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marco cesati cassin<br />
non <strong>siamo</strong> <strong>qui</strong><br />
<strong>per</strong> <strong>caso</strong>
non <strong>siamo</strong> <strong>qui</strong> <strong>per</strong> <strong>caso</strong><br />
Proprietà Letteraria Riservata<br />
© 2012 S<strong>per</strong>ling & Kupfer Ed<strong>it</strong>ori S.p.A.<br />
ISBN 978-88-200-5345-1<br />
15-I-12<br />
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A Giuseppe.<br />
A Francesca Cocchi.
Il Caso è il morbido cuscino di coloro che vorrebbero<br />
eliminare dal Cosmo tutto ciò che è divino, significativo<br />
e capace di indicare la meta alle creature, <strong>per</strong> far posto<br />
alla vuota favola che l’Universo non ha un senso e si è<br />
creato da solo.<br />
Herbert Fr<strong>it</strong>sche
Nulla accade <strong>per</strong> <strong>caso</strong><br />
Le coincidenze sono i lampioni che si accendono su quel<br />
viale alberato, oscuro e ombroso, che è il nostro Destino.<br />
Vi è mai cap<strong>it</strong>ato di pensare, senza motivo apparente, a<br />
una <strong>per</strong>sona che non vedete e non sent<strong>it</strong>e da anni e poco dopo<br />
quella <strong>per</strong>sona ricompare nella vostra v<strong>it</strong>a? Oppure, mentre<br />
vi dibattete in una scelta, incerti sulla decisione da prendere,<br />
vi cap<strong>it</strong>a tra le mani un oggetto che sembra puntare ine<strong>qui</strong>vocabilmente<br />
in una direzione? In quel momento avvert<strong>it</strong>e<br />
una sensazione magica, come se foste toccati da qualcosa di<br />
potente che sta al di fuori di voi. Un minuto prima eravate<br />
immersi nella v<strong>it</strong>a di tutti i giorni, un istante dopo vi r<strong>it</strong>rovate<br />
in una bolla di luce di straordinaria bellezza. Carl Gustav<br />
1
Jung definì questi episodi «coincidenze significative»: sono<br />
quegli attimi sospesi in cui il caos dell’esistenza si rischiara e<br />
l’Universo intero congiura <strong>per</strong> indicarci la via. A ognuno di<br />
noi ne cap<strong>it</strong>ano almeno otto al mese, ma spesso <strong>siamo</strong> troppo<br />
distratti o razionali <strong>per</strong> seguirne i segnali. Preferiamo tornare<br />
nel buio e li<strong>qui</strong>diamo sbrigativamente la magia dicendoci<br />
che «è stato un <strong>caso</strong>». Ma non è così. Ne ho le prove, e ve lo<br />
dimostrerò.<br />
2
1<br />
Le coincidenze<br />
Nulla accade <strong>per</strong> <strong>caso</strong><br />
Nel 1829 la goletta Mermaid naufragò a causa di un violento<br />
uragano e approdò fortunosamente su una lingua<br />
di sabbia. Tutti i marinai e i passeggeri si salvarono. <strong>Non</strong><br />
avevano molte s<strong>per</strong>anze di essere recu<strong>per</strong>ati, ma erano<br />
comunque vivi. Due giorni dopo, un marinaio di vedetta<br />
sul tre alberi Swiftsure avvistò i naufraghi. Vennero caricati<br />
a bordo, esultanti <strong>per</strong> il soccorso ins<strong>per</strong>ato. Purtroppo,<br />
cinque giorni più tardi una corrente fortissima gettò il<br />
veliero contro una scogliera. Anche questa volta nessuno<br />
morì, ma l’imbarcazione andò <strong>per</strong>duta. Nel giro di poche<br />
ore l’e<strong>qui</strong>paggio del Governor Ready si accorse dell’accaduto<br />
17
<strong>Non</strong> <strong>siamo</strong> <strong>qui</strong> <strong>per</strong> <strong>caso</strong><br />
e invertì la rotta <strong>per</strong> imbarcare i passeggeri. Dopo sei ore di<br />
navigazione, a bordo scoppiò un incendio. <strong>Non</strong>onostante<br />
l’estenuante lotta contro il fuoco, tutti dovettero abbandonare<br />
la nave con le scialuppe di salvataggio. Si trovavano<br />
lontani dalla terraferma e le probabil<strong>it</strong>à di farcela, questa<br />
volta, erano veramente poche. Tuttavia, di nuovo la fortuna<br />
sorrise e la nave da cabotaggio Comet, fin<strong>it</strong>a fuori rotta <strong>per</strong><br />
il maltempo, incrociò i naufraghi delle tre imbarcazioni<br />
salvandoli tutti. Quando questi ultimi raccontarono le<br />
loro disavventure, l’e<strong>qui</strong>paggio che li aveva raccolti fu<br />
scosso dai brividi: che l’oceano stesse reclamando a ogni<br />
costo delle v<strong>it</strong>time?<br />
Quattro giorni dopo il Comet fu invest<strong>it</strong>o da un uragano,<br />
l’albero maestro si spezzò come un fiammifero e la nave<br />
cominciò a imbarcare acqua. Le scialuppe non bastavano<br />
e molti rimasero sulla nave che affondava. Per una notte<br />
e un giorno intero i naufraghi di ben quattro navi riuscirono<br />
a sopravvivere su scialuppe o zattere improvvisate,<br />
scampando alle onde e agli squali, fino a quando vennero<br />
ripescati da un <strong>qui</strong>nto vascello, lo Jup<strong>it</strong>er. Dopo due giorni<br />
anche quest’ultimo affondò, incagliandosi su una scogliera.<br />
Il piroscafo C<strong>it</strong>y of Leeds, che navigava in quel tratto di<br />
mare, giunse qualche ora più tardi, in tempo <strong>per</strong> trarre<br />
18
Le coincidenze<br />
tutti in salvo. Si trattava ormai di un centinaio di <strong>per</strong>sone<br />
che, sebbene provate, erano in discrete condizioni di salute.<br />
Il medico di bordo del piroscafo poté <strong>qui</strong>ndi dedicarsi<br />
a un’anziana signora, Sarah Richley, che era part<strong>it</strong>a <strong>per</strong><br />
l’Australia con la s<strong>per</strong>anza di r<strong>it</strong>rovare suo figlio, dis<strong>per</strong>so<br />
da più di dieci anni. Durante il viaggio si era ammalata<br />
gravemente, al punto che il dottore l’aveva data <strong>per</strong> spacciata.<br />
La donna, ormai in delirio, chiedeva dis<strong>per</strong>atamente<br />
di rivedere il suo Peter. Per alleviare le ultime ore di v<strong>it</strong>a, il<br />
medico decise di cercare a bordo un uomo che somigliasse<br />
alla descrizione del figlio e di portarlo al suo capezzale. Lo<br />
trovò tra i reduci del Mermaid, la prima nave affondata:<br />
un naufrago, abbastanza somigliante, accettò di rec<strong>it</strong>are<br />
il ruolo.<br />
Mentre il medico gli spiegava che la donna si chiamava<br />
Sarah Richley e proveniva dallo Yorkshire, l’uomo impallidì<br />
e balbettò a fatica il suo nome: era Peter Richley. L’anziana,<br />
dopo aver rivisto il figlio, si ristabilì completamente<br />
nonostante fosse stata sul punto di morire.<br />
Questa storia, apparentemente incredibile, è documentata<br />
e attestata dagli archivi storici navali e dalle testimonianze<br />
dell’epoca. Ho voluto metterla in a<strong>per</strong>tura del libro<br />
<strong>per</strong>ché racchiude due elementi fondamentali e distintivi<br />
delle coincidenze. Il primo è evidente a tutti: si tratta di<br />
19
<strong>Non</strong> <strong>siamo</strong> <strong>qui</strong> <strong>per</strong> <strong>caso</strong><br />
eventi eccezionali e imprevedibili che contraddicono la<br />
teoria delle probabil<strong>it</strong>à. Il secondo è il motivo stesso che<br />
spiega <strong>per</strong>ché possano stravolgere numeri e statistiche: le<br />
coincidenze non avvengono mai <strong>per</strong> <strong>caso</strong>. Possono ignorare<br />
le leggi matematiche <strong>per</strong>ché sono espressione di forze più<br />
grandi. Accadono in nome di una ragione profonda e<br />
spesso <strong>per</strong> noi im<strong>per</strong>scrutabile, che può richiedere mesi,<br />
anni, talvolta v<strong>it</strong>e prima di ricomporsi nel senso di un<br />
disegno complessivo.<br />
La vicenda di Sarah e Peter Richley è uno dei pochissimi<br />
esempi in cui la coincidenza ha svelato sub<strong>it</strong>o il proprio<br />
scopo: cinque naufragi senza v<strong>it</strong>time, cinque fortunosi<br />
salvataggi sono stati necessari affinché madre e figlio si<br />
r<strong>it</strong>rovassero. Chi ora avrebbe il coraggio di sostenere che<br />
si trattò semplicemente di una catena di eventi casuali?<br />
Gli altri passeggeri erano semplici pedine su una scacchiera<br />
leggibile solo a chi aveva impostato il gioco. <strong>Non</strong><br />
erano i «destinatari» della coincidenza, ma la loro presenza<br />
era comunque necessaria <strong>per</strong>ché questa potesse manifestarsi.<br />
Ognuno di loro aveva, seppure indirettamente, un<br />
ruolo specifico, di cui era del tutto inconsapevole. Pensate<br />
solo al medico: se non avesse ascoltato la storia di Sarah,<br />
se non si fosse ricordato la descrizione fisica di Peter, se<br />
non si fosse commosso, se non avesse cercato di alleviare<br />
20
Le coincidenze<br />
le ultime ore della paziente, lei e il figlio non si sarebbero<br />
rivisti.<br />
Lo stesso vale <strong>per</strong> tutti noi. A ognuno è stato affidato<br />
un ruolo e un comp<strong>it</strong>o, ma ben pochi hanno maturato la<br />
consapevolezza e l’illuminazione <strong>per</strong> conoscere ciò a cui<br />
sono chiamati; la maggior parte delle <strong>per</strong>sone si muove<br />
confusamente nella v<strong>it</strong>a, assorb<strong>it</strong>a dal presente, senza sa<strong>per</strong>e<br />
dove sta andando. Per questo le coincidenze sono importanti:<br />
come lampioni su una strada buia ci indicano la direzione da<br />
prendere lungo il <strong>per</strong>corso della nostra v<strong>it</strong>a. Avvengono nella<br />
realtà fisica ma, <strong>per</strong> un momento, ci mettono in contatto<br />
con quella metafisica, <strong>per</strong> condurci là dove dobbiamo<br />
essere: nel posto che ci spetta nel mondo.<br />
Scopr<strong>it</strong>e le coincidenze e fatele vostre<br />
Una volta un giornalista chiese allo scr<strong>it</strong>tore Isaac B.<br />
Singer, premio Nobel <strong>per</strong> la letteratura nel 1978, come<br />
potesse lavorare proficuamente in uno studio caotico e<br />
disordinato come quello in cui era sol<strong>it</strong>o scrivere. <strong>Non</strong> c’era<br />
angolo della stanza che non fosse co<strong>per</strong>to di libri e fogli.<br />
Le pile di volumi fungevano da ripiani su cui lo scr<strong>it</strong>tore<br />
appoggiava ogni sorta di oggetti. Singer rispose che, quando<br />
21
<strong>Non</strong> <strong>siamo</strong> <strong>qui</strong> <strong>per</strong> <strong>caso</strong><br />
era a corto di idee, gli bastava chinarsi a raccogliere un<br />
testo o un appunto caduto a terra <strong>per</strong> trovare immediata<br />
ispirazione. Un <strong>caso</strong>? Difficile da credere.<br />
La stessa es<strong>per</strong>ienza continua a ripetersi ed è comune a<br />
molti autori, al punto da essere nota come la «coincidenza<br />
dello scr<strong>it</strong>tore». Cap<strong>it</strong>a quando ci si occupa con grande<br />
intens<strong>it</strong>à di un argomento e istintivamente si posa l’occhio<br />
su un libro buttato a terra o un foglio piegato che fuoriesce<br />
da una co<strong>per</strong>tina. Da quelle righe di testo scaturisce<br />
spontaneamente lo spunto che tanto si desiderava. Fu<br />
Jung a riconoscervi un significato mistico e ne attribuì<br />
la responsabil<strong>it</strong>à all’«Angelo della biblioteca». <strong>Non</strong> esiste<br />
autore al mondo (me compreso) che non gli sia grato e<br />
non abbia <strong>per</strong> lui una reverenza quasi sacra.<br />
Perché si raccoglie quel particolare foglio e non un<br />
altro? <strong>Non</strong> c’è né logica né spiegazione. Molte volte le<br />
coincidenze sono così <strong>per</strong>sonali e intime che possono essere<br />
vissute pienamente solo da chi ne è protagonista. In quel<br />
momento particolare abbandoniamo la realtà <strong>per</strong> entrare<br />
in una sorta di film e, come illuminati, agiamo seguendo<br />
il nostro intu<strong>it</strong>o.<br />
Lo dimostra anche la vicenda della signora Margaret<br />
Muir, protagonista di una storia di altri tempi, così suggestiva<br />
e romantica che non può lasciare indifferenti. Durante<br />
22
Le coincidenze<br />
la seconda guerra mondiale viveva al Cairo ed era entrata in<br />
confidenza con un inserviente, anch’egli provvisoriamente<br />
residente nella cap<strong>it</strong>ale egiziana. Ne era nato uno di quei<br />
rapporti così naturali e autentici che sarebbe bastato un<br />
nulla <strong>per</strong> trasformarlo in amore. Tuttavia erano entrambi<br />
sposati e decisero di non potersi spingere oltre. Dopo la<br />
guerra si incontrarono ancora un paio di volte <strong>per</strong> raccontarsi<br />
le loro v<strong>it</strong>e. L’attrazione era forte come in passato, ma<br />
non cedettero al desiderio. Nei quattordici anni successivi<br />
gli incontri, già sporadici, si fecero sempre più rari. Un<br />
giorno Margaret, improvvisamente, sentì l’impellente<br />
desiderio di telefonare al suo caro amico. <strong>Non</strong> vedendolo<br />
da molto tempo, frenò lo slancio pensando che non fosse<br />
il <strong>caso</strong>. Il pensiero di sentirlo tuttavia non l’abbandonava<br />
e <strong>per</strong> distrarsi mise mano a un cruciverba trovato sulle<br />
pagine del Daily Express. Una delle prime definizioni aveva<br />
come soluzione la parola «ashore» (a riva). Margaret rimase<br />
colp<strong>it</strong>a: il suo amico si chiamava Ash. Quella successiva<br />
chiedeva di anagrammare la parola appena scr<strong>it</strong>ta, basandosi<br />
sulla definizione «senza voce, sei lettere». Individuò<br />
sub<strong>it</strong>o la soluzione: «hoarse» (rauco). A quel punto decise<br />
di telefonargli. Rispose la segretaria <strong>per</strong> comunicarle che<br />
purtroppo il suo caro amico era morto due anni prima. La<br />
donna ne fu terribilmente dispiaciuta, ma rimase ancora<br />
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<strong>Non</strong> <strong>siamo</strong> <strong>qui</strong> <strong>per</strong> <strong>caso</strong><br />
più sconvolta quando la signorina le spiegò la causa: un<br />
cancro alla gola. Prima di morire Ash era diventato rauco<br />
e aveva <strong>per</strong>so completamente la voce. La signora Muir, che<br />
si definiva una donna razionale e logica, non seppe mai<br />
spiegarsi quell’incredibile serie di coincidenze.<br />
Entrambe le storie sono un esempio della prima sfida<br />
che ci pongono le coincidenze: il segreto non è capire, ma<br />
sentire! Dovete abbandonare l’approccio razionale e imparare<br />
semplicemente a credere. <strong>Non</strong> cercate una motivazione<br />
logica: non la troverete. Raccontate pure quanto vi è<br />
accaduto, ma ricordatevi fin da ora che ci saranno sempre<br />
<strong>per</strong>sone pronte a smontare la magia.<br />
Gli scettici, gli atei, tutti coloro che hanno paura<br />
dell’ignoto insisteranno nel dire che si tratta di un <strong>caso</strong> o<br />
di una suggestione.<br />
Si sbagliano. È pura presunzione pensare che non esiste<br />
spiegazione solo <strong>per</strong>ché noi non riusciamo a vederla.<br />
Nell’attimo magico in cui la coincidenza si verifica, tutto<br />
all’improvviso, incluso il pensiero, pare rispondere a un<br />
ordine misterioso e andare verso un’unica direzione. Segu<strong>it</strong>e<br />
quel flusso. Fidatevi. Il disegno è troppo grande e<br />
meraviglioso <strong>per</strong> poter essere compreso nella sua interezza.<br />
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