Un centrodestra<br />
più forte sarà la politica che piace ai<br />
nostri cittadini”. Andrea Gibelli, vicepresidente<br />
in pectore della Regione ed esponente<br />
della Lega, ha sottolineato che “il<br />
rapporto con il Pdl cambia” perché “il, risultato<br />
ci investe di grande responsabilità<br />
e ne terremo conto”. Quello che è certo<br />
è che il ministro della Difesa Ignazio<br />
La Russa non dovrà mangiare l’ormai celebre<br />
“asino vivo” con cui aveva promesso<br />
di banchettare in caso di sorpasso del<br />
Carroccio.
“I cittadini - ha commentato Formigoni<br />
- evidentemente apprezzano le riforme<br />
che abbiamo fatto in questi anni”.<br />
“Abbiamo vinto - ha poi aggiunto - nonostante<br />
lo stop alle nostre liste per oltre<br />
una settimana che ci ha penalizzato.<br />
E non è un caso che l’astensione più<br />
alta sia stata registrata proprio in Lombardia:<br />
la sentenza della corte d’Appello<br />
ha lasciato sconcertato l’elettore”. Un<br />
altro dato politico interessante riguarda<br />
la città di Milano, che Formigoni ha<br />
definito “insieme a Mantova è uno dei<br />
punti di debolezza del Pdl in Lombardia”<br />
mentre Penati parla nel capoluogo<br />
di “un risultato molto favorevole.<br />
Dopo 15 anni di governo della destra -<br />
ha aggiunto Penati - i milanesi bocciano<br />
la Moratti e Formigoni non supera<br />
il 50%”. Il confronto con i risultati delle<br />
precedenti consultazioni - a ben guardare<br />
- non evidenzia grandi variazioni<br />
ma, sia da destra sia da sinistra, sembra<br />
arrivare un segnale di disagio bipartisan<br />
nei confronti dell’amministrazione<br />
di Letizia Moratti. Penati, comunque, ha<br />
anche annunciato che non si candiderà<br />
per la poltrona di sindaco alla prossima<br />
tornata elettorale del 2011. Sono<br />
molto soddisfatto di questo risultato<br />
importante - ha commentato il candidato<br />
dell’Udc Pezzotta-. Bisogna tener<br />
presente che siamo piccoli, siamo da soli<br />
e abbiamo fatto una campagna contro<br />
dei colossi. Siamo usciti bene, anzi meglio<br />
se pensiamo alla sfida che avevamo<br />
di fronte. Abbiamo dovuto scalvare<br />
l’Everest”. Vittorio Agnoletto, candidato<br />
dei partiti di sinistra, ha invece parlato<br />
di una sconfitta indubbia per il suo<br />
movimento, fermatosi intorno al 2%. In<br />
Lombardia anche il Movimento 5 stelle<br />
di Beppe Grillo non ha sfondato e si è<br />
fermato poco sopra il 2%.<br />
SICUREZZA E POLIZIA<br />
LA SCHEDA<br />
Roberto Formigoni si conferma Governatore<br />
Roberto Formigoni si appresta a trascorrere un altro quinquennio alla presidenza della<br />
Regione Lombardia. Per lui, il principale esponente politico di Comunione e Liberazione,<br />
e’ il quarto mandato alla guida del Pirellone. Non per niente sono in molti quelli che gia’<br />
parlano polemicamente di ‘ventennio’ formigoniano, specie tra i suo avversari che in passato<br />
lo hanno chiamato, a seconda delle stagioni, il Panzer di Dio, il fascista, l’integralista.<br />
Per i suoi collaboratori piu’ stretti e’ invece piu’ semplicemente ‘il Celeste’. Soprannomi<br />
antitetici ma che la dicono lunga sulla personalita’ del ‘presidentissimo’ - questa volta<br />
la definizione e’ del premier Silvio Berlusconi - della Regione Lombardia. Un uomo forte e<br />
deciso, dal carattere tutt’altro che celestiale, cresciuto a pane e politica. Nato a Lecco nel<br />
1947, entra giovanissimo nelle file di Gioventu’ Studentesca, il movimento popolare destinato<br />
a diventare poi Cl. Nel corso degli anni resta l’allievo prediletto di Don Giussani. E<br />
la fotografia del fondatore di Cl che ancora oggi si trova sulla scrivania del piano piu’ alto<br />
del Pirellone dimostra quanto sia stato intimo e stretto il rapporto tra i due. Un sodalizio<br />
che si rispecchia nel modus vivendi del governatore. Formigoni conduce una vita per<br />
certi versi monastica, alternata a ritmi di lavoro forsennati. Fa parte del gruppo dei Memores<br />
Domini, dove vive in totale comunione con altri esponenti di Cl: una stanzetta per<br />
se’ e tutto il resto in comune. L’appartenenza a Cl, insomma, fa parte del dna di Formigoni.<br />
Rappresenta insieme il suo punto di forza e il suo limite. E’ il dogma che lo spinge a<br />
non guardare in faccia a nessuno, quando e’ convinto di avere ragione. E’ la causa di tante<br />
battaglie combattute a suon di fendenti scagliati tanto a sinistra quanto a destra, se in<br />
gioco ci sono valori per lui non negoziabili come vita, matrimonio e famiglia. Ma forse il<br />
profondo ‘ciellismo’ incarnato da Formigoni, quello che lo ha spinto a sfidare le sentenze<br />
della Corte d’Appello di Milano che imponeva di ‘staccare la spina’ a Eluana Englaro, e’<br />
stato per lui anche un freno, capace di relegarlo per tutti questi anni all’interno dei confini<br />
lombardi: nonostante le sue indiscutibili capacita’ politiche e le sue ambizioni per incarichi<br />
piu’ impegnativi (eletto senatore nel 2008, non ha mai nascosto le sue aspirazioni<br />
per un Ministero di prestigio come la sanita’ o l’istruzione), il salto a Roma non gli e’ mai<br />
riuscito. Cosi’ anche questa volta si ricomincia da Pirellone. O meglio da Palazzo Lombardia,<br />
la monumentale altra sede della Regione, fortemente voluta da Formigoni (che per<br />
realizzarla, denunciano i suoi piu’ acerrimi avversari, ha sottratto 500 milioni di euro destinati<br />
a progetti di edilizia popolare) e destinata a diventare il grattacielo piu’ alto d’Italia,<br />
con tanto di giardini pensili e eliporto per l’elicottero del governatore. Anche per il<br />
prossimo quinquennio, Formigoni, che si ritiene un vero anticipatore del federalismo, basera’<br />
ogni sua scelta politica sul binomio ‘sussidiarieta’’ e ‘fare sistema’, in base alla convinzione<br />
che i problemi si risolvono ‘mettendo in rete’ i diversi protagonisti della partita.<br />
Ma probabilmente, piu’ che su disoccupazione, lavoro, famiglie e infrastrutture per l’Expo,<br />
la sua vera sfida sara’ tutta politica: ritagliarsi uno spazio per il 2015, anno dell’Expo<br />
ma anche delle prossime elezioni regionali. Dopo aver trascorso un ‘ventennio’ alla guida<br />
della Regione, non potra’ piu’ essere lui a correre per il centrodestra. Ma, considerati<br />
la sua ambizione, la sua tendenza a occupare la scena e la sua fortissima personalita’, c’e’<br />
da scommettere che non ci stara’ a farsi da parte cosi’ facilmente.<br />
221 1
La vittoria del ministro dell’Agricoltura<br />
Luca Zaia era ampiamente prevista,<br />
ma non in questi termini. Il candidato<br />
leghista del centrodestra ha ottenuto<br />
il 60,15% delle preferenze, ovvero un<br />
222 2<br />
ELEZIONI REGIONALI<br />
Zaia stravince in Veneto<br />
Il candidato leghista ottiene più del doppio dei voti del suo rivale Giuseppe Bortolussi<br />
di Antonio Capria<br />
Il vincitore delle Elezioni Regionale in Veneto Luca Zaia<br />
milione e mezzo di voti, più del doppio del suo<br />
avversario di centrosinistra, Giuseppe Bortolussi,<br />
rimasto sotto al 30%, ma anche 168.000<br />
voti in più di quelli presi dal suo predecessore<br />
Giancarlo Galan nel 2005. Il Carroccio in Veneto<br />
diventa il primo partito con il 35,15% dei<br />
voti (+6.75% rispetto al 2009), staccando di<br />
più di dieci punti il Pdl, fermo al 24,74%, in calo<br />
di quasi cinque punti rispetto alle europee<br />
del 2009. Il nuovo Consiglio regionale del Veneto<br />
avrà 38 consiglieri della maggioranza di<br />
centrodestra (Lega-Pdl) e 22 di opposizione,<br />
tra centrosinistra e liste di centro. Il partito di<br />
maggioranza relativa sarà quello del Carroccio<br />
con 21 consiglieri, compreso il presidente della<br />
Regione, Luca Zaia, e il candidato leghista eletto<br />
nel listino del presidente, Bruno Cappon. Il<br />
gruppo leghista avrà cinque consiglieri trevigiani,<br />
altrettanti veronesi, tre eletti a Padova e<br />
altrettanti a Venezia, quattro a Vicenza e uno a<br />
Belluno. Il Pdl avrà 17 consiglieri, quattro eletti<br />
nel listino Zaia e 13 su base proporzionale (tre<br />
a Verona e a Venezia, due a Padova e a Vicenza,<br />
uno a Belluno, Rovigo e a Treviso). Sui banchi<br />
dell’opposizione siederanno 14 consiglieri<br />
del Pd, compreso il candidato presidente Giuseppe<br />
Bortolussi, tre di Idv, uno della Federazione<br />
di Sinistra, tre dell’Udc e uno dell’Unione<br />
Nordest. Il Pd elegge tre consiglieri a Venezia e<br />
a Padova, due a Treviso e a Verona, uno ciascuno<br />
a Vicenza, Belluno e Rovigo; Italia dei Valori<br />
elegge un consigliere nelle province di Padova,<br />
Venezia e Verona; Rifondazione e i Comunisti<br />
Italiani eleggono un consigliere a Venezia. Infine,<br />
i tre consiglieri Udc risultano eletti a Padova,<br />
Verona e Vicenza e quello dell’Unione
Nordest in provincia di Treviso. Restano fuori<br />
dal Consiglio regionale, David Borrelli, candidato<br />
del movimento cinque stelle nonostante<br />
il 3.15% dei voti, 2,57% alla lista, e i candidati<br />
di Veneti Indipendensa, Forza Nuova e<br />
Partito Nasional Veneto, tutti e tre abbondantemente<br />
sotto l’1%. “Avvieremo subito un tavolo<br />
con il Governo per una piattaforme negoziale<br />
che porti alla realizzazione del federalismo<br />
e dell’autonomia”. Ha subito promesso<br />
il neo governatore del veneto. La richiesta<br />
a Roma di “nuove competenze” per il Veneto,<br />
spiega Zaia, andrà “dalla sanità, alla scuola,<br />
all’energia”. “Non abbiamo più alibi - ha<br />
concluso, riferito agli alleati - non ci interessano<br />
i rapporti di forza, ma ci interessa fare<br />
una strada assieme”. Secondo Zaia “il popolo<br />
chiede il federalismo: è chiaro che in questo<br />
processo ci aspettiamo delle turbolenze<br />
in volo”. Zaia ha detto che “i Veneti dovranno<br />
sapere cosa chiediamo a Roma: ci siamo giocati<br />
la nostra reputazione sul federalismo”.<br />
Lo sconfi tto Giuseppe Bertolussi<br />
SICUREZZA E POLIZIA<br />
LA SCHEDA<br />
Zaia: Il primo Presidente regionale della Lega<br />
Luca Zaia e’ il primo Presidente di Regione della Lega Nord: il suo successo in Veneto, con oltre il<br />
60 per cento delle preferenze, ha superato ogni previsione. Zaia è nato a Conegliano, in provincia<br />
di Treviso, il 27 marzo 1968: ha 42 anni, e’ sposato con Raffaella, e risiede a Codogne’ (Treviso).<br />
Espolsiva la sua carriera politica: il suo primo grande amore e’ stato la Lega Nord, che conosce<br />
attraverso Gian Paolo Gobbo (attuale Sindaco di Treviso). Nel 1993 si candida alle amministrative<br />
per il Consiglio Comunale di Godega (Treviso) dove viene eletto con 61 preferenze e diventa<br />
capogruppo. Nel 1995, con 3961 preferenze, Zaia diventa assessore provinciale all’agricoltura e<br />
nel 1998, con una campagna elettorale in cui la Lega Nord-Liga Veneta si presenta da sola, viene<br />
eletto Presidente della Provincia di Treviso divenendo il Presidente provinciale piu’ giovane d’Italia:<br />
viene rieletto Presidente della Provincia nel 2002 con 240.211. Questi sono gli anni in cui Zaia<br />
lancia la ‘finanza creativa’ applicata al bilancio provinciale; la stagione delle opere pubbliche realizzate<br />
in otto anni di lavoro e che portano in dote oltre quattrocento rotatorie, diciotto istituti<br />
scolastici e il Piano strategico per la Provincia, che coinvolge, come citta’ gemelle, Barcellona,<br />
Glasgow e Lione, insieme al progetto di valorizzazione del patrimonio edilizio, fino ad allora per<br />
lo piu’ in disuso. Viene ridisegnata l’intera logistica provinciale e parte il recupero del Complesso<br />
di sant’Artemio, una vasta area con importanti edifici d’epoca che vengono restituiti al loro valore<br />
pubblico e alla cittadinanza. Cio’ che ha maggirmente lasciato il segno sul trevigiano riuslta<br />
essere il Progetto di sicurezza stradale capace di ridurre il numero di morti sulle strade della provincia<br />
di Treviso. Nel 2005 Zaia viene nominato Vice Presidente della RegioneVeneto: ha la delega<br />
all’agricoltura e al turismo. Nella regione piu’ ricettiva d’Italia, con un incoming di oltre sessanta<br />
milioni di presenze all’anno, si tratta di una delega strategica tanto che Zaia intuisce che agricoltura<br />
e turismo devono operare assieme per ottenere quel valore aggiunto che richiedono i cittadini<br />
e gli operatori; porta a termine l’operazione ‘Umbrella brand’ con cui rilancia la promozione<br />
turistica del territorio, utilizzando anche le numerose manifestazioni fieristiche nazionali e internazionali<br />
in cui la Regione opera da protagonista. Sono gli anni in cui fanno capolino le prime<br />
battaglie sulla lingua e sull’identita’ veneta. Zaia lascia l’incarico in Regione nel maggio del 2008<br />
per diventare Ministro delle Politiche Agricole alimentari e forestali su indicazione di Umberto<br />
Bossi. L’obiettivo di quest’incarico e’ stato quello di rimettere ‘l’azienda agricola italiana’ al centro<br />
dell’agenda politico-istituzionale nazionale in un momento di particolare crisi del settore a livello<br />
planetario. Dal punto di vista culturale, si attesta sulla difesa identitaria del prodotto Made<br />
in Italy, sulle biodiversita’, sulla difesa delle produzioni nazionali da un malinteso principio liberista<br />
e globalista. In proposito, cita sempre un’espressione di J.J.Rousseau, tratta dal Contratto sociale:<br />
“Vi e’ una sola legge che per sua natura, esige un consenso unanime: e’ il patto sociale, legittimato<br />
dalla volonta’ generale che dirige tutti verso il bene comune’. In questi due anni, Luca<br />
Zaia ha documentato la sua attivita’ con alcuni volumi tecnici editi dal Ministero, ‘Con le scarpe<br />
sporche di terra’, ‘La mia multinazionale’, ‘La terra siamo noi’ e con la ‘Lectio Magistralis’ tenuta<br />
presso l’Universita’ di Fudan a Shanghai. L’Editore Mondadori ha pubblicato il suo saggio ‘Adottare<br />
la terra per non morire di fame’ nella collana Strade blu.<br />
223 3
Asentire i candidati dell’Emilia-<br />
Romagna, questa volta hanno<br />
vinto tutti. Vasco Errani, si dice<br />
soddisfatto del 52,06% del<br />
centrosinistra (Pd, Idv, Rifondazione, Sinistra<br />
ecologica e Partito pensionati): “E’<br />
una vittoria chiara, forte e netta”. E si<br />
prepara a governare per la terza volta la<br />
Regione. L’opposizione, con la candidata<br />
Anna Maria Bernini (che sfiora il 37%),<br />
minimizza - “è una vittoria di Pirro” - e<br />
se la prende con l’Udc (4,2%) per aver<br />
corso da solo. Entusiasta il rappresentante<br />
del “Movimento 5 stelle”, Giovanni<br />
Favia, che porta a casa il 7% e trascina<br />
in Assemblea legislativa due consiglieri.<br />
Il Pd guadagna 18 consiglieri ai quali si<br />
devono aggiungere i nominativi indicati<br />
nel listino di Errani. Un consigliere per<br />
uno a Prc e Sel; il partito di Di Pietro va<br />
in Regione con due rappresentanti. Il Pdl<br />
si presenta con 10 consiglieri, mentre la<br />
Lega (che continua a crescere in regione<br />
e a rosicchiare voti al Pdl, assestandosi a<br />
oltre il 13%) conferma 4 esponenti in via<br />
Aldo Moro. I “grillini” saranno due, l’Udc<br />
rimane con un unico esponente.<br />
“Il fango contro Errani non ha pagato -<br />
commenta il segretario regionale del Pd,<br />
Stefano Bonaccini -. La Lega ha preso voti<br />
al Pdl”. Ma il candidato della lista di<br />
224 4<br />
ELEZIONI REGIONALI<br />
Il Pdl non riconosce la vittoria<br />
di Errani e si scaglia contro l’Udc<br />
di Antonio Capria<br />
Beppe Grillo<br />
Il vincitore delle Elezioni Regionali in Emilia Rimagna Vasco Errani<br />
Beppe Grillo, Giovanni Favia, avverte: “I<br />
partiti sono morti, in questa campagna<br />
elettorale non si è mai parlato di contenuti.<br />
Noi abbiamo speso solo 5.600 euro<br />
lavorando in rete, noi siamo la vera politica”.<br />
“L’esito elettorale - spiega Silvia<br />
Noè, dell’Udc - ha confermato la vittoria<br />
dell’astensionismo, così come la vittoria<br />
dei partiti di protesta”. A parte i numeri,<br />
tutti i partiti cercheranno di “leggere”<br />
il risultato delle regionali anche in chiave<br />
bolognese, visto che nei prossimi mesi<br />
si dovrà tornare alle urne per eleggere<br />
il successore di Flavio Delbono dopo<br />
il “Cinzia-gate”, le dimissioni e il successivo<br />
commissariamento. Il caso-Delbono,<br />
ammette Vasco Errani “è un colpo pesante<br />
per la città, non ho mai inteso sottovalutarlo.<br />
Ma noi siamo andati avanti per<br />
la nostra strada”. Il successo di Errani in<br />
questa tornata elettorale risulta però fortemente<br />
ridimensionato rispetto al 2005.<br />
Nella corsa al suo secondo mandato era<br />
stato un trionfo: 1.579.989 voti (62,7%).<br />
A distanza di cinque anni, i consensi si<br />
sono ridotti a 1.197.789 (52,06%). Quasi<br />
400 mila voti in meno. Pur nella vittoria,<br />
la concretezze delle cifre assolute<br />
evidenzia il problema che sta di fronte<br />
a Vasco Errani, presidentissimo dell’Emilia-Romagna<br />
dal 1999 (quando subentrò<br />
in corsa ad Antonio La Forgia) ed alla coalizione<br />
di centro sinistra, compresa la<br />
Federazione della sinistra, che ha vinto<br />
queste consultazioni regionali, lasciando<br />
sul campo oltre 300 mila voti. Certo<br />
si può dire che il Pd rispetto alle europee<br />
del 2009 ha migliorato qualcosa (40,64%
oggi contro il 38,9%), ma nella regione<br />
da sempre roccaforte della sinistra, patria<br />
dell’Ulivo ed oggi del segretario Bersani,<br />
predecessore di Errani all’inizio degli<br />
anni ‘90, appare una magra consolazione.<br />
Gli elettori hanno dato un segnale<br />
forte e chiaro di disaffezione: in tanti<br />
non sono andati a votare (l’astensione è<br />
cresciuta dell’8,57%, quasi 300 mila elettori),<br />
in tanti sembrano aver votato per il<br />
movimento di Beppe Grillo che, insieme<br />
al successo del partito di Bossi dentro la<br />
coalizione del centro destra, è la seconda<br />
novità di queste elezioni in Emilia-Romagna.<br />
Il partito di Grillo (l’unico in campagna<br />
elettorale a fare un comizio in piazza<br />
<strong>Maggio</strong>re a Bologna; c’erano quasi 15<br />
mila persone) ha ottenuto 161 mila voti<br />
LA SCHEDA<br />
Vasco Errani<br />
SICUREZZA E POLIZIA<br />
pari al 7% (con la punta dell’8,71% a Bologna)<br />
e manda due consiglieri in regione.<br />
Dal canto suo la Lega nell’arco di cinque<br />
anni è passata da 109 mila voti a 288<br />
mila. Quasi tre volte, dal 4,7% al 13,6%.<br />
Il Pdl non ha di che cantare vittoria. E’ vero<br />
che Anna Maria Bernini con il 36,72%<br />
ha fatto meglio del candidato di cinque<br />
anni fa (Carlo Monaco prese il 35,21%),<br />
ma il Pdl è andato indietro: 24,55% oggi,<br />
27,06% nel 2005 (An + Fi) e due anni<br />
fa alla Camera il partito di Berlusconi<br />
toccò il 28,6% (27,4% alle Europee). Infine<br />
Casini con il candidato Gianluca Galletti<br />
ha ottenuto il 4,20%. Il partito ancora<br />
meno: 3,75%. Non molto diverso dal<br />
2005 quando dentro la coalizione di centro<br />
destra prese il 3,93%. Se voleva guadagnare<br />
spazio anche in vista delle future<br />
elezioni comunali di Bologna non c’è<br />
proprio riuscito.<br />
Vasco Errani e’ stato confermato, per la quarta volta consecutiva, presidente della Regione Emilia Romagna, in seguito alle Elezioni<br />
regionali <strong>2010</strong>. Nato a Massa Lombarda (Ravenna) nel 1955, dopo la maturita’ scientifica Vasco Errani si e’ iscritto alla Facolta’ di lettere<br />
e filosofia. E’ sposato e ha una figlia. Dal 1983 al 1995 e’ stato consigliere comunale a Ravenna per il Pci-Pds. Ha ricoperto inoltre<br />
l’incarico di Assessore alle attivita’ economiche, dal 1992 al 1993. Dalla seconda meta’ del 1993 al 1995 ha svolto il ruolo di dirigente<br />
presso la Presidenza della giunta regionale dell’Emilia-Romagna. Eletto in Consiglio regionale nel 1995, ha assunto l’incarico di Consigliere<br />
alla presidenza, ruolo che ha mantenuto fino al 1996. Nel 1997 e’ stato nominato Assessore regionale al turismo e nel 1999<br />
e’ stato eletto per la prima volta dal Consiglio regionale Presidente della giunta, quando conservando la delega al turismo. Nel 2000,<br />
in seguito alle prime elezioni dirette, e’ stato eletto Presidente per la coalizione di centrosinistra. Il 3-4 aprile 2005 e’ stato riconfermato<br />
alla guida della Regione con il 62,7 per cento dei voti, sostenuto da Uniti nell’Ulivo, Comunisti italiani, Italia dei Valori, Rifondazione<br />
comunista, Udeur e Verdi. Dal 2005 e’ Presidente della Conferenza dei Presidenti delle Regioni, di cui e’ stato vicepresidente<br />
dal 2000 al 2005.<br />
225 5
Vendola si è ripreso la Puglia con le<br />
unghie e con i denti ed è riuscito a<br />
strappare ai suoi avversari un notevole<br />
48,69 % dei voti. Oltre a Vendola,<br />
erano scesi in campo il candidato più temuto<br />
di centrodestra Rocco Palese, che ha ottenuto<br />
il 42,25% dei voti, Adriana Poli Bortone<br />
per UDC, Io Sud e Movimento per le Autonomie<br />
che ha raggiunto a malapena l’8,7% e Michele<br />
Rizzi per il Partito di Alternativa Comunista<br />
con un trascurabile 0,35%. Negli ultimi<br />
mesi Vendola ha avuto tutt’altro che vita facile.<br />
Vari grattacapi hanno affollato la sua testa<br />
fino ad essere sul punto di gettare la spugna.<br />
Prima lo scandalo della sanità pugliese che ha<br />
visto coinvolto direttamente il suo ex-vicepresidente,<br />
Sandro Frisullo, immediatamente da<br />
lui “silurato”, poi il vertice del PD che gli chiedeva<br />
di retrocedere. Ripudiato dalla sua stessa<br />
coalizione di centrosinistra che non l’avrebbe<br />
voluto come candidato, dopo aver sbaragliato<br />
come Davide contro Golia e per la seconda<br />
volta –accadde già nel 2005- l’uomo scelto dal<br />
PD, Francesco Boccia, nelle primarie di gennaio,<br />
Vendola si è imposto come leader della sinistra<br />
pugliese e, secondo alcuni, nazionale. Ex<br />
comunista, cattolico ed omosessuale dichiarato<br />
nasce a Bari il 26 agosto del 1958. Il suo nome,<br />
Nicola, è quello del santo patrono di Bari<br />
ma riecheggia anche quello del leader sovietico<br />
Nikita Kruscev. Laureato in Lettere e Filosofia<br />
con una tesi su Pier Paolo Pasolini, fu tra i<br />
fondatori del Partito della Rifondazione Comunista<br />
e dell’Arcigay nazionale. Cresciuto in una<br />
“culla cattolica” definisce la sua omosessualità<br />
come una parte del suo “scisma dalle due chiese,<br />
dalla chiesa comunista e dalla chiesa cattolica.<br />
[…] ha rappresentato lo spazio di autonomia<br />
dalle mie fedi, o insieme di verifica delle<br />
mie fedi.”<br />
Fu eletto per la prima volta alla Camera dei De-<br />
226 6<br />
ELEZIONI REGIONALI<br />
di Giulia Zampina<br />
La vittoria di Vendola contro<br />
“Le mummie del Centrosinistra”<br />
Osteggiato dai suoi il Presidente uscente si riprende la Puglia con quasi il 49% dei consensi<br />
putati nel 1992 e rieletto nel 1994, nel 1996 e<br />
nel 2001. Nel 2009 lascia Rifondazione Comunista<br />
e dà vita al Movimento per la Sinistra allo<br />
scopo di “ricostruire una sinistra curiosa<br />
del mondo che cambia, all’altezza delle sfide<br />
del tempo presente, capace di stare nella realtà,<br />
di conoscere i territori e i luoghi di lavoro”,<br />
idee che confluiscono nel nuovo partito Sinistra<br />
Ecologia e Libertà, di cui nello stesso anno<br />
diventa portavoce. Lavoro e sviluppo le parole<br />
chiave contenute nel suo programma. Due<br />
obiettivi che si intende perseguire, innanzitutto,<br />
attraverso la “green economy”, ovvero investimenti<br />
nell’eolico e nel fotovoltaico. Poi attraverso<br />
la ricerca scientifica e tecnologica, la<br />
banda larga sulla quale camminerà anche la<br />
Pubblica Amministrazione anche per consentire<br />
ai cittadini un accesso più democratico alle<br />
sue informazioni e fonti, gli aiuti alle imprese<br />
a patto che si impegnino ad assumere pugliesi,<br />
creare posti di lavoro, distribuire benessere<br />
e giustizia sociale. E ancora, un’agricoltura<br />
di qualità, incentivi al turismo, infrastrutture,<br />
crescita del commercio e dell’artigianato, lotta<br />
al precariato, edilizia ed infine, ma non ultimo<br />
per importanza, il proseguimento di azioni<br />
e interventi dedicati ai giovani, divenute un<br />
vero e proprio fiore all’occhiello per la regione<br />
con il programma per le Politiche Giovanili,<br />
Bollenti Spiriti.<br />
La vittoria di Vendola, già nel 2005, ha segnato<br />
una svolta in una regione conservatrice e da<br />
alcuni considerata roccaforte del centrodestra,<br />
dopo esserlo stata della Democrazia Cristiana.<br />
Ora, gran parte del suo popolo lo promuove a<br />
pieni voti, nonostante le altrettante voci dissonanti.<br />
Il segreto del suo successo sembra risiedere<br />
nel suo saper continuare ad offrire un sogno,<br />
nel rompere con quelle che lui ha definito<br />
“mummie del centrosinistra” e con quella<br />
parte della sua coalizione coinvolta in scandali<br />
morali e giudiziari, ma anche in quella che lui<br />
stesso definisce una “connessione sentimen-<br />
Il Governatore Nichi Vendola<br />
tale” con il popolo. Ed è questo a cui fa riferimento<br />
quando, la notte dell’attesa, cita Pinuccio<br />
Tatarella e la sua capacità di “essere popolo<br />
senza cadere nel populismo”. Quel popolo,<br />
il cui “fiuto” e “olfatto” ha saputo “distinguere<br />
le persone dai briganti”, ha detto Vendola<br />
quando ormai l’esito della tornata elettorale<br />
era chiaro e riferendosi alle inchieste sulla sanità<br />
che avrebbero potuto influenzare il voto.<br />
“I risultati confermano che in Puglia abbiamo<br />
un laboratorio di buona politica” ha affermato<br />
esultante, “una regione che non è assimilabile<br />
a uno stereotipo negativo di un Mezzogiorno<br />
tutto cooptato in un cono d’ombra fatto<br />
di malaffare e di cose negative. C’è un Sud<br />
che è in piedi e che orgogliosamente rivendica<br />
le proprie eccellenze, i propri talenti e cerca<br />
la strada del proprio futuro”. Nelle sue parole,<br />
la Puglia si conferma come “un’anomalia”<br />
che si fa portatrice di un bisogno, non solo<br />
pugliese ma nazionale, di ricostruzione di<br />
un “vocabolario dell’alternativa”, un vocabolario<br />
la cui redazione sembra essere cominciata<br />
da questa regione. La priorità è la “costruzione<br />
di un nuovo centrosinistra, una coalizione<br />
che possa attrarre speranze, e non permettere<br />
la sostituzione di un vecchio ceto politico<br />
di destra con un altro ceto politico di sinistra”.<br />
(Pezzo elaborato con il contributo dei siti dedicati<br />
ai risultati delle elezioni in Puglia)
SICUREZZA E POLIZIA<br />
Raffaele Fitto si dimette dopo la sconfitta ma Berlusconi respinge le dimissioni<br />
Rischiava di pagare lui per tutti la sconfitta<br />
del centro destra in Puglia. Il ministro<br />
Raffaele Fitto, aveva infatti presentato le<br />
dimissioni dalla carica, dopo la sconfitta<br />
del candidato Rocco Palese, voluto fortemente<br />
da lui. Ma nel corso del consiglio<br />
dei ministri pre pasquale il presidente del<br />
Consiglio Silvio Berlusconi ha respinto le<br />
dimissioni di Raffaele Fitto. «Quello contro<br />
Nichi Vendola – ha dichiarato Berlusconi<br />
- non è un insuccesso del solo Fitto, che è<br />
Iscritto sin da giovanissimo alla FGCI e al Partito<br />
Comunista Italiano, nella sezione di Terlizzi,<br />
si laurea in lettere con una tesi su Pier<br />
Paolo Pasolini. Impegnato in campo politico e<br />
sociale, diventa giornalista presso L’Unità. Dichiaratamente<br />
gay ma senza alcun problema<br />
a definirsi credente, grazie anche alla sua formazione<br />
in gioventù di tipo cattolico, è stato<br />
promotore e fondatore dell’associazione Arcigay<br />
e della Lega italiana per la lotta contro<br />
l’AIDS (Lila). Portavoce nazionale di Sinistra<br />
Ecologia Libertà, è presidente della Regione<br />
Puglia dall’aprile 2005.<br />
DAL PCI A RIFONDAZIONE COMUNISTA<br />
Nel 1985 venne invitato da Alessandro Natta,<br />
allora segretario del PCI, a far parte della<br />
segreteria nazionale della FGCI a Roma, di<br />
cui diventò subito vice-presidente. Lasciò la<br />
carica nel 1988, diventando prima giornalista<br />
per il quotidiano Rinascita e poi dirigente<br />
nazionale del PCI, entrando nel comitato<br />
centrale nel 1990. Fu contrario alla “svolta<br />
della Bolognina” e nel gennaio del 1991, in<br />
dissenso dalla segreteria di Achille Occhetto,<br />
Vendola fondò, con Armando Cossutta e altri,<br />
il “Movimento per la rifondazione comunista”<br />
che diede poi vita al Partito della Rifondazione<br />
Comunista (PRC). Eletto alla Camera<br />
dei Deputati nel 1992, fu sempre rieletto nelle<br />
successive elezioni fino al 2005. Nel 1995,<br />
contrariamente a quanto stabilito dal comitato<br />
politico nazionale del suo partito, appoggiò<br />
insieme alla frazione dei Comunisti<br />
Unitari il governo tecnico del parlamentare<br />
Lamberto Dini. Negli anni da parlamentare<br />
fu importante il suo impegno nella Commissione<br />
parlamentare Antimafia, di cui fu anche<br />
vicepresidente.<br />
comunque un ottimo ministro, ma dell’intera<br />
classe dirigente».<br />
«Sono felice che il presidente Berlusconi<br />
non abbia accettato le dimissioni di Raffaele<br />
Fitto definendolo un ottimo ministro».<br />
E’ stato il commento di Rocco Palese alla<br />
notizia. «L’esito delle elezioni in Puglia -<br />
aggiunge Palese - è questione politica che<br />
sarà discussa nelle sedi competenti, non<br />
sarebbe stato giusto se avesse interferito<br />
con l’attività di Governo. Fitto, come mi-<br />
PRESIDENTE DELLA REGIONE PUGLIA<br />
Nel 2005 fu inaspettatamente scelto, tramite<br />
le elezioni primarie del 16 gennaio,<br />
come candidato della coalizione di centrosinistra,<br />
L’Unione, alla presidenza della Regione<br />
Puglia, sconfiggendo l’economista<br />
Francesco Boccia con 40.358 voti (50,8%)<br />
contro le 38.676 (49,2%) preferenze ottenute<br />
dal suo avversario. Vinse le elezioni<br />
regionali del 3 e 4 aprile ottenendo il<br />
49,8% dei consensi, sovvertendo i pronostici<br />
che lo davano in svantaggio rispetto<br />
al candidato del centrodestra e presidente<br />
uscente Raffaele Fitto.<br />
Dopo i suoi cinque anni di governo della<br />
Puglia, Vendola ha ricevuto pesanti critiche<br />
da parte dell’opposizione per la sua gestione<br />
della Sanità, che avrebbe portato a<br />
un debito di un miliardo e mezzo di euro.<br />
NICHI VENDOLA E IL VII CONGRESSO DEL PRC<br />
È stato il primo firmatario della mozione<br />
congressuale “Manifesto per la Rifondazione”<br />
al VII Congresso del PRC del 2008,<br />
che riflettendo sulla portata della sconfitta<br />
storica subita alle elezioni dell’aprile 2008<br />
dalla sinistra e dai comunisti, propone una<br />
chiave di lettura della società italiana che<br />
suggerisce la necessità di sostenere l’unità<br />
della sinistra proponendo una costituente<br />
che crei un nuovo partito che rappresenti<br />
l’intera sinistra con Sinistra Democratica,<br />
Unire la Sinistra e la Federazione dei<br />
Verdi. Nonostante la mozione abbia riportato<br />
la maggioranza relativa dei consensi<br />
(47,3%), non è riuscita ad imporsi nel Congresso<br />
nazionale del PRC. In seguito avvia<br />
la costruzione dell’area Rifondazione per<br />
la Sinistra<br />
nistro, ha ancora tanto da fare per il bene<br />
della Puglia e del Mezzogiorno. Quanto<br />
all’ennesimo commento della livorosa Poli<br />
Bortone ricordo che è velocemente passata<br />
dalle ultime politiche, quando fu eletta<br />
con il 43% dei voti nel Pdl, alle attuali regionali,<br />
quando candidata da sola ha ottenuto<br />
numeri del tutto risibili che non arrivano<br />
neanche al 10%. A dimettersi dal<br />
seggio del Senato, che occupa ormai abusivamente,<br />
dovrebbe essere lei».<br />
Perfetta sintesi delle contraddizioni. Vendola gay e cattolico<br />
IL PROGETTO DI “SINISTRA E LIBERTÀ”<br />
Il 21 gennaio 2009 dopo la vittoria nel congresso<br />
di rifondazione Comunista di Paolo Ferrero,<br />
con la mozione che propone di basare la politica<br />
sull’idea di ritrovamento dell’unità a sinistra, lontano<br />
dal Partito Democratico, Vendola lascia il partito<br />
e dichiara di volersi impegnare in un percorso,<br />
mirante alla costituzione di un nuovo soggetto<br />
politico che riunisca le diverse anime del centrosinistra<br />
italiano in un’ottica di rinnovamento che<br />
porti ad uscire dalla situazione di irrilevanza politica<br />
e sociale nella quale è precipitata la sinistra<br />
radicale. Questo progetto ha lo scopo di portare la<br />
sinistra a confrontarsi con le nuove idee per lo sviluppo<br />
della società in modo tale da poter affrontare<br />
i problemi del mondo del lavoro, dell’ambiente,<br />
degli immigrati, e, più in generale, del futuro,<br />
senza che uno neghi l’altro, ma, al contrario, valorizzandosi<br />
uno per l’altro. Il primo passo è rappresentato<br />
dalla costituzione di un gruppo politico<br />
per le Elezioni Europee: “Sinistra e Libertà”. Già<br />
nel 2005 aveva espresso posizioni di distacco dalla<br />
sua formazione comunista, dichiarando: «Io voglio<br />
mettere in discussione e bruciare la mia tradizione<br />
culturale, quella di chi non si dichiara ex,<br />
ma comunista»<br />
Il progetto di “Sinistra e Libertà” ha, inoltre, stimolato<br />
diversi territori dai quali emergono contributi<br />
forti e importanti: sia in termini di elaborazione<br />
politica, che pratiche amministrative, improntate<br />
sui bisogni e sulla necessità di uscire dalla<br />
crisi con il progresso sociale. Tuttavia, la coalizione<br />
non riesce ad entrare nel Parlamento europeo<br />
alle Elezioni europee del 2009 essenzialmente<br />
per due motivi: lo sbarramento al 4% e le divisioni<br />
tra le liste di estrema sinistra. Alle elezioni<br />
europee Nichi Vendola ottiene complessivamente<br />
221.247 preferenze, sempre nel 2009 il partito<br />
cambia nome in “Sinistra Ecologia Libertà”.<br />
227 7
228 8<br />
ELEZIONI REGIONALI<br />
Toscana, Rossi Governatore<br />
di Antonio Capria<br />
La vittoria di Enrico Rossi, settimo presidente<br />
della Regione Toscana, candidato<br />
del centrosinistra, era scontata,<br />
al di là del tentativo della sua principale<br />
avversaria, Monica Faenzi, di contrastarlo<br />
in campagna elettorale. Meno scontato era<br />
l’aumento di quasi il 10% delle astensioni, il<br />
successo di Italia dei Valori (9,4%) e Lega Nord<br />
(6,5%), che entrano per la prima volta a Palazzo<br />
Panciatichi e potrebbero condizionare le coalizioni<br />
di centrosinistra e centrodestra; il fatto<br />
che il Partito democratico perdesse la maggioranza<br />
assoluta passando da 32 a 25 consiglieri.<br />
La riforma elettorale, e il taglio del numero<br />
dei consiglieri (da 65 a 55), voluta da Pd<br />
e Pdl alla fine punisce i due partiti maggiori, e,<br />
in particolare, il Pd che pure aumenta i voti rispetto<br />
alle ultime elezioni politiche e alle Europee.<br />
Forza Italia e An che avevano 18 consiglieri<br />
ne avranno 16: 3 andranno alla Lega<br />
Nord. Rossi (che ha ottenuto complessivamente<br />
il 59,7% dei consensi), considerando<br />
anche i tre consiglieri della Federazione della<br />
Sinistra-Verdi, potrà contare su 32 voti più<br />
il suo, ma rischia di vedere condizionate alcune<br />
scelte su cui la sinistra, e lo stesso partito<br />
di Di Pietro, sono stati critici già in campagna<br />
elettorale. All’opposizione ci saranno anche<br />
i due consiglieri dell’Udc (fin ad ora erano<br />
tre) che, secondo Faenzi, sarebbero vicini<br />
ad un’alleanza con il Pdl.<br />
Ricapitolando, nel nuovo parlamento regionale<br />
la lista Pd Riformisti Toscani, grazie al<br />
42,2% dei voti ha incassato 24 seggi. Sempre<br />
nell’alveo del centrosinistra, l’Italia dei valori<br />
ha ottenuto il 9,42% e 5 seggi. Distanziata<br />
la Federazione della sinistra-Verdi, che ha<br />
guadagnato il 5,26% e 3 seggi mentre Sinistra<br />
ecologia libertà, con il 3,85% non conquista<br />
nessun seggio. Nel centrodestra, che<br />
con Monica Faenzi ha ottenuto il 24,4%, il Pdl<br />
ha ottenuto il 27,12% e 16 seggi mentre la<br />
Lega Nord è stata votata dal 6,48% dei toscani<br />
e ottiene 3 seggi. L’Udc, che correva da solo<br />
con Francesco Bosi (che ha ottenuto il 4,6%),<br />
ha avuto il 4,75% e 2 seggi. Nessun seggio<br />
alla lista Bonino-Pannella e a Forza Nuova.<br />
«La Toscana riparte dalle sue radici, dai valo-<br />
La nuova legge elettorale punisce PD e PDL<br />
ri di giustizia sociale e di solidarietà, riprende<br />
a correre e a trovare nuove strade per lo sviluppo».<br />
Emozionato e quasi travolto da fotografi<br />
e ospiti della Sala Pegaso nel Palazzo regionale<br />
a Firenze, il neo presidente della Regione<br />
Toscana Enrico Rossi ha sintetizzato così il significato<br />
del voto. «Il risultato è netto - ha proseguito<br />
Rossi dopo aver indossato la cravatta<br />
che gli aveva appena consegnato il presidente<br />
uscente Claudio Martini - e fa spiccare la Toscana<br />
nel panorama nazionale. Il primo a concorrervi<br />
è stato proprio Claudio Martini per tante<br />
ragioni e passioni. Con stile ed eleganza ha<br />
saputo preparare la sua successione e questo<br />
in politica conta molto. E’ stato anche un lavoro<br />
collettivo, che ha visto protagoniste tutte le<br />
forze della coalizione e i colleghi della giunta<br />
in prima persona. Girando per la Toscana mi<br />
sono accorto che la giunta uscente è rispettata<br />
in tutto, in sanità ma anche, ad esempio, per<br />
le politiche del lavoro e di sostegno in un momento<br />
di crisi economica. Si torna a vincere<br />
dovunque e dentro questa vittoria netta c’è la<br />
‘perla’ di Prato». Intanto Faenzi si dice convinta<br />
che la vittoria di Rossi deriva solo “da una<br />
rendita di posizione che difficilmente riuscirà<br />
a mantenere”.<br />
Il nuovo Governatore Enrico Rossi<br />
LA SCHEDA<br />
Ansa: nuovo presidente salvò fabbrica Piaggio<br />
Enrico Rossi, candidato del centrosinistra, è il nuovo presidente della Regione Toscana. Assessore<br />
al diritto alla salute nelle due giunte di Claudio Martini, il nuovo presidente conosce bene la macchina<br />
regionale: come assessore, negli anni, e’ riuscito ad avere apprezzamenti bipartisan (compreso<br />
quello del ministro dell’Economia Giulio Tremonti) sulla gestione della sanità toscana sia<br />
per la qualità sia per il contenimento della spesa. Ma Rossi deve la sua carriera all’esperienza di<br />
sindaco di Pontedera (Pisa), carica tenuta fino al 1999. Come primo cittadino riuscì a bloccare il<br />
trasferimento dello stabilimento della Piaggio nel Mezzogiorno, quando Ciriaco De Mita era ancora<br />
uno dei più potenti leader della Dc, e l’affare sembrava già fatto. Rossi è nato a Bientina (Pisa)<br />
il 25 agosto 1958 da famiglia operaia, padre camionista e madre casalinga. Ha un figlio di 21<br />
anni, Cesare, avuto dalla moglie da cui oggi è separato. La sua passione per la politica nasce nei<br />
banchi del liceo a Pontedera. Laureato in filosofia con 110 e lode all’Università di Pisa nel 1982,<br />
tre anni più tardi, decide di dedicarsi a tempo pieno alla politica e diventa vicesindaco a Pontedera,<br />
dove cinque anni più tardi conquista la poltrona di primo cittadino. Poco dopo essere stato<br />
eletto sindaco, si trova davanti i vertici della Piaggio convinti dai finanziamenti europei a trasferire<br />
l’azienda in Campania. In testa agli operai blocca la ferrovia ed è solo grazie ad un suo incontro<br />
con l’allora presidente Giovanni Alberto Agnelli che la situazione si sblocca e la Piaggio, ancora<br />
oggi è a Pontedera. Eletto in Consiglio regionale nel 1999, Rossi venne chiamato da Martini ad<br />
occuparsi di sanità, delega fino quel momento ricoperta dallo stesso Martini. Tra i suoi successi,<br />
nei 10 anni di incarico, Rossi ama ricordare i progetti per la realizzazione con il project financing<br />
di 4 nuovi grandi ospedali a Lucca, Prato, Pistoia e Massa. Chi lo conosce bene gli attribuisce un<br />
carattere schivo e riservato, e un temperamento un po’ irascibile. Ex fumatore, due pacchetti al<br />
giorno, ha smesso quando ha varato il primo piano sanitario regionale. Rossi ama passare il tempo<br />
libero a bordo del suo gozzo ormeggiato al porto di Livorno, quando non si tuffa nella lettura<br />
di classici e saggi di filosofia. Tifoso calcistico ‘tiepido’, per sua stessa ammissione, la sua grande<br />
passione calcistica è stata l’Inter di Facchetti e Burnich.
di Antonio Capria<br />
Le previsioni indicavano un testa a testa<br />
all’ultimo voto fra Burlando e Biasotti,<br />
ma l’indecisione è durata poco.<br />
Claudio Burlando è stato riconfermato<br />
presidente della Regione Liguria per il secondo<br />
mandato consecutivo, e la regione resta<br />
l’ultimo baluardo del centrosinistra nel<br />
Nord Italia spazzato dal ciclone Lega. E’ stato<br />
così sconfitto per la seconda volta l’ex governatore<br />
Sandro Biasotti, che aveva guidato la<br />
regione dal 2000 al 2005. L’esponente del Pd<br />
si è infatti imposto con il 52,14% dei voti su<br />
Biasotti che si è fermato al 47,85%.% dei consensi.<br />
Il Partito democratico, asse portante<br />
della coalizione che ha vinto le elezioni, non<br />
è però il primo partito della regione. Il Partito<br />
di Bersani ha registra il 28,34% dei consensi<br />
contro il 29,27% del Pdl. Terzo partito regionale<br />
è la Lega Nord (10,2%) che supera nei<br />
consensi sia l’Idv (8,4%) sia l’Udc (3,9%) che,<br />
d’altro canto, ha evitato a Burlando una sfida<br />
all’ultimo voto. Sono complessivamente 40 i<br />
consiglieri che faranno parte del nuovo Consiglio<br />
regionale della Liguria. Claudio Burlando<br />
si aggiudica 8 seggi. Le altre liste di centrosinistra<br />
che hanno sostenuto la sua candidatura<br />
hanno diritto a 17 seggi: il Pd 10 seggi,<br />
l’Idv 3 seggi, Udc, Federazione della Sinistra,<br />
Sinistra e Libertà e lista Noi con Burlando<br />
conquistano 1 seggio ciascuno. In consiglio<br />
entra di diritto anche il candidato presidente<br />
sconfitto, Sandro Biasotti, che però ha<br />
già annunciato che lascerà l’incarico di consigliere<br />
regionale per portare a termine il suo<br />
impegno da deputato. I partiti dell’opposizione<br />
di centrodestra che sostenevano Biasotti<br />
si aggiudicano invece complessivamente 14<br />
seggi: il Pdl 10 seggi, la Lega Nord 3 seggi e le<br />
liste civiche per Biasotti Presidente 1 seggio.<br />
“E’ un risultato straordinario. Aspettavo questo<br />
voto con curiosità e mi pare che sia stato<br />
premiato il lavoro di questi cinque anni”. Ha<br />
commento a caldo Burlando che ha definito<br />
la Liguria “un grande sismografo” che anticipa<br />
l’andamento delle politiche. “Io ce l’ho<br />
messa tutta e non ho niente da lamentarmi”<br />
ha commentato Biasotti. Più duro il giudizio<br />
del ligure Claudio Scajola, ministro dello Svi-<br />
luppo economico e esponente di spicco del<br />
Pdl: “Burlando ha costruito un’alleanza mettendo<br />
assieme forze politiche contraddittorie<br />
tra loro, forse utili per vincere, ma non certo<br />
per governare gli indispensabili processi<br />
di cambiamento e di innovazione della Regione<br />
Liguria. I vertici dell’Udc si sono assunti<br />
la grave responsabilità di rendere possibile<br />
questa alleanza innaturale, che rischia di<br />
condannare la nostra Regione a un’altra fase<br />
d’immobilismo”.<br />
Biasotti ha riconosciuto subito, con grande<br />
cavalleria, la sconfitta, augurando buon lavoro<br />
all’avversario. ‘Se i liguri e i genovesi sono<br />
soddisfatti di questa situazione - ha osservato<br />
- ne prendo atto. Avevo recepito voglie<br />
di cambiamento che non si sono realizzate’.<br />
‘Non pensavo di perdere per 5 o 6 punti - ha<br />
detto - pensavo che la battaglia fosse sul filo.<br />
Poi analizzeremo dove ho ricevuto maggiori<br />
e minori consensi’.<br />
Nella vittoria del centrosinistra spicca il successo<br />
dell’Italia dei Valori, che sfiora il 9% dei<br />
voti di lista, aumentando di sette punti rispetto<br />
alle regionali del 2005 e raddoppiando<br />
quasi la percentuale rispetto alle politiche<br />
dello scorso anno. Marylin Fusco, candidata<br />
di punta dell’Idv, non nasconde la sor-<br />
SICUREZZA E POLIZIA<br />
Burlando confermato<br />
Liguria baluardo del centrosinistra<br />
presa per le proporzioni del successo. “L’Idv -<br />
sottolinea - è il secondo partito in Liguria dopo<br />
il Pd, gli spetta la vicepresidenza della Regione”.<br />
Nella coalizione di destra, spicca il successo<br />
della Lega Nord, che raddoppia il dato delle<br />
regionali del 2005 quando ebbe il 4,7%, lo aumenta<br />
rispetto alle politiche del 2008 (6,8%),<br />
e sostanzialmente lo conferma rispetto alle<br />
europee dell’anno scorso (9,9%). “Soddisfatto<br />
per il mio partito, ma molto amareggiato<br />
per il risultato della coalizione di centro-destra”:<br />
è il commento del segretario regionale<br />
della Lega Nord, candidato alle regionali,<br />
Francesco Bruzzone. L’Udc sfiora il 4% di consensi,<br />
aumentando di poco rispetto alle scorse<br />
regionali ed alle politiche ma perdendo rispetto<br />
alle europee. “Siamo riusciti a contrastare<br />
la Lega al nord, che sta conquistando<br />
terreno sul Pdl parlando alla pancia della<br />
gente”, commenta il segretario regionale<br />
Rosario Monteleone. Un dato rilevante delle<br />
elezioni in Liguria è quello delle astensioni.<br />
La percentuale definitiva diffusa dal Viminale<br />
indica che per il rinnovo del Consiglio regionale<br />
si è recato il 60,9% degli elettori, contro<br />
il 69,6% della precedente tornata elettorale<br />
del 2005.<br />
LA SCHEDA<br />
Claudio Burlando<br />
Claudio Burlando ha ottenuto il secondo mandato da Governatore della Regione Liguria. Nato<br />
a Genova il 27 aprile 1954, Burlando si laurea in ingegneria elettronica all’Università degli studi<br />
di Genova e negli anni ‘80 lavora presso il servizio ricerche della società Elsag-Bailey. Dal 1989 al<br />
1990 è segretario della federazione genovese del Pci. Membro della direzione nazionale dal 1989,<br />
ha incarichi di Segreteria nel Pds dal 1994 al 1996 come responsabile degli enti locali e nei Democratici<br />
di Sinistra come responsabile economico dal 1998 al 2000. E’ consigliere comunale a<br />
Genova dal 1981 al 1993: ricopre la carica di assessore al traffico e al decentramento dal 1983 al<br />
1985 e quella di Vicesindaco e sindaco dal 1990 al 1993. Nella XIII legislatura è ministro dei trasporti<br />
e della navigazione nel Governo Prodi dal 1996 al 1998. Concluso il mandato governativo<br />
diventa membro della V Commissione permanente - bilancio, tesoro e programmazione e della<br />
X Commissione permanente - attività produttive, commercio e turismo. Al termine della legislatura<br />
ricopre l’incarico di vicepresidente del gruppo parlamentare Democratici di Sinistra - L’Ulivo.<br />
Nella XIV legislatura coordina il dipartimento del Gruppo parlamentare relativo al tema della<br />
globalizzazione ed è membro della V Commissione permanente - bilancio, tesoro e programmazione.<br />
Il 30 luglio 2004 presenta la sua candidatura per il centrosinistra alla carica di presidente<br />
della Regione Liguria, in occasione delle elezioni regionali 2005 e il 4 aprile 2005 viene eletto<br />
presidente.<br />
229 9
3300 ELEZIONI REGIONALI<br />
Basilicata, De Filippo (Pd)<br />
di Antonio Capria<br />
al secondo mandato<br />
Gli elettori lucani hanno riconfermato<br />
Vito De Filippo (Pd) alla<br />
guida della Regione. Con il<br />
60,81 per cento delle preferenze<br />
espresse a favore del candidato presidente,<br />
De Filippo sarà il governatore della<br />
Basilicata anche per i prossimi cinque<br />
anni. Netto il distacco con i suoi diretti<br />
avversari: Nicola Pagliuca (Pdl) si attesta<br />
al 27,92 per cento e Magdi Cristiano<br />
Allam (Lista civica “Io amo la Lucania”),<br />
sfiora il 9 per cento. La vittoria di De Filippo<br />
era già largamente pronosticata mentre<br />
la vera sorpresa di questa tornata elettorale<br />
è stato l’outsider Allam che, proponendosi<br />
come il “presidente del cambiamento”<br />
e attaccando frontalmente il<br />
Pagliuca (Pdl): “Udc con centrosinistra fattore di sconfitta”<br />
“consociativismo” tra centrodestra e centrosinistra<br />
lucano, ha ottenuto un risultato<br />
di tutto rispetto. De Filippo, accolto<br />
trionfalmente nella sede del suo comitato<br />
elettorale, non ha nascosto la soddisfazione<br />
di essere al suo secondo mandato<br />
e ha descritto la coalizione tra centrosinistra<br />
e Udc, come un “laboratorio per<br />
il centrosinistra italiano” impegnato nella<br />
rincorsa al centrodestra. Il partito di<br />
Casini, in Basilicata, è andato oltre il sei<br />
per cento delle preferenze mentre l’Italia<br />
dei valori, altra punta di diamante della<br />
coalizione vincente, ha totalizzato il dieci<br />
per cento. Per il Pdl la mancata coalizione<br />
con l’Udc ha rapresentato “uno dei<br />
fattori che ha portato alla sconfitta”. Lo<br />
ha dichiarato lo stesso Pagliuca sottolineando<br />
che sarà necessario capire perché in<br />
Il Governatore Vito De Filippo<br />
Basilicata il centrodestra non riesca “ad<br />
aumentare i consensi” pur mantenendo<br />
una certa “stabilità” frutto di un elettorato<br />
“fidelizzato”. Si sono fermati al di<br />
sotto del due per cento, gli altri due candidati<br />
alla presidenza della giunta: Marco<br />
Toscano (Sui generis) e Florenzo Doino<br />
(Partito comunista dei lavoratori). Questo<br />
il quadro dei 30 eletti che, sulla base dei<br />
risultati elettorali, andranno a costituire il<br />
Consiglio regionale della Basilicata: con il<br />
27,1% il Partito democratico si aggiudica<br />
7 seggi. L’Italia dei valori, con il 9,9% avrà<br />
tre rappresentanti. Un consigliere per i<br />
Popolari uniti, che hanno totalizzato il<br />
5,9% e 2 per l’Udc che ha ottenuto il 7,4%.<br />
Un seggio anche per il Partito socialista<br />
(4,6%), uno all’Alleanza per l’Italia (4,2%),<br />
e uno per Sinistra ecologia libertà (4%). Il<br />
Popolo delle libertà, con il 19,4%, si aggiudica<br />
7 seggi. Un consigliere per il Movimento<br />
per le Autonomie (2,6%) e uno
al movimento Per la Basilicata (4,3%).<br />
Elegge un consigliere anche la lista civica<br />
Io amo la Lucania (3,7%), che sosteneva<br />
il candidato presidente Magdi Cristiano<br />
Allam. Risultano eletti nel Consiglio<br />
anche il confermato presidente della<br />
giunta, Vito De Filippo (Pd), il candidato<br />
del centrodestra Nicola Pagliuca (Pdl) e i<br />
primi due del “listino” del centrosinistra.<br />
“Non posso non registrare un attestato<br />
di fiducia verso la mia persona, per molti<br />
aspetti anche sorprendente”. Lo ha dichiarato<br />
nella sala stampa della Prefettura<br />
di Potenza, Vito De Filippo, candidato<br />
alla presidenza della Regione Basilicata<br />
per la lista Uniti per la Basilicata,<br />
commentando i dati dello scrutinio delle<br />
Regionali. “La Basilicata e il Mezzogiorno<br />
- ha aggiunto De Filippo - hanno<br />
vissuto tempi difficili. Le crisi internazionali<br />
hanno lacerato il nostro territorio.<br />
Abbiamo affrontato queste emergenze<br />
quasi sempre da soli e credo che<br />
la gente abbia apprezzato questo nostro<br />
coraggio”. “Abbiamo ottenuto un<br />
risultato miracoloso se si pensa che la<br />
nostra iniziativa politica è nata meno<br />
di due mesi fa e la prima assemblea<br />
l’abbiamo tenuta il 13 marzo scorso”.<br />
Così Magdi Cristiano Allam, candidato<br />
presidente con la lista “Io amo la Lucania”,<br />
ha commentato le oltre 28 mila<br />
preferenze ottenute in Basilicata che<br />
corrispondono a poco meno del 9 per<br />
cento. “Queste elezioni - ha aggiunto<br />
l’europarlamentare ed ex vice direttore<br />
del Corriere della Sera - confermano il<br />
nostro ruolo di terzo partito tra la sinistra<br />
egemone e la destra che non vuole<br />
vincere. Noi proponiamo un nuovo modello<br />
di protagonismo politico e speciale<br />
che mette al centro la persona. La Basilicata<br />
- ha continuato Allam - è la terra<br />
più ricca d’Italia con la popolazione<br />
più povera”. “Speravamo che il popolo<br />
lucano fosse più pronto a poter investire<br />
sulla coalizione alternativa al centrosinistra<br />
ma almeno abbiamo mantenuto<br />
la stessa forza di cinque anni fa”.<br />
LA SCHEDA<br />
Vito De Filippo<br />
SICUREZZA E POLIZIA<br />
Così Nicola Pagliuca, candidato presidente<br />
del centrodestra che si è attestato<br />
intorno al 30 per cento delle preferenze,<br />
commenta la sconfitta in Basilicata.<br />
“Il risultato comunque ci premia -<br />
aggiunge Pagliuca - perché, al netto dei<br />
voti dell’Udc (alleato con la colazione<br />
del centrosinistra, ha ottenuto il 7,4%),<br />
abbiamo mantenuto la stessa forza del<br />
2005 a testimonianza che siamo riusciti<br />
a recuperare un consenso che altrimenti<br />
non ci sarebbe stato”.<br />
Vito De Filippo e’ stato confermato Presidente della Regione Basilicata. Nato a Sant’Arcangelo<br />
il 27 agosto del 1963, Vito De Filippo e’ sposato con Rosa ed e’ padre di due figli,<br />
Valentina e Nico. Laureatosi in filosofia con il massimo dei voti e pubblicazione della tesi,<br />
diventa giornalista, collaborando con varie riviste e giornali. Tra i suoi interessi prevalenti<br />
si segnala la passione per la letteratura, il cinema e la musica. Inizia giovanissimo l’attivita’<br />
politica che a soli ventisei anni lo vede eletto al Consiglio Provinciale di Potenza,<br />
permettendogli di ricoprire in seguito la carica di Assessore Provinciale alla Sanita’ e di<br />
Vice Presidente della Provincia. Dal 1990 al 1995 assume anche la Presidenza del Centro<br />
di Drammaturgia Europeo, sempre presso l’Amministrazione Provinciale di Potenza. Nelle<br />
regionali del 1995 e’ eletto Consigliere risultando, per i forti consensi ricevuti, il primo<br />
degli eletti del Ppi dove ricopre prima la carica di capogruppo e successivamente quella<br />
di Assessore Regionale all’Agricoltura che lo vede organizzare, tra le altre cose, la seconda<br />
Conferenza dell’Agricoltura in Basilicata. Nelle elezioni del 2000 e’ riconfermato Consigliere<br />
ottenendo il maggior numero di voti fra gli eletti al Consiglio Regionale. Assume<br />
la carica di Vice Presidente della Giunta Regionale ed Assessore Regionale alla Sanita’. Dal<br />
2002 al 2003 e’ capogruppo in Consiglio Regionale della Margherita e nel dicembre dello<br />
stesso anno divente Presidente del Consiglio Regionale della Basilicata. E’, inoltre, membro<br />
dell’Assemblea Nazionale della Margherita. Nella tornata elettorale delle regionali del<br />
2005 viene eletto Presidente della Basilicata, risultando il Governatore piu’ votato d’Italia<br />
con il 67,0 per cento dei consensi. E’ iscritto al gruppo consiliare Uniti nell’Ulivo.<br />
3311
3322 ELEZIONI REGIONALI<br />
L’Umbria rimane rossa<br />
di Antonio Capria<br />
non cambia. Regione ‘rossa’<br />
era e tale resta anche in questa<br />
tornata di voto, con la 43enne Ca-<br />
L’Umbria<br />
tiuscia Marini che, dopo l’avventura<br />
come sindaco della sua città, Todi, ed<br />
una breve permanenza al parlamento europeo,<br />
ricompatta un centrosinistra umbro che<br />
sembrava dare qualche segnale di cedimento<br />
e vince con il 57 per cento le regionali infliggendo<br />
20 punti di distacco a Fiammetta Modena,<br />
sostenuta da Pdl e Lega. L’ex teodem<br />
del Pd Paola Binetti, in corsa per l’Udc, si ferma<br />
poco sopra al 5 per cento. L’astensionismo<br />
(in Umbria il calo dei votanti sulle precedenti<br />
regionali è stato di oltre l’8 per cento)<br />
non sembra aver penalizzato la tradizionale<br />
maggioranza di centrosinistra: la Marini<br />
infatti, con il 57 per cento dei consensi,<br />
riesce a fare meglio di quei candidati dello<br />
stesso schieramento che, nelle amministrative<br />
dello scorso anno, avevano conquistato<br />
comuni e province delle città capoluogo<br />
non superando il 53 per cento. Tutto questo<br />
mentre, alle europee, il Pdl superava il Pd di<br />
circa due punti percentuali di consensi. “Il<br />
centrosinistra in Umbria continua ad incontrare<br />
il consenso dei cittadini, anche nel segno<br />
dell’innovazione per affrontare i nuovi<br />
problemi”, ha detto a caldo la Marini, raggiante<br />
per un consenso che, in percentuale,<br />
ha addirittura superato quello che nel 2000<br />
consacrò la prima elezione di Maria Rita<br />
Lorenzetti. Sul fronte opposto, Fiammetta<br />
Modena ha voluto aspettare la tarda serata<br />
per commentare una sconfitta che molti,<br />
nel centrodestra umbro, non davano così<br />
annunciata come in passato. “Il nostro è<br />
il miglior risultato tra le Regioni rosse”, ha<br />
rivendicato la Modena, dando poi un anticipazione<br />
di quella che sarà l’opposizione nel<br />
nuovo consiglio regionale umbro: “Il centrosinistra<br />
- ha detto - solo apparentemente<br />
in campagna elettorale ha interrotto quella<br />
resa dei conti interna che aveva preceduto<br />
le primarie ed il voto. Saranno loro stessi,<br />
da domani, a lavorare contro la nuova presidente”.<br />
La vittoria del centrosinistra con<br />
Catiuscia Marini al 57,2% dei consensi (al-<br />
Catiuscia Marini diventa presidente con il 57%<br />
la Modena, Pdl, ne sono andati il 38%, alla<br />
Binetti UDC, il 5,1%, con i positivi risultati<br />
per l’IDV e la Lega che entra con un seggio in<br />
consiglio regionale) ha visto una nuova composizione<br />
della massima assemblea legislativa<br />
umbra che si compone di 30 seggi. Ventiquattro<br />
vengono assegnati con il sistema<br />
proporzionale e 6 con il sistema maggioritario.<br />
La composizione del consiglio umbro<br />
quindi vede 12 consiglieri del PD; al PDL vanno<br />
9 seggi. Due seggi sono andati all’Italia<br />
dei Valori, , 2 seggi per i socialisti, tre seggi<br />
alla federazione di sinistra. Unico seggio per<br />
l’UDC a Paola Binetti, e 1 per la Lega Nord.<br />
LA SCHEDA<br />
Catiuscia Marini<br />
Il nuovo Governatore Catiuscia Marini<br />
Catiuscia Marini ha 43 anni, e’ nata a Todi, dopo la maturita’ classica ha conseguito la laurea in<br />
Scienze Politiche, con indirizzo internazionale, ed è stata eletta Presidente della Regione Umbria,<br />
succedendo a Maria Rita Lorenzetti della quale, spesso, e’ stata indicata come delfina. La sua candidatura<br />
identificata dalla denominazione ‘Per l’Umbria Marini Presidente’ e’ stata sostenuta da<br />
una coalizione espressione oltre che del PD, di Sinistra Ecologia e Liberta’; Italia dei Valori; Socialisti<br />
riformisti, Federazione della Sinistra. Impegnata in politica da sempre, ha iniziato nei movimenti<br />
degli studenti universitari e nella sinistra giovanile prima di approdare al Comune di Todi<br />
come consigliere, vice sindaco e, per due mandati consecutivi (1998-2007) sindaco della sua citta’<br />
natale. Presidente di Anci Umbria, e’ stata parlamentare europeo nella VI legislatura, dal maggio<br />
2008 al giugno 2009, con incarichi nella Commissione Mercato Interno e della Delegazione<br />
con i paesi dell’area Maghreb. Direttore regionale di Lega Coop Umbria, ha fatto parte del Comitato<br />
Scientifico dell’Osservatorio regionale sulle Poverta’ promosso dalla Regione Umbria e dalla<br />
Conferenza Episcopale Umbra. Nominata dall’Unicef Sindaco difensore ideale dei bambini, ha<br />
collaborato a progetti per i diritti dell’infanzia e per la cooperazione in Africa (Burkina Faso) nei<br />
territori palestinesi, nei Balcani e in Albania; ha anche sostenuto il progetto ‘Saving Children’ del<br />
Centro Peres di Tel Aviv. Iscritta al PD, dal 2009 e’ membro della Segretaria Nazionale con delega<br />
all’Europa e alle Relazioni Internazionali. Chiudendo la campagna elettorale, venerdi’ scorso,<br />
aveva ribadito ‘il nostro obiettivo, poter governare un’Umbria in cui le imprese siano sempre piu’<br />
forti, internazionali e capaci di stare nelle sfide della contemporaneita’. In cui i pilastri dell’uguaglianza,<br />
come la sanita’ pubblica, la scuola, le universita’, siano salvaguardate dalle scelte sbagliate<br />
che si stanno compiendo a livello nazionale, ma anche rafforzate e potenziare la qualita’<br />
della vita e le pari opportunita’ sociali. L’Umbria deve continuare a mettere le persone al primo<br />
posto, ad iniziare dalle famiglie e dai lavoratori, in particolare coloro che stanno vivendo sulla<br />
propria pelle la crisi economica. Lavoreremo per una regione operosa e coesa, che sappia guardare<br />
il futuro investendo sui giovani e sui talenti; premiando l’innovazione; continuando ad essere<br />
una regione generosa e solidale’. Parlando della coalizione di centrodestra (che ha sostenuto<br />
Fiammetta Modena, espressione di PdL e Lega Nord), aveva affermato ‘Credo che la campagna<br />
elettorale dei nostri avversari sia stata vuota di contenuti. Hanno dimostrato - ha concluso - la loro<br />
incapacita’ di confrontarsi con le scelte di governo. Gli umbri hanno colto questo e sapranno<br />
rispondere nelle urne con l’orgoglio e il senso civico che da sempre ci appartiene’.
di Antonio Capria<br />
Marche, Spacca<br />
si conferma governatore<br />
Nelle Marche trionfa Gian Mario<br />
Spacca che si conferma governatore<br />
per un secondo mandato in<br />
Regione. Spacca, sostenuto dal<br />
centrosinistra più l’Udc, vince con il 53,17%<br />
contro lo sfidante Erminio Marinelli, medico<br />
ma con esperienze politiche con liste civiche<br />
appoggiato da Pdl, Lega Nord e La Destra, che<br />
raccoglie il 39,71% dei consensi. Al termine<br />
dello scrutinio Spacca totalizza un vantaggio<br />
di oltre 14 punti su Marinelli. Massimo Rossi,<br />
candidato dell’Unione democratica e appoggiato<br />
da Rifondazione e da Sinistra ecologia e<br />
libertà, conquista il 7,11%dei voti. La vittoria<br />
di Gian Mario Spacca, riconfermato alla guida<br />
di Presidente della regione Marche, ha consentito<br />
alla coalizione di centrosinistra di ottenere<br />
25 seggi, oltre a quello dello stesso presidente.<br />
Mentre 15 seggi sono andati al centrodestra.<br />
Questa la ripartizione: al Pd, 4 ad Ancona,<br />
2 ciascuno ad Ascoli Piceno e Fermo, 3 a<br />
Macerata, 4 a Pesaro Urbino (in totale 13). Un<br />
seggio a testa per Alleanza per l’Italia, Alleanza<br />
riformista, Verdi. Boom per l’Idv che ne ha<br />
avuti 4: uno ciascuno ad Ancona, Ascoli, Macerata<br />
e Pesaro-Urbino. L’Udc ha avuto tre seggi,<br />
uno ciascuno a Ascoli, Fermo e Macerata.<br />
Al centrodestra sono andati 15 seggi (dei 42<br />
totali), due alla lega Nord (Macerata e Pesaro<br />
Urbino) uno per ‘Insieme al presidente ‘ Erminio<br />
Marinelli (Macerata) e 12 in totale al PDL<br />
(3 ad Ancona, 2 ciascuno Ascoli, Fermo, Macerata,<br />
3 Pesaro-Urbino. Due seggi infine, sono<br />
andati alla sinistra, Prc e sinistra ecologia<br />
e libertà.<br />
“Ringraziamo i cittadini delle Marche perché<br />
hanno confermato il buon governo della nostra<br />
regione. Abbiamo una forte responsabilità<br />
a proseguire questa azione che ha ricevuto<br />
tanto consenso”. Lo ha detto Gian Mario<br />
Spacca appena arrivato nella Sala stampa del-<br />
SICUREZZA E POLIZIA<br />
Marinelli, appoggiato dal centrodestra, si ferma al 39,7%<br />
la Regione Marche, ad Ancona. Per Spacca, il<br />
dato dell’astensionismo, di un cittadino su tre<br />
che non ha votato, “non poteva essere diversamente<br />
forse perché queste elezioni non sono<br />
state portate dentro i problemi dei cittadini.<br />
Anche qui nelle Marche, chi ha richiamato<br />
l’attenzione sui programmi sono stati i quotidiani<br />
locali. Se invece si aprono i grandi quotidiani<br />
nazionali hanno presentato, in questo<br />
periodo, queste elezioni regionali come se fossero<br />
uno scontro fra Berlusconi e Bersani nella<br />
grande politica nazionale, per la quale c’è<br />
una profonda disaffezione da parte dei cittadi-<br />
ni, presentata in un modo un po’ troppo autoreferenziale.<br />
C’è, quindi, da considerare come<br />
il clima politico nazionale abbia influito”. Rispetto<br />
al “laboratorio” della coalizione di centrosinistra,<br />
creato nelle Marche e formato da<br />
Pd, Idv, Udc e Verdi, Spacca ha detto che “è stato<br />
fatto un esperimento per mettere insieme<br />
tutte le forze che sono all’opposizione in Parlamento<br />
e creare le condizioni per l’alternativa.<br />
Questo era il nostro progetto strategico,<br />
andremo avanti su questo”. E, quindi, Spacca<br />
ha vinto “perché evidentemente i marchigiani<br />
pensano che sia un bravo governatore”.<br />
LA SCHEDA<br />
Gian Mario Spacca<br />
Gian Mario Spacca ottiene il secondo mandato da Governatore della Regione Marche. La sua candidatura<br />
identificata dalla denominazione ‘Gian Mario Spacca Presidente’ è stata sostenuta da<br />
una coalizione espressione di Pd, IdV, UdC, Alleanza Riformista, Alleanza per l’Italia, Verdi, Liste<br />
Civiche Marche. Nato a Fabriano il 16 febbraio 1953, nel 1976 si laurea in Scienze Politiche alla<br />
‘Sapienza’ di Roma con una tesi in Diritto e Procedura Penale, come relatore Aldo Moro. Facente<br />
parte nel 1979 dell’Ufficio Studi della Merloni Finanziaria, entra nel Consiglio Direttivo della<br />
Fondazione Aristide Merloni per coordinare le attività culturali e di ricerca dal 1982 al 1990. Dal<br />
1982 Direttore Responsabile della rivista Economia Marche, edita da Il Mulino, dal 1993 al 2000<br />
si impegna in qualità di vice Presidente nella Fondazione Gioventù Chiesa e Speranza che organizza<br />
le giornate mondiali della Gioventù. Nel 1990 l’ingresso nella politica attiva. Eletto Consigliere<br />
Regionale delle Marche, diviene Presidente della Commissione Urbanistica e Ambiente; nel<br />
1993 Assessore all’Artigianato, Industria, Formazione Professionale e Lavoro; nel 1995 è ancora<br />
Consigliere Regionale e riconfermato Assessore alle Attività Produttive. Eletto nella tornata elettorale<br />
regionale del 2000, è Vicepresidente della Regione, per divenire, il 4 aprile 2005 Governatore<br />
della Regione Marche per la coalizione L’Unione per le Marche con il 57,75% (499.793 voti).<br />
E’ membro del Comitato delle Regioni della UE. All’apice del programma di governo per il prossimo<br />
quinquennio, i diritti del lavoro e sul lavoro. “In questa nuova fase di recessione internazionale<br />
- ha sostenuto - la coesione sociale si crea soprattutto con la protezione ed il sostegno del lavoro,<br />
dei lavoratori e del loro reddito, attraverso il consolidamento degli strumenti regionali sia<br />
di tutela che di promozione attiva e dotandosi anche di nuovi strumenti regionali a sostegno di<br />
una ripresa con occupazione, con misure che aiutino la resistenza ed il rilancio della base occupazionale,<br />
con contratti di solidarietà, ammortizzatori sociali per le piccole imprese, aiuti alle assunzioni,<br />
progetti formativi, agevolazioni per i lavoratori in difficoltà, sostegni alle nuove imprese,<br />
soprattutto giovanili e femminili”.<br />
3333
3344 ELEZIONI COMUNALI<br />
A Venezia vince la “moderazione”<br />
di Giulia Zampina<br />
di Giorgio Orsoni<br />
Per la seconda volta la città lagunare boccia Renato Brunetta<br />
Doccia fredda per il ministro della<br />
funzione pubblica Renato Brunetta,<br />
che pensava di avere in<br />
mano la partita fin da prima di<br />
averla cominciata. Invece, il candidato del<br />
centrodestra a Primo cittadino di Venezia<br />
ha dovuto rinunciare alle proprie aspettative,<br />
lasciando ogni minuto che passava terreno<br />
al candidato del centrosinistra, l’avvocato<br />
Giorgio Orsoni. I motivi dello scarto sono<br />
legati - con ogni probabilità – all’andamento<br />
degli alleati. La Lega, infatti, a differenza<br />
del risultato ottenuto nel corso delle regionali,<br />
nel comune di Venezia non ha fatto faville.<br />
E ai voti di Orsoni, in linea con quelli<br />
del candidato sconfitto in regione, Giuseppe<br />
Bortolussi, bisogna aggiungere quelli portati<br />
in dote dall’alleata Udc. Giorgio Orsoni,<br />
candidato del centrosinistra, è dunque diventato<br />
sindaco di Venezia al primo turno,<br />
battendo con nove punti di vantaggio il ministro<br />
della pubblica amministrazione Renato<br />
Brunetta, candidato del centrodestra.<br />
Un risultato a sorpresa. “Una sorpresa amara”,<br />
ha commentato sfiduciato il ministro,<br />
che alla vigilia si era detto “sicuro di vincere”,<br />
e che ha subito polemizzato con il Carroccio<br />
per non averlo sostenuto e indica nel<br />
calo di voti della Lega a Venezia rispetto al<br />
Veneto una della cause della sua sconfitta<br />
(anche se i dati sui risultati di Lega e Pdl nei<br />
due voti - regionale e comunale - non sembrano<br />
dargli ragione).<br />
“Abbiamo lavorato seriamente, proposto un<br />
programma credibile, e la città ci ha dato fiducia”,<br />
ha detto Orsoni all’indomani della<br />
sua elezione, che guida una coalizione molto<br />
vasta che va dall’Udc a Rifondazione. “Un<br />
risultato abbastanza straordinario visto<br />
l’andazzo generale e le difficoltà del centro-<br />
Il Nuovo Sindaco Giorgio Orsoni Il Ministro Renato Brunetta, candidato sconfi tto per il PDL
sinistra nel paese”, afferma il sindaco uscente<br />
Massimo Cacciari, che aveva scelto personalmente<br />
Orsoni per la sua successione, ed<br />
era stato il più convinto sostenitore della necessità<br />
di un’alleanza “strategica” con l’Udc.<br />
Orsoni, un cattolico senza tessere di partito,<br />
è infatti, per sua stessa definizione, “un mo-<br />
Giorgio Orsoni ha 63 anni, sposato con tre<br />
figli, avvocato, ordinario di diritto amministrativo<br />
all’università di Cà Foscari, procuratore<br />
della Basilica di San Marco, Orsoni,<br />
ritenuto molto vicino alla Curia, era<br />
già stato assessore comunale al patrimonio<br />
dal 2000 al 2005 nella giunta di centrosinistra<br />
guidata da Paolo Costa. Tra le<br />
sue doti elenca al primo posto quella di essere<br />
“concreto e pragmatico”, di affrontare<br />
i problemi senza pregiudizi, di essere<br />
“aperto al dialogo e al confronto”. La sua<br />
Le elezioni comunali di Venezia sono state molto<br />
importanti per il <strong>Coisp</strong> Sindacato Indipendente di<br />
Polizia che ha voluto e sostenuto fortemente un<br />
suo candidato Fulvio Coslovi che ha raggiunto il<br />
terzo posto nella sua lista, quella dell’Udc a sostegno<br />
del candidato vincente Giorgio Orsoni, ma<br />
soprattutto contro il ministro Renato Brunetta. I<br />
contrasti tra il <strong>Coisp</strong> e il ministro Brunetta hanno<br />
radici antiche e si basano sui continui attacchi<br />
che il delegato del governo Berlusconi ha riservato<br />
nei mesi scorsi ai rappresentanti delle Forze<br />
dell’Ordine e della Polizia di Stato in particolare.<br />
Fulvio Coslovi è un Poliziotto veneziano impegnato<br />
da anni nel <strong>Coisp</strong>, che ha apportato il proprio<br />
contributo sostanziale a migliorare l’efficienza<br />
dell’apparato Sicurezza nella città di Venezia.<br />
Non solo numerosi poliziotti ma anche molti<br />
cittadini hanno chiesto a Fulvio COSLOVI di offrire<br />
il proprio contributo al rinnovo del Consiglio<br />
Comunale a Venezia, per arricchire l’Amministrazione<br />
Comunale della sua professionalità,<br />
del suo impegno e delle sue spiccate capacità<br />
di interpretazione e di risoluzione delle<br />
problematiche inerenti la Sicurezza.<br />
Il Sindacato di Polizia COISP, conscio del fatto che<br />
la risposta più adeguata alla crescente domanda<br />
di Sicurezza della cittadinanza veneziana risieda<br />
nel trasferire, all’interno dell’Amministrazione<br />
Comunale, la responsabilità e la capacità di chi,<br />
per professione, si occupa di Sicurezza, ha deciso<br />
derato”. Portato al dialogo e alla riflessione<br />
pacata. Uno che non alza mai la voce. E proprio<br />
la sua tranquillità, la sua campagna elettorale<br />
che è sembrata persino sottotono tanto<br />
è stata sobria, ha prevalso, nella scelta degli<br />
elettori, rispetto alla campagna arrembante<br />
del ministro fatta di proclami roboanti e di<br />
corsa sembrava molto difficile contro il più<br />
conosciuto e pirotecnico componente del<br />
governo.<br />
Lui l’ha vinta rivendicando i successi ottenuti<br />
dalla coalizione guidata da Massimo<br />
Cacciari (“Una persona straordinaria”),<br />
ma prendendone anche le distanze (“Alcuni<br />
aspetti importanti nella vita della città,<br />
come la sanità, sono stati trascurati”),<br />
e annunciando l’intenzione di non ricandidare<br />
neanche un assessore della giunta<br />
uscente. “Gli assessori li sceglierò io, non<br />
di appoggiare, con entusiasmo, l’impegno di Fulvio<br />
COSLOVI, pienamente cosciente di sostenere<br />
una persona capace, coerente ed onesta.<br />
Una persona, Fulvio Coslovi , che rappresenta<br />
garanzia di serietà ed impegno.<br />
E dopo il brillante risultato ottenuto da Coslovi<br />
si rafforza, da parte del <strong>Coisp</strong>, la consapevolezza<br />
che è necessario tutelare la Sicurezza dei Cittadini<br />
veneziani, anche attraverso una maggiore capacità<br />
di intervento da parte del Comune.<br />
Le conseguenze della situazione economica,<br />
hanno portato ad una crisi diffusa che ha evidenziato<br />
uno stato crescente di insicurezza sociale.<br />
Proprio in questo momento storico, l’Amministrazione<br />
Comunale diviene sempre più fondamentale<br />
onde offrire nuove ed efficaci risposte,<br />
materiali ed organizzative, soprattutto per chi si<br />
trova in uno stato di maggiore difficoltà.<br />
Si avverte oggi il bisogno crescente di contare<br />
su persone che siano in grado di garantire<br />
una presenza puntuale ed una fattiva ed effettiva<br />
capacità risolutiva, persone dotate di una<br />
forte passione civile, che amano e vogliono far<br />
crescere la nostra Venezia. E il messaggio che<br />
il <strong>Coisp</strong> consegna alla nuova amministrazione<br />
è di concepire Venezia come città più aperta<br />
e più sicura. Sono indispensabili strade bene<br />
illuminate, strutture adeguate e prive di<br />
barriere architettoniche, una costante manutenzione<br />
di tutti gli ambienti pubblici come<br />
SICUREZZA E POLIZIA<br />
mirabolanti promesse. Ma la città, che aveva<br />
già bocciato Brunetta dieci anni fa, quando<br />
si era candidato a sindaco contro Paolo<br />
Costa, non ha gradito. Come non ha digerito<br />
il doppio incarico di ministro e di sindaco<br />
che Brunetta aveva annunciato di voler<br />
mantenere in caso di vittoria.<br />
Quel che resta e quel che va dell’eredità di Massimo Cacciari<br />
saranno i partiti a farlo, e ci saranno molti<br />
giovani”, ha detto, rivendicando piena autonomia<br />
dalle segreterie politiche e suscitando<br />
anche qualche polemica all’interno<br />
del centrosinistra. Ma proprio questo suo<br />
atteggiamento gli ha procurato vasti consensi,<br />
sia da parte del mondo cattolico, come<br />
da quello della sinistra, e anche dei centri<br />
sociali, che si sono mobilitati per evitare<br />
“l’onta” che una città “rossa” da sempre<br />
finisse nelle mani del centrodestra e della<br />
Lega.<br />
Il CoISP in prima linea contro la politica “fantuttona” del Ministro<br />
pure attività culturali che coinvolgano tutti i<br />
cittadini.<br />
E’ necessario, in buona sostanza, creare e favorire<br />
tutte quelle situazioni che aumentino realmente<br />
e concretamente il senso di sicurezza:<br />
per farlo è necessario impiegare la capacità<br />
di chi della Sicurezza ne ha fatto il proprio<br />
mestiere.<br />
E i cittadini veneziani hanno scelto chi governerà<br />
la città nei prossimi anni e hanno<br />
scelto l’affermarsi della “concretezza” a scapito<br />
della mera consacrazione di una politica<br />
propagandistica e “fantuttona”.<br />
Fulvio Coslovi, candidato dell’UDC<br />
3355
3366 PER NON DIMENTICARE<br />
Anche il <strong>Coisp</strong> alla commemorazione delle vittime del sisma del 6 aprile 2009.<br />
Tra i 308 morti innocenti anche l’amato collega Massimo Calvitti: “Ma lui è sempre con noi”<br />
L’Aquila un anno dopo<br />
I Poliziotti continuano a lavorare in silenzio a senza sosta,<br />
ma gli uffi ci sono ancora nei container<br />
di Olga Iembo ogni singola vita spazazzata via dalla furia del<br />
Le 3 e 32 minuti del mattino, tre- sisma. Tutt’intorno, no,<br />
centootto rintocchi della Campa- stretti in un abbraccio cio<br />
na delle Anime sante squarcia- poco consolatorio ma<br />
no un religioso silenzio costella- profondamente commto<br />
da migliaia di fiammelle delle fiaccomosso, italiani proveele<br />
che gremiscono piazza Duomo. E’ l’alnienti da tutto il Paeeba<br />
del 6 aprile, l’Aquila rende omaggio ai se mescolano le loro ro<br />
suoi angeli, in mezzo a quelle stesse ro- lacrime, il petto ancoovine<br />
che li hanno strappati all’abbraccio ra squassato da fremii dei propri cari, e che ora fanno da corti di paura nel ricordo onice<br />
al dolore, al ricordo, alla preghiera del disastro.<br />
solenne. Appena una manciata di minu- E’ trascorso un intero o<br />
ti prima, nell’aria risuonavano i nomi di lungo anno dal terre-<br />
moto che ha devastato<br />
l’Abruzzo, ma sembrano<br />
passate solo<br />
poche ore per quanto<br />
è ancora vivido l’orrore,<br />
per quanto si<br />
sente forte la mancanza<br />
di chi non c’è<br />
più, di chi, impotente,<br />
è stato sopraffatto<br />
nel cuore della<br />
notte, e per quanto<br />
si avverte, ancora,<br />
l’incedere della<br />
disperazione mentre,<br />
con un senso
di impotenza, si scava con le mani senza<br />
riuscire a raggiungere chi sotto cumuli<br />
di macerie sta esalando l’ultimo respiro.<br />
Il <strong>Coisp</strong> ha voluto esserci, proprio come<br />
era presente in quei drammatici giorni<br />
di un anno fa, quando si faceva a gara<br />
a chi resisteva di più senza fermarsi,<br />
senza cedere alla stanchezza, in una gara<br />
di solidarietà portata avanti tra il sangue<br />
misto alla polvere. Tra le 308 vittime<br />
del terremoto i Poliziotti hanno contato<br />
anche il loro collega, Massimo Calvitti,<br />
e nella notte del ricordo si sono stretti<br />
simbolicamente attorno al pensiero della<br />
sua uniforme per stringere, così, anche<br />
tutti gli altri morti innocenti. “Abbiamo<br />
trascorso questo anno come se fossimo<br />
sul set di un film di cui non avremmo mai<br />
voluto essere i protagonisti – dice Santino<br />
Licalzi, segretario provinciale del <strong>Coisp</strong><br />
dell’Aquila -. Abbiamo rivissuto giorno<br />
dopo giorno la paura di quella notte infinita,<br />
quando abbiamo pensato che stesse<br />
finendo il mondo, la disperazione per<br />
i nostri parenti, amici o anche conoscenti<br />
morti, lo sconforto per aver perso tutto<br />
in pochi interminabili minuti, e contemporaneamente,<br />
in un paradosso impossibile<br />
da spiegare, la gioia per aver salvato<br />
la pelle. Sono emozioni che rimangono<br />
dentro indelebili, per sempre, con tutta<br />
la loro tragicità, proprio come resteranno<br />
dentro di noi le vittime di questa<br />
tragedia. Per tutti vogliamo ricordare il<br />
nostro Massimo, che è sempre presente<br />
tra di noi”.<br />
La voce è ancora rotta dalla commozione<br />
nel ripercorrere quei passi che hanno<br />
portato il <strong>Coisp</strong> in quel fiume di persone<br />
che, composte e rispettose, si sono mosse<br />
per le strade buie e desolanti di una<br />
città che non c’è più. “Un lungo serpentone<br />
umano – racconta Santino - ha partecipato<br />
alla fiaccolata che prima di mezzanotte<br />
è confluita verso piazza Duomo,<br />
percorrendo le strade dell’Aquila tra le<br />
case maciullate, le impalcature, la città<br />
ingabbiata e vuota dietro le facciate che<br />
troppo spesso ingannano. Si sentivano le<br />
persone chiacchierare a bassa voce è stupite<br />
nel constatare quanto sia differente<br />
e tragica la realtà, rispetto alle immagini<br />
televisive”.<br />
Sì, perché nulla è in ordine ancora in questi<br />
luoghi martoriati. “Purtroppo – osserva<br />
Franco Maccari, Segretario Generale<br />
SICUREZZA E POLIZIA<br />
del <strong>Coisp</strong> - gli abitanti dell’Aquila ancora<br />
non sono riusciti a rientrare nel pieno<br />
possesso della loro città e dopo il dolore,<br />
la disperazione, per tanti resta la<br />
desolazione dell’impotenza davanti a un<br />
evento tanto devastante. Ecco perché ci<br />
è sembrato importante far sentire la presenza<br />
dello Stato attraverso la presenza<br />
di quegli uomini e quelle donne, appartenenti<br />
al Sindacato Indipendente di Polizia,<br />
che da quel giorno sono andati oltre<br />
la divisa per stare accanto a chi purtroppo<br />
aveva perso tutto”. Non hanno<br />
mai smesso di lavorare quei Poliziotti, in<br />
ogni modo, in silenzio, senza risparmiarsi,<br />
senza lamentele. Eppure per loro in un<br />
anno non è cambiato quasi nulla e, a differenza<br />
della maggior parte degli uffici<br />
pubblici, i loro sono ancora ospitati nei<br />
container, nascosti, forse, agli occhi indiscreti<br />
delle telecamere perché si trovano<br />
all’intermo di una caserma. E continueranno<br />
così, anche in una situazione che<br />
va completamente a scapito dell’efficienza<br />
dei servizi, anche nel dubbio rispetto<br />
al rinnovo di quelle disposizioni originariamente<br />
stabilite al momento dell’intervento<br />
della Protezione civile che gli garantivano,<br />
ad esempio, il pagamento del<br />
lavoro straordinario pur sempre necessario<br />
in una zona così provata.<br />
L’Aquila e l’Abruzzo feriti a morte non trovano<br />
pace, e conservano quella forza straordinaria<br />
che gli ha consentito di resistere,<br />
ma anche dubbi e paure. Certamente è anche<br />
per questo che la seduta straordinaria<br />
3377
del Consiglio comunale dell’Aquila, organizzata<br />
in occasione dell’anniversario del<br />
terremoto, e iniziata alle 22 del 5 aprile, è<br />
stata caratterizzata da grande tensione.<br />
Nella chiesa delle Anime Sante, che ha<br />
ospitato il consiglio, insieme alla giunta<br />
comunale e 34 consiglieri, al sindaco<br />
di Roma, Gianni Alemanno, al neo presidente<br />
della regione Lazio, Renata Polverini,<br />
al commissario straordinario per la<br />
ricostruzione e presidente della Regione,<br />
Gianni Chiodi, erano assiepati centinaia<br />
di cittadini i quali hanno più volte interrotto<br />
i lavori con sonori fischi nel corso<br />
della lettura del messaggio del presidente<br />
del Consiglio, Silvio Berlusconi, che<br />
hanno fatto da contraltare agli applausi<br />
riservati, invece, alle parole inviate dal<br />
3388 PER NON DIMENTICARE<br />
Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.<br />
Berlusconi ha voluto sottolineare<br />
come “nonostante qualcuno abbia<br />
provato ad infangare il lavoro di Governo<br />
e soccorritori, la realtà è che abbiamo<br />
gestito con assoluta efficienza la fase<br />
dell’emergenza e abbiamo impostato la<br />
ricostruzione nel migliore dei modi”.<br />
Il Capo dello Stato, per parte sua, ha ricordato<br />
i 308 morti e gli oltre 1.600 feriti<br />
del terremoto invocando oggi lo stesso<br />
“spirito di forte coesione istituzionale<br />
e sociale” che si manifestò all’epoca della<br />
tragedia. Napolitano ha posto l’accento<br />
sulla “dignità, la fierezza e capacità di<br />
reazione con cui la popolazione colpita<br />
dal terremoto ha saputo affrontare lutti<br />
e difficoltà di ogni genere” e “l’insostitu-<br />
ibile apporto dei volontari”, ed ha invitato<br />
la Protezione civile a dedicarsi alle calamità<br />
naturali, “senza perdersi in altre<br />
direzioni di intervento pubblico per ovviare<br />
alle lentezze di procedure ordinarie<br />
non ancora rinnovate e semplificate come<br />
è necessario da tempo”.<br />
Il sindaco Massimo Cialente ha ringraziato<br />
il Capo dello Stato, il premier, la Protezione<br />
civile, i Vigili del fuoco e “quanti<br />
ci hanno dato una grandissima mano<br />
e ci hanno aiutato”. “Molto è stato fatto<br />
- ha aggiunto il primo cittadino -. Allora<br />
c’erano centomila sfollati. Abbiamo<br />
realizzato una città temporanea e stiamo<br />
cercando di ricostruirla. Il rischio vero<br />
era che questa città non ripartisse; chi<br />
si è trovato a decidere in quelle ore aveva<br />
davanti il vuoto”. “La sfida della ricostruzione<br />
dell’Aquila è una sfida non solo<br />
per la nostra città, ma per tutto il Paese”<br />
ha aggiunto il sindaco, indicando tra<br />
gli obiettivi prioritari, quello di far ripartire<br />
l’economia e l’occupazione. “Senza i<br />
presupposti per far ripartire il lavoro, le<br />
case che stiamo rimettendo su con fatica<br />
resteranno vuote. Dobbiamo promuovere<br />
il futuro di questa città territorio -<br />
ha spiegato - lo dobbiamo fare per i nostri<br />
figli che da settembre si sono alzati<br />
anche alle 5.30 ogni mattina per venire a<br />
studiare dalla costa”.<br />
Ma, d’altra parte, c’è chi vede del tutto<br />
nero. “La verità è che l’Aquila è una città<br />
morta e forse non tornerà mai a vivere.<br />
Ma questo è vietato dirlo”, continua ad<br />
affermare Giusi Pitari, docente di Chimica
all’Università dell’Aquila e, soprattutto,<br />
donna simbolo del “popolo delle carriole”<br />
con il quale, da febbraio, continua a<br />
chiedere la rimozione delle macerie dal<br />
centro storico, dove il movimento si reca<br />
ogni domenica per portar via i detriti un<br />
po’ alla volta. Secondo quanto detto dalla<br />
stessa professoressa alla stampa, in realtà,<br />
“la ricostruzione non c’è. Hanno deciso<br />
di abbandonare al suo destino il nostro<br />
centro storico, di creare dei villaggi<br />
anonimi senza negozi, senza servizi, senza<br />
vita”. La Pitari è convinta che sia “stata<br />
scelta la strada più facile per chi doveva<br />
costruire -. Non la migliore per chi qui ci<br />
deve vivere. Il guaio è che siamo abruzzesi.<br />
Siamo troppo piccoli per far sentire<br />
la nostra voce - ha concluso tristemente<br />
-. Dopo questo primo anniversario vi<br />
dimenticherete tutti di noi”. Parole che<br />
suonano, queste sì, come una marcia funebre<br />
senza lasciare neppure uno spiraglio<br />
di speranza. Ma quella, gli abruzzesi<br />
ce l’hanno avuta e continueranno ad<br />
averla. Intanto hanno assolto al dovere più<br />
importante, di tributare il giusto onore ai<br />
SICUREZZA E POLIZIA<br />
loro caduti. Con quei quattro cortei che,<br />
partiti da altrettanti quartieri della città,<br />
si sono riuniti a piazza Duomo. Con<br />
le sante Messe, con le celebrazioni che<br />
sono andate avanti per due giorni interi,<br />
con manifestazioni di ogni tipo, che hanno<br />
coinvolto anche la piccola e devastata<br />
Onna, frazione simbolo di quella scossa<br />
mortale, dove un nuovo cammino di speranza<br />
si è voluto simboleggiare con alle<br />
4.32 di giorno 6, un anno e un’ora dopo<br />
il sisma, con la posa della prima pietra<br />
del centro sociale. Questo anniversario<br />
straziante è stato per gli aquilani un<br />
momento di riflessione e di dolore, ma<br />
anche l’opportunità per ribadire che “il<br />
non urlare fa parte della cultura di questa<br />
gente determinata e compatta”, come<br />
hanno evidenziato alcuni cittadini ricordando<br />
che il cosiddetto “popolo delle<br />
carriole” in silenzio rimuove le macerie,<br />
ma lancia segnali forti alle Istituzioni.<br />
Ai rappresentanti di quelle Istituzioni<br />
che, se possono continuare a lasciare<br />
gli uomini e le donne della Polizia di<br />
Stato dentro a poco funzionali container,<br />
contando una volta di più ma sempre<br />
e comunque ingiustamente sul senso<br />
del dovere dei servitori dello Stato,<br />
non possono certamente pensare<br />
di frustrare le legittime aspettative di<br />
quei cittadini che incarnano lo Stato, e<br />
nel nome dei quali essi governano ed<br />
amministrano.<br />
3399
4400 ATTUALITÀ<br />
Ancora violenti scontri nel<br />
Centro immigrati di Crotone<br />
di Antonio Capria<br />
mesi che denunciamo la<br />
scandalosa situazione del<br />
Centro per immigrati di Cro-<br />
“Èda<br />
tone: una bomba a tempo che<br />
è pronta ad esplodere e che deve essere disinnescata<br />
al più presto”. Lo ha affermato Franco<br />
Maccari, Segretario Generale del COISP, dopo<br />
i violenti disordini scoppiati il 6 aprile scorso<br />
all’interno del centro di accoglienza Sant’Anna<br />
di Isola Capo Rizzuto, durante i quali sono<br />
rimasti feriti due agenti della Polizia di Stato e<br />
due militari della Guardia di finanza con prognosi<br />
fra i quattro e i sette giorni. Dopo gli incidenti,<br />
i poliziotti della squadra Mobile della<br />
Questura di Crotone hanno arrestato quattro<br />
giovani extracomunitari – due marocchini, un<br />
algerino e un tunisino – con le accuse di devastazione,<br />
resistenza e lesioni a pubblico ufficiale.<br />
Ha detto ancora Maccari: “Come avevamo<br />
denunciato dopo il nostro sopralluogo<br />
nella struttura, oltre alle vergognose condizioni<br />
di vita per gli ospiti - alloggiati in strutture<br />
fatiscenti e in pessime condizioni igienico-sanitarie,<br />
come testimoniato anche da un nostro<br />
esaustivo dossier fotografico - il centro costringe<br />
gli operatori di polizia ad operare in una situazione<br />
di estremo rischio, non solo sanitario,<br />
ma anche legato all’impossibilità logistica<br />
Poliziotti feriti. Maccari: “Un bomba pronta ad esplodere”<br />
di affrontare e controllare situazioni di rivolta.<br />
La sera del 6 aprile si è rischiato grosso, quando<br />
all’interno del Cie decine di immigrati sono<br />
saliti sui tetti delle palazzine ed hanno lanciato<br />
pietre e altri oggetti contundenti contro gli<br />
uomini delle Forze dell’ordine in servizio nel<br />
campo. Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza<br />
hanno dovuto affrontare una vera e propria<br />
guerriglia fino a notte fonda per evitare che gli<br />
extracomunitari sfondassero le recinzioni per<br />
darsi alla fuga”. “Forse occorre ricordare – ha<br />
proseguito Maccari – che solo poche settimane<br />
prima nel centro erano stati incendiati alcuni<br />
container adibiti ad alloggi, e sempre negli<br />
ultimi mesi sono rimasti feriti, in diversi episodi<br />
di rivolte o risse scoppiate nel campo, un<br />
ispettore di Polizia che, colpito da un sasso in<br />
pieno petto, ha riportato una frattura allo sterno,<br />
un brigadiere dei Carabinieri, e tre militari<br />
dell’esercito. Anche questa volta si è registrato<br />
soltanto “qualche” ferito. Ma bisogna che<br />
qualche nostro collega ci lasci la pelle perché si<br />
cominci a parlare del Centro immigrati di Crotone<br />
e soprattutto si decida di chiudere questo<br />
“mostro” che non dovrebbe esistere in un<br />
paese civile? Ricordo che quello di Crotone è<br />
il più grande Centro per immigrati in tutta<br />
Europa e ospita 1600 immigrati, che però in<br />
maniera incontrollata si moltiplicano durante<br />
le ore notturne, perché gli otto chilometri di<br />
recinzione esterna sono pressoché incontrollabili<br />
e centinaia di immigrati si introducono<br />
per mangiare e dormire, e non ci sono Forze<br />
di Polizia sufficienti ad assicurare un controllo<br />
adeguato. La struttura, inoltre, è l’unica di tali<br />
dimensioni a comprendere nello stesso luogo<br />
i Centri di Accoglienza (C.D.A.), di Identificazione<br />
ed Espulsione (C.I.E.) e di Accoglienza Richiedenti<br />
Asilo (C.A.R.A.): un assembramento<br />
di strutture che, rivolta dopo rivolta, versa in<br />
condizioni sempre più critiche e pericolose, sia<br />
di tipo strutturale che sotto il profilo delle condizioni<br />
di vita e di lavoro: condizioni che tra<br />
l’altro risultano inspiegabili alla luce delle cospicue<br />
somme di denaro elargite per finanziare<br />
la gestione dell’accoglienza degli immigrati<br />
e la manutenzione del centro”. “Purtroppo –<br />
ha concluso Maccari - quasi tutti gli organi di<br />
informazione continuano a tacere dei continui<br />
scontri e focolai di rivolta che avvengono nel<br />
centro, mentre la politica e le istituzioni competenti<br />
fingono di non vedere: il Centro immigrati<br />
di Crotone va chiuso, e anche in fretta,<br />
ma evidentemente sono troppi e troppo consistenti<br />
gli interessi che ruotano intorno al mantenimento<br />
di quel tipo di struttura”.
FESTA DELLA DONNA<br />
In ricordo di Emanuela Loi<br />
di Giulia Zampina<br />
Il <strong>Coisp</strong>, sindacato indipendente di Polizia, per il secondo anno consecutivo ha<br />
dedicato a Catanzaro la Festa delle donne alla memoria di Manuela Loi, la prima<br />
poliziotta morta in servizio nella tragica circostanza della strage di via D’Amelio,<br />
con uno spettacolo monologo tratto dal libro di Nando dalla Chiesa dal titolo<br />
“Poliziotta per amore”<br />
Nel 2009 Nando dalla Chiesa ha dato alle stampe un libro dal titolo “Poliziotta per<br />
amore”. La storia di una liceale di sinistra che sceglie di entrare in polizia. All’origine<br />
della decisione l’incontro-rivelazione con due figure femminili: Emanuela Loi,<br />
agente di scorta del giudice Borsellino, la prima donna in divisa uccisa dalla mafia,<br />
conosciuta attraverso le cronache del luglio del ‘92; e Saveria Antiochia, madre di un<br />
altro giovane agente di scorta ucciso dai clan, conosciuta a una assemblea a scuola.<br />
Dai due incontri inizia la storia nuova e imprevedibile di una giovane donna che scopre<br />
la legge e lo Stato e decide di andare a combattere Cosa Nostra nella frontiera<br />
più avanzata.<br />
A Palermo, a Trapani e poi ancora a Palermo, passando per la crisi di coscienza aperta<br />
dai fatti del G8 genovese.<br />
In una storia che è invenzione ma anche, in parte, autobiografia del movimento antimafia,<br />
Nando dalla Chiesa racconta senza retorica la vicenda individuale e collettiva<br />
di tanti esponenti delle forze dell’ordine in Sicilia. Narrazione di una lotta per la<br />
legalità che appare spesso titanica e che continua invece grazie a uomini e donne comuni<br />
che hanno fatto la scelta di indossare una divisa.<br />
4411
4422 AUTOSALVAMENTO<br />
Centro Formazione Sicurezza Acquatica della Gymnasium<br />
Lo avevamo auspicato<br />
e si è concretizzato<br />
Si è concluso il secondo modulo di un vero e proprio<br />
progetto di formazione per gli operatori della Polizia di Stato<br />
Logica prosecuzione del primo<br />
corso di auto-protezione in ambiente<br />
acquatico, grazie al solido<br />
e cordiale rapporto che si è<br />
venuto a creare fra il Centro Formazione<br />
Sicurezza Acquatica della Gymnasium<br />
Pordenone, diretto da Claudio Deiuri,<br />
e le Segreterie territoriali del Co.I.S.P.<br />
(quella regionale del Friuli Venezia Giulia<br />
e quella provinciale di Pordenone), si<br />
è concluso lo scorso 3 marzo il secondo<br />
modulo di un vero e proprio progetto di<br />
formazione per gli operatori della Polizia<br />
di Stato, che ha riscosso notevoli favori<br />
e apprezzamenti da parte dei partecipanti.<br />
Oltre a potenziare le loro abilità acquatiche<br />
per la sicurezza in acqua e a<br />
far conoscere a loro l’utilizzo corretto<br />
dei principali sussidi di auto-protezione<br />
(giubbotto di galleggiamento) e<br />
dei mezzi nautici (gommoni con chiglia
pneumatica) impiegati in scenari critici<br />
quali, ad esempio, quello alluvionale,<br />
questo secondo ciclo di lezioni (sei<br />
in totale di cui due teoriche), iniziato lo<br />
scorso 27 gennaio, è stato caratterizzato<br />
dallo svolgimento di due moduli sanitari:<br />
il BLS (sostegno di base alle funzioni<br />
vitali) e il PHTC (trattamento del<br />
trauma extra ospedaliero).<br />
Una lezione è stata dedicata completamente<br />
alla gestione di alcune situazioni<br />
di stress, come ad esempio la difficoltà<br />
respiratoria, che possono creare molti<br />
problemi in acqua.<br />
Finalità di questo ciclo, che ha riscosso<br />
enorme successo, è stata quella di fornire<br />
agli operatori della Polizia di Stato<br />
quegli strumenti che dovrebbero utilizzare<br />
in situazioni di emergenza quali gli<br />
incidenti stradali e gli infortuni sul lavoro.<br />
Importanti, in quest’ottica, sono stati<br />
i contributi forniti da personale medico<br />
dell’elisoccorso del Friuli Venezia<br />
Giulia e dagli stessi Vigili del Fuoco del<br />
Comando Provinciale di Pordenone.<br />
Conoscere i protocolli di intervento significa<br />
“sapere leggere” e decodificare<br />
adeguatamente una situazione di rischio,<br />
comprendere meglio e correttamente<br />
come si muovono gli enti tecnici<br />
(Vigili del Fuoco) e sanitari (118) e operare<br />
nel rispetto delle competenze di<br />
ognuno, preservando la propria incolumità,<br />
quella delle persone che possono<br />
essere presenti sulla scena dell’evento<br />
e quella della vittima. Giova ricordare,<br />
infatti, che chi porta aiuto e presta soccorsi<br />
a una persona che sta per annegare<br />
o si trova in qualsivoglia tipo di<br />
difficoltà deve farlo in sicurezza, non<br />
deve mettere a rischio la sua e altre vite<br />
umane in genere. Il non intervenire,<br />
a volte, permette di evitare drammatiche<br />
conseguenze.<br />
SICUREZZA E POLIZIA<br />
2° CORSO DI “AUTO-PROTEZIONE”<br />
IN AMBIENTE ACQUATICO<br />
PER OPERATORI DELLA POLIZIA DI STATO<br />
Grande successo tra i numerosi partecipanti<br />
ha riscontrato il 2° corso di<br />
“auto-protezione” in ambiente acquatico<br />
per operatori della Polizia di Stato,<br />
conclusosi ieri, mercoledì, nella sede<br />
della Gymnasium Nuoto in via Turati<br />
2, a Pordenone. Fortemente voluto<br />
dalla segreteria provinciale di Pordenone<br />
del Co.I.S.P. unitamente a quella<br />
regionale del Friuli Venezia Giulia,<br />
il corso ha avuto una durata di 12 ore<br />
suddivise in 6 lezioni, di cui 2 teoriche<br />
e 4 pratiche in piscina. L’idea di trasmettere<br />
agli operatori della Polizia di<br />
Stato le conoscenze di base per poter<br />
intervenire in sicurezza in caso di esigenza<br />
sia in servizio che fuori servizio<br />
era nata nel 2009 grazie ad una felice<br />
intuizione del Co.I.S.P. pordenonese e<br />
si era concretizzata grazie alle competenze tecniche e morali riscontrate nel Centro<br />
Formazione Sicurezza Acquatica Gymnasium. Il direttore tecnico del C.E.F.S.A. Claudio<br />
Deiuri ed i suoi collaboratori, anche in questa occasione, sono riusciti a trasmettere<br />
nozioni utilissime relativamente alla materia in argomento ai numerosi operatori<br />
della Polizia di Stato che hanno partecipato a questo corso. I lusinghieri risultati<br />
ottenuti rafforzano ulteriormente la collaborazione tra il sindacato di Polizia Co.I.S.P.<br />
e la Gymnasium Nuoto, con l’auspicio di vedere realizzate in futuro nuove iniziative<br />
di questo tipo. La Segreteria Provinciale Co.I.S.P. di Pordenone<br />
4433
Si è svolta nella mattinata di domenica<br />
18 aprile <strong>2010</strong>, presso il nuovo<br />
Palazzetto dello Sport in località<br />
Ligunana, a San Vito al Tagliamento<br />
(Pn), la seconda edizione dello stage<br />
di difesa personale professionale riservato<br />
agli appartenenti alla Polizia di Stato,<br />
all’Arma dei Carabinieri, alla Guardia<br />
di Finanza, alla Polizia Penitenziaria, al<br />
Corpo Forestale dello Stato ed alla Polizia<br />
Locale.<br />
Tale evento, organizzato dalla Segreteria<br />
Regionale del Friuli Venezia Giulia e<br />
da quella Provinciale di Pordenone del<br />
sindacato di Polizia Coordinamento per<br />
l’Indipendenza Sindacale delle Forze di<br />
Polizia (Co.I.S.P.) e dall’associazione Sovritalia<br />
So.Vi.Co. (Associazione nazionale<br />
Sovrintendenti vincitori di concorso<br />
4444 DIFESA PERSONALE<br />
2° Stage di Difesa<br />
Personale Professionale<br />
18 Aprile <strong>2010</strong><br />
San Vito al Tagliamento (PN)<br />
delle cinque Forze di Polizia), è stato patrocinato<br />
dalla Provincia di Pordenone,<br />
dal Comune di San Vito al Tagliamento e<br />
dal Comitato Regionale del Friuli Venezia<br />
Giulia della FIJLKAM.<br />
Lo stage è stato condotto da insegnanti<br />
che sono tecnici federali di arti marziali<br />
e istruttori di difesa personale appartenenti<br />
alle Forze di Polizia. Il programma,<br />
seguito con estremo interesse dai numerosi<br />
partecipanti giunti da diverse località<br />
del Friuli Venezia Giulia e del Veneto,<br />
ha permesso di approfondire le conoscenze<br />
relativamente alle tecniche di difesa personale<br />
applicate alle esigenze operative degli<br />
appartenenti alle Forze di Polizia.<br />
All’esito positivo della manifestazione si aggiunge<br />
la soddisfazione per gli organizzatori<br />
di poter sostenere con un piccolo contributo<br />
l’attività dell’associazione “La Fenice” onlus,<br />
che opera da molti anni nel territorio comunale.<br />
Al netto delle spese di organizzazione<br />
sostenute, infatti, profitti dovuti a contributi<br />
di sponsor saranno devoluti in beneficenza a<br />
tale importante realtà locale.
4466 IL LIBRO<br />
SENZA BAVAGLIO<br />
Libera stampa e democrazia.L’evoluzione del concetto di manifestazione del pensiero<br />
Dalla censura preventiva al diritto<br />
all’informazione passando per la<br />
libertà di manifestazione del pensiero.<br />
Un lungo excursus giuridico<br />
in cui vengono esaminate tutte le tappe che<br />
hanno caratterizzato l’evoluzione del concetto<br />
di libertà di stampa. È un lavoro complesso<br />
e articolato quello realizzato dal giornalista<br />
di cronaca nera e giudiziaria, salentino<br />
di origini ma bolognese d’adozione, Cesario<br />
Picca nel suo saggio ‘’Senza Bavaglio’’<br />
(Edizioni Pendragon, 14 euro) nel quale non<br />
mancano interventi e spunti che rendono<br />
l’argomento trattato d’attualità. Come, per<br />
esempio, le due sentenze della Corte dei diritti<br />
dell’uomo di Strasburgo che sanciscono<br />
la segretezza della fonte fiduciaria della notizia<br />
mettendo dei paletti al potere del giudice<br />
di perquisire la scrivania e l’ufficio del<br />
giornalista. Sentenze calpestate quasi quotidianamente<br />
dalla magistratura nell’ambito<br />
del sempiterno rapporto d’amore e odio<br />
che la lega al giornalismo. Il testo si compone<br />
di due capitoli: una parte storica nella<br />
quale viene brevemente tracciato il quadro<br />
in cui si è sviluppato il concetto della libertà<br />
di stampa e il giornalismo italiano e una,<br />
più complessa, di natura prettamente giuridica<br />
in cui viene presa in esame l’evoluzione<br />
del concetto di libertà di stampa. Un concetto<br />
che in questo saggio assume i contorni<br />
del diritto all’informazione. Diritto inteso<br />
non solo come dovere del giornalista di<br />
scrivere ma anche come diritto del cittadino<br />
di sapere, conoscere e informarsi. E infatti,<br />
dopo aver esaminato l’articolo 21, nel saggio<br />
viene spiegato come si è giunti al diritto<br />
all’informazione (diritto di informarsi e di<br />
essere informati). Negli ultimi cinquant’anni<br />
- dopo aver definito la libertà di manifestazione<br />
del pensiero - al centro del dibattito<br />
di dottrina e giurisprudenza c’è stato il<br />
passaggio dal diritto attivo di informazione<br />
a quello passivo. Questa libertà, dunque, si<br />
legge ancora, non si misura solo con la possibilità<br />
di esprimersi, ma anche - e forse soprattutto<br />
- con quella di informarsi e di essere<br />
informati. Perché occorre poter accedere<br />
alle informazioni (diritto negativo) per esercitare<br />
i diritti positivi. Un prezioso contributo<br />
al testo viene dagli interventi ospitati.<br />
Nel proprio scritto, l’ex presidente della Corte<br />
d’Assise di Bologna, Libero Mancuso, invita<br />
a mettere da parte il sensazionalismo per<br />
fare spazio al necessario approfondimento,<br />
forse l’unica forma di giornalismo capace di<br />
fornire ai lettori gli strumenti idonei che gli<br />
consentano di farsi una propria idea su un<br />
determinato avvenimento. Segue la discussione<br />
sull’articolo 21 tra il professor Augusto<br />
Barbera (che ritiene giunto il momento<br />
per il diritto costituzionale moderno di fare i
conti con la tv) e l’ex procuratore capo della<br />
Procura di Bologna, Enrico Di Nicola, secondo<br />
cui il dettato costituzionale va bene così e<br />
non serve alcuna modifica. Senza per questo<br />
dimenticare gli interventi del professor Paolo<br />
Bolognesi dell’Associazione dei familiari<br />
delle vittime della strage del 2 agosto che<br />
chiede di abolire il segreto di Stato; della ex<br />
senatrice Daria Bonfietti, membro del Parlamento<br />
italiano all’Osce, l’organismo che ha<br />
realizzato un dossier sulla libertà di stampa<br />
nel mondo e in Italia; del vice presidente<br />
dell’Ordine nazionale dei giornalisti Claudio<br />
Santini che parla dell’uso della cronaca<br />
a fini politici. Per concludere con il rapporto<br />
di Rsf (Reporters sans frontiers) che mette<br />
l’Italia agli ultimi posti per quanto concerne<br />
la libertà dell’informazione. «Si tratta di<br />
un volume che dovrebbero leggere tutti - afferma<br />
l’autore - Innanzitutto i giornalisti che<br />
spesso dimenticano la mission del giornalismo<br />
che consiste nel garantire quel diritto<br />
all’informazione sancito dalla Costituzione<br />
e che è fondamento della democrazia. Perché<br />
un paese in cui la stampa è imbavagliata<br />
non è un paese libero. Ma lo dovrebbero leggere<br />
tutti per capire le enormi difficoltà che<br />
i giornalisti affrontano per informare spesso<br />
a costo della loro stessa vita». Il libro di Picca<br />
aiuta non tanto a capire i percorsi altalenanti<br />
del concetto di libertà di stampa, quanto a<br />
comprendere il valore della libertà tout court<br />
(di cui la prima è solo una rappresentazione<br />
sintomatica) e in quale misura ciascuna epoca<br />
ne abbia elargito ai cittadini. Perché non<br />
affrontare il problema qui svolto, conclude<br />
Mancuso nel suo intervento, «vuol dire non<br />
affrontare la grande questione della democrazia<br />
nel nostro paese, lasciarla incompiuta<br />
ed esposta a rigurgiti illiberali e finanche<br />
autoritari, ove si consideri l’elevatezza della<br />
posta in gioco».<br />
SICUREZZA E POLIZIA<br />
4477
Nel Corso dell’estate del 2008<br />
l’attenzione del Comitato si<br />
posò sulle realtà internazionali<br />
esistenti del mondo del<br />
sindacalismo di polizia. Furono, infatti,<br />
presi contatti con la F.A.S.P. ( federation<br />
Autonome Syndicats de police) francese,<br />
con la F.S.F.P. svizzera, con la Police<br />
Fedaration of England and Wales, con<br />
la Scottish Police Federation, con la Police<br />
Federation for Nortern Ireland e con<br />
i sindacati autonomi della Polizia tede-<br />
4488 SINDACALISMO AUTONOMO IN POLIZIA<br />
LA VERA STORIA DEL SINDACALISMO AUTONOMO DI POLIZIA<br />
- XV PARTE -<br />
La parentesi internazionale<br />
di Carmine Fioriti*<br />
sca. I contatti si svilupparono per tutta<br />
l’estate con molto interesse da parte delle<br />
polizie straniere. Alla fine, l’8 novembre<br />
successivo furono organizzati due incontri:<br />
a Parigi ed a Bon con i sindacati<br />
di polizia dei rispettivi Paesi.<br />
A Parigi si recarono De Biasi, Molinari e<br />
Fichera, mentre a Bonn andarono Bianchini<br />
e Rossi. Le delegazioni dei poliziotti<br />
autonomi italiane incontrarono i loro<br />
colleghi di quei Paesi.<br />
A Bonn l’incontro, pur svoltosi in un clima<br />
di cordialità, non produsse alcun effetto<br />
organizzativo soprattutto a cau-<br />
sa della enorme varietà dei sindacati di<br />
polizia lì esistenti, mentre a Parigi le cose<br />
andarono meglio. Il Segretario della<br />
F.A.S.P. Henry Buch impegnò la propria<br />
organizzazione a perseguire gli stessi fini<br />
del Comitato autonomo ed a sostenere,<br />
in tutti gli ambienti nazionali ed internazionali,<br />
l’azione intrapresa dai poliziotti<br />
italiani per la creazione di un sindacato<br />
di polizia autonomo ed indipendente<br />
da qualsiasi forma politica o di altro<br />
genere.<br />
Le due delegazioni, in pieno accordo, decisero<br />
di creare un Comitato di coordinamento<br />
teso a perseguire degli obbiettivi<br />
comuni, tra i quali spiccavano:
• il ruolo del poliziotto nella società<br />
moderna;<br />
• l’imparzialità assoluta dell’operato<br />
della polizia;<br />
• il rispetto e la dignità della persona<br />
umana;<br />
• la difesa morale e materiale dei propri<br />
colleghi.<br />
Un comunicato congiunto, a firma di<br />
henry Buch per la FASP e di Maria Molinari,<br />
per il Comitato Autonomo venne<br />
diffuso in Francia ed in Italia raccogliendo<br />
non poche simpatie da parte dei colleghi.<br />
Al ritorno in Italia le due delegazioni<br />
riferirono sugli esiti dei loro incontri in<br />
una conferenza stampa tenutasi nella redazione<br />
del giornale Ordine Pubblico diretto<br />
dall’on.le Costantino BELLUSCIO.<br />
L’onorevole Costantino BELLUSCIO<br />
Al di là dell’entusiasmo che naturalmente<br />
si generò nel campo autonomo dopo<br />
gli incontri oltr’alpe, il Comitato aveva<br />
centrato un obbiettivo ambizioso e<br />
del tutto originale tant’è che gli stessi<br />
incontri ed i risultati ottenuti pesarono<br />
notevolmente sulle decisioni che il Governo<br />
avrebbe dovuto prendere. Un conto<br />
era, infatti, la realtà italiana, un conto<br />
era la realtà europea di Paesi affini al<br />
nostro che già da tempo avevano scelto<br />
una sindacalizzazione autonoma per le<br />
forze di polizia. Purtroppo la scarsità di<br />
mezzi a diposizione non consentì un costante<br />
mantenimento del coordinamento<br />
europeo ed i contatti avuti si affievolirono<br />
man mano con il passare del tempo,<br />
cosi’ come cambiarono anche le persone<br />
con le quali si erano avuti i contatti.<br />
Tale situazione generò l’abbandono<br />
dei contatti internazionali e venne pagato<br />
a caro prezzo successivamente, allorquando<br />
il Siulp riuscì ad entrare nell’organismo<br />
internazionale della UISP, che<br />
raggruppa la maggior parte dei sindacati<br />
di polizia europei, nonostante il Comitato<br />
per il sindacato autonomo di polizia<br />
avesse fatto da pioniere all’avventura internazionale.<br />
Ci furono, è vero, dei tentativi di ristabilire<br />
i contatti internazionali e si ebbe<br />
occasione di trattare anche con sindacati<br />
delle polizie di Stato degli U.S.A., ma<br />
la perdurante mancanza dei fondi, anche<br />
dopo la costituzione a sindacato, congiunta<br />
alla diffidenza di alcuni quadri<br />
sindacali che in simili azioni vedevano<br />
una dispersione dell’attività sindacale<br />
SICUREZZA E POLIZIA<br />
Virgilio Fichera ( in piedi). A destra De Biasi<br />
e Molinari. La delegazione che si recò a Parigi<br />
e non già, invece, una forma di pressione<br />
contrattuale che avrebbe potuto essere<br />
utile nei momenti opportuni. Se è vero,<br />
però, che la mancanza di contatti internazionali<br />
alleggerì la forza del Comitato<br />
autonomo, è altrettanto vero che la<br />
stessa UISP, fuori da alcune prese di posizione<br />
e di dichiarazione di intenti, non<br />
svolse alcun ruolo sulla formazione dei<br />
sindacati di polizia italiani e giammai è<br />
apparso come organo sovrannazionale<br />
di coordinamento effettivo tra le varie sigle<br />
sindacali che ne facevano parte. Gli<br />
autonomi avranno, poi, occasione di costituire<br />
una organizzazione internazionale,<br />
il C.E.S.P. , grazie ai contatti del sottoscritto<br />
e di Rachele Schettini, che, comunque,<br />
ebbe a prendere tutti i difetti<br />
della stessa Uisp, mancando di svolgere<br />
quel ruolo di spinta contrattuale sulle<br />
varie situazioni dei sindacati aderenti.<br />
Tutto l’apparato internazionale finiva<br />
con l’essere una forma di rappresentazione<br />
senza alcun peso politico, pur svolgendo<br />
un ruolo di proposizione e di indirizzo<br />
non irrilevante, ma sempre ad un<br />
livello prevalentemente teorico.<br />
ERRATA<br />
CORRIGE<br />
Nella XIV parte della storia del sindacalismo<br />
indipendente di polizia,<br />
pubblicato sul nr. 4, aprile, di questo<br />
giornale è stato incidentalmente<br />
distorto il nome di uno dei fondatori<br />
del sindacato indipendente in sicilia,<br />
il maresciallo Gaetano BUSCEMI.<br />
Sotto la foto di costui il cognome è<br />
stato distorto in BUSCAMI. Dell’inconveniente<br />
ci scusiamo con i lettori<br />
e con l’interessato.<br />
LA REDAZIONE<br />
4499
550 0<br />
SPEACKER’S CORNER<br />
Poliziotti:<br />
sempre più oberati e<br />
sempre meno pagati.<br />
NNella legge finanziaria <strong>2010</strong>, al<br />
comma 222 dell’art.2 è stabilito<br />
che le Amministrazioni dello<br />
Stato, compresi Polizia e Carabinieri,<br />
per razionalizzare la spesa pubblica,<br />
debbono far riferimento all’Agenzia<br />
del demanio e, quindi, che qualsiasi tipula<br />
di contratti di locazione, o rinnovi, sono<br />
adempimenti posti a carico del Demanio.<br />
Dal 1 gennaio 2011, pertanto, tutti i contratti<br />
di locazione, e di rinnovo, degli immobili<br />
destinati agli Uffici o Comandi delle<br />
Forze di Polizia sul territorio saranno stipulati<br />
dall’Agenzia del Demanio e non più<br />
dalle Prefetture, ovvero Uffici Territoriali<br />
del Governo.<br />
Di tutto<br />
un po’<br />
di Carmine FIORITI<br />
Vice Presidente CO.I.S.P.<br />
Il Prefetto Mori è una delle fi gure più signifi cative del periodo in cui il Governo<br />
aveva bisogno di necessarie diramazioni sul territorio e la fi gura del Prefetto aveva<br />
una valenza sicuramente indispensabile per la funzionalità dello Stato e per la<br />
reale unifi cazione della Nazione<br />
Inutile dire che, per quel che ci riguarda, la cosa<br />
non ci fa né caldo e né freddo. Ma evidenzia,<br />
in modo assolutamente concreta e non più velata,<br />
la diminutio palese delle competenze delle<br />
Prefetture anche in tema di contratti per gli<br />
uffici delle forze di Polizia.<br />
Ora, alla luce di questo ennesimo taglio di<br />
competenze e, soprattutto dopo la fuga<br />
verso altri Ministeri ed Uffici delle materie<br />
concernenti Invalidi civili, patenti ed altro,<br />
la domanda che sorge spontanea è: che ci<br />
stanno ancora a fare le Prefetture ??
Personale diplomatico italiano e Feluche.<br />
La riforma dei prefettizi ha equiparato<br />
i propri funzionari ai diplomatici,<br />
pur non essendoci alcun nesso tra le<br />
due funzioni. Il personale direttivo della<br />
polizia di Stato, al pari delle altre qualifi<br />
che, aspetta da un decennio di vedersi<br />
riconosciuta una funzione che effettivamente<br />
svolge giorno dopo giorno, in<br />
silenzio e con spirito di sacrifi cio vero<br />
per garantire quel minimo di sicurezza<br />
necessario per la sopravvivenza delle<br />
Istituzioni e per consentire a tutti di<br />
poter attendere alle proprie mansioni.<br />
Sinceramente a noi interessa poco che ci<br />
siano o no. Quel che ci interessa, invece, è<br />
che abbiamo del personale alle nostre dipendenze<br />
funzionali, ma gerarchicamente<br />
dipendente dai Prefetti, ed un personale<br />
delle Prefetture che era legato alle condizioni<br />
economiche dei direttivi della Polizia di<br />
Stato e che, dalla sera al mattino, si è ritrovato<br />
addirittura “ dirigente “ e con un trattamento<br />
economico da consolare, raddoppiando<br />
le proprie precedenti posizioni che,<br />
ripetesi, sono tuttora quelle del personale<br />
direttivo e dirigente della Polizia di Stato.<br />
Queste due situazioni non possono resta-<br />
re sempre e comunque senza una adeguata<br />
visitazione. La prima perché solo da noi<br />
succede che operi una categoria di personale<br />
che dipende da altri e che, per tale posizione,<br />
crea non pochi problemi di natura<br />
gerarchica, allorquando la logica consiglierebbe<br />
che vi fosse un ruolo specifico di polizia,<br />
come abbiamo avuto modo di evidenziare<br />
in altri momenti su queste colonne. E<br />
l’altra perché, alla luce del dettato costituzionale,<br />
che vuole la retribuzione lavorativa<br />
legata alla quantità e qualità del lavoro<br />
svolto, sarebbe davvero far finta di non vedere<br />
l’incredibile assurdo che si manifesta<br />
in una Nazione che annovera tra i suoi figli<br />
tal Brunetta della Funzione Pubblica che,<br />
in questo caso, sembra non vedere affatto<br />
quel che realmente è. Ed è che c’è una categoria<br />
a cui vengono sottratti sempre più<br />
compiti e guadagna tanto, mentre un’altra<br />
ne ha sempre di più e guadagna meno, rispetto<br />
al costo della vita. Si legga Funzionari<br />
di Prefettura, da una lato, e Funzionari di<br />
Polizia dall’altro.<br />
A questo punto, ed alla vigilia ( si spera<br />
n.d.r. ) di una contrattazione per il rinnovo<br />
di un contratto già da un pezzo scaduto,<br />
è doveroso porre l’accento sul fatto che,<br />
non essendo figli di una gallina nera, anche<br />
i Funzionari di Polizia dovrebbero avere lo<br />
stesso, identico trattamento dei funzionari<br />
di Prefettura che, all’indomani della legge<br />
121, si strinsero ben bene al trattamento<br />
economico della Polizia di Stato, a quel tempo<br />
più conveniente di qualsiasi altro.<br />
Tale nuova visione consentirebbe, finalmente,<br />
di affrontare quel problema del<br />
riordino delle carriere, altrimenti senza<br />
senso, venendosi a creare uno spazio nella<br />
carriera direttiva da riservare a coloro i<br />
quali ricoprivano una qualifica di ispettore<br />
al 31 agosto 1995 e via via a tutti gli altri,<br />
dal momento che i posti si spalancherebbero<br />
di giorno in giorno in ragione della<br />
vetusta età che affligge qualsiasi ruolo<br />
della polizia di Stato.<br />
SICUREZZA E POLIZIA<br />
Un contratto di lavoro<br />
sempre piu’ irrangiungibile.<br />
La sagoma del CoISP<br />
sempre piu’ veritiera<br />
Il solo fatto che, stando nel <strong>2010</strong>, parliamo<br />
di dover fare un contratto per il 2008<br />
ed il 2009 è cosa da terzo mondo. Non solo,<br />
tutto diventa strano e ridicolo ove si<br />
pensi che, nella migliore delle ipotesi, arriveranno<br />
nelle nostre tasche una quarantina<br />
di euro che non potranno servire assolutamente<br />
a compensare i rincari delle<br />
autostrade, delle bollette e della benzina.<br />
Non c’è nulla da fare. Checchè se ne dica<br />
il <strong>Coisp</strong> è l’unico sindacato in grado di fare,<br />
nel contesto odierno, una proposta decisamente<br />
spiazzante e concreta. Di fronte<br />
alla realistica situazione del “siamo in<br />
pochi, gli straordinari non ci sono, non ce<br />
la facciamo”, il nostro sindacato, che davvero<br />
rappresenta l’essenza dei primi pionieri<br />
del movimentismo sindacale in polizia,<br />
propone di lavorare di più. Lavorare di<br />
piu’ per guadagnare di piu’ e compensare<br />
tutto quel che manca. Non è boutade. E’<br />
una concreta, praticissima, efficientistica<br />
soluzione alla crisi degli uomini ed è una<br />
garanzia di soddisfazione economica per<br />
quanti lavorano all’interno dei ruoli della<br />
Polizia di Stato. Ma non è solo questo. Nella<br />
proposta c’è tutta l’essenza del lavoro<br />
del poliziotto. Un lavoro che, giustamente,<br />
va retribuito con un quid pluris per ripagare<br />
i sacrifici e fare in modo che esso<br />
sia sempre considerato una missione, ben<br />
lontana da qualsiasi tentazione. Ecco perché<br />
se i poliziotti dovessero lavorare due o<br />
quattro ore in più la settimana, il minimo<br />
di retribuzione in più giammai potrebbe<br />
essere al di sotto di 600/800 Euro al mese.<br />
Fatto questo, sarebbe auspicabile,poi, un<br />
agganciamento automatico degli stipendi<br />
dei poliziotti a qualcosa di certo, come potrebbe<br />
essere, in modo proporzionale, lo<br />
stipendio del magistrato di cassazione, al<br />
pari di quanto avviene per l’adeguamento<br />
degli stipendi dei Parlamentari. In tal modo<br />
faremmo le trattative solo ed esclusivamente<br />
per le piccole indennità, preservando<br />
il grosso da qualsiasi azione di raggiro<br />
di qualsiasi Governo di questo Paese.<br />
551 1
SICURAMENTE<br />
SicuraMente<br />
La rubrica, affidata all’Ufficio Formazione ed Aggiornamento Professionale, in collaborazione con gli esperti volontari dell’Associazione<br />
Italiana di Psicologia e Criminologia, è curata da Massimo Lattanzi, quadro della segreteria nazionale e psicologo psicoterapeuta.<br />
Questo spazio si prefigge una finalità tanto coraggiosa quanto importante quella di far ulteriormente avvicinare gli operatori delle forze<br />
dell’ordine all’universo delle scienze psicologiche.<br />
552 2<br />
Neuro psico bio neurologia<br />
Cos’è lo stalking?<br />
Lo Stalking è un’insieme di molestie<br />
essenzialmente psicologiche<br />
che si esplica con comportamenti<br />
persecutori, atteggiamenti<br />
minacciosi e di controllo nei confronti<br />
di una o più persone. Tali agiti generano<br />
nella vittima paura, ansia e preoccupazione,<br />
ne violano la privacy e può rappresentare<br />
un pericolo per l’incolumità<br />
personale. Lo stalking comprende vasto<br />
campionario psico comportamentale che<br />
identifica intrusioni costanti nella vita<br />
pubblica e privata di una o più persone.<br />
Tali intrusioni incutono paura e procurano<br />
esiti psicologici e relazionali gravi.<br />
Può nascere come complicazione di una<br />
qualsiasi relazione (O.N.S. 2002). Il campionario,<br />
psico comportamentale, può<br />
spaziare dall’invio di sms, e-mail, fiori e<br />
regali non graditi; continue telefonate,<br />
appostamenti, pedinamenti, danneggiamenti<br />
e molto altro. Le dinamiche dello<br />
stalking sono assolutamente peculiari,<br />
non possono essere accomunate ad altre<br />
dello stalking<br />
manifestazioni violente. Spesso è lo stalking<br />
ad essere la matrice di molte espressioni<br />
della violenza (Lattanzi, 2003).<br />
I contesti dello stalking (ONS, 2007) :<br />
55% circa nelle relazione di coppia; 25%<br />
circa nei condomini; 15% circa sul posto<br />
di lavoro/scuola; 5% circa in famiglia, tra<br />
figli, fratelli e genitori.<br />
Ricerca epidemiologica<br />
I risultati della ricerca specifica realizzata<br />
in Italia dall’ONS in collaborazione con<br />
il Sindacato di Polizia Co.I.S.P., dal 2001 al<br />
2006, basato su 9600 interviste raccolte<br />
in 16 regioni, con un campione di circa<br />
50% di uomini e 50% di donne, dai 17 ai<br />
70 anni, ha evidenziato che circa il 20%<br />
della popolazione italiana è o è stata vittima<br />
di atti persecutori.<br />
Connotazione criminologica<br />
Circa il 10% degli omicidi dolosi in Italia<br />
hanno avuto come prologo atti persecutori.
Cos’è lo stalking?<br />
Lo stalker è una persona molto sensibile alla<br />
separazione, all’abbandono o al rifiuto. Questa<br />
particolare sensibilità può manifestarsi in<br />
ogni relazione interpersonale, quindi in famiglia,<br />
in coppia, sul posto di lavoro o a scuola<br />
e si accentua quando vive il c.d. C.A.I. ossia<br />
il colpo abbandono improvviso (M. Lattanzi,<br />
2007)<br />
Il C. A. I. sembra essere la matrice delle condotte<br />
dello stalking, è quell’istante, che cambierà<br />
per sempre la loro esistenza, come se<br />
all’improvviso prendessero coscienza con<br />
una parola, una frase, un gesto o una semplice<br />
sensazione che stanno per essere lasciati<br />
o abbandonati, comunque che qualcosa sta<br />
cambiando nella loro relazione. Durante i colloqui<br />
lo descrivono come uno “tsunami emotivo<br />
affettivo”, che modificherà, trasformandola,<br />
la loro precedente vita. Da quel preciso<br />
momento, i valori, gli obiettivi e gli affetti<br />
precedenti, non esistono più.<br />
Queste persone, non possono fare a meno di<br />
agire quella specifica serie di comportamenti<br />
di tipo persecutorio che percepiscono come<br />
funzionali al loro benessere e che sedano<br />
la loro ansia e contengono la loro “paura”.<br />
Questi atteggiamenti che sono stati appresi<br />
nelle primissime relazioni, originati dagli<br />
schemi mentali acquisiti, si manifestano<br />
come una sorta di borsa del pronto soccorso<br />
relazionale. In seguito al C.A.I. negli stalker i<br />
bisogni mutano, si incrociano, si autoalimentano<br />
e si amplificano nel tempo. Di solito partono<br />
dal bisogno di verificare l’ipotesi della<br />
separazione e dell’abbandono, per poi passare<br />
a dimostrare il loro infinito amore cercando<br />
di persuadere l’altro, l’oggetto d’interesse<br />
a desistere dal suo erroneo intento, sperando<br />
nella condivisione delle emozioni, che in caso<br />
negativo manifestano comunque (M. Lattanzi,<br />
2007). Queste persone, infatti, sperimentano<br />
emozioni devastanti che manifestano in<br />
modo eclatante, drammatizzano ed esagerano<br />
molti aspetti della loro vita o dei loro sentimenti,<br />
proiettando le proprie incompetenze<br />
sugli altri. Mutano repentinamente il loro<br />
comportamento, a volte si sentono loro stessi<br />
vittime, spesso in modo inconsapevole vogliono<br />
sembrarlo, quando invece sono gli autori<br />
(M. Lattanzi, 2007). L’equipe multidisciplinare<br />
del Centro Presunti Autori, da gennaio<br />
2007 a gennaio <strong>2010</strong>, ha applicato un protocollo<br />
di risocializzazione integrato a 64<br />
persone, di cui 56 uomini e 8 donne. Il programma<br />
nel 30% ha permesso di contenere<br />
quasi completamente le condotte persecutorie,<br />
nel 60% le ha ridotte sensibilmente e nel<br />
20% ha evitato agiti molto gravi. Lo stalker<br />
quasi sempre è un conoscente, tre volte su<br />
quattro è di sesso maschile, molto spesso è<br />
un manipolatore affettivo, è ben inserito nella<br />
società, vive il colpo d’abbandono improvviso.<br />
Raramente ha una psicopatologia grave<br />
(perdita del contatto con la realtà), sette vol-<br />
SICUREZZA E POLIZIA<br />
te su dieci ha un’organizzazione di personalità<br />
borderline. L’emozione che lo contraddistingue<br />
è la paura.<br />
Oltre il 50% del campione delle persone che<br />
agiscono lo stalking ha vissuto almeno una<br />
volta nella vita un abbandono, una separazione<br />
o un lutto da una persona cara, che non<br />
ha elaborato.<br />
L’organizzazione di personalità borderline<br />
potrebbe spiegare la poliedricità comportamentale<br />
ed emotiva che contraddistingue<br />
gli stalker; infatti in un arco temporale anche<br />
molto breve, con il loro essere “camaleontico”<br />
possono passare da momenti di ritiro<br />
completo dalle relazioni ad una presenza persistente,<br />
da tratti persecutori molto spiccati,<br />
a grandi gentilezze, a drammatizzazioni teatrali,<br />
al raccontare menzogne, ad alternare<br />
odio ed amore e molte a altre manifestazioni<br />
che corrispondono ai loro vissuti ed appagano<br />
i loro bisogni emergenti<br />
Neurobiologia<br />
dello stalker<br />
(esperienza americana,<br />
gruppo di Meloy)<br />
Due studi di risonanza magnetica funzionale<br />
(fMRI) hanno misurato l’attività cerebrale tra<br />
soggetti maschi e femmine felicemente innamorati;<br />
entrambi mostrano i substrati biologici<br />
tipici dello stalker. Il protocollo di questi<br />
studi variava. Nello Studio A (54), 10 donne<br />
e 7 uomini guardavano alternativamente<br />
una fotografia del partner e di un familiare,<br />
di un individuo emotivamente neutro, il tutto<br />
intervallato da un compito distraente. Nello<br />
Studio B (61), 11 donne e 6 uomini guardavano<br />
alternativamente una foto del partner<br />
e di tre amici simili per età, sesso e durata di<br />
amicizia. Queste variazioni nel disegno sperimentale<br />
non producevano differenze significative<br />
nei risultati. Quando sono state confrontate<br />
le risposte ai questionari, è risultato<br />
evidente che i soggetti dello Studio A mostravano<br />
un maggior grado di passione amorosa<br />
rispetto a quelli dello Studio B. Questi dati indicano<br />
che lo Studio A rifletteva un amore romantico<br />
intenso alle prime fasi mentre lo Studio<br />
B un amore romantico già consolidato.<br />
Un’elevata attività dopaminergica nel siste-<br />
553 3
ma motivazionale legato alla ricompensa<br />
produce un’attenzione focalizzata, una motivazione<br />
risoluta e comportamenti diretti<br />
ad uno scopo. Elevate attività di dopamina<br />
i determinate zone sono anche associate<br />
con molti degli altri sentimenti riportati dagli<br />
amanti, come allegria, aumento di energia,<br />
iperattività, insonnia e a volte anche mania,<br />
ansia e/o paura. Negli studi sugli animali,<br />
inoltre, un’elevata attività dopaminergica in<br />
questo circuito di ricompensa è stato associato<br />
alla preferenza per uno specifico partner,<br />
come negli umani. Questi dati suggeriscono<br />
che il circuito subcorticale dopaminergico relativo<br />
alla ricompensa è associato all’intenso<br />
amore romantico nelle sue prime fasi. Quindi<br />
si può affermare seppur con cautela che lo<br />
stesso circuito sia la base neurale anche dello<br />
stalker.<br />
Il circuito dopaminergico della ricompensa,<br />
comunque, si attiva anche in corrispondenza<br />
di un’altra gamma di fenomeni legati<br />
all’arousal, tra cui la motivazione a ricevere<br />
una ricompensa in denaro e il cosiddetto<br />
craving legato alla cocaina. Infatti, si è ipotizzato<br />
che ogni motivazione nell’uomo è sostenuta<br />
da due attività simultanee nel cervello:<br />
un sistema eccitatorio generalizzato che<br />
produce energia e motivazione ad un bisogno<br />
di natura biologica ed una costellazione specifica<br />
di sistemi che producono le sensazioni,<br />
i pensieri e i comportamenti associati ad<br />
ogni particolare bisogno biologico. L’attivazione<br />
del circuito dopaminergico subcorticale<br />
potrebbe contribuire solo alla componente<br />
554 4<br />
SICURAMENTE<br />
generale di arousal nell’amore romantico alle<br />
prime fasi, esperito sia dai soggetti normali<br />
che dagli stalker. Tuttavia, l’attivazione di tale<br />
sistema contribuisce con molta probabilità<br />
a diversi tratti dello stalker non corrisposto,<br />
tra cui l’eccessiva energia, l’attenzione focalizzata<br />
e un’intensa motivazione a perseguitare<br />
la vittima. Tutti i soggetti dello Studio A<br />
hanno anche mostrato un’attivazione in alcune<br />
regioni della corteccia, sebbene queste differissero<br />
da individuo a individuo; molte di<br />
queste regioni, inoltre, fanno parte del circuito<br />
della ricompensa.<br />
Lo Studio A ha mostrato diverse inattivazioni<br />
durante l’osservazione delle foto del partner,<br />
anche lo Studio B ha confermato la medesima<br />
inattivazione. Uomini e donne che si innamorano<br />
mostrano inoltre un altro tratto psicofisiologico<br />
che verosimilmente condividono<br />
con gli stalker. Gli innamorati pensano al loro<br />
oggetto d’amore in maniera ossessiva e non<br />
possono fare a meno di questi pensieri intrusivi.<br />
Questi dati suggeriscono che i pensieri<br />
intrusivi dello stalker e i pedinamenti ossessivi<br />
della vittima possono essere associati ad<br />
un apparato di meccanismi neurali.<br />
Ipotesi di ricerca di<br />
Massimo Lattanzi<br />
(psicologo) e Iolanda<br />
Scarci (biologa),<br />
dottorandi di ricerca in<br />
Scienze Forensi, Roma <strong>2010</strong><br />
E’ possibile affermare che un meccanismo<br />
generico di arousal è parte di una costellazione<br />
di sistemi coinvolti nell’intenso amore<br />
romantico alle prime fasi. Specifici in questa<br />
situazione sono gli elevati livelli di dopamina<br />
a livello centrale. Si potrebbe con cautela<br />
affermare che questo arousal generico<br />
sia anche coinvolto nello stalking e che il circuito<br />
dopaminergico sottocorticale della ricompensa<br />
favorisca la tendenza dello stalker<br />
ad un aumento di energia, un’attenzione<br />
focalizzata, un intenso desiderio di inseguire<br />
la vittima, frustrazione-attrazione, protesta<br />
e rabbia. Tutte queste caratteristiche sono<br />
state riscontrate negli studi clinici sullo<br />
stalking.<br />
Uomini e donne in condizioni normali esprimono<br />
una simile reazione neurobiologica in<br />
forma prosociale, mentre lo stalker è incapace<br />
o non intenzionato a reagire in maniera<br />
adeguata in un simile stato psicofisiologico.<br />
In breve, abbiamo avanzato 5 ipotesi riguardanti<br />
la neurobiologia dello stalking:<br />
• Gli stalker potrebbero mostrare una diversa<br />
quantità di alcuni neurotrasmetitori rispetto<br />
alle persone normali, producendo maggiore<br />
energia, disforia, vigilanza e tenacia nella<br />
sua ricerca ossessiva dell’oggetto…<br />
• Secondo, gli studi sugli stili di attaccamento<br />
tra stalker suggeriscono che il loro è un legame<br />
di tipo insicuro, dichiarando che la biochimica<br />
del loro attaccamento differisce da quella<br />
di individui con attaccamento sicuro…<br />
• Terzo, la natura affettiva dell’aggressività<br />
nello stalking, caratterizzata da un’immediata<br />
reazione emotiva ad alti livelli di arousal, sug-
geriscono che lo stalker in certi momenti ha<br />
un’improvvisa perdita di controllo degli impulsi.<br />
L’impulsività è stata associata con fermezza<br />
alla diminuzione di livelli di alcuni<br />
neurotrasmettitori…<br />
• Quarto, sebbene gli studi di natura biochimica<br />
sui disturbi simili alle condotte psico comportamementali<br />
dello stalking. Lo stalking, in<br />
certi casi, può essere una manifestazione legata<br />
alla compulsività.<br />
• Quinto, la ricerca intende verificare tali ipotesi<br />
e tentare di trovare un correlato psico sociale<br />
a quello neurobiologico. Cercare quindi<br />
dei correlati neurobiologici e neuropsicologici<br />
alle manifestazione della struttura di personalità<br />
bordeline: sttuttra schizoide, borderline,<br />
ossessivo compulsiva, narcisistica, depressa,<br />
maniacale ed antisociale, che caratterizzano<br />
la camaleontica e manipolativa struttura di<br />
personalità degli stalker.<br />
FINALITÀ<br />
• Verificare le ipotesi di ricerca<br />
• Contenere gli atti persecutori.<br />
• Prevenire gravi agiti auto ed etero diretti.<br />
• Sandardizzare un protocollo efficace ed<br />
efficiente di rieducazione alle relazioni o<br />
risocializzazione.<br />
• Migliorare la qualità della vita delle persone<br />
che subiscono gli atti persecutori<br />
• Migliorare la qualità della vita delle persone<br />
che agiscono gli atti persecutori<br />
APPUNTAMENTI<br />
Nel mese di maggio e giugno<br />
si terranno due seminari persso<br />
l’Università La Sapienza e Tor<br />
Vergata di Roma sullo stalking,<br />
dove saranno riportati i nuovi<br />
dati raccolti tra gli studenti delle<br />
due Università.<br />
SITI DI RIFERIMENTO:<br />
www.stalking.it<br />
www.criminalmente.it<br />
www.stalking.it<br />
Prima ricerca<br />
in Europa<br />
Le persone maggiorenni che agiscono, hanno<br />
agito o vorrebbero agire comportamenti<br />
persecutori nei confronti di un partner o un<br />
ex partner, di un parente, di un amico, di un<br />
collega di lavoro, spesso a causa di sensazioni<br />
di rifiuto, abbandono o di vuoto, sono invitate<br />
a collaborare alla ricerca, nel completo<br />
rispetto della privacy, dell’etica e della deontologia.<br />
Per informazioni possono inviare<br />
una mail a presuntiautori@stalking.it.<br />
Grazie della collaborazione.<br />
SICUREZZA E POLIZIA<br />
INFINE VI<br />
RICORDIAMO<br />
Coloro che credono di vivere tali<br />
disagi o sono partner, parenti e<br />
amici, possono contattare il<br />
0644246573 dal lunedì al venerdì dalle<br />
ore 10.00 alle 19.00 o inviare una mail a<br />
info@stalking.it e riceveranno<br />
gratuitamente ascolto e consulenza.<br />
Rubrica on line di criminologia, psicologia<br />
e sicurezza, realizzata dal sindacato<br />
di Polizia COISP e dall’AIPC. E’ visibile,<br />
il giovedì alle 14.30 su www.coispnewsportale.it.<br />
Segnala eventi e collabora con la redazione<br />
inviando anche immagini e video<br />
realmente@email.it.<br />
Per una consulenza gratuita di tipo psicologico<br />
e legale, contattate il numero<br />
nazionale 0644246573<br />
è attivo dal lunedì al venerdì dalle ore<br />
10.00 alle ore 19.00 anche che per fissare<br />
appuntamenti per uno dei centri<br />
dell’Italian network on stalking Roma,<br />
Pescara, Milano, Genova, Paola e Cagliari,<br />
realizzato grazie al contributo della<br />
Per organizzare convegni, seminari<br />
e percorsi formativi inviare una mail a<br />
info@stalking.it<br />
o<br />
info@criminalmente.it.<br />
555 5
Co.I.S.P. COORDINAMENTO PER L’INDIPENDENZA<br />
SINDACALE DELLE FORZE DI POLIZIA<br />
SEGRETERIA NAZIONALE:<br />
Via Farini, 62 - 00185 Roma<br />
Tel. (06) 48903734/73 - Fax (06) 48903735<br />
www.coisp.it<br />
e-mail: coisp@coisp.it<br />
SEGRETERIE REGIONALI E PROVINCIALI Co.I.S.P.<br />
556 6<br />
ORGANIGRAMMA<br />
REGIONE SEGRETERIA SEGRETARIO GENERALE<br />
REGIONALE/PROVINCIALE REGIONALE/PROVINCIALE<br />
VALLE D’AOSTA SEGRETERIA REGIONALE CLAUDIO LETIZIA, C/O QUESTURA DI TORINO.<br />
PROVINCIALE DI AOSTA CHRISTIAN MEI, C/O SEZIONE POLIZIA STRADALE DI AOSTA.<br />
PIEMONTE SEGRETERIA REGIONALE CLAUDIO LETIZIA, C/O QUESTURA DI TORINO.<br />
PROVINCIALE DI ALESSANDRIA ROSSO CARLO, C/O CENTRO RACCOLTA INTERREGIONALE VECA.<br />
PROVINCIALE DI ASTI RAIMONDO MELI, C/O QUESTURA.<br />
PROVINCIALE DI BIELLA MASSIMILIANO CAPPELLARO, C/O SEZIONE POLIZIA STRADALE DI BIELLA.<br />
PROVINCIALE DI CUNEO GUZZO DANIELE, C/O QUESTURA.<br />
PROVINCIALE DI NOVARA VITTORIO MASALA, C/O QUESTURA.<br />
PROVINCIALE DI TORINO GIUSEPPE CAMPISI, C/O I ZONA POLIZIA DI FRONTIERA.<br />
PROVINCIALE DI VERBANO CUSIO OSSOLA STEFANO FERINA, C/O QUESTURA.<br />
PROVINCIALE DI VERCELLI BARTOLOMEO PIRAS, C/O QUESTURA.<br />
LOMBARDIA SEGRETERIA REGIONALE VALENTINO TOSONI, C/O QUESTURA DI BRESCIA.<br />
PROVINCIALE DI BERGAMO ANTONELLO PERSONENI, C/O QUESTURA.<br />
PROVINCIALE DI BRESCIA PIERANGELO FOLLI, C/O QUESTURA.<br />
PROVINCIALE DI COMO ONOFRIO PAPASODERO, f.f. C/O POLIZIA STRADALE DI LECCO.<br />
PROVINCIALE DI CREMONA FULVIO BERTOLASO, C/O QUESTURA.<br />
PROVINCIALE DI LECCO GASPARE LIUZZA, SEZIONE POLIZIA STRADALE LECCO.<br />
PROVINCIALE DI LODI GIUSEPPE PACETTA, C/O QUESTURA. www.coisplodi.com<br />
PROVINCIALE DI MILANO CARMINE ABAGNALE, C/O COMMISSARIATO PS RHO-PERO (MI).<br />
PROVINCIALE DI PAVIA VINCENZO FERROTTO, C/O QUESTURA.<br />
PROVINCIALE DI SONDRIO VALERIO SOSIO, C/O SETTORE POLIZIA DI FRONTIERA DI TIRANO (SO).<br />
PROVINCIALE DI VARESE LUIGI FONZO, C/O SEZIONE POLIZIA STRADALE VARESE<br />
PROVINCIALE DI MANTOVA MAURIZIO TESSAROLO, C/O SEZIONE POLIZIA FERROVIARIA MANTOVA.<br />
LIGURIA SEGRETERIA REGIONALE SALVATORE FINOCCHIARO, C/O QUESTURA DI SAVONA.<br />
PROVINCIALE DI GENOVA MATTEO BIANCHI, C/O QUESTURA. www.coisp-genova.it<br />
PROVINCIALE DI LA SPEZIA ROSARIO IZZO, C/O SEZIONE POLIZIA STRADALE LA SPEZIA.<br />
PROVINCIALE DI IMPERIA ANTONIO MICHELE CAPRA , C/O QUESTURA.<br />
PROVINCIALE DI SAVONA GIUSEPPE LA CORTE, C/O SEZIONE POLIZIA STRADALE SAVONA.
REGIONE SEGRETERIA SEGRETARIO GENERALE<br />
REGIONALE/PROVINCIALE REGIONALE/PROVINCIALE<br />
TRENT. ALTO ADIGE SEGRETERIA REGIONALE GIOVANNI CASTELLI, C/O QUESTURA DI TRENTO.<br />
PROVINCIALE DI BOLZANO PATRIZIA FURLAN, C/O QUESTURA.<br />
PROVINCIALE DI TRENTO SERGIO PAOLI, C/O QUESTURA.<br />
VENETO SEGRETERIA REGIONALE LUCA PRIOLI, C/O QUESTURA DI VICENZA.<br />
PROVINCIALE DI BELLUNO UGO GRANDO, C/O QUESTURA.<br />
PROVINCIALE DI PADOVA LORIS FRISON, C/O II REPARTO MOBILE PADOVA.<br />
PROVINCIALE DI ROVIGO STEFANO TAMIAZZO, C/O II REPARTO MOBILE PADOVA.<br />
PROVINCIALE DI TREVISO BERARDINO CORDONE, C/O QUESTURA. www.coisp-treviso.it<br />
PROVINCIALE DI VENEZIA FRANCESCO LIPARI C/O COMMISSARIATO DI P.S. MARGHERA (VE). www.coisp-venezia.it<br />
PROVINCIALE DI VERONA MASSIMO PERAZZOLI, C/O COMPARTIMENTO POLIZIA FERROVIARIA.<br />
PROVINCIALE DI VICENZA FRANCESCO CARDILLO, C/O QUESTURA.<br />
FRIULI VEN. GIULIA SEGRETARIA REGIONALE MAURIZIO IANNARELLI, C/O QUESTURA DI TRIESTE.<br />
PROVINCIALE DI TRIESTE ENRICO MOSCATO, C/O IV ZONA POLIZIA DI FRONTIERA.<br />
PROVINCIALE DI PORDENONE MAURIZIO GIUST, C/O SEZIONE POLIZIA STRADALE PORDENONE.<br />
PROVINCIALE DI UDINE GENNARO FERRARO, C/O QUESTURA.<br />
PROVINCIALE DI GORIZIA LORENZO FURLAN, C/O POSTO POLIZIA FERROVIARIA GORIZIA.<br />
EMILIA ROMAGNA SEGRETERIA REGIONALE RICCARDO MATTIOLI, C/O COMMISSARIATO DI PS S. VIOLA (BO).<br />
PROVINCIALE DI BOLOGNA RICCARDO MATTIOLI, f.f. C/O COMMISSARIATO DI PS S. VIOLA (BO).<br />
PROVINCIALE DI FERRARA FABIO TOSCANO, C/O QUESTURA.<br />
PROVINCIALE DI FORLÌ BERNARDO RECINE, C/O C/O UFFICIO POLIZIA DI FRONTIERA FORLÌ.<br />
PROVINCIALE DI PIACENZA PAOLA DI DOMENICO, C/O QUESTURA.<br />
PROVINCIALE DI PARMA CLAUDIO GRAVANTE, C/O QUESTURA.<br />
PROVINCIALE DI RAVENNA FABIO BALDINI, C/O QUESTURA.<br />
PROVINCIALE DI REGGIO EMILIA FABIO BOSCHI, C/O QUESTURA.<br />
TOSCANA SEGRETERIA REGIONALE GAETANO BARRELLA, C/O SOTTOSEZIONE POLIZIA STRADALE ROSIGNANO SOLVAY (LI).<br />
PROVINCIALE DI FIRENZE CARMINE DI GERONIMO, C/O VIII REPARTO VOLO FIRENZE.<br />
PROVINCIALE DI AREZZO IURI MARTINI, C/O SEZIONE POLIZIA STRADALE AREZZO.<br />
PROVINCIALE DI GROSSETO GIANDOMENICO TORELLA, C/O QUESTURA.<br />
PROVINCIALE DI LIVORNO ANGELA BONA, C/O QUESTURA.<br />
PROVINCIALE DI MASSA CARRARA CORRADO COPPEDE’, C/O QUESTURA.<br />
PROVINCIALE DI LUCCA ALESSANDRO RUSSO, C/O COMMISSARIATO DI P.S. VIAREGGIO (LU).<br />
PROVINCIALE DI PISA SIMONE CARNASCIALI, C/O UFFICIO POLIZIA DI FRONTIERA PISA.<br />
PROVINCIALE DI PISTOIA GUIDO RIPA, C/O COMMISSARIATO DI P.S. MONTECATINI (PT). www.coispistoia.webnode.com<br />
PROVINCIALE DI PRATO ANGELO CAIAZZO, C/O QUESTURA.<br />
PROVINCIALE DI SIENA GIUSEPPE MENCAGLIA, C/O COMMISSARIATO PS POGGIBONSI (SI).<br />
MARCHE PROVINCIALE DI ANCONA GIANLUCA PAOLETTI, C/O QUESTURA.<br />
PROVINCIALE DI MACERATA ANTONIO GRECO, C/O COMMISSARIATO DI P.S. DI CIVITANOVA MARCHE (MC).<br />
PROVINCIALE DI PESARO-URBINO PASQUALE FILOMENA, C/O QUESTURA.<br />
UMBRIA SEGRETERIA REGIONALE TIZIANO ELIA, C/O QUESTURA DI TERNI.<br />
PROVINCIALE DI TERNI STEFANO ONOFRI, QUESTURA.<br />
SICUREZZA E POLIZIA<br />
LAZIO SEGRETERIA REGIONALE MARIO VATTONE, C/O ISTITUTO PER ISPETTORI DI NETTUNO (RM).<br />
PROVINCIALE DI LATINA PIERLUIGI DE PAOLIS, C/O QUESTURA.<br />
PROVINCIALE DI FROSINONE ITALO ACCIAIOLI, C/O SOTTOSEZIONE POLIZIA STRADALE CASSINO (FR).<br />
PROVINCIALE DI RIETI DOMENICO PORCINO, C/O QUESTURA.<br />
PROVINCIALE DI ROMA FULVIO DE ANGELIS, C/O SERV. OPER. CENTR. DI SANITÀ - MIN. DELL’INT. www.coisproma.lazio.it<br />
PROVINCIALE DI VITERBO SALVATORE LANZANO, C/O QUESTURA.<br />
ABRUZZO SEGRETERIA REGIONALE ALESSANDRO ROSITO, C/O SCUOLA CONTROLLO DEL TERRITORIO DI PESCARA .<br />
PROVINCIALE DE L’AQUILA SANTINO LICALZI, C/O QUESTURA.www.coispaq.blogspot.com<br />
PROVINCIALE DI CHIETI NICOLA DI SCIASCIO, C/O SOTTOSEZIONE POLIZIA STRADALE VASTO SUD (CH).<br />
PROVINCIALE DI PESCARA GIOVANNI CATITTI, C/O SOTTOSEZ. POLIZIA FERROVIARIA DI PESCARA. www.coisppescara.org<br />
PROVINCIALE DI TERAMO GIUSEPPE DE VINCENTIIS, C/O QUESTURA.<br />
557 7
558 8<br />
ORGANIGRAMMA<br />
REGIONE SEGRETERIA SEGRETARIO GENERALE<br />
REGIONALE/PROVINCIALE REGIONALE/PROVINCIALE<br />
SICUREZZA E POLIZIA<br />
MOLISE SEGRETERIA REGIONALE ANTONIA MIGLIOZZI, C/O QUESTURA DI CAMPOBASSO.<br />
PROVINCIALE DI CAMPOBASSO GIUSEPPE MICHELE GRIECO, C/O COMMISSARIATO PS TERMOLI (CB).<br />
PROVINCIALE DI ISERNIA SALVATORE MICONE, C/O QUESTURA.<br />
CAMPANIA SEGRETERIA REGIONALE ANGELO NARDELLA, C/O QUESTURA DI NAPOLI.<br />
PROVINCIALE DI AVELLINO LUIGI GERARDO DE PRIZIO, C/O SEZIONE POLIZIA STRADALE AVELLINO.<br />
PROVINCIALE DI BENEVENTO UMBERTO DE FELICE, C/O QUESTURA.<br />
PROVINCIALE DI CASERTA CLAUDIO TREMATERRA, C/O QUESTURA.<br />
PROVINCIALE DI NAPOLI GIULIO CATUOGNO, C/O SEZIONE POLIZIA STRADALE NAPOLI.<br />
PROVINCIALE DI SALERNO RAFFAELE PERROTTA, C/O SEZIONE POLIZIA STRADALE SALERNO.<br />
PUGLIA SEGRETERIA REGIONALE ALDO DI CAMPI, C/O QUESTURA DI BARI.<br />
PROVINCIALE DI BARI MICHELE OSTELLO, C/O QUESTURA.<br />
PROVINCIALE DI BRINDISI LORENZO PENNETTA, C/O UFFICIO POLIZIA DI FRONTIERA BRINDISI.<br />
PROVINCIALE DI FOGGIA ALBERTO CACCAVO, C/O COMMISSARIATO DI P.S DI LUCERA (FG).<br />
PROVINCIALE DI LECCE CARLO GIANNINI, C/O COMMISSARIATO P.S. DI GALATINA (LE).<br />
PROVINCIALE DI TARANTO NICOLA FRANCO, C/O QUESTURA.<br />
BASILICATA SEGRETERIA REGIONALE MARIO SALUZZI, C/O COMMISSARIATO PS MELFI (PZ).<br />
PROVINCIALE DI MATERA ANGELO RAFFAELE SCASCIAMACCHIA, C/O SEZIONE POLIZIA STRADALE MATERA.<br />
PROVINCIALE DI POTENZA GIUSEPPE GORGA, C/O SEZIONE POLIZIA STRADALE POTENZA.<br />
CALABRIA SEGRETERIA REGIONALE LEONARDO CORTESE, C/O POLIZIA FERROVIARIA LAMEZIA TERME (CZ).<br />
PROVINCIALE DI CATANZARO LEONARDO CORTESE, C/O POLIZIA FERROVIARIA LAMEZIA TERME (CZ).<br />
PROVINCIALE DI COSENZA GIULIO CESARE FERRARO, C/O COMMISSARIATO PS PAOLA (CS).<br />
PROVINCIALE DI CROTONE LUPO MASSIMO, C/O QUESTURA.<br />
PROVINCIALE DI REGGIO CALABRIA GIORGIO DE LUCA, C/O QUESTURA. www.coisp-reggiocalabria.it<br />
PROVINCIALE DI VIBO VALENTIA ROCCO D’AGOSTINO, C/O QUESTURA.<br />
SICILIA SEGRETERIA REGIONALE NATALE SCUDERI, C/O QUESTURA DI CATANIA.<br />
PROVINCIALE DI AGRIGENTO VINCENZO CIULLA, C/O QUESTURA.<br />
PROVINCIALE DI CALTANISSETTA MICHELE FARACI, C/O QUESTURA.<br />
PROVINCIALE DI CATANIA GIUSEPPE SOTTILE, COMP.TO POLIZIA POSTALE SICILIA ORIENTALE (CT).<br />
PROVINCIALE DI ENNA GIUSEPPE MILANO, C/O QUESTURA.<br />
PROVINCIALE DI MESSINA FRANCO ARCORACI, C/O COMMISSARIATO PS BARCELLONA (ME).<br />
PROVINCIALE DI PALERMO CARMELO FIUMEFREDDO, C/O QUESTURA.<br />
PROVINCIALE DI RAGUSA SALVATORE DI FALCO, C/O COMMISSARIATO COMISO (RG).<br />
PROVINCIALE DI SIRACUSA GIOVANNI DI BARTOLO, C/O COMMISSARIATO P.S. LENTINI (SR).<br />
PROVINCIALE DI TRAPANI GIOVANNI CARONIA, C/O QUESTURA.<br />
SARDEGNA SEGRETERIA REGIONALE GILBERTO PISU, C/O AUTOCENTRO POLIZIA CAGLIARI.<br />
PROVINCIALE DI CAGLIARI GIUSEPPE PILICHI, C/O SEZIONE POLIZIA STRADALE CAGLIARI<br />
PROVINCIALE DI NUORO ANTONIO CAPURSO, C/O SEZIONE POLIZIA STRADALE.<br />
PROVINCIALE DI ORISTANO MARIA GIUSEPPINA FERRAVANTE, C/O REP. PREV. CRIMINE “SARDEGNA”.<br />
PROVINCIALE DI SASSARI MARCO PORCU, C/O COMMISSARIATO PS OLBIA (SS).
SOLUZIONI<br />
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