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LO STAMBECCO DELLE ALPI (Capra [ibex] ibex Linnaeus, 1758 ...

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PROSPETTIVE FUTURE PER LA POPOLAZIONE DI <strong>STAMBECCO</strong> DEL PARCO<br />

(Tosi et al., 1991). Si stima che una dimensione effettiva di 500 capi sia necessaria<br />

per evitare l’erosione della variabilità genetica ad opera del drift (Franklin, 1980);<br />

erosione che, congiuntamente all’aumento dell’inbreeding, in piccole popolazioni<br />

può avere effetti negativi sia sulla fitness dei singoli animali, sia sulla dinamica<br />

dell’intera colonia (Ralls et al., 1988). Se queste indicazioni fossero valide ed<br />

applicabili allo stambecco, va rilevato come nessuna colonia attualmente esistente<br />

abbia potuto conservare intatto il patrimonio genetico originario della specie. Da<br />

questo decadimento genetico non si salverebbe nemmeno la colonia madre del<br />

Gran Paradiso, passata dal “collo di bottiglia” del 1820, quando la sua consistenza<br />

era stimata in soli 100 capi. Va inoltre rilevato come a tutt’oggi le colonie italiane<br />

vicine ai 500 capi sono solo 4 (Gran Paradiso, Argentera, Alpi Orobie e Parco<br />

Nazionale dello Stelvio-Gran Zebrù).<br />

Una seconda possibilità è la realizzazione di condizioni tali per cui sì verifichi un<br />

flusso genico (naturale o artificiale) tra colonie separate geograficamente. Da un<br />

punto di vista genetico, e sufficiente lo scambio di uno o due riproduttori per<br />

generazione, per assicurare la panmissia delle colonie stesse (Allendorf, 1983).<br />

Queste informazioni generali possono essere prese come punto di riferimento per<br />

una valutazione dello status attuale delle colonie del Parco.<br />

Nell’area Adamello-Presanella sono stati liberati in totale 43 individui, la stima<br />

effettuata con i dati disponibili per il 2003 indica una presenza compresa tra i 40 e i<br />

55 stambecchi, come si può notare, quindi, si assiste a un incremento nullo o<br />

scarso delle neocolonie. Si può, inoltre, effettuare un ulteriore confronto tra la<br />

stima 2003 e l’ipotesi di sviluppo delle neocolonie, tale ipotesi indica in circa 70 gli<br />

individui che dovrebbero essere presenti, se lo sviluppo delle neocolonie avesse<br />

seguito un andamento regolare rispetto ai parametri biologici della specie. Tutte e<br />

due i confronti indicano una situazione di possibile crisi dello sviluppo delle<br />

neocolonie.<br />

Un ulteriore riscontro, relativo alla situazione non soddisfacente delle colonie, è<br />

fornito dalle analisi effettuate nell’ambito dello “Studio sulla determinazione delle<br />

potenzialità faunistiche del territorio provinciale per alcune specie di fauna<br />

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