( .pdf). - Gustav Mahler

DOBBIACO 12.7 - 8.8 / 2008 

it 

SETTIMANE MUSICALI 

100 anni: 

„Das Lied von der Erde“

Wir stiften Kultur 

Promuoviamo cultura

Le Settimane Musicali Gustav Mahler 2008 

vengono organizzate dal Comitato Gustav Mahler di Dobbiaco 

con la partecipazione di: 

Bolzano / Bozen

DOBBIACO | 12.7 - 8.8 / 2008 


100 anni: 

„Das Lied von der Erde“

Testi a cura di: 

Comitato Gustav Mahler 

Presidente: 

Hansjörg Viertler 

Vicepresidente: 

Erika Laner 

Membri: 

Siegfried Kahn, Josef Lanz, 

Bernhard Lösch, Bernhard Mair, 

Herbert Santer, Eduard Schmieder, 

Andreas Walder, Heinrich Walder 

Stampa: Grafica 5 

Grafia e layout: head-line.it 

Con riserva di modifiche

DOBBIACO | 12.7 - 8.8 / 2008 


100 anni: 

„Das Lied von der Erde“ 

Direttore artistico: Josef Lanz 

Protocollo Mahler: Attila Csampai 

Colloqui mahleriani di Dobbiaco: Erich Wolfgang Partsch 

La XXVIII edizione delle Settimane Musicali Gustav Mahler è sotto 

il Patrocinio del Presidente della Giunta Provinciale 

Luis Durnwalder

Settimane Musicali Gustav Mahler 

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Settimane Musicali 

Gustav Mahler 

Dobbiaco 2008 

100 anni: 


Quest’anno le Settimane Musicali Gustav Mahler 

festeggiano i 100 anni del Canto della Terra che Mahler 

scrisse nel 1908 durante il suo soggiorno estivo a 

Carbonin Vecchia a Dobbiaco. Un capolavoro tra sinfonia 

ed arte liederistica che l'appassionato di musica può 

ascoltare quest'estate in varie versioni. 

Dr. Josef Lanz, direttore artistico del festival: “Il cartellone di 

quest'anno propone un programma variegato. Grande è 

l'offerta di concerti, conferenze e serate liederistiche”. 

Il festival verrà inaugurato sabato 12 luglio con un concerto con 

l'Orchestra sinfonica bavarese, accompagnata dal Coro Bach 

di Monaco di Baviera e diretta dal giovane direttore tedesco 

Hansjörg Albrecht. In programma la versione originale di “Das 

Klagende Lied” di Gustav Mahler. 

Quattro appuntamenti da non perdere 

Una chicca musicale della XXVIII edizione della rassegna 

mahleriana di Dobbiaco è certamente il concerto il 19 luglio 

nella casetta di composizione a Carbonin Vecchia. Qui Mahler 

compose proprio 100 anni fa il Canto della Terra. Hermine 

Haselböck (mezzosoprano), Bernhard Berchtold (tenore) e 

Markus Vorzellner (pianoforte) eseguiranno la versione originale 

di questo capolavoro mahleriano. 

7


Lunedì, 14 luglio, nella Sala Mahler a Dobbiaco serata con una 

performance di danza sulla base di “Das Lied von der Erde” 

secondo Gustav Mahler. Il progetto è di Ewald Kontschieder, la 

coreografia di Sabine Raffeiner. Josef Lanz: “Commissionando 

quest’opera, abbiamo voluto dare un nuovo impulso alla scena 

musicale locale e mostrare quanto sia ancora attuale Mahler e 

la sua musica”. 

Appuntamento di spicco sarà il concerto di chiusura venerdì 8 

agosto con la “Deutsche Bundesjugendorchester” diretta da 

Jac van Steen. In programma: “Das Lied von der Erde”. 

Giovedì 7 agosto Gaston Fournier-Facio presenterà le nuove 

biografie di Mahler scritte da Donald Michell e Henry-Louis De 

La Grange e l'8 agosto ci introdurrà al concerto di chiusura con 

una conferenza sul Canto della Terra. 

L'Alta Val Pusteria, contenitore musicale 

Come negli anni passati anche nel 2008 i paesi limitrofi di 

Sillian, Villabassa, San Candido e Monguelfo saranno coinvolti 

nella rassegna musicale dobbiacense. Nella suggestiva chiesa di 

S. Maddalena a Villabassa e nel Castello di Heinfels si esibirà 

l’ensemble TriFoglio. 

Mahler a Dobbiaco 

In collaborazione con la “Internationale Gustav Mahler 

Gesellschaft” di Vienna e l'ORF, la radiotelevisione austriaca, si 

terrà la 5a edizione dei Colloqui mahleriani di Dobbiaco (direttore: 

Erich Wolfgang Partsch). Quest’anno il tema trattato 

sarà: “Mahler e la musica del suo tempo”. 

Perché Mahler ha scelto proprio Dobbiaco come soggiorno 

estivo? A questa domanda cercherà di rispondere la 18esima 

edizione del Protocollo Mahler diretto da Attila Csampai. In 

programma, tra l’altro, una conferenza con il rinomato autore, 

nonché esperto mahleriano, Prof. Jens Malte Fischer di Monaco 

di Baviera, e con il Prof. Constantin Floros di Amburgo. 

Di quanta industria culturale ha bisogno la musica? 

Nell’ambito del progetto messo a punto dall'Associazione 

Artisti Sudtirolesi (settore musicale) si cercherà di far luce su 

questo argomento. Il turismo culturale sarà un altro tema 

affrontato sempre nell’ambito di un progetto dell'Associazione 

Artisti Sudtirolesi. 

8

Le Settimane Musicali Gustav Mahler da sempre danno grande 

spazio alla musica contemporanea. L’Associazione Artisti 

Sudtirolesi ha commissionato un’opera alla compositrice 

brissinese Manuela Kerer. Accanto ad un brano di Thomas 

Amann, eseguito per la prima volta in Alto Adige, potremo 

ascoltare la prima esecuzione assoluta dell’opera della Kerer 

con l’Orchestra “WINDKRAFT und Jugendblasorchester des 

IME”, diretta da Kasper de Roo. Un altro appuntamento da 

non perdere è il concerto con i sei percussionisti del conTakt- 

Percussion-Group, che eseguirà opere contemporanee. 

Il Presidente Il direttore artistico 

Hansjörg Viertler Josef Lanz 

9

DOBBIACO | 12.7 - 8.8 / 2008 

Programma


SABATO 

12 LUGLIO 

Pag. 19 

DOMENICA 

13 LUGLIO 

Pag. 29, 35 

LUNEDÌ 

14 LUGLIO 

Pag. 39 

12 

Ore 17.00 Dobbiaco 

Sala Gustav Mahler 

Caroline Melzer, soprano 

Renée Morloc, contralto 

Herbert Lippert, tenore 

Konrad Jarnot, basso 

Coro Bach di Monaco di Baviera 

Bayerisches Symphonieorchester München 

Hansjörg Albrecht, direttore 

Gustav Mahler: Das Klagende Lied 

Ore 16.00 Sillian 

Castello di Heinfels 

Ensemble TriFoglio 

Opere del periodo rinascimentale e barocco 

Ore 21.00 Villabassa 

Chiesa S. Maddalena 




Film in lingua tedesca “Big Alma” (regia: Susanne 

Freund) 

Ore 22.00 

Balletto „Das Lied von der Erde“ secondo Gustav 

Mahler

MARTEDÌ 

15 LUGLIO 

Pag. 47 

MERCOLEDÌ 

16 LUGLIO 

Pag. 57 

GIOVEDÌ 

17 LUGLIO 

Pag. 71 


Sala degli Specchi 

V edizione dei Colloqui mahleriani di Dobbiaco 



„Mahler e la musica del suo tempo“ 

Hiro Kurosaki, violino 

Herbert Lindsberger, viola 

Sebastian Hess, violoncello 

Markus Schön, clarinetto 

Dorothea Seel, flauto 

Christoph Hammer, pianoforte 

Opere di J. Labor, F. Doppler, 

F. Scherber, F. Weingartner, R. Fuchs 



Ex Novo Ensemble 

Direttore A.Caprioli 

Opere di J. Ivens, H. Eisler, 

M. Feldman, C. Ambrosini, M. Kagel 



Nathalie Stutzmann, contralto 

Inger Södergren, pianoforte 

Opere di G. Mahler, F. Schubert 

13


VENERDÌ 

18 LUGLIO 

Pag. 77 

SABATO 

19 LUGLIO 

Pag. 85 

DOMENICA 

20 LUGLIO 

Pag. 95 

14 



XVIII edizione del Protocollo Mahler „Mahler a Dobbiaco“ 



conTakt - Percussion-Group 

Opere di P. Ugoletti, 

J. Cagwin, I. Xenakis etc. 



XVIII edizione del Protocollo Mahler „Mahler a Dobbiaco“ 



Premio discografico 

„Casetta di composizione di Dobbiaco 2008“ 

Ore 21.00 Carbonin 

Vecchia/Casetta di composizione 

Hermine Haselböck, mezzosoprano 

Bernhard Berchtold, tenore 

Markus Vorzellner, pianoforte 

Gustav Mahler: Das Lied von der Erde 



XVIII edizione del Protocollo Mahler 

„Mahler a Dobbiaco“ 

Ore 21.00 San Candido 

Collegiata 

Linda Bsiri, voce recitante 

Michel Godard, tuba, serpent 

Jarrod Cagwin, percussione 

Michel Godard: 

Sous les voûtes le Serpent

MARTEDÌ 

22 LUGLIO 

Pag. 99 

MERCOLEDÌ 

23 LUGLIO 

Pag. 115 

GIOVEDÌ 

24 LUGLIO 

Pag. 119 

DOMENICA 

27 LUGLIO 

Pag. 125 



Organizzazione musicale - 

Di quanta industria culturale ha bisogno 

la musica? 

21.00 Dobbiaco 

Chiesa parrocchiale 

Academia Musica Saeculorum 

Philipp von Steinaecker, direttore 

Johann Sebastian Bach: Cantate 



Cultura - Turismo 

Ore 14.00 

Discussione 


Kultursaal 

G. Berndtsson, soprano 

P. Pranter, clarinetto 

F. Quintabà, pianoforte 

Opere di R. Wagner, R. Strauss, 

G. Mahler, R. Schumann 

Ore 11.00 Monguelfo 

Castello di Welsperg 

Matinée con il complesso „Die Fliegenfänger” 

Ore 21.00 San Candido 

Collegiata 

Ensemble Katharsis 

„Urlicht“ secondo la 2a Sinfonia 

di Mahler 

15


GIOVEDÌ 

31 LUGLIO 

Pag. 129 

SABATO 

2 AGOSTO 

Pag. 135 

MERCOLEDÌ 

6 AGOSTO 

Pag. 145 

GIOVEDÌ 

7 AGOSTO 

Pag. 153 

16 


Chiesa dell'Ospedale della SS. Trinità 

Quartetto Stafflach 

Riccardo Crocilla, clarinetto 

Opere di W. A. Mozart, J. Haydn 



Windkraft, orchestra giovanile di fiati dell'Istituto 

per l'educazione musicale in lingua tedesca e ladina 

Direttore: Kasper de Roo 

Opere di E. Demetz, Th. Amann, 

M. Kerer, H. Berlioz 



Ensemble Polyhymnia 

Coro Buxtehude 

Direttore: Roland Büchner 

J. S. Bach, D. Buxtehude, H. Schütz 



Gaston Fournier-Facio presenta 

le nuove biografie di Mahler 

scritte da Henry-Louis De La Grange 

e Donald Mitchell 






J. S. Bach, D. Buxtehude, H. Schütz

VENERDÌ 

8 AGOSTO 

Pag. 155 

100 anni „Das Lied von der Erde“ 



Gaston Fournier-Facio: 

Introduzione a 




Bundesjugendorchester 

Keith Ikaia-Purdy, tenore 

Gerhild Romberger, contralto 

Direttore: Jac van Steen 

Johannes Brahms: Akademische Festouvertüre in do 

minore op.80 

Detlev Glanert: Theatrum Bestiarum 

Gustav Mahler: Das Lied von der Erde (1908) 

17


18

ore 17.00 

Sabato, 12 luglio 2008 

Dobbiaco, Sala Gustav Mahler Grand Hotel 

Inaugurazione delle Settimane Musicali Gustav Mahler e 

concerto 








Gustav Mahler Das Klagende Lied (versione originale) 

(1860-1911) Waldmärchen 

Der Spielmann 

Hochzeitsstück 

19



Nata a Kronberg im Taunus, il soprano ha ottenuto le prime 

lezioni di violino a sei anni ed è entrata ben presto a far parte 

del coro di voci bianche della Radio dell'Assia. A Mannheim ha 

studiato canto con Rudolf Piernay e a Saarbrücken formazione 

liederistica con Irwin Gage. Ha frequentato corsi di perfezionamento 

con Ulrich Eisenlohr, Cornelius L. Reid, Edith Wiens, 

Christoph Prégardien e Axel Bauni. 

Caroline Melzer ha vinto numerosi premi, ha figurato tra le 

finaliste a diversi concorsi ed ha ottenuto numerose borse di 

studio (Händel-Akademie Karlsruhe 2002, Associazione 

Richard Wagner 2004, Steans Institute for Young Artists, 

Ravinia Festival, Chicago, USA nel 2005). 

Svolge intensa attività concertistica con rinomate orchestre 

quali la Rheinische Philharmonie di Coblenza, Musica ad 

Rhenum Amsterdam, la Kammerphilharmonie Bremen diretta 

da Frieder Bernius, i solisti Bach di Monaco, l'Orchestra 

Sinfonica di Norimberga, l'Orchestra Filarmonica di 

Norimberga, la Staatsphilharmonie Rheinland-Pfalz e si esibisce 

in importanti festival, quali il Festival Nibelungen di Worms, 

il Mozartfest di Würzburg, il Rheingau Musik Festival, ed al 

Festival Herbstliche Musiktage Bad Urach. Ha all'attivo numerose 

registrazioni dal vivo e produzioni per diverse radio 

(SWR, HR). 

Ha cantato parti importanti in opere liriche quali la Donna 

Elvira in „Don Giovanni“ di Mozart, con la quale ha debuttato 

nei maggiori teatri tedeschi (Cottbus, Detmold, Lubecca). Da 

questa stagione la Melzer fa parte della compagnia stabile della 

Komische Oper di Berlino (Donna Elvira, Giulietta in “Hoffmanns 

Erzählungen”, Fiordiligi e Mimì). Si esibisce in serate 

liederistiche con la pianista Anette Fischer-Lichdi. 

20 

Caroline Melzer

Renée Morloc 


Ha studiato canto presso la Scuola Superiore di Musica di 

Stoccarda e presso il Mozarteum di Salisburgo. Come contralto 

ha debuttato al Teatro Nazionale di Mannheim cantando la 

parte di „Erda“ in Siegfried. Dal 1992-96 ha lavorato con 

l'Opera di Stato di Hannover, e dal 1996 fa parte della compagnia 

stabile della Deutsche Oper am Rhein Düsseldorf. Il 

repertorio della cantante spazia dalle parti drammatiche di 

Verdi (Ulrica, Amneris, Azucena, Quickly) a quelle di Wagner 

(Fricka, Erda, Waltraute nel „Ring“ e Brangäne in Tristano e 

Isotta). Nelle opere liriche di Richard Strauss ha interpretato le 

parti di Herodias e Gaea in Daphne e della Amme in „Frau 

ohne Schatten“, nonché la Clittemnestra nell'Elettra. 

Svolge intensa attività concertistica nei maggiori teatri europei 

tra cui la Deutsche Oper Berlin, l'Opera di Stato di Amburgo, 

l'Opera di Stato di Monaco di Baviera, la Semperoper 

Dresden, l'Opera di Francoforte, la Helsinki Opera, il Teatro 

Nazionale di Praga, Madrid, Catania, Tokio etc. 

Nel 2007 ha debuttato al Festival di Salisburgo con la parte di 

Larina in "Onegin" diretta da Daniel Barenboim, regia: Andrea 

Breth. 

Il repertorio concertistico comprende quello delle maggiori 

opere vocali di Gustav Mahler e il repertorio d'oratorio tra cui 

spicca il Requiem di Verdi, nonché la poco eseguita Sinfonia 

“Jeremiah” di Leonard Bernstein, il "Dream of Gerontius" di 

Edward Elgar e il "Deutsches Stück mit Hamlet" di Wolfgang 

Rihm (prima esecuzione assoluta a Francoforte 1998). Ha 

all'attivo numerose registrazioni e produzioni radiofoniche e 

televisive, nonché incisioni su CD tra cui i „Zigeunerlieder“ 

con il pianista Phillip Moll. 

21



Nato a Linz nel 1957, è stato solista nel Coro di voci bianche 

„Wiener Sängerknaben” e si è diplomato alla Scuola Superiore 

di Musica di Vienna. Dal 1990 al 1994 ha fatto parte 

dell'Ensemble di canto della Staatsoper. Nel 2000 ha debuttato 

alla Carnegie Hall di New York con Simon Rattle, che lo ha 

invitato a cantare insieme con i Berliner Philharmoniker. Ha 

cantato inoltre sotto la direzione di Wolfgang Sawallisch, 

Nikolaus Harnoncourt, Franz Welser-Möst, Kent Nagano e 

Fabio Luisi. Con Georg Solti ha partecipato all'incisione di 

opere quali La Creazione di Haydn, Don Giovanni di Mozart, 

Die Meistersinger di Wagner (Grammy Award 1997). Negli 

ultimi anni ha lavorato con Christoph Eschenbach, Riccardo 

Muti, Rafael Frühbeck de Burgos, Gary Bertini, Sir Neville 

Marriner. Diretto da Riccardo Muti, ha cantato a Monaco con 

la Bayerischer Rundfunk e al Festival di Salisburgo con i Wiener 

Philharmoniker. Soprattutto come interprete di ruoli mozartiani, 

si è affermato in importanti teatri europei e oltreoceano: 

Staatsoper di Vienna, Bayerische Staatsoper di Monaco, Royal 

Opera House Covent Garden di Londra, Teatro alla Scala 

Milano, Teatro Colón di Buenos Aires. Ha collaborato, oltre 

che con i Wiener Philharmoniker, in ambito concertistico e 

discografico, con la Deutsches Symphonie-Orchester di 

Berlino, Münchner Philharmoniker, Chamber Orchestra of 

Europe, Orchestre de Paris, Concentus Musicus, Wiener 

Symphoniker, Academy of St. Martin in the Fields, San 

Francisco Symphony e Philadelphia Symphony Orchestra. 

Come liederista, accompagnato al pianoforte da Wolfgang 

Sawallisch, Charles Spencer e Maurizio Pollini, ha cantato al 

Musikverein di Vienna, alla Herkulessaal di Monaco, al Teatro 

Glocke di Brema, alla Philharmonie di Colonia, all'Auditorium 

Parco della Musica di Roma e alla Suntory Hall di Tokyo. 

22 

Herbert Lippert


Konrad Jarnot 

Ha studiato canto con Rudolf Piernay alla Guildhall School of 

Music di Londra e con Dietrich Fischer-Dieskau. 

E' uscito vincitore dal Concorso della televisione tedesca ARD 

del 2000 a Monaco. Da allora è ospite nei maggiori teatri e 

festival internazionali: Royal Albert Hall London, Wigmore Hall 

London, Scottish National Opera, Concertgebouw 

Amsterdam, Savonlinna Hall, Frederic R. Mann Auditorium Tel 

Aviv, Benaroya Hall Seattle, Philharmonie di Berlino, 

Festspielhaus di Baden Baden, Festspielhaus di Salisburgo, 

Gewandhaus di Lipsia, Le Septembre Musicale Montreux- 

Vevey, Yehudi-Menuhin-Festival Gstaad, Rheingau 

Musikfestival, Carinthische Sommer Villach, Festival di 

Merano, La folle journée Nantes, Braunschweiger Classix 

Festival, Bachwoche Ansbach, Elmau Musikfestival, 

Deutschen Mozartfest, Sächsischen Mozartfest, Heidelberger 

Frühling, Herbstlichen Musiktagen Bad Urach, Darmstädter 

Residenzfestspielen, Herrenchiemsee Festspiele, Tutzinger 

Brahmstage, Internationale Orgelwoche Nürnberg, 

Stimmenfestival Lörrach, Musiksommer Eppan, Hohenloher 

Kultursommer, Schwäbischer Frühling, Blaubeurer Blautopf 

Festspiele, Hugo Wolf Akademie Stuttgart und Bachakademie 

Stuttgart. 

Si esibisce con rinomati direttori quali Marcello Viotti, Ulf 

Schirmer, Pinchas Steinberg, Jesus Lopez Cobos, Peter 

Schreier, Karl Anton Rickenbacher,Andrew Parrot, Bruno 

Weil, Helmuth Rilling, Frieder Bernius, Enoch zu Guttenberg, 

Howard Arman, Christoph Poppen, Sir David Willcocks, Ralf 

Gothoni, Martin Turnovsky, Carl St. Clair, Rainer Mühlbach, 

Hubert Soudant e Marco Guidarini e con le maggiori orchestre 

del mondo quali la Israel Philharmonic Orchestra, la 

Symphonieorchester des Bayerischen Rundfunks, la 

Münchener Rundfunkorchester, Mozarteum Orchester 

Salzburg, Belgrade Philharmonic Orchestra, Bayerisches 

23


Staatsorchester, MDR Sinfonieorchester, WDR Sinfonieorchester, 

SWR Sinfonieorchester, Düsseldorfer Symphoniker, 

Hamburger Symphoniker, Nürnberger Symphoniker, 

Münchener Kammerorchester, Württembergisches Kammerorchester, 

Kammerorchester Basel, Orchestra of St. Martin in 

the Fields, Northerns Sinfonia, North West Chamber 

Orchestra, Concerto Köln, Tafelmusik Orchester, BR Chor, 

MDR Chor, Rias Kammerchor e Tölzer Knabenchor. Numerose 

incisioni con ORFEO, OEHMS CLASSICS e NAXOS. 


Hansjörg Albrecht, direttore d'orchestra, organista e clavicembalista, 

figura tra i musicisti più versatili della giovane 

generazione. Dal 1981 al 1991 ha fatto parte del coro della 

Kreuzkirche di Dresda dove frequentò anche i corsi d'organo. 

Seguirono sette anni ad Amburgo dove assunse l'incarico di 

organista assistente presso la Chiesa di San Michele. Ha studiato 

musica liturgica e organo ad Amburgo e a Colonia con 

Gerhard Nickel, organista della Chiesa di San Michele, e con 

Thierry Mechler (Lione). Ha ottenuto una borsa di studio della 

Fondazione Rudolf Mauersberger del Coro della Kreuzkirche di 

Dresda. 

Organista e clavicembalista free lance dal 1998, Albrecht 

svolge intensa attività da organista solista in Germania ed 

all'estero (Israele, Giappone, USA). 

Dall'autunno 2007 Albrecht è direttore ospite stabile del Coro 

Carl-Philipp-Emanuel Bach di Amburgo. Da anni dirige rinomate 

orchestre tra le quali la Bayerische Staatsorchester, la 

Münchner Rundfunkorchester, la Münchener Bach-Orchester, la 

Bayerische Sinfonieorchester München, i Hamburger 

Symphoniker, la Deutsche Staatsphilharmonie Rheinland-Pfalz, la 

Neue Elbland Philharmonie, l'Orchestra da camera "Hamburger 

24 

Hansjörg Albrecht

Solisten" e la Hamburger Barockorchester e si esibisce con 

musicisti di fama quali Sharon Kam, Ruth Ziesak, Peter Seiffert, 

Konrad Jarnot, Roman Trekel e con l'attore Uwe 

Ochsenknecht. 

Nella stagione 2005/2006 Albrecht ha assunto la direzione 

artistica del Coro Bach di Monaco di Baviera. Intensa è la 

collaborazione con il Bach Collegium di Monaco. Con i due 

ensemble è stato ospite dei maggiori festival europei tra i quali 

spicca quello di “Settembre Musica” a Torino. 

Albrecht incide in esclusiva per la OehmsClassics, debuttando 

con successo su CD con trascrizioni per organo tratte dal 

“Ring” di Wagner. Nel 2007 ha inciso il secondo CD con una 

propria versione per organo delle “Goldberg Variationen” di 

Bach. Al 2007 risale anche il CD con opere di J.S. Bach, prodotto 

in collaborazione con un rinomato ensemble di giovani 

solisti. 


Der Münchener 

Bach-Chor 

Fondato nel 1954 da Karl Richter, il Münchener Bach-Chor è 

composto da cantanti non professionisti e si è guadagnato 

un'ottima reputazione a livello internazionale. Dopo la morte 

di Richter nel 1981, Hanns-Martin Schneidt ha assunto la 

direzione del coro nel 1985. Dalla stagione 2005/2006 il nuovo 

direttore artistico del coro è il direttore d'orchestra Hansjörg 

Albrecht. Grande importanza va data alle opere corali poco 

eseguite dei grandi maestri italiani (Rossini), francesi (Berlioz, 

Charpentier) e tedeschi (Schütz, Lechner, Distler) nonché ai 

magnifici oratori di Bach, Mozart, Mendelssohn, Verdi, Brahms 

e Bruckner. Grande è stato il successo riscontrato a Torino nel 

2006 in occasione di “Settembre Musica” con l'esecuzione 

della Passione secondo Matteo diretta da Hansjörg Albrecht. 

Intensa è la collaborazione con il Bach Collegium di Monaco di 

Baviera. Inoltre il Coro Bach di Monaco svolge intensa attività 

25


concertistica con la Bayerische Staatsorchester e, recentemente, 

con la Münchner Rundfunkorchester e la Staatsphilharmonie 

Rheinland-Pfalz nonché con rinomati direttori ospite quali 

Bruno Weil, Ralf Otto, Oleg Caetani e Peter Schreier e solisti di 

fama internazionale quali Chen Reiss, Elisabeth Kulman, 

Christiane Iven, Ingeborg Danz, Markus Schäfer, Konrad 

Jarnot e Roman Trekel. 


La BSM fu fondata nel 1967 su iniziativa dei direttori 

d'orchestra Prof. Philipp Vogler e Florian Erdl, in collaborazione 

con gli ex membri di rinomate orchestre professionali quali 

Andreas Heinig, Felix F. J. Maiwald. L'orchestra si dedica prevalentemente 

alla musica del repertorio sinfonico contrapponendosi 

così alle tendenze di scioglimento riscontrabili nella 

cultura moderna. Vuole dare una dimora musicale stabile ai 

musicisti provenienti da ben dodici nazioni, in modo da potere 

crescere artisticamente insieme a loro. L'orchestra ha debuttato 

nel 2006 in occasione del 75esimo anniversario della 

fondazione della Società Dante Alighieri Monaco di Baviera, 

entusiasmando il pubblico con arie tratte da opere liriche 

italiane. Seguirono concerti a Monaco (Philharmonie am 

Gasteig) e al festival EUROPAMUSICALE 2007. Dal 2008 la 

BSM è l'orchestra ufficiale del Festival ”Ticino Musica” a 

Lugano e con il suo direttore artistico Florian Erdl si propone 

come corpo musicale versatile e di alta qualità, in grado di 

eseguire qualsiasi tipo di musica orchestrale. L'incisione della 

Nona Sinfonia di Beethoven (hANDm records) nel 2007 è 

stata resa possibile dalla casa discografica nonché dallo straordinario 

impegno da parte dei solisti, del coro Pestalozzi con la 

direttrice Andrea Görgner e della Scuola Superiore di Musica e 

Teatro di Monaco. L'orchestra finora non ha attinto a sovvenzioni 

statali e vuole continuare ad agire come associazione 

26 

Bayerisches 

Symphonieorchester 

München

autonoma ed indipendente nel paesaggio culturale tedesco. La 

”Alliance of Donators”, iniziativa tenuta a battesimo da 

hANDm records, mira a trovare investitori attenti a questioni 

culturali, in modo da poter portare avanti questa straordinaria 

impresa anche in futuro. 

Presentazione del programma: 

E' assai noto, ma è doveroso citarlo, il pensiero del maestro 

austro-boemo al riguardo del suo “Das klagende Lied”, allorché 

scrivendone all'amico Max Marschalk ebbe a considerarne 

la rilevanza: «la prima opera nella quale trovai in me stesso il 

vero 'Mahler'». L'opinione del compositore in realtà è stata 

molto dibattuta generando opinioni diverse. Quel che tuttavia 

si può affermare con sicurezza è che si tratta di un'opera fornita 

di tutte le qualità che appartengono soltanto ad un musicista 

straordinariamente talentuoso. 

Questo non fu certamente il parere della commissione del 

Premio Beethoven dinanzi alla quale “Das klagende Lied” fu 

presentato nel 1881; ma in verità sarebbe stato arduo pretendere 

comprensione da un esaminatore del nome di Brahms, 

primario interprete del formalismo. Perché questa composizione 

è all'insegna della complessità, fondandosi oltretutto su 

di un tematismo abbondante, fortemente ispirato 

dall'immaginoso testo, anch'esso firmato dal compositore. Un 

lavoro dunque del tutto originale, vasto, ricchissimo di spunti 

espressivi (in organico voci soliste, coro misto e una ricca 

orchestra) e carico di motivi che più tardi si espanderanno per 

fare del suo sinfonismo il riflesso della ossessione psicoanalitica 

rivolta verso se medesimo. 

Il titolo “Das klagende Lied” pone anche qualche problema ai 

traduttori: “Il Canto del Lamento” è quanto propongono gli 

esegeti francesi, ad esempio. In Italia Quirino Principe ha 

suggerito “Il canto del lamento e dell'accusa”, nell'intenzione, 

condivisibile, di esprimere in sintesi il senso compiuto 

dell'intero lavoro che, occorre chiarire, si sviluppa sul tronco di 

una narrazione poetica, nella quale si uniscono i toni della 

ballata romantica e le brume fumanti di una fiaba arcaica. 

L'argomento, come in tutte le fiabe, ha un sottofondo moralistico: 

si narra di una regina incontentabile che si promette a chi 

27


saprà trovare un raro fiore vermiglio nel bosco. Due fratelli 

avviano la ricerca, uno dei due è premiato dalla fortuna, ma 

l'altro, preso dal demone del desiderio, lo uccide e ne nasconde 

il corpo seppellendolo “sotto foglie e fiori”. Più tardi un 

menestrello ne trova traccia e, inconsapevole, lavora un ossicino 

e ne fa un flauto. Lo strumento lascerà uscire la voce accusatoria 

del fratello ucciso, smaschererà il colpevole e trasformerà 

il banchetto nuziale in un incubo rovinoso. 

A questa narrazione Mahler sposò inizialmente tre parti separate 

e concatenate: “Waldmärchen” (Favola del bosco), “Der 

Spielmann” (Il menestrello) e “Hochzeitsstück” (Festa nuziale) 

diedero vita alla prima versione della partitura, realizzata tra 

l'autunno 1878 (Mahler aveva soltanto 18 anni e viveva a 

Vienna condividendo un appartamento con Hugo Wolf) e il 

1880. Revisioni però seguirono in anni successivi, fino alla 

prima edizione del 1902, priva della prima sezione. 

Pur essendo chiara riuscita della volontà del compositore, 

quest'ultima ha suscitato tuttavia dibattiti, fondati sul fatto che i 

tematismi della partitura non si sviluppano in compartimenti 

stagni, ma sviluppano ramificazioni e citazioni, al pari del testo 

poetico. Perciò la primitiva stesura, recuperata in via definitiva 

a seguito della pubblicazione separata di “Waldmärchen” nel 

1973, ha trovato convintissimi cultori. (a.z.) 

28

ore 16.00 

Domenica, 13 luglio 2008 

Sillian, Castello di Heinfels 


Alice Oskera-Burghardt, canto 

Barbara Aigner, flauti 

Moritz Demer, arpa barocca 

Ospite: Elvira Schlegelmilch, cetra 

Anonymus 

Otro tal misacantano 

Ma julietta 

canto, flauto dolce, arpa, cetra 

Luys Milan 

Romanza 

cetra, canto 

Manuel Garcia 

Cuerpo bueno 

flauto traverso, canto, arpa 

Ludwig Senfl 

Ein Maidlein zu dem Brunnen ging 

Ach Elslein 

flauto dolce, clavicembalo, canto 

Erasmus Widmann 

Tanz Regina 

Tanz Magdalena 

clavicembalo, flauto dolce, arpa, cetra 

Hans Leo Hassler 

Tanzen und springen 

cetra, canto, flauto dolce 

29 

>>


Andreas Hammerschmidt 

Die Kunst des Küssens 

cetra, canto 

Variationen über La folia 

clavicembalo, cetra, arpa, flauto dolce 

Giulio Caccini 

Amarilli 

Con le luce 

Amor chàttendi 

cetra, arpa, flauto dolce, canto, clavicembalo 

Pierre Phalese 

Pavane et Galliarde 

clavicembalo, flauto dolce, arpa, cetra 

George Handford 

But now I rise 

cetra, canto 

Robert Jones 

Sweet Kate 

flauto dolce, arpa, canto, cetra 

Pierre Attaignant 

Tourdion 

flauto dolce, arpa, canto, cetra 

Claudio Monteverdi 

Pur ti miro 

Zefiro torna 

arpa, cetra, faluto dolce, canto 

In collaborazione con „ Tourismusverband Osttirol - 

Region Hochpustertal“ ed il comune di Heinfels 

nonché con „Europa Gesellschaft EG-Konzert www.europa-g.eu“ 

30


Alice Oskera - Burghardt, canto 

Alice Oskera-Burghardt ha studiato danza, pianoforte e violino. 

Si è diplomata in pianoforte con John Strathern al 

Conservatorio Richard Strauss di Monaco, e in canto e canto 

lirico alla Scuola Superiore di Musica e di Teatro di Monaco 

dove ha studiato anche le materie: musica vocale antica, 

gestualità barocca e clavicembalo. Il soprano lirico-leggero ha 

studiato, tra l'altro, con Tanja d'Althann, Lilia Prvdina, Ingeborg 

Bremert, Krisztina Laki, Ana Maria Sanchez, Kurt Widmer, 

Miguel Zanetti, nonché musica antica e gestualità barocca con 

Sharon Weller e con Michael Eberth. Alice Oskera-Burghardt 

svolge intensa attività concertistica e lirica (sempre come 

solista) in Germania ed all'estero. Conosce a perfezione i più 

celebri ruoli per soprano lirico-leggero (Regina della Notte, 

Olympia, Lakmé, Zerbinetta, Violetta, Gilda etc.) ed è 

un'esperta in materia di musica antica e nuova (spesso in collaborazione 

con e sotto la direzione di Roberto Seidel). La 

cantante è stata in tournée in paesi quali Austria, Svizzera, 

Italia, Spagna e gli USA. Ha ottenuto una borsa di studio da 

parte dell'associazione “Deutsche Bühnenverein, 

Landesverband Bayern”. E' membro dell'Ensemble TriFoglio, 

una formazione che si dedica alla musica antica e che si esibisce 

regolarmente in vari castelli e festival in Baviera (p.e. 

Residenzwoche) nonché con 'Live Music Now', associazione 

fondata da Yehudi Menuhin. Dal 2006 non lavora solo come 

cantante, ma dirige anche due cori ed ensemble strumentali 

(opere liriche e oratori) e, per la seconda volta, è stata regista 

della “Tortellinioper” andata in scena al ristorante Tambosi di 

Monaco di Baviera. Alice Oskera-Burghardt ha all'attivo numerose 

incisioni (CD, Soundtrack etc.). Il giovane soprano ha 

vinto per ben due volte il Premio del Festival Liric, Callosa 

dén Sartia (2004 e 2006). In questa stagione concertistica è 

stata ingaggiata come solista oltre 100 volte. 

31



Barbara Aigner ha iniziato a studiare nel 1997 al Conservatorio 

Hermann Zilcher di Würzburg, frequentando la classe di 

pianoforte con W. Arnold e di flauto dolce con J. Engels. Nel 

2002 si è diplomata in pianoforte (con Thomas Hitzelberger) al 

Conservatorio Richard Strauss di Monaco, nel 2003 in flauto 

dolce con Hermann Elsner. 

Ha studiato anche 'Musica antica' con Michael Eberth e flauto 

traverso con Marion Treupel-Franck, ha seguito corsi di perfezionamento 

con Paul Leenhouts e Olga Watts. Insegna pianoforte 

e flauto dolce ed è docente all'Accademia di Pedagogia 

Sociale di Monaco di Baviera. 

32 



Nato nel 1981 a Bad Reichenhall, ha studiato musica popolare 

al Conservatorio Richard Strauss di Monaco con Sepp 

Hornsteiner, arpa con Florian Pedarnig e arpa concertante con 

Ragnhild Kopp-Mues. Insegna alla scuola di educazione musicale 

di Inzell e di Monaco di Baviera. Moritz Demer suona con 

diversi complessi di musica popolare in Baviera, Austria e in 

Alto Adige. 

Elvira Schlegelmilch, cetra 

Ha studiato cetra con Georg Glasl a Monaco di Baviera e con 

Harald Oberlechner a Innsbruck. 

La dimestichezza nell'improvvisare, ottenuta grazie alla collaborazione 

con la violoncellista Birgit Saßmannshaus, l'ha avvicinata 

a vari progetti che oggi sono parte integrante del repertorio 

eseguito con Regina Frank. Le due musiciste improvvisano 

rime tratte da poesie recitate da Elvira Schlegelmilch.

Da alcuni anni Elvira collabora con la madre Christine 

Schlegelmilch, facendo da cornice musicale ai teatri di figura 

della madre e ad altri allestimenti. Dal 2004 è membro di 

Soundmovers, un gruppo di artisti dalle più svariate correnti, 

“esperti” nell'arte dell'improvvisare (p.e. ad esposizioni di 

fronte a quadri o sculture etc). 


Il concerto “Tanzen und springen” (danzare e saltare) propone 

musica d'intrattenimento e da ballo del periodo rinascimentale 

e barocco. Vengono eseguiti brani strumentali e canzoni 

interpretati da Alice Oskera-Burghardt nella tipica gestualità 

barocca. Ascolterete pezzi poco eseguiti oggi, ma molto 

famosi all'epoca (p.e. La Folia, Amarilli). L'Ensemble TriFoglio 

vi porta in viaggio attraverso l'Europa del XV°, XVI° e XIII° 

secolo. 

33


34


ore 21.00 Villabassa, Chiesa S. Maddalena 


Alice Oskera-Burghardt, canto 



Ospite: Elvira Schlegelmilch, cetra 

Heinrich Schütz 

Bone Jesu 

Was betrübst Du Dich meine Seele 

flauto dolce, arpa, cetra, canto 


Jubilet 

canto, arpa 

Pulchra es 

cetra, canto, flauto dolce, arpa 


Die Furcht des Herren 

Erhöre mich 

flauto dolce, canto, arpa 

Antonio Pandolfo Mealli 

Sonata per flauto dolce 

flauto dolce, clavicembalo 

Alessandro Grandi 

Cantabo Domino 

canto, cetra, clavicembalo 

Andreas Hammerschmidt 

Lobe den Herren, meine Seele 

canto, flauto dolce, cetra, arpa 

35 

>>


Antonio Vivaldi 

Sonata per flauto dolce 

flauto, clavicembalo 


Singet dem Herren ein neues Lied 

Es steh Gott auf 

canto, flauto dolce, cetra, arpa 


Et exultavit 

Ave maris stella 

Laudate Dominum 

Exulta, Filia Sion 

canto, arpa, cetra, flauto dolce 

Nell'ambito dei „Kulturzeichen Niederdorf“ 

in collaborazione con l'associazione turistica di Villabassa 

e „Europa Gesellschaft EG-Konzert www.europa-g.eu“ 

36

Biografie a pag. 31 


Questo concerto di musica sacra propone opere di compositori 

italiani e tedeschi. Ascolterete brani tratti da celebri concerti 

di musica sacra e dalle Symphoniae Sacrae di Heinrich 

Schütz. Allo stile di composizione della Germania protestante 

viene contrapposta una selezione di brani virtuosi di Claudio 

Monteverdi, grande compositore italiano di opere liriche. 

Sonate strumentali del Barocco faranno da cornice al programma 

di musica sacra. 

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38

ore 20.00 

ore 22.00 

Montag, 14. Juli 2008 


“Big Alma” Film in lingua tedesca 

(copione/regia: Susanne Freund) 


„Das Lied von der Erde“ secondo Gustav Mahler 

Coreografia: Sabine Raffeiner 

Progetto/regia: Ewald Kontschieder 

Fotografia: Andy Marini 

5 ballerine: Eleonora De Maio, Jessica Mura, 

Sabine Raffeiner, Valeria Told, Nadine Torneri 

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Big Alma 

Questo film documentario ripercorre la vita movimentata di 

Alma Mahler-Werfel (1879 - 1964). 

Alma Maria Schindler, nota anche come Alma Mahler (Vienna, 

31 agosto 1879 - New York, 11 dicembre 1964) è stata una 

compositrice e pittrice austriaca. Una delle donne più importanti, 

attive e vitali del XX secolo. Moglie di Gustav Mahler, di 

Walter Gropius e di Franz Werfel, ed amante di Oskar 

Kokoschka. 

Anna Mahler Schindler nasce a Vienna nel 1879, figlia del noto 

pittore paesaggista Emil Jakob Schindler e di Anna von Bergen. 

Cresciuta in un ambiente artistico molto stimolante, accentuato 

dal secondo matrimonio di sua madre - avvenuto dopo la 

morte del padre nel 1892 - con il famoso Carl Moll, uno dei 

padri fondatori della secessione viennese, Alma ai primi del 

novecento vive una stagione assai vivace, e così sarà per tutta la 

vita. In quegli anni giovanili ha modo di conoscere i più grandi 

artisti della Secessione viennese, fra i quali Gustav Klimt il 

primo dei suoi importanti e numerosi amanti. Aiutata in ciò 

anche dalla sua prorompente bellezza, veniva infatti considerata 

la più bella ragazza di Vienna. Negli anni seguono altri flirt, i 

più importanti dei quali con il direttore teatrale Max Burckhard 

ed il compositore Alexander von Zemlinsky. Subito dopo sarà 

la volta di tre importantissimi matrimoni e diversi figli (alcuni 

morti in tenera età). 

40

Il primo matrimonio: il musicista 

E' nel 1902 che nella vita di Alma irrompe il suo primo importante 

capitolo. Il 9 marzo infatti va in sposa al famoso compositore 

Gustav Mahler già direttore dell'Opera di Stato di Vienna 

e di vent'anni più vecchio. Alma darà a Gustav due figlie: Maria 

Anna (1902-1907) morta giovanissima di polmonite, e Anna 

(1904-1988) che più tardi diverrà una famosa scultrice e seguirà, 

superandola, le orme della madre, sposandosi per ben 

cinque volte. Di questi anni è il tentativo di Alma di dedicarsi 

alla composizione musicale, tuttavia gli impegni familiari e un 

certo fastidio da parte del più famoso marito Gustav Mahler le 

impediscono di proseguire con successo e costanza in questo 

intento, obbligandola al ruolo un po' conformista per una 

donna esuberante come lei di buona mamma e buona moglie. 

Iniziano quindi per Alma anni difficili condizionati molto anche 

dalla morte prematura della sua primogenita Maria Anna. Il suo 

matrimonio attraversa quindi una severa crisi, condizionato fra 

le altre cose anche da una forte infatuazione che Alma vive in 

quei periodi per un giovane brillante architetto prussiano, 

Walter Gropius, il futuro notissimo fondatore del Bauhaus. Il 

marito si accorge presto di questa nuova e difficile situazione, e 

con non poca ipocrisia finge stavolta di interessarsi ai lavori 

musicali della moglie che pur tuttavia giudica modesti. E' anche 

nota una visita consulto (ai primordi della psicanalisi) che 

Gustav Mahler ebbe in quei giorni con il dottor Sigmund Freud 

a causa delle turbolenze emotive che questa crisi gli provocava. 

Alma e Gustav Mahler successivamente si spostarono 

quindi a New York, dove Mahler grazie alla sua fama, venne 

ingaggiato come direttore d'orchestra. Ed è lì che nel febbraio 

1911 il compositore austriaco si ammala gravemente ed è 

costretto a fare ritorno a Vienna dove spirerà in maggio 

lasciando Alma vedova ed in compagnia della seconda figlia 

Anna. 

Il secondo matrimonio: l'architetto 

Alma, dopo una focosa parentesi vissuta con il pittore espressionista 

Oskar Kokoschka, sposò Walter Gropius nel 1915 

durante una licenza militare dal fronte del grande architetto 

tedesco. Insieme i due ebbero una prima figlia cui diedero il 

nome di Manon, purtroppo la ragazza, malata di poliomielite 

morì nel 1935 a soli 18 anni, e per Alma fu la seconda volta che 

le capitò questa disgrazia. Pareva che il famoso ciclo di lied 

mahleriani detti Kindertotenlieder si fosse verificato anche alla 

sua famiglia. L'amico e compagno Alban Berg per ricordare la 

povera Manon, compose un concerto per violino cui pose 

41


l'intestazione: "in memoria di un angelo". Mentre si trovava 

incinta nuovamente (il secondo figlio di Gropius, Carl Martin 

nacque pure gravemente malato e morì a dieci mesi di vita), 

Alma ebbe modo di conoscere il poeta praghese Franz Werfel, 

con il quale iniziò presto una nuova relazione, che provocò nel 

1920 il divorzio definitivo da Walter Gropius. 

Il terzo matrimonio: lo scrittore 

Alma, dopo avervi convissuto per quasi dieci anni, sposa il suo 

terzo e ultimo marito Franz Werfel nel 1929, il secondo di 

origine ebraica dopo Gustav Mahler. L'avvento del nazismo e la 

successiva annessione del loro paese, costringe i due sposi a 

fuggire dall'Austria verso la Francia nel 1938, e da lì, poco 

dopo, a causa dell’occupazione tedesca del paese transalpino 

nel 1940, sono costretti con una fuga roccambolesca attraverso 

i Pirenei a raggiungere la Spagna prima, il Portogallo poi e 

successivamente gli Stati Uniti, prima a New York e poi a Los 

Angeles. Qui Franz Werfel, scrittore di successo, comporrà 

diversi tra i suoi migliori lavori fra cui "Una scrittura femminile 

azzurro pallido" . Collaborerà anche con i maggiori studi 

cinematografici hollywoodiani e da alcuni suoi lavori verranno 

pure tratti dei film. Seri problemi cardiaci dovuti in buona parte 

all'esilio forzato saranno fatali al terzo marito di Alma che infatti 

morirà per un infarto il 26 agosto del 1945, lasciandola vedova 

per la seconda volta. Alma rimarrà negli USA, divenendo anche 

cittadina americana nel 1946. Passerà gli ultimi anni della sua 

vita fra Los Angeles e New York, dove morirà il giorno 11 

dicembre del 1964. 

I matrimoni mancati 

Dopo la morte di Gustav Mahler, Alma non cercò subito il suo 

antico fidanzato Walter Gropius, anzi negli anni 1912-1914 

ebbe la sua più tormentata e tumultuosa esperienza sentimentale 

per il giovane pittore Oskar Kokoschka, che pure completamente 

perso in questo turbine amoroso, creò alcune fra le 

sue opere più importanti: “La sposa del vento”. A testimonianza 

un po' incredibile della passione travolgente che i due vissero, 

si narra di un curioso episodio. Quando Alma uscì definitivamente 

dalla vita dell'artista, il depresso e possessivo Oskar 

Kokoschka, per alimentare il suo inconsolabile ricordo, creò e 

convisse per lungo tempo con una curiosa bambola con le 

fattezze di Alma. Ricordiamo infine la forte amicizia che legava 

Alma Mahler ai componenti della scuola dodecafonica viennese, 

Arnold Schönberg e soprattutto Alban Berg. 

(Da Wikipedia) 

42

Das Lied von der Erde 

Sabine Raffeiner 

Sabine Raffeiner (coreografa), nata a Merano, formazione in 

danza classica e contemporanea, modern e jazz dance, lavora 

come coreografa per l'ass. s.d. Scuola di balletto Arabesque di 

Merano e diverse associazioni swl burgraviato. Dal 2006 

collaborazione con teatrodanza Muspilli, nasce "Karuna - 

Omaggio ad Erich Fromm"). 

Ewald Kontschieder 

Ewald Kontschieder (autore/regia, Merano) lavora come 

autore e operatore culturale per il teatrodanza, il cinema e la 

musica. Tanztheater- und Theaterstücke u.a. Attar (1999), 

"Une soiree avec Monsieur Eric Satie" (2003), "Il viaggio di 

Muspilli in Danzania" per bambini (2004), "herzstück. schreckliche 

liebeslieder" (2005), "Karuna" (2006) 

Eleonora De Maio 

Eleonora De Maio (ballerina) attualmente laureanda in giurisprudenza 

presso l'Università degli Studi di Trento. Dal 1985 

studia danza classica con Maria Pia Saltern ed Irmtraud Filippi, 

dal 2002 studia modern-jazz con Sabine Raffeiner, dal 2005 

danza contemporanea e teatro danza con Martina Marini 

presso la scuola di danza Arabesque. Dal 2007 è parte del 

gruppo "Tanzschmiede-Fucinadanza", diretto da Martina Marini. 

Andreas Marini 

Andreas Marini (fotografia, Merano) vive e lavora a Merano e 

esplora con la sua macchina fotografica paesaggi della terra. 

43


Jessica Mura 

Jessica Mura (ballerina) inizia con la ginnastica artistica, per 

approdare poi nel 1994 al Modern Jazz. Dal 1999 al 2004 segue 

corsi di danza Jazz e danza moderna nelle scuole "Arte Danza" 

e "Opus Ballet" di Firenze. Dal 2006 segue corsi di Modern Jazz 

(Sabine Raffeiner) e danza moderna (Martina Marini). A partire 

dal 1994 ripetute partecipazioni a rappresentazioni del 

gruppo Muspilli (La luce dalla parte opposta della terra, Alle 

acque di Babele, Aquatica, Karuna). Altre collaborazioni: 

"Ekstatischer Tanz" Symphonic Winds (1998), "Amore, 

Amore" Rudi Giovannini (2000), "Ganz Unten" di Martina 

Marini al Festival di danza Alps Move (2007). 

Valeria Told 

Valeria Told (ballerina) studia letterature comparate ed economia 

e commercio all'università di Innsbruck. Nel 2006 organizza 

il festival di danza Alps Move. Fin da bambina frequenta corsi 

di danza classica, moderna e contemporanea alla scuola di 

danza Arabesque. Nel 2006 e 2007 partecipa alle produzioni 

"Karuna" e "Il canto della terra" del teatrodanza Muspilli. 

Nadine Torneri 

Nadine Torneri (ballerina) sta frequentando scienze della 

comunicazione all'Università di Bolzano. A 4 anni il primo 

contatto con il mondo della danza e con quello dello sport. 

Infatti frequenta il suo primo corso di balletto classico e ginnastica 

artistica. A sei anni invece intraprende la strada 

dell'agonismo con il pattinaggio artistico su ghiaccio che la 

impegnerà per 10 anni. Nel frattempo tramite una sua coreografa, 

Sabine Raffeiner, si riavvicina al mondo della danza. Dal 

2001 studia modern-jazz con Sabine Raffeiner e dal 2005 

danza contemporanea con Martina Marini. Nel 2006 e 2007 

partecipa alle produzioni "Karuna" e "Il canto della terra" del 

teatrodanza Muspilli. 

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Coreografia: Sabine Raffeiner 

Progetto/Regia: Ewald Kontschieder 

Fotografia: Andy Marini 

Ballerine: Eleonora De Maio, Jessica Mura, Sabine Raffeiner, 

Valeria Told, Nadine Torneri 

Produzione: Muspilli 2007 

Breve riassunto 

100 anni fa nel 1908 nasce a Dobbiaco uno dei capolavori di 

Gustav Mahler "Il canto della terra", una sinfonia con canto. A 

quest'opera - meglio al 6° tempo "L'Addio" - è dedicata la 

produzione di Teatrodanza Muspilli di Merano. Sabine 

Raffeiner oltre a curare la coreografia sarà anche in scena 

insieme alle ballerine Eleonora De Maio, Jessica Mura, Valeria 

Told e Nadine Torneri. Ewald Kontschieder ha creato il progetto 

e accompagnato l'elaborazione dello spettacolo come 

regista. La danza sarà affiancata da fotografie di Andi Marini che 

mostrano paesaggi naturali. 

Descrizione 

Opera più personale tra quelle sinfoniche create da Gustav 

Mahler nel 1908 a Dobbiaco, “Il canto della terra” costituisce 

spunto e base per il presente lavoro coreografico. Mahler 

vedeva se stesso come “cantautore della natura”. Il lavoro 

coreografico-drammaturgico parte da molteplici temi e motivi, 

in parte direttamente deducibili dalla sinfonia e dal testo 

originariamente scritto in cinese (i quattro versi finali sono stati 

composti da Mahler personalmente): 

• Il motivo del lasciare andare, dell'addio 

• il motivo del cammino (l'uomo come pellegrino nel 

mondo), l'anima quale viaggiatrice attraverso la vita 

• la minaccia della natura e dell'ambiente da parte 

dell'uomo 

La coreografia mette in scena i propri contenuti in contrappunto 

ad immagini proiettate sullo schermo. Mentre attraverso la 

danza si tematizzano “cammino, addio, viaggio attraverso la 

vita”, con la sequela di immagini si conduce lo spettatore ad 

una lettura associativa ed attuale. Le immagini mostrano 

paesaggi naturali fotografati in gran parte dal fotografo Andi 

Marini (altre da N. Dejori, E. Kontschieder, DVD della proiezione 

Martin Reifer). 

Il lavoro sull'opera di Mahler è stato approfondito in estate 

45


2007 da uno laboratorio di teatrodanza con la coreografa 

trentina Natascia Belsito. Il lavoro è la seconda collaborazione 

di Muspilli con le giovani ballerine della scuola di danza classica 

Arabesque di Merano. 

46

ore 15.00 

ore 17.00 

ore 21.00 

Martedì, 15 luglio 2008 

5a edizione dei Colloqui mahleriani di Dobbiaco 

“Mahler e la musica del suo tempo” 

In collaborazione con la „Internationale Gustav Mahler 

Gesellschaft“ (in lingua tedesca con traduzione simultanea) 

Dobbiaco Sala degli Specchi Grand Hotel 

Bernhard Trebuch: Zur historischen Entwicklung 

der “Wiener Oboe” und des “Wiener Hornes” 

Erich Wolfgang Partsch: 

Gustav Mahler - “historisch” aufgeführt? 

Bernhard Trebuch/Erich Wolfgang Partsch (conduttore): 

Mahler e la musica del suo tempo, con interventi ed esempi 

musicali di Hiro Kurosaki (violino), Klaus Lienbacher (oboe) 

e Georg Sonnleitner (corno) 

Dobbiaco Sala degli Specchi 

Bernhard Trebuch: Authentische Mahler-Einspielungen heute 

Discussione 


“La musica all'epoca di Mahler” 






Christoph Hammer, pianoforte 

47 

>>


Josef Labor Quintetto in re maggiore op.11 (1902) 

(1842-1924) per clarinetto, violino, viola, violoncello 

e pianoforte 

Allegro 

Allegretto grazioso 

Quasi Fantasia 

Tema con Variazioni 

Franz Doppler Fantaisie sur un motif de Beethoven op.43 

(1821-1883) 

Robert Fuchs da „Sieben Fantasien“ op. 57 

(1847-1927) per violino, viola e pianoforte 

Ferdinand Scherber Sonata in la maggiore (1912) 

(1874-1944) per flauto e pianoforte 

Allegro molto 

Andante 

Walzer 

Moderato 

Felix Weingartner Quintetti in sol minore op. 50 (1911) 

(1863-1942) per clarinetto, violino, viola, violoncello 

e pianoforte 

Allegro non troppo, ma con brio 

Tempo di minuetto, molto moderato 

Adagio 

Allegro molto 

In collaborazione con ORF Ö1 (CD-Produktion Edition Alte Musik) 

48

Dr. Erich 

Wolfgang Partsch 

Prof. Erich Wolfgang Partsch 

Nato a Vienna nel 1958, ha studiato musicologia e pedagogia 

all'Università e chitarra al conservatorio della sua città natale. 

Dal 1981 lavora nel campo della ricerca (su Franz Schubert), 

nel 1983 si laurea, nel 1987 è co-fondatore e fino al 1990 

collaboratore scientifico dell'Istituto Internazionale Franz 

Schubert. Dal 1988 collabora con l'Istituto Anton Bruckner di 

Linz, dal 1990 con l'Accademia Austriaca delle Scienze, dal 

2006 ricerca su Bruckner. Dal 1996 è presidente della 

Internationale Gustav Mahler Gesellschaft (redattore della 

pubblicazione “Mahler-Forschung”). Titolare di una cattedra 

di musicologia e germanistica all'Università di Vienna. Dal 1996 

collabora all'allestimento di diverse mostre (Bruckner, Mahler, 

musica del periodo gotico); svolge intensa attività di relatore in 

Austria ed all'estero ed ha all'attivo oltre 120 pubblicazioni. 

Dr. Bernhard Trebuch 

Nato a Klagenfurt. Dopo la maturità si trasferisce a Vienna a 

studiare. Ma che cosa studiare? Per sicurezza si è iscritto 

all'Università, Scuola Superiore di Musica ed Arti Figurative ed 

all'Accademia delle Belle Arti. Ha studiato con Josef Mertin, 

Bruce Dickey, Holger Eichhorn, René Clemencic (strumenti 

storici). 

Successivamente si trasferisce a Innsbruck a studiare con 

Rudolf Tutz (riproduzione di strumenti a fiato in legno storici). 

Dopo due anni felici trascorsi a Innsbruck ritorna a Vienna 

dove si laurea in filosofia nel 1986. Per non dover lavorare e, 

ovviamente, anche per interesse inizia a studiare psicologia a 

Vienna. Questo studio viene interrotto da un evento che 

lascerà le sue tracce: alla radio Österreich 1 ogni domenica si 

trasmetteva un programma con musica barocca. Furono 

trasmesse incisioni stravecchie annunciate in modo completa- 

49


mente sbagliato. Trebuch ne rimase scosso e si offrì di prestare 

all'ORF la propria raccolta discografica con incisioni attuali. Da 

quel momento è produttore e moderatore di musica antica 

presso la radio austriaca. 

Dal 1989 al 2003 titolare di una cattedra di Arti Figurative 

all'Università ed al Conservatorio di Vienna. 


Nato a Tokyo, cresciuto a Vienna, attualmente vive a Valencia 

in Spagna. Ha studiato violino diplomandosi con lode (Prof. 

Franz Samohyl) a Vienna presso la Scuola di Musica e di Arti 

Figurative, ha frequentato corsi di perfezionamento con 

Nathan Milstein. Ha studiato anche architettura e storia 

dell'arte all'Accademia delle Belle Arti di Vienna. 

Hiro Kurosaki ha vinto due premi importanti: quello del concorso 

di violino “Henryk Wienawski” in Polonia e quello di 

“Fritz Kreisler” di Vienna. Svolge intensa attività concertistica 

con prestigiose orchestre quali la Royal Philharmonic 

Orchestra di Londra, la Staatskapelle Dresden, i Wiener 

Symphonikern la Mozarteum Orchester Salzburg. 

Da anni lavora intensamente con René Clemencic, Jordi Savall 

e William Christie (violino barocco e esecuzione musicale con 

strumenti storici). 

Come solista e violino concertante dell'orchestra "Les Arts 

Florissants" - Parigi, "Cappella Coloniensis" del WDR Köln 

nonché degli ensemble "London Baroque" e "Clemencic 

Consort", Hiro Kurosaki si esibisce in concerto in diversi paesi 

europei e in Giappone, USA ed Australia. Inoltre è ospite di 

festival di fama internazionale. Con Linda Nicholson al forte 

piano ed il "London Fortepiano Trio" Hiro Kurosaki ha curato il 

repertorio della musica da camera classica e romantica. 

Titolare della cattedra di violino barocco ed esecuzione musicale 

con strumenti storici presso l'Università di Musica e di Arti 

50 

Dr. Bernhard Trebuch

Hiro Kurosaki 

Figurative di Vienna. Dal 2005 insegna anche al Real 

Conservatorio di Madrid (violino barocco). 


Accanto al repertorio classico romantico Lindberger si occupa 

anche del confronto tra musica antica e musica contemporanea. 

Svolge attività concertistica con vari ensemble quali 

l'Österreichische Ensemble für Neue Musik, il Quartetto 

Stadler, il Clemencic Consort, la Wiener Akademie ed il 

Concentus Musicus, e si esibisce con Hiro Kurosaki e Linda 

Nicholson. 

Direttore artistico dal 2002 al 2007 dei concerti estivi di 

Kitzbühel. Dirige corsi di musica da camera a Neuberg, 

all'Accademia Chigiana ed all'Università di Goiania in Brasile. 

Si è laureato all'Università Mozarteum di Salisburgo discutendo 

una tesi su Anna Magdalena Bach (una svista o variazione 

prevista/ Die Sechs Suiten für Violoncello solo von Johann 

Sebastian Bach (BWV 10071012). 


Herbert Lindsberger 

Collabora con i maggiori compositori contemporanei quali 

Moritz Eggert, Jörg Widmann, Rodion Shchedrin, Mikis 

Theodorakis e Hans Werner Henze nonché con prestigiosi 

ensemble e direttori quali il Quartetto Henschel, il Quartetto 

Panocha, Wolfgang Sawallisch, Eugene Istomin, Rodion 

Shchedrin, Yuri Bashmet, Pierre Amoyal, Thomas Riebl, Ana 

Chumachenco, con i cantanti Thomas Hampson e Christoph 

Prégardien e, da poco in trio, con Benjamin Schmid e Ariane 

Haering. 

Svolge intensa attività concertistica come solista e musicista da 

camera a rinomati festival tra cui Aldeburgh, Schleswig 

51


Holstein Festival, Salzburger Osterfestspiele, Rheingau Musik 

Festival, Cantiere di Montepulciano, Klavier Festival Ruhr, 

World Cello Congress, Innsbrucker Festwochen, Ruhr 

Triennale nonché come solista con orchestre di fama quali la 

Bayerische Staatsorchester, NDR, i Bamberger Symphonikern, 

i Moscow Soloists e la Akademie für alte Musik Berlin. 

Ha all'attivo numerose registrazioni con varie stazioni televisive 

e radiofoniche ed ha pubblicato una serie di CD per le case 

discografiche Wergo/Intuition, Arte Nova/BMG, Naxos, 

Philips Classics, Koch Classics, Orfeo, Harmonia Mundi 

France. 

52 

Sebastian Hess 


Markus Schön 

Ha fatto parte della Bundesjugendorchester e della Junge 

Deutsche Philharmonie e dal 1997 si esibisce con rinomate 

orchestre quali la Deutsche Kammerphilharmonie Bremen, la 

Scottish Chamber Orchestra e la Mahler Chamber Orchestra. 

Grande è il suo interesse per la musica contemporanea. Ha 

collaborato con l'ensemble recherche, il Klangforum 

Heidelberg e con il Kammerensemble für Neue Musik di 

Berlino. Dal 2005 si dedica ad esecuzioni musicali con il clarinetto 

storico. 

Svolge intensa attività concertistica come solista e con rinomate 

orchestre quali la Bayerische Staatsorchester ed ha vinto 

numerosi premi tra cui nel 1999 il Concorso Mendelssohn a 

Berlino. Dal 2003 primo clarinetto nell'orchestra della 

Bayerische Staatsoper e ospite di orchestre quali la 

Symphonieorchester des Bayerischen Rundfunk, la 

Concertgebouw-Orchester Amsterdam ed i Berliner 

Philharmoniker.


Dorothea Seel 

Flauto solista in vari ensemble ed orchestre quali The English 

Concert, The Orchestra of the Age of Enlightenment, The 

New London Consort, Hanover Band, London Baroque e 

London Classical Players dirette da Simon Rattle, Roger 

Norrington, Trevor Pinnock, Renee Jacobs. 

Come solista ha effettuato tournee negli USA (Lincoln Center 

di New York), in Giappone, Nuova Zelanda, Israele e nei 

maggiori paesi europei. Ospite a rinomati festival quali i 

Salzburger Festspiele, Bregenzer Festspiele, Händelfestspiele 

Göttingen, Mostly Mozart New York, South Bank Center, 

Proms, Ansbacher Bachwochen, Rheingau Festival etc. 

Dal 2001 al 2006 ha suonato nell'ensemble Musica Antiqua 

Köln diretta da Reinhard Goebel. 

Dal 2007 Dorothea Seel fa parte della Münchner Hofkapelle, la 

Neue Orchester Köln, la Ludwigsburger Festspielorchester. 

Nel 2008 è stata invitata dall'Orchestra da Camera di Monaco 

quale esperta di flauti in legno. Nel 2008 l'etichetta dell'ORF- 

Label Edition Alte Musik pubblicherà un programma romantico 

con il pianista Christoph Hammer. 

Si dedica con grande interesse alla riscoperta di flauti storici 

dell’ Ottocento. 

Christoph Hammer, 

forte piano e direttore 

Dal 1989 rivolge la propria attenzione agli strumenti storici a 

tastiera, specialmente al forte piano. 

E' tra i più importanti interpreti internazionali di questo strumento. 

Lavora regolarmente con diversi complessi e con 

solisti rinomati. 

Nel 1983 ha vinto il primo premio al concorso “Jugend musiziert” 

(organo). Nel 1983 ha iniziato a studiare organo alla 

53


Scuola Superiore di Musica di Monaco nonché germanistica e 

musicologia all'università di Monaco ed alla University of 

California a Los Angels. Ha vinto una borsa di studio della 

Fondazione Maximilianeum di Monaco e della “Studienstiftung 

des Deutschen Volkes”. 

Dal 1996 è direttore dell'orchestra barocca “Neue Hofkapelle 

München” con la quale ha realizzato registrazioni ed incisioni 

CD per l'etichetta ORF Edition Alte Musik. 

Oltre a numerose registrazioni per le stazioni radio della 

Baviera, dell'Assia, della Renania settentrionale, della Vestfalia 

ed austriache, ha realizzato numerose incisioni con diverse 

case discografiche. 

Insegna alla Scuola Superiore di Musica di Monaco, tiene 

numerose conferenze ed è ospite di rinomati festival internazionali 

quali il Festival de Piano International de Roque 

dÁntheron, Tage Alter Musik Herne, Barockpfingstfestival 

Melk, Barockfestspiele Arolsen. 

54 

Christoph Hammer


Franz Anton Doppler è nato in Polonia nel 1821 dove prese 

le prime lezioni di oboe dal padre. All'età di 18 anni diventa 

primo flauto all'Opera di Pest e nel 1858 primo flauto e direttore 

della Opera di corte di Vienna. Professore di flauto al 

Conservatorio di Vienna, grande amico di Franz Schubert. Ha 

composto numerose opere tra cui concerti per flauto e flauto 

solo. Con suo fratello si è recato numerose volte in tournée in 

vari paesi europei, riscontrando grande successo. Muore nel 

1883 a Baden nei pressi di Vienna. 

Robert Fuchs è nato nel 1847 in Stiria. All'età di 18 anni si 

trasferisce a Vienna e studia composizione con Otto Dessoff. 

Dal 1875 al 1912 titolare di una cattedra di teoria al 

Conservatorio di Vienna. Tra i suoi allievi troviamo nomi di 

spicco quali Mahler, Strauss, Korngold, Schreker e Zemlinsky. 

In Johannes Brahms trovò un amico e sostenitore. Ha scritto 

numerose opere quali le straordinarie serenate per orchestra, 

opere liriche e innumerevoli brani di musica da camera. Solo 

recentemente sono state riscoperte le sue composizioni e 

rese accessibili in edizioni moderne. 

Josef Labor è nato in Boemia nel 1842. Diventò cieco quando 

da bambino si ammalò di vaiolo. All'Istituto per Ciechi di 

Vienna ricevette la formazione scolastica ed al conservatorio 

quella musicale. Come pianista ottenne grande successo in 

Europa, nel 1865 assunse l'incarico di pianista da Camera alla 

corte della casa reale di Hannover. Nel 1866 tornò a Vienna 

dove fu insegnante di pianoforte di Paul Wittgenstein e di 

Schönberg. 

Delle composizioni di Labor oggi si conoscono quasi solo le 

sonate per organo anche se, su suggerimento di Wittgenstein, 

già nel 1912, la maggior parte delle opere di musica da camera 

furono stampate dalla casa editrice Universal Edition. Il quintetto 

che ascolterete questa sera è del 1902. 

Ferdinand Scherber, nato nel 1874 a Vienna, ha studiato 

giurisprudenza e filosofia. Dal 1901 al 1912 ha lavorato per la 

biblioteca di corte austriaca e dal 1910 al 1912 fu a capo della 

raccolta musicale annessa. Dopo il 1912 diventa scrittore e 

compositore free lance. Rinomato critico e saggista nel campo 

della storia della musica e della cultura. La sonata che ascolterete 

questa sera è stata pubblicata a Vienna nel 1912. 

55


Felix Weingartner, nato nel 1863, ha studiato a Graz, Lipsia e 

a Weimar con Franz Liszt. E'stato allievo di Carl Reinecke. Ha 

lavorato sia come direttore d'orchestra che come direttore 

artistico, oltre ad essere compositore e scrittore. 

Weingartner occupava già posizioni di direzione di rilievo a 

Mannheim e Berlino quando nel 1908 Mahler gli affidò la 

direzione dell'Opera di Stato di Vienna per un periodo di tre 

anni. Dal 1908 al 1927 ha diretto l'Orchestra Filarmonica di 

Vienna e dal 1919 al 1924 è stato direttore dell'Opera 

Popolare di Vienna. Nel 1927 si trasferisce in Svizzera. Torna a 

Vienna nel 1935 per dirigere fino al 1936 l'Opera di Stato di 

Vienna. Weingartner ha lavorato anche ad Amburgo, Boston, 

Monaco di Baviera e a Basilea. 

Weingartner ha scritto numerose composizioni (opera lirica, 

sinfonie, lieder e musica da camera), ma le sue opere oggi 

vengono eseguite solo raramente. 

Come direttore d'orchestra con la sua tecnica limpida ed 

elegante ha influenzato generazioni di musicisti. Il Quintetto 

op. 50 è del 1911. 

56

ore 21.00 

Mercoledì, 16 luglio 2008 


Concerto - Conferenza - Film 


Alvise Vidolin, Live Electronics 

Peter Ghirardini, tecnico del suono 

Alberto Caprioli, direttore e moderatore 

Joris Ivens “Regen” (1929) 

Film muto (Olanda, 1929); 

Copione: Joris Ivens, Mannus Franken; 

Regia: Joris Ivens; 

con soundtrack originale: 

Hanns Eisler Vierzehn Arten den Regen 

zu beschreiben op. 70 (1941) 

Variazioni per flauto, clarinetto, violino, 

viola, violoncello e pianoforte 

Morton Feldman The Viola in My Life 1 (1970) 

per flauto, clarinetto, violino, viola, 

violoncello, pianoforte e percussione 

C. Ambrosini Videosonata (1979) 

Milan Adamèiak Genug (2008) prima esecuzione assoluta 

per voce recitante, flauto, clarinetto, 

violino, viola, violoncello, pianoforte 

e percussione 

voce recitante: Milan Adamèiak 

57 

>>


Mauricio Kagel Ludwig van 

Film (Germania, 1969) 

Copione e regia: Mauricio Kagel; 

Musica: Ludwig van Beethoven, 

Mauricio Kagel; 

Produzione: Ifge-Filmproduktion, 

Wiesbaden; WDR, Köln. 

con soundtrack originale: 

Mauricio Kagel Ludwig van (1969) 

Per strumenti e Live Electronics 

58



Nato nel 1979 a Venezia dalla collaborazione tra un gruppo di 

musicisti ed il compositore Claudio Ambrosini, L'Ex Novo 

Ensemble rappresenta ormai una realtà di riferimento nel 

panorama internazionale della musica nuova. La continuità del 

lavoro comune, la coerenza artistica e professionale hanno 

consentito al gruppo di acquisire un carattere, un "suono" che 

gli sono riconosciuti dal pubblico e dalla critica dei principali 

festival e rassegne europei. 

L'impegno portato nell'approfondimento del linguaggio musicale 

contemporaneo è in seguito divenuto punto di partenza 

per la rilettura del repertorio classico e particolarmente 

d'alcune pagine affascinanti, destinate ad organici rari e tuttora 

poco note. 

Da mettere in rilievo le molte prime esecuzioni assolute di 

lavori dedicati all'Ex Novo Ensemble, presentati al pubblico 

anche attraverso la registrazione di produzioni e concerti per 

le maggiori radio europee. 

Significativo infine il contributo alla diffusione della musica da 

camera del Novecento storico italiano testimoniato dalla 

prolungata collaborazione con importanti case discografiche. 

http://www.exnovoensemble.it 

Alvise Vidolin, Live Electronics 

Alvise Vidolin nasce a Padova nel 1949, dove compie studi 

scientifici e musicali. È docente di Musica Elettronica presso il 

Conservatorio "Benedetto Marcello" di Venezia. 

Collabora dal 1974 con il Centro di Sonologia Computazionale 

(C.S.C.) dell'Università di Padova partecipando alla sua fondazione, 

svolgendo attività didattica al corso di Sistemi di 

Elaborazione per la Musica della Facoltà di Ingegneria e di 

ricerca nel campo della composizione assistita 

59


dall'elaboratore, ed è tutt'ora membro del direttivo. 

Co-fondatore nel 1981 della Associazione di Informatica 

Musicale Italiana (AIMI) ne ha assunto la presidenza nel triennio 

1988-1990 ed è tutt'ora membro del direttivo. Dal 1977 ha 

collaborato in varie occasioni con la Biennale di Venezia, 

soprattutto in veste di responsabile del Laboratorio permanente 

per l'Informatica Musicale della Biennale (LIMB), realizzando 

importanti manifestazioni fra cui la International 

Computer Music Conference 1982 e la mostra storica Nuova 

Atlantide: il continente della musica elettronica 1900-1986. 

Dal 1990 collabora con la Sezione di Musica Contemporanea 

della Civica Scuola di Milano con corsi e seminari sulla musica 

elettronica e informatica. Dal 1992 al 1998 ha collaborato con 

il Centro Tempo Reale di Firenze come responsabile della 

produzione musicale. È inoltre membro del comitato scientifico 

del GATM (Gruppo di Analisi e Teoria Musicale) e del comitato 

scientifico dell'Archivio Luigi Nono. 

Ha curato la realizzazione elettronica e la regia del suono di 

molte opere musicali collaborando con diversi compositori fra 

cui Claudio Ambrosini, Giorgio Battistelli, Luciano Berio, Aldo 

Clementi, Wolfango Dalla Vecchia, Franco Donatoni, Adriano 

Guarnieri, Luigi Nono, Salvatore Sciarrino, e curandone 

l'esecuzione in teatri e festival internazionali. 

Ha pubblicato lavori di carattere scientifico e divulgativo, e 

tenuto numerose conferenze sui rapporti fra musica e tecnologia. 

Svolge inoltre attività di ricerca studiando le potenzialità 

compositive ed esecutive offerte dai mezzi informatici in 

tempo reale e dai sistemi multimediali. 

60 

Alvise Vidolin 

Peter Ghirardini 

Peter Ghirardini 

Peter Ghirardini è Record Producer e Personal Artist Manager, 

collabora dal 2001 con le Settimane Musicali Gustav Mahler e 

usa frequentemente la sala Gustav Mahler per le sue numerose

Alberto Caprioli 

produzioni discografiche. Nato a Bolzano, vive dal 2000 a 

Udine e dopo la sua formazione scolastica come perito meccanico 

ha avuto la formazione come tecnico del suono a Monaco 

di Baviera, ed ha collaborato con la sede di Bolzano della RAI in 

lingua tedesca. Dopo la fondazione di una agenzia musicale, 

delle edizioni musicali e un proprio studio di registrazione, nel 

quale si é dedicato a quasi tutti i generi musicali, al Rock, Pop, 

musica popolare e corale. Con l'avvento della tecnica di registrazione 

e montaggio digitale ha realizzato le prime produzioni 

di musica classica per le etichette Frequenz, Nuova Era e RS. 

Dal 1986 si é specializzato completamente sulla musica classica 

e tra gli artisti con i quali ha lavorato si trovano nomi come 

Claudio Abbado, Victoria Mullova, Albrecht Mayer, Kolja 

Blacher, Daniel Harding, Il Giardino Armonico, Krysztof 

Penderecki, Thomas Sanderling, Salvatore Accardo, Donato 

Renzetti, Marcello Viotti, Daniel Oren, Fabio Armiliato, 

Mariella Devia, Daniela Dessì, Lucio Gallo, Carlo Guelfi. Tra le 

Orchestre spiccano quella del Teatro alla Scala, St. Petersburg 

Philharmonic, Mahler Chamber Orchestra, Philharmonia 

London, Royal Philharmonic Orchestra, Orchestre de l'Operà 

de Nice... 

Si occupa anche di Sound Design per rappresentazioni openair 

di concerti e opere liriche e il suo lavoro é guidato dalla 

continua ricerca della qualità migliore. Le sue ultime produzioni 

CD sono state pubblicate prevalentemente sulle etichette 

Deutsche Grammophon, Decca e Philips. 

Dal 2004 é anche produttore di DVD di opere liriche (Macerata, 

Torre del Lago, Teatro Regio di Parma). 

Alberto Caprioli 

Nato a Bologna nel 1956, ha compiuto gli studi musicali a 

Parma, Vienna e Salisburgo e quelli letterari all'Università di 

Bologna. 

>> 

61


L'attività direttoriale, iniziata ancora studente con il debutto 

alla Deutsche Staatsoper di Berlino e alla Radio di Vienna nel 

1981 e quello italiano alla guida dei Dresdner Philharmoniker 

nel 1983, si è indirizzata sempre maggiormente verso il repertorio 

otto-novecentesco e contemporaneo, presentando 

opere anche in prima esecuzione di Maderna, Castiglioni, 

Togni, Clementi, Bussotti, Sciarrino, Guarnieri, Cappelli, 

Incardona e di numerosi compositori italiani e stranieri delle 

più giovani generazioni. Oltre ad essere da oltre un decennio 

direttore ospite dell'Österreichisches Ensemble für Neue 

Musik di Salisburgo, è stato invitato da istituzioni quali Wiener 

Konzerthaus, Settembre Musica, Süddeutscher Rundfunk, 

Teatro La Fenice, Fondazione Arturo Toscanini, 

Kammerensemble Neue Musik Berlin, Nuova Consonanza, 

Rossini Opera Festival. 

Per la sua attività compositiva fondamentale è stata l'influenza 

della musica di Luigi Nono, così come gli incontri con Camillo 

Togni e Karlheinz Stockhausen, in seguito con Boguslaw 

Schaeffer e Franco Donatoni, che lo hanno invitato a tenere 

Seminari sulla sua musica al Mozarteum di Salisburgo e 

all'Accademia Chigiana di Siena. Con John Cage ha collaborato 

alla storica esecuzione perugina di Musik Walk e gli ha dedicato 

la composizione microtonale John Cage Variations, commissionata 

dal Festival Aspekte di Salisburgo e presentata l'anno 

successivo al Festival Roma Europa da Klangforum Wien. 

Dopo la pubblicazione, nel 1989 in Germania, di un primo 

compact disc dedicato alla sua musica da camera, ha ricevuto 

ritratti di compositore a Salisburgo, Innsbruck e Monaco di 

Baviera e commissioni dai maggiori festival europei, tra cui 

Wien Modern, Autunno di Varsavia, Europäisches Musikfest di 

Stoccarda, Centre Iannis Xenakis di Parigi, con registrazioni 

discografiche in Italia, Germania, Austria, Gran Bretagna e 

radiofoniche in Europa, Giappone e Stati Uniti. 

Ha pubblicato saggi su Schumann, Berlioz, Liszt, Leopardi, 

Hölderlin, Mahler, Nono, Boulez e ha tenuto seminari e conferenze 

in varie università europee e nordamericane. 

62


Joris Ivens - Regen, film muto, Olanda, 1929; copione: Joris 

Ivens, Mannus Franken; regia: Joris Ivens; musica: Hanns Eisler 

1941 con l'esecuzione dal vivo della colonna sonora originale di 

Hanns Eisler - Vierzehn Arten den Regen zu beschreiben 

op. 70 (Variazioni per flauto, clarinetto, violino, viola, 

violoncello e pianoforte) 15” 

Joris Ivens (al secolo George Henri Anton Ivens), nacque a 

Nimega (Nijmegen) nel 1898 e morì a Parigi nel 1989. Regista, 

sceneggiatore, montatore, direttore della fotografia, produttore 

e attore olandese, è uno dei più grandi documentaristi del 

secolo scorso. Nato in una famiglia benestante, mostrò un 

precoce interesse per la fotografia, realizzando il suo primo 

film a soli tredici anni. Le sue prime opere, tra cui Regen (il più 

noto tra i cortometraggi, frutto di due anni di riprese e di un 

impiego magistrale della tecnica cinematografica) e De Brug (Il 

ponte), erano incentrate sulla ricerca di un'assoluta qualità 

tecnica. Nel 1933 girò Borinage, documentario militante sulla 

vita dei minatori di carbone. Dal 1936 al 1945 si trasferì negli 

Stati Uniti, dove realizzò film di propaganda antifascista quali 

The Spanish Earth (Terra di Spagna), su una sceneggiatora di 

John Dos Passos e di Ernest Hemingway con la voce narrante 

di Orson Welles, dello stesso Hemingway e di Jean Renoir. 

Lasciati gli Stati Uniti a causa del maccartismo, dopo la confisca 

del passaporto olandese, visse nell'Europa dell'Est. Tra il 1959 e 

il 1960 realizzò L'Italia non è un paese povero, film sull'impiego in 

Italia del gas metano. Nella seconda metà degli anni Sessanta 

girò un documentario sulla vita quotidiana dei vietnamiti 

e 

durante la guerra (17 parallèle: Le Vietnam en guerre) e prese 

parte all'opera collettiva Loin du Vietnam (Lontano dal 

Vietnam). Tra il 1971 e il 1977 realizzò Come Yukong spostò le 

montagne, documentario sulla Cina in dodici episodi, dodici 

ore e quarantatré minuti mandato in onda integralmente dalla 

RAI, del quale curò personalmente la traduzione e il doppiaggio. 

Nel 1989, poco prima di morire, portò a termine l'ultimo 

dei suoi oltre cinquanta film Une historie de vent (Io e il vento). 

Hanns Eisler (Lipsia 1898, Berlino 1962), figlio di un professore 

di filosofia, nacque in una famiglia ebraica che si trasferì a 

Vienna nel 1901. Studiò composizione con Arnold Schoenberg 

tra il 1919 e il 1923 e fu il primo dei suoi allievi a comporre 

utilizzando la tecnica dodecafonica. Nel 1925 si trasferì a 

63


Berlino. Esiliato dal nazismo, nel 1933 si trasferì dapprima a 

Mosca, poi a New York, dove insegnò composizione e divenne 

celebre quale autore di colonne sonore per il cinema hollywoodiano. 

Nel 1948, con una decisione che destò notevole 

scandalo nel mondo intellettuale, fu allontanato dagli Stati Uniti 

per motivi politici e si rifugiò dapprima a Praga, poi a Berlino 

Est. Fondamentale fu la conoscenza e la collaborazione con 

Bertolt Brecht, che durò fino alla scomparsa del commediografo 

nel 1956. La sua musica fu sempre maggiormente influenzata 

dalla musica popolare e dal cabaret. Ma anche nella 

Germania dell'Est fu di nuovo inquisito dal partito e fu attaccato 

dalla censura comunista, che gli impedì di portare a termine 

il suo ambizioso progetto di comporre un'opera moderna sul 

tema del Faust. Tra i suoi brani più celebri sono la Deutsche 

Sinfonie in undici movimenti su testi di Brecht e Ignazio Silone 

(1935-57), e un ciclo di art songs pubblicati sotto il titolo di 

Hollywood Songbook (1938-43). Notevole fu anche la produzione 

liederistica su testi di Mörike, Hölderlin, Goethe e dello 

stesso Brecht. 

Regen (La pioggia) è un documentario che non ha propriamente 

una trama, ma è basato su una ripresa della città di 

Amsterdam negli anni Venti prima, durante e dopo un temporale. 

Dopo il recente restauro – realizzato in Danimarca con 

una speciale tecnica di acquisizione e rimasterizzazione 

dell'immagine sotto la direzione di Mark-Paul Meyer del 

Filmmuseum di Amsterdam, in collaborazione con il musicologo 

berlinese Carl Gall – offre oggi una qualità di immagine 

pressoché perfetta. Nella versione del 1932 la colonna sonora 

era costituita da un brano appositamente composto da Lou 

Lichtveld (1903-1996), scrittore e poeta nato a Paramaribo 

nelle Antille Olandesi e noto sotto lo pseudonimo di Albert 

Helman: giunto in Olanda nel 1921, prese parte alla guerra 

civile spagnola dalla parte repubblicana e durante la seconda 

guerra mondiale militò nelle fila della Resistenza olandese. In 

seguito fu Ministro dell'Istruzione del Suriname e inviato della 

Regina d'Olanda a Washington. Nel 1941, nell'ambito del Film 

Music Project della Fondazione Rockefeller, fu affidato a Hanns 

Eisler il compito di comporre a sua volta un brano da utilizzare 

quale colonna sonora del film. Nacquero così le sue Vierzehn 

Arten den Regen zu beschreiben op. 70 (con il sottotitolo 

Variationen für Flöte, Klarinette, Violine, Viola, Violoncello und 

Klavier) dedicate al proprio maestro di un tempo, Arnold 

Schoenberg, per il suo settantesimo compleanno. 

64

Morton Feldman - The Viola in My Life 1 (1970), for Flute, 

Clarinet, Violin, Viola, Cello, Piano, Percussion 9'45” 

Morton Feldman (New York, 1926 – Buffalo, 1987) è uno dei 

più importanti rappresentanti della musica nordamericana del 

secolo scorso, noto per le sue composizioni di lunga durata, 

nelle quali giocano un ruolo determinante il tempo e lo spazio, 

oltre all'aleatorietà risolta dalla libertà dell'interprete. Iniziato 

lo studio del pianoforte con Vera Maurina-Press, allieva di 

Ferruccio Busoni (alla quale dedicherà nel 1970 il brano 

Madame Press Died Last Week at Ninety per ensemble da 

camera), si dedicò dal 1941 allo studio della composizione, 

dapprima sotto la guida di Wallingford Riegger, in seguito (a 

partire dal 1944) con Stefan Wolpe (cui dedicherà una delle 

sue composizioni più celebri, For Stefan Wolpe, per coro e due 

vibrafoni, del 1986). Nel 1950, ad un concerto dell'Orchestra 

New York Philharmonic con in programma la Sinfonia op. 21 di 

Anton Webern, conobbe John Cage, con il quale si sviluppò un 

intenso rapporto artistico. Altri incontri importanti furono 

quelli con Earle Brown e Christian Wolff, con i poeti e letterati 

Frank O'Hara e Samuel Beckett, con i pittori Philip Guston, 

Franz Kline, Willem de Kooning, Jackson Pollock, Robert 

Rauschenberg e Mark Rothko. Nel 1973 fu nominato professore 

di composizione all'università di Buffalo e tra il 1984 e il 

1986 fu docente di composizione ai Ferienkurse di Darmstadt. 

A proposito della sua musica pianistica degli anni Cinquanta e 

Sessanta, Gianmario Borio ha parlato di “espressionismo 

astratto”. 

The Viola in My Life I è la prima di un ciclo di quattro composizioni 

con lo stesso titolo, ma con uno strumentario differente: 

per l'appunto The Viola in My Life I (terminato nell'Agosto 1970), 

per viola solista, flauto, violino, violoncello, pianoforte e percussioni; 

The Viola in My Life II (Ottobre 1970), per viola solista, 

flauto, clarinetto, celesta, percussioni, violino e violoncello; The 

Viola in My Life III (Ottobre 1970), per viola e pianoforte; The 

Viola in My Life IV (marzo 1971), per viola e orchestra. 

L'ambiente sonoro di queste quattro composizioni è estremamente 

rarefatto e insieme straordinariamente intenso, con 

passaggi armonici talvolta estremamente densi e dissonanti. 

L'effetto della musica di Feldman, apparentemente statica, si 

manifesta invece in un'influenza a livello subliminale, nella quale 

vengono stimolate le corde più nascoste della percezione 

uditiva dell'ascoltatore: quasi esperienza mistica che richiede 

65


un'estrema partecipazione, come accade per alcune composizioni 

di Cage, di Scelsi e dell'ultimo Nono. In questo primo 

numero dei Viola in My Life va inoltre rilevata la proposizione di 

elementi musicali concreti anche se temporalmente limitati, di 

grande pregnanza sonora ed uditiva, che esercitano il loro 

fascino attraverso un'orchestrazione sottile e frammentaria, 

ma anche talora melodicamente emergente e raffinata, nella 

quale alla gratificazione dell'evento melodico si sostituisce la 

partecipazione all'evento sonoro nella sua interezza. 

Claudio Ambrosini - Videosonata (1979) 8'15” 

Tra il 1974 e il 1979 ho realizzato una ventina di videotapes 

incentrati sui rapporti tra il mondo dei suoni e quello delle 

immagini. 

Erano gli anni dell'Arte Concettuale, della Performance, della 

Body Art, delle Installazioni; i primi videoregistratori erano da 

poco in commercio - carissimi e rarissimi - e in Italia c'erano 

soltanto due luoghi dove si potevano condurre queste sperimentazioni: 

uno era Art Tapes, in Toscana, e l'altro era la 

Galleria del Cavallino a Venezia. 

In questo ambiente ho condotto la mia ricerca audiovisiva, 

incentrata sulle caratteristiche strutturali, “naturali” dei diversi 

mezzi impiegati: strumento musicale, gestualità, fotografia, 

telecamera, monitor, suono, spazio, tempo. Quindi un'idea di 

video che non narra, che non documenta, che non fa “reportage”, 

che documenta un'esecuzione, un concerto ma, attraverso 

lo stimolo sonoro, mostra la propria “natura”, il proprio 

modo di essere, di funzionare, di farsi percepire. 

Alcuni titoli di altri miei lavori possono forse aiutare a chiarire 

questa attività di confronto, di cortocircuitazione tra mondi 

apparentemente lontani: Video Music; Audioidentikit; Light 

Solfeggio; De Photographia; Tocco, n. 1, 2, 3; Taperecorder Suite; 

Wind Orchestra; Video Canon; Aria; Sentire/ascoltare. 

Di questi video ho curato l'intero processo, dall'ideazione alla 

realizzazione. In più erano anni assai “spartani”, anzi pervasi da 

un'avversione totale per il “maquillage” mediatico, per il prodotto 

“televisivo”: quei lavori non erano fatti per la televisione, 

ma erano arte (nel mio caso, musica) fatta con, su, dentro e, 

talvolta, contro la televisione. Quindi: nessuna prova, luce 

ambiente o quasi, una telecamera sola e fissa, una ripresa sola, 

nessuna correzione o rifacimento, niente montaggio, niente 

editing. 

Nel caso di Videosonata, del 1979, gli strumenti presi in considerazione 

sono il televisore e il pianoforte. 

66

“Tema” della sonata è il particolare processo di formazione 

dell'immagine sul monitor televisivo: lo scanning, la scansione 

interna al tubo catodico - meccanica, metodica, ripetuta per 

centinaia di volte al secondo da un invisibile pennello elettronico, 

il video beam - grazie alla quale i nostri occhi vedono formarsi 

quell'infinità di puntini luminosi che poi il nostro cervello 

decodifica come “immagini televisive”. 

In Videosonata sia la musica che la mia esecuzione pianistica si 

configurano come evento parallelo a quanto avviene a livello 

visivo, stimolate da uno “spartito” non pentagrammato ma 

realizzato su diapositive: è il diario fotografico di quanto si 

vedeva di giorno in giorno da una finestra di casa mia. La casuale 

presenza di qualcosa (un gabbiano, il sole, la luna, una nuvola) 

nel riquadro dell'immagine fotografica viene nel video 

perpendicolarmente “riportato” sulla porzione di tastiera 

musicale che le corrisponde. 

Claudio Ambrosini 

Versione ridotta della presentazione di Videosonata 

Tra il 1974 e il 1979 ho realizzato una ventina di videotapes 

incentrati sui rapporti tra il mondo dei suoni e quello delle 

immagini. Nel caso di Videosonata, del 1979, gli strumenti presi 

in considerazione sono il televisore e il pianoforte. 

“Tema” della sonata è il particolare processo di formazione 

dell'immagine sul monitor televisivo: lo scanning, la scansione 

interna al tubo catodico - meccanica, metodica, ripetuta per 

centinaia di volte al secondo da un invisibile pennello elettronico, 

il video beam - grazie alla quale i nostri occhi vedono formarsi 

quell'infinità di puntini luminosi che poi il nostro cervello 

decodifica come “immagini televisive”. 

In Videosonata, realizzato nel 1979, sia la musica che la mia 

esecuzione pianistica si configurano come evento parallelo a 

quanto avviene a livello visivo, stimolate da uno “spartito” non 

pentagrammato ma realizzato su diapositive: è il diario fotografico 

di quanto si vedeva di giorno in giorno da una finestra di 

casa mia. La casuale presenza di qualcosa (un gabbiano, il sole, 

la luna, una nuvola) nel riquadro dell'immagine fotografica 

viene nel video perpendicolarmente “riportato” sulla porzione 

di tastiera musicale che le corrisponde. 

Claudio Ambrosini, compositore veneziano. Dopo gli studi 

liceali classici e quelli presso il Conservatorio di Venezia, si è 

laureato in Lingue e Letterature Straniere e in Storia della 

Musica. Incontri importanti: Bruno Maderna e Luigi Nono. 

67


Ha composto lavori vocali, strumentali, elettronici, opere 

liriche, radiofoniche, oratori e balletti, caratterizzati dagli esiti 

di una ricerca strumentale e stilistica personali, ricevendo 

numerosi riconoscimenti e partecipando alle principali rassegne 

internazionali, come il Festival di Musica Contemporanea 

della Biennale di Venezia, di Strasburgo, Bruxelles, Helsinki, 

Huddersfield, Lione, Stoccolma, Vancouver, Montreal, 

Avignone, Stanford, New York, Chicago, Los Angeles, Sidney, 

Ludwigsburg, Viitasaari e altri. 

Ha inoltre ripetutamente ricevuto commissioni da istituzioni 

come la RAI, La Biennale di Venezia, la WDR di Colonia, il 

Ministero della Cultura francese, l'Orchestra Scarlatti di 

Napoli, il Festival delle Nazioni, Milano Musica, Grame. 

Le sue musiche sono state dirette, tra gli altri, da Riccardo 

Muti, D. Masson, S. A. Reck, Ed Spanjaard, J. Störgards, P.-A. 

Valade nei programmi dell'IRCAM di Parigi, della Scala di 

Milano, delle Fondazioni Gulbenkian di Lisbona e Gaudeamus 

di Amsterdam, del Mozarteum di Salisburgo, della Akademie 

der Künste di Berlino; della Stagione dei Münchener 

Philharmoniker, di "Perspectives du XX siècle" di Radio 

France, all'Autunno Musicale di Varsavia, al Maggio Musicale 

Fiorentino ecc. 

Nel 1977 inizia ad occuparsi attivamente di computer music 

presso il Centro di Sonologia Computazionale dell'Università 

di Padova. 

Dal 1979 dirige l' Ex novo Ensemble, e dal 1983 il CIRS, Centro 

Internazionale per la Ricerca Strumentale, che ha entrambi 

fondato a Venezia. 

Nel 1985 è stato il primo musicista non francese ad essere 

insignito del Prix de Rome e a soggiornare a Villa Medici, 

l'Accademia di Francia a Roma. Ancora nel 1985 è stato scelto 

da una commissione internazionale a rappresentare l'Italia alle 

celebrazioni dell'Anno Europeo della Musica e nel 1986 alla 

Tribuna Internazionale dei Compositori dell'UNESCO. Nel 

2007 ha vinto il Leone d'Oro per la Musica della Biennale di 

Venezia. 

Milan Adamèiak - Genug (2008 – prima assoluta) für Flöte, 

Klarinette, Violine, Viola, Cello, Klavier und Schlagzeug 

Milan Adamciak 

Del suo brano Genug per flauto, clarinetto, violino, viola, 

violoncello, pianoforte e percussione il compositore scrive: «Il 

progetto musicale GENUG mi è stato commissionato dalle 

68

Settimane Musicali Gustav Mahler e da Alberto Caprioli. 

Comprende cinque parti diverse (per 7 musicisti e una voce 

narrante), ma al contempo legate tra di loro. Il testo, scelto a 

caso, si rifà ad un lettura tratta dal Physiologus di Joachim 

Ringelnatz (XV secolo) ed ad un narratore popolare anonimo. I 

testi originali sono in lingua tedesca. Per la composizione del 

brano mi sono bastati 9 suoni, 9 dita, 9 musicisti, un numero 

infinito di sigarette e tanto coraggio. L'opera è dedicata al Ex 

Novo Ensemble». 

Milan Adamciak 

Il compositore, violoncellista, musicologo, autore di oggetti 

acustici, installazioni e strumenti musicali poco convenzionali, 

performer, artista, poeta è nato nel 1946. Dal 1962 al 1968 ha 

frequentato l'Accademia Musicale di Žilina (Violoncello). Dal 

1968 al 1973 ha studiato musica alla Facoltà di Filosofia 

dell'Università Comenius a Bratislava. 1968-1991 Institut of Art 

Studies all'Accademia delle Scienze Slovacca (Ricerca sulla musica 

del XX secolo e sul rapporto tra musica ed arti figurative). Nel 

1990 ha fondato la società per la musica non convenzionale. Nel 

1991 e 1992 ha organizzato il Festival intermedia a Bratislava. 

Mauricio Kagel - Ludwig van (1969) – film originale di 

Mauricio Kagel con colonna sonora originale ed interventi dal 

vivo degli strumenti e del live electronics 

Mauricio Kagel, compositore argentino nato a Buenos Aires 

nel 1931, è uno dei più autorevoli rappresentanti 

dell'avanguardia musicale e teatrale del XX secolo. Oltre alla 

composizione e alla direzione, ha studiato vari strumenti e ha 

frequentato gli studi universitari nella città natale. Dopo aver 

collaborato, giovanissimo, con la “Agrupación Nueva Música” 

ha fondato, nel 1954, l'Orchestra da camera del Teatro Colón. 

Nel 1956 si è trasferito in Germania, dove ha collaborato fin 

dai primi anni con lo studio di Musica Elettronica della Radio di 

Colonia e dove vive tuttora. Lo sviluppo dell'aspetto teatrale 

della musica è al centro di molte delle sue composizioni, che 

contengono nella partitura specifiche istruzioni teatrali per la 

loro realizzazione, quali la richiesta di particolari espressioni 

del volto durante l'esecuzione, vari suggerimenti sulla maniera 

di presentarsi in scena, con una particolare attenzione 

all'interazione con gli altri esecutori e con il pubblico. Per 

questi motivi alcune delle sue composizioni sono state assimilate 

al teatro dell'assurdo e sono state riscontrate affinità con il 

69


teatro di Beckett e di Jonesco. Brani emblematici di questa 

maniera di concepire la musica sono il dramma radiofonico Ein 

Aufnahmezustand (1969) e il "balletto per non danzatori" 

Staatstheater (1971). 

Ludwig van (1969) è la prima opera di regia cinematografica di 

Kagel, che coinvolge molti degli artisti e degli intellettuali della 

sua generazione, oltre allo stesso compositore: tra essi Joseph 

Beuys, Günther Boehnert, Carlos Feller, Werner Höfer, Rudolf 

Körösi, Linda Klaudius-Mann, Klaus Lindemann, Heinz-Klaus 

Metzger, José Montes-Bacquer, Diter Rot, Schuldt, Victor 

Staub, Otto Tomek, Ferry Waldoff, Stefan Wewerka. 

70

Giovedì, 17 luglio 2008 

ore 21.00 




Gustav Mahler: Selezione di Lieder 

Frühlingsmorgen (R. Leander) 

Aus! Aus! (Des Knaben Wunderhorn) 

Erinnerung (R. Leander) 

Nicht Wiedersehen! (Des Knaben Wunderhorn) 

Scheiden und Meiden (Des Knaben Wunderhorn) 

Franz Schubert: „Schwanengesang“ D 957 

secondo testi di Ludwig Rellstab 

Liebesbotschaft 

Kriegers Ahnung 

Frühlingssehnsucht 

Ständchen 

Aufenthalt 

In der Ferne 

Abschied 

Franz Schubert: „Schwanengesang“ D 957 

secondo testi di Heinrich Heine 

Der Atlas 

Ihr Bild 

Das Fischermädchen 

Die Stadt 

Am Meer 

Der Doppelgänger 

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Ha iniziato a studiare canto con la madre, la cantante lirica 

Christiane Stutzmann. Successivamente si è iscritta all'Ecole 

d'Art Lyrique dell'Opéra de Paris, dove ha studiato il 

Liedgesang con il baritono Hans Hotter. È tra gli artisti più 

eclettici dei nostri tempi, essendosi diplomata in pianoforte, 

fagotto e musica da camera. Considerata una delle voci più 

straordinarie sulla scena internazionale, Nathalie Stutzmann 

collabora con prestigiosi direttori d'orchestra, tra cui Riccardo 

Chailly, Seiji Ozawa, John Eliot Gardiner, Simon Rattle, 

Christoph von Dohnanyi. Nel suo vasto repertorio trovano 

posto i grandi oratori e le passioni d'epoca barocca, classica e 

romantica, come pure opere contemporanee. Nathalie 

Stutzmann è molto apprezzata come interprete di lied tedeschi 

e melodie francesi. Dal 1994 collabora con la pianista 

svedese Inger Södergren, con la quale tiene regolarmente 

recital a Berlino, Bruxelles, Madrid, New York, Parigi, Londra, 

Milano e Firenze, Amsterdam, Lisbona, Ginevra. È anche 

impegnata in tournée che la portano in Giappone, Stati Uniti e 

America del Sud. Molto richiesta, come solista, da importanti 

formazioni orchestrali, ha cantato con: Orchestra del Royal 

Concertgebouw, Orchestre de Paris, London Symphony 

Orchestra, Boston Symphony Orchestra, Cleveland 

Symphony Orchestra, Dresdenstaatskapelle, Sinfonieorchester 

Bayerischen Rundfunks di Monaco. Della cantante 

esistono più di 60 registrazioni per importanti etichette: Rca, a 

cui è legata da un contratto in esclusiva, Erato, Philips, Emi, 

Dgg, Sony. Tra le più notevoli un ciclo, in cinque volumi, con i 

Lieder di Schumann, Mélodies di Poulenc e Chausson per la 

Rca, la Sinfonia n. 2 di Mahler per la direzione di Ozawa per la 

Sony e Nisi Dominus di Vivaldi per Hyperion. Ha vinto il 

Premio della Deutsche Schallplattenkritik, il Diapason d'or, il 

Japan Academy Award e un Grammy Award. A settembre 

2004 l'etichetta Calliope ha pubblicato Winterreise di 

72 

Nathalie Stutzmann

Inger Södergren 

Schubert con Inger Södergren. Questo disco ha ottenuto un 

lusinghiero successo e numerosi riconoscimenti in tutto il 

mondo. Sempre in duo con Inger Södergren, la Stutzmann ha 

inciso un altro grande ciclo di Schubert “Schwanengesang”, 

pubblicato da Calliope. Un nuovo CD, pubblicato dalla Sony- 

Mgb, contiene Elias di Mendelssohn, inciso con il Leipzig 

Gewandhaus diretto da Herbert Blomstedt. Nathalie 

Stutzmann ha interpretato vali ruoli operistici, tra cui: Ombra 

felice (Pasticcio di Mozart al Festival di Salisburgo), Radamisto 

(Radamisto di Haendel), Giulio Cesare (Giulio Cesare di 

Haendel), Amastre (Xerxes di Haendel), Disinganno (Il trionfo 

del tempo e del disinganno di Haendel), Orfeo (Orfeo e 

Euridice di Gluck). È anche impegnata in corsi di perfezionamento 

che tiene in tutto il mondo. Durante la stagione 2006- 

2007, dopo un'estate d'impegni con Seiji Ozawa prima in 

tournée in Giappone con la sua Ongaku-Juku Orchestra 

(Sinfonia n. 2 di Mahler), poi per il debutto al Festival di 

Tanglewood (Sinfonia n. 2 di Mahler), e per la terza volta in 

poche settimane al Saito Kinen Festival (Elias di Mendelssohn), 

a settembre è tornata in Giappone. Ha quindi tenuto recital a 

Parigi, Amsterdam, Siviglia, una tournée in Turchia, si è esibita 

con orchestra a Barcellona, Parigi, Ginevra, Losanna. A 

novembre 2006 ha cantato la ripresa di Elias, in forma di concerto 

a Firenze, con la direzione di Seiji Ozawa. 


La pianista svedese ha dapprima studiato a Stoccolma, poi a 

Vienna e Salisburgo nella classe di Carlo Zecchi e si è perfezionata 

in Francia con Nadia Boulanger. 

Poco dopo è iniziata la sua carriera internazionale. La pianista 

possiede la rara capacità di immedesimarsi nelle opere dei 

compositori che interpreta tra i quali Beethoven, Schumann, 

Brahms. La sua discografia - incide in esclusiva per Calliope - è 

73


stata discussa e premiata unanimemente dalla critica internazionale: 

3 „Diapason d'Or”, 6 „Choc du Monde de la musique”, 

1 „Grand Prix du Disque” e 4 „ffff” di Télérama. 

La pianista tiene recital nelle maggiori capitali del mondo: 

Parigi, Londra, Berlino, Milano, Amsterdam, Stoccolma, New 

York e Tokio. Parallelamente alla sua attività da solista, dal 

1994, si esibisce in concerto con la cantante Nathalie 

Stutzmann (serate liederistiche a Parigi, Londra, Berlino, New 

York, Amsterdam, Madrid, Lisbona, Ginevra, Bruxelles, 

Milano, Giappone, America del Nord e del Sud). 

Per la RCA hanno inciso un ciclo di lieder di Schumann (Japan 

Record Academy Award) nonché lieder di Brahms e “mélodies” 

francesi di Chausson e Poulenc. Hanno inciso insieme 

anche: “Winterreise” e “Schwanengesang”. “Die schöne 

Müllerin” sarà a disposizione nella stagione 2008/2009. Inger 

Södergren tiene regolarmente corsi di perfezionamento in 

tutto il mondo. 

74


Fra i primi Lieder che Mahler portò a termine, “Erinnerung” 

(Ricordo, in traduzione italiana) su testo di Richard Leander è 

uno fra i più struggenti. Amore e canto sono i perni della composizione 

poetica (E se i pensieri mirano/ a guarir dall'amore,/ 

quel che i miei canti ispira/ è lamento d'amore!) mentre la 

musica disegna una linea flessuosa, quasi sussurrata. Qui, in 

questo giovane Mahler ventiduenne che si adatta ai versi di un 

medico-poeta (il cui vero nome era Richard von Volkmann) si 

scova già molto del suo talento immaginoso, della sua capacità 

analitica. E gli sta a fianco, con profumo leggero, e dello stesso 

poeta, “Frühlingsmorgen” (Mattino di primavera), quadro di 

una delicata fratellanza fra uomo e natura. 

Entrambe le pagine fanno parte dei “Lieder und Gesänge aus 

der Jugendzeit” composti fra il 1880 e il 1883: lavori brevi dove 

fa la sua comparsa ispiratrice anche la raccolta “Des Knaben 

Wunderhorn” (Il corno meraviglioso del fanciullo, o anche 

traducibile come La cornucopia del fanciullo), antologia di 

poesie popolari tedesche: storie dalla vena spesso fantastica 

ma mutuate da una realtà nella quale l'elemento del fato, 

dell'ineluttabile, si afferma con effetti di forte impatto emotivo. 

Non a caso la raccolta verrà da Mahler indagata ancora, in anni 

più maturi. A questo primo gruppo di 9 composizioni appartengono 

i tre altri Lieder del programma. “Aus! Aus! (Via! Via!), 

dove si dice di un addio in una mattina di maggio, contrasto 

doloroso fra vitalità primaverile e distacco. Ma ancora 

l'allontanamento è il tema ricorrente in “Scheiden und 

Meiden” (Partire è un po' morire) e “Nicht wiedersehen!” 

(Non vedersi mai più!), dalle scritture più ricercate. Un distanziarsi 

dall'altro che è destino e, nel secondo caso, visione di 

morte. Temi cruciali per un'anima già percorsa 

dall'inquietudine. 

“Diario tormentoso”: così Mario Bortolotto definisce lo 

“Schwanengesang”- Canto del cigno in traduzione italiana, 

ultima raccolta liederistica schubertiana, edita postuma a 

Vienna nel 1829 per iniziativa congiunta dell'editore Haslinger 

e del fratello Ferdinand (anch'egli musicista, di tre anni più 

anziano) del compositore. 

I Lieder di questa raccolta, che riflette solo in parte gli originari 

propositi di Schubert a partire dall'arbitrario titolo che possiede 

una connotazione esclusivamente sentimentale e affettiva - 

si svolgono su testi di tre poeti: Ludwig Rellstab, che ebbe una 

75


certa notorietà anche come critico e scrittore, firma i primi 7 

numeri; il ben più celebre Heinrich Heine provvede ai seguenti 

6, mentre Johann Gabriel Seidl serve l'ultimo Lied, “Die 

Taubenpost” (La posta della colomba viaggiatrice), ultimo 

anche fra tutti quelli schubertiani. La raccolta così realizzata 

non può dirsi rappresentazione di un percorso narrativo 

rettilineo: il Lied di Seidl ad esempio non avrebbe mai fatto 

parte di questo supposto progetto; ed i Lieder su testi di 

Heine, nel mese di ottobre 1828, dunque solo qualche settimana 

prima della morte, furono persino proposti separatamente 

all'editore Probst di Lipsia. Sia come sia, pure all'insegna 

di una varietà non organica, le bellezze che si susseguono sono 

indubbie, ed in alcuni casi si segnalano per modernità assolutamente 

sconvolgenti. 

Testi carichi di nostalgie, immagini carezzevoli, senso di una 

natura avvolgente quelli di Rellstab, cui Schubert dona riflessi 

cangianti (vedi la mobilità armonica del primo, “Liebesbotschaft”, 

Messaggio d'amore; l'articolazione formale del secondo; 

la amabilità, celeberrima, del terzo, “Ständchen”, Serenata; 

il tono teso e misterioso di “Aufenthalt”, Sosta, quinto 

nell'ordine). E ancor più protese verso la ricerca dell'inaudito le 

pagine ispirate da Heine, tra cui due in particolare aprono 

scenari che lasciano attoniti. Sono i casi, assolutamente eccezionali, 

di “Die Stadt” (La città) nel quale fanno capolino atmosfere 

e sonorità di un impressionismo ante-litteram, pittorico 

oltre che musicale; e del penultimo Lied “Der Doppelgänger” 

(Il sosia) che nel dar filo da torcere alla psicoanalisi che verrà, 

apre una scena scabra, di tesa drammaticità, e di un'intensità 

potenziata dal ricorso a pochi elementi costruttivi. Geniali 

visioni che danno, da sole, senso all'intero quaderno. 

76 

(a.z.)

ore 17.00 

Venerdì, 18 luglio 2008 


XVIII Protocollo Mahler „Mahler a Dobbiaco“ 

(in lingua tedesca con traduzione simultanea) 

Conferenza Jens Malte Fischer, Monaco: 

„Warum Mahler nach Toblach kam“ 

ore 21.00 



Manfred Gampenrieder, Philipp Höller, 

Georg Malfertheiner, Christian Miglioranza 

Ospiti: Stefan Schwarzenberger, Franz Köhle 

James Tenney - Drum Quartet Wake for Charles Ives 

(1934-2006) 

Carlo Boccadoro Aisha 

(*1963) 

Jarrod Cagwin 5 for 6 

(*1974) 

Paolo Ugoletti Set Dance 

(*1956) 

Iannis Xenakis „Persephassa“ 

(1922-2001) 

77


78 

Jens Malte Fischer 

Jens Malte Fischer 

Nato nel 1943 a Salisburgo. Ha studiato germanistica, storia, 

musicologia e canto a Saarbrücken e Monaco di Baviera. 

Studente ospite alla Scuola Superiore di Musica di Francoforte 

e uditore all'Università di Francoforte (con Theodor W. 

Adorno). 

Dal 1982 al 1988 è stato professore di letteratura contemporanea 

e comparativa all'Università di Siegen, dal 1989 è professore 

di scienze teatrali all'Università di Monaco di Baviera. 

1996/97 Fellow del Collegio delle Scienze di Berlino. 

Si occupa prevalentemente della cultura del fin de siécle, della 

storia della cultura ebraico-tedesca e dell'antisemitismo, della 

storia e dell'analisi delle opere liriche, della storia del film e 

della storia della recitazione nei paesi di lingua tedesca e 

romanza a partire dal '700. 

Ha pubblicato numerosi libri e saggi e scrive per vari giornali. 

Tiene conferenze in Europa e oltreoceano e ha all'attivo trasmissioni 

radiofoniche per le più importanti reti tedesche. 


conTakt - 

Percussion - Group 

“conTakt”, l'ensemble di percussioni dell'Alto Adige, è stato 

fondato nel 2007 da Manfred Gampenrieder, Philipp Höller, 

Georg Malfertheiner e Christian Miglioranza. I quattro musicisti, 

tutti diplomati presso il conservatorio “Claudio 

Monteverdi” di Bolzano e membri delle orchestre giovanili 

“EUYO” e “GMJO”, portano con loro un'esperienza concertistica 

nazionale ed internazionale e hanno scelto il quartetto 

per dedicarsi alla letteratura percussiva. 

Scopo dell'ensemble è la presentazione e la diffusione 

dell'ampia letteratura classica e contemporanea del mondo 

delle percussioni. 

Nel 2007 “conTakt” ha inaugurato i festival di musica contem

poranea “transart” a Bolzano e “Klangspuren” a Schwaz con 

l'esecuzione dell'opera “Persephassa” di Iannis Xenakis esibendosi 

con il “percussion group - the next step” di Innsbruck, 

con i quali collaborano in diverse situazioni. 

Oltre a diversi concerti in Alto Adige ed in Austria, si sono 

esibiti alle festività dei “40 anni di Coppa del Mondo di Sci” in 

Val Gardena, presentando al pubblico una prima esecuzione 

del loro componente Georg Malfertheiner, scritta e dedicata a 

questo evento. 

Stefan Schwarzenberger 

Nato a Innsbruck, ha studiato al conservatorio della città natale 

con Norbert Rabanser e Gunnar Fras, diplomandosi nel 1996. 

Nel 2001 inizia a studiare al Drummers Collective a New York. 

Durante il periodo di studio ha suonato con varie orchestre 

giovanili tra cui la Junge Philharmonie Österreich, Wiener 

Jeunesse Orchester, European Philharmonic Orchestra. 

Insegna alla Scuola musicale di Telfs (A), scrive brani per giovani 

ensemble di percussione e tiene workshop in varie parti 

dell'Austria. Nel 2007 ha ottenuto il premio della città di 

Innsbruck „Artur Haidl“. Stefan Schwarzenberger è direttore 

del Percussion Group „The Next Step“, gruppo che ha vinto il 

premio della radio austriaca „Artist of the year 2007“, 

nell'ambito del 40esimo anniversario di nascita della stazione 

radiofonica Ö1. 

Franz Köhle 

Nato a Innsbruck, ha studiato al conservatorio della città natale 

con Norbert Rabanser e Gunnar Fras, diplomandosi nel 2005. 

Durante il periodo di studio ha suonato con varie orchestre 

giovanili tra cui la European Philharmonic Orchestra. 

Insegna alla Scuola musicale di Telfs e di Wörgl (A). Nel 2007 è 

uscito il suo primo CD da solista „Hiten Seido“. Fa parte del 

Percussion Group “The Next Step“. 

79



James Tenney - Drum Quartet: Wake for Charles Ives 

Tenney è cresciuto in Arizona e in Colorado dove ha iniziato a 

studiare pianoforte e composizione. Ha studiato a New York, 

Vermont e in Illinois, tra l'altro, alla Juilliard School of Music ed 

al Bennington College. Si è diplomato all'Università dell'Illinois. 

Ha studiato pianoforte con Eduard Steuermann e composizione 

con Edgard Varèse e John Cage. 

Tenney è stato un pioniere nel campo della musica elettronica 

e computerizzata. Nei primi anni sessanta ha realizzato programmi 

per la sintesi del suono e composizioni computerizzate. 

In quegli anni James Tenney era in stretto contatto con la 

cosiddetta avanguardia newyorchese (Cage, Feldman, 

Browne). Cofondatore e dal 1963 al 1970 direttore del Tone 

Roads Chamber Ensemble a New York City, famoso per le 

numerose sperimentazioni con la musica elettroacustica. Del 

gruppo fecero parte anche Philip Corner e Malcom Goldstein. 

Dal 1993 al 1994 è stato ospite del Servizio Tedesco per lo 

Scambio Accademico (in quel periodo visse a Berlino). E'stato 

professore alla York University a Toronto ed è morto di cancro 

ai polmoni all'età di 72 anni nella sua residenza di Valencia 

(California). 

Tenney ha dedicato alcune sue opere a grandi compositori tra 

cui anche WAKE. Il brano appartiene ad una raccolta di opere 

per quartetto per strumenti a percussione dedicati a compositori 

del XX secolo. Il brano WAKE è dedicato a Charles Ives. 

Carlo Boccadoro: Aisha 

Carlo Boccadoro è nato a Macerata nel 1963 e vive a Milano. Si 

è diplomato in pianoforte e strumenti a percussione al conservatorio 

G.Verdi di Milano. Presso lo stesso conservatorio ha 

inoltre studiato composizione e ha frequentato il corso di 

tecnica dell'improvvisazione jazzistica tenuto da Giorgio 

Gaslini. 

E' uno dei compositori di punta della nuova generazione, 

autore di musica sinfonica e cameristica. Scrive per il teatro e 

per la danza, collabora regolarmente con Moni Ovadia, con il 

quale ha inciso un cd di musiche yiddish. I suoi scritti di carattere 

musicologico sono stati pubblicati da EDT, Garzanti, Marcos 

y Marcos e Longanesi. All'attività da compositore affianca 

quelle di direttore d'orchestra, pianista e percussionista. 

Insieme a Filippo Del Corno e Angelo Miotto è uno dei creato- 

80

i del progetto culturale Sentieri Selvaggi, che comprende un 

ensemble strumentale, una trasmissione radiofonica su Radio 

Popolare e un libro di prossima pubblicazione sulla musica di 

oggi. Collabora inoltre con Fabrizio Meloni, primo clarinettista 

dell'Orchestra della Scala, con il quale ha formato il “Duo 

obliquo”. 

Jarrod Cagwin: 5 for 6 

Il percussionista jazz americano Jarrod Cagwin è nato e cresciuto 

nell'Iowa (1974). Ha partecipato a numerosi concorsi 

regionali e nazionali per giovani musicisti. Nel 1992 ha vinto 

una borsa di studio al Berklee College of Music, diplomandosi 

con lode nel 1996. Lì ha studiato con Jamey Haddad e Glen 

Velez. Nel 1995 ha iniziato a studiare alla York University di 

Toronto con Trichy Sankaran (tecnica percussionistica 

dell'India meridionale). 

Terminati gli studi si trasferisce a New York dove si esibisce, tra 

l'altro, alla Knitting Factory ed al Tonic e dove lavora come 

musicista da studio. Nel 1997 parte per viaggi di studio e di 

concerti in Europa, Medio Oriente, Africa Settentrionale e 

Occidentale dove ha fatto conoscenza con la musica tribale del 

posto (Ewe, Ga, Ashanti, Mandinka, Berberi). Dal 1999 

Cagwin fa parte del complesso di Rabih Abou-Khalil. Ha lavorato, 

tra l'Altro, con Charlie Mariano, , Dušan Gojkoviæ, Joe 

Beck, Joe Lovano, Dave Samuels, Gabriele Mirabassi, 

Emmanuelle Somer, Howard Levy, Gary Burton. 

Il brano 5 for 6 è un tradizionale duetto per tamburi a mano 

che Cagwin ha scritto per sestetto per strumenti a percussione. 

E' stato eseguito in prima assoluta nell'estate del 2007 da 

„conTakt“ e „the next step“ a Galtür (A). 

L'intento di Cagwin è di imitare il suono del tamburo a mano e 

di distribuirlo poi tra i sei musicisti. Vengono utilizzati tamburi 

di diverse dimensioni e altezze di suono, vengono proposte 

tecniche veramente originali quali l'utilizzo della carta vetrata. 

La struttura base del ritmo si basa su gruppi da 5 e da 6 – da qui 

il nome 5 for 6. Un brano tranquillo i cui ritmi prestabiliti 

vengono scossi dall'“avviso” acustico del bongo, riponendoli di 

volta in volta diversamente. 

Paolo Ugoletti: Set Dance 

Paolo Ugoletti nasce a Brescia il 7 giugno del 1956. Si avvicina al 

pianoforte sotto la guida della madre e nel 1973, presso il 

conservatorio di Brescia, intraprende gli studi di composizione 

con i maestri Giancarlo Facchinetti e Giovanni Ugolini. Nel 

81


84

ore 11.00 

ore 17.00 

Sabato, 19 luglio 2008 

XVIII Protocollo Mahler “Mahler a Dobbiaco” 


Dobbiaco, Sala degli Specchi Grand Hotel 

Conferenza Constantin Floros, Hamburg: 

„Was uns Mahler erzählt“ zum inneren Programm seiner 

Symphonien 


Premio discografico 

„Casetta di composizione di Dobbiaco 2008“ 

Presentazione delle incisioni premiate 

Giuria: Lothar Brandt, Stoccarda; Rémy Franck, Lussemburgo; 

Thomas Schulz, Monaco di Baviera; Götz Thieme, Stoccarda; 

Presidente: Attila Csampai, Monaco di Baviera 

ore 21.00 

Carbonin Vecchia, casetta di composizone 



Markus Vorzellner, pianoforte 

Gustav Mahler Das Lied von der Erde (versione originale) 

(1860-1911) Das Trinklied vom Jammer der Erde 

Die Einsame im Herbst 

Der Pavillon aus Porzellan 

Am Ufer 

Der Trinker im Frühling 

Der Abschied 

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Constantin Floros 

Nato nel 1930 a Salonicco (Grecia). Studia musicologia, storia 

dellárte, filosofia e psicologia a Vienna. Inoltre studia composizione 

con Alfred Uhl e direzione con Hans Swarowsky 

presso lÁccademia musicale di Vienna, superando entrambi 

gli esami nel 1953. Nel 1955 si laurea con una tesi su Carlo 

Antonio Campioni. 1961 abilitazione alla libera docenza con un 

lavoro a più volumi sulla musica bizantina presso lÚniversità 

di Amburgo. Dal 1967 professore di musicologia presso questa 

università. Dal 1988 è Presidente della “Gustav Mahler 

Vereinigung” di Amburgo. Dal 2002 è membro dell'Accademia 

Europea della Scienza e delle Arti. Laurea honoris causa 

dell'Università di Atene (1999) e dell'Università di Tessalonicco 

(2004). 

Pubblicazioni: 

"Universale Neumenkunde", 3 volumi (Bärenreiter, 1970); 

"Gustav Mahler", 2 volumi (Breitkopf & Härtel, 1977); "Beethovens 

Eroica und Prometheus-Musik (Heinrichshofen, 

1978); "Mozart-Studien I" (Breitkopf und Härtel); "Brahms und 

Bruckner" (Breitkopf und Härtel, 1980); "Johannes Brahms: 

Sinfonie Nr. 2" (Goldmann/Schott, 1984); "Gustav Mahler", 

Band III: Die Symphonien" (Breitkopf und Härtel, 1985); 

"Musik als Botschaft" (Breitkopf und Härtel, 1989); "Alban 

Berg. Musik als Autobiographie" (Breitkopf und Härtel, in 

stampa). 

Numerose pubblicazioni scientifiche sulla musica medioevale 

e del ´700, ´800, ´900. 

86 

Constantin Floros

Lothar Brandt 

Lothar Brandt, nato a Saarbrücken nel 1961, ha studiato 

germanistica, filosofia e scienze dell'informazione. Giornalista 

di musica classica dal 1988. Dal 1997 caporedattore di Scala, 

rivista del settore da lui ideata. Fa parte della giuria del premio 

discografico internazionale “casetta di composizione di 

Dobbiaco” per la quarta volta. 

Attila Csampai 

Rémy Franck 

Lothar Brandt 

Attila Csampai, nato a Budapest nel 1949. Ha studiato musicologia, 

scienze teatrali, filosofia, sociologia e matematica a 

Monaco di Baviera dove, dal 1974, lavora nel campo pubblicistico. 

Ha scritto numerosi saggi e commenti per programmi di 

concerto ed opere liriche ed edizioni discografiche, nonché 

saggi su riviste specializzate. Dal 1980 lavora per la "Bayrischer 

Rundfunk" (radio e tv pubblica bavarese): all'inizio come autore 

free lance e poi come ideatore di programma, dal 1983 redattore 

per musica sinfonica. Dal 1990 è direttore scientifico della 

"Settimana musicale Gustav Mahler" di Dobbiaco e presidente 

della giuria del Premio discografico "Casetta di composizione 

di Dobbiaco". Fa parte anche della giuria del premio “Preis der 

Deutschen Schallplattenkritik”. 2002/2003 docente ospite 

all'Università Mozarteum di Salisburgo (Estetica e drammaturgia 

nel teatro musicale). 

Rémy Franck, nato nel 1952. Maturità a Lussemburgo. A 

partire dal 1968 primi lavori musicali e critiche per il “Luxemburger 

Wort”. Università (giornalismo) a Parigi. Diploma nel 

1975. Giornalista radiofonico free lance (RTL fino al 1977, 

87 

Attila Csampai


Deutschlandfunk, Saarländischer Rundfunk fino al 1992), dal 

1975 al 1978 redattore della terza pagina al “Luxemburger 

Wort”. Dal 1978 al 1990 caporedattore di Télécran a 

Lussemburgo. Dal 1991 caporedattore di Pizzicato Classic 

Highlights e di City Agenda Luxembourg. Allo stesso tempo 

produttore cinematografico e radiofonico. Dal 1967 prima 

delegato generale giovanile poi membro del consiglio di amministrazione 

e dal 1996 segretario generale di “Jeunesses 

Musicales Luxembourg”, presidente del “Communication 

Committee” di “Jeunesses Musicales International”. 

Thomas Schulz 

Thomas Schulz, nato a Düsseldorf nel 1960. Dopo la maturità, 

durante il servizio civile, si è dedicato allo studio della fauna e 

della flora del mare della Frisia Settentrionale. 

Successivamente però è tornato al suo vecchio amore - alla 

musica. A Colonia ha studiato musicologia, anglistica e storia 

dell'arte. Dal 1980 pubblica articoli e recensioni su diverse 

riviste del settore e per stazioni radiofoniche (musica sinfonica 

e musica da camera del '900, specialmente quella britannica, 

statunitense e dell'Europa settentrionale), inoltre scrive note 

d'ascolto per libretti di programma (p.e. per i Berliner 

Philharmoniker, la Gürzenich-Orchester di Colonia, 

l'Orchestra Sinfonica di Düsseldorf e per le orchestre della 

radio pubblica bavarese). Dal 2001 è redattore online del 

portale di musica classica della radio pubblica bavarese. 

Götz Thieme 

Götz Thieme, nato nel 1963 a Düsseldorf, cresciuto ad 

Amburgo, ha studiato musica (flauto traverso) nonché filosofia, 

musicologia e letteratura. Dopo aver conseguito la laurea 

88 

Rémy Franck 

Thomas Schulz

Götz Thieme 

ha suonato in diverse orchestre, insegnato, si è esibito come 

cantante e ha lavorato come giornalista free lance. Dal 2000 è 

redattore (musica lirica e classica) responsabile della terza 

pagina del quotidiano “Stuttgarter Zeitung”. Insegna alla 

“Bayerische Theaterakademie” ed all'università di Darmstadt. 


Dopo il debutto al Festival di Vienna “Klangboden 2006”, dove 

ha cantato nell'opera Flammen di Schulhoff, sotto la direzione 

di Bertrand de Billy, Hermine Haselböck si esibisce nella ripresa 

di Flauto Magico, diretto da Fabio Luisi, al Theater an der 

Wien ed al Grand Théâtre di Lussemburgo. Seguono Carmen a 

Vienna, recital a New York e Washington, l'incisione CD di 

Adelia di Donizetti sotto la direzione di Gustav Kuhn, concerti 

con l'orchestra MDR di Lipsia ed al Festival di Weimar con 

Tomas Netopil (Christus di Franz Liszt), e con l'Orchestra 

Filarmonica di Dresda, diretta da Rafael Frühbeck de Burgos 

(Messa in Do magg. di Beethoven). 

Nel 2004 vince il Premio Pasticcio e nel novembre 2005 le 

viene conferito il Premio Alexander Zemlisky al Musikverein di 

Vienna. Su invito di Nikolaus Harnoncourt debutta al festival 

2005 Styriarte di Graz, con il ruolo di Mercedes in Carmen; si 

esibisce quindi nel ruolo di Dorabella in Così fan tutte, versione 

concertante, al Concertgebouw di Amsterdan. Seguono il 

debutto alla Volksoper di Vienna nel ruolo di Hänsel in Hänsel e 

Gretel, concerti al Teatro San Carlo di Napoli (Messa in Mi bem. 

magg. di Schubert), Jephta di Händel al Festival di San Gallo. 

Con il suo primo CD dedicato ai „Songs di Zemlinsky“ (Florian 

Henschel accompagnatore al pianoforte) Hermine Haselböck, 

si trova improvvisamente al centro dell'attenzione internazionale. 

Dopo la maturità al ginnasio dell'Abbazia di Melk Hermine 

Haselböck inizia lo studio del canto all'Accademia di musica ed 

89 

Hermine Haselböck


arti figurative di Vienna nelle classi di Rita Streich e Hartmut 

Krones, frequentando successivamente la classe di Ingeborg 

Ruß all'Accademia di Detmold (Germania), dove ottiene il 

diploma. Frequenta inoltre le classi di perfezionamento di Kurt 

Equiluz, Kurt Widmer, Edith Sélig-Papée, Sena Jurinac e 

Marjana Lipovšek. 

www.hermine-haselboeck.com 


Nato a Innsbruck ha studiato con Horiana Branisteanu al 

Mozarteum e il repertorio liederistico con Mitsuko Shirai e 

Harmut Höll. Nel 1999 ha vinto il Landes-Kulturauswahl-Preis 

con un concerto al Festival di Salisburgo; l'anno seguente è 

stato premiato al concorso internazionale «Franz Schubert 

und die Musik der Moderne» di Graz con il premio speciale per 

la migliore esecuzione schubertiana. Richiesto sia per serate di 

Lieder che per l'esecuzione di Oratori e Opere, si è esibito per 

festivals quali Händelfestwochen a Karlsruhe, Musiktagen di 

Kassel, Bachfesttagen di Koethen, Operettenfestspiele a Bad 

Ischl, Salzburger Kulturtagen, Styriarte-Graz e Wiener 

Festwochen. Quest'anno è stato nominato «Liedkünstler der 

Saison» della Hugo-Wolf-Akademie a Stoccarda dove ha una 

propria serie di concerti alla Liederhalle. Si è esibito in tournée 

in Germania, Francia, Olanda, Hong Kong, Italia, Libano, 

Repubblica Ceca, Svizzera, Slovacchia, Slovenia, Spagna e negli 

Stati Uniti. Quest'anno ha eseguito alle Händel-Festwochen di 

Karlsruhe le «Bürgercapitänsmusiken» di C.P.E. Bach con la 

Wiener Akademie e Martin Haselböck. A Vienna è stato 

Enuccio in Gianni Schicchi di Puccini. Nei prossimi mesi ha in 

programma concerti alle Festwochen der alten Musik a 

Innsbruck, Schloßfestspielen di Ludwigsburg, Salzburger 

Landestheater,Wiener Konzerthaus e allo Staatstheater di 

Karlsruhe. 

90 

Bernhard Berchtold

Markus Vorzellner 

Markus Vorzellner 

Nato a Vienna, ha studiato presso la Scuola Superiore di 

Musica e di Arti Figurative della sua città natale con Elisabeth 

Dvorak-Weisshaar e con Harald Ossberger. 

Svolge intensa attività concertistica nell'ambito della musica da 

camera e specialmente come accompagnatore al pianoforte 

(serate liederistiche). Collabora, tra l'altro, con John Dichie, 

Paul Armin Edelmann www.paul-armin-edelmann.com, Peter 

Edelmann www.peteredelmann.com, Bernarda Fink, Heinz 

Holecek, Wolfgang Holzmair, Eva Lind, Elisabeth von Magnus, 

Eva Marton, Brigitte Poschner, Ildiko Raimondi, Michael 

Schade, Georg Tichy, Jean-Luc Viala, Helmut Wildhaber e 

Heinz Zednik nonché con KS Heinz Zednik, Prof. Martin 

Haselböck, il Rascher-Saxophonquartett, KS Prof. Kurt Equiluz 

e Angelika Kirchschlager. 

Il pianista si esibisce in prestigiosi teatri europei quali la 

Konzerthalle Hamburg, Konzerthaus di Vienna, Musikverein di 

Vienna, Opera di Graz, ACF New York e a rinomati Festival 

quali Styriarte, Haydntage Eisenstadt, Korneuburger 

Musiksommer e Klangbogen Wien. 

Harald Ossberger, ca. 10 anni fa, gli ha trasmesso la passione 

per il fortepiano. Con questo strumento si esibisce spesso in 

recital e accompagna Elisabeth von Magnus, Reinhard Czasch 

e Hermann Ebner. Nel 1996 ha debuttato a Ottawa (International 

Millenium Conference). 

Spesso si esibisce anche al clavicembalo come solista oppure 

come accompagnatore ( Wiener Akademie, Filarmonica 

nazionale ungherese, l'Ensemble Lyrique Amsterdam). 

Numerose prime esecuzioni assolute di musica contemporanea 

come solista e accompagnatore (Alfred Hertel e Lieselotte 

Theiner). 

www.vorzellner.at 

91



Accertate e conosciute sono la genesi del “Canto della Terra” e 

le circostanze della sua nascita: non sussistono dubbi sul fatto 

che Gustav Mahler avviò il lavoro nella seconda metà del 1907 

e che vi si soffermò, con interruzioni dovute agli impegni 

direttoriali, fino al settembre del 1908. I testi di questa “sinfonia”, 

come il compositore stesso ebbe a definire il lavoro - il 

quale tuttavia si presenta con una ambiguità di fondo dovuta 

alla fondamentale suggestione portata dai testi poetici e dal 

ricorso al canto - furono tratti da una raccolta di antiche poesie 

cinesi, nella traduzione tedesca di Hans Bethge (Die chinesische 

Flöte, Il flauto cinese). 

Mahler, che apportò alcune personali modifiche agli originali, 

ne scelse sette, ma due di queste le fuse in una sola, ricavandone 

in definitiva sei testi: Das Trinklied vom Jammer der Erde (Il 

brindisi del dolore della terra), Der Einsame im Herbst (Il 

solitario nell'autunno), Von der Jugend (Della giovinezza), Von 

der Schönheit (Della bellezza), Der Trunkene im Frühling 

(L'ubriaco in primavera) e Der Abschied (L'addio). 

Due voci si alternano nell'illustrazione cantata dei testi: un 

tenore per i numeri dispari, ed un contralto (o un baritono in 

alternativa), per quelli pari. Se gli studiosi difficilmente concordano 

su una precisa definizione da dare all'opera, lasciando 

emergere la carica sperimentale della partitura, al contrario 

sono unanimi nel riconoscervi una straordinaria traccia di 

umori autunnali, poeticamente compromessi con presagi di 

morte, o meglio, di annientamento, e con nostalgie dolorose o 

vanamente ridenti. Del resto in questa fase ultima della creatività 

mahleriana che nel caso specifico si rivela proprio a 

Dobbiaco, luogo di lavoro prescelto s'accentuano motivi già 

frequentati. L'immaginazione da sempre inclinante verso 

dimensioni irraggiungibili, svaporanti, utopistiche, si unisce qui 

al pessimismo alimentato da una realtà atroce: la morte della 

figlia, la crisi matrimoniale, l'evoluzione professionale non priva 

di effetti sul disagio interiore. 

Il quadro psicologico che accompagna Mahler in questa opera 

è di quelli che non lasciano speranza ma solo, se mai, rassegnazione, 

ed una filosofica riflessione sullo scorrere implacabile 

della vita, sul mistero che attende oltre quel confine che si 

approssima. Tutto ciò si traduce in un sapere di scrittura musicale 

tanto essenziale e tanto rifinita, quanto suggestiva 

nell'orchestrazione. Se la versione orchestrale è divenuta 

quella definitiva e più frequentata, è il caso di osservare che la 

92

primissima stesura fu per canto e pianoforte. Si tratta di una 

versione rimasta lungamente sconosciuta, edita dalla casa 

Universal di Vienna soltanto nel 1989 (immediata giunse la 

registrazione discografica per Teldec, a cura di Katsaris, Moser, 

Fassbänder) e che presenta motivi di interesse non tanto nella 

scrittura pianistica capace già di alludere ai timbri orchestrali, 

ma quanto anche nel merito dei materiali compositivi e poetici, 

differenti per difetto e non ancora perfettamente corrispondenti 

a quello che sarà l'approdo finale. Dunque non una 

riduzione pianistica, ma un passaggio in sé compiuto, che si 

avvantaggia di tutta l'esperienza conseguita da Mahler nel 

campo del Lied. Per amor di completezza informativa, è utile 

ricordare che il Canto della Terra esiste anche in una terza 

versione realizzata da Arnold Schönberg e completata da 

Rainer Riehn (Universal, 1983), dove la scrittura strumentale si 

affida ad un quintetto di fiati, un quintetto d'archi, harmonium, 

pianoforte e percussioni. 

(a.z.) 

93


94

ore 11.00 



XVIII Protocollo Mahler “Mahler a Dobbiaco” 


Grandi direttori mahleriani (6) 

Conferenza Götz Thieme, Stoccarda: 

Leonard Bernstein (1918-1990) 

ore 21.00 

San Candido, Collegiata 

Linda Bsiri, voce recitante 

Michel Godard, tuba, serpent 

Jarrod Cagwin, percussione 

Michel Godard: Sous les voûtes le Serpent 

In collaborazione con il comune e l'associazione turistica di San Candido 

95


96 

Michel Godard 

Biografia di Götz Thieme a pagina 88 

Michel Godard 

Nato vicino a Belfort nel 1960, Michel Godard si afferma 

molto presto come tubista di straordinaria polivalenza. Così 

conduce una carriera tra jazz, musiche improvvisate e musica 

classica. Nel versante classico, nel 1988, partecipa alle attività 

dell'Orchestre Philarmonique de Radio-France, l'Orchestre 

National de France, l'Ensemble Musique Vivante, l'Ensemble 

Jacques Moderne e l'Ensemble Baroque La Venice. 

Inoltre, di recente, è membro del quintetto di fiati Arban 

Chamber Brass, (tournées in Giappone, Stati Uniti, Africa...). 

Effettua nel frattempo numerosi workshops e seminari in 

Francia ed all'estero. 

Nell'ambito jazz, fa parte dell'Orchestre National de Jazz dal 

1989 al 1991 sotto la direzione di Claude Barthélémy. 

Partecipa a numerose creazioni con Michel Portal, Louis 

Sclavis, Henri Texier, Antoine Hervé, Kenny Wheeler, Rabih 

Abou Khalil, Wolfgang Puschnig, Pierre Favre e molti altri... 

Nel 1989, crea il suo proprio gruppo " Le Chant du Serpent " 

dove si mischiano i suoni della tuba e del serpente, con quelli 

della chitarra (P. Deschepper), della tromba o del flicorno (J.F. 

Canapè), della batteria (J. Mahieux) e con la voce di Linda Bsiri. 

Oggi Michel Godard lavora principalmente con Rabih Abou 

Khalil, Enrico Rava, Wolfgang Puschnig, Pierre Favre, Jean-Luc 

Ponthieux, Gianluigi Trovesi e Gérard Marais. Lavora anche in 

stretta collaborazione con la Compagnia di Danza 

Contemporanea "Taffantel" e con Michel Marre e Jean- 

Francesco Canapé, per la musica improvvisata. 

Dopo il successo ottenuto con il CD " Castel del Monte " è 

uscito, sempre per l'ENJA, nel 2002 il "seguito" di questo 

progetto straordinario, "Castel del Monte II" con, tra gli altri 

Vincent Courtois, Linda Bsiri e Gabriele Mirabassi. Nel 1996

Linda Bsiri 

Godard ha partecipato al progetto Banda del Festival “Donaueschinger 

Musiktage”. 

“In uno strumento come il Serpent ogni suono deve essere 

creato ex novo perché per cosi dire esce direttamente da te 

stesso. Ciò ti costringe ad immedesimarti nella musica. La 

musica antica rappresenta per me un anello di collegamento 

tra le varie musiche etniche, specialmente se si tratta di musiche 

che utilizzano strumenti affini alla tuba. Mi sono avventurato 

nella musica tibetana e in quella degli aborigines australiani. 

Ho suonato il Didgeridoo ancora prima che andasse di moda. 

All'epoca trovare uno strumento del genere era una cosa quasi 

impossibile”. (Michel Godard) 

Insieme alla cantante Linda Bsiri ed al percussionista Jarrod 

Cagwin, Michel Godard esplora lo spazio delle chiese, castelli, 

conventi, monasteri etc. Dietro a lamenti musicali ben noti, ad 

un'irrequietezza familiare, in questa esplorazione musicale 

dello spazio e del tempo troviamo il Nuovo sempre in agguato, 

quello che è stato appena creato, qualcosa di sconosciuto. 

Voce, percussione, tuba e serpent si scatenano, si dividono lo 

spazio, si inseguono, si lasciano, scandagliando cosi gli abissi e 

delimitando i confini. Che si tratti di canzoni vecchie o di opere 

nuove, la combinazione strabiliante di rigore corale, jazz e 

improvvisazione in questo luogo mistico che è la chiesa conferiscono 

alla musica di Godard quel certo fascino. 

97 

Jarrod Cagwin


98

ore 15.00 

ore 15.00 

ore 16.00 

Martedì, 22 luglio 2008 

Organizzazione musicale - Di quanta industria 

ha bisogno la musica? 

Un progetto dell'Unione Artisti Sudtirolesi e delle Settimane 

Musicali Gustav Mahler 

(con traduzione simultanea) 

conduce: Albert Mayr 

ore 17.00 

Discussione 


Susanne Binas-Preisendörfer (Università di Oldenburg) 

“Arbeitsmarkt Musik: historische Voraussetzungen und aktuelle 

Herausforderungen” 

interventi di: 

Maddalena da Lisca (Associazione Bologna Festival) 

Sovvenzioni pubbliche, finanziamenti privati e numero di 

spettatori: il valore di questi tre elementi nella programmazione 

musicale in Italia 

Maria-Luise Mayr (Klangspuren Schwaz) 

“Vermittlung und Vermarktung von Neuer Musik” 

Josef Lanz (direttore di varie attività musicali in Alto Adige) 

“Klassik zwischen Laien- und Eventkultur - 

Am Beispiel Südtirol” 

99 

>>


ore 21.00 

Dobbiaco, Chiesa parrocchiale 

Julie Cooper, soprano 

Annie Gill, contralto 

Nicholas Mulroy, tenore 

Ben Davies, basso 

Chiara Tonelli, flauto 

Josep Domènech, oboe 

Matthew Trascott, violino 

Academica Musica Saeculorum 

Direttore: Philipp von Steinaecker 

Johann Sebastian Bach „Was Gott tut das ist wohl getan“ 

(1685-1750) Kantate BWV 99 

100 

„Was frag ich nach der Welt“ 

Kantate BWV 94 

„Freue Dich erlöste Schar“ 

Kantate BWV 30

Prof. Dr. Susanne 

Binas-Preisendörfer 

Prof. Dr. Susanne Binas-Preisendörfer 

Ha studiato musicologia alla Humboldt-Universität di Berlino 

dove si laurea con una tesi sulla musica rock ("Rockmusik - 

kulturelles Medium Jugendlicher" (1991). 

Fino al 1990 collabora intensamente con der expander des 

fortschritts nell'Offground di Berlino Est, produce diversi CD. 

Dal 1991 collabora con l'ambiente culturale di Berlino (impiego 

fisso e free lance tra cui al progetto Berlin der 

Kulturpolitischen Gesellschaft, medusa ProKultur, cofondatrice 

di singuhr - hoergalerie in parochial a Berlin-Mitte). 

1995 - 1997 postdottoranda dell'associazione tedesca di 

ricerca DFG, ricerca nell'ambito di "Lokale Musikpraktiken im 

globalen Kulturprozess". 1997 - 2001 collaboratrice scientifica 

alla cattedra di teoria e storia della musica popolare alla 

Humboldt-Universität di Berlino. Abilitazione con la pubblicazione 

"Sampling the World - Klänge im Zeitalter ihrer medialen 

Verfügbarkeit - eine empirische und theoretische 

Untersuchung zu Auswirkungen struktureller Aspekte des 

Globalisierungsprozesses auf populäre Musikformen der 

Gegenwart". Attività didattica in diverse università tra cui 

Berlino, Liverpool, Tubinga, Potsdam, Vienna, Amburgo, 

Graz), conferenze e pubblicazioni in Germania ed all'estero 

(Sydney, Kanazawa/Giappone, Washington, Mosca, Vienna, 

Amsterdam, Lione). 2001 - 2003 docente e autrice di pubblicazioni 

scientifiche free lance. 2004 - 2005 amministratrice 

della Kulturveranstaltungs GmbH im Podewil'schen Palais di 

Berlino. Dal 03/2005 titolare di una cattedra all'Istituto di 

Musica e Massmedia dell'università di Oldenburg. 

http://www.musik.uni-oldenburg.de/medien/23395.html) 

101


Dr. Maddalena da Lisca 

Si laurea in Storia della Musica presso la Facoltà di Lettere e 

Filosofie dell'Università di Padova con il massimo dei voti. 

Successivamente collabora, come critico musicale, per il 

giornale l'Arena e, contemporaneamente, segue il Master di 

Specializzazione per Operatori Musicali a Firenze. 

Nel 1985 inizia la sua attività professionale nell'ambito 

dell'organizzazione di manifestazioni musicali al Cantiere 

Internazionale dell'Arte di Montepulciano e Vicenza Festival. 

Dal 1986 al 1990 è coordinatore esecutivo e successivamente 

coordinatore generale di cinque grandi festival realizzati dal 

Ministero degli Affari Esteri Italiano a Buenos Aires, New York, 

Sidney, Montreal e Ottawa. Nel 1990 e 1991 collabora con la 

RAI per la realizzazione di alcuni spettacoli musicali e di balletto. 

Nel 1992 inizia la collaborazione al Bologna Festival come 

coordinatore artistico e dal 2006 come direttore generale. Nel 

2004 è consulente dell'Amministrazione Comunale di Bologna 

per l'apertura del Museo della Musica, di cui cura il programma 

artistico inaugurale. Mantiene dal 1997 la carica di Consigliere 

e, attualmente, Vice Presidente di AIAM-AGIS, associazioni di 

categoria delle Società di Concerto Italiane, riconosciute dal 

Ministero Beni e Attività Culturali. 

Maria-Luise Mayr 

Nata e cresciuta nel maso di montagna dei genitori a 

Imsterberg (A). 1988-1991 fa parte del consiglio di amministrazione 

del Centro Culturale e di Comunicazione Utopia a 

Innsbruck. Nel 1992 collaboratrice free lance alla realizzazione 

della strada dell'arte nell'ambito di Innsbruck Estate. 1993- 

1999 direttrice dell'assessorato alla cultura di Schwaz dove ha 

curato numerosi progetti culturali quali Silbersommer Schwaz, 

Haus der Völker, Jazzworkshop Schwaz, Museum Rabalderhaus, 

102 

Dr. Maddalena da Lisca

Galerie der Stadt Schwaz, Avantgarde Schwaz etc. Nel 1994 

fondazione di Klangspuren Schwaz, festival al quale è a capo dal 

2002. 

Dr. Josef Lanz 

Nato a Dobbiaco. Maturità classica. Ha studiato musicologia e 

oboe. 1971-1999 RAI-Sede di Bolzano: reparto di programmazione 

musicale. Direttore artistico: Settimane Musicali 

Gustav Mahler, Società dei Concerti di Bolzano, Brixner 

Initiative Musik und Kirche, Musik Meran, Festival di Musica 

Sacra di Bolzano e Trento, responsabile di musica nell'Unione 

Artisti Sudtirolesi. 

Prof. Albert Mayr 

Maria-Luise Mayr 

Ha studiato musica (composizione), 1969-1973 borsa di studio 

per il Canada e lecturer alla Faculty of Music, Mc Gill 

University, Montreal, 1973 - 1991 professore di musica elettronica 

al Conservatorio di Firenze. Composizioni elettroniche, 

strumentali e mixed media; performance ed installazioni 

risultanti dall'interazione tra suoni ambientali e ritmi ambientali. 

Numerose pubblicazioni riguardanti la musica elettroacustica, 

terapia musicale, paesaggio sonoro ricerche teoriche, 

lavori artistici sulla fattibilità di applicazione di criteri musicali 

all'organizzazione tempistica, a cicli naturali e sociali. 

Julie Cooper, soprano 

Dr. Josef Lanz 

Ha studiato letteratura e storia della musica alla Durham 

University nonché canto con Julie Kennard alla Royal Academy 

of Music dove si è diplomata. Ha vinto numerose borse di 

103


studio e premi (Croft Prize for Early Music, Oratorio Prize). 

Svolge intensa attività concertistica: Come solista si è esibita 

con la City Birmingham Symphony Orchestra in War Requiem 

di Britten alla Symphony Hall. Si è cimentata nella Sinfonia N. 2 

di Mahler nella Salisbury Cathedral, nella Messa in do minore di 

Mozart diretta da Sir David Willcocks al Three Choirs Festival, 

in un programma con cantate di Bach con “The King's 

Consort“ a Lubecca, in The Fairy Queen alla Queen Elisabeth 

Hall con l'Orchestra of the Age of Enlightenment e nel Requiem 

di Johannes Brahms, sempre alla Queen Elisabeth Hall, con 

l'Ensemble The Sixteen diretta da Harry Christophers la cui 

registrazione è stata pubblicata su CD per l'etichetta 

Coro.Come cantante lirica ha cantato i ruoli di Susanna (Nozze 

di Figaro), Anne Truelove (Rake's Progress) e Fiordiligi (Così fan 

tutte) alla Cambridge Opera, Second Woman (Dido and 

Aeneas) diretta da Harry Christophers a Torino e Zagabria, 

Dido (Dido and Aeneas) al Three Choirs Festival. Julie Cooper 

ha cantato nella prima esecuzione assoluta di The Birds di Ed 

Hughes con la compagnia lirica The Opera Group. E'stata 

invitata al Buxton Festival dove ha interpretato le parti di 

Lucinda e della pastorella in Armide di Gluck sotto la direzione 

di Robert King e l'allestimento di Aidan Lang. Nell'attuale 

stagione ha cantato la parte di Iphis in Jephtha di Händel con il 

Frankfurter Festival Chor a Magonza.Nella prossima stagione 

si cimenterà nel Requiem di Mozart sotto la direzione di Harry 

Christophers e in Israel in Egypt di Händel con “The King's 

Consort” a Parigi e interpreterà la parte di Belinda (Dido and 

Aeneas). 

Annie Gill, contralto 

Il mezzosoprano scozzese dopo essersi diplomata al Royal 

Northern College of Music è stata inserita nel programma 

“Young Artists” presso l'Opera National du Rhin a Strasburgo. 

104 

Prof. Albert Mayr 

Julie Cooper

Annie Gill 

Ha ottenuto anche una borsa di studio della Fondazione Peter 

Moores. Nel Ring, allestito da David McVicars a Strasburgo, ha 

cantato il ruolo di Waltraute sotto la direzione musicale di 

Marko Letonja. 

E' stata Amore e Valletto in L'Incoronazione di Poppea diretta da 

Rinaldo Alessandrini e l'Adza nell'Etoile di Chabrier all'Opera 

Comique Paris diretta da Sir John Eliot Gardiner. Al 

Glyndebourne Festival Annie Gill è stata ingaggiata come cover 

per i ruoli della Hermia in Midsummer Nights's Dream di Britten 

e della Tisbe in La Cenerentola (alcune rappresentazioni di 

quest'opera lirica sono state dirette da Vladimir Jurovski). 

Ha interpretato i ruoli di Mercedes, Dorabella, La Perichole e 

di Annio in La Clemenza di Tito di Gluck. Nella Passione secondo 

Matteo, allestimento di Katie Mitchell che ha riscontrato 

grande successo al Glyndbourne Festival, ha cantato il ruolo 

della prima testimone. Nella stagione del Festival 2006/07 è 

stata, tra l'altro, membro del Glyndebourne Chorus. 

Annie Gill è attiva anche nel campo dell'opera lirica moderna. 

Ha cantato in Tobias and the Angel di Jonathan Dove e in A 

Better Place di Martin Butler. Si è esibita in Still Water di John 

Redwood, un'opera da camera che si basa su The Turn of the 

Screw. 

Annie Gill non è solo cantante lirica, ma si esibisce spesso in 

concerto con cori ed orchestre di fama internazionale con 

opere quali la Messa in si maggiore di Bach ad Edinburgo ed al 

Belfast Festival, la Messa d'Incoronazione di Mozart a San 

Pietroburgo con la Festival Orchestra di San Pietroburgo 

diretta da Kristofer Wahlander, il Messia di Händel ad 

Amburgo e alla Queen's Hall di Edinburgo, il Requiem di 

Mozart con la Manchester Camerata, la Cantata BW60di Bach 

diretta da Sir John Eliot Gardiner alla Royal Festival Hall ed al 

Concertgebouw di Amsterdam. 

Altri ingaggi importanti con la Phaedra di Britten con 

l'Orchestre Symphonique de Mulhouse a Strasburgo, Colmar 

und Mulhouse. 

105


Nel 2007 Annie Gill ha vinto un Gramaphone Award per 

l'incisione della versione dublinese del Messia di Händel. 

Recentemente la cantante ha inciso la Passione secondo 

Matteo (entrambe le incisioni sono state fatte con il Dunedin 

Consort. 

Nella prossima stagione è prevista una tournée con il Requiem 

di Duruflé diretto da Sir John Eliot Gardiner a Londra, Madrid 

ed al St. Denis Festival di Parigi. 

Nicholas Mulroy, tenore 

Nato a Liverpool, ha studiato alla Cambridge University ed alla 

Royal Academy of Music di Londra. 

Recentemente si è esibito al Glyndebourne Festival in 

Verlobung im Kloster di Prokofiev diretto da Vladimir Jurovski 

ed ha interpretato alcune cantate di Bach sotto la direzione di 

Sir John Eliot Gardiner alla Royal Festival Hall di Londra ed al 

Concertgebouw di Amsterdam. 

All'Opéra Comique di Parigi si è esibito nel ruolo di Patacha in 

L'Étoile di Chabrier e in occasione dei concerti Proms della 

BBC nelle rappresentazioni del Vespro della Beata Vergine 

Maria di Monteverdi e del Requiem di Campra. Ha collaborato 

alla produzione di Emanuelle Haïms di Actéon di Charpentier, 

in una produzione per la BBC Radio ha cantato in 

Combattimento (Testo) e in L'Orfeo di Monteverdi. 

Seguono ingaggi importanti al Festival Händel di Londra (Evangelista 

nella Passione secondo Matteo) ed al English Bach 

Festival nonché a Dublino e Manchester (Flauto Magico di 

Mozart). Ha cantato nella Passione secondo Giovanni con la 

Hanover Band e l'Orchestra of the Age of Enlightenment. 

Si è esibito nei ruoli di Ferrando (Così fan tutte, Mozart), 

Belfiore (La finta Giardinera), Don Ottavio, Monostatos diretto 

da Sir Colin Davis e del Chevalier in Les Dialogues des 

Carmelites di Poulenc. 

106 

Nicholas Mulroy

Al Festival liederistico di Oxford ha cantato lieder tratti da 

Liederkreis di Schumann e da Die Schöne Müllerin di Schubert. 

Nicholas Mulroy ha vinto il Gramophone Award con l'incisone 

del Messiah con John Butt e con il Dunedin Consort. Ha 

all'attivo un'incisione dei Vespri della Beata Vergine Maria di 

Monteverdi con il King's Consort e di una ciclo di madrigali di 

Monteverdi con I Fagiolini. Ha ottenuto critiche postive per il 

ruolo di Evangelista nella Passione secondo Matteo con John 

Butt. 

Prossimi progetti del tenore: Serenade for Tenor, Horn and 

Strings di Britten, Sinfonia di Berio con la Royal Liverpool 

Philharmonic Orchestra, Hippolyte et Aricie di Rameau al 

Theatre Capitole de Toulouse con Emanuelle Haïm, 

Evangelista nell' Oratorio di Natale, sotto la direzione di Sir John 

Eliot Gardiner a Londra. 

Ben Davies, basso 

Ben Davies 

Ha studiato alla Royal Academy of Music di Londra. Ha debuttato 

ai Wiener Festwochen nel ruolo del Sailor (Dido& Enea) 

diretto da William Christie in una produzione di Deborah 

Warner. Ha interpretato i ruoli di Ubalde (Armide - Gluck) al 

Buxton Festival, dell'Enea (Dido& Enea) diretto da Sir John 

Eliot Gardiner all'Opera di Lione, del giudice (Das Wunder der 

Heliane - Korngold) diretto da Vladimir Jurowski, del 

Guglielmo (Così fan Tutte), di Bartolo e Antonio (Le Nozze di 

Figaro), del Polifemo (Acis & Galatea), Amis (Le Pauvre 

Matelot - Milhaud), il Private Willis (Iolanthe), ed il ruolo di 

Marcello (La Boheme) in una produzione della BBC. 

Non è solo cantante lirico ma si esibisce spesso in concerto 

con cori ed orchestre di fama internazionale con opere quali il 

Messia di Händel, l'Oratorio di Natale di Bach, il Requiem di 

Fauré, le Passioni secondo Matteo e Giovanni con Harry 

Christophers e The Sixteen. 

107


Altri ingaggi di spicco: la Messa in do minore di Mozart e l' “Ode 

on St Cecilia's Day” di Purcell con Paul McCreesh ed il Gabrieli 

Consort, la Passione secondo Giovanni di Bach con l'Orchestra 

Verdi di Milano diretta da Robert King, la Passione secondo 

Matteo, i Vespri, la Messa in do minore ed il Requiem di Mozart 

con Sir John Eliot Gardiner e con i English Baroque Soloists. 

Recentemente ha debuttato nella Wigmore Hall di Londra con 

la cantata italiana “Amore traditore” di Bach. Ha cantato l'aria 

di Mozart “Cosi dunque tradisci” diretto da Harry 

Christophers con la Royal Liverpool Philharmonic Orchestra e 

la cantata per voce solista di Bach “Ich habe genug” al 

Sheldonian Theatre di Oxford. Sono previste la Passione 

secondo Matteo a Granada con Harry Christophers, il 

Requiem di Verdi con il Yorkshire Philharmonic Choir e la 

replica della produzione di Deborah Warner “Dido&Enea” a 

Londra, Parigi e Vienna. 

Philipp von Steinaecker, direttore 

Philipp von Steinaecker suona nella Mahler Chamber 

Orchestra diretta da Daniel Harding e nella Lucerne Festival 

Orchestra diretta da Claudio Abbado. 

Come violoncello solista si esibisce regolarmente con gli 

English Baroque Soloists e con l'Orchestre Révolutionaire et 

Romantique diretta da Sir John Eliot Gardiner e come violoncello 

continuo ha collaborato a numerosi progetti dell'orchestra 

barocca Le Concert d'Astrée diretta da Emanuelle Haïm. 

Violoncello solista ospite dell'Orchestra del Maggio Musicale 

Fiorentino diretto da Zubin Mehta e della Camerata Salzburg. 

Quando era studente ha collaborato con i Wiener Philharmoniker, 

esibendosi con l'orchestra in tutto il mondo sotto la 

direzione dei direttori più noti della scena internazionale. 

Insieme alla moglie, la flautista Chiara Tonelli, Philipp von 

Steinaecker è fondatore e direttore artistico del Festival di 

108 

Philipp 

von Steinaecker

musica da camera a Castel Presule in Alto Adige. 

Nel 2007 ha fondato, con alcuni musicisti della Mahler 

Chamber Orchestra, l'ensemble Soloists of the Mahler Chamber 

Orchestra, di cui è direttore ed il quale ha debuttato nel 2007 al 

Festival “Wiener Festwochen” con opere di Janácek, 

Schönberg, Stravinsi e Berg. 

E', inoltre, fondatore e direttore dell'orchestra barocca 

Academia Musica Saeculorum che ha le proprie basi in Alto 

Adige. 

Philipp von Steinaecker è cresciuto ad Amburgo e da giovane 

studente ha frequentato la Scuola Superiore di Musica di 

Lubecca. Negli anni da liceale ha debuttato alla Musikhalle di 

Amburgo ed è stato membro di due orchestre giovanili: la 

Bundesjugendorchester e la Gustav Mahler Jugendorchester. 

Dopo la maturità ha studiato alla Scuola Superiore di Musica di 

Vienna e alla Juilliard School di New York con Harvey Shapiro, 

conseguendo il diploma di Master of Music. Successivamente 

ha studiato violoncello barocco con Christophe Coin al CNSM 

di Parigi e dal 2005 al 2007 direzione d'orchestra con Mark 

Stringer all'Università di Musica di Vienna. 

Chiara Tonelli, flauto 

Chiara Tonelli 

E' nata e cresciuta a Bolzano. Dopo lo studio con il Mº 

Vincenzo Gallo presso il conservatorio della sua città , dove si è 

diplomata con il massimo dei voti e la lode, si è perfezionata 

con Irena Grafenauer presso il "Mozarteum" di Salisburgo. 

Dopo il diploma ha iniziato un'intensa attività orchestrale, 

suonando con orchestre come l'ORT-Orchestra della Toscana, 

l'Orchestra della RAI di Milano, la Symphonieorchester des 

Bayerischen Rundfunks di Monaco, l'Orchestra dell'Accademia 

di Santa Cecilia a Roma. Nel 1996 è stata invitata a partecipare 

alla tournee europea dei Berliner Philharmoniker con Claudio 

Abbado. Dal 1993 al 1996 è stata primo flauto dell'Orchestra 

109


Giovanile Europea Gustav Mahler e nel 1995 si è esibita con 

tale orchestra in veste di solista sotto la direzione di Claudio 

Abbado a Berlino, Parigi e Vienna. Nel 1996 ha vinto il posto di 

primo flauto presso il Teatro Regio di Torino e immediatamente 

dopo anche quello di primo flauto solista nell'Orchestra del 

Maggio Musicale Fiorentino, con la quale, sotto la direzione del 

suo direttore principale Zubin Mehta, ha partecipato a numerose 

tournee in tutta Europa, Giappone, Cina e India. Nel 1996 

le è stato assegnato il premio "Amadeus" su suggerimento del 

Mº Claudio Abbado, inoltre ha ottenuto il premio "Giglio 

d'argento" della città di Firenze per i suoi particolari meriti 

musicali. Ha tenuto masterclass presso il Conservatorio di 

Bolzano e ai corsi internazionali di Santa Fiora; è stata inoltre 

docente dei corsi di Alto Perfezionamento presso l'Accademia 

del Maggio Musicale Fiorentino e docente del Biennio di perfezionamento 

al Conservatorio di Livorno. E' docente presso 

l'Accademia Gustav Mahler nell'ambito dell'Orchestra 

Giovanile Europea GMJO. Chiara Tonelli è primo flauto e 

fondatrice della Mahler Chamber Orchestra che viene diretta 

regolarmente da maestri come Claudio Abbado, Daniel 

Harding, Pierre Boulez e tanti altri e con la quale ha partecipato 

oltre a numerose tournee in tutto il mondo anche a diverse 

incisioni per la Deutsche Grammophon e la Virgin Classics. Nel 

2003 è stata invitata a partecipare a una tournee in Russia 

come primo flauto al "World Orchestra for Peace" sotto la 

guida del Mº Valerie Gergiev e dal 2003 fa parte della prestigiosa 

Luzern Festival Orchestra. Collabora regolarmente come 

Primo Flauto con l'Orchestra Camerata Accademica di 

Salisburgo. Da solista si è esibita anche con altre numerose 

orchestre fra le quali l'Orchestra Haydn di Trento e Bolzano, la 

Salzburger Kammerphilharmonie, la Filarmonica di Bucarest, 

l'Orchestra da Camera di Bergamo e Brescia, l'Orchestra da 

Camera di Losanna, l'Accademia d'archi di Bolzano, l' 

Ensamble Zandonai di Trento, l' Orchestra dei Pomeriggi 

Musicali di Milano, l'Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino 

e la Mahler Chamber Orchestra. Dal 2002 è direttrice artistica 

del Festival di Musica da Camera a Castel Presule (BZ), dove 

ogni anno si esibisce con musicisti da camera e solisti di fama 

internazionale e dove ha riscosso grande successo sia di pubblico 

che di critica. Dal 2005 tiene corsi di perfezionamento 

presso la Scuola di Musica di Fiesole a Firenze. 

110

Josep Domènech 

Josep Domènech, oboe 

Nato nel 1977 ad Amposta in Catalogna. Ha studiato al conservatorio 

della sua città natale e poi a Barcellona dove si è diplomato 

con la lode. Ha proseguito gli studi a Basilea (oboe con 

Omar Zoboli e musica da camera con Sergio Azzolini), ad 

Amsterdam con Pauline Oostenrijk e con Alfredo Bernardini. 

Durante il periodo di studio è stato primo oboe nell'Orchestra 

barocca dell'Unione Europea (EUBO). 

Oboe solista nel complesso Concerto Köln, svolge intensa 

attività concertistica con ensemble quali Bach Vereniging, 

Ensemble Matheus, Cercle de l. Harmonie, Les Talens Lyrics, 

Balthasar Neumann Ensemble, King.s consort, Concert des 

Nations, Europa Galante, Irish Baroque Orchestra, English 

Baroque Soloist. 

Josep Domènech è membro del „Zircus Quintet“ e del „Xacona 

Ensemble“ (2 oboe, fagotti e Basso Continuo). Nel 2006 

con il Xacona Ensemble ha vinto il primo premio al concorso 

internazionale di musica da camera di Bruges. 

Matthew Truscott, violino concertante 

Ha studiato con Erich Gruenberg e Simon Standage alla Royal 

Academy of Music di Londra, con Vera Beths al Koninklijk 

Concervatorium all'Aja e con Mauricio Fucs all'University of 

Bloomington, Indiana. 

Da solista e violino concertante si è esibito con l'Orchestra of 

the Age of Enlightenment al Concertgebouw Amsterdam, al 

Wiener Konzerthaus ed alla Queen Elizabeth Hall nonché in 

diverse occasioni con il King's Consort nella Wigmore Hall a 

Londra. Da allora Matthew Truscott è uno dei Konzertmeister 

dell'Orchestra of the Age of Enlightenment. Violino concertante 

ospite di numerose orchestre quali la English National 

111


Opera, The English Concert, The King's Consort, la Dutch 

National Opera e la Netherlands Chamber Orchestra. 

Titolare di una cattedra alla Royal Academy of Music di Londra. 

Matthew Truscott suona due strumenti italiani antichi: un 

Maggini del 1620 ed un Rogeri del 1704. 

112 

Matthew Truscott


L'uso concertistico delle “cantate”, delle “messe”, delle “passioni”, 

oggi non desta meraviglia, ma è il sintomo più evidente 

della modernità di Bach, della duttilità dei suoi lavori per la 

chiesa: scritti ieri per il fedele praticante, ed oggi a disposizione 

anche per il laico che riflette, o per chiunque accolga nel suo 

spirito la cosiddetta musica d'arte. Perché di questo si tratta, al 

di là di quello che significò, anche in termini di quantità, il compito 

di Bach negli anni di Lipsia, tra il 1722 ed il 1750, pronto ad 

onorare i titoli di Kantor alla Thomasschule (Scuola di San 

Tommaso) ed in altre tre chiese della città, e di Director musices. 

La cantata, legata intimamente alla liturgia luterana, e 

collocata prima della predica oppure, se composta in due parti, 

prima e dopo il sermone, non era peraltro l'unica presenza 

musicale della celebrazione. Arricchivano la preghiera anche 

interventi d'organo e corali, e ciò costituiva il segnale del potere 

di richiamo e di raccoglimento della musica, nonché di un 

suo condiviso significato, anche se – scrive Franz Körndle – “il 

pietismo tedesco, elaborato nell'ultimo quarto del Seicento, 

elaborato da Spener e Francke, cominciò tuttavia a mettere in 

dubbio la legittimità della musica nel servizio liturgico”. 

Ciò nonostante la musica bachiana ci appare come musica 

d'uso, seppur di altissimo profilo artistico, percepita nella sua 

forza di coinvolgimento collettivo; e realizzata in una forma 

articolata in grado di assorbire svariati modi espressivi: recitativi, 

arie, corali, mottetti, secondo un intento di fervida partecipazione 

ai testi, ovviamente legati alle diverse festività, in 

qualche occasione realizzati dallo stesso Bach. 

Il termine di cantata, è il caso di segnalare, venne utilizzato dal 

maestro di Eisenach per i lavori profani; le pagine sacre invece 

ebbero altre classificazioni: talora “geistliche Konzert” (Concerto 

spirituale) o anche più genericamente “Kirchenmusik” 

(Musica di chiesa). 

La selezione di tre cantate qui raccolte (noi ne conosciamo 

complessivamente circa 200, sulle 300 presumibilmente 

portate a compimento, 140 delle quali videro la luce nei quasi 

tre decenni di Lipsia) propone esiti di distinti periodi creativi: 

quelle catalogate come BWV 94 e 99 appartengono alla cosiddetta 

“seconda annata” di Lipsia (1724), mentre la BWV 131 

“Aus der tiefen rufe ich Herr, zu dir” (Dal profondo a te grido, 

o Signore) è più antica. Fu scritta su richiesta di Georg Eilmar, 

arcidiacono di Muhlhausen probabilmente in occasione di una 

funzione commemorativa del grande incendio che nel 1707 

113


Mag. Lukas Siller 

Nato nel 1980. Mag.rer.soc.oec. (Università di Innsbruck 

2005). Ha studiato scienze economiche all'Università di 

Innsbruck ed alla Bocconi di Milano. Dal 2005 collaboratore 

all'Istituto di Management Strategico, Marketing e Turismo 

presso l'Università di Innsbruck. 

Lavoro di ricerca nel campo: Strategie nel turismo culturale 

(risorse e mercato). Attualmente sta ultimando la tesi di laurea 

"Von der Ressourcen- zur Kompetenzorientierung im 

Kulturtourismus" (risorse e competenze nel turismo culturale). 

Obiettivo è di definire quale ruolo assumono le risorse 

tangibili ed intangibili nella realizzazione di competenze chiave 

nelle destinazioni del turismo culturale alpino. 

Ing. Lisa Susanne Kofink 

Dal 2005 collaboratrice scientifica all'Istituto per lo Sviluppo 

Regionale e il Management del Territorio dell'Accademia 

Europea di Bolzano (EURAC). Dal 2001 al 2002 collaboratrice 

a progetto da Boverket - Swedish National Board for 

Housing, Building and Planning. Dal 2001 al 2005 diversi stage 

e attività nell'ambito della EU Initiative Interreg IIIB (Programm- 

und Projektebene). Dal 1998 al 2005 ha frequentato il 

Politecnico di Kaiserlautern (pianificazione territoriale ed 

ambientale), occupandosi di argomenti quali sviluppo regionale, 

zone montane, cerniera tra piano regolatore e turismo. 

116 

Mag. Lukas Siller 

Ing. Lisa Susanne 

Kofink

Prof. Vittorio Sgarbi 

Prof. Vittorio Sgarbi 

è nato a Ferrara l'8 maggio 1952. Si è laureato in filosofia con 

specializzazione in storia dell'arte all'Università di Bologna.E' 

saggista e conduttore televisivo. Ha pubblicato numerosi 

volumi di storia e critica dell'arte. Ha curato molteplici mostre, 

in Italia e all'estero, dedicate - tra gli altri - a Valerio Adami, 

Vangi, Botero, Nathan. 

Alcuni fra i suoi riconoscimenti pubblici: accademico 

dell'Accademia Georgica di Treia e della Rubiconia Accademia 

dei Filopatridi, presidente del Comitato scientifico del Museo 

Campano di Capua e dell'Accademia di Belle Arti di Urbino, 

membro della Commissione per le attività culturali dei comuni 

di Cremona e di Lecce, commissario per le arti e il restauro 

architettonico della città di Padova e Alto Commissario per la 

valorizzazione della Villa del Casale di Piazza Armerina. E' 

direttore alla Soprintendenza ai beni artistici e storici di 

Venezia. 

Ha vinto nel 2000 il Premio Internazionale Flaiano per la televisione. 

Collabora con “Bell'Italia”, “Il Giornale”, “Restauro & 

Conservazione”, “Oggi”, “Arte e Documento”. E' stato eletto 

deputato al Parlamento italiano nel 1992 e nel 2001, e al 

Parlamento europeo nel 1999. E' stato sottosegretario ai Beni 

culturali. E' dal 2005 Alto Commissario per la valorizzazione 

della Villa Romana del Casale di Piazza Armerina (EN). E' 

componente della Commissione consultiva del Prefetto per la 

Cattedrale di Noto (SR). E' stato da maggio 2006 a maggio 

2008 Assessore alla Cultura del Comune di Milano. 

117


118

ore 20.30 

Giovedí, 24 luglio 2008 

Sillian, Kultursaal 

Gunilla Berndtsson, soprano 

Paul Pranter, clarinetto 

Fausto Quintabà, pianoforte 

Richard Wagner Euch Lüften (Lohengrin) 

(1813-1883) Dich, teure Halle (Tannhäuser) 

Johannes Brahms dalla Sonata per clarinetto e pianoforte 

(1833-1897) mi bemolle magg. op.120 n.2 

1. Allegro amabile 

Richard Strauss Beim Schlafengehen (da „Vier letzte Lieder“) 

(1864-1949) (Hermann Hesse) 

Morgen, op.27, n.4 (J.H. Mackay) 

Seitdem dein Aug´ in meines schaute, 

op.17 n.1 (A.F. von Schack) 

Zueignung, op 10 n.1 (Hermann von Gilm) 

Richard Strauss dalla Sonata per pianoforte, op.5 

2. Adagio cantabile 

3. Scherzo Trio 

Béla Kovács Hommages á Richard Strauss 

(*1937) per clarinetto solo 

Jules Massenet Pleurez! pleurez, mes yeux!, 

(1842-1912) Aria dall'opera "Le Cid” 

>> 

119


Carlos Guastavino dalla Sonata per clarinetto e pianoforte 

(1818-2000) Allegro deciso 

Francis Poulenc Les chemins de L'amour 

(1899-1963) 

Maurice Ravel Pièce en forme de Habanera 

(1875-1937) per clarinetto e pianoforte 

George Gershwin Summertime, Aria dall'opera 

(1898-1937) “Porgy and Bess” 

In collaborazione con „Tourismusverband Osttirol - Region 

Hochpustertal“ ed il comune di Sillian 

120

Gunilla Berndtsson 

Gunilla Berndtsson-Pranter, soprano 

La cantante svedese ha frequentato i corsi di perfezionamento 

presso la “Internationale Sommerakademie Mozarteum” di 

Salisburgo (con Grace Bumbry e Kerstin Meyer) e ha studiato 

canto con Grace Bumbry e Jonathan Morris a Lugano nonché a 

Göteborg con Eva Larsson (in Svezia ha studiato anche economia 

e ha lavorato in una banca). Ha studiato recitazione al 

“Kulturama” di Stoccolma. La cantante vive tra Schwaz in 

Austria e la Svezia. Svolge intensa attività solistica (concerti in 

chiese, messe, oratori, serate liederistiche in Svezia, Svizzera e 

in Austria). Nel 2005 ha fondato il “Gunilla Berndtsson Trio”. 

Paul Pranter, clarinettista 

Nato ad Arnbach nel Tirolo dell'Est, ha studiato a Innsbruck 

con il prof. Gerd Münch e ha ottenuto il diploma di clarinetto 

nel 1989. Insegna clarinetto e sassofono alla Scuola di musica di 

Schwaz in Tirolo. Si esibisce come solista in Austria, Svizzera e 

Svezia nonché insieme a diversi ensemble. 

Fausto Quintabà, pianoforte 

Nato a Palermo nel 1977 dove ha studiato pianoforte con il 

pianista e compositore Marcello Biondolillo. Dopo essersi 

diplomato con lode al conservatorio della sua città natale ha 

vinto numerosi concorsi nazionali ed internazionali. Ha frequentato 

un corso di perfezionamento con Aquiles Delle 

Vigne presso la “Internationale Sommerakademie 

Mozarteum” di Salisburgo. Nel 2005 e 2006 ha suonato in 

occasione dell'inaugurazione del Festival di Salisburgo. Si è 

esibito in concerto con l' Österreichisches Ensemble für Neue 

Musik (öenm) nella Konzerthaus a Vienna ed ha accompagnato 

121 

Paul Pranter


i Solisti di Salisburgo e l'Ensemble Acrobat. Nel 2006 e 2007 ha 

suonato al Mozarteum in occasione della “Nacht der 

Komponisten” (notte dei compositori, trasmessa dalla radio 

austriaca Ö1). Nel 2007 ha conseguito il suo secondo diploma 

di pianoforte (con lode con il prof. Claudius Tanski) 

all'Università Mozarteum di Salisburgo. Attualmente è titolare 

di una cattedra di pianoforte nonché maestro accompagnatore 

al pianoforte al Musikum di Salisburgo. 

122 

Fausto Quintabà


Il clarinettista ungherese Bela Kovacs (*1937) si è diplomato 

alla Scuola Superiore di Musica Franz Liszt a Budapest. Primo 

clarinettista dell'Orchestra dell'Opera di Stato Ungherese e 

dell'Orchestra Filarmonica di Budapest. Titolare di una cattedra 

di clarinetto alla Scuola Superiore di Musica Franz Liszt a 

Budapest ed alla Scuola Superiore di Musica di Graz (Austria). 

La mia attività didattica mi ha ispirato a scrivere questo brano 

dedicato a Richard Strauss. Sono una sorta di “etude” che mettono 

alla prova gli studenti, non nel modo consueto “asciutto” e 

meccanico, anche se si tratta di esercizi ai quali non si può rinunciare. 

Spero che riescano ad affermarsi sul palcoscenico grazie alla 

performance in sintonia con l'enorme mole tecnica, con la giusta 

tonalità e con una profonda conoscenza stilistica nonché con un 

certo pizzico di fantasia e senso di “humor”. 

Carlos Guastavino (1912-2000) 

Si annovera tra i compositori “classici” argentini più popolari 

del '900. Nato a Santa Fe, ha studiato composizione (con Athos 

Palma) al Conservatorio Nazionale di Buenos Aires. 

Inesauribile sorgente d'ispirazione è stata la musica di Chopin, 

Schumann, Rachmaninov e la musica nazionale e popolare 

argentina. 

123


124

ore 11.00 

ore 21.00 


Monguelfo, Castello di Welsperg 

Potpourri musicale (jazz, evergreen e musica dei caffè viennesi) 

Die Fliegenfänger 

I cantanti: Eugen Oberstaller, Oswald Brandlechner, Alfred 

Thomaser, Eduard Schönegger, Toni Lanz, Klaus Steinmair 

vengono accompagnati al pianoforte da Peter Hein 

Appassionati musicisti nel tempo libero, interpretazione curata nei 

minimi dettagli, capaci di intrattenere e di entusiasmare il pubblico 

In collaborazione con il Castello di Welsperg 

San Candido, Collegiata 


Dietrich Oberdörfer, canto 

Jan von Klewitz, sassofono 

Markus Burger, pianoforte 

Feruccio Bartoletti, organo 

„Urlicht“, secondo la Sinfonia n. 2 di Mahler 

In collaborazione con il comune e l'associazione turistica di San Candido 

125



Nel 2005 i quattro musicisti di fama internazionale hanno 

realizzato, in questa formazione, un progetto intitolato „Jazz 

meets Classic“ alla “Europäischen Orgelakademie Schloss 

Goldrain”. 

I vari processi di lavoro ed i concerti sono stati registrati con il 

„Dolby Surround System” e pubblicati su CD nel 2007 dalla 

American Creative Music (Los Angeles). Questo CD intitolato 

„Vesprae“ è riuscito a figurare nella lista finale di selezione alla 

nomina del Grammy Award 2008. Grande è stato l'interesse e 

l'entusiasmo per questo ensemble contraddistintosi per il suo 

inimitabile suono e per la sua straordinaria performance 

concertistica. 

126 

Ensemble Katharsis


L'Ensemble Katharsis in questo progetto affronta gli argomenti 

„morte e eternità”. Fonte d'ispirazione è il 4° movimento della 

Seconda Sinfonia di Gustav Mahler intitolato „Urlicht“. 

Secondo Mahler la “luce primordiale” rappresenta l'anima che 

cerca Dio e le domande sulla propria esistenza divina dopo la 

morte. 

Si impone un collegamento con la „Lux Aeterna“ del Requiem, 

la cosiddetta “Totenmesse”. Nella tensione tra composizione 

e improvvisazione, tra jazz e musica classica, ispirata dagli 

intramontabili corali gregoriani, i musicisti solcano impavidi il 

mondo dei suoni della storia della musica, dall'inizio fino al 

presente. 

Seguiranno improvvisazioni su melodie e testi gregoriani. 

127


128

ore 21.00 

Giovedì, 31 luglio 2008 

Villabassa, Chiesa dell'Ospedale della SS. Trinità 


Georg Egger, violino 1 

Ottavia Kostner, violino 2 

Katharina Egger, viola 

Anna Egger, violoncello 


W.A.Mozart Quartetto in sol maggiore KV 156 

(1756-1791) Presto 

Adagio 

Tempo di Menuetto 

J.Haydn Quartett in sol minore op.74 n.3 

(1732-1809) Hob.III:74 “Reiterquartett” 

Allegro non troppo 

Largo assai 

Menuet. Allegretto 

Allegro con brio 

W.A.Mozart Quintetto per clarinetto in la maggiore KV 581 

Allegro 

Larghetto 

Menuetto 

Allegretto con variazioni 

Nell'ambito dei „Kulturzeichen Niederdorf“ in collaborazione 

con l'associazione turistica di Villabassa 

129



Il nome del Quartetto, costituitosi nel 2006, deriva dalla località 

di Stafflach, piccola frazione nei pressi di Collabo sul Renon, 

dove vivono i quattro musicisti Georg Egger e Ottavia Kostner 

con le loro figlie Katharina e Anna. Georg Egger e Ottavia 

Kostner si sono diplomati con il massimo dei voti e la lode con il 

Prof. Giannino Carpi al Conservatorio di Bolzano, dove, dal 

1985, sono docenti di violino. Hanno seguito corsi di perfezionamento 

all'estero con Sandor Vegh e Wolfgang Marschner. 

Katharina si è diplomata al Conservatorio di Bolzano con la 

Prof.ssa Isabella Lavagna e, nel 2003, inizia a studiare viola nella 

classe di Hariolf Schlichtig a Monaco di Baviera. Dopo aver 

conseguito il diploma artistico nell'estate del 2007 ha studiato 

per alcuni mesi al “CNSMD de Paris” con Jean Sulem. Anna, la 

“più piccola” del gruppo, ha studiato con Giuseppe Momo e 

Luca Fiorentini al Conservatorio di Bolzano, prima di trasferirsi 

a Basilea dove ha frequentato la classe di Raphael Rosenfeld. I 

quattro musicisti si esibiscono in formazioni cameristiche 

diverse e sono membri dell'Accademia d'Archi di Bolzano, 

ensemble fondato da Georg Egger nel 1987. 

130 



nato nel 1967 a Palermo. Dopo gli studi, conseguiti al 

Conservatorio di Genova „N. Paganini” con il massimo dei voti 

e la lode, si perfeziona all'Accademia Chigiana di Siena con G. 

Garbarino e con T. Friedli alla Scuola di Alto perfezionamento 

di Saluzzo. E' subito vincitore del concorso per primo clarinetto 

all'Orchestra del teatro Lirico di Cagliari e successivamente 

nelle orchestre di : Genova, Trieste, Losanna e Firenze. 

Collaborando con l'Orchestra della RAI, l'Orchestra di Padova 

e del Veneto, l' Israel Philarmonic Orchestra, l'Orchestra 

Filarmonica della Scala, l'Orchestra dell'Accademia di S. Cecilia,

Riccardo Crocilla 

suona sotto la direzione di importanti maestri quali Z. Mehta, 

M. Whun Chung, G. Pretre, G. Sinopoli, S. Ozawa, C. Abbado, 

L. Maazel, W. Sawallisch, R. Muti. Parallelamente all'attività 

d'orchestra, è spesso impegnato in formazioni cameristiche a 

fianco di importanti esecutori come A. Pestalozza, R. Vernizzi, 

K. Thuneman, il Contempoartensemble e la Cappella Andrea 

Barca di A. Schiff. Con il pianista M. Damerini e il violinista C. 

Rossi, forma un trio che si dedica particolarmente alla musica 

del 900. Si esibisce così in prestigiose stagioni concertistiche: 

Accademia Chigiana di Siena, GOG di Genova, Accademia 

Filarmonica di Bologna, Società del Quartetto di Milano, Amici 

della Musica di Pistoia, GAMO, Elba Festival, Accademia 

Filarmonica Romana, Centro Studi Busoniani, Amici della 

Musica di Vicenza, Maggio Musicale Fiorentino. Ha inciso per le 

etichette ARTS, Bongiovanni, Discantica. Da segnalare 

l'esecuzione del Concerto di Mozart per Clarinetto e orchestra, 

tenutosi a Firenze nel Salone dei Cinquecento di Palazzo 

Vecchio, sotto la direzione di Zubin Mehta nel Giugno 2002. 

Premiato al Premio Galileo 2000 con il Pentagramma d'Oro, 

quale giovane promessa del concertismo italiano. Docente ai 

Corsi di Perfezionamento della Scuola di Musica di Sesto 

Fiorentino e ai Corsi estivi di Barberino Val d'Elsa, dal 1996 vive 

a Firenze dove ricopre il ruolo di primo Clarinetto Solista 

dell'Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino. Riccardo 

Crocilla suona clarinetti YAMAHA. 

131



Il Quartetto in sol maggiore K.156 è il secondo dei cosiddetti 

“Quartetti milanesi” (fu scritto a Milano nel dicembre del 

1772) ed uno dei primi in assoluto compiuti dall'allora giovane 

maestro salisburghese. 

E' chiaro che ci troviamo davanti alla tappa di un percorso 

evolutivo tutto da compiere, che si esaurirà forzatamente nel 

1790 con le straordinarie pagine dedicate al re di Prussia. 

Eppure vi si riscontrano i germi evidentissimi di quel che seguirà, 

in tema di espressione, profondità, originalità e maturazione 

stilistica: già dal primo movimento, che Alfred Einstein 

giudica “un pezzo perfetto nel suo genere”, per continuare 

con l'elaborato, riflessivo Adagio, senz'altro fra gli apici 

dell'intera raccolta “milanese”, e fino al Minuetto finale. 

I movimenti, per causa dell'influenza stilistica italiana, sono tre, 

e le proporzioni appaiono contenute (180 battute il primo, 

solo 24 il secondo e 62 il terzo) , ma ciò non impedisce di 

riconoscere in questa opera di un Mozart neppure diciassettenne, 

ancora alla ricerca della propria scrittura quartettistica, 

la qualità ispirata dell'eccellenza. 

Autore fondamentale nella storia del quartetto per archi, 

Haydn lasciò in questo ambito specifico un'ottantina di composizioni, 

con le quali esercitò il suo forte istinto architettonico, 

nonché la chiara inclinazione per una trama dialogica arricchita 

da un senso inventivo sempre molto variato per i caratteri 

espressivi e per gli itinerari armonici. 

Esempio senz'altro considerevole al riguardo possono essere 

intesi i quartetti che vanno sotto i numeri d'opera 71 e 74: due 

serie di tre lavori ciascuna che in questa veste apparvero a 

stampa dapprima nel 1795 e nel 1796 a Londra e Vienna, e 

successivamente a Parigi. In realtà la separazione in due fascicoli 

fu opera degli editori, ma non dell'autore, come si deduce 

dalla ininterrota numerazione progressiva degli autografi. Del 

resto, gruppi di 6 quartetti compaiono nella produzione di 

Haydn in ripetute occasioni: dall'opera 9 del 1769-70 fino 

all'opera 64 del 1790. 

Il terzo Quartetto, in sol minore, dell'opera 74 (dedicata ad un 

nobiluomo, il conte Anton Georg Apponyi) porta il titolo di 

“Reiter Quartett” (Il Cavaliere) per causa di alcuni motivi, per 

così dire, galoppanti. Ma non si tratta che di una suggestione 

superficiale, perché l'opera è ricca di molti valori più concreti: 

una forma solida, una originale brillantezza espressiva che 

132

unisce galanteria a severità, ed una chiarezza comunicativa 

degli elementi tematici. Questo quartetto, come gli altri della 

serie, fu pensato per il numeroso pubblico londinese (“di 

dilettanti” scrive il Robbins Landon) e si manifesta con un 

carattere incisivo ed appassionante. Quanto basta per apprezzarlo 

ancor oggi. 

Stadler-Quintett fu la denominazione che lo stesso Mozart 

attribuì alla sua opera per clarinetto e archi, unica nel suo 

catalogo. Stadler sta per Anton Stadler (ma per Mozart era 

anche amichevolmente “Stodla”, come si legge nelle sue 

lettere), strumentista dell'orchestra di corte a Vienna ed anche 

compositore, come non era infrequente tra i suoi contemporanei. 

Di tre anni più anziano di Wolfgang, lo Stadler gli divenne 

amico per più di una ragione, non ultima l'appartenenza comune 

alla massoneria. Il Quintetto non fu concepito per cerimonie 

massoniche, ma sembra ugualmente partecipare ad un 

preciso progetto espressivo, accomunandosi nello spirito al 

Trio “dei birilli” ed al Concerto per clarinetto K.622: tutte 

pagine ispirate dal talento di Stadler, e tutte di concorde taglio 

espressivo, con toni di straordinaria purezza ed essenzialità 

collocati nel quadro di limpide proporzioni formali. 

Generi diversi, eppure affrontati con la disposizione d'animo 

dell'artista riflessivo, sensibile al richiamo dell'interiorità. 

Anche perciò il Quintetto – probabilmente il primo lavoro in 

cui il clarinetto, strumento ancor giovane all'epoca, viene 

associato al quartetto d'archi – non accorda privilegi fra gli 

strumenti in azione. Piuttosto coltiva una suggestiva armonia 

tra le parti, colma di serenità e di commozione, di eleganza di 

tratto e di sentimento, vero approdo di ogni anima libera e 

pura. Prova di umanità tanto più toccante in quanto collocato 

in un momento di vita (l'opera fu conclusa il 29 settembre 

1789) non tra i più felici, fra preoccupazioni finanziarie e la 

malattia della moglie. 

Ma appunto nulla di sofferente trapela dalla musica, se non 

tradotto in bellezza: la malinconica affettuosità del primo 

movimento, la meraviglia solitaria del delicato “Larghetto” e lo 

stupefacente “Adagio” che partecipa al finale in forma di variazioni. 

Altrove Mozart “rientra in società” con tutta la sua forza 

solare, ottimistica e di esemplare misura. 

133


134

ore 18.00 

Sabato, 2 agosto 2008 


Progetto dell’Istituto per l’educazione musicale e Windkraft 

In collaborazione con le Settimane Musicali Gustav Mahler 

Windkraft, orchestra di musica contemporanea 

Orchestra giovanile di fiati dell'Istituto per l'educazione 

musicale in lingua tedesca e ladina 

Direttore: Kasper de Roo 

Leos Janáèek 1° movimento tratto da Sinfonietta 

(1854-1928) 

Eduard Demetz “Primordiale” 

(*1958) 

Thomas Amann Dekokte (2008) 

(*1978) 

Manuela Kerer AURIMI (prima esecuzione assoluta, opera 

(*1980) commissionata dall'Associazione Artisti 

Sudtirolesi) 

Hector Berlioz “Grande Symphonie funèbre et triomphale” 

(1803-1869) Op. 15 (1840) 

Marche Funèbre 

Oraison Funèbre 

Apothéose 

Con il gentile appoggio di: 

Provincia Autonoma di Bolzano - Dipartimento alla Famiglia 

ed alla Cultura tedesca 

Istituto di Cultura altoatesino 

Istituto per l'educazione musicale in lingua tedesca e ladina 

Musik Walter 

135


Windkraft 

L'Ensemble Windkraft, fondata nel 1999, è un'orchestra per 

soli strumenti a fiato che ha posto al centro del proprio lavoro 

l'esplorazione del repertorio per fiati del ventesimo e ventunesimo 

secolo. Sin dall'inizio ai vari progetti hanno anche collaborato 

giovani musicisti altoatesini. Questo è anche il motivo per 

il quale è stata fondata “Windkraft Südtirol”. Obiettivo dei due 

ensemble a nord ed a sud del Brennero è quello di far rinascere 

e dare nuova linfa alla musica per fiati rivista in una chiave di 

lettura moderna. Per questo motivo i due gruppi, aldilà ed 

aldiquà del Brennero, si sono uniti, formando un'unica orchestra, 

“Windkraft” per l'appunto. A seconda del progetto/programma 

il gruppo si esibisce in piccole o grandi formazioni: 

un palcoscenico per giovani musicisti che si divertono ad 

eseguire musica contemporanea. 

L'Orchestra giovanile di fiati dell'Istituto per l'educazione 

musicale in lingua tedesca e ladina, fondata nel 2004 

come “Südwind” (vento del Sud) da Meinhard Windisch, è una 

piattaforma che funziona da stimolo per musicisti provenienti 

da bande, scuole musicali e conservatori. 

Durante l'anno scolastico 2007/2008 giovani musicisti di talento 

sono stati invitati a partecipare al progetto. Windkraft, 

insieme all'Istituto per l'educazione musicale per il 2008 si è 

prefissa come obiettivo di coinvolgere nel progetto i giovani, di 

avvicinarli alla musica contemporanea e di offrire loro la possibilità 

di esibirsi in due concerti con musicisti professionisti. E ci 

sono riusciti anche grazie al coinvolgimento del rinomato 

direttore Kasper de Roo, pedagogista musicale tra i massimi 

interpreti della musica del 20esimo e 21esimo secolo. Un 

progetto che rappresenta una vera e propria avventura per i 

giovani musicisti. 

136 

Windkraft

Kasper De Roo 

Kasper De Roo 

(*1951) interprete di fama internazionale della musica del 

20esimo e 21esimo secolo nonché fondatore di “Windkraft 

Tirol – Kapelle für Neue Musik”. Dopo aver terminato gli studi 

presso i conservatori dell'Aia e di Amsterdam, è stato fagottista 

nell'Orchestra Filarmonica di Rotterdam, prima di debuttare 

come direttore d'orchestra al Cabrillo Music Festival nel 1979. 

Poco dopo ha ottenuto il primo premio al Concorso internazionale 

per giovani direttori a Besançon. 1984 – direttore 

d'orchestra all'Opera di Stato di Stoccarda; 1992 direttore 

musicale al teatro dell'opera di Innsbruck e, in contemporanea, 

nel 1994 direttore stabile della National Symphony Orchestra 

of Ireland a Dublino. Si è esibito nei maggiori teatri lirici 

d'Europa (Amsterdam, Enschede, Bruxelles, Berlino, Bonn, 

Stoccarda) e in concerti sinfonici da Buenos Aires a Varsavia. 

Numerose opere contemporanee sono state dirette da de 

Roo in prima assoluta (M. Kagel, G. Klebe e E. Nunes). Da anni 

collabora con successo con l'Ensemble Modern (esecuzione in 

prima assoluta di opere di B. Furrer, E. Poppe e H. Zender). La 

produzione CD „Tessalation Row“di Eliott Sharp gli è valsa la 

nomina al premio della critica discografica tedesca (2004). 

137



La Sinfonietta è uno degli ultimi lavori di Janáèek: rappresentazione 

di un modernismo mai sterilmente intellettuale, ma 

piuttosto rinvigorito dagli echi della natura e della vita popolare, 

che vi si riverberano gioiosi e inneggianti come simboli di 

verginità morale. “Vorrei proseguire questa via – commentò 

l'autore settantaduenne – nonostante la mia età avanzata ho 

l'impressione che nel mio operato artistico stia crescendo un 

nuovo ramo come sugli alberi secolari di Hukwaldy” (Hukwaldy, 

il suo villaggio natale). Presentata a Praga nell'estate del 

1926, la Sinfonietta, dedicata alle forze armate cecoslovacche 

(il titolo provvisorio fu quello di “Sinfonietta militare”) consta 

di cinque movimenti internamente sottoposti a diverse variazioni 

agoniche ed è scritta per un organico numeroso dove, 

insieme agli archi, all'arpa, alle percussioni e ai legni spiccano gli 

ottoni (ben 14 le trombe), cui sono affidati interventi numerosi 

e significativi nell'evoluzione formale dell'opera, in una scrittura 

raffinata mantenuta sempre di espressiva essenzialità. Il primo 

breve movimento, che richiede ben 11 trombe, due tube 

tenore e timpani è una fanfara che viene riutilizzata anche nel 

finale, per motivi architettonico-formali, ma anche in funzione 

di un preciso intento espressivo. “Sulla città di Brno – ebbe a 

dire Janáèek, che stava vivendo i primi anni di indipendenza 

della sua patria, dopo la dissoluzione dell'impero austroungarico 

– brillava lo slancio della libertà! Io intesi le fanfare 

vittoriose (…) il rinnovamento inesorabile e la grandezza di 

questa città”. 

138 

(a.z.)

Eduard Demetz 

Eduard Demetz 

ha studiato al Mozarteum di Salisburgo pianoforte con 

M.Schneider-Cuvay e direzione d'orchestra con Ulrich Weder. 

Si è in seguito perfezionato con Gary Bertini, Pierre Boulez e 

Peter Eötvös Insegna presso il Conservatorio di Bolzano. Ha 

composto musiche per orchestra sinfonica, coro, pianoforte e 

diversi gruppi cameristici. Dal teatro dell'opera di Innsbruck gli 

è stata commissionata la composizione dell'opera da camera 

“Häftling von Mab” e numerosi sono i suoi lavori nel campo 

della musica per teatro, film e televisione. Demetz ha composto 

per ensembles di fama internazionale come l'Ensemble 

Opera Nova, l'Ensemble Modern o l'Ensemble 

Intercontemporain. Le sue musiche sono state mandate in 

onda da RAI, ZDF e ORF. Demetz è direttore artistico del 

festival “valgardenamusika” e presidente del festival ”Transart”. 

Primordiale 

Punto di partenza per la composizione di Primordiale è stata la 

mia immaginazione interiore di una specie di culto della sonorità 

che, nel corso del brano, attraverso un continuo accrescimento 

di 'impurità sonore' deve aumentare di intensità. 

Conformemente all'ensemble imponente non mi si è materializzato 

un disegno cesellato, ma semmai il tratto generoso a 

pennellate larghe. Il nocciolo base è formato da tre tetracordi 

(accordo 1: la, sol, mi bem., si; accordo 2: la bem., sol bem., 

do, fa; accordo 3: re, do diesis, mi, si bem.). Questi tre accordi 

risuonano all'inizio in modo puro o vengono colorati grazie ad 

alcuni suoni 'estranei' e vengono accompagnati con pulsazioni 

poliritmiche degli strumenti a percussione. Tramite rigonfiamenti 

dinamici che vengono condotti attraverso i registri in 

modo differito, si provocano sovrapposizioni che danno corso 

a nuovi blocchi accordali sulla superficie. A ciò si aggiunge la 

frammentazione ritmica e timbrica: i blocchi sonori vengono 

fatti a brandelli e mossi a salti qui e là attraverso i vari registri. 

139


Come ulteriore elemento dell''imbrattamento sonoro' viene 

utilizzato un vibrato di piccola frequenza e di grande ampiezza. 

Attraverso il vibrato, che sotto il profilo intervallare si camuffa 

con il resto, il frullato ed il tremolo, l'impurità sonora si accresce 

verso la fine del brano. 

140 

Thomas Amann 

Thomas Amann 

Nato nel 1978 a Innsbruck dove ha studiato musica al 

Conservatorio locale. Dal 1998 al 2004 ha studiato composizione 

e teoria musicale all'Università di Musica e di Arte 

Figurativa di Graz, diplomandosi con lode. Amann ha vinto 

numerosi premi e varie onorificenze (tra cui per l'opera "Distanz 

Übermalungen" il 1° Premio della città di Innsbruck). Le 

sue composizioni vengono interpretate da ensemble di spicco 

quali l'Ensemble Wiener Collage, il Klangforum Wien, Tiroler 

Ensemble für Neue Musik etc. ed eseguite a rinomati festival 

tra cui alla Biennale musicale di Zagabria, alle Klangspuren 

Schwaz oppure al Festival di Pasqua a Graz. L'opera di Amann 

è anche di grande interesse mediale. 

Dekokte (2008) 

La città di Innsbruck (divisione cultura) mette a disposizione 

ogni anno € 10.000 per il commissionamento di composizioni 

di musica contemporanea. Un contributo che va direttamente 

agli artisti (Hilde Zach, sindaco di Innsbruck). L'assessorato alla 

cultura della città di Innsbruck ha creato delle proprie direttive 

per sostenere in modo duraturo e continuo la musica contemporanea 

nella città di Innsbruck (Birgit Nau, resp. cultura). 

Queste direttive prevedono una giuria del settore indipendente 

che, tra le varie proposte presentate, sceglierà la composizione 

degna di essere sostenuta. Presupposto è che il compositore 

sia nato nel Tirolo austriaco o che risieda ad Innsbruck 

dove svolge il suo lavoro creativo/artistico. Nel 2007 la giuria

ha commissionato opere a Thomas Amann e Judith 

Unterpertinger. 

Manuela Kerer 

Manuela Kerer 

Nata nel 1980 a Bressanone, nel 2007 si è diplomata in composizione 

(con lode) con M. Lichtfuß al Tiroler Landeskonservatorium, 

nel 2004 inizia a studiare violino e giurisprudenza 

all'Università di Innsbruck, e nel 2005 psicologia. Nel 

2007 ha ottenuto una borsa di studio dall'Accademia „avantgarde 

tirol“, sempre nel 2007 la „Höchstbegabtenstipendium“ 

(borsa di studio per musicisti con maggior talento) da 

parte del Rotary Club Innsbruck e nel 2008 lo Stato austriaco le 

ha erogato una borsa di studio (composizione). Ha continuato 

gli studi a Milano con Alessandro Solbiati. 

Tra le sue composizioni: Personale „Tirol- Festival“ 

Landesmuseum Ferdinandeum Innsbruck (tra l'altro, la messa 

in musica di 7 leggi del Codice Penale italiano); „sussuramënt 

dla munt“ per orchestra e pubblico (St. Blasius Akademie 

Innsbruck); „Art`s birthday“- Ö1 Kunstradio; „Orgelwanderungen“; 

„Festival di Musica Contemporanea“ (Alto Adige); 

„Passion Grinzens“; „son moussant“: “Akustische Inszenierung 

des Ferdinandeums als Gebäude” (CD Produktion); „Luna 

Chiarina“ („Colloquium Chor und Orchester“ Füssen); Opera 

lirica „Rasura“, libretto di Kurt Lanthaler; „dl rëgn de fanes“ 

per trio d'archi (ORF Landesstudio Tirol); "Progetto Drava“ 

(Settimane Musicali Gustav Mahler); „Lehrlingsprojekt“ 

(„Klangspuren Schwaz“ 2007); „bleu marrant“ per ensemble e 

presentazione Power Point (istruzioni al pubblico come tapparsi 

le orecchie) („die reihe“- Schönberg Center Wien). 

Alcuni dei progetti attuali: klangspuren Schwaz 2008 (Ensemble 

„ascolta“, „TheNextStep“), Concerto per violino per 

„ensemble reconsil“, Vienna, Brano per violoncello solo (Julius 

Berger) e coro, „Progetto Freinademetz“ 2009, Festival di 

141


Musica Contemporanea Bolzano 2008, l'opera da salotto „Die 

Prozession der Käfer“ (rappresentazione in case private). Al 

momento Manuela Kerer sta scrivendo la/le tesi (PhD): „Das 

nicht- verbale [musikalische] Gedächtnis bei Patienten mit 

leichter Demenzerkrankung“ (La memoria musicale in pazienti 

con un lieve demenza) alla Facoltà di Psichiatria 

dell'Università di Innsbruck e „Die Entwicklung der Rechte der 

Komponisten“ (I diritti dei compositori) alla Facoltà di 

Giurisprudenza dell'Università di Innsbruck. 

Aurimi 

Dal latino «auris» («orecchio», ma anche «aria») e «mirabilis» 

(«meraviglioso»). Manuela Kerer trasforma questo «orecchio 

mirabile-meraviglioso» in un agglomerato musicale. 

Le varietà sensoriali, dell'udito e dell'orecchio in particolare, 

rappresentano per Manuela un vero e proprio miracolo. 

Tutto il mondo risuona! (Persino i protoni e gli atomi 

d'ossigeno risuonano in una scala maggiore). Già i teologi del 

primo cristianesimo diedero grande importanza all'orecchio, 

partendo dal presupposto che Maria fosse stata irradiata dallo 

Spirito Santo attraverso l'orecchio e non attraverso altre parti 

del corpo. L'angelo le bisbiglia il messaggio divino proprio in 

quell'organo. Questa «conceptio per aurem» 

(«concepimento tramite orecchio») rappresenta per la 

compositrice un pensiero davvero formidabile. In Aurimi 

quello che si può ascoltare viene dall''alto', facendosi strada, in 

qualche modo, verso il 'basso': il suono come origine della 

creazione rivolto a Maria. 

Lo spazio viene visto come una sorta di corpo della comunità 

di fedeli, gli ascoltatori, nella percezione di Manuela Kerer, 

ascoltano con le orecchie di Maria e vengono cosi portati 

all'interno del suo corpo. Essi si trovano al centro in questo 

concetto di ascolto disposto spazialmente su vari livelli. Lo 

spazio rappresenta pertanto l'elemento compositivo nella 

materia luminosa 'pura' del suono. Il colore timbrico viene 

142

arricchito da interventi solistici o da gruppi di solisti «rivolti a 

Maria e/o al popolo» cui seguono risposte in «tutti» nella 

policoralità dell'organico composto da 80 musicisti, laddove i 

caratteri non sono mai statici, attraversando i diversi registri. 

Un ruolo fondamentale viene pertanto assunto dal 

movimento sia in senso traslato che diretto. Il brano si 

sviluppa formalmente come fosse una conchiglia auricolare 

(«auriculae-antitragus-anthelix- meraviglioso- scapha- 

eolico»). Il bisbiglio ed il suono tenue viene prodotto dai più 

svariati «suoni di carta» (percussivi così come flautati grazie a 

strumenti costruiti appositamente come «shiwayas», 

bacchette di legno per fruscii, flauti di carta): una sorta di 

funambolismo musicale al limite del percettibile. 

Già da bambina Manuela Kerer rimase stregata da alcuni passi 

della Bibbia a cui si rifà ora in senso simbolico con l'originale 

scelta dell'organico e degli ensemble di riferimento: la storia 

del pastore e delle sue 100 pecore (mentre una si perde, il 

pastore abbandona le altre 99 per cercare quella smarrita: il 

direttore simboleggia le 99, una parte dell'ensemble, invece, 

impersona il pastore e la pecora smarrita); Gesù, che fa venire 

a sé i bambini malgrado l'opposizione dei suoi discepoli («chi 

non accetta il Regno di Dio come un bambino, non ne sarà 

ammesso»); la costruzione della torre di Babele, la babilonica 

confusione delle lingue dalla quale risultano innumerevoli 

idiomi diversi. 

Questi livelli di pensiero vengono mischiati in modo 

pluridimensionale. Essi non hanno natura programmatica, 

essendo semmai fonte d'ispirazione per l'elaborazione 

musicale che permette ad Aurimi di essere eseguita oggi 

all'auditorium del Grand Hotel di Dobbiaco. 

Come costellazioni intonano cristalli, 

Al loro servizio ebbe senso la nostra vita, 

Né alcuno può precipitare dalle loro orbite, 

Così come dopo il centro sacro. 

(Hermann Hesse, Il Gioco delle Perle di Vetro) 

143


Berlioz scrisse la « Symphonie funèbre et triomphale » rispondendo 

all'invito di celebrare degnamente, con una grande 

cerimonia pubblica, il decimo anniversario della Rivoluzione 

dell'estate 1830, destinata a scongiurare il tentativo di Carlo X 

di riaffermare l'assolutismo. Erano i tempi del re Luigi Filippo 

d'Orléans – che sarebbe rimasto sovrano fino alla rivoluzione 

del 1848, con la quale si riaffermò la repubblica – ed il lavoro 

venne concepito “per la traslazione dei resti delle Vittime di 

Luglio e l'inaugurazione della Colonna della Bastiglia”, venendo 

dunque eseguito da una massa di strumentisti in marcia, sotto 

la guida del compositore, nei colori della Guardia Nazionale. 

La prima stesura fu per banda militare con aggiunta di percussioni, 

ed abbisognò di un organico sterminato (furono richiesti 

ad esempio ben 31 clarinetti, e 10 tromboni divisi in tre gruppi); 

successivamente Berlioz aggiunse “ad libitum” le parti per 

un arricchimento di archi e per l'intervento conclusivo del coro 

dal tono evidentemente celebrativo su testo di Antony 

Deschamps. 

Suddivisa in tre parti (Marcia funebre, Orazione funebre – 

richiedente un lungo solo di trombone tenore – e Apoteosi) la 

monumentale Sinfonia rivela tutte le originalità di Berlioz 

orchestratore ed abilissimo evocatore di immagini ed atmosfere, 

che riesce ovunque ad evitare luoghi comuni. Qualità già 

osservate nella celebre “Sinfonia fantastica” da un critico 

sensibile come Schumann, allorquando nel 1835 scriveva: “si 

provi soltanto a mutare o a migliorare un po' qualche punto 

(…) e si vedrà come al confronto tutto apparirà smorto!”. 

In sintesi, la “Sinfonia funebre e trionfale” rappresenta Berlioz 

tanto quanto altri suoi anche più celebri lavori, tra gli eccessi e 

la disinvoltura che lo contraddistinguono. Sia come sia, Wagner 

la intese “grande dalla prima all'ultima nota”, rimanendone 

fortemente impressionato. (a.z.) 

144

ore 20.30 

Mercoledì, 6 agosto 2008 

Sillian, Chiesa parrocchiale 




Heinrich Schütz „Das ist je gewißlich wahr und ein teuer 

(1585-1672) wertes Wort“ SWV 388, 

Mottetto per coro misto a sei voci, 

6 strumenti e B.c. 

Dieterich Buxtehude „Nimm von uns, Herr, du treuer Gott“ 

(1637-1707) BuxWV 78 

Cantata per coro misto a quattro voci, 

archi e B.c. 

„Jesu meines Lebens Leben“ BuxWV 62 

Aria per soprano, tenore, basso, coro 

ed orchestra 

„Herzlich lieb hab ich dich, o Herr“ BuxWV 41 

Cantata corale per coro misto a 5 voci, 

2 trombe, archi e B.c. 

J. Sebastian Bach „Was Gott tut, das ist wohlgetan“ BWV 98 

(1685-1750) Cantata per soli, coro ed orchestra 

In collaborazione con 

„Tourismusverband Osttirol - 

Region Hochpustertal“, 

il comune di Sillian e 

145


Polyhymnia 

L'ensemble barocco, fondato nel 2005 da Josef Höhn, è composto, 

a seconda del programma, da 6 a 10 musicisti altoatesini 

e trentini che in comune hanno il grande interesse per la musica 

del '600 e del '700. L'obiettivo del gruppo è quello di eseguire 

la musica di allora, inesauribile sorgente d'ispirazione, in 

chiave di lettura moderna. Per questo motivo i musicisti usano 

strumenti storici oppure copie di questi (con corde in minugia, 

come 300 anni fa). L'ensemble lavora “a progetto”. 

Questa sera l'ensemble si presenta nella seguente formazione: 

Josef Höhn violino, Andrea Albertani viola da braccio, 

Alex Bellici violoncello, Esther Crazzolara violino, 

Paolo Turri viola da braccio, Carlo Nerini violone, 

Maurizio Piantelli théorbe, Thomas Maraner oboe, 

Stefan Baier organo positivo. 


146 


L'ensemble corale si è costituito nel 2007 a San Paolo/Appiano 

in occasione del workshop “Dietrich Buxtehude”. E' composto, 

in gran parte, da cantanti professionisti dell'Alto Adige e 

viene diretto da Roland Büchner, maestro di cappella del 

duomo di Ratisbona. Durante i workshop e a seconda del 

progetto vengono messi a punto programmi eseguiti poi in 

concerto. 

Roland Büchner 

Ha studiato a Ratisbona, diplomandosi in educazione musicale 

e musica sacra romano-cattolica. Inoltre ha conseguito un 

baccalaureat nelle materie “canto gregoriano” e “organo” 

presso il Pontificium Institutum Musicae Sacrae di Roma.

Roland Büchner 

Successivamente si è diplomato alla Scuola Superiore di Musica 

di Monaco di Baviera (esame di stato in musica sacra e organo). 

Tra i suoi insegnanti: Franz Lehrndorfer, Gerhard Weinberger, 

Diethard Hellmann, Dr. Godehard Joppich etc. Nel 1994 gli 

viene affidato l'incarico di Maestro del Coro di Cappella del 

Duomo di Ratisbona nonché di direttore del coro di voci 

bianche “Regensburger Domspatzen”, succedendo a Georg 

Ratzinger, ritiratosi dopo 30 anni di attività. Con il coro svolge 

intensa attività concertistica in Germania ed all'estero e ha 

all'attivo numerose incisioni su CD. Nel 2005 la città di 

Ratisbona gli ha conferito il premio culturale per i meriti acquisiti 

con i “Domspatzen”. 

147



Heinrich Schütz Das ist je gewisslich wahr und ein teuer 

(1585-1672) wertes Wort (SWV 388) 

Mottetto per coro misto a 6 voci, 

6 strumenti e B. c. 

Heinrich Schütz (Köstritz, 8 ottobre 1585 – Dresda, 6 

novembre 1672) è stato un compositore e organista tedesco. 

Viene considerato il più importante compositore tedesco 

prima di Johann Sebastian Bach, nonché il più rappresentativo 

del XVII secolo assieme a Claudio Monteverdi. 

Il talento musicale di Schütz fu scoperto da Moritz von Hessen- 

Kassel nel 1599. Dopo essere stato un ragazzo del coro egli 

iniziò a studiare legge a Marburg prima di spostarsi a Venezia, 

dal 1609 al 1613 per studiare musica con Giovanni Gabrieli. Fu 

poi per poco tempo organista a Kassel prima di andare a 

Dresda, nel 1615, nella veste di compositore di corte di 

Giovanni Giorgio I di Sassonia. Egli detenne il suo posto fino alla 

morte (fondando quella che oggi è la Sächsische Staatskapelle 

Dresden), ma viaggiò molto fuori dalla sua città di residenza; 

nel 1628 si recò nuovamente a Venezia, molto probabilmente 

per incontrare Claudio Monteverdi; è anche possibile che 

abbia studiato con lui, e nel 1633, dopo che la Guerra dei 

trent'anni aveva scompaginato la vita di corte, egli si trasferì a 

Copenhagen. Nel 1641 ritornò definitivamente a Dresda ed ivi 

rimase per il resto della sua vita. Morì a seguito di un ictus nel 

1672 all'età di 87 anni. 

Le composizioni di Schütz mostrano l'influenza del suo maestro 

Giovanni Gabrieli (dimostrato dall'uso fatto da Schütz 

della musica policorale della Scuola veneziana e di 

Monteverdi). Ma anche lo stile della Scuola franco fiamminga è 

molto facilmente riscontrabile nella sua produzione. I suoi 

lavori più rappresentativi sono quelli di musica sacra che vanno 

dai pezzi per voce solista accompagnata da uno strumento, alla 

musica corale a cappella. Fra i suoi lavori più rappresentativi si 

possono citare i tre libri di Symphoniae sacrae, il Psalms of David, 

il Sieben Worte Jesu Christi am Kreuz (Le ultime sette parole di 

Cristo sulla croce) e le sue tre Passioni. La musica di Schütz, 

subisce una svolta e si trasforma in uno stile semplice ed austero 

culminando poi nelle tre Passioni. Considerazioni pratiche 

influirono sul cambiamento: la guerra dei trent'anni aveva 

devastato le infrastrutture musicali della Germania e non era 

più possibile eseguire le splendide ma monumentali opere 

148

nello stile della Scuola veneziana che avevano contraddistinto 

la produzione giovanile di Schütz. 

Schütz fu uno degli ultimi compositori ad usare la scala modale. 

Nella sua musica fa un uso estensivo dell'imitazione ed una 

caratteristica peculiare delle sue opere sono le dissonanze 

generate da due o più voci che si muovono fra dissonanze 

contrapposte alla linea armonica. Soprattutto, la sua musica 

dimostra un'eccezionale sensibilità e accostamento al significato 

dei testi. 

Nonostante non ci sia pervenuta alcuna sua opera di musica 

profana, a parte poche arie di canzoni, ma nessuna musica 

strumentale, egli viene considerato il più grande organista 

tedesco. 

Schütz ebbe grande importanza nell'importare la musica 

italiana in Germania ed influenzò lo stile dei compositori tedeschi 

che vennero dopo di lui. Lo stile della scola organistica 

della Germania del nord, deriva largamente dalle sue opere. 

Cento anni dopo i suoi insegnamenti culminarono nell'opera 

immortale di Johann Sebastian Bach. 

Il mottetto „Das ist je gewisslich wahr und ein teuer wertes 

Wort“ è stato scritto nel 1630 per il funerale di un amico, 

Johann Hermann Schein (1586-1630), cantore della chiesa di 

St. Thomas di Lipsia. 

Dieterich Buxtehude Nimm von uns, Herr, du treuer 

(1637-1707) Gott (BuxWV 78) 

Cantata per coro misto a 4 voci , 

archi e B. c. 

Jesu meines Lebens Leben 

(BuxWV 62) 

Aria per Soli, coro ed orchestra 

Herzlich lieb hab ich dich, o Herr 

(BuxWV 41) 

Cantata per coro misto a 5 voci, 

2 trombe, archi e B. c. 

“Buxtehude è il più grande compositore della Germania del 

Nord, nel periodo compreso tra Schûtz da un lato e Bach e 

Haendel dall'alto” scrive Hans Joachim Moser. Di Dietrich 

Buxtehude, compositore e organista della seconda metà del 

Seicento che affascinò il grande Johann Sebastian Bach, si parla 

e si esegue poco in Italia come in Europa. Il trecentesimo 

149


anniversario dalla morte che ricorreva nel 2007 è allora diventato 

un'occasione per riproporne le composizioni e rivelare a 

molti la bellezza di musiche che affascinarono anche il grande 

Bach. Si narra infatti che nel 1705 per ascoltarlo, Bach intraprese 

un lungo viaggio a piedi attraverso la Germania. La stessa 

città di Lubecca dove Buxtehude visse e morì nel 1707, a 300 

anni dalla morte, ha organizzato una serie di iniziative che lo 

ricordino, con la consapevolezza dello scarso riconoscimento 

ottenuto da un musicista invece di assoluto riferimento. 

I tre lavori in programma, su testi di autori diversi (Moller, 

Schalling e Homburg) appartengono al genere delle cantate 

(“le cantate di Buxtehude sono brevi, di modeste proporzioni 

e di facile esecuzione, a differenza di quelle di Bach”, scrive 

ancora il Moser) assommante ad oltre cento numeri; un genere 

realizzato per adempiere ai servizi religiosi presso la 

Marienkirche di Lubecca, chiesa che Buxtehude iniziò a frequentare 

trentunenne, a partire dal 1668. 

Johann Sebastian Bach Was Gott tut, das ist wohlgetan 

(1685-1750) (Cantata BWV 98) 

Johann Sebastian Bach nacque a Eisenach, in Germania, nel 

1685. Nel 1723 venne nominato Kantor (cantore) e direttore 

musicale della chiesa di San Thomas a Lipsia. Tale incarico 

richiedeva non solo che egli insegnasse a cantare agli studenti 

della scuola di canto, ma che fornisse anche settimanalmente 

musica per le due chiese principali di Lipsia. Andando ben oltre 

le richieste, Bach si sforzò di comporre un nuovo pezzo di 

musica da chiesa, una cantata, ogni settimana. Questa programmazione 

del lavoro, che tutto sommato era sostenibile 

dal momento che in pratica consisteva nello scrivere un'ora di 

musica ogni settimana, pur se in aggiunta ai più ordinari compiti 

della scuola, si rivelò per Bach talmente stimolante da indurlo a 

produrre musica realmente sublime, che è stata conservata 

per la maggior parte. Molte delle cantate di questo periodo 

sono ispirate alle letture bibliche domenicali della settimana 

secondo il calendario liturgico evangelico e utilizzando gli inni 

di Chiesa tradizionali come ispirazione per la composizione. La 

Cantata BWV 98 “Was Gott tut, das ist wohlgetan” (Ciò che 

Dio fa è ben fatto) possiede tutte le caratteristiche per definirsi 

autentica musica spirituale. Le dimensioni sono contenute ed 

al coro è richiesto solo l'intervento iniziale, con il quale il tema 

tradizionale compare frammentato, ed interrotto da lunghi 

episodi strumentali. Successivamente i due recitativi introdu- 

150

cono rispettivamente due arie, per soprano prima, con oboe 

obbligato (Dio il padre non abbandona alcuno dei suoi. Voi 

occhi miei cessate dunque di piangere), e quindi per basso, con 

due violini (Dio voglia concedermi la gioia di vedere il suo 

volto, egli rimarrà l'aiuto nelle mie difficoltà). La prima esecuzione 

di questa partitura risale al 10 novembre del 1726. 

151


152

ore 17.00 

ore 21.00 

Giovedì, 7 agosto 2008 


Gaston Fournier-Facio presenta le nuove biografie di Mahler 

scritte da Henry-Louis De La Grange e Donald Mitchell 

Villabassa, Chiesa parrocchiale 


Coro Buxtehude direttore 

Leitung: Roland Büchner 

Heinrich Schütz „Das ist je gewißlich wahr und ein teuer 

(1585-1672) wertes Wort“ SWV 388, 

Mottetto per coro misto a sei voci, 

6 strumenti e B.c. 

Dieterich Buxtehude „Nimm von uns, Herr, du treuer Gott“ 

(1637-1707) BuxWV 78 

Cantata per coro misto a quattro voci, 

archi e B.c. 

„Jesu meines Lebens Leben“ BuxWV 62 

Aria per soprano, tenore, basso, coro 

ed orchestra 

„Herzlich lieb hab ich dich, o Herr“ 

BuxWV 41 

Cantata corale per coro misto 

a 5 voci, 2 trombe, archi e B.c. 

J. Sebastian Bach „Was Gott tut, das ist wohlgetan“ BWV 98 

(1685-1750) Cantata per soli, coro ed orchestra 

Nell'ambito dei „Kulturzeichen Niederdorf“ 

in collaborazione con l'associazione turistica di Villabassa e 

153


Dr. Gaston Fournier-Facio 

Nato in Costa Rica dove ha ottenuto un Master in Storia presso 

la locale università, ha proseguito gli studi musicali in 

Inghilterra, presso la University of Sussex, dove ha conseguito 

un Master in Musicologia. 

Dopo essere stato Ministro Consigliere e Console Generale 

presso l'Ambasciata di Costa Rica a Londra, si è dedicato 

all'attività di Coordinatore Artistico presso prestigiose istituzioni 

lirico-sinfoniche italiane (Biennale di Venezia, Maggio 

Musicale Fiorentino, Accademia Nazionale di Santa Cecilia). 

Ha pubblicato vari testi sulla vita e l'opera di Gustav Mahler per 

Electa, De Sono e The Boydell Press. In virtù del suo apprezzato 

lavoro di diffusione della musica austriaca e in particolare di 

quella di Gustav Mahler, nel 2005 è stato insignito dalla 

Repubblica Austriaca della “Ehrenkreuz für Kunst und 

Wissenschaft” (Croce d'Onore per l'Arte e la Scienza). 

Attualmente riveste l'incarico di Coordinatore Artistico del 

Teatro alla Scala. 

Biografie degli interpreti e introduzione al programma 

a pagina 146 

154 

Dr. Gaston 

Fournier-Facio

ore 16.00 

ore 18.00 

Venerdì, 8 agosto 2008 

100 anni „Das Lied von der Erde“ 


Gaston Fournier-Facio: Introduzione a „Das Lied von der Erde“ 



Keith Ikaia-Purdy, tenore 

Gerhild Romberger, contralto 

Direttore: Jac van Steen 

Johannes Brahms „Akademische Festouvertüre“ 

(1833-1897) in do minore op.80 

Allegro Maestoso 

Detlev Glanert Theatrum Bestiarum (2005/06) 

(*1960) 

Gustav Mahler Das Lied von der Erde (1908) 

(1860-1911) Das Trinklied vom Jammer der Erde 

Der Einsame im Herbst 

Von der Jugend 

Von der Schönheit 

Der Trunkene im Frühling 

Der Abschied 

155


Biografia Gaston Fournier Facio a pagina 154 


L'eccezionale standard del Bundesjugendorchester (BJO) 

risulta da un lungo lavoro continuo. Sin dalla sua costituzione, 

nel lontano 1969, giovani musicisti di talento (tra i 14 e 20 anni) 

provenienti da tutta la Germania si danno appuntamento per 

dare prova delle loro straordinarie capacità già premiate a 

diversi concorsi quali “Jugend musiziert” ecc. Per queste fasi di 

lavoro che hanno luogo tre volte all'anno e per ambiziosi 

progetti speciali rinunciano addirittura alle ferie e al tempo 

libero. In singoli gruppi i musicisti si preparano ad esibirsi 

insieme in un'orchestra. Gli orchestrali sono abituati a lavorare 

con vari direttori quali Gerd Albrecht, Bernhard Klee, Kurt 

Mausur, Heinrich Schiff e Mario Venzago. 

In ogni fase di lavoro i vecchi membri lasciano l'orchestra per 

fare posto ai giovani. Per questo non c'è spazio per la routine, ci 

sono sempre facce nuove. E vista la giovane età non si tratta 

solo di far fronte a numerose prove musicali ma anche di 

risolvere possibili conflitti interpersonali. Grazie alla sua vitalità 

ed al programma offerto l'orchestra suscita grande interesse 

internazionale. Non si tratta proprio di un'orchestra sinfonica 

tradizionale, i musicisti non si sentono come un'istituzione ma 

come un insieme dotato di una grande emotività e della capacità 

di addestrarsi senza pregiudizi in paesaggi musicali sconosciuti. 

Scoprono Charles Koechlin, Messiaen, Nono, Lindberg, 

Zender e composizioni della Nuova Scuola viennese, da 

Beethoven a Brahms, da Bruckner a Mahler. 

Da anni l'orchestra si dedica a progetti transfrontalieri e di 

grande importanza storica. Concerti commemorativi hanno 

avuto luogo in Israele con Gary Bertini, nel campo di concentramento 

a Theresienstadt con Gerd Albrecht ed a Hiroshima 

e Nagasaki con Paul Klee (Requiem di Mozart e Sul Ponte di 

156 

Bundesjugendorchester

Gerhild Romberger 

Hiroshima di Luigi Nono), nonché la tournée negli USA con 

Kurt Masur in occasione del 50esimo anniversario del ponte 

aereo con Berlino. Anche questo coinvolgimento culturale 

poco convenzionale è un punto di forza della BJO. 

Sin dalla sua costituzione l'orchestra fa parte della “Deutsche 

Musikrat” e viene finanziata da diversi enti statali e 

dall'industria privata (p.e. DaimlerChrysler AG, “Westdeutschen 

Rundfunk”, “Deutsche Stiftung Musikleben”, “DOV”, 

“Bundesministerium für Familie, Seniores, Frauen und 

Jugend”). Numerose incisioni su CD. 

Gerhild Romberger 

La cantante tedesca ha studiato educazione musicale alla 

Scuola Superiore di Musica di Detmold, conseguendo il diploma 

di canto (con Heiner Eckels). Ha frequentato corsi di 

perfezionamento con Prof. Annie Schoonus, Mistsuko Shirai e 

Hartmut Höll. Insegna canto alla Scuola Superiore di Musica di 

Detmold dal 2003 (aveva ricoperto la stessa cattedra dal 1993 

al 2001). Dal 1982 svolge intensa attività concertistica (oratorio, 

lied e musica moderna) in Germania ed all'estero, tra cui 

spiccano le serate liederistiche. Grazie al suo “orecchio assoluto” 

si annovera tra le interpreti di musica contemporanea più 

richieste del momento. Il repertorio della Romberger spazia 

dalle parti per contralto e mezzosoprano dell'oratorio e del 

canto del barocco, del periodo classico e romantico fino alla 

letteratura del '900. Ha all'attivo numerose registrazioni radiofoniche 

e incisioni su CD. 

Keith Ikaia-Purdy 

Il tenore è nato alle Hawaii ed ha studiato dapprima alla 

Kamehameha School. Formazione musicale presso la 

157


Redlands University in California e corsi di perfezionamento, a 

cadenza annuale, con Carlo Bergonzi e presso l'Accademia 

Verdiana di Busseto. Ha iniziato a muovere i primi passi da 

cantante negli Stati Uniti, interpretando parti quali „Hoffmann” 

(Les Contes d´Hoffmann), “Pinkerton” (Madama Butterfly), 

“Faust”, “Des Grieux” (Manon e Manon Lescaut), “Edgardo” 

(Lucia di Lammermoor), “Manrico” (Il trovatore) e Rodolfo 

(La Bohème). In Europa ha debuttato nel 1989 con “Alfredo” 

(La traviata) al “Hessische Staatstheater” di Wiesbaden. Segue 

l'ingaggio all'Opera di Stato di Amburgo dal 1990 al 1992. Ha 

debuttato all'Opera di Stato di Vienna nel 1992 con la parte di 

Alfredo. Da allora continua ad esibirsi in questo prestigioso 

teatro, interpretando parti quali “Cavaradossi” (Tosca), 

“Sänger” (Der Rosenkavalier), “Re Gustavo III.” (Un ballo in 

maschera), “Don Carlo”, “Arnold” (Guillaume Tell), “Nemorino”, 

“Gaston” (Jérusalem), “Stiffelio”, “Rodolfo”, “Hoffmann”, 

“Gabriele Adorno” (Simon Boccanegra), “Ismaele” (Nabucco) 

e “Fernand” (La Favorite). 

Jac van Steen 

Il direttore olandese è molto legato alla Gran Bretagna, 

Svizzera e Germania. Nato ad Eindhoven nel 1956, ha studiato 

direzione d'orchestra e di coro presso la Scuola Superiore di 

Musica del Brabant. In Olanda è stato direttore musicale del 

Balletto nazionale di Amsterdam (fino al 1994). Ha diretto 

l'Orchestra in residenza dell'Aia, l'Orchestra Filarmonica di 

Rotterdam, l'Orchestra Filarmonica dei Paesi Bassi e 

l'Orchestra Sinfonica e Filarmonica della radio nazionale. 

Direttore ospite stabile della BBC National Orchestra of 

Wales con la quale ha diretto un concerto ai BBC Proms. Si 

esibisce ad intervalli regolari con la BBC Symphony Orchestra, 

la BBC Philharmonic, la Hallé Orchestra Manchester, la 

London Sinfonietta, la Royal Scottish National Orchestra. 

158 

Keith Ikaia-Purdy

Jac van Steen 

Direttore stabile dei Sinfonici di Norimberga (1997-2002), 

direttore musicale della “Neues Berliner Kammerorchester”, 

direttore musicale della “Deutsche Nationaltheater Weimar”, 

direttore stabile della “Staatskapelle Weimar”, l'orchestra 

Musikkollegium Winterthur in Svizzera. Ha diretto anche 

l'Orchestra Sinfonica di Berlino. 

Nel 2008 assumerà l'incarico di direttore musicale all'Opera di 

Dortmund. Dal 1992 Jac van Steen ha una cattedra di musica e 

di danza al Conservatorio Reale dell'Aia. 

159



Akademische Festouverture op. 80 

La Bundesjugendorchester apre il programma con l' 

Ouverture Accademica op. 80 di Johannes Brahms, unica 

opera di ringraziamento del compositore tedesco scritta nel 

1879 per l'Università di Bratislava in occasione del conferimento 

della sua laurea honoris causa. Nonostante il titolo, la 

composizione, non ha nulla di accademico anzi, dal punto di 

vista musicale è briosa e giovanile e include alcune citazioni da 

canti studenteschi. 

Detlev Glanert ha studiato, tra l'altro, con Hans Werner 

Henze a Colonia. I suoi ideali sono Gustav Mahler (con la sua 

visione del mondo emotiva) e Maurice Ravel (con i suoi paesaggi 

sonori sensoriali artificiali). Glanert spicca per la sua 

musicalità gestuale ed è uno straordinario orchestratore. Le 

sue opere rispecchiano il fascino della tradizione romantica 

(rivista in chiave moderna). Glanert viene stimato per le sue 

opere orchestrali e liriche. Ha vinto numerosi premi quali nel 

1993 il „Rolf-Liebermann-Opernpreis“ per la sua opera Der 

Spiegel des großen Kaisers e nel 2001 il „Bayerischen 

Theaterpreis“ per l'opera Scherz, Satire, Ironie und tiefere 

Bedeutung. Il suo repertorio orchestrale comprende, tra 

l'altro, tre sinfonie, concerti per pianoforte e violino etc. 

Interpreti della sua musica sono, tra l'altro, Markus Stenz, 

Oliver Knussen, Kent Nagano e Jun Märkl. Tra le opere con le 

quali Detlev Glanerts ha riscontrato maggior successo: 

Mahler/Skizze (1989) per Ensemble, Joseph Süß (1998/99) 

Opera, Geheimer Raum (2002) Sonata da Camera per 

Ensemble, Scherz, Satire, Ironie und tiefere Bedeutung 

(1999/2000) Opera Comica secondo Grabbe, (2004/05) 

Lieder e Danze per Orchestra e Vier Präludien und Ernste 

Gesänge (2004/05) per basso-baritono ed orchestra. 

Theatrum Bestiarum (2004-2005) 

«Con il lavoro su commissione della BBC dalla durata di 20 

minuti di Glanert il grande spazio sonoro è giunto all'acme, 

sostenuto in questo dall'emissione di accordi dirompenti. 

“scuro e selvaggio – stando alle parole del compositore stesso 

–, una ricerca di sogni e desideri pericolosi”. Nella mia posizione 

ero pronto a cercare qualsiasi appiglio possibile. In realtà, 

questo compositore tedesco di primo rango ha composto uno 

dei suoi brani più accondiscendenti che, andando su lunghi 

160

percorsi, con un pulsare continuo raggiunge il chiasso. La 

chiave di accesso alle intenzioni di Glanert va individuata nella 

dedica a Šostakoviè, che è stato un maestro nell'utilizzo di 

forme popolari (marcia, Walzer) come veicolo per 

l'espressione della satira nera e della disperazione. Per questo 

lo spirito danzante fluttua sempre nel grottesco, in una strumentazione 

frammentaria in accrescimento costante. Una 

brillante offerta di musica interessante» (Geoff Brown, The 

Times, 28 luglio 2005) 

«Dall'inizio convulso fino al finale ipnotico è una composizione 

impressionante. Glanert non ha timidezze nei confronti di 

espressioni metaforiche come nel caso della parte del controfagotto 

strisciante come fosse una bestia. Vi è però al suo 

interno anche una dinamica risoluta, grazie ad una forte spina 

dorsale e ad un linguaggio armonico ricco di effetti» (Daniel 

Fanning, The Daily Telegraph, 27 luglio 2005) 

«Una serie di riflessioni e proiezioni sul materiale di base, che si 

sente sprigionare nei primi minuti dal profondo dell'orchestra 

e che in un momento si rivela come un valzer gaio. In seguito il 

suono viene annientato da una lamiera ululante e spezzettato 

dagli inserimenti gotici dell'organo. L'atmosfera del brano è 

tenebrosa, più vicina alla Valse di Ravel che ad altro» (Andrew 

Clements, The Guardian, 28 luglio 2005). 


È stata una svolta ombrosa nella vita di Gustav Mahler. Nel 

1907 era morta la sua figlioletta di 4 anni, a lui stessi si diagnosticò 

una grave malattia cardiaca che gli accostò l'ombra della 

propria morte, e a Vienna gli attacchi di matrice antisemita 

ebbero un tale aumento che Mahler dovette dimettersi come 

direttore della Hofoper alla quale aveva conferito prestigio 

internazionale. In seguito era stato accolto con grande cordialità 

dalla Metropolitan Opera e dalla New York Philharmonic 

Orchestra, fatto che però non riuscì a consolarlo: nella sua 

patria, la monarchia multiculturale che con l'avanzamento del 

nazionalismo stava volgendo verso la sua fine, Mahler era 

ospite non gradito perché ebreo. Non gradito - e questa 

tragedia lo rattristò infinitamente - lo diventò poi anche presso 

la moglie: il 1910, nel quale iniziò la decima sinfonia, era scalfito 

da una crisi profonda. 

"Il canto della terra" - intitolato inizialmente "Canto della miseria 

della terra" - è segnato da questi sconvolgimenti, è 

l'espressione di una profonda e rassegnata tristezza. "È la 

musica più personale che io abbia mai scritto", confessò Mahler 

161


all'amico Bruno Walter, grande direttore delle sue musiche che 

avrebbe, dopo la morte del compositore, diretto la prima 

assoluta del "Canto della terra". 

In questa composizione che inaugura la trilogia della sua maturità 

Mahler mette in musica poesie pubblicate nel 1907 ne "Il 

flauto cinese": sette poesie (adattamenti di poesie cinesi) 

riassunte in sei canti con qualche rielaborazione da parte del 

compositore. Inizia la composizione nel 1908, in villeggiatura a 

Dobbiaco (oggi Alto Adige, allora con il Tirolo parte della 

monarchia austro ungarica), e completa la partitura 

nell'inverno seguente. 

"Il canto della terra" è sostenuto dalla rassegnazione e dal 

presentimento della morte. La musica rispecchia, come pure 

la sinfonia n. 9 e il torso della sinfonia n. 10, le depressioni del 

compositore, è un'immagine sonora di un animo ottenebrato. 

Non è più la malinconia nostalgico-sentimentale di una volta, 

come nel famosissimo adagio della sinfonia n° 5 o nei 

Kindertotenlieder, ma profonda sconsolatezza. L'atmosfera 

cupa viene ripetutamente schiarita da una gioia eccentrica ed 

ebbra, da visioni di una bellezza onirica ed irreale. La composizione 

inizia con un motivo ascendente di quarta che domina 

l'intero primo lied, estroso è anche il canto dell'ubriaco in 

primavera. Il fulcro emozionale però resta l'ultimo canto, 

l'addio che con i suoi timbri opachi è universale. 

Il "Canto della terra", una sintesi di lied e sinfonia, convince 

attraverso la sua perfezione tecnica. Il canto vocale si amalgama 

con l'orchestra, emerge e domina per poi di nuovo immergersi 

nel suono orchestrale. La composizione si contrappone 

all'ottimistica sinfonia n. 8 - è un Mahler cambiato profondamente, 

irriconoscibile agli amici. 

Mahler ha denominato la composizione "sinfonia" senza tuttavia 

inserirla nella numerazione - troppo grande il timore (seguendo 

il mito romantico che le sinfonie debbano essere 

soltanto nove) che sarebbe poi stata la sua ultima. Dopo aver 

completato nell'aprile 1910 la sinfonia n. 9 - una sinfonia degli 

addii - Mahler inizio con la sinfonia n. 10, come per insorgere 

contro il destino, sinfonia che però non ha completato. 

Anche questo torso è musica molto intima. Mahler spinge la 

tessitura sinfonica ai margini dello scioglimento. Anche la 

tonalità tardo romantica viene sostituita da una sonorità universalistica 

che va a perlustrare le sfere più profonde 

dell'animo. È trascendenza, non metafisica ma terrena, e con 

ciò l'apice dell'arco creativo mahleriano. 

(Mateo Taibon) 

162

I - IL BRINDISI DEL DOLORE DELLA TERRA 

Già il vino ammicca nel boccale d'oro, 

ma non bevete ancora: voglio prima cantarvi una canzone! 

La canzone della sofferenza deve entrarvi nell'anima come 

scoppiando a ridere. 

Quando la sofferenza si avvicina, il deserto copre i giardini 

dell'anima. 

sfioriscono e muoiono la gioia e il canto. 

Oscura è la vita, è la morte. 

Signore di questa casa! 

La tua cantina custodisce abbondanza di vino dorato! 

Io, qui, di mio ho questo liuto! 

Tentare il liuto e vuotare i bicchieri 

sono cose che vanno bene insieme. 

Una coppa piena di vino al momento giusto 

val più di tutti i regni di questa terra. 


Azzurro eterno è il firmamento, e la terra 

è destinata a lungo a stare immobile, e a rifiorire in 

primavera. Ma tu, uomo, ancora vivrai? 

Neppure cent'anni ti puoi trastullare 

con tutte le putride vanità di questa terra! 

Guardate laggiù! sulle tombe illuminate della luna 

una forma selvaggia e spettrale si rannicchia. 

E' una scimmia! sentite come le sue urla 

erompono stridule nel dolce profumo della vita! 

Ed ora, pronti a bere! è il momento, amici! 

Vuotate fino in fondo le vostre coppe d'oro! 


II - IL SOLITARIO NELL'AUTUNNO 

Nebbie autunnali vagano azzurrine sul lago; 

sono rigati di brina tutti i fili d'erba; 

diresti che un artista abbia sparso polvere 

di giada sui fiori delicati. 

Il dolce profumo dei fiori è svanito; 

un freddo vento piega in giù i loro steli. 

Presto, appassiti, i petali d'oro 

dei fiori di loto fuggiranno sull'acqua. 

Il mio cuore è stanco. La mia piccola lanterna 

si spegne crepitando: è un invito a dormire. 

Vengo da te, mio caro rifugio! 

Sì, dammi pace, ho bisogno di sollievo! 

Io piango molto nella mia solitudine. 

163


L'autunno dura da troppo tempo nel mio cuore. 

Sole dell'amore, non vuoi proprio più splendere, 

per asciugare con mano lieve le mie lacrime amare? 

III - DELLA GIOVINEZZA 

In mezzo al piccolo stagno 

sorge un padiglione di verde 

e bianca porcellana. 

Come il dorso di una tigre, 

il ponte di giada s'inarca 

e raggiunge il padiglione. 

Nella piccola casa amici siedono, 

ben vestiti: bevono, chiacchierano, 

alcuni scrivono versi. 

Le loro maniche di seta scivolano 

indietro, e i loro berretti di seta 

si afflosciano sulla nuca, allegramente. 

Sulla tranquilla superficie d'acqua 

del piccolo stagno, tutto si vede 

mirabile, in immagine riflessa. 

Tutto a testa in giù 

nel padiglione di verde 

e bianca porcellana; 

come una mezzaluna appare il ponte, 

l'arco è rovesciato. Amici, 

ben vestiti, bevono, chiacchierano. 

IV - DELLA BELLEZZA 

Giovani fanciulle colgono fiori, 

fiori di loto colgono sull'orlo della sponda. 

Siedono tra arbusti e foglie, 

raccolgono fiori nel grembo, e si lanciano 

a vicenda parole scherzose. 

Il sole d'oro irretisce le figure 

e le riflette nell'acqua limpida, 

rispecchia il sole le loro membra snelle, 

rispecchia i loro dolci occhi. 

Lo zefiro solleva con moine e carezze il tessuto 

delle loro maniche, porta l'incanto 

dei loro profumi per l'aria. 

Guarda, chi sono i bei ragazzi che cavalcano 

caracollando sulla riva su fieri cavalli? 

Splendendo da lontano come i raggi del sole, 

già tra i rami dei verdi salici 

164

vien qui trottando la fresca gioventù! 

Il cavallo di uno nitrisce festoso, 

la scansa e fila via come il vento, 

vola sui fiori e sull'erba, turbinano gli zoccoli, 

fulminei calpestano i fiori abbattuti. 

Bello! come vibra nella folle corsa la sua criniera, 

come fumano calde le froge! 

Il sole d'oro irretisce le figure 

e le riflette nell'acqua limpida. 

La più bella delle vergini lo segue 

con lunghi sguardi di desiderio. 

Il suo contegno altero è una finzione. 

Nello scintillio dei suoi grandi occhi, 

nell'oscurità del suo sguardo di fuoco 

vibra ancora, come un lamento, l'agitazione del suo cuore. 

V - L'UBRIACO IN PRIMAVERA 

Se la vita è soltanto un sogno, 

perché dunque fatica e tormento!? 

Io bevo a più non posso 

quanto è lungo l'amabile giorno! 

E quando non riesco a bere più, 

poiché la gola e l'anima ho riempito, 

raggiungo barcollando la mia porta 

e dormo meravigliosamente! 

Che cosa ascolto svegliandomi? Attento! 

Un uccello canta sull'albero. 

Gli domando se è già primavera. 

Mi sembra tutto come in un sogno. 

L'uccello cinguetta: Sì! la primavera 

è qui, forse è arrivata questa notte! 

Dal profondo il mio sguardo si fa attento, e osservo: 

l'uccello canta e ride! 

Mi riempio la coppa un'altra volta, 

e la vuoto fino all'ultimo, 

e canto finché non vedo la luna 

brillare nel nero firmamento! 

E quando non riesco più a cantare, 

mi addormento di nuovo. 

Che me ne faccio, della primavera? 

Lasciatemi ubriacare! 

165


VI - L'ADDIO 

Se ne va il sole, dietro la montagna. 

In ogni valle scende la sera 

con le sue ombre, che tanto rinfrescano. 

Guarda! Come una barca d'argento, dondola 

la luna sull'azzurro lago del cielo. 

Sento il soffio di un vento sottile 

spiare dal buio degli abeti. 

Il ruscello canta, pieno d'armonie, attraverso l'oscurità. 

I fiori impallidiscono nell'imbrunire. 

La terra respira, tutta pace e sonno. 

Ogni desiderio ora vorrebbe sognare, 

gli uomini, stanchi, camminano verso casa, 

per ritrovare, nel sonno, felicità 

e giovinezza dimenticate! 

Gli uccelli fanno silenzio, appollaiati sui loro rami. 

Il mondo si addormenta! 

Spira aria fresca all'ombra dei miei abeti. 

Qui, fermo, aspetto in ansia il mio amico; 

lo aspetto in ansia, per l'ultimo addio. 

Come desidero, amico, al tuo fianco 

godere la bellezza di questa sera! 

Dove indugi? Mi lasci a lungo solo! 

Io vago su e giù con il mio liuto 

su sentieri di morbida erba gonfi. 

O bellezza! o mondo, d'amore 

e di vita eternamente inebriato! 

Scese da cavallo, e gli offrì il bicchiere 

dell'addio. L'altro gli domandò quale fosse 

la sua meta, e perchè dovesse essere così. 

Egli parlò, e la sua voce era velata; "Amico mio, 

in questo mondo non mi ha arriso la fortuna! 

Dove vado? Vado, a vagare sui monti. 

Cerco pace al mio cuore solitario. 

Vado via, torno in patria, il mio sito. 

Mai più di lì mi muoverò per andare lontano. 

Tace il mio cuore e attende con ansia la sua ora! 

La cara terra dovunque 

fiorisce in primavera e verdeggia 

sempre di nuovo. Dovunque, eternamente 

d'azzurro s'illuminano i lontani orizzonti! 

Eternamente... eternamente...". 

166

Mostra di Giorgio Serena 

“Il Canto della Terra 

Cent’anni fa Mahler a Dobbiaco... ” 

Dobbiaco: 

Foyer Centro Culturale Grand Hotel - Artcafé Englös 

167


Giorgio Serena 

“Il Canto della Terra 

Cent’anni fa Mahler a Dobbiaco...” 

Avevo ventidue anni quando la musica di Mahler mi fece capire 

che la mia indole era quella di un “Romantico”. La sua musica 

infatti, come solo quella di Schubert in seguito, mi ha aiutato a 

mitigare una cronica nostalgia “esistenziale” trasponendola in 

una dimensione di “racconto magico”, di “fiaba nordica archetipica”. 

I viandanti di Mahler e Schubert non nutrono mai 

l'illusione che sia possibile aggrapparsi alle cose solide della vita: 

sono consapevoli di essere di passaggio su questa vallata che è 

il mondo, si limitano ad essere alleggeriti portatori di fragili 

emozioni. 

La casetta di Dobbiaco , “la bella casetta piccina piccina”, come 

Mahler chiamava la precedente sua dimora di composizione 

nel bosco di Steinbach, mi è sempre sembrata la materializzazione 

di una favola dei fratelli Grimm. E' stato emozionante 

poter raccogliere la terra dentro quel boschetto “magico”, 

carpire il sussurro della terra che mi parlava di Mahler, e da 

quella terra riprodurre quello spazio “mitico” nel micro 

mondo dei quadri... 

Le piccole sculture che io plasmo e metto sulle mie tele riproducono, 

così come le effigiavano i popoli antichi, la figura di 

Orfeo, il Cantore dell'Ade. Come un novello Orfeo, che cerca 

di tornare dagli Inferi, Mahler si rifugia a Dobbiaco per cercare 

un ultimo idillio e per comporre la sua “Trilogia dell'addio al 

mondo” , le sue ultime tre opere crepuscolari. 

Personalmente ritengo Mahler il compositore ideale per chi, di 

indole nostalgica, debba elaborare il lutto: dentro la sua musica 

c'è la rabbia per la perdita, il malinconico rimpianto, c'è il 

ricordo che riaffiora. 

La sua musica crea un nesso tra il mondo dei vivi e quello dei 

morti. Grazie alla sua musica, il volto di colui a cui abbiamo 

voluto bene, torna a visitarci. E anche per questo non smetterò 

mai di amare la musica di Gustav Mahler, terrestre e metafisica 

insieme... 

168

169

Fiori - Blumen

INFORMAZIONI: 


c/o Centro Culturale Grand Hotel 

I-39034 Dobbiaco, Via Dolomiti 31 

Tel. +39 0474 976151 - Fax +39 0474 976152 

e-mail: info@gustav-mahler.it - www.gustav-mahler.it 

Associazione Turistica Dobbiaco 

Tel. +39 0474 972132 - Fax +39 0474 972730 

e-mail: info@dobbiaco.info - www.dobbiaco.info 

Vendita biglietti: 


c/o Centro Culturale Grand Hotel 

I-39034 Dobbiaco, Via Dolomiti 31 

Tel. +39 0474 976151 

(lunedì - venerdì: 8.00-18.00 e nei fine settimana 

con concerti: 15.00-18.00) 

I biglietti per i concerti a Sillian, Villabassa, San Candido, 

Monguelfo si acquistano presso l'associazione turistica 

della rispettiva località dove si tiene il concerto oppure 

alla cassa serale. 

La cassa dei concerti al Grand Hotel apre 1 ora prima 

dell'inizio del concerto. I biglietti prenotati devono 

essere ritirati alla cassa almeno mezz'ora prima dell'inizio 

del concerto, altrimenti i biglietti vengono rivenduti. 

NON è consentito l'accesso a concerto iniziato! 

Posti numerati solo per i concerti del 12/7 e 08/08/08


Taxi: 

Kristler Sepp 336 451201 

Leoni Franco 0474 913210 

Rogger Günther 348 8423779 

Steiner 0474 748674 - 349 2236404

Concerti Intero Ridotto * 

12/07 - 08/08 Euro 30,00 Euro 20,00 

14/07 - 15/07 

16/07 - 17/07 

18/07 - 19/07 

22/07 - 02/08 Euro 15,00 Euro 10,00 

* Prezzo per possessori della tessera „Kulturpass“, per 

giovani sotto i 18 anni, per persone sopra i 65 anni, per 

studenti muniti di tessera e per persone che acquistano 

1 biglietto per 3 concerti che si tengono a Dobbiaco 

nell'ambito delle Settimane Musicali Gustav Mahler.

Kronos Quartet (2006) 

foto di Kuno Prey

L’ applauso è sicuro. 

Che si tratti di musica o teatro, opere classiche o moderne, 

l’importante è che lo spettacolo abbia successo e che 

nel pubblico scocchi la scintilla. C’è accordo quando attori 

e pubblico si comprendono. Raiffeisen favorisce 

questo dialogo culturale. 

www.raiffeisen.it La mia banca 

Messaggio pubblicitario

( .pdf). - Gustav Mahler

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