Janus - CAI Sezione di Antrodoco
Janus - CAI Sezione di Antrodoco
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Bimestrale Luglio-Agosto 2006<br />
Anno 0, Numero 1<br />
Club Alpino Italiano<br />
Sottosezione <strong>Antrodoco</strong><br />
J a n u s<br />
Oltre… la montagna<br />
Notiziario <strong>di</strong> valorizzazione e tutela dell’ambiente montano<br />
Riscopriamo i giochi popolari: la Nizza<br />
Impariamo a giocare ad “elastico”<br />
Il Gatto Selvatico<br />
Gli Stracci Antrodocani<br />
Percorsi in Mountain Bike<br />
Distribuzione gratuita - salvo SPED.IN ABB POSTALE - Euro 1<br />
Distribuzione gratuita - salvo SPED.IN ABB POSTALE - Euro 1
<strong>Janus</strong><br />
E<strong>di</strong>toriale<br />
Tra<strong>di</strong>zione e cultura:<br />
2<br />
• Agosto nella Valle del Velino 3<br />
• Riscopriamo un gioco popolare: La<br />
nizza<br />
A Scuola con il Cai :<br />
Impariamo il gioco dell’elastico<br />
Escursionismo:<br />
Fanta-Littorina-Trekking<br />
La voce del Territorio :<br />
Il Gatto selvatico<br />
La montagna in lettere:<br />
Non più domestico<br />
ABC della Montagna:<br />
Zaino e Scarponi<br />
Ricette:<br />
Stracci antrodocani<br />
REDAZIONE<br />
Direttore Responsabile:Eligio Boccacci<br />
Direttore E<strong>di</strong>toriale:Ernestina Cianca<br />
Coor<strong>di</strong>namento Redazionale: Sara Andreassi<br />
Assistenti alla Direzione: Ruggero Fainelli,<br />
Giandomenico Cipriani<br />
Autorizzazione tribunale <strong>di</strong> Rieti, N°8 in data 10/05/2006<br />
Tutti i <strong>di</strong>ritti <strong>di</strong> proprietà sono riservati<br />
Pagina 2<br />
Sommario<br />
Attività sezionali<br />
• L’invito <strong>di</strong> <strong>Janus</strong><br />
• Prossime escursioni<br />
• Posta <strong>di</strong> ...<strong>Janus</strong><br />
• Percorso mountain-bike<br />
Club Alpino Italiano<br />
“Sottosezione <strong>Antrodoco</strong>”<br />
Fondata nel 1997, Sez. Rieti - Sede sociale via Savelli , 3<br />
(venerdì dalle 17 alle 18) 02013 <strong>Antrodoco</strong>, RI<br />
Reggente: Eligio Boccacci<br />
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E<strong>di</strong>toriale<br />
Anno 0, Numero 1<br />
Come preannunciato nei precedenti numeri la<br />
nostra sottosezione ha organizzato una settimana<br />
verde sulle Dolomiti, precisamente a San<br />
Martino <strong>di</strong> Castrozza, in occasione del ventennale<br />
della prima spe<strong>di</strong>zione sulle Dolomiti del nostro<br />
gruppo, che poi costituirà la “sottosezione<br />
<strong>Antrodoco</strong>” del Club Alpino italiano. A questo<br />
appuntamento estivo con la grande montagna<br />
parteciperanno circa una cinquantina <strong>di</strong> soci, <strong>di</strong><br />
tutte le età, che vedremo impegnati su ogni tipo<br />
<strong>di</strong> percorso nel magnifico scenario delle Pale <strong>di</strong><br />
San Martino. Prima <strong>di</strong> partire però, vi voglio ricordare<br />
che nel mese <strong>di</strong> agosto, quando <strong>Antrodoco</strong><br />
e <strong>di</strong>ntorni si ripopolano <strong>di</strong> gente con “più<br />
tempo libero”, è stato programmato un calendario<br />
ricco <strong>di</strong> escursioni anche infrasettimanali.<br />
Cogliete queste proposte per vivere un momento<br />
<strong>di</strong> relax tra le nostre montagne, per imparare ad<br />
amarle e anche per riscoprire tra<strong>di</strong>zioni e aspetti<br />
socio-culturali dei paesi della Valle del Velino.<br />
A tal proposito, vi giro l’invito del <strong>CAI</strong> Centrale <strong>di</strong><br />
qualche tempo fa: “ADOTTA un SENTIERO”.<br />
Rivolgo questo invito a tutti i soci (e non) che<br />
intendono dare un contributo attivo al nostro lavoro<br />
<strong>di</strong> ricerca, sistemazione e manutenzione<br />
dei sentieri del nostro territorio, finalizzato alla<br />
realizzazione <strong>di</strong> una carta topografica. Prossimamente<br />
vi darò istruzioni più dettagliate per aderire<br />
a questa iniziativa,nel frattempo pensateci,<br />
scegliete un sentiero, e naturalmente…<br />
ve<strong>di</strong>amoci presto in montagna!!!!<br />
In copertina: Tiro alla fune alla festa della Madonnella<br />
Eligio Boccacci
J a n u s<br />
Anno 0, Numero 1<br />
Tra<strong>di</strong>zione e Cultura: Agosto nella valle del Velino<br />
Arriva Agosto e con esso quei 10-20 giorni in cui le vie<br />
dei nostri paesi si popolano <strong>di</strong> facce nuove, <strong>di</strong> gente che<br />
dopo una vacanza più o meno esotica, e prima del rientro<br />
nella calde e caotiche città, viene qui a cercare un<br />
po’ <strong>di</strong> pace, ritrovare amici e parenti e …..ricor<strong>di</strong> d’infanzia.<br />
I paesi rispolverano l’assopito (l’antico) orgoglio<br />
e cercano <strong>di</strong> mostrare il meglio <strong>di</strong> sè… che in fondo,<br />
non è poco. Se l’Italia è una terra splen<strong>di</strong>da, l’Appennino<br />
centrale, la sua spina dorsale, contribuisce a pieno<br />
titolo a farne questa fama….non sottovalutiamoci. I<br />
boschi <strong>di</strong> questi luoghi e delle Gole del Velino, i Parchi<br />
Nazionali del Gran Sasso, dei Monti della Laga,( della<br />
Maiella), i tanti laghi e corsi d'acqua offrono paesaggi<br />
sicuramente <strong>di</strong>versi da quelli delle maestose Alpi, ma<br />
non meno suggestivi. E le associazioni <strong>CAI</strong> del territorio,<br />
a cominciare dalla nostra, tra le più attive, offrono<br />
molteplici possibilità <strong>di</strong> godersi questa ricchezza: dalla<br />
passeggiata ad attività sportive più impegnative, alla<br />
mountain bike.<br />
Avendo imparato ad apprezzare la ricchezza naturalistica<br />
e culturale <strong>di</strong> queste terre, viene a volte il dubbio che<br />
avremmo dovuto fare qualcosa <strong>di</strong> più per promuovere<br />
il turismo in queste zone…senza eccessiva ambizione…magari<br />
un turismo del fine settimana…..e rivolto a<br />
chi cerca vacanze pulite in posti “autentici”, che hanno<br />
saputo <strong>di</strong>venire accoglienti senza (perdere) la propria<br />
identità e le proprie tra<strong>di</strong>zioni. Non esitate dunque, è<br />
tempo <strong>di</strong> cominciare ad orientarsi nel fitto calendario <strong>di</strong><br />
eventi che ci vengono proposti dai comuni della Valle<br />
del Velino, manifestazioni gastronomiche, folkloristiche<br />
e perché no, anche artistiche. Ci permettiamo <strong>di</strong><br />
ricordarne alcuni, perché vi siamo più legati o perché ci<br />
hanno colpito <strong>di</strong> più o per semplice “campanilismo”.<br />
Quin<strong>di</strong>, se parliamo <strong>di</strong> manifestazioni gastronomiche,<br />
non perdete la Sagra degli Stracci, ad <strong>Antrodoco</strong>, come<br />
tutti gli anni la prima Domenica <strong>di</strong> Agosto (6 Agosto<br />
quest’anno). Gli stracci sono un tipico manicaretto Antrodocano,<br />
<strong>di</strong> cui forniamo ricetta e alcune curiosità<br />
nella sezione del giornalino de<strong>di</strong>cata alle ricette. Chi<br />
vuole avere in una volta sola un’idea più ampia della<br />
tra<strong>di</strong>zione mangereccia <strong>di</strong> queste zone, non dovrebbe<br />
perdersi “Incanti del Passato”, apertura <strong>di</strong> antiche osterie<br />
a Santa Croce (fraz. <strong>di</strong> Cittareale) il 12-13-14 Agosto.<br />
Si può cominciare con la bruschetta alla ricotta, passare<br />
alla polenta con le frattaglie, ai fagioli, per terminare<br />
con dolci dall’aspetto pericolosamente invitante. Per<br />
gusti più raffinati, c’e’ la Sagra della Tartufo a Micigliano<br />
il 29 Luglio e delle fettuccine alla trota ad Accumuli<br />
il 14 Agosto.<br />
Tra le manifestazioni legate alle antiche tra<strong>di</strong>zioni, forse<br />
una delle più rappresentative e’ la festa del “Toro, la<br />
Biffa, il Manocchio”, dove la sovrapposizione tra sacro<br />
e pagano nei riti antichi che si ripropongono crea un’atmosfera<br />
veramente suggestiva. Non meno attraente (da<br />
questo punto <strong>di</strong> vista, meno nota, perché solo da pochi<br />
anni rivalorizzata, ma forse proprio per questo ancora<br />
più affascinante) è la rappresentazione de Lu Manocchiu<br />
un grosso covone <strong>di</strong> spighe che veniva portato in processione<br />
e offerto alle “<strong>di</strong>vinità” in segno <strong>di</strong> ringraziamento.<br />
Vi colpirà….La rappresentazione avrà luogo il<br />
15 Agosto e Rocca <strong>di</strong> Fon<strong>di</strong>, fraz. <strong>di</strong> <strong>Antrodoco</strong>. Per chi<br />
vuole saperne <strong>di</strong> più segnaliamo un sito web de<strong>di</strong>cato a<br />
Rocca <strong>di</strong> Fon<strong>di</strong>, www.rocca<strong>di</strong>fon<strong>di</strong>.com, dove troverete<br />
anche molte altre interessanti informazioni su questo<br />
paesino magico, lontano dal “progresso”, arroccato sulle<br />
pen<strong>di</strong>ci del monte Nuria. Infine, segnaliamo una novità<br />
<strong>di</strong> quest’anno: durante la festa rionale <strong>di</strong> San Terenziano<br />
(<strong>Antrodoco</strong>), verrà organizzato un torneo <strong>di</strong> Nizza….gioco<br />
poco noto a noi trentenni, ma che ha riempito<br />
l’infanzia dei nostri padri. La riscoperta <strong>di</strong> questi giochi<br />
antichi ci sembra un’iniziativa lodevole tanto che<br />
abbiamo ritenuto opportuno riportare il regolamento del<br />
gioco in questo numero <strong>di</strong> <strong>Janus</strong>…. tanto per non arrivare<br />
al torneo completamente <strong>di</strong>giuni. Speriamo che<br />
molti giovani si lasceranno coinvolgere.<br />
Per una completa rassegna <strong>di</strong> tutte, ma proprio tutte le<br />
manifestazioni, passate nella sede della pro-loco della<br />
Via del Sale, in corso Roma ad <strong>Antrodoco</strong>. Per chi conosce<br />
poco queste terre, può essere interessante<br />
“navigare” nel sito della Comunità Montana del Velino,<br />
www.velino.it, dove si trovano informazioni sul territorio,<br />
come anche sul folklore, le tra<strong>di</strong>zioni….le ricette<br />
tipiche. Chiaramente, non <strong>di</strong>menticate il calendario delle<br />
escursioni <strong>CAI</strong> (ve<strong>di</strong> attività sezionali per dettagli)……<br />
chi ama la bici <strong>di</strong> montagna apprezzerà la nuova rubrica<br />
delle attività sezionali sui percorsi in montain bike…..e<br />
infine….ricordate che in vacanza…..in fondo….bisogna<br />
soprattutto oziare!<br />
Nota: Ringraziamo le Pro-Loco, gli enti che organizzano tutto ciò<br />
ed in particolare i citta<strong>di</strong>ni che vi fanno parte e che de<strong>di</strong>cano molto<br />
del loro tempo a rendere più piacevole la nostra estate.<br />
Ernestina Cianca-Eligio Boccacci-Ruggero Fainelli<br />
Lu Manocchiu—foto P. Chiuppi<br />
Pagina 3
J a n u s<br />
Riscopriamo un antico gioco popolare: La nizza<br />
Il gioco della Nizza (detto anche il gioco della Lippa, s’cianco e maz e pindol) era un gioco praticato dai bambini <strong>di</strong> tutta Europa.<br />
E’ un gioco vecchio ma non troppo antico: le prime testimonianze risalgono a 200 anni fa. Come molti giochi <strong>di</strong> 50 anni<br />
fa, anche il gioco della Nizza si basa su un canovaccio <strong>di</strong> regole più o meno preciso, sul quale s’innestano varianti che mo<strong>di</strong>ficano<br />
anche sensibilmente le regole <strong>di</strong> base. Poteva succedere <strong>di</strong> vedere lo stesso gioco giocato <strong>di</strong>versamente in <strong>di</strong>versi rioni della stessa<br />
citta<strong>di</strong>na. Qui <strong>di</strong> seguito, abbiamo provato a buttare giù un canovaccio <strong>di</strong> regole base. Cogliamo l’occasione per ricordarvi che il<br />
5 Agosto in occasione della festa rionale <strong>di</strong> San Terenziano, ad <strong>Antrodoco</strong>, si organizzeranno dei “corsi” <strong>di</strong> Nizza, al campo<br />
sportivo, che dovrebbero aprire la strada per un vero e proprio torneo <strong>di</strong> Nizza…….Un’ottima occasione per riscoprire insieme<br />
questi giochi antichi!<br />
REGOLAMENTO<br />
Si trova uno spazio aperto molto grande, ad esempio un<br />
“campo sportivo”. Si fa un cerchio <strong>di</strong> circonferenza <strong>di</strong>versa a<br />
secondo dei partecipanti (piccoli o gran<strong>di</strong>) che va da 1 metro<br />
a 2 metri circa. Quin<strong>di</strong>, si mette un sasso grande al centro per<br />
poter in<strong>di</strong>viduare meglio lo stesso cerchio.<br />
Se facciamo un solo cerchio possono partecipare al gioco<br />
massimo 4 coppie, che attraverso un sorteggio, daranno inizio<br />
al gioco. Se ci sono più <strong>di</strong> 4 coppie, si fanno più cerchi. Gli<br />
attrezzi necessari per poter fare questo gioco sono:<br />
- UN BASTONCINO LUNGO CIRCA 10 cm APPUNTI-<br />
TO ALLE DUE ESTREMITA’, CHE PRENDE IL NOME<br />
DI NIZZA;<br />
- UN BASTONE LUNGO CIRCA 60 cm CHE PRENDE<br />
IL NOME DI MAZZA.<br />
Si stabilisce all’interno <strong>di</strong> ogni coppia, chi deve essere il battitore.<br />
Partendo da zero, si fissa il punteggio massimo da raggiungere.<br />
A questo punto, si posiziona la Nizza all’interno del cerchio, il<br />
battitore con un colpo dovrà mandarla il più lontano possibile.<br />
Un componente della squadra avversaria dovrà raccoglierla<br />
dal punto stesso e tirarla verso il cerchio cercando <strong>di</strong> centrarlo.<br />
Se il cerchio viene centrato, si ha un cambio delle coppie alla<br />
battuta.<br />
Se la Nizza si avvicina al cerchio, il battitore ha la possibilità<br />
<strong>di</strong> fare tre battute con la Nizza, iniziando da dove si è precedentemente<br />
posizionata e poi a seguire. Ogni volta che si batte<br />
la Nizza, prima <strong>di</strong> lanciarla definitivamente, si possono dare<br />
più colpi alla stessa per poi lanciarla. Questo si può fare in<br />
tutte e tre i tiri, così ogni volta che la nizza viene colpita prima<br />
<strong>di</strong> lanciarla da <strong>di</strong>ritto a un punto e così via. Alla fine dei<br />
tre tiri si parte dal punto dove è arrivata la nizza e con il bastone<br />
lungo circa 60cm si procede al conteggio dei punti fino<br />
ad arrivare al cerchio. Se sommando i tre tiri a <strong>di</strong>sposizione la<br />
Nizza è stata colpita ad esempio 10 volte con il bastone lungo<br />
circa 60 cm, si misura, partendo dalla nizza, e contando 10,<br />
20, 30 e così via fino al cerchio.<br />
Quin<strong>di</strong>, si ricomincia, ripetendo tutta la proceduta, con lo<br />
stesso battitore finché l’avversario non centra il cerchio, quin-<br />
Pagina 4<br />
<strong>di</strong> si avrà l’avvicendamento delle coppie. Si va avanti<br />
finché una coppia non raggiunge il punteggio stabilito.<br />
Mercoledì Chiuso<br />
Anno 0, Numero 1<br />
Vittorio Blasetti
J a n u s<br />
Anno 0, Numero 1<br />
A scuola con il <strong>CAI</strong>: Impariamo il gioco dell’ “elastico”<br />
LE REGOLE DEL GIOCO<br />
Gioco dell’elastico– foto E.Cianca<br />
Per semplicità chiamiamo rettangolo la zona delimitata<br />
dai 4 lati formati dall'elastico teso da 2 persone<br />
1) con un salto entra a pie<strong>di</strong> uniti all'interno del<br />
rettangolo<br />
2) con un salto lascia i lati lunghi del rettangolo<br />
all'interno delle gambe<br />
3) con un salto entra con i pie<strong>di</strong> all'interno del rettangolo<br />
4) con un salto lascia i lati lunghi del rettangolo<br />
all'interno delle gambe<br />
5) con un salto chiu<strong>di</strong> le gambe lasciando i lati lungi<br />
sempre all'interno<br />
6) con un salto entra con i pie<strong>di</strong> all'interno del rettangolo<br />
7) con un salto lascia i lati lunghi del rettangolo<br />
all'interno delle gambe<br />
8) con un salto chiu<strong>di</strong> le gambe lasciando i lati lunghi<br />
del rettangolo sempre all'interno<br />
9) con un salto rotatorio <strong>di</strong> 180 gra<strong>di</strong> su te stesso<br />
10) con un salto entra con i pie<strong>di</strong> all'interno del<br />
rettangolo<br />
11) con un salto pesta i lati lunghi del rettangolo<br />
(tenendo sotto i pie<strong>di</strong> elastico)<br />
12) con un salto entra con i pie<strong>di</strong> nel rettangolo<br />
13) con un salto pesta con 2 pie<strong>di</strong> un lato del rettangolo(tenendo<br />
sotto i pie<strong>di</strong> elastico)<br />
14) con un salto entra con i pie<strong>di</strong> nel rettangolo<br />
15) con un salto pesta con 2 pie<strong>di</strong> l'altro lato del<br />
rettangolo (tenendo sotto i pie<strong>di</strong> elastico)<br />
16) quin<strong>di</strong> con un salto esci dal rettangolo<br />
Il gioco si ripete aumentando l'altezza del rettangolo<br />
da terra<br />
De<strong>di</strong>cato ai bimbi e soprattutto alle bimbe che non dovendo<br />
andare a scuola in questo periodo possono mettersi alla prova<br />
con giochi nuovi per loro, ma noti alle loro mamme, come<br />
il mitico gioco dell’elastico. Non sapete come si gioca? Ecco<br />
alcune informazioni sul gioco che vi possono aiutare…...ma<br />
per saperne <strong>di</strong> piu’...chiedete alle vostre mamme <strong>di</strong> aiutarvi….vi<br />
<strong>di</strong>vertirete un sacco! Ma attenzione, dovete essere<br />
molto “elastici” per poter vincere.<br />
Attrezzatura: cinque-sei metri <strong>di</strong> comune elastico<br />
da mutanda.<br />
Regolamento: l’elastico viene annodato alle estremità<br />
per formare un anello. Viene poi teso da due<br />
bambine all'altezza delle caviglie, mentre una terza<br />
bambina esegue una routine <strong>di</strong> figure prestabilite al<br />
centro dell'elastico. Completata la prima serie, si<br />
porta l'elastico all'altezza dei polpacci e si ripete la<br />
routine. Vengono poi le ginocchia, le cosce, anche<br />
la vita….e se siete proprio bravi, persino la fronte……<br />
Forza … tutti in piazza!<br />
Soluzione al cruciverba Antrodocano<br />
del numero precedente (nota: la definizione 29 verticale<br />
era errata, il 38 va sostituito con 39)<br />
1 M 2 A S 3 T 4 U 5 T 6 S 7 M U T U<br />
8U N 9O M E 10L E T<br />
12N N 13C B 14E N I<br />
16N A S C E T T E<br />
E<br />
15 R<br />
Pagina 5<br />
11 M<br />
I O L A<br />
17 C E N<br />
U 18S A R V I A<br />
O A T<br />
19L U I T A 20V C 21M E L E<br />
U 9 22E O<br />
2-<br />
3R E C I L E M<br />
10 24 T M 25 I 26 S I U<br />
28 A 29 M O 30 R 31C I S A<br />
33S T O O O 34I E<br />
A N U<br />
36 P A N E P A<br />
T<br />
32 R I U<br />
27 L A<br />
35 L<br />
37 T R E U<br />
14 38 R E T R E C I N E M<br />
39M O 40 L U G I R U<br />
Ernestina Cianca<br />
41 O R B E
Pagina 6<br />
J a n u s Anno 0, Numero 1<br />
Escursionismo: Fanta-Littorina-Trekking<br />
Tutto ebbe inizio alle 7.00 <strong>di</strong> una fredda<br />
domenica <strong>di</strong> <strong>di</strong>cembre. Un forte stato <strong>di</strong><br />
ansia ed un leggero tremolio mi fecero capire<br />
che la sveglia stava suonando da qualche<br />
minuto. La spensi cercando <strong>di</strong> capire il perché<br />
era stata fatta suonare mezzora prima<br />
del solito, quando mi tornò in mente che<br />
quello era il fati<strong>di</strong>co giorno della missione.<br />
Mi vestii in fretta, preparai il grosso zaino<br />
con cura e uscii <strong>di</strong> casa. Guardai per un<br />
attimo verso il cielo e mi accorsi che era<br />
carico <strong>di</strong> nuvole nere e leggeri microscopici<br />
fiocchi <strong>di</strong> neve stavano già cadendo. <<br />
Questo non ci voleva! > pensai tra me e<br />
me, la missione poteva essere pregiu<strong>di</strong>cata.<br />
Raggiunsi il resto del gruppo, <strong>di</strong> cui facevano<br />
parte: Cesarox il rocciatore, famoso per<br />
le sue temerarie avventure sulle più impervie<br />
pareti rocciose; Mirò, così chiamato<br />
perché andava sempre <strong>di</strong>ritto come un treno,<br />
per lui non esistevano ostacoli; ed in<br />
fine c’era Elix il vicecapo, comandante <strong>di</strong><br />
questa spe<strong>di</strong>zione. Visto che senza dubbio<br />
aveva molta più esperienza <strong>di</strong> noi, era la<br />
nostra unica speranza; e così ci affidammo a<br />
lui.<br />
Aspettammo in silenzio con ansia che decidesse<br />
se partire o meno. Nel frattempo<br />
comparivano sempre più ampi spiragli <strong>di</strong><br />
cielo sereno. In fine l’attesa decisione: si<br />
andava!<br />
Prendemmo lo shuttle delle 8.14 una specie<br />
<strong>di</strong> navetta a forma <strong>di</strong> serpente che riusciva a<br />
mimetizzarsi benissimo tra quell’impervia<br />
natura. Arrivammo alla fermata <strong>di</strong> Sella alle<br />
8.40 ci trovavamo a circa 1000 metri <strong>di</strong><br />
quota e la temperatura non superava gli 8<br />
C°, da lì iniziammo a inerpicarci per quei<br />
monti impreve<strong>di</strong>bili.<br />
Sapevamo che il primo tratto <strong>di</strong> strada sarebbe<br />
stato faticoso, per via della rapida<br />
salita, ma tranquillo. E così fu. Arrivammo<br />
alla Forcata <strong>di</strong> Rascino a circa 1350 metri e<br />
subito un fantastico panorama si aprì <strong>di</strong>fronte<br />
ai nostri occhi. L’immenso altopiano<br />
<strong>di</strong> Rascino si estendeva coperto <strong>di</strong> un leggero<br />
manto <strong>di</strong> brina bianca, illuminato dal<br />
caldo e debole sole dell’alba. Il vento animava<br />
il lago dalle stravaganti forme con<br />
delle improvvise raffiche che facevano sorvolare<br />
le leggere onde da una sponda all’altra.<br />
Rimanemmo muti davanti a quello spettacolo<br />
surreale ed Elix fu il primo ad estrarre<br />
la sua FM2 per cercare <strong>di</strong> raccogliere le<br />
prime testimonianze, a ruota lo seguimmo<br />
anche io con la mia Rx e Mirò. Era meglio<br />
avere più <strong>di</strong> qualche<br />
pellicola nel caso che<br />
qualcuno <strong>di</strong> noi per<br />
qualche malaugurato<br />
motivo la perdesse.<br />
Fu qui che inaspettatamente<br />
notammo i<br />
primi bracconieri,<br />
erano in due vicino al<br />
lago. Fortunatamente<br />
loro non ci videro,<br />
avevano sicuramente<br />
armi più potenti delle<br />
nostre e spruzzavano<br />
o<strong>di</strong>o da ogni poro.<br />
Ci allontanammo <strong>di</strong><br />
nascosto verso Est, e<br />
superato un breve<br />
promontorio, ci affacciammo<br />
su l’altro<br />
altopiano, quello <strong>di</strong><br />
Cornino, meno esteso<br />
del precedente ma<br />
altrettanto suggestivo.<br />
Anche qui vi erano<br />
tracce fresche <strong>di</strong> bracconieri<br />
ma non se ne<br />
vedevano allo scoperto,<br />
così decidemmo <strong>di</strong><br />
scendere fino alle<br />
acque e <strong>di</strong> approfittare<br />
<strong>di</strong> quella calma per<br />
mangiare qualcosa. Elix il vice era solito<br />
nutrirsi con delle strane uova <strong>di</strong><br />
chissà quale animale, Mirò preferiva le<br />
chimiche barre energetiche alla banana,<br />
io e Cesarox ci accontentammo <strong>di</strong> un<br />
semplice panino.<br />
Dopo un quarto d’ora riprendemmo il<br />
cammino. Elix decise <strong>di</strong> proseguire<br />
verso le impervie rocce del M. Torrecane<br />
dove i temibili e leggendari serpenti<br />
giganti, che in abbondanza abitavano<br />
quelle zone, sicuramente dormivano<br />
vista la temperatura molto bassa .<br />
Cesarox rimase qualche metro in<strong>di</strong>etro,<br />
aveva perso un po <strong>di</strong> agilità a svincolarsi<br />
tra quei scogli, abituato com’era ad<br />
arrampicarsi su pareti completamente<br />
imbracato e sovraccaricato <strong>di</strong> corde.<br />
Stemmo comunque attenti a non perderlo<br />
<strong>di</strong> vista. Mentre ci inerpicavamo<br />
su quei scogli sprezzanti del pericolo,<br />
un grosso Crampoten<strong>di</strong>neo, una specie<br />
<strong>di</strong> scorpione gigante con delle potentissime<br />
tenaglie, mi afferrò una caviglia.<br />
Cercai <strong>di</strong> liberarmi <strong>di</strong>menandomi con<br />
Treno- Trekking e ciaspole, foto E. Boccacci<br />
forza, alla fine ebbi la meglio scagliandogli<br />
sopra un pesante masso. Il dolore si<br />
faceva sempre più forte, ma riuscii comunque<br />
a raggiungere la vetta a 1570m <strong>di</strong><br />
altitu<strong>di</strong>ne.<br />
Elix stava già azionando il suo potentissimo<br />
trasmettitore Nokia, dopo qualche<br />
minuto <strong>di</strong> attesa lo sentimmo prendere<br />
delle <strong>di</strong>rettive da qualcuno. Non sapevamo<br />
esattamente con chi stava parlando, e<br />
nessuno osò chiedergli qualcosa, ma alla<br />
fine della conversazione sembrava abbastanza<br />
sod<strong>di</strong>sfatto.<br />
A questo punto dovevamo proseguire<br />
verso il colle della Fungara. Le Solagne <strong>di</strong><br />
Piscignola (Coste <strong>di</strong> Torrecane) si estendevano<br />
davanti a noi come un gigante<br />
addormentato. Decidemmo <strong>di</strong> percorrerle<br />
lungo la loro scoscesa cresta. Il fitto bosco<br />
ci avrebbe garantito una <strong>di</strong>screta protezione.<br />
Sul manto erboso della piana alla nostra<br />
sinistra si notavano delle grosse macchie<br />
scure, tracce dei remoti Corninosauri una<br />
razza <strong>di</strong> superrettili giganti padroni <strong>di</strong>
quelle terre milioni <strong>di</strong> anni fà.<br />
Durante il percorso all’improvviso ci trovammo<br />
<strong>di</strong>fronte una squadra <strong>di</strong> bracconieri<br />
che si scaldavano intorno ad un grande<br />
fuoco. Fortunatamente erano della tribù dei<br />
pacificus, e ci lasciarono passare in<strong>di</strong>sturbati<br />
ignorandoci.<br />
Dovemmo attraversare dei lunghi tratti<br />
con neve ghiacciata, e nonostante fossimo<br />
equipaggiati con mega scarponi a protezione<br />
termica, la <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> temperatura si<br />
faceva sentire, <strong>di</strong>minuendo la sensibilità dei<br />
nostri pie<strong>di</strong>.<br />
In qualche tratto perdemmo il sentiero, ma<br />
un rapido sguardo alla mappa e soprattutto<br />
l’infallibile fiuto istintivo <strong>di</strong> Elix ci rimise<br />
sulle giuste tracce.<br />
Eccoci finalmente sotto le Coste della Fungara<br />
ed anche se eravamo molto vicini al<br />
Rifugio <strong>di</strong> Fonte’llu spinu, Elix decise <strong>di</strong><br />
non andarci, con la <strong>di</strong>sapprovazione <strong>di</strong><br />
Mirò. Aveva paura che potesse essere già<br />
stato occupato e poi non avevamo tempo<br />
da perdere.<br />
E così ci lanciammo giù per la <strong>di</strong>scesa.<br />
Solo le lamentele <strong>di</strong> Mirò, che con la sua<br />
testardaggine ancora reclamava il fatto <strong>di</strong><br />
non essere andati al rifugio, rompevano il<br />
silenzio.<br />
Alle due del pomeriggio eravamo ai Trocchitti<br />
a quota 1240m. Un branco <strong>di</strong> segugi<br />
rinchiusi in un carrello gabbia spaventarono<br />
a morte Cesarox che con un balzo ci raggiunse<br />
totalmente pallido.<br />
Superato il piccolo agglomerato <strong>di</strong> rovine<br />
chiamato la Rocca, antico rifugio del temutissimo<br />
“brigante Pezzola”, e oggi ancora<br />
abitato dai temerari “roccani”, credevamo<br />
J a n u s Anno 0, Numero 1<br />
che i maggior pericoli fossero passati,<br />
ma non era cosi.<br />
Incontrammo subito un mimetizzatissimo<br />
uomo armato che non osò aggre<strong>di</strong>rci,<br />
ma fingendosi nostro amico ci<br />
in<strong>di</strong>cò una rotta errata da seguire.<br />
Abboccammo come dei pesci e senza<br />
dare neanche uno sguardo <strong>di</strong> conferma<br />
alla mappa ci lanciammo giù per la<br />
vallata <strong>di</strong> Cerqua Piana.<br />
Avevamo sentito parlare della famosa<br />
via <strong>di</strong> Santupolu, ma dove era? Non<br />
poteva esser lontano.<br />
Intanto la vegetazione si faceva sempre<br />
più fitta. Dovemmo prima affrontare<br />
delle altissime recinzioni <strong>di</strong> ferrospinato,<br />
dopo<strong>di</strong>chè ci infiltrammo in<br />
mezzo a dei cespugli credendo fossero<br />
innocui. Ad un tratto ci sentimmo<br />
tirare da ogni lato, erano i terribili<br />
Grattaculi carnivori che si aggrappavano<br />
a noi con i loro infiniti tentacoli.<br />
Senza farci prendere dal panico fortunatamente<br />
riuscimmo a liberarci e ad<br />
uscire da quell’inferno <strong>di</strong> rovigli. Non<br />
riportammo dei grossi danni, tranne<br />
qualche buco sulle giacche.<br />
Seguendo le tracce <strong>di</strong> escrementi equini,<br />
superammo un fosso ed entrammo<br />
in contatto con un solitario pastore<br />
che, a giu<strong>di</strong>care dall’aspetto, doveva<br />
aver abbandonato la nostra malsana<br />
civiltà da molti anni. Ci consigliò <strong>di</strong><br />
risalire una breve altura e <strong>di</strong> proseguire<br />
per la strada <strong>di</strong> Vall’Ufara. Ci trovavamo<br />
nei pressi <strong>di</strong> Fainanu vicino al<br />
famoso casale del Santopinto, il leggendario<br />
segretario.<br />
A quel punto il peggio era passato,<br />
sotto i nostri pie<strong>di</strong> un duro asfalto amplificava<br />
il dolore provocato dai pesanti<br />
scarponi.<br />
Svoltata una curva eccoci apparire il<br />
nostro, mai così tanto desiderato,<br />
‘ndreocus.<br />
La luce dell’ormai basso sole del tramonto<br />
colorava <strong>di</strong> un tenue rosso le<br />
case più alte della Rocchetta. Elix non<br />
poteva farsi sfuggire quel fantastico<br />
spettacolo e rimase in<strong>di</strong>etro per documentare<br />
quei momenti.<br />
Io e Cesarox arrivammo per primi a<br />
S.Terenziano, tra gli sguar<strong>di</strong> <strong>di</strong>ffidenti<br />
della popolazione che abitava quei luoghi<br />
ormai da molti anni.<br />
Finalmente il pericolo era passato, sani<br />
e salvi portammo a termine la missione.<br />
Un’altra via era aperta, adesso il resto<br />
dell’ Antrocai poteva ripercorrerla senza<br />
pericolo. L’arduo compito <strong>di</strong> condurre<br />
questa nuova spe<strong>di</strong>zione fu assegnato<br />
a Mirò;<br />
ma questa è un’altra storia.<br />
<strong>Antrodoco</strong> 16.12.1997<br />
(Tratto da: “I Racconti del Fantantrocai”<br />
)<br />
Roberto Marinelli<br />
Pagina 7
La Montagna La voce in lettere: del territorio: Non più domestico<br />
Il Gatto Selvatico<br />
L’alba era pigra nel bosco appenninico che, nonostante i<br />
rami spogli, appariva d’inverno un elaborato groviglio <strong>di</strong> rovi<br />
spinosi ed arbusti abbarbicati ad alberi alti. Solo abituando lo<br />
Alcuni sguardo anni si orsono, riusciva durante a scorgere una piccole escursione grotte nelle da <strong>Antrodoco</strong> rocce su<br />
a Sigillo cui, con per ripetuti le gole balzi, del il Velino, monte si abbiamo sollevava trovato ripido fino i resti al <strong>di</strong><br />
un gatto punto molto più alto. più Quando grande una del luce normale, ancora con grigia canini rompeva ed artil’ugli che<br />
niformità<br />
incutevano<br />
profonda<br />
rispetto.<br />
della parete per scoprire impensabili<br />
tane, alcuni animali si affacciavano al giorno per sondare una<br />
Nella timida fantasia sopravvivenza. dello scrivente Madri e attente dei numerosi a preservare testimoni i cuccioli, del<br />
ritrovamento, capibranco in si cerca è affacciata <strong>di</strong> rare prede, l’immagine ro<strong>di</strong>tori del intirizziti, mitico lepri gatto<br />
selvatico, fuggitive, sfuggente uccelli nervosi: e riservatissimo la vita incerta abitante del bosco dei semiaddor- nostri<br />
boschi. mentato germinava lenta e il calore delle famigliole riunite<br />
scioglieva la neve sulla terra.<br />
Il temibile gatto mammone che più notti insonni ha procurato<br />
Il gatto<br />
a migliaia<br />
era solo.<br />
<strong>di</strong><br />
Occupava<br />
bambini<br />
la<br />
nel<br />
tana<br />
corso<br />
più<br />
dei<br />
remota<br />
secoli<br />
e inaccessibile<br />
era forse<br />
del versante nord, dagli alberi fitti e dai sentieri impervi, so-<br />
proprio lì ai nostri pie<strong>di</strong>, ridotto ad un povero mucchietto<br />
spesi tra lingue <strong>di</strong> ghiaccio e cornici <strong>di</strong> pietra arrotondate<br />
<strong>di</strong> ossa dalla e neve. peli? Nel silenzio assoluto, la bestia selvatica menava<br />
Questo una vita non sedentaria, possiamo dormendo affermarlo lunghe con ore certezza della notte assoluta, e del<br />
tuttavia giorno. gli I in<strong>di</strong>zi suoi sonni morfologici erano tormentati, ci hanno indotto così come a raccoglie- gli improvre<br />
i visi resti risvegli; e conferirli era preda all’Istituto <strong>di</strong> angosce zooprofilattico che sfogava della aggirandosi A.S.L.<br />
ramingo tra i balzi <strong>di</strong> rocce, dove solo l’agilità felina gli con-<br />
<strong>di</strong> Rieti, competente per la fauna selvatica, dove giacciono<br />
sentiva l’equilibrio. Sognava <strong>di</strong> trovarsi faccia a faccia con<br />
in un<br />
l’uomo<br />
frigorifero<br />
armato,<br />
a<br />
appostato<br />
–32°, in<br />
per<br />
attesa<br />
uccidere<br />
<strong>di</strong> essere<br />
lui, il<br />
sottoposti<br />
gatto selvatico,<br />
ad<br />
un la esame preda del più DNA, ambita, il la solo più accertamento rara, un trofeo. che Nella potrà delirante <strong>di</strong>re<br />
una visione parola l’animale finale sulla scorgeva loro reale l’uomo identità. senza essere visto, lasciava<br />
Ma che quali si sono avvicinasse gli in<strong>di</strong>zi e in che un solo permettono istante lo <strong>di</strong> assaliva identificare alle spalle, un<br />
vero conficcandogli gatto selvatico le unghie e <strong>di</strong>stinguerlo nel collo. L’altro da un abbandonava suo, pur il<br />
fucile, cercava debolmente <strong>di</strong> <strong>di</strong>vincolarsi dalla presa doloro-<br />
“cresciutello” cugino domestico?<br />
sa, poi cadeva in ginocchio e finiva rantolando giù, nel vuo-<br />
Il gatto to. Allora selvatico il gatto (FELIX si sentiva SILVESTRIS) eroe, baluardo della è uno propria dei più inti-<br />
piccoli mità. tra i felini, ma, con l’orso, il lupo, la lince, è uno<br />
dei Il più sogno grossi intero, mammiferi però, non predatori gli riusciva ancora più come presenti le prime nei vol-<br />
boschi te: si europei. interrompeva nel momento determinante, l’attimo dello<br />
scatto alle spalle in cui l’uomo era messo fuori combattimen-<br />
E’ più to. Il grande gatto si del risvegliava gatto domestico, ansimando, arrivando con la paura a pesare, <strong>di</strong> non in sa-<br />
in<strong>di</strong>vidui persi <strong>di</strong>fendere, maschi adulti,anche come prendendo 11 Kg. atto Le improvvisamente zampe sono della più<br />
corte, propria la fronte vulnerabilità. ripida, il Sentiva cranio che più dalla largo pelle e tondeggiante attuale prorom- in<br />
grado peva, <strong>di</strong> come ospitare, un esercito nella cavità <strong>di</strong> goccioline orale, canini <strong>di</strong> sudore, <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensione la pelle del<br />
quattro gatto volte domestico maggiori che era del stato. suo vicino parente.<br />
Il mantello è tendenzialmente grigio o grigio-gialliccio con<br />
forti striature vicine al nero; sulla groppa una fascia nera<br />
percorre la linea sommitale unendo le fasce trasversali. La<br />
coda è tozza, con anelli neri ed una terminazione tondeggiante<br />
anch’essa completamente nera.<br />
Si accoppia con successo con il felino domestico; per questo,<br />
nel periodo degli amori, si avvicina nottetempo agli<br />
abitati umani, cosa che gli è spesso fatale.<br />
Il gatto selvatico è un in<strong>di</strong>viduo solitario, i maschi e le<br />
femmine si incontrano in primavera per la riproduzione, e<br />
si separano dopo l’accoppiamento. I piccoli nascono in<br />
numero <strong>di</strong> 3 o 4 completi <strong>di</strong> pelliccia, ma ciechi, dopo<br />
due settimane aprono gli occhi e dopo un mese lasciano<br />
la tana. A tre mesi cominciano a cacciare, a quattro non<br />
cercano più il latte materno e ad un anno sono sessualmente<br />
maturi.<br />
I pochi esemplari rimasti si nascondono in aree con ab-<br />
Pagina 8<br />
J a n u s Anno 0, Numero 1<br />
Di quell’epoca conservava il ricordo tiepido della cesta imbottita,<br />
o della ciotola sempre piena, e non erano ricor<strong>di</strong> da<br />
poco. Ma ,più <strong>di</strong> tutto, ancora risuonava nella sua mente la<br />
nenia che ogni sera cullava la piccola, così piccola che gli<br />
somigliava, anche se non aveva la coda. Lui le invi<strong>di</strong>ava il<br />
pelo, tigrato quasi come il suo, ma lungo, ah! Come era lungo<br />
e morbido! Era duro ricacciare in<strong>di</strong>etro una vita che giu<strong>di</strong>cava<br />
ormai sepolta. Aveva scelto la libertà, aveva seguito un<br />
primitivo istinto, aveva corso, corso a lungo senza voltarsi.<br />
L’uomo era lontano, ma doveva cancellarne la presenza ancora<br />
viva, doveva vincere contro <strong>di</strong> lui per garantire la propria<br />
libertà.<br />
Lo aspettava, a volte, in cima alla rupe esposta, in atto <strong>di</strong><br />
sfida, sicuro <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduarlo per primo. Allora, lo invadeva la<br />
paura, e si ritraeva rinunciando. Ciò che il sogno interrompeva<br />
inesorabilmente, non aveva sèguito nella realtà,una realtà<br />
che sembrava non riconoscere la sua vera natura. Era un<br />
felino, anzi era il re nel bosco che abitava, era il più fiero,era<br />
irraggiungibile, introvabile. Così rimuginando si gonfiava<br />
tutto, l’antica gloria rifulgeva come un’armatura dorata, il<br />
corpo si espandeva leggero, nel vento che sferza e carezza, e<br />
rimuove ogni incertezza. Allora ripartiva, re degli anfratti,<br />
signore delle gole, padrone dei crepacci insi<strong>di</strong>osi, e si appostava<br />
per il gran salto, per sconfiggere l’uomo a duello.<br />
Procedeva verso l’obiettivo con il corpo allungato, le orecchie<br />
sensibili alla più sottile vibrazione.<br />
Tentava <strong>di</strong> arrestare l’immagine eroica che aveva <strong>di</strong> sé solo<br />
pochi istanti prima, doveva evitare che svanisse per colpa<br />
della paura che sottile si insinuava Gatto selvatico nelle – viscere. foto Marco La Pace paura,<br />
bondante come il vegetazione tremolio impalpabile e scarsa, che o nulla, fece esitare presenza una umana. zampa,<br />
Di come giorno la nebbiolina trovano riparo che gli velò nei crepacci lo sguardo, delle come rocce, lo smarri- nel<br />
mento che lo paralizzò <strong>di</strong> fronte all’uomo che aveva imbrac-<br />
cavo <strong>di</strong> alberi o in tane abbandonate da altri animali; non<br />
ciato il fucile e, incredulo, sparò al leggendario animale del<br />
sono<br />
bosco.<br />
infatti in grado <strong>di</strong> approntare un ricovero in modo<br />
autonomo, come tutti i felini.<br />
Gabriella Balestrino<br />
Le loro prede sono in genere piccoli ro<strong>di</strong>tori, uccelli nei<br />
ni<strong>di</strong>, piccoli rettili, ma non è raro che attacchino piccoli<br />
<strong>di</strong> cerbiatto o <strong>di</strong> capriolo appena nati.<br />
Sulla neve, le tracce del gatto selvatico sono simili a quelle<br />
della volpe come <strong>di</strong>mensioni, ma più tondeggianti e<br />
Gatto selvatico – foto Marco Pace
prive delle fessurine anteriori prodotte dalle unghie, avendo<br />
il gatto unghie retrattili che non lasciano segni <strong>di</strong> sorta durante<br />
la deambulazione.<br />
La presenza eccessiva dell’uomo nelle zone più “intime”<br />
dell’ambiente boschivo montano, i motori, la deforestazione,<br />
ma anche l’escursionismo non rispettoso, sono tra le<br />
cause principali della progressiva scomparsa <strong>di</strong> questo predatore.<br />
La sua compatibilità riproduttiva con il felino domestico è<br />
comunque un’altra causa determinante, impedendo, per<br />
così <strong>di</strong>re, la “conservazione della razza”, soggetta ad una<br />
progressiva per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> materiale genetico “primario” a van-<br />
Piazza del Popolo<br />
02013 <strong>Antrodoco</strong> (RI)<br />
Tel. 0746-580023<br />
J a n u s Anno 0, Numero 1<br />
taggio <strong>di</strong> un meticciamento che altera le capacità <strong>di</strong> adattamento<br />
all’ambito selvatico.<br />
Noi comunque, in attesa che la burocrazia ci faccia conoscere<br />
le risposte delle analisi del DNA dei resti consegnati,<br />
continuiamo a sognare quei due occhi gialli che ci scrutano<br />
<strong>di</strong> notte dall’alto degli alberi, sornioni, pazienti, come<br />
pronti, nell’attesa <strong>di</strong> una nostra debolezza, a riprendere il<br />
posto che era loro nelle fredde notti <strong>di</strong> montagna.<br />
Marco Pace<br />
Fiume Velino, veduta da via delle Terme (Roscetti Roberto)<br />
Pagina 9
Pagina 10<br />
J a n u s Anno 0, Numero 1<br />
Conosciamo<br />
il sentiero
J a n u s<br />
Anno 0, Numero 1<br />
Pagina 11
Uno zaino si caratterizza innanzitutto per la capacità che ne determina<br />
anche il campo <strong>di</strong> utilizzo.<br />
La capacità <strong>di</strong> uno zaino è data in litri e generalmente per zaini da<br />
escursionismo o alpinismo si <strong>di</strong>stinguono tre fasce:<br />
fino a 40 litri per escursioni <strong>di</strong> un giorno<br />
da 40 a 60 litri per escursioni <strong>di</strong> due o più giorni<br />
oltre 60 litri per trekking impegnativi<br />
Generalmente gli escursionisti possiedono due zaini, uno <strong>di</strong> 30-40<br />
litri per escursioni <strong>di</strong> un giorno e uno <strong>di</strong> 50-60 litri per quelle più<br />
lunghe.<br />
Da considerare nella scelta <strong>di</strong> uno zaino (più o meno grande) è<br />
anche il periodo dell’anno in cui esso viene utilizzato.<br />
Uno zaino escursionistico deve rispondere a determinati requisiti.<br />
Innanzitutto la forma deve essere tale da mantenere il baricentro<br />
del carico il più vicino possibile al corpo.<br />
In<strong>di</strong>spensabile è la presenza <strong>di</strong> un telaio rigido situato all’interno<br />
dello zaino che ne impe<strong>di</strong>sce la deformazione e permette una maggiore<br />
aderenza alle spalle e alla schiena favorendo l’equilibrio dell’escursionista.<br />
Gli spallacci e il cinturone devono essere imbottiti e regolabili e<br />
deve esserci una cinghia da allacciare all’altezza dello sterno, in<br />
modo da evitare che lo zaino si muova quando si percorrono sentieri<br />
particolarmente impervi.<br />
Cosa da non trascurare è la presenza <strong>di</strong> ampi canali <strong>di</strong> passaggio<br />
dell’aria sul dorso per ridurre la sudorazione.<br />
Devono essere presenti tasche laterali e una tasca superiore per<br />
riporre ad esempio la cartina, i guanti o il cappello.<br />
La presenza <strong>di</strong> tasche laterali è sconsigliata nel caso <strong>di</strong> zaini ad uso<br />
alpinistico.<br />
Se si prevedono uscite su neve lo zaino dovrà <strong>di</strong>sporre <strong>di</strong> asole<br />
portapiccozza e tasca portaramponi, anche se questi ultimi oggi<br />
vengono portati all’interno dello zaino in appositi contenitori.<br />
Per quanto riguarda i materiali, gli zaini sono realizzati in tessuto <strong>di</strong><br />
nylon più o meno pesante, che determina le caratteristiche <strong>di</strong> resistenza<br />
all’usura, <strong>di</strong> impermeabilità ed il peso.<br />
Nessuno zaino è completamente impermeabile, neanche quelli<br />
realizzati in materiale impermeabile perciò è utile munirsi <strong>di</strong> un<br />
coprizaino o acquistare uno zaino con coprizaino incorporato.<br />
Oltre alla scelta <strong>di</strong> uno zaino più adatto alla propria attività escursionistica,<br />
non meno importanza ha la preparazione dello stesso.<br />
Il modo in cui viene preparato lo zaino influisce sulla fatica, sulla<br />
sua stabilità, sulla velocità <strong>di</strong> marcia e quin<strong>di</strong> sul <strong>di</strong>vertimento.<br />
Bisogna cercare <strong>di</strong> concentrare il peso sui fianchi, evitando <strong>di</strong> sovraccaricare<br />
la schiena e le spalle.<br />
Gli attrezzi più pesanti devono essere posizionati il più vicino possibile<br />
alla schiena e nel centro dello zaino.<br />
Inoltre è importante mettere a portata <strong>di</strong> mano le cose che vengono<br />
usate più spesso, quali ad esempio guanti,cappelli, cartina, bussola<br />
e occhiali da sole.<br />
Gli scarponi sono parte dell’abbigliamento escursionistico sicura-<br />
Pagina 12<br />
J a n u s Anno 0, Numero 1<br />
L’ABC della Montagna: Zaino e Scarponi<br />
mente più importante per l’escursionista.<br />
Le parti essenziali <strong>di</strong> uno scarpone sono la suola e la tomaia.<br />
La suola comprende una parte in gomma scolpita sovrastata<br />
da uno o più strati <strong>di</strong> materiale morbido con funzione ammortizzante,<br />
all’interno possono essere presenti inserti <strong>di</strong> fibra <strong>di</strong><br />
vetro o altri materiali con funzione <strong>di</strong> irrigi<strong>di</strong>mento.<br />
Infatti è molto importante la rigi<strong>di</strong>tà, sia a flessione sia a torsione.<br />
Essa deve essere molto accentuata in scarponi impiegati in<br />
uscite prevalentemente invernali con eventuale uso <strong>di</strong> ramponi<br />
e un po’ meno in scarponi usati nel trekking estivo.<br />
La rigi<strong>di</strong>tà non dovrebbe però mai scendere al <strong>di</strong> sotto <strong>di</strong> un<br />
certo livello, per non sottoporre il piede ad eccessive sollecitazioni<br />
quando si cammina su percorsi accidentali.<br />
Per avere poi la dovuta aderenza il <strong>di</strong>segno della scolpitura, in<br />
genere, deve essere piuttosto complesso.<br />
Al fine <strong>di</strong> agevolare la camminata le suole più valide <strong>di</strong>spongono<br />
<strong>di</strong> un’accentuata curvatura, all’interno della suola deve essere<br />
presente un plantare per <strong>di</strong>stribuire uniformemente la<br />
pressione sulla pianta del piede.<br />
La tomaia invece è la parte alta dello scarpone atta a contenere<br />
e racchiudere il piede, in genere è in pelle ma può essere in<br />
tessuto sintetico o in materiale plastico.<br />
Normalmente essa è <strong>di</strong> altezza tale da sovrastare la caviglia,<br />
può limitarsi in certi casi al <strong>di</strong> sotto, soluzione quest’ultima<br />
sconsigliabile.<br />
La tomaia deve avere la calzata giusta per il proprio piede,<br />
deve offrire como<strong>di</strong>tà in ogni circostanza d’uso e non deve<br />
essere troppo cedevole nella struttura esterna.<br />
Perciò è molto importante la scelta dello scarpone, che dovrà<br />
avvenire indossando calze pesanti e verificando che, una volta<br />
allacciato, non si abbiano punti <strong>di</strong> pressione ma neppure che il<br />
piede si possa muovere troppo rispetto al suo interno.<br />
Quando si utilizzano scarponi nuovi è bene fare una sorta <strong>di</strong><br />
rodaggio utilizzandoli prima in uscite facili e brevi per poi<br />
impiegarli in uscite più impegnative.<br />
Giandomenico Cipriani
J a n u s Anno 0, Numero 1<br />
Ricette: Gli Stracci Antrodocani<br />
Ingre<strong>di</strong>enti per 15 persone (60 stracci)<br />
Frittelle:<br />
Uova 10<br />
Farina 10 cucchiai<br />
Acqua 10 mezzi gusci <strong>di</strong> uovo<br />
Ripieno:<br />
Carne macinata mista (maiale,vitello) 1 kg<br />
Mozzarella 2<br />
Parmigiano grattugiato 1/2 kg<br />
Salsa <strong>di</strong> pomodoro q.b.<br />
Preparazione frittelle<br />
Battere le uova, aggiungere un pizzico <strong>di</strong> sale, l’acqua e la farina<br />
passandola in un setaccio, mescolare fino a quando il composto<br />
non risulta liscio e senza grumi.<br />
Lasciare riposare per mezz’ora il composto, che deve essere non<br />
troppo denso. Successivamente, aiutandosi con un piccolo mestolo,<br />
versare il composto in una padellina antiaderente o una padellina<br />
<strong>di</strong> ferro preriscaldata unta con un batuffolo imbevuto <strong>di</strong> olio<br />
o lardo. Formare una frittella molto sottile cotta da ambedue le<br />
parti (per ogni frittatina occorre una quantità <strong>di</strong> pastella pari ad<br />
un mestolo piccolo). Una volta cotte tutte le frittatine si procede a<br />
riempirle.<br />
Preparazione ripieno<br />
Preparare la salsa <strong>di</strong> pomodoro: soffriggere in un po’ <strong>di</strong> olio: cipolla,<br />
sedano, carota e alloro, poi aggiungere dei ritagli <strong>di</strong> carne<br />
da sugo, un po’ <strong>di</strong> vino bianco e salsa <strong>di</strong> pomodoro, sale e un<br />
pizzico <strong>di</strong> pepe; portare ad ebollizione e fare addensare leggermente.<br />
Fare soffriggere da parte la carne macinata con olio, sale, carote e<br />
infine aggiungere qualche cucchiaio <strong>di</strong> sugo perché non si asciughi<br />
troppo. Tagliare le mozzarelle in tante striscioline dello spessore<br />
<strong>di</strong> 1 cm.<br />
Stendere le frittelle su un tavolo, spolverarle <strong>di</strong> parmigiano, mettere<br />
su ognuna un cucchiaio <strong>di</strong> carne macinata, un pezzetto <strong>di</strong> mozzarella<br />
e un cucchiaio <strong>di</strong> sugo; arrotolare le frittelle e deporle su<br />
una teglia da forno precedentemente imburrata, <strong>di</strong>sporre gli stracci<br />
tutti nello stesso senso e molto stretti; ricoprire <strong>di</strong> parmigiano<br />
e sugo con qualche fiocco <strong>di</strong> burro.<br />
Mettere in forno preriscaldato a 200 gr. Lasciare cuocere per circa<br />
mezz’ora.<br />
Difficoltà: Me<strong>di</strong>a “Escursionistica”<br />
Tempo: 2 h<br />
Anna Boccacci<br />
La sagra degli stracci<br />
A ‘Ndreocu l’hau ‘nventati<br />
Allu munnu so’ mentuati!<br />
Dalla Rocca alla Rocchetta<br />
sau tutti la ricetta.<br />
Dallu bagnu ‘n Pittorina<br />
fau venine n’ acquolina!<br />
Lu profumu senti finu,<br />
te ce ve’ golia de ‘inu!<br />
RIT Stracci oh, stracci ah!so’ davveru ‘na bontà!<br />
Stracci oh, stracci ah, te fau propiu raffiatà!<br />
Stracci oh, stracci ah. te li magni ‘n nu bocco’,<br />
te ce bii ‘n bottiglio’ stracci oh, stracci ah!<br />
E’ la sagra delli stracci,<br />
“Oste me’ lo vin che cacci!”.<br />
Quanta gente c’è venuta,<br />
ogni stracciu ‘na beuta!<br />
Da Sor Checco se l’assaji<br />
nun te ne jerristi mai!<br />
al Velino e da ‘Faina”<br />
Stracci pure la matina!<br />
RIT Stracci oh, stracci ah! so’ davveru ‘na bontà!<br />
Stracci oh, stracci ah, te fau propiu raffiatà!<br />
Stracci oh, stracci ah. te li magni ‘n nu bocco’,<br />
te ce bii ‘n bottiglio’ stracci oh, stracci ah!<br />
Alle terme loco la,<br />
tutti quanti a renfrescà!<br />
l’acqua sorfa favorisce<br />
chi dde stracci sol patisce!<br />
Da zi Pietru alla Salaria<br />
stracci ovunque pure all’aria!<br />
e che odore se respira<br />
alla Cona da Cesira.<br />
RIT Stracci oh, stracci ah! so’ davveru ‘na bontà!<br />
Stracci oh, stracci ah, te fau propiu raffiatà!<br />
Stracci oh, stracci ah. te li magni ‘n nu bocco’,<br />
te ce bii ‘n bottiglio’ stracci oh, stracci ah!<br />
Bruno Ippoliti<br />
Pagina 13
Pagina 14<br />
J a n u s Anno 0, Numero 1<br />
Attività sezionali<br />
L’invito <strong>di</strong> <strong>Janus</strong> …. da non perdere!!!<br />
Tra le numerose escursioni in programma nel mese <strong>di</strong> Agosto<br />
segnaliamo senz’altro quelle sul Gran Sasso, più impegnative<br />
del solito, vero e proprio anticipo <strong>di</strong> quello che troveremo<br />
sulle dolomiti a fine mese.<br />
Tuttavia l’invito è per la classica escursione del 15 agosto,<br />
giunta alla X ed., al nostro monte Giano. Una giornata lontana<br />
dal caos e dal caldo <strong>di</strong> quei giorni, da trascorrere insieme<br />
ad amici e parenti, che possono raggiungerci in auto ai prati<br />
<strong>di</strong> Cinno … all’immancabile pranzo, “abbuffata “ <strong>di</strong> ferragosto!<br />
Informazioni e prenotazioni<br />
entro le ore 20.00 <strong>di</strong> domenica 13 agosto, presso<br />
photo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Pasquale Chiuppi, tel. 0746/586194.<br />
PROGRAMMA 15 AGOSTO 2006<br />
Ore 7.00 Ritrovo P.zza del Popolo<br />
Ore 7.15 Partenza mezzo proprio<br />
Ore 7.30 Inizio escursione da Madonna delle Grotte<br />
Ore 9.00 Arrivo Chiesetta Alpina 1300 m<br />
Ore 10.00 Acero <strong>di</strong> Monte Giano<br />
Ore 11.30 Vetta Monte Giano 1820 m<br />
Ore 13.20 Prati <strong>di</strong> Cinno<br />
Ore 13.30 Inizio pranzo (prodotti tipici)<br />
“ Pomeriggio con canti e giochi”<br />
Ore 17.00 Si torna a casa<br />
Ore 18.00 Arrivo Madonna delle Grotte<br />
Coo.Esc: AE Eligio Boccacci 335/7653741<br />
SEGNALIAMO: IL GRUPPO ALPINI DI<br />
ANTRODOCO ORGANIZZA PER IL 27<br />
AGOSTO 2006 UNA GITA ALLA CHIE-<br />
SETTA ALPINA DI MONTE GIANO m<br />
1350.Pres. Santopinto Antonio tel.347/8211920<br />
La posta <strong>di</strong> <strong>Janus</strong>: janus@caiantrodoco.it<br />
Prossime Escursioni<br />
Speciale Agosto<br />
Mercoledì 2 “Natura e Storia “Gr. Terminillo-<br />
Peschio del Principe E<br />
Domenica 6 Gran Sasso – Corno Piccolo E/EE<br />
Mercoledì 9 S.I. – Monte Nuria, da Staffoli E<br />
Domenica 13 Gran Sasso - Corno Grande EE<br />
via della cresta, da Campo Imperatore<br />
Martedì 15 X° ed. FERRAGOSTO CON IL <strong>CAI</strong> E<br />
Monte Giano e prati <strong>di</strong> Cinno - <strong>Antrodoco</strong><br />
Sabato 19 Natura e Storia - Monte Cagno<br />
“Traversata Borbona-<strong>Antrodoco</strong>”, E<br />
Sabato 20 Monte Boragine, da Cittareale, E NEW<br />
Mercoledì 23 Monte Terminillo - E<br />
Giro dell’Acqua Santa<br />
Domenica 27 Parco Nazionale Monti della Laga<br />
Pizzo <strong>di</strong> Moscio E<br />
Domenica 27 Chiesetta <strong>di</strong> Monte Giano, con il<br />
gruppo Alpini <strong>Antrodoco</strong> T NEW<br />
Nel comune <strong>di</strong> <strong>Antrodoco</strong> sono presenti<br />
le seguenti strutture: Palestra artificiale <strong>di</strong> arrampicata<br />
sportiva indoor presso palazzetto dello sport,<br />
composta da un boulder (5m x 4m) e da una parete attrezzata<br />
(2.5 x 9 m). Orario: Lunedì e Venerdì dalle<br />
21.00 alle 23.00, a richiesta a seconda della <strong>di</strong>sponibilità<br />
del palazzetto.<br />
Contattare: Coletti Giovanni/Cipriani Giandomenico.<br />
Palestra Naturale Outdoor “Parco degli Ulivi” situata<br />
alle pen<strong>di</strong>ci del monte Giano (Km 4+100 ss17 per<br />
L’Aquila). Per maggiori dettagli consultare “Falesie d’Abruzzo”.<br />
Per comunicazioni, notizie, piccoli annunci che vorreste vedere pubblicati scriveteci !!!! <strong>Janus</strong> ha spe<strong>di</strong>to il giornalino<br />
ai suoi soci <strong>CAI</strong> e agli amici delle altre sezioni. Se sei socio <strong>CAI</strong> e vuoi riceverlo anche tu, mandaci il tuo in<strong>di</strong>rizzo e-mail.
km<br />
J a n u s Anno 0, Numero 1<br />
PERCORSO PER MOUNTAIN-BIKE<br />
ANTRODOCO - PISCIGNOLA - CINNO - ROCCA DI FONDI - ANTRODOCO<br />
Si parte da <strong>Antrodoco</strong> e percorrendo via San Terenziano si prosegue lungo la strada che conduce a Rocca <strong>di</strong> Fon<strong>di</strong> alta. Prima <strong>di</strong><br />
giungere al paese si imbocca la strada sterrata in <strong>di</strong>rezione piani <strong>di</strong> Piscignola, per poi proseguire fino a Rocca <strong>di</strong> Corno. Da qui prendere<br />
il bivio per Cinno. Arrivati a Cinno si torna in<strong>di</strong>etro fino a riprendere la statale SS 17 <strong>di</strong>rezione <strong>Antrodoco</strong>. In località Vignola<br />
prender il bivio per località “Valloni”, e percorrere la strada sterrata per Piscignola fino a raggiungere il rifugio <strong>di</strong> Borgovelino sul<br />
Monte Nuria. Da qui <strong>di</strong>rigersi verso la strada asfaltata, che conduce a Borgovelino e poi proseguire per <strong>Antrodoco</strong>.<br />
LUNGHEZZA: Km 58 circa FONDO STRADALE: Asfalto/Sterrato DIFFICOLTA’: MEDIA/DIFFICILE<br />
DISLIVELLO: 1550 m TEMPO DI PERCORRENZA: h 3.40<br />
1600<br />
1400<br />
1200<br />
1000<br />
800<br />
600<br />
400<br />
200<br />
0<br />
980 - Rocca<br />
<strong>di</strong> Fon<strong>di</strong><br />
alta<br />
480- <strong>Antrodoco</strong><br />
1220 - Piscignola<br />
valico per Corno<br />
910 - Bivio<br />
per Cinno<br />
1335 - Cinno valico<br />
765 - Bivio Valloni<br />
1150 - Nuria<br />
Rif. Borgovelino<br />
480 - <strong>Antrodoco</strong><br />
0 10 20 30 40 50 60<br />
Maurizio De Silvestri<br />
Pagina 15
Ingre<strong>di</strong>enti per 60/70 Stracci<br />
Per la frittella:<br />
Farina 20 cucchiai<br />
Uova10<br />
Sale q.b.<br />
Acqua 4 bicchieri<br />
Per ripieno:<br />
Macinato misto (pollo, maiale, ect.)<br />
Mozzarella 600 g<br />
Passata <strong>di</strong> pomodori<br />
Sedano<br />
Basilico<br />
Sale, Olio, Cipolla, parmiggiano