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Numero 5 Maggio 2010 - Coisp

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PER NON DIMENTICARE<br />

PSHBOP!VGGJDJBMF!OB[JPOBMF!EFM!Dp/J/T/Q/<br />

SPECIALE<br />

ELEZIONI<br />

ATTUALITÀ<br />

L’Aquila un anno dopo Ancora violenti scontri nel C.I.E. di Crotone<br />

O°!!6<br />

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c/o gli uffi ci del mediatore. Nello svolgimento della sua attività il mediatore mette in relazione la clientela con IBL Banca al fi ne della concessione di fi nanziamenti; non sono previsti oneri<br />

di mediazione dovuti dal cliente. IBL Banca è la diretta contraente e titolare di tutti i rapporti contrattuali. Finanziamenti concessi previa istruttoria di IBL Banca.


L’EDITORIALE<br />

Nei giorni scorsi abbiamo pianto il collega<br />

Bruno Fortunato, la cui morte,<br />

per le vicende professionali che<br />

l’avevano reso noto, ha trovato ampio<br />

risalto sugli organi di stampa.<br />

Un fatto che non è stato reso noto, ma che ritengo<br />

invece tanto doloroso quanto illuminante, è<br />

che Bruno, la mattina di quel tragico giorno si è<br />

fatto tatuare un’aquila sul braccio, il simbolo della<br />

Polizia di Stato. Un gesto che rivela un abisso<br />

di amore per questo mestiere prima ancora che<br />

la premeditazione per quanto sarebbe accaduto<br />

qualche ora dopo.<br />

Davanti a questa ennesima tragedia la coscienza<br />

civile e sindacale che contraddistingue l’azione<br />

del <strong>Coisp</strong>, si è nuovamente confrontata con<br />

l’atroce dolore della mancanza di ragioni e delle<br />

poche spiegazioni, innescando riflessioni ed un<br />

dibattito interno.<br />

Come collegare quanto accaduto sei anni prima<br />

su quel treno in cui è stato ucciso Emanuele Petri,<br />

ed il momento in cui Bruno ha cessato di vivere?<br />

E’ possibile stabilire un nesso tra quei momenti?<br />

Ritengo sia importante approfondire ognuno<br />

dei tanti, troppi, tragici suicidi di colleghi,<br />

ma ancora più fondamentale affrontare a viso<br />

aperto questo problema, prendere coscienza<br />

della necessità che un supporto psicologico<br />

in Polizia è importante ed irrinunciabile tanto<br />

quanto altri basilari elementi lavorativi: addestramento,<br />

preparazione, armamento, ecc.<br />

Gli studi e le statistiche sui suicidi nella<br />

Polizia di Stato, non riusciranno a fornire<br />

risposte ai molti “perché”, che rimangono,<br />

comunque, irrisolti, nè potranno gettare<br />

luce su troppi episodi sino a questo<br />

momento accaduti.<br />

Il <strong>Coisp</strong> non cerca di catalogare un fenomeno,<br />

vuole piuttosto richiamare l’attenzione sulla<br />

necessità di un nuovo, sistematico, supporto<br />

psicologico, a favore degli Operatori di Polizia,<br />

presente e disponibile in tutte le fasi della<br />

vita professionale.<br />

Gli esempi di tutti i Paesi Europei e d’oltreoceano,<br />

che vantano esperienze ventennali<br />

in questo settore e da cui sono<br />

derivati ampi studi in merito, indicando<br />

una frequente riconducibilità a fenomeni<br />

di depressione, conseguenti ad episodi di<br />

stress post-traumatico.<br />

E’ oggi ancora più evidente quanto sia<br />

errato l’assunto che il poliziotto debba<br />

essere in grado di sopportare ogni sorta<br />

di stress emotivo e professionale, pur<br />

senza essere specificatamente formato<br />

in tal senso, né tantomeno addestrato o<br />

supportato. Il pesante compito di ‘sbrigarsela<br />

da sé’ è demandato al singolo,<br />

che si trova esiliato all’interno delle proprie<br />

esperienze, senza che gli venga offerto<br />

alcuno strumento utile a comprendere<br />

la portata del proprio vissuto e la<br />

necessità di essere aiutato.<br />

SICUREZZA E POLIZIA<br />

MORIRE CON UN’AQUILA NEL CUORE<br />

La qualità della vita e la tranquillità operativa<br />

sono destinate, in un tale clima, a degradare<br />

inesorabilmente, sfociando in crisi personali<br />

e familiari, che rischiano, a volte, di condurre<br />

al gesto estremo del suicidio.<br />

L’opera di prevenzione in questo ambito è imprescindibile<br />

e assolutamente determinante.<br />

Il <strong>Coisp</strong> ritiene che il Ministero dell’Interno<br />

debba farsi carico dell’organizzazione e della<br />

messa in opera delle strutture necessarie<br />

a garantire un adeguato supporto psicologico<br />

a favore dei poliziotti, prevenendo l’insorgenza<br />

dei fattori di rischio legati ad episodi<br />

traumatici, vissuti dagli Operatori a causa del<br />

servizio svolto.<br />

Si rileva altresì che le esigue esperienze positive<br />

in tal senso sono state purtroppo limitate,<br />

quando non addirittura ostacolate e bloccate,<br />

a seguito della semplice, quanto decisiva,<br />

e nei risultati drammatica, mancanza di<br />

fondi necessari.<br />

Oggigiorno, in Polizia, si riscontra un numero<br />

inaccettabile di casi di suicidio, mentre l’attenzione<br />

sino ad ora riservata a tale fenomeno<br />

appare non tanto rivolta a prevenire il ripetersi<br />

di tali fenomeni quanto piuttosto a<br />

volerli dimenticare.<br />

La tutela degli Operatori non può più<br />

prescindere da una decisa presa di coscienza<br />

di quanto, purtroppo, accade,<br />

tragicamente, con cadenza quasi quotidiana.<br />

Tale fatto deve essere affrontato<br />

senza ulteriore ritardo.<br />

Siamo distrutti al solo pensiero di dover ancora<br />

piangere colleghi, amici, fratelli che hanno<br />

smesso di volere vivere, ma portano con<br />

sè, nel cuore, la “nostra” aquila.<br />

Il Segretario Generale del Co.I.S.P.<br />

Franco Maccari<br />

3


LA NOSTRA PAGINA<br />

Il periodico “PS - Sicurezza & Polizia”, mensile di informazioni, cultura e attualità è l’Organo Ufficiale Nazionale del Sindacato<br />

di Polizia Co.I.S.P., (Coordinamento per l’indipendenza sindacale delle Forze di Polizia), punta l’attenzione sugli aspetti<br />

professionali senza tralasciare argomenti più generali e di approfondimento di sicuro interesse per il cittadino.<br />

Idee,indicazioni,considerazioni,valutazioni e quant’altro scritto sulla rivista, provengono da uomini che vivono all’interno del<br />

settore della Sicurezza Italiana e, quindi pienamente legittimati a dare un servizio alla gente per la loro vita quotidiana e di<br />

ipotizzare soluzioni possibili per un futuro migliore.<br />

Un futuro con maggior sicurezza; un futuro con maggior certezza; un futuro con meno delinquenza e più serenità<br />

da parte dei cittadini e degli stessi poliziotti.<br />

CONCESSIONARIE AUTORIZZATE ALLA RACCOLTA DI ABBONAMENTI<br />

La concessionaria è riportata in alto a destra nella ricevuta di pagamento<br />

CENTRO DIFFUSIONE<br />

Via Saragat,5 - 20053 Muggiò (MI) Tel. 039.2783102<br />

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PER DISDIRE L’ADESIONE ALLA NOSTRA RIVISTA, LA PREGHIAMO DI COMPILARE QUESTO<br />

TAGLIANDO E SPEDIRLO ALMENO 90 GIORNI PRIMA DELLA NATURALE SCADENZA ALLA SOCIETÀ<br />

DI MARKETING INCARICATA PER LA DIFFUSIONE CHE TROVA SULLA RICEVUTA DI PAGAMENTO<br />

La concessionaria è riportata in alto a destra nella ricevuta di pagamento<br />

Ragione sociale o ditta intestatario (nome del titolare)…………………….………………<br />

Nome ……………………………………… Cognome ……………………………………<br />

<strong>Numero</strong> di ricevuta ……………… Telefono (corrispondente al contratto) ….……………<br />

Codice abbonato …………………… Concessionario di diffusione ………………………<br />

………………………………………………………………………………………………<br />

Il mancato recapito del periodico, per un qualsiasi disservizio delle Poste,dovrà essere tempestivamente comunicato all’Editore,<br />

che si impegna a ricercarne le cause ed a provvedere in merito.


CENTRO SERVIZI INTEGRATI<br />

Main Force S.r.l.<br />

Via Po, 162 - 00198 Roma<br />

Tel. 06.855.31.30<br />

Fax 06.85.83.17.62<br />

Partita IVA 08434<strong>2010</strong>03<br />

web site www.nsd.it – email: nsd@nsd.it<br />

Il Gruppo MAIN FORCE è il primo Centro Servizi Integrati per le Forze Armate e di Polizia<br />

svolge un ruolo primario in diversi settori dedicati agli appartenenti delle Forze dell’Ordine e Militari.<br />

INFORMAZIONE<br />

Nel campo dell’editoria il gruppo Main Force è proprietaria dei seguenti brand:<br />

Bimestrale d’informazione,libera,aperta e trasparente ha una tiratura di 20.000 copie<br />

e viene diffuso in abbonamento postale su tutto il territorio Nazionale. 5.000 copie<br />

vengono inviate gratuitamente alle diverse Stazioni dei Carabinieri presenti sul territorio.<br />

La rivista intrattiene oltre due milioni di persone, non solo composti da appartenenti<br />

alle Forze di Polizia, ma anche dai loro familiari, magistrati, professionisti, politici<br />

e personalità del mondo sociale,della cultura e dello sport, oltre ad Uffici pubblici e privati. E’ patrocinato dal Comparto<br />

Sicurezza e Difesa della UILP , al cui interno vi è il SINAC (Sindacato Nazionale Carabinieri in congedo ).<br />

,<br />

L’informazione viaggia anche nel grande circuito di internet. Per questo motivo è stato ideato il portale<br />

www.nsd.it (News Sicurezza e Difesa), il primo quotidiano on line dedicato al settore e al cui interno potrai<br />

scoprire il tuo mondo. Con 3.000 accessi al giorno il portale vanta una posizione di vantaggio nell’informazione<br />

di settore. Non soddisfatti di questi risultati prossimamente nascerà “Nsd Video”, un settimanale<br />

di approfondimento con filmati, autoprodotti, di interviste, iniziative sindacali e associative, congressi, convegni.<br />

MAIN FORCE GARANTISCE IL TUO DIRITTO ALL’INFORMAZIONE<br />

TUTELA<br />

La legislazione militare impedisce che un appartenente alle Forze Armate possa difendersi attraverso sindacati<br />

o associazioni, inoltre la rappresentanza militare non è dotata di poteri di difesa, né di strumenti di<br />

pressione, per la tutela degli interessi collettivi ed individuali. Per questo motivo, Main Force ha dato vita al<br />

S E R V I C E primo ed unico Centro Servizi Integrati dedicato all’operatore delle Forze dell’Ordine e delle Forze Armate.<br />

Tra questi si annovera: L’ufficio Legale Nazionale che garantisce gratuitamente a chi aderisce a Main Force Service la consulenza<br />

telefonica urgente e consulenza specifica su appuntamento sui procedimenti amministrativi, penali e civili. Inoltre l’ufficio<br />

legale garantisce gratuitamente la redazione e presentazione di istanze, ricorsi gerarchici, ricorsi al Capo dello Stato, in tutti<br />

i provvedimenti amministrativi, ricorsi al Tar e Consiglio di Stato per accesso agli atti. In tutti gli altri casi l’abbonato usufruisce di<br />

un convenzione con gli studi legali per l’abbattimento dei costi. Il centro antimobbing e di medicina legale, che garantisce<br />

la consulenza medico legale per cause di servizio e patologie legate allo stress.<br />

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FORMAZIONE<br />

Main Force è anche Centro Studi, per la formazione professionale e scolastica: diploma, laurea<br />

e master. Ha portato avanti con successo due masters in Diritto Internazionale Umanitario<br />

di cui uno anche in Peacekeeping, facendo conseguire il titolo a ben 600 laureati appar-<br />

M<br />

tenenti alle Forze dell’ordine e militari, al termine del quale il percorso di studio è proseguito<br />

con l’iscrizione alla facoltà di giurisprudenza per il conseguimento della relativa laurea magistrale. Grazie alla convenzione con<br />

l’Università Telematica Pegaso, i costi sono stati abbattuti di circa il 50% con l’estensione dei vantaggi anche ai familiari dell’abbonato.<br />

Oggi Il Centro Studi ha avviato le preiscrizioni per i masters in Diritto Internazionale Umanitario e Peacekeeping (3A edizione),<br />

Studi Strategici e Relazioni Internazionali; Criminologia, Criminalistica e Metodologie Investigative ed ha siglato convenzioni<br />

con Istituti Scolastici paritari per il conseguimento di Diplomi. Info su http://centrostudi.mainforce.it<br />

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MAIN FORCE significa anche finanza etica, per prestiti su delega e cessione del V° sullo stipendio per i<br />

dipendenti pubblici e pensionati delle Forze Armate e di Polizia e loro familiari, a condizioni di mercato<br />

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6<br />

SOMMARIO<br />

03 EDITORIALE<br />

Morire con un’aquila<br />

nel cuore<br />

DI FRANCO MACCARI<br />

08 ELEZIONI REGIONALI<br />

Vincono PDL e Lega<br />

Lazio e Piemonte al Centrodestra<br />

DI ANTONIO CAPRIA<br />

12 ELEZIONI REGIONALI<br />

Com’è andata nelle regioni<br />

DI ANTONIO CAPRIA E GIULIA ZAMPINA<br />

36 PER NON<br />

DIMENTICARE<br />

L’Aquila un anno dopo<br />

DI OLGA IEMBO<br />

N°5 - ANNO III<br />

MAGGIO/GIUGNO <strong>2010</strong><br />

40 ATTUALITÀ<br />

Ancora violenti scontri nel<br />

Centro immigrati di Crotone<br />

DI ANTONIO CAPRIA<br />

41 FESTA DELLA DONNA<br />

In ricordo di Emanuela Loi<br />

DI GIULIA ZAMPINA<br />

42 AUTOSALVAMENTO<br />

Lo avevamo auspicato e<br />

si è concretizzato<br />

44 DIFESA PERSONALE<br />

2° Stage di Difesa Personale<br />

Professionale


46 IL LIBRO<br />

Senza Bavaglio:<br />

Libera stampa e democrazia<br />

48 SINDACALISMO<br />

AUTONOMO<br />

IN POLIZIA<br />

La parentesi internazionale<br />

DI CARMINE FIORITI<br />

50 SPEAKER’S CORNER<br />

Di tutto un po’<br />

DI CARMINE FIORITI<br />

La rivista viene inviata gratuitamente ai quadri sindacali del CO.I.S.P.,<br />

alle Questure, Prefetture, Ministeri e Scuole di Polizia.<br />

Manoscritti, fotografi e, disegni anche se non pubblicati, non si<br />

restituiscoo. La redazione si riserva di apportare tagli e modifi che<br />

secondo le necessità di impaginazione e tipografi che.<br />

È vietata la riproduzione e la traduzione anche parziale di articoli<br />

senza l’autorizzazione scritta dell’Editore.<br />

Omissioni di qualsiasi natura si intendono involontarie e possono<br />

dar luogo a sanatorie. Le opinioni espresse nei titoli pubblicati impegnano<br />

solo gli autori dei medesimi e non impegnano, pertanto,<br />

le proprietà della rivista.<br />

Per la raccolta di spazi pubblicitari e di abbonamenti le società appaltatrici<br />

devono impegnarsi ad operare con la massima scrupolosità<br />

e senza mai ledere l’immagine della Polizia e del CO.I.S.P.<br />

In particolare è fatto divieto di rappresentare istanze diverse dalla<br />

realtà e di richiamarsi ad inesistenti forme assistenziali. Gli addetti<br />

alla diffusione non appartengono alla Polizia di Stato e non possono<br />

qualifi carsi come tali. Pertanto qualunque comportamento<br />

differente è da ritenersi completamente estraneo alla volontà<br />

dell’Editore e come tale va se-gnalato alla direzione.<br />

La MAIN FORCE S.r.l. pertanto declina qualsiasi reponsabilità per<br />

eventuali comportamenti illeciti tenuti da terzi, riservandosi il diritto<br />

di procedere legalmente al fi ne della tutela della propria immagine.<br />

La rivista “Sicurezza & Polizia” è un marchio registrato e non appartiene<br />

alla Pubblica Amministrazione.<br />

52 SICURAMENTE<br />

Neuro psico bio neurologia dello stalking<br />

A CURA DELL’ A.I.P.C.<br />

56 ORGANIGRAMMA<br />

Sedi provinciali e regionali<br />

Co.I.S.P.<br />

Le informazioni custodite nel nostro archivio elettronico verranno<br />

utilizzate al solo scopo di adempiere al contratto da Lei<br />

sottoscritto.<br />

Non è prevista la comunicazione da diffusione a terzi, in conformità<br />

alla legge 675/96 sula tutela dei dati personali.<br />

INFORMATIVA PRIVACY<br />

Ai sensi degli art. 7 e 10 del decreto Legislativo 196/2003, Vi informiamo<br />

che i Vostri dati personali sono trattati dalla concessionaria<br />

di vendita indicata nella ricevuta di adesione, titolare<br />

del tratamento dei dati, e, se fornite alla nostra casa editrice<br />

anche da Main Force S.r.l. Le fi nalità del trattamento dei Vostri<br />

dati sono l’invio del seguente periodico e/o eventuali proposte<br />

di abbonamento e/o elaborazione a fi ni statistici e/o commerciali<br />

predisposte dall’editore.<br />

I vostri dati sono trattati con le fi nalità sopra esposte da addetti<br />

alla vendita e alla distribuzione.<br />

Vi ricordiamo che in ogni momento avete il diritto di ottenere<br />

l’aggiornamento, la rettifi ca, l’integrazione e la cancellazione<br />

dei Vostri dati inviandoci una richiesta scritta indirizzata a:<br />

SICUREZZA & POLIZIA<br />

VIA PO’, 162 - 00198 Roma<br />

TEL. 06/8553130 - FAX - 06/85831762<br />

www.nsd.it - e.mail: redazione@nsd.it<br />

SICUREZZA E POLIZIA<br />

SICUREZZA & POLIZIA<br />

Organo Uffi ciale Nazionale Co.I.S.P.<br />

Editore<br />

MAIN FORCE S.R.L.<br />

Via Po, 162 - 00198 Roma<br />

Tel. 06.85.53.130 - Fax 06.85.83.17.62<br />

www.nsd.it<br />

Direttore Politico<br />

Franco MACCARI<br />

Condirettore Politico<br />

Domenico PIANESE<br />

Direttore Responsabile<br />

Antonio CAPRIA<br />

Direttore Editoriale<br />

Enrico CATALANO<br />

Responsabile Uffi cio Sviluppo<br />

Organizzativo del Co.I.S.P.<br />

Riccardo MATTIOLI<br />

Organo Uffi ciale Nazionale del<br />

CO.I.S.P.<br />

Via Farini, 62 - 00186 Roma<br />

Tel. +39 0648903773 - 48903734<br />

Fax +39 0648903735<br />

3357262435 - 3357262863<br />

coisp@coisp.it - www.coisp.it<br />

Direzione amministrativa e Pubblicità<br />

MAIN FORCE S.r.l.<br />

Via Po, 162 - 00198 Roma<br />

Tel. 06.85.53.130 - Fax 06.85.83.17.62<br />

Coordinamento Redazionale<br />

Promozioni Editoriale Police s.r.l.<br />

e-mail: redazione@promopolice.it<br />

Via Capo Peloro, 10 - 00141 Roma<br />

Impaginazione<br />

Marcello Dall’Osso - Colt Stuff © Arti Grafiche<br />

+39 3497156917<br />

Stampa<br />

Tipografia Moggio<br />

Strada Galli s.n.c. - Villa Adriana (RM)<br />

Registrazione<br />

Tribunale di Roma al numero 331/2008 del<br />

18/9/2008<br />

7


Boom del Carroccio con Cota e Zaia,<br />

Vendola stravince in Puglia<br />

Vincono<br />

PDL e Lega<br />

Lazio e Piemonte al Centrodestra<br />

8<br />

ELEZIONI REGIONALI<br />

di Antonio Capria<br />

Dopo una battaglia all’ultimo<br />

voto, anche in Lazio e in Piemonte<br />

ha vinto il centrodestra.<br />

La mappa generale assegna<br />

così 6 regioni al centrodestra, con un<br />

asse compatto al Nord che schiera Piemonte,<br />

Lombardia e Veneto e segnala<br />

una forte avanzata della Lega. E 7 regioni<br />

al centrosinistra, con il blocco dell’Italia<br />

centrale che conferma il proprio orientamento<br />

e il Sud dove spicca l’affermazione<br />

di Nichi Vendola in Puglia. Berlusconi<br />

e Bossi strappano quattro delle 11 regioni<br />

governate fino ad oggi dal centrosinistra,<br />

portando a casa oltre a Campania<br />

e Calabria anche Lazio e Piemonte,<br />

rimaste in bilico fino all’ultimo. Rispetto<br />

all’esito delle elezioni regionali del 2005,<br />

quindi, 11 regioni governate dal centrosinistra<br />

e 2 dal centrodestra, si passa a<br />

un 7 a 6.<br />

Renata Polverini Beppe Grillo<br />

Ma sono le vittorie di Roberto Cota e Renata<br />

Polverini, quest’ultima ottenuta anche<br />

senza la lista del Pdl a Roma e Provincia,<br />

le più significative politicamente<br />

visto che la riconferma di Formigoni<br />

in Lombardia e la vittoria di Zaia in Veneto<br />

non erano mai state in discussione:<br />

Veneto e Lombardia si confermano regioni<br />

dove l’accordo Pdl-Lega non è scalfito<br />

dal centrosinistra. Cota ha battuto il<br />

governatore uscente Mercedes Bresso di<br />

poco più di 10mila voti mentre l’ex leader<br />

dell’Ugl stacca Emma Bonino di oltre<br />

70mila voti. “Abbiamo fatto un miracolo”<br />

ha detto la Polverini festeggiando in<br />

piazza del Popolo la vittoria. Sul voto in<br />

Piemonte ha pesato invece, e non poco,<br />

il 4% ottenuto dal candidato della lista di<br />

Beppe Grillo: un voto di protesta sottratto<br />

al centrosinistra, come ha ammesso<br />

la stessa Bresso, che è costato di fatto la<br />

vittoria. Se ci fossero alle porte elezioni<br />

politiche, Pdl e Lega avrebbero i numeri<br />

Berlusconi e Bossi soddisfatti della vittoria<br />

per vincerle senza eccessivi affanni. Anzi<br />

il centrodestra espande la sua presa elettorale.Il<br />

centrosinistra si conferma invece<br />

nelle regioni rosse - Emilia Romagna,<br />

Toscana, Umbria e Marche - conserva la<br />

Liguria e la Basilicata e soprattutto stravince<br />

in Puglia dove il presidente uscente<br />

Nichi Vendola conquista un successo<br />

importante anche per i rapporti interni<br />

al centrosinistra. La crescita del 7 per<br />

cento dell’astensionismo, secondo le prime<br />

analisi, si sarebbe inoltre distribuita<br />

in modo trasversale a destra e a sinistra<br />

smentendo la previsione che a essere penalizzato<br />

sarebbe stato il centrodestra. Il<br />

dato definitivo fornito dal Viminale fissa<br />

i partecipanti al voto al 64,22% rispetto


al 72,01% del<br />

2005, il che<br />

costituisce<br />

un record negativo<br />

nella<br />

storia elettorale<br />

dell’Italia<br />

del dopoguerra:<br />

un terzo degli<br />

aventi diritto al voto<br />

non ha partecipato alle<br />

elezioni. Interessanti sono anche i dati<br />

che riguardano le percentuali ottenute<br />

dai partiti. La Lega cresce in Veneto,<br />

Lombardia, Piemonte e si attesta intorno<br />

al 13% su scala nazionale. In Piemonte il<br />

Carroccio sale al 15%, in Veneto si attesta<br />

al 37% e in Lombardia al 26%. Il sorpasso<br />

sul Pdl avviene solo in Veneto, dove<br />

il partito di Silvio Berlusconi si ferma<br />

al 22%. Il Pdl si attesterebbe intorno al<br />

26,7% come media nazionale, quindi sarebbe<br />

in calo rispetto al 32% delle europee<br />

del 2009 e al 33% delle politiche del<br />

2008. Il Pd si ferma invece al 26% rispetto<br />

al 26,6% delle europee e al 34% delle<br />

politiche.<br />

L’Idv si attesta al 6,9% (7,8% alle europee<br />

e 4,3% alle politiche), mentre l’Udc si ferma<br />

al 5,8% (contro il 6,2% alle europee e<br />

il 5,3% alle politiche).<br />

Per Pierluigi Bersani, segretario del Pd,<br />

che alla vigilia aveva fissato la propria<br />

asticella elettorale proprio a sette regioni<br />

a sei a favore del centrosinistra, “l’inversione<br />

di tendenza c’è stata e lo si vede<br />

dal fatto che abbiamo conquistato la<br />

maggioranza delle regioni, il voto dimostra<br />

anche che siamo avanzati rispetto<br />

alle europee”. Deluso Antonio Di Pietro,<br />

leader dell’Idv: “Questa tornata se la aggiudica<br />

il centrodestra. E’ arrivato il momento<br />

di lanciare una Opa politica per il<br />

buon governo nel 2013”. Soddisfatto si è<br />

detto invece Pier Ferdinando Casini, leader<br />

dell’Udc: “Siamo decisivi ovunque,<br />

dove abbiamo scelto i candidati migliori.<br />

Andremo avanti per la nostra strada”.<br />

L’Udc ha appoggiato la Polverini nel Lazio<br />

ma né Cota in Piemonte né Vendola<br />

in Puglia. Una importante annotazione<br />

riguarda le liste promosse dal comico<br />

Beppe Grillo che si attestano sulla media<br />

nazionale del 3, 4% con punte dell’8,3%<br />

in Emilia Romagna e dell’oltre 3% anche<br />

in Piemonte. “Sono sceso in campo<br />

e questa è la mia vittoria”<br />

ha confidato Berlusconi<br />

ai suoi, soddisfatto per<br />

quella che ritiene un investitura<br />

forte ad andare<br />

avanti nei prossimi tre<br />

anni, per aver conquistato<br />

la maggioranza della Stato-<br />

Regioni e per nulla preoccupato<br />

del successo della<br />

Lega. Perchè Bossi, ha sottolineato,<br />

è un “alleato fedele”,<br />

con il quale “si vince”.<br />

E il Senatur, in effetti,<br />

ha stravinto: oltre al<br />

cappotto in Veneto (in<br />

alcune province il partito<br />

di Bossi doppia il Pdl)<br />

con Zaia che raggiunge<br />

il 60% dei consensi, e alla<br />

vittoria di Cota, per nulla<br />

scontata, la Lega cresce in<br />

tutto il nord e comincia a sfondare<br />

con numeri importanti anche in<br />

quelle che erano le roccaforti rosse: prima<br />

tra tutte l’Emilia Romagna. “La sinistra<br />

e’ sparita e la gente ci ha votato –<br />

è la spiegazione di Bossi - perché la Lega<br />

vuole cambiare il paese. Ora facciamo<br />

le riforme”.<br />

LAZIO - Renata Polverini del centrodestra<br />

ha vinto con il 51,14% dei voti contro il<br />

48,32% di Emma Bonino del centrosinistra,<br />

rovesciando nel finale la tendenza<br />

che aveva dato in testa la Bonino. Qui bisogna<br />

pure ricordare che nella provincia<br />

di Roma non era presente il simbolo del<br />

Pdl per gli errori compiuti dal partito nel<br />

presentarla in tribunale e poi il respingimento<br />

di tutti i ricorsi. Tra Emma Boni-<br />

SICUREZZA E POLIZIA<br />

no e Renata Polverini è stato un testa a<br />

testa estenuante sul filo della parità. Ma<br />

via via che il quadro è andato definendosi,<br />

l’ex sindacalista in corsa per il centrodestra<br />

ha avuto la meglio per un pugno<br />

di voti. PIEMONTE - La Regione passa al<br />

centrodestra. Il leghista Roberto Cota ha<br />

dato filo da torcere a Mercedes Bresso,<br />

governatore uscente che si<br />

è ripresenta per il centrosinistra.<br />

E alla fine<br />

ha distaccato<br />

la sua avversaria,attestandosi<br />

su una<br />

percentuale<br />

poco sopra il<br />

47,3% contro<br />

il 46,9% della<br />

governatrice<br />

uscente. Con Zaia<br />

in Veneto, Cota inaugura<br />

quindi la stagione<br />

dei governatori “made in Carroccio”.<br />

E in Piemonte la lista del Carroccio<br />

incassa oltre il 17%. Supera il 4% Davide<br />

Bono, candidato del Movimento a 5<br />

Stelle di Beppe Grillo.<br />

LOMBARDIA - La partita era già scritta.<br />

Roberto Formigoni (Pdl) si conferma poi<br />

presidente della Lombardia con il 56,11%<br />

battendo Filippo Penati del Pd (33,27%) e<br />

ottiene il suo quarto mandato alla guida<br />

della giunta lombarda. Boom della Lega:<br />

la lista del Carroccio sfiora il 27%. Savino<br />

Pezzotta (Udc) ottiene il 4,68%, Vito<br />

Claudio Crimi (Movimento 5 Stelle) sfiora<br />

il 3%, mentre il candidato di Rifondazione<br />

Comunista Vittorio Agnoletto supera<br />

di poco il 2,3%.<br />

Renata Polverini vince nel Lazio contro la contendente Emma Bonino<br />

9


VENETO - Il centrodestra resta alla guida,<br />

ma la leadership va alla Lega. Archiviata<br />

l’era Galan, esponente Pdl, ora è la volta<br />

di Luca Zaia, leghista della prim’ora,<br />

attuale ministro delle Politiche agricole,<br />

che ha stracciato l’avversario, Giuseppe<br />

Bortolussi (fermo al 29%), col doppio<br />

dei voti e una percentuale sul 60%. “Con<br />

questi risultati finisce il bipolarismo”, ha<br />

dichiarato. E il Carroccio in Veneto supera<br />

il Pdl: circa 10 punti percentuali in<br />

più. Antonio De Poli (Udc-Unione Nord-<br />

Est) supera il 6%, mentre il candidato dei<br />

grillini David Borrelli supera il 3%.<br />

110 0<br />

ELEZIONI REGIONALI<br />

Pier Luigi Bersani, Segretario del Partito Democratico<br />

Umberto Bossi e Roberto Calderoli<br />

LIGURIA - La Liguria riconferma Claudio<br />

Burlando sulla poltrona di presidente.<br />

Nel corso dello spoglio dei voti, l’attuale<br />

governatore, sostenuto<br />

dal centrosinistra,<br />

è sempre stato in testa<br />

su Sandro Biasotti,<br />

e ha vinto con una<br />

percentuale del 52%<br />

contro 48%.<br />

“Abbiamo fatto una<br />

bella campagna<br />

elettorale, pensavo<br />

di farcela, hai vinto tu. In bocca al lupo”,<br />

si è complimentato l’esponente del centrodestra.<br />

EMILIA ROMA-<br />

GNA - La vittoria<br />

di Vasco Errani,<br />

presidente<br />

uscente tornato<br />

in pista, per la terza<br />

volta, con Pd e<br />

centrosinistra, non<br />

è mai stata in dubbio:<br />

con la lista Pd<br />

al 41%, lui ha ottenuto<br />

quasi il 52%<br />

delle preferenze. Ma<br />

rispetto alle regionali del 2005 il centrosinistra<br />

ha perso 10 punti: una flessione<br />

che dà da pensare. Anche perche la Lega<br />

sorprende e supera il 13%. Anna Maria<br />

Bernini, parlamentare Pdl, ha tentato<br />

la sfida a Errani, ma si è fermata sotto<br />

il 37%. Clamoroso il 7% ottenuto da Giovanni<br />

Favia del Movimento a 5 Stelle di<br />

Grillo, mentre Gianluca Galletti dell’Udc<br />

supera il 4%.<br />

TOSCANA - Anche in Toscana si continua<br />

sulla scia della tradizione, con una netta<br />

affermazione del centrosinistra. Il nuovo<br />

governatore Enrico Rossi, ex assessore<br />

alla Sanità, promette di essere “il presidente<br />

di tutti”.


Nichi Vendola riconfermato Governatore della Puglia<br />

Con quasi il 60% dei voti, ha tenuto a<br />

netta distanza Monica Faenzi, che si è<br />

fermata al 34%. Francesco Bosi dell’Udc<br />

ha ottenuto il 4,6%.<br />

MARCHE - La Regione resta in mano al<br />

centrosinistra e Mario Spacca viene riconfermato<br />

governatore. La quota dei<br />

votanti a suo favore è al 53% e mentre lo<br />

sfidante Erminio Marinelli (Pdl) si è fermato<br />

al 40%. Massimo Rossi (Rifondazione<br />

Comunista) supera il 7%.<br />

UMBRIA – Sfida in rosa in Umbria, che si<br />

conferma a prevalenza centrosinistra. Il<br />

passaggio di testimone avviene tra due<br />

donne: Maria Rita Lorenzetti, che lascia la<br />

poltrona di governatore a Catiuscia Marini.<br />

Quest’ultima, con un risultato supe-<br />

riore al 57%, ha tenuto a netta distanza<br />

la candidata del centrodestra Fiammetta<br />

Modena (ferma al 38%). La terza donna<br />

in lizza, Paola Binetti dell’Udc, si ferma<br />

al 5%.<br />

CAMPANIA - Stefano Caldoro con il 54%<br />

si è imposto nettamente su Vincenzo De<br />

Luca del Pd (43%). “La cattiva politica è<br />

stata sconfitta”, ha detto il nuovo presidente.<br />

La Campania quindi cambia co-<br />

Il Leader dell’I.D.V. Antonio Di Pietro e quello dell’UDC Lorenzo Cesa<br />

SICUREZZA E POLIZIA<br />

lore, lasciandosi alle spalle l’esperienza<br />

della giunta di centrosinistra guidata<br />

da Antonio Bassolino. Superano di poco<br />

l’1,3% sia Paolo Ferrero (Rifondazione<br />

Comunista) che Roberto Fico (Movimento<br />

5 Stelle).<br />

PUGLIA – “Qui c’è il laboratorio di buona<br />

politica”. Dopo aver affrontato il contropiede<br />

interno al centrosinistra e sbaragliato<br />

le primarie, Nichi Vendola si riprende<br />

la guida della Regione forte di<br />

un risultato senza ombre, poco sotto al<br />

49%. Rocco Palese, candidato del centrodestra<br />

‘sponsorizzato’ dal ministro Fitto,<br />

si ferma al 42%. Adriana Poli Bortone,<br />

che ha corso col sostegno dell’Udc, si ferma<br />

sotto il 9%.<br />

BASILICATA - Le previsioni sono state<br />

ampiamente rispettate. Il governatore<br />

uscente, Vito De Filippo, Pd, è stato rieletto<br />

con oltre il 60,8% dei voti. Il suo rivale<br />

del Pdl, Nicola Pagliuca, si deve accontentare<br />

di molto meno e si ferma al<br />

27,9%. E indica nell’Udc, che qui ha appoggiato<br />

il centrosinistra, il fattore chiave<br />

della sua sconfitta. Magdi Cristiano<br />

Allam ottiene l’8,72%.<br />

CALABRIA - La Regione guidata fino a ieri<br />

da Agazio Loiero (Pd) trasloca sotto le<br />

insegne del centrodestra. Giuseppe Scopelliti<br />

stravince: l’esponente del centrodestra<br />

incassa il 57,7% dei voti. Il candidato<br />

dell’Idv, Pippo Callipo, supera di<br />

poco il 10%. L’uscente Agazio Loiero si è<br />

fermato poco sopra il 32%.<br />

111 1


Nel Lazio vittoria al fotofinish<br />

per Renata Polverini. La candidata<br />

del centrodestra, con il<br />

51,14%, stacca di una manciata<br />

di voti Emma Bonino, che si ferma al<br />

48,32%, e viene eletta nuova governatrice<br />

della regione. Il risultato è stato infatti<br />

in bilico fino a tarda sera con proiezioni<br />

e risultati parziali che mostravano il<br />

testa a testa tra le due candidate.<br />

La mancata presentazione della lista del<br />

Pdl non ha dunque invertito l’esito elettorale<br />

nel Lazio dove il centrosinistra<br />

partiva con un netto svantaggio e ha comunque<br />

recuperato consensi rispetto<br />

112 2<br />

ELEZIONI REGIONALI<br />

di Antonio Capria<br />

Lazio, Polverini<br />

al fotofi nish sulla Bonino<br />

Il Pdl vince anche senza lista<br />

all’inizio della campagna elettorale partita<br />

con gli strascichi dello scandalo Marrazzo.<br />

Probabilmente invece l’assenza<br />

della lista del Pdl e le polemiche scoppiate<br />

in seguito hanno rimotivato l’elettorato<br />

di centrodestra che, soprattutto in<br />

provincia, ha votato compattamente per<br />

le liste che sostenevano la Polverini. La<br />

candidata del centrosinistra invece è stata<br />

in vantaggio nella Capitale fino alla fine,<br />

tanto che nella sede del Pd si continuava<br />

a mostrare ottimismo sulla possibilità<br />

di riuscire a mantenere il vantaggio,<br />

ma il voto dei romani non è bastato<br />

a far vincere la leader radicale.<br />

Il testa a testa tra Renata Polverini ed Emma<br />

Bonino ha fatto stare col fiato sospeso<br />

per molte ore entrambi i comitati<br />

elettorali. Soprattutto<br />

via via che affluivano i dati dello<br />

spoglio dei seggi della Capitale<br />

che certo non le hanno tributato<br />

gli stessi consensi delle<br />

quattro province. Alla fine il segno<br />

della vittoria, e l’esplosione<br />

dell’entusiasmo dei sostenitori.<br />

Renata Polverini, la “pasionaria” che già<br />

aveva fatto grande il suo piccolo sindacato,<br />

può dire d’essersi guadagnata sul<br />

campo le stellette di governatore della<br />

Regione Lazio. “Una vittoria storica, non<br />

so per quanti anni la ricorderemo”, così<br />

ha iniziato a festeggiare il traguardo raggiunto,<br />

prima ancora dell’ ufficialità dei<br />

numeri, saltando e ballando, esprimendo<br />

quella gioia liberatoria tipica di chi fino<br />

all’ ultimo ha temuto di non farcela. E il<br />

suo “ho vinto”, urlato tra i fan prima ancora<br />

della conclusione dello spoglio delle<br />

schede, spiega bene quanto abbia lottato,<br />

e con quante energie, per raggiungere<br />

il traguardo più ambizioso. Diventare,<br />

prima donna, Governatore del Lazio. La<br />

regione governata negli ultimi cinque anni<br />

dal centrosinistra e, dunque, riconquistata.<br />

Le stellette se l’è conquistate iniziando<br />

la sua corsa quasi in sordina, con<br />

un Pdl inizialmente non del tutto convinto<br />

della scelta, ma con un Gianfranco Fini<br />

determinato a sostenerla fino a spuntarla<br />

e, oggi, ad avere la conferma di non aver<br />

sbagliato “cavallo”. E, ancora, dovendo


prima misurarsi con una navigata politica<br />

come Emma Bonino, poi orfana del<br />

gotha del Pdl della Capitale e del simbolo<br />

del partito del premier. E un Berlusconi<br />

con indugi iniziali, ma che poi le<br />

si è schierato al fianco, senza risparmiarsi,<br />

e le si è messo accanto. Della sua vittoria,<br />

travolta dall’entusiasmo ha detto:<br />

“Credo che tutto ciò dimostri che i miracoli<br />

esistono, quando la gente vuole tutto<br />

e possibile”; e, ancora riferendosi agli<br />

avversari: “Li abbiamo polverizzati. Stanotte<br />

non si dorme”; “Voglio ringraziare<br />

i militanti e dirigenti del Pdl per il loro<br />

impegno, a cominciare dal premier Berlusconi”;<br />

“Ce l’ho fatta è un giorno bellissimo<br />

e mi sento bene perché è la risposta<br />

arrivata dal popolo al di là delle liste” e,<br />

festeggiando a Piazza del Popolo ha voluto<br />

sottolineare: “E’ una risposta della<br />

democrazia, il popolo ha restituito la democrazia<br />

che qualcuno voleva toglierci”.<br />

Un chiaro riferimento alle sentenze della<br />

magistratura che hanno lasciato fuori<br />

la lista Pdl Roma. Entusiasmo che ha travolto<br />

anche Ignazio La Russa ed il sindaco<br />

SICUREZZA E POLIZIA<br />

LA SCHEDA<br />

Polverini Lady di Ferro del Sindacato<br />

Una vita passata nel sindacato poi, tre mesi fa, e’ stata catapultata nell’arena della politica<br />

per tentare di conquistare la poltrona di presidente della Regione Lazio. Una sfida<br />

vinta: Renata Polverini, 47 anni, e’ la prima donna alla guida della giunta regionale<br />

del Lazio. Lei, la ‘lady di ferro’ dell’Ugl, di record nel suo curriculum ne aveva gia’ raggiunti<br />

tanti: e’ stata il piu’ giovane segretario alla guida di un sindacato e la prima leader<br />

sindacale donna italiana ed europea. Romana, classe 1962, ‘figlia d’arte’ come si definisce,<br />

e’ cresciuta a ‘pane e sindacato’: sin da ragazzina, infatti, ha frequentato le prime<br />

assemblee sindacali accompagnando la madre, delegata sindacale dell’allora Cisnal,<br />

il vecchio nome dell’Unione generale del lavoro fino al 1996, per il gruppo Rinascente.<br />

Ha frequentato le scuole dalle suore a Fiumicino (Roma) e, dopo un apprendistato sindacale<br />

nella Federazione degli agricoli, giovanissima e’ entrata nell’organizzazione. Simpatica<br />

e molto tenace, come la descrive chi la conosce, e’ stata sempre vicina alla destra<br />

ma piace anche a sinistra. E’ sposata ma non ha figli. Nel tempo libero, anche se ultimamente<br />

ne ha molto poco, ama dedicarsi al giardinaggio e allo sport, in particolare la corsa<br />

e la bicicletta. Tra le sue passioni anche la nutella e i cantautori italiani come Lucio<br />

Battisti e Renato Zero, tant’e’ che si definisce una ‘sorcina’, mentre il suo film preferito<br />

e’ ‘Et’. All’indomani della decisione del Pdl, che a dicembre ha scelto di candidarla, era<br />

emozionata per ‘questa’altra straordinaria avventura’ ma ‘con un po’ di malinconia’ per<br />

i quattro anni alla guida dell’Ugl’. Un’esperienza, aveva detto, della quale si portera’ dietro<br />

‘la capacita’ di mediazione che puo’ tornare utile’. Da quando nel febbraio del 2006<br />

ha preso le redini dell’Ugl, l’Unione ha raggiunto il massimo di iscritti, superando quota<br />

un milione e novecentomila soprattutto tra le categorie dei chimici, dei metalmeccanici<br />

e dei lavoratori della comunicazione. Ora la confederazione siede ai tavoli assieme a<br />

Cgil, Cisl e Uil. Il suo impegno nel sindacato si e’ diviso tra la guida delle grandi vertenze<br />

nazionali nel settore chimico (Eni di Priolo), metalmeccanico (Fiat e Thyssen-Krupp), del<br />

pubblico impiego, dei trasporti (Ferrovie e Alitalia), dagli accordi di concertazione con il<br />

governo Prodi e D’Alema, fino all’ultimo con il governo Berlusconi (Patto per l’Italia) e a<br />

tutti i grandi accordi sulla riforma del mercato del lavoro (legge Biagi, riforma del sistema<br />

pensionistico e del Tfr).<br />

Gianni Alemanno che ha sottolineato “il<br />

trionfo della democrazia non solo di un<br />

partito politico”. Dopo la gioia e le frasi<br />

ad effetto, urlate tra il Comitato e piazza<br />

del Popolo, dove subito si sono ritrovati<br />

in molti per festeggiarla, il primo annuncio<br />

di priorità: “La sanità e il piano casa”<br />

sicuramente, ma “non dimentico la mia<br />

storia e quindi mi occuperò del mondo<br />

del lavoro e delle imprese. Non abbiamo<br />

scritto un romanzo - ha ricordato - ma indicato<br />

sei priorità e 60 azioni concrete”.<br />

Renata Polverini, oltre alla poltrona di governatore<br />

del Lazio, si aggiudica anche il<br />

maggior numero di seggi nel nuovo consiglio<br />

regionale del Lazio per la sua lista.<br />

Al secondo posto, a un’incollatura, il Pd<br />

seguito dal Pdl. Nello schieramento di<br />

centrodestra la formazione Renata Polverini<br />

ha raggiunto il 26,36% che equivale<br />

a 17 seggi nel nuovo ‘parlamento’<br />

della Pisana. Il Pdl con l’11,87% ha ottenuto<br />

8 seggi. Distanziato l’Udc (che nel<br />

Lazio era a fianco del centrodestra) e che<br />

ha ottenuto il 6,12% e 3 seggi. Due seggi<br />

anche per La Destra di Francesco Storace<br />

(3,96%). La coalizione di centrodestra<br />

che governerà il Lazio conta quindi<br />

su 30 seggi. Nessun seggio per la Rete<br />

liberal Sgarbi che ha ottenuto solo lo<br />

0,63%. La nuova opposizione potrà contare<br />

invece su 28 seggi. Il Pd ha 15 seggi<br />

grazie al 26,29%. La lista Di Pietro Italia<br />

dei Valori, con l’8,62% ha guadagnato<br />

5 seggi, mentre la Lista Pannella-Bonino<br />

ha ottenuto 2 seggi, grazie al 3,30% dei<br />

consensi. Stessi seggi per Sinistra Ecologia<br />

Libertà con il 3,14% mentre un seggio<br />

a testa è andato a Rc-Sinistra europea-Comunisti<br />

italiani, Lista civica cittadini<br />

per Bonino, Partito socialista italiano<br />

e Federazione dei verdi.<br />

113 3


Dopo undici anni di centrosinistra<br />

la Campania volta pagina<br />

e sceglie di affidare a Stefano<br />

Caldoro, socialista, l’eredità<br />

del dopo Bassolino. Il segretario del<br />

Nuovo Psi è il portabandiera del Pdl che<br />

ha sconfitto lo sfidante di centrosinistra,<br />

il sindaco di Salerno Vincenzo De Luca,<br />

rispettando i pronostici che nei sondaggi<br />

lo hanno sempre visto avanti. Caldoro<br />

ha superato il suo avversario di oltre<br />

10 punti: 54,25% contro il 43,04 di De<br />

Luca.<br />

Caldoro succede ad Antonio Bassolino<br />

(Pd), la cui esperienza amministrativa è<br />

durata sedici anni e mezzo (oltre sei da<br />

sindaco di Napoli e dieci da governatore),<br />

e la sua vittoria sancisce la fine di<br />

114 4<br />

ELEZIONI REGIONALI<br />

di Antonio Capria<br />

Campania: Caldoro per il dopo-Bassolino<br />

Il PDL conquista<br />

la Campania dopo 11 anni<br />

“Ha vinto la voglia di cambiare”<br />

una stagione politica del centrosinistra<br />

in Campania fatta di governo e di successi<br />

elettorali a ripetizione.<br />

Di tradizione orgogliosamente socialista<br />

e riformista, il padre Antonio fu sottosegretario<br />

ai Trasporti negli anni ‘80, Caldoro<br />

ha sfruttato l’onda lunga della crisi<br />

rifiuti inCampania che un anno fa aveva<br />

portato il Pdl alla conquista della Provincia<br />

di Napoli, oltre alle divisioni del centrosinistra<br />

emerse in maniera evidente<br />

nella scelta di candidare De Luca.<br />

A lui il Pd è arrivato tardi, dopo che a lungo<br />

il partito di Bersani ha cercato una soluzione<br />

unitaria che mettesse assieme i<br />

vari spezzoni della sinistra, dopo primarie<br />

andate deserte e in un clima di freddezza<br />

da parte di Bassolino nei suoi confronti<br />

(i due sono storicamente rivali). De<br />

Luca ha tentato la rimonta cavalcando lo<br />

Da destra Il nuovo Governatore Stefano Caldoro con il Ministro Mara Carfagna<br />

slogan “al di là dei partiti” con una campagna<br />

aggressiva, e una Piazza del Plebiscito<br />

piena come non si vedeva da tempo<br />

a Napoli aveva illuso su una possibile rimonta<br />

che invece è stata mortificata dalle<br />

urne. Decisivo, infine, l’accordo stretto<br />

da Caldoro con l’Udc di De Mita che porta<br />

a casa un risultato lusinghiero, intorno<br />

al 13%. Dopo la tempesta giudiziaria<br />

che lo ha travolto, riparte dalla Campania<br />

anche l’Udeur che, stando alle proiezioni,<br />

supera l’asticella del 3%.<br />

A Caldoro, già ministro all’Attuazione


Lo sconfi tto Vincenzo De Luca<br />

del Programma nel terzo governo Berlusconi,<br />

toccherà mettere la parola fine<br />

all’emergenza rifiuti, ripianare il deficit<br />

della sanità, occuparsi della deindustrializzazione<br />

e delle vertenze di lavoro, a<br />

partire dalla crisi della Fiat di Pomigliano,<br />

investire in grandi infrastrutture gli<br />

ultimi fondi europei a disposizione della<br />

Campania. A lui il premier Berlusconi dal<br />

palco di San Giovanni, a Roma, ha affidato<br />

il compito di “fare una grande rivoluzione<br />

in Campania”. Potrà farlo contando<br />

LA SCHEDA<br />

Stefano Caldoro<br />

SICUREZZA E POLIZIA<br />

Il Governatore uscente Antonio Bassolino<br />

sul governo amico che in campagna elettorale<br />

lo ha sostenuto con la presenza di<br />

molti ministri.<br />

“Abbiamo raccolto una grande volontà di<br />

cambiamento”, le prime parole di Caldoro<br />

da neo governatore. “Il voto dimostra<br />

che la gente vuole fatti e non più parole.<br />

Abbiamo un grande senso di responsabilità<br />

- ha proseguito - per questo da domani<br />

mattina saremo già a lavoro”.<br />

Stefano Caldoro, 50 anni a dicembre, deputato del Pdl, è il nuovo presidente della Campania. La sua elezione segna una svolta nella<br />

regione amministrata per le ultime due legislature dal centrosinistra, e un deciso cambio di marcia nel percorso politico del militante<br />

socialista, chiamato per la prima volta alla responsabilità di amministrare un’istituzione territoriale dopo le esperienze nel governo<br />

nazionale. Per sfidare il suo avversario, il sindaco di Salerno Vincenzo De Luca, ha lanciato il suo programma in una mappa: i vari punti<br />

sono le future ‘stazioni’ di una metropolitana. Caldoro si è presentato ai campani come riformista, ‘per cambiare e tornare a sorridere’.<br />

Pur avendo aderito al partito di Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini, Caldoro ha sempre sottolineato, nel presentarsi agli elettori, le<br />

sue radici socialiste. Dopo lo scioglimento del Psi, nel 1994, aderì alla componente che si schierò con il polo del centrodestra. Successivamente<br />

fu tra i fondatori del Nuovo Psi, fino all’adesione nel marzo 2009 al Popolo della libertà. E’ nato a Campobasso, il 3 dicembre<br />

del 1960. Laureato in Scienze politiche, giornalista pubblicista, Caldoro, che è ‘figlio d’arte’ - il padre, Antonio, fu esponente di spicco<br />

dei socialisti - entrò nel Consiglio regionale della Campania, con il Psi appunto, nel 1985; del gruppo era presidente consiliare. Nel<br />

1990 toccò a lui la guida della segreteria regionale del partito. Nel 1992, a 32 anni, fu eletto deputato per la prima volta. Nella segreteria<br />

del partito socialista si occupò in qualità di responsabile delle politiche regionali e poi del Mezzogiorno. Nel 1999 come candidato<br />

alla presidenza della Provincia di Napoli fu sconfitto da Amato Lamberti, esponente dei Verdi. Ebbe il suo primo incarico governativo<br />

con Silvio Berlusconi nel giugno 2001, come sottosegretario alla Università e alla Ricerca scientifica. Al 2005 risale la prima esperienza<br />

da ministro, con la delega all’Attuazione del programma. Nel maggio 2006 fu eletto segretario nazionale del Nuovo Psi. Nell’aprile del<br />

2008 fu nuovamente eletto deputato con il Pdl. Oggi è componente della direzione nazionale del Pdl. Caldoro e’ sposato con Annamaria<br />

Colao, ordinario alla Facoltà di Medicina della Federico II, e ha una figlia di 18 anni, che frequenta il liceo e che ieri ha votato per la<br />

prima volta. Ama lo sci e il windsurf; gioca a calcio nella squadra dei parlamentari e legge, preferibilmente, libri di storia.<br />

115 5


I<br />

l Piemonte ha un nuovo governatore, è il<br />

leghista Roberto Cota che, con il 47.32%<br />

dei voti ha battuto la presidente uscente<br />

Mercedes Bresso, ferma al 46,90% dei<br />

consensi. “Ho sentito Bossi più volte, devo<br />

dirgli grazie: se siamo qui è grazie a lui” ha<br />

detto il neo presidente Racconta la leggenda<br />

che il suo amore per la politica, e per la Lega<br />

Nord, sia sbocciato all’improvviso. Una folgorazione,<br />

quando era ancora studente, che gli<br />

ha fatto mettere da parte una promettente<br />

carriera da avvocato. Vent’anni dopo, i fatti<br />

gli hanno dato ragione: Roberto Cota, il “volto<br />

umano del Carroccio” come lo definiscono<br />

gli amici, è il nuovo presidente della Regione<br />

Piemonte. Un traguardo importante, forse<br />

insperato fino a qualche mese fa, che conferma<br />

le quotazioni in ascesa di questo fedelissimo<br />

del Senatur. Una costante, questa, sin<br />

da quando era giovane consigliere comunale<br />

di Novara e si ritrovava con gli altri militanti<br />

nel sottoscala di un bar del centro città.<br />

116 6<br />

ELEZIONI REGIONALI<br />

l’Enfant Prodige di Bossi<br />

conquista il Piemonte<br />

di Giulia Zampina<br />

Il nuovo Governatore Roberto Cota<br />

La folgorante carriera politica di Roberto Cota<br />

I contendenti al governo della Regione Piemonte Mercedes Bresso e Roberto Cota<br />

“Fai quello che vuoi, ma prima ti devi laureare”,<br />

gli aveva ordinato il padre avvocato.<br />

E così è stato, anche se ormai il Diritto<br />

non era più in cima alle sue preferenze,<br />

nonostante la media del 29. Da allora<br />

Roberto Cota ha fatto parecchia strada:<br />

assessore alla Cultura di Novara dal 1993<br />

al 1997, nel 2000 viene eletto consigliere<br />

regionale e, un anno dopo, diventa segretario<br />

regionale dei leghisti in Piemonte.<br />

Quasi in contemporanea siede sulla poltrona<br />

del presidente del Consiglio. A Umberto<br />

Bossi non sfuggono le doti di questo<br />

enfant prodige, un leghista duro e puro<br />

ma dai modi di fare gentili, e lo inserisce<br />

nei governi Berlusconi II e III con l’incarico<br />

di sottosegretario alle attività produttive.<br />

Un ruolo in cui si fa apprezzare<br />

dallo stesso presidente del Consiglio che<br />

lo prende in simpatia.<br />

La scalata è completata nel 2008: Cota diventa<br />

il Capogruppo del Carroccio alla Camera.<br />

Arrivano i primi talk show e, con<br />

questi, la fama nazionale. Proprio quella<br />

che, insieme alle doti politiche, ne ha<br />

fatto lo sfidante della presidente uscente<br />

della Regione Piemonte, Mercedes Bresso.<br />

Un avversario ostico, che prima della Regione<br />

aveva governato per dieci anni la<br />

Provincia di Torino, una sfida che Cota -<br />

grande appassionato di basket - ha preso<br />

al balzo. Fino alla vittoria finale.


SICUREZZA E POLIZIA<br />

Il comico genovese prepara il suo salto alle politiche partendo dalla rete<br />

“Le nostre proteste e contestualmente le<br />

proposte sul processo breve non sono rimaste<br />

inascoltate, tuttavia senza una riforma<br />

organica della giustizia il ddl resta<br />

un frutto avvelenato dello scontro tra politica<br />

e magistratura”: così l’Unione delle<br />

Camere Penali Italiane commenta il primo<br />

sì del Senato al processo breve. “Il testo riformulato<br />

ed emendato per iniziativa del<br />

relatore Valentino - sostiene l’Ucpi - risponde<br />

ad alcune obiezioni da noi sollevate: il<br />

termine prescrizionale di fase è ora opportunamente<br />

differenziato in tre anni per il<br />

primo grado, due per l’appello e un anno<br />

e sei mesi per la Cassazione. Il testo introduce<br />

un ulteriore termine di un anno per<br />

l’eventualità di giudizi di rinvio della Cassazione<br />

e viene eliminato l’elenco dei reati<br />

esclusi. Introduce inoltre criteri di maggiore<br />

elasticità parametrati alla complessità<br />

del processo ed una norma che prevede<br />

la decorrenza del termine prescrizionale,<br />

trascorsi 3 mesi dal termine delle indagini,<br />

anche di fronte all’inerzia del pm che<br />

tardi ad esercitare l’azione penale”.<br />

Tuttavia, “le norme - proseguono i penalisti<br />

- non considerano ancora la fase delle<br />

“Le nostre proteste e contestualmente le<br />

proposte sul processo breve non sono rimaste<br />

inascoltate, tuttavia senza una riforma<br />

organica della giustizia il ddl resta<br />

un frutto avvelenato dello scontro tra politica<br />

e magistratura”: così l’Unione delle<br />

Camere Penali Italiane commenta il primo<br />

sì del Senato al processo breve. “Il testo riformulato<br />

ed emendato per iniziativa del<br />

relatore Valentino - sostiene l’Ucpi - risponde<br />

ad alcune obiezioni da noi sollevate: il<br />

termine prescrizionale di fase è ora opportunamente<br />

differenziato in tre anni per il<br />

primo grado, due per l’appello e un anno<br />

e sei mesi per la Cassazione. Il testo introduce<br />

un ulteriore termine di un anno per<br />

l’eventualità di giudizi di rinvio della Cassazione<br />

e viene eliminato l’elenco dei reati<br />

esclusi. Introduce inoltre criteri di maggiore<br />

elasticità parametrati alla complessità<br />

del processo ed una norma che preve-<br />

indagini preliminari, caratterizzata da rituali<br />

richieste di proroghe ed automatiche<br />

concessioni da parte di un giudice che, soprattutto<br />

in ragione dell’inattuata riforma<br />

della separazione delle carriere, omette il<br />

controllo giurisdizionale sull’accusa. Sotto<br />

questo aspetto la decorrenza del termine<br />

dopo tre mesi dalla fine indagini evita l’ulteriore<br />

abuso di un esercizio dell’azione<br />

penale rinviabile sine die ma non è idoneo<br />

a regolamentare la fase precedente. Infine<br />

- sottolinea l’Ucpi - la disposizione transitoria<br />

che comporta l’estinzione dei processi<br />

in corso per reati commessi prima del 2<br />

maggio 2006 punibili con pena massima<br />

inferiore a dieci anni, quando siano decorsi<br />

due anni dall’esercizio dell’azione penale<br />

e non sia stato definito il giudizio di<br />

primo grado, presenta gravi incongruenze<br />

sia nel confronto interno con l’insieme<br />

delle disposizioni approvate, sia per l’irragionevole<br />

individuazione di un termine<br />

più breve di quello applicabile ai processi<br />

successivi all’approvazione della legge”.<br />

Per i penalisti, “l’asprezza dello scontro<br />

tra politica e magistratura ed il ruolo<br />

debordante di quest’ultima hanno impe-<br />

In Piemonte la differenza la fa Beppe Grillo<br />

Quei 90.000 voti avrebbero dato la vittoria alla Bresso<br />

Il movimento 5 Stelle ottiene 2 seggi in Consiglio Regionale<br />

de la decorrenza del termine prescrizionale,<br />

trascorsi 3 mesi dal termine delle indagini,<br />

anche di fronte all’inerzia del pm che<br />

tardi ad esercitare l’azione penale”.<br />

Tuttavia, “le norme - proseguono i penalisti<br />

- non considerano ancora la fase delle<br />

indagini preliminari, caratterizzata da rituali<br />

richieste di proroghe ed automatiche<br />

concessioni da parte di un giudice che, soprattutto<br />

in ragione dell’inattuata riforma<br />

della separazione delle carriere, omette il<br />

controllo giurisdizionale sull’accusa. Sotto<br />

questo aspetto la decorrenza del termine<br />

dopo tre mesi dalla fine indagini evita l’ulteriore<br />

abuso di un esercizio dell’azione<br />

penale rinviabile sine die ma non è idoneo<br />

a regolamentare la fase precedente. Infine<br />

- sottolinea l’Ucpi - la disposizione transitoria<br />

che comporta l’estinzione dei processi<br />

in corso per reati commessi prima del 2<br />

maggio 2006 punibili con pena massima<br />

dito l’avvio di una riforma organica della<br />

giustizia e dell’ordinamento giudiziario:<br />

l’immediata ripresa del cammino delle<br />

necessarie riforme, anche costituzionali<br />

- concludono i penalisti - è la vera cartina<br />

al tornasole per misurare le intenzioni della<br />

politica e la sua capacità di essere autonoma<br />

dalle ingerenze delle organizzazioni<br />

sindacali della magistratura”.<br />

inferiore a dieci anni, quando siano decorsi<br />

due anni dall’esercizio dell’azione penale<br />

e non sia stato definito il giudizio di<br />

primo grado, presenta gravi incongruenze<br />

sia nel confronto interno con l’insieme<br />

delle disposizioni approvate, sia per l’irragionevole<br />

individuazione di un termine<br />

più breve di quello applicabile ai processi<br />

successivi all’approvazione della legge”.<br />

Per i penalisti, “l’asprezza dello scontro<br />

tra politica e magistratura ed il ruolo<br />

debordante di quest’ultima hanno impedito<br />

l’avvio di una riforma organica della<br />

giustizia e dell’ordinamento giudiziario:<br />

l’immediata ripresa del cammino delle<br />

necessarie riforme, anche costituzionali<br />

- concludono i penalisti - è la vera cartina<br />

al tornasole per misurare le intenzioni della<br />

politica e la sua capacità di essere autonoma<br />

dalle ingerenze delle organizzazioni<br />

sindacali della magistratura”.<br />

117 7


La Calabria vira a destra dopo cinque<br />

anni di governo di centrosinistra.<br />

Una sconfitta, quella del Governatore<br />

uscente Agazio Loiero, che, a urne<br />

chiuse e mente fredda, ha tutto il sapore della<br />

sconfitta personale. Loiero era arrivato alla<br />

sua ricandidatura forzando non poco la mano,<br />

prima nei confronti degli alleati nazionali, Italia<br />

dei valori, che non hanno ceduto neanche<br />

davanti alle offerte di posti di governo, continuando<br />

a sostenere la candidatura dell’imprenditore<br />

Filippo Callipo e poi nei confronti<br />

di quella parte di Pd che, apertamente aveva<br />

chiesto a Loiero di fare un passo indietro, salvo<br />

poi arrivare a una soluzione forzatamente<br />

condivisa durante una riunione di direzione<br />

regionale in cui la soluzione trovata era stata<br />

quella di nascondere la polvere sotto il tappeto<br />

e andare avanti. Da quel momento in poi neanche<br />

più il segretario nazionale del Pd, Pierluigi<br />

Bersani, si è interessato della Calabria. Mai<br />

più citata nei suoi discorsi né tra quelle regioni<br />

che potevano essere ancora conquistate.<br />

118 8<br />

ELEZIONI REGIONALI<br />

La Calabria guidata<br />

dal Governatore più giovane<br />

di Giulia Zampina<br />

Il nuovo Governatore Giuseppe Scopelliti<br />

Scopelliti ha la meglio su Loiero.<br />

Il centrosinistra esce dalle elezioni umiliato e disintegrato<br />

La vittoria di Giuseppe Scopelliti è stata<br />

dunque scritta in parte anche in casa<br />

Pd. Il centro sinistra, ha pagato il fatto di<br />

essere ostaggio di una candidatura che<br />

non è riuscita a fare sintesi e a rispondere<br />

alle esigenze di cambiamento che la<br />

Regione Calabria chiedeva.<br />

Dallo scorso 29 marzo è dunque il sindaco<br />

di Reggio a guidare la Calabria. Scopelliti<br />

è il governatore più giovane che<br />

la regione abbia mai avuto.Inizia la<br />

sua carriera politica iscrivendosi<br />

al Fronte della Gioventù,<br />

organo giovanile del Movimento<br />

Sociale Italiano.<br />

Nel 1988 viene eletto<br />

consigliere circoscrizionale<br />

nella lista del<br />

Movimento Sociale Italiano.<br />

Nel 1991 ricopre la carica<br />

di segretario provinciale<br />

del Fronte della<br />

Gioventù di Reggio Calabria<br />

e nel 1992 viene eletto consigliere<br />

comunale di Reggio Calabria nella lista<br />

del MSI. Nel 1993, a Rieti, viene nominato<br />

segretario nazionale del Fronte<br />

della Gioventù. Nel 1994 si candida alle<br />

elezioni per rinnovo del Parlamento Europeo<br />

nel collegio dell’Italia Meridionale<br />

risultando il secondo dei non eletti con<br />

34.000 voti di preferenza. In seguito, inizia<br />

una esperienza regionale di due legislature:<br />

nel 1995 viene eletto consigliere<br />

regionale per le liste di Alleanza Nazionale<br />

e ricopre il ruolo di Presidente del<br />

Consiglio Regionale della Calabria; nel<br />

2000, rieletto consigliere regionale, svolge<br />

l’incarico di assessore al Lavoro e alla<br />

Formazione professionale nella Giunta<br />

Chiaravalloti. Nel 2001 diviene<br />

presidente dell’associazione<br />

Tecnostruttura delle Regioni<br />

per il Fondo Sociale<br />

Europeo. Nel 2002, sostenuto<br />

da una coalizione<br />

di centrodestra, viene<br />

eletto sindaco della<br />

città di Reggio Calabria<br />

con il 53,8% dei voti,<br />

superando il candidato<br />

del centrosinistra Demetrio<br />

Naccari Carlizzi. Nel 2003 viene<br />

nominato Commissario Delegato<br />

per il problema della salinità dell’acqua.<br />

Nel 2007 viene riconfermato sindaco<br />

per un secondo mandato con il 70%<br />

dei consensi.<br />

Dal 2008 è coordinatore regionale del Popolo<br />

della Libertà.<br />

Nel mese di gennaio <strong>2010</strong>, il quotidiano<br />

finanziario Il Sole 24 Ore ha pubblicato<br />

i risultati di un sondaggio sull’indice<br />

di gradimento degli elettori nei confronti<br />

dei sindaci dei capoluoghi di provincia<br />

italiani, riferito all’anno 2008. In questa<br />

classifica Scopelliti è al primo posto, con<br />

un consenso stimato al 75%, assieme al<br />

sindaco di Verona Flavio Tosi e al sindaco<br />

di Torino Sergio Chiamparino.


Tra i due contendenti<br />

in Calabria<br />

si è inserito un<br />

altro pretendente<br />

alla poltrona di<br />

governatore. L’imprenditore Filippo Callipo,<br />

che a dire il vero ha iniziato la sua corsa molto<br />

prima degli altri due. In una calda sera d’agosto.<br />

Filippo Callipo, sostenuto da tre liste, Italia<br />

dei valori, la lista Bonino Pannella ed io resto<br />

in calabria, ha comunque ottenuto un successo<br />

personale che lo ha fatto attestare a circa<br />

il 10% delle preferenze. E per dare il senso<br />

della sua candidatura e del risultato ottenuto,<br />

Callipo ha scritto una lettera ai suoi elettori.<br />

“E’ un successo di cui andiamo fieri. Una<br />

percentuale a due cifre, per chi non ha gestito<br />

clientela e mai consumato risorse pubbliche<br />

per accrescere il consenso, è un successo<br />

innegabile. Li abbiamo avuti tutti contro, hanno<br />

organizzato contro di noi di tutto e di più.<br />

C’è stata una propaganda contro di noi che<br />

è andata dalla richiesta del voto utile a vere<br />

e proprie campagne di odio e di diffamazione.<br />

Nonostante tutto noi ci siamo, dimostriamo<br />

che in Calabria si può fare politica anche<br />

contro il volere della nomenclatura di centrosinistra<br />

che, dati alla mano, ha sbagliato tutto.<br />

Ha giocato solo nel suo interesse diretto e<br />

contro la Calabria. E lo dico non per fare polemiche,<br />

ma perché i vertici nazionali dei partiti<br />

facciano una riflessione e traggano qualche<br />

conclusione. Se sommando i voti di Loiero<br />

ai miei, s’intende dimostrare che Scopelliti<br />

avrebbe vinto ugualmente, è tutto sbagliato.<br />

I dati di oggi dimostrano che i dati di ieri erano<br />

giusti, anche quando Loiero asseriva che<br />

lui i sondaggi li avrebbe stracciati nell’urna. E’<br />

una sconfitta, mi spiace dirlo, di cui i leader<br />

del centrosinistra non avevano dubbi.<br />

Altra cosa sarebbe stata la mia candidatura<br />

alla Presidenza dell’intero centrosinistra,<br />

L’imprenditore Filippo Callipo<br />

SICUREZZA E POLIZIA<br />

Callipo l’imprenditore che crede ancora nella rivoluzione<br />

Agazio Loiero, l’altro candidato sconfi tto<br />

ma è stato uno scenario che non si è avuto<br />

il coraggio di costruire. Qui si registra una<br />

miopia e un’impotenza che ha dell’incredibile.<br />

Con me candidato alla Presidenza la partita<br />

sarebbe stata diversa, avremmo potuto guadagnare<br />

ampie fette di elettorato moderato<br />

che di Loiero ne aveva le tasche piene, come,<br />

d’altronde, dimostravano già i sondaggi. Il nostro<br />

risultato dimostra che non è vero che in<br />

Calabria è tutto contaminato dalla politica politicante,<br />

c’è spazio anche per una società civile<br />

che inizia ad affrancarsi. C’è spazio, questo<br />

vogliamo dimostrare, anche per chi il consenso<br />

non lo cattura soltanto con clientela e voto<br />

di scambio. Senza dubbio il nostro risultato è<br />

un punto di partenza formidabile per costruire,<br />

fin da subito, un’alternativa politica dignitosa<br />

per la Calabria e lavorare, insieme ai tanti<br />

che hanno votato per gli altri turandosi il naso<br />

o i moltissimi che hanno preferito contestare<br />

la politica non votando, delle proposte per risolvere<br />

i problemi che collocano la Calabria in<br />

fondo ad ogni classifica economica e sociale.<br />

Girando per la Calabria ho potuto vedere problemi<br />

e abbandoni storici. Mi sono dichiarato,<br />

dappertutto, per quello che sono: un imprenditore<br />

disposto a dare una mano, disinteressatamente,<br />

alla mia terra. Non voglio indagare i<br />

motivi per cui la Calabria continua a dare un<br />

forte consenso ad un sistema partitico delegittimato<br />

e improduttivo, ma questa strada non<br />

porta da nessuna parte. Non ci fa recuperare<br />

in credibilità come sistema-regione agli occhi<br />

degli italiani e senza fiducia, purtroppo, non<br />

ci saranno investimenti nazionali ed internazionali.<br />

In un Paese in cui i disoccupati hanno<br />

raggiunto la cifra di 2 milioni, in cui c’è una<br />

contrazione vistosa degli acquisti e la ripresa<br />

per le imprese è ancora un miraggio, mentre<br />

la politica non assume le scelte forti che tutti<br />

ci attendiamo, questo risultato calabrese<br />

acuisce la nostra arretratezza. Per me è stata<br />

una campagna elettorale entusiasmante, per<br />

le tante relazioni sincere che sono nate, per la<br />

nascita, al di fuori dei partiti, di un gruppo nutrito<br />

e variegato di dirigenti politici che prima<br />

non s’erano mai affacciati alla politica e il cui<br />

impegno ora andrà meglio plasmato e indirizzato;<br />

ma anche dura, specie per taluni attacchi<br />

ciechi e furibondi su cui nei prossimi giorni<br />

avremo modo di discutere. Nella nuova fase<br />

che inizia adesso, tuttavia, noi vogliamo esserci.<br />

Lo faremo con la consueta passione e sempre<br />

avendo come obiettivo il bene della Calabria.<br />

Per noi inizia un lavoro doppio: al nostro<br />

interno, per capire come strutturarci meglio e<br />

dotarci di ciò che finora non abbiamo avuto,<br />

un’organizzazione capillare e più razionale;<br />

all’esterno, per comprendere quali rapporti si<br />

possono costruire con le altre forze politiche,<br />

una volta che dentro taluni partiti si avvierà,<br />

come spero, una serena e costruttiva autocritica<br />

che miri a rendere protagonisti di questa<br />

stagione risorse giovani e fresche, competenze<br />

e intelligenze messe ai margini dalla vecchia<br />

politica e per calcoli sfacciatamente di potere<br />

di cui, nonostante i nostri sforzi, non siamo<br />

riusciti a liberare la Calabria”.<br />

119 9


Missione compiuta per Roberto<br />

Formigoni a poche ore<br />

dal suo 63esimo compleanno.<br />

Il candidato del centrodestra<br />

ha infatti stravinto la sfida con Filippo<br />

Penati e si è conquistato il quarto<br />

mandato consecutivo alla guida del Pirellone,<br />

posizione che lo stesso Formigoni<br />

ha definito seconda solo alla presidenza<br />

del Consiglio. Le proporzioni del successo<br />

di Formigoni, ampiamente annunciato,<br />

sono significative: il presidente<br />

uscente ha ottenuto il 56,11%, lasciando<br />

il candidato del Pd al 33,27%, mentre Savino<br />

Pezzotta, alfiere dell’Udc, si è fermato<br />

al 4,68%. Il dato politico più rilevante<br />

in Lombardia è legato alla competizione<br />

interna al centrodestra, con la Lega<br />

Nord, che ha raccolto grandi consensi in<br />

tutto il settentrione, ma che non ha sorpassato<br />

il Pdl, confermatosi primo partito<br />

della regione, con il 31,78% delle preferenze.<br />

La Lega si è assestata al 26,20%,<br />

risultato notevolissimo, ma ancora quattro<br />

punti al di sotto del partito di Berlusconi.<br />

Sul fronte del centrosinistra, invece,<br />

il Pd ha ottenuto il 22,89%, l’Italia dei<br />

Valori il 6,28%, l’Udc il 3,84%. Penati dal<br />

canto suo ha riconosciuto la vittoria di<br />

Pdl e Lega ma ha avvisato che “la coalizione<br />

è comunque cresciuta rispetto alle<br />

europee” e che “si apre maggiormente<br />

la partita di Milano che si conferma il<br />

cuore del cambiamento”. L’Italia dei Valori<br />

è cresciuta invece anche rispetto al<br />

2005. Allora con l’1,4% ottenne un consigliere.<br />

Questa volta ha superato abbondantemente<br />

il 6%. Alla coalizione che sostiene<br />

Formigoni, andranno 49 seggi sugli<br />

80 del Consiglio Regionale: 8 alla lista<br />

del presidente, 23 al Pdl e 18 alla Lega.<br />

220 0<br />

ELEZIONI REGIONALI<br />

Lombardia, Formigoni vince<br />

ancora e cresce con la Lega<br />

di Antonio Capria<br />

Pdl primo partito. Il governatore: “I cittadini apprezzano le nostre riforme”<br />

Il Governatore Roberto Formigoni<br />

Il candidato del centrosinistra, Filippo Penati,<br />

ex presidente della Provincia di Milano,<br />

ha ottenuto il 33,27% dei voti, contro<br />

il 43,17 ottenuto da Riccardo Sarfatti,<br />

candidato del centrosinistra presentatosi<br />

nel 2005 contro Formigoni. Il Pd ottiene<br />

21 seggi dei 27 della coalizione che sosteneva<br />

Penati. Quattro vanno all’Idv, uno a<br />

Sinistra Ecologia e Libertà: il seggio del<br />

Partito dei Pensionati viene occupato dallo<br />

stesso Penati. I restanti tre seggi vanno<br />

all’Udc di Savino Pezzotta. “La vittoria<br />

che abbiamo portato a casa non è la<br />

vittoria di uno solo ma la vittoria di un<br />

popolo e questo deve essere chiaro a tutti”.<br />

E’ quanto ha sostenuto il presidente<br />

della Regione Lombardia Roberto Formigoni<br />

festeggiando la vittoria assieme ai<br />

suoi elettori. “Abbiamo portato a casa più<br />

voti del 2005 senza l’Udc – ha sottolineato<br />

Formigoni- e sempre rispetto al 2005<br />

abbiamo dato un distacco più del doppio<br />

alla sinistra, 22 punti di vantaggio senza<br />

dimenticare che hanno cercato di farci<br />

fuori con tutte le illegalità di questa terra.<br />

La Corte d’Appello di Milano – ha proseguito<br />

Formigoni - ha agito in maniera<br />

illegale nei nostri confronti e si è attuata<br />

una macchinazione contro di noi che<br />

ci ha fatto perdere consensi altrimenti<br />

la nostra vittoria poteva essere ancora<br />

più ampia”. A proposito dei risultati<br />

della Lega, Formigoni ha commentato<br />

che “sono degli alleati e gioisco per il loro<br />

risultato e mi sembra che non ci sia<br />

più spazio per la sinistra. Un centrodestra<br />

più forte sarà la politica che piace ai<br />

nostri cittadini”. Andrea Gibelli, vicepresidente<br />

in pectore della Regione ed esponente<br />

della Lega, ha sottolineato che “il<br />

rapporto con il Pdl cambia” perché “il, risultato<br />

ci investe di grande responsabilità<br />

e ne terremo conto”. Quello che è certo<br />

è che il ministro della Difesa Ignazio<br />

La Russa non dovrà mangiare l’ormai celebre<br />

“asino vivo” con cui aveva promesso<br />

di banchettare in caso di sorpasso del<br />

Carroccio.


“I cittadini - ha commentato Formigoni<br />

- evidentemente apprezzano le riforme<br />

che abbiamo fatto in questi anni”.<br />

“Abbiamo vinto - ha poi aggiunto - nonostante<br />

lo stop alle nostre liste per oltre<br />

una settimana che ci ha penalizzato.<br />

E non è un caso che l’astensione più<br />

alta sia stata registrata proprio in Lombardia:<br />

la sentenza della corte d’Appello<br />

ha lasciato sconcertato l’elettore”. Un<br />

altro dato politico interessante riguarda<br />

la città di Milano, che Formigoni ha<br />

definito “insieme a Mantova è uno dei<br />

punti di debolezza del Pdl in Lombardia”<br />

mentre Penati parla nel capoluogo<br />

di “un risultato molto favorevole.<br />

Dopo 15 anni di governo della destra -<br />

ha aggiunto Penati - i milanesi bocciano<br />

la Moratti e Formigoni non supera<br />

il 50%”. Il confronto con i risultati delle<br />

precedenti consultazioni - a ben guardare<br />

- non evidenzia grandi variazioni<br />

ma, sia da destra sia da sinistra, sembra<br />

arrivare un segnale di disagio bipartisan<br />

nei confronti dell’amministrazione<br />

di Letizia Moratti. Penati, comunque, ha<br />

anche annunciato che non si candiderà<br />

per la poltrona di sindaco alla prossima<br />

tornata elettorale del 2011. Sono<br />

molto soddisfatto di questo risultato<br />

importante - ha commentato il candidato<br />

dell’Udc Pezzotta-. Bisogna tener<br />

presente che siamo piccoli, siamo da soli<br />

e abbiamo fatto una campagna contro<br />

dei colossi. Siamo usciti bene, anzi meglio<br />

se pensiamo alla sfida che avevamo<br />

di fronte. Abbiamo dovuto scalvare<br />

l’Everest”. Vittorio Agnoletto, candidato<br />

dei partiti di sinistra, ha invece parlato<br />

di una sconfitta indubbia per il suo<br />

movimento, fermatosi intorno al 2%. In<br />

Lombardia anche il Movimento 5 stelle<br />

di Beppe Grillo non ha sfondato e si è<br />

fermato poco sopra il 2%.<br />

SICUREZZA E POLIZIA<br />

LA SCHEDA<br />

Roberto Formigoni si conferma Governatore<br />

Roberto Formigoni si appresta a trascorrere un altro quinquennio alla presidenza della<br />

Regione Lombardia. Per lui, il principale esponente politico di Comunione e Liberazione,<br />

e’ il quarto mandato alla guida del Pirellone. Non per niente sono in molti quelli che gia’<br />

parlano polemicamente di ‘ventennio’ formigoniano, specie tra i suo avversari che in passato<br />

lo hanno chiamato, a seconda delle stagioni, il Panzer di Dio, il fascista, l’integralista.<br />

Per i suoi collaboratori piu’ stretti e’ invece piu’ semplicemente ‘il Celeste’. Soprannomi<br />

antitetici ma che la dicono lunga sulla personalita’ del ‘presidentissimo’ - questa volta<br />

la definizione e’ del premier Silvio Berlusconi - della Regione Lombardia. Un uomo forte e<br />

deciso, dal carattere tutt’altro che celestiale, cresciuto a pane e politica. Nato a Lecco nel<br />

1947, entra giovanissimo nelle file di Gioventu’ Studentesca, il movimento popolare destinato<br />

a diventare poi Cl. Nel corso degli anni resta l’allievo prediletto di Don Giussani. E<br />

la fotografia del fondatore di Cl che ancora oggi si trova sulla scrivania del piano piu’ alto<br />

del Pirellone dimostra quanto sia stato intimo e stretto il rapporto tra i due. Un sodalizio<br />

che si rispecchia nel modus vivendi del governatore. Formigoni conduce una vita per<br />

certi versi monastica, alternata a ritmi di lavoro forsennati. Fa parte del gruppo dei Memores<br />

Domini, dove vive in totale comunione con altri esponenti di Cl: una stanzetta per<br />

se’ e tutto il resto in comune. L’appartenenza a Cl, insomma, fa parte del dna di Formigoni.<br />

Rappresenta insieme il suo punto di forza e il suo limite. E’ il dogma che lo spinge a<br />

non guardare in faccia a nessuno, quando e’ convinto di avere ragione. E’ la causa di tante<br />

battaglie combattute a suon di fendenti scagliati tanto a sinistra quanto a destra, se in<br />

gioco ci sono valori per lui non negoziabili come vita, matrimonio e famiglia. Ma forse il<br />

profondo ‘ciellismo’ incarnato da Formigoni, quello che lo ha spinto a sfidare le sentenze<br />

della Corte d’Appello di Milano che imponeva di ‘staccare la spina’ a Eluana Englaro, e’<br />

stato per lui anche un freno, capace di relegarlo per tutti questi anni all’interno dei confini<br />

lombardi: nonostante le sue indiscutibili capacita’ politiche e le sue ambizioni per incarichi<br />

piu’ impegnativi (eletto senatore nel 2008, non ha mai nascosto le sue aspirazioni<br />

per un Ministero di prestigio come la sanita’ o l’istruzione), il salto a Roma non gli e’ mai<br />

riuscito. Cosi’ anche questa volta si ricomincia da Pirellone. O meglio da Palazzo Lombardia,<br />

la monumentale altra sede della Regione, fortemente voluta da Formigoni (che per<br />

realizzarla, denunciano i suoi piu’ acerrimi avversari, ha sottratto 500 milioni di euro destinati<br />

a progetti di edilizia popolare) e destinata a diventare il grattacielo piu’ alto d’Italia,<br />

con tanto di giardini pensili e eliporto per l’elicottero del governatore. Anche per il<br />

prossimo quinquennio, Formigoni, che si ritiene un vero anticipatore del federalismo, basera’<br />

ogni sua scelta politica sul binomio ‘sussidiarieta’’ e ‘fare sistema’, in base alla convinzione<br />

che i problemi si risolvono ‘mettendo in rete’ i diversi protagonisti della partita.<br />

Ma probabilmente, piu’ che su disoccupazione, lavoro, famiglie e infrastrutture per l’Expo,<br />

la sua vera sfida sara’ tutta politica: ritagliarsi uno spazio per il 2015, anno dell’Expo<br />

ma anche delle prossime elezioni regionali. Dopo aver trascorso un ‘ventennio’ alla guida<br />

della Regione, non potra’ piu’ essere lui a correre per il centrodestra. Ma, considerati<br />

la sua ambizione, la sua tendenza a occupare la scena e la sua fortissima personalita’, c’e’<br />

da scommettere che non ci stara’ a farsi da parte cosi’ facilmente.<br />

221 1


La vittoria del ministro dell’Agricoltura<br />

Luca Zaia era ampiamente prevista,<br />

ma non in questi termini. Il candidato<br />

leghista del centrodestra ha ottenuto<br />

il 60,15% delle preferenze, ovvero un<br />

222 2<br />

ELEZIONI REGIONALI<br />

Zaia stravince in Veneto<br />

Il candidato leghista ottiene più del doppio dei voti del suo rivale Giuseppe Bortolussi<br />

di Antonio Capria<br />

Il vincitore delle Elezioni Regionale in Veneto Luca Zaia<br />

milione e mezzo di voti, più del doppio del suo<br />

avversario di centrosinistra, Giuseppe Bortolussi,<br />

rimasto sotto al 30%, ma anche 168.000<br />

voti in più di quelli presi dal suo predecessore<br />

Giancarlo Galan nel 2005. Il Carroccio in Veneto<br />

diventa il primo partito con il 35,15% dei<br />

voti (+6.75% rispetto al 2009), staccando di<br />

più di dieci punti il Pdl, fermo al 24,74%, in calo<br />

di quasi cinque punti rispetto alle europee<br />

del 2009. Il nuovo Consiglio regionale del Veneto<br />

avrà 38 consiglieri della maggioranza di<br />

centrodestra (Lega-Pdl) e 22 di opposizione,<br />

tra centrosinistra e liste di centro. Il partito di<br />

maggioranza relativa sarà quello del Carroccio<br />

con 21 consiglieri, compreso il presidente della<br />

Regione, Luca Zaia, e il candidato leghista eletto<br />

nel listino del presidente, Bruno Cappon. Il<br />

gruppo leghista avrà cinque consiglieri trevigiani,<br />

altrettanti veronesi, tre eletti a Padova e<br />

altrettanti a Venezia, quattro a Vicenza e uno a<br />

Belluno. Il Pdl avrà 17 consiglieri, quattro eletti<br />

nel listino Zaia e 13 su base proporzionale (tre<br />

a Verona e a Venezia, due a Padova e a Vicenza,<br />

uno a Belluno, Rovigo e a Treviso). Sui banchi<br />

dell’opposizione siederanno 14 consiglieri<br />

del Pd, compreso il candidato presidente Giuseppe<br />

Bortolussi, tre di Idv, uno della Federazione<br />

di Sinistra, tre dell’Udc e uno dell’Unione<br />

Nordest. Il Pd elegge tre consiglieri a Venezia e<br />

a Padova, due a Treviso e a Verona, uno ciascuno<br />

a Vicenza, Belluno e Rovigo; Italia dei Valori<br />

elegge un consigliere nelle province di Padova,<br />

Venezia e Verona; Rifondazione e i Comunisti<br />

Italiani eleggono un consigliere a Venezia. Infine,<br />

i tre consiglieri Udc risultano eletti a Padova,<br />

Verona e Vicenza e quello dell’Unione


Nordest in provincia di Treviso. Restano fuori<br />

dal Consiglio regionale, David Borrelli, candidato<br />

del movimento cinque stelle nonostante<br />

il 3.15% dei voti, 2,57% alla lista, e i candidati<br />

di Veneti Indipendensa, Forza Nuova e<br />

Partito Nasional Veneto, tutti e tre abbondantemente<br />

sotto l’1%. “Avvieremo subito un tavolo<br />

con il Governo per una piattaforme negoziale<br />

che porti alla realizzazione del federalismo<br />

e dell’autonomia”. Ha subito promesso<br />

il neo governatore del veneto. La richiesta<br />

a Roma di “nuove competenze” per il Veneto,<br />

spiega Zaia, andrà “dalla sanità, alla scuola,<br />

all’energia”. “Non abbiamo più alibi - ha<br />

concluso, riferito agli alleati - non ci interessano<br />

i rapporti di forza, ma ci interessa fare<br />

una strada assieme”. Secondo Zaia “il popolo<br />

chiede il federalismo: è chiaro che in questo<br />

processo ci aspettiamo delle turbolenze<br />

in volo”. Zaia ha detto che “i Veneti dovranno<br />

sapere cosa chiediamo a Roma: ci siamo giocati<br />

la nostra reputazione sul federalismo”.<br />

Lo sconfi tto Giuseppe Bertolussi<br />

SICUREZZA E POLIZIA<br />

LA SCHEDA<br />

Zaia: Il primo Presidente regionale della Lega<br />

Luca Zaia e’ il primo Presidente di Regione della Lega Nord: il suo successo in Veneto, con oltre il<br />

60 per cento delle preferenze, ha superato ogni previsione. Zaia è nato a Conegliano, in provincia<br />

di Treviso, il 27 marzo 1968: ha 42 anni, e’ sposato con Raffaella, e risiede a Codogne’ (Treviso).<br />

Espolsiva la sua carriera politica: il suo primo grande amore e’ stato la Lega Nord, che conosce<br />

attraverso Gian Paolo Gobbo (attuale Sindaco di Treviso). Nel 1993 si candida alle amministrative<br />

per il Consiglio Comunale di Godega (Treviso) dove viene eletto con 61 preferenze e diventa<br />

capogruppo. Nel 1995, con 3961 preferenze, Zaia diventa assessore provinciale all’agricoltura e<br />

nel 1998, con una campagna elettorale in cui la Lega Nord-Liga Veneta si presenta da sola, viene<br />

eletto Presidente della Provincia di Treviso divenendo il Presidente provinciale piu’ giovane d’Italia:<br />

viene rieletto Presidente della Provincia nel 2002 con 240.211. Questi sono gli anni in cui Zaia<br />

lancia la ‘finanza creativa’ applicata al bilancio provinciale; la stagione delle opere pubbliche realizzate<br />

in otto anni di lavoro e che portano in dote oltre quattrocento rotatorie, diciotto istituti<br />

scolastici e il Piano strategico per la Provincia, che coinvolge, come citta’ gemelle, Barcellona,<br />

Glasgow e Lione, insieme al progetto di valorizzazione del patrimonio edilizio, fino ad allora per<br />

lo piu’ in disuso. Viene ridisegnata l’intera logistica provinciale e parte il recupero del Complesso<br />

di sant’Artemio, una vasta area con importanti edifici d’epoca che vengono restituiti al loro valore<br />

pubblico e alla cittadinanza. Cio’ che ha maggirmente lasciato il segno sul trevigiano riuslta<br />

essere il Progetto di sicurezza stradale capace di ridurre il numero di morti sulle strade della provincia<br />

di Treviso. Nel 2005 Zaia viene nominato Vice Presidente della RegioneVeneto: ha la delega<br />

all’agricoltura e al turismo. Nella regione piu’ ricettiva d’Italia, con un incoming di oltre sessanta<br />

milioni di presenze all’anno, si tratta di una delega strategica tanto che Zaia intuisce che agricoltura<br />

e turismo devono operare assieme per ottenere quel valore aggiunto che richiedono i cittadini<br />

e gli operatori; porta a termine l’operazione ‘Umbrella brand’ con cui rilancia la promozione<br />

turistica del territorio, utilizzando anche le numerose manifestazioni fieristiche nazionali e internazionali<br />

in cui la Regione opera da protagonista. Sono gli anni in cui fanno capolino le prime<br />

battaglie sulla lingua e sull’identita’ veneta. Zaia lascia l’incarico in Regione nel maggio del 2008<br />

per diventare Ministro delle Politiche Agricole alimentari e forestali su indicazione di Umberto<br />

Bossi. L’obiettivo di quest’incarico e’ stato quello di rimettere ‘l’azienda agricola italiana’ al centro<br />

dell’agenda politico-istituzionale nazionale in un momento di particolare crisi del settore a livello<br />

planetario. Dal punto di vista culturale, si attesta sulla difesa identitaria del prodotto Made<br />

in Italy, sulle biodiversita’, sulla difesa delle produzioni nazionali da un malinteso principio liberista<br />

e globalista. In proposito, cita sempre un’espressione di J.J.Rousseau, tratta dal Contratto sociale:<br />

“Vi e’ una sola legge che per sua natura, esige un consenso unanime: e’ il patto sociale, legittimato<br />

dalla volonta’ generale che dirige tutti verso il bene comune’. In questi due anni, Luca<br />

Zaia ha documentato la sua attivita’ con alcuni volumi tecnici editi dal Ministero, ‘Con le scarpe<br />

sporche di terra’, ‘La mia multinazionale’, ‘La terra siamo noi’ e con la ‘Lectio Magistralis’ tenuta<br />

presso l’Universita’ di Fudan a Shanghai. L’Editore Mondadori ha pubblicato il suo saggio ‘Adottare<br />

la terra per non morire di fame’ nella collana Strade blu.<br />

223 3


Asentire i candidati dell’Emilia-<br />

Romagna, questa volta hanno<br />

vinto tutti. Vasco Errani, si dice<br />

soddisfatto del 52,06% del<br />

centrosinistra (Pd, Idv, Rifondazione, Sinistra<br />

ecologica e Partito pensionati): “E’<br />

una vittoria chiara, forte e netta”. E si<br />

prepara a governare per la terza volta la<br />

Regione. L’opposizione, con la candidata<br />

Anna Maria Bernini (che sfiora il 37%),<br />

minimizza - “è una vittoria di Pirro” - e<br />

se la prende con l’Udc (4,2%) per aver<br />

corso da solo. Entusiasta il rappresentante<br />

del “Movimento 5 stelle”, Giovanni<br />

Favia, che porta a casa il 7% e trascina<br />

in Assemblea legislativa due consiglieri.<br />

Il Pd guadagna 18 consiglieri ai quali si<br />

devono aggiungere i nominativi indicati<br />

nel listino di Errani. Un consigliere per<br />

uno a Prc e Sel; il partito di Di Pietro va<br />

in Regione con due rappresentanti. Il Pdl<br />

si presenta con 10 consiglieri, mentre la<br />

Lega (che continua a crescere in regione<br />

e a rosicchiare voti al Pdl, assestandosi a<br />

oltre il 13%) conferma 4 esponenti in via<br />

Aldo Moro. I “grillini” saranno due, l’Udc<br />

rimane con un unico esponente.<br />

“Il fango contro Errani non ha pagato -<br />

commenta il segretario regionale del Pd,<br />

Stefano Bonaccini -. La Lega ha preso voti<br />

al Pdl”. Ma il candidato della lista di<br />

224 4<br />

ELEZIONI REGIONALI<br />

Il Pdl non riconosce la vittoria<br />

di Errani e si scaglia contro l’Udc<br />

di Antonio Capria<br />

Beppe Grillo<br />

Il vincitore delle Elezioni Regionali in Emilia Rimagna Vasco Errani<br />

Beppe Grillo, Giovanni Favia, avverte: “I<br />

partiti sono morti, in questa campagna<br />

elettorale non si è mai parlato di contenuti.<br />

Noi abbiamo speso solo 5.600 euro<br />

lavorando in rete, noi siamo la vera politica”.<br />

“L’esito elettorale - spiega Silvia<br />

Noè, dell’Udc - ha confermato la vittoria<br />

dell’astensionismo, così come la vittoria<br />

dei partiti di protesta”. A parte i numeri,<br />

tutti i partiti cercheranno di “leggere”<br />

il risultato delle regionali anche in chiave<br />

bolognese, visto che nei prossimi mesi<br />

si dovrà tornare alle urne per eleggere<br />

il successore di Flavio Delbono dopo<br />

il “Cinzia-gate”, le dimissioni e il successivo<br />

commissariamento. Il caso-Delbono,<br />

ammette Vasco Errani “è un colpo pesante<br />

per la città, non ho mai inteso sottovalutarlo.<br />

Ma noi siamo andati avanti per<br />

la nostra strada”. Il successo di Errani in<br />

questa tornata elettorale risulta però fortemente<br />

ridimensionato rispetto al 2005.<br />

Nella corsa al suo secondo mandato era<br />

stato un trionfo: 1.579.989 voti (62,7%).<br />

A distanza di cinque anni, i consensi si<br />

sono ridotti a 1.197.789 (52,06%). Quasi<br />

400 mila voti in meno. Pur nella vittoria,<br />

la concretezze delle cifre assolute<br />

evidenzia il problema che sta di fronte<br />

a Vasco Errani, presidentissimo dell’Emilia-Romagna<br />

dal 1999 (quando subentrò<br />

in corsa ad Antonio La Forgia) ed alla coalizione<br />

di centro sinistra, compresa la<br />

Federazione della sinistra, che ha vinto<br />

queste consultazioni regionali, lasciando<br />

sul campo oltre 300 mila voti. Certo<br />

si può dire che il Pd rispetto alle europee<br />

del 2009 ha migliorato qualcosa (40,64%


oggi contro il 38,9%), ma nella regione<br />

da sempre roccaforte della sinistra, patria<br />

dell’Ulivo ed oggi del segretario Bersani,<br />

predecessore di Errani all’inizio degli<br />

anni ‘90, appare una magra consolazione.<br />

Gli elettori hanno dato un segnale<br />

forte e chiaro di disaffezione: in tanti<br />

non sono andati a votare (l’astensione è<br />

cresciuta dell’8,57%, quasi 300 mila elettori),<br />

in tanti sembrano aver votato per il<br />

movimento di Beppe Grillo che, insieme<br />

al successo del partito di Bossi dentro la<br />

coalizione del centro destra, è la seconda<br />

novità di queste elezioni in Emilia-Romagna.<br />

Il partito di Grillo (l’unico in campagna<br />

elettorale a fare un comizio in piazza<br />

<strong>Maggio</strong>re a Bologna; c’erano quasi 15<br />

mila persone) ha ottenuto 161 mila voti<br />

LA SCHEDA<br />

Vasco Errani<br />

SICUREZZA E POLIZIA<br />

pari al 7% (con la punta dell’8,71% a Bologna)<br />

e manda due consiglieri in regione.<br />

Dal canto suo la Lega nell’arco di cinque<br />

anni è passata da 109 mila voti a 288<br />

mila. Quasi tre volte, dal 4,7% al 13,6%.<br />

Il Pdl non ha di che cantare vittoria. E’ vero<br />

che Anna Maria Bernini con il 36,72%<br />

ha fatto meglio del candidato di cinque<br />

anni fa (Carlo Monaco prese il 35,21%),<br />

ma il Pdl è andato indietro: 24,55% oggi,<br />

27,06% nel 2005 (An + Fi) e due anni<br />

fa alla Camera il partito di Berlusconi<br />

toccò il 28,6% (27,4% alle Europee). Infine<br />

Casini con il candidato Gianluca Galletti<br />

ha ottenuto il 4,20%. Il partito ancora<br />

meno: 3,75%. Non molto diverso dal<br />

2005 quando dentro la coalizione di centro<br />

destra prese il 3,93%. Se voleva guadagnare<br />

spazio anche in vista delle future<br />

elezioni comunali di Bologna non c’è<br />

proprio riuscito.<br />

Vasco Errani e’ stato confermato, per la quarta volta consecutiva, presidente della Regione Emilia Romagna, in seguito alle Elezioni<br />

regionali <strong>2010</strong>. Nato a Massa Lombarda (Ravenna) nel 1955, dopo la maturita’ scientifica Vasco Errani si e’ iscritto alla Facolta’ di lettere<br />

e filosofia. E’ sposato e ha una figlia. Dal 1983 al 1995 e’ stato consigliere comunale a Ravenna per il Pci-Pds. Ha ricoperto inoltre<br />

l’incarico di Assessore alle attivita’ economiche, dal 1992 al 1993. Dalla seconda meta’ del 1993 al 1995 ha svolto il ruolo di dirigente<br />

presso la Presidenza della giunta regionale dell’Emilia-Romagna. Eletto in Consiglio regionale nel 1995, ha assunto l’incarico di Consigliere<br />

alla presidenza, ruolo che ha mantenuto fino al 1996. Nel 1997 e’ stato nominato Assessore regionale al turismo e nel 1999<br />

e’ stato eletto per la prima volta dal Consiglio regionale Presidente della giunta, quando conservando la delega al turismo. Nel 2000,<br />

in seguito alle prime elezioni dirette, e’ stato eletto Presidente per la coalizione di centrosinistra. Il 3-4 aprile 2005 e’ stato riconfermato<br />

alla guida della Regione con il 62,7 per cento dei voti, sostenuto da Uniti nell’Ulivo, Comunisti italiani, Italia dei Valori, Rifondazione<br />

comunista, Udeur e Verdi. Dal 2005 e’ Presidente della Conferenza dei Presidenti delle Regioni, di cui e’ stato vicepresidente<br />

dal 2000 al 2005.<br />

225 5


Vendola si è ripreso la Puglia con le<br />

unghie e con i denti ed è riuscito a<br />

strappare ai suoi avversari un notevole<br />

48,69 % dei voti. Oltre a Vendola,<br />

erano scesi in campo il candidato più temuto<br />

di centrodestra Rocco Palese, che ha ottenuto<br />

il 42,25% dei voti, Adriana Poli Bortone<br />

per UDC, Io Sud e Movimento per le Autonomie<br />

che ha raggiunto a malapena l’8,7% e Michele<br />

Rizzi per il Partito di Alternativa Comunista<br />

con un trascurabile 0,35%. Negli ultimi<br />

mesi Vendola ha avuto tutt’altro che vita facile.<br />

Vari grattacapi hanno affollato la sua testa<br />

fino ad essere sul punto di gettare la spugna.<br />

Prima lo scandalo della sanità pugliese che ha<br />

visto coinvolto direttamente il suo ex-vicepresidente,<br />

Sandro Frisullo, immediatamente da<br />

lui “silurato”, poi il vertice del PD che gli chiedeva<br />

di retrocedere. Ripudiato dalla sua stessa<br />

coalizione di centrosinistra che non l’avrebbe<br />

voluto come candidato, dopo aver sbaragliato<br />

come Davide contro Golia e per la seconda<br />

volta –accadde già nel 2005- l’uomo scelto dal<br />

PD, Francesco Boccia, nelle primarie di gennaio,<br />

Vendola si è imposto come leader della sinistra<br />

pugliese e, secondo alcuni, nazionale. Ex<br />

comunista, cattolico ed omosessuale dichiarato<br />

nasce a Bari il 26 agosto del 1958. Il suo nome,<br />

Nicola, è quello del santo patrono di Bari<br />

ma riecheggia anche quello del leader sovietico<br />

Nikita Kruscev. Laureato in Lettere e Filosofia<br />

con una tesi su Pier Paolo Pasolini, fu tra i<br />

fondatori del Partito della Rifondazione Comunista<br />

e dell’Arcigay nazionale. Cresciuto in una<br />

“culla cattolica” definisce la sua omosessualità<br />

come una parte del suo “scisma dalle due chiese,<br />

dalla chiesa comunista e dalla chiesa cattolica.<br />

[…] ha rappresentato lo spazio di autonomia<br />

dalle mie fedi, o insieme di verifica delle<br />

mie fedi.”<br />

Fu eletto per la prima volta alla Camera dei De-<br />

226 6<br />

ELEZIONI REGIONALI<br />

di Giulia Zampina<br />

La vittoria di Vendola contro<br />

“Le mummie del Centrosinistra”<br />

Osteggiato dai suoi il Presidente uscente si riprende la Puglia con quasi il 49% dei consensi<br />

putati nel 1992 e rieletto nel 1994, nel 1996 e<br />

nel 2001. Nel 2009 lascia Rifondazione Comunista<br />

e dà vita al Movimento per la Sinistra allo<br />

scopo di “ricostruire una sinistra curiosa<br />

del mondo che cambia, all’altezza delle sfide<br />

del tempo presente, capace di stare nella realtà,<br />

di conoscere i territori e i luoghi di lavoro”,<br />

idee che confluiscono nel nuovo partito Sinistra<br />

Ecologia e Libertà, di cui nello stesso anno<br />

diventa portavoce. Lavoro e sviluppo le parole<br />

chiave contenute nel suo programma. Due<br />

obiettivi che si intende perseguire, innanzitutto,<br />

attraverso la “green economy”, ovvero investimenti<br />

nell’eolico e nel fotovoltaico. Poi attraverso<br />

la ricerca scientifica e tecnologica, la<br />

banda larga sulla quale camminerà anche la<br />

Pubblica Amministrazione anche per consentire<br />

ai cittadini un accesso più democratico alle<br />

sue informazioni e fonti, gli aiuti alle imprese<br />

a patto che si impegnino ad assumere pugliesi,<br />

creare posti di lavoro, distribuire benessere<br />

e giustizia sociale. E ancora, un’agricoltura<br />

di qualità, incentivi al turismo, infrastrutture,<br />

crescita del commercio e dell’artigianato, lotta<br />

al precariato, edilizia ed infine, ma non ultimo<br />

per importanza, il proseguimento di azioni<br />

e interventi dedicati ai giovani, divenute un<br />

vero e proprio fiore all’occhiello per la regione<br />

con il programma per le Politiche Giovanili,<br />

Bollenti Spiriti.<br />

La vittoria di Vendola, già nel 2005, ha segnato<br />

una svolta in una regione conservatrice e da<br />

alcuni considerata roccaforte del centrodestra,<br />

dopo esserlo stata della Democrazia Cristiana.<br />

Ora, gran parte del suo popolo lo promuove a<br />

pieni voti, nonostante le altrettante voci dissonanti.<br />

Il segreto del suo successo sembra risiedere<br />

nel suo saper continuare ad offrire un sogno,<br />

nel rompere con quelle che lui ha definito<br />

“mummie del centrosinistra” e con quella<br />

parte della sua coalizione coinvolta in scandali<br />

morali e giudiziari, ma anche in quella che lui<br />

stesso definisce una “connessione sentimen-<br />

Il Governatore Nichi Vendola<br />

tale” con il popolo. Ed è questo a cui fa riferimento<br />

quando, la notte dell’attesa, cita Pinuccio<br />

Tatarella e la sua capacità di “essere popolo<br />

senza cadere nel populismo”. Quel popolo,<br />

il cui “fiuto” e “olfatto” ha saputo “distinguere<br />

le persone dai briganti”, ha detto Vendola<br />

quando ormai l’esito della tornata elettorale<br />

era chiaro e riferendosi alle inchieste sulla sanità<br />

che avrebbero potuto influenzare il voto.<br />

“I risultati confermano che in Puglia abbiamo<br />

un laboratorio di buona politica” ha affermato<br />

esultante, “una regione che non è assimilabile<br />

a uno stereotipo negativo di un Mezzogiorno<br />

tutto cooptato in un cono d’ombra fatto<br />

di malaffare e di cose negative. C’è un Sud<br />

che è in piedi e che orgogliosamente rivendica<br />

le proprie eccellenze, i propri talenti e cerca<br />

la strada del proprio futuro”. Nelle sue parole,<br />

la Puglia si conferma come “un’anomalia”<br />

che si fa portatrice di un bisogno, non solo<br />

pugliese ma nazionale, di ricostruzione di<br />

un “vocabolario dell’alternativa”, un vocabolario<br />

la cui redazione sembra essere cominciata<br />

da questa regione. La priorità è la “costruzione<br />

di un nuovo centrosinistra, una coalizione<br />

che possa attrarre speranze, e non permettere<br />

la sostituzione di un vecchio ceto politico<br />

di destra con un altro ceto politico di sinistra”.<br />

(Pezzo elaborato con il contributo dei siti dedicati<br />

ai risultati delle elezioni in Puglia)


SICUREZZA E POLIZIA<br />

Raffaele Fitto si dimette dopo la sconfitta ma Berlusconi respinge le dimissioni<br />

Rischiava di pagare lui per tutti la sconfitta<br />

del centro destra in Puglia. Il ministro<br />

Raffaele Fitto, aveva infatti presentato le<br />

dimissioni dalla carica, dopo la sconfitta<br />

del candidato Rocco Palese, voluto fortemente<br />

da lui. Ma nel corso del consiglio<br />

dei ministri pre pasquale il presidente del<br />

Consiglio Silvio Berlusconi ha respinto le<br />

dimissioni di Raffaele Fitto. «Quello contro<br />

Nichi Vendola – ha dichiarato Berlusconi<br />

- non è un insuccesso del solo Fitto, che è<br />

Iscritto sin da giovanissimo alla FGCI e al Partito<br />

Comunista Italiano, nella sezione di Terlizzi,<br />

si laurea in lettere con una tesi su Pier<br />

Paolo Pasolini. Impegnato in campo politico e<br />

sociale, diventa giornalista presso L’Unità. Dichiaratamente<br />

gay ma senza alcun problema<br />

a definirsi credente, grazie anche alla sua formazione<br />

in gioventù di tipo cattolico, è stato<br />

promotore e fondatore dell’associazione Arcigay<br />

e della Lega italiana per la lotta contro<br />

l’AIDS (Lila). Portavoce nazionale di Sinistra<br />

Ecologia Libertà, è presidente della Regione<br />

Puglia dall’aprile 2005.<br />

DAL PCI A RIFONDAZIONE COMUNISTA<br />

Nel 1985 venne invitato da Alessandro Natta,<br />

allora segretario del PCI, a far parte della<br />

segreteria nazionale della FGCI a Roma, di<br />

cui diventò subito vice-presidente. Lasciò la<br />

carica nel 1988, diventando prima giornalista<br />

per il quotidiano Rinascita e poi dirigente<br />

nazionale del PCI, entrando nel comitato<br />

centrale nel 1990. Fu contrario alla “svolta<br />

della Bolognina” e nel gennaio del 1991, in<br />

dissenso dalla segreteria di Achille Occhetto,<br />

Vendola fondò, con Armando Cossutta e altri,<br />

il “Movimento per la rifondazione comunista”<br />

che diede poi vita al Partito della Rifondazione<br />

Comunista (PRC). Eletto alla Camera<br />

dei Deputati nel 1992, fu sempre rieletto nelle<br />

successive elezioni fino al 2005. Nel 1995,<br />

contrariamente a quanto stabilito dal comitato<br />

politico nazionale del suo partito, appoggiò<br />

insieme alla frazione dei Comunisti<br />

Unitari il governo tecnico del parlamentare<br />

Lamberto Dini. Negli anni da parlamentare<br />

fu importante il suo impegno nella Commissione<br />

parlamentare Antimafia, di cui fu anche<br />

vicepresidente.<br />

comunque un ottimo ministro, ma dell’intera<br />

classe dirigente».<br />

«Sono felice che il presidente Berlusconi<br />

non abbia accettato le dimissioni di Raffaele<br />

Fitto definendolo un ottimo ministro».<br />

E’ stato il commento di Rocco Palese alla<br />

notizia. «L’esito delle elezioni in Puglia -<br />

aggiunge Palese - è questione politica che<br />

sarà discussa nelle sedi competenti, non<br />

sarebbe stato giusto se avesse interferito<br />

con l’attività di Governo. Fitto, come mi-<br />

PRESIDENTE DELLA REGIONE PUGLIA<br />

Nel 2005 fu inaspettatamente scelto, tramite<br />

le elezioni primarie del 16 gennaio,<br />

come candidato della coalizione di centrosinistra,<br />

L’Unione, alla presidenza della Regione<br />

Puglia, sconfiggendo l’economista<br />

Francesco Boccia con 40.358 voti (50,8%)<br />

contro le 38.676 (49,2%) preferenze ottenute<br />

dal suo avversario. Vinse le elezioni<br />

regionali del 3 e 4 aprile ottenendo il<br />

49,8% dei consensi, sovvertendo i pronostici<br />

che lo davano in svantaggio rispetto<br />

al candidato del centrodestra e presidente<br />

uscente Raffaele Fitto.<br />

Dopo i suoi cinque anni di governo della<br />

Puglia, Vendola ha ricevuto pesanti critiche<br />

da parte dell’opposizione per la sua gestione<br />

della Sanità, che avrebbe portato a<br />

un debito di un miliardo e mezzo di euro.<br />

NICHI VENDOLA E IL VII CONGRESSO DEL PRC<br />

È stato il primo firmatario della mozione<br />

congressuale “Manifesto per la Rifondazione”<br />

al VII Congresso del PRC del 2008,<br />

che riflettendo sulla portata della sconfitta<br />

storica subita alle elezioni dell’aprile 2008<br />

dalla sinistra e dai comunisti, propone una<br />

chiave di lettura della società italiana che<br />

suggerisce la necessità di sostenere l’unità<br />

della sinistra proponendo una costituente<br />

che crei un nuovo partito che rappresenti<br />

l’intera sinistra con Sinistra Democratica,<br />

Unire la Sinistra e la Federazione dei<br />

Verdi. Nonostante la mozione abbia riportato<br />

la maggioranza relativa dei consensi<br />

(47,3%), non è riuscita ad imporsi nel Congresso<br />

nazionale del PRC. In seguito avvia<br />

la costruzione dell’area Rifondazione per<br />

la Sinistra<br />

nistro, ha ancora tanto da fare per il bene<br />

della Puglia e del Mezzogiorno. Quanto<br />

all’ennesimo commento della livorosa Poli<br />

Bortone ricordo che è velocemente passata<br />

dalle ultime politiche, quando fu eletta<br />

con il 43% dei voti nel Pdl, alle attuali regionali,<br />

quando candidata da sola ha ottenuto<br />

numeri del tutto risibili che non arrivano<br />

neanche al 10%. A dimettersi dal<br />

seggio del Senato, che occupa ormai abusivamente,<br />

dovrebbe essere lei».<br />

Perfetta sintesi delle contraddizioni. Vendola gay e cattolico<br />

IL PROGETTO DI “SINISTRA E LIBERTÀ”<br />

Il 21 gennaio 2009 dopo la vittoria nel congresso<br />

di rifondazione Comunista di Paolo Ferrero,<br />

con la mozione che propone di basare la politica<br />

sull’idea di ritrovamento dell’unità a sinistra, lontano<br />

dal Partito Democratico, Vendola lascia il partito<br />

e dichiara di volersi impegnare in un percorso,<br />

mirante alla costituzione di un nuovo soggetto<br />

politico che riunisca le diverse anime del centrosinistra<br />

italiano in un’ottica di rinnovamento che<br />

porti ad uscire dalla situazione di irrilevanza politica<br />

e sociale nella quale è precipitata la sinistra<br />

radicale. Questo progetto ha lo scopo di portare la<br />

sinistra a confrontarsi con le nuove idee per lo sviluppo<br />

della società in modo tale da poter affrontare<br />

i problemi del mondo del lavoro, dell’ambiente,<br />

degli immigrati, e, più in generale, del futuro,<br />

senza che uno neghi l’altro, ma, al contrario, valorizzandosi<br />

uno per l’altro. Il primo passo è rappresentato<br />

dalla costituzione di un gruppo politico<br />

per le Elezioni Europee: “Sinistra e Libertà”. Già<br />

nel 2005 aveva espresso posizioni di distacco dalla<br />

sua formazione comunista, dichiarando: «Io voglio<br />

mettere in discussione e bruciare la mia tradizione<br />

culturale, quella di chi non si dichiara ex,<br />

ma comunista»<br />

Il progetto di “Sinistra e Libertà” ha, inoltre, stimolato<br />

diversi territori dai quali emergono contributi<br />

forti e importanti: sia in termini di elaborazione<br />

politica, che pratiche amministrative, improntate<br />

sui bisogni e sulla necessità di uscire dalla<br />

crisi con il progresso sociale. Tuttavia, la coalizione<br />

non riesce ad entrare nel Parlamento europeo<br />

alle Elezioni europee del 2009 essenzialmente<br />

per due motivi: lo sbarramento al 4% e le divisioni<br />

tra le liste di estrema sinistra. Alle elezioni<br />

europee Nichi Vendola ottiene complessivamente<br />

221.247 preferenze, sempre nel 2009 il partito<br />

cambia nome in “Sinistra Ecologia Libertà”.<br />

227 7


228 8<br />

ELEZIONI REGIONALI<br />

Toscana, Rossi Governatore<br />

di Antonio Capria<br />

La vittoria di Enrico Rossi, settimo presidente<br />

della Regione Toscana, candidato<br />

del centrosinistra, era scontata,<br />

al di là del tentativo della sua principale<br />

avversaria, Monica Faenzi, di contrastarlo<br />

in campagna elettorale. Meno scontato era<br />

l’aumento di quasi il 10% delle astensioni, il<br />

successo di Italia dei Valori (9,4%) e Lega Nord<br />

(6,5%), che entrano per la prima volta a Palazzo<br />

Panciatichi e potrebbero condizionare le coalizioni<br />

di centrosinistra e centrodestra; il fatto<br />

che il Partito democratico perdesse la maggioranza<br />

assoluta passando da 32 a 25 consiglieri.<br />

La riforma elettorale, e il taglio del numero<br />

dei consiglieri (da 65 a 55), voluta da Pd<br />

e Pdl alla fine punisce i due partiti maggiori, e,<br />

in particolare, il Pd che pure aumenta i voti rispetto<br />

alle ultime elezioni politiche e alle Europee.<br />

Forza Italia e An che avevano 18 consiglieri<br />

ne avranno 16: 3 andranno alla Lega<br />

Nord. Rossi (che ha ottenuto complessivamente<br />

il 59,7% dei consensi), considerando<br />

anche i tre consiglieri della Federazione della<br />

Sinistra-Verdi, potrà contare su 32 voti più<br />

il suo, ma rischia di vedere condizionate alcune<br />

scelte su cui la sinistra, e lo stesso partito<br />

di Di Pietro, sono stati critici già in campagna<br />

elettorale. All’opposizione ci saranno anche<br />

i due consiglieri dell’Udc (fin ad ora erano<br />

tre) che, secondo Faenzi, sarebbero vicini<br />

ad un’alleanza con il Pdl.<br />

Ricapitolando, nel nuovo parlamento regionale<br />

la lista Pd Riformisti Toscani, grazie al<br />

42,2% dei voti ha incassato 24 seggi. Sempre<br />

nell’alveo del centrosinistra, l’Italia dei valori<br />

ha ottenuto il 9,42% e 5 seggi. Distanziata<br />

la Federazione della sinistra-Verdi, che ha<br />

guadagnato il 5,26% e 3 seggi mentre Sinistra<br />

ecologia libertà, con il 3,85% non conquista<br />

nessun seggio. Nel centrodestra, che<br />

con Monica Faenzi ha ottenuto il 24,4%, il Pdl<br />

ha ottenuto il 27,12% e 16 seggi mentre la<br />

Lega Nord è stata votata dal 6,48% dei toscani<br />

e ottiene 3 seggi. L’Udc, che correva da solo<br />

con Francesco Bosi (che ha ottenuto il 4,6%),<br />

ha avuto il 4,75% e 2 seggi. Nessun seggio<br />

alla lista Bonino-Pannella e a Forza Nuova.<br />

«La Toscana riparte dalle sue radici, dai valo-<br />

La nuova legge elettorale punisce PD e PDL<br />

ri di giustizia sociale e di solidarietà, riprende<br />

a correre e a trovare nuove strade per lo sviluppo».<br />

Emozionato e quasi travolto da fotografi<br />

e ospiti della Sala Pegaso nel Palazzo regionale<br />

a Firenze, il neo presidente della Regione<br />

Toscana Enrico Rossi ha sintetizzato così il significato<br />

del voto. «Il risultato è netto - ha proseguito<br />

Rossi dopo aver indossato la cravatta<br />

che gli aveva appena consegnato il presidente<br />

uscente Claudio Martini - e fa spiccare la Toscana<br />

nel panorama nazionale. Il primo a concorrervi<br />

è stato proprio Claudio Martini per tante<br />

ragioni e passioni. Con stile ed eleganza ha<br />

saputo preparare la sua successione e questo<br />

in politica conta molto. E’ stato anche un lavoro<br />

collettivo, che ha visto protagoniste tutte le<br />

forze della coalizione e i colleghi della giunta<br />

in prima persona. Girando per la Toscana mi<br />

sono accorto che la giunta uscente è rispettata<br />

in tutto, in sanità ma anche, ad esempio, per<br />

le politiche del lavoro e di sostegno in un momento<br />

di crisi economica. Si torna a vincere<br />

dovunque e dentro questa vittoria netta c’è la<br />

‘perla’ di Prato». Intanto Faenzi si dice convinta<br />

che la vittoria di Rossi deriva solo “da una<br />

rendita di posizione che difficilmente riuscirà<br />

a mantenere”.<br />

Il nuovo Governatore Enrico Rossi<br />

LA SCHEDA<br />

Ansa: nuovo presidente salvò fabbrica Piaggio<br />

Enrico Rossi, candidato del centrosinistra, è il nuovo presidente della Regione Toscana. Assessore<br />

al diritto alla salute nelle due giunte di Claudio Martini, il nuovo presidente conosce bene la macchina<br />

regionale: come assessore, negli anni, e’ riuscito ad avere apprezzamenti bipartisan (compreso<br />

quello del ministro dell’Economia Giulio Tremonti) sulla gestione della sanità toscana sia<br />

per la qualità sia per il contenimento della spesa. Ma Rossi deve la sua carriera all’esperienza di<br />

sindaco di Pontedera (Pisa), carica tenuta fino al 1999. Come primo cittadino riuscì a bloccare il<br />

trasferimento dello stabilimento della Piaggio nel Mezzogiorno, quando Ciriaco De Mita era ancora<br />

uno dei più potenti leader della Dc, e l’affare sembrava già fatto. Rossi è nato a Bientina (Pisa)<br />

il 25 agosto 1958 da famiglia operaia, padre camionista e madre casalinga. Ha un figlio di 21<br />

anni, Cesare, avuto dalla moglie da cui oggi è separato. La sua passione per la politica nasce nei<br />

banchi del liceo a Pontedera. Laureato in filosofia con 110 e lode all’Università di Pisa nel 1982,<br />

tre anni più tardi, decide di dedicarsi a tempo pieno alla politica e diventa vicesindaco a Pontedera,<br />

dove cinque anni più tardi conquista la poltrona di primo cittadino. Poco dopo essere stato<br />

eletto sindaco, si trova davanti i vertici della Piaggio convinti dai finanziamenti europei a trasferire<br />

l’azienda in Campania. In testa agli operai blocca la ferrovia ed è solo grazie ad un suo incontro<br />

con l’allora presidente Giovanni Alberto Agnelli che la situazione si sblocca e la Piaggio, ancora<br />

oggi è a Pontedera. Eletto in Consiglio regionale nel 1999, Rossi venne chiamato da Martini ad<br />

occuparsi di sanità, delega fino quel momento ricoperta dallo stesso Martini. Tra i suoi successi,<br />

nei 10 anni di incarico, Rossi ama ricordare i progetti per la realizzazione con il project financing<br />

di 4 nuovi grandi ospedali a Lucca, Prato, Pistoia e Massa. Chi lo conosce bene gli attribuisce un<br />

carattere schivo e riservato, e un temperamento un po’ irascibile. Ex fumatore, due pacchetti al<br />

giorno, ha smesso quando ha varato il primo piano sanitario regionale. Rossi ama passare il tempo<br />

libero a bordo del suo gozzo ormeggiato al porto di Livorno, quando non si tuffa nella lettura<br />

di classici e saggi di filosofia. Tifoso calcistico ‘tiepido’, per sua stessa ammissione, la sua grande<br />

passione calcistica è stata l’Inter di Facchetti e Burnich.


di Antonio Capria<br />

Le previsioni indicavano un testa a testa<br />

all’ultimo voto fra Burlando e Biasotti,<br />

ma l’indecisione è durata poco.<br />

Claudio Burlando è stato riconfermato<br />

presidente della Regione Liguria per il secondo<br />

mandato consecutivo, e la regione resta<br />

l’ultimo baluardo del centrosinistra nel<br />

Nord Italia spazzato dal ciclone Lega. E’ stato<br />

così sconfitto per la seconda volta l’ex governatore<br />

Sandro Biasotti, che aveva guidato la<br />

regione dal 2000 al 2005. L’esponente del Pd<br />

si è infatti imposto con il 52,14% dei voti su<br />

Biasotti che si è fermato al 47,85%.% dei consensi.<br />

Il Partito democratico, asse portante<br />

della coalizione che ha vinto le elezioni, non<br />

è però il primo partito della regione. Il Partito<br />

di Bersani ha registra il 28,34% dei consensi<br />

contro il 29,27% del Pdl. Terzo partito regionale<br />

è la Lega Nord (10,2%) che supera nei<br />

consensi sia l’Idv (8,4%) sia l’Udc (3,9%) che,<br />

d’altro canto, ha evitato a Burlando una sfida<br />

all’ultimo voto. Sono complessivamente 40 i<br />

consiglieri che faranno parte del nuovo Consiglio<br />

regionale della Liguria. Claudio Burlando<br />

si aggiudica 8 seggi. Le altre liste di centrosinistra<br />

che hanno sostenuto la sua candidatura<br />

hanno diritto a 17 seggi: il Pd 10 seggi,<br />

l’Idv 3 seggi, Udc, Federazione della Sinistra,<br />

Sinistra e Libertà e lista Noi con Burlando<br />

conquistano 1 seggio ciascuno. In consiglio<br />

entra di diritto anche il candidato presidente<br />

sconfitto, Sandro Biasotti, che però ha<br />

già annunciato che lascerà l’incarico di consigliere<br />

regionale per portare a termine il suo<br />

impegno da deputato. I partiti dell’opposizione<br />

di centrodestra che sostenevano Biasotti<br />

si aggiudicano invece complessivamente 14<br />

seggi: il Pdl 10 seggi, la Lega Nord 3 seggi e le<br />

liste civiche per Biasotti Presidente 1 seggio.<br />

“E’ un risultato straordinario. Aspettavo questo<br />

voto con curiosità e mi pare che sia stato<br />

premiato il lavoro di questi cinque anni”. Ha<br />

commento a caldo Burlando che ha definito<br />

la Liguria “un grande sismografo” che anticipa<br />

l’andamento delle politiche. “Io ce l’ho<br />

messa tutta e non ho niente da lamentarmi”<br />

ha commentato Biasotti. Più duro il giudizio<br />

del ligure Claudio Scajola, ministro dello Svi-<br />

luppo economico e esponente di spicco del<br />

Pdl: “Burlando ha costruito un’alleanza mettendo<br />

assieme forze politiche contraddittorie<br />

tra loro, forse utili per vincere, ma non certo<br />

per governare gli indispensabili processi<br />

di cambiamento e di innovazione della Regione<br />

Liguria. I vertici dell’Udc si sono assunti<br />

la grave responsabilità di rendere possibile<br />

questa alleanza innaturale, che rischia di<br />

condannare la nostra Regione a un’altra fase<br />

d’immobilismo”.<br />

Biasotti ha riconosciuto subito, con grande<br />

cavalleria, la sconfitta, augurando buon lavoro<br />

all’avversario. ‘Se i liguri e i genovesi sono<br />

soddisfatti di questa situazione - ha osservato<br />

- ne prendo atto. Avevo recepito voglie<br />

di cambiamento che non si sono realizzate’.<br />

‘Non pensavo di perdere per 5 o 6 punti - ha<br />

detto - pensavo che la battaglia fosse sul filo.<br />

Poi analizzeremo dove ho ricevuto maggiori<br />

e minori consensi’.<br />

Nella vittoria del centrosinistra spicca il successo<br />

dell’Italia dei Valori, che sfiora il 9% dei<br />

voti di lista, aumentando di sette punti rispetto<br />

alle regionali del 2005 e raddoppiando<br />

quasi la percentuale rispetto alle politiche<br />

dello scorso anno. Marylin Fusco, candidata<br />

di punta dell’Idv, non nasconde la sor-<br />

SICUREZZA E POLIZIA<br />

Burlando confermato<br />

Liguria baluardo del centrosinistra<br />

presa per le proporzioni del successo. “L’Idv -<br />

sottolinea - è il secondo partito in Liguria dopo<br />

il Pd, gli spetta la vicepresidenza della Regione”.<br />

Nella coalizione di destra, spicca il successo<br />

della Lega Nord, che raddoppia il dato delle<br />

regionali del 2005 quando ebbe il 4,7%, lo aumenta<br />

rispetto alle politiche del 2008 (6,8%),<br />

e sostanzialmente lo conferma rispetto alle<br />

europee dell’anno scorso (9,9%). “Soddisfatto<br />

per il mio partito, ma molto amareggiato<br />

per il risultato della coalizione di centro-destra”:<br />

è il commento del segretario regionale<br />

della Lega Nord, candidato alle regionali,<br />

Francesco Bruzzone. L’Udc sfiora il 4% di consensi,<br />

aumentando di poco rispetto alle scorse<br />

regionali ed alle politiche ma perdendo rispetto<br />

alle europee. “Siamo riusciti a contrastare<br />

la Lega al nord, che sta conquistando<br />

terreno sul Pdl parlando alla pancia della<br />

gente”, commenta il segretario regionale<br />

Rosario Monteleone. Un dato rilevante delle<br />

elezioni in Liguria è quello delle astensioni.<br />

La percentuale definitiva diffusa dal Viminale<br />

indica che per il rinnovo del Consiglio regionale<br />

si è recato il 60,9% degli elettori, contro<br />

il 69,6% della precedente tornata elettorale<br />

del 2005.<br />

LA SCHEDA<br />

Claudio Burlando<br />

Claudio Burlando ha ottenuto il secondo mandato da Governatore della Regione Liguria. Nato<br />

a Genova il 27 aprile 1954, Burlando si laurea in ingegneria elettronica all’Università degli studi<br />

di Genova e negli anni ‘80 lavora presso il servizio ricerche della società Elsag-Bailey. Dal 1989 al<br />

1990 è segretario della federazione genovese del Pci. Membro della direzione nazionale dal 1989,<br />

ha incarichi di Segreteria nel Pds dal 1994 al 1996 come responsabile degli enti locali e nei Democratici<br />

di Sinistra come responsabile economico dal 1998 al 2000. E’ consigliere comunale a<br />

Genova dal 1981 al 1993: ricopre la carica di assessore al traffico e al decentramento dal 1983 al<br />

1985 e quella di Vicesindaco e sindaco dal 1990 al 1993. Nella XIII legislatura è ministro dei trasporti<br />

e della navigazione nel Governo Prodi dal 1996 al 1998. Concluso il mandato governativo<br />

diventa membro della V Commissione permanente - bilancio, tesoro e programmazione e della<br />

X Commissione permanente - attività produttive, commercio e turismo. Al termine della legislatura<br />

ricopre l’incarico di vicepresidente del gruppo parlamentare Democratici di Sinistra - L’Ulivo.<br />

Nella XIV legislatura coordina il dipartimento del Gruppo parlamentare relativo al tema della<br />

globalizzazione ed è membro della V Commissione permanente - bilancio, tesoro e programmazione.<br />

Il 30 luglio 2004 presenta la sua candidatura per il centrosinistra alla carica di presidente<br />

della Regione Liguria, in occasione delle elezioni regionali 2005 e il 4 aprile 2005 viene eletto<br />

presidente.<br />

229 9


3300 ELEZIONI REGIONALI<br />

Basilicata, De Filippo (Pd)<br />

di Antonio Capria<br />

al secondo mandato<br />

Gli elettori lucani hanno riconfermato<br />

Vito De Filippo (Pd) alla<br />

guida della Regione. Con il<br />

60,81 per cento delle preferenze<br />

espresse a favore del candidato presidente,<br />

De Filippo sarà il governatore della<br />

Basilicata anche per i prossimi cinque<br />

anni. Netto il distacco con i suoi diretti<br />

avversari: Nicola Pagliuca (Pdl) si attesta<br />

al 27,92 per cento e Magdi Cristiano<br />

Allam (Lista civica “Io amo la Lucania”),<br />

sfiora il 9 per cento. La vittoria di De Filippo<br />

era già largamente pronosticata mentre<br />

la vera sorpresa di questa tornata elettorale<br />

è stato l’outsider Allam che, proponendosi<br />

come il “presidente del cambiamento”<br />

e attaccando frontalmente il<br />

Pagliuca (Pdl): “Udc con centrosinistra fattore di sconfitta”<br />

“consociativismo” tra centrodestra e centrosinistra<br />

lucano, ha ottenuto un risultato<br />

di tutto rispetto. De Filippo, accolto<br />

trionfalmente nella sede del suo comitato<br />

elettorale, non ha nascosto la soddisfazione<br />

di essere al suo secondo mandato<br />

e ha descritto la coalizione tra centrosinistra<br />

e Udc, come un “laboratorio per<br />

il centrosinistra italiano” impegnato nella<br />

rincorsa al centrodestra. Il partito di<br />

Casini, in Basilicata, è andato oltre il sei<br />

per cento delle preferenze mentre l’Italia<br />

dei valori, altra punta di diamante della<br />

coalizione vincente, ha totalizzato il dieci<br />

per cento. Per il Pdl la mancata coalizione<br />

con l’Udc ha rapresentato “uno dei<br />

fattori che ha portato alla sconfitta”. Lo<br />

ha dichiarato lo stesso Pagliuca sottolineando<br />

che sarà necessario capire perché in<br />

Il Governatore Vito De Filippo<br />

Basilicata il centrodestra non riesca “ad<br />

aumentare i consensi” pur mantenendo<br />

una certa “stabilità” frutto di un elettorato<br />

“fidelizzato”. Si sono fermati al di<br />

sotto del due per cento, gli altri due candidati<br />

alla presidenza della giunta: Marco<br />

Toscano (Sui generis) e Florenzo Doino<br />

(Partito comunista dei lavoratori). Questo<br />

il quadro dei 30 eletti che, sulla base dei<br />

risultati elettorali, andranno a costituire il<br />

Consiglio regionale della Basilicata: con il<br />

27,1% il Partito democratico si aggiudica<br />

7 seggi. L’Italia dei valori, con il 9,9% avrà<br />

tre rappresentanti. Un consigliere per i<br />

Popolari uniti, che hanno totalizzato il<br />

5,9% e 2 per l’Udc che ha ottenuto il 7,4%.<br />

Un seggio anche per il Partito socialista<br />

(4,6%), uno all’Alleanza per l’Italia (4,2%),<br />

e uno per Sinistra ecologia libertà (4%). Il<br />

Popolo delle libertà, con il 19,4%, si aggiudica<br />

7 seggi. Un consigliere per il Movimento<br />

per le Autonomie (2,6%) e uno


al movimento Per la Basilicata (4,3%).<br />

Elegge un consigliere anche la lista civica<br />

Io amo la Lucania (3,7%), che sosteneva<br />

il candidato presidente Magdi Cristiano<br />

Allam. Risultano eletti nel Consiglio<br />

anche il confermato presidente della<br />

giunta, Vito De Filippo (Pd), il candidato<br />

del centrodestra Nicola Pagliuca (Pdl) e i<br />

primi due del “listino” del centrosinistra.<br />

“Non posso non registrare un attestato<br />

di fiducia verso la mia persona, per molti<br />

aspetti anche sorprendente”. Lo ha dichiarato<br />

nella sala stampa della Prefettura<br />

di Potenza, Vito De Filippo, candidato<br />

alla presidenza della Regione Basilicata<br />

per la lista Uniti per la Basilicata,<br />

commentando i dati dello scrutinio delle<br />

Regionali. “La Basilicata e il Mezzogiorno<br />

- ha aggiunto De Filippo - hanno<br />

vissuto tempi difficili. Le crisi internazionali<br />

hanno lacerato il nostro territorio.<br />

Abbiamo affrontato queste emergenze<br />

quasi sempre da soli e credo che<br />

la gente abbia apprezzato questo nostro<br />

coraggio”. “Abbiamo ottenuto un<br />

risultato miracoloso se si pensa che la<br />

nostra iniziativa politica è nata meno<br />

di due mesi fa e la prima assemblea<br />

l’abbiamo tenuta il 13 marzo scorso”.<br />

Così Magdi Cristiano Allam, candidato<br />

presidente con la lista “Io amo la Lucania”,<br />

ha commentato le oltre 28 mila<br />

preferenze ottenute in Basilicata che<br />

corrispondono a poco meno del 9 per<br />

cento. “Queste elezioni - ha aggiunto<br />

l’europarlamentare ed ex vice direttore<br />

del Corriere della Sera - confermano il<br />

nostro ruolo di terzo partito tra la sinistra<br />

egemone e la destra che non vuole<br />

vincere. Noi proponiamo un nuovo modello<br />

di protagonismo politico e speciale<br />

che mette al centro la persona. La Basilicata<br />

- ha continuato Allam - è la terra<br />

più ricca d’Italia con la popolazione<br />

più povera”. “Speravamo che il popolo<br />

lucano fosse più pronto a poter investire<br />

sulla coalizione alternativa al centrosinistra<br />

ma almeno abbiamo mantenuto<br />

la stessa forza di cinque anni fa”.<br />

LA SCHEDA<br />

Vito De Filippo<br />

SICUREZZA E POLIZIA<br />

Così Nicola Pagliuca, candidato presidente<br />

del centrodestra che si è attestato<br />

intorno al 30 per cento delle preferenze,<br />

commenta la sconfitta in Basilicata.<br />

“Il risultato comunque ci premia -<br />

aggiunge Pagliuca - perché, al netto dei<br />

voti dell’Udc (alleato con la colazione<br />

del centrosinistra, ha ottenuto il 7,4%),<br />

abbiamo mantenuto la stessa forza del<br />

2005 a testimonianza che siamo riusciti<br />

a recuperare un consenso che altrimenti<br />

non ci sarebbe stato”.<br />

Vito De Filippo e’ stato confermato Presidente della Regione Basilicata. Nato a Sant’Arcangelo<br />

il 27 agosto del 1963, Vito De Filippo e’ sposato con Rosa ed e’ padre di due figli,<br />

Valentina e Nico. Laureatosi in filosofia con il massimo dei voti e pubblicazione della tesi,<br />

diventa giornalista, collaborando con varie riviste e giornali. Tra i suoi interessi prevalenti<br />

si segnala la passione per la letteratura, il cinema e la musica. Inizia giovanissimo l’attivita’<br />

politica che a soli ventisei anni lo vede eletto al Consiglio Provinciale di Potenza,<br />

permettendogli di ricoprire in seguito la carica di Assessore Provinciale alla Sanita’ e di<br />

Vice Presidente della Provincia. Dal 1990 al 1995 assume anche la Presidenza del Centro<br />

di Drammaturgia Europeo, sempre presso l’Amministrazione Provinciale di Potenza. Nelle<br />

regionali del 1995 e’ eletto Consigliere risultando, per i forti consensi ricevuti, il primo<br />

degli eletti del Ppi dove ricopre prima la carica di capogruppo e successivamente quella<br />

di Assessore Regionale all’Agricoltura che lo vede organizzare, tra le altre cose, la seconda<br />

Conferenza dell’Agricoltura in Basilicata. Nelle elezioni del 2000 e’ riconfermato Consigliere<br />

ottenendo il maggior numero di voti fra gli eletti al Consiglio Regionale. Assume<br />

la carica di Vice Presidente della Giunta Regionale ed Assessore Regionale alla Sanita’. Dal<br />

2002 al 2003 e’ capogruppo in Consiglio Regionale della Margherita e nel dicembre dello<br />

stesso anno divente Presidente del Consiglio Regionale della Basilicata. E’, inoltre, membro<br />

dell’Assemblea Nazionale della Margherita. Nella tornata elettorale delle regionali del<br />

2005 viene eletto Presidente della Basilicata, risultando il Governatore piu’ votato d’Italia<br />

con il 67,0 per cento dei consensi. E’ iscritto al gruppo consiliare Uniti nell’Ulivo.<br />

3311


3322 ELEZIONI REGIONALI<br />

L’Umbria rimane rossa<br />

di Antonio Capria<br />

non cambia. Regione ‘rossa’<br />

era e tale resta anche in questa<br />

tornata di voto, con la 43enne Ca-<br />

L’Umbria<br />

tiuscia Marini che, dopo l’avventura<br />

come sindaco della sua città, Todi, ed<br />

una breve permanenza al parlamento europeo,<br />

ricompatta un centrosinistra umbro che<br />

sembrava dare qualche segnale di cedimento<br />

e vince con il 57 per cento le regionali infliggendo<br />

20 punti di distacco a Fiammetta Modena,<br />

sostenuta da Pdl e Lega. L’ex teodem<br />

del Pd Paola Binetti, in corsa per l’Udc, si ferma<br />

poco sopra al 5 per cento. L’astensionismo<br />

(in Umbria il calo dei votanti sulle precedenti<br />

regionali è stato di oltre l’8 per cento)<br />

non sembra aver penalizzato la tradizionale<br />

maggioranza di centrosinistra: la Marini<br />

infatti, con il 57 per cento dei consensi,<br />

riesce a fare meglio di quei candidati dello<br />

stesso schieramento che, nelle amministrative<br />

dello scorso anno, avevano conquistato<br />

comuni e province delle città capoluogo<br />

non superando il 53 per cento. Tutto questo<br />

mentre, alle europee, il Pdl superava il Pd di<br />

circa due punti percentuali di consensi. “Il<br />

centrosinistra in Umbria continua ad incontrare<br />

il consenso dei cittadini, anche nel segno<br />

dell’innovazione per affrontare i nuovi<br />

problemi”, ha detto a caldo la Marini, raggiante<br />

per un consenso che, in percentuale,<br />

ha addirittura superato quello che nel 2000<br />

consacrò la prima elezione di Maria Rita<br />

Lorenzetti. Sul fronte opposto, Fiammetta<br />

Modena ha voluto aspettare la tarda serata<br />

per commentare una sconfitta che molti,<br />

nel centrodestra umbro, non davano così<br />

annunciata come in passato. “Il nostro è<br />

il miglior risultato tra le Regioni rosse”, ha<br />

rivendicato la Modena, dando poi un anticipazione<br />

di quella che sarà l’opposizione nel<br />

nuovo consiglio regionale umbro: “Il centrosinistra<br />

- ha detto - solo apparentemente<br />

in campagna elettorale ha interrotto quella<br />

resa dei conti interna che aveva preceduto<br />

le primarie ed il voto. Saranno loro stessi,<br />

da domani, a lavorare contro la nuova presidente”.<br />

La vittoria del centrosinistra con<br />

Catiuscia Marini al 57,2% dei consensi (al-<br />

Catiuscia Marini diventa presidente con il 57%<br />

la Modena, Pdl, ne sono andati il 38%, alla<br />

Binetti UDC, il 5,1%, con i positivi risultati<br />

per l’IDV e la Lega che entra con un seggio in<br />

consiglio regionale) ha visto una nuova composizione<br />

della massima assemblea legislativa<br />

umbra che si compone di 30 seggi. Ventiquattro<br />

vengono assegnati con il sistema<br />

proporzionale e 6 con il sistema maggioritario.<br />

La composizione del consiglio umbro<br />

quindi vede 12 consiglieri del PD; al PDL vanno<br />

9 seggi. Due seggi sono andati all’Italia<br />

dei Valori, , 2 seggi per i socialisti, tre seggi<br />

alla federazione di sinistra. Unico seggio per<br />

l’UDC a Paola Binetti, e 1 per la Lega Nord.<br />

LA SCHEDA<br />

Catiuscia Marini<br />

Il nuovo Governatore Catiuscia Marini<br />

Catiuscia Marini ha 43 anni, e’ nata a Todi, dopo la maturita’ classica ha conseguito la laurea in<br />

Scienze Politiche, con indirizzo internazionale, ed è stata eletta Presidente della Regione Umbria,<br />

succedendo a Maria Rita Lorenzetti della quale, spesso, e’ stata indicata come delfina. La sua candidatura<br />

identificata dalla denominazione ‘Per l’Umbria Marini Presidente’ e’ stata sostenuta da<br />

una coalizione espressione oltre che del PD, di Sinistra Ecologia e Liberta’; Italia dei Valori; Socialisti<br />

riformisti, Federazione della Sinistra. Impegnata in politica da sempre, ha iniziato nei movimenti<br />

degli studenti universitari e nella sinistra giovanile prima di approdare al Comune di Todi<br />

come consigliere, vice sindaco e, per due mandati consecutivi (1998-2007) sindaco della sua citta’<br />

natale. Presidente di Anci Umbria, e’ stata parlamentare europeo nella VI legislatura, dal maggio<br />

2008 al giugno 2009, con incarichi nella Commissione Mercato Interno e della Delegazione<br />

con i paesi dell’area Maghreb. Direttore regionale di Lega Coop Umbria, ha fatto parte del Comitato<br />

Scientifico dell’Osservatorio regionale sulle Poverta’ promosso dalla Regione Umbria e dalla<br />

Conferenza Episcopale Umbra. Nominata dall’Unicef Sindaco difensore ideale dei bambini, ha<br />

collaborato a progetti per i diritti dell’infanzia e per la cooperazione in Africa (Burkina Faso) nei<br />

territori palestinesi, nei Balcani e in Albania; ha anche sostenuto il progetto ‘Saving Children’ del<br />

Centro Peres di Tel Aviv. Iscritta al PD, dal 2009 e’ membro della Segretaria Nazionale con delega<br />

all’Europa e alle Relazioni Internazionali. Chiudendo la campagna elettorale, venerdi’ scorso,<br />

aveva ribadito ‘il nostro obiettivo, poter governare un’Umbria in cui le imprese siano sempre piu’<br />

forti, internazionali e capaci di stare nelle sfide della contemporaneita’. In cui i pilastri dell’uguaglianza,<br />

come la sanita’ pubblica, la scuola, le universita’, siano salvaguardate dalle scelte sbagliate<br />

che si stanno compiendo a livello nazionale, ma anche rafforzate e potenziare la qualita’<br />

della vita e le pari opportunita’ sociali. L’Umbria deve continuare a mettere le persone al primo<br />

posto, ad iniziare dalle famiglie e dai lavoratori, in particolare coloro che stanno vivendo sulla<br />

propria pelle la crisi economica. Lavoreremo per una regione operosa e coesa, che sappia guardare<br />

il futuro investendo sui giovani e sui talenti; premiando l’innovazione; continuando ad essere<br />

una regione generosa e solidale’. Parlando della coalizione di centrodestra (che ha sostenuto<br />

Fiammetta Modena, espressione di PdL e Lega Nord), aveva affermato ‘Credo che la campagna<br />

elettorale dei nostri avversari sia stata vuota di contenuti. Hanno dimostrato - ha concluso - la loro<br />

incapacita’ di confrontarsi con le scelte di governo. Gli umbri hanno colto questo e sapranno<br />

rispondere nelle urne con l’orgoglio e il senso civico che da sempre ci appartiene’.


di Antonio Capria<br />

Marche, Spacca<br />

si conferma governatore<br />

Nelle Marche trionfa Gian Mario<br />

Spacca che si conferma governatore<br />

per un secondo mandato in<br />

Regione. Spacca, sostenuto dal<br />

centrosinistra più l’Udc, vince con il 53,17%<br />

contro lo sfidante Erminio Marinelli, medico<br />

ma con esperienze politiche con liste civiche<br />

appoggiato da Pdl, Lega Nord e La Destra, che<br />

raccoglie il 39,71% dei consensi. Al termine<br />

dello scrutinio Spacca totalizza un vantaggio<br />

di oltre 14 punti su Marinelli. Massimo Rossi,<br />

candidato dell’Unione democratica e appoggiato<br />

da Rifondazione e da Sinistra ecologia e<br />

libertà, conquista il 7,11%dei voti. La vittoria<br />

di Gian Mario Spacca, riconfermato alla guida<br />

di Presidente della regione Marche, ha consentito<br />

alla coalizione di centrosinistra di ottenere<br />

25 seggi, oltre a quello dello stesso presidente.<br />

Mentre 15 seggi sono andati al centrodestra.<br />

Questa la ripartizione: al Pd, 4 ad Ancona,<br />

2 ciascuno ad Ascoli Piceno e Fermo, 3 a<br />

Macerata, 4 a Pesaro Urbino (in totale 13). Un<br />

seggio a testa per Alleanza per l’Italia, Alleanza<br />

riformista, Verdi. Boom per l’Idv che ne ha<br />

avuti 4: uno ciascuno ad Ancona, Ascoli, Macerata<br />

e Pesaro-Urbino. L’Udc ha avuto tre seggi,<br />

uno ciascuno a Ascoli, Fermo e Macerata.<br />

Al centrodestra sono andati 15 seggi (dei 42<br />

totali), due alla lega Nord (Macerata e Pesaro<br />

Urbino) uno per ‘Insieme al presidente ‘ Erminio<br />

Marinelli (Macerata) e 12 in totale al PDL<br />

(3 ad Ancona, 2 ciascuno Ascoli, Fermo, Macerata,<br />

3 Pesaro-Urbino. Due seggi infine, sono<br />

andati alla sinistra, Prc e sinistra ecologia<br />

e libertà.<br />

“Ringraziamo i cittadini delle Marche perché<br />

hanno confermato il buon governo della nostra<br />

regione. Abbiamo una forte responsabilità<br />

a proseguire questa azione che ha ricevuto<br />

tanto consenso”. Lo ha detto Gian Mario<br />

Spacca appena arrivato nella Sala stampa del-<br />

SICUREZZA E POLIZIA<br />

Marinelli, appoggiato dal centrodestra, si ferma al 39,7%<br />

la Regione Marche, ad Ancona. Per Spacca, il<br />

dato dell’astensionismo, di un cittadino su tre<br />

che non ha votato, “non poteva essere diversamente<br />

forse perché queste elezioni non sono<br />

state portate dentro i problemi dei cittadini.<br />

Anche qui nelle Marche, chi ha richiamato<br />

l’attenzione sui programmi sono stati i quotidiani<br />

locali. Se invece si aprono i grandi quotidiani<br />

nazionali hanno presentato, in questo<br />

periodo, queste elezioni regionali come se fossero<br />

uno scontro fra Berlusconi e Bersani nella<br />

grande politica nazionale, per la quale c’è<br />

una profonda disaffezione da parte dei cittadi-<br />

ni, presentata in un modo un po’ troppo autoreferenziale.<br />

C’è, quindi, da considerare come<br />

il clima politico nazionale abbia influito”. Rispetto<br />

al “laboratorio” della coalizione di centrosinistra,<br />

creato nelle Marche e formato da<br />

Pd, Idv, Udc e Verdi, Spacca ha detto che “è stato<br />

fatto un esperimento per mettere insieme<br />

tutte le forze che sono all’opposizione in Parlamento<br />

e creare le condizioni per l’alternativa.<br />

Questo era il nostro progetto strategico,<br />

andremo avanti su questo”. E, quindi, Spacca<br />

ha vinto “perché evidentemente i marchigiani<br />

pensano che sia un bravo governatore”.<br />

LA SCHEDA<br />

Gian Mario Spacca<br />

Gian Mario Spacca ottiene il secondo mandato da Governatore della Regione Marche. La sua candidatura<br />

identificata dalla denominazione ‘Gian Mario Spacca Presidente’ è stata sostenuta da<br />

una coalizione espressione di Pd, IdV, UdC, Alleanza Riformista, Alleanza per l’Italia, Verdi, Liste<br />

Civiche Marche. Nato a Fabriano il 16 febbraio 1953, nel 1976 si laurea in Scienze Politiche alla<br />

‘Sapienza’ di Roma con una tesi in Diritto e Procedura Penale, come relatore Aldo Moro. Facente<br />

parte nel 1979 dell’Ufficio Studi della Merloni Finanziaria, entra nel Consiglio Direttivo della<br />

Fondazione Aristide Merloni per coordinare le attività culturali e di ricerca dal 1982 al 1990. Dal<br />

1982 Direttore Responsabile della rivista Economia Marche, edita da Il Mulino, dal 1993 al 2000<br />

si impegna in qualità di vice Presidente nella Fondazione Gioventù Chiesa e Speranza che organizza<br />

le giornate mondiali della Gioventù. Nel 1990 l’ingresso nella politica attiva. Eletto Consigliere<br />

Regionale delle Marche, diviene Presidente della Commissione Urbanistica e Ambiente; nel<br />

1993 Assessore all’Artigianato, Industria, Formazione Professionale e Lavoro; nel 1995 è ancora<br />

Consigliere Regionale e riconfermato Assessore alle Attività Produttive. Eletto nella tornata elettorale<br />

regionale del 2000, è Vicepresidente della Regione, per divenire, il 4 aprile 2005 Governatore<br />

della Regione Marche per la coalizione L’Unione per le Marche con il 57,75% (499.793 voti).<br />

E’ membro del Comitato delle Regioni della UE. All’apice del programma di governo per il prossimo<br />

quinquennio, i diritti del lavoro e sul lavoro. “In questa nuova fase di recessione internazionale<br />

- ha sostenuto - la coesione sociale si crea soprattutto con la protezione ed il sostegno del lavoro,<br />

dei lavoratori e del loro reddito, attraverso il consolidamento degli strumenti regionali sia<br />

di tutela che di promozione attiva e dotandosi anche di nuovi strumenti regionali a sostegno di<br />

una ripresa con occupazione, con misure che aiutino la resistenza ed il rilancio della base occupazionale,<br />

con contratti di solidarietà, ammortizzatori sociali per le piccole imprese, aiuti alle assunzioni,<br />

progetti formativi, agevolazioni per i lavoratori in difficoltà, sostegni alle nuove imprese,<br />

soprattutto giovanili e femminili”.<br />

3333


3344 ELEZIONI COMUNALI<br />

A Venezia vince la “moderazione”<br />

di Giulia Zampina<br />

di Giorgio Orsoni<br />

Per la seconda volta la città lagunare boccia Renato Brunetta<br />

Doccia fredda per il ministro della<br />

funzione pubblica Renato Brunetta,<br />

che pensava di avere in<br />

mano la partita fin da prima di<br />

averla cominciata. Invece, il candidato del<br />

centrodestra a Primo cittadino di Venezia<br />

ha dovuto rinunciare alle proprie aspettative,<br />

lasciando ogni minuto che passava terreno<br />

al candidato del centrosinistra, l’avvocato<br />

Giorgio Orsoni. I motivi dello scarto sono<br />

legati - con ogni probabilità – all’andamento<br />

degli alleati. La Lega, infatti, a differenza<br />

del risultato ottenuto nel corso delle regionali,<br />

nel comune di Venezia non ha fatto faville.<br />

E ai voti di Orsoni, in linea con quelli<br />

del candidato sconfitto in regione, Giuseppe<br />

Bortolussi, bisogna aggiungere quelli portati<br />

in dote dall’alleata Udc. Giorgio Orsoni,<br />

candidato del centrosinistra, è dunque diventato<br />

sindaco di Venezia al primo turno,<br />

battendo con nove punti di vantaggio il ministro<br />

della pubblica amministrazione Renato<br />

Brunetta, candidato del centrodestra.<br />

Un risultato a sorpresa. “Una sorpresa amara”,<br />

ha commentato sfiduciato il ministro,<br />

che alla vigilia si era detto “sicuro di vincere”,<br />

e che ha subito polemizzato con il Carroccio<br />

per non averlo sostenuto e indica nel<br />

calo di voti della Lega a Venezia rispetto al<br />

Veneto una della cause della sua sconfitta<br />

(anche se i dati sui risultati di Lega e Pdl nei<br />

due voti - regionale e comunale - non sembrano<br />

dargli ragione).<br />

“Abbiamo lavorato seriamente, proposto un<br />

programma credibile, e la città ci ha dato fiducia”,<br />

ha detto Orsoni all’indomani della<br />

sua elezione, che guida una coalizione molto<br />

vasta che va dall’Udc a Rifondazione. “Un<br />

risultato abbastanza straordinario visto<br />

l’andazzo generale e le difficoltà del centro-<br />

Il Nuovo Sindaco Giorgio Orsoni Il Ministro Renato Brunetta, candidato sconfi tto per il PDL


sinistra nel paese”, afferma il sindaco uscente<br />

Massimo Cacciari, che aveva scelto personalmente<br />

Orsoni per la sua successione, ed<br />

era stato il più convinto sostenitore della necessità<br />

di un’alleanza “strategica” con l’Udc.<br />

Orsoni, un cattolico senza tessere di partito,<br />

è infatti, per sua stessa definizione, “un mo-<br />

Giorgio Orsoni ha 63 anni, sposato con tre<br />

figli, avvocato, ordinario di diritto amministrativo<br />

all’università di Cà Foscari, procuratore<br />

della Basilica di San Marco, Orsoni,<br />

ritenuto molto vicino alla Curia, era<br />

già stato assessore comunale al patrimonio<br />

dal 2000 al 2005 nella giunta di centrosinistra<br />

guidata da Paolo Costa. Tra le<br />

sue doti elenca al primo posto quella di essere<br />

“concreto e pragmatico”, di affrontare<br />

i problemi senza pregiudizi, di essere<br />

“aperto al dialogo e al confronto”. La sua<br />

Le elezioni comunali di Venezia sono state molto<br />

importanti per il <strong>Coisp</strong> Sindacato Indipendente di<br />

Polizia che ha voluto e sostenuto fortemente un<br />

suo candidato Fulvio Coslovi che ha raggiunto il<br />

terzo posto nella sua lista, quella dell’Udc a sostegno<br />

del candidato vincente Giorgio Orsoni, ma<br />

soprattutto contro il ministro Renato Brunetta. I<br />

contrasti tra il <strong>Coisp</strong> e il ministro Brunetta hanno<br />

radici antiche e si basano sui continui attacchi<br />

che il delegato del governo Berlusconi ha riservato<br />

nei mesi scorsi ai rappresentanti delle Forze<br />

dell’Ordine e della Polizia di Stato in particolare.<br />

Fulvio Coslovi è un Poliziotto veneziano impegnato<br />

da anni nel <strong>Coisp</strong>, che ha apportato il proprio<br />

contributo sostanziale a migliorare l’efficienza<br />

dell’apparato Sicurezza nella città di Venezia.<br />

Non solo numerosi poliziotti ma anche molti<br />

cittadini hanno chiesto a Fulvio COSLOVI di offrire<br />

il proprio contributo al rinnovo del Consiglio<br />

Comunale a Venezia, per arricchire l’Amministrazione<br />

Comunale della sua professionalità,<br />

del suo impegno e delle sue spiccate capacità<br />

di interpretazione e di risoluzione delle<br />

problematiche inerenti la Sicurezza.<br />

Il Sindacato di Polizia COISP, conscio del fatto che<br />

la risposta più adeguata alla crescente domanda<br />

di Sicurezza della cittadinanza veneziana risieda<br />

nel trasferire, all’interno dell’Amministrazione<br />

Comunale, la responsabilità e la capacità di chi,<br />

per professione, si occupa di Sicurezza, ha deciso<br />

derato”. Portato al dialogo e alla riflessione<br />

pacata. Uno che non alza mai la voce. E proprio<br />

la sua tranquillità, la sua campagna elettorale<br />

che è sembrata persino sottotono tanto<br />

è stata sobria, ha prevalso, nella scelta degli<br />

elettori, rispetto alla campagna arrembante<br />

del ministro fatta di proclami roboanti e di<br />

corsa sembrava molto difficile contro il più<br />

conosciuto e pirotecnico componente del<br />

governo.<br />

Lui l’ha vinta rivendicando i successi ottenuti<br />

dalla coalizione guidata da Massimo<br />

Cacciari (“Una persona straordinaria”),<br />

ma prendendone anche le distanze (“Alcuni<br />

aspetti importanti nella vita della città,<br />

come la sanità, sono stati trascurati”),<br />

e annunciando l’intenzione di non ricandidare<br />

neanche un assessore della giunta<br />

uscente. “Gli assessori li sceglierò io, non<br />

di appoggiare, con entusiasmo, l’impegno di Fulvio<br />

COSLOVI, pienamente cosciente di sostenere<br />

una persona capace, coerente ed onesta.<br />

Una persona, Fulvio Coslovi , che rappresenta<br />

garanzia di serietà ed impegno.<br />

E dopo il brillante risultato ottenuto da Coslovi<br />

si rafforza, da parte del <strong>Coisp</strong>, la consapevolezza<br />

che è necessario tutelare la Sicurezza dei Cittadini<br />

veneziani, anche attraverso una maggiore capacità<br />

di intervento da parte del Comune.<br />

Le conseguenze della situazione economica,<br />

hanno portato ad una crisi diffusa che ha evidenziato<br />

uno stato crescente di insicurezza sociale.<br />

Proprio in questo momento storico, l’Amministrazione<br />

Comunale diviene sempre più fondamentale<br />

onde offrire nuove ed efficaci risposte,<br />

materiali ed organizzative, soprattutto per chi si<br />

trova in uno stato di maggiore difficoltà.<br />

Si avverte oggi il bisogno crescente di contare<br />

su persone che siano in grado di garantire<br />

una presenza puntuale ed una fattiva ed effettiva<br />

capacità risolutiva, persone dotate di una<br />

forte passione civile, che amano e vogliono far<br />

crescere la nostra Venezia. E il messaggio che<br />

il <strong>Coisp</strong> consegna alla nuova amministrazione<br />

è di concepire Venezia come città più aperta<br />

e più sicura. Sono indispensabili strade bene<br />

illuminate, strutture adeguate e prive di<br />

barriere architettoniche, una costante manutenzione<br />

di tutti gli ambienti pubblici come<br />

SICUREZZA E POLIZIA<br />

mirabolanti promesse. Ma la città, che aveva<br />

già bocciato Brunetta dieci anni fa, quando<br />

si era candidato a sindaco contro Paolo<br />

Costa, non ha gradito. Come non ha digerito<br />

il doppio incarico di ministro e di sindaco<br />

che Brunetta aveva annunciato di voler<br />

mantenere in caso di vittoria.<br />

Quel che resta e quel che va dell’eredità di Massimo Cacciari<br />

saranno i partiti a farlo, e ci saranno molti<br />

giovani”, ha detto, rivendicando piena autonomia<br />

dalle segreterie politiche e suscitando<br />

anche qualche polemica all’interno<br />

del centrosinistra. Ma proprio questo suo<br />

atteggiamento gli ha procurato vasti consensi,<br />

sia da parte del mondo cattolico, come<br />

da quello della sinistra, e anche dei centri<br />

sociali, che si sono mobilitati per evitare<br />

“l’onta” che una città “rossa” da sempre<br />

finisse nelle mani del centrodestra e della<br />

Lega.<br />

Il CoISP in prima linea contro la politica “fantuttona” del Ministro<br />

pure attività culturali che coinvolgano tutti i<br />

cittadini.<br />

E’ necessario, in buona sostanza, creare e favorire<br />

tutte quelle situazioni che aumentino realmente<br />

e concretamente il senso di sicurezza:<br />

per farlo è necessario impiegare la capacità<br />

di chi della Sicurezza ne ha fatto il proprio<br />

mestiere.<br />

E i cittadini veneziani hanno scelto chi governerà<br />

la città nei prossimi anni e hanno<br />

scelto l’affermarsi della “concretezza” a scapito<br />

della mera consacrazione di una politica<br />

propagandistica e “fantuttona”.<br />

Fulvio Coslovi, candidato dell’UDC<br />

3355


3366 PER NON DIMENTICARE<br />

Anche il <strong>Coisp</strong> alla commemorazione delle vittime del sisma del 6 aprile 2009.<br />

Tra i 308 morti innocenti anche l’amato collega Massimo Calvitti: “Ma lui è sempre con noi”<br />

L’Aquila un anno dopo<br />

I Poliziotti continuano a lavorare in silenzio a senza sosta,<br />

ma gli uffi ci sono ancora nei container<br />

di Olga Iembo ogni singola vita spazazzata via dalla furia del<br />

Le 3 e 32 minuti del mattino, tre- sisma. Tutt’intorno, no,<br />

centootto rintocchi della Campa- stretti in un abbraccio cio<br />

na delle Anime sante squarcia- poco consolatorio ma<br />

no un religioso silenzio costella- profondamente commto<br />

da migliaia di fiammelle delle fiaccomosso, italiani proveele<br />

che gremiscono piazza Duomo. E’ l’alnienti da tutto il Paeeba<br />

del 6 aprile, l’Aquila rende omaggio ai se mescolano le loro ro<br />

suoi angeli, in mezzo a quelle stesse ro- lacrime, il petto ancoovine<br />

che li hanno strappati all’abbraccio ra squassato da fremii dei propri cari, e che ora fanno da corti di paura nel ricordo onice<br />

al dolore, al ricordo, alla preghiera del disastro.<br />

solenne. Appena una manciata di minu- E’ trascorso un intero o<br />

ti prima, nell’aria risuonavano i nomi di lungo anno dal terre-<br />

moto che ha devastato<br />

l’Abruzzo, ma sembrano<br />

passate solo<br />

poche ore per quanto<br />

è ancora vivido l’orrore,<br />

per quanto si<br />

sente forte la mancanza<br />

di chi non c’è<br />

più, di chi, impotente,<br />

è stato sopraffatto<br />

nel cuore della<br />

notte, e per quanto<br />

si avverte, ancora,<br />

l’incedere della<br />

disperazione mentre,<br />

con un senso


di impotenza, si scava con le mani senza<br />

riuscire a raggiungere chi sotto cumuli<br />

di macerie sta esalando l’ultimo respiro.<br />

Il <strong>Coisp</strong> ha voluto esserci, proprio come<br />

era presente in quei drammatici giorni<br />

di un anno fa, quando si faceva a gara<br />

a chi resisteva di più senza fermarsi,<br />

senza cedere alla stanchezza, in una gara<br />

di solidarietà portata avanti tra il sangue<br />

misto alla polvere. Tra le 308 vittime<br />

del terremoto i Poliziotti hanno contato<br />

anche il loro collega, Massimo Calvitti,<br />

e nella notte del ricordo si sono stretti<br />

simbolicamente attorno al pensiero della<br />

sua uniforme per stringere, così, anche<br />

tutti gli altri morti innocenti. “Abbiamo<br />

trascorso questo anno come se fossimo<br />

sul set di un film di cui non avremmo mai<br />

voluto essere i protagonisti – dice Santino<br />

Licalzi, segretario provinciale del <strong>Coisp</strong><br />

dell’Aquila -. Abbiamo rivissuto giorno<br />

dopo giorno la paura di quella notte infinita,<br />

quando abbiamo pensato che stesse<br />

finendo il mondo, la disperazione per<br />

i nostri parenti, amici o anche conoscenti<br />

morti, lo sconforto per aver perso tutto<br />

in pochi interminabili minuti, e contemporaneamente,<br />

in un paradosso impossibile<br />

da spiegare, la gioia per aver salvato<br />

la pelle. Sono emozioni che rimangono<br />

dentro indelebili, per sempre, con tutta<br />

la loro tragicità, proprio come resteranno<br />

dentro di noi le vittime di questa<br />

tragedia. Per tutti vogliamo ricordare il<br />

nostro Massimo, che è sempre presente<br />

tra di noi”.<br />

La voce è ancora rotta dalla commozione<br />

nel ripercorrere quei passi che hanno<br />

portato il <strong>Coisp</strong> in quel fiume di persone<br />

che, composte e rispettose, si sono mosse<br />

per le strade buie e desolanti di una<br />

città che non c’è più. “Un lungo serpentone<br />

umano – racconta Santino - ha partecipato<br />

alla fiaccolata che prima di mezzanotte<br />

è confluita verso piazza Duomo,<br />

percorrendo le strade dell’Aquila tra le<br />

case maciullate, le impalcature, la città<br />

ingabbiata e vuota dietro le facciate che<br />

troppo spesso ingannano. Si sentivano le<br />

persone chiacchierare a bassa voce è stupite<br />

nel constatare quanto sia differente<br />

e tragica la realtà, rispetto alle immagini<br />

televisive”.<br />

Sì, perché nulla è in ordine ancora in questi<br />

luoghi martoriati. “Purtroppo – osserva<br />

Franco Maccari, Segretario Generale<br />

SICUREZZA E POLIZIA<br />

del <strong>Coisp</strong> - gli abitanti dell’Aquila ancora<br />

non sono riusciti a rientrare nel pieno<br />

possesso della loro città e dopo il dolore,<br />

la disperazione, per tanti resta la<br />

desolazione dell’impotenza davanti a un<br />

evento tanto devastante. Ecco perché ci<br />

è sembrato importante far sentire la presenza<br />

dello Stato attraverso la presenza<br />

di quegli uomini e quelle donne, appartenenti<br />

al Sindacato Indipendente di Polizia,<br />

che da quel giorno sono andati oltre<br />

la divisa per stare accanto a chi purtroppo<br />

aveva perso tutto”. Non hanno<br />

mai smesso di lavorare quei Poliziotti, in<br />

ogni modo, in silenzio, senza risparmiarsi,<br />

senza lamentele. Eppure per loro in un<br />

anno non è cambiato quasi nulla e, a differenza<br />

della maggior parte degli uffici<br />

pubblici, i loro sono ancora ospitati nei<br />

container, nascosti, forse, agli occhi indiscreti<br />

delle telecamere perché si trovano<br />

all’intermo di una caserma. E continueranno<br />

così, anche in una situazione che<br />

va completamente a scapito dell’efficienza<br />

dei servizi, anche nel dubbio rispetto<br />

al rinnovo di quelle disposizioni originariamente<br />

stabilite al momento dell’intervento<br />

della Protezione civile che gli garantivano,<br />

ad esempio, il pagamento del<br />

lavoro straordinario pur sempre necessario<br />

in una zona così provata.<br />

L’Aquila e l’Abruzzo feriti a morte non trovano<br />

pace, e conservano quella forza straordinaria<br />

che gli ha consentito di resistere,<br />

ma anche dubbi e paure. Certamente è anche<br />

per questo che la seduta straordinaria<br />

3377


del Consiglio comunale dell’Aquila, organizzata<br />

in occasione dell’anniversario del<br />

terremoto, e iniziata alle 22 del 5 aprile, è<br />

stata caratterizzata da grande tensione.<br />

Nella chiesa delle Anime Sante, che ha<br />

ospitato il consiglio, insieme alla giunta<br />

comunale e 34 consiglieri, al sindaco<br />

di Roma, Gianni Alemanno, al neo presidente<br />

della regione Lazio, Renata Polverini,<br />

al commissario straordinario per la<br />

ricostruzione e presidente della Regione,<br />

Gianni Chiodi, erano assiepati centinaia<br />

di cittadini i quali hanno più volte interrotto<br />

i lavori con sonori fischi nel corso<br />

della lettura del messaggio del presidente<br />

del Consiglio, Silvio Berlusconi, che<br />

hanno fatto da contraltare agli applausi<br />

riservati, invece, alle parole inviate dal<br />

3388 PER NON DIMENTICARE<br />

Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.<br />

Berlusconi ha voluto sottolineare<br />

come “nonostante qualcuno abbia<br />

provato ad infangare il lavoro di Governo<br />

e soccorritori, la realtà è che abbiamo<br />

gestito con assoluta efficienza la fase<br />

dell’emergenza e abbiamo impostato la<br />

ricostruzione nel migliore dei modi”.<br />

Il Capo dello Stato, per parte sua, ha ricordato<br />

i 308 morti e gli oltre 1.600 feriti<br />

del terremoto invocando oggi lo stesso<br />

“spirito di forte coesione istituzionale<br />

e sociale” che si manifestò all’epoca della<br />

tragedia. Napolitano ha posto l’accento<br />

sulla “dignità, la fierezza e capacità di<br />

reazione con cui la popolazione colpita<br />

dal terremoto ha saputo affrontare lutti<br />

e difficoltà di ogni genere” e “l’insostitu-<br />

ibile apporto dei volontari”, ed ha invitato<br />

la Protezione civile a dedicarsi alle calamità<br />

naturali, “senza perdersi in altre<br />

direzioni di intervento pubblico per ovviare<br />

alle lentezze di procedure ordinarie<br />

non ancora rinnovate e semplificate come<br />

è necessario da tempo”.<br />

Il sindaco Massimo Cialente ha ringraziato<br />

il Capo dello Stato, il premier, la Protezione<br />

civile, i Vigili del fuoco e “quanti<br />

ci hanno dato una grandissima mano<br />

e ci hanno aiutato”. “Molto è stato fatto<br />

- ha aggiunto il primo cittadino -. Allora<br />

c’erano centomila sfollati. Abbiamo<br />

realizzato una città temporanea e stiamo<br />

cercando di ricostruirla. Il rischio vero<br />

era che questa città non ripartisse; chi<br />

si è trovato a decidere in quelle ore aveva<br />

davanti il vuoto”. “La sfida della ricostruzione<br />

dell’Aquila è una sfida non solo<br />

per la nostra città, ma per tutto il Paese”<br />

ha aggiunto il sindaco, indicando tra<br />

gli obiettivi prioritari, quello di far ripartire<br />

l’economia e l’occupazione. “Senza i<br />

presupposti per far ripartire il lavoro, le<br />

case che stiamo rimettendo su con fatica<br />

resteranno vuote. Dobbiamo promuovere<br />

il futuro di questa città territorio -<br />

ha spiegato - lo dobbiamo fare per i nostri<br />

figli che da settembre si sono alzati<br />

anche alle 5.30 ogni mattina per venire a<br />

studiare dalla costa”.<br />

Ma, d’altra parte, c’è chi vede del tutto<br />

nero. “La verità è che l’Aquila è una città<br />

morta e forse non tornerà mai a vivere.<br />

Ma questo è vietato dirlo”, continua ad<br />

affermare Giusi Pitari, docente di Chimica


all’Università dell’Aquila e, soprattutto,<br />

donna simbolo del “popolo delle carriole”<br />

con il quale, da febbraio, continua a<br />

chiedere la rimozione delle macerie dal<br />

centro storico, dove il movimento si reca<br />

ogni domenica per portar via i detriti un<br />

po’ alla volta. Secondo quanto detto dalla<br />

stessa professoressa alla stampa, in realtà,<br />

“la ricostruzione non c’è. Hanno deciso<br />

di abbandonare al suo destino il nostro<br />

centro storico, di creare dei villaggi<br />

anonimi senza negozi, senza servizi, senza<br />

vita”. La Pitari è convinta che sia “stata<br />

scelta la strada più facile per chi doveva<br />

costruire -. Non la migliore per chi qui ci<br />

deve vivere. Il guaio è che siamo abruzzesi.<br />

Siamo troppo piccoli per far sentire<br />

la nostra voce - ha concluso tristemente<br />

-. Dopo questo primo anniversario vi<br />

dimenticherete tutti di noi”. Parole che<br />

suonano, queste sì, come una marcia funebre<br />

senza lasciare neppure uno spiraglio<br />

di speranza. Ma quella, gli abruzzesi<br />

ce l’hanno avuta e continueranno ad<br />

averla. Intanto hanno assolto al dovere più<br />

importante, di tributare il giusto onore ai<br />

SICUREZZA E POLIZIA<br />

loro caduti. Con quei quattro cortei che,<br />

partiti da altrettanti quartieri della città,<br />

si sono riuniti a piazza Duomo. Con<br />

le sante Messe, con le celebrazioni che<br />

sono andate avanti per due giorni interi,<br />

con manifestazioni di ogni tipo, che hanno<br />

coinvolto anche la piccola e devastata<br />

Onna, frazione simbolo di quella scossa<br />

mortale, dove un nuovo cammino di speranza<br />

si è voluto simboleggiare con alle<br />

4.32 di giorno 6, un anno e un’ora dopo<br />

il sisma, con la posa della prima pietra<br />

del centro sociale. Questo anniversario<br />

straziante è stato per gli aquilani un<br />

momento di riflessione e di dolore, ma<br />

anche l’opportunità per ribadire che “il<br />

non urlare fa parte della cultura di questa<br />

gente determinata e compatta”, come<br />

hanno evidenziato alcuni cittadini ricordando<br />

che il cosiddetto “popolo delle<br />

carriole” in silenzio rimuove le macerie,<br />

ma lancia segnali forti alle Istituzioni.<br />

Ai rappresentanti di quelle Istituzioni<br />

che, se possono continuare a lasciare<br />

gli uomini e le donne della Polizia di<br />

Stato dentro a poco funzionali container,<br />

contando una volta di più ma sempre<br />

e comunque ingiustamente sul senso<br />

del dovere dei servitori dello Stato,<br />

non possono certamente pensare<br />

di frustrare le legittime aspettative di<br />

quei cittadini che incarnano lo Stato, e<br />

nel nome dei quali essi governano ed<br />

amministrano.<br />

3399


4400 ATTUALITÀ<br />

Ancora violenti scontri nel<br />

Centro immigrati di Crotone<br />

di Antonio Capria<br />

mesi che denunciamo la<br />

scandalosa situazione del<br />

Centro per immigrati di Cro-<br />

“Èda<br />

tone: una bomba a tempo che<br />

è pronta ad esplodere e che deve essere disinnescata<br />

al più presto”. Lo ha affermato Franco<br />

Maccari, Segretario Generale del COISP, dopo<br />

i violenti disordini scoppiati il 6 aprile scorso<br />

all’interno del centro di accoglienza Sant’Anna<br />

di Isola Capo Rizzuto, durante i quali sono<br />

rimasti feriti due agenti della Polizia di Stato e<br />

due militari della Guardia di finanza con prognosi<br />

fra i quattro e i sette giorni. Dopo gli incidenti,<br />

i poliziotti della squadra Mobile della<br />

Questura di Crotone hanno arrestato quattro<br />

giovani extracomunitari – due marocchini, un<br />

algerino e un tunisino – con le accuse di devastazione,<br />

resistenza e lesioni a pubblico ufficiale.<br />

Ha detto ancora Maccari: “Come avevamo<br />

denunciato dopo il nostro sopralluogo<br />

nella struttura, oltre alle vergognose condizioni<br />

di vita per gli ospiti - alloggiati in strutture<br />

fatiscenti e in pessime condizioni igienico-sanitarie,<br />

come testimoniato anche da un nostro<br />

esaustivo dossier fotografico - il centro costringe<br />

gli operatori di polizia ad operare in una situazione<br />

di estremo rischio, non solo sanitario,<br />

ma anche legato all’impossibilità logistica<br />

Poliziotti feriti. Maccari: “Un bomba pronta ad esplodere”<br />

di affrontare e controllare situazioni di rivolta.<br />

La sera del 6 aprile si è rischiato grosso, quando<br />

all’interno del Cie decine di immigrati sono<br />

saliti sui tetti delle palazzine ed hanno lanciato<br />

pietre e altri oggetti contundenti contro gli<br />

uomini delle Forze dell’ordine in servizio nel<br />

campo. Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza<br />

hanno dovuto affrontare una vera e propria<br />

guerriglia fino a notte fonda per evitare che gli<br />

extracomunitari sfondassero le recinzioni per<br />

darsi alla fuga”. “Forse occorre ricordare – ha<br />

proseguito Maccari – che solo poche settimane<br />

prima nel centro erano stati incendiati alcuni<br />

container adibiti ad alloggi, e sempre negli<br />

ultimi mesi sono rimasti feriti, in diversi episodi<br />

di rivolte o risse scoppiate nel campo, un<br />

ispettore di Polizia che, colpito da un sasso in<br />

pieno petto, ha riportato una frattura allo sterno,<br />

un brigadiere dei Carabinieri, e tre militari<br />

dell’esercito. Anche questa volta si è registrato<br />

soltanto “qualche” ferito. Ma bisogna che<br />

qualche nostro collega ci lasci la pelle perché si<br />

cominci a parlare del Centro immigrati di Crotone<br />

e soprattutto si decida di chiudere questo<br />

“mostro” che non dovrebbe esistere in un<br />

paese civile? Ricordo che quello di Crotone è<br />

il più grande Centro per immigrati in tutta<br />

Europa e ospita 1600 immigrati, che però in<br />

maniera incontrollata si moltiplicano durante<br />

le ore notturne, perché gli otto chilometri di<br />

recinzione esterna sono pressoché incontrollabili<br />

e centinaia di immigrati si introducono<br />

per mangiare e dormire, e non ci sono Forze<br />

di Polizia sufficienti ad assicurare un controllo<br />

adeguato. La struttura, inoltre, è l’unica di tali<br />

dimensioni a comprendere nello stesso luogo<br />

i Centri di Accoglienza (C.D.A.), di Identificazione<br />

ed Espulsione (C.I.E.) e di Accoglienza Richiedenti<br />

Asilo (C.A.R.A.): un assembramento<br />

di strutture che, rivolta dopo rivolta, versa in<br />

condizioni sempre più critiche e pericolose, sia<br />

di tipo strutturale che sotto il profilo delle condizioni<br />

di vita e di lavoro: condizioni che tra<br />

l’altro risultano inspiegabili alla luce delle cospicue<br />

somme di denaro elargite per finanziare<br />

la gestione dell’accoglienza degli immigrati<br />

e la manutenzione del centro”. “Purtroppo –<br />

ha concluso Maccari - quasi tutti gli organi di<br />

informazione continuano a tacere dei continui<br />

scontri e focolai di rivolta che avvengono nel<br />

centro, mentre la politica e le istituzioni competenti<br />

fingono di non vedere: il Centro immigrati<br />

di Crotone va chiuso, e anche in fretta,<br />

ma evidentemente sono troppi e troppo consistenti<br />

gli interessi che ruotano intorno al mantenimento<br />

di quel tipo di struttura”.


FESTA DELLA DONNA<br />

In ricordo di Emanuela Loi<br />

di Giulia Zampina<br />

Il <strong>Coisp</strong>, sindacato indipendente di Polizia, per il secondo anno consecutivo ha<br />

dedicato a Catanzaro la Festa delle donne alla memoria di Manuela Loi, la prima<br />

poliziotta morta in servizio nella tragica circostanza della strage di via D’Amelio,<br />

con uno spettacolo monologo tratto dal libro di Nando dalla Chiesa dal titolo<br />

“Poliziotta per amore”<br />

Nel 2009 Nando dalla Chiesa ha dato alle stampe un libro dal titolo “Poliziotta per<br />

amore”. La storia di una liceale di sinistra che sceglie di entrare in polizia. All’origine<br />

della decisione l’incontro-rivelazione con due figure femminili: Emanuela Loi,<br />

agente di scorta del giudice Borsellino, la prima donna in divisa uccisa dalla mafia,<br />

conosciuta attraverso le cronache del luglio del ‘92; e Saveria Antiochia, madre di un<br />

altro giovane agente di scorta ucciso dai clan, conosciuta a una assemblea a scuola.<br />

Dai due incontri inizia la storia nuova e imprevedibile di una giovane donna che scopre<br />

la legge e lo Stato e decide di andare a combattere Cosa Nostra nella frontiera<br />

più avanzata.<br />

A Palermo, a Trapani e poi ancora a Palermo, passando per la crisi di coscienza aperta<br />

dai fatti del G8 genovese.<br />

In una storia che è invenzione ma anche, in parte, autobiografia del movimento antimafia,<br />

Nando dalla Chiesa racconta senza retorica la vicenda individuale e collettiva<br />

di tanti esponenti delle forze dell’ordine in Sicilia. Narrazione di una lotta per la<br />

legalità che appare spesso titanica e che continua invece grazie a uomini e donne comuni<br />

che hanno fatto la scelta di indossare una divisa.<br />

4411


4422 AUTOSALVAMENTO<br />

Centro Formazione Sicurezza Acquatica della Gymnasium<br />

Lo avevamo auspicato<br />

e si è concretizzato<br />

Si è concluso il secondo modulo di un vero e proprio<br />

progetto di formazione per gli operatori della Polizia di Stato<br />

Logica prosecuzione del primo<br />

corso di auto-protezione in ambiente<br />

acquatico, grazie al solido<br />

e cordiale rapporto che si è<br />

venuto a creare fra il Centro Formazione<br />

Sicurezza Acquatica della Gymnasium<br />

Pordenone, diretto da Claudio Deiuri,<br />

e le Segreterie territoriali del Co.I.S.P.<br />

(quella regionale del Friuli Venezia Giulia<br />

e quella provinciale di Pordenone), si<br />

è concluso lo scorso 3 marzo il secondo<br />

modulo di un vero e proprio progetto di<br />

formazione per gli operatori della Polizia<br />

di Stato, che ha riscosso notevoli favori<br />

e apprezzamenti da parte dei partecipanti.<br />

Oltre a potenziare le loro abilità acquatiche<br />

per la sicurezza in acqua e a<br />

far conoscere a loro l’utilizzo corretto<br />

dei principali sussidi di auto-protezione<br />

(giubbotto di galleggiamento) e<br />

dei mezzi nautici (gommoni con chiglia


pneumatica) impiegati in scenari critici<br />

quali, ad esempio, quello alluvionale,<br />

questo secondo ciclo di lezioni (sei<br />

in totale di cui due teoriche), iniziato lo<br />

scorso 27 gennaio, è stato caratterizzato<br />

dallo svolgimento di due moduli sanitari:<br />

il BLS (sostegno di base alle funzioni<br />

vitali) e il PHTC (trattamento del<br />

trauma extra ospedaliero).<br />

Una lezione è stata dedicata completamente<br />

alla gestione di alcune situazioni<br />

di stress, come ad esempio la difficoltà<br />

respiratoria, che possono creare molti<br />

problemi in acqua.<br />

Finalità di questo ciclo, che ha riscosso<br />

enorme successo, è stata quella di fornire<br />

agli operatori della Polizia di Stato<br />

quegli strumenti che dovrebbero utilizzare<br />

in situazioni di emergenza quali gli<br />

incidenti stradali e gli infortuni sul lavoro.<br />

Importanti, in quest’ottica, sono stati<br />

i contributi forniti da personale medico<br />

dell’elisoccorso del Friuli Venezia<br />

Giulia e dagli stessi Vigili del Fuoco del<br />

Comando Provinciale di Pordenone.<br />

Conoscere i protocolli di intervento significa<br />

“sapere leggere” e decodificare<br />

adeguatamente una situazione di rischio,<br />

comprendere meglio e correttamente<br />

come si muovono gli enti tecnici<br />

(Vigili del Fuoco) e sanitari (118) e operare<br />

nel rispetto delle competenze di<br />

ognuno, preservando la propria incolumità,<br />

quella delle persone che possono<br />

essere presenti sulla scena dell’evento<br />

e quella della vittima. Giova ricordare,<br />

infatti, che chi porta aiuto e presta soccorsi<br />

a una persona che sta per annegare<br />

o si trova in qualsivoglia tipo di<br />

difficoltà deve farlo in sicurezza, non<br />

deve mettere a rischio la sua e altre vite<br />

umane in genere. Il non intervenire,<br />

a volte, permette di evitare drammatiche<br />

conseguenze.<br />

SICUREZZA E POLIZIA<br />

2° CORSO DI “AUTO-PROTEZIONE”<br />

IN AMBIENTE ACQUATICO<br />

PER OPERATORI DELLA POLIZIA DI STATO<br />

Grande successo tra i numerosi partecipanti<br />

ha riscontrato il 2° corso di<br />

“auto-protezione” in ambiente acquatico<br />

per operatori della Polizia di Stato,<br />

conclusosi ieri, mercoledì, nella sede<br />

della Gymnasium Nuoto in via Turati<br />

2, a Pordenone. Fortemente voluto<br />

dalla segreteria provinciale di Pordenone<br />

del Co.I.S.P. unitamente a quella<br />

regionale del Friuli Venezia Giulia,<br />

il corso ha avuto una durata di 12 ore<br />

suddivise in 6 lezioni, di cui 2 teoriche<br />

e 4 pratiche in piscina. L’idea di trasmettere<br />

agli operatori della Polizia di<br />

Stato le conoscenze di base per poter<br />

intervenire in sicurezza in caso di esigenza<br />

sia in servizio che fuori servizio<br />

era nata nel 2009 grazie ad una felice<br />

intuizione del Co.I.S.P. pordenonese e<br />

si era concretizzata grazie alle competenze tecniche e morali riscontrate nel Centro<br />

Formazione Sicurezza Acquatica Gymnasium. Il direttore tecnico del C.E.F.S.A. Claudio<br />

Deiuri ed i suoi collaboratori, anche in questa occasione, sono riusciti a trasmettere<br />

nozioni utilissime relativamente alla materia in argomento ai numerosi operatori<br />

della Polizia di Stato che hanno partecipato a questo corso. I lusinghieri risultati<br />

ottenuti rafforzano ulteriormente la collaborazione tra il sindacato di Polizia Co.I.S.P.<br />

e la Gymnasium Nuoto, con l’auspicio di vedere realizzate in futuro nuove iniziative<br />

di questo tipo. La Segreteria Provinciale Co.I.S.P. di Pordenone<br />

4433


Si è svolta nella mattinata di domenica<br />

18 aprile <strong>2010</strong>, presso il nuovo<br />

Palazzetto dello Sport in località<br />

Ligunana, a San Vito al Tagliamento<br />

(Pn), la seconda edizione dello stage<br />

di difesa personale professionale riservato<br />

agli appartenenti alla Polizia di Stato,<br />

all’Arma dei Carabinieri, alla Guardia<br />

di Finanza, alla Polizia Penitenziaria, al<br />

Corpo Forestale dello Stato ed alla Polizia<br />

Locale.<br />

Tale evento, organizzato dalla Segreteria<br />

Regionale del Friuli Venezia Giulia e<br />

da quella Provinciale di Pordenone del<br />

sindacato di Polizia Coordinamento per<br />

l’Indipendenza Sindacale delle Forze di<br />

Polizia (Co.I.S.P.) e dall’associazione Sovritalia<br />

So.Vi.Co. (Associazione nazionale<br />

Sovrintendenti vincitori di concorso<br />

4444 DIFESA PERSONALE<br />

2° Stage di Difesa<br />

Personale Professionale<br />

18 Aprile <strong>2010</strong><br />

San Vito al Tagliamento (PN)<br />

delle cinque Forze di Polizia), è stato patrocinato<br />

dalla Provincia di Pordenone,<br />

dal Comune di San Vito al Tagliamento e<br />

dal Comitato Regionale del Friuli Venezia<br />

Giulia della FIJLKAM.<br />

Lo stage è stato condotto da insegnanti<br />

che sono tecnici federali di arti marziali<br />

e istruttori di difesa personale appartenenti<br />

alle Forze di Polizia. Il programma,<br />

seguito con estremo interesse dai numerosi<br />

partecipanti giunti da diverse località<br />

del Friuli Venezia Giulia e del Veneto,<br />

ha permesso di approfondire le conoscenze<br />

relativamente alle tecniche di difesa personale<br />

applicate alle esigenze operative degli<br />

appartenenti alle Forze di Polizia.<br />

All’esito positivo della manifestazione si aggiunge<br />

la soddisfazione per gli organizzatori<br />

di poter sostenere con un piccolo contributo<br />

l’attività dell’associazione “La Fenice” onlus,<br />

che opera da molti anni nel territorio comunale.<br />

Al netto delle spese di organizzazione<br />

sostenute, infatti, profitti dovuti a contributi<br />

di sponsor saranno devoluti in beneficenza a<br />

tale importante realtà locale.


4466 IL LIBRO<br />

SENZA BAVAGLIO<br />

Libera stampa e democrazia.L’evoluzione del concetto di manifestazione del pensiero<br />

Dalla censura preventiva al diritto<br />

all’informazione passando per la<br />

libertà di manifestazione del pensiero.<br />

Un lungo excursus giuridico<br />

in cui vengono esaminate tutte le tappe che<br />

hanno caratterizzato l’evoluzione del concetto<br />

di libertà di stampa. È un lavoro complesso<br />

e articolato quello realizzato dal giornalista<br />

di cronaca nera e giudiziaria, salentino<br />

di origini ma bolognese d’adozione, Cesario<br />

Picca nel suo saggio ‘’Senza Bavaglio’’<br />

(Edizioni Pendragon, 14 euro) nel quale non<br />

mancano interventi e spunti che rendono<br />

l’argomento trattato d’attualità. Come, per<br />

esempio, le due sentenze della Corte dei diritti<br />

dell’uomo di Strasburgo che sanciscono<br />

la segretezza della fonte fiduciaria della notizia<br />

mettendo dei paletti al potere del giudice<br />

di perquisire la scrivania e l’ufficio del<br />

giornalista. Sentenze calpestate quasi quotidianamente<br />

dalla magistratura nell’ambito<br />

del sempiterno rapporto d’amore e odio<br />

che la lega al giornalismo. Il testo si compone<br />

di due capitoli: una parte storica nella<br />

quale viene brevemente tracciato il quadro<br />

in cui si è sviluppato il concetto della libertà<br />

di stampa e il giornalismo italiano e una,<br />

più complessa, di natura prettamente giuridica<br />

in cui viene presa in esame l’evoluzione<br />

del concetto di libertà di stampa. Un concetto<br />

che in questo saggio assume i contorni<br />

del diritto all’informazione. Diritto inteso<br />

non solo come dovere del giornalista di<br />

scrivere ma anche come diritto del cittadino<br />

di sapere, conoscere e informarsi. E infatti,<br />

dopo aver esaminato l’articolo 21, nel saggio<br />

viene spiegato come si è giunti al diritto<br />

all’informazione (diritto di informarsi e di<br />

essere informati). Negli ultimi cinquant’anni<br />

- dopo aver definito la libertà di manifestazione<br />

del pensiero - al centro del dibattito<br />

di dottrina e giurisprudenza c’è stato il<br />

passaggio dal diritto attivo di informazione<br />

a quello passivo. Questa libertà, dunque, si<br />

legge ancora, non si misura solo con la possibilità<br />

di esprimersi, ma anche - e forse soprattutto<br />

- con quella di informarsi e di essere<br />

informati. Perché occorre poter accedere<br />

alle informazioni (diritto negativo) per esercitare<br />

i diritti positivi. Un prezioso contributo<br />

al testo viene dagli interventi ospitati.<br />

Nel proprio scritto, l’ex presidente della Corte<br />

d’Assise di Bologna, Libero Mancuso, invita<br />

a mettere da parte il sensazionalismo per<br />

fare spazio al necessario approfondimento,<br />

forse l’unica forma di giornalismo capace di<br />

fornire ai lettori gli strumenti idonei che gli<br />

consentano di farsi una propria idea su un<br />

determinato avvenimento. Segue la discussione<br />

sull’articolo 21 tra il professor Augusto<br />

Barbera (che ritiene giunto il momento<br />

per il diritto costituzionale moderno di fare i


conti con la tv) e l’ex procuratore capo della<br />

Procura di Bologna, Enrico Di Nicola, secondo<br />

cui il dettato costituzionale va bene così e<br />

non serve alcuna modifica. Senza per questo<br />

dimenticare gli interventi del professor Paolo<br />

Bolognesi dell’Associazione dei familiari<br />

delle vittime della strage del 2 agosto che<br />

chiede di abolire il segreto di Stato; della ex<br />

senatrice Daria Bonfietti, membro del Parlamento<br />

italiano all’Osce, l’organismo che ha<br />

realizzato un dossier sulla libertà di stampa<br />

nel mondo e in Italia; del vice presidente<br />

dell’Ordine nazionale dei giornalisti Claudio<br />

Santini che parla dell’uso della cronaca<br />

a fini politici. Per concludere con il rapporto<br />

di Rsf (Reporters sans frontiers) che mette<br />

l’Italia agli ultimi posti per quanto concerne<br />

la libertà dell’informazione. «Si tratta di<br />

un volume che dovrebbero leggere tutti - afferma<br />

l’autore - Innanzitutto i giornalisti che<br />

spesso dimenticano la mission del giornalismo<br />

che consiste nel garantire quel diritto<br />

all’informazione sancito dalla Costituzione<br />

e che è fondamento della democrazia. Perché<br />

un paese in cui la stampa è imbavagliata<br />

non è un paese libero. Ma lo dovrebbero leggere<br />

tutti per capire le enormi difficoltà che<br />

i giornalisti affrontano per informare spesso<br />

a costo della loro stessa vita». Il libro di Picca<br />

aiuta non tanto a capire i percorsi altalenanti<br />

del concetto di libertà di stampa, quanto a<br />

comprendere il valore della libertà tout court<br />

(di cui la prima è solo una rappresentazione<br />

sintomatica) e in quale misura ciascuna epoca<br />

ne abbia elargito ai cittadini. Perché non<br />

affrontare il problema qui svolto, conclude<br />

Mancuso nel suo intervento, «vuol dire non<br />

affrontare la grande questione della democrazia<br />

nel nostro paese, lasciarla incompiuta<br />

ed esposta a rigurgiti illiberali e finanche<br />

autoritari, ove si consideri l’elevatezza della<br />

posta in gioco».<br />

SICUREZZA E POLIZIA<br />

4477


Nel Corso dell’estate del 2008<br />

l’attenzione del Comitato si<br />

posò sulle realtà internazionali<br />

esistenti del mondo del<br />

sindacalismo di polizia. Furono, infatti,<br />

presi contatti con la F.A.S.P. ( federation<br />

Autonome Syndicats de police) francese,<br />

con la F.S.F.P. svizzera, con la Police<br />

Fedaration of England and Wales, con<br />

la Scottish Police Federation, con la Police<br />

Federation for Nortern Ireland e con<br />

i sindacati autonomi della Polizia tede-<br />

4488 SINDACALISMO AUTONOMO IN POLIZIA<br />

LA VERA STORIA DEL SINDACALISMO AUTONOMO DI POLIZIA<br />

- XV PARTE -<br />

La parentesi internazionale<br />

di Carmine Fioriti*<br />

sca. I contatti si svilupparono per tutta<br />

l’estate con molto interesse da parte delle<br />

polizie straniere. Alla fine, l’8 novembre<br />

successivo furono organizzati due incontri:<br />

a Parigi ed a Bon con i sindacati<br />

di polizia dei rispettivi Paesi.<br />

A Parigi si recarono De Biasi, Molinari e<br />

Fichera, mentre a Bonn andarono Bianchini<br />

e Rossi. Le delegazioni dei poliziotti<br />

autonomi italiane incontrarono i loro<br />

colleghi di quei Paesi.<br />

A Bonn l’incontro, pur svoltosi in un clima<br />

di cordialità, non produsse alcun effetto<br />

organizzativo soprattutto a cau-<br />

sa della enorme varietà dei sindacati di<br />

polizia lì esistenti, mentre a Parigi le cose<br />

andarono meglio. Il Segretario della<br />

F.A.S.P. Henry Buch impegnò la propria<br />

organizzazione a perseguire gli stessi fini<br />

del Comitato autonomo ed a sostenere,<br />

in tutti gli ambienti nazionali ed internazionali,<br />

l’azione intrapresa dai poliziotti<br />

italiani per la creazione di un sindacato<br />

di polizia autonomo ed indipendente<br />

da qualsiasi forma politica o di altro<br />

genere.<br />

Le due delegazioni, in pieno accordo, decisero<br />

di creare un Comitato di coordinamento<br />

teso a perseguire degli obbiettivi<br />

comuni, tra i quali spiccavano:


• il ruolo del poliziotto nella società<br />

moderna;<br />

• l’imparzialità assoluta dell’operato<br />

della polizia;<br />

• il rispetto e la dignità della persona<br />

umana;<br />

• la difesa morale e materiale dei propri<br />

colleghi.<br />

Un comunicato congiunto, a firma di<br />

henry Buch per la FASP e di Maria Molinari,<br />

per il Comitato Autonomo venne<br />

diffuso in Francia ed in Italia raccogliendo<br />

non poche simpatie da parte dei colleghi.<br />

Al ritorno in Italia le due delegazioni<br />

riferirono sugli esiti dei loro incontri in<br />

una conferenza stampa tenutasi nella redazione<br />

del giornale Ordine Pubblico diretto<br />

dall’on.le Costantino BELLUSCIO.<br />

L’onorevole Costantino BELLUSCIO<br />

Al di là dell’entusiasmo che naturalmente<br />

si generò nel campo autonomo dopo<br />

gli incontri oltr’alpe, il Comitato aveva<br />

centrato un obbiettivo ambizioso e<br />

del tutto originale tant’è che gli stessi<br />

incontri ed i risultati ottenuti pesarono<br />

notevolmente sulle decisioni che il Governo<br />

avrebbe dovuto prendere. Un conto<br />

era, infatti, la realtà italiana, un conto<br />

era la realtà europea di Paesi affini al<br />

nostro che già da tempo avevano scelto<br />

una sindacalizzazione autonoma per le<br />

forze di polizia. Purtroppo la scarsità di<br />

mezzi a diposizione non consentì un costante<br />

mantenimento del coordinamento<br />

europeo ed i contatti avuti si affievolirono<br />

man mano con il passare del tempo,<br />

cosi’ come cambiarono anche le persone<br />

con le quali si erano avuti i contatti.<br />

Tale situazione generò l’abbandono<br />

dei contatti internazionali e venne pagato<br />

a caro prezzo successivamente, allorquando<br />

il Siulp riuscì ad entrare nell’organismo<br />

internazionale della UISP, che<br />

raggruppa la maggior parte dei sindacati<br />

di polizia europei, nonostante il Comitato<br />

per il sindacato autonomo di polizia<br />

avesse fatto da pioniere all’avventura internazionale.<br />

Ci furono, è vero, dei tentativi di ristabilire<br />

i contatti internazionali e si ebbe<br />

occasione di trattare anche con sindacati<br />

delle polizie di Stato degli U.S.A., ma<br />

la perdurante mancanza dei fondi, anche<br />

dopo la costituzione a sindacato, congiunta<br />

alla diffidenza di alcuni quadri<br />

sindacali che in simili azioni vedevano<br />

una dispersione dell’attività sindacale<br />

SICUREZZA E POLIZIA<br />

Virgilio Fichera ( in piedi). A destra De Biasi<br />

e Molinari. La delegazione che si recò a Parigi<br />

e non già, invece, una forma di pressione<br />

contrattuale che avrebbe potuto essere<br />

utile nei momenti opportuni. Se è vero,<br />

però, che la mancanza di contatti internazionali<br />

alleggerì la forza del Comitato<br />

autonomo, è altrettanto vero che la<br />

stessa UISP, fuori da alcune prese di posizione<br />

e di dichiarazione di intenti, non<br />

svolse alcun ruolo sulla formazione dei<br />

sindacati di polizia italiani e giammai è<br />

apparso come organo sovrannazionale<br />

di coordinamento effettivo tra le varie sigle<br />

sindacali che ne facevano parte. Gli<br />

autonomi avranno, poi, occasione di costituire<br />

una organizzazione internazionale,<br />

il C.E.S.P. , grazie ai contatti del sottoscritto<br />

e di Rachele Schettini, che, comunque,<br />

ebbe a prendere tutti i difetti<br />

della stessa Uisp, mancando di svolgere<br />

quel ruolo di spinta contrattuale sulle<br />

varie situazioni dei sindacati aderenti.<br />

Tutto l’apparato internazionale finiva<br />

con l’essere una forma di rappresentazione<br />

senza alcun peso politico, pur svolgendo<br />

un ruolo di proposizione e di indirizzo<br />

non irrilevante, ma sempre ad un<br />

livello prevalentemente teorico.<br />

ERRATA<br />

CORRIGE<br />

Nella XIV parte della storia del sindacalismo<br />

indipendente di polizia,<br />

pubblicato sul nr. 4, aprile, di questo<br />

giornale è stato incidentalmente<br />

distorto il nome di uno dei fondatori<br />

del sindacato indipendente in sicilia,<br />

il maresciallo Gaetano BUSCEMI.<br />

Sotto la foto di costui il cognome è<br />

stato distorto in BUSCAMI. Dell’inconveniente<br />

ci scusiamo con i lettori<br />

e con l’interessato.<br />

LA REDAZIONE<br />

4499


550 0<br />

SPEACKER’S CORNER<br />

Poliziotti:<br />

sempre più oberati e<br />

sempre meno pagati.<br />

NNella legge finanziaria <strong>2010</strong>, al<br />

comma 222 dell’art.2 è stabilito<br />

che le Amministrazioni dello<br />

Stato, compresi Polizia e Carabinieri,<br />

per razionalizzare la spesa pubblica,<br />

debbono far riferimento all’Agenzia<br />

del demanio e, quindi, che qualsiasi tipula<br />

di contratti di locazione, o rinnovi, sono<br />

adempimenti posti a carico del Demanio.<br />

Dal 1 gennaio 2011, pertanto, tutti i contratti<br />

di locazione, e di rinnovo, degli immobili<br />

destinati agli Uffici o Comandi delle<br />

Forze di Polizia sul territorio saranno stipulati<br />

dall’Agenzia del Demanio e non più<br />

dalle Prefetture, ovvero Uffici Territoriali<br />

del Governo.<br />

Di tutto<br />

un po’<br />

di Carmine FIORITI<br />

Vice Presidente CO.I.S.P.<br />

Il Prefetto Mori è una delle fi gure più signifi cative del periodo in cui il Governo<br />

aveva bisogno di necessarie diramazioni sul territorio e la fi gura del Prefetto aveva<br />

una valenza sicuramente indispensabile per la funzionalità dello Stato e per la<br />

reale unifi cazione della Nazione<br />

Inutile dire che, per quel che ci riguarda, la cosa<br />

non ci fa né caldo e né freddo. Ma evidenzia,<br />

in modo assolutamente concreta e non più velata,<br />

la diminutio palese delle competenze delle<br />

Prefetture anche in tema di contratti per gli<br />

uffici delle forze di Polizia.<br />

Ora, alla luce di questo ennesimo taglio di<br />

competenze e, soprattutto dopo la fuga<br />

verso altri Ministeri ed Uffici delle materie<br />

concernenti Invalidi civili, patenti ed altro,<br />

la domanda che sorge spontanea è: che ci<br />

stanno ancora a fare le Prefetture ??


Personale diplomatico italiano e Feluche.<br />

La riforma dei prefettizi ha equiparato<br />

i propri funzionari ai diplomatici,<br />

pur non essendoci alcun nesso tra le<br />

due funzioni. Il personale direttivo della<br />

polizia di Stato, al pari delle altre qualifi<br />

che, aspetta da un decennio di vedersi<br />

riconosciuta una funzione che effettivamente<br />

svolge giorno dopo giorno, in<br />

silenzio e con spirito di sacrifi cio vero<br />

per garantire quel minimo di sicurezza<br />

necessario per la sopravvivenza delle<br />

Istituzioni e per consentire a tutti di<br />

poter attendere alle proprie mansioni.<br />

Sinceramente a noi interessa poco che ci<br />

siano o no. Quel che ci interessa, invece, è<br />

che abbiamo del personale alle nostre dipendenze<br />

funzionali, ma gerarchicamente<br />

dipendente dai Prefetti, ed un personale<br />

delle Prefetture che era legato alle condizioni<br />

economiche dei direttivi della Polizia di<br />

Stato e che, dalla sera al mattino, si è ritrovato<br />

addirittura “ dirigente “ e con un trattamento<br />

economico da consolare, raddoppiando<br />

le proprie precedenti posizioni che,<br />

ripetesi, sono tuttora quelle del personale<br />

direttivo e dirigente della Polizia di Stato.<br />

Queste due situazioni non possono resta-<br />

re sempre e comunque senza una adeguata<br />

visitazione. La prima perché solo da noi<br />

succede che operi una categoria di personale<br />

che dipende da altri e che, per tale posizione,<br />

crea non pochi problemi di natura<br />

gerarchica, allorquando la logica consiglierebbe<br />

che vi fosse un ruolo specifico di polizia,<br />

come abbiamo avuto modo di evidenziare<br />

in altri momenti su queste colonne. E<br />

l’altra perché, alla luce del dettato costituzionale,<br />

che vuole la retribuzione lavorativa<br />

legata alla quantità e qualità del lavoro<br />

svolto, sarebbe davvero far finta di non vedere<br />

l’incredibile assurdo che si manifesta<br />

in una Nazione che annovera tra i suoi figli<br />

tal Brunetta della Funzione Pubblica che,<br />

in questo caso, sembra non vedere affatto<br />

quel che realmente è. Ed è che c’è una categoria<br />

a cui vengono sottratti sempre più<br />

compiti e guadagna tanto, mentre un’altra<br />

ne ha sempre di più e guadagna meno, rispetto<br />

al costo della vita. Si legga Funzionari<br />

di Prefettura, da una lato, e Funzionari di<br />

Polizia dall’altro.<br />

A questo punto, ed alla vigilia ( si spera<br />

n.d.r. ) di una contrattazione per il rinnovo<br />

di un contratto già da un pezzo scaduto,<br />

è doveroso porre l’accento sul fatto che,<br />

non essendo figli di una gallina nera, anche<br />

i Funzionari di Polizia dovrebbero avere lo<br />

stesso, identico trattamento dei funzionari<br />

di Prefettura che, all’indomani della legge<br />

121, si strinsero ben bene al trattamento<br />

economico della Polizia di Stato, a quel tempo<br />

più conveniente di qualsiasi altro.<br />

Tale nuova visione consentirebbe, finalmente,<br />

di affrontare quel problema del<br />

riordino delle carriere, altrimenti senza<br />

senso, venendosi a creare uno spazio nella<br />

carriera direttiva da riservare a coloro i<br />

quali ricoprivano una qualifica di ispettore<br />

al 31 agosto 1995 e via via a tutti gli altri,<br />

dal momento che i posti si spalancherebbero<br />

di giorno in giorno in ragione della<br />

vetusta età che affligge qualsiasi ruolo<br />

della polizia di Stato.<br />

SICUREZZA E POLIZIA<br />

Un contratto di lavoro<br />

sempre piu’ irrangiungibile.<br />

La sagoma del CoISP<br />

sempre piu’ veritiera<br />

Il solo fatto che, stando nel <strong>2010</strong>, parliamo<br />

di dover fare un contratto per il 2008<br />

ed il 2009 è cosa da terzo mondo. Non solo,<br />

tutto diventa strano e ridicolo ove si<br />

pensi che, nella migliore delle ipotesi, arriveranno<br />

nelle nostre tasche una quarantina<br />

di euro che non potranno servire assolutamente<br />

a compensare i rincari delle<br />

autostrade, delle bollette e della benzina.<br />

Non c’è nulla da fare. Checchè se ne dica<br />

il <strong>Coisp</strong> è l’unico sindacato in grado di fare,<br />

nel contesto odierno, una proposta decisamente<br />

spiazzante e concreta. Di fronte<br />

alla realistica situazione del “siamo in<br />

pochi, gli straordinari non ci sono, non ce<br />

la facciamo”, il nostro sindacato, che davvero<br />

rappresenta l’essenza dei primi pionieri<br />

del movimentismo sindacale in polizia,<br />

propone di lavorare di più. Lavorare di<br />

piu’ per guadagnare di piu’ e compensare<br />

tutto quel che manca. Non è boutade. E’<br />

una concreta, praticissima, efficientistica<br />

soluzione alla crisi degli uomini ed è una<br />

garanzia di soddisfazione economica per<br />

quanti lavorano all’interno dei ruoli della<br />

Polizia di Stato. Ma non è solo questo. Nella<br />

proposta c’è tutta l’essenza del lavoro<br />

del poliziotto. Un lavoro che, giustamente,<br />

va retribuito con un quid pluris per ripagare<br />

i sacrifici e fare in modo che esso<br />

sia sempre considerato una missione, ben<br />

lontana da qualsiasi tentazione. Ecco perché<br />

se i poliziotti dovessero lavorare due o<br />

quattro ore in più la settimana, il minimo<br />

di retribuzione in più giammai potrebbe<br />

essere al di sotto di 600/800 Euro al mese.<br />

Fatto questo, sarebbe auspicabile,poi, un<br />

agganciamento automatico degli stipendi<br />

dei poliziotti a qualcosa di certo, come potrebbe<br />

essere, in modo proporzionale, lo<br />

stipendio del magistrato di cassazione, al<br />

pari di quanto avviene per l’adeguamento<br />

degli stipendi dei Parlamentari. In tal modo<br />

faremmo le trattative solo ed esclusivamente<br />

per le piccole indennità, preservando<br />

il grosso da qualsiasi azione di raggiro<br />

di qualsiasi Governo di questo Paese.<br />

551 1


SICURAMENTE<br />

SicuraMente<br />

La rubrica, affidata all’Ufficio Formazione ed Aggiornamento Professionale, in collaborazione con gli esperti volontari dell’Associazione<br />

Italiana di Psicologia e Criminologia, è curata da Massimo Lattanzi, quadro della segreteria nazionale e psicologo psicoterapeuta.<br />

Questo spazio si prefigge una finalità tanto coraggiosa quanto importante quella di far ulteriormente avvicinare gli operatori delle forze<br />

dell’ordine all’universo delle scienze psicologiche.<br />

552 2<br />

Neuro psico bio neurologia<br />

Cos’è lo stalking?<br />

Lo Stalking è un’insieme di molestie<br />

essenzialmente psicologiche<br />

che si esplica con comportamenti<br />

persecutori, atteggiamenti<br />

minacciosi e di controllo nei confronti<br />

di una o più persone. Tali agiti generano<br />

nella vittima paura, ansia e preoccupazione,<br />

ne violano la privacy e può rappresentare<br />

un pericolo per l’incolumità<br />

personale. Lo stalking comprende vasto<br />

campionario psico comportamentale che<br />

identifica intrusioni costanti nella vita<br />

pubblica e privata di una o più persone.<br />

Tali intrusioni incutono paura e procurano<br />

esiti psicologici e relazionali gravi.<br />

Può nascere come complicazione di una<br />

qualsiasi relazione (O.N.S. 2002). Il campionario,<br />

psico comportamentale, può<br />

spaziare dall’invio di sms, e-mail, fiori e<br />

regali non graditi; continue telefonate,<br />

appostamenti, pedinamenti, danneggiamenti<br />

e molto altro. Le dinamiche dello<br />

stalking sono assolutamente peculiari,<br />

non possono essere accomunate ad altre<br />

dello stalking<br />

manifestazioni violente. Spesso è lo stalking<br />

ad essere la matrice di molte espressioni<br />

della violenza (Lattanzi, 2003).<br />

I contesti dello stalking (ONS, 2007) :<br />

55% circa nelle relazione di coppia; 25%<br />

circa nei condomini; 15% circa sul posto<br />

di lavoro/scuola; 5% circa in famiglia, tra<br />

figli, fratelli e genitori.<br />

Ricerca epidemiologica<br />

I risultati della ricerca specifica realizzata<br />

in Italia dall’ONS in collaborazione con<br />

il Sindacato di Polizia Co.I.S.P., dal 2001 al<br />

2006, basato su 9600 interviste raccolte<br />

in 16 regioni, con un campione di circa<br />

50% di uomini e 50% di donne, dai 17 ai<br />

70 anni, ha evidenziato che circa il 20%<br />

della popolazione italiana è o è stata vittima<br />

di atti persecutori.<br />

Connotazione criminologica<br />

Circa il 10% degli omicidi dolosi in Italia<br />

hanno avuto come prologo atti persecutori.


Cos’è lo stalking?<br />

Lo stalker è una persona molto sensibile alla<br />

separazione, all’abbandono o al rifiuto. Questa<br />

particolare sensibilità può manifestarsi in<br />

ogni relazione interpersonale, quindi in famiglia,<br />

in coppia, sul posto di lavoro o a scuola<br />

e si accentua quando vive il c.d. C.A.I. ossia<br />

il colpo abbandono improvviso (M. Lattanzi,<br />

2007)<br />

Il C. A. I. sembra essere la matrice delle condotte<br />

dello stalking, è quell’istante, che cambierà<br />

per sempre la loro esistenza, come se<br />

all’improvviso prendessero coscienza con<br />

una parola, una frase, un gesto o una semplice<br />

sensazione che stanno per essere lasciati<br />

o abbandonati, comunque che qualcosa sta<br />

cambiando nella loro relazione. Durante i colloqui<br />

lo descrivono come uno “tsunami emotivo<br />

affettivo”, che modificherà, trasformandola,<br />

la loro precedente vita. Da quel preciso<br />

momento, i valori, gli obiettivi e gli affetti<br />

precedenti, non esistono più.<br />

Queste persone, non possono fare a meno di<br />

agire quella specifica serie di comportamenti<br />

di tipo persecutorio che percepiscono come<br />

funzionali al loro benessere e che sedano<br />

la loro ansia e contengono la loro “paura”.<br />

Questi atteggiamenti che sono stati appresi<br />

nelle primissime relazioni, originati dagli<br />

schemi mentali acquisiti, si manifestano<br />

come una sorta di borsa del pronto soccorso<br />

relazionale. In seguito al C.A.I. negli stalker i<br />

bisogni mutano, si incrociano, si autoalimentano<br />

e si amplificano nel tempo. Di solito partono<br />

dal bisogno di verificare l’ipotesi della<br />

separazione e dell’abbandono, per poi passare<br />

a dimostrare il loro infinito amore cercando<br />

di persuadere l’altro, l’oggetto d’interesse<br />

a desistere dal suo erroneo intento, sperando<br />

nella condivisione delle emozioni, che in caso<br />

negativo manifestano comunque (M. Lattanzi,<br />

2007). Queste persone, infatti, sperimentano<br />

emozioni devastanti che manifestano in<br />

modo eclatante, drammatizzano ed esagerano<br />

molti aspetti della loro vita o dei loro sentimenti,<br />

proiettando le proprie incompetenze<br />

sugli altri. Mutano repentinamente il loro<br />

comportamento, a volte si sentono loro stessi<br />

vittime, spesso in modo inconsapevole vogliono<br />

sembrarlo, quando invece sono gli autori<br />

(M. Lattanzi, 2007). L’equipe multidisciplinare<br />

del Centro Presunti Autori, da gennaio<br />

2007 a gennaio <strong>2010</strong>, ha applicato un protocollo<br />

di risocializzazione integrato a 64<br />

persone, di cui 56 uomini e 8 donne. Il programma<br />

nel 30% ha permesso di contenere<br />

quasi completamente le condotte persecutorie,<br />

nel 60% le ha ridotte sensibilmente e nel<br />

20% ha evitato agiti molto gravi. Lo stalker<br />

quasi sempre è un conoscente, tre volte su<br />

quattro è di sesso maschile, molto spesso è<br />

un manipolatore affettivo, è ben inserito nella<br />

società, vive il colpo d’abbandono improvviso.<br />

Raramente ha una psicopatologia grave<br />

(perdita del contatto con la realtà), sette vol-<br />

SICUREZZA E POLIZIA<br />

te su dieci ha un’organizzazione di personalità<br />

borderline. L’emozione che lo contraddistingue<br />

è la paura.<br />

Oltre il 50% del campione delle persone che<br />

agiscono lo stalking ha vissuto almeno una<br />

volta nella vita un abbandono, una separazione<br />

o un lutto da una persona cara, che non<br />

ha elaborato.<br />

L’organizzazione di personalità borderline<br />

potrebbe spiegare la poliedricità comportamentale<br />

ed emotiva che contraddistingue<br />

gli stalker; infatti in un arco temporale anche<br />

molto breve, con il loro essere “camaleontico”<br />

possono passare da momenti di ritiro<br />

completo dalle relazioni ad una presenza persistente,<br />

da tratti persecutori molto spiccati,<br />

a grandi gentilezze, a drammatizzazioni teatrali,<br />

al raccontare menzogne, ad alternare<br />

odio ed amore e molte a altre manifestazioni<br />

che corrispondono ai loro vissuti ed appagano<br />

i loro bisogni emergenti<br />

Neurobiologia<br />

dello stalker<br />

(esperienza americana,<br />

gruppo di Meloy)<br />

Due studi di risonanza magnetica funzionale<br />

(fMRI) hanno misurato l’attività cerebrale tra<br />

soggetti maschi e femmine felicemente innamorati;<br />

entrambi mostrano i substrati biologici<br />

tipici dello stalker. Il protocollo di questi<br />

studi variava. Nello Studio A (54), 10 donne<br />

e 7 uomini guardavano alternativamente<br />

una fotografia del partner e di un familiare,<br />

di un individuo emotivamente neutro, il tutto<br />

intervallato da un compito distraente. Nello<br />

Studio B (61), 11 donne e 6 uomini guardavano<br />

alternativamente una foto del partner<br />

e di tre amici simili per età, sesso e durata di<br />

amicizia. Queste variazioni nel disegno sperimentale<br />

non producevano differenze significative<br />

nei risultati. Quando sono state confrontate<br />

le risposte ai questionari, è risultato<br />

evidente che i soggetti dello Studio A mostravano<br />

un maggior grado di passione amorosa<br />

rispetto a quelli dello Studio B. Questi dati indicano<br />

che lo Studio A rifletteva un amore romantico<br />

intenso alle prime fasi mentre lo Studio<br />

B un amore romantico già consolidato.<br />

Un’elevata attività dopaminergica nel siste-<br />

553 3


ma motivazionale legato alla ricompensa<br />

produce un’attenzione focalizzata, una motivazione<br />

risoluta e comportamenti diretti<br />

ad uno scopo. Elevate attività di dopamina<br />

i determinate zone sono anche associate<br />

con molti degli altri sentimenti riportati dagli<br />

amanti, come allegria, aumento di energia,<br />

iperattività, insonnia e a volte anche mania,<br />

ansia e/o paura. Negli studi sugli animali,<br />

inoltre, un’elevata attività dopaminergica in<br />

questo circuito di ricompensa è stato associato<br />

alla preferenza per uno specifico partner,<br />

come negli umani. Questi dati suggeriscono<br />

che il circuito subcorticale dopaminergico relativo<br />

alla ricompensa è associato all’intenso<br />

amore romantico nelle sue prime fasi. Quindi<br />

si può affermare seppur con cautela che lo<br />

stesso circuito sia la base neurale anche dello<br />

stalker.<br />

Il circuito dopaminergico della ricompensa,<br />

comunque, si attiva anche in corrispondenza<br />

di un’altra gamma di fenomeni legati<br />

all’arousal, tra cui la motivazione a ricevere<br />

una ricompensa in denaro e il cosiddetto<br />

craving legato alla cocaina. Infatti, si è ipotizzato<br />

che ogni motivazione nell’uomo è sostenuta<br />

da due attività simultanee nel cervello:<br />

un sistema eccitatorio generalizzato che<br />

produce energia e motivazione ad un bisogno<br />

di natura biologica ed una costellazione specifica<br />

di sistemi che producono le sensazioni,<br />

i pensieri e i comportamenti associati ad<br />

ogni particolare bisogno biologico. L’attivazione<br />

del circuito dopaminergico subcorticale<br />

potrebbe contribuire solo alla componente<br />

554 4<br />

SICURAMENTE<br />

generale di arousal nell’amore romantico alle<br />

prime fasi, esperito sia dai soggetti normali<br />

che dagli stalker. Tuttavia, l’attivazione di tale<br />

sistema contribuisce con molta probabilità<br />

a diversi tratti dello stalker non corrisposto,<br />

tra cui l’eccessiva energia, l’attenzione focalizzata<br />

e un’intensa motivazione a perseguitare<br />

la vittima. Tutti i soggetti dello Studio A<br />

hanno anche mostrato un’attivazione in alcune<br />

regioni della corteccia, sebbene queste differissero<br />

da individuo a individuo; molte di<br />

queste regioni, inoltre, fanno parte del circuito<br />

della ricompensa.<br />

Lo Studio A ha mostrato diverse inattivazioni<br />

durante l’osservazione delle foto del partner,<br />

anche lo Studio B ha confermato la medesima<br />

inattivazione. Uomini e donne che si innamorano<br />

mostrano inoltre un altro tratto psicofisiologico<br />

che verosimilmente condividono<br />

con gli stalker. Gli innamorati pensano al loro<br />

oggetto d’amore in maniera ossessiva e non<br />

possono fare a meno di questi pensieri intrusivi.<br />

Questi dati suggeriscono che i pensieri<br />

intrusivi dello stalker e i pedinamenti ossessivi<br />

della vittima possono essere associati ad<br />

un apparato di meccanismi neurali.<br />

Ipotesi di ricerca di<br />

Massimo Lattanzi<br />

(psicologo) e Iolanda<br />

Scarci (biologa),<br />

dottorandi di ricerca in<br />

Scienze Forensi, Roma <strong>2010</strong><br />

E’ possibile affermare che un meccanismo<br />

generico di arousal è parte di una costellazione<br />

di sistemi coinvolti nell’intenso amore<br />

romantico alle prime fasi. Specifici in questa<br />

situazione sono gli elevati livelli di dopamina<br />

a livello centrale. Si potrebbe con cautela<br />

affermare che questo arousal generico<br />

sia anche coinvolto nello stalking e che il circuito<br />

dopaminergico sottocorticale della ricompensa<br />

favorisca la tendenza dello stalker<br />

ad un aumento di energia, un’attenzione<br />

focalizzata, un intenso desiderio di inseguire<br />

la vittima, frustrazione-attrazione, protesta<br />

e rabbia. Tutte queste caratteristiche sono<br />

state riscontrate negli studi clinici sullo<br />

stalking.<br />

Uomini e donne in condizioni normali esprimono<br />

una simile reazione neurobiologica in<br />

forma prosociale, mentre lo stalker è incapace<br />

o non intenzionato a reagire in maniera<br />

adeguata in un simile stato psicofisiologico.<br />

In breve, abbiamo avanzato 5 ipotesi riguardanti<br />

la neurobiologia dello stalking:<br />

• Gli stalker potrebbero mostrare una diversa<br />

quantità di alcuni neurotrasmetitori rispetto<br />

alle persone normali, producendo maggiore<br />

energia, disforia, vigilanza e tenacia nella<br />

sua ricerca ossessiva dell’oggetto…<br />

• Secondo, gli studi sugli stili di attaccamento<br />

tra stalker suggeriscono che il loro è un legame<br />

di tipo insicuro, dichiarando che la biochimica<br />

del loro attaccamento differisce da quella<br />

di individui con attaccamento sicuro…<br />

• Terzo, la natura affettiva dell’aggressività<br />

nello stalking, caratterizzata da un’immediata<br />

reazione emotiva ad alti livelli di arousal, sug-


geriscono che lo stalker in certi momenti ha<br />

un’improvvisa perdita di controllo degli impulsi.<br />

L’impulsività è stata associata con fermezza<br />

alla diminuzione di livelli di alcuni<br />

neurotrasmettitori…<br />

• Quarto, sebbene gli studi di natura biochimica<br />

sui disturbi simili alle condotte psico comportamementali<br />

dello stalking. Lo stalking, in<br />

certi casi, può essere una manifestazione legata<br />

alla compulsività.<br />

• Quinto, la ricerca intende verificare tali ipotesi<br />

e tentare di trovare un correlato psico sociale<br />

a quello neurobiologico. Cercare quindi<br />

dei correlati neurobiologici e neuropsicologici<br />

alle manifestazione della struttura di personalità<br />

bordeline: sttuttra schizoide, borderline,<br />

ossessivo compulsiva, narcisistica, depressa,<br />

maniacale ed antisociale, che caratterizzano<br />

la camaleontica e manipolativa struttura di<br />

personalità degli stalker.<br />

FINALITÀ<br />

• Verificare le ipotesi di ricerca<br />

• Contenere gli atti persecutori.<br />

• Prevenire gravi agiti auto ed etero diretti.<br />

• Sandardizzare un protocollo efficace ed<br />

efficiente di rieducazione alle relazioni o<br />

risocializzazione.<br />

• Migliorare la qualità della vita delle persone<br />

che subiscono gli atti persecutori<br />

• Migliorare la qualità della vita delle persone<br />

che agiscono gli atti persecutori<br />

APPUNTAMENTI<br />

Nel mese di maggio e giugno<br />

si terranno due seminari persso<br />

l’Università La Sapienza e Tor<br />

Vergata di Roma sullo stalking,<br />

dove saranno riportati i nuovi<br />

dati raccolti tra gli studenti delle<br />

due Università.<br />

SITI DI RIFERIMENTO:<br />

www.stalking.it<br />

www.criminalmente.it<br />

www.stalking.it<br />

Prima ricerca<br />

in Europa<br />

Le persone maggiorenni che agiscono, hanno<br />

agito o vorrebbero agire comportamenti<br />

persecutori nei confronti di un partner o un<br />

ex partner, di un parente, di un amico, di un<br />

collega di lavoro, spesso a causa di sensazioni<br />

di rifiuto, abbandono o di vuoto, sono invitate<br />

a collaborare alla ricerca, nel completo<br />

rispetto della privacy, dell’etica e della deontologia.<br />

Per informazioni possono inviare<br />

una mail a presuntiautori@stalking.it.<br />

Grazie della collaborazione.<br />

SICUREZZA E POLIZIA<br />

INFINE VI<br />

RICORDIAMO<br />

Coloro che credono di vivere tali<br />

disagi o sono partner, parenti e<br />

amici, possono contattare il<br />

0644246573 dal lunedì al venerdì dalle<br />

ore 10.00 alle 19.00 o inviare una mail a<br />

info@stalking.it e riceveranno<br />

gratuitamente ascolto e consulenza.<br />

Rubrica on line di criminologia, psicologia<br />

e sicurezza, realizzata dal sindacato<br />

di Polizia COISP e dall’AIPC. E’ visibile,<br />

il giovedì alle 14.30 su www.coispnewsportale.it.<br />

Segnala eventi e collabora con la redazione<br />

inviando anche immagini e video<br />

realmente@email.it.<br />

Per una consulenza gratuita di tipo psicologico<br />

e legale, contattate il numero<br />

nazionale 0644246573<br />

è attivo dal lunedì al venerdì dalle ore<br />

10.00 alle ore 19.00 anche che per fissare<br />

appuntamenti per uno dei centri<br />

dell’Italian network on stalking Roma,<br />

Pescara, Milano, Genova, Paola e Cagliari,<br />

realizzato grazie al contributo della<br />

Per organizzare convegni, seminari<br />

e percorsi formativi inviare una mail a<br />

info@stalking.it<br />

o<br />

info@criminalmente.it.<br />

555 5


Co.I.S.P. COORDINAMENTO PER L’INDIPENDENZA<br />

SINDACALE DELLE FORZE DI POLIZIA<br />

SEGRETERIA NAZIONALE:<br />

Via Farini, 62 - 00185 Roma<br />

Tel. (06) 48903734/73 - Fax (06) 48903735<br />

www.coisp.it<br />

e-mail: coisp@coisp.it<br />

SEGRETERIE REGIONALI E PROVINCIALI Co.I.S.P.<br />

556 6<br />

ORGANIGRAMMA<br />

REGIONE SEGRETERIA SEGRETARIO GENERALE<br />

REGIONALE/PROVINCIALE REGIONALE/PROVINCIALE<br />

VALLE D’AOSTA SEGRETERIA REGIONALE CLAUDIO LETIZIA, C/O QUESTURA DI TORINO.<br />

PROVINCIALE DI AOSTA CHRISTIAN MEI, C/O SEZIONE POLIZIA STRADALE DI AOSTA.<br />

PIEMONTE SEGRETERIA REGIONALE CLAUDIO LETIZIA, C/O QUESTURA DI TORINO.<br />

PROVINCIALE DI ALESSANDRIA ROSSO CARLO, C/O CENTRO RACCOLTA INTERREGIONALE VECA.<br />

PROVINCIALE DI ASTI RAIMONDO MELI, C/O QUESTURA.<br />

PROVINCIALE DI BIELLA MASSIMILIANO CAPPELLARO, C/O SEZIONE POLIZIA STRADALE DI BIELLA.<br />

PROVINCIALE DI CUNEO GUZZO DANIELE, C/O QUESTURA.<br />

PROVINCIALE DI NOVARA VITTORIO MASALA, C/O QUESTURA.<br />

PROVINCIALE DI TORINO GIUSEPPE CAMPISI, C/O I ZONA POLIZIA DI FRONTIERA.<br />

PROVINCIALE DI VERBANO CUSIO OSSOLA STEFANO FERINA, C/O QUESTURA.<br />

PROVINCIALE DI VERCELLI BARTOLOMEO PIRAS, C/O QUESTURA.<br />

LOMBARDIA SEGRETERIA REGIONALE VALENTINO TOSONI, C/O QUESTURA DI BRESCIA.<br />

PROVINCIALE DI BERGAMO ANTONELLO PERSONENI, C/O QUESTURA.<br />

PROVINCIALE DI BRESCIA PIERANGELO FOLLI, C/O QUESTURA.<br />

PROVINCIALE DI COMO ONOFRIO PAPASODERO, f.f. C/O POLIZIA STRADALE DI LECCO.<br />

PROVINCIALE DI CREMONA FULVIO BERTOLASO, C/O QUESTURA.<br />

PROVINCIALE DI LECCO GASPARE LIUZZA, SEZIONE POLIZIA STRADALE LECCO.<br />

PROVINCIALE DI LODI GIUSEPPE PACETTA, C/O QUESTURA. www.coisplodi.com<br />

PROVINCIALE DI MILANO CARMINE ABAGNALE, C/O COMMISSARIATO PS RHO-PERO (MI).<br />

PROVINCIALE DI PAVIA VINCENZO FERROTTO, C/O QUESTURA.<br />

PROVINCIALE DI SONDRIO VALERIO SOSIO, C/O SETTORE POLIZIA DI FRONTIERA DI TIRANO (SO).<br />

PROVINCIALE DI VARESE LUIGI FONZO, C/O SEZIONE POLIZIA STRADALE VARESE<br />

PROVINCIALE DI MANTOVA MAURIZIO TESSAROLO, C/O SEZIONE POLIZIA FERROVIARIA MANTOVA.<br />

LIGURIA SEGRETERIA REGIONALE SALVATORE FINOCCHIARO, C/O QUESTURA DI SAVONA.<br />

PROVINCIALE DI GENOVA MATTEO BIANCHI, C/O QUESTURA. www.coisp-genova.it<br />

PROVINCIALE DI LA SPEZIA ROSARIO IZZO, C/O SEZIONE POLIZIA STRADALE LA SPEZIA.<br />

PROVINCIALE DI IMPERIA ANTONIO MICHELE CAPRA , C/O QUESTURA.<br />

PROVINCIALE DI SAVONA GIUSEPPE LA CORTE, C/O SEZIONE POLIZIA STRADALE SAVONA.


REGIONE SEGRETERIA SEGRETARIO GENERALE<br />

REGIONALE/PROVINCIALE REGIONALE/PROVINCIALE<br />

TRENT. ALTO ADIGE SEGRETERIA REGIONALE GIOVANNI CASTELLI, C/O QUESTURA DI TRENTO.<br />

PROVINCIALE DI BOLZANO PATRIZIA FURLAN, C/O QUESTURA.<br />

PROVINCIALE DI TRENTO SERGIO PAOLI, C/O QUESTURA.<br />

VENETO SEGRETERIA REGIONALE LUCA PRIOLI, C/O QUESTURA DI VICENZA.<br />

PROVINCIALE DI BELLUNO UGO GRANDO, C/O QUESTURA.<br />

PROVINCIALE DI PADOVA LORIS FRISON, C/O II REPARTO MOBILE PADOVA.<br />

PROVINCIALE DI ROVIGO STEFANO TAMIAZZO, C/O II REPARTO MOBILE PADOVA.<br />

PROVINCIALE DI TREVISO BERARDINO CORDONE, C/O QUESTURA. www.coisp-treviso.it<br />

PROVINCIALE DI VENEZIA FRANCESCO LIPARI C/O COMMISSARIATO DI P.S. MARGHERA (VE). www.coisp-venezia.it<br />

PROVINCIALE DI VERONA MASSIMO PERAZZOLI, C/O COMPARTIMENTO POLIZIA FERROVIARIA.<br />

PROVINCIALE DI VICENZA FRANCESCO CARDILLO, C/O QUESTURA.<br />

FRIULI VEN. GIULIA SEGRETARIA REGIONALE MAURIZIO IANNARELLI, C/O QUESTURA DI TRIESTE.<br />

PROVINCIALE DI TRIESTE ENRICO MOSCATO, C/O IV ZONA POLIZIA DI FRONTIERA.<br />

PROVINCIALE DI PORDENONE MAURIZIO GIUST, C/O SEZIONE POLIZIA STRADALE PORDENONE.<br />

PROVINCIALE DI UDINE GENNARO FERRARO, C/O QUESTURA.<br />

PROVINCIALE DI GORIZIA LORENZO FURLAN, C/O POSTO POLIZIA FERROVIARIA GORIZIA.<br />

EMILIA ROMAGNA SEGRETERIA REGIONALE RICCARDO MATTIOLI, C/O COMMISSARIATO DI PS S. VIOLA (BO).<br />

PROVINCIALE DI BOLOGNA RICCARDO MATTIOLI, f.f. C/O COMMISSARIATO DI PS S. VIOLA (BO).<br />

PROVINCIALE DI FERRARA FABIO TOSCANO, C/O QUESTURA.<br />

PROVINCIALE DI FORLÌ BERNARDO RECINE, C/O C/O UFFICIO POLIZIA DI FRONTIERA FORLÌ.<br />

PROVINCIALE DI PIACENZA PAOLA DI DOMENICO, C/O QUESTURA.<br />

PROVINCIALE DI PARMA CLAUDIO GRAVANTE, C/O QUESTURA.<br />

PROVINCIALE DI RAVENNA FABIO BALDINI, C/O QUESTURA.<br />

PROVINCIALE DI REGGIO EMILIA FABIO BOSCHI, C/O QUESTURA.<br />

TOSCANA SEGRETERIA REGIONALE GAETANO BARRELLA, C/O SOTTOSEZIONE POLIZIA STRADALE ROSIGNANO SOLVAY (LI).<br />

PROVINCIALE DI FIRENZE CARMINE DI GERONIMO, C/O VIII REPARTO VOLO FIRENZE.<br />

PROVINCIALE DI AREZZO IURI MARTINI, C/O SEZIONE POLIZIA STRADALE AREZZO.<br />

PROVINCIALE DI GROSSETO GIANDOMENICO TORELLA, C/O QUESTURA.<br />

PROVINCIALE DI LIVORNO ANGELA BONA, C/O QUESTURA.<br />

PROVINCIALE DI MASSA CARRARA CORRADO COPPEDE’, C/O QUESTURA.<br />

PROVINCIALE DI LUCCA ALESSANDRO RUSSO, C/O COMMISSARIATO DI P.S. VIAREGGIO (LU).<br />

PROVINCIALE DI PISA SIMONE CARNASCIALI, C/O UFFICIO POLIZIA DI FRONTIERA PISA.<br />

PROVINCIALE DI PISTOIA GUIDO RIPA, C/O COMMISSARIATO DI P.S. MONTECATINI (PT). www.coispistoia.webnode.com<br />

PROVINCIALE DI PRATO ANGELO CAIAZZO, C/O QUESTURA.<br />

PROVINCIALE DI SIENA GIUSEPPE MENCAGLIA, C/O COMMISSARIATO PS POGGIBONSI (SI).<br />

MARCHE PROVINCIALE DI ANCONA GIANLUCA PAOLETTI, C/O QUESTURA.<br />

PROVINCIALE DI MACERATA ANTONIO GRECO, C/O COMMISSARIATO DI P.S. DI CIVITANOVA MARCHE (MC).<br />

PROVINCIALE DI PESARO-URBINO PASQUALE FILOMENA, C/O QUESTURA.<br />

UMBRIA SEGRETERIA REGIONALE TIZIANO ELIA, C/O QUESTURA DI TERNI.<br />

PROVINCIALE DI TERNI STEFANO ONOFRI, QUESTURA.<br />

SICUREZZA E POLIZIA<br />

LAZIO SEGRETERIA REGIONALE MARIO VATTONE, C/O ISTITUTO PER ISPETTORI DI NETTUNO (RM).<br />

PROVINCIALE DI LATINA PIERLUIGI DE PAOLIS, C/O QUESTURA.<br />

PROVINCIALE DI FROSINONE ITALO ACCIAIOLI, C/O SOTTOSEZIONE POLIZIA STRADALE CASSINO (FR).<br />

PROVINCIALE DI RIETI DOMENICO PORCINO, C/O QUESTURA.<br />

PROVINCIALE DI ROMA FULVIO DE ANGELIS, C/O SERV. OPER. CENTR. DI SANITÀ - MIN. DELL’INT. www.coisproma.lazio.it<br />

PROVINCIALE DI VITERBO SALVATORE LANZANO, C/O QUESTURA.<br />

ABRUZZO SEGRETERIA REGIONALE ALESSANDRO ROSITO, C/O SCUOLA CONTROLLO DEL TERRITORIO DI PESCARA .<br />

PROVINCIALE DE L’AQUILA SANTINO LICALZI, C/O QUESTURA.www.coispaq.blogspot.com<br />

PROVINCIALE DI CHIETI NICOLA DI SCIASCIO, C/O SOTTOSEZIONE POLIZIA STRADALE VASTO SUD (CH).<br />

PROVINCIALE DI PESCARA GIOVANNI CATITTI, C/O SOTTOSEZ. POLIZIA FERROVIARIA DI PESCARA. www.coisppescara.org<br />

PROVINCIALE DI TERAMO GIUSEPPE DE VINCENTIIS, C/O QUESTURA.<br />

557 7


558 8<br />

ORGANIGRAMMA<br />

REGIONE SEGRETERIA SEGRETARIO GENERALE<br />

REGIONALE/PROVINCIALE REGIONALE/PROVINCIALE<br />

SICUREZZA E POLIZIA<br />

MOLISE SEGRETERIA REGIONALE ANTONIA MIGLIOZZI, C/O QUESTURA DI CAMPOBASSO.<br />

PROVINCIALE DI CAMPOBASSO GIUSEPPE MICHELE GRIECO, C/O COMMISSARIATO PS TERMOLI (CB).<br />

PROVINCIALE DI ISERNIA SALVATORE MICONE, C/O QUESTURA.<br />

CAMPANIA SEGRETERIA REGIONALE ANGELO NARDELLA, C/O QUESTURA DI NAPOLI.<br />

PROVINCIALE DI AVELLINO LUIGI GERARDO DE PRIZIO, C/O SEZIONE POLIZIA STRADALE AVELLINO.<br />

PROVINCIALE DI BENEVENTO UMBERTO DE FELICE, C/O QUESTURA.<br />

PROVINCIALE DI CASERTA CLAUDIO TREMATERRA, C/O QUESTURA.<br />

PROVINCIALE DI NAPOLI GIULIO CATUOGNO, C/O SEZIONE POLIZIA STRADALE NAPOLI.<br />

PROVINCIALE DI SALERNO RAFFAELE PERROTTA, C/O SEZIONE POLIZIA STRADALE SALERNO.<br />

PUGLIA SEGRETERIA REGIONALE ALDO DI CAMPI, C/O QUESTURA DI BARI.<br />

PROVINCIALE DI BARI MICHELE OSTELLO, C/O QUESTURA.<br />

PROVINCIALE DI BRINDISI LORENZO PENNETTA, C/O UFFICIO POLIZIA DI FRONTIERA BRINDISI.<br />

PROVINCIALE DI FOGGIA ALBERTO CACCAVO, C/O COMMISSARIATO DI P.S DI LUCERA (FG).<br />

PROVINCIALE DI LECCE CARLO GIANNINI, C/O COMMISSARIATO P.S. DI GALATINA (LE).<br />

PROVINCIALE DI TARANTO NICOLA FRANCO, C/O QUESTURA.<br />

BASILICATA SEGRETERIA REGIONALE MARIO SALUZZI, C/O COMMISSARIATO PS MELFI (PZ).<br />

PROVINCIALE DI MATERA ANGELO RAFFAELE SCASCIAMACCHIA, C/O SEZIONE POLIZIA STRADALE MATERA.<br />

PROVINCIALE DI POTENZA GIUSEPPE GORGA, C/O SEZIONE POLIZIA STRADALE POTENZA.<br />

CALABRIA SEGRETERIA REGIONALE LEONARDO CORTESE, C/O POLIZIA FERROVIARIA LAMEZIA TERME (CZ).<br />

PROVINCIALE DI CATANZARO LEONARDO CORTESE, C/O POLIZIA FERROVIARIA LAMEZIA TERME (CZ).<br />

PROVINCIALE DI COSENZA GIULIO CESARE FERRARO, C/O COMMISSARIATO PS PAOLA (CS).<br />

PROVINCIALE DI CROTONE LUPO MASSIMO, C/O QUESTURA.<br />

PROVINCIALE DI REGGIO CALABRIA GIORGIO DE LUCA, C/O QUESTURA. www.coisp-reggiocalabria.it<br />

PROVINCIALE DI VIBO VALENTIA ROCCO D’AGOSTINO, C/O QUESTURA.<br />

SICILIA SEGRETERIA REGIONALE NATALE SCUDERI, C/O QUESTURA DI CATANIA.<br />

PROVINCIALE DI AGRIGENTO VINCENZO CIULLA, C/O QUESTURA.<br />

PROVINCIALE DI CALTANISSETTA MICHELE FARACI, C/O QUESTURA.<br />

PROVINCIALE DI CATANIA GIUSEPPE SOTTILE, COMP.TO POLIZIA POSTALE SICILIA ORIENTALE (CT).<br />

PROVINCIALE DI ENNA GIUSEPPE MILANO, C/O QUESTURA.<br />

PROVINCIALE DI MESSINA FRANCO ARCORACI, C/O COMMISSARIATO PS BARCELLONA (ME).<br />

PROVINCIALE DI PALERMO CARMELO FIUMEFREDDO, C/O QUESTURA.<br />

PROVINCIALE DI RAGUSA SALVATORE DI FALCO, C/O COMMISSARIATO COMISO (RG).<br />

PROVINCIALE DI SIRACUSA GIOVANNI DI BARTOLO, C/O COMMISSARIATO P.S. LENTINI (SR).<br />

PROVINCIALE DI TRAPANI GIOVANNI CARONIA, C/O QUESTURA.<br />

SARDEGNA SEGRETERIA REGIONALE GILBERTO PISU, C/O AUTOCENTRO POLIZIA CAGLIARI.<br />

PROVINCIALE DI CAGLIARI GIUSEPPE PILICHI, C/O SEZIONE POLIZIA STRADALE CAGLIARI<br />

PROVINCIALE DI NUORO ANTONIO CAPURSO, C/O SEZIONE POLIZIA STRADALE.<br />

PROVINCIALE DI ORISTANO MARIA GIUSEPPINA FERRAVANTE, C/O REP. PREV. CRIMINE “SARDEGNA”.<br />

PROVINCIALE DI SASSARI MARCO PORCU, C/O COMMISSARIATO PS OLBIA (SS).


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