RELAZIONE DI PROGETTO - Parco delle Orobie Bergamasche
RELAZIONE DI PROGETTO - Parco delle Orobie Bergamasche
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BANDO CARIPLO 2012<br />
Proposta di progetto nell’ambito del Piano di Azione "Promuovere la<br />
sostenibilità ambientale a livello locale"<br />
REALIZZARE LE CONNESSIONI ECOLOGICHE<br />
POTENZIAMENTO DEGLI ELEMENTI <strong>DI</strong><br />
CONNETTIVITÀ ECOLOGICA NELL'AREA<br />
Comunità Montana<br />
Valle Seriana<br />
PRIORITARIA OROBIE<br />
- Ambito Valle Seriana -<br />
<strong>RELAZIONE</strong> <strong>DI</strong> <strong>PROGETTO</strong><br />
CAPOFILA:<br />
<strong>Parco</strong> <strong>delle</strong> <strong>Orobie</strong> <strong>Bergamasche</strong><br />
PARTNER:<br />
Comune di<br />
Oltressenda Alta<br />
Giugno 2012<br />
Comune di<br />
Parre<br />
WWF<br />
Italia
POTENZIAMENTO DEGLI ELEMENTI <strong>DI</strong> CONNETTIVITÀ ECOLOGICA NELL'AREA PRIORITARIA OROBIE<br />
- Ambito Valle Seriana -<br />
SOMMARIO<br />
PREMESSA 3<br />
1 CONTESTO PROGETTUALE 5<br />
1.1 Ambito territoriale di intervento 5<br />
1.2 Gli interventi realizzati e le azioni in corso 8<br />
2 GLI OBIETTIVI DEL <strong>PROGETTO</strong> 10<br />
2.1 Obiettivi generali 10<br />
2.2 Obiettivi specifici 10<br />
2.3 Cambiamenti attesi 11<br />
3 STRATEGIE <strong>DI</strong> INTERVENTO 12<br />
3.1 Modalità di realizzazione degli interventi 12<br />
3.2 Le azioni progettuali 13<br />
3.2.1 AZIONE 1: POTENZIAMENTO DEGLI ELEMENTI <strong>DI</strong> RETE 13<br />
3.2.2 AZIONE 2: CONTENIMENTO SPECIE ALLOCTONE E/O INVASIVE 21<br />
3.2.3 AZIONE 3: ATTIVITÀ <strong>DI</strong> <strong>DI</strong>VULGAZIONE E SENSIBILIZZAZIONE 22<br />
4 ORGANIZZAZIONE DEL RICHIEDENTE 26<br />
4.1 Il Capofila 26<br />
4.2 I partners 27<br />
4.3 I sostenitori 28<br />
Relazione di Progetto Pagina 2
POTENZIAMENTO DEGLI ELEMENTI <strong>DI</strong> CONNETTIVITÀ ECOLOGICA NELL'AREA PRIORITARIA OROBIE<br />
- Ambito Valle Seriana -<br />
PREMESSA<br />
La presente proposta progettuale si inserisce all’interno di una più ampia strategia di azioni<br />
finalizzata alla valorizzazione e al potenziamento del ruolo che il territorio del <strong>Parco</strong><br />
Regionale <strong>delle</strong> <strong>Orobie</strong> <strong>Bergamasche</strong> svolge all’interno della Rete Ecologica Regionale.<br />
In coerenza con gli obiettivi generali della RER, l’ente <strong>Parco</strong> ha infatti già avviato l'attuazione<br />
di interventi volti al mantenimento/miglioramento della funzionalità ecologica e naturalistica<br />
del proprio territorio, principale serbatoio di biodiversità dell'intero sistema prealpino<br />
lombardo, ed al rafforzamento della connettività ecologica verso il territorio esterno. Tali<br />
interventi saranno ulteriormente sviluppati attraverso questa proposta.<br />
Più in particolare si intendono sviluppare specifiche azioni di potenziamento degli elementi<br />
naturali che costituiscono il mosaico ambientale attraverso il quale avvengono i processi di<br />
dispersione ecologica con esplicito riferimento a due contesti territoriali distinti e di diversa<br />
ampiezza, esattamente:<br />
- l’area prioritaria “<strong>Orobie</strong>”, vasta ed eterogenea sia per quanto concerne le emergenze<br />
naturalistiche, sia per la presenza di connettività ecologica interna;<br />
- le aree ad elevata naturalità (aree source) contenute nell'area <strong>delle</strong> <strong>Orobie</strong> bergamasche<br />
e le aree a naturalità attenuata (aree sink), quali i contesti collinari e planiziali della<br />
bergamasca.<br />
In riferimento al primo punto, si sottolinea che la superficie territoriale direttamente<br />
oggetto di questa proposta (Val Zurio-Val Nossana e valli connesse) è superiore a 10.000<br />
ettari, superiore a quella di molte aree protette regionali; per questo motivo si chiarisce fin<br />
d’ora che il parternariato a supporto del progetto (che comprende il WWF, la Comunità<br />
Montana Valle Seriana ed Comuni di Parre ed Oltressenda Alta) non coinvolge altre aree<br />
protette oltre al <strong>Parco</strong> <strong>delle</strong> <strong>Orobie</strong> <strong>Bergamasche</strong>. Ciò detto, si evidenzia che il progetto<br />
prevede l’interessamento di ampie porzioni esterne al <strong>Parco</strong> ed in questo senso l’adesione<br />
della Comunità Montana Valle Seriana e del Comune di Parre sono fondamentali, in<br />
particolare per l’attuazione dell’Azione 1.3 (che proponendosi di deframmentare e<br />
mantenere un importante varco esistente costituisce l’effettivo perno del progetto), che si<br />
svolgerà su aree di fondovalle completamente esterne al <strong>Parco</strong>.<br />
La definizione <strong>delle</strong> singole attività di progetto è avvenuta previa definizione di uno<br />
specifico disegno di rete ecologica locale, esteso all’area di interesse, che ha permesso di<br />
determinare gli elementi puntuali coinvolti nel processo di rete, di individuare le criticità e le<br />
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POTENZIAMENTO DEGLI ELEMENTI <strong>DI</strong> CONNETTIVITÀ ECOLOGICA NELL'AREA PRIORITARIA OROBIE<br />
- Ambito Valle Seriana -<br />
minacce a cui sono sottoposti e di definire i necessari interventi gestionali per il<br />
mantenimento della funzionalità dei singoli elementi e dell'intero sistema.<br />
L’approfondimento di ogni elemento necessario alla definizione della rete ecologica locale e<br />
<strong>delle</strong> motivazioni <strong>delle</strong> scelte di progetto in tale ottica, anche con particolare riferimento<br />
all’individuazione <strong>delle</strong> specie target, è riportato nella documentazione allegata (“Definizione<br />
della Rete Ecologica locale”), cui si rimanda.<br />
In aggiunta alle finalità primarie, la presente proposta progettuale intende altresì costituire<br />
un’importante occasione per l’avvio di significative politiche ed azioni di sviluppo realmente<br />
sostenibile (buone pratiche), che vadano oltre la semplice tutela passiva del patrimonio<br />
ambientale e portino all’attuazione di azioni di gestione responsabile <strong>delle</strong> risorse naturali da<br />
parte <strong>delle</strong> amministrazioni locali e dei soggetti economici che operano sul territorio.<br />
Relazione di Progetto Pagina 4
POTENZIAMENTO DEGLI ELEMENTI <strong>DI</strong> CONNETTIVITÀ ECOLOGICA NELL'AREA PRIORITARIA OROBIE<br />
1 CONTESTO PROGETTUALE<br />
1.1 Ambito territoriale di intervento<br />
- Ambito Valle Seriana -<br />
L'ambito territoriale oggetto della presente proposta progettuale corrisponde al settore<br />
della medio-alta Valle Seriana, nel tratto compreso tra il comune di Ponte Nossa e quello di<br />
Ardesio, includendo l'asse vallivo principale del Fiume Serio e le sue valli tributarie: la Val del<br />
Riso, la Val Nossana e la Val Fontagnone in destra orografica; la Val Zurio e la Val del Rino in<br />
sinistra orografica.<br />
Area è ricompresa nei settori n. 108 e n. 109 del disegno della Rete Ecologica Regionale<br />
(RER).<br />
Figura 1: Individuazione dell'ambito di intervento (evidenziato in rosso) nel disegno della RER.<br />
Relazione di Progetto Pagina 5
POTENZIAMENTO DEGLI ELEMENTI <strong>DI</strong> CONNETTIVITÀ ECOLOGICA NELL'AREA PRIORITARIA OROBIE<br />
- Ambito Valle Seriana -<br />
Analizzando la struttura della RER ed i caratteri ecologico-territoriali e biogeografici che<br />
contraddistinguono l'area di interesse, è stato infatti possibile rilevare come tale ambito<br />
rivesta un ruolo chiave nei processi di rete ecologica che coinvolgono l'area <strong>delle</strong> <strong>Orobie</strong><br />
bergamasche, la quale rappresenta la principale area sorgente di biodiversità dell'intero<br />
settore prealpino lombardo e dalla quale dipende il funzionamento di una significativa<br />
porzione del sistema di rete regionale.<br />
Sulla base di tali presupposti è stato pertanto effettuato un approfondimento volto ad<br />
individuare e caratterizzare quegli elementi territoriali che svolgono un ruolo funzionale nei<br />
processi di connessione e diffusione ecologica dentro e fuori l'ambito di interesse, giungendo<br />
alla definizione di un disegno di rete ecologica locale. (vedasi l'allegato "Definizione della<br />
Rete Ecologica Locale").<br />
Figura 2: Disegno della rete ecologica locale nell'ambito territoriale di intervento<br />
(per i dettagli si rimanda alla cartografia allegata)<br />
La struttura di rete locale, delineata attraverso lo studio di approfondimento sopra<br />
richiamato, risulta costituita dai seguenti elementi:<br />
Due aree sorgenti denominate "Pizzo Arera, Monte Grem, Monte Vaccaro" e<br />
"Massiccio della Presolana, Monte Timogno, Monte Vigna Vaga", corrispondenti ai<br />
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POTENZIAMENTO DEGLI ELEMENTI <strong>DI</strong> CONNETTIVITÀ ECOLOGICA NELL'AREA PRIORITARIA OROBIE<br />
- Ambito Valle Seriana -<br />
territori aventi i maggiori livelli di biodiversità, dai quali dovrebbero pertanto avere<br />
avvio i processi di dispersione ecologica verso le aree a minore naturalità.<br />
Un corridoio primario corrispondente al Fiume Serio, già individuato a livello regionale<br />
come uno dei principali elementi di collegamento tra le Prealpi Orobiche e la pianura<br />
bergamasca e sul quale risulta fondato il mantenimento dei processi ecologici source-<br />
sink a scala sovralocale.<br />
Due direttrici di connettività primaria denominate "Valle del Riso, Val Nossana, Valle<br />
Fontagnone" e "Val Zurio, Val Rino", le quali rappresentano i principali elementi di<br />
connessione tra le aree sorgenti ed il corridoio fluviale del Serio, nonché tra le stesse<br />
aree sorgenti.<br />
Un varco ecologico da tenere e deframmentare, anch'esso già individuato all'interno<br />
del disegno della RER e che, anche nel disegno di rete locale, rappresenta l'unico<br />
significativo punto di continuità tra il versante orografico destro e quello sinistro, nel<br />
tratto di fondovalle seriano ove vi è la congiunzione tra le due direttrici di connettività<br />
primaria.<br />
A partire dalla caratterizzazione degli elementi di rete, dall'individuazione <strong>delle</strong> criticità<br />
esistenti, e dalla determinazione <strong>delle</strong> misure necessarie a garantirne l’integrità e la<br />
funzionalità ecologica del sistema, sono state definite le azioni e gli interventi che<br />
costituiscono la presente proposta progettuale.<br />
Relazione di Progetto Pagina 7
POTENZIAMENTO DEGLI ELEMENTI <strong>DI</strong> CONNETTIVITÀ ECOLOGICA NELL'AREA PRIORITARIA OROBIE<br />
- Ambito Valle Seriana -<br />
1.2 Gli interventi realizzati e le azioni in corso<br />
Il <strong>Parco</strong> <strong>delle</strong> <strong>Orobie</strong> <strong>Bergamasche</strong>, già negli scorsi anni, ha avviato una serie di azioni<br />
specificatamente finalizzate o comunque funzionali al mantenimento/potenziamento della<br />
funzionalità ecologica del comprensorio orobico, tra le quali si ricordano in particolare i<br />
seguenti progetti:<br />
Progetto "Anfi.Oro. - Anfibi Orobici" (Anni 2008 - 2010), progetto finanziato da Regione<br />
Lombardia ad un complesso di aree protette 1 , di cui il <strong>Parco</strong> <strong>delle</strong> <strong>Orobie</strong> <strong>Bergamasche</strong> è<br />
stato capofila, grazie al quale è stato possibile approfondire le conoscenze e lo status di<br />
specie anfibie di particolare interesse conservazionistico, nonché realizzare specifici<br />
interventi di ripristino di alcuni siti riproduttivi (pozze d'alpeggio) nell'area della Val<br />
Nossana;<br />
Progetto "Incremento della connessione ecologica tra il <strong>Parco</strong> <strong>delle</strong> <strong>Orobie</strong> <strong>Bergamasche</strong><br />
e la pianura bergamasca" (Anni 2010 - 2012), predisposto in attuazione della<br />
Deliberazione regionale n. VIII/10415 del 28.10.2009, nell'ambito del progetto generale<br />
"Dai parchi alla rete ecologica regionale", attraverso il quale si stanno realizzando<br />
specifici interventi di potenziamento della rete ecologica lungo il corridoio primario del<br />
Fiume Serio, tra i quali:<br />
- la realizzazione di un insieme di interventi per la deframmentazione <strong>delle</strong> aree<br />
ricadenti all’interno del corridoio regionale primario ad alta antropizzazione<br />
individuato lungo il corso del Serio mediante la realizzazione di filari arboreo-<br />
arbustivi a potenziamento <strong>delle</strong> aree ripariali e <strong>delle</strong> aree periurbane;<br />
- l’esecuzione di miglioramenti forestali presso la Pineta di Clusone, esterna al <strong>Parco</strong><br />
e svolgente un significativo ruolo di stepping stone, in quanto costituisce l’ultimo<br />
lembo boscato che mantiene in collegamento, sulla sponda destra del fiume Serio,<br />
le cenosi forestali dell’alta Valle Seriana con gli ambiti boscati di media valle, i<br />
quali a loro volta sono in diretta continuità con altri contesti vallivi interessati da<br />
ulteriori elementi del sistema regionale <strong>delle</strong> aree protette, quali il <strong>Parco</strong> dell’Alto<br />
Sebino e del Lago di Endine;<br />
ed entro elementi di primo livello, quale:<br />
- il ripristino di pozze e pozzi d’abbeverata in Val Zurio.<br />
1 Il progetto ha interessato anche il <strong>Parco</strong> della Grigna Settentrionale, il <strong>Parco</strong> del Monte Barro, la Riserva del<br />
Pian di Spagna - Lago di Mezzola.<br />
Relazione di Progetto Pagina 8
POTENZIAMENTO DEGLI ELEMENTI <strong>DI</strong> CONNETTIVITÀ ECOLOGICA NELL'AREA PRIORITARIA OROBIE<br />
- Ambito Valle Seriana -<br />
Progetto "Bi.O.S. - Biodiversità Orobica in Val Seriana" (Anni 2011 - 2014), cofinanziato<br />
da Fondazione Cariplo nell'ambito del Piano di azione "Promuovere la sostenibilità<br />
ambientale a livello locale. Tutelare e valorizzare la biodiversità 2010", contenete una<br />
serie di azioni principalmente volte a studiare, tutelare e valorizzare i contesti di elevata<br />
naturalità dell'alta Valle Seriana, quali in particolare l'alto corso del Fiume Serio e la Val<br />
Sanguigno.<br />
Con questo nuovo progetto ci si è pertanto posti in perfetta continuità con le azioni e gli<br />
interventi sin ora ed avviati ovvero completati, prendendo in atto <strong>delle</strong> criticità e positività<br />
sin ora riscontrate, e migliorando sensibilmente, in termini di rapporto costi/benefici, la<br />
strategia progettuale da mettere in atto.<br />
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POTENZIAMENTO DEGLI ELEMENTI <strong>DI</strong> CONNETTIVITÀ ECOLOGICA NELL'AREA PRIORITARIA OROBIE<br />
2 GLI OBIETTIVI DEL <strong>PROGETTO</strong><br />
2.1 Obiettivi generali<br />
- Ambito Valle Seriana -<br />
All'interno di quelli che sono gli obiettivi generali della Rete Ecologica Regionale, quelli che<br />
risultano specificatamente perseguibili nel contesto territoriale di interesse sono:<br />
- consolidamento e potenziamento di adeguati livelli di biodiversità vegetazionale e<br />
faunistica, attraverso la tutela e la riqualificazione di biotopi di particolare interesse<br />
naturalistico;<br />
- mantenimento <strong>delle</strong> funzionalità naturalistiche ed ecologiche del sistema <strong>delle</strong> aree<br />
protette nazionali e regionali, anche attraverso l’individuazione <strong>delle</strong> direttrici di<br />
connettività ecologica verso il territorio esterno rispetto a queste ultime.<br />
In perfetta coerenza con i principi posti dal sistema di rete regionale, è stato pertanto<br />
predisposto il progetto "Potenziamento degli elementi di connettività ecologica nell'area<br />
prioritaria <strong>Orobie</strong> - Ambito Valle Seriana", attraverso il quale gli enti promotori intendono<br />
perseguire l'obiettivo principale di rafforzare il ruolo che il territorio <strong>delle</strong> <strong>Orobie</strong><br />
<strong>Bergamasche</strong> svolge all’interno della Rete Ecologica Regionale. Ciò sarà ottenuto con il<br />
mantenimento e miglioramento degli elementi naturali che consentono funzionali processi<br />
di dispersione ecologica dentro e fuori il territorio orobico.<br />
2.2 Obiettivi specifici<br />
Gli obiettivi specifici che si intendono perseguire con l'attuazione del progetto<br />
"Potenziamento degli elementi di connettività ecologica nell'area prioritaria <strong>Orobie</strong> - Ambito<br />
Valle Seriana", sono:<br />
1. Costituire un sistema ambientale in grado di garantire la formazione di<br />
metapopolazioni di specie bersaglio di particolare importanza (con specifico<br />
riferimento agli anfibi), favorendo lo scambio di individui entro e tra le aree sorgenti<br />
locali e garantire la conservazione della specie nel lungo periodo;<br />
2. Ricostruire una matrice ambientale in grado mantenere connessioni ecologiche<br />
funzionali tra le aree ad elevata biodiversità (aree source) e le aree a naturalità<br />
attenuata (aree sink), favorendo la dispersione di specie animali e vegetali passibili di<br />
incrementare il livello di naturalità <strong>delle</strong> aree collinari e planiziali;<br />
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POTENZIAMENTO DEGLI ELEMENTI <strong>DI</strong> CONNETTIVITÀ ECOLOGICA NELL'AREA PRIORITARIA OROBIE<br />
- Ambito Valle Seriana -<br />
3. Salvaguardare la biodiversità autoctona attraverso il contenimento di specie alloctone<br />
e/o invasive che possono minacciare l'integrità degli habitat e <strong>delle</strong> specie <strong>delle</strong> aree<br />
sorgenti;<br />
4. Informare e sensibilizzare la cittadinanza e i vari stakeholder sull'importanza <strong>delle</strong> reti<br />
ecologiche per la conservazione della biodiversità, con particolare attenzione al ruolo<br />
svolto dalle <strong>Orobie</strong> bergamasche nel disegno di rete regionale e comunitario.<br />
2.3 Cambiamenti attesi<br />
In aggiunta ai miglioramenti di connessione ecologica specificatamente prefissati nell’ambito<br />
del presente progetto, si intende addivenire alla definizione di possibili modelli/protocolli<br />
gestionali (buone pratiche) che siano attuabili in maniera complementare e sinergica dai<br />
diversi attori che operano sul territorio (amministratori, cittadini, operatori economici,<br />
associazioni, ecc.) e che consentano un'efficace azione di tutela e valorizzazione del<br />
patrimonio ambientale nel medio e lungo periodo.<br />
Relazione di Progetto Pagina 11
POTENZIAMENTO DEGLI ELEMENTI <strong>DI</strong> CONNETTIVITÀ ECOLOGICA NELL'AREA PRIORITARIA OROBIE<br />
3 STRATEGIE <strong>DI</strong> INTERVENTO<br />
- Ambito Valle Seriana -<br />
3.1 Modalità di realizzazione degli interventi<br />
Le azioni che prevedono l’attuazione di specifici interventi sul territorio (Azione 1<br />
'Potenziamento degli elementi di rete' e Azione 2 'Contenimento specie alloctone e/o<br />
invasive'), saranno sviluppate attraverso tre fasi principali:<br />
1. Monitoraggio: saranno realizzati tre serie di monitoraggi da effettuarsi prima, durante e<br />
dopo la realizzazione dei lavori, ciascuna finalizzata la raggiungimento dei seguenti<br />
obiettivi:<br />
- Monitoraggio pre-intervento: valutare lo status iniziale <strong>delle</strong> specie e degli ambienti<br />
coinvolti, necessario a definire il dettaglio degli interventi previsti;<br />
- Monitoraggio intermedio: verificare la corretta esecuzione degli interventi;<br />
- Monitoraggio post-intervento: verificare che le azioni siano state portate a termine<br />
secondo la previsione iniziale di progetto, rilevare le eventuali discontinuità e<br />
valutare i risultati ottenuti.<br />
2. Realizzazione degli interventi.<br />
3. Valutazione e pianificazione post-intervento: a termine dell'esecuzione degli interventi<br />
previsti, saranno valutati i risultati conseguiti in termini di costi/benefici. Sarà altresì<br />
valutata la possibilità di redigere protocolli finalizzati ad definire indirizzi di “buone<br />
pratiche” da utilizzare per la pianificazione di azioni future e da proporre ai soggetti che<br />
operano sul territorio, anche in esplicito riferimento alla manutenzione degli habitat<br />
ripristinati.<br />
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POTENZIAMENTO DEGLI ELEMENTI <strong>DI</strong> CONNETTIVITÀ ECOLOGICA NELL'AREA PRIORITARIA OROBIE<br />
3.2 Le azioni progettuali<br />
- Ambito Valle Seriana -<br />
Il Progetto si sviluppa in tre azioni principali ed in altrettante sottoazioni, come da schema<br />
seguente:<br />
AZIONE 1: Potenziamento degli elementi di rete<br />
Sottoazione 1.1: Potenziamento <strong>delle</strong> pozze d’alpeggio<br />
Sottoazione 1.2: Potenziamento dei corridoi aperti<br />
Sottoazione 1.3: Potenziamento del varco ecologico<br />
AZIONE 2: Contenimento specie alloctone e/o invasive<br />
AZIONE 3: Attività di divulgazione e sensibilizzazione<br />
3.2.1 AZIONE 1: POTENZIAMENTO DEGLI ELEMENTI <strong>DI</strong> RETE<br />
L’Azione “Potenziamento degli elementi di rete” rappresenta l’azione principale di progetto<br />
e ricomprende l’insieme degli interventi di ricostruzione/mantenimento degli ambienti<br />
naturali che costituiscono gli elementi cardine della rete ecologica o del sistema di reti,<br />
nonché la rimozione/mitigazione dei fattori che ne compromettono la funzionalità.<br />
Per una migliore definizione di dettaglio degli interventi, quest'azione progettuale è stata<br />
strutturata in tre distinte sottoazioni, ciascuna incentrata su specifico elemento di rete:<br />
Azione 1.1: Potenziamento <strong>delle</strong> pozze d’alpeggio<br />
Obiettivo specifico: Costituire un sistema ambientale in grado di garantire la formazione di<br />
metapopolazioni di specie bersaglio di particolare importanza (con specifico riferimento agli<br />
anfibi), favorendo lo scambio di individui entro e tra le aree sorgenti locali e garantire la<br />
conservazione della specie nel lungo periodo.<br />
Area interessata: Pozze di abbeverata della Val Zurio e della Val Nossana (Comuni di<br />
Oltressenda Alta, Gorno, Premolo, Oneta).<br />
Soggetti coinvolti: <strong>Parco</strong> <strong>delle</strong> <strong>Orobie</strong> <strong>Bergamasche</strong> e Comune di Oltressenda Alta.<br />
Descrizione <strong>delle</strong> attività:<br />
Per l’attuazione di tale azione è prevista la realizzazione dei seguenti interventi specifici:<br />
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POTENZIAMENTO DEGLI ELEMENTI <strong>DI</strong> CONNETTIVITÀ ECOLOGICA NELL'AREA PRIORITARIA OROBIE<br />
- Ambito Valle Seriana -<br />
Recupero pozze di abbeverata: si prevede la realizzazione di opere di ripristino di<br />
alcune pozze d’alpeggio (in numero indicativo di 10) site in Val Nossana ed in Val Zurio, che<br />
versano in condizioni di particolare degrado a causa processi di interramento e/o<br />
prosciugamento.<br />
Figura 3: Pozza d'abbeverata sita in Val Zurio (località Colle Palazzo) che risulta ormai<br />
completamente interrata.<br />
La scelta <strong>delle</strong> pozze da sottoporre ad intervento dovrà essere effettuata al fine di pervenire<br />
alla costituzione di sistema reticolare di pozze funzionale al mantenimento nel lungo periodo<br />
di metapopolazioni vitali, con particolare attenzione alle specie di maggiore interesse<br />
conservazionistico, quali il Tritone crestato (Triturus carnifex), l’Ululone da ventre giallo<br />
(Bombina variegata) e la Raganella italiana (Hyla intermedia); il sistema di pozze dovrà anche<br />
favorire la dispersione <strong>delle</strong> popolazioni all’esterno dei territori di maggior presenza.<br />
La pianificazione esecutiva degli interventi sarà pertanto effettuata a seguito di specifici<br />
monitoraggi e studi funzionali all'elaborazione di carte di connettività potenziale ed effettiva,<br />
sulla base <strong>delle</strong> quali definire le priorità di intervento.<br />
Per le pozze che ancora mantengono condizioni discrete di tenuta, l’intervento che si<br />
intende attuare è la ripulitura della terra in eccesso con stabilizzazione della stessa nei<br />
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POTENZIAMENTO DEGLI ELEMENTI <strong>DI</strong> CONNETTIVITÀ ECOLOGICA NELL'AREA PRIORITARIA OROBIE<br />
- Ambito Valle Seriana -<br />
pressi della pozza, la rimozione dei sassi rinvenuti, la rullatura dello strato di terreno<br />
argilloso costituente il fondo della pozza.<br />
Per le pozze completamente interrate e da recuperare ex novo i lavori saranno realizzati<br />
prevedendo i seguenti passaggi 2 :<br />
- rimozione della vegetazione arbustiva e arborea (se presente) nel punto di scavo;<br />
- scavi meccanici di sbancamento e rimodellamento per la formazione dei bacini<br />
(profondità max. corpo d’acqua non inferiore a 80 cm);<br />
- compattazione del terreno e posa di materiale impermeabilizzante (preferibilmente<br />
strame e foglie di faggio, o nei casi più problematici geomembrana in caucciù, telo in<br />
PVC);<br />
- rimodellazione spondale (bassa inclinazione), consolidamento degli argini, messa in posa<br />
di piante riparie autoctone e di rifugi presso le rive (muretti a secco, cumuli di pietre);<br />
- realizzazione di canalette inerbite per il convoglio <strong>delle</strong> acque meteoriche.<br />
In entrambi i casi, a completamento <strong>delle</strong> azioni di ripristino potrà essere prevista<br />
l’eventuale installazione di recinzioni perimetrali o semiperimetrali, per favorire la<br />
conservazione <strong>delle</strong> pozze d’abbeverata dall’erosione dovuta al calpestio del bestiame che le<br />
utilizzano.<br />
I lavori dovranno essere effettuati nel periodo ricompreso tra ottobre e marzo, al fine di<br />
evitare del periodo riproduttivo degli anfibi.<br />
Per i lavori strutturali che comportano movimentazione del terreno, occorrerà inoltre<br />
verificare l’assenza di batracofauna o altra fauna sia in acqua sia nel materiale asportato (che<br />
dovrebbe essere depositato in prossimità del sito facendo poi trascorrere qualche giorno<br />
prima della rimozione, permettendo così, all’eventuale fauna intrappolata di liberarsi)<br />
durante le fasi lavorative; ciò per aver il minor impatto anche sulle specie in latenza<br />
invernale.<br />
Rafforzamento popolazioni anfibie: per favorire la formazione di metapopolazioni,<br />
verrà valutata la possibilità di effettuare rinforzare le popolazioni di specie particolare<br />
interesse (Bombina variegata, Triturus carnifex e Hyla intermedia), prelevando ovature da<br />
siti di riproduzione presenti all’interno dell’area di interesse e quindi allevando in cattività e<br />
successivamente rilasciando gli individui in siti ove le specie in questione sono in<br />
2 Le effettive modalità e necessità di intervento sono l’esito di precedenti studi acquisiti dal <strong>Parco</strong> nell’ambito<br />
del progetto Anfi.Oro.<br />
Relazione di Progetto Pagina 15
POTENZIAMENTO DEGLI ELEMENTI <strong>DI</strong> CONNETTIVITÀ ECOLOGICA NELL'AREA PRIORITARIA OROBIE<br />
diminuzione o assenti.<br />
- Ambito Valle Seriana -<br />
La definizione puntuale degli interventi sarà effettuata secondo la seguente metodologia:<br />
- Individuazione, preferibilmente tra le pozze ripristinate, dei siti maggiormente idonei<br />
alla presenza di Bombina variegata, Triturus carnifex e Hyla intermedia;<br />
- valutazione <strong>delle</strong> zone da cui prelevare esemplari per la fondazione del nucleo (sulla<br />
base di specifiche verifiche genetiche);<br />
- allevamento in cattività degli esemplari;<br />
- rilascio di esemplari giovani in stabulari naturali e artificiali per garantire una prima<br />
acclimatazione (laghetti di piccole dimensioni e vasche presso rifugi);<br />
- valutazione dei risultati del rilascio.<br />
Gli interventi dovranno essere valutati e programmati attentamente e solo dopo accurati e<br />
specifici studi, volti a valutare e verificare la dinamica dell’ambiente a scala pluriennale,<br />
senza la quale interventi di traslocazione possono risultare controproducenti.<br />
Specie target: per questa azione sono state selezionate come target sia gli anfibi oggetto<br />
di intervento diretto, sia alcuni chirotteri la cui presenza presso le pozze è indice di adeguata<br />
colonizzazione da parte di insetti:<br />
- ANFIBI: Tritone crestato italiano (Triturus carnifex), Ululone dal ventre giallo<br />
(Bombina variegata), Raganella italiana (Hyla intermedia)<br />
- CHIROTTERI: Vespertilio di Daubenton (Myotis daubentonii), Vespertilio mustacchino<br />
(Myotis mystacinus), Vespertilio di Bechstein (Myotis bechsteinii), Pipistrello nano<br />
(Pipistrellus pipistrellus).<br />
Cronoprogramma 3 :<br />
Anno 2013 Anno 2014<br />
I II III IV I II III IV<br />
Azione 1.2: Potenziamento corridoi aperti<br />
Obiettivo specifico: Ricostruire una matrice ambientale in grado mantenere connessioni<br />
ecologiche funzionali tra le aree ad elevata biodiversità (aree source) e le aree a naturalità<br />
3 i periodi di interesse sono espressi in trimestri.<br />
Relazione di Progetto Pagina 16
POTENZIAMENTO DEGLI ELEMENTI <strong>DI</strong> CONNETTIVITÀ ECOLOGICA NELL'AREA PRIORITARIA OROBIE<br />
- Ambito Valle Seriana -<br />
attenuata (aree sink), favorendo la dispersione di specie animali e vegetali tipiche degli<br />
ambienti aperti.<br />
Area interessata: Val Zurio (Comuni di Oltressenda Alta, Rovetta).<br />
Soggetti coinvolti: <strong>Parco</strong> <strong>delle</strong> <strong>Orobie</strong> <strong>Bergamasche</strong>, Comune di Oltressenda Alta, Società<br />
agricola Fermont srl.<br />
Descrizione <strong>delle</strong> attività:<br />
Per l’attuazione di tale azione è prevista la realizzazione <strong>delle</strong> seguenti attività:<br />
Ripristino e riqualificazione dei prati da sfalcio: l’attività prevede la realizzazione di<br />
specifici interventi di sfalcio e decespugliamento di aree prative soggette a processi di<br />
inarbustimento, presenti nella porzione meridionale della valle. L’azione sarà promossa<br />
dall’Amministrazione comunale di Oltressenda Alta attraverso la pubblicazione di uno<br />
specifico bando a favore dei proprietari o gestori dei terreni agricoli siti in Val Zurio, che si<br />
impegneranno effettuare interventi di ripristino <strong>delle</strong> aree di propria competenza (si veda<br />
l’allegata bozza di bando).<br />
In associazione a quanto sopra, verrà promossa, quale possibile forma di sfruttamento dei<br />
prati stabili anche a fini commerciali, l'attività di raccolta di fiorume autoctono, sempre più<br />
utilizzato nei lavori di ripristino ambientale ed in particolare negli interventi di rinverdimento<br />
<strong>delle</strong> piste da sci.<br />
Ripristino e riqualificazione dei pascoli: l’attività, il cui effetto ecologico è analogo a<br />
quello della precedente, avrà luogo a quote mediamente superiori e prevede l’avvio del<br />
ripristino e della gestione sperimentale di un’ampia area di pascoli e praterie della Val Zurio,<br />
secondo principi prettamente naturalistici.<br />
L’attuazione della presente azione prevede il coinvolgimento della società agricola Fermont<br />
srl, proprietaria dell’area in questione, nell’esecuzione di specifici interventi di qualificazione<br />
floristica e faunistica dell’alpeggio (contenimento <strong>delle</strong> specie nitrofile, creazione di ecotoni,<br />
contenimento dell’inarbustimento, ecc.) 4 .<br />
Ampliamento radure esistenti: l’azione prevede l’esecuzione di interventi di<br />
4 Un interessante “sottoprodotto” del progetto, che in realtà riveste particolare interesse per il <strong>Parco</strong>, è dato<br />
dal fatto che grazie allo start-up direttamente oggetto di cofinanziamento la stessa società avvierà per proprio<br />
conto, in associazione all’attività d’alpe, un progetto di eco-turismo e fruizione sostenibile dell’area<br />
riqualificata; tale ulteriore progetto, non compreso in questa proposta, consentirà al <strong>Parco</strong> sia di garantire la<br />
manutenzione degli interventi straordinari di interesse, sia più in generale l’attivazione di una modalità di<br />
gestione di attività turistico-fruitive molto più sostenibili <strong>delle</strong> tradizionali attività di turismo invernale.<br />
Relazione di Progetto Pagina 17
POTENZIAMENTO DEGLI ELEMENTI <strong>DI</strong> CONNETTIVITÀ ECOLOGICA NELL'AREA PRIORITARIA OROBIE<br />
- Ambito Valle Seriana -<br />
contenimento e taglio <strong>delle</strong> componenti arboree ed arbustive presenti lungo i margini <strong>delle</strong><br />
radure in fase di regressione. La definizione <strong>delle</strong> aree di intervento sarà effettuata al fine di<br />
pervenire ad un significativo e funzionale le aree aperte lungo la dorsale della Val Zurio.<br />
Ove possibile, a tale intervento si intende associare il contenimento del bostrico (Ips<br />
typographus), di cui si riscontrano diversi focolai nella zona di interesse.<br />
Figura 4: Panoramica della Val Zurio che evidenzia l’estrema riduzione <strong>delle</strong> aree aperte.<br />
Specie target: per questa azione è stata selezionata una rosa di specie appartenenti a<br />
differenti taxa:<br />
- ORCHIDEE: Cephalanthera longifolia, Coeloglossum viridae, Gymnadenia<br />
conopsea, Gymnadenia odoratissima, Dactylorhiza maculata fuchsii.<br />
- LEPIDOTTERI: Galatea (Melanargia galatea), Baccante (Lopinga achine),<br />
Coenonympha sp..<br />
- UCCELLI: Prispolone (Anthus trivialis), Stiaccino (Saxicola rubetra), Culbianco<br />
(Oenanthe oenanthe).<br />
- CHIROTTERI: Vespertilio di Daubenton (Myotis daubentonii), Vespertilio mustacchino<br />
(Myotis mystacinus), Pipistrello nano (Pipistrellus pipistrellus).<br />
Relazione di Progetto Pagina 18
POTENZIAMENTO DEGLI ELEMENTI <strong>DI</strong> CONNETTIVITÀ ECOLOGICA NELL'AREA PRIORITARIA OROBIE<br />
Cronoprogramma:<br />
- Ambito Valle Seriana -<br />
Anno 2013 Anno 2014<br />
I II III IV I II III IV<br />
Azione 1.3: Mantenimento e potenziamento dei varchi ecologici<br />
Obiettivo: Ricostruire una matrice ambientale in grado mantenere connessioni ecologiche<br />
funzionali tra le aree ad elevata biodiversità (aree source) e le aree a naturalità attenuata<br />
(aree sink), attraverso il potenziamento dei varchi ecologici.<br />
Area interessata: Comune di Parre, località Campignano. Questa azione interessa<br />
esclusivamente aree esterne al <strong>Parco</strong> <strong>delle</strong> <strong>Orobie</strong> bergamasche.<br />
Soggetti coinvolti: <strong>Parco</strong> <strong>delle</strong> <strong>Orobie</strong> <strong>Bergamasche</strong>, Comunità Montana Valle Seriana e<br />
Comune di Parre.<br />
Descrizione <strong>delle</strong> attività:<br />
Per l’attuazione della presente azione prevede l’esecuzione dei specifici interventi puntuali<br />
volti ad eliminare e/o contenere i fattori di frammentazione rilevati nei pressi del varco<br />
ecologico, che nel dettaglio consistono nella:<br />
- rimozione o comunque ridisposizione di reti metalliche, presenti a delimitazione<br />
centrale idroelettrica 5 di Campignano, in modo da facilitare gli spostamenti da e verso il<br />
fiume;<br />
- Istallazione di dissuasori ottici, per evitare l’attraversamento della fauna durante il<br />
transito dei veicoli sulla strada, e di idonea segnaletica stradale per gli automobilisti;<br />
- collocazione di un sistema di siepi finalizzato ad incanalare gli animali verso i passaggi<br />
più idonei.<br />
A tali azioni si associa la realizzazione, da parte della Comunità Montana Valle Seriana, di una<br />
passerella ciclopedonale, che sarà specificatamente progettata e realizzata affinché possa<br />
costituire un funzionale attraversamento della fauna sul fiume Serio.<br />
5 di proprietà della società GeoGreen (Radici Group), la quale ha già manifestato di voler collaborare con il<br />
<strong>Parco</strong> per la realizzazione degli interventi previsti dalla presente azione.<br />
Relazione di Progetto Pagina 19
POTENZIAMENTO DEGLI ELEMENTI <strong>DI</strong> CONNETTIVITÀ ECOLOGICA NELL'AREA PRIORITARIA OROBIE<br />
- Ambito Valle Seriana -<br />
Figura 5 - 6: Varco ecologico in località Campignano, Comune di Parre (5). Dettaglio <strong>delle</strong> reti metalliche (6).<br />
Relazione di Progetto Pagina 20
POTENZIAMENTO DEGLI ELEMENTI <strong>DI</strong> CONNETTIVITÀ ECOLOGICA NELL'AREA PRIORITARIA OROBIE<br />
Cronoprogramma:<br />
- Ambito Valle Seriana -<br />
Anno 2013 Anno 2014<br />
I II III IV I II III IV<br />
3.2.2 AZIONE 2: CONTENIMENTO SPECIE ALLOCTONE E/O INVASIVE<br />
In Italia ed in particolar modo in Lombardia (ove si custodisce il 17% della flora regionale) è<br />
sempre più crescente la diffusione massiccia di specie esotiche invasive, direttamente<br />
collegata ai cambiamenti climatici e alla globalizzazione dei commerci con conseguente<br />
trasporto antropogeno di propaguli. Anche in provincia di Bergamo ed in Valle Seriana si sta<br />
assistendo alla risalita dalla di specie alloctone invasive che si spostano colonizzando i greti<br />
fluviali e seguendo le principali vie di comunicazione.<br />
Nell’ambito del presente progetto è parso pertanto opportuno sviluppare una specifica<br />
azione di monitoraggio e contenimento <strong>delle</strong> specie alloctone e/o invasive, al fine di<br />
scongiurare che gli interventi attuati a vantaggio della connettività ecologica producano,<br />
oltre agli effetti desiderati, anche la possibilità di invasione di habitat di pregio, da parte di<br />
specie invasive, le quali potrebbero configurarsi come depressori di biodiversità naturale.<br />
Obiettivo: Salvaguardare la biodiversità autoctona attraverso il contenimento di specie<br />
alloctone e/o invasive che possono minacciare l'integrità degli habitat e <strong>delle</strong> specie <strong>delle</strong><br />
aree sorgenti.<br />
Area interessata: Fondovalle seriano, nel tratto ricompreso tra il Comune di Ponte Nossa ed<br />
Oltressenda Alta. Questa azione interessa aree sia interne che esterne al <strong>Parco</strong> <strong>delle</strong> <strong>Orobie</strong><br />
bergamasche.<br />
Soggetti coinvolti: <strong>Parco</strong> <strong>delle</strong> <strong>Orobie</strong> <strong>Bergamasche</strong>.<br />
Descrizione <strong>delle</strong> attività:<br />
In questo progetto è stata pertanto prevista un’azione mirata a monitorare la presenza <strong>delle</strong><br />
essenze esotiche ed contrastarne la diffusione. In particolare in aree limitrofe al fiume Serio<br />
è segnalata la presenza di Heracleum mantegazzianum (ombrellifera che può dare gravi<br />
reazioni cutanee in caso di contatto con la pelle), Ailanthus altissima e Buddleja davidii, è<br />
inoltre da verificare la presenza di Senecio inaequidens, che in altre zone di montagna ha<br />
Relazione di Progetto Pagina 21
POTENZIAMENTO DEGLI ELEMENTI <strong>DI</strong> CONNETTIVITÀ ECOLOGICA NELL'AREA PRIORITARIA OROBIE<br />
- Ambito Valle Seriana -<br />
colonizzato i pascoli rendendoli praticamente inutilizzabili a causa della sua tossicità per gli<br />
animali.<br />
L'attuazione di quest'azione prevede l'esecuzione di specifici monitoraggi volti a censire le<br />
varie specie alloctone presenti (definizione della lista nera) e le aree da esse colonizzate.<br />
Saranno in particolare indagate le fasce fluviali lungo il Serio e le aree verdi in ambiente<br />
urbano e periurbano, maggiormente soggette ai processi di invasività.<br />
Successivamente, si procederà con specifici e puntuali interventi di eradicazione. Per<br />
l'esecuzione dei lavori il <strong>Parco</strong> prevede di organizzare, con la collaborazione di Legambiente,<br />
campi di volontariato internazionale; il <strong>Parco</strong> è infatti già da diversi anni impegnato nella<br />
organizzazione e realizzazione di questo tipo di attività.<br />
In continuità con quanto previsto nell’azione 1.2 potranno altresì essere realizzati specifici<br />
interventi di contenimento <strong>delle</strong> specie invasive quali Rumex alpinus, che depauperano<br />
fortemente il livello di biodiversità dei pascoli montani.<br />
Specie target: le piante invasive, nitrofile e/o alloctone da monitorare, contenere o<br />
eradicare sono:<br />
- PIANTE ESOTICHE INVASIVE: Heracleum mantegazzianum, Ailanthus altissimum,<br />
Buddleja davidii, Senecio inaequidens.<br />
- PIANTE NITROFILE: Rumex alpinus.<br />
Cronoprogramma:<br />
Anno 2013 Anno 2014<br />
I II III IV I II III IV<br />
3.2.3 AZIONE 3: ATTIVITÀ <strong>DI</strong> <strong>DI</strong>VULGAZIONE E SENSIBILIZZAZIONE<br />
Attraverso l’azione 'Attività di divulgazione e sensibilizzazione', si vuole offrire l’opportunità<br />
di sperimentare come diversi attori (scuole, enti e comunità locali, associazioni) possano<br />
interagire per il raggiungimento del comune obiettivo di diffondere un maggiore senso di<br />
responsabilità nei confronti dell’ambiente e realizzare un concreto intervento sul territorio.<br />
Elemento centrale del percorso è la promozione di una nuova cultura del valore della<br />
biodiversità, attraverso attività e strumenti che permetteranno di cogliere la ricchezza e<br />
l’importanza dei sistemi naturali del proprio territorio, e di scoprire l’esistenza di<br />
interrelazioni complesse, tra il nostro stile di vita, le abitudini nei consumi, l’intervento sulla<br />
natura e lo stato di salute dell’ambiente che ci circonda.<br />
Relazione di Progetto Pagina 22
POTENZIAMENTO DEGLI ELEMENTI <strong>DI</strong> CONNETTIVITÀ ECOLOGICA NELL'AREA PRIORITARIA OROBIE<br />
- Ambito Valle Seriana -<br />
Obiettivo: Informare e sensibilizzare della cittadinanza e i vari stakeholder sull'importanza<br />
<strong>delle</strong> reti ecologiche per la conservazione della biodiversità, con particolare attenzione al<br />
ruolo svolto dalle <strong>Orobie</strong> bergamasche nel disegno di rete regionale e comunitario.<br />
Area interessata: gli effetti di questa azione in taluni casi (quali la diffusione di comunicati<br />
stampa) si intendono distribuiti su aree molto vaste, per lo meno riferite alla Provincia di<br />
Bergamo o alla Lombardia. Per quanto concerne interventi più puntuali si individua in prima<br />
approssimazione l'intero ambito dell’alta Val Seriana.<br />
Soggetti coinvolti: <strong>Parco</strong> <strong>delle</strong> <strong>Orobie</strong> <strong>Bergamasche</strong> e WWF Italia.<br />
Descrizione <strong>delle</strong> attività:<br />
Per l’attuazione di tale azione è prevista la realizzazione <strong>delle</strong> seguenti attività:<br />
L’attività con le scuole: Scopo <strong>delle</strong> attività è quello di sensibilizzare gli studenti nei<br />
riguardi dell’ambiente in cui vivono, rendendoli protagonisti del territorio e non semplici<br />
fruitori passivi. In questo caso la relazione con il mondo naturale e gli elementi proprio del<br />
progetto di realizzazione di una rete ecologica sono allo stesso tempo un obiettivo del<br />
progetto e uno strumento per parlare ai ragazzi di tutela dell’ambiente montano in generale.<br />
Una parte dell’approccio pedagogico sarà dedicato alla conoscenza e al riconoscimento.<br />
All’inizio sarà necessario capire come i ragazzi si rapportano all’ambiente naturale<br />
circostante. Tuttavia, oggi è evidente che non basta conoscere per proteggere, ma che è<br />
necessario anche un approccio fortemente motivante. E’ necessario che le nuove<br />
generazioni siano affascinate e, per quanto l’età lo consente, consapevoli del loro ruolo e<br />
della loro responsabilità. Alcuni semplici comportamenti, come ad esempio quello di non<br />
raccogliere flora o di non abbandonare i sentieri se non necessario, dovrebbero divenire<br />
prassi di comportamento. La conoscenza <strong>delle</strong> piante autoctone lombarde è perciò il primo<br />
passo per comprendere quali siano i rischi che coinvolgono gli ecosistemi naturali e i loro<br />
delicati equilibri. Il passo immediatamente successivo è comprendere i rapporti tra Uomo e<br />
Natura, fino ad adottare comportamenti adeguati e responsabili, senza limitarsi a delegare.<br />
Questo significa affrontare sia tematiche di alto profilo connesse con la conservazione <strong>delle</strong><br />
Orchidee (cambiamenti climatici in testa), sia tematiche più quotidiane, come il ruolo di<br />
studenti e famiglie nella fruizione degli ambienti montani. Il tutto certamente adattato<br />
all’età degli studenti coinvolti. Il valore culturale della biodiversità sarà un concetto da<br />
affrontare con gli studenti di tutte le età, mentre con quelli più grandi ci si potrà addentrare<br />
anche nel concetto di Biodiversità come valore vero e proprio, imparando a valutare anche il<br />
suo ruolo di servizio per la comunità locale: tempo libero, prodotti naturali, turismo, ecc.<br />
Relazione di Progetto Pagina 23
POTENZIAMENTO DEGLI ELEMENTI <strong>DI</strong> CONNETTIVITÀ ECOLOGICA NELL'AREA PRIORITARIA OROBIE<br />
- Ambito Valle Seriana -<br />
Gli interventi preso le comunità scolastiche saranno svolti da educatori professionali del<br />
WWF Italia e prevedono:<br />
- esperienze didattiche in classe (si prevede in particolare il coinvolgimento di 12 classi<br />
della Valle Seriana);<br />
- formazione per insegnanti, attraverso uno specifico corso di formazione (tre incotri);<br />
- uscite ed escursioni sul campo (due uscite per ognuna <strong>delle</strong> classi aderenti);<br />
- fornitura di materiale didattico per insegnanti e alunni;<br />
- affiancamento <strong>delle</strong> classi per la realizzazione di opuscoli informativi e mostre da<br />
esporre a scuola per portare a conoscenza <strong>delle</strong> famiglie d <strong>delle</strong> comunità locali le<br />
esperienze fatte.<br />
- Individuazione di una scuola capofila che s renderà disponibile ad ospitare la prima<br />
tappa della mostra itinerante che sarà realizzata a fine percorso con il contributo di<br />
tutte le classi partecipanti. La mostra sarà poi ospitata presso le altre comunità<br />
scolastiche che partecipano al progetto, per poi ritornare e mantenere carattere<br />
permanente, presso la scuola capofila o presso un’altra sede individuata dalla scuola<br />
stessa. La mostra sarà poi vistabile tutto l’anno da cittadini, e turisti.<br />
Il coinvolgimento della cittadinanza: La sensibilizzazione del pubblico adulto sarà<br />
perseguita principalmente attraverso l’organizzazione di un breve ciclo di seminari e la<br />
realizzazione di materiale di documentazione e promozionale da distribuire presso gli uffici<br />
degli enti territoriali, nelle scuole del territorio e nella rete di accoglienza turistica dell’area<br />
interessata: alberghi, bed and breakfast, rifugi, ecc. Coerentemente con l’approccio proposto<br />
per le scuole, si tratta di agire sui due binari paralleli, quello della conoscenza e quello dei<br />
comportamenti consapevoli.<br />
Nello specifico saranno organizzati:<br />
- sei incontri con la cittadinanza (uno per ogni Comune dell’area interessata dal<br />
progetto) sul tema dell’importanza <strong>delle</strong> reti ecologiche, sul ruolo del <strong>Parco</strong> <strong>delle</strong><br />
<strong>Orobie</strong> nella rete ecologica regionale, sull’importanza e la valenza naturalistica<br />
dell’area interessata dal progetto<br />
- due incontri estivi per i turisti a carattere divulgativo<br />
- due incontri specifici per i portatori d’interessi dell’area interessata dal progetto. Gli<br />
incontri saranno condotti con tecniche di gestione partecipata dei gruppi e<br />
permetteranno di condividere informazioni, fare emergere visioni future, raccogliere<br />
indicazioni a supporto <strong>delle</strong> realizzazione del progetto.<br />
Relazione di Progetto Pagina 24
POTENZIAMENTO DEGLI ELEMENTI <strong>DI</strong> CONNETTIVITÀ ECOLOGICA NELL'AREA PRIORITARIA OROBIE<br />
- Ambito Valle Seriana -<br />
- un depliant informativo (vedi sopra) sull’importanza <strong>delle</strong> reti ecologiche e sul valore<br />
del progetto di connessione in corso.<br />
Accanto al ciclo di seminari, la divulgazione al vasto pubblico includerà anche la promozione<br />
generica del progetto attraverso i canali usuali, utilizzando i contatti dell’Ufficio Stampa del<br />
WWF Italia:<br />
- divulgazione sui media;<br />
- pubblicazione su riviste specializzate, anche del settore scolastico;<br />
- pubblicazione di pagine web dedicate al progetto<br />
- pubblicazione sui social network curati da WWF Italia (Facebook, Twitter, ecc.)<br />
Cronoprogramma:<br />
Anno 2013 Anno 2014<br />
I II III IV I II III IV<br />
Relazione di Progetto Pagina 25
POTENZIAMENTO DEGLI ELEMENTI <strong>DI</strong> CONNETTIVITÀ ECOLOGICA NELL'AREA PRIORITARIA OROBIE<br />
4 ORGANIZZAZIONE DEL RICHIEDENTE<br />
4.1 Il Capofila<br />
- Ambito Valle Seriana -<br />
Capofila del progetto è il <strong>Parco</strong> <strong>delle</strong> <strong>Orobie</strong> <strong>Bergamasche</strong> che si caratterizza nel complesso<br />
come "<strong>Parco</strong> montano forestale". Comprende il versante meridionale della catena orobica,<br />
territorio provinciale di Bergamo, e si estende su una superficie di circa 70.000 ettari<br />
costituendo la maggiore superficie naturale protetta nell’ambito del sistema <strong>delle</strong> aree<br />
protette regionali. Nel suo territorio scorrono i fiumi Brembo, Serio e Dezzo, che solcano<br />
rispettivamente le Valli Brembana, Seriana e di Scalve, e parecchi loro affluenti che<br />
percorrono valli laterali. A occidente il <strong>Parco</strong> è delimitato dal profondo solco della Valsassina,<br />
a Nord dalla Valtellina e a oriente dalla Valcamonica. Comprende parte del territorio di 44<br />
comuni; questi paesi fanno parte di tre Comunità montane: Valle di Scalve, Valle Brembana e<br />
Valle Seriana.<br />
Il territorio sul quale il <strong>Parco</strong> si estende si può dividere geograficamente in due zone, con<br />
caratteristiche molto diverse fra loro. A settentrione è costituito da una catena di montagne<br />
- le Alpi Orobiche - le cui vette corrono più o meno parallele alla Valtellina. Sono queste<br />
montagne costituite da rocce scure e antiche, di tipo sedimentario continentale o di tipo<br />
cristallino, quasi sempre metamorfosate. Raggiungono le massime altitudini nel pizzo Coca<br />
(3.050 metri), nel pizzo Redorta e nella punta di Scais (3.038 metri). Vi sono poi altre cime di<br />
notevole importanza: il pizzo dei Tre Signori, la larga dorsale del monte Cabianca, la<br />
stupenda bicuspide piramidale del Diavolo di Tenda, il monte Gleno, il monte Venerocolo e il<br />
pizzo Tornello.<br />
A meridione il <strong>Parco</strong> presenta gruppi montuosi costituiti da rocce chiare, in prevalenza<br />
calcaree e dolomitiche di origine sedimentaria. Sono le Prealpi <strong>Orobie</strong>, disposte<br />
prevalentemente a formare gruppi montuosi isolati: il gruppo dell'Aralalta (2.000 metri),<br />
dell'Arera (2.512 metri), della Presolana (2.521 metri) e dei Campelli di Schilpario.<br />
Il territorio del <strong>Parco</strong> è interessato per circa l’85% della sua superficie da siti della Rete<br />
Europea Natura 2000: otto Siti di Importanza Comunitaria (oltre a due piccoli lembi di SIC<br />
prevalentemente appartenenti al vicino <strong>Parco</strong> <strong>delle</strong> <strong>Orobie</strong> Valtellinesi) e due Zone di<br />
Protezione Speciale. La quasi totalità di tali istituti sono gestiti dal <strong>Parco</strong>, fa eccezione la ZPS<br />
"Belviso-Barbellino" gestita dall'omonima azienda funistica.<br />
Il <strong>Parco</strong> è stato istituito nel 1989 (L.R. n. 56 del 15/09/1989.), tuttavia solo nell’ottobre 2006<br />
sono stati costituiti gli organi del consorzio di gestione, uscendo da una lunghissima fase di<br />
Relazione di Progetto Pagina 26
POTENZIAMENTO DEGLI ELEMENTI <strong>DI</strong> CONNETTIVITÀ ECOLOGICA NELL'AREA PRIORITARIA OROBIE<br />
- Ambito Valle Seriana -<br />
gestione commissariale. La Comunità del <strong>Parco</strong> è costituita dalla Provincia di Bergamo e dalle<br />
tre Comunità Montane anzidette. Il Consiglio di Gestione è costituito da quattro consiglieri e<br />
dal presidente del <strong>Parco</strong>.<br />
L’Ente per la gestione del <strong>Parco</strong> ha lo scopo di gestire il territorio protetto in modo unitario,<br />
per il raggiungimento <strong>delle</strong> finalità individuate nella legge istitutiva, con particolare riguardo<br />
alle esigenze della crescita economica, sociale e culturale <strong>delle</strong> comunità residenti, in forme<br />
compatibili con l’ambiente, di sviluppo <strong>delle</strong> attività agro silvo zootecniche e silvopastorali e<br />
<strong>delle</strong> altre attività tradizionali, di protezione della natura e dell’ambiente, di uso culturale e<br />
ricreativo.<br />
Il <strong>Parco</strong> persegue in particolare finalità quali: la promozione sociale, economica e culturale<br />
<strong>delle</strong> popolazioni residenti, la fruizione sociale, turistica e ricreativa, intesa in senso<br />
compatibile con gli ecosistemi naturali, la conservazione attiva di specie animali e vegetali, di<br />
associazioni vegetali o forestali, di formazioni geo-paleontologiche, di biotipi, di valori scenici<br />
e panoramici, attraverso la difesa e la ricostruzione degli equilibri ecologici, idraulici ed<br />
idrogeologici, la promozione di attività di ricerca scientifica con particolare riguardo a quelle<br />
interdisciplinari di educazione, di informazione e ricreative, la sperimentazione di nuovi<br />
parametri del rapporto tra l’uomo e l’ambiente e la salvaguardia di aspetti significativi di tale<br />
rapporto, con particolare riguardo ai valori antropologici, storici, architettonici, archeologici,<br />
ed al settore agro-silvo-zootecnico.<br />
4.2 I partners<br />
Gli enti che aderiscono al progetto in qualità di partners sono la Comunità Montana Valle<br />
Seriana e i comuni di Parre e di Oltressenda Alta in quanto, oltre a far parte del <strong>Parco</strong> <strong>delle</strong><br />
<strong>Orobie</strong> <strong>Bergamasche</strong>, sono interessati dalla realizzazione della maggior parte degli interventi<br />
previsti dal progetto. In particolare la Comunità Montana ed il comune di Parre saranno<br />
coinvolti nell’azione “Mantenimento e potenziamento dei varchi ecologici” mentre sul<br />
territorio di Oltressenda Alta verranno realizzate le azioni “Potenziamento <strong>delle</strong> Aree<br />
Umide” e “Potenziamento Corridoi aperti”. Altro partner del progetto è WWF Italia che si<br />
occuperà principalmente di gestire l’azione “Attività di divulgazione e sensibilizzazione”.<br />
Relazione di Progetto Pagina 27
POTENZIAMENTO DEGLI ELEMENTI <strong>DI</strong> CONNETTIVITÀ ECOLOGICA NELL'AREA PRIORITARIA OROBIE<br />
4.3 I sostenitori<br />
- Ambito Valle Seriana -<br />
I comuni che parteciperanno al progetto come sostenitori, dichiarando di condividere le<br />
finalità di progetto e supportarne per quanto di competenza la realizzazione, sono 4: Gorno,<br />
Oneta, Rovetta e Premolo. Ad essi come già detto si aggiungono due comuni partner: Parre<br />
ed Oltressenda Alta. I territori dei comuni elencati comprendono tutte le aree di previsto<br />
intervento, dentro e fuori il perimetro del <strong>Parco</strong> <strong>delle</strong> <strong>Orobie</strong>.<br />
Relazione di Progetto Pagina 28
POTENZIAMENTO DEGLI ELEMENTI <strong>DI</strong> CONNETTIVITÀ ECOLOGICA NELL'AREA PRIORITARIA OROBIE<br />
ALLEGATO:<br />
- Ambito Valle Seriana -<br />
Bozza Regolamento per la concessione di contributi finalizzati al ripristino e<br />
mantenimento di prati-pascoli predisposto dal Comune di Oltressenda Alta<br />
Relazione di Progetto Pagina 29
POTENZIAMENTO DEGLI ELEMENTI <strong>DI</strong> CONNETTIVITÀ ECOLOGICA NELL'AREA PRIORITARIA OROBIE<br />
- Ambito Valle Seriana -<br />
Relazione di Progetto Pagina 30
POTENZIAMENTO DEGLI ELEMENTI <strong>DI</strong> CONNETTIVITÀ ECOLOGICA NELL'AREA PRIORITARIA OROBIE<br />
- Ambito Valle Seriana -<br />
Relazione di Progetto Pagina 31
BANDO CARIPLO 2012<br />
Proposta di progetto nell’ambito del Piano di Azione "Promuovere la<br />
sostenibilità ambientale a livello locale"<br />
REALIZZARE LE CONNESSIONI ECOLOGICHE<br />
POTENZIAMENTO DEGLI ELEMENTI <strong>DI</strong><br />
CONNETTIVITÀ ECOLOGICA NELL'AREA<br />
PRIORITARIA OROBIE<br />
- Ambito Valle Seriana -<br />
DEFINIZIONE DELLA RETE ECOLOGICA LOCALE<br />
Comunità Montana<br />
Valle Seriana<br />
CAPOFILA:<br />
<strong>Parco</strong> <strong>delle</strong> <strong>Orobie</strong> <strong>Bergamasche</strong><br />
PARTNER:<br />
Comune di<br />
Oltressenda Alta<br />
Giugno 2012<br />
Comune di<br />
Parre<br />
WWF<br />
Italia
POTENZIAMENTO DEGLI ELEMENTI <strong>DI</strong> CONNETTIVITÀ ECOLOGICA NELL'AREA PRIORITARIA OROBIE<br />
- Ambito Valle Seriana -<br />
SOMMARIO<br />
PREMESSA 3<br />
1 LA RETE ECOLOGICA REGIONALE 4<br />
1.1 Il ruolo del <strong>Parco</strong> <strong>delle</strong> <strong>Orobie</strong> <strong>Bergamasche</strong> nella RER 6<br />
2 L'AMBITO <strong>DI</strong> INTERESSE E LA RETE ECOLOGICA LOCALE 12<br />
2.1 Inquadramento generale dell'ambito di interesse: la Valle Seriana 12<br />
2.2 Individuazione degli elementi di rete 15<br />
2.3 Descrizione dei principali elementi di rete 18<br />
2.3.1 LE AREE SORGENTI: 18<br />
Pizzo Arera, Monte Grem, Monte Vaccaro 18<br />
Massiccio della Presolana, Monte Timogno, Monte Vigna Vaga 20<br />
2.3.2 LE <strong>DI</strong>RETTRICI <strong>DI</strong> CONNETTIVITÀ PRIMARIA: 23<br />
Valle del Riso, Val Nossana, Valle Fontagnone 23<br />
Val Zurio, Val Rino 28<br />
2.3.3 I VARCHI ECOLOGICI: 34<br />
Varco località Campignano (Parre) 34<br />
3 LE SPECIE TARGET 36<br />
3.1 Specie target di Orchidee 37<br />
3.2 Specie target di Invertebrati 39<br />
3.3 Specie target di Anfibi 41<br />
3.4 Specie target di Uccelli 46<br />
3.5 Specie target di Chirotteri 51<br />
3.6 Specie target di Ungulati 57<br />
3.7 Specie target di Piante invasive, nitrofile e/o alloctone 58<br />
Definizione della Rete Ecologica Locale Pagina 2
POTENZIAMENTO DEGLI ELEMENTI <strong>DI</strong> CONNETTIVITÀ ECOLOGICA NELL'AREA PRIORITARIA OROBIE<br />
- Ambito Valle Seriana -<br />
PREMESSA<br />
La presente relazione naturalistica è stata redatta a supporto della proposta progettuale<br />
denominata "Potenziamento degli elementi di connettività nell'area prioritaria <strong>Orobie</strong> -<br />
Ambito Valle Seriana" al fine di presentare gli elementi peculiari di rete ecologica che<br />
caratterizzano l'ambito territoriale in cui è stato sviluppato il progetto ed illustrare i<br />
presupposti tecnico-scientifici che hanno determinato la definizione <strong>delle</strong> azioni e degli<br />
interventi progettuali di cui lo stesso si compone.<br />
Lo studio è stato così articolato nei seguenti punti:<br />
- descrizione del disegno di Rete Ecologica Regionale e caratterizzazione del ruolo svolto<br />
al suo interno dall'area orobica bergamasca;<br />
- individuazione dell'area di studio e definizione del disegno di rete al suo interno;<br />
- caratterizzazione degli elementi di rete individuati ed identificazione degli interventi<br />
gestionali necessari al loro mantenimento e potenziamento;<br />
- individuazione <strong>delle</strong> possibili specie target funzionali alla valutazione dello stato di<br />
conservazione della rete.<br />
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POTENZIAMENTO DEGLI ELEMENTI <strong>DI</strong> CONNETTIVITÀ ECOLOGICA NELL'AREA PRIORITARIA OROBIE<br />
1 LA RETE ECOLOGICA REGIONALE<br />
- Ambito Valle Seriana -<br />
Il progetto della Rete Ecologica Regionale rappresenta la più recente, e forse la più<br />
significativa, strategia messa in atto da Regione Lombardia per la conservazione a lungo<br />
termine della biodiversità.<br />
É infatti ormai ampiamente riconosciuto come nessun sistema di aree protette, benché<br />
territorialmente rilevante come quello lombardo, sia in grado di garantire un sufficiente<br />
livello di conservazione della biodiversità, se le singole componenti permangono isolate tra<br />
loro e prive di significative relazioni ecologiche.<br />
Per garantire un'efficace conservazione a lungo termine <strong>delle</strong> risorse naturali e un buon<br />
livello di biodiversità, risulta invece necessario individuare e mantenere un sistema integrato<br />
di connessioni ecologiche che consentono di mantenere attivi processi di scambio tra di<br />
individui e/o popolazioni animali e vegetali tra le varie aree protette.<br />
Il disegno della Rete Ecologica Regionale (RER) è stato tracciato a partire dalla mappatura<br />
<strong>delle</strong> Aree prioritarie per la biodiversità, che, attraverso il metodo expert-based, ha<br />
consentito l'individuazione degli ambiti territoriali aventi rilevante valore in termini<br />
naturalistici. Ad essa è seguita l'individuazione degli altri elementi di rete, tutti poggianti su<br />
porzioni di territorio che ancora conservano valore di naturalità e che consentono e/o<br />
facilitano i processi di dispersione <strong>delle</strong> popolazioni animali e vegetali, raggruppati in due<br />
differenti livelli: Elementi primari ed Elementi di secondo livello.<br />
Gli Elementi primari costituiscono la RER di primo livello, già designata quale “Infrastruttura<br />
prioritaria per la Lombardia nell’ambito del Piano Territoriale Regionale” con DGR n. 3376<br />
del 3 aprile 2007. Vi fanno parte in larga misura ambiti sottoposti a tutela da parte di Parchi<br />
Regionali, Riserve Naturali Regionali e Statali, Monumenti Naturali Regionali, Parchi Locali di<br />
Interesse Sovracomunale, Zone di Protezione Speciale e Siti di Importanza Comunitaria, in<br />
associazione ai principali elementi che ne consentono la connessione. Essi si distinguono in:<br />
1. Elementi di primo livello: ambiti ricompresi nelle Aree prioritarie per la biodiversità e<br />
altri settori individuati quali prioritari nelle reti ecologiche provinciali o sulla base <strong>delle</strong><br />
aree importanti per la biodiversità.<br />
2. Gangli primari: sono nodi prioritari sui quali si appoggiano i sistemi di relazione<br />
spaziale all’interno del disegno di rete ecologica. I gangli svolgono la funzione di area<br />
sorgente, sono cioè aree che ospitano popolazioni numerose di specie biologiche che si<br />
possono diffondere in altre zone, comprese quelle non in grado di mantenere<br />
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POTENZIAMENTO DEGLI ELEMENTI <strong>DI</strong> CONNETTIVITÀ ECOLOGICA NELL'AREA PRIORITARIA OROBIE<br />
- Ambito Valle Seriana -<br />
popolazioni vitali per lungo tempo (aree sink). Corrispondono solitamente a confluenze<br />
tra le principali aste fluviali e sono state individuate solo nei settori della Pianura<br />
Padana e dell’Oltrepò poiché nel settore Alpi e Prealpi, la maggiore estensione degli<br />
elementi di primo livello dovrebbe garantire una maggiore continuità ecologica.<br />
3. Corridoi primari: sono elementi fondamentali per favorire la connessione ecologica tra<br />
le diverse aree inserite nella rete che consentono la diffusione spaziale <strong>delle</strong> specie<br />
animali e vegetali. Si distinguono in corridoi a bassa o moderata antropizzazione e<br />
corridoi ad elevata antropizzazione.<br />
4. Varchi: sono situazioni particolari in cui la permeabilità ecologica di aree interne alla<br />
Rete ecologica viene minacciata o compromessa da interventi antropici, idetificabili<br />
come principali restringimenti interni ad elementi della rete e distinti in tre tipologie:<br />
- Varchi da mantenere: punti di passaggio per la biodiversità che devono essere<br />
mantenuti limitando gli interventi antropici;<br />
- Varchi da deframmentare: aree dove sono necessari interventi per mitigare gli<br />
effetti della presenza di infrastrutture che interrompono la continuità ecologica e<br />
impediscono il passaggio <strong>delle</strong> specie;<br />
- Varchi da mantenere e deframmentare: aree che necessitano sia di conservazione<br />
che di interventi per garantire la continuità ecologica.<br />
Gli Elementi di secondo livello sono rappresentati da quegli ambiti che svolgono una<br />
funzione di completamento del disegno di rete e di raccordo e connessione ecologica tra gli<br />
elementi primari, consistenti essenzialmente in:<br />
- aree importanti per la biodiversità non ricomprese nelle Aree prioritarie;<br />
- elementi di secondo livello <strong>delle</strong> Reti Ecologiche Provinciali, quando individuati<br />
secondo criteri naturalistici/ecologici e ritenuti funzionali alla connessione tra Elementi<br />
di primo e/o secondo livello.<br />
Questi elementi, seppur di minore rilevanza ambientale, risultano particolarmente<br />
importanti per il mantenimento della connessione ecologica tra gli elementi di primo livello,<br />
soprattutto in aree in cui vi sono lacune di presenza di questi ultimi.<br />
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POTENZIAMENTO DEGLI ELEMENTI <strong>DI</strong> CONNETTIVITÀ ECOLOGICA NELL'AREA PRIORITARIA OROBIE<br />
- Ambito Valle Seriana -<br />
1.1 Il ruolo del <strong>Parco</strong> <strong>delle</strong> <strong>Orobie</strong> <strong>Bergamasche</strong> nella RER<br />
All'interno del disegno della RER, l'Area prioritaria per la biodiversità n. 60 “<strong>Orobie</strong>”,<br />
corrispondente all'ambito <strong>delle</strong> alpi e prealpi orobiche, rappresenta il nodo più significativo<br />
dell'intera rete regionale, sia in termini di estensione e localizzazione che i termini di qualità.<br />
Essa infatti, oltre a costituire la più ampia area prioritaria regionale (208.332 ha), posizionata<br />
al centro del settore alpino e prealpino lombardo in uno dei distretti europei con il più<br />
elevato tasso di endemismi, si distingue per una rilevanza naturalistica riscontrata in maniera<br />
trasversale per i tutti i taxa, essendo stata segnalata quale area importante e/o peculiare da<br />
parte di tutti i gruppi tematici che hanno lavorato alla designazione <strong>delle</strong> aree prioritarie.<br />
La sua importanza è stata inoltre definita di livello internazionale per la presenza di vaste<br />
estensioni di ambienti in ottimo stato di conservazione, che ospitano numerose specie di<br />
interesse conservazionistico e un elevato numero di endemiti, soprattutto per quanto<br />
concerne gli invertebrati e la flora, a conferma di quanto già rilevato negli studi effettuati<br />
durante i lavori di definizione della biodiversity vision per le Alpi (Arduino et al., 2006), che<br />
hanno individuato l'ambito <strong>delle</strong> <strong>Orobie</strong>, in associazione alle Grigne, quale "Area prioritaria<br />
per le Alpi".<br />
All’interno di quest’area prioritaria, il territorio del <strong>Parco</strong> Regionale <strong>delle</strong> <strong>Orobie</strong><br />
<strong>Bergamasche</strong> riveste una posizione funzionale altrettanto rilevante, in quanto:<br />
- esso rappresenta innanzitutto l'area ove sono concentrate le principali peculiarità<br />
naturalistiche dell'area "<strong>Orobie</strong>";<br />
- con un’estensione di circa 70.000 ettari e la presenza di un articolato sottoinsieme di siti<br />
Rete Natura 2000 (con otto Siti di Importanza Comunitaria e una vasta Zona di<br />
Protezione Speciale), che ricopre la quasi totalità dell’area protetta (spingendosi in<br />
diversi casi anche oltre il confine del parco regionale), il <strong>Parco</strong> costituisce uno principali<br />
elementi di congiunzione tra la Rete Ecologica Regionale, il sistema regionale <strong>delle</strong> Aree<br />
protette ed il sistema comunitario di Rete Natura 2000;<br />
- a differenza dell'ambito valtellinese, la localizzazione meridionale e l'inclusione di una<br />
significativa porzione della fascia prealpina, fattori determinanti anche per gli aspetti<br />
sopra delineati, e la presenza di sistemi fluviali sviluppati in direzione nord-sud,<br />
consente al <strong>Parco</strong> di porsi in relazione funzionale con i territori di collina e di pianura.<br />
Al <strong>Parco</strong> <strong>delle</strong> <strong>Orobie</strong> <strong>Bergamasche</strong> può essere pertanto attribuito il ruolo di principale<br />
serbatoio di biodiversità naturale della fascia prealpina lombarda.<br />
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POTENZIAMENTO DEGLI ELEMENTI <strong>DI</strong> CONNETTIVITÀ ECOLOGICA NELL'AREA PRIORITARIA OROBIE<br />
- Ambito Valle Seriana -<br />
Figure 1 - 2: Localizzazione del <strong>Parco</strong> Regionale <strong>delle</strong> <strong>Orobie</strong> <strong>Bergamasche</strong> rispetto alle quadro <strong>delle</strong><br />
aree prioritarie per la biodiversità regionali (1) e al sistema Rete Natura 2000 della Lombardia (2).<br />
All’esterno del <strong>Parco</strong> e come del resto si riscontra in gran parte del territorio regionale,<br />
anche nell'area bergamasca i più intensi processi di urbanizzazione ed alterazione del<br />
territorio hanno coinvolto principalmente l'ambito collinare e di pianura. L'intensa<br />
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POTENZIAMENTO DEGLI ELEMENTI <strong>DI</strong> CONNETTIVITÀ ECOLOGICA NELL'AREA PRIORITARIA OROBIE<br />
- Ambito Valle Seriana -<br />
trasformazione dei questi territori ha depauperato significativamente il patrimonio<br />
ambientale, che ad oggi risulta circoscritto a ridotte aree di naturalità (talora<br />
qualitativamente non del tutto soddisfacenti), corrispondenti al sistema dei parchi fluviali e<br />
di cintura metropolitana, quali in particolare il <strong>Parco</strong> dei colli di Bergamo ed il <strong>Parco</strong> del<br />
Serio, ed al sistema dei Parchi locali ad interesse sovracomunale.<br />
Considerata la ridotta estensione di tali aree, l’accennata presenza di elementi di degrado<br />
già in atto e gli elementi di pressione e/o alterazione che insistono su di esse, è possibile<br />
ipotizzare che la conservazione a lungo temine di sufficienti livelli di biodiversità in questi<br />
territori possa avvenire solo garantendo il mantenimento dei possibili processi di dispersione<br />
ecologica dall’area <strong>delle</strong> prealpi orobiche, attraverso sistemi fluviali che mantengono in<br />
diretto contatto i due diversi ambiti.<br />
L’effettiva esistenza dei citati processi di dispersione è già documentata soprattutto in<br />
contesti di forra ad esempio nell’area dell’Isola bergamasca, dove non è infrequente<br />
rinvenire specie vegetali tipiche dei prati magri o dei boschi prealpini: è questo ad esempio il<br />
caso di Sesleria varia, importante e fondamentale specie edificante praterie prealpino-<br />
insubriche su calcare ad elevatissima biodiversità, la quale è rinvenibile anche nella forra del<br />
Brembo presso Brembate.<br />
Figura 3: Sistema di rete ecologica esistente tra l'area dell'area <strong>delle</strong> <strong>Orobie</strong> e la pianura bergamasca.<br />
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- Ambito Valle Seriana -<br />
Immaginando la dinamica di processi ecologici che possono avvenire all'interno del territorio<br />
bergamasco, è pertanto possibile definire un sistema di rete nel quale al <strong>Parco</strong> <strong>delle</strong> <strong>Orobie</strong> è<br />
attribuito il ruolo di fondamentale e principale area sorgente (area source) ed alle aree<br />
protette della bassa bergamasca il ruolo di aree sink, collegate tra loro da corridoi ecologici<br />
corrispondenti ai sistemi fluviali del Brembo-Adda e del Serio, giustamente designati nel<br />
disegno della RER quali principali corridoi primari.<br />
Il territorio del <strong>Parco</strong> non presenta ovviamente eguali ed omogenei livelli di qualità<br />
naturalistica all’interno del proprio ambito di competenza.<br />
In particolare, con gli studi naturalistici condotti dal <strong>Parco</strong> per lo sviluppo del progetto<br />
denominato “Piano Naturalistico” 1 , ulteriormente aggiornati in occasione della redazione dei<br />
Piani di Gestione dei siti Natura 2000 di cui il <strong>Parco</strong> è ente gestore, sono stati elaborati<br />
specifici modelli di analisi ambientale finalizzati alla classificazione del territorio in diversi<br />
livelli di qualità ambientale e faunistica.<br />
I risultati dei processi di modellizzazione effettuati, confluiti nell'elaborazione <strong>delle</strong><br />
cartografie "Carta <strong>delle</strong> classi di valore di valore naturalistico <strong>delle</strong> unità ambientali" e "Carta<br />
della qualità faunistica complessiva", hanno pertanto permesso l'identificazione, all'interno<br />
del territorio del <strong>Parco</strong>, <strong>delle</strong> aree a maggior rilevanza naturalistica.<br />
Figura 4: Carta <strong>delle</strong> classi di valore di valore naturalistico <strong>delle</strong> unità ambientali (Studi per il<br />
Piano Naturalistico <strong>delle</strong> <strong>Orobie</strong> <strong>Bergamasche</strong> - Fase di Inventario, 2010)<br />
1 Progetto di pianificazione sperimentale messo in atto dal <strong>Parco</strong> per la promozione di una qualificazione<br />
ecologica su base volontaria da parte dei comuni dei rispettivi strumenti urbanistici.<br />
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- Ambito Valle Seriana -<br />
Figura 5: Carta della qualità faunistica complessiva (Piano di gestione della ZPS IT2060401<br />
"<strong>Parco</strong> Regionale <strong>Orobie</strong> <strong>Bergamasche</strong>, 2010).<br />
Dalla "Carta della qualità faunistica complessiva" 2 , allegata al Piano di Gestione della<br />
IT2060401 “<strong>Parco</strong> Regionale <strong>Orobie</strong> <strong>Bergamasche</strong>”, possono essere macroscopicamente<br />
identificati quattro distinti settori che presentano livelli di biodiversità particolarmente<br />
rilevanti, quali:<br />
il settore nord-ovest dell’Alta Val Brembana;<br />
il settore sud-est della Val di Scalve;<br />
i settori della medio-alta Valle Seriana disposti in destra ed in sinistra orografica, e<br />
rispettivamente corrispondenti in prima approssimazione ai territori dei SIC IT2060009<br />
"Val Nossana – Cima di Grem" e IT2060009 “Val Sedorinia - Valzurio - Pizzo della<br />
Presolana”;<br />
i quali, in un'ottica di rete ecologica, posso essere identificati come aree prioritarie per la<br />
biodiversità <strong>delle</strong> <strong>Orobie</strong> bergamasche.<br />
Tra i diversi settori sopra individuati, si ritiene altamente probabile che gli ambiti ricadenti<br />
nell'area della medio-alta Valle Seriana rivestano il ruolo principale per il mantenimento del<br />
processo source-sink sopra descritto.<br />
Entrambi, infatti, presentano diversi fattori funzionali a tale processo, quali:<br />
2 Realizzata mediante la sommatoria pesata di modelli di idoneità faunistica (Habitat suitability index), e<br />
successivamente corretta e validata attraverso la metodologia expert-based, coinvolgendo vari esperti<br />
faunistici che hanno preso parte agli studi inerenti il progetto "Piano Naturalistico".<br />
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- Ambito Valle Seriana -<br />
- la collocazione geografica alla periferia del <strong>Parco</strong>, da cui discende la prossimità<br />
topografica con aree a naturalità attenuata di fondovalle, di collina e di pianura;<br />
- il carattere spiccatamente prealpino, che determina la presenza di numerosi elementi di<br />
interesse scientifico-conservazionistico non legati esclusivamente alle quote più elevate<br />
e pertanto maggiormente soggetti ai processi di dispersione di successo;<br />
- il diretto contatto, mediante un fitta rete di reticoli idrici secondari, con il sistema<br />
fluviale del Serio, principale asse di dispersione verso le aree sink.<br />
Essi, inoltre, presentano una particolare similarità dei caratteri territoriali, ambientali e<br />
biologici, principalmente determinati da un'omogeneità dei caratteri ecologici (meteoclima e<br />
substrato di tipo carbonatico) e topografici (ubicazione, altimetria), tale da far supporre che<br />
tra i due settori vi siano funzionali processi ecologici di scambio di individui e/o di<br />
popolazioni.<br />
L'insieme di tutti questi elementi ha determinato l'individuazione del settore della medio-<br />
alta Valle Seriana quale significativo e prioritario ambito di intervento per il potenziamento<br />
della funzionalità ecologica del territorio orobico nei processi di rete, in quanto ambito<br />
chiave sia a scala locale, ossia all'interno del territorio del <strong>Parco</strong>, che a scala extra-locale, per<br />
il ruolo di raccordo, transizione e connessione ecologica con ulteriori emergenze della RER<br />
esterne al <strong>Parco</strong>.<br />
Come già evidenziato nella relazione di progetto, le considerazioni sinteticamente esposte<br />
hanno già determinato l’avvio di significativi interventi di riqualificazione naturalistica nello<br />
spirito del mantenimento e potenziamento della rete ecologica locale.<br />
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- Ambito Valle Seriana -<br />
2 L'AMBITO <strong>DI</strong> INTERESSE E LA RETE ECOLOGICA LOCALE<br />
2.1 Inquadramento generale dell'ambito di interesse: la Valle Seriana<br />
La Valle Seriana si estende per circa 460 Kmq nella zona orientale della Provincia di Bergamo<br />
e costituisce circa il 20% del territorio provinciale. I confini son definiti dal bacino idrografico<br />
del fiume Serio che nasce tra il Pizzo Coca ed il Monte Torena ad una quota di circa 2500<br />
metri e sfocia, dopo 124 km, nell’Adda.<br />
Nella parte settentrionale della vallata son presenti i rilievi più elevati tra cui il Pizzo Coca<br />
(3052 m), il Pizzo Redorta (3038 m) e il Pizzo del Diavolo (2926 m), e numerose valli laterali<br />
tra cui alcune di dimensioni significative, come la Val Lizzola, la Valle di Fiumenero, la<br />
Valgoglio, la Val Sanguigno, la Valcanale, la Val Sedornia, la Val Nossana, la Valle del Riso, la<br />
Valle del Rino e la Val Zurio.<br />
Dal punto di vista geologico l'alta Valle Seriana è divisa in due settori ben distinti: a nord si<br />
trovano rocce silicee di origine metamorfica modellate principalmente dall’azione dei<br />
ghiacciai quaternari mentre a sud il substrato è di matrice carbonatica, modellato dall’azione<br />
dei corsi d’acqua e fortemente carsicizzato.<br />
Secondo Tomaselli et al. (1973) la Valle dal punto di vista bioclimatico appartiene alla zona<br />
con clima temperato, regione Mesaxerica, sottoregione Ipoxerica per quanto riguarda le<br />
quote inferiori, caratterizzate da formazioni di querce, aceri e frassino. Sopra i 1000 metri è<br />
presente la regione Axerica fredda, sottoregione temperato fredda di tipo A con faggete; a<br />
quote superiori segue la sottoregione Oroigrotera con faggete e boschi di aghifoglie ed infine<br />
la sottoregione molto fredda caratterizzata da brughiere subalpine e praterie d’alta quota.<br />
Sono proprio le fasce più elevate ad ospitare le specie più importanti dal punto di vista<br />
botanico, infatti, specialmente nel settore calcareo, si trovano diverse piante endemiche<br />
lombarde e addirittura stenoendemiche bergamasche come ad esempio Linaria tonzigii,<br />
Gallium montis arerae e Saxifraga presolanensis. La parte nord, con substrato siliceo e poco<br />
permeabile ospita invece importantissime fitocenosi legate alle aree umide ed in particolar<br />
modo alle torbiere e ai laghetti alpini, tra le specie più importanti si può citare ad esempio la<br />
carnivora Drosera rotundifolia.<br />
Il territorio della Valle Seriana è di grande rilevanza anche per quanto riguarda la fauna, oltre<br />
ad un numero elevatissimo di invertebrati endemici, si trovano diverse specie di anfibi tra cui<br />
rivestono grande importanza conservazionistica Salamandra atra e Bombina variegata; di<br />
rettili tra cui spicca per importanza Lacerta vivipara; di uccelli tra cui diversi rapaci e<br />
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- Ambito Valle Seriana -<br />
galliformi; e di mammiferi tra cui vari ungulati (capriolo, camoscio, stambecco e alcuni nuclei<br />
di mufloni immessi a fini venatori) e, negli ultimi anni, anche Orso e Lupo hanno fatto<br />
registrare la loro presenza con significativo e clamoroso impatto sulla popolazione, come<br />
attestato tra l’altro dai mass media.<br />
Per preservare l’importanza naturalistica del territorio della Valle Seriana, sul territorio sono<br />
presenti il <strong>Parco</strong> <strong>delle</strong> <strong>Orobie</strong> <strong>Bergamasche</strong> e quattro siti della Rete Natura 2000: la ZPS<br />
"<strong>Parco</strong> Regionale <strong>Orobie</strong> <strong>Bergamasche</strong>" e i SIC “Alta Valle Brembana – Laghi Gemelli”, “Valle<br />
Sedornia - Val Zurio - Pizzo della Presolana” e “Val Nossana - Cima di Grem”.<br />
Per le motivazioni precedentemente esposte, l’ambito di interesse su cui è stato incentrato il<br />
presente studio corrisponde al settore inferiore dell'alta Valle Seriana, nel tratto compreso<br />
tra il comune di Ponte Nossa e quello di Ardesio. I comuni che risultano pertanto inclusi<br />
almeno parzialmente nell’area di studio sono: Oneta, Gorno, Premolo, Ponte Nossa, Parre,<br />
Piario, Clusone, Villa d’Ogna, Rovetta, Oltressenda Alta e Ardesio.<br />
Figura 6: rappresentazione dell'ambito di interesse.<br />
Dal punto di vista geologico, l’area si presenta omogenea con substrato carbonatico di<br />
origine sedimentaria fortemente permeabile e carsicizzato. Il sistema idrografico è quello<br />
tipico <strong>delle</strong> zone carsiche, caratterizzato dalla quasi totale assenza di acqua alle quote più<br />
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- Ambito Valle Seriana -<br />
elevate e alla massiccia presenza di sorgenti anche di grosse dimensioni a quote minori. In<br />
questo quadro risultano di grande importanza le numerose pozze d’alpeggio create<br />
dall’uomo nel corso degli anni che, oltre a fungere da raccolte d’acqua per l’abbeverata degli<br />
animali selvatici, rappresentano gli habitat idonei per la riproduzione <strong>delle</strong> numerose specie<br />
di anfibi e degli ancor più abbondanti invertebrati presenti.<br />
Dal punto di vista botanico e faunistico oltre a quanto già accennato bisogna sottolineare<br />
che in particolar modo attorno ai rilievi principali (Pizzo Arera, Monte Secco, Pizzo della<br />
Presolana e Ferrante) si raggiungono i numeri più elevati per quanto concerne la presenza di<br />
specie endemiche e stenoendemiche sia animali che vegetali.<br />
Per quanto riguarda gli insediamenti, l’area è caratterizzata da aree urbane concentrate<br />
principalmente lungo l’asse vallivo principale del Serio, che fino all'altezza di Villa d'Ogna<br />
costituiscono una sorta di città lineare, sviluppatasi lungo la strada provinciale ex SS 49,<br />
infrastruttura viaria che attraversa l'intera valle portando dal capoluogo Bergamo sino a<br />
Valbondione, ultimo comune della valle.<br />
Nelle valli laterali (Val del Riso, Val Nossana, Val Zurio e Val Canale), gli insediamenti<br />
risultano poco sviluppati specialmente alle quote più elevate, anche se in alcune zone di<br />
riscontra una limitata tendenza allo “sprawl”.<br />
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- Ambito Valle Seriana -<br />
2.2 Individuazione degli elementi di rete<br />
Nota la disposizione dei principali nodi di rete coinvolti nell'ambito di studio, ossia le due<br />
aree prioritarie locali individuate nel precedente capitolo, ed il corridoio primario regionale<br />
del Fiume Serio, si è provveduto a delineare il disegno di rete ecologica locale, individuando<br />
sul territorio i possibili elementi che consentono un collegamento ecologicamente<br />
funzionale tra questi nodi.<br />
Il disegno di rete (vd. Tavola "La Rete Ecologica Locale") è stato così costituito individuando i<br />
seguenti elementi:<br />
AREE SORGENTI:<br />
Le aree sorgenti rappresentano i serbatoi di biodiversità per il territorio che le circonda,<br />
in quanto caratterizzate da un elevato livello di biodiversità, costituiscono il punto di<br />
partenza della dispersione dei giovani in cerca di nuovi territori, le aree di riproduzione e<br />
di nidificazione, nonché il punto di ritrovo e aggregazione <strong>delle</strong> cosiddette lekking<br />
species, favorendo lo scambio genetico tra individui provenienti anche da aree lontane.<br />
La delimitazione cartografica di queste aree è stata effettuata attraverso l'applicazione<br />
di un modello Hot spot analysis alla carta vettoriale della qualità faunistica complessiva 3 ,<br />
individuando in questo modo non il semplice insieme <strong>delle</strong> aree poste al di sopra di un<br />
determinato valore soglia di qualità, ma l'ambito nel quale le aree con alto valore di<br />
qualità sono maggiormente concentrate e reciprocamente relazionate tra loro e quindi<br />
in grado di mantenere più efficacemente popolazioni (ed eventualmente<br />
metapopolazioni) stabili.<br />
Con questa metodologia, nell'area di studio, sono state delimitate due distinte aree<br />
sorgenti:<br />
la prima corrispondente alle porzioni sommitali dei monti Belloro, Golla, Grem,<br />
Arera, Vedro, Valmora, Verem, Fop, Secco e Vaccaro, denominata (Area sorgente<br />
P.zo Arera, M.te Grem, M.te Vaccaro);<br />
la seconda corrisponde alla parte alta della Val Zurio e della Val Rino e all'intera Val<br />
Sedornia, denominata (Area sorgente Massiccio della Presolana, M.te Timogno,<br />
M.te Vigna Vaga).<br />
3 Dalla quale sono state macroscopicamente individuate le due "aree prioritarie per la biodiversità <strong>delle</strong> <strong>Orobie</strong><br />
<strong>Bergamasche</strong>" (vd. par. 1.1)<br />
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POTENZIAMENTO DEGLI ELEMENTI <strong>DI</strong> CONNETTIVITÀ ECOLOGICA NELL'AREA PRIORITARIA OROBIE<br />
AREE <strong>DI</strong> CONNETTIVITÀ PRIMARIA:<br />
- Ambito Valle Seriana -<br />
Si tratta degli elementi non lineari attraverso i quali avvengono prioritariamente i<br />
processi di connessione ecologica tra aree sorgenti o altri elementi primari di rete.<br />
All'interno del territorio in esame, grazie ad una bassa densità di urbanizzazione, è<br />
opportuno considerare il fatto che esiste, almeno in prima approssimazione, una<br />
matrice diffusa di buona qualità generale 4 . Tuttavia è importante sottolineare che le<br />
varie specie animali e vegetali di regola non utilizzano il territorio naturale in maniera<br />
ubiquitaria ma al contrario risultano legate a specifiche tipologie di ambienti o di gruppi<br />
di ambienti, quali, in prima approssimazione, le aree aperte, le aree boscate e gli<br />
ambienti acquatici. L'esistenza di una matrice ad elevata naturalità non è pertanto di per<br />
sé elemento sempre sufficiente a garantire una reale possibilità di connessione tra<br />
distinte aree sorgenti. Per garantire sufficienti livelli di biodiversità ed una connettività<br />
ecologica effettivamente funzionale, è necessario assicurare che le varie pach della<br />
matrice ambientale costituiscano un mosaico variegato, nel quale sia possibile<br />
riconoscere diverse tipologie di reti/corridoi che mantengono in connessione habitat<br />
simili tra loro.<br />
Sulla base di questi presupposti, è stata valutata la disposizione nel territorio <strong>delle</strong><br />
seguenti macro tipologie ambientali:<br />
- Ambienti aperti: che nel nostro caso includono ambienti rupicoli, praterie e pascoli<br />
d'alta quota e prati stabili;<br />
- Ambienti boscati: che includono boschi di conifere, boschi di latifoglie, boschi misti,<br />
cespuglieti ed arbusteti;<br />
- Ambienti acquatici: che includono tipologie lentiche quali soprattutto pozze e altri<br />
piccoli specchi d'acqua, ovvero corsi d'acqua principali e secondari, incluse le<br />
formazioni riparie ad essi connessi.<br />
Tali tipologie risultano tutte disposte secondo i principali elementi morfologici, ossia<br />
lungo l’asse vallivo principale della Val Seriana e le rispettive valli laterali.<br />
La delimitazione cartografica degli elementi di interesse è stata pertanto effettuata<br />
identificando, tra le vallate presenti nell'area di studio, quelle che, per disposizione<br />
orografica, definiscono una possibile linea di connessione tra le due aree sorgenti ed il<br />
fiume Serio, ossia:<br />
4 La RER classifica infatti l'intero territorio montano, ad eccezione dei fondovalle maggiormente antropizzati,<br />
come elementi di primo livello.<br />
Definizione della Rete Ecologica Locale Pagina 16
POTENZIAMENTO DEGLI ELEMENTI <strong>DI</strong> CONNETTIVITÀ ECOLOGICA NELL'AREA PRIORITARIA OROBIE<br />
- Ambito Valle Seriana -<br />
la Val Nossana, che con le adiacenti Valle del Riso e Fontagnone rappresenta la<br />
principale linea di connettività tra il centro dell’area sorgente “M.te Arera, M.te<br />
Grem, M.te Vaccaro” e l’asta del fiume Serio, disposta in direzione nord-est sud-<br />
ovest;<br />
la Val Zurio, che con l’adiacente Val Rino, rappresenta la principale linea di<br />
connettività tra il centro dell’area sorgente “Massiccio della Presolana, M.te<br />
Timogno, M.te Vigna Vaga” e l’asta del fiume Serio, disposta in direzione nord-ovest<br />
– sud est, simmetrica e connessa alla precedente.<br />
CORRIDOI PRIMARI:<br />
Sono elementi lineari attraverso i quali avvengono prioritariamente i processi di<br />
connessione ecologica tra aree sorgenti o altri elementi primari di rete.<br />
Quale corridoio primario è stato ovviamente individuato, in coerenza con il disegno di<br />
rete generale definito da Regione Lombardia, l’asta fluviale del Fiume Serio, che alla<br />
scala considerata rappresenta la principale direttrice di dispersione ecologica verso i<br />
contesti di media valle e di pianura.<br />
VARCHI:<br />
Sono rappresentati da restringimenti degli habitat naturali o semi-naturali la cui<br />
compromissione può determinare la definitiva interruzione della continuità ecologica tra<br />
ambienti o tessere di ambienti.<br />
Anche in questo caso, per l’individuazione dei possibili varchi è stato fatto riferimento al<br />
disegno generale della RER, la quale individua un varco “da tenere e deframmentare” in<br />
Comune di Parre, all’altezza della località Campignano. Individuazione consolidata<br />
attraverso dati di campagna, con i quali è stato possibile verificare che tale area<br />
rappresenta, oggettivamente, l’unico significativo punto di continuità tra il versante<br />
orografico destro e sinistro del tratto di fondovalle che va da Ponte Nossa sino a Villa<br />
d’Ogna, dove vi è la congiunzione tra le due direttrici di connettività primaria.<br />
Definizione della Rete Ecologica Locale Pagina 17
POTENZIAMENTO DEGLI ELEMENTI <strong>DI</strong> CONNETTIVITÀ ECOLOGICA NELL'AREA PRIORITARIA OROBIE<br />
- Ambito Valle Seriana -<br />
2.3 Descrizione dei principali elementi di rete<br />
2.3.1 LE AREE SORGENTI:<br />
Pizzo Arera, Monte Grem, Monte Vaccaro<br />
Descrizione: l’area sorgente corrisponde all’ampia zona montuosa (5.632 ha) comprendente<br />
le porzioni sommitali dei monti Belloro, Golla, Grem, Arera, Vedro, Valmora, Verem, Fop,<br />
Secco e Vaccaro, situata ad una quota compresa tra i 1.000 e i 2.300 m s.l.m..<br />
L’ambito in questione risulta particolarmente significativo per la sua ricchezza floristica e per<br />
l’espressione di vegetazioni peculiari degli ambienti di alta quota dei massicci carbonatici<br />
prealpini (vallette nivali, aree carsiche, rupi, pietraie, praterie microterme a Carex firma,<br />
praterie xerofile del tipo dei seslerio-sempervireti), alle quali si aggiungono l’estesa fascia di<br />
pascoli su calcare situata su basse pendenze e suoli neutri (Cima di Grem, Monte Golla, Cima<br />
di Leten). Esso rappresenta uno dei territori più ricchi di specie endemiche a distribuzione<br />
esclusiva <strong>delle</strong> Prealpi Lombarde calcaree, tra le quali merita particolare attenzione la specie<br />
Linaria tonzigii, stenoendemita ad areale molto ristretto, esclusiva del settore bergamasco<br />
<strong>delle</strong> Prealpi Lombarde, elencata nell’allegato 2 della direttiva 92/43/CEE, di cui proprio in<br />
questa zona si trovano le popolazioni più numerose.<br />
Oltre che per la ricchezza floristica, quest'area si contraddistingue anche per la presenza di<br />
numerose specie faunistiche di grande importanza scientifico-conservazionistica; il<br />
substrato, omogeneo e di matrice calcarea, ha infatti favorito nel tempo la formazione di<br />
una significativa varietà di ambienti idonea ad ospitare molte specie sia animali che vegetali.<br />
L'area si contraddistingue in particolare per il notevole interesse erpetologico: in essa sono<br />
infatti maggiormente diffusi il tritone crestato (Triturus carnifex), l’ululone da ventre giallo<br />
(Bombina variegata) e la raganella italiana (Hyla intermedia), che in quest'area raggiungono<br />
quote particolarmente elevate, superando i 1.650 m s.l.m.. In particolare, il tritone crestato<br />
italiano è stato rilevato a 1.675 m e la raganella italiana oltre 1.650 m (entrambi record<br />
altitudinale per le Alpi), mentre l'ululone a quota 1.685 m.<br />
Segue l’elencazione degli elementi di interesse secondo le Direttive “Habitat” ed “Uccelli”:<br />
Habitat (Dir. 92/43/CEE):<br />
4060 “Lande alpine e boreali”; 4070* “Boscaglie di Pinus mugo e di Rhododendron hirsutum<br />
(Mugo Rhododendretum hirsuti)”; 6170 Formazioni erbose calcicole alpine e subalpine;<br />
6210* “Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato<br />
calcareo (Festuco-Brometalia)”; 6410 “Prateria con Molinia su terreni calcarei, torbosi o<br />
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POTENZIAMENTO DEGLI ELEMENTI <strong>DI</strong> CONNETTIVITÀ ECOLOGICA NELL'AREA PRIORITARIA OROBIE<br />
- Ambito Valle Seriana -<br />
argillo-limosi (Molinio caerulae)”; 6430 “Bordure planiziali, montane e alpine di megaforbie<br />
idrofile”; 6520 “Praterie montane da fieno”; 8120 “Ghiaioni calcarei e scisto-calcareimontani<br />
e alpini (Thlaspietea rotundifolii)”; 8210 “Pareti rocciose calcaree con vegetazione<br />
casmofitica”; 9130 “Faggete dell’Asperulo-Fagetum)”; 9150 “Faggeti calcicoli dell’Europa<br />
Centrale del Cephalantero-Fagion”; 9410 “Foreste acidofile montane e alpine di Picea”; 8310<br />
“Grotte non sfruttate a livello turistico”.<br />
Specie (Dir. 92/43/CEE):<br />
PIANTE: Linaria tonzigii (All. 2); Physoplexis comosa (All. 4); Saxifraga presolanensis (All. 4).<br />
RETTILI: Podarcis muralis (All. 4); Lacerta bilineata (All. 4); Coronella austriaca (All. 4);<br />
Zamenis longissimus (All. 4).<br />
ANFIBI: Triturus carnifex (All. 2); Bombina variegata (All. 2); Salamandra atra (All. 4); Hyla<br />
intermedia (All. 4).<br />
MAMMIFERI: Eptesicus serotinus (All. 4); Plecotus auritus (All. 4); Canis Lupus * (All. 2); Ursus<br />
arctos * (All. 2). [ * Presenza episodica]<br />
Specie (Dir 09/147/CEE)<br />
UCCELLI: Pernis apivorus, Circus cyaneus, Aquila chrysaetos, Tetrao tetrix, Milvus migrans,<br />
Alectoris graeca, Bubo bubo, Aegolius funereus, Lanius collurio, Dryocopus martius, Falco<br />
peregrinus, Sylvia nisoria, Bonasia bonasia (All. 1); Buteo buteo, Strix aluco, Ptyonoprogne<br />
rupestris, Prunella collaris, Saxicola rubetra, Monticola saxatilis, Turdus torquatus, Turdus<br />
viscivorus, Sylvia curruca, Tichodroma muraria, Pyrrhocorax graculus, Carduelis flammea,<br />
Picus viridis, Aluada arvensis, Phylloscopus bonelli, Emberiza citrinella (Non All. 1).<br />
Stato di conservazione e protezione attuali: l’area sorgente è interamente ricompresa nel<br />
<strong>Parco</strong> Regionale <strong>delle</strong> <strong>Orobie</strong> <strong>Bergamasche</strong>; gran parte di essa è interessata, inoltre, dal SIC<br />
IT2060009 "Val Nossana–Cima di Grem" e dalla ZPS IT2060401 "<strong>Parco</strong> Regionale <strong>Orobie</strong><br />
<strong>Bergamasche</strong>"; il grado di conservazione è in generale buono.<br />
Possibili minacce: gli habitat maggiormente minacciati sono quelli caratteristici degli<br />
ambienti prativi. L'espansione del bosco e della vegetazione arbustiva, non più ostacolata<br />
dall'azione dell'uomo, sta infatti determinando una forte contrazione di queste aree. Per le<br />
quote più elevate questo processo è ancora abbastanza contenuto, anche se è prevedibile<br />
una sua intensificazione negli anni avvenire.<br />
Per le aree ancora attivamente pascolate, il pericolo principale è invece rappresentato dal<br />
sovrapascolo dovuto ad un carico di bestiame non adeguato e non bene distribuito nei vari<br />
Definizione della Rete Ecologica Locale Pagina 19
POTENZIAMENTO DEGLI ELEMENTI <strong>DI</strong> CONNETTIVITÀ ECOLOGICA NELL'AREA PRIORITARIA OROBIE<br />
- Ambito Valle Seriana -<br />
settori dell'alpeggio, che comporta impoverimento del valore foraggero, infestazione da<br />
parte di specie nitrofile e rischi di erosione in conseguenza allo scalzo della cotica erbosa.<br />
La diminuzione <strong>delle</strong> pratiche di alpeggio influisce negativamente anche sul mantenimento<br />
<strong>delle</strong> pozze di abbeverata, le quali in questo territorio rappresentano i siti riproduttivi<br />
preferenziali per diverse e significative specie di anfibi.<br />
In linea di principio, gli habitat di alta quota potrebbero essere inoltre minacciati dai<br />
cambiamenti climatici che potrebbero avere impatti negativi specialmente sulla flora.<br />
Indicazioni per la conservazione e gestione: per un mantenimento e/o ripristino degli<br />
habitat più a rischio si ritiene necessaria l'attuazione <strong>delle</strong> seguenti azioni: regolamentazione<br />
del pascolo in modo da ridurre la nitrificazione del suolo e la conseguente diffusione di<br />
specie di scarso valore naturalistico; mantenimento <strong>delle</strong> radure e degli spazi aperti<br />
mediante sfalcio e decespugliamento, contenimento dell'imboschimento mediante<br />
diradamenti al margine del bosco; ripristino e manutenzione <strong>delle</strong> pozze di abbeverata e<br />
<strong>delle</strong> aree umide naturali.<br />
Massiccio della Presolana, Monte Timogno, Monte Vigna Vaga<br />
Descrizione: l’area sorgente ha una superficie di circa 7.538 ha e ricomprende la parte alta<br />
della Val Zurio e della Val Rino e l'intera Val Sedornia, delimitate dalle vette di Presolana,<br />
Ferrante, Vigna Vaga e Sponda Vaga, nonché alle rispettive testate montuose in versante<br />
scalvino, con un range altimetrico mediamente compreso tra i 1.000 e i 2.500 m s.l.m..<br />
L'area corrisponde approssimativamente al cuore del SIC IT2060005 "Valle Sedornia, Val<br />
Zurio, Pizzo della Presolana", che con i suoi 12.977 ha rappresenta il SIC più grande della<br />
Lombardia e uno più significativi a livello comunitario.<br />
L’area in questione, infatti, risulta di grandissimo valore conservazionistico e naturalistico<br />
specialmente per la presenza massiccia di piante e invertebrati endemici e stenoendemici<br />
legati al substrato calcareo e concentrati principalmente alle quote più elevate in<br />
corrispondenza <strong>delle</strong> praterie e degli habitat rupicoli. Tra gli stenoendemiti botanici risultano<br />
di grande interesse naturalistico e conservazionistico Linaria tonzigii (elencata nell’allegato 2<br />
della direttiva 92/43/CEE), Saxifraga presolanensis, Asplenium presolanense e Galium<br />
montis-arerae; per quanto riguarda gli invertebrati endemici si possono citare ad esempio<br />
Byrrhus focalirei, Cochlostoma canestrini e Graziana alpestris.<br />
Nella parte più a nord (versante destro della Val Sedornia), il substrato è invece di tipo siliceo<br />
e fortemente impermeabile, l'ambiente si caratterizza quindi per la presenza di laghetti<br />
Definizione della Rete Ecologica Locale Pagina 20
POTENZIAMENTO DEGLI ELEMENTI <strong>DI</strong> CONNETTIVITÀ ECOLOGICA NELL'AREA PRIORITARIA OROBIE<br />
- Ambito Valle Seriana -<br />
alpini e aree umide che ospitano specie molto interessanti sia animali che vegetali. Anche in<br />
quest’area sono presenti piante ad areale molto ristretto come Sanguisorba dodecandra e<br />
Viola comollia.<br />
Segue l’elencazione degli elementi di interesse secondo le Direttive “Habitat” ed “Uccelli”.<br />
Habitat (Dir. 92/43/CEE):<br />
4060 “Lande alpine e boreali”; 4070* “Boscaglie di Pinus mugo e di Rhododendron hirsutum<br />
(Mugo Rhododendretum hirsuti)”; 6170 Formazioni erbose calcicole alpine e subalpine;<br />
6210* “Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato<br />
calcareo (Festuco-Brometalia)”; 6410 “Prateria con Molinia su terreni calcarei, torbosi o<br />
argillo-limosi (Molinio caerulae)”; 6430 “Bordure planiziali, montane e alpine di megaforbie<br />
idrofile”; 6520 “Praterie montane da fieno”; 8120 “Ghiaioni calcarei e scisto-calcareimontani<br />
e alpini (Thlaspietea rotundifolii)”; 8210 “Pareti rocciose calcaree con vegetazione<br />
casmofitica”; 9130 “Faggete dell’Asperulo-Fagetum”; 9150 “Faggeti calcicoli dell’Europa<br />
Centrale del Cephalantero-Fagion” ; 9180* “Foreste di versanti, ghiaioni e valloni del Tilio-<br />
Acerion”; 9410 “Foreste acidofile montane e alpine di Picea”; 9420 “Foreste alpine di Larix<br />
decidua e/o Pinus cembra”; 8310 “Grotte non sfruttate a livello turistico”.<br />
Specie (Dir. 92/43/CEE):<br />
PIANTE: Linaria tonzigii (All. 2); Physoplexis comosa (All. 4); Saxifraga presolanensis (All. 4).<br />
RETTILI: Podarcis muralis (All. 4); Lacerta bilineata (All. 4); Coronella austriaca (All. 4);<br />
Zamenis longissimus (All. 4); Hierophis viridiflavus (All. 4).<br />
ANFIBI: Triturus carnifex (All. 2); Salamandra atra (All. 4); Hyla intermedia (All. 4).<br />
MAMMIFERI: Eptesicus serotinus (All. 4); Plecotus auritus (All. 4); Canis Lupus * (All. 2); Ursus<br />
arctos * (All. 2). [ * Presenza episodica]<br />
Specie (Dir 09/147/CEE):<br />
UCCELLI: Pernis apivorus, Circus cyaneus, Aquila chrysaetos, Tetrao tetrix, Tetrao urugallus,<br />
Milvus migrans, Alectoris graeca, Bubo bubo, Aegolius funereus, Lanius collurio, Dryocopus<br />
martius, Bonasia bonasia, Cricaetus gallicus, Lagopus mutus, Crex crex (All. 1); Buteo buteo,<br />
Strix aluco, Ptyonoprogne rupestris, Prunella collaris, Saxicola rubetra, Monticola saxatilis,<br />
Turdus torquatus, Turdus viscivorus, Sylvia curruca, Tichodroma muraria, Pyrrhocorax<br />
graculus, Carduelis flammea, Picus viridis, Aluada arvensis, Phylloscopus bonelli, Emberiza<br />
citronella, Accipiter gentilis, Accipiter nisus, Picoides major, Cinclus cinclus, Phoenicurus<br />
phoenicurus, Parus cristatus, Sitta europaea, Certhia familiaris, Nucifraga caryocatactes,<br />
Montifringilla nivalis (Non All. 1).<br />
Definizione della Rete Ecologica Locale Pagina 21
POTENZIAMENTO DEGLI ELEMENTI <strong>DI</strong> CONNETTIVITÀ ECOLOGICA NELL'AREA PRIORITARIA OROBIE<br />
- Ambito Valle Seriana -<br />
Stato di conservazione e protezione attuali: l’intera area in questione rientra nel <strong>Parco</strong><br />
Regionale <strong>delle</strong> <strong>Orobie</strong> <strong>Bergamasche</strong>, gran parte dell’area, inoltre, ricade nel SIC IT2060005<br />
“Val Sedornia - Val Zurio - Pizzo della Presolana” e nella ZPS <strong>Parco</strong> Regionale <strong>Orobie</strong><br />
<strong>Bergamasche</strong>. La qualità in generale è buona, e risulta eccezionale nelle stazioni rupicole<br />
carbonatiche, nelle aree carsiche e nelle pietraie calcaree.<br />
Possibili minacce: anche in quest'ambito, gli habitat maggiormente minacciati sono quelli<br />
aperti. L’avanzata del bosco e degli arbusti causata dall’abbandono <strong>delle</strong> tradizionali pratiche<br />
agricole legate all’alpeggio e alla fienagione, sta infatti fortemente incidendo sull'estensione<br />
di questi habitat. Per le quote più elevate questo processo è ancora abbastanza contenuto,<br />
anche se è prevedibile una sua intensificazione negli anni avvenire.<br />
Per le aree ancora attivamente pascolate, il pericolo principale è invece rappresentato dal<br />
sovrapascolo dovuto ad un carico di bestiame non adeguato e non bene distribuito nei vari<br />
settori dell'alpeggio, che comporta impoverimento del valore foraggero, infestazione da<br />
parte di specie nitrofile e rischi di erosione in conseguenza allo scalzo della cotica erbosa.<br />
Per gli habitat rupestri e le formazione erbose calcicole del Massicio della Presolana e<br />
del'altopiano carsico del "Mare in Burrasca", i principali fattori di disturbo sono<br />
rappresentati dalle opere di manutenzione degli impianti sciistici (che hanno già fortemente<br />
compromesso lo stato di conservazione di questi luoghi) e da progetti di ampliamento degli<br />
stessi, che potrebbero irrimediabilmente influenzare l'integrità di alcuni habitat di alta<br />
quota. In linea di principio, gli habitat di alta quota potrebbero essere inoltre minacciati dai<br />
cambiamenti climatici che potrebbero avere impatti negativi specialmente sulla flora.<br />
A quote minori, tra le minacce si evidenzia anche il disturbo indotto da una fruizione<br />
attualmente non regolamentata né controllata: soprattutto negli ultimi anni si è assistito in<br />
diverse occasioni allo svolgimento di manifestazioni non autorizzate che hanno provocato<br />
rumore con significativo disturbo alla fauna, oltre all’abbandono di cumuli di rifiuti.<br />
Altrettanto dicasi per transito non autorizzato di motocross, quad, fuoristrada, ecc.<br />
Indicazioni per la conservazione e gestione: per un idoneo mantenimento e/o ripristino<br />
degli habitat più a rischio si ritiene necessaria l'attuazione <strong>delle</strong> seguenti misure:<br />
regolamentazione del pascolo in modo da ridurre la nitrificazione del suolo e la conseguente<br />
diffusione di specie di scarso valore naturalistico; mantenimento <strong>delle</strong> radure e degli spazi<br />
aperti mediante sfalcio e decespugliamento, contenimento dell'imboschimento mediante<br />
diradamenti al margine del bosco; nonché il ripristino di habitat compromessi dagli<br />
interventi legati alla creazione di piste da sci ed il controllo della fruizione non corretta e non<br />
rispettosa dei luoghi.<br />
Definizione della Rete Ecologica Locale Pagina 22
POTENZIAMENTO DEGLI ELEMENTI <strong>DI</strong> CONNETTIVITÀ ECOLOGICA NELL'AREA PRIORITARIA OROBIE<br />
- Ambito Valle Seriana -<br />
2.3.2 LE <strong>DI</strong>RETTRICI <strong>DI</strong> CONNETTIVITÀ PRIMARIA:<br />
Valle del Riso, Val Nossana, Valle Fontagnone<br />
Descrizione: l'area di connettività primaria comprende i bacini idrografici dei torrenti<br />
Nossana, Valle Fontagnone e Valle Fratti, nonché i versanti meridionali del monte Grem che<br />
consentono il collegamento con la Valle del Riso.<br />
L'asse principale di tale direttrice è rappresentato in particolare dalla Valle Nossana, ampia<br />
valle laterale posta in destra idrografica al Fiume Serio, disposta in direzione NO-SE, che si<br />
sviluppa a partire dalla media Valle Seriana all’altezza dell’abitato di Ponte Nossa, fino al<br />
massiccio del Pizzo Arera, nel centro dell'area sorgente “Pizzo Arera, Monte Grem, Monte<br />
Vaccaro”, al confine con la Valle Serina, vallata secondaria della Valle Brembana.<br />
Complessivamente l’intero sistema offre un impianto molto omogeneo ordinato su precise<br />
sequenze altitudinali e buoni livelli di naturalità.<br />
I versanti presentano una notevole e diversificata ricchezza vegetazionale, floristica e<br />
faunistica, legata in modo particolare al sistema degli alpeggi e dei prati da fienagione.<br />
Alle quote più elevate, si ritrovano sistemi a morfologia rupestre con praterie d’alta quota e<br />
vasti macereti, che si spingono fino ai piedi <strong>delle</strong> rupi dolomitiche del sistema sommitale.<br />
Proprio in quest'area si rilevano specie di grande interesse botanico, sono presenti alcune<br />
piante esclusive bergamasche e altre endemiche lombarde come e già citate Linaria tonzigii,<br />
Saxifraga presolanensis, Galium montis-arerae e Allium insubricum.<br />
La Val Nossana e le zone vicine sono caratterizzate da un forte carsismo e da una<br />
permeabilità del substrato che impedisce la formazione di aree umide in quota ma allo<br />
stesso tempo consente la formazione di numerose sorgenti ad altitudini inferiori come ad<br />
esempio quelle che si trovano tra Parre e Ponte Nossa.<br />
L'area ricomprende inoltre gran parte dell'ampio sistema di pozze di abbeverata, al quale si<br />
deve una significativa presenza di specie anfibie.<br />
Alla base di tale direttrice, sul fondovalle, si attestano gli abitati di Ponte Nossa, Premolo e<br />
Parre, i quali presentano uno sviluppo insediativo pressoché continuo che va dalla<br />
confluenza del torrente Riso fino alla confluenza del torrente Fontagnone, dove gli<br />
insediamenti iniziano a farsi più radi lungo i fronti della strada provinciale ex-SS49.<br />
Definizione della Rete Ecologica Locale Pagina 23
POTENZIAMENTO DEGLI ELEMENTI <strong>DI</strong> CONNETTIVITÀ ECOLOGICA NELL'AREA PRIORITARIA OROBIE<br />
Caratterizzazione dei sistemi di connettività 5 :<br />
- Ambito Valle Seriana -<br />
Sistema degli ambienti acquatici: i principali elementi che costituisco il sistema degli<br />
ambienti acquatici, all’interno dell’ambito denominato “Valle del Riso, Val Nossana, Valle<br />
Fontagnone”, sono:<br />
- una rete idrografica costituita da quattro corsi d’acqua principali, diretti tributari del<br />
fiume Serio (Torrenti Riso, Nossana, Val Fontagnone e Valle Fratti), e da diversi affluenti<br />
laterali;<br />
- una rete <strong>delle</strong> pozze di abbeverata costituita da una quarantina di piccoli invasi di<br />
raccolta d’acqua, anticamente realizzati in corrispondenza degli alpeggi al fine di<br />
garantire l’abbeverata del bestiame in zone altamente drenanti come le aree carsiche,<br />
concentrate principalmente sulla dorsale tra la Val Nossana e la Val del Riso.<br />
Figura 7: Il sistema degli ambienti acquatici all'interno della direttrice di connettività primaria "Val<br />
del Riso, Val Nossana, Val Fontagnone"<br />
I corsi d’acqua presenti nell'area di interesse presentano buone condizioni di naturalità per<br />
quasi tutto il loro corso, solo nella parte inferiore, in corrispondenza dei centri abitati, le<br />
acque vengono in parte regimate entro passaggi artificiali o captati ai fini acquedottistci.<br />
5 Al fine di valutare l’effettiva capacità funzionale della direttrice nei processi di rete è necessario verificare la<br />
presenza e la rispettiva dislocazione <strong>delle</strong> varie pach che costituisco il mosaico ambientale, al fine di verificare<br />
l’esistenza di efficienti sistemi di connessione (corridoi), o al contrario evidenziare la presenza di eventuali<br />
criticità.<br />
Definizione della Rete Ecologica Locale Pagina 24
POTENZIAMENTO DEGLI ELEMENTI <strong>DI</strong> CONNETTIVITÀ ECOLOGICA NELL'AREA PRIORITARIA OROBIE<br />
- Ambito Valle Seriana -<br />
Le possibili pressioni a cui possono essere soggetti tali elementi sono determinate da<br />
ulteriori interventi di regimazioni e/o di alterazione dell’alveo naturale.<br />
Per quanto riguarda le pozze di abbeverata, grazie ad uno specifico studio realizzato dal<br />
<strong>Parco</strong> negli anni 2008 - 2010 (Progetto Anfi.Oro - Anfibi Orobici) è stato possibile verificare<br />
puntualmente lo stato di conservazione <strong>delle</strong> pozze presenti nell'area ed il loro utilizzo da<br />
parte <strong>delle</strong> popolazione anfibie.<br />
Le campagne di monitoraggio hanno evidenziato come in quest'area si concentrano le più<br />
importati e significative popolazioni di anfibi dell'intera area parco, è stata infatti rilevata la<br />
presenza di 6 specie, tra cui il tritone crestato (Triturus carnifex), l’ululone da ventre giallo<br />
(Bombina variegata) e la raganella italiana (Hyla intermedia). Gli studi hanno inoltre<br />
dimostrato come, rispetto agli anni passati, le popolazioni non sembrano aver registrato un<br />
particolare declino 6 , facendo in alcuni casi registrare anche un ampliamento del loro areale<br />
(B. variegata e H. intermedia), questo grazie anche ad alcuni interventi di recupero e<br />
manutenzione effettuati dalle amministrazioni comunali e dal <strong>Parco</strong>.<br />
Nonostante la situazione particolarmente favorevole, rispetto ad altre situazioni ove si<br />
riscontra invece un declino della erpetofauna, lo studio ha sottolineato la necessità di<br />
effettuare ulteriori interventi di recupero e/o manutenzione (sono state in particolare<br />
segnalate 6 pozze prioritarie), al fine di favorire innanzitutto il mantenimento di<br />
metapopolazioni stabili, nonché creare possibili "siti-satellite" di collegamento in grado di<br />
favorire la dispersione <strong>delle</strong> popolazioni e la loro colonizzazione all'esterno dei territori del<br />
<strong>Parco</strong>.<br />
Incrociando, infatti i dati relativi alla presenza, anche in termini di abbondanza e diversità<br />
specifica, con la distribuzione reale e potenziale <strong>delle</strong> specie anfibie, è possibile ipotizzare<br />
come l'area della Val Nossana rappresenti una area fonte (source) per le rispettive aree<br />
limitrofe (Val Zurio e Val Asinina), ove nonostante l'idoneità dei territori, il minor numero dei<br />
siti riproduttivi ed il loro peggiore stato di conservazione ha probabilmente determinato un<br />
declino <strong>delle</strong> popolazioni attualmente presenti.<br />
6 Dati di monitoraggio tratti dal progetto Anfi.Oro:<br />
Specie Ante 2005 2008‐2009<br />
S. salamandra 1 ↑ (+2)<br />
T. carnifex 18 ↑ (+2)<br />
B. variegata 11 ↓ (‐1)<br />
B. bufo 11 ↑ (+3)<br />
H. intermedia 8 ↓ (‐1)<br />
R. temporaria 20 ↑ (+5)<br />
Definizione della Rete Ecologica Locale Pagina 25
POTENZIAMENTO DEGLI ELEMENTI <strong>DI</strong> CONNETTIVITÀ ECOLOGICA NELL'AREA PRIORITARIA OROBIE<br />
- Ambito Valle Seriana -<br />
Sistema <strong>delle</strong> aree aperte e <strong>delle</strong> aree boscate: la copertura vegetazionale dell’ambito “Valle<br />
del Riso, Val Nossana, Valle Fontagnone”, presenta una buona ripartizione tra ambienti<br />
aperti ed ambienti boscati, i quali coprono rispettivamente il 55% ed il 45% del territorio<br />
considerato, con una prevalenza dei prati e pascoli d'alta quota (58%) per la prima categoria<br />
e di boschi di latifoglie (82%) per la seconda.<br />
AREE APERTE AREE BOSCATE<br />
Analizzando anche la rispettiva disposizione spaziale <strong>delle</strong> diverse tipologie di pach è<br />
possibile rilevare come siano ancora visivamente distinguibili ampi e distinti "corridoi aperti"<br />
che dalle quote più elevate discendono con una certa continuità fino al fondovalle,<br />
mantenendo pertanto un collegamento tra i contesti a più elevata naturalità <strong>delle</strong> praterie di<br />
alta quota con i prati stabili tipici <strong>delle</strong> aree sub-montane e sub-ottimali. Stesso dicasi per i<br />
"corridoi boscati", che si sviluppano linearmente lungo le principali linee di impluvio.<br />
Definizione della Rete Ecologica Locale Pagina 26
POTENZIAMENTO DEGLI ELEMENTI <strong>DI</strong> CONNETTIVITÀ ECOLOGICA NELL'AREA PRIORITARIA OROBIE<br />
- Ambito Valle Seriana -<br />
Figura 8 -9 : Il sistema degli ambienti aperti e degli ambienti boscati all'interno della direttrice di<br />
connettività primaria "Val del Riso, Val Nossana, Val Fontagnone"<br />
Benché anche in quest'area, come in tutto il territorio alpino e prealpino, si registri una<br />
progressiva avanzata della copertura boscata, si può, almeno in prima approssimazione,<br />
affermare che la costituzione della matrice ambientale presenta ancora funzionali e<br />
differenti sistemi ecologici di collegamento da monte verso valle.<br />
Non si ritiene pertanto prioritario intervenite con specifiche azioni di ripristino, resta<br />
comunque necessario monitorare costantemente la funzionalità <strong>delle</strong> pach e lo stato di<br />
conservazione degli habitat.<br />
Indicazioni per la conservazione e interventi gestionali: sulla base <strong>delle</strong> considerazioni<br />
precedentemente esposte, per il mantenimento e/o ripristino della connettività ecologica di<br />
quest’area si ritiene prioritaria l’attuazione <strong>delle</strong> seguenti misure: manutenzione e ripristino<br />
<strong>delle</strong> pozze di abbeverata, che per collocazione risultano funzionali a definire una rete di siti<br />
in grado di mantenere metapopolazioni stabili e favorire la dispersione verso territori<br />
esterni; ordinario mantenimento <strong>delle</strong> radure, mediante sfalcio e decespugliamento,<br />
monitorando e contrastando gli eventuali processi di imboschimento che dovessero<br />
puntualmente riscontrarsi.<br />
Definizione della Rete Ecologica Locale Pagina 27
POTENZIAMENTO DEGLI ELEMENTI <strong>DI</strong> CONNETTIVITÀ ECOLOGICA NELL'AREA PRIORITARIA OROBIE<br />
Val Zurio, Val Rino<br />
- Ambito Valle Seriana -<br />
Descrizione: l'area di connettività primaria ricomprende l'intera zona che corrisponde ai<br />
bacini idrografici del Torrente Ogna (Val Zurio) e del Torrente Rino, nonché le adiacenti<br />
porzioni occidentali dei bacini di terzo grado del Fiume Serio, che consentono il contatto<br />
diretto con la direttrice di connettività primaria “Valle del Riso, Val Nossana, Val<br />
Fontagnone”.<br />
L'ossatura di tale direttrice è costituita in particolare dalla Val Zurio, principale valle laterale<br />
posta in sinistra idrografica al Fiume Serio, disposta in direzione NE-SO, che si sviluppa a<br />
partire dalla media Valle Seriana all’altezza dell’abitato di Villa d’Ogna, spingendosi fino al<br />
Passo dello Scagnello a confine con la Valle di Scalve, nel cuore dell'area sorgente "Massiccio<br />
della Presolana, Monte Timogno, Monte Vigna Vaga".<br />
I paesaggi sono tipicamente montani; il sistema di testata si organizza in una sequenza di<br />
vasti circhi glaciali che culminano nel poderoso sistema sommitale dominato dal Monte<br />
Ferrante, dalla Presolana, dai contrafforti occidentali della Cima di Bares, dal Monte Campo,<br />
e dalle pareti subverticali del versante sinistro, molto accidentato ed acclive. Il versante<br />
destro risulta invece più morbido, articolato da vallette laterali, e culminante in una dorsale<br />
posta in continuità con la vallata del torrente Rino.<br />
Complessivamente l’ambito è di grande valore naturalistico, vegetazionale e floristico per la<br />
presenza dei versanti boscati compatti, dei boschi radi di transizione, <strong>delle</strong> praterie d’alta<br />
quota, dei macereti, <strong>delle</strong> rupi di testata e <strong>delle</strong> creste dei versanti.<br />
La struttura insediativa organizzata è concentrata nella sola porzione inferiore <strong>delle</strong> valli ed è<br />
articolata per nuclei di piccole dimensioni interessanti per l’impianto urbano in quota e per<br />
la scarsa presenza di espansioni recenti: tali insediamenti mantengono ancora un equilibrato<br />
rapporto con il contesto naturale. La presenza antropica è riconoscibile anche nella porzione<br />
superiore della valle per il sistema di alpeggi ancora funzionanti, che si contraddistinguono<br />
per un'articolata struttura pastorale, costituita da insediamenti permanenti di fondovalle,<br />
baite, stalle a mezza costa e malghe in quota, aree di sosta e riposo per il bestiame, fonti<br />
d’acqua e rifugi funzionali all’attività.<br />
A prosecuzione <strong>delle</strong> due vallate principali, è stata considerata parte della direttrice<br />
l'adiacente porzione sinistra dei bacini idrografici del fiume Serio di terzo grado,<br />
corrispondente al promontorio del Monte Nè ed all'area della Pineta di Clusone 7 :, le quali<br />
7 In riferimento a tali aree, si ritiene importate sottolineare come le stesse, in un disegno di scala sovralocale,<br />
rivestano un ruolo significativo di stepping stone, in quanto rappresentano un residuale lembo boscato che ,<br />
sulla sponda destra del fiume Serio, mantiene in collegamento le cenosi forestali dell'alta Val Seriana con gli<br />
ambiti boscati di media valle, i quali sono a loro volta in diretta continuità con l'area del Sebino.<br />
Definizione della Rete Ecologica Locale Pagina 28
POTENZIAMENTO DEGLI ELEMENTI <strong>DI</strong> CONNETTIVITÀ ECOLOGICA NELL'AREA PRIORITARIA OROBIE<br />
- Ambito Valle Seriana -<br />
oltre a rappresentare il naturale prolungamento della dorsale meridionale della Val Zurio<br />
costituiscono l'elemento territoriale di congiunzione con la direttrice "Val del Rino, Val<br />
Nossana, Val Fontagnone".<br />
Alla base della direttrice "Val Zurio, Val Rino", lungo l'asse vallivo del fiume Serio, si rileva a<br />
nord il centro abitato di Ardesio, caratterizzato uno sviluppo insediativo abbastanza<br />
circoscritto, mentre a sud disposti in una certa continuità spaziale glia abitati di Villa d'Ogna<br />
e Piario.<br />
Caratterizzazione dei sistemi di connettività:<br />
Sistema degli ambienti acquatici: i principali elementi che costituisco il sistema degli<br />
ambienti acquatici, all’interno dell’ambito denominato “Val Zurio, Val Rino”, sono:<br />
- una rete idrografica costituita da due corsi d’acqua principali, diretti tributari del fiume<br />
Serio (Torrenti Ogna e Rino), e da diversi affluenti laterali;<br />
- una rete <strong>delle</strong> pozze di abbeverata costituita da una ventina di piccoli invasi di raccolta<br />
d’acqua, primariamente dislocati lungo il versante destro della Val Zurio.<br />
Figura 10: Il sistema degli ambienti acquatici all'interno della direttrice di connettività primaria<br />
"Val Zurio, Val Rino"<br />
I corsi d’acqua presenti nell'area di interesse sono caratterizzati da condizioni ottimali, sia in<br />
termini di qualità <strong>delle</strong> acque sia come potenzialità ittica. Entrambi presentano inoltre un<br />
Definizione della Rete Ecologica Locale Pagina 29
POTENZIAMENTO DEGLI ELEMENTI <strong>DI</strong> CONNETTIVITÀ ECOLOGICA NELL'AREA PRIORITARIA OROBIE<br />
- Ambito Valle Seriana -<br />
buon livello di naturalità del corso, solo nella parte terminale, in corrispondenza del centro<br />
abitato di Villa d'Ogna, le acque dell'omonimo torrente sono state incanalate a protezione<br />
degli insediamenti.<br />
Le possibili pressioni a cui possono essere soggetti tali elementi sono determinate da<br />
interventi di regimazioni e/o di alterazione dell’alveo naturale, in particolare per uno<br />
sfruttamento idroelettrico. A tal riguardo, si sottolinea la fragilità degli ecosistemi d’acqua<br />
dolce in territori carbonatici, dove le portate superficiali possono essere notevolmente<br />
ridotte dalle perdite per via sotterranea. Il prelievo di frazioni non adeguatamente valutate<br />
della portata di questi corsi d’acqua può pertanto alterare significativamente le relazioni<br />
ecologiche esistenti; in virtù di questa preoccupazione, il <strong>Parco</strong> si è espresso negativamente<br />
verso istanze di derivazione a scopo idroelettrico pervenute.<br />
Per quanto riguarda le pozze di abbeverata, invece, la situazione non risulta altrettanto<br />
ottimale; al contrario, è stato osservato un generale stato di abbandono e degrado <strong>delle</strong><br />
pozze presenti, che in certi casi compromette totalmente la loro funzionalità.<br />
Grazie ad uno specifico progetto finanziamento di Regione Lombardia denominato<br />
"Incremento <strong>delle</strong> connessione ecologica tra il <strong>Parco</strong> <strong>delle</strong> <strong>Orobie</strong> <strong>Bergamasche</strong> e la pianura<br />
bergamasca", è stato recentemente possibile realizzare interventi di recupero su 6 pozze di<br />
abbeverata, in quali hanno fatto registrare da subito risultati significativi (è stata infatti<br />
rilevata la presenza di larve di Salamandra salamandra e numerose ovature di Rana<br />
temporaria e di Bufo bufo dopo pochi mesi dal ripristino).<br />
Gli studi effettuati sulle specie di anfibi presenti nel <strong>Parco</strong>, all'interno del già citato progetto<br />
Anfi.Oro., hanno evidenziato che per il mantenimento di metapopolazioni stabili di anfibi, e<br />
in particolare degli anuri più sensibili quali Bombina variegata, è necessaria la presenza di<br />
una rete di pozze relativamente fitta, con una distanza media di circa 500-800 metri una<br />
dall’altra.<br />
Al fine di ricreare le condizioni per l’instaurasi di metapopolazioni stabili di anfibi, anche per<br />
le specie di maggiore interesse conservazionistico, si ritiene pertanto opportuno realizzare<br />
ulteriori interventi di recupero di pozze, incrementando significativamente e funzionalmente<br />
la rete di siti riproduttivi.<br />
A questa misura principale potrebbe essere inoltre associata un'azione di rafforzamento<br />
<strong>delle</strong> popolazioni di specie di maggiore interesse conservazionistico, che dovessero risultare<br />
particolarmente in difficoltà.<br />
Sistema <strong>delle</strong> aree aperte e <strong>delle</strong> aree boscate: la copertura vegetazionale dell’ambito “Val<br />
Zurio, Val Rino”, presenta una discreta prevalenza degli ambienti boscati (61%) sugli<br />
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- Ambito Valle Seriana -<br />
ambienti di tipo aperto (49%), variamente ripartite nelle rispettive sottocategorie.<br />
AREE APERTE AREE BOSCATE<br />
Analizzando la disposizione spaziale <strong>delle</strong> diverse tipologie di pach, appare evidente come, a<br />
differenza di quanto riscontrato per l'ambito "Val del Riso, Val Nossana, Valle Fontagnone",<br />
le aree aperte presenti lungo le linee di valle presentano un'estensione molto ridotta e un<br />
grado di frammentazione particolarmente significativo.<br />
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POTENZIAMENTO DEGLI ELEMENTI <strong>DI</strong> CONNETTIVITÀ ECOLOGICA NELL'AREA PRIORITARIA OROBIE<br />
- Ambito Valle Seriana -<br />
Figura 11 -12 : Il sistema degli ambienti aperti e degli ambienti boscati all'interno della direttrice di<br />
connettività primaria "Val Zurio, Val Rino"<br />
Non risulta possibile infatti identificare alcun significativo corridoio che sia in grado di<br />
mantenere in diretto contatto i contesti a più elevata naturalità <strong>delle</strong> praterie di alta quota<br />
con i prati stabili tipici <strong>delle</strong> aree sub-montane e sub-ottimali. Nella gran parte del territorio<br />
risulta invece particolarmente estesa la copertura boscata, che risale capillarmente fino alle<br />
quote più elevate.<br />
Analizzando i dati storici relativi alle variazioni subite dalle aree boscate nel corso del tempo<br />
(partendo dalla situazione al 1885-1890, aggiornata per soglie storiche successive: 1931-<br />
1937 e 1981-1983), appare evidente come l’attuale situazione sia stata determinata da una<br />
consistente espansione del bosco dalle aree che ha ormai portato alla quasi completa<br />
occlusione dei corridoi prativi che in passato coprivano le aree di fondovalle.<br />
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- Ambito Valle Seriana -<br />
Figura 13 : Carta <strong>delle</strong> soglie significative dell’evoluzione del bosco (PTCP Provincia di Bergamo)<br />
Al fine di ripristinare un’idonea rete di aree prative funzionale a mantenere una connettività<br />
ecologica, si ritiene pertanto necessario pianificare ed effettuare specifici interventi<br />
straordinari di taglio del bosco, volti sia a contenere l’attuale processo di imboschimento che<br />
ad incrementare la superficie prativa esistente; ciò può essere fatto anche sfruttando la<br />
necessità di tagli colturali finalizzati a deprimere l’invasività del bostrico (Ips typographus) e<br />
che si prestano all’ottenimento di radure erbose e situazioni ecotonali.<br />
Indicazioni per la conservazione e interventi gestionali: sulla base <strong>delle</strong> considerazioni<br />
precedentemente esposte, per il mantenimento e/o ripristino della connettività ecologica di<br />
quest’area si ritiene prioritaria l’attuazione <strong>delle</strong> seguenti misure: manutenzione e ripristino<br />
<strong>delle</strong> pozze di abbeverata, con priorità per quelle esistenti tra pozze già ripristinate;<br />
effettuazione di tagli straordinari finalizzati alla creazione e/o ampliamento di nuove radure;<br />
mantenimento <strong>delle</strong> radure, mediante sfalcio e decespugliamento.<br />
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2.3.3 I VARCHI ECOLOGICI:<br />
Varco località Campignano (Parre)<br />
- Ambito Valle Seriana -<br />
Località: Il varco è posizionato in comune di Parre, all’altezza della località Campignano.<br />
Descrizione: Il varco è garantito dalla presenza di una buona fascia ripariale lungo del fiume<br />
Serio, in continuità ecologica con aree boscate e prative.<br />
Lungo il fiume Serio la fascia ripariale è costituita in prevalenza da salice e nocciolo e<br />
presenta un buono stato di conservazione. Sulla sinistra idrografica, in continuità con la<br />
vegetazione di greto, si trova la Pineta di Clusone, mentre sulla sponda destra la fascia<br />
ripariale è annessa un sistema di piccole aree e fasce arbustive, che prosegue a monte con<br />
un’ampia zona boscata.<br />
Sulla riva destra del fiume Serio il sistema prativo-arbustivo è tagliato dalla presenza della<br />
strada provinciale ex. SS-49, che porta in alta Valle Seriana.<br />
Stato di conservazione: Discreto<br />
Minacce: I principali fattori di frammentazione ecologica che incidono negativamente sulla<br />
funzionalità nell'area del varco sono:<br />
- la strada provinciale ex SS49, essa rappresenta la principale infrastruttura viaria che dal<br />
capoluogo di Bergamo porta in alta Val Seriana. Su di essa si rileva l'esistenza un traffico<br />
viario concentrato nelle ore diurne, di notte (quando avvengono i principali spostamenti<br />
della fauna) è invece scarsamente percorsa.<br />
- da un sistema reti metalliche che delimitano l’area della centrale idroelettrica di<br />
Campignano, posizionate a ridosso <strong>delle</strong> sponda sinistra del fiume Serio;<br />
- lo stesso Fiume Serio, il quale, soprattutto per la fauna minore, rappresenta una<br />
significativa barriera fisica che limita i passaggi della fauna.<br />
A tal riguardo occorre precisare che, lungo il corso del fiume, si rilevano caratteristiche<br />
disomogenee quanto a percorribilità trasversale da parte della fauna, sono infatti<br />
presenti tratti di fiume incassato, con acque particolarmente profonde e veloci, nonché<br />
tratti in cui esistono alti muri di contenimento del versante.<br />
In località Campignano invece, la presenza della centrale idroelettrica ha di fatto creato<br />
un guado, attraversabile almeno dalla fauna di maggiori dimensioni quali gli ungulati ed<br />
in particolare, per quanto di specifico interesse per l’ambito di studio, il Capriolo.<br />
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POTENZIAMENTO DEGLI ELEMENTI <strong>DI</strong> CONNETTIVITÀ ECOLOGICA NELL'AREA PRIORITARIA OROBIE<br />
- Ambito Valle Seriana -<br />
Pianificazione vigente e progetti in corso: Il presente varco è individuato dalla RER come<br />
indispensabile per mantenere il collegamento tra il versante seriano sinistro, caratterizzato a<br />
nord dalla presenza del SIC “Val Sedornia - Val Zurio - Pizzo della Presolana” e a sud dai<br />
ambiti boscati di media valle e dell'area del Sebino, con il versante sinistro, carraterizzato<br />
dalla presenza del SIC Val Nossana-Cima Grem.<br />
Anche il PGT del comune di Parre individua quest’area come possibile varco ecologico locale,<br />
in quanto unico tratto privo di impedimenti determinati dagli abitati che in quasi tutto il<br />
fondovalle determinano una significativa barriera tra i versanti.<br />
È inoltre da evidenziare la prevista realizzazione, da parte della Comunità Montana Valle<br />
Seriana, di una passerella ciclopedonale di attraversamento del fiume Serio, proprio in<br />
coincidenza del varco.<br />
Tale struttura, se appropriatamente progettata e soprattutto se unita ad una<br />
riorganizzazione <strong>delle</strong> recinzioni a protezione della centrale, potrebbe risultare funzionale<br />
per la costituzione di un passaggio anche per la piccola fauna, per la quale ad oggi lo stesso<br />
fiume costituisce una significativa barriera fisica.<br />
Indicazioni per la conservazione e interventi gestionali: Per la conservazione del varco è<br />
fondamentale mantenere l’attuale stato della fascia ripariale e <strong>delle</strong> aree limitrofe e a<br />
questo fine sarebbe di fondamentale importanza monitorare e contenere la vegetazione<br />
esotica invasiva che potrebbe in parte sostituire la vegetazione ripariale autoctona.<br />
Per la deframmentazione del varco risultano invece auspicabili i seguenti interventi:<br />
- rimozione o comunque ridisposizione <strong>delle</strong> reti metalliche presenti in modo da facilitare<br />
gli spostamenti da e verso il fiume;<br />
- Istallazione di dissuasori ottici, per evitare l’attraversamento della fauna durante il<br />
transito dei veicoli sulla strada, e di idonea segnaletica stradale per gli automobilisti;<br />
- collocazione di un sistema di siepi finalizzato ad incanalare gli animali verso i passaggi<br />
più idonei;<br />
- realizzare una passerella idonea a consentire il superamento in sicurezza del fiume<br />
anche da parte della piccola fauna.<br />
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3 LE SPECIE TARGET<br />
- Ambito Valle Seriana -<br />
Preliminarmente alla redazione del progetto, ai fini della migliore taratura degli interventi, è<br />
stato considerato l’insieme <strong>delle</strong> specie gravitanti nelle aree di interesse e passibili di<br />
ulteriore diffusione secondo i processi di rete e/o da utilizzare come specie indicatrici nella<br />
valutazione della buona riuscita o meno degli interventi progettuali proposti.<br />
L’esito di tale elaborazione ha portato all’individuazione <strong>delle</strong> specie riportate nella tabella<br />
seguente, lista che potrà essere eventualmente variata ed integrata in sede di progettazione<br />
esecutiva:<br />
Piante:<br />
(Orchidee)<br />
Invertebrati:<br />
(Lepidotteri)<br />
Cephalanthera longifolia<br />
Coeloglossum viridae<br />
Gymnadenia conopsea<br />
Gymnadenia odoratissima<br />
Dactylorhiza maculata<br />
Galatea (Melanargia galatea)<br />
Baccante (Lopinga achine)<br />
Coenonympha sp.<br />
Anfibi: Tritone crestato italiano (Triturus carnifex)<br />
Ululone dal ventre giallo (Bombina<br />
variegata)<br />
Raganella italiana (Hyla intermedia)<br />
Uccelli: Prispolone (Anthus trivialis)<br />
Stiaccino (Saxicola rubetra)<br />
Culbianco (Oenanthe oenanthe)<br />
Picchio nero (Dryocopus martius),<br />
Allocco (Strix aluco)<br />
specie target per aree<br />
aperte<br />
specie target per aree<br />
aperte<br />
specie target per ambienti<br />
acquatici e aree aperte<br />
specie target per aree<br />
aperte<br />
specie target aree boscate<br />
(rispettivamente boschi di<br />
conifere e boschi misti e<br />
boschi di latifoglie)<br />
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Mammiferi:<br />
(Chirotteri e<br />
Ungulati)<br />
- Ambito Valle Seriana -<br />
Vespertilio di Daubenton (Myotis<br />
daubentonii)<br />
Vespertilio mustacchino (Myotis<br />
mystacinus)<br />
Pipistrello nano (Pipistrellus pipistrellus)<br />
Vespertilio di Bechstein (Myotis bechsteinii)<br />
Orecchione bruno (Plecotus auritus)<br />
Genere Nyctalus<br />
Capriolo (Capreolus capreolus)<br />
specie target per ambienti<br />
acquatici e aree aperte<br />
specie target per ambienti<br />
acquatici e aree boscate<br />
specie target per aree<br />
boscate<br />
specie target per aree<br />
ecotonali<br />
Nei paragrafi seguenti si passano sinteticamente in rassegna le citate specie per quanto di<br />
interesse.<br />
3.1 Specie target di Orchidee<br />
Uno dei principali fattori individuato quale necessario per garantire un adeguato livello di<br />
biodiversità naturale e funzionali connessioni ecologiche, è rappresentato dal mantenimento<br />
degli ambienti aperti, i quali devono non solo essere contraddistinti dalla quasi esclusiva<br />
presenza di specie vegetali erbacee, ma anche da una qualità ecologica elevata, con<br />
conseguente esclusione degli erbai e, viceversa, significativa presenza di prati magri.<br />
Sotto questo punto di vista risultano oggettivamente utili osservazioni sulla presenza di<br />
alcune specie di orchidee che riuniscano le seguenti caratteristiche:<br />
- elevato significato scientifico-conservazionistico (qualifica che interessa tutti i taxa);<br />
- buona diffusione negli habitat di interesse (e pertanto esclusione <strong>delle</strong> specie più rare).<br />
Sulla base di quanto sopra e considerate le effettive presenze floristiche, le specie target di<br />
orchidee individuate sono tutte riferite alle aree aperte e sono rappresentate da:<br />
Cephalanthera longifolia, Coeloglossum viridae, Gymnadenia conopsea, Gymnadenia<br />
odoratissima e Dactylorhiza maculata.<br />
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- Ambito Valle Seriana -<br />
CEFALANTERA MAGGIORE<br />
(Cephalanthera longifolia)<br />
Descrizione: pianta perenne, abbastanza comune, alta<br />
fino a 60 cm con molte foglie lineari-lanceolate o<br />
lanceolate lunghe fino a 18 cm. Infiorescenza densa<br />
con molti fiori bianchi con brattee brevi e labello privo<br />
di sperone.<br />
Fiorisce da maggio a giugno.<br />
Habitat e distribuzione: è una specie eurasiatica che<br />
cresce in boschi di latifoglie, boschi misti, cespuglieti e<br />
prati magri principalmente su substrato calcareo da<br />
100 a 1800 metri.<br />
TESTICOLO <strong>DI</strong> VOLPE<br />
(Coeloglossum viridae)<br />
Descrizione: pianta perenne, comune, poco appariscente, alta fino a 30 cm.<br />
Le foglie inferiori sono ovato-ellittiche e ottuse, le superiori lanceolate, acute.<br />
L’infiorescenza densa presenta brattee poco più lunghe dei fiori piccoli e numerosi. Sepali e<br />
petali sono conniventi e formano un largo cappuccio, il labello è piano, bilobo e pendente di<br />
colore da verde-giallastro a rosso con la parte basale bianca. Lo sperone è breve e<br />
nettarifero.<br />
Fiorisce da giugno ad agosto.<br />
Habitat e distribuzione: cresce in Europa e Asia minore in pascoli e prati aridi da 900 a 2400<br />
metri.<br />
MANINA ROSEA<br />
(Gymnadenia conopsea)<br />
Descrizione: pianta perenne, comune sui rilievi e rarissima in pianura, alta fino a 60 cm con<br />
molte foglie caulinari lineari-lanceolate e carenate, le superiori sono bratteiformi e più brevi.<br />
L’infiorescenza è piuttosto densa con molti fiori rosa, piccoli e profumati. I sepali laterali<br />
sono orizzontali e rivolti all’esterno, quello centrale formante elmo con i petali. Il labello è<br />
trilobo, lo sperone filiforme e molto lungo.<br />
Habitat e distribuzione: cresce in Europa e Turchia in pascoli, prati magri e margini di bosco<br />
preferibilmente su calcare dalla pianura a 2500 metri. Fiorisce da maggio ad agosto.<br />
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- Ambito Valle Seriana -<br />
MANINA PROFUMATA<br />
(Gymnadenia odoratissima)<br />
Descrizione: pianta simile alla precedente, comune, alta fino a 40 cm. Rispetto a G. conopsea<br />
presenta foglie lineari canalicolate, fiori più chiari, bianco-rosati con labello quasi intero e<br />
sperone più corto, lungo al massimo quanto l’ovario.<br />
Fiorisce da maggio ad agosto.<br />
Habitat e distribuzione: cresce in Europa centrale e orientale in pascoli e prati aridi da 300 a<br />
2500 metri.<br />
ORCHIDE MACCHIATA<br />
(Dactylorhiza maculata)<br />
Descrizione: Pianta perenne, comune, alta fino a 70<br />
cm con foglie ovato-lanceolate maculate sulla pagina<br />
superiore e brattee corte. L’infiorescenza densa<br />
presenta molti fiori rosa; i sepali laterali son rivolti<br />
all’esterno, quello centrale è connivente con i petali. Il<br />
labello è largo e trilobo con righe e macchie rossiccie,<br />
lo sperone è cilindrico e orizzontale.<br />
Fiorisce da maggio ad agosto.<br />
Habitat e distribuzione: cresce in tutta Europa in<br />
molte tipologie di ambienti dalla pianura a 2400 metri.<br />
3.2 Specie target di Invertebrati<br />
In relazione alle componenti faunistiche precedentemente descritte si è già accennato alla<br />
esclusione dal novero <strong>delle</strong> specie target di quelle poco mobili e di quelle infeudate ad<br />
habitat particolari e necessariamente discontinui. Tali considerazioni assumono significato<br />
particolarmente rilevante per gli invertebrati, che come si è visto comprendono nel territorio<br />
di interesse numerosi stenoendemiti. E’ inoltre noto che gli invertebrati (e gli insetti in<br />
particolare) comprendono la maggior parte della biodiversità animale in ogni ambiente<br />
Definizione della Rete Ecologica Locale Pagina 39
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- Ambito Valle Seriana -<br />
terrestre e che a ciò si associa di regola la notevole difficoltà di riconoscimento senza il<br />
ricorso a specialisti.<br />
Considerata quindi anche la necessità di limitare il più possibile le specie da monitorare, si è<br />
in particolare ritenuto di considerare solo alcune farfalle di facile determinazione in campo<br />
senza ricorso alla cattura; in virtù dell’oggettiva importanza degli ambienti aperti e di quelli<br />
ecotonali nel progetto in esame, le specie di Lepidotteri individuate come target sono<br />
rappresentate da: Galatea (Melanargia galatea), specie target per aree aperte (prati magri),<br />
Baccante (Lopinga achine), specie target per aree aperte e di ecotono prato-bosco, e<br />
Coenonympha sp., specie target per aree aperte.<br />
GALATEA<br />
(Melanargia galatea)<br />
Descrizione: farfalla di media grandezza (la<br />
femmina può toccare i 30 mm di apertura<br />
alare), che si distingue facilmente dagli altri<br />
Satiridi per il suo disegno a scacchi bianchi e<br />
neri. I disegni appaiono meno appariscenti<br />
sulle ali posteriori, sulle quali si osserva,<br />
inoltre, una serie interrotta di ocelli<br />
submarginali. I bruchi, pelosi, sono di colore<br />
variabile dal verde-giallo al bruno, con due<br />
linee longitudinali scure dorsali e un paio di<br />
linee giallastre lateralmente.<br />
Specie univoltina, con svernamento allo<br />
stadio larvale e sfarfallamento in giugno-luglio. I bruchi si sviluppano a spese di diverse<br />
graminacee. (gen. Phleum, Festuca, Bromus, Dactylis ecc.) alla base <strong>delle</strong> quali si impupano.<br />
Habitat e distribuzione: specie presente in tutta Italia, eccetto Sardegna, dalla pianura ai<br />
3000 m. E’ una specie molto comune nei prati magri e nei pascoli. La si può osservare<br />
mentre visita ripetutamente i fiori dei prati tra giugno e agosto.<br />
BACCANTE<br />
(Lopinga achine)<br />
Descrizione: la Baccante è una farfalla appariscente, piuttosto grande dal colore bruno con<br />
vistosi e grandi ocelli neri sul lato superiore e inferiore <strong>delle</strong> ali.<br />
Gli adulti sfarfallano in giugno-agosto, i bruchi svernano e si nutrono di graminacee (Lolium,<br />
Agropyron, Triticum, Dactylis, Melica) e ciperacee (Carex), sono presenti da luglio al maggio<br />
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- Ambito Valle Seriana -<br />
successivo.<br />
La specie è considerata vulnerabile secondo la classificazione IUCN ed è inoltre presente<br />
nell’allegato IV della Direttiva Habitat 92/43/CEE.<br />
Habitat e distribuzione: specie diffusa nelle praterie del <strong>Parco</strong>; è selettiva rispetto<br />
all’ambiente, frequentando esclusivamente le radure e, in particolare, la stretta fascia di<br />
transizione tra le chiarie ed il bosco chiuso; le colonie più dense vivono in aree con<br />
copertura arborea del 65-80%: densità maggiori o minori sarebbero sfavorevoli alla<br />
sopravvivenza della specie. Si tratterebbe quindi di una ottimo rappresentante dell’ecotono<br />
montano.<br />
Descrizione: piccoli Satiridi, con apertura<br />
alare 30-36 mm, dal colore grigio brunoarancio<br />
con evidenti ocelli sulle ali<br />
posteriori, il dorso <strong>delle</strong> ali non viene quasi<br />
mai mostrato quando queste farfalle sono<br />
posate.<br />
Il bruco si nutre di diverse graminacee, gli<br />
adulti sono presenti in una sola generazione<br />
tra luglio ed agosto.<br />
Coenonympha sp<br />
Habitat e distribuzione: le specie sono presenti sulle Alpi, nei prati e nelle praterie, volando<br />
fino ai 2400 metri di altitudine.<br />
3.3 Specie target di Anfibi<br />
Varie considerazioni a cui è stato possibile pervenire negli studi effettuati sugli anfibi, nel<br />
<strong>Parco</strong> <strong>delle</strong> <strong>Orobie</strong> bergamasche, convergono nell’evidenziare che l’area di maggior<br />
importanza conservazionistica per questo taxa è proprio la sua porzione sud-orientale,<br />
ovvero l’area Val Nossana - Valzurio perno del presente progetto 8 .<br />
Dalla lettura <strong>delle</strong> figure sottostanti è possibile infatti riscontare come la distribuzione <strong>delle</strong><br />
specie di anfibi nel territorio <strong>delle</strong> <strong>Orobie</strong> bergamasche risulti concentrata nelle zone<br />
meridionali caratterizzate da una substrato calcareo.<br />
8 l’ubicazione dell'ambito di progetto è indicata in viola.<br />
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- Ambito Valle Seriana -<br />
Figure 14 - 15: Gradienti di distribuzione <strong>delle</strong> specie anfibie nel <strong>Parco</strong> <strong>delle</strong> <strong>Orobie</strong> <strong>Bergamasche</strong><br />
(Piano Naturalistico - Sezione Anfibi e Rettili - Rapporto finale)<br />
La prima figura in particolare evidenzia un gradiente di rarefazione da Ovest a Est: si passa<br />
infatti da 7 specie del Pizzo Arera a 5 del gruppo della Presolana a solo 3 del gruppo del Pizzo<br />
Camino. Questo impoverimento è interpretabile in due modi:<br />
- le zone più orientali sono climaticamente meno favorevoli alle specie macroterme, in<br />
quanto seguendo l’andamento dei rilievi citati ci si sposta non solo da ovest ad est, ma<br />
anche verso settori più interni alla catena alpina;<br />
- l’area della via Mala (tra la Presolana e il Camino) funge da elemento di selezione fisica<br />
(barriera geografica) per l’ingresso di specie di anfibi nella Val di Scalve. L’effetto<br />
sinergico della barriera altimetrica del Passo della Presolana (1300m), della presenza di<br />
zone rocciose non ospitali per gli anfibi (pareti subverticali strapiombanti di Presolana e<br />
Scanapà) e la scarsa accessibilità dell’orrido della Via Mala fungono da filtro verso l’area<br />
scalvina <strong>delle</strong> <strong>Orobie</strong>.<br />
La seconda evidenzia il carattere macrotermo degli anfibi: in particolare il tritone crestato<br />
italiano, l’ululone dal ventre giallo e la raganella italiana non si rinvengono nel <strong>Parco</strong> oltre<br />
l’isoterma media annua dei 10°C.<br />
E’ infine interessante osservare che la maggior presenza <strong>delle</strong> specie di anfibi nel <strong>Parco</strong> si<br />
verifica tra i 1000 e i 1500 m. s.l.m.:<br />
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- Ambito Valle Seriana -<br />
Figure 16: Distribuzione altimetrica degli anfibi nel <strong>Parco</strong> <strong>delle</strong> <strong>Orobie</strong> <strong>Bergamasche</strong> (Piano<br />
Naturalistico - Sezione Anfibi e Rettili - Rapporto finale)<br />
Alla luce di quanto sopra, le specie di anfibi che si è ritenuto opportuno individuare come<br />
target sono: Tritone crestato italiano (Triturus carnifex), Ululone dal ventre giallo (Bombina<br />
variegata), Raganella italiana (Hyla intermedia).<br />
TRITONE CRESTATO ITALIANO<br />
(Triturus carnifex)<br />
Descrizione e biologia: presenta dimorfismo<br />
sessuale piuttosto evidente nel periodo<br />
riproduttivo, il maschio è provvisto di una<br />
cresta dorsale che va dal capo al termine del<br />
dorso, dove si abbassa per poi riprendere sulla<br />
coda. Ha colorazione dorsale brunastra, con<br />
gola nerastra puntinata di bianco e ventre<br />
arancione. I fianchi e il ventre sono provvisti di<br />
grosse macchie nere. La femmina e i subadulti<br />
non dotati di cresta presentano una striscia<br />
gialla che attraversa longitudinalmente il dorso.<br />
Dall’alto il tritone crestato italiano può essere confuso con la salamandra nera, dalla quale si<br />
distingue per la coda appiattita a forma di remo, il ventre arancione e ghiandole parotidi<br />
assenti. Può arrivare a 14 cm di lunghezza.<br />
Urodelo appartenente alla famiglia Salamandridae, si trova in acqua prevalentemente da<br />
maggio fino a luglio mentre nei restanti periodi dell’anno sembra prediligere habitat terrestri.<br />
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- Ambito Valle Seriana -<br />
La femmina depone uova che avvolge alla vegetazione sommersa, mentre il rituale nuziale è<br />
piuttosto interessante consiste in quattro fasi principali che culminano con la deposizione di<br />
una spermatofora da parte del maschio. La deposizione avviene nei mesi primaverili, mentre<br />
alle quote più basse si possono trovare larve svernanti.<br />
La specie è attiva prevalentemente di notte durante le fase acquatica e di giorno, durante la<br />
fase terrestre. La sua dieta comprende prevalentemente insetti ed altri artropodi terrestri,<br />
molluschi e anellidi.<br />
Habitat e distribuzione: specie euriecia (mesofila) diffusa dal Piano basale (dove si è rarefatta)<br />
fino al piano montano superiore, prediligendo le quote tra 1000 m e 1500 m; in valle Seriana è<br />
diffusa dal solco principale della valle<br />
(dove si è molto rarefatta a causa della<br />
forte antropizzazione del territorio) alla<br />
valli laterali basse. E’ stata osservata tra<br />
700 m di quota nel fondovalle e 1675 m<br />
di quota (Premolo).<br />
Si nasconde al di sotto di pietre, dentro<br />
a tronchi abbattuti o in buchi del<br />
terreno. Utilizza habitat quali pozze e<br />
pascoli montani, utilizza anche boschi<br />
perialveari, faggete, acero frassineti e<br />
tiglieti.<br />
ULULONE DAL VENTRE GIALLO<br />
(Bombina variegata)<br />
(Triturus carnifex)<br />
Descrizione e biologia: può raggiungere nelle femmine 5-6 cm di lunghezza totale, mentre i<br />
maschi possono raggiungere 4,5 -5 cm al massimo; presenta un aspetto tipico da piccolo rospo<br />
con corpo ricoperto di verruche, mentre le ghiandole parotidi sono assenti. Il dorso ha<br />
colorazione variabile da ocra a brunastro e può essere leggermente maculato di scuro. Il ventre<br />
è di colore giallo vivo con ampie pezzature nero, bluastre o grigie puntiate di bianco, che<br />
permettono l’identificazione certa dei singoli esemplari tramite foto ventrale. Gli occhi sono<br />
sporgenti e la pupilla è cuoriforme.<br />
Anuro appartenente alla famiglia Bombinatoridae. Durante il periodo che va da giugno a luglio<br />
inoltrato, secondo la quota, avvengono le deposizioni in corpi idrici d’acqua stagnante, anche di<br />
modeste dimensioni. Una femmina può effettuare più deposizioni durante il corso della<br />
stagione riproduttiva durante la quale può deporre circa 100 uova. La maturità sessuale viene<br />
raggiunta in natura al secondo anno di vita.<br />
Diurna e notturna predilige le giornate calde e soleggiate durante le quali il maschio emette il<br />
tipico canto che lo rende facilmente identificabile a distanza. Il periodo di attività in acqua è<br />
limitato a pochi mesi caldi (fine aprile - ottobre). La sua dieta comprende prevalentemente<br />
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- Ambito Valle Seriana -<br />
insetti ed altri artropodi terrestri, molluschi e anellidi, le prede possono essere catturate anche<br />
a “pelo d’acqua”.<br />
Habitat e distribuzione: Specie stenoecia, vive in ambienti semiaperti dove prevalgono le<br />
condizioni di prato e pascolo che ricadono specialmente nel piano montano inferiore. In<br />
Lombardia è osservabile soltanto nelle Province di Lecco (molto raro), Bergamo (in progressiva<br />
rarefazione) e Brescia (raro). Presenta popolazioni diffuse limitatamente ad alcune aree del<br />
<strong>Parco</strong> <strong>delle</strong> <strong>Orobie</strong> <strong>Bergamasche</strong>. In Valle Seriana, ad esempio, è noto per le porzioni<br />
meridionali del Monte Grem e del Monte Golla, del Monte Vaccaro e per poche altre stazioni<br />
isolate presso il Monte Secco. Altrove se era presente si è estinta a causa del progressivo<br />
abbandono <strong>delle</strong> attività agricole tradizionali.<br />
L’analisi dei dati raccolti ha evidenziato una distribuzione altitudinale caratterizzata da una<br />
maggiore frequentazione <strong>delle</strong> zone comprese tra 1000 e 1500 m, mentre raramente la specie<br />
si presenta oltre tale quota, nella<br />
sottoarea della Valle Seriana la specie è o<br />
stata osservata tra 1090 e 1685 m sempre<br />
in versanti caldi e ben esposti.<br />
I corpi idrici preferiti sono quelli dove la<br />
vegetazione è scarsa. La specie, infatti, in<br />
alcuni ambiti si comporta da “pioniera”<br />
evitando gli stagni profondi o troppo<br />
ricchi di vegetazione. Le pozze montane<br />
con fondo fangoso e soggette a<br />
periodiche puliture sono l’ambiente<br />
riproduttivo d’elezione in valle Seriana.<br />
RAGANELLA ITALIANA<br />
(Hyla intermedia)<br />
Descrizione e biologia: la specie è<br />
caratterizzata dalla presenza di dischi adesivi<br />
all’estremità <strong>delle</strong> dita, ha piccole dimensioni<br />
e raramente arriva a 5 cm di lunghezza totale.<br />
Il colore dorsale varia dal verde chiaro, al<br />
verde smeraldo e grazie a queste tonalità la<br />
specie è molto mimetica tra le foglie. Una stria<br />
scura parte dall’occhio e attraversa il fianco<br />
separando il dorso dal ventre. Il maschio ha un<br />
grande sacco vocale impari che si gonfia<br />
fungendo da cassa di risonanza.<br />
Anfibio anuro appartenente alla famiglia Hylidae. Si riproduce più volte durante l’estate ma, le<br />
popolazioni di alta quota si riproducono probabilmente una volta sola. I maschi cantano sia a<br />
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- Ambito Valle Seriana -<br />
fini riproduttivi per attirare le femmine sia durante il periodo estivo per finalità territoriali.<br />
Durante l’accoppiamento le raganelle depongono alcune centinaia di uova raggruppate in<br />
piccoli ammassi ancorati alla vegetazione sommersa.<br />
Habitat e distribuzione: in Lombardia la specie è piuttosto comune soprattutto nella regione<br />
padana e sui rilievi collinari. Si spinge anche nella fascia prealpina attestandosi in provincia di<br />
Bergamo anche sui rilievi. Nel <strong>Parco</strong> <strong>delle</strong> <strong>Orobie</strong> bergamasche si può osservare nelle poche<br />
aree idonee del margine meridionale.<br />
La distribuzione altitudinale della specie è caratterizzata da una maggiore frequentazione <strong>delle</strong><br />
zone comprese tra 1000 e 1500 m, mentre raramente la specie si presenta oltre tale quota. Nel<br />
<strong>Parco</strong> <strong>delle</strong> <strong>Orobie</strong> sono confermate solo<br />
due stazioni oltre 1500 m, raggiunge la<br />
quota record di 1656 m presso il Monte<br />
Vaccaro. La colonna in azzurro della figura<br />
riportata sotto è riferita non ai siti<br />
riproduttivi ma al riscontro di esemplari al<br />
canto alle quote fondovallive. Le<br />
segnalazioni sono relative ai comuni di<br />
Clusone, Gorno, Oneta, Premolo e Parre ai<br />
margini meridionali del <strong>Parco</strong>. L’analisi<br />
mette in evidenza il carattere euriecio della<br />
specie nella bergamasca.<br />
La specie è arboricola e si reca in acqua solo durante il periodo della riproduzione.<br />
3.4 Specie target di Uccelli<br />
Gli uccelli comprendono probabilmente i taxa animali contraddistinti da maggior mobilità e<br />
risultano quindi particolarmente importanti nella verifica di una impostazione di rete<br />
ecologica. In questo caso le specie disponibili sono numerose, ripartite nei più svariati<br />
ambienti. Anche per quanto concerne gli uccelli valgono tuttavia considerazioni analoghe a<br />
quelle riportate per gli ungulati, motivo per cui elementi di grandissimo interesse scientifico-<br />
conservazionistico ma relegati ad habitat particolari (es.: Pernice bianca) sono state escluse<br />
dal numero di quelle di interesse.<br />
In rapporto alla frequentazione dei diversi habitat presenti nell’area di progetto, sono state<br />
in particolare scelte le seguenti specie target:<br />
- per le aree aperte: Prispolone (Anthus trivialis), Stiaccino (Saxicola rubetra) e<br />
Culbianco (Oenanthe oenanthe)<br />
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- Ambito Valle Seriana -<br />
- per le aree boscate: Picchio nero (Dryocopus martius), in particolare per i boschi di<br />
conifere e boschi misti e Allocco (Strix aluco), in particolare per i boschi di latifoglie<br />
PRISPOLONE<br />
(Anthus trivialis)<br />
Descrizione e biologia: specie dalla silhouette slanciata caratterizzata da parti superiori color<br />
bruno-oliva marcatamente striate, dal vertice fino al dorso. Il disegno del capo presenta un<br />
evidente sopracciglio chiaro, così come la guancia e le penne auricolari. Le ali sono brunonerastre<br />
con una evidente barra chiara lungo la linea apicale <strong>delle</strong> copritrici. Le parti inferiori<br />
hanno sfondo chiaro e sono intensamente macchiettate di marrone-nerastro dalla gola al petto,<br />
meno intensamente invece sul ventre e lungo i fianchi. Coda color bruno-scuro, fatta eccezione<br />
per gli apici bianchi <strong>delle</strong> due timoniere più esterne, piuttosto evidenti durante il volo. La specie<br />
nidifica ai margini <strong>delle</strong> aree boscate, nelle radure e nelle aree aperte ove sia presente una<br />
porzione di copertura arborea da utilizzare come posatoio da cui spiccare i voli territoriali.<br />
Specie piuttosto solitaria in periodo riproduttivo.<br />
I legami di coppia sono monogamici, il nido viene collocato in piccole depressioni o cavità del<br />
suolo, nascoste da ciuffi d’erba arrotondate fino a formare una coppa di ingresso; vengono<br />
deposte da 2 a 6 uova, che la sola femmina cova per circa due settimane. La specie non è<br />
inclusa fra quelle elencate nell’Allegato I della Direttiva “Uccelli”. Categoria “Non-SPEC”: specie<br />
con popolazione non concentrata in Europa e con stato di conservazione adeguato (BIRDLIFE<br />
2004). Specie considerata “non prioritaria” (punteggio: 6/14) per obiettivi di conservazione<br />
nell’ambito della Regione Lombardia (FORNASARI 2003).<br />
Habitat e distribuzione: specie a distribuzione eurasiatica, risulta assente nelle isole del<br />
Mediterraneo. La maggior parte degli individui nidifica tra la Russia e la penisola Scandinava. In<br />
Italia nidifica sulle Alpi e, in forma più scarsa e localizzata, sugli Appenini. In Italia la specie è<br />
migratrice regolare e nidificante, presente da metà marzo a metà ottobre. Il Prispolone è<br />
diffuso, durante il periodo riproduttivo, nei soli settori montani della provincia di Bergamo,<br />
specialmente lungo la fascia altitudinale ove le foreste, soprattutto di conifere, si diradano e<br />
lasciano spazio alle praterie d’alta quota.<br />
STIACCINO<br />
(Saxicola rubetra)<br />
Descrizione e biologia: il maschio è bruno scuro e fortemente striato nelle parti superiori; il<br />
disegno del capo evidenzia le guance scure, strie bianche ai lati della gola ed un netto<br />
sopracciglio bianco; petto color fulvo; macchie bianche laterali anche alla base della coda. La<br />
femmina ha colorazione generale più chiara, con sopracciglio meno netto. Uccello dal<br />
piumaggio piuttosto dimesso, lo Stiaccino ha nel marcato sopracciglio bianco, evidente<br />
soprattutto nel maschio, uno degli elementi diagnostici.<br />
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- Ambito Valle Seriana -<br />
il maschio è solito manifestare il possesso del territorio esercitando un'assidua attività canora<br />
da postazioni isolate ed in genere non troppo rilevate, quali cespugli, alte piante erbacee,<br />
paletti di recinzioni, tetti di baite e piccoli alberi.<br />
Specie non inclusa fra quelle elencate nell’Allegato I della Direttiva “Uccelli”. Categoria “Non-<br />
SPEC”: specie con popolazione concentrata in Europa e con stato di conservazione favorevole<br />
(BIRDLIFE 2004). Specie considerata “prioritaria” (punteggio: 8/14) per obiettivi di<br />
conservazione nell’ambito della Regione Lombardia (FORNASARI 2003).<br />
Habitat e distribuzione: l’areale di nidificazione si estende in Europa ed in Asia occidentale e<br />
centro-meridionale. Le aree di svernamento sono poste nell’Africa orientale e meridionale. In<br />
Italia nidifica lungo l’arco alpino ed in limitati settori della catena appenninica. In Italia la specie<br />
è migratrice regolare e nidificante.<br />
Predilige ambienti aperti, quali prati e pascoli, con presenza di spazi incolti e di arbusti sparsi,<br />
spesso in prossimità di baite ed alpeggi.<br />
La presenza dello Stiaccino in provincia di Bergamo è limitata, durante il periodo riproduttivo, al<br />
solo settore montuoso. Gli ambienti prediletti sulle nostre montagne prevedono la presenza di<br />
ampi spazi erbosi; all'interno dei territori di nidificazione è ricorrente la presenza di elementi<br />
quali cespugli sparsi, alberi isolati o baite; tipico è l’insediamento in zone prative e in grandi<br />
radure in prossimità di malghe ed alpeggi.<br />
La specie si rinviene in corrispondenza di aree prative nelle quali le attività pastorali favoriscono<br />
la crescita di una rigogliosa vegetazione erbacea. A quote maggiori, presso il limite superiore<br />
della vegetazione di alto fusto, lo Stiaccino si rinviene in zone aperte al margine di boschi di<br />
aghifoglie e nei radi arbusteti che si raccordano alle soprastanti praterie alpine.<br />
CULBIANCO<br />
(Oenanthe oenanthe)<br />
Descrizione e biologia: il maschio in abito<br />
riproduttivo ha vertice e nuca di colore grigio<br />
con riflessi argento-azzurrognoli, fronte e<br />
sopracciglio bianco che si estende fin dietro<br />
l’occhio; una mascherina nera uniforme inizia<br />
dalla base del becco, attraversa l’occhio e la<br />
guancia fino alle copritrici auricolari; mantello e<br />
scapolari con gli stessi riflessi grigio-argentati<br />
del capo che contrastano fortemente con il<br />
nero <strong>delle</strong> ali e <strong>delle</strong> scapolari, parti inferiori<br />
bianche con sfumature color crema su mento,<br />
gola, petto e fianchi, più candide sul ventre; osservato posteriormente in volo mostra groppone<br />
e coda bianco puro con evidente contrasto nero a forma di T, sulle timoniere centrali e il terzo<br />
finale <strong>delle</strong> restanti timoniere. La femmina ha lo stesso disegno del maschio ma con meno<br />
contrasti, in quanto le colorazioni nere e bianche sono sostituite da tinte fulve tra il crema e il<br />
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- Ambito Valle Seriana -<br />
marrone. Il Culbianco frequenta aree aperte nelle quali ha abitudini prevalentemente terricole,<br />
si muove sul terreno con brevi voli e piccoli saltelli alla ricerca di insetti, ragni, molluschi e altri<br />
piccoli invertebrati dei quali si nutre, utilizzando anche la caccia da posatoi alti 20-50 cm, dai<br />
quali si getta rapidamente, una volta individuata la preda, per poi tornare alla posizione<br />
originaria. I posatoi sono utilizzati anche per i canti territoriali.<br />
La specie non è inclusa fra quelle elencate nell’Allegato I della Direttiva “Uccelli”. Categoria<br />
SPEC 3: specie le cui popolazioni non sono concentrate in Europa e per le quali lo stato di<br />
conservazione in Europa è inadeguato (BIRDLIFE 2004).<br />
Specie considerata “non prioritaria” (punteggio: 5/14) per obiettivi di conservazione<br />
nell’ambito della Regione Lombardia (FORNASARI 2003).<br />
Habitat e distribuzione: nidifica in praterie xeriche, pascoli montani e alpeggi, preferibilmente<br />
con presenza di cespugli o affioramenti rocciosi da utilizzare come posatoio. In Italia nidifica<br />
lungo l’arco alpino ed appenninico e in tutte le aree montuose sia insulari che peninsulari, con<br />
popolazioni che possono però insediarsi anche a basse quote, la specie è migratrice regolare e<br />
nidificante, presente da metà marzo a metà ottobre. Il Culbianco in provincia di Bergamo è<br />
diffuso, durante il periodo riproduttivo, nei soli settori montani, al di sopra del limite<br />
altitudinale della presenza degli alberi, in questi ambienti i nidi vengono collocati sotto i sassi e<br />
nelle cavità, a volte anche in quelle <strong>delle</strong> strutture d’alpeggio in rovina.<br />
PICCHIO NERO<br />
(Dryocopus martius)<br />
Descrizione e biologia: il Picchio nero ha un piumaggio di colore nero uniforme con il vertice del<br />
capo rosso carminio, più esteso nel maschio.<br />
Il Picchio nero è un uccello di difficile osservazione per la sua indole schiva, la sua presenza è<br />
determinata dal sonoro richiamo e il tambureggiamento prodotto percuotendo i tronchi con il<br />
poderoso becco per segnalare il possesso del territorio. Le cavità scavate dal Picchio nero, sia<br />
riproduttive che di foraggiamento, una volta abbandonate, sono spesso riutilizzate da altri<br />
animali; ricorrente è il riutilizzo da parte della Civetta caporosso e dei Chirotteri.<br />
La specie è inclusa fra quelle elencate nell’Allegato I della Direttiva “Uccelli”, per le quali sono<br />
previste misure speciali di conservazione per quanto riguarda l'habitat, al fine di garantirne la<br />
sopravvivenza e la riproduzione nella loro area di distribuzione. Categoria “Non-SPEC”: specie<br />
con popolazione non concentrata in Europa e con stato di conservazione favorevole (BIRDLIFE<br />
2004). In Lombardia è considerata specie “prioritaria” (punteggio: 10/14) per obiettivi di<br />
conservazione (FORNASARI 2003).<br />
I principali fattori di vulnerabilità sono rappresentati da tagli forestali, abbattimento di vecchi<br />
tronchi morti o marcescenti e atti di bracconaggio.<br />
Habitat e distribuzione: l’areale di nidificazione comprende Europa, ad eccezione <strong>delle</strong> Isole<br />
Britanniche, ed Asia centro-settentrionale. In Italia nidifica sull’arco alpino ed in alcuni settori<br />
della catena appenninica. In Italia la specie è sedentaria e nidificante; occasionale presenza di<br />
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- Ambito Valle Seriana -<br />
individui erratici o in dispersione.<br />
L’ambiente prediletto è costituito da foreste di conifere<br />
pure (peccete, laricete) o miste a latifoglie (in particolare<br />
faggio). La presenza del Picchio nero in provincia di<br />
Bergamo è limitata al settore montuoso, dove si rinviene<br />
prevalentemente negli estesi boschi di aghifoglie della<br />
parte superiore <strong>delle</strong> principali vallate. In queste zone la<br />
specie appare distribuita in modo uniforme e presenta un<br />
buon grado di diffusione. Come in altri settori della catena<br />
alpina la specie sembra mostrare una recente tendenza<br />
all’espansione, occupando talora anche territori a quote<br />
altitudinali inferiori, in boschi misti di abeti e latifoglie.<br />
La specie è segnalata come nidificante nei seguenti SIC<br />
della provincia di Bergamo: Val Sedornia-Val Zurio-Pizzo<br />
Presolana, Valle di Piazzatorre-Isola di Fondra, Alta Val di<br />
Scalve, Valle Parina, Val Nossana-Cima di Grem (Lorenzi e<br />
Ferlinghetti, 2006).<br />
La distribuzione della specie si presenta continua ed omogenea negli ambienti forestali idonei<br />
del settore prealpino ed alpino, dove si insedia in consorzi boschivi sufficientemente estesi, non<br />
troppo fitti e comprendenti numerosi alberi di grosse dimensioni, generalmente utilizzati per la<br />
nidificazione. Gli ambienti prediletti sono costituiti da conifere ben conservate e poco sfruttate<br />
che ricoprono versanti montuosi impervi e poco accessibili, in particolare tra 1200 e 1800 m.<br />
ALLOCCO<br />
(Strix aluco)<br />
Descrizione e biologia: ha un grosso capo tondeggiante, dischi facciali bruno-grigiastri, occhi<br />
neri, non possiede ciuffi auricolari. Il piumaggio è bruno, macchiettato e striato. Si mimetizza<br />
alla perfezione il suo colore può sembrare la corteccia di un albero. Il dimorfismo sessuale è<br />
caratterizzato dalle dimensioni maggiori della femmina. La specie è sedentaria e nidificante;<br />
essa compie inoltre regolari spostamenti stagionali. E’ un rapace notturno particolarmente<br />
loquace, l'allocco esercita un’intensa attività canora soprattutto nei mesi che precedono la<br />
riproduzione; il canto è una sorta di ululato dai toni flautati, con cui i maschi proclamano con<br />
insistenza il possesso dei rispettivi territori. L'Allocco è uno tra gli strigiformi dalle abitudini più<br />
rigidamente notturne, svolgendo le proprie attività esclusivamente nella completa oscurità,<br />
mentre in pieno giorno rimane quasi sempre occultato nei suoi nascondigli, spesso addossato ai<br />
tronchi degli alberi, dove si rende pressoché invisibile grazie anche al piumaggio mimetico.<br />
Questa specie, dotata di vista ed udito formidabili, localizza le proprie prede rimanendo<br />
immobile ed in attesa in un posatoio strategico; adocchiata la vittima predestinata, balza<br />
fulmineo e silenzioso sorprendendola nell’oscurità. Nel vasto spettro alimentare dell’Allocco<br />
rientrano soprattutto piccoli roditori ma anche insetti, rettili, anfibi e uccelli. Specie considerata<br />
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- Ambito Valle Seriana -<br />
“prioritaria” (punteggio: 9/14) per obiettivi di conservazione nell’ambito della Regione<br />
Lombardia (FORNASARI 2003). La specie non inclusa fra quelle elencate nell’Allegato I della<br />
Direttiva “Uccelli”. Categoria “Non-SPECE”: specie con popolazione concentrata in Europa e con<br />
stato di conservazione favorevole (BIRDLIFE 2004).<br />
Habitat e distribuzione: l’areale di distribuzione dell’Allocco comprende l’Europa, l’Africa nordoccidentale<br />
e l’Asia centro-occidentale. In Italia nidifica in buona parte del territorio nazionale,<br />
con esclusione della Sardegna e di alcune aree del Meridione.<br />
L’Allocco vive preferibilmente in foreste mature di latifoglie, intervallate da radure e confinanti<br />
con aree aperte quali prati, pascoli e coltivi.<br />
In provincia di Bergamo l’Allocco nidifica in modo diffuso negli ambienti forestali idonei del<br />
territorio collinare e montano e, in modo più localizzato, nelle residue fasce boschive. La fascia<br />
vegetazionale <strong>delle</strong> latifoglie e dei boschi misti è quella occupata con maggiore regolarità,<br />
mentre più raramente si insedia nei boschi puri di aghifoglie.<br />
La specie presenta una distribuzione continua ed omogenea, essendo ben rappresentata negli<br />
ambienti idonei dai fondovalle fino a circa 1200-1400 m. Gli ambienti frequentati presentano<br />
aree aperte con prati da sfalcio e pascoli montani inframezzati da filari di alberi e da macchie di<br />
bosco e costellati da fienili e baite diroccate.<br />
3.5 Specie target di Chirotteri<br />
In virtù della loro accentuata mobilità, della loro sensibilità alle variabili ecologiche e della<br />
posizione occupata nella rete trofica, i Chirotteri sono particolarmente interessanti in<br />
progetti di rete ecologica. Secondo Norberg e Rayner i Chirotteri insettivori si suddividono in<br />
categorie principali:<br />
- cacciatori veloci, attivi su lunghe distanze ed in spazi aperti, che volano molto alti al di<br />
sopra <strong>delle</strong> chiome degli alberi, anche oltre i 20-50 metri di altezza (generi Nyctalus,<br />
Miniopterus e Tadarida);<br />
- cacciatori lenti, attivi su brevi distanze ed in spazi ristretti, nelle vicinanze di alberi<br />
(Eptesicus serotinus, genere Pipistrellus);<br />
- Myotis bechsteinii, Plecotus auritus ed il genere Nyctalus cacciano quasi<br />
esclusivamente nei boschi;<br />
- cacciatori specializzati nel volo sfarfalleggiante fra la vegetazione arborea e nella<br />
raccolta degli insetti direttamente dal fogliame (genere Plecotus, Myotis nattereri,<br />
Myotis myotis);<br />
- cacciatori da posatoio, che attendono il passaggio degli insetti da un posatoio arboreo<br />
fisso e li catturano con voli brevi e rapidi (genere Rhinolophus);<br />
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- Ambito Valle Seriana -<br />
- cacciatori specializzati nella caccia sul pelo dell’acqua Myotis daubentoni, Myotis<br />
capaccini, Myotis dasycneme, ma anche Myotis mistacinus, Myotis bechsteinii e<br />
Pipistrellus pipistrellus non disprezzano, come territorio di caccia, le superfici dei corpi<br />
d’acqua (CRUCITTI, 1991).<br />
- il genere Pipistrellus ed Eptesicus serotinus cacciano volentieri anche in quartieri<br />
urbani, in giardini e presso lampioni illuminati.<br />
Intrecciando quanto sintetizzato con le segnalazioni disponibili e riferite alle presenze reali o<br />
potenziali dei Chirotteri nell’area di interesse, sono state definite le seguenti specie target:<br />
Vespertilio di Daubenton (Myotis daubentonii), Vespertilio mustacchino (Myotis mystacinus)<br />
e Pipistrello nano (Pipistrellus pipistrellus) per ambienti acquatici e aree aperte; Vespertilio di<br />
Bechstein (Myotis bechsteinii), per ambienti acquatici e aree boscate; Orecchione bruno<br />
(Plecotus auritus) e Genere Nyctalus per aree boscate.<br />
VESPERTILIO <strong>DI</strong> DAUBENTON<br />
(Myotis daubentonii)<br />
Descrizione e biologia: la specie caccia per lo più fra i 2 e i 5 km di distanza dal rifugio, spesso in<br />
gruppetti di pochi individui in particolare a pelo d’acqua e intorno agli alberi o alla vegetazione<br />
rivierasca, a non più di 5 m dal suolo. Preda vari tipi di insetti e pesciolini d’acqua dolce, che,<br />
vengono pescati per uncinamento grazie ai grandi piedi unghiuti.<br />
Compie brevi spostamenti, per lo più inferiori ai 100 km, tra i quartieri estivi e quelli invernali.<br />
La specie nella buona stagione si rifugia nei cavi degli alberi, negli edifici, nelle spaccature dei<br />
muri o <strong>delle</strong> rocce e in ambienti sotterranei di vario tipo riunendosi per lo più in colonie<br />
numerose formate da individui d’ambo i sessi; sverna incuneato nelle fessure o attaccato alle<br />
volte e alle pareti di ambienti sotterranei naturali o artificiali di regola molto umidi, nelle<br />
fessure si trovano solo uno o pochi individui, ma nelle cavità spaziose possono formarsi colonie<br />
anche di migliaia di esemplari.<br />
Le colonie riproduttive, sono situate in cavi degli alberi ad apertura rotonda o fessuriforme,<br />
anche a meno di un metro dal suolo; la colonia (20-50 femmine) si sposta da un rifugio all’altro<br />
ogni due o tre giorni; i maschi estivano<br />
separatamente, per lo più in piccoli<br />
gruppi (20 individui), rifugiandosi sotto<br />
le cortecce degli alberi o all’entrata di<br />
gallerie sotterranee. Esce da mezz’ora<br />
a poco più di due ore dopo il<br />
tramonto, ma talora anche di giorno, e<br />
resta all’aperto per tutta la notte.<br />
Habitat e distribuzione: la specie, boschereccia, è attualmente frequente anche negli abitati,<br />
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purché prossimi a corpi d’acqua; essa predilige infatti le zone planiziali boscose o a prato con<br />
fiumi, laghi e stagni; può spingersi oltre i 1.800 m di quota (Lanza e Agnelli).<br />
La specie è diffusa pressoché in tutta Europa, sino al 63° parallelo, è assente dalla Scandinavia<br />
settentrionale e, al sud, in Grecia, Bulgaria, Romania e Albania. Rilevato nel comprensorio<br />
orobico, direttamente solo a Cosio Valtellina con un quartiere riproduttivo di oltre 100<br />
individui. La specie è diffusa nel versante valtellinese, soprattutto nelle zone caratterizzate dalla<br />
presenza di corsi e/o raccolte d’acqua, in genere al di sotto dei 1000 m di quota; nella porzione<br />
bergamasca, è nota per l’Isola di Fondra (Martinoli, 2004).<br />
VESPERTILIO MUSTACCHINO<br />
(Myotis mystacinus)<br />
Descrizione e biologia: la specie utilizza rifugi estivi e nursery, vicini ai corsi d’acqua, negli<br />
spacchi esterni e interni <strong>delle</strong> mura, entro le cappelle e le costruzioni di campagna anche se<br />
solo temporaneamente disabitate, di rado nei cavi degli alberi, ama però sfruttare gli alberi per<br />
appendersi durante le pause di caccia.<br />
Le colonie riproduttive (solitamente<br />
circa 20 femmine), si formano a<br />
partire da maggio, i maschi vivono<br />
separatamente in primavera e nel<br />
periodo estivo precedente alla<br />
stagione degli amori, ma<br />
occasionalmente si può trovare<br />
qualche esemplare anche nelle<br />
nursery.<br />
Lascia il rifugio piuttosto presto, poco dopo il tramonto, e probabilmente compie una sola<br />
uscita notturna ritirandosi prima dell’alba. La specie, sebbene sedentaria, è tuttavia capace di<br />
compiere spostamenti di una certa entità.<br />
Le prede, per lo più catturate in volo, sono rappresentate dai più diversi tipi di Insetti, ma<br />
soprattutto da Ditteri e Lepidotteri; può tuttavia catturarle anche quando sono posate.<br />
Habitat e distribuzione: specie boschereccia, predilige i prati prossimi agli abitati; può trovarsi<br />
dal livello del mare fino ad oltre 2.400 m di quota. Caccia soprattutto in vicinanza di alberi<br />
isolati vicini a corpi idrici stagnanti con volo abbastanza rapido, agile, talora farfalleggiante, di<br />
solito vicino a terra, compie di frequente virate, ripide ascese seguite da picchiate lungo una<br />
traiettoria arcuata e, soprattutto sull’acqua, anche voli rettilinei e radenti (Lanza e Agnelli).<br />
La specie è diffusa in tutta l’Europa, ad eccezione della Scozia e della Scandinavia<br />
settentrionale. Le popolazioni maggiori si trovano in Europa centrale, anche se a sud si spinge<br />
fino ai Balcani e al Mediterraneo.<br />
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- Ambito Valle Seriana -<br />
VESPERTILIO <strong>DI</strong> BECHSTEIN<br />
(Myotis bechsteinii)<br />
Descrizione e biologia: la specie<br />
utilizza rifugi estivi e colonie<br />
riproduttive nei cavi degli alberi,<br />
di rado nelle cavità <strong>delle</strong> rocce.<br />
D’inverno si rifugia soprattutto in<br />
cavità sotterranee, naturali o<br />
artificiali, molto umide e,<br />
occasionalmente anche nei cavi<br />
degli alberi.<br />
Le colonie riproduttive (fino a 30 femmine) cambiano frequentemente sede; i maschi vivono<br />
separatamente in primavera e nel periodo estivo precedente la stagione degli amori.<br />
Lascia il rifugio solo a notte fonda e lo riguadagna assai prima dell’alba, di solito dopo avervi<br />
fatto temporaneamente ritorno. Il foraggiamento si svolge di regola nelle radure dei boschi, ai<br />
loro margini e lungo le strade che li attraversano, spesso a poche centinaia di metri dal rifugio.<br />
Il volo, farfalleggiante e all’occorrenza assai agile, è di regola basso, fra 1 e 5 m di altezza; le<br />
prede, che possono esser catturate anche direttamente sui rami o a terra, constano soprattutto<br />
di falene, Ditteri e Coleotteri, ma anche di altri Artropodi, ragni e opilioni.<br />
Inquinamento a parte, il maggior pericolo è rappresentato dall’azione di disturbo da parte<br />
dell’uomo nei rifugi situati in grotte e costruzioni, e dal taglio dei vecchi alberi cavi.<br />
Habitat e distribuzione: la specie predilige i boschi misti umidi, ma frequenta comunemente<br />
anche le pinete e le zone alberate in genere, come giardini e parchi, spingendosi sino a 1.350 m<br />
di quota nella buona stagione e sino a 1.800 m in inverno (Lanza e Agnelli).<br />
PIPISTRELLO NANO<br />
(Pipistrellus pipistrellus)<br />
Descrizione e biologia: il pipistrello<br />
nano è specie poco freddolosa che si<br />
adatta bene al comparto montano,<br />
non è raro sorprenderla in volo di<br />
foraggiamento anche in pieno inverno,<br />
persino in luoghi coperti di neve o<br />
quando pioviggina; non teme<br />
nemmeno i venti piuttosto forti.<br />
Le nursery, eccezionalmente localizzate a più di 800 m di altitudine, ospitano di solito 20-250<br />
femmine adulte. Il maschio adulto, che non si mescola mai alle colonie riproduttive, occupa nel<br />
frattempo un rifugio e un territorio determinati, che difende da altri maschi. Il pipistrello lascia<br />
di regola i rifugi al crepuscolo, caccia con volo rapido e agile, a 2-10 m dal suolo, compiendo<br />
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- Ambito Valle Seriana -<br />
spesso picchiate e percorsi circolari o ellittici. La dieta consiste in piccoli Insetti catturati al volo.<br />
La specie è sedentaria, tuttavia è capace di compiere anche regolari movimenti migratori;<br />
nell’Europa centrale, ove la maggioranza <strong>delle</strong> popolazioni è stanziale, si verificano spostamenti<br />
fra quartieri d’estate e d’inverno che di rado superano i 10-20 km<br />
Habitat e distribuzione: la specie, in origine boschereccia, ma anche antropofila, frequenta<br />
boschi e di vario tipo, soprattutto nelle aree poco o non antropizzate. È stata osservata sino a<br />
2.000 m di quota, ma di solito la si incontra fra il livello del mare e le zone di bassa montagna.<br />
Qualsiasi riparo, cavità, fessura o interstizio presente nei fabbricati, nelle rocce e negli alberi,<br />
anche se di piccolissime dimensioni, può essere eletto a rifugio in ogni periodo dell’anno dal<br />
Pipistrello nano. Come ibernacoli predilige le cavità degli alberi e quelle sotterranee naturali o<br />
artificiali (grotte, miniere, cantine, ecc.), gli spacchi <strong>delle</strong> rocce e dei muri. Nei rifugi può<br />
addentrarsi nelle fessure o appendersi liberamente ai soffitti e alle volte. Il foraggiamento<br />
avviene di regola a non più di 1-2 km dai rifugi, sopra laghetti e stagni, al margine dei boschi,<br />
ma anche vicino ai lampioni (Lanza e Agnelli).<br />
Diffuso in tutta Europa anche oltre il 61° parallelo nord. Specie maggiormente diffusa nel <strong>Parco</strong>.<br />
E’ presente in tutte le valli anche al di fuori dei centri abitati, fino a notevoli altezze (2000 m<br />
Passo San Marco); sotto i lampioni <strong>delle</strong> strade è quasi sempre presente, talvolta insieme al suo<br />
congenere Pipistrellus kuhli.<br />
ORECCHIONE BRUNO<br />
(Plecotus auritus)<br />
Descrizione e biologia: è una specie relativamente resistente al freddo, occupa nelle grotte<br />
soprattutto le zone prossime all’entrata; le nursery vengono occupate in aprile-maggio e<br />
constano di 10-50 femmine, i maschi vivono separatamente in primavera e nel periodo estivo<br />
precedente la stagione degli amori e solo di rado si mescolano con le femmine <strong>delle</strong> colonie<br />
riproduttive. Abbandona i rifugi in genere dopo il tramonto, nel tardo crepuscolo, per lo più<br />
quasi a notte fatta, e caccia sino all’alba; tuttavia torna di solito più volte al proprio rifugio, dal<br />
quale non si allontana mai troppo. Vola lentamente, cambiando di frequente direzione, fra i 2 e<br />
i 7 m di quota, ma può abbassarsi assai quando caccia sull’acqua o sul terreno.<br />
Si foraggia in zone aperte ma caccia<br />
soprattutto tra le fronde, farfalleggiando<br />
con grande agilità in spazi ristretti, o<br />
verticalmente lungo la chioma degli<br />
alberi per scandagliarne il fogliame,<br />
talora rasente ai muri. Le prede vengono<br />
catturate sia al volo sia quando sono<br />
posate su un supporto. Specie stanziale,<br />
percorre per lo più solo pochi km fra i<br />
quartieri d’inverno e quelli d’estate.<br />
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- Ambito Valle Seriana -<br />
Habitat e distribuzione: specie distribuita in modo continuo dal Caucaso, attraverso la Turchia,<br />
penisola Balcanica e Creta, lungo l’arco Alpino fino ai Pirenei. In Italia la sua presenza è stata<br />
accertata in Trentino, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Liguria e Veneto. Per la<br />
Lombardia le segnalazioni riguardano la provincia di Varese, dove è nota una colonia<br />
riproduttiva, e quelle di Bergamo e Sondrio. Nell’area del <strong>Parco</strong> è stato rilevato nei pressi della<br />
Baita Grem nel comune di Gorno (Martinoli, 2004).<br />
GENERE Nyctalus<br />
Descrizione e biologia: è una specie di grosse dimensioni di carattere arboricolo, sverna nelle<br />
cavità degli alberi e nelle profonde fessure della roccia, spacchi dei muri e altri tipi di<br />
nascondigli presenti negli edifici sia antichi sia moderni (sottotetti, intercapedini, condotti di<br />
aerazione). I quartieri d’estate vengono cambiati spesso e in genere distano tra loro meno di un<br />
chilometro.<br />
Nella buona stagione i rifugi, nursery<br />
comprese, sono rappresentati dai cavi<br />
degli alberi (nidi dei picchi, cavità da<br />
marcescenza e da insetti xilofagi), dai<br />
nidi artificiali, dai pali cavi di cemento<br />
armato e da vari tipi di interstizi e altri<br />
vacui esistenti nei fabbricati.<br />
Habitat e distribuzione: genere tipicamente boschereccio, ma dotato di tendenze antropofile<br />
abbastanza spiccate, nettamente sviluppate in Nyctalus noctula; predilige i boschi umidi di<br />
latifoglie o misti, meglio se prossimi a corpi d’acqua, pur non disdegnando, di frequentare<br />
anche boschi di crinale relativamente secchi; nelle aree boschive si mantiene soprattutto nella<br />
fascia marginale piuttosto che nell’interno. Si trova per lo più fino a 1.000 m di quota ma può<br />
raggiungere l’alta montagna..<br />
Gli alberi maggiormente frequentati sono Quercus e Populus, assai più di rado Pinus, Tilia,<br />
Betula e Alnus; le cavità degli alberi preferite, situate a 4-20 m dal suolo, sono quelle con<br />
apertura rotonda di piccolo diametro e slargo interno situato in alto rispetto all’entrata; nelle<br />
zone non boscate si fermano solo animali in migrazione, che sono costretti a riposare nei<br />
fabbricati o sotto la corteccia degli alberi piantati dall’uomo (Lanza e Agnelli).<br />
Distribuita in gran parte dell’Europa giunge fino al 60° parallelo nord. Si spinge fino ai Balcani e<br />
nelle aree mediterranee. Specie potenziale per gli ambienti boscati sia di latifoglie si di conifere.<br />
Alcune vecchie segnalazioni sono note, per la Valtellina, a Faedo e Sondrio (Gulino e Dal Plaz,<br />
1939).<br />
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3.6 Specie target di Ungulati<br />
- Ambito Valle Seriana -<br />
Il <strong>Parco</strong> è interessato da diffusa presenza di ungulati di elevato interesse scientifico-<br />
conservazionistico, a partire dal Camoscio e dallo Stambecco. Tuttavia, considerata<br />
l’importanza effettiva di fenomeni di mobilità interessanti anche le aree di fondovalle e,<br />
potenzialmente, l’ambito collinare esterno al <strong>Parco</strong>, con riferimento specifico a situazioni<br />
ecotonali, l’unica specie target di Ungulati presa in considerazione è rappresentata dal<br />
Capriolo (Capreolus capreolus).<br />
CAPRIOLO<br />
(Capreolus capreolus)<br />
Descrizione e biologia:. il capriolo è un cervide di piccole dimensioni, il maschio possiede i<br />
palchi (con tre punte) che cadono ogni anno (da ottobre a dicembre) e ricrescono alla fine<br />
dell'inverno.<br />
I maschi conducono una vita solitaria, le<br />
femmine spesso vivono riunite in piccoli gruppi<br />
di 3-7 individui. Nel periodo di maggio-giugno le<br />
femmine partoriscono 1-2 piccoli dal<br />
caratteristico mantello bruno con macchie<br />
bianche. Il mantello è di color bruno, la gola e le<br />
parti ventrali e la regione perianale, detta<br />
specchio anale, sono bianche; la coda è corta e<br />
non emerge dal pelo.<br />
Habitat e distribuzione: l’optimum ecologico per il Capriolo è rappresentato da territori di<br />
pianura, collina e media montagna con innevamento scarso e poco prolungato nei quali si<br />
sviluppa un mosaico ad elevato indice di ecotoni caratterizzato dalla continua alternanza di<br />
ambienti aperti con vegetazione erbacea e boschi di latifoglie.<br />
Attualmente non è possibile stimare con precisione la consistenza globale della specie sul<br />
territorio nazionale, ma essa dovrebbe aggirarsi intorno ai 400.000 capi. Localmente, la specie è<br />
presente su gran parte del territorio della Provincia di Bergamo con consistenze stimate<br />
nell’ordine di 4740 capi, di cui 470 presenti in Val Seriana.<br />
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- Ambito Valle Seriana -<br />
3.7 Specie target di Piante invasive, nitrofile e/o alloctone<br />
Nell’ambito dei processi di rete ecologica è buona norma assumere precauzioni idonee ad<br />
evitare che gli interventi attuati a vantaggio della connettività ecologica producano, oltre agli<br />
effetti desiderati, anche la possibilità di invasione di habitat di pregio, da parte di specie<br />
invasive. Oltre a specie di cui favorire gli spostamenti, sono state pertanto prese in esame<br />
anche specie indesiderate da deprimere o al limite eradicare, onde evitare che la rete<br />
ecologica funga da diffusore di disturbo e quindi da depressore di biodiversità naturale.<br />
Considerata la relativa qualità e compattezza <strong>delle</strong> cenosi forestali nell’area di studio, anche<br />
a questo riguardo ci si è concentrati soprattutto su specie invasive (di norma alloctone)<br />
caratteristiche degli habitat aperti (soprattutto prati, pascoli e terreni nudi quali i greti) e<br />
passibili di indurre significativi decrementi della biodiversità naturale. In particolare, sono<br />
state considerate le seguenti specie target:<br />
Le specie individuate quali piante invasive, nitrofile e/o alloctone da monitorare, contenere<br />
o eradicare sono:<br />
Romice (Rumex alpinus), specie target per aree aperte;<br />
Ailanto (Ailanthus altissima), specie target per aree aperte ed ecotoni;<br />
Senecione sudafricano (Senecio inaequidens), specie target per le aree aperte e<br />
ambienti acquatici (greti);<br />
Albero <strong>delle</strong> farfalle (Buddleja davidii), specie target per le aree aperte ambienti<br />
acquatici (greti);<br />
Panace di Mantegazzi (Heracleum mantegazzianum), specie target per ambienti<br />
acquatici (greti).<br />
In aggiunta alle caratteristiche già evidenziate, si segnala inoltre che ad alcune <strong>delle</strong> specie<br />
individuate sono associate significative problematiche di carattere sanitario: Senecio<br />
inaequidens, infatti, è specie invasiva di prati e pascoli tossica per il bestiame, mentre<br />
Heracleum mantegazzianum è pericolosa anche per l’uomo, in virtù del fatto che la sua linfa<br />
annulla le difese della pelle alle radiazioni solari.<br />
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- Ambito Valle Seriana -<br />
ROMICE<br />
(Rumex alpinus)<br />
Descrizione: pianta perenne rizomatosa con fusti<br />
alti anche più di un metro. Le foglie basali hanno<br />
una lamina astata lunga fino a 40 cm<br />
profondamente cordata alla base, presentano<br />
una colorazione da rosso a verde cupo. I fiori,<br />
ermafroditi, son riuniti in pannocchie poco<br />
ramificate e sono verdi. Il frutto è circondato da<br />
valve membranose, solitamente lisce. Fiorisce da<br />
giugno ad agosto.<br />
Habitat e distribuzione: la pianta cresce nelle zone montuose dell’Europa specialmente in aree<br />
nitrificate e ricche di nutrienti dove tende a diventare dominante abbassando notevolmente la<br />
diversità specifica.<br />
PANACE <strong>DI</strong> MANTEGAZZI<br />
(Heracleum mantegazzianum)<br />
Descrizione: Pianta erbacea di grandi dimensioni che può raggiungere i 2-5 metri di altezza<br />
(raramente 7 metri). Le foglie sono profondamente lobate, a 3 o 5 segmenti; i fiori sono bianchi<br />
o verde-giallastri, riuniti in infiorescenze ombrelliformi che raggiungono i 50 cm di diametro. I<br />
frutti sono obovati e bordati da peli irti. La fioritura avviene da giugno ad agosto. La pianta è<br />
molto pericolosa per la tossicità cutanea e oculare della sua linfa.<br />
Habitat e distribuzione: importata alla fine del 1800 dal Caucaso per fini ornamentali, si è<br />
diffusa in gran parte dell’Europa dove si insedia nei prati, sulle rive dei fiumi e nei luoghi incolti,<br />
sia in pianura che a quote più elevate. In Italia è presente in Piemonte, Valle D'Aosta, Liguria,<br />
Lombardia, Veneto e Trentino.<br />
ALBERO DELLE FARFALLE<br />
(Buddleja davidii)<br />
Descrizione: arbusto perenne fortemente ramificato alto da 2 a 5 metri. Le foglie, larghe 2 – 4<br />
cm e lunghe 6 – 12 cm, picciolate in basso e sessili nella parte superiore, sono ovato –<br />
lanceolate con lamina rugosa e intera lievemente crenulata, seghettata sui bordi; la pagina<br />
superiore è verde e glabra, mentre quella inferiore è biancastra e pubescente. I fiori ermafroditi<br />
con colorazione varia dal bianco al viola, sono riuniti in un’infiorescenza densa a pannocchia<br />
conica lunga 30–60 cm. Il frutto è una capsula lunga circa 1 cm e contenente numerosissimi<br />
semi.<br />
Definizione della Rete Ecologica Locale Pagina 59
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- Ambito Valle Seriana -<br />
Habitat e distribuzione: pianta di origine cinese introdotta in Europa alla fine del 1800 per scopi<br />
ornamentali; in Italia cresce in zone soleggiate, ma anche a mezz'ombra su dirupi, in luoghi<br />
incolti, lungo le rive dei fiumi e le scarpate da 0 a 1300 metri.<br />
SENECIONE SUDAFRICANO<br />
(Senecio inaequidens)<br />
Descrizione: pianta erbacea annua o perenne alta da 40 a 60 cm con fusto eretto e glabro. Le<br />
foglie larghe 2 – 3 mm e lunghe 60 –70 mm sono intere, lievemente carenate con lamina<br />
lineare e sono irregolarmente dentate sui brodi. Le superiori sono progressivamente più piccole<br />
con picciolo più breve fino a sub-sessili. L’infiorescenza è formata da capolini e i fiori sono gialli<br />
ed ermafroditi. I frutti sono acheni provvisti di pappo. Fiorisce da maggio a ottobre.<br />
Habitat e distribuzione: pianta di origine sudafricana introdotta probabilmente durante la<br />
seconda guerra mondiale. Cresce sui rilievi italiani ed europei da 0 a 1000 metri in incolti<br />
sassosi, zone ruderali, lungo i greti e le massicciate; ma anche in campi, colture, vigneti e oliveti.<br />
AILANTO<br />
(Ailanthus altissima)<br />
Descrizione: pianta arborea decidua alta fino a 30 metri con diametro massimo di circa un<br />
metro. La corteccia è liscia, grigio chiaro con screpolature marroni. I rami hanno un colore<br />
grigiastro, sono lisci, lucenti e hanno lenticelle in rilievo. Le foglie lunghe da 30 a 90 cm sono<br />
pennate, larghe e disposte alternatamente sullo stelo. Il rachide è di colore verde-rossiccio<br />
chiaro con la base rigonfia. Le foglioline lunghe da 5 a18 cm sono ovate-lanceolate con margini<br />
lisci. I fiori, dal verde giallognolo al rossiccio, sono piccoli e riuniti in grandi infiorescenze.<br />
Habitat e distribuzione: pianta importata in Europa, Stati Uniti e molti altri paesi del mondo<br />
dalla Cina e da Taiwan nel corso del 1700 per scopi ornamentali è divenuta specie invasiva<br />
grazie alla sua riproduzione rapidissima. In Italia è diffusa in tutta la penisola fino a quote<br />
collinari.<br />
Definizione della Rete Ecologica Locale Pagina 60