2 contenuti del piano territoriale infraregionale - Consorzio per la ...

COOPROGETTI 

PIANO TERRITORIALE INFRAREGIONALE 

DELLA ZONA INDUSTRIALE DEL PONTEROSSO 

INDICE 

Premessa ........................................................................................................ 3 

Cronistoria ....................................................................................................................... 4 

1 Stato dell'ambiente - Aggiornamento .................................................... 8 

1.1 Premessa ............................................................................................................... 8 

1.2 Meteorologia e clima .............................................................................................. 9 

1.2.1 Qualità dell'aria ................................................................................................ 9 

1.3 Rumore................................................................................................................. 17 

1.4 Risorse idriche ...................................................................................................... 19 

1.4.1 Metodologia di analisi .................................................................................... 19 

1.4.2 Situazione individuata .................................................................................... 20 

1.5 Acque reflue ......................................................................................................... 24 

1.5.1 Acque reflue di competenza del Consorzio. ................................................... 24 

1.6 Rifiuti .................................................................................................................... 27 

1.6.1 Rifiuti prodotti dal Consorzio .......................................................................... 27 

1.7 Contaminazione del suolo e del sottosuolo .......................................................... 28 

1.7.1 Contaminazione rilevata nella Zona Industriale. ............................................ 28 

1.8 Giudizio di confronto ............................................................................................. 30 

1.8.1 Sintesi delle criticità rilevate (aggiornamento) ................................................ 30 

2 Contenuti del Piano Territoriale Infraregionale ................................... 32 

2.1 Obiettivi di piano ................................................................................................... 32 

2.2 Azioni di piano ...................................................................................................... 33 

2.3 Confronto tra alternative di Piano ......................................................................... 34 

3 Valutazione sintetica degli effetti ......................................................... 34 

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Rapporto Ambientale e Sintesi non tecnica 

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4 Misure di mitigazioni ............................................................................. 35 

5 Piano di monitoraggio ........................................................................... 35 

Allegati: ........................................................................................................ 36 

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PREMESSA 

COOPROGETTI 



Il presente documento, comprende il Rapporto Ambientale e la Sintesi non tecnica a 

supporto della procedura di Valutazione Ambientale Strategica del Piano Territoriale 

Infraregionale della Zona Industriale del Ponterosso, nuovo strumento di pianificazione 

previsto per le zone industriali dalla legge urbanistica regionale e dalla legge regionale 

n°3/99 “disciplina dei Consorzi di sviluppo industriale”. Tale strumento sostituisce il 

vigente PIP (Piano Insediamenti produttivi). 

La proceduta di VAS del Piano Infraregionale è espressamente prevista dall'articolo 6 

della Parte II° Titolo 1,del D.Lgs. 152/06. 

Analoga procedura di VAS è stata recentemente espletata per gli strumenti di 

pianificazione urbanistica vigenti, in particolare la Variante n°36 al PRGC del Comune 

di S. Vito al T. e la Variante n°1 al PIP, la prima conclusa nel settembre 2008 e la 

seconda nel luglio 2009. 

I contenuti del Piano Territoriale Infraregionale della Zona Industriale del Ponterosso, 

non differiscono in modo significativo da quelli del PIP vigente infatti: 

il perimetro delle aree interessate dal Piano è il medesimo del PIP; 

le destinazioni d'uso ammesse per gli insediamenti sono sostanzialmente 

coincidenti; 

la struttura normativa, pur variata nell'impostazione e nelle definizioni e 

nell'introduzione di ulteriori prescrizioni finalizzate alla maggiore compatibilità 

ambientale, ricalca quella del PIP vigente; 

le misure e gli interventi di mitigazione già previsti nello strumento vigente sono 

stati confermati e adeguatamente implementati. 

Il presente documento contiene, considerata la sostanziale coincidenza dei contenuti 

pianificatori, la documentazione a corredo della precedente procedura di VAS del PIP, 

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l'aggiornamento dei principali parametri che caratterizzano lo Stato dell'Ambiente, la 

valutazione degli effetti ambientali delle azioni del Piano Infraregionale, unitamente 

alla verifica degli interventi di mitigazione e di monitoraggio ambientale, ed in 

particolare: 

1 cronistoria delle procedure di VAS relative alla Variante n°36 al PRGC e 

Variante n°1 al PIP, comprendente i pareri degli enti competenti e gli esiti finali; 

2 aggiornamento dei dati recenti (successivi alle procedure di VAS sopra citate) 

relativi alle componenti maggiormente significative dello stato ambientale, ai fini 

dell'aggiornamento delle criticità individuate e definite nelle precedenti 

procedure; 

3 la valutazione degli effetti sull'ambiente derivanti dall'attuazione del Piano, la 

congruità degli interventi di mitigazione e delle azioni di monitoraggio; 

4 una documentazione allegata che comprende: 

Allegato n°1: Rapporto Ambientale, Piano Insediamenti Produttivi, Variante 

n°1; 

Allegato n°2: Relazione Integrativa per il Rapporto Ambientale, P.I.P., Variante 

n°1; 

Cronistoria 

Allegato n°3: Parere A.S.S. n°6 (Parere igienico sanitario – Rapporto 

Ambientale), P.I.P., Variante n°1; 

Allegato n°4: Parere A.R.P.A. (Parere Assoggettabilità a V.A.S. Rapporto 


Allegato n°5: Delibera Giunta Comunale (Parere V.A.S.), P.I.P., Variante n°1. 

Il presente paragrafo ricostruisce l'iter approvativo per quanto riguarda la Valutazione 

Ambientale Strategica (VAS) degli strumenti urbanistici immediatamente precedenti al 

presente Piano Territoriale Infraregionale. Tali strumenti urbanistici sono la Variante 

n°36 al PRGC del comune di S. Vito al Tagliamento e la Variante n°1 al Piano per gli 

Insediamenti Produttivi (PIP) della zona industriale del “Ponterosso” (ZIPR). 

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La Variante n°36 al PRGC, approvata con DCC n°52 del 25.09.08, è finalizzata 

principalmente all’ampliamento di 58 ha circa dell’area ZIPR che dai preesistenti 

316,34 ha passerà a 374,91 ha. 

La variante n°1 al PIP, approvata con DCC n°43 del 29.07.09 adegua lo strumento 

attuativo agli ampliamenti previsti dalla Variante 36 al PRGC. 

Con DCC n° 76 del 17.12.2007 veniva adottata la Variante n°36 al PRGC, tra i 

documenti che costituiscono la variante anche il Rapporto Ambientale redatto ai sensi 

della LR 11/05 secondo le modalità previste dal D.Lgs. 4/08 che integra il D.Lgs. 

152/06. 

Il Rapporto Ambientale contiene per quanto riguarda lo stato dell'ambiente alcuni 

capitoli tratti dal Rapporto Ambientale realizzato da Leochimica snc – anno 2004 per 

conto del Consorzio ZIPR, e per quanto riguarda in particolare le Azioni di Piano e le 

mitigazioni allo Studio di Impatto Ambientale allegato al Piano Territoriale 

Infraregionale della ZIPR predisposto da Cooprogetti srl nel 2005. 

In data 14.07.2008 con propria delibera giuntale n° 147 la giunta comunale in qualità 

di autorità procedente avviava l'iter procedurale relativo alla VAS della suddetta 

variante. 

Con nota protocollare n°20275 del 22.07.2008 il Rapporto Ambientale veniva 

trasmesso, alla Regione Friuli Venezia Giulia-Servizio Valutazione Impatto Ambientale 

-Settore Valutazione Ambientale Strategica, all' ARPA FVG e all' ASS n°6 del “Friuli 

occidentale”, per i pareri di competenza da esprimersi entro 30 giorni dal ricevimento 

del Rapporto Ambientale. 

Come riportato nella delibera di approvazione della variante n°36 nessun parere dei 

suddetti enti è pervenuto entro il termine previsto che scadeva in data 05.09.2008. 

In data 17.09.2008 perveniva al Comune la nota n°59155 del 11.09.2008 da parte dell' 

ASS n°6 con la quale si esprime parere favorevole al Rapporto Ambientale a 

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condizione che vengono recepite le osservazioni formulate dall' ASS contenute nella 

nota. 

Con Delibera del Consiglio Comunale n° 52 del 25.09.08 veniva approvata la Variante 

n°36 al PRGC, tra i documenti allegati alla delibera (Allegato C) la “Relazione di 

Recepimento delle Osservazioni contenute nel parere 59155/Isp in data 11.09.2008 

da parte dell'ASS n°6 “Friuli Occidentale” con il quale vengono introdotte nel Rapporto 

Ambientale le modifiche in accoglimento delle osservazioni dell'ASS n°6. 

Con Delibera della Giunta Regionale n°2968 del 30.12.2008 veniva confermata 

l'esecutività della delibera di approvazione della Variante n°36 al PRGC. 

In data 27.04.2009 la Giunta Comunale con propria delibera n°115 approva il 

Rapporto Ambientale relativo alla Variante n° 1 al PIP (vedi Allegato n° 1) e avvia la 

procedura di VAS relativa alla variante. 

Il Rapporto Ambientale contiene per quanto riguarda lo stato dell'ambiente alcuni 

capitoli tratti dal Rapporto Ambientale realizzato da Leochimica snc – anno 2004 per 

conto del Consorzio ZIPR, con successivi aggiornamenti del 2008 e per quanto 

riguarda in particolare le Azioni di Piano e le mitigazioni allo Studio di Impatto 

Ambientale allegato al Piano Territoriale Infraregionale della ZIPR predisposto da 

Cooprogetti srl nel 2005. 

Con Delibera del Consiglio Comunale n°16 del 04.05.09 veniva adottata la Variante 

n°1 al PIP, successivamente con nota protocollare n°15040 del 18.05.09 veniva 

inviato il Rapporto Ambientale agli enti competenti (ARPA FVG, ASS n°6 e alla 

Regione Friuli Venezia Giulia-Servizio Valutazione Ambientale Strategica) per i pareri 

di competenza. 

In data 04.06.09 con protocollo n° 52/DPSV l' ASS n° 6 dà il proprio parere favorevole 

al Rapporto Ambientale relativo alla Variante 1 al PIP (vedi Allegato n°3). 

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Con protocollo n°7177/2009/DS/74 del 25.06.09 l'ARPA FVG esprime il parere che la 

variante n°1 debba essere assoggettata alla procedura di VAS e richiede alcune 

integrazioni al Rapporto Ambientale presentato. 

Le richieste di integrazione principalmente riguardano: 

assenza di riferimenti a V.A.S. di piani sovraordinati; 

mancata individuazione di alternative proponibili e definizione dei criteri per la 

loro valutazione; 

necessità di approfondire l'esame di alcune criticità ambientali, relative al suolo 

(consumo di territorio,impermeabilizzazione, frammentazione ecologica, rifiuti), 

aria (emissioni in atmosfera), acqua (riduzione delle superfici di percolazione, 

incremento delle acque di scorrimento di prima pioggia, scarico acque reflue nei 

corpi idrici superficiali) ed energia (assenza di riferimenti alle fonti rinnovabili; 

necessità di definire puntualmente un sistema di monitoraggio, dotandolo di 

opportuni indicatori. 

In data 17.07.09 (prot.8042/2009/DS/74) perviene all' ARPA FVG l'Integrazione al 

Rapporto Ambientale (Relazione Integrativa per il Rapporto Ambientale) contenente le 

integrazioni richieste (vedi Allegato n° 2. Per rendere cogenti alcuni aspetti urbanistici 

contenuti nel Rapporto Ambientale e nell' Integrazione al Rapporto Ambientale il 

progettista propone di integrare le NTA del PIP con un nuovo articolo normativo, 

l'articolo 23 bis “Disposizioni per la tutela ambientale”. Tale articolo contiene 

disposizioni riguardanti, la difesa della permeabilità del suolo, indicazioni contro 

eventuali sversamenti, contenimento delle polveri e delle emissioni sonore. 

Con protocollo n°8148/2009/DS/74 del 22.07.09 l' ARPA esprime il proprio parere 

favorevole alla procedura di VAS (vedi Allegato n°4). 

Con Delibera della Giunta Comunale n°214 del 27.07 2009 veniva espresso parere 

favorevole al Rapporto Ambientale integrato (vedi Allegato n°5). 

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Con Delibera del Consiglio comunale n°43 del 29.07.2009 è approvata la Variante n°1 

al PIP con l'introduzione dell'art. 23 bis “Disposizioni per la tutela ambientale”. 

1 STATO DELL'AMBIENTE - AGGIORNAMENTO 

1.1 Premessa 

Il presente documento, rispetto al Rapporto Ambientale che accompagna la Variante 

n°1 al PIP (vedasi il capitolo precedente sulle VAS che hanno interessato la ZIPR), 

l'ultimo Rapporto ambientale che ha per oggetto la ZIPR, aggiorna le seguenti parti 

sullo Stato dell'Ambiente (in neretto): 

Capitolo 3.1 Meteorologia e clima. 

o Paragrafo 3.1.3 Qualità dell'aria, 

Sottoparagrafo Monitoraggi eseguiti dai Laboratori SARC srl; 

Capitolo 3.2 Rumore; 

Capitolo 3.5 Ambiente idrico. 

o Paragrafo 

3.5.2 Risorse idriche; 

Capitolo 3.5 Ambiente idrico. 

o Paragrafo 3.5.4 Acque reflue, 

Capitolo 3.7 Rifiuti, 

Sottoparagrafo Acque reflue di competenza del Consorzio; 

Sottoparagrafo Rifiuti prodotti dal Consorzio; 

Capitolo 3.8 Contaminazione del suolo e sottosuolo 

Sottoparagrafo Contaminazione rilevata nella Zona 

Industriale. 

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1.2 Meteorologia e clima 

1.2.1 Qualità dell'aria 

1.2.1.1 Monitoraggi eseguiti dai Laboratori SARC srl 

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Nel periodo marzo-aprile 2009 i laboratori SARC hanno prodotto una valutazione 

quantitativa / qualitativa della qualità dell'aria nella Zona Industriale Ponte Rosso. 

Si riportano di seguito i principali risultati dell'indagine per le sei postazioni monitorate 

la cui ubicazione è riportata nella “Planimetria con punti di campionamento” in fondo 

al capitolo “Stato attuale dell’ambiente - Aggiornamento”.. 

1.2.1.1.1 Postazioni di controllo 

La campagna di rilevamento della qualità dell'aria si è svolta con campionamenti della 

durata di 24 ore che hanno avuto luogo nelle seguenti postazioni e giornate : 

Postazione Coordinate Data 

Latitudine NORD Latitudine NORD 

A1 (Centro Direzionale) 45°56’42.2 12°52'50.7 23-24/03/2009 

A2 (rotat. V. Pescopagano) 45°56’35.7 12°52'20.3 01-02/04/2009 

A3 (V.Pescopagano) 45°56’35.1’’ 12°52’08.4’’ 08-09/04/2009 

P1 (rotatoria via Tolmezzo) 45°56’37.9’’ 12°52’34.7’’ 30-31/03/2009 

P3 (rotatoria Sirap) 45°56’29.0’’ 12°52’37.9 24-25/03/2009 

P8 (ingresso Baumit) 45°56’48.6’’ 12°52’02.2’’ 25-26-27/03/2009 

1.2.1.1.2 Strumenti, metodi e parametri monitorati dalla SARC srl 

Dati meteorologici 

Centralina meteo dotata di sensori per la misura dei seguenti parametri : temperatura, 

umidità, velocità e direzione del vento, piovosità. 

Campionamento attivo in continuo mediante gas monitor dotato di sensori CO- 

CO2 

Tale tipo di campionamento prevede l'utilizzo di un campionatore che in continuo 

capta l'aria mediante una pompa interna e tramite sensori specifici determina la 

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concentrazione di CO-CO2 presenti memorizzando infine tali valori per mezzo di un 

datalogger. 

Campionamento attivo mediante fiale/filtri 

Tale metodologia di campionamento ha interessato alcune sostanze caratteristiche 

delle emissioni derivanti dalle attività produttive che operano nella zona industriale e 

dal traffico autoveicolare che la interessa (polveri atmosferiche, PM10). Essa prevede 

l'aspirazione mediante campionatori volumetrici dell'aria atmosferica a 3,0 m dal suolo 

in appositi filtri. 

L'analisi sui campioni prelevati è stata poi condotta adottando le seguenti 

metodiche : 

o analisi gravimetrica per le polveri atmosferiche e il PM10 secondo le 

seguenti metodiche : M.U. 271777 e UNI EN 12341/01. sui filtri utilizzati 

per la determinazione del PM10 sono state poi eseguite analisi al fine di 

determinar il contenuto di : 

IPA secondo metodica prevista dall' All. VII° del DM 25.11.94; 

Metalli pesanti secondo la norma UNI EN 14902:2005. 

Campionamento passivo mediante campionatore a diffusione radiale (radiello) 

Tale tipo di campionamento prevede l'utilizzo di un campionatore costituito da un 

corpo cilindrico cavo in materiale plastico, attraverso il quale le molecole gassose 

diffondono fino a raggiungere il corpo adsorbente posto all'interno. Questa tipologia di 

campionatore offre diversi vantaggi rispetto al campionamento di tipo attivo : 

non comporta l'utilizzo di pompe 

non ha limiti energetici di autonomia 

presenta una migliore capacità adsorbente, poiché è meno soggetto a fenomeni 

di saturazione del corpo adsorbente, come nel caso di utilizzo di fiale 

tradizionali. 

Il campionamento ha riguardato i seguenti parametri : SOV, biossidi di azoto e zolfo, 

aldeidi e fenoli. Sono stati effettuati campionamenti a 3,0 m dal suolo. 

Le analisi successive sono state eseguite per i SOV mediante gascromatografia 

accoppiata a spettrometria di massa GC/MS; per il biossido di zolfo in cromatografia 

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ionica,per il biossido di azoto in spettroscopia UV-Vis; per le aldeidi in Cromatografia 

liquida HPLC-UV e per i fenoli mediante desorbimento termico e gascromatografia 

accoppiata a spettrometria di massa GC/MS. 

1.2.1.1.3 Risultati 

Sintesi dei dati meteorologici (rilevati dalla stazione meteo installata nel punto 

A1 – Centro Direzionale) 

Data Postazione Sit. meteo Vento (ms) 

23-24/03/2009 A1 (Centro Direzionale) sereno 1,0-1,5 

01-02/04/2009 A2 (rotat. V. Pescopagano) nuvoloso/pioggia 1,5-2,5 

08-09/04/2009 A3 (V.Pescopagano) sereno 1,0-1,5 

30-31/03/2009 P1 (rotatoria via Tolmezzo) nuvoloso/pioggia 1,5-2,5 

24-25/03/2009 P3 (rotatoria Sirap) sereno 1,5-2,5 

25-26-27/03/2009 P8 (ingresso Baumit) sereno 1,5-2,5 

Dai dati analizzati emerge che le giornate di monitoraggio sono state caratterizzate da 

cielo per la maggior parte sereno e da venti provenienti prevalentemente da N e da 

NNE. 

Qualità dell'aria (campionamento attivo) 

Polveri PM10 : sono stati eseguiti i campionamenti della durata di 24 ore nella singola 

postazione a 1,5 m dal piano di campagna. I valori rilevati sono riportati nella seguente 

tabella : 

Data Punto di prelievo Valore rilevato Valore limite 

23-24/03/2009 A1 (Centro Direzionale) 36,8 μg/Nm³ 50 μg/m³ 

01-02/04/2009 A2 (rotat. V. Pescopagano) 32,8μg/Nm³ 50 μg/m³ 

08-09/04/2009 A3 (V.Pescopagano) 61,8 μg/Nm³ 50 μg/m³ 

30-31/03/2009 P1 (rotatoria via Tolmezzo) 17,8 μg/Nm³ 50 μg/m³ 

24-25/03/2009 P3 (rotatoria Sirap) 24,8 μg/Nm³ 50 μg/m³ 

25-26-27/03/2009 P8 (ingresso Baumit) 37,3μg/Nm³ 50 μg/m³ 

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N.B.: il valore limite medio giornaliero è di 50 μg/m³ come previsto dal D.M. n°60 del 

2/04/02. 

Metalli : sono stati eseguiti i campionamenti a 3,0 m dal piano di campagna della 

durata di 24 ore che hanno portato ai seguenti risultati analitici : 

Tutti i valori sono in ng/ m³ 

Punto Alluminio Antimonio Cromo Ferro Molibdeno Rame Zinco 

A1 228 4,1 < 10 330 < 10 < 10 85 

A2 461 3,5 < 10 514 18 < 10 168 

A3 465 5,2 18 974 < 10 18 161 

P1 288 4,6 < 10 428 < 10 < 10 79 

P3 1797 3,9 25 294 < 10 < 10 92 

P8 472 3,6 17 555 < 10 < 10 66 

Nichel e piombo risultano inferiori al limite di rilevabilità strumentale in tutte le 

postazioni monitorate. 

IPA : sono stati eseguiti i campionamenti a 3,0 m dal piano di campagna della durata 

di 24 ore che hanno portato ai seguenti risultati analitici : 

Sono state rilevate la presenza di naftalene (2,5 ng/m³ in A1), Acenaftene (0,8 

ng/m³ in A1), Fluorene (0,8 ng/m³ in A1),Benzo(a)antracene (0,9 ng/m³ in P1), 

nelle altre postazioni i valori risultavano inferiori al limite di rilevabilità 

strumentale. 

Tra gli altri IPA rilevati: 

Punto di prelievo Fenantrene Fluorantene Pirene 

A1 (Centro Direzionale) 8,5 ng/ m³ 3,8 ng/ m³ 3,0 ng/ m³ 

A2 (rotat. V. Pescopagano) < 0,5 ng/ m³ < 0,5 ng/ m³ < 0,5 ng/ m³ 

A3 (V.Pescopagano) 0,9 ng/ m³ 1,3 ng/ m³ 4,5 ng/ m³ 

P1 (rotatoria via Tolmezzo) 1,3 ng/ m³ 4,4ng/ m³ 3,5 ng/ m³ 

P3 (rotatoria Sirap) < 0,5 ng/ m³ < 0,5 ng/ m³ < 0,5 ng/ m³ 

P8 (ingresso Baumit) 0,8ng/ m³ 1,2 ng/ m³ 2,9 ng/ m³ 

Tutti gli altri IPA ricercati tra cui Benzo(a)pirene risultano inferiori al limite di rilevabilità 

strumentale in tutte le postazioni monitorate. 

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Polveri atmosferiche : sono stati eseguiti cinque campionamenti della durata di 24 

ore. 

I valori rilevati sono riportati nella seguente tabella : 


23-24/03/2009 A1 (Centro Direzionale) 0,10 mg/m³ Non previsto 

01-02/04/2009 A2 (rotat. V. Pescopagano) 0,17mg/m³ Non previsto 

08-09/04/2009 A3 (V.Pescopagano) 0,08 mg/m³ Non previsto 

30-31/03/2009 P1 (rotatoria via Tolmezzo)

Punto di prelievo 

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Valore 

rilevato 

(pentano) 



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Valore 

rilevato 

(esano) 


Valore 

rilevato 

(toluene) 

Valori limite 

A1 (Centro Direzionale) 28 μg/m³ 12 μg/m³

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Aldeidi : sono stati eseguiti i campionamenti a 3,0 m dal piano di campagna della 


Tutti i valori sono in μg/ m³ 

Punto di prelievo Formaldeide Acetaldeide Butanale 

A1 (Centro Direzionale) 4,8 3,8 < 7,6 

A2 (rotat. V. Pescopagano) 5,9 4,0 < 7,3 

A3 (V.Pescopagano) 6.6 3,6 9,6 

P1 (rotatoria via Tolmezzo) 4,3 3,6 < 7,5 

P3 (rotatoria Sirap) 4,4 4,8 < 7,5 

P8 (ingresso Baumit) 3,8 6,4 < 7,5 

Acroleina, Propanale, Benzaldeide, Isopentanale, Pentanale ed Esanale risultano 

inferiori al limite di rilevabilità strumentale in tutte le postazioni monitorate. 

Fenoli : sono stati eseguiti i campionamenti a 3,0 m dal piano di campagna della 


Tutti i valori sono in μg/ m³ 

Punto di prelievo Fenolo o-cresolo m e p-cresolo 

A1 (Centro Direzionale) 2,5 0,2 < 0,1 

A2 (rotat. V. Pescopagano) 2,2 0,2 0,1 

A3 (V.Pescopagano) 2,4 0,2 < 0,1 

P1 (rotatoria via Tolmezzo) 2,4 0,2 < 0,1 

P3 (rotatoria Sirap) 1,8 0,2 < 0,1 

P8 (ingresso Baumit) 2,2 0,2 < 0,1 

1.2.1.1.4 Conclusioni 

I dati raccolti nelle specifiche posizioni evidenziano che l'aria atmosferica della Zona 

Industriale Ponte Rosso non è interessata da fenomeni di inquinamento 

particolarmente rilevanti in particolare: 

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SOV: le sostanze rilevate Pentano, Esano e Toluene sono presenti in quantità 

minime; si nota una concentrazione di Pentano quasi doppia nella posizione P3 

mentre il Toluene è presente nella posizione A3 e P3; 

Aldeidi: le concentrazioni rilevate sono simili nelle varie postazioni tranne i valori 

di Formaldeide che risulta significativamente maggiore in A2 e A3 mentre 

Acetaldeide è maggiore in P8. Per quanto riguarda il Butanale esso è stato 

rilevato solo nella stazione A3; 

Fenoli: le concentrazioni rilevate sono simili nelle varie postazioni; 

ossidi di azoto, zolfo e monossido di carbonio: le concentrazioni rilevate sono 

abbondantemente al di sotto dei rispettivi valori limite; 

polveri PM10: le concentrazioni rilevate sono tutte al di sotto del valore limite 

giornaliero di 50 μg/m³ tranne la postazione A3 (61,8μg/m³ ); 

Metalli: sono maggiormente presenti alluminio, ferro e zinco. I valori di 

antimonio e molibdeno, presenti nei sistemi frenanti degli autoveicoli non 

permettono di correlare il PM10 con il traffico veicolare; 

IPA: in tutte le postazioni sono stati rilevati IPA tranne A2 e P3; il 

Benzo(a)pirene per cui esiste un Valore obiettivo da raggiungere entro il 

31.12.2012 di 1 ng/ m³ (D.Lgs.152/07) risulta inferiore al limite di rilevabilità 

strumentale (0,5 ng/ m³ ). 

In rapporto ai dati rilevati al 2008 si nota un significativo miglioramento del parametro 

PM10 con una sola postazione (A3) oltre il limite di 50 μg/m³ contro le tre del 2008 

(P1, P3 e P8) anche se i monitoraggi 2009 si sono svolti con situazioni di ventilazioni 

più favorevoli. 

Per tutti gli altri parametri dove sono previsti dalla legislazione dei valori limite i dati 

2009 confermano in analogia con quelli 2008 che i valori riscontrati sono al di sotto dei 

rispettivi limiti legislativi. 

ELAB. D.06 


Rev. 0 – apr. 10 Pag. 16

1.3 Rumore 

COOPROGETTI 



Nel mese di ottobre 2009 la ditta SARC srl ha trasmesso al Consorzio ZIPR un 

rapporto di prova di Impatto Acustico, ove vengono riportati i valori dei livelli di rumore 

ambientale, relativi al periodo di riferimento diurno e notturno, conseguenti ai rilievi 

effettuati all'interno della Zona Industriale ZIPR. 

Il Laboratorio SARC è accreditato SINAL per le prove di rilevazione del Rumore in 

ambienti abitativi esterni, con riferimento alle Norme : D.M. 16/03/98; DPCM 14/11/97; 

L.447 del 26/10/95; DPCM 01/03/91. 

Va evidenziato il fatto che il Comune di San Vito al Tagliamento non ha ancora 

provveduto alla classificazione acustica del proprio territorio, ai sensi dell'art. 6 della 

L.447/95. 

Pertanto, ai sensi dell'art. 8 “Norme transitorie” del citato DPCM 14/11/1997 si 

applicano i limiti di cui all'art. 6 comma 1 del DPCM 01/03/1991. 

Zonizzazione Limite diurno Leq(A) Limite notturno Leq(A) 

Tutto il territorio nazionale 70 60 

Zona A 65 55 

Zona B 60 50 

Zona esclusivamente industriale 70 70 

Le zone A e B sono zone di cui all'art.2 del D.M. 274/68 n°1444. 

I punti di indagine sono quelli già individuati in occasione di precedente verifica 

(settembre 2008) salvo i n°45-46 per il diurno; la localizzazione dei punti è 

rappresentata nella seguente planimetria. 

Le successive tabelle riportato gli esiti delle verifiche condotte, in periodo diurno e 

notturno nell'ottobre 2009 raffrontati con gli esiti del 2008. L' ubicazione dei punti 

monitorati è riportata nella “Planimetria con punti di campionamento” in fondo al 

capitolo “Stato attuale dell’ambiente - Aggiornamento”. 

ELAB. D.06 


Rev. 0 – apr. 10 Pag. 17

Punto 

preliev 

o 

Latitudine 

NORD 

COOPROGETTI 

Coordinate 



Tempo di riferimento diurno (6,00 – 22,00) 

Longitudine 

EST 

Data 

Ore 

inizio 

ELAB. D.06 

dβ(A) 

2009 


dβ(A) 

2008 

1 45° 56’ 29.4’’ 12° 52’ 08.6’’ 28.10.09 13.41 66,2 66,9 

9 45° 56’ 41.4’’ 12° 52’ 28.4’’ 28.10.09 17.17 67,7 67,6 

13 45° 56’ 28.4’’ 12° 52’ 38.1’’ 28.10.09 16.32 63,4 62,0 

24 45° 56’ 36.3’’ 12° 53’ 06.3’’ 28.10.09 15.11 63,7 62,2 

31 45° 56’ 38.7’’ 12° 53’ 14.7’’ 28.10.09 14.27 66,9 65,2 

32 45° 56’ 27.7’’ 12° 53’ 16.9’’ 28.10.09 15.51 63,1 64,3 

45 45° 56’ 35.6’’ 12° 52’ 25.7’’ 29/10/09 13.25 69,3 - 

46 45° 56’ 35.6’’ 12° 52’ 25.7’’ 29/10/09 14.08 50,2 - 

Osservazioni 

Rumore ambientale diffuso con 

maggior influenza da parte del 

traffico veicolare sulla vicina 

viabilità stradale limitrofa 

all'Asilo Nido (cantiere di 

fondo. 

Rumore ambientale diffuso x l' 

influenza della Zincheria ZPR e 

della ditta Refel, e del traffico 

veicolare (anche Ditta Delik in 

entrata / uscita) 




viabilità stradale. 


evidente influenza da parte 

degli impianti esterni della ditta 

Martoni Spa (portone aperto) e 

del traffico veicolare stradale. 


maggior influenza da parte 

della ditta Cobeton e nel 

particolare dall'utilizzo degli 

allestimenti in fase di carico; 

traffico veicolare.. 





Rumore dovuto ai ventilatori 

sulla parete verticale ditta Refel 

frontalmente al punto di 

misura, alla movimentazione 

pezzi sul piazzale della 

Zincheria con carrelli elevatori 

e alla fase di carico della 

Calcestruzzi Zillo 




viabilità stradale limitrofa 

all'Asilo Nido (cantiere di fondo 

con pala meccanica e uso di 

smerigliatrice). 

Rev. 0 – apr. 10 Pag. 18

Punto 

preliev 

o 

Latitudine 

NORD 

COOPROGETTI 

Coordinate 



Tempo di riferimento notturno (22,00 – 6,00) 

Longitudine 

EST 

Data 

Ore 

inizio 

ELAB. D.06 

dβ(A) 

2009 


dβ(A) 

2008 

13 45° 56’ 28.4’’ 12° 52’ 38.1’’ 28.10.09 22.51 66,3 55,6 

45 45° 56’ 35.6’’ 12° 52’ 25.7’’ 28.10.09 22.09 70,8 70,9 

Conclusioni 

Osservazioni 





Rumore dovuto ai ventilatori 

sulla parete verticale ditta Refel 

frontalmente al punto di misura 

Tutti i punti monitorati nel 2009 rientrano entro il limite dei 70 dB(A) tranne il punto 

n°45 nel periodo notturno. 

Confrontando i dati 2008-2009 si evince che i valori rilevati rimangono stabili, mentre 

persiste il problema del superamento del limite notturno al punto n°45. 

Come suggerito già nel 2008 (VAS Variante 1 al PIP) il rispetto dei limiti di legge può 

essere rispettato anche nel punto n°45 a fronte di una limitazione al tempo di 

funzionamento della sorgente disturbante 

senza altresì escludere un intervento specifico di bonifica. 

1.4 Risorse idriche 

1.4.1 Metodologia di analisi 

Sono state considerati le fonti di approvvigionamento della risorsa idrica da parte del 

Consorzio al 2009. 

Una volta individuati i pozzi, si sono verificate: 

le quantità prelevate; 

l’utilizzo della risorse; 

Rev. 0 – apr. 10 Pag. 19

COOPROGETTI 



il possesso dell’autorizzazione prevista per l’approvvigionamento autonomo; 

la qualità delle acque (esame di potabilità) su alcuni pozzi a diversa profondità 

(vedasi tabella in fondo al paragrafo. 

Sono state anche desunte, tramite l'esame delle denunce allo scarico fatte al 

Consorzio, le quantità prodotte dalle aziende insediate 

1.4.2 Situazione individuata 

1.4.2.1 Risorse idriche del Consorzio 

L'area ZIPR non è dotata di strutture acquedottistiche per cui l’approvvigionamento 

idrico sia del Consorzio che delle Aziende insediate avviene tramite pozzi terebrati 

per tali utilizzi. 

Nella “Planimetria con punti di campionamento” in fondo al capitolo “Stato attuale 

dell’ambiente - Aggiornamento”.si riporta l'ubicazione dei i pozzi presenti nel territorio 

di competenza del Consorzio utilizzati per uso igienico ed assimilati. 

Nella tabella sottostante sono indicate le caratteristiche dei pozzi presenti nel territorio 

di competenza del Consorzio e gli estremi autorizzativi, nella successiva i consumi 

idrici negli anni 2007-2009. 

Cod. 

(v. planim.) 

1 

2 

3 

Decreto Aut. Utilizzo 

LLPP 445/IPD/ varie 1753 del 

09.05.05 

LLPP 445/IPD/ varie 1753del 

09.05.05 

ALPPN/2/428/IPD/ 950- 1 del 

12.05.09 

ELAB. D.06 

Igienico sanitario/potabile-Centro 

Direzionale e Asilo nido 


Tecnico (pompa di calore) – Centro 

Direzionale 

Prof.- 

m 

180 

52 

Igienico sanitario - depuratore 50 

4 LLPP/557/IPD/1757 del 23.05.07 Igienico sanitario/potabile-cabina Rubino 82 

5 

ALPPN /2/499/IPD/2850 del 

02.07.09 

Igienico sanitario/potabile– Keymec 50 

6 ALPPN/2/207/IPD/2848 del Igienico sanitario/potabile – deposito 80 

Rev. 0 – apr. 10 Pag. 20

COOPROGETTI 

07.03.2008 consortile 



7 LLPP/255/IPD/949 /1 del 23.03.07 Igienico sanitario/potabile (Mensa) 90 

Consumi idrici (2007-2009) 

Cod. 

Prof.- 

m 

Consumi 2007 

(mc/anno) 

ELAB. D.06 

Consumi 2008 

(mc/anno) 


Consumi 2009 

(mc/anno) 

1 180 481 1.309 2.014 

2 52 59.800 59.490 38.261 

3 50 2.597 4.599 12.172 

4 82 821 889 651 

5 50 13 67 77 

6 80 303 419 429 

7 90 - 6.150 3.697 

Totali (mc/anno) 64.015 72.923 57.301 

Dal gennaio 2008 il pozzo n°1 serve anche l'Asilo nido. 

Il maggior consumo, negli ultimi anni, di acqua sanitaria presso l’impianto di 

depurazione (pozzo n°3) è da imputare: 

ai lavori di ampliamento e ammodernamento dell'impianto, attualmente in fase 

di ultimazione; 

all'utilizzo per le pulizie dei nuovi comparti realizzati che necessitano di lavaggi 

periodici; 

all'utilizzo per la preparazione dei composti chimici necessari nel processo. 

In fondo al paragrafo si riportano i dati relativi alle analisi chimiche effettuate nel pozzo 

n° 2 e nel pozzo n°6. 

1.4.2.2 Consumi delle aziende insediate 

Nella tabella di seguito i consumi idrici delle aziende insediate negli anni 2006-2009 

Rev. 0 – apr. 10 Pag. 21

Consumi 2006 

(mc/anno) 

COOPROGETTI 

Consumi 2007 

(mc/anno) 



Consumi 2008 (mc/anno) Consumi 2009 (mc/anno) 

1.431.861 1.643.764 1.460.246 1.418.953 

Conclusioni 

I consumi del Consorzio sono complessivamente in diminuzione nel 2009, per quanto 

riguarda il pozzo di prelievo n° 3 (impianto di depurazione) si sta mettendo in atto un 

sistema per il riciclaggio delle acque da utilizzarsi per i lavaggi. 

Per quanto riguarda i consumi delle aziende essi si mantengono abbastanza stabili nel 

quadriennio considerato. 

In riferimento a quanto prevede l'art. 98 del D. Lgs. 152/06 e alla prescrizione 

contenuta nell' autorizzazione allo scarico (Aut. N°1171 del 07.05.2009 del Servizio 

Tutela Ambiente della Provincia) sul riciclo delle acque da parte delle aziende 

insediate il Consorzio prevede che in fase di rinnovo dell'autorizzazione allo scarico, 

rilasciato alle aziende, sia inserito nel disciplinare un punto che suggerisca alle 

aziende di mettere in atto le modifiche atte a favorire il risparmio della risorsa idrica. 

Nella tabella di seguito si riportano i dati relativi alle analisi chimiche effettuate nel 

pozzo n° 2 e nel pozzo n°6 . 

POZZO 

ELAB. D.06 

Pozzo n°6 

Deposito consortile 

prof. m. 80 


Pozzo n°2 

Centro Direzionale 

prof. m. 52 

Data 12/10/2009 02/02/2010 

Laboratorio GAIA SARC 

PARAMETRI 

Temperatura 13 

Sapore nella norma 

Colore assente 0 

Odore assente 0 

pH 7,7 7,66 

Torbidità

COOPROGETTI 



Conducibilità 494 482 

Residuo 180°C 264 

Ossidabilità

1.5 Acque reflue 

1.5.1 Acque reflue di competenza del Consorzio. 

COOPROGETTI 



In questo Capitolo sono considerate le acque reflue di competenza del Consorzio. 

Il Comune di San Vito al Tagliamento, con Deliberazione n.262 del 07.11.1994 (art.1) 

ha stabilito che il Consorzio “... ha la facoltà di autorizzare le ditte insediate a scaricare 

le acque usate e piovane nelle reti fognarie consortili interne al P.I.P. con le modalità 

previste dalle vigenti Leggi”. 

Quindi sia le acque bianche che quelle nere, prima di essere scaricate nella rete 

fognaria devono essere preventivamente autorizzate dal Consorzio. 

Gli scarichi delle Aziende convergono nella rete fognaria di proprietà del Consorzio e 

poi all'impianto di depurazione il cui schema viene riportato in fondo al presente 

paragrafo. 

1.5.1.1 Acque bianche 

La rete fognaria di proprietà del Consorzio relativa alle acque bianche, scarica in due 

punti distinti nella roggia Roja. 

Tali acque sono essenzialmente costituite da: 

Acque industriali di raffreddamento provenienti dalla Aziende insediate. 

Acque meteoriche o di dilavamento dei piazzali interni delle Aziende insediate. 

Attualmente sono in fase di completamento i lavori di ampliamento, adeguamento e 

ammodernamento dell'impianto di depurazione (termine di completamento lavori, fine 

giugno 2010) con la realizzazione delle vasche per lo stoccaggio delle acque bianche 

inquinate da eventuali sversamenti lungo la rete. Le vasche saranno a servizio di un 

sistema di trattamento chimici-fisico. 

1.5.1.2 Acque nere. 

La rete fognaria di proprietà anch’essa del Consorzio e relativa alle acque nere, 

scarica in un impianto di depurazione del Consorzio stesso. 

ELAB. D.06 


Rev. 0 – apr. 10 Pag. 24


Acque industriali e di processo delle aziende insediate. 

COOPROGETTI 



Acque assimilate alle domestiche (bagni e servizi) così come definite dal D.Lgs. 

152/06 art. 101 c.7. 

Dall’impianto di depurazione queste acque vengono anch’esse scaricate nella roggia 

Roja. 

Sempre in relazione ai lavori sul depuratore, sono terminati i lavori per la realizzazione 

del bacino di fitodepurazione delle acque a sud dell'impianto di depurazione. Per 

metterlo in funzione sarà inviata prossimamente alla Provincia di Pordenone la 

richiesta di autorizzazione di modifica del punto di scarico autorizzato. L'attuale punto 

di scarico delle acque nere resterà in funzione quale scarico di emergenza. 

Autorizzazione allo scarico 

Con Determinazione n° 2516 del 11.12.2008 modificata con Determinazione n°1171 

del 07.05.2009 la Provincia di Pordenone- Settore Tutela Ambientale ha autorizzato il 

Consorzio allo scarico di reflui industriali provenienti dal depuratore (acque nere) e dai 

collettori fognari est e ovest (acque bianche). 

Conclusioni 

Gli interventi sull'impianto di depurazione sono prossimi al completamento, previsto 

per giugno 2010. 

Tali interventi consentiranno sia una migliore gestione delle acque bianche 

eventualmente inquinate provenienti dalla rete che un maggior controllo sulle acque 

nere trattate attraverso il passaggio nel nuovo bacino di fitodepurazione. 

Nel nuovo impianto è anche prevista la sostituzione del sistema di trattamento finale 

con acido peracetico con un sistema che utilizza lampade ultraviolette. L'intenzione di 

tale modifica è già stata comunicata alla Provincia di Pordenone, all' ASS n°6 e all' 

ARPA. 

ELAB. D.06 


Rev. 0 – apr. 10 Pag. 25

Schema del nuovo impianto di depurazione consortile 

COOPROGETTI 



ELAB. D.06 


Rev. 0 – apr. 10 Pag. 26

1.6 Rifiuti 

1.6.1 Rifiuti prodotti dal Consorzio 

COOPROGETTI 



I dati di seguito riportati, reperiti presso l'ufficio ambiente del Consorzio, individuano 

tutte le attività del Consorzio in cui vi è produzione di rifiuti. 

Nella seguente tabella la tipologia di tali rifiuti e di seguito le quantità prodotte negli 

ultimi anni (aggiornamento al 31.12.09) 

Codice CER Denominazione 

190812 Fanghi provenienti dalla depurazione delle acque . 

190801 Rifuito da trattamento di grigliatura-vaglio 

200303 Residui da spazzatura strade. 

Codice CER 

Quantità Kg. 

2007 

ELAB. D.06 

Quantità Kg. 

2008 


Quantità Kg. 

2009 

190812 107.840 33.300 17.200 

190801 - - in stoccaggio 

200303 68.840 72.960 43.320 

Dopo l'entrata in funzione del nuovo comparto di stabilizzazione e ispessimento dei 

fanghi (attivo da fine 2008), prima della disidratazione con nastro pressa, si stanno 

stoccando nell'area del depuratore, in un container, anche i residui provenienti dal 

vaglio del trattamento della grigliatura (CER 190801- vaglio) 

La significativa diminuzione della quantità prodotta di fanghi nel 2009 è imputabile al 

nuovo sistema di disidratazione. 

Tutti i rifiuti prodotti dal consorzio vengono smaltiti secondo le procedure di legge. 

Conclusioni 

La produzione di rifiuti nel territorio di competenza del Consorzio è limitata. 

Rifiuti di un certo interesse sono solo quelli prodotti dall’impianto di depurazione delle 

acque reflue che comunque grazie al nuovo comparto di stabilizzazione e 

ispessimento dei fanghi sono in diminuzione. 

Rev. 0 – apr. 10 Pag. 27

1.7 Contaminazione del suolo e del sottosuolo 

1.7.1 Contaminazione rilevata nella Zona Industriale. 

COOPROGETTI 



In riferimento al fenomeno di contaminazione da Solventi Organici Clorurati, in 

particolare Tetracloroetilene, e ai monitoraggi dei pozzi spia effettuati a seguito del 

Piano della Caratterizzazione così come previsto dal DM 471/99, di seguito si 

riportano i dati sintetici dei monitoraggi effettuati dall'ARPA per gli anni 2007-2008. 

Nella “Planimetria con punti di campionamento” in fondo al capitolo “Stato attuale 

dell’ambiente - Aggiornamento”.si riporta l'ubicazione dei i pozzi spia presenti nelle 

tabelle successive. 

ARPA: monitoraggio pozzi spia del 24.01.2007 

Parametri 2R 3R P3 P13 P14 P15 P17 P19 

ELAB. D.06 


V.Lte tab.2 All.5 Parte IV° 

D.lgs. 152/06 

Tetracloroetilene 1,3 2,5

COOPROGETTI 



ELAB. D.06 


Rev. 0 – apr. 10 Pag. 29

1.8 Giudizio di confronto 

1.8.1 Sintesi delle criticità rilevate (aggiornamento) 

Componenti 

ambientali 

Emissioni in 

atmosfera 

Rumore 

COOPROGETTI 



Valutazioni criticità VAS V1 PIP Valutazioni criticità VAS PTI Tendenza 

Assenza di situazioni critiche; va 

esteso in modo più capillare il 

controllo su tutte le aziende 

insediate 

Situazioni oltre la norma del tutto 

occasionali e riferibili al periodo 

notturno 

ELAB. D.06 


I dati sulle emissioni evidenziano 

che l'aria atmosferica della Zona 

Industriale non è interessata da 

fenomeni di inquinamento 

particolarmente rilevanti. 

Persiste il problema 

dell'inquinamento notturno nel 

punto già individuato nella VAS 

precedente. 

stabile 

stabile 

Elettromagnetismo Valori entro i limiti - 

Illuminazione 

Qualità dell'acqua 

Illuminamento superiore alle 

esigenze, distribuzione non 

omogenea perchè condizionata 

dalla luce riflessa delle aziendee; 

Inquinamento luminoso connesso 

con la presenza della luce 

prodotta dalle singole aziende. 

Rilevata la classe II°-ambiente 

lievemente inquinato 

Acque reflue Valori entro i limiti 

Risorse idriche - 

- 

- 

Gli interventi sull'impianto di 

depurazione sono prossimi al 

completamento, previsto per 

giugno 2010. 

Tali interventi consentiranno sia 

una migliore gestione delle acque 

bianche eventualmente inquinate 

provenienti dalla rete che un 

maggior controllo sulle acque nere 

trattate attraverso il passaggio nel 

nuovo bacino di fitodepurazione. 

I consumi del Consorzio sono 

complessivamente in diminuzione 

nel 2009. Per quanto riguarda i 

consumi delle aziende essi si 

mantengono abbastanza stabili 

nell'ultimo quadriennio. 

Sono in atto iniziative per la 

riduzione dei consumi idrici sia del 

Consorzio che delle aziende. 

 

 

Rev. 0 – apr. 10 Pag. 30

Rifiuti 

Contaminazione del 

suolo e sottosuolo 

Traffico 

COOPROGETTI 

Non rilevante la quantità di rifiuti 

prodotti dalle aziende; emergono 

quelli riferibili all'impianto di 

depurazione. Il sistema di raccolta 

e smaltimento è sufficentemente 

organizzato. 

Rilevata la presenza di sostanze 

inquinanti, attivata la procedura di 

controllo mediante pozzi spia; 

attualmente l'inquinamento è 

rientrato nei valori ammissibili 

(percentuali molto basse di 

cloroetilene) 

Alta percorrenza sulla statale 463 

sulla direttrice verso Casarsa (SS 

13); il traffico indotto dalla ZIPR 

non altera sostanzialmemnte i 

flussi in essere. 



ELAB. D.06 


La produzione di rifiuti del 

Consorzio riguarda principalmente 

quelli prodotti dall’impianto di 

depurazione che comunque grazie 

al nuovo comparto di 

stabilizzazione e ispessimento dei 

fanghi sono in diminuzione. 

Allo stato attuale, persiste ancora 

uno stato di inquinamento 

(Tetracloroetilene) di bassa entità 

in evoluzione positiva. E' ancora 

attiva la procedura di controllo 

mediante pozzi spia; 

 

 

 

 

- 

Amianto Assente - 

Odori 

Limitata e occasionale presenza 

di odori molesti di vernici 

- 

Sostanze inquinanti Assenti - 

Incendi e incidenti 

ambientali 

Risorse energetiche 

Paesaggio 

Struttura economica 

Nessun evento - 

Gestori diversi; assenza di 

iniziative sulle fonti alternative e 

sul risparmio energetico 

Sostituzione del paesaggio rurale 

storico con un paesaggio del tutto 

antropizzato; perdita degli 

elementi di naturalità (rogge,siepi 

campestri presenza di visuali 

libere solo in parte mitigate dalla 

diffusa vegetazione ornamentale 

Evoluzione positiva del mercato 

del lavoro, necessità del ricorso a 

manodopera extralocale, crescita 

sostenuta delle aziende insediate; 

casi sporadici di crisi 

Presenza di un impianto di 

cogenerazione presso la stazione 

di decompressione del metano e di 

un impianto fotovoltaico presso il 

depuratore. 

 

- 

- 

Rev. 0 – apr. 10 Pag. 31

COOPROGETTI 



2 CONTENUTI DEL PIANO TERRITORIALE INFRAREGIONALE 

Ricordando che, come specificato in premessa, il Piano oggetto di VAS riprende molti 

dei contenuti della Variante 1 al PIP per la zona industriale Ponterosso e che tale PIP 

aveva già espletato positivamente la procedura di VAS; ne consegue che le novità 

introdotte dal presente Piano, e non ancora valutate in nessuna procedura di VAS, 

possono essere considerate di scarsa entità ma comunque illustrate nei paragrafi 

seguenti. 

2.1 Obiettivi di piano 

Come indicato nell’elaborato D.04 – Relazione del presente PTI, gli obiettivi specifici 

che il piano in oggetto si pone sono i seguenti: 

ampliare il livello di utilizzazione delle aree industriali ed il grado di 

infrastrutturazione generale; 

migliorare le condizioni dei collegamenti tra la Zona Industriale del Ponterosso e 

il sistema viario e ferroviario; 

completare e migliorare la dotazione di infrastrutture tecnologiche ed ecologiche 

(reti trasmissioni dati, reti fognarie, impianti depurazioni, ecc); 

ricercare una elevata qualità degli insediamenti sia per quanto attiene gli 

immobili produttivi sia per quanto attiene le opere complementari (arredi, aree 

scoperte, urbanizzazioni, ecc); 

migliorare gli impatti ambientali degli insediamenti rispetto a tutte le componenti 

coinvolte (aria, acqua, suolo, paesaggio, ecc); 

promuovere possibili filiere produttive e/o incentivare particolari forme di 

microdistretti; 

favorire l’innovazione tecnologica e gli insediamenti ad alta tecnologia; 

incentivare il collegamento sinergico con le altre zone artigianali/industriali del 

sanvitese, in termini di fornitura di servizi e di infrastrutture; 

realizzare strutture di servizio alle imprese. 

ELAB. D.06 


Rev. 0 – apr. 10 Pag. 32

2.2 Azioni di piano 

COOPROGETTI 



Dal punto di vista zonizzativo, non è stata effettuata nessuna modifica sostanziale di 

quanto già previsto dalla Variante 1 al PIP. 

Per quanto riguarda, invece, l’apparato normativo, sono state introdotte le seguenti 

modifiche di rilievo: 

Art.11 – Ambiti per impianti e servizi ecologici (zona D1d) 

“Sono altresì ammesse le destinazioni d’uso consentite per gli ambiti D1a e D1b 

purché comportino un ridotto impatto sull’ambiente, previo parere vincolante del 

Consorzio.” 

Art. 19 – Valutazione di ammissibilità degli insediamenti produttivi 

“L’insediamento di nuove attività nell’ambito del PTI è sottoposto a valutazione 

di ammissibilità economico-ambientale da parte del Consiglio di 

Amministrazione del Consorzio ZIPR, che potrà avvalersi di Enti istituzionali e 

consulenti, al fine di garantire la validità della proposta imprenditoriale e 

valutare le potenziali ricadute negative sull’ambiente.” 

Art. 20 - Prescrizioni generali di carattere ambientale e di sicurezza degli 

impianti 

“Le attività di trattamento, recupero e deposito temporaneo dei rifiuti e/o residui 

di lavorazione prodotti dagli insediamenti produttivi, aventi l’obiettivo finale della 

minimizzazione della quantità dei rifiuti e del recupero delle materie prime, 

potranno essere consentite in conformità alla normativa vigente.” 

“In ogni caso tutte le operazioni di recupero consentite dovranno prevedere 

l’impiego della migliori tecnologie disponibili sul mercato, rispettare i limiti di 

emissione di inquinanti stabiliti dalle disposizioni vigenti, nonché fare salva 

l’osservanza di tutti gli altri vincoli esistenti a tutela dei profili sanitari ed 

ambientali.” 

“E’ fatto obbligo alle aziende del collegamento al depuratore consortile, in 

conformità al regolamento per il recapito degli effluenti alla rete di fognatura.“ 

ELAB. D.06 


Rev. 0 – apr. 10 Pag. 33

COOPROGETTI 



“Per le aree scoperte non diversamente utilizzate, ivi incluse quelle destinate ai 

parcheggi stanziali, andranno preferibilmente adottati materiali di 

pavimentazione che permettano la permeabilità dell’acqua o sistemate a verde.” 

“Gli impianti produttivi dovranno essere dotati di adeguati ed efficaci sistemi di 

contenimento degli eventuali odori molesti per la popolazione, i quali dovranno 

essere costantemente mantenuti in efficienza.” 

2.3 Confronto tra alternative di Piano 

I motivi che hanno portato alla formazione del presente Piano sono riconducibili a 

semplici esigenze di tipo amministrativo. 

Il Comune di San Vito al Tagliamento aveva approvato la Variante 1 al PIP, mentre il 

Consorzio Ponterosso non si era ancora dotato del proprio strumento di pianificazione, 

il Piano Infraregionale. 

Le alternative dunque potevano essere solo due: 

Alternativa 0 – nessun PTI, dal punto di vista territoriale le modifiche si 

attuano grazie al PIP ma dal punto di vista amministrativo il Consorzio non 

ha uno strumento urbanistico proprio. 

Alternativa 1 – formazione del PTI, il governo del territorio non cambia in 

quanto il nuovo Piano è coerente con il precedente PIP, mentre dal punto di 

vista amministrativo il Consorzio è dotato del proprio strumento urbanistico. 

Come si può notare, l’alternativa 1 è l’unica perseguibile per ottenere, sotto il solo 

profilo amministrativo, la piena coerenza tra strumenti e soggetti che governano l’area 

in oggetto. 

3 VALUTAZIONE SINTETICA DEGLI EFFETTI 

Il D. Lgs. 152/06 – Allegato VI della Seconda Parte specifica che nel Rapporto 

ambientale devono essere valutati “i possibili impatti significativi sull’ambiente”. 

Dato che i contenuti propri del Piano in oggetto, e non derivati dalla Variante 1 al PIP, 

possono essere considerati di scarsa entità, non si ritiene necessario procedere a una 

verifica accurata dei possibili effetti negativi sull’ambiente. 

ELAB. D.06 


Rev. 0 – apr. 10 Pag. 34

COOPROGETTI 



Si considerano invece come positive le modifiche normative introdotte perché 

comporteranno maggiori controlli sulle aziende che si vorranno insediare nell’area in 

oggetto (vedi Art.19 delle NTA) e porteranno a una maggiore tutela dell’ambiente 

grazie alle prescrizioni introdotte all’Art. 20. 

4 MISURE DI MITIGAZIONI 

Non si ritiene necessario introdurre alcuna misura di mitigazione in quanto la 

valutazione degli effetti sull’ambiente non ha rilevato modifiche sostanziali. 

5 PIANO DI MONITORAGGIO 

All’interno della procedura di VAS della Variante 1 al PIP è stato introdotto un Piano di 

monitoraggio che ha ricevuto parere favorevole dall’ARPA regionale. 

Dato che il Piano in oggetto non introduce modifiche sostanziali rispetto al PIP già 

valutato, si ritiene che il Piano di monitoraggio del PIP sia più che sufficiente per un 

controllo periodico degli effetti derivanti dall’attuazione del piano. 

Si vuole introdurre, invece, solo un nuovo indicatore prestazionale derivante 

dall’azione di Piano “Art. 19” da integrare nel Piano di monitoraggio sopraindicato. 

Componente ambientale - 

DPSIR Risposta 

Nome Esiti procedure di ammissibilità 

Descrizione 

Unità di misura N. esiti 

Periodicità Annuale 

Ente preposto Consorzio Ponterosso 

Numero di esiti di ammissibilità all’insediamento positivi 

e negativi rilasciati dal Consorzio Ponterosso secondo 

quanto previsto dall’Art. 19 delle NTA del PTI. 

ELAB. D.06 


Rev. 0 – apr. 10 Pag. 35

ALLEGATI: 

COOPROGETTI 



Allegato n°1: Rapporto Ambientale, Piano Insediamenti Produttivi, Variante n°1; 

Allegato n°2: Relazione Integrativa per il Rapporto Ambientale, P.I.P., Variante n°1; 

Allegato n°3: Parere A.S.S. n°6 (Parere igienico sanitario – Rapporto Ambientale), 

P.I.P., Variante n°1; 

Allegato n°4: Parere A.R.P.A. (Parere Assoggettabilità a V.A.S. Rapporto 


Allegato n°5: Delibera Giunta Comunale (Parere V.A.S.), P.I.P., Variante n°1. 

ELAB. D.06 


Rev. 0 – apr. 10 Pag. 36

Comune di San Vito al Tagliamento 

ALLEGATO N. 1 

PIANO PER GLI INSEDIAMENTI PRODUTTIVI 

RAPPORTO AMBIENTALE 

VARIANTE 1

COMUNE DI SAN VITO AL TAGLIAMENTO (PN) – VARIANTE n°1 al PIANO per gli INSEDIAMENTI PRODUTTIVI 

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA – RAPPORTO AMBIENTALE art. 13 Dlgs. 4/2008

COMUNE DI SAN VITO AL TAGLIAMENTO (PN) – VARIANTE n°1 al PIANO PER GLI INSEDIAMENTI PRODUTTIVI 

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA – RAPPORTO AMBIENTALE art. 13 Dlgs n°4/2008 

0. Premessa 

Indice 

pag. 5 

1. Obiettivi e contenuti del Piano e rapporto con altri Piani o programmi 

pag. 6 

1.1 Cenni storici pag. 6 

1.2 La strumentazione urbanistica pag. 7 

1.3 Inquadramento territoriale pag. 7 

1.4 La tipologia delle aziende insediate pag. 11 

1.5 Il rapporto con altri piani o programmi pag. 14 

2. Le azioni della Variante di Piano 

pag. 19 

2.1 Le motivazioni della variante pag. 19 

2.2 Lo stato di attuazione del P.I.P. pag. 19 

2.3 Descrizione dei punti di variante pag. 20 

2.4 Dimensionamento pag. 21 

3. Lo stato dell'ambiente 

pag. 23 

3.1 Meteorologia e clima pag. 23 

3.2 Rumore pag. 36 

3.3 Elettromagnetismo pag. 39 

3.4 Illuminazione pag. 42 

3.5 Ambiente idrico pag. 48 

3.5.1 Idrografia ed idrogeologica pag. 48 

3.5.2 Risorse idriche pag. 52 

3.5.3 Qualità biologica pag. 54 

3.5.4 Acque reflue pag. 56 

3.6 Suolo e sottosuolo pag. 62 

3.6.1 Aspetti geologici pag. 62 

3.7 Rifiuti pag. 77 

3.8 Contaminazione del suolo e sottosuolo pag. 86 

3.9 Traffico e vie di comunicazione pag. 89 

3.10 Altri fattori inquinanti pag. 91 

3.10.1 Amianto pag. 91 

3.10.2 Odori pag. 93 

3.10.3 Sostanze pericolose ed infiammabili pag. 99 

3.10.4 Incendi ed incidenti ambientali pag.100 

3.11 Le componenti vegetazionali pag.101 

3.11.1 Pedologia e valore agronomico dei terreni pag.101 

3.11.2 La vegetazione pag.102 

3.12 Paesaggio e beni culturali pag.112 

3.12.1 Il paesaggio : evoluzione storica e stato attuale pag.113 

3.12.2 I beni culturali pag.118 

3.13 la struttura economica pag.119 

3.13.1 La struttura demografica ed il mercato del lavoro pag.119 

3.13.2 Il mercato del lavoro pag.120 

3.13.3 la struttura produttiva provinciale e gli indicatori di sviluppo pag.122 

3.13.4 La struttura produttiva provinciale pag.123 

3.13.5 Gli indicatori di sviluppo pag.123 

3.13.6 Le zone industriali programmatiche della Regione pag.126 

3.13.7 La zona industriale del Consorzio per lo sviluppo industriale del Ponterosso : 

il quadro attuale e la caratterizzazione settoriale pag.128 

4. Problematiche ambientali attinenti il piano 

pag.131 

4.1 I vincoli pag.131 

2



4.2 Sintesi delle criticità rilevate pag.135 

4.3 Probabile evoluzione dell'ambiente in assenza di nuove previsioni di Piano pag.137 

5. 

6. 

7. 

8. 

9. 

10. 

Obiettivi di protezione ambientale 

Le azioni della Variante al Piano per gli insediamenti produttivi 

Valutazione sintetica degli effetti 

Matrice di valutazione degli impatti 

Interventi di mitigazione 

Misure previste per il monitoraggio e controllo degli impatti ambientali 

significativi 

3 

pag.138 

pag.139 

pag.145 

pag.146 

pag.149 

pag.152

COMUNE DI SAN VITO AL TAGLIAMENTO (PN) – VARIANTE n°1 al PIAN O PER GLI INSEDIAMENTI PRODUTTIVI 


Nota : 

La presente relazione è stata elaborata utilizzando documenti e fonti messi a disposizione del Consorzio per 

la zona di sviluppo industriale del Ponterosso. 

In particolare : 

− lo stato dell'ambiente (capitoli da 2.1 a 2.5) è tratto dal Rapporto Ambientale realizzato da Leochimica 

snc – anno 2004 con successivi aggiornamenti del 2007, 

− i capitoli da 2.6 a 2.8, le schede delle azioni di piano (cap. 5) ed il cap. 8 (interventi di mitigazione) sono 

tratti dallo Studio di Impatto Ambientale allegato al Piano Territoriale Infraregionale della ZIPR, 

predisposto da Cooprogetti srl – anno 2005 

4



0. Premessa 

Questo documento verifica i potenziali impatti sull'ambiente connessi all'attuazione degli interventi 

urbanistici, edilizi ed infrastrutturali che potranno essere attivati in conseguenza della approvazione della 

Variante n°1 al Piano per gli Insediamenti Produtti vi del Comune di San Vito al Tagliamento (PN) che si 

estende su una superficie complessiva di 387 ha circa, suddivisi tra le due aree denominate “Z.I.P.R. - Zona 

di Sviluppo Industriale del Ponte Rosso” e Zona Artigianale “Ex Eridania”. 

Con l'entrata in vigore del D.Lvo 16 gennaio 2008 n°4 ( Ulteriori disposizioni correttive ed integrative del 

decreto legislativo 3 aprile 1006 n°152 recante nor me in materia ambientale) la procedura di VAS è stata 

adeguata ai canoni della direttiva comunitaria 2001/42/CE. Esso stabilisce la prevalenza delle disposizioni 

regionali in materia o, in caso di carenza, il ricorso alle norme del decreto medesimo. 

La Regione Friuli Venezia Giulia dispone della L.R. 6 maggio 2005 n°11, che stabilisce che i piani ed i 

programmi che definiscono il quadro di riferimento per l'attuazione dei progetti soggetti a VIA sono, a loro 

volta, sottoposti a VAS, in quanto si considerano avere effetti significativi sull'ambiente. 

La L.R. è priva, tuttavia, del Regolamento di Attuazione. 

Pertanto, in vigenza del periodo transitorio, l'Amministrazione Comunale di San Vito al Tagliamento si dovrà 

attenere alle disposizioni dell'art. 11 co. 3 che attribuisce agli enti locali, nell'ambito della propria potestà di 

autorganizzazione, la pronuncia, con proprie deliberazioni, in relazione agli effetti sull'ambiente dei piani di 

livello comunale. 

Tale indirizzo è altresì riconfermato dall'art. 4 della L.R. n°16 del 12 dicembre 2008, che esime 

dall'applicazione dell'articolo 6 comma 3 del D.L. 152/06 le “piccole aree a livello locale”, ovvero quelle che 

rientrano in Varianti non sostanziali al PRGC o che riguardano Piani Particolareggiati Comunali, nel qual 

caso l'Amministrazione competente valuta l'eventuale sussistenza di effetti significativi sull'ambiente. 

Le dimensioni del P.I.P. e la consistenza delle previsioni di ampliamento introdotte dalla Variante n°1 allo 

stesso portano a escludere che lo strumento in esame possa rientrare tra quelli disciplinati dal comma 3 

dell'art. 4 della citata L.R. 16/08. 

Il presente Rapporto Ambientale è redatto in ottemperanza alle disposizioni dell'allegato VI del D.Lvo 

n°4/08. 

Esso utilizza, per la valutazione dello stato dell'ambiente, il rapporto ambientale redatto da Leochimica srl 

per conto del Consorzio Z.I.P.R. nel 2004 e successivamente integrato (ultimo aggiornamento 2007) e lo 

studio di impatto ambientale, redatto da Cooprogetti srl in allegato al Piano Territoriale Infraregionale della 

zona di sviluppo industriale D1 del Ponte Rosso (ultima revisione gennaio 2007), non ancora adottato. 

5



1. Contenuti del Piano per gli Insediamenti Produttivi e stato di attuazione 

1.1 Cenni storici 

a) Zona industriale 

Il territorio in cui sorge l’attuale Zona Industriale è denominato Ponte Rosso e sorge nel Mandamento 

Sanvitese al quale aderiscono dieci Comuni. 

Tutta la zona fino alla fine del 1800 risulta molto attiva sia dal punto di vista commerciale che dal punto di 

vista agricolo. 

Con il nuovo secolo, il Mandamento è sempre più estraneo ai fermenti di sviluppo industriale. 

Ne consegue una costante diminuzione della popolazione attiva che continua fino ai primi anni ’60, 

dovuta in parte ad una fuga di manodopera dalle campagne alla ricerca di un impiego nell’industria molto 

poco presente nel Mandamento. 

A tale riguardo si segnalano alcune indagini condotte in quel periodo nelle quali risulta che il 55% di 

persone occupate nei settori agricoli trova lavoro fuori del Mandamento Sanvitese. 

In quest’ottica, potevano trovare spazio iniziative per lo sviluppo industriale o artigianale nel 

Mandamento. 

In effetti i primi tentativi di industrializzare il territorio ed in particolare il Ponte Rosso, risalgono alla fine 

del 1962 quando un gruppo di imprenditori del Mandamento costituiscono una Società denominata 

Z.I.P.R. spa avente come scopo : 

• Individuazione di un’ area da industrializzare. 

• Formulazione di un’ipotesi di intervento nell’area individuata per la sua industrializzazione. 

L’azione privata non evidenzia però risultati di rilievo e la Società viene sciolta. 

Il 1965 è un anno cruciale per la nascita del Consorzio: in quell’anno infatti la Regione Friuli Venezia 

Giulia elabora il primo Piano Quinquennale di Sviluppo Economico e Sociale ed individua nel Ponte 

Rosso il territorio dove è possibile l’insediamento e lo sviluppo di una grande Zona Industriale. 

In virtù di questa indicazione, il Comune di San Vito al Tagliamento dal 1967 al 1969 elabora un Piano 

Regolatore Generale che delimita la Zona Industriale, ed ottiene un contributo regionale, previsto dalla 

nuova Legge Regionale 690/67 per l’esecuzione di tutte le infrastrutture necessarie. 

Nel frattempo si provvede alla stesura del Progetto Generale della Zona Industriale nascitura ed al 

Progetto Esecutivo di un primo lotto con il contributo di consulenti esterni esperti nei vari settori 

(industriale, urbanistico, gestionale, ecc.). 

Frequenti visite ad insediamenti industriali all’avanguardia, soprattutto in Germania ed in Olanda, 

consentono di progettare una Zona Industriale il più possibile funzionale, rispettosa delle nuove esigenze 

ambientali ed adatta ad un auspicato sviluppo. 

Il Consorzio per la Zona di Sviluppo Industriale Ponte Rosso viene quindi riconosciuto con Decreto 

Regionale n.217 il 23 giugno 1969 ed è inizialmente costituito da otto degli attuali Comuni del 

Mandamento. 

Gli altri Comuni, unitamente alla Camera di Commercio Industria ed Artigianato di Pordenone ed alla 

Cassa di Risparmio di Udine e Pordenone, vengono annessi al Consorzio con Decreto Regionale del 4 

maggio 1970, mentre la Provincia di Pordenone si aggiunge con Decreto Prefettizio il 20 maggio 1972. 

Attualmente fanno quindi parte del Consorzio: 

• I Comuni di: 

◊ Arzene. 

◊ Casarsa della Delizia. 

◊ Chions. 

◊ Cordovado. 

◊ Morsano al Tagliamento. 

◊ Pravisdomini. 

◊ San Martino al Tagliamento. 

◊ San Vito al Tagliamento. 

◊ Sesto al Reghena. 

◊ Valvasone. 

6



• Inoltre: 

◊ Camera di Commercio Industria ed Artigianato di Pordenone. 

◊ Provincia di Pordenone. 

◊ Cassa di Risparmio di Udine e Pordenone. 

Oltre a quanto sopraindicato, sono possessori di quote anche alcune Aziende insediate. 

b) Zona Artigianale 

Il Piano Regolatore Generale indicato precedentemente e relativo agli insediamenti produttivi, 

comprende anche una zona ubicata a sud-ovest di San Vito al Tagliamento, destinata ad insediamenti 

artigianali o comunque ad attività che hanno l’esigenza di operare a stretto contatto con l’agglomerato 

urbano limitrofo. 

1.2 La strumentazione urbanistica 

Il Comune di San Vito al Tagliamento dispone di Piano Regolatore Generale adeguato alla L.R. n°52/91, 

approvato con D.C.C. n°82 del 3.12.2001. 

Nell’ambito del territorio comunale è ubicata la zona industriale di interesse D1, denominata “del Ponte 

Rosso”, che il Comune di San Vito al Tagliamento ha assoggettato, sin dal 1976, allo strumento del 

P.I.P., ex art. 27 della L. 865/71, unitamente alla zona artigianale denominata “Ex Eridania”, attualmente 

classificata in zona D2. 

Il P.I.P., alla scadenza decennale, è stato riadottato, prima nel 1986, poi con Del. C.C. n° 524 del 2 8-06- 

96. 

Nel corso del 2007 è stata richiesta autorizzazione alla sua riadozione, per consentire il prosieguo 

dell’operatività del Consorzio, soprattutto in relazione al completamento e/o all’avvio delle procedure di 

acquisizione delle aree già programmate ed alla esecuzione di infrastrutture a servizio delle attività 

produttive insediate ed insediande. 

In relazione a quanto stabilito dall’art. 27 della L. 865/71 e ribadito dall’art. 50 comma 1 della L.R. 

n°52/91, il P.I.P., comprendente anche la zona arti gianale D2 “Ex Eridania”, ha ottenuto, nel novembre 

2007, la preventiva autorizzazione, rilasciata dal Presidente della Giunta Regionale, con le modalità 

definite nella Circolare dell’Assessorato Regionale dell’Urbanistica n°5800 del 25 luglio 1972. 

Il P.I.P. riadottato è divenuto efficace a seguito della pubblicazione sul B.U.R. n°50 del 10 dicembre 

2008 della Deliberazione Consiliare n°51 del 25 set tembre 2008 di approvazione dello strumento 

medesimo. 

1.3 Inquadramento territoriale 

Come specificato precedentemente, il Consorzio ha competenza in due Siti distinti. 

Sito n° 1: denominato Zona Industriale “Ponterosso”. 

Il Sito “Zona Industriale” rientra nell’elemento della Carta Tecnica della Regione Friuli Venezia Giulia, 

di cui si allega copia in scala 1/5000 (vedi planimetria n.1). 

Dimensionamento del Sito n° 1 alla data della riadozione del PIP (2008) = ha 316,34 così suddivisi : 

Tabella 1 

Superficie Dimensioni 

Ha 

% 

Lotti industriali 202,05 63,87 

Attrezzature, servizi, impianti 31,96 10,10 

Verde generico 55,93 17.68 

Viabilità 18,58 5.87 

Raccordo ferroviario 6,27 1,98 

Altro 1,55 0.49 

I lotti produttivi non ancora utilizzati ammontano ad ha 6,30. 

7



Sito n° 2: denominato Zona Artigianale “Ex Eridania”. 

Il Sito “Zona Artigianale” rientra nell’elemento della Carta Tecnica della Regione Friuli Venezia Giulia, 

di cui si allega copia in scala 1/5000 (vedi planimetria n.3). 

Dimensionamento del Sito 

n° 

2 

alla data della riadozione del PIP (2008) = ha 12.13 così suddivisi : 


Superficie Dimensioni 

Ha 

% 

Lotti artigianali 8.15 67.19 

Attrezzature, servizi, impianti 0.47 3.87 

Verde generico 2.15 17.73 

Viabilità e parcheggi 1.36 11.21 

La zona artigianale Ex Eridania è da considerarsi satura a tutti gli effetti. 

Legenda 

• 1: Sito n°1 “Zona Industriale” 

• 2: Sito n°2 “Zona Artigianale” 

Fig.1 : Ubicazione dei Siti 

2 

8 

1



Planimetria n°1 :Carta Tecnica del Sito n° 1: Zona Industriale 

Planimetria n°2 : Sito n° 1: Zona Industriale 

9 

Via Viatta n.1 

33080 Orcenico Inf. 

ZOPPOLA (PN) 

TEL. 0434-574345 



ZOPPOLA (PN) 

TEL. 0434-574345 

Carta Tecnica del Sito n°1: Zona Industriale 

ZIPR - San Vito al Tagliamento 

Febbraio 2004 Pianta n° 1 

Sito n° 1: Zona Industriale 



Scala 1:2500 

Scala 1:10000



Planimetria n°3 :Carta Tecnica del Sito n° 2: Zona Artigianale 

Planimetria n°4 : Sito n° 2: Zona Artigianale 

SAN VITO AL T. 

10 



ZOPPOLA (PN) 

TEL. 0434-574345 



ZOPPOLA (PN) 

TEL. 0434-574345 

Carta Tecnica del Sito n°2: Zona Artigianale 



Scala 1:5000 

Sito n° 2: Zona Artigianale 

ZONA ARTIGIANALE - San Vito al Tagliamento 





1.4 La tipologia delle aziende insediate 

Nelle Tabelle seguenti sono riportate le Aziende insediate presenti nei due Siti. 

Tabella 3: Zona Industriale 

Ditta Descrizione attività 

A.P.R. S.R.L Meccanica di precisione 

Anoxidall Friulana Ossidazione anodica alluminio 

Arrben S.N.C. Di Benvenuto O. Produzione di arredi metallici 

Artena Hidro srl Costruzione vasche idromassaggi 

Atex S.P.A. Produzione accessori macchine tessili 

Ati Di Lus Antonio & C. Sas Montaggio impianti e macchinari 

Attivita' Industriale Friuli S.R.L. Produzione contenitori vetro 

Anonima Petroli Italiani API Commercializzazione Carburante 

Baumit Italia S.P.A. Produzione cementi, intonaci e smalti 

Blu Bleu S.R.L. 1 Produzione vasche idromassaggio 

Blu Bleu S.R.L. 2 Produzione vasche idromassaggio 

Bo Frost Italia S.P.A. Confezionamento e distribuzione. surgelati 

Brovedani S.P.A. 1 Meccanica di precisione 

Brovedani S.P.A. 2 Meccanica di precisione 

Brovedani S.P.A. 3 (ex Colussi) Produzione . Attrezzature Alimentari 

C.I.C.C. Coop A R.L. Confezionamento e distribuzione. alimentari 

Calcestruzzi Zillo S.P.A. Produzione calcestruzzi 

Cer.Mos S.N.C. Mosaici per edilizia e per industria navale 

Coop Trasporti Alimentari arl Trasporto merci alimentari 

Cosma S.P.A. Produzione-smaltatura griglie 

Cos.Me. Costruzioni Metalliche S.R.L. Produzione montaggio carpenteria 

Eco - Espansi Srl Produzione elementi in polistirolo 

Eco S.P.A. Componenti per freddo 

Elletielle srl Taglio lamiera al laser 

Euromembrane S.P.A. Produzione di membrane impermeabili 

F.lli Ambrosio S.N.C. Reti metalliche e laminati 

F.lli Moro S.R.L. Produzione manufatti in cemento 

F.lli Schincariol S.N.C. Laccatura componenti per mobili 

Food Managers Group S.R.L. Trasporto merci conto terzi 

Formentini SPA (ex A.C.S.) 

Produzione apparecchiature e commerc. odorizzanti per 

gas 

Geo Nova S.P.A. 1 Stoccaggio rifiuti speciali 

Geo Nova S.P.A. 2 Stoccaggio rifiuti tossico nocivi 

Gip's Panels S.R.L. Pannelli prefabbricati per edilizia 

Giramonti Autotrasporti S.N.C. Autotrasporti conto terzi 

I.R.C.A. Coris S.P.A. Produzione resistenze elettriche. 

Impresa Antoniazzi S.P.A. Edilizia stradale 

Ital Wood S.R.L. Produzione imballi e pallets 

Lavanderia Industriale Suprema S.R.L. Lavanderia industriale 

Lavoriamo Insieme Soc. Coop. Soc. A R.L. Assemblaggi vari 

Leonardo Cornici Lavorazione e verniciatura legno 

Ltl S.P.A. Produzione lenti ottiche 

Maglieria Papais S.R.L. Tessitura di maglieria per conto terzi 

Martoni S.P.A. (1) Produzione tubi in PVC 

11




Martoni S.P.A. (2) Produzione tubi in plastica 

Master S.P.A. Produzione cucine componibili 

Matermacc S.R.L. Produzione macchine agricole 

Mettifogo Pompe S.P.A. Produzione pompe 

Minatel Impianti Di Minatel Rino & C Snc Attivita' idraulica 

Nastrificio Star Pennsylvania New Flower 

spa Produzione cartotecnica 

Neubor Glass S.R.L. Produzione tubi vetro neutro 

Newcom S.R.L. Produzione componenti in laminato 

Nord Color S.P.A. Materie plastiche 

Nord Est Metalli S.R.L. Lavorazione e commercio acciai 

Officina Friulana Diesel S.R.L. Riparazione veicoli industriali 

P.B.L. S.R.L. Produzione serramenti in alluminio 

P.I.L.M. International S.R.L. Lavorazione cornici 

P.I.L.M. Srl Serigrafia e meccanica 

Pizza Group S.R.L. Produzione macchine per pizzeria 

Ponte Rosso Reycling Lavorazione materiali inerti 

Precast S.P.A. Produzione prefabbricati in cemento 

Preslame S.R.L. Produzione lame per industria 

Refel S.P.A. Produzione refrattari elettrofusi 

Rigoli S.N.C. Installazione linee elettriche 

Rosenberg Italia S.R.L. (ex DG Rotor) Produzione. ed installazione condizionatori 

Rp Serramenti S.R.L. 1 Lavorazione legno 

Rp Serramenti S.R.L. 2 (ex Gi&Vi 

Videogiochi) Lavorazione legno 

Sangalli Vetro S.P.A. Lavorazione del vetro 

Sarc S.R.L. Laboratorio di analisi chimiche/fisiche 

Savioplastica S.P.A. Stampi per materiali plastici 

Secotec Di S. Segato & C. Snc Stampaggio articoli tecnici 

Ser.Vetro Snc Serigrafie di vetro 

Service Line Di Peressin & C. S.N.C. Produzione e vendita stands fieri 

Sirap-Gema S.P.A. Produzione polistirolo espanso 

Startec S.R.L. Distributori concime liquido 

Tecno Painting System S.R.L. Verniciatura elementi legno 

TIO PEPE Ristorante - Discoteca 

Tmf Soc. Coop. A R.L. Riconduzione elettrodomestici 

Tutto Bonta' Di Ruggeri Pasquale & C.snc Commercio generi alimentari 

Uliana Germano Taglio lamiera al Laser 

Unibar S.P.A. Torrefazione caffe' 

Vaccher Adriano E C Snc Produzione infissi metallici 

Veris - Mensa Mensa Interaziendale 

Verniciatura Industriale Ponte Rosso 

S.R.L. Verniciatura industriale 

Zincheria Ponterosso S.R.L. Zincatura a caldo 

AB di Benati Alessio Produzione etichette tessute 

BLU BLEU 3 Produzione vasche idromassaggio 

BOZ Carta Trattamento rifiuti – recupero carta 

Buligan Arredamenti arredamenti 

12




Ceola Arredamenti arredamenti 

Cobeton srl Produz. cls preconfez. e lavorazione inerti e materiali lapidei 

Consorzio C.I.S.E.S. Compostaggio rifiuti arborei 

Futura Copp. Sociale ceramistica, tipografia, assemblaggio, ecc. 

General Beton Triveneta Spa Produzione calcestruzzo e affini 

Grafiche Sedran snc tipografia 

High Tech Stone Produzione conglomerati in marmo 

Immobiliare Progresso Ristrutturaz., costruz. vendita locazione ed amministrazione 

Impresa Gerarduzzi Di Gerarduzzi F.e F.lli 

S. Costruzioni, restauri, commercio 

Nord Color S.P.A. 2 Materie plastiche 

Pontarolo Engineering Srl Prodotti innovativi per l'edilizia 

Ponterosso Asfalti srl Stesura conglomerato bituminoso 

Recycling 

SFAER (ex PBL 1) Condotte per condizionatori 

T&Si Di Cudini Roberta & C. S.N.C. Esecuzioni lavorazioni tecniche 

Todesco Scavi S.N.C. Demolizione edifici e sistemazione 

Tabella 4 : Zona Artigianale 

Ditta descrizione_attività 

Bottos Sementi Selezione, produzione sementi 

Boz Carta Snc Di Boz Giovanni E Renato Recupero carta 

Boz Srl Trattamento rifiuti 

Chenna S.P.A. Selezione materiali plastici r 

Color Discount S.R.L. Commercio di colori 

Cordenos Stefano Preparazione e lavorazione prodotti i 

Edilfriuli Spa Commercio materiali edili 

Errevi Snc 1 (ex Cantoni) Lavorazioni estrusi alluminio – Sett. Metallurgico 

Errevi Snc 2 Lavorazioni estrusi alluminio – Sett. Metallurgico 

Futura Cooperativa Sociale A Rl Ceramica stampa legatoria 

Idealservice S.C.A.R.L. Servizio igiene ambientale 

Mancini Paolo Impresa edile 

Officina Meccanica Di Morassutti Gino Officina meccanica 

Officina Meccanica Mussio Snc Lavorazione conto terzi 

REMAC Di Dreon R. E Mascherin M. S.N.C. Saldatura, finitura acciaio inox 

Sapitex S.R.L. Tessitura conto terzi maglieria 

Sapori Freschi Commercializzazione prodotti Alimentari preconfezionati 

Tendalux Di Mario Favot Snc Produzione tende, veneziane 

Vaccher Valentino Carpenteria metallica 

A & R 

GI & VI Videogiochi Produzione videogiochi 

NEW TERM Magazzino e servizio Idraulica 

Nota 

Segnate con le Aziende che hanno rilevato l’area ma non ancora insediate o attive nel 

Sito. 

Sono indicate in blu le attività di servizio. 

13



Sono segnate in rosso le Aziende che per le loro caratteristiche (lavorazioni eseguite, materiali utilizzati, 

risorse impiegate, ecc.) possono essere potenzialmente inquinanti. 

Osservazioni. 

Dai dati riportati nelle due Tabelle, risultano insediate nei due Siti un totale di: 

• Aziende attive nella Zona Industriale = 84 (Industriali e di Servizi) su un totale di 104 

assegnazioni. 

• Aziende attive nella Zona Artigianale = 19 (Artigianali e di Servizi) su un totale di 22. 

Confrontando l’Inventario Nazionale degli Stabilimenti suscettibili di causare incidenti rilevanti ai sensi 

dell’art.15, comma 4 del D. Lgs. 17 Agosto 1999, n°334 ed in particolare le Ditte di cui agli artt. 6 e 8 del 

suddetto Decreto, nessuna Azienda operante nei Siti risulta inserita in tale Inventario. 

1.5 Il rapporto con altri Piani o programmi 

La Variante n°1 al P.I.P. recepisce i contenuti del la Variante n°36 al PRGC, di recente approvazione, 

che prevede, per i due ambiti, quanto segue. 

Ponte Rosso 

La zona è classificata come “D1”- industriale di interesse regionale. 

Il Piano Struttura individua due nuove espansioni produttive, verso nord ed est, sino ai limiti fisici ritenuti 

non più valicabili : la ferrovia Venezia – Udine ed il vincolo paesaggistico lungo il fiume Tagliamento. 

Nelle successive planimetrie sono indicate la zonizzazione vigente e quella modificata con Variante n°36. 

14



15



Di seguito si riportano le norme tecniche di attuazione della zona D1 come modificate dalla Variante 

n°36 al PRGC. 

“... Art. 16 Zona omogenea D 

La zona omogenea D è costituita dalle aree destinate alle attività industriali, artigianali e di 

commercializzazione dei prodotti delle attività artigianali, industriali. 

Il P.R.G.C. distingue le seguenti sottozone di zona D: 

1) Zona omogenea D1: 

La zona omogenea D1 industriale di interesse regionale riguarda la zona industriale esistente 

del Ponte Rosso e le successive previsioni di modifica, integrazione ed ampliamento. 

In tale zona sono consentite le seguenti destinazioni: 

- attività, industriali, artigianali; 

- servizi tecnici ed amministrativi degli impianti, industriali, artigianali; 

- attività professionali e di assistenza a servizio e di supporto alle attività insediate nella zona; 

- unità ricettive per visitatori e/o addetti; 

- servizi ed attrezzature di interesse collettivo; 

- depositi e magazzini di attività artigianali, industriali, commerciali. 

È altresì ammessa la presenza: 

- di superfici ed attività per la commercializzazione dei prodotti dell’attività industriali, 

artigianali insediate, 

- di un’unità abitativa ogni attività per il custode o per il titolare dell’azienda. 

2) Zona omogenea D2: 

La zona omogenea D2 interessa le aree comprese nella vigente zona artigianale su Viale 

Zuccherificio e successive previsioni di integrazione ed ampliamento. 

In tale zona sono consentite le seguenti destinazioni: 

- attività artigianali e piccole attività industriali; 

- servizi tecnici ed amministrativi degli impianti artigianali, industriali; 

- attività professionali e di assistenza a servizio e di supporto alle attività insediate nella zona; 

- unità ricettive per visitatori ed addetti; 

- servizi ed attrezzature di interesse collettivo 



- di superfici ed attività per la commercializzazione dei prodotti dell’attività 

industriali,artigianali insediate; 

- di un’unità abitativa ogni attività per il custode o per il titolare dell’azienda. 

3) Zona omogenea D3, D3a, D3a*, D3b: 

E' costituita dai lotti industriali, artigianali singoli esistenti. 

Le destinazioni consentite sono: 

- attività industriali, artigianali; 

- attività tecniche, amministrative; 



- di superfici per la commercializzazione dei prodotti dell’attività industriale, artigianale 

insediata e/o dei prodotti finiti dei quali componenti risultino realizzate nella zona 

industriale; 

- di un’unità abitativa per il custode o per il titolare dell’azienda. 

4 ) Zona omogenea D1-D2 

Nelle zone D1 e D2, il rilascio della concessione edilizia è subordinata rispettivamente 

all'approvazione di uno strumento attuativo di iniziativa pubblica o di iniziativa pubblica o 

privata. 

Le previsioni azzonative contenute negli elaborati di P.R.G.C. per le zone D1 e D2 hanno 

valore indicativo e non sono vincolanti, per l’intervento valgono quelle definite dallo strumento 

attuativo vigente e successive varianti. 

16



Il P.R.G.C. fissa le seguenti norme da rispettare in sede di varianti di strumenti vigenti o per 

la previsione di nuove zone artigianali, industriali: 

a) - rapporto di copertura (Q) nei singoli lotti non dovrà superare il valore massimo di 0,50 

mq/mq. 

Nel caso di saturazione del rapporto di copertura esistente o di particolari e motivate 

esigenze del lay out produttivo tale valore potrà essere elevato fino al 60% della 

superficie fondiaria. 

Per la residenza è fissato un valore max.di 500 mc.; 

b) - complessivamente la superficie da destinare a spazi pubblici per attività collettive, verde 

pubblico, parcheggi, con esclusione delle sedi viarie, non potrà essere inferiore al 10% 

dell'intera superficie destinata a tali insediamenti e dovrà garantire una dotazione di tali 

aree in misura non inferiore a 15 mc./addetto e comunque nel rispetto delle disposizioni 

del D.P.R.20 04 1995, n°0126/Pres. e successive mod ifiche ed integrazioni; 

c) – lo strumento attuativo nel rispetto degli obblighi derivanti dall’applicazione dell’art.17 

D.P.R.20 04 1995, n°0126/Pres. e successive modific he ed integrazioni, può perimetrare: 

zone da destinare all’insediamento di unità ricettive per visitatori e/o addetti; servizi ed 

attrezzature di interesse collettivo; uffici amministrativi; attività professionali e di 

assistenza, a servizio e di supporto alle attività insediate nella zona. L’iniziativa pubblica 

o privata per la realizzazione degli interventi ammessi, dovrà rispettare le seguenti 

prescrizioni: 

- la dimensione complessiva dell’intervento sarà definita in sede di elaborazione dello 

strumento attuativo e successive varianti; dovrà riferirsi a delle effettive necessità. 

- parcheggio min.: 80% della superficie utile degli edifici, da ricavarsi all’interno 

dell’area di pertinenza ovvero in prossimità della zona e con 

riferimento alle aree destinate a parcheggio; 

- utilizzazione 

delle volumetrie: - per l’insediamento di attività commerciali professionali in 

genere e in ogni modo legate alle esigenze della zona 

artigianale (bar, ristorante, albergo, sportelli bancari, uffici di 

consulenza commerciale, finanziaria, aziendale, a supporto e 

servizio delle aziende), max.:30% della volumetria massima 

consentita; 

- per spazi di interesse collettivo (mensa, sala riunioni, spazi 

espositivi, attività per informazioni, ecc..), max.:50% della 

volumetria massima consentita; 

- per servizi (infermeria, uffici consorziali), min.: 20% della 

volumetria massima consentita; 

d) - Il P.R.P.C. o il P.I.P. in ampliamento alla zona artigianale di Viale Zuccherificio 

dovrà perseguire le seguenti principali finalità: 

- dare un assetto definitivo alla viabilità con la previsione di un accesso 

alternativo a quello esistente da via Sbrojavacca; 

- risolvere i problemi connessi al deflusso delle acque meteoriche e a quelle 

provenienti dai fondi agricoli; 

- assolvere allo standard per il parcheggio nel rispetto del D.P.R.20 04 1995, 

n°0126/Pres. e successive modifiche ed integrazioni ; 

…omissis … 

5) Prescrizioni per la zona omogenea D 

In tutte le zone D valgono altresì le seguenti norme: 

- l’intervento di ampliamento, nuova edificazione, dovrà farsi carico di realizzare 

adeguate cortine arboree lungo i confini con zone omogenee a diversa destinazione e 

valgono le disposizioni di cui al successivo art.34 punto12); per le zone D2 si 

17



utilizzeranno: siepi tipo A verso la zona agricola ; siepi di tipo B o C verso le zone 

residenziali; 

- dovranno essere rispettate le norme vigenti in materia di inquinamento delle acque, 

inquinamento da rifiuti, da emissioni in atmosfera e da rumore, nonchè le norme vigenti 

in materia di smaltimento dei rifiuti. 

- l’ubicazione dei depositi di materiali pericolosi è prevista separata dal corpo di fabbrica 

produttivo. 

- per quanto attiene l’ammasso, nell’attesa di smaltimento dei rifiuti, esso può essere 

effettuato, secondo le modalità previste dalla legislazione in materia, all’interno del lotto 

e su un’area scoperta destinata esclusivamente a tale fine. Tale area dovrà essere 

indicata e recintata, in modo da essere accessibile al solo personale addetto. Il recinto 

dell’area deve essere posto ad una distanza di mt. 6,00 dai confini. 

- le costruzioni destinate a: 

- cabine elettriche di trasformazione; 

- cabine per valvole d’intercettazione fluidi; 

- cabine per stazioni di trasmissioni dati e simili al servizio dell’attività produttiva; 

- silos per stoccaggio e movimentazione materie prime e prodotti, nonchè macchinari 

ed opere in genere a carattere precario e facilmente amovibili destinate alla 

protezione dei materiali impiegati dai cicli produttivi quali tettoie aperte su entrambi i 

lati; 

non sono computabili ai fini del conteggio del rapporto di copertura nel lotto di 

pertinenza dell’insediamento produttivo, mentre devono rispettare tutte le altre 

prescrizioni, come stabilito dal presente articolo. 

- nelle zone D1 e D2 è ammesso perimetrare delle aree da destinare ad attività di 

selezione e stoccaggio provvisorio di R.S.U. nel rispetto dell’art.24 delle L.R. 65 / 88 e 

successive modifiche ed integrazioni; 

- nelle zone D1 e D2 è ammesso l’installazione di stazioni di radio - base per la 

telefonia cellulare nel rispetto dei limiti di esposizione così come definiti dal D.M. 

10 -09- 1998 n°381 e successive modifiche ed integr azioni. 

18



2. Le azioni della Variante al Piano 

2.1 Le motivazioni della variante 

Il progressivo esaurimento delle aree disponibili per nuovi insediamenti, in presenza dei persistere di un 

fabbisogno, soprattutto di aziende con media-grande dimensione, hanno indotto il Consorzio per la 

Z.I.P.R. a presentare istanza al Comune di San Vito al Tagliamento, affinché lo strumento urbanistico 

generale individuasse aree sufficienti a dare risposta tempestiva alle richieste giacenti. 

Va evidenziato il fatto che il PRGC vigente prevede, nel proprio Piano Struttura, direttrici future di 

espansione per la zona D1 verso est (direzione fiume Tagliamento) e verso nord (direzione ferrovia 

Venezia-Udine). 

Tale indirizzo è ribadito nella Relazione sugli Obiettivi e sulle Strategie. 

La Variante n° 36 conferma le previsioni dei Piano Struttura, individuando nuove aree produttive 

nell'ambito delle direttrici di espansione verso nord, come si evince più dettagliatamente nel proseguo 

della presente relazione. 

Nell'elaborato "Piano Struttura" viene definito l'ambito di futura espansione, a ridosso della ferrovia 

Venezia-Udine che, in una prospettiva di medio termine, appare il limite ultimo di espansione della 

Z.I.P.R. 

2.2 Lo stato di attuazione del P.I.P. 

La zona industriale dei Ponte Rosso disponeva, al 1997, di una superficie territoriale di ha 288,31. 

Con gli ampliamenti introdotti con le Varianti n°1- 5-6-7 la zona è stata ulteriormente ampliata di ha 

29,03 , per un totale, alla data odierna, di ha 316,34. 

Il nuovo P.I.P. conferma sostanzialmente tale superficie : la dimensione dei lotti produttivi utilizzati è di 

ha 187,99 di cui in proprietà ha 180,54 ed in diritto di superficie ha 7,45. 

Le restanti aree sono così suddivise : 

• non cedibili (viabilità, ferrovia, impianti tecnologici, attrezzature collettive, verde) : ha 109,06 

• produttive non ancora cedute : ha 19,29. 

Le aree non ancora cedute sono così suddivise : 

• in proprietà al Consorzio e sotto preliminare di cessione : ha 7,76 

• ancora da acquisire : ha 11,53 

Considerando che la superficie produttiva ammonta complessivamente ad ha 202,05 il grado di 

saturazione della Z.I.P.R. è pari al 93,04%. 

Rispetto alle aree attualmente in proprietà al Consorzio, il grado di saturazione è pari al 96,88%. Gli 

addetti teoricamente insediabili sono oltre 4600. 

Negli ultimi anni il Consorzio ha effettuato consistenti investimenti in termini di infrastrutturazione 

primaria, rendendo particolarmente appetibili le aree per nuovi insediamenti. 

Alle previsioni urbanistiche il Consorzio ha fatto seguire una contestuale acquisizione di aree per oltre 

30 ha. 

19



2.3 Descrizione dei punti di Variante 

La Variante n° 36 definisce le seguenti modifiche a llo strumento urbanistico vigente: 

a - espansione verso nord 

Viene individuato un ampliamento di ha 43,51 a nord dell'attuale zona D1, delimitato ad ovest e a 

sud dal raccordo ferroviario, ad est dalla zona D1 esistente e da alcune zone agricole, a nord dalla 

zona di futura espansione definita dal Piano Struttura. 

All'interno della nuova zona di espansione trova collocazione la rotatoria nord lungo la S.S. N°463, 

già oggetto dì precedente variante puntuale al PRGC. tratta di un'area di forma quadrangolare, 

destinata ad accogliere aziende di media-grande dimensione, interessate ad un utilizzo intensivo 

dei raccordo ferroviario. Al momento giacciono, presso il Consorzio Z.I.P.R. due richieste di 

insediamento sufficienti a saturare circa il 70% della superficie di tale ambito. 

b - espansione verso est 

Interessa una superficie dì ha 14,37 destinata al completamento dei lotti produttivi attestati lungo 

via Gemona. 

c - espansione verso nord - ovest 

E' un modesto ampliamento (ha 0,27) che interessa un'area con sovrastanti fabbricati, 

recentemente acquisita dal consorzio Z.I.P.R. e destinata ad accogliere un centro servizi collegato 

al raccordo ferroviario. 

d - espansione verso sud - ovest 

L'ampliamento riguarda un'area di forma triangolare e di modesta dimensione (ha 0,42), racchiusa 

tra Via Montenars e la futura circonvallazione nord di San Vito al Tagliamento, che il Con~ Z.I.P.R. 

intende acquisire e destinare a verde generico. 

L'allegata planimetria individua le aree oggetto di ampliamento relative alla Z.I.P.R. previste dalla 

Variante n°36 al PRGC. 

La Variante n°1 al P.I.P. introduce leggerissime mo difiche di perimetro (in riduzione). 

20



2..4 Dimensionamento 

Il dimensionamento attuale della Z.I.P.R. (P.I.P. riadottato) è sintetizzato nella successiva tabella. 

destinazione ha 

lotti produttivi 202,05 

attrezzature collettive 31,96 

verde generico 55,93 

viabilità 18,58 

servizi alla viabilità 0,55 

raccordo ferroviario 6,27 

acque 1,00 

totale 316,34 

La Variante n°1 recepisce gli ampliamenti introdott i dalla variante n°36 al PRGC che determina, per la 

Z.I.P.R., la seguente nuova situazione : 








acque 1,00 

totale 374,91 

Con la Variante n°1 al P.I.P. la situazione della Z .I.P.R. diventa : 








acque 1,00 

totale 374,83 

Per l'Ex Eridania non sono previste modifiche, per cui la situazione confermata è quella sotto riportata : 






totale 12,13 

21



La situazione finale complessiva risultante è, pertanto, la seguente : 








acque 1,00 

totale 386,96 

Tenuto conto che l'insediabilità dello strumento vigente è pari a circa 4780 addetti, a seguito delle 

espansioni previste risulterà pari a 5915 addetti, con un incremento pari a 1135. 

22



3. Lo stato dell'ambiente 

Vengono di seguito riportati i principali dati significativi dell'attuale stato dell'ambiente, desunti dalla 

documentazione messa a disposizione dal Consorzio Z.I.P.R. (dati forniti ed elaborati da Leochimica 

srl). 

3.1 Meteorologia e clima 

3.1.1. Dati Meteorologici 

Periodo di osservazione: Gennaio-Dicembre 2003. 

Dati ricavati da: Bollettini meteo della Regione FVG con stazione in San Vito al Tagliamento. 

I dati meteorologici sono espressi mediante raggruppamento giornaliero nell'arco delle 24 ore. 

Grafico n° 1 : Bagnatura della superficie fogliare espressa in minuti 

Elaborazioni 

• Media :287 min 

• Massima :1440 min 

• Minima : 0 


• Media : 2.3 mm 

• Massima : 71.8 mm 

• Minima : 0 

Grafico n° 2 : Precipitazione totale cumulata 

23




▪ Media : 0.68 mm/h 

▪ Massima : 11.99 mm/h 

▪ Minima : 0 

Grafico n° 3 : Intensità di pioggia massima all’ora 

Grafico n° 4: Umidità (%) 

Umed: Umidità relativa media espressa in percentuale. 

Umin: Umidità relativa media minima espressa in percentuale. 

Umax: Umidità relativa media massima espressa in percentuale. 

Con la linea rossa sono delimitati i dati relativi al mese di Aprile. 

24



Grafico n° 5: Temperatura 

Tmed: Temperatura media dell’aria espressa in gradi Celsius. 

Tmin Temperatura media minima dell’aria espressa in gradi Celsius. 

Tmax: Temperatura massima media dell’aria espressa in gradi Celsius. 

Con la linea rossa sono delimitati i dati relativi al mese di Aprile. 

3.1.2. Venti 

Dalla analisi dei dati si desume che il regime di brezza assume valori medi compresi tra 1 e 2 m/s. I 

venti sinottici sono prevalentemente presenti nel periodo autunnale ed invernale ed hanno valori 

medi superiori, anche di alcuni metri al secondo, rispetto a quelli delle brezze. 

(Elaborazioni dati ricavati da prelievi eseguiti dai Laboratori LEOCHIMICA) 

Zona Industriale 

• Sonda posizionata in prossimità del Centro Direzionale. 

• Periodo di campionamento: 28-29-30 Aprile 2004. 

Grafico n° 6 : Temperatura 

25



Grafico n° 7 : Umidità relativa 

Grafico n° 8 : Velocità del vento 

26



Zona Artigianale 

• Sonda posizionata in prossimità della Ditta ERREVI. 

• Periodo di campionamento: 4-5-6-7 Maggio 2004. 

Grafico n° 9 : Temperatura 

Grafico n° 10: Umidità relativa 

27



Grafico n° 11: Velocità del vento 

3.1.3. Qualità dell'aria 

Monitoraggi eseguiti da ARPA 

Allo stato attuale la Regione Friuli Venezia Giulia non ha ancora elaborato un Piano di Risanamento 

della qualità dell’aria come previsto dal DPR 203/88. 

Pertanto nella nostra Regione trovano applicazione i limiti di fonte statale. 

Nella Tabella 5 sono riportati tali limiti. 


Parametro Limite Riferimento normativo 

CO (conc. massima oraria) 40 mg/m3 DPCM 28/03/1983 

CO (conc. media sulle 8 ore) 10 mg/m3 DPCM 28/03/1983 - DM 60/2002 

SO2 (conc.massima oraria) 350 µg/m3 DM 60/2002 

NO2 (conc. media giornaliera): 125 µg/m3 DM 60/2002 

NO2 (conc. massima oraria): 260 µg/m3 180 µg/m 

DM 60/2002 

O3 (conc. massima oraria) 

3 

(attenzione) 

360 µg/m3 (allarme) 

DM 16/05/1996 

PM10 (conc. media giornaliera): 55 µg/m 3 DM 60/2002 

I grafici riportano i monitoraggi eseguiti da una stazione mobile dell’ARPA di Pordenone posizionata 

in vari punti del territorio provinciale, in prossimità dei Siti, dal Giugno al Dicembre dell’anno 2003. 

28



Grafico n° 12: Monossido di Carbonio (CO) - Concentrazione massima oraria 

Grafico n° 13 : Monossido di Carbonio (CO)- Concentrazione media sulle 8 ore 

Grafico n° 14 : Biossido di Zolfo (SO2) – Concentrazione massima oraria 

29



Grafico n°15 : Biossido di Azoto (NO2) – Concentrazione media giornaliera 

Grafico n° 16 :Biossido di Azoto (NO2) – Concentrazione massima oraria 

Grafico n° 17: Ozono (O3) – Concentrazione massima oraria 

30



Grafico n° 18: Polveri sottili (PM10) – Concentrazione media giornaliera 

Osservazioni sui monitoraggi eseguiti dall’ARPA 

La linea gialla riportata nel Grafico 17 indica la concentrazione di attenzione dell’Ozono (O3): tale 

concentrazione è stata superata più volte nell’arco dell’anno di osservazione. Non è mai stata 

superata la concentrazione di allarme. 

La linea rossa riportata nel Grafico 18 indica la concentrazione limite delle PM10 (come media 

giornaliera). 

Nell’arco dell’anno di osservazione, tale concentrazione è stata superata una sola volta. 

Emissioni in atmosfera delle Aziende insediate. 

Nelle Tabelle 6, 7 e 8 sono riassunti i dati ricavati da una ricerca effettuata presso gli archivi della 

Direzione Regionale Ambiente. 


Specifica Dati 

Sito n°1 Sito n°2 

Numero di Aziende con autorizzazione alle emissioni in atmosfera 45 3 

Percentuale sul totale di Aziende presenti nel Sito 46.8 12.5 

Numero totale di camini denunciati 233 11 

Quantità totale di aria immessa in atmosfera 1776736 81034 

Parametro 

(vedi Nota 2) 

Tabella 7 : Zona Industriale 

Kg/h 

(vedi Note 

3) 

Kg/anno 

(vedi Note 4) 

Polveri sospese 5.8 10208 

Sostanze Organiche di II Classe 0.2 352 

Sostanze Organiche di III Classe 2.8 4928 

Sostanze Organiche di IV Classe 8.2 14432 

Sostanze Organiche di V Classe 4.4 7761 

Sostanze Organiche Totali espresse come COT 7.5 13200 

Ossidi di Zolfo (SOx) 5.8 10208 

Ossidi di Azoto (NOx) 84.4 148544 

Composti del cloro (come HCl) 0.4 704 

Olii (nebbie oleose) 0.2 352 

Ammoniaca (come NH4) 0.34 598 

31



Parametro 

(vedi Nota 2) 


Kg/h 

(vedi 

Note 3) 

Polveri sospese 0.05 87 

Sostanze Organiche di IV Classe 0.22 386 

Sostanze Organiche Totali espresse come COT 0.32 563 

Ossidi di Zolfo (SOx) 0.03 55 

Ossidi di Azoto (NOx) 2.1 3732 

Kg/anno 

(vedi Note 4) 

Note. 

2) : Le Classi delle Sostanze Organiche sono quelle previste dal DM 12.07.90. Le sostanze presenti 

nelle varie Classi sono elencate nella Tabella D del suddetto Decreto. 

Il valore delle Sostanze Organiche Totali espresso come Carbonio Organico Totale (COT), è ricavato 

dalla analisi dei vari Rapporti di Prova esaminati. 

3) :Calcolato dalla elaborazione dei valori rilevati nelle varie Classi, sommati ai valori espressi come 

COT ricavati come F cioè come somma dei Flussi di Massa di tutti i camini per ciascun parametro 

analizzato.Il Flusso di Massa è a sua volta calcolato come C * Q cioè come prodotto tra Concentrazione 

(C) e Portata (Q). 

4): Calcolato tenendo conto di 8 ore lavorative giornaliere per 220 giornate di lavoro/anno. 

Monitoraggi eseguiti dai Laboratori SARC srl 

Nel corso dell'ottobre 2008 i laboratori SARC hanno prodotto una valutazione quantitativa / qualitativa 

della qualità dell'aria nella Zona Industriale Ponte Rosso e nella zona artigianale Ex Eridania. 

Si riportano di seguito i principali risultati dell'indagine. 

1. Postazioni di controllo 

La campagna di rilevamento della qualità dell'aria ha interessato sette postazioni di controllo. I 

campionamenti della durata di 24 ore hanno avuto luogo nelle seguenti giornate : 

Postazione Coordinate 

Latitudine NORD Longitudine EST 

Data 

A1 (Centro Direzionale) 45°56’42.2 12°52'50.7 14-15/10 /2008 

A3 45°56’35.1’’ 12°52’08.4’’ 23-24/10/2008 

P1 (rotatoria via Tolmezzo) 45°56’37.9’’ 12°52’34.7’’ 21-22/10/2008 

P3 (rotatoria Sirap) 45°56’29.0’’ 12°52’37.9 20-21/10/ 2008 

P8 (ingresso Baumit) 45°56’48.6’’ 12°52’02.2’’ 16-17/1 0/2008 

P9 (zona artigianale) 45°54’30.3’’ 12°51’7.5’’ 30-31/1 0/2008 

P10 (zona artigianale) 45°54’35.8’’ 12°51’0.5’’ 27-27/ 10/2008 

2. Strumenti, metodi e parametri monitorati dalla SARC srl 

Dati meteorologici 

Centralina meteo dotata di sensori per la misura dei seguenti parametri : temperatura, umidità, 

velocità e direzione del vento, piovosità. 

Campionamento attivo in continuo mediante gas monitor dotato di sensori CO-CO2 

Tale tipo di campionamento prevede l'utilizzo di un campionatore che in continuo capta l'aria 

mediante una pompa interna e etramite sensori specifici determina la concentrazione di CO-CO2 

presenti memorizzando infine tali valori per mezzo di un datalogger. 

Campionamento attivo mediante fiale/filtri 

Tale metodologia di campionamento ha interessato alcune sostanze caratteristiche delle emissioni 

derivanti dalle attività produttive che operano nella zona industriale e dal traffico autoveicolare che la 

interessa (polveri atmosferiche, PM10). Essa prevede l'aspirazione mediante campionatori 

volumetrici dell'aria atmosferica a 1,5 m dal suolo in appositi filtri. 

32



L'analisi sui campioni prelevati è stata poi condotta adottando le seguenti metodiche : 

- analisi gravimetrica per le polveri atmosferiche e il PM10 secondo le seguenti metodiche : M.U. 

271777 e UNI EN 12341/01. 

Campionamento passivo mediante campionatore a diffusione radiale (radiello) 

Tale tipo di campionamento prevede l'utilizzo di un campionatore costituito da un corpo cilindrico 

cavo in materiale plastico, attraverso il quale le molecole gassose diffondono fino a raggiungere il 

corpo adsorbente posto all'interno. Questa tipologia di campionatore offre diversi vantaggi rispetto al 

campionamento di tipo attivo : 

● non comporta l'utilizzo di pompe 

● non ha limiti energetici di autonomia 

● presenta una migliore capacità adsorbente, poiché è meno soggetto a fenomeni di saturazione 

del corpo adsorbente, come nel caso di utilizzo di fiale tradizionali. 

Il campionamento ha riguardato i seguenti parametri : SOV, biossidi di azoto e zolfo. Sono stati 

effettuati campionamenti a 1,5 m dal suolo. 

Le analisi successive sono state eseguite per gli SOV mediante gascromatografia accoppiata a 

spettrometria di massa GC/MS; per il biossido di zolfo in cromatografia ionica e per il biossido di 

azoto in spettroscopia UV-Vis. 

3. Risultati 

3.1 Dati meteorologici (rilevati dalla stazione meteo installata nel punto A1 – Centro Direzionale) 

Dai dati analizzati emerge che le giornate di monitoraggio (5/11/08) sono state caratterizzate da 

cielo per la maggior parte sereno e da venti provenienti prevalentemente da Nord. 

3.2 Qualità dell'aria (campionamento attivo) 

Polveri PM10 : sono stati eseguiti i campionamenti della durata di 24 ore nella singola postazione a 

1,5 m dal piano di campagna. 



14-15/10/2008 A1 (Centro Direzionale) 23,5 µg/Nm³ 50 µg/m³ 

23-24/10/2008 A3 36,8 µg/Nm³ 50 µg/m³ 

21-22/10/2008 P1 (rotatoria via Tolmezzo) 86,5 µg/Nm³ 50 µg/m³ 

20-21/10/2008 P3 (rotatoria Sirap) 67,7 µg/Nm³ 50 µg/m³ 

16-17/10/2008 P8 (ingresso Baumit) 114,2 µg/Nm³ 50 µg/m³ 

30-31/10/2008 P9 (zona artigianale) 17,2 µg/Nm³ 50 µg/m³ 

27-27/10/2008 P10 (zona artigianale) 71,4 µg/Nm³ 50 µg/m³ 

N.B.: il valore limite medio giornaliero è di 50 µg/m³ come previsto dal D.M. n°60 del 2/04/02. 

Polveri atmosferiche : sono stati eseguiti cinque campionamenti della durata di 24 ore. 



14-15/10/2008 A1 (Centro Direzionale) 0,9 mg/m³ Non previsto 

23-24/10/2008 A3 0,05 mg/m³ Non previsto 

21-22/10/2008 P1 (rotatoria via Tolmezzo) 0,06 mg/m³ Non previsto 

20-21/10/2008 P3 (rotatoria Sirap) 0,12 mg/m³ Non previsto 

16-17/10/2008 P8 (ingresso Baumit) 0,14 mg/m³ Non previsto 

30-31/10/2008 P9 (zona artigianale) 0,04 mg/m³ Non previsto 

27-27/10/2008 P10 (zona artigianale) 0,09 mg/m³ Non previsto 

33



CO e CO2 : sono stati eseguiti sette campionamenti in continuo della durata di 24 ore. 

I valori rilevati sono riportati in allegato. 

In particolare, per il parametro CO sono state calcolate le tre medie giornaliere su otto ore come 

previsto dall'allegato VI del D.M. n. 60 del 2/04/02 ed il valore massimo trovato è stato poi confrontato 

con il valore limite (vedi tabella seguente). 

Data Punto di prelievo Valore rilevato (CO) 

medio massimo 

giornaliero su 8 ore 

14-15/10/2008 A1 (Centro Direzionale) 3,0 mg/m³ (dalle ore 16 

alle ore 00) 

23-24/10/2008 A3 1,7 mg/m³ (dalle ore 15 

alle ore 23) 

21-22/10/2008 P1 (rotatoria via Tolmezzo) 0,5 mg/m³ (dalle ore 8 

alle ore 16) 

20-21/10/2008 P3 (rotatoria Sirap) 1,6 mg/m³ (dalle ore 11 

alle ore 19) 

16-17/10/2008 P8 (ingresso Baumit) 1,1 mg/m³ (dalle ore 12 

alle ore 20) 

30-31/10/2008 P9 (zona artigianale) 0,4 mg/m³ (dalle ore 17 

alle ore 01) 

27-27/10/2008 P10 (zona artigianale) 1,7 mg/m³ (dalle ore 09 

alle ore 17) 

3.3 Qualità dell'aria (campionamento passivo) 

Valore 

limite 

10 µg/m³ 

10 µg/m³ 

10 µg/m³ 

10 µg/m³ 

10 µg/m³ 

10 µg/m³ 

10 µg/m³ 

● sostanze organiche volatili : sono stati eseguiti i campionamenti a 1,5 m dal piano di campagna 

della durata di 24 ore. Solo in tre campionamenti (A1, P1 e P3) sono stati individuati i seguenti composti 

organici : pentano, etilcetato. 

Data Punto di prelievo Valore 

rilevato 

(pentano) 

Valore 

rilevato 

(etilacetato) 

Valori limite 

14-15/10/2008 A1 (Centro Direzionale) - 5 µg/m³ Non previsti 

21-22/10/2008 P1 (rotatoria via Tolmezzo) 2 µg/m³ - Non previsti 

20-21/10/2008 P3 (rotatoria Sirap) 7 µg/m³ - Non previsti 

● biossido di zolfo SO2 : sono stati eseguiti i campionamenti a 1,5 m dal piano di campagna della 



14-15/10/2008 A1 (Centro Direzionale) 6,5 mg/m³ 125 µg/m³ 

23-24/10/2008 A3 < 1,0 mg/m³ 125 µg/m³ 

21-22/10/2008 P1 (rotatoria via Tolmezzo) < 1,0 mg/m³ 125 µg/m³ 

20-21/10/2008 P3 (rotatoria Sirap) < 1,0 mg/m³ 125 µg/m³ 

16-17/10/2008 P8 (ingresso Baumit) 6,5 mg/m³ 125 µg/m³ 

30-31/10/2008 P9 (zona artigianale) 5,5 mg/m³ 125 µg/m³ 



34



● biossido di azoto NO2 : sono stati eseguiti i campionamenti a 1,5 m dal piano di campagna della 



14-15/10/2008 A1 (Centro Direzionale) 34,3 mg/m³ 200 µg/m³ 

23-24/10/2008 A3 25,1 mg/m³ 200 µg/m³ 

21-22/10/2008 P1 (rotatoria via Tolmezzo) 16,8 mg/m³ 200 µg/m³ 

20-21/10/2008 P3 (rotatoria Sirap) 17,3 mg/m³ 200 µg/m³ 

16-17/10/2008 P8 (ingresso Baumit) 23,0 mg/m³ 200 µg/m³ 




Considerazioni finali. 

I dati raccolti nelle specifiche posizioni evidenziano che l'aria atmosferica sia della Zona Industriale 

Ponte Rosso che quella della Zona Artigianale non è interessata da fenomeni di inquinamento 

particolarmente rilevanti : le concentrazioni di inquinanti organici sono da considerare infatti poco 

significative e quelle degli inquinanti inorganici sono comunque significativamente inferiori ai rispettivi 

valori limite. 

Invece, per quanto riguarda i valori di polveri sottili PM10, si rilevano concentrazioni significative, 

superiori al valore limite giornaliero di 50 µg/m³ nelle posizioni P1, P3, P8 della zona industriale e P10 

della zona artigianale. In particolare si nota un aumento delle concentrazioni rilevate rispetto ai valori 

trovati l'anno precedente nelle posizioni P1, P3, P8; ciò potrebbe essere spiegabile con il fatto che i 

monitoraggi sono avvenuti in un periodo caratterizzato da una situazione di scarsa piovosità. La 

postazione P10 invece l'anno precedente non era stata monitorata. Ad ulteriore avvaloramento il valore 

più basso rilevato è stato quello della postazione P9 effettuato dpo due giornate di pioggia a tratti anche 

intensa. 

In tutte le altre posizioni i valori rilevati sono inferiori al valore limite; in particolar modo si evidenzia che 

il valore rilevato delle polveri sottili nella zona dove è situato l'Asilo Nido presenta un valore pari al 47% 

del valore limite. 

Le polveri possono essere originate dal traffico autoveicolare oppure dalle emissioni industriali; sulla 

base di recenti studi è possibile correlare l'origine delle polveri presenti dovute al traffico autoveicolare 

con la presenza nelle stesse di metalli pesanti; per cui si ritiene opportuno consigliare un supplemento 

di analisi sui filtri utilizzati per la determinazione del PM10, con la ricerca dei metalli . (Arsenico, Bario, 

Rame, Cadmio, Molibdeno, Nichel, piombo, Antimonio, Selenio, Zinco) al fine di individuare l'origine 

della presenza di tali polveri. 

Comunque, per poter valutare la qualità dell'aria di un determinato sito è necessario effettuare una serie 

di rilievi che coprano un intervallo di tempo annuale in modo da monitorarne lo stato nelle diverse 

stagioni. 

35



3.2 Rumore 

Nel mese di settembre 2008 la ditta SARC srl ha trasmesso al Consorzio ZIPR un rapporto di prova di 

Impatto Acustico, ove vengono riportati i valori dei livelli di rumore ambientale, relativi al periodo di 

riferimento diurno e noturno, conseguenti ai rilievi effettuati all'interno della Zona Industriale ZIPR e 

della Zona Artigianale Ex Eridania. 

Il Laboratorio SARC è accrediato SINAL per le prove di rilevazione del Rumore in ambienti abitativi 

esterni, con riferimento alle Norme : D.M. 16/03/98; DPCM 14/11/97; L.447 del 26/10/95; DPCM 

01/03/91. 

Va evidenziato il fatto che il comune di San Vito al Tagliamento non ha ancora provveduto alla 

classificazione acustica del proprio territorio, ai sensi dell'art. 6 della L.447/95. 

Pertanto, ai sensi dell'art. 8 “Norme transitorie” del citato DPCM 14/11/1997 si applicano i limiti di cui 

all'art. 6 comma 1 del DPCM 01/03/1991. 

Zonizzazione Limite diurno Limite notturno 

Leq(A) 

Leq(A) 

Tutto il territorio nazionale 70 60 

Zona A 65 55 

Zona B 60 50 

Zona esclusivamente industriale 70 70 

Le zone A e B sono zone di cui all'art.2 del D.M. 274/68 n°1444. 

I punti di indagine sono quelli già individuati in occasione di precedente verifica (2004) e rappresentati 

nelle seguenti planimetrie. 

Le successive tabelle riportato gli esiti delle verifiche condotte, in periodo diurno e notturno. 

Planimetria n°10 : Sito n° 1: Zona Industriale – Punti monitoraggio rumore 

1 

3 

8 

36 



ZOPPOLA (PN) 

TEL. 0434-574345 

Sito n°1: Zona Industriale - PR56: Punti prelievo monitoraggi aria 


Giugno 2004 Pianta n° 1 




Punto 

prelie 

vo 

Latitudine 

NORD 

1 45° 56’ 

29.4’’ 

9 45° 56’ 

41.4’’ 

13 45° 56’ 

28.4’’ 

24 45° 56’ 

36.3’’ 

31 45° 56’ 

38.7’’ 

32 45° 56’ 

27.7’’ 

34 45° 54’ 

38.2’’ 

35 45° 54’ 

32.3’’ 

39 45° 54’ 

24.8’’ 

Planimetria n°11: Sito n° 2: Zona Artigianale – Punti monitoraggio rumore 

Tabella 16 – tempo di riferimento diurno (6,00 – 22,00) 

Coordinate Data Ore 

inizio 

dβ(A) Osservazioni 

Longitudine 

EST 

12° 52’ 

08.6’’ 

12° 52’ 

28.4’’ 

12° 52’ 

38.1’’ 

12° 53’ 

06.3’’ 

12° 53’ 

14.7’’ 

12° 53’ 

16.9’’ 

12° 50’ 

58.7’’ 

12° 51’ 

02.3’’ 

12° 51’ 

07.8’’ 

44 

38 

35 

34 

40 

39 

36 

18/09/08 13.36 50,6 Rumore ambientale diffuso con maggior 

influenza da parte del traffico veicolare sulla 

vicina viabilità stradale. 

18/09/08 17.08 56,7 Rumore ambientale diffuso xon influenza della 

Zincheria ZPR e della ditta Refel, e del traffico 

veicolare (anche Ditta Delik in entrata / uscita) 




18/09/08 15.02 56,9 Rumore ambientale diffuso con evidente 

influenza da parte degli impianti esterni della 

ditta Martoni Spa (portone aperto) e del 

traffico veicolare stradale. 


influenza da parte della ditta Cobeton e nel 

particolare dall'utilizzo degli allestimenti in 

fase di carico; traffico veicolare.. 





influenza da parte del traffico veicolare, 

utilizzo ragno su camion Ambiente e Servizi 

c/o piazzale antistante, rumore da ditta Boz. 

18/09/08 15.45 66,0 Rumore ambientale diffuso con influenza da 

parte della ditta Boz con movimentazione di 

mezzi (meno da ditta Vaccher). Il traffico è 

50% auto e 50% camion. 


influenza da parte del traffico veicolare e della 

ditta Officina Meccanica Mussio. 

37 

37 



ZOPPOLA (PN) 

TEL. 0434-574345 

Sito n°2: Zona Artigianale -Punti monitoraggio rumore 


Febbraio 2004 Pianta n° 11 Scala 1:2500



Punto 

prelie 

vo 

Tabella 16 – tempo di riferimento notturno (22,00 – 6,00) 

Coordinate Data Ore 

inizio 

dβ(A) Osservazioni 

Latitudine 

NORD 

13 45° 56’ 

28.4’’ 

34 45° 54’ 

38.2’’ 

35 45° 54’ 

32.3’’ 

39 45° 54’ 

24.8’’ 

45 45° 56’ 

35.6’’ 

Longitudine 

EST 

12° 52’ 

38.1’’ 

12° 50’ 

58.7’’ 

12° 51’ 

02.3’’ 

12° 51’ 

07.8’’ 

12° 52’ 

25.7’’ 

12509/0 

8 

22.46 55,6 Rumore ambientale diffuso con maggior 




influenza da parte del traffico veicolare, 

impianti limitrofi a funzionamento discontinuo 

(probabile gruppi frigo supermercato fronte 

strada). 

26/09/08 00.11 33,6 Rumore ambientale diffuso da sorgenti non 

identificabili (traffico assente). 

26/09/08 00.50 38,8 Rumore ambientale diffuso da sorgenti non 

identificabili (traffico assente). 

25/09/08 22.04 70,9 Rumore dovuto ai ventilatori sulla parete 

verticale ditta Refel frontalmente al punto di 

misura 

Conclusioni 

Alla luce dei dati esposti si evince che i limiti di legge applicabili possono essere rispettati anche nel 

punto di prelievo 45 (per gli altri punti di rilievo il rispetto appare evidente anche a fronte del necessario 

arrotondamento) a fronte di una limitazione al tempo di funzionamento della sorgente disturbante. 

Si consigli di valutare un intervento specifico di bonifica in considerazione dell'entrata in vigore della 

L.R. Sull'inquinamento acustico e dei relativi decreti in quanto determineranno l'applicabilità anche del 

limite di emissione (singola sorgente : applicabile in questo caso specifico) , pari a 65 dB(A), ben 

inferiore ai 70 dB (A) considerati attualmente. 

38



3.3 Elettromagnetismo 

In questo Capitolo si è considerato esclusivamente l’inquinamento da radiazioni non ionizzanti, 

distinguendo quest’ultime dalle radiazioni radioattive, cioè ionizzanti. 

Metodologia di analisi 

Si sono ricercati nei Siti analizzati le sorgenti di campi elettromagnetici distinguendo due tipi di 

sorgenti: 

• derivanti dalla presenza di reti di distribuzione dell’energia elettrica e Cabine Primarie di 

trasformazione. 

• derivanti da impianti di telefonia radiomobile. 

Individuate le sorgenti, si è provveduto al monitoraggio dei campi elettromagnetici da esse generati 

posizionando idonea attrezzatura in prossimità delle sorgenti ed in luoghi ad alta densità di 

popolazione. 

Situazione individuata 

Nei Siti sono state individuate le seguenti possibili sorgenti di campi elettromagnetici. 

Sito n° 1 : Zona Industriale 

• N.1 antenna per radiomobile: Gestore TIM. 

• N.1 antenna per radiomobile: Gestore VODAFONE. 

• N.1 Cabina Primaria dalla quale, dopo trasformazione, viene distribuita l’energia elettrica 

nella Zona Industriale. 

• N.1 Cabina Primaria all’interno di una Azienda insediata per la trasformazione dell’energia 

elettrica utilizzata nel ciclo produttivo dell’Azienda stessa. 

Sito n° 2 : Zona Artigianale 

• N.1 antenna per radiomobile: Gestore WIND. 

Tenuto conto delle sorgenti sopraindicate ed individuati nella Mensa Consortile e nel Centro 

Direzionale i luoghi ad alta densità di popolazione, si è provveduto al monitoraggio nei punti indicati in 

Tabella 19. 

Punto 

mon. 

Coordinate 

Latitudine NORD Longitudine EST 


Data Descrizione 

1 45° 56’ 33,8’’ 12° 52’ 26,2’’ 10/05/04 In prossimità della Cabina Primaria della 

ditta Refel). 

2 45° 56’ 41,1’’ 12° 52’ 16,5’’ 10/05/04 Vicino a Cabina Primaria di trasformazione 

e distribuzione dell’energia elettrica. 

3 45° 56’ 30,2’’ 12° 52’ 55,6’’ 10/05/04 In prossimità della Mensa consortile. 

(influenza dell’antenna radiomobile) 

4 45° 56’ 30,2’’ 12° 52’ 55,6’’ 10/05/04 In prossimità della Mensa consortile. 

(influenza dell’elettrodotto) 

5 45° 56’ 37,7’’ 12° 52’ 50,9’’ 10/05/04 In prossimità del Centro Direzionale. 

6 45° 56’ 37,6’’ 12° 52’ 50,0’’ 10/05/04 In prossimità della antenna radiomobile 

(gestore ”Tim”) 


(gestore ”Vodafone”) 


(gestore ”Wind”) 

Note. 

I punti di monitoraggio sono evidenziati nelle planimetrie riportate nelle pagine seguenti. 

39



Punto 

mon. 

Il punto di monitoraggio n° 8 è ubicato nella Zona Artigianale; gli atri punti nella Zona Industriale. 

La Tabella 20 riporta i risultati dei monitoraggi. 

Campo elettrico(E) 

(V/m) 

(vedi Note 1) 


Campo magnetico 

(B) (µT) 

(vedi Note 2) 

Limiti di legge 

(DPCM 08.08.03) 

1 - 0,06 

Campo elettrico 

(E in V/m) 

5000 10 µT 

2 20 0,20 5000 10 µT 

3 0,30 - 20 0.05 A/m 

4 30,0 0,37 5000 10 µT 

5 0,50 - 5000 10 µT 

6 0,60 - 20 0.05 A/m 

7 0,08 - 20 0.05 A/m 

8 0,36 - 20 0.05 A/m 

Note. 

1) Unità di misura del campo elettrico (E) = Volt/metro (V/m). 

2) Unità di misura del campo magnetico (B)= µicroTesla (µT). 

Campo magnetico 

(B in µT) 

Commenti 

Tenuto conto dei limiti previsti dal DPCM 08.08.03, i monitoraggi eseguiti nei punti riportati in Tabella 

20 evidenziano che le sorgenti di campi elettromagnetici ed i luoghi ad alta densità di popolazione 

analizzati, non superano tali limiti. 

Planimetria n°12 : Sito n° 1: Zona Industriale – Monitoraggio elettromagnetismo. 

2 

1 

4 

6 

5 

7 

Planimetria n°13 : Sito n° 2: Zona Artigianale – Monitoraggio elettromagnetismo. 

40 



ZOPPOLA (PN) 

TEL. 0434-574345 

Sito n°1: Zona Industriale - Monitoraggio elettromagnatismo 






8 

41 



ZOPPOLA (PN) 

TEL. 0434-574345 

Sito n°2: Zona Artigianale - Monitoraggio elettromagnetismo 


Febbraio 2004 

Pianta n° 16 




3.4 Illuminazione 

In questo Capitolo si prendono in esame : 

• L’illuminamento 

• L’inquinamento luminoso prodotto dall’illuminazione 

• Il risparmio energetico. 


Illuminamento 

I punti di rilevamento per la verifica dell’illuminamento dei due Siti esaminati sono state scelti con i 

seguenti criteri : 

• Punti di rilevamento in zone servite da illuminazione stradale. 

• Punti di rilevamento in zone non servite da illuminazione stradale. 

• Punti di rilevamento in zone non servite da illuminazione stradale e senza luce riflessa da 

sorgenti luminose presenti all’interno delle Aziende insediate. 

Si è quindi confrontato se i valori di illuminamento siano conformi alla Norma ISO 8995 nella parte 

relativa alle aree esterne di circolazione. 

Inquinamento luminoso 

L’inquinamento luminoso è dedotto dalla tipologia di lampade installate nei due Siti. 

Risparmio energetico 

Durante i sopralluoghi si è verificato quanto segue : 

• Se gli impianti installati sono sovradimensionati in relazione alle necessità. 

• Se gli impianti installati funzionano a pieno regime per tutto il corso della notte. 

• Se gli impianti sono dotati di corpi illuminanti non idonei al fine per cui sono utilizzati, inclinati 

in modo tale da disperdere il flusso luminoso e essere di conseguenza pericolosamente 

abbaglianti. 


Illuminamento 

Si ricorda che l’illuminamento si esprime in lux che misura il rapporto tra il flusso luminoso ricevuto da 

una superficie e l'area della stessa. 

Per un raffronto con i dati rilevati (Tabella 22) si faccia riferimento alla Tabella 21. 

Tabella 21 : Valori tipici indicativi di illuminamento 

Illuminamento (lux) 

Giornata estiva soleggiata 100000 

Giornata estiva cielo coperto 20000 

Strade (notte) 30 

Notte di luna piena 0.25 

Notte serena senza luna 0.01 

Monitoraggi eseguiti dai Laboratori SARC 

I monitoraggi sono stati eseguiti in data 7 ottobre 2008 nelle ore comprese tra le 0.00 e le 3.00. 

La notte in cui sono state effettuate le misure è stata caratterizzata da cielo pressochè sereno. 

I rilievi di illuminamento sono stati effettuati mediante luxmetro TESTO 545 ponendo la sonda del 

luxmetro a circa 1,6 m dal suolo. 

Risultati 

I risultati dei rilievi di illuminamento sono riportati nelle tabelle allegate. 

42



Punto di 

rilievo 

Latitudine 

NORD 

Coordinate 

Longitudine 

EST 



1 45° 56' 12° 52' 35.3'' 2 

2 45° 56' 04.6'' 12° 52' 44.5'' 6 

1 

3 45° 56' 03.3'' 12° 52' 57.4'' 2 

48 

6(sotto 

faro, lampada accesa) 19 a c.a., 10 m dal faro acceso) 

4 45° 56' 04.1'' 12° 53' 05.9 3 

2 

5 45° 56' 08.2'' 12° 53' 21.5'' 63 

1 

6 45° 56' 13.0'' 12° 53' 50.6'' 43 

5 

7 45° 56' 16.4'' 12° 53' 19.8'' 03 

22 

2 (a c.a 10 m dal faro acceso, faro ditta a ovest acceso) 

8 45° 56' 27.3'' 12° 53' 17.2'' 30 

(faro acceso) 

9 45° 56' 35.5'' 12° 53' 15.2'' 52 

(sotto faro, lampada accesa) 

10 45° 56' 26.3'' 12° 53' 10.7'' 1 

11 45° 56'21.9'' 12° 52'57.8'' 3 

0 

12 45° 56'14.7'' 12° 52'56.2'' 6 

8 

(lampada ditta accesa) 

13 45° 56'08.4' 12° 52'58.1'' 1 

14 45° 56'39.8'' 12° 52'14.3'' 50 


-18 lux fronte mezzeria di via Partanna 

15 45° 56'36.9'' 12° 52'11.5'' 3 

1 

16 45° 56'35.3'' 12° 52'59.5'' 63 

2 

17 45° 56'43.5'' 12° 52'13.4'' 73 

0 

18 45° 56'46.5'” 12° 53'08.4'' 8 

2 

19 45° 56'54.5” 12° 53'15.2'' 1 

20 45° 56'57.5” 12° 53'10.5'' 0 

(illuminazione spenta) 

21 45°57'04.1” 12°53'15.1” 0 

22 45°56'59.2” 12°53'05.6” 0 

(illuminazione spenta) 

23 45°57'02.2” 12°53'01.7” 1 

24 45°56'56.5” 12°52'57.1” 1 

25 45°56'47.4” 12°52'50.1” 1 

26 45° 56'49.8” 12° 52'50.1'' 3 

7 

27 45° 56'44.6” 12° 52'57.0'' 8 

9 

(lampada ditta accesa) 

28 45° 56'07.9'' 12° 52'58.5'' 1 

(lampada spenta) 

29 45° 56'34.4'' 12° 52'53.3'' 40 


30 45° 56'40.1'' 12° 52'46.2'' 1 

31 45° 56'36.2'' 12° 52'45.5'' 44 


32 45° 56'32.4'' 12° 52'41.1'' 1 


33 45° 56'26.9'' 12° 52'37.7'' 1 

34 45° 56'31.1'' 12° 52'53.8'' 34 


35 45° 56'22.6'' 12° 52'47.9'' 3 

43



Punto di 

rilievo 

Latitudine 

NORD 

Coordinate 

Longitudine 

EST 


1 45° 56' 12° 52' 35.3'' 2 

6 

36 45° 56'17.8'' 12° 52'42.6'' 17 

(lampada del faro ditta COSMA accesa) 

37 45° 56'11.3'' 12° 52'28.2'' 1 


38 45° 56'18.3'' 12° 52'30.0'' 2 

39 45° 56'11.3'' 12° 52'23.3'' 1 


40 45° 56'55.9'' 12° 52'54.1'' 0 

41 45° 57'02.7'' 12° 52'50.6'' 1 

42 45° 56'54.1'' 12° 52'56.7'' 1 

43 45° 56'52.8'' 12° 52'51.2'' 1 

44 45° 56'47.3'' 12° 52'51.0'' 2 

45 45° 56'43.8'' 12° 52'43.5'' 2 

46 45° 56'41.2'' 12° 52'31.4'' 15 

(faro acceso) 

47 45° 56'40.6'' 12° 52'11.6'' 9 

(faro acceso) 

48 45° 56'47.0'' 12° 52'40.5'' 2 

49 45° 56'53.4'' 12° 52'36.9'' 1 

50 45° 56'53.2'' 12° 52'26.9'' 0 

51 45° 56'50.0'' 12° 52'11.6'' 0 

52 45° 56'34.8'' 12° 52'35.4'' 1 

53 45° 56'37.9'' 12° 52'32.3'' 29 

(lampada zincheria accesa) 

54 45° 56'30.0'' 12° 52'29.7'' 8 

55 45° 56'18.9'' 12° 52'23.1'' 0 

56 45° 56'21.1'' 12° 52'16.5'' 5 

57 45° 56'16.4'' 12°52'12.7'' 0 

58 45° 56'25.5'' 12°52'09.3'' 0 

(nuovo impianto illumin. spento) 

59 45° 56'26.6'' 12°52'19.9'' 0 

(nuovo impianto illumin. spento) 

60 45° 56'32.4'' 12°52'20.8'' 7 

61 45° 56'34.7'' 12°52'09.0'' 1 


62 45° 56'31.6'' 12°52'08.1'' 2 

63 45° 56'48.6'' 12°52'08.9'' 1 

64 45° 56'38.1'' 12°52'52.8'' 2 

65 45° 56'33.0'' 12°52'26.3'' 0 

44



Punto 

di 

rilievo 

Latitudine 

NORD 

Coordinate 

Longitudine 

EST 

Tabella 23: Zona Artigianale 


1 45° 54'41.2'' 12° 50'57.8'‘. 9 

(faro supermercato acceso) 

2 45° 54'38.1'' 12° 50'59.3'' 4 

1 

3 45° 54'31.7'' 12° 50'02.9'‘. 6 

0 

4 45° 54'29.3'' 12° 50'04.3'' 1 

5 45° 54'26.7'' 12° 50'05.5'‘. 28 

(faro stradale acceso) 

6 45° 54'26.2'‘. 12° 51'04.3'' 0 

7 45° 54'27.3'' 12° 51'07.2'‘. 1 

8 45° 54'25.6'‘. 12° 51'08.4'' 13 

(faro stradale acceso) 

9 45° 54'25.2' 12° 51'01.3'' 4 

1 

10 45° 54'28.3'' 12° 5111.4'‘. 6 

4 

11 45° 54'23.5'' 12° 50'59.6'‘. 2 

12 45° 54'27.8'‘. 12° 51'08.9'' 8 

(faro acceso) 

13 45° 54'29.0'‘. 12° 51'12.9'' 5 

0 

14 45° 54'35.4'' 12° 51'00.7'‘. 60 

1 

15 45° 54'25.5'' 12° 51'06.0'‘. 78 

0 

4 


Per inquinamento luminoso s'intende ogni forma di irradiazione di luce artificiale rivolta direttamente o 

indirettamente verso la volta celeste che impedisca o limiti l'osservazione di corpi celesti. 

Tipologia di lampadari presenti 

Nei Siti monitorati si è rilevata la presenza di lampade indicate nelle due Figure. 

Fig. 2 : Lampade con diffusori 

45



Fig. 3 : Globi non schermati 

Commenti 

Illuminamento 

Dalla analisi dei dati rilevati (si confrontino le Tabelle 22 e 23), emergono alcune considerazioni. 

Quasi tutti i punti monitorati hanno evidenziato un valore di lux superiore a 30 consigliato per una 

illuminazione sufficiente a garantire la sicurezza della circolazione (a tale riguardo si confrontino i 

valori-guida indicati dalla norma ISO 8995 e dalla norma ISO 10439). 

Anche in zone non servite dalla illuminazione pubblica, il valore sopraindicato è superato. 

In effetti il contributo all’illuminamento da parte della luce riflessa dalle Aziende insediate è rilevante. 

Si sono evidenziati valori molto diversi di lux tra i vari lampadari. A tale riguardo, a titolo di esempio, si 

confrontino i dati relativi ai punti di rilevamento 44 (lux 65) e 9 (lux 105). 

Si tenga presente che il consumo energetico di lampade a diverso lux non è molto differente. 

I diversi valori sono imputabili molto probabilmente al diverso tempo di vita delle lampadine utilizzate. 

Quindi, dall’analisi dei dati, risulta che tutti e due i Siti (principalmente la Zona Industriale) abbiano 

un illuminamento superiore alle esigenze, con una distribuzione di intensità luminosa non omogenea 

perché fortemente influenzata dalla luce riflessa e dal tempo di vita delle lampadine. 


Nei Siti sono presenti lampade con diffusori del tipo riportato in Fig. 2 montati con una inclinazione 

stimata di circa 15/18° rispetto all'orizzontale. 

Tali lampade disperdono generalmente dal 15 al 20% di luce sopra l'orizzonte con relativo spreco di 

energia. 

Oltre al citato spreco tali lampadari provocano un leggero abbagliamento perché il cono di luce 

supera i 90° rispetto alla verticale 

Si consiglia pertanto di valutare la possibilità di sostituzione dei diffusori. 

Nel Sito sono presenti anche alcuni globi non schermati del tipo riportato in Fig. 3. 

I globi non schermati sono una delle cause principali dell’inquinamento luminoso. Essi diffondono la 

luce a 360°, dunque il 50% del flusso luminoso va p erso verso il cielo. Lo spreco energetico è molto 

alto ed il rendimento molto basso. 

Alcune considerazioni generali sull’inquinamento luminoso 

Si stima che per produrre 4.200 Kw/h di energia elettrica si rilasciano in atmosfera 3.192 kg di 

anidride carbonica. 

Da dati statistici risulta che almeno il 40 per cento della luce irradiata dagli impianti di illuminazione 

pubblica sale verso l'alto: in pratica è totalmente sprecata e non serve a rendere più sicure le nostre 

strade. 

Tenuto conto di ciò si deduce che l'inquinamento luminoso si traduce oltre che nello spreco di denaro 

pubblico (si parla di circa 210 milioni di euro sprecati in Italia ogni anno), anche nel peggioramento 

dell'aria che respiriamo. 

46



Planimetria n°14 : Sito n° 1: Zona Industriale – Monitoraggio luminanza 

63 

62 

58 

47 

61 

51 

57 

56 

60 

59 

55 

39 

37 

50 

46 

38 

1 

49 

32 

33 

48 

45 

35 

36 

30 

31 

41 

43 

44 

26 

40 

27 

12 

2 3 

11 

24 

25 

16 

28 

29 

34 

42 

13 

Planimetria n°15 : Sito n° 2: Zona Artigianale – Monitoraggio luminanza. 

66 

73 

54 

53 

67 

52 

69 

70 

65 

68 

74 

64 

71 

47 

23 

18 

15 

10 

22 

4 

20 

21 

19 

17 

14 

72 

9 

8 

7 

6 

5 



ZOPPOLA (PN) 

TEL. 0434-574345 

Sito n°1: Zona Industriale - Monitoraggio illuminamento" 


Febbraio 2004 Pianta n° 17 Scala 1:2500 



ZOPPOLA (PN) 

TEL. 0434-574345 

Sito n°2: Zona Artigianale -Monitoraggio illuminamento 


Febbraio 2004 

Pianta n° 18 




3.5 Ambiente idrico 

3.5.1 Idrografia e idrogeologia 

Idrografia 

L'idrografia superficiale del sanvitese è strettamente legata al fenomeno della risorgenza. Le acque 

che si infiltrano nel materasso ghiaioso dell'alta pianura costituiscono un enorme serbatoio idrico 

sotterraneo, la falda freatica, la cui presenza è dovuta sia alle precipitazioni che alle perdite di laterali 

del Tagliamento. 

Quando la falda incontra i sedimenti più fini ed impermeabili che costituiscono la bassa pianura, il salto 

di permeabilità provoca il trabocco delle acque sotterranee lungo una fascia detta delle risorgive. Tale 

fascia o linea attraversa da Monfalcone a Polcenigo tutta la pianura friulana. 

Tutto il territorio sanvitese rientra entro la fascia delle risorgive, anche se, negli ultimi decenni, i 

tradizionali punti di trabocco dell'acquifero più settentrionali, a causa dei ripetuti emungimenti della 

falda, si sono notevolmente ridimensionati e, quindi, allo stato , la linea delle risorgive risulta più 

meridionale di alcuni decenni fa. 

Il fenomeno più interessante della risorgenza è dato dalle olle di risorgive ben presenti nella parte 

ovest del territorio comunale. Esse sono cavità catiniformi a sezione rotondeggiante nelle quali la 

pressione delle falde idriche sotterranee (falda artesiana) erode progressivamente lo strato argilloso 

superficiale, dando luogo alla tipica morfologia rotondeggiante delle olle. 

Più comunemente i numerosi corsi d'acqua che attraversano, con direzione prevalente nord-sud, il 

territorio comunale si originano dalla falda freatica superficiale, quando lo specchio freatico incontra il 

piano campagna o meglio il solco fluviale. 

Il fitto reticolo idrografico conta circa una ventina di corsi fluviali che in prossimità del limite meridionale 

ed occidentale del comune si uniscono dando origine a vari corsi fluviali veri e propri (Sile, Lemene, 

Reghena). 

Il margine orientale dell'area studio è delimitato dal fiume Tagliamento. Appartenevano un tempo ad 

esso ed al suo bacino anche i cosi della Roja e del Ramon che, come il fiume Varmo, in sinistra 

idrografica, confluivano nel corso tilaventino. 

Si riporta di seguito una descrizione dei due corsi d'acqua (Roja e Ramon) tratta dal Comel (1950), che 

rispettivamente attraversavano e lambiscono l'area del Ponte Rosso. 

48



Attualmente del tratto superiore della Roja si sono perse le tracce. Il corso, fino al depuratore 

consortile, è stato sdemanializzato. A sud del depuratore, il corso d'acqua mantiene la sua fisionomia, 

accompagnata dalla tipica vegetazione spondale e alimentata dai recapiti dei collettori delle acque 

bianche e dal recapito dell'impianto di depurazione. 

Idrogeologia 

Come sopra descritto le acque che si infiltrano nel materasso ghiaioso dell'alta pianura costituiscono 

un enorme serbatoio idrico sotterraneo. L'alimentazione della falda è in parte di origine meteorica e in 

parte poviene dalle perdite di subalveo del Tagliamento. 

L'entità delle perdite medie è stimata, nel tratto dalla stretta di Pinzano al Ponte della Delizia, in 30 

mc/sec, secondo l'Ufficio Idrografico del Magistrato alle Acque di Venezia; la perdita che iguarda la 

destra Tagliamento è stimata intorno ai 6 mc/sec. 

La superficie di dispersione si estende in una fascia della larghezza di 5 km circa, parallelamente al 

corso fluviale; la perdita alimenta le falde sotterranee ed i corsi di risorgiva fino all'altezza delle 

risorgive del fiume Fiume. 

La caratteristica chimica peculiare della acque provenienti dal Tagliamento è data dalla forte 

concentrazione di solfati e stronzio, elementi questi che, per le loro concentrazioni elevate, 

costituiscono un tracciante naturale per lo studio delle falde idriche di tutta la pianura friulana. 

La circolazione della falda sotterranea ha un andamento meridiano con escursioni nell'alta pianura 

(S.Martino e Valvasone), variabili da 4-5 m a 2-3 m, in prossimità della linea delle risorgive. La 

pendenza dello specchio freatico è, nell'alta pianura, del 2,5 per mille e si riduce al 1,3 per mille in 

prossimità della linea delle risorgive. 

Nel territorio sanvitese, come in tutta la bassa pianura, lo studio della circolazione della falda è reso 

complesso dalla prossimità della linea delle risorgive e dalla alternanza e frammistione delle 

sedimentazioni che producono livelli di falda anche sospesi a varie profondità. 

Nella zona del Ponte Rosso, come rilevabile dallo studio Geologico Tecnico redatto dal dott. Geol. M. 

Pivetta, il livello di minima profondità della falda è compreso tra 0 e 2 m nella parte più orientale e tra 2 

e 5 m in quella più occidentale. 

Nel territorio comunale esiste anche un sistema di falde artesiane sovrapposte; il primo di questi livelli è 

posto ad una profondità compresa tra 25 e 50 m; il secondo tra 60 e 100 m ed il terzo tra 160 e 190 metri. 

49



50



51



3.5.2 Risorse idriche 


Risorse idriche 

Sono state considerati le fonti di approvvigionamento della risorsa idrica da parte del Consorzio. 

Una volta individuati i pozzi, si sono verificate: 

• Le quantità prelevate. 

• L’utilizzo della risorse. 

• Il possesso dell’autorizzazione prevista per l’approvvigionamento autonomo. 

Si è richiesta agli Enti competenti, la possibilità di verificare le eventuali denunce di acque prelevate 

da parte delle Aziende insediate. 


Risorse idriche 

I due Siti non sono dotati di strutture acquedottistiche per cui l’approvvigionamento idrico sia del 

Consorzio che delle Aziende insediate avviene tramite pozzi artesiani terebrati per tali utilizzi. 

Si riporta più avanti la planimetria con indicati i pozzi presenti nel territorio di competenza del 

Consorzio utilizzati per uso igienico ed assimilati. 

Nella Tabella sottostante sono indicate le caratteristiche dei pozzi presenti nel territorio di competenza 

del Consorzio. 


Cod. Denuncia 

Utilizzo Prof.- Analisi 

(v. planim.) (S/N) 

mt. (S/N) 

1 S Igienico sanitario – Centro direzionale 82 N 

2 S Igienico sanitario – potabile - Magazzino 35 S 

3 S Igienico sanitario – potabile (Mensa) 52 nd 

4 S Igienico sanitario – potabile Depuratore 180 S 

5 S Tecnico (pompa di calore) Centro 

direzionale 

52 N 

6 Igienico sanitario – potabile 

Via Gemona 

Nota. Nd. Analisi chimica non disponibile perchè in possesso del gestore della Mensa consortile. 

Consumi anno 2003 acque da pozzi di pertinenza del Consorzio. 


Cod. Quantità 

(v. planim.) (m3 /anno) 

1 n.a. 

2 519 

3 n.d. 

4 493 

5 43288 

Nota. 

• n.a. = pozzo non ancora attivo al momento del sopralluogo; 

• n.d. = dati non disponibili perché l’acqua è utilizzata dalla Mensa consortile. 

Consumi stimati nell’anno 2002 delle Aziende insediate 

I consumi sono desunti dalla quantità d’acqua sversata dalle Aziende e denunciata al Consorzio. 


Sito Quantità 

(m 3 /anno) 

Industriale 1'841’980 

Artigianale 1’405 

52



Planimetria n°16: Sito n° 1: Zona Industriale – Pozzi di approvvigionamento idrico 

53 



ZOPPOLA (PN) 

TEL. 0434-574345 

LEGENDA 

= Ubicazione pozzo 

Sito n°1: Zona Industriale - Pozzi approvigionamento idrico 






3.5.3 Qualità biologica 

In conformità al D.Lgs n°152/99, la qualità biologi ca, lo stato ecologico e lo stato ambientale 

complessivo delle acque possono essere valutati sulla base dell'Indice Biotico Esteso (IBE), dei 

macrodescrittori e dei metalli pesanti inquinanti. 

L'IBE è un indice che valuta il numero di taxa presenti nell'area che rappresentano tutti gli organismi 

macroinvertebrati bentonici rilevati. Questo indice è stato introdotto solo recentemente dalla normativa 

e non esiste ancora un monitoraggio ufficiale periodico che ne faccia uso. 

Per una valutazione del livello di qualità delle acque superficiali presenti nell'area studio si sono 

considerate le informazioni desunte dalla “Carta ittica del Friuli Venezia Giulia” pubblicata nel 1992 a 

cura dell'Ente Tutela Pesca del Friuli Venezia Giulia. 

Lo studio prende in esame il reticolo idrografico regionale, sulla base di prelievi effettuati nel periodo 

1984-1988, basandosi sulla presenza o meno di macroinvertebrati nelle stazioni di prelievo e 

attribuendo un indice biotico (Indice EBI) da 0 a 14 alla stazione campionata (0= acque di pessima 

qualità). I valori degli indici biotici vengono raggruppati in 5 classi di qualità biologica ad ognuna delle 

quali viene fatto corrispondere un valore standardizzato a livello CEE. 

Le classi di qualità dell'EBI sono le seguenti : 

I classe ambiente non inquinato in modo sensibile 

II classe ambiente lievemente inquinato 

III classe ambiente inquinato 

IV classe ambiente nettamente inquinato 

V classe ambiente fortemente inquinato 

Lo studio sopra citato, di cui si riporta un estratto in allegato, prende in esame anche la qualità delle 

acque della roggia Roja, nel tratto successivo alla confluenza con il Ramon, a circa 2 km a sud 

dell'area ZIPR. 

Dalle risultanze dello studio, le acque rientrano nella classe II (ambiente lievemente inquinato). 

54



55



3.5.4 Acque reflue 

Premessa 

In questo Capitolo sono considerate sia le acque prodotte dalle Aziende insediate che le acque reflue 

di competenza del Consorzio. 

Il Comune di San Vito al Tagliamento, con Deliberazione n.262 del 07.11.1994 (art.1) ha stabilito che 

il Consorzio “... ha la facoltà di autorizzare le ditte insediate a scaricare le acque usate e piovane nelle 

reti fognarie consortili interne al P.I.P. con le modalità previste dalle vigenti Leggi”. 


Acque reflue prodotte dalle Aziende insediate presenti nei due siti 

Sono state considerate tutte le domande di autorizzazione presentate dalla Aziende per poter 

scaricare le acque reflue nelle reti fognarie del Consorzio. 

Oltre alle domande sono state prese in esame le quantità scaricate all’anno (m 3 /anno) denunciate 

dalle varie Aziende, sia per quanto riguarda le acque “bianche” sia per quanto riguarda le acque 

“nere”. 

Per la definizione delle due tipologie d’acqua si rimanda ai paragrafi successivi. 

Acque reflue di competenza del Consorzio 

Sono stati considerati tutti gli scarichi del Consorzio e si è verificato: 

• La loro tipologia. 

• Le autorizzazioni allo scarico. 

• La tipologia del ricettore. 

Altre verifiche: 

• Analisi chimiche ed in particolare: 

◊ Le metodiche utilizzate dai Laboratori incaricati. 

◊ L’eventuale accreditamento dei Laboratori secondo la norma ISO 17025. 

◊ La conformità dei risultati ai limiti di legge o ai limiti imposti dall’autorizzazione. 

• Impianto di depurazione ed in particolare: 

◊ La tipologia dell’impianto. 

◊ I reattivi utilizzati nella depurazione. 

◊ Il dosaggio dei reattivi utilizzati nella depurazione. 

◊ La caratteristiche dei pozzetti di prelievo. 


Acque reflue prodotte dalle Aziende site nella Zona Industriale. 

Al momento del sopralluogo la situazione individuata è quella riportata in Tabella 27. 


N° Aziende insediate che scaricano nella rete fogna ria “nera” 91 

N° Aziende con autorizzazione allo scarico 75 

N° scarichi totali nella rete bianca 99 

Totale acqua scaricata nella rete bianca (m 3 /anno) 1'544’800 

N° scarichi totali nella rete nera 88 

Totale acqua scaricata nella rete nera (m 3 /anno) 297’180 

Gli scarichi delle Aziende convergono nella rete fognaria di proprietà del Consorzio riportata nella 

planimetria di seguito allegata. 

Sia le acque bianche che quelle nere, prima di essere scaricate nella rete fognaria devono essere 

preventivamente autorizzate dal Consorzio. 

56



Planimetria n°17 : Sito n° 1: Zona Industriale – Rete fognaria 

Acque reflue prodotte dalle Aziende site nella Zona Artigianale. 

Al momento del sopralluogo la situazione individuata è quella riportata in Tabella 28. 


N° Aziende insediate 20 

N° Aziende con autorizzazione allo scarico 5+2 (vedi Nota) 

N° scarichi totali nella rete bianca 23 

Totale acqua scaricata nella rete bianca (m 3 /anno) 105 

N° scarichi totali nella rete nera 14 

Totale acqua scaricata nella rete nera (m 3 /anno) 1300 

Nota. 

Cinque (5) Aziende sono autorizzate dal Comune di San Vito al Tagliamento a scaricare direttamente 

nella rete fognaria gestita dal Consorzio CISES. 

La rete fognaria della Zona Artigianale è riportata nella planimetria di seguito allegata. 

Nella citata planimetria è evidenziato il condotto fognario (segnato in viola) del Comune di San Vito al 

Tagliamento. 

In esso convergono gli scarichi delle acque nere delle Aziende segnate in planimetria con numeri 11, 

12, 13, 14. 

57 

LEGENDA 

Rete fognaria nera 

Rete fognaria bianca 



ZOPPOLA (PN) 

TEL. 0434-574345 

Sito n°1: Zona Industriale - Rete fognaria" 





Planimetria n°18 : Sito n° 2: Zona Artigianale – Rete fognaria 

Acque reflue di competenza del Consorzio. 


Acque bianche 

La rete fognaria di proprietà del Consorzio e relativa alle acque bianche, scarica in due punti distinti 

nella roggia Roja. 


• Acque di raffreddamento provenienti dalla Aziende insediate. 

• Acque meteoriche o di dilavamento dei piazzali interni delle Aziende insediate. 


E’ in corso di definizione presso gli Uffici competenti della Provincia di Pordenone l’autorizzazione 

allo scarico in acque superficiale delle acque bianche prodotte dal Consorzio. 

Acque nere. 

La rete fognaria di proprietà anch’essa del Consorzio e relativa alle acque nere, scarica in un 

impianto di depurazione del Consorzio stesso. 


• Acque industriali e di processo delle Aziende insediate. 

• Acque domestiche così come definite da D.Lgs. 152/99. 

Dall’impianto di depurazione queste acque vengono anch’esse scaricate nella roggia Roja. 

58 



ZOPPOLA (PN) 

TEL. 0434-574345 

Sito n°2: Zona Artigianale - Rete fognaria 





Fig.4 : Scarichi delle acque reflue 

Legenda 

: localizzazione punto scarico acque nere. 

: localizzazione punti di scarico acque bianche. 


E’ in corso di definizione presso gli Uffici competenti della Provincia di Pordenone l’autorizzazione 

allo scarico in acque superficiale delle acque bianche prodotte dal Consorzio. 

La roggia Roja 

Le roggie sono corsi d’acqua di pianura che nascono dalle zone risorgive. 

Come già specificato, sia le acque bianche che le acque nere prodotte nella Zona Industriale sono 

immesse nella roggia Roja. 

La roggia nasceva all’interno della Zona Industriale; ora non trova più alimento dalle risorgive 

interne al Sito ma trova alimento solo dalle acque scaricate dal Consorzio (sia bianche che nere). 

Per questo motivo la roggia all’interno del Sito è stata sdemanializzata. 

Da una indagine condotta studiando le varie carte tecniche della Regione Friuli Venezia Giulia e del 

limitrofo Veneto si è verificato che il percorso dell’acqua nella roggia Roja può essere schematizzato 

come in Fig.5. 

59



Fig.5 : Percorso della roggia Roja 

Fraz. di BANDO 

Planimetria n°19 : Sito n° 1: L’impianto di depurazione consortile 

60 



ZOPPOLA (PN) 

TEL. 0434-574345 

Sito n°1: Zona Industriale - Impianto di depurazione consortile 







Acque bianche 

La rete fognaria di proprietà del Consorzio e relativa alle acque bianche si immette nella roggia Versa. 

Le acque bianche sono essenzialmente costituite da: 

• Acque meteoriche o di dilavamento dei piazzali interni delle Aziende insediate. 


E’ in corso di definizione presso gli Uffici competenti della Provincia di Pordenone l’autorizzazione allo 

scarico in acque superficiale delle acque bianche prodotte dal Consorzio. 

Acque nere 

Nel condotto fognario segnato di viola nella planimetria n.13 si immettono anche le acque nere del 

Consorzio. I reflui sono quindi convogliati al depuratore comunale gestito dal Consorzio CISES e 

quindi recapitano nella roggia Versa. 


Lo scarico nella rete fognaria gestita dal Consorzio CISES è autorizzato dal Comune di San Vito al 

Tagliamento. 

La roggia Versa 

Le acque dell’impianto di depurazione gestito dal Consorzio CISES e che tratta anche i reflui 

provenienti dagli insediamenti della Zona Artigianale sono scaricate nella roggia Versa. 

La roggia Versa, che deve il suo nome al verbo latino vertere (voltare) a causa del suo percorso 

tortuoso, nasce a Casarsa della Delizia, scorre per il borgo di Versutta, riceve le acque della roggia 

Mussa e confluisce 

verso sud, nel fiume Lemene. 

Il fiume Lemene infine sfocia in mare in prossimità di Caorle. 

Commenti 

L’impianto di depurazione sarà ampliato prossimamente per poter consentire una migliore gestione 

delle acque prodotte dalle Aziende insediate. 

Nel nuovo impianto è previsto un adeguato sistema di clorazione della acque in ingresso. 

61



3.6. Suolo e sottosuolo 

3.6.1 Aspetti geologici 

La pianura sanvitese si estende a sud della linea delle risorgive all'interno di una vasta e piatta 

conoide, della pendenza dell'1,5 per mille. 

La piana alluvionale è stata originata dalle correnti fluvioglaciali tilaventine attraverso una serie di 

eventi complessi che, partendo dalla glaciazione wurmiana arrivano al'epoca attuale. 

In un primo tempo le correnti tilaventine abbracciavano un vasto territorio di spaglio, che si estende a 

ventaglio, con apice a Pinzano, su tutta la piana pordenonese fino al Livenza e, in quella udinese, fino 

al Corno, depositando ai lati dei cosi fluvioglaciali principali i materiali più fini (argille e limi), mentre, 

dove le correnti erano più intense, le ghiaie. 

In un secondo momento, durante il post-glaciale, l'asse del fiume si è ristretto spostandosi 

progressivamente verso oriente e abbandonando il suo precedente territorio di spaglio, formando un 

nuovo conoide lungo la direttrice Casarsa – San Vito. 

Come si evince dallo Studio Geologico – Tecnico del territorio comunale redatto dal dott. Geol. Mauro 

Pivetta per una recente Variante al PRGC, dal punto di vista litologico superficiale il territorio sanvitese 

si può suddividere in due settori : una parte occidentale di più antica alluvione formata in prevalenza da 

materiale grossolano con un grosso filone centrale ghiaioso costeggiato da depositi limo-sabbiosi; il 

margine orientale del territorio è invece costituito dai depositi ghiaiosi recenti del fiume Tagliamento. 

Nel sottosuolo la situazione superficiale si semplifica e prevalgono nettamente i termini ghiaioso – 

sabbiosi si quelli limo – sabbioso – argillosi. I depositi più fini occupano una superficie limitata a sudest 

del territorio comunale mentre nel resto del territorio si estende il complesso di ghiaie e sabbie 

profondo anche decine di metri che si alterna nella parte meridionale a potenti strati argillosi. Al limite 

orientale del territorio invece l'alluvionamento operato in più fasi dal Tagliamento ha formato un 

materasso ghiaioso – sabbioso uniforme molto esteso in profondità. 

Dal punto di vista sismico il territorio comunale di San Vito è classificato tra le zone sismiche con 

sismicità S=9 come da DM LLPP dell'111.01.82. 

Sulla base delle pubblicazioni dell'Osservatorio Geofisico Sperimentale di Trieste “Rischio Sismico 

nella Regione Friuli Venezia Giulia” di F. Giorgetti, D. Mieto, D. Sleiko la massima intensità sismica 

prevista in 100 anni è intorno al 7° grado della MC S. 


Il Sito in esame è caratterizzato da un conoide alluvionale lenticolare formato da strati con alternanza 

sabbiosa (sabbia calcarea o dolomitica) limosa e ghiaiosa con potenti banchi di argilla (vedi Fig. 2) . 

Fig. 6 

62



64



65



66



67



68



69



70



71



72



73



74



75



76



77



3.7 

Rifiuti 


Rifiuti prodotti dal Consorzio. 

Sono stati individuate tutte le attività del Consorzio in cui vi è produzione di rifiuti. 

Si è accertato se in tali attività sia attuata o non attuata una raccolta differenziata degli stessi. 

Inoltre si è verificata la presenza dei Registri di Carico/Scarico previsti dalla normativa ed in 

particolare si è verificato: 

• La loro vidimazione. 

• La loro corretta compilazione. 

• La correttezza dei codici CER attribuiti ai rifiuti. 

• La quantità prodotta annualmente (anno di riferimento 2004 per produzione di rifiuti dell’anno 

2003). 

Si sono quindi presi in esame i Rapporti di Prova presenti per verificare la correttezza della 

classificazione dei rifiuti analizzati. 

Si è eseguito un sopralluogo per esaminare i vari Siti di stoccaggio e per giudicare se gli stessi siano: 

• Corretti. 

• Da migliorare. 

• Da cambiare. 

Si sono anche esaminate tutte le fasi di smaltimento dei vari rifiuti; in particolare si è esaminata: 

• La presenza dei formulari di accompagnamento previsti dalla normativa vigente. 

• La loro corretta compilazione. 

• Il nominativo e l’autorizzazione del trasportatore. 

Si sono controllate infine le denunce dei rifiuti (MUD) degli ultimi due anni per verificarne: 

• La correttezza nella compilazione delle varie Schede. 

• La coerenza con i dati riportati nei registri di carico/scarico (codice CER, denominazione e quantità 

smaltita). 

Rifiuti speciali ed assimilabili agli urbani prodotti da Aziende insediate. 

I dati ricercati sono ricavati consultando: 

• Risposte contenute in apposito Questionario inviato alle Aziende 

• MUD delle varie Aziende messo a disposizione della alla Camera di Commercio I.A. di 

Pordenone. 

Rifiuti urbani prodotti dal Consorzio e da Aziende insediate. 

I dati ricercati sono ricavati consultando: 

• Dati messi a disposizione dalla Società Ambiente & Servizi che si occupa dello smaltimento 

dei rifiuti urbani prodotti nei Siti presi in esame. 


Rifiuti prodotti dal Consorzio. 

Di seguito riportiamo l’elencazione dei rifiuti prodotti dal Consorzio individuati al momento del 

sopralluogo e quindi le relative Schede riportanti notizie di interesse sugli stessi. 


Scheda N. Codice CER Denominazione 

1 170506 Fanghi dragaggio Roggia Roja. 

2 190814 Fanghi palabili provenienti dalla depurazione delle acque. 

3 190812 Fanghi liquidi provenienti dalla depurazione delle acque . 

4 200303 Residui da spazzatura strade. 

78



Scheda n° 1 

Denominazione Fanghi dragaggio Roggia Roja 

C.E.R. 170506 

Attività N° 4 Manutenzione vie di comunicazione 

Quantità (Kg) prodotta/anno 44620 

Luogo di stoccaggio Vasca stabilizzazione fanghi nell’impianto di 

depurazione consortile 

Classificazione Rifiuto speciale non pericoloso 

Analisi Chimica Sì 

Laboratorio SARC srl Data analisi 24.04.03 

Registro C/S Sì 

MUD Sì 

Osservazioni 

Trasporto eseguito MARTIN LUCIANO. 

Sedimenti provenienti dalla pulizia della Roggia Roja eseguita per eseguire il periodico riprofilo del fondo 

per migliorare il deflusso delle acque bianche e nere. 

Scheda n° 2 

Denominazione Fanghi palabili provenienti dalla depurazione delle acque 

C.E.R. 190814 

Attività N°1 Depurazione delle acque sia industriali che domestiche prodotte da 

Aziende consortili. 


Luogo di stoccaggio Presso l’impianto di depurazione 


Analisi Chimica Si 

Laboratorio GAIA Data analisi 26.02.2004 


MUD Sì 

Osservazioni 

Trasporto eseguito da TECNOSPURGHI e da ZANINI ANTONIO. 

Scheda n° 3 

Denominazione Fanghi liquidi provenienti dalla depurazione delle acque 

C.E.R. 190812 

Attività N°1 Depurazione delle acque sia industriali che domestiche prodotte da 

Aziende consortili. 


33Luogo di stoccaggio Vasca di ossidazione dell’impianto di depurazione. 


Analisi Chimica Si 

Laboratorio GAIA Data analisi 


MUD Sì 

Osservazioni 

Trasporto eseguito da ECOLOGICA SPURGHI srl. 

79



Scheda n° 4 

Denominazione Residui da spazzatura strade 

C.E.R. 200303 

Attività N°4 Manutenzione delle vie di comunicazione 

Quantità (Kg) 

prodotta/anno 

15540 

Luogo di stoccaggio Presso impianto di depurazione 


Analisi Chimica Sì 

Laboratorio GAIA Data 

analisi 

24.1.2003 


MUD 

Osservazioni 

Sì 

Fig.8 : Luogo di stoccaggio dei rifiuti presso l’impianto di depurazione 

Legenda : 

1 = Fanghi centrifugati provenienti dall’impianto di depurazione. 

2 = Fanghi letti percolatori 

3 = Olii esausti. 

4 = Rifiuti da pulizia piazzali e strade. 

1 

3 

Nota. 

Le batterie dei mezzi quali trattore e altro sono sostituite presso Autofficine convenzionate. 

L’eventuale olio sostituito agli automezzi in dotazione o alle pompe dell’impianto di depurazione, 

viene stoccato nel luogo indicato con il n°3 nella Fig.8. 

Al momento del sopralluogo non era stoccata nessuna quantità d’olio esausto. 

80 

2 

4



Rifiuti prodotti dal Aziende insediate 

Rifiuti speciali ed assimilati agli urbani 

La Camera di Commercio I.A. di Pordenone ha messo a disposizione tutti i dati raccolti con il MUD 

dell’anno 2003 (rifiuti prodotti nel 2002) relativi alle Aziende presenti nei due Siti. 

NelleTabelle sottoriportate sono indicati i dati elaborati. 

CER 

Tabella 29: Zona Industriale 

Tipologia Quantità 

smaltita 

Kg/anno 

Quantità 

prodotta 

Kg/anno 

010408 Scarti di ghiaia e pietrisco. 78520 78520 

020203 Scarti inutilizzabili per il consumo e la trasformazione. 17500 17500 

030105 Segatura. trucioli, residui di taglio, legno, pannelli di truciolare 

e piallacci. 

2232120 2609876 

060313* Sali e loro soluzioni, contenenti metalli pesanti. 40 40 

060316 Ossidi metallici. 32968 30302 

060503 Fanghi prodotti dal trattamento in loco degli affluenti. 248620 287380 

070104* Altri solventi organici, soluzioni di lavaggio ed acque madri. 160 160 

070212 Fanghi prodotti dal trattamento in loco degli affluenti. 9560 9260 

070701* Soluzioni acquose di lavaggio ed acque madri. 0 1404 

070710* Altri residui di filtrazione e assorbenti esauriti. 0 856 

080111* Pitture e vernici di scarto, contenenti solventi organici o altre 

sostanze pericolose. 

9050 7950 

080112 Pitture e vernici di scarto. 49467 52220 

080409* Adesivi e sigillanti di scarto, contenenti solventi organici o altre 


740 1073 

080318 Toner per stampa esauriti. 50 50 

080410 Adesivi e sigillanti di scarto. 4180 4180 

080416 Rifiuti liquidi acquosi contenenti adesivi e sigillanti. 46350 47464 

100102 Ceneri leggere di carbone. 7245065 7804020 

100117 Ceneri leggere prodotte dal coincenerimento. 17850 20213 

100207* Rifiuti solidi prodotti dal trattamento di fiumi, contenenti 


150 150 

101103 Scarti di materiali in fibra a base vetro. 5600 4000 

101112 Rifiuti di vetro. 292300 250420 

101116 Rifiuti prodotti dal trattamento dei fiumi. 5390 1290 

101199 Rifiuti non specificati altrimenti. 31.34 31.343 

101208 Scarti di ceramica, mattoni, mattonelle e materiali di 

costruzione (sottoposti a trattamento termico). 

0 0 

110105* Acidi di decapaggio. 765560 765560 

110106* Acidi non specificati altrimenti. 254020 254020 

110107* Basi di decapaggio. 710330 710330 

110109* Fanghi e residui di filtrazione, contenenti sostanze pericolose. 4434 4434 

110110 Fanghi e residui di filtrazione. 254980 254980 

110111* Soluzioni acquose di lavaggio, contenenti sostanze pericolose. 6630 6630 

110112 Soluzioni acquose di lavaggio. 110200 110200 

110114 Rifiuti di grassaggio. 3440 3440 

110502 Ceneri di zinco. 185620 185620 

120101 Limatura e trucioli di materiali ferrosi. 401788 398077 

120102 Polveri e particolato di materiali non ferrosi. 970710 964603 

120103 Limatura e trucioli di materiali non ferrosi. 712748.5 713598.5 

120104 Polvere e particolato di materiali non ferrosi. 16749 16558 

120105 Limatura e trucioli di materiali plastici. 118020 147170 

120109* Emulsioni e soluzioni per macchinari, non contenenti 306520 308400 

81



CER Tipologia Quantità 

smaltita 

Kg/anno 

Quantità 

prodotta 

Kg/anno 

120117 

alogeni. 

Materiale abrasivo di scarto. 46510 46510 

120121 Corpi d’utensile e materiali di rettifica esauriti. 18857 18857 

120199 Rifiuti non specificati altrimenti. 595585 602088 

120301* Soluzioni acquose di lavaggio. 67125 74495 

130113* Altri olii per circuiti idraulici. 1060 820 

130203 Altri olii da motori, trasmissioni ed ingranaggi. 3700 3700 

130205* Scarti di olio minerale per motori, ingranaggi e lubrificazione, 

non clorurati. 

31788 14467.8 

130208* Altri olii per motori, ingranaggi e lubrificazione. 20440 20819 

130601 Altri rifiuti oleosi non specificati altrimenti. 1500 1500 

130703* Altri carburanti (comprese le miscele). 960 960 

130802* Altre emulsioni. 231307 231307 

130899* Rifiuti non specificati altrimenti. 470 264 

140602* Altri solventi e miscele di solventi, alogenati. 10100 11105 

140603* Altri solventi e miscele di solventi. 2120 2120 

150101 Imballaggi in carta e cartone. 538856 544706 

150102 Imballaggi in plastica. 149145 152506 

150103 Imballaggi in legno. 143340 141840 

150104 Imballaggi in legno. 243555 251140 

150106 Imballaggi in materiali misti. 767848 791041 

150202* Assorbenti, materiali filtranti (inclusi filtri dell’olio non specificati 

altrimenti), stracci e indumenti protettivi contaminati da 


14365 14834 

150203 Assorbenti, materiali filtranti, stracci e indumenti protettivi. 3375 3075 

160107* Filtri dell’olio. 245 350 

160199 Rifiuti non specificati altrimenti. 350 350 

160209* Trasformatori e condensatori contenenti PCB. 10320 10320 

160214 Apparecchiature fuori uso. 13800 13800 

160216 Componenti rimossi da apparecchiature fuori uso. 55 55 

160304 Rifiuti inorganici. 4520 4940 

160502 Altri rifiuti contenenti prodotti chimici inorganici, es. sostanze 

chimiche di laboratorio non specificate altrimenti, polveri 

estinguenti. 

60 30.5 

160503 Altri rifiuti contenenti prodotti chimici organici, es. sostanze 

chimiche di laboratorio non specificate altrimenti. 

2 2 

160506* Sostanze chimiche di laboratorio contenenti o costituite da 

sostanze pericolose, comprese le miscele di sostanze 

chimiche di laboratorio. 

1140 1189 

160601* Batterie al piombo. 425 395 

160708* Rifiuti contenenti olio. 820 820 

161001* Soluzioni acquose di scarto, contenenti sostanze pericolose. 3390 3390 

161104 Altri investimenti e materiale refrattari provenienti dalle 

lavorazioni metallurgiche. 

2840 2840 

170101 Cemento. 132800 89070 

170107 Miscugli o scorie di cemento, mattoni, mattonelle e ceramiche. 54500 54500 

170302 Miscele bituminose. 22920 22920 

170402 Alluminio. 5520 4980 

170405 Ferro e acciaio. 308920 287651 

170406 Stagno. 1001.6 850.3 

170407 Metalli misti. 4510 4510 

170411 Cavi. 7000 7000 

170504 Terra e rocce. 1296030 957030 

82



CER Tipologia Quantità 

smaltita 

Kg/anno 

Quantità 

prodotta 

Kg/anno 

170601* Materiali isolanti contenenti amianto. 12 12 

170605* Materiali da costruzione contenenti amianto. 10 10 

170904 Rifiuti misti dell’attività di costruzione e demolizione. 21077085 11007980 

180208 Medicinali. 20 20 

190205* Fanghi prodotti da trattamenti chimico – fisici, contenenti 


10858 10858 

190801 Vaglio. 34100 34100 

190805 Fanghi prodotti da altri trattamenti delle acque reflue 

industriali. 

646640 646640 

190806* Resine e scambio ionico saturate o esaurite. 480 480 


industriali. 

64730 64730 

190904 Carbone attivo. 80 80 

200101 Carta e cartone. 4420 4420 

200102 Vetro. 1770200 1761038 

200106 Altri tipi di metallo. 5020 5020 

200108 Rifiuti biodegradabili di cucine e mense. 200 175 

200121* Tubi fluorescenti ed altri rifiuti contenenti mercurio. 255 250 

200138 Legno. 3480 3480 

200139 Plastica. 600 600 

200140 Metallo. 14860 14860 

200301 Rifiuti urbani non differenziati. 29400 30300 

200304 

Nota. 

Fanghi delle fosse settiche. 76560 76560 

Segnati con “*” i rifiuti speciali pericolosi. 

83



Codice 

CER 



smaltita 

Kg/anno 

Quantità 

prodotta 

Kg/anno 

080111* Pitture e vernici di scarto, contenenti solventi organici o 

altre sostanze pericolose. 

1840 1840 

090102* Soluzioni di sviluppo per lastre offset a base acquosa. 2420 3660 

090104 Soluzioni fissative. 256 447 

110107* Basi di decapaggio. 53450 62450 

120103 Limatura e trucioli di materiali non ferrosi. 645 645 

150101 Imballaggi di carta e cartone. 4910 4910 

150102 Imballaggi in plastica. 200 1000 

150104 Imballaggi metallici. 200 600 

150106 Imballaggi in materiali misti. 13040 13040 

150110* Imballaggi contenenti residui di sostanze pericolose o 

contaminati da tali sostanze. 

36 286 

150203 Assorbenti,materiali filtranti, stracci e indumenti protettivi. 290 290 


industriali. 

42700 59700 

200101 

Nota. 

Carta e cartone. 22400 22400 

Segnati con “*” i rifiuti speciali pericolosi. 

Dati riassuntivi 

Tabella 31 – Rifiuti pericolosi 

Siti Quantità 

smaltita 

Tonn./anno 

Quantità 

prodotta 

Tonn./anno 

Industriale 43’620 34'160 

Artigianale 142 171 

Percentuali 

Tabella 32 – Zona industriale Tabella 33 – zona artigianale 


smaltita 

% 

Quantità 

prodotta 

% 


smaltita 

% 

Quantità 

prodotta 

% 

Pericolosi 5.65 7.20 Pericolosi 40.56 39.84 

Inerti e vetro 56.63 41.56 Carta e cartone 3.35 2.87 

Legno e trucioli 6.01 8.80 

Carta e cartone 1.25 1.61 

Nelle Tabelle sottoriportate sono elencati i rifiuti prodotti da terzi e conferiti ad Aziende operanti nei 

due Siti e che svolgono attività di : 

• Recupero 

• Smaltimento 

84




Codice 


CER 

Kg/anno 

010413 Rifiuti prodotti dalla lavorazione della pietra. 1147500 

030105 Segatura, trucioli, residui di taglio, legno, pannelli di truciolare e piallacci. 5480 

100102 Ceneri leggere di carbone. 28486090 

101208 Scarti di ceramica, mattoni, mattonelle e materiali da costruzione 14700 

150101 Imballaggi di carta e cartone. 3259625 

150103 Imballaggi in legno. 85900 

170504 Terra e rocce. 957000 

170904 Rifiuti misti dell’attività di costruzione e di demolizione. 41275760 


Codice 


CER 

Kg/anno 

020203 Scarti inutilizzabili per il consumo o la trasformazione. 3020 

020601 Scarti inutilizzabili per il consumo o la trasformazione. 8500 

030105 Segatura, trucioli, residui di taglio, legno, pannelli di truciolare e piallacci. 852840 

120102 Polveri e particolato di materiali ferrosi. 417426 

120103 Limatura e trucioli di materiali non ferrosi. 51200 

120104 Polveri e particolato di materiali non ferrosi. 9430 

120105 Limatura e trucioli di materiali plastici. 365660 

150101 Imballaggi di carta e cartone. 9259572 

150102 Imballaggi in plastica. 587408 

150103 Imballaggi in legno. 719460 

150104 Imballaggi metallici. 310540 

150106 Imballaggi in materiali misti. 4443158 

150107 Imballaggi in vetro. 5013760 

160103 Pneumatici fuori uso. 31100 

160119 Plastica. 520 

160213* Apparecchiature fuori uso, contenenti componenti pericolosi. 80 

160214 Apparecchiature fuori uso. 411092 

170201 Legno. 80520 

170202 Vetro. 7000 


170401 Rame, bronzo, ottone. 4933 

170402 Alluminio. 149880 

170405 Ferro e acciaio. 289350 

170407 Metalli misti. 18520 

170411 Cavi. 420 

170904 Rifiuti misti dell’attività di costruzione e demolizione. 95000 

191201 Carta e cartone. 702460 




200102 Vetro. 1020 

200110 Abbigliamento. 100 

200111 Prodotti tessili. 8610 

200121* Tubi fluorescenti ed altri rifiuti contenenti mercurio. 24 

200123* Oli e grassi commestibili. 571154 

200136 Apparecchiature elettriche ed elettroniche fuori uso. 44735 

200138 Legno. 554720 


85



Codice 


CER 

Kg/anno 

200140 Metallo. 1191354 

Tabella 36 : Rifiuti totali 

Siti Quantità 

movimentata 

Tonn./anno 

Industriale 75'232 

Artigianale 31’863 

Rifiuti urbani 

Nelle varie Aziende insediate sono presenti cassonetti in gran parte di proprietà della Società 

Ambiente & Servizi incaricata dal Comune a svolgere l’attività di raccolta, dati in comodato d’suo al 

Consorzio ed alle Aziende insediate. 

In tali cassonetti sono distintamente raccolti i seguenti rifiuti : 

• Rifiuti assimilati agli urbani. 

• Rifiuti secchi. 

• Rifiuti umidi. 

Nella Tabella 37 sono indicate le quantità di rifiuti delle tre categorie. I dati sono stati messi a 

disposizione della Società Ambiente & Servizi e si riferiscono ai rifiuti prodotti nell’anno 2003. 



m 3 /anno 

Assimilato 3’342 

Secco 116 

Umido 77 

Commenti 

Rifiuti prodotti dal Consorzio 

La produzione di rifiuti nel territorio di competenza del Consorzio è limitata. 

Rifiuti di un certo interesse sono solo quelli prodotti dall’impianto di depurazione delle acque reflue. 

I rifiuti prodotti dalla spazzatura delle strade e dei piazzali delle Aziende insediate potrebbero essere 

considerati rifiuti assimilati a quelli urbani in base all’art.7, punto d del D.Lgs 22/97 e quindi non 

obbligatoriamente registrabili sul Registro di Carico/Scarico. 

Altri rifiuti, come quelli prodotti nella manutenzione dell'illuminazione, al momento del sopralluogo non 

erano presenti. Comunque la loro eventuale gestione seguirà quanto indicato dalla normativa vigente. 

Rifiuti prodotti dalle Aziende insediate 

Dalla analisi dei MUD si è constatato che i trasportatori di rifiuti operanti nei due Siti sono numerosi. 

Sono state rilevate infatti : 

• N° 197 Aziende di trasporto di rifiuti speciali ope ranti nella Zona Industriale. 

• N° 87 Aziende di trasporto di rifiuti speciali oper anti nella Zona Artigianale. 

86



3.8 Contaminazione del suolo e del sottosuolo 


Si è valutata la presenza di eventuali serbatoi interrati nel territorio di competenza del Consorzio. 

Sono stai valutati quindi eventi nel periodo dal Gennaio 2000 al Febbraio 2004 consultando i giornali 

locali (Gazzettino e Messaggero Veneto messi a disposizione degli Studi di Consulenza 

LEOCHIMICA) e attraverso visite presso il Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Pordenone. 

Si è inoltre consultata l’ARPA. 


Attività del Consorzio 

Nel territorio di competenza del Consorzio non si è rilevata la presenza di serbatoi interrati di alcun 

tipo. 

Le attività del Consorzio non hanno mai causato eventi che possono aver provocato contaminazioni 

del suolo o del sottosuolo. 

Contaminazione rilevata nella Zona Industriale. 

Il 16.05.2000 l’ARPA di Pordenone comunica al Consorzio che i pozzi spia 2R e 3R (si confronti a tale 

riguardo la planimetria riportata nelle pagine successive) evidenziano la presenza di Solventi Organici 

Clorurati. 

A seguito di ciò il Consorzio intraprende una serie di iniziative di monitoraggio. 

Tra le varie iniziative, il Consorzio commissiona una Piano della Caratterizzazione così come imposto 

dal DM 471/99. 

La Società incaricata dal Consorzio di elaborare il Piano della Caratterizzazione, identifica in una 

Azienda operante nel Sito la fonte dell’inquinamento. 

Tale Azienda elabora per conto proprio un Piano della Caratterizzazione accompagnato da una 

Relazione Tecnica descrittiva delle attività di investigazione previste dal Piano presentato alla 7 a 

Conferenza dei Servizi ed al Consorzio. 

Osservazioni sul Piano della Caratterizzazione del Consorzio 

Nella Relazione Tecnica Descrittiva presentata dalla Ditta SARC srl in data 24.09.2001 viene 

evidenziato che 

sussiste una fascia di contaminazione di Percloroetilene (Tetracloroetilene) soprattutto in prossimità di 

una Ditta che ha fatto utilizzo del suddetto Solvente Organico Clorurato nel proprio ciclo produttivo. 

La contaminazione interessa la falda presente nel Sito mentre dalla analisi del terreno ricavato dalla 

escavazione di piezometri non risulta che gli stessi siano contaminati da Sostanze Organiche 

Clorurate. 

Osservazioni sul Piano di Caratterizzazione della Azienda sospettata 

Nella Relazione Tecnica Descrittiva e nel Piano della Caratterizzazione presentato dallo Studio di 

Consulenza ENVIRON srl nel Dicembre 2003 per conto della Azienda sospettata , Piano approvato 

nella 7 a Conferenza dei Servizi (05.06.2003), si evidenzia che sussiste una possibile fonte di 

contaminazione interna al perimetro Aziendale . 

L’Azienda sospettata si impegna a tale riguardo a progettare la bonifica limitatamente all’area di 

pertinenza del proprio Stabilimento in quanto non si ritiene coinvolta in inquinamenti avvenuti al di fuori 

del perimetro aziendale. 

87



Monitoraggi eseguiti dai Laboratori LEOCHIMICA 

Di seguito vengono riportati i risultati analitici di rilievi eseguiti dai Laboratori LEOCHIMICA in data 13,14,15 

Aprile 2004. 


Parametri 2R 3R 4R 3Z 4Z 5Z 67 7Z 8Z 10Z 11Z 12Z 

Alluminio 100 100 76 56 101 136 145 114 134 68 162 76 

Arsenico



Commenti 

L’ARPA, quando ha individuato la presenza di sostanze inquinanti nella falda sottostante la Zona 

Industriale, non ha reputato necessario mettere in sicurezza d’emergenza il Sito in attesa degli 

interventi di bonifica e ripristino ambientale o degli interventi di messa in sicurezza permanente 

considerando tale inquinamento non suscettibile di tale procedura. 

Il Consorzio comunque si è immediatamente attivato dopo la comunicazione dei risultati analitici 

(16.05.2000) procedendo a: 

• Sigillare i pozzi incriminati (2R e 3R). 

• Far eseguire analisi sui rimanenti 10 pozzi spia. 

• Commissionare un Piano della Caratterizzazione. 

• Realizzare una serie di piezometri (si confronti la planimetria allegata) in modo tale d’avere 

un controllo più diffuso del Sito. 

• Far eseguire controlli analitici periodici dei piezometri. 

Il Comune di San Vito al Tagliamento nel corso degli anni (dal 2001 al Maggio 2004) ha attivato 7 

Conferenze dei Servizi allo scopo di valutare i risultati ottenuti applicando il Piano della 

Caratterizzazione del Consorzio ed ha approvato il Piano della Caratterizzazione della Azienda 

sospettata limitatamente agli interventi da eseguire all’interno dell’Azienda stessa. 

Allo stato attuale persiste ancora uno stato di inquinamento generalizzato di bassa entità (segno che 

il fenomeno sta evolvendo positivamente) evidenziato dalla presenza in concentrazioni molto basse 

di Percloroetilene. 

Si confrontino tali concentrazioni con quelle previste dal DM 471/99., Allegato 1, riportate in Tabella 

39. 


Alifatici Clorurati CL 

Metalli CL 

Cancerogeni 

g/l 

g/l 

Clorometano 1.5 Alluminio 200 

Triclorometano 0.15 Antimonio 5 

Cloruro di Vinile 0.5 Argento 10 

1,2-Dicloroetano 3 Arsenico 10 

1,1 Dicloroetilene 0.05 Berillio 4 

1,2-Dicloropropano 0.15 Cadmio 5 

1,1,2-Tricloroetano 0.2 Cobalto 50 

Tricloroetilene 1.5 Cromo totale 50 

1,2,3 - Tricloropropano 0.001 Cromo (VI) 5 

1,1,2,2, - Tetracloroetano 0.05 Ferro 200 

Tetracloroetilene 1.1 Mercurio 1 

Esaclorobutadiene 0.15 Nichel 20 

Sommatoria organoalogenati 10 Piombo 10 

Rame 1000 

Manganese 50 

Nota. 

CL = Concentrazioni Limite 

Zinco 3000 

89



3.9 Traffico e vie di comunicazione 

In questo Capitolo sono considerate le problematiche relative alle vie di comunicazione ed al traffico 

indotto. 


Il Comune di San Vito al Tagliamento non ha elaborato un Piano Generale del Traffico Urbano 

(P.G.T.U.). 

Pertanto non sono disponibili dati che possono interessare il presente rapporto come l’intensità del 

traffico veicolare che attraversa il territorio, con particolare riguardo alla S.S. 463. 

Traffico indotto ricavato da Questionario. 

Nella Tabella 40 sono riportati i dati desunti da apposito Questionario. 

Si tenga presente che tali dati sono relativi alle sole 23 Aziende insediate che hanno risposto al citato 

Questionario (25.5 % su 111 Aziende totali). 

Tabella 40 : Traffico indotto 

Tipologia N°/gg 

Automezzi leggeri (vedi Note 1) 831 

Automezzi pesanti (vedi Note 2) 273 

Note. 

1) Autovetture dei dipendenti, dei visitatori, dei clienti. 

2) Automezzi pesanti che circolano nei Siti per conto dell’Azienda (fornitori, trasportatori prodotti 

finiti). 

Traffico indotto ipotizzato 

Nelle varie Tabelle sottoindicate è riportato il traffico indotto ipotizzando quanto segue: 

Tabella 41 : Traffico indotto da automezzi privati delle persone che operano nei Siti come 

dipendenti, ipotizzando che su circa 3000 persone impiegate, utilizzino il mezzo proprio almeno il 90% 

di tale persone, non esistendo un servizio pubblico di trasporto. Nella Tabella pertanto non sono 

considerati i mezzi pesanti, i visitatori, i clienti. 

Tabelle 42/43 : Traffico indotto relativo alla movimentazione dei rifiuti speciali prodotti nei due Siti. 

Nelle Tabelle non è considerata quella attuata da Ambiente & Servizi. Le Tabelle tengono conto di: 

◊ Rifiuti speciali ed assimilati smaltiti all’anno 2002, 

◊ Rifiuti speciali movimentati da Aziende che operano l’attività di recupero e smaltimento di 

rifiuti prodotti da terzi, 

◊ Carico massimo ammissibile per i mezzi di trasporto fissato in 25 tonnellate, 

◊ Giornate lavorative all’anno fissate in 220. 



Automezzi leggeri 2700 



Trasporto rifiuti smaltiti 8 

Trasporto rifiuti movimentati 14 

Totale complessivo 22 



Trasporto rifiuti speciali




Tutto il traffico indotto si riversa sulla S.S.463 che collega San Vito al Tagliamento alla S.S.13 

“Pontebbana”. 

Il traffico direzione S. Vito al Tagliamento circola all’interno dell’immediata periferia della città stessa 

con alterazione dei flussi di traffico già esistente. 

Il traffico nella direzione opposta si immette nella S.S.13 che è considerata ad alta percorrenza; 

pertanto il traffico indotto proveniente dalla Zona Industriale non altera sostanzialmente i flussi già 

in essere. 

Zona Artigianale. 

Pur non essendo stato possibile suddividere il traffico indotto distintamente per i due Siti, si ritiene 

che l’impatto di tale traffico proveniente dalla Zona Artigianale sia limitato in virtù del numero e della 

tipologia di Aziende insediate nel Sito. 

91



3.10 Altri fattori inquinanti 

3.10.1 Amianto 


Si è verificato se nel territorio di competenza del Consorzio siano presenti manufatti contenenti 

amianto. 

In particolare si sono analizzate le seguenti aree: 

• Centro Direzionale: copertura dello stesso. 

• Mensa: copertura della stessa. 

• Rete fognaria: composizione delle tubazioni. 

Si è quindi indagato di possibili abbandoni nei Siti di materiali contenenti amianto e quindi delle 

eventuali modalità di raccolta e smaltimento. 

Si è infine verificato se la Regione Friuli Venezia Giulia ha provveduto al censimento delle imprese 

presenti nei Siti di interesse che utilizzano o abbiano utilizzato l’amianto nelle attività produttive ed al 

censimento degli edifici presenti nei Siti di interesse nei quali siano presenti materiali contenenti 

amianto libero o in matrice friabile. 


Nel territorio di competenza del Consorzio non sono stati rilevati manufatti contenenti amianto. 

Negli ultimi anni non è stata accertata la presenza di manufatti di tale materiale abbandonati nel 

territorio di competenza. 

Dai colloqui avuti con la Direzione Regionale Ambiente è risultato che la mappatura dei Siti 

contaminati da amianto è in fase di avanzata elaborazione. A tutt’oggi tra i siti individuati non risultano 

i due Siti analizzati. 

Non sono disponibili dati relativi al censimenti di Aziende operanti nei due Siti. 

Commenti 

Osservazioni sull’amianto 

Nel definire l’amianto si utilizzano indifferentemente i due termini: 

• Amianto (in greco “immacolato”). 

• Asbesto (in greco “inestinguibile”). 

L’amianto (o asbesto) è costituito da fibre sottili ma molto addensate, che ne fanno un materiale 

altamente resistente dal punto di vista meccanico, ma allo stesso tempo flessibile. 

I materiali costruiti con tale sostanza presentano in genere: 

• Buona resistenza termica (resiste a temperature di 500° C e, miscelato ad altre sostanze, 

anche a temperature maggiori). 

• Buona resistenza all'azione di agenti chimici e biologici. 

• Buona resistenza all'abrasione e all'usura. 

• Comportamento soddisfacente alla usura termica e alla usura meccanica. 

Sotto il nome di amianto sono raggruppati numerosi silicati idrati, di varia composizione chimica, a 

struttura microcristallina e di aspetto fibroso. I tipi principali di amianto si dividono in due grandi 

gruppi: 

1° gruppo :Anfiboli (silicati di calcio e magnesio) di cui fanno parte: 

• Crocidolite (o amianto blu). 

• Amosite (o amianto bruno). 

• Antofillite. 

• Actinolite. 

• Tremolite. 

2° gruppo :Serpentino (silicato di magnesio) di cui fan parte: 

• Risotilo (o amianto bianco). 

In molti prodotti l'amianto è di solito unito con altri materiali in diverse percentuali, al fine di sfruttare al 

meglio le sue caratteristiche. 

92



A titolo esemplificativo, nominiamo solo alcuni dei prodotti di più larga diffusione: 

• Tubi per acquedotti, fogne ecc.. 

• Lastre e fogli in cemento-amianto. 

• Mattonelle per pavimentazioni. 

• Frizioni, freni e prodotti vari per attrito. 

• Guarnizioni, filtri per bevande. 

• Tute, coperte, guanti antincendio. 

I primi due prodotti erano costruiti dalla Ditta ETERNIT di Casale Monferrato (Al) e nella terminologia 

comune il nome della Azienda si è sovrapposto al nome del componente il prodotto: infatti ad oggi 

Eternit è sinonimo di amianto. E’ comprensibile che questa accezione è riduttiva. 

Pur essendo un materiale di qualità, le sue fibre e la sua polvere sono estremamente pericolose per 

la salute umana. Qualunque tipo di amianto risulta infatti cancerogeno per l'uomo. 

La prima malattia 

che venne riconosciuta come provocata dalla polvere di amianto è l'asbestosi, che fu descritta in 

Inghilterra nel 1900. Nel 1934 venne descritto per la prima volta un particolare carcinoma primitivo 

della pleura, che fu denominato mesotelioma, ed in seguito riscontrato anche nel peritoneo. Mentre 

l'asbestosi è una malattia tipicamente professionale, i casi di mesotelioma si riscontrano anche fra la 

popolazione non esposta professionalmente, ma residente in zone ove esistono insediamenti 

industriali che lavorano amianto. Il mesotelioma è infatti un segnalatore tipico di presenza di amianto, 

in quanto la quasi totalità dei casi è riconducibile ad una esposizione a materiale. 

L’amianto opera anche una azione sinergica di sostegno ad altri agenti patogeni, rafforzando il loro 

potere cancerogeno. Infatti in popolazioni specifiche professionalmente esposte ad amianto, oltre a 

subire una elevata mortalità per le malattie specifiche provocate dal materiale, si ha un forte 

incremento della mortalità in genere, ed in particolare della mortalità per cancro, soprattutto alle vie 

respiratorie e all'apparato gastro-intestinale. 

In Italia la citata Legge 257 del 27 marzo 1992, ha sancito la messa al bando dell’ amianto: quindi 

nel futuro del nostro paese i rischi da amianto saranno dovuti alle opere di bonifica delle zone 

contaminate. Dato il lungo tempo di latenza dalla esposizione ad amianto fino alla possibile 

insorgenza del mesotelioma (da 15 a 40 anni), il materiale continuerà ad essere un problema 

ancora per parecchi decenni. 

93



3.10.2 Odori 

Nel presente Capitolo sono stati considerati gli odori perché possono rappresentare un importante 

impatto ambientale pur non costituendo nella maggioranza dei casi un problema dal punto di vista 

sanitario; essi però possono essere la causa di persistenti fastidi per la popolazione residente con 

conseguenti problemi legati alla cosiddetta "accettabilità sociale". 

Tale problema può manifestarsi maggiormente nella Zona Artigianale, dove gli insediamenti civili 

sono limitrofi al Sito preso in esame. 


Al momento del sopralluogo non risultano eseguite indagini sugli odori emanati dalle Aziende 

insediate nella loro normale attività. 

Per tale motivo si è provveduto a definire un protocollo di indagine in collaborazione con i Laboratori 

LEOCHMICA. 

Tale protocollo prevede due fasi : 

1a. Fase : individuazione delle aree a maggior “rischio odori” (vedi planimetria nelle pagine 

successive). 

Sono state individuate le sotto indicate aree. 


• Area A1 : In prossimità dell’impianto di depurazione consortile. 

• Area B1 : In prossimità di una Azienda che svolge attività di recupero e smaltimento di rifiuti 

prodotti da terzi. 

• Area C1 : In prossimità di una Azienda che produce deodorizzanti per l’industria del gas. 

• Area D1 : In prossimità di una Azienda che utilizza solventi organici. 

• Area E1 : In prossimità di una Azienda che produce refrattari. 


• Area A2 : In prossimità di una Azienda che svolge attività di recupero e smaltimento di rifiuti 

prodotti da terzi. 

2a. Fase : monitoraggi delle aree. 

Il rilevamento e la conseguente eventuale misura di sostanze odorigene sono problemi molto 

complessi, soprattutto nel caso di odori generati da talune tipologie di impianti come quelli di 

trattamento di rifiuti (recupero e smaltimento) presenti nei Siti analizzati. 

Gli odori, infatti, in questi casi sono causati da una complessa miscela di sostanze, molte delle quali 

presenti a concentrazioni minime, la cui soglia di percezione può essere inferiore ai limiti di rilevabilità 

analitico/strumentale. 

Data la presenza di numerosissimi composti odorigeni , l'effetto, in termini di odore, è influenzato 

anche da fenomeni quali sinergismo, cumulabilità, contrazione, mascheramento. 

E’ evidente pertanto che un approccio analitico in questi casi non è attuabile. 

Si è deciso pertanto di monitorare le aree indicate non con un simile approccio ma utilizzando 

“metodi sensoriali “secondo le indicazioni della norma EN 13725 “determinazione della 

concentrazione di odore mediante olfattometria dinamica”. 


Monitoraggi eseguiti dai Laboratori LEOCHIMICA 

Tabella 44 : Scala di intensità (I) 

Cod. Descrizione 

1 Appena percettibile 

2 Debole 

3 Moderato 

4 Moderatamente forte 

5 Forte 

6 Molto forte 

94



Commenti 

Tabella 45 : Scala di sgradevolezza (S) 

Cod. Descrizione 

1 Molto piacevole 

2 Moderatamente piacevole 

3 Neutro 

4 Moderatamente sgradevole 

5 Molto sgradevole 

6 Estremamente sgradevole 

Tabella 46 : Risultati 

Zone Intensità Sgrad. Conc O.U/m 

(I) 

(S) 

3 

(C) 

A1 1 4 3 

B1 / / / 

C1 6 6 >10 

D1 4 4 >10 

E1 4 5 >10 

A2 / / / 


In prossimità dei confini del Sito n°1 sono presenti limitate abitazioni civili essendo predominanti gli 

appezzamenti di terreno ad uso agricolo. 

L’attività del Consorzio relativa alla depurazione delle acque delle Aziende insediate non produce 

odori che possono provocare disturbo. 

Si è constatato che le Aziende che movimentano rifiuti prodotti da terzi per le attività di recupero o 

smaltimento non emettono odori. 

L’emanazione di odori nella Zona A1, notevole al momento di alcuni sopralluoghi, non è apparsa 

costante: in alcuni giorni ed in alcune ore di altri giorni, l’odore era appena percettibile se non 

assente. 


Il Sito n°2 è inserito all’interno del tessuto urbano di San Vito al Tagliamento. 

L‘eventuale presenza di odori, quindi, potrebbe essere fastidiosa per la popolazione residente. 

Durante i vari sopralluoghi non si è mai rilevata l’emanazione di odori molesti. 

L’unico odore che periodicamente viene avvertito nel Sito, proviene da un insediamento produttivo 

giacente al di fuori del perimetro della Zona Artigianale, non facente quindi parte del territorio 

interessato al presente rapporto ambientale. 

95



Planimetria n°21: Sito n° 1: Zona Industriale – Monitoraggio degli odori 

E1 

D1 

Planimetria n°22: Sito n° 2: Zona Artigianale – Monitoraggio degli odori 

A2 

96 

A1 

C1 

B1 



ZOPPOLA (PN) 

TEL. 0434-574345 



ZOPPOLA (PN) 

TEL. 0434-574345 

Sito n°1: Zona Industriale - Monitoraggio degli odori 

Sito n°2: Zona Artigianale - Monitoraggio degli odori 


Febbraio 2004 Pianta n° 19 Scala 1:2500 






3.10.3. Sostanze pericolose ed infiammabili 


Si è verificata la presenza di: 

• Sostanze pericolose e/o infiammabili (v. Fig. 11). 

• Serbatoi contenenti combustibili. 

Per le sostanze pericolose e/o infiammabili si è verificato: 

• Se sono presenti delle Schede di Sicurezza 

• Se tali Schede sono quelle previste da DM 07.09.2002 

• Se è stata fatta la valutazione prevista dal D.Lgs. 02.02.02 n°25 

• Il luogo di stoccaggio 

• Il consumo annuo 

• La giacenza massima in magazzino. 

Per i serbatoi : 

• Il numero di serbatoi presenti 

• Il loro anno di costruzione 

• Il loro volume 

• Il loro contenuto 

• Il materiale di costruzione. 

Simbolo Frasi di 

Rischio 

E 

R 2 

S15-34 

O 

R 8 

S 14 

R 10 

S 15 

F 

R 11 

S 3/9 

F+ 

R 12-36 

S21-47/49 

Xi 

R 36/37 

S 20-51 

Fig. 11 : Sostanze considerate 

Classe di Rischio e Descrizioni 

Esplosivi (E): possono esplodere per effetto di fiamme, calore, urti, 

attriti, ecc. 

Comburenti (O): a contatto con altre sostanze, soprattutto se 

infiammabili, provocano una forte reazione con sviluppo di calore. 

Infiammabili: si infiammano per innesco con scintille, fiamme o fonti di 

calore e continuano a bruciare; hanno il punto di infiammabilità compreso 

tra 21°C e 55°C; non hanno simbolo ma il solo codic e R 10. 

Facilmente infiammabili (F): a contatto con l’aria e a temperatura 

normale possono riscaldarsi, infiammarsi e continuare a bruciare; hanno 

il punto di infiammabilità inferiore a 21°C. 

Altamente infiammabili (F+): hanno il punto di infiammabilità inferiore a 

0°C. 

Irritanti (Xi): provocano, se vengono a contatto con la pelle o le mucose, 

reazioni infiammatorie. 

97



Simbolo Frasi di 

Rischio 

C 

R 35 

S 26-45 

Xn 

R 20/21/22 

S36/37 

T 

R 23/24 

S 27 

T+ 

R 26-42/43 

S 36/37/39 

N 

R 50/53 

S 46-60 

Classe di Rischio e Descrizioni 

Corrosivi (C): provocano, se vengono a contatto con la pelle, reazioni 

distruttive dei tessuti vivi. 

Nocivi (Xn): provocano per inalazione, ingestione o per penetrazione 

cutanea, rischi di gravità limitata. 

Tossici (T): provocano per inalazione, ingestione o per penetrazione 

cutanea, rischi gravi, acuti o cronici, ed anche la morte. 

Altamente tossici (T+): provocano per inalazione, ingestione o per 

penetrazione cutanea, rischi gravi, acuti o cronici, ed anche la morte. 

Pericolosi per l’ambiente (N): l’utilizzo presenta o può presentare rischi 

immediati o differenti per l’ambiente. 


Nel territorio di competenza del Consorzio è presente un unico serbatoio, regolarmente denunciato e 

protetto, contenente GPL per il funzionamento delle caldaie. 

Le sostanze presenti nel territorio di competenza del Consorzio al momento del sopralluogo e che 

possono essere impattanti con l’ambiente se manipolate in modo non corretto, sono riportate in 

Tabella 47. 


Prodotto Utilizzo Consumo 

annuo 

stimato 

Attuale giacenza 

RANDAP 400 Diserbante 20 lt 20 lt 

RANDAP PLUS In sostituzione del Randap 400 10 – 20 lt 30 lt 

TORDON 22 K Diserbante 1 lt 3 lt 

PREFIX SG Ad esaurimento scorta 25 kg 100 kg 

SEDIFLOC 1404 C Prodotto a scorta in caso di 

necessità 

200 kg 50 kg 

SEDMET M Prodotto a scorta in caso di 

necessità 

A necessità 200 lt 

SODA CAUSTICA 30% 

(3F CHIMICA) 

Prodotto a scorta in caso di 

necessità 


SODA CAUSTICA 30% 

(CIDA) 

Prodotto a scorta in caso di 

necessità 


ACIDO SOLFORICO 37% Prodotto a scorta in caso di 

necessità 


IPOCLORITO DI SODIO Prodotto a scorta in caso di 

necessità 


98



I luoghi di stoccaggio visitati sono apparsi idonei: il Consorzio ha messo in atto tutte le precauzioni 

per minimizzare il rischio di spandimenti e la conseguente contaminazione del suolo e sottosuolo. 

Commenti 

Si raccomanda, qualora si dovessero stoccare e/o manipolare prodotti di diversa natura, di 

controllare la compatibilità degli stessi, così come riportato nella Tabella 48. 


Sostanza Incompatibilità 

Acetilene Con rame (tubazioni), alogeni, argento, mercurio e loro composti. 

Acetone Con miscele Concentrate di acido solforico e nitrico. 

Acido acetico Con acido cromico, acido nitrico, composti Contenenti idrossili, 

glicole etilenico, acido perclorico, perossidi e permanganati. 

Acido cromico Con acido acetico, naftalene, canfora, alcool, glicerolo, trementina e 

altri liquidi infiammabili. 

Acido nitrico Con acido acetico, cromico e cianogeno, anilina, carbonio. 

Idrogeno solforato, fluidi, gas e sostanze che vengono prontamente 

nitrate. 

Acido ossalico Con argento e mercurio. 

Acido perclorico Con anidride acetica, bismuto e le sue leghe, alcool, carta, legno, 

grassi e altre sostanze organiche. 

Acido solfidrico Con acido nitrico e ossidanti. 

Acido solforico Con clorati, perclorati, permanganati e acqua. 

Alcoli e Polialcoli Con acido nitrico. 

Ammoniaca anidra Con mercurio, alogeni, ipoclorito di calcio e fluoruro di idrogeno. 

Ammonio nitrato Con acidi, polveri metalliche, zolfo, combustibili. 

Anilina Con acido nitrico e perossido di idrogeno. 

Argento Con acetilene, acido ossalico, acido tartarico e composti ammonici. 

Arsenico (materiali che lo contengono) Con qualsiasi agente riducente. 

Azidi Con acqua. 

Biossido di cloro Con ammoniaca, metano, fosfina, idrogeno solforato. 

Bromo Con ammoniaca, acetilene, butadiene, butano, idrogeno, carburo di 

sodio, trementina e metalli finemente polverizzati. 

Carbone attivo Con tutti gli agenti ossidanti, ipoclorito di calcio. 

Clorati Con sali di ammonio, acidi, polveri metalliche, zolfo, composti 

organici o infiammabili finemente polverizzati e carbonio. 

Cloro Con ammoniaca, acetilene, butadiene, benzina e altri derivati del 

petrolio, idrogeno, carburo di sodio, trementina e metalli finemente 

polverizzati 

Cloroformio Con sodio e potassio. 

Cloruri Con acido solforico. 

Diclorometano (Cloruro di metile) Con sodio e potassio. 

Diossido di cloro Con ammoniaca, metano, fosfina idrogeno solforato. 

Fluoro Con tutte le altre sostanze chimiche. 

Fosforo (bianco) Con aria, ossigeno, alcali, agenti riducenti. 

Idrocarburi in generale Con fluoro, cloro, acido formico, acido cromico, perossido di sodio. 

Idrogeno solforato Con vapori di acido nitrico e gas ossidanti. 

Ipocloriti (varechina) Con acidi, carbone attivo. 

Liquidi infiammabili Con nitrato di ammonio, acido cromico, perossido di idrogeno, acido 

nitrico, perossido di sodio e alogeni. 

Mercurio Con acetilene, acido fulminico, idrogeno. 

Metalli alcalini (es. calcio, potassio e Con acqua, anidride carbonica, tetracloruro di carbonio e altri 

99



Sostanza Incompatibilità 

sodio) idrocarburi clorurati. 

Con acidi, polveri metalliche, liquidi infiammabili, clorati, nitrati, zolfo 

Nitrato di ammonio 

e sostanze organiche finemente polverizzate o composti 

infiammabili. 

Nitriti e Nitrati Con acidi. 

Nitroparaffina Con basi inorganiche, ammine. 

Ossido di calcio Con l’acqua. 

Ossigeno Con oli, grassi, idrogeno, liquidi, solidi e gas infiammabili. 

Pentossido di fosforo Con l'acqua. 

Perclorato di potassio Con acido solforico e altri acidi. 

Permanganatodi potassio Con glicerolo, glicole etilenico, benzaldeide, e acido solforico. 

Perossido di idrogeno Con cromo, rame, ferro, la maggior parte degli altri metalli e i loro 

sali, liquidi infiammabili e altri prodotti combustibili, anilina e 

nitrometano. 

Perossido di sodio Con qualsiasi sostanza ossidabile come metanolo, acido acetico 

glaciale, anidride acetica, benzaldeide, disolfuro di carbonio, 

glicerolo, acetato di etile e furfurale. 

Potassio 

Con tetracloruro di carbonio, diossido di carbonio, acqua, 

cloroformio, diclorometano. 

Rame Con acetilene, azide e perossido di idrogeno. 

Sodio Con tetracloruro di carbonio, diossido di carbonio e acqua, 

cloroformio, diclorometano. 

Sodio azide Con piombo, rame e altri metalli. Questo composto è comunemente 

usato come Conservante, ma forma composti instabili ed esplosivi 

Con i metalli. 

Solfuri Con acidi forti. 

Tetracloruro di carbonio Con sodio, potassio. 

100



3.10.4. Incendi & incidenti ambientali 


Innanzitutto si è verificato se, tra le attività del Consorzio, siano presenti attività che prevedano il 

possesso del Certificato di Prevenzione Incendi (CPI). 

Sono stati quindi valutati eventi nel periodo dal Gennaio 2000 al Febbraio 2004 consultando i giornali 

locali (Gazzettino e Messaggero Veneto messi a disposizione dagli Studi di Consulenza 

LEOCHIMICA) e attraverso visite presso il Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Pordenone. 

In particolare si è valutato se nel periodo di osservazione siano avvenuti: 

• Incidenti stradali generici e con sversamenti di sostanze pericolose. 

• Incendi in Aziende insediate tali da aver provocato un impatto ambientale rilevante con 

interessamento del terreno superficiale del sottosuolo della acque profonde. 

• Altri fatti che possono aver provocati dei danni all’ambiente. 


Prevenzione Incendi. 

Non vi sono attività del Consorzio ricadenti tra quelle indicate al n.83 dell’allegato al DM 16.02.1982. 

“Locali di spettacolo e di trattenimento in genere con capienza superiore a 100 posti”. 

Infatti, la sala presso il Centro Direzionale, utilizzata per incontri, dibattiti, conferenze ecc., ha 

capienza inferiore a 100 posti. 

Eventi 

La consultazione dei giornali locali (dal Gennaio 2000 al Febbraio 2004) non ha evidenziato eventi di 

particolare rilevanza ambientale: sversamenti di sostanze pericolose o emissioni in atmosfera di 

sostanze tossiche causate da incidenti o incendi non sono state segnalate. 

Dai tabulati messi a disposizione del citato Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Pordenone è 

risultato quanto segue : 

Tabella 62 : Incidenti stradali 

Tipologia N° 

Incidenti stradali generici 15 

Incidenti stradali con mezzo 

trasportante sostanze pericolose 

0 

Ribaltamento di mezzo trasportante 

merci pericolose 

0 

Tabella 63: Incendi 

Sostanza bruciata N° 

Immondizia 2 

Sostanza non identificata 2 

Carta 1 

Prodotti alimentari 1 

Legno 1 

Fuligine 4 

Generico 1 

Autovettura 1 

Commenti 

Da quanto esposto al paragrafo precedente, nel periodo di osservazione non ci sono stati eventi che 

possano ritenersi impattanti con l’ambiente. 

Gran parte degli incidenti stradali sembrano imputati ad attività esterne a quelle delle Aziende 

insediate: incidenti nella S.S. 463 dovuta alla presenza di locali pubblici. 

101



3.11. Le componenti vegetazionali 

3.11.1 Pedologia e valore agronomico dei terreni 

Uno studio pedologico dell'intera pianura friulana e quindi del sanvitese è stato pubblicato dalla 

Regione Friuli Venezia Giulia, a cura di A.Comel, P.Nazzi e P.Nassimbeni nel 1982, con il titolo 

“Carta pedologica della pianura friulana e del connesso anfiteatro morenico”. 

Con riferimento a tale studio il territorio del Comune di San Vito è stato suddiviso nelle seguenti 9 

categorie pedologiche : 

□ alluvioni sabbioso-argillose della bassa pianura talora commiste a elementi ghiaiosi, 

□ terreni sabbioso-argillosi variamente commisti a ghiaia, 

□ terreni prevalentemente argillosi della bassa pianura tilaventina, 

□ terreni come sopra ma rimaneggiati in superficie da più recenti alluvioni, 

□ terreni prevalentemente argillosi della bassa pianura tilaventina infrigiditi da acque sorgive, 

□ principali bassure di risorgenza, 

□ terreni prevalentemente sabbiosi o sabbioso-limosi calcareo dolomitici, 

□ terreni prevalentemente ghiaiosi di recente alluvione, 

□ ghiaie, sabbie e limo di recentissima alluvione. 

Volendo sitentizzare i principali aspetti pedologici, il territori comunale è suddiviso grossomodo in 

due : la parte ovest ( oltre l'ipotetica linea che congiunge Casarsa a San Vito) è formata 

superficialmente da materiali più fini (argille e limi), che costituiscono le prime 6 categorie 

summenzionate; nella parte est, invece, prevalgono i materiali più grossolani come le ghiaie 

variamente commisti alle sabbie. 

La zona industriale del Ponte Rosso ricade quasi interamente all'interno della zona con terreni 

prevalentemente sabbiosi o sabbioso-limosi calcareo dolomitici, all'interno della quale compaiono 

zone più ristrette costituite da ghiaie. 

Il valore agronomico dei terreni della pianura friulana è stato oggetto di uno studio della Regione Friuli 

Venezia Giulia, a cura degli autori summenzionati, nel 1984, con il titolo “Carta per la valutazione 

agronomica dei terreni”, di cui si riporta un estratto. 

102



3.11.2 La vegetazione 

La vegetazione del sanvitese è strettamente legata al fenomeno fisico delle risorgive, alla presenza 

su tutto il territorio di una falda superficiale e a quella dell'ampio letto fluviale tilaventino. 

Il fenomeno delle risorgive, con la presenza di un ricco reticolo idrografico superficiale e superstiti 

cavità sorgentifere, caratterizza tutta la parte ovest del territorio mentre l'ambiente anch'esso fluviale 

tilaventino borda il limite est dello stesso. Anche il tipo di suolo influenza la vegetazione che vi si 

instaura : ad est prevalgono i suoli argilloso-limosi, mentre il dominio tilaventino è caratterizzato da 

ghiaie e sabbie. 

Queste caratteristiche fisiche determinano la presenza delle seguenti tipologie vegetazionali primarie 

superstiti : 

□ boschi planiziali, 

□ boschi ripari, 

□ vegetazione delle bassure sorgentifere (olle e prati umidi), 

□ vegetazione dell'ambito tilaventino. 

Le prime tre categorie interessano la zona occidentale del territorio comunale; l'ultima quella 

orientale. 

I boschi planiziali ancora esistenti nella bassa pianura friulana sono i lembi superstiti di più vaste 

estensioni boschive che ancora occupavano vaste superfici nell'800; nella parte ovest del territorio 

comunale è ancora presente il bosco planiziale di Torrate. 

Il bosco planiziale, denominato Querco-carpinetum boreoitalicum, è composto principalmente da 

Farnia (quercus robur) e Carpino bianco (carpinus betulus), a cui si affiancano sul piano arboreo il 

Frassino (fraxinus angustifolia) e l'Olmo (ulmus minor). Accanto a queste specie nel piano arbustivo 

compaiono il Biancospino (crataegus monogyna e laevigata), la Sanguinella (Cornus sanguinea) ed il 

Viburno (viburnum opulus). 

La flora del piano erbaceo è composta da geofite come Anemone nemerosa, Anemone 

ranuncoloides, Scilla Bifolia e Allium ursinum. 

Frammenti di boschetti ripari, ancorchè fortemente infiltrati dalla vegetazione sinantropica, sono 

presenti lungo i principali corsi d'acqua che attraversano il territorio comunale, compresi i tratti 

superstiti delle sorgive della Roja che lambiscono la zona Industriale del Ponte Rosso. 

Le principali specie che compongono il bosco ripario sono : Ontano (alnus glutinosa), Pioppo nero 

(populus nigra) e Salice bianco (salix alba) sul piano arboreo e sul piano arbustivo : Salice ripaiolo 

(salix elaeagnos), Salice cinerino (salix cinerea), Salice rosso (salix purpurea). 

Nella parte ovest del territorio comunale sono ancora presenti alcuni lembi superstiti delle tipiche 

bassure sorgentizie, dette olle. 

Queste sono cavità catiniformi formatesi in seguito all'erosione delle acque che dal loro fondo 

scaturiscono. 

All'interno e nell'immediato intorno di queste cavità si instaura una vegetazione acquatica e non, che 

si raggruppa secondo dei cerchi concentrici dal centro della cavità all'esterno (idroserie). 

Uno schema della vegetazione delle 

risorgive è riportato qui a fianco (tratto 

da F. Sguazzin : “Le risorgive della 

Bassa Friulana “ Ed. Ribis – Udine). 

103



La vegetazione dell'ambito tilaventino può essere considerata quella rappresentativa della massima 

diversità ambientale presente nella bassa pianura friulana. 

Nell'alveo, il forte dinamismo indotto dalle piene ed il rimaneggiamento continuo della morfologia 

alveale costituiscono un fattore fortemente selettivo per le specie vegetali, permettendo solo la 

presenza di specie pioniere quali, ad esempio, il Leontodon berinii. Nelle zone immediatamente più 

alte, dove il rimaneggiamento è minore, si instaurano i primi stadi della formazioni magredili, a cui 

partecipano specie provenienti dalle Prealpi quali Globularia cardifolia e Carice mucronata e la 

formazioni arbustive del saliceto (Salix eleagnos e Salix purpurea), con la presenza del pioppo nero. 

Nelle golene ormai consolidate si instaura un magredo evoluto formato da graminacee xerofile, al cui 

interno si trovano varie specie di orchidee e formazioni boschive costituite prevalentemente da 

pioppo nero (populus nigra), salice bianco (salix alba) e ontano (alnus glutinosa) a cui partecipano 

anche specie fluitate dalle Prealpi, quali, ad esempio, il carpino nero (ostrya carpinifolia) e l'orniello 

(fraxinus ornus). 

Uno studio sistematico sulle emergenze vegetazionali del territorio comunale sanvitese è stato 

condotto da G. Bertani nell'ambito degli studi per la formazione del nuovo Piano regolatore Generale 

Comunale, di cui si riportano in allegato le schede vegetazionali più prossime alla zona industriale 

del Ponte Rosso. 

Si tratta in generale di formazioni arboreo-arbustive, riconducibili alla vegetazione riparia, costituite 

sul piano arboreo da salice bianco, pioppo nero, olmo ed ontano, mentre sul piano arbustivo da 

salice cinerino, l'eleagno, la sanguinella, il viburno ed il biancospino. Spesso tali formazioni sono 

fortemente infiltrate da specie più frugali come la robinia, il sambuco, varie lianose e rovi. 

Anche i lembi superstiti dei tratti sorgivi della Roja presentano frammentariamente questo tipo di 

vegetazione. 

All'interno della Zona Industriale esistono varie superfici a verde dove prevalgono specie arboreoarbustive 

ornamentali alloctone. 

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112



113



3.12. Paesaggio e beni culturali 

3.12.1. Il paesaggio : evoluzione storica e stato attuale 

Il paesaggio viene qui inteso come la sintesi di un complesso sistema di interrelazioni tra componenti 

umane e ambientali nel loro divenire storico. Un quadro dello stato dei luoghi e quindi del paesaggio 

dell'area oggetto di indagine nella seconda metà del '700 è quello delineato dal rilievo Pelleatti del 

1768, di cui si riporta di seguito la riproduzione tratta da “Anton Lazzaro Moro. Contributi per una 

ricerca”. 

Il rilievo documenta lo stato della zona, appartenente allora ai beni comunali della comunità sanvitese, 

in promiscuità di pascolo e legnatico (comugna) con le comunità di San Giovanni e Casarsa. 

Rilievo Pelleatti, 1768 

Estratto da “AA.VV., Anton Lazzaro Moro, Contributi per una ricerca”, Pordenone, 1983 

114



Gli elementi più importanti inseriti nella cartografia riguardano : 

◊ la presenza di una vasta superficie boschiva, tra la Roja e la golena tilaventina, di 109 ettari, 

con funzione di difesa idrogeologica dalle piene e soprattutto dalle “lunate” tilaventine; 

◊ il corso fluviale della Roja ed, in particolare, il percorso dei suoi due rami sorgentiferi ora solo 

quasi totalmente trasformati; 

◊ la viabilità principale diretta ad Udine, denominata “Strada Regia”, che attraversava l'attuale 

abitato di Rosa, il bosco e poi guadava il Tagliamento; 

◊ una seconda viabilità (l'attuale strada dei “cumunali”) che lambendo la “Casabianca si immette 

nell'attuale S.S. N°13, proseguendo poi in direzion e di Valvasone. 

Questa situazione (beni comunali, bosco) viene a mutare nel corso dell'800 quando i beni comunali 

vengono alienati e inizia l'appoderamento dei fondi. L'antico bosco scompare e probabilmente il suo 

legname viene utilizzato per la realizzazione del Ponte della delizia, così come per la realizzazione 

delle arginature lungo il Tagliamento. 

Lo stato dei luoghi nella prima metà dell'800 è documentato nella cartografia del regno Lombardo 

-veneto del 1833, che si riporta in allegato. 

Le principali trasformazioni avvenute rispetto al periodo precedente riguardano la scomparsa 

dell'antico bosco, mentre rimane immutato l'assetto viario principale come pure la presenza di vaste 

superfici non appoderate né coltivate, in quelli che un tempo erano i beni comunali. Un nuovo asse 

viario secondario compare a prosecuzione della strada proveniente da “Boreana” che, attraversando 

trasversalmente la zona del Ponte Rosso, si congiunge alla viabilità principale proveniente da Rosa e 

diretta al ponte della Delizia; tale viabilità diventerà l'asse principale est-ovest dell'attuale zona 

industriale. 

La situazione muta radicalmente a fine '800, come si può vedere nella prima cartografia I.G.M. del 

1891 riportata in allegato. 

In essa compare l'argine maestro (realizzato nell'ultimo quarto dell'800) come pure l'attuale Strada 

Statale n°463 diretta al Ponte della Delizia, mentr e è a buon punto l'appoderamento dei fondi 

suddivisi in piccoli appezzamenti di forma regolare sui quali si insedia l'aratorio – arborato – vitato; 

permangono ancora comunque vaste superfici incolte destinate a prato – pascolo. Una modificazione 

significativa riguarda la presenza dell'attuale centro abitato di Rosa, ricostruito dove attualmente è 

ubicato in seguito alla rovinosa piena tilaventina del 1851. 

La situazione precedente rimane pressochè immutata nel “Ventennio” (cfr. IGM 1938 allegato), come 

pure nei primi anni '50 (cfr. IGM 1951 allegato). La modificazione più evidente riguarda il progressivo 

appoderamento dei terreni non ancora negletti all'agricoltura, fase questa già conclusa nel 1951, e la 

progressiva scomparsa dell'aratorio – arborato – vitato in favore dell'arativo semplice. 

Le condizioni non mutano fino agli anni '70, quando nasce l'insediamento industriale del Ponte 

Rosso, con la maglia regolare della viabilità e dei lotti industriale, che solo in parte richiamano assi 

preesistenti. 

Scompaiono parzialmente, oltre al disegno fondiario tradizionale, anche i due rame sorgivi della Roja, 

che caratterizzavano fortemente la zona e di cui oggi permane il solo tratti a valle dell'impianto di 

depurazione. 

Insieme alla nascita dell'insediamento industriale mutano anche le condizioni del paesaggio 

circostante, con la parziale e progressiva scomparsa del disegno fondiario tradizionale ad opera di un 

generalizzato accorpamento fondiario e, quindi, di eliminazione del reticolo delle chiusure vive (siepi 

campestri). 

Elementi caratterizzanti del paesaggio attuale sono i grandi corpi di fabbrica dell'edilizia industriale o, 

meglio, la loro parte superiore, viste le notevoli superfici a verde ornamentale, che fungono da 

barriera di mascheramento, di cui è dotata la zona industriale. 

Solo in corrispondenza dei principali assi viari le visuali diventano di media distanza. All'esterno ed ai 

margini dell'area industriale le visuali sono ampie di media e lunga distanza, essendo rarefatto e 

frammentario il reticolo delle barriere verdi tradizionali; solo in direzione del Tagliamento (verso est) 

l'argine erboso e le alberature golenali limitano la visuale. 

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118



3.12.2 I beni culturali 

In prossimità della zona industriale Ponte Rosso sorgono due importanti ville padronali : Villa 

Linussio detta “Casabianca” in Comune di San Vito al Tagliamento e Villa “De Concina” in Comune 

di Casarsa della Delizia, con parte del sedime ricadente anche in territorio di San Vito al 

Tagliamento. 

Entrambi i complessi sorgono lungo una viabilità storica che collegava il centro sanvitese con 

Valvasone quindi con il guado del Tagliamento. 

Il complesso di “Casabianca” è stato edificato nella seconda metà del '700 da Jacopo Linussio, 

proprietario della più importante ditta manifatturiera (lavorazione del lino) dell'area veneziana. 

La tipologia edilizia è costituita da un corpo centrale a tre piani fiancheggiato da due corpi laterali più 

bassi; ortogonalmente e ai lati dell'edificio principale, destinato alla residenza e alle funzioni di 

rappresentanza, si sviluppano le due grandi barchesse porticate che racchiudono a semicorte il 

giardino. 

Sul retro due lunghi e stretti corpi simmetrici, sempre ortogonali al corpo principale, ospitavano le 

manifatture. 

La tipologia dell'intero complesso richiama quella casa madre tolmezzina fatta edificare intorno al 

1738 su progetto dello Schiavi. Sul modello di Tolmezzo e con la stessa intitolazione (alla Vergine) 

è anche l'ubicazione della cappella, che si trova al lato sinistro del complesso. 

La famiglia “De Concina” acquistò nel 1740 il complesso seicentesco appartenuto al conte Pietro 

Domini, allora ed oggi costituito dalla villa, con un giardino antistante, e dal giardino retrostante, 

racchiuso a corte tra gli edifici rustici. Il complesso originario è stato più volte rimaneggiato da 

interventi successivi ed il suo aspetto attuale va riferito a modificazioni intervenute nel corso del 

XVIII e XIX secolo. 

Il fronte principale della villa è composto da un corpo centrale a tre piani timpanato e da due ali 

laterali simmetriche più basse che ospitano i passi carrai. 

Il prospetto principale è scandito da finestre rettangolari con cornici in pietra e sull'asse del piano 

nobile è posizionato un balconcino in ferro battuto. 

Sul retro si sviluppano i corpi a due piani delle barchesse ortogonali all'edificio principale, mentre un 

altro corpo di fabbrica, che ospitava le abitazioni delle maestranze, chiude la corte posteriore. 

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3.13 La struttura economica 

3.13.1 La struttura demografica ed il mercato del lavoro 

La valutazione degli aspetti socio-economici dell'area in esame prende avvio dall'analisi degli aspetti 

socio-economici a livello di area vasta (Provincia di Pordenone e Sanvitese, inteso come 

Mandamento di S.Vito al Tagliamento) entro cui si colloca la Zona Industriale del Consorzio per lo 

Sviluppo Industriale del Ponterosso (ZIPR) e, a livello locale, riferito al Comune di S.Vito al 

Tagliamento. 

Per quanto attiene la struttura demografica. (v. tab. 1), al 2001 la popolazione residente in provincia 

di Pordenone ammontava a 280.326 abitanti, in crescita rispetto al 1991 quando contava 274.325 

residenti, con un saldo di circa 6. 001 unità pari al + 2,1 %. 

Il saldo demografico risulta consistentemente attivo, per circa 2.000 abitanti, con una tendenza 

costantemente crescente nel corso della seconda metà degli anni '90; tale andamento è determinato 

dagli opposti andamenti tra saldo naturale e saldo migratorio, con quest'ultimo attivo e in grado di 

compensare il passivo del primo. 

Il saldo naturale, presenta da anni, infatti un andamento costantemente negativo, sia pure solo per 

alcune centinaia di unità e con una tendenza a contrarsi negli ultimi anni 

Tale andamento è da imputare ad un tasso di natalità, pari all'8,8%o nel 2001, più basso del tasso di 

mortalità, pari nello stesso anno al 10,8%o, ma in buona ripresa rispetto ai livelli di oltre un punto 

inferiore toccati nel corso dello stesso decennio. 

Il saldo migratorio si presenta attivo in entrambe le componenti, sia quella che attiene a provenienze 

dal resto d'Italia, sia a quella che attiene ingressi dall'estero. 

Anche la forte oscillazione rilevata del tasso di natalità, parametro le cui variazioni sono invece 

solitamente assai lente, deriva quasi interamente dall'apporto degli immigrati. 

Per quanto riguarda la struttura della popolazione per classi di età tutti gli indicatori confermano il 

peso elevato e crescente delle classi anziane rispetto* a quelle giovanili, la dinamica 

complessivamente positiva, il prevalere dei flussi migratori in entrata contribuisce a rafforzare la 

struttura di una popolazione che presenta forti elementi di debolezza. 

Alcuni tassi indice, riferiti alla seconda metà degli anni'90, sono utili per definire ulterio rmente la 

struttura dei residenti. 

Il tasso di senilità è passato dal 147,1% al 156,1%; cioè adire che si è ulteriormente innalzato a 

partire da livelli già molto elevati. La popolazione con oltre 65 anni è salita dal 14,3% al 15% del 

totale, mentre quella dei giovani fino a 14 anni è scesa dal 13% al 12,7% 

Il tasso di dipendenza, (rapporto fra le classi in età non lavorativa, ovvero fino a 14 anni e da 65 

in su, e il resto della popolazione) è salito nel periodo considerato dal 44% al 44,8%. 

Il tasso di ricambio o di sostituzione, (rapporto fra la classe di giovani che si affaccia sul mercato 

del lavoro, da 15 a 19 anni, e quella degli anziani che si ritira, da 60 a 64 anni) è divenuto 

rapidamente deficitario, precipitando dal 108,9% al 79,2%. In altri termini, alla fine degli anni '90 

a fronte di un potenziale flusso in uscita dalle forze di lavoro di 16.307 anziani si è avuto un 

potenziale ingresso di soli 12.920 giovani, con un deficit di 3.387 unità. Si tratta di un problema 

di estrema gravità, che la dinamica naturale della popolazione potrà solo gradualmente 

attenuare nei prossimi anni se continuerà e si rinvigorirà la ripresa del tasso di natalità. Il 1998 è 

stato infatti il primo anno in cui la classe di giovani fino a 14 anni ha fatto registrare in termini 

assoluti un sia pur lieve incremento di 279 unità rispetto anno precedente, dopo anni di costante 

riduzione. 

Nel decennio 1991-2000 il Mandamento di S.Vito al Tagliamento (comprendente i 10 comuni di 

Arzene, Casarsa della Delizia, Chions, Cordovado, Morsano al Tagliamento, Pravisdomini, S.Vito al 

Tagliamento, S.Martino al Tagliamento, Sesto al Reghena, Valvasone) parte della zona 

socioeconomica n.5 (comprendente gli 8 comuni in provincia di Pordenone di Arzene, Casarsa della 

Delizia, Cordovado, Morsano al Tagliamento, S.Vito al Tagliamento, S.Martino al Tagliamento, 

Sesto al Reghena, Valvasone e gli 8 comuni in provincia di Udine di: Flaibano, Mereto di Tomba, 

Sedegliano, Codroipo, Camino al Tagliamento, Bertiolo, Varmo, Rivignano) vede un incremento di 

1.626 residenti (+3,7%); analogamente il comune di San Vito al Tagliamento vede un incremento di 

465 residenti (+3,50%). 

120



3.13.2 Il mercato del lavoro 

La popolazione residente di 15 anni di età e oltre è stata suddivisa in forze lavoro e non forze lavoro, 

secondo la definizione data dal vigente regolamento comunitario mì materia. 

Le forze lavoro sono composte dagli occupati e dalle persone in cerca di occupazione (cioè 

disoccupati che raggruppano sia le persone in cerca di prima occupazione sia le altre persone in 

cerca di lavoro). 

Le non forze comprendono invece le persone in età non lavorativa, cioè di età inferiore al 15 anni e 

superiore al 70 anni, le forze di lavoro potenziali, le persone disposte a lavorare a particolari 

condizioni e coloro che non hanno possibilità o interesse a lavorare. 

La distribuzione provinciale delle forze lavoro è riassunta nella tabella sotto riportata. 

MASCHI FEMMINE TOTALE 

Forze lavoro 76.000 53.000 129.000 

Non forze lavoro ~ età lavorativa 25.000 40.000 65.000 

Non forze lavoro - età non lavorativa 21.000 37.000 58.000 

Fonte. CC.IAA, 200 1 -Provincia di Pordenone 

La distribuzione provinciale degli occupati per settore di attività è riassunta nella tabella sotto 

riportata. 

OCCUPATI IN COMPLESSO DI CUI DIPENDENTI 

Agricoltura 4.000 1.000 

Industria 56.000 49.000 

Commercio 17.000 11.000 

Altre attività 48.000 39.000 

Totale 125.000 100.000 

Fonte CC IAA , 2001 -Provincia di Pordenone 

La struttura dell'economia locale, al di là delle oscillazioni congiunturali e della ridotta crescita 

economica di medio periodo, è stata in grado di garantire una situazione pressoché di piena 

occupazione delle forze di lavoro. 

Anche i dati provinciali confermano una situazione di quasi piena occupazione con problemi 

piuttosto di insufficiente offerta di lavoro, per dimensione complessiva e per competenze e figure 

professionali specifiche, confermato da studi e riscontri molteplici. 

Si riporta di seguito il quadro degli iscritti alle liste di collocamento in provincia di Pordenone e 

suddivisi per mandamenti. 

LAVORATORI 

italiani 7.116 

comunitari 35 

extracomunitari 587 

TOTALE 7.738 

Fonte. CC. I.AA, 200 1 -Pmvindà di Pordenone 

MASCHI FEMMINE TOTALE 

Spilimbergo 224 488 712 

Maniago 295 569 864 

Sacile 241 594 835 

Pordenone 1.203 2.885 4.088 

S.Vito al Tagliamento 348 891 1.239 

TOTALE Provincia 2.311 5.427 7.738 

Fonte: CC.I.AA, 2001-Provincia di Pordenone 

121



Con riferimento ai dati più recenti disponibili (CCIAA 2001), relativamente all'occupazione, si riporta 

di seguito la dinamica del tasso di occupazione e disoccupazione nella provincia di Pordenone. 

TASSO DI OCCUPAZIONE 

1997 1998 1999 2000 2001 

Maschi 63,4 64,1 60,9 59,7 61,2 

Femmine 37,4 35,7 37 39,4 39 

TOTALE 49,7 49,3 48,5 49,1 49,7 

Fonte. CC.IAA, 200 1 - Provincia di Pordenone 

TASSO DI DISOCCUPAZIONE 

1997 1998 1999 2000 2001 

Maschi 2,8 1,4 1,8 1,2 1,6 

Femmine 8 7,4 6,1 5,4 4,2 

TOTALE 4,9 3,8 3,5 3 2,7 

Fonte: CC.I.AA, 2001 -Provincia di Pordenone 

Dalle tabelle di cui sopra si evidenziano i seguenti indici: 

tasso di occupazione (inteso come rapporto tra occupati e popolazione residente) si attesta 

intorno al 49,7% (maschile 61,2%, femminile 39%) con andamento altalenante, ma in 

crescita, rispetto al 1995 quando registrava un valore pari al 46,8% (maschile 60,2%, 

femminile 34,20/0) ; 

tasso di disoccupazione (inteso come rapporto tra soggetti in cerca di occupazione e forza 

lavoro) si attesta intorno al 2,7% (maschile 1,6%, femminile 4,2%) con andamento 

nettamente in calo, rispetto al 1995 quando registrava un valore pari al 5,8% (maschile 

3,1%, femminile 9,9%). 

Per quanto attiene gli iscritti alle liste di collocamento al 31.12.001, il totale provinciale risulta pari a 

7.738 unità mentre il Mandamento di S.Vito al Tagliamento registra 1.239 unità (pari al 16,2%, 

valore questo superiore di quasi un punto % rispetto alla popolazione residente). 

Un quadro significativo dell'evoluzione dell'offerta del lavoro viene indicato nell'ambito del Progetto 

Excelsior 1 circa "Le previsioni occupazionali e i fabbisogni professionali per il 2002" per la provincia 

di Pordenone confermano l'esistenza di una certa tensione sul mercato del lavoro, determinata in 

primo luogo dall'insufficienza dei flussi di giovani che vi si affacciano per la prima volta. 

Per l'anno in corso viene stimato un fabbisogno complessivo mi ingresso di 5.057 entrate, contro 

3.031 uscite con un saldo positivo di 2.026 unità pari al 2,9%; le nuove assunzioni sono di difficile 

reperimento nel 53,4% dei casi, come titolo di studio richiesto il 4,6% è rappresentato da un titolo 

universitario, il 24,7% da un diploma medio superiore e il 27,9% da un istruzione e qualifica 

professionale. 

Delle assunzioni poco meno del 63%, riguarderebbe l'industria manifatturiera e il resto i servizi. I 

saldi netti più consistenti sono previsti per i settori industriali forti della provincia e per i servizi alle 

imprese. 

Sia nell'industria che nei servizi è assolutamente prevalente il fabbisogno di personale qualificato, 

operai specializzati se non dirigenti e impiegati, rispetto a quello di personale generico. 

Ma un tal tipo di domanda, quantitativa e qualitativa, non può assolutamente essere soddisfatto 

dall'offerta di manodopera locale, per cui lo studio ipotizza che circa il 35-40% dei posti vengano 

coperti da immigrati extracomunitari, tra cui una congrua quota di operai specializzati oltre a un 

certo numero di impiegati e quadri intermedi. 

1 Unioneamere-Ministero dei Lavoro, Sistema informativo Excelsior, Le previsioni occupazionali e i fabbisogni professionali per il 2002. 

per la provincia di Pordenone 

122



Tab. A - Fabbisogni di addetti e assunzioni per settore di attività nel biennio 1999-2000 

ENTRATE 

FABBISOGNO DI ADDETTI 

USCITE SALDO 

Industria 2.633 1.495 2.026 

- alimentari e bevande 60 38 22 

- tessile e abbigliamento 70 51 19 

- legno e mobilio 567 313 254 

- estrattiva, chimica, gomma,lavorazione 

908 381 527 

metalli e produzione energia 

- meccanica, elettrica ed elettronica 647 632 15 

- costruzioni 381 80 301 

Servizi 2.424 1.536 888 

TOTALE 5.057 3.081 2.026 

Fonte.- Elaborazioni su CCIAA Pordenone - Progetto Excelsior 2002 

3.13.3 La struttura produttiva provinciale e gli indicatori sviluppo 

La struttura produttiva provinciale viene esaminata a partire dal confronto tra i dati censuari del 70 

Censimento Generale dell'Industria e dei Servizi (1991) e i dati del 1996 - Censimento Intermedio 

dell'Industria e dei Servizi. I dati al 2001: 8° Ce nsimento Generale dell'Industria e dei Servizi non sono 

completamente disponibili disaggregati a scala comunale (v. tabb. 2.1-2.11 ). 

I settori produttivi analizzati fanno riferimento alla classificazione ISTAT al cui interno, ai fini della 

presente trattazione, si distingue tra: 

industria della produzione costituita da industria e servizi; 

industria costituita da industria in senso stretto e industria delle costruzioni; 

industria in senso stretto costituita dalle sezioni: D - attività manifatturiere; E - produzione e 

distribuzione di energia elettrica gas e acqua (per l'esiguità dimensionale vengono escluse: la sezione 

A - agricoltura caccia e silvicoltura e la sezione B - pesca, piscicoltura e servizi connessi, C - 

estrazioni di metalli); 

industria delle costruzioni, costituita dalla sezione F - attività di costruzioni; 

industria manifatturiera costituita dalla sezione D - attività manifatturiere; 

servizi costituiti: l. dalla sezione G - commercio all'ingrosso e al dettaglio, riparazione di autoveicoli, 

motocicli e beni personali e per la casa; H - alberghi e ristoranti; dalle sezioni più propriamente di 

servizio alla produzione 1 - trasporti magazzinaggio e comunicazioni; J - intermediazione monetaria e 

finanziaria; K - attività immobiliari noleggio informatica, ricerca e altre attività professionali e 

imprenditoriali. Corrispondenti ai rami di attività economica 6 commercio pubblici esercizi e alberghi, 7 

trasporti e comunicazioni, 8 credito e assicurazioni, servizi alle imprese del 1981 (definibili anche: 

servizi p . 2. dalle sezioni: M - istruzione; N - sanità e altri servizi sociali; 0 altri servizi pubblici, sociali 

e personali corrispondenti ai rami di attività economica 9 pubblica amministrazione, servizi pubblici e 

privati del 1981 (definibili anche: servizi pubblici). Questi ultimi non sono stati oggetto di trattazione. 

Gli indicatori di analisi utilizzati sono: 

● indice d'industrializzazione = lind (inteso come rapporto tra il numero di addetti all'industria, 

settori D+E+F, e numero di abitanti residenti) analogo al tasso d'industrializzazione = Tind 

(inteso come rapporto tra il numero di addetti all'industria ogni 1000 abitanti residenti); 

● indice di specializzazione = Ispec (inteso come rapporto tra addetti del settore manifatturiero, 

Dn, e addetti all'industria D+E+F); 

● codice attività settore manifatturiero: 

DA industrie alimentari, delle bevande e del tabacco DB industrie tessili e dell'abbigliamento 

DC industrie conciarie, fabbricazione di prodotti in cuoio, pelle e similari 

DD industrie del legno e dei prodotti in legno 

DE fabbricazione della pasta carta della carta e dei prodotti di carta; stampa ed editoria 

DF Fabbricazione di coke, raffinerie di petrolio, trattamento dei combustibili nucleari 

123



DG fabbricazione di prodotti chimici e di fibre sintetiche e artificiali 

DH Fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche 

DI fabbricazione di prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi 

DJ produzione di metallo e fabbricazione di prodotti in metallo 

DK fabbricazione di macchine e apparecchi meccanici, compresi l'installazione, il montaggio, la 

riparazione e la manutenzione 

DL fabbricazione di macchine elettriche e di apparecchiature elettriche e ottiche DM 

fabbricazione mezzi di trasporto 

DN altre industrie manifatturiere 

3.13.4. La struttura produttiva provinciale 

La provincia di Pordenone, in base al dato censuario del 2001, assomma, relativamente all'industria, 

a 6.717 unità locali (u.l.) e 57.780 addetti con un indice di industrializzazione pari al 20,4%, tutti valori 

in crescita rispetto al 1991. La dinamica dell'industria ha visto un andamento sempre crescente 

durante il decennio infatti, al 1996, tali valori registravano: 6.484 unità locali (u.l.) e 53.686 addetti, 

con indice di industrializzazione pari al 19,2%, in crescita rispetto al 1991 quando registrava un 

valore pari al 18,9% corrispondente a 51.838 addetti (+1.848; +0,8%) distribuiti in 6.432 u.l. (+52 

+3,4%). 

Un'analisi disaggregata per settori evidenzia che: 

l'industria manifatturiera al 1996 registra 3.649 u.l. e 45.696 addetti, in crescita rispetto al 

1991 quando annoverava unità locali 3.469 u.l. e 43.178 addetti; la dinamica degli anni '90 

evidenzia un incremento di 180 unità locali (4,9%) e di 2.518 addetti (5,5%). Accanto a 

questo dato si registra il mantenimento della dimensione delle unità produttive manifatturiere 

che nel periodo in esame continua a contare 12,5 add/u.l., come media fra i diversi comparti. 

Per quanto attiene la composizione settoriale dell'industria manifatturiera al censimento, del 

1996 i settori dimensionalmente più consistenti sono: DN - altre industrie manifatturiere (con 

9.640 addetti Ispec=17,9%), DK - fabbricazione macchine e apparecchi meccaniciinstallazione 

e riparazione (Con 8.791 addetti Ispec=16,4%), DJ - produzione di metallo e 

fabbricazione di prodotti in metallo (Con 8.645 addetti, Ispec=16,1%). 

l'industria delle costruzioni al 1996 registra: 2.791 u.l. e 7.432 addetti, in calo rispetto al 1991 

quando annoverava 2.916u.l. e 7.974 addetti; la dinamica degli anni '90 evidenzia un 

decremento di 125 unità locali (-4,0%) e di 542 addetti (-7,3%), infine la dimensioni delle 

unità locali si mantiene attorno ai 2,7 add/u.l. 

3.13.5. Indicatori di sviluppo 

Da un'analisi dei principali indicatori di sviluppo (Valore Aggiunto, Prodotto Interno Lordo, ecc.) si 

evince che l'andamento della Provincia di Pordenone è stata leggermente al di sotto della media 

regionale del FVG. In base allo stesso indicatore utilizzato, quota del valore aggiunto lordo 

provinciale su quello regionale, il contributo della provincia, superiore al 22% nei primi anni '80, è 

sceso negli anni seguenti pressoché stabilmente al di sotto di tale livello e vi permane anche negli 

ultimi anni dell'ultimo decennio, pur mettendo a segno un parziale recupero. 

Valore aggiunto lordo sul totale regionale (quote %) 

PROVINCIA DI PORDENONE 

1980 22,48 

1985 21,22 

1990 22,32 

1995 20,59 

1997 21,65 

2000 

Fonte. Istat e Istituto Taagliacarne 

124



L'oscillazione annuale delle quote è dovuta al carattere asincrono del ciclo economico della provincia 

rispetto a quello regionale, con un andamento che può risultare sensibilmente diverso tra un biennio 

e l'altro ma mediamente non superiore. 

Se si esaminano 'invece i dati del commercio estero della provincia, emerge il suo più che positivo 

andamento, in particolare nel corso degli anni'90. 

Esso presenta un forte grado di apertura nei confronti dei paesi esteri, che si è tradotto in sempre più 

intensi scambi commerciali e, soprattutto, in un consistente surplus della bilancia commerciale. 

Esportazioni e importazioni sono cresciute nel corso del decennio a ritmi quasi paralleli, 

raggiungendo rispettivamente 4.624 e 1.584 miliardi di lire. 

Commercio estero (valori in milioni di euro) 

1996 1997 1998 1999 2000 2001 

Esportazioni 2.060 2.280 2.433 2.132 2.762 3.186 

Importazioni 650 705 765,0 800 987 1.001 

SALDO +1.410 +1.580 +1.600 +1.530 +1.775 +2.185 

Fonte: CC.LAA, 2001-Provincia 6 di Pordenone 

Esportazioni Esportazioni 

MERCEOLOGIE VALORI% MERCEOLOGIE VALORI% 

Metalli e prodotti in metallo 6,2 Prodotti dell'agricoltura 4,6 

Macchine e apparecchi meccanici 41,7 Prodotti alimentari, bevande 5,6 

Macchine e apparecchi elettriche 11,7 Prodotti delle industrie tessili e 5,0 

ottiche e di precisione 

abbigliamento 

Mobilio 21,5 Legno e prodotti in legno 10,7 

Altro 18,9 Prodotti chimici e fibre 

sintetiche e artificiali 

9,8 

Metalli e prodotti in metallo 11,5 

Macchine e apparecchi 

meccanici 

19,5 

Macchine e apparecchi 

elettriche ottiche e di precisione 

15,8 

Altro 17,5 

Fonte. CC.IAA, 2001 -Provincia d Pordenone 

Nell'ultimo periodo le esportazioni e le importa 1 zioni sono risultate particolarmente dinamiche e il 

saldo commerciale ha toccato una punta di +2.185.000.000 € alla fine del decennio; anche in termini 

relativi, rispetto alla regione e all'Italia, l'andamento provinciale appare apprezzabile. La crescita del 

valore delle esportazioni della regione FVG è stata, nel corso degli anni '90, anche più rapida di 

quella complessiva italiana, la quota relativa essendo salita dal 2,94% del 1991 al 3,55% del 2000. 

Anche, il tasso di crescita delle esportazioni della provincia di Pordenone, seppure al di sotto di 

quello regionale, è stato anch'esso lievemente superiore a quello italiano, passando la sua quota sul 

totale italiano dall'1,06% all'1,10%. 

Dalla considerazione congiunta dei contributi delle diverse componenti della domanda al trend del 

PIL provinciale, anche se i dati disponibili non sono omogenei né quindi perfettamente comparabìli, 

si può dedurre il ruolo assolutamente trainante svolto dall'interscambio nei confronti dell'intera 

economia. In realtà il contributo netto contabile del settore estero alla crescita del PIL è risultato 

altalenante, ma si deve ritenere che siano state essenzialmente le buone prospettive dei mercati 

esteri a sostenere la componente della domanda interna costituita da investimenti e che l'elemento 

frenante dello sviluppo sia invece da individuarsi nella ridotta dinamica della domanda interna per 

consumi. 

Tale ipotesi appare d'altra parte congrua con la situazione riscontrata, di debolezza demografica e 

tendenziale invecchiamento della popolazione, nonché di difficoltà di determinate aree del suo 

territorio e segnatamente delle zone montane. 

La struttura dell'economia pordenonese meglio si riflette nella composizione del valore aggiunto 

provinciale piuttosto che nella numerosità relativa delle imprese iscritte al registro delle ditte 1 

contributi dei diversi settori al valore aggiunto provinciale confermano la realtà di un'economia 

125



avanzata, con una forte specializzazione manifatturiera. Secondo i dati elaborati da Unioncamere, 

infatti, l'agricoltura, malgrado un piccolo recupero rispetto al 1991, contribuiva nel 1997 per poco più 

del 4% del valore aggiunto complessivo. L'industria in senso lato pesava per il 40,6%, una quota 

elevatissima, seppure tendenzialmente in calo rispetto al 42,1% del 1991, come avviene ormai nella 

generalità delle regioni sviluppate d'Europa. Viceversa, risultavano in crescita dal 54,2% al 55,3% i 

servizi, il cui processo di modernizzazione è a sua volta stimolato dalla domanda espressa dal 

settore industriale. 

Valore aggiunto al costo dei fattori 1991-1997 

Milioni di Euro 

Compomsizione % 

1991 1997 

1991 1997 

Agricoltura 138,3 209,6 3,6 4,1 

Industria 1610,4 2081,3 42,1 40,6 

- manifatturiero 1336,75 n.d. 35,0 n.d. 

Altre attività 2074,6 2837,2 54,2 55,3 

Totale 3822,9 5.128,2 100,0 100,0 

Fonte. CC. IAA, 200 1 -Proviniì,, di Pordenone 

Per quel che riguarda specificamente l'industria manifatturiera si può comunque fondatamente 

presumere che, rispetto al 35% del 1991, essa continuasse a fornire un contributo superiore a 1/3 

del valore aggiunto complessivo. 

La dinamica in provincia del valore aggiunto, in milioni di E, viene evidenziato nella tabella di seguito. 

(in MILIONI DI EURO) 1996 1997 1998 1999 2000 

Provincia PORDENONE 

Valore aggiunto 

Regione FVG 

Valore aggiunto 

(in MIGLIAIA DI EURO) 

5.355 5.600 5.723 5.975 6.386 

21.872 22.401 22.833 23.623 24.934 

Provincia PORDENONE 

Valore aggiunto per abitante 

18.800 19.6 2 20.084 20.799 21.983 

Fonte. CCIAA , 2001-Provincia di Pordenone 

L'area del Sanvitese, in base al dato censuario del 2001, assomma, relativamente all'industria, a 

1.133 unita 1 cali e 9.959 addetti con un indice di industrializzazione pari al 23,1%, superiore di quasi 

tre punti perce ntuali rispetto alla media provinciale; tutti valori in crescita rispetto al 1991. La dinamica 

dell'indu s ti ia ha visto un andamento sempre crescente durante il decennio, infatti al 1996, tali valori 

registi-: avano 1.045 unità locali e 8.001 addetti, con indice di industrializzazione pari al 18,9% in 

crescita rispetto al 1991 quando registrava un valore pari al 18,4% corrispondente a 7.746 addetti 

distribuiti in 1.017 1. 

Un'analisi disaggregata per settori evidenzia che: 

- l'industria manifatturiera, al 1996 registra 559 u.l. e 6.741 addetti, in crescita rispetto al 1991 quando 

annoverava unità locali 501 u.l. e 6.450 addetti; la dinamica degli anni '90 evidenzia un incremento di 

-58 unità locali (+10,3%) e di 297 addetti (+4,3%). Accanto a questo dato si registra il mantenimento 

della dimensione delle unità produttive manifatturiere che nel periodo in esame continua , contare 

12,5 add/u.l., come media fra i diversi comparti. L'andamento complessivo innanzi descritto vede 

situazioni differenziate tra i vari comuni del Mandamento, infatti a fronte di un andamento positivo di 

addetti e unità locali per i comuni di Arzene, Casarsa della Delizia, Chions e Sesto al Reghena si 

registra un andamento differenziato nei rimanenti comuni con i seguenti risultati: Morsano al 

Tagliamento, Pravisdomini, S.Vito al Tagliamento a fronte di un calo di addetti registrano un 

incremento di u.l.; S.Martino al Tagliamento registra un calo di u.l. a fronte di un incremento di addetti; 

Cordovado registra un invarianza di u.l. a fronte di un incremento di addetti; Valvasone infine registra 

un decremento sia di u.l. sia di addetti. 

126



3.13.6. Le zone industriali programmatiche della Regione 

Allo scopo d'inquadrare la realtà economica in cui s'inserisce l'area in oggetto è sembrato opportuno 

proporre una comparazione omogenea fra la Zona Industriale del Consorzio per lo Sviluppo 

Industriale del Ponterosso e le altre Zone industriali Programmatiche, di seguito ZIP (v. tabb.3.1, 3.2). 

L'intervento di scala regionale nasce per la volontà di potenziare ed ampliare l'esperienza già 

condotta in questo senso nella nostra regione dallo stato nazionale che aveva istituito per mezzo 

della propria legislazione le tre ZIP di Trieste, di Monfalcone e dell'Aussa-Corno. L'Amministrazione 

Regionale, dunque, assume in proprio obiettivo della promozione dello sviluppo industriale e del 

riequilibrio territoriale e pone in essere l'intervento infrastrutturale che accompagna l'altro grande 

intervento agevolativo, vale a dire quello che prevede l'abbattimento dei costi di investimento che 

frenano l'entrata dei produttori nel settore industriale (intervento noto come intervento in conto 

interessi che si basa sulla L.R. 25/1965 ancora in vigore). La creazione delle ZIP dì interesse 

regionale si prefiggeva lo scopo di favorire e governare, da un punto di vista territoriale, lo sviluppo 

della piccola e media impresa che manifestava un ritmo di diffusione ritenuto ancora insufficiente e 

caratteri di frammentarietà e di disordinata distribuzione territoriale. Fenomeno questo che 

interessava soprattutto l'area friulana nella quale si andava consolidando un modello di crescita che la 

letteratura economica avrebbe in seguito definito modello della periferia industriale e della 

imprenditorialità diffusa, e che si sarebbe affermato pienamente nel decennio successivo. Eccezion 

fatta per la ZIP di Gorizia, infatti, tutte le altre zone industriali programmatiche vengono realizzate 

proprio nell'area friulana e in particolare nella Provincia di Udine nella quale il modello della piccola e 

media impresa si è radicato con una intensità ancora maggiore che nella provincia di Pordenone, 

dove giocano un ruolo trainante il gruppo Zanussi e la Savio, vale a dire, cioè, la grande impresa, 

privata e pubblica. Nella provincia di Pordenone si attivano le Z.I.P. di Spilimbergo, di Maniago/Vajont 

e di Pordenone; tali iniziative prendono corpo in un momento nel quale lo sviluppo industriale è 

ancora debole ed emerge con chiarezza l'esistenza di profondi squilibri al suo interno. Da qui la 

necessità di operare per aumentarne il ritmo di sviluppo e la sua concentrazione territoriale al fine di 

raggiungere due obiettivi tra loro fortemente intrecciati: il raggiungimento dì un più razionale utilizzo 

dei territorio, conseguibile riducendo lo squilibrio esistente tra la distribuzione della popolazione 

residente e quella dei posti di lavoro, e l'ottimizzazione delle economie di concentrazione e di scala, 

ottenibile raggiungendo una opportuna massa critica di attività produttive in alcuni poli di sviluppo e 

concentrando su di essi le risorse pubbliche e private. Nel caso 

delle tre ZIP preesistenti di Trieste, Monfalcone e dell'Aussa Corno assume carattere prioritario 

l'obiettivo di dare maggiore razionalità alla struttura industriale già localizzata offrendo ad essa una 

linea evolutiva che non risulti in conflitto, con le esigenze del territorio circostante. 

Prendendo in considerazione gli andamenti aggregati delle dodici zone nel periodo esaminato 

(1980-96) vanno evidenziati i seguenti tre fenomeni: 

con riferimento alla base occupazionale operante all'interno di tali aree si evidenzia una 

stazionarìetà, su livelli superiori ai 31 mila occupati, nel confronto tra il 1981 ed il 1998. Tale 

dinamica vede nella prima parte del periodo una diminuzione che nel 1986 è pari al 12% degli 

addetti attivi, mentre negli anni '90 si assiste ad un recupero di occupatì che alla fine del decennio 

fa registrare un incremento complessivo nell'ordine dell'1,4%. Per effetto della contrazione subìta 

dal settore industriale regionale il peso dell'occupazione industriale operante all'interno delle aree 

sale di un paio dì punti raggiungendo, nella seconda metà degli anni '90, il 42,4% di quella riferita 

al solo settore industriale e il 31,7% di quella complessiva dell'industria e dei servizi privati. A 

questo risultato si perviene anche per effetto dell'ampliamento del numero di imprese insedíato 

nelle ZIP, che ha consentito di controbilanciare l'emorragia occupazionale che ha interessato 

anche le medie e grandi imprese localizzate nelle ZIP; 

il numero delle aziende localizzate nelle ZIP fa riscontrare una particolare vivacità nella seconda 

parte degli anni Novanta, benché non sia tale da modificare radicalmente la situazione dì 

sottoutilizzo delle aree. Ciò indica un certo interesse da parte delle imprese di minori dimensioni 

verso la localizzazione nelle ZJP, che potrebbe costituire un segnale nuovo che preannuncia 

esigenze rilocalizzative da parte di un segmento della piccola impresa localizzato in aree 

particolarmente congestionate o in aree nelle quali si manifestano conflitti derivanti principalmente 

dalla concomitanza di usi diversi. Per rimanere ai risultati effettivamente ottenuti dalle ZIP le 

127



nuove localizzazioni, nel periodo 1980-1998, hanno fatto registrare un incremento di oltre il 100%. 

Si deve rimarcare però che la tipologia prevalente che contraddistingue le nuove unità localizzate 

(vale a dire la piccola dimensione) impone una rivisitazione dell'originaria concezione di tali aree 

quale sede delle imprese di grandi dimensioni. 

l'indice di saturazione delle ZIP, infine, incrementa rispetto al 1980, passando dal 33,7% al 

44,5%, ma si mantiene comunque al di sotto del 50%. Esso mostra un recupero negli anni '90, 

dovuto in parte ad un maggìor utilizzo delle aree stesse e in parte ad un riaggiustamento degli 

obiettivi ori~ di dotazione dimensionale, che vengono ora rivisti nel senso di una riduzione delle 

aree. Il sottoutilizzo delle aree costituisce un fenomeno che interessa sia le ZIP più estese sia 

quelle di media dimensione; le ZIP di piccola dimensione, al contrario, raggiungono indici di 

saturazione decisamente superiori. 

L'analisi della perfomance della varie ZIP basata sulla classificazione tipologica delle stesse (grandi, 

medie e piccole dimensioni) consente di mettere meglio in luce ì fattori di debolezza e quelli di 

successo di ciascuna zona industriale. Le ZIP appartenenti alla prima tipologia, con estensione 

superiore ai 4 milioni di metri quadrati, sono quattro e risultano caratterizzate dall'accompagnare indici 

più bassi di saturazione alla peggiore evoluzione dell'andamento occupazionale. In questa prima 

tipologia rientrano le ZIP di Udine, dell'Aussa/Corno, di Trieste e quella di Monfalcone. Sotto il profilo 

occupazionale si ottengono dati contrastanti: le Zip di Trieste e di Monfalcone, ad esempio, registrano 

una contrazione di addetti pari rispettivamente al 19,5% e al 33%, mentre in quella dell'Aussa Corno 

gli addetti raddoppiano e in quella di Udine triplicano. Questi ultimi dati vanno comunque valutati sulla 

base delle previsioni che quantificavano in un volume occupazionale che doveva essere ben al di 

sopra (8-10 volte) di quello effettivamente raggiunto 

Il ridimensionamento occupazionale subito dalle Zip di Trieste e di Monfalcone ha radici ben diverse 

tra di loro: nella prima è il frutto di un processo di deindustrialízzazione dell'area triestina che 

prosegue con ritrmi consistenti anche negli anni '90 seguendo una linea di tendenza oramai 

consolidata. Nell'area goriziana e monfalconese, invece, alla debolezza dell'impresa di medio/grande 

dimensioni appartenente all'area pubblica, fa da contro altare l'avvio di un processo di 

reindustrializzazione basato su iniziative di piccola dimensione, che è stato però in grado di 

determinare solo in minima parte la tenuta del tessuto industriale. L'intervento infrastrutturale in questi 

casi gioca un ruolo marginale sia nel caso che sia in corso un processo di deindustrializzazione (o di 

inviluppo che dir si voglia) che un andamento di tipo opposto; in entrambi i casi emerge infatti con 

chiarezza la sua limitata efficacia non solo ai fini della promozione dello sviluppo, ma anche dei mero 

contenimento del processo di degrado industriale ed economico. 

Diversi sono i meccanismi che spiegano il mancato decollo delle due maggiori aree localizzate nella 

Provincia di Udine. Nel caso dell'Aussa Corno l'iniziale stagnazione dell'area è attribuibile alla 

mancanza di una politica di promozione della Bassa Friulana e di valorizzazione delle risorse che la 

caratterizzano. Per la ZIP di Udine l'ipotesi programmatica basata sull'espansione industriale e 

terziaria della città nella direttrice Udine-Palmanova è stata sconfessata da una diversa tendenza (la 

direttrice Udine-Tricesimo), interessando così una serie di Comuni localizzati in prossimità della fascia 

urbana più esterna della città di Udine ed in particolare in quello di Tavagnacco dove sono 

concentrate diverse attività industriali e commerciali. 

Una seconda tipologia è composta da quattro ZIP di taglia media, con una superficie ricompresa tra 

un minimo di 1,5 ed un massimo di 2,7 milioni di metri quadrati. In essa ricadono le ZIP di S.Vito al 

Tagliamento, dì Pordenone, della Pedemontana udinese e quella del Medio Tagliamento. Il tratto 

distintivo della migliore performance di queste Zip rispetto a quelle di grande dimensione risiede nel 

minor grado di sottoutilizzo delle superfici (che nel caso delle Zip della tipologia precedentemente 

descritta oscilla da un massimo di 67% ad un minimo di 33%) ed in un andamento lievernente 

migliore dei livelli occupazionali, con incrementi nelle Zip di S. Vito e del Medio Tagliamento e 

decrementi nelle altre zone industriali. 

Alla terza tipologia, infine, appartengono le ZIP di piccola dimensione, vale a dire quelle caratterizzate 

da una superficie, prevista dallo strumento di piano, inferiore ad 1 milione di metri quadrati. Anche in 

questo caso le ZIP interessate sono quattro: la ZIP di Gorizia, di Cividale, di Spilimbergo e quella di 

Maniago/Vajont Il tratto caratteristico che le accomuna e che le contraddistingue dalle altre analizzate 

consiste negli elevati livelli dell'indice di saturazione, che raggiunge un valore minimo del 65% ed uno 

128



massimo del 90% e si colloca attomo all'80% nei due casi intermedi. Anche l'evoluzione decennale 

appare decisamente positiva, ad eccezione di Gorizia, con un incremento del 25,6% per la Zip di 

Spilimbergo, del 50% per quella di Cividale e del 29,9% per la ZIP di Maniago/Vajont 

Il confronto tra la Zona Industriale del Consorzio per lo Sviluppo Industriale di Ponterosso e le altre 

ZIP mostra andamenti diversi nei quasi vent'anni considerati. La superficie occupata da tutte le ZI1? 

passa complessivamente nel periodo 1980-1998 da 14.251.000 mq a 21.117.173 mq (con un 

incremento del 32,5%), con un incremento dell'indice di utilizzo dal 33,7% al 49,8%, le u.l., passano 

da 479 a 1.096, (+129%), gli addetti passano da 31.329 al 1980 a 31.739 al 1998 (+1,3%). 

Nello stesso periodo la Zona Industriale del Consorzio per lo Sviluppo Industriale di Ponterosso 

rispetto all'insieme delle ZIP regionali è andata incrementando il proprio peso con riferimento a tutti i 

principali indicatori assunti infatti: 

gli addetti passano dal 2,3% del 1980 al 7,0% dei totale al 2000; 

le unità locali insediate si mantengono sostanzialmente invariate con un valore attorno al 5,5% 

del del totale al 2000; 

la superficie coperta passa dal 4,5% dei 1985 al 6,4% del totale al 2000. 

La dinamica complessiva della Zona Industriale del Consorzio per lo Sviluppo Industriale del 

Ponterosso come evidenziato anche in altre sezioni del presente studio, risulta sempre positiva in 

particolare nel ventennio 1980-98 si sono avuti i seguenti risultati: 

incremento di addetti che passano da 710 a 2.236 (+214,9%); 

incremento di unità locali che passano da 27 a 59 (+118,5%); 

incremento di superficie occupata che passa da 411.000 mq a 1.228.350 (+213,4%); 

incremento di superficie coperta che passa da 120.200 mq a 239.062 (+99,1%); 

indice di saturazione (rapporto sup.occupata/sup.prevista) prossimo al 50%. 

3.13.7 La zona industriale del Consorzio per lo sviluppo Industriale del Ponte Rosso : Il 

quadro attuale e la caratterizzazione settoriale 

Il quadro evolutivo della Zona Industriale del Consorzio per lo Sviluppo Industriale di Ponterosso vede 

la seguente situazione: 

ANNO UNITA' LOCALI ADDETTI SUPERFICIE 

OCCUPATA (mq) 

1970 81 250.000 

1975 712 310.000 

1980 27 710 411.000 

SUPERFICIE 

COPERTA (mq) 

1985 35 606.570 606.570 187.295 

1990 46 892.771 892.771 223.785 

1995 55 971.479 971.479 223.785 

2000 59 1.228.350 1.228.350 239.065 

Fonte: Compendio Statistico - Regione FVG 

129



La tabella evidenzia H forte impulso della ZIPR negli anni '80 e '90 con incrementi significativi sia di 

addetti sia di unità locali. 

Per la definizione dell'attuale quadro delle imprese insediate nella zona industriale si è resa 

necessaria la comparazione di fonti diverse, costituite, oltre che dai risultati del questionari 

sommuinistrato alle aziende, dai dati di archivio e dal database di riferimento del Consorzio 

aggiornato al 30.06.2002 il quale comprende, oltre alle unità attive, le unità in avviamento e quelle non 

attive in corso di allestimento. L'interesse di questo database consiste nella sua natura quasi 

censuaria, e nella possibilità di cogliere, purtroppo in forma statica, la struttura insediativa dell'area e 

la distribuzione settoriale delle attività; il suo limite è dato dalla non completa disponibilità di 

informazioni per tutte le aziende insediate e dalla presenza di alcune discrepanze con i dati di altra 

fonte (Camera di Commercio, ISTAT, ecc). 

L'universo d'indagine riguardante l'area relativa alla Zona di Sviluppo Industriale dei Ponterosso 

oggetto del 

presente Piano Territoriale Infraregionale fa registrare il seguente quadro: 

UNITA' LOCALI 84 

IN ALLESTIMENTO 10 

ATTUALMENTE ATTIVE 

di cui 

74 

DESTINATE AD ATTREZZATURE E SERVIZI 4 

DESTINATE AD ATTIVITA' PRODUTTIVE, 

COMMERCIALI ecc. 

Unità locali attive: 

D - ATTIVITA' MANIFATTURIERE 58 

F - COSTRUZIONI 4 

G - COMMERCIO ALL'INGROSSO E AL DETTAGLIO; RIPARAZIONE 

AUTOVEICOLI, MOTOCICLI E DI BENI PERSONALI PER LA CASA 

I - TRASPORTI MAGAZZINAGGI E COMUNICAZIONI 2 

K - ATTIVITA' IMMOBILIARI, NOLEGGIO, INFORMATICA, RICERCA, ALTRE 

ATTIVITA' PROFESSIONALI E IMPRENDITORIALI 

0 - ALTRI SERVIZI PUBBLICI, SOCIALI E PERSONALI 4 

TOTALE 74 

Unità locali attive manifatturiere per sottosezioni ISTAT: 

(DA) industrie alimentari, delle bevande e dei tabacco 

(DB) industrie tessili e dell'abbigliamento 

(DD) industrie del legno e dei prodotti in legno 

130 

70 

u.l. 

4 

2 

u.l. 

2 

1 

8



(DE) fabbrica della pasta carta della carta e dei prodotti di carta 

(DG) fabbricazione di prodotti chimici e di fibre sintetiche e artificiali 

(DH) fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche 

(DI) fabbricazione di prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi 

(DJ) produzione di metallo e fabbricazione di prodotti in metallo 

(DK) fabbricazione di macchine e apparecchi meccanici, compresi l'installazione, il 

montaggio, la riparazione e la manutenzione 

(DL) fabbricazione di macchine elettriche e di apparecchiature elettriche e ottiche 

(DN) altre industrie manifatturiere 

TOTALE 58 

131 

1 

2 

4 

11 

10 

13 

2 

4



4. Problematiche ambientali attinenti il piano 

4.1 I vincoli 

I vincoli urbanistici che hanno incidenza con la Z.I.P.R. sono di seguito elencati : 

a. Beni culturali (Parte Ia del D.Lgs n°42/04) 

Comprendono gli immobili e le aree a vincolo storico-architettonico, disciplinate dall'ex L. 1089/39, che 

insistono in aree contermini al perimetro della Z.I.P.R. 

□ la Villa Casabianca (Linussio), tutelata dall'art. 10, Titolo I, del D.Lgs n°42/04; il complesso è in oltre 

incluso in zona omogenea A dal vigente PRGC del Comune di San Vito al Tagliamento; 

□ la Villa De Concina, tutelata dall'art. 10, Titolo I, del D.Lgs n°42/04, unitamente ad un'area più 

vasta comprendente le immediate vicinanze, tutelata dall'art. 49 del D.Lgs 490/99; il complesso è 

inoltre incluso in zona omogenea A dai PRGC dei Comuni di San Vito al Tagliamento e Casarsa 

della Delizia. 

I due complessi sono stati dettagliatamente descritti nel capitolo relativo ai Beni Culturali. 

b. Vincolo paesaggistico (Parte III del D.Lgs n°42/ 04) 


Le aree a vincolo paesaggistico, che interessano direttamente la Zona Industriale Z.I.P.R., sono state 

individuate sulla base della cartografia di ricognizione dei vincoli del PRGC di San Vito al Tagliamento, qui 

sotto riportata per estratto. 

La carta indica la permanenza del vincolo della roggia Roja, nel frattempo sdemanializzata con Decreto 

Ministeriale 21.10.2005 n°506 (G.U. N°304 del 31.12 .2005). 


Parte del Sito è vincolato dalle disposizioni previste dalla Legge 431/1985 dal D.L.gs. 490/99. Comprende le 

aree a vincolo paesaggistico disciplinate dall'ex L.431/85, ora Titolo I, Parte III del D.Lgs n°42/04 “Codice dei 

beni culturali e del paesaggio”. 

Nel vincolo paesaggistico ricadono : 

□ i corsi d'acqua pubblici e relative fasce di rispetto, limitatamente ai 150 metri dalle sponde o piede 

degli argini, tutelate ai sensi dell'art. 142, comma 1, lett. c) del D.Lgs n°42/04: 

151 fiume Tagliamento 

152 La Roia 

155 Roggia Versa 

□ i territori coperti da boschi, tutelati dall'art. 142, comma 1, lett. g) del D.Lgs n°42/04; area bos cata 

in prossimità dell'impianto di depurazione. 

c) Aree naturali protette (parchi, riserve naturali, ecc.) 

Sono raggruppati in questa categoria gli ex Ambiti di Tutela Ambientale e Parchi previsti dal PURG così 

come modificati dalla L.R. N°42/96 “Norme in materi a di parchi e riserve naturali regionali”. 

Le aree interessate sono limitrofe alla Zona Industriale Z.I.P.R. e comprendono, in particolare : 

□ A.R.I.A. N°8 – Area di Rilevante Interesse Ambienta le del Fiume Tagliamento (istituita ai sensi 

dell'art. 5 della L.R. N°42/96), individuata e disc iplinata in forma transitoria dal DPR n°0143/Pres. del 

17.05.2002. 

d) Vincolo Idrogeologico 

Deriva dall'approvazione del Piano Stralcio per l'assetto idrogeologico del bacino idrografico del fiume 

Tagliamento, approvato con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 28.8.2000, pubblicato sulla 

G.U. n°69 del 23.03.2001, modificato con Variante n °1, approvata dal Comitato Istituzionale con 

provvedimento n°4 del 19.06.2007, pubblicato sulla G.U. n°233 del 19.06.2007. 

Esso vincola le sole aree interne all'argine, indicate come “area fluviale”. Esse distano oltre 200 m dal limite 

orientale della Z.I.P.R. 

Nel territorio comunale di San Vito al Tagliamento è soggetto a vincolo, in quanto area a moderata 

pericolosità idraulica, il solo centro abitato di Carbona, a confine con il Comune di Morsano al Tagliamento. 

132



e) Vincolo sismico 

La Z.I.P.R., come tutto il territorio comunale di San Vito al Tagliamento rientra tra i vincoli previsti dalla zona 

ex S9 così definita dalla Legge 64/74 e s.m.i. 

f) Vincoli relativi alla presenza di reti infrastrutturali 

I vincoli che gravano sulla Z.I.P.R. in conseguenza dell'esistenza di infrastrutture, riguardano : 

− elettrodotti : il DPCM 23.04.1992 recante “limiti massimi di esposizione ai campi elettrico e magnetico”, 

stabilisce le distanze minime di rispetto per i fabbricati adibiti ad abitazione o ad altra attività, 

comportanti tempi di permanenza prolungati. In particolare, per le linee da 132 kv la distanza minima di 

10 m; per le linee da 220 kv una distanza minima di 18 m; per le linee da 380 kv una distanza minima di 

28 m.; 

− metanodotto : viene stabilita la fascia di rispetto per i fabbricati che, nello specifico, è di 12 m dall'asse; 

− raccordo ferroviario : in applicazione dell'art. 54 del P.U.R. La fascia di rispetto è fissata, per le tratte a 

binario singolo, in m 15 dalla rotaia più esterna. 

Sono da considerare, infine, le fasce di rispetto stradale che, ai sensi dell'art.16 del D.Lgs n°285/9 2 “Nuovo 

Codice della Strada”, risultano disciplinate, in modo differenziato, tra viabilità principale e viari ordini di 

viabilità secondarie, dal PRGC di San Vito e dallo strumento attuativo (P.I.P.) della zona industriale del 

Ponte Rosso. 

g) Vincoli relativi alla presenza di infrastrutture tecnologiche ed ecologiche puntuali 

Una fascia di 100 m ( con vincolo di inedificabilità) grava all'intorno degli impianti di depurazione delle 

acque, secondo quanto previsto dall'Allegato 4 della Deliberazione del Comitato Interministeriale per la 

tutela delle acque del 4 febbraio 1997 dal titolo “Criteri, metodologie e norme tecniche generali di cui all'art. 

2 lett. B, d ed e della L. 319/76”. 

133



134



ESTRATTO CARTOGRAFICO A.R.I.A. n°8 

135



4.2 Sintesi delle criticità rilevate 

Dalle analisi condotte ai precedenti capitoli non emergono particolari situazioni di criticità dell'ambiente. 

In sintesi si evidenzia : 

Emissioni in atmosfera assenza di situazioni critiche 

va esteso in modo più capillare il controllo su tutte 

le aziende insediate 

Rumore situazioni oltre la norma del tutto occasionali e 

riferibili al periodo notturno 

Elettromagnetismo valori entro i limiti 

Illuminazione illuminamento superiore alle esigenze 

distribuzione non omogenea perché 

condizionata dalla luce riflessa delle aziende 

inquinamento luminoso connesso con la 

presenza della luce prodotta dalle singole 

aziende 

Qualità dell'acqua rilevata la classe II – ambiente lievemente inquinato 

Acque reflue valori entro i limiti 

Rifiuti non rilevante la quantità di rifiuti prodotti dalle 

aziende 

emergono quelli riferibili all'impianto di depurazione 

il sistema di raccolta e smaltimento è 

sufficientemente organizzato 

Contaminazione del suolo e sottosuolo rilevata presenza di sostanze inquinanti 

attivata la procedura di controllo mediante pozzi 

spia 

attualmente l'inquinamento è rientrato nei valori 

ammissibili (percentuali molto basse di 

cloroetilene) 

Traffico alta percorrenza sulla Statale n.463 sulla 

direttrice verso Casarsa (statale 13) 

il traffico indotto dalla ZIPR non altera 

sostanzialmente i flussi in essere 

Amianto assente 

Odori limitata e occasionale presenza di odori molesti di 

vernici 

Sostanze inquinanti assenti 

Incendi e incidenti ambientali nessun evento 

Risorse energetiche gestori diversi 

assenza di iniziative sulle fonti alternative e 

sul risparmio energetico 

136



Paesaggio sostituzione del paesaggio rurale storico con un 

paesaggio del tutto antropizzato 

perdita degli elementi di naturalità (rogge, siepi 

campestri) 

presenza di visuali libere solo in parte 

mitigate dalla diffusa vegetazione 

ornamentale 

visuali limitate sul lato Tagliamento per la presenza 

dell'argine 

Beni culturali presenza di due ville storiche in stato di 

abbandono 

Struttura economica evoluzione positiva del mercato del lavoro 

necessità del ricorso a manodopera extralocale 

crescita sostenuta delle aziende insediate 

casi sporadici di crisi 

I più rilevanti elementi di criticità sono evidenziati in grassetto. 

Per tutti i citati aspetti si rinvia alle specifiche azioni di Piano. 

137



4.3 Probabile evoluzione dell'ambiente in assenza di nuove previsioni di Piano 

In assenza della Variante n°1 al Piano per gli Inse diamenti Produttivi, lo scenario che si viene a configurare 

prevede la conferma dell’assetto attuale di Piano, con la possibilità di dare completamento alle aree ancora 

libere da edificazione, ma già assegnate alle nuove aziende che le hanno opzionate (circa 19 ha, pari al 5% 

circa della superficie territoriale). 

Il completamento dell’edificazione interesserà soprattutto le aree prospicienti Via Gemona (ad est, sul lato 

Tagliamento) e a nord – ovest (lato Comunali) e, quindi, su aree in parte prospicienti la campagna. 

Per questi interventi il Piano già disciplina alcuni interventi obbligatori di mitigazione (formazione di barriere 

vegetali) che ridurranno l’impatto paesaggistico dei nuovi insediamenti. 

In sintesi, si può affermare che : 

- in assenza della nuova Variante l’ambito produttivo del Ponterosso giungerà al suo completamento, per 

quanto attiene alle possibilità di edificazione nei lotti ancora disponibili, che costituiscono una quota poco 

significativa della superficie complessiva impegnata, 

- saranno completate le opere infrastrutturali in corso di realizzazione, ma non sarà possibile dar corso a 

nuovi progetti che necessitino di acquisizione di aree (ad esempio : la nuova rotatoria a nord sulla S.S. 

n.463). 

L’assenza della prospettive di sviluppo contenute nella Variante al PRGC produrrà, nel tempo, una probabile 

perdita di efficacia nella operatività del Consorzio ZIPR. 

Per quanto attiene ai rilevati aspetti di criticità, si evidenzia come, in alcune circostanze, la situazione possa 

evolvere positivamente, in virtù di specifiche azioni che il Consorzio ZIPR potrà definire, quali : 

- mantenimento / miglioramento dei livelli di monitoraggio delle aziende e degli indicatori ambientali, 

- definizione di nuovi interventi di mitigazione paesaggistica, 

- promozione di iniziative atte a favorire il risparmio energetico e le fonti alternative. 

Altre conseguenze positive potranno prodursi in conseguenza del completamento di interventi già 

programmati sulle infrastrutture : 

- realizzazione della circonvallazione di San Vito al Tagliamento, 

- completamento del raccordo ferroviario, ecc. 

138



5. Obiettivi di protezione ambientale 

La Direttiva 2001/42/CEE, unitamente alle normative statali e regionali di recepimento, richiede che 

nell’ambito del Rapporto Ambientale, vengano esplicitati gli obiettivi di protezione dell’ambiente e del 

patrimonio culturale, conseguenti in particolare a direttive comunitarie ma, anche, per le tematiche non 

affrontate da accordi, convenzioni e trattati internazionali. 

Tra gli obiettivi generali di sostenibilità ambientale, con riferimento alla Variante al P.I.P. in oggetto, si 

assumono come prioritari : 

1. Consolidare, estendere e qualificare il patrimonio archeologico, architettonico, storico-artistico e 

paesaggistico (Convenzioni Unisco, Paesaggio, Protezione patrimonio archeologico – D.Lgs 

42/04); 

2. Conservare e riqualificare gli habitat della flora e della fauna (direttive 92/43/CEE, 79/409/CEE – 

DPR 357/97); 

3. Contenere la mobilità ad elevato impatto ambientale (direttiva 01/27/CEE – L. 662/96, L. 

334/97); 

4. Incrementare la dotazione di servizi ad uso pubblico per la comunità (Carta di Aalborg). 

Nella tabella di seguito riportata vengono sistematizzati gli obiettivi generali e specifici di sostenibilità 

ambientale, le risorse ambientali coinvolte, i principali atti legislativi comunitari e convenzioni e/o trattati 

internazionali di riferimento ed i principali atti legislativi nazionali e regionali di recepimento. 

ID 

1 

3 

4 

Obiettivo generale 

di sostenibilità 

consolidare, estendere 

e qualificare il 

patrimonio archeologico,architettonico, 

storico - artistico 

e paesaggistico 

conservare e riqualificare 

gli habitat 

della flora e della 

fauna 

incrementare la dotazione 

di servizi di 

uso pubblico per la 

comunità 

Obiettivo specifico 

recupero del patrimonio 

edilizio 

storico 

tutela del paesaggio 

incrementare la 

dotazione di servizi 

settori di riferimento 

risorse ambientali 

patrimonio 

culturale 

habitat flora 

fauna 

modello insediativo 

139 

principali direttive 

comunitarie e convenzioni 

e trattati 

internazionali 

Convenzione Unesco 

(1972) Convenzione 

Europea sul 

Paesaggio (2000), 

Convenzione Culturale 

Europea 

(1954) 

92/42/CEE 

79/409/CEE 

Carta di Aalborg 

(1994) Programmi 

URBAN II 

principali atti legislativi 

nazionali e regionali 

di recepimento 

L. 14/06 D.Lgs 42/04 

(modificato dal D.Lgs 

62/08 e 63/08) 

L. 157/92 L.R. 9/07 

DPR 357/97 

L 493/93 (PRU) D.M. 

1169/98 (PRUSST)



6. Le azioni della Variante n°1 al Piano per gli I nsediamenti Produttivi 

6.1 Le motivazioni della variante 

Il progressivo esaurimento delle aree disponibili per nuovi insediamenti, in presenza dei persistere di un 

fabbisogno, soprattutto di aziende con media-grande dimensione, hanno indotto il Consorzio per la Z.I.P.R. 

a presentare istanza al Comune di San Vito al Tagliamento, affinché lo strumento urbanistico attuativo 

individuasse aree sufficienti a dare risposta tempestiva alle richieste giacenti. 

La Variante n° 36 al PRGC ha individuato nuove aree produttive nell'ambito delle direttrici di espansione 

come previste nell'elaborato "Piano Struttura". 

In funzione delle finalità generali precedentemente enunciate, la Variante n°1 al P.I.P. individua i s eguenti 

obiettivi strategici su cui strutturare le proprie azioni: 

1. ampliare l'attuale zona industriale, ormai caratterizzata da elevato grado di saturazione, 

2. migliorare le condizioni dei collegamenti tra la zona industriale del Ponte Rosso ed il sistema viario 

e ferroviario, 

3. completare e migliorare la dotazione di infrastrutture tecnologiche ed ecologiche (reti trasmissioni 

dati, reti fognarie, impianti depurazione, ecc.), 

4. ricercare una elevata qualità degli insediamenti sia per quanto attiene ai manufatti produttivi sia per 

quanto attiene le opere complementari : arredi, aree scoperte, urbanizzazione, ecc. 

5. migliorare gli impatti ambientali degli insediamenti rispetto a tutte le componenti coinvolte (aria, 

acqua, suolo, paesaggio, ecc.), 

6. promuovere possibili filiere produttive e/o incentivare particolari forme di microdistretti, 

7. incentivare e favorire il trasferimento e la rilocalizzazione delle attività economiche di maggiori 

dimensioni insediate in ambito urbano, ivi inclusa la zona artigianale, 

8. incentivare il possibile collegamento sinergico con le zone industriali di Casarsa della Delizia e 

Valvasone, in termini di fornitura di servizi e di infrastrutture, e l'offerta di servizi alle zone industriali 

– artigianali del sanvitese, 

9. realizzare strutture di servizio alle imprese. 

Tali obiettivi vengono perseguiti senza alcun ulteriore consumo di territorio, oltre quello già programmato dal 

Piano per gli Insediamenti Produttivi decaduto, secondo azioni che vengono definite dettagliatamente nelle 

seguenti schede. 

SCHEDA 1 

INTERVENTI DI RIORGANIZZAZIONE, POTENZIAMENTO E COMPLETAMENTO DELLE 

INFRASTRUTTURE VIARIE DI SERVIZIO ALLA ZONA INDUSTRLUI E DI RIORGANIZZAZIONE DEI 

FLUSSI DI TRAFFICO 

Sulla base della funzione gerarchica individuata dal Piano della viabilità strutturale di accesso alla Zona 

Industriale e delle viabilità di distribuzione interna, si tratta di definire ed individuarne il disegno complessivo, 

nonché le caratteristiche e le funzioni attribuibili alle infrastrutture viarie esistenti ed in progetto. Per 

garantire idonee condizioni di accessibilità e di distribuzione interna si propongono alcune nuove discipline 

di gestione delle infrastrutture coinvolte, la realizzazione di nuove connessioni e la ridefinizione delle 

connessioni esistenti 

Obiettivi attesi 

L'obiettivo principale è quello di definire un sistema infrastrutturale viario interno alla zona industriale che 

ne consenta la Fruibilità in sicurezza da parte di tutte le categorie di veicoli e di organizzare e disciplinare i 

flussi di traffico, esistenti ed in previsione, mediante interventi di ridefinizione dei nodi e di differenziazione 

delle funzioni delle singole aste. 

Soggetti interessati 

L'azione coinvolge la ZIPR, la Provincia, i Comuni interessati ed i privati proprietari nel caso siano 

necessarie limitate occupazioni di suolo per gli interventi di adeguamento stradale. 

Progetti e/o proposte esistenti 

140



Si tratta di una proposta ripresa anche nell'ambito del processo di formazione del Piano Territoriale 

Infraregionale, precedentemente contenuta in studi e piani di settore (quali PRIT, PRV soprattutto in ordine 

alla circonvallazione di San Vito al Tagliamento 

SCHEDA 2 

INCREMENTO DELLA MODALITA' FERROVIARIA PER LA MOVIMENTAZIONE DELLE MERCI 

L'attuazione di un piano di potenziamento delle modalità ferroviaria in rapporto alle esigenze degli operatori 

nell'area comprende, nel breve periodo, l'incentivazione del trasporto ferroviario utilizzando le infrastrutture 

esistenti (raccordo ferroviario). Nel medio/lungo periodo tale potenziamento potrà essere ampliato in 

rapporto alle esigenze dei singoli operatori insediati e potrà estendersi anche ah logistica legata alla 

produzione industriale. 


L'obiettivo principale è quello di incrementare h modalità ferroviaria, nella consapevolezza che nel 

medio/lungo periodo' non potrà essere mantenuta la quota oggi esistente per la modalità via gomma. Tale 

obiettivo corrisponde inoltre ah politica dei trasporti a livello europeo, in particolare per le merci, anche 

considerando i minori impatti ambientali derivanti dall'uso di tali modalità. 


L'azione coinvolge la ZIPR, la Rete Ferroviaria I e eventuali soggetti privati proprietari delle aree 

interessate interventi. 



Infraregionale, precedentemente contenuta in studi e piani di settore. 

Problematiche di attuazione 

Non si evidenziano, in sede di prima approssimazione, particolari difficoltà nella realizzazione, salvo 

l'acquisizione dei necessari pareti. 

Alternative (eventuali) 

Le alternative sono condizionate dai limiti di efficacia nel lungo periodo della modalità di trasporto su 

gomma. 

REALIZZAZIONE DI POLI DI SERVIZI PER LE INDUSTRIE 

SCHEDA 3 

La realizzazione di poli di servizio alle industrie prevede l'incentivazione delle attività direzionalí/terziaríe 

(centri direzionali, centri di ricerca e innovazione, centro servizi, ecc.) a supporto del tessuto produttivo 

industriale, in modo da costituire punti di riferimento qualificati per l'intera arca industriale 


L'obiettivo principale è quello di incentivare i processi di innovazione del tessuto industriale e fornire 

occasioni di integrazione sinergica tra i settori produttivi, operando in un processo di una nuova 

integrazione tra attività industriali ed attività direzionali/terziarie e di servizio in genere, e di qualificare 

l'immagine della zona industriale 


L'azione coinvolge la ZIPR, i Comuni ed i soggetti privati proprietari delle aree interessate dagli interventi. 



Infraregionale. 

141



QUALIFICAZIONE DELLE AREE PRODUTTIVE ESISTENTI 

SCHEDA 4 

La qualificazione delle aree produttive esistenti prevede interventi mirati alla qualificazione degli spazi 

pubblici della viabilità e della segnaletica, degli spazi di sosta e di accrescimento del verde con funzione di 

schermi visivi lungo i percorsi principali e i margini della zona industriale. Analogamente andrebbero 

qualificati i fronti degli edifici industriali, con eventuali caratterizzazioni architettoniche/formali per ambiti 

funzionali. 


L'obiettivo principale è quello di incrementare la qualità insediativa, quale fattore di attrazione di nuove 

iniziative economiche e di immagine complessiva della zona industriale. 


L'azione coinvolge la ZIPR, i Comuni e le imprese insediate nell'area. 


Si tratta di una proposta predisposta anche nell'ambito del processo di formazione del Piano Territoriale 



Richiede la disponibilità delle imprese ad intervenire attivamente nel processo di qualificazione dell'area 

industriale. 


INFRASTRUTTURAZI0NE DI NUOVE ZONE DI SVILUPPO INDUSTRIALE 

SCHEDA 5 

La realizzazione di nuove zone di sviluppo industriale prevede l'incremento degli standard di qualità 

dell'insediamento, la flessibilità della suddivisione/aggregazione dei lotti, l'eventuale caratterizzazione per 

settori tematici, al fine di facilitare le sinergie interne del sistema industriale insediato anche attraverso la 

promozione di forme di distrettualizzazione. 


L'obiettivo principale è quello di qualificare il tessuto produttivo industriale, incrementare la qualità 

insediativa attrarre nuove iniziative economiche ed accrescere il livello di competitività della zona 

industriale. 


L'azione coinvolge la ZIPR, i Comuni e le imprese insediate nell'area. 


Si tratta di una proposta predisposta nell'ambito del processo di formazione del Piano Territoriale 



Richiede una valutazione delle tipologie prevalenti della domanda di mercato, avvio di iniziative di 

marketing e coordinamento unitario degli interventi. 


142



POTENZIAMENTO DELLE DOTAZIONI IMPIANTISTICHE ECOLOGICHE 

SCHEDA 6 

Il potenziamento delle dotazioni impiantistiche dell'area prevede una serie di interventi per lo sviluppo di 

impianti e servizi "ecologia" "per rifiuti (raccolta differenziata riciclo ecc.) risorse idriche (uso razionale 

risparmio, riciclo acquedottistica industriale ecc), energia, (ottimizzazione, risparmio, utilizzo fonti 

energetiche rinnovabili ecc.) 


L'obiettivo principale è quello di incrementare gli impianti ed i servizi ecologici quale parte integrante 

dell'obiettivo di innalzamento della qualità ambientale dell'area industriale, nel quadro di uno sviluppo 

sostenibile e di accrescimento della competitività delle imprese insediate. 


Soggetti interessati L'azione coinvolge i. ZIPR, la Provincia, i Comuni interessati e le imprese insediate. 


Si tratta di una proposta predisposta anche nell'ambito del processo di formazione del Piano Territoriale 

Infraregionale e si raccorda con i progetti in corso. 


Problematiche attuazione 'Risultano connesse alla definizione specifica del programma, di interventi. 


SCHEDA 7 

SHOW-ROOM DELLE PRODUZIONI D'AREA 

Lo show-room delle produzioni dell'area prevede la realizzazione di strutture espositive dei prodotti dei 

diversi settori presenti nell'area. Tali strutture comprendono inoltre punti informativi sulla zona industriale, 

spazi di servizio alle imprese (sale conferenze istant-offices, sportello per le imprese, ecc.) e servizi per i 

visitatori (centri prenotazione, buisiness-rooms, servizio traduzioni, ecc.) Lo show-room dovrebbe essere 

ubicato presso il polo dei servizi. 


L'obiettivo principale è quello di favorire la promozione del sistema industriale, di incentivare i processi di 

innovazione e qualificazione delle imprese insediate e di rafforzare e promuovere l'immagine dai zona 

industriale. 


L'azione coinvolge la ZIPR, le aziende insediate, le Associazioni di categoria, la Camerad i commercio e gli 

Enti Locali interessati. 


Si tratta di una proposti predisposta nell'ambito del processo di formazione del Piano Territoriale 



Richiede la disponibilità di arte adeguate, un coordinamento in fase di progettazione e gestione, e la 

disponibilità delle imprese insediate. 

143



SCHEDA 8 

PROGETTO DI MARKETING TERRITORIALE 

Il progetto di marketing territoriale prende la definizione dalle attività di promozione adeguate mediante la 

costituzione di un organismo gestore del progetto, l'identificazione dei prodotti da proporre e dell'immagine 

complessiva e degli strumenti di comunicazione da adottare. 


L'obiettivo principale è quello di favorire l'inserimento di nuove attività economiche e di rafforzare e 

promuovere l'immagine della zona industriale. 


L'azione coinvolge la ZIM le imprese insediate, le Associazioni di Categoria, la Camera di Commercio e gli 






Richiede la disponibilità di una specifica struttura di organizzazione e gestione. 


SCHEDA 9 

PROGETTO DI RETE TELEMATICA D'AREA 

Il progetto di rete telematica d'area la dotazione di infrastrutture telematiche per le imprese nel campo delle 

più avanzate opzioni di telecomunicazione e da servizi telematici (remote banking servizi Internet, 

videoconferenza, commercio elettronico, ecc.). 


L'obiettivo principale è quello di dotare la zona industriale di un importante fattore competitivo, di particolare 

importanza per le piccole e medie imprese, e di incentivare i processi di innovazione e qualificazione delle 

imprese insediate. 


L'azione coinvolge la ZIM le imprese insediate, le Associazioni di Categoria, la Camera di Commercio e gli 




Infraregionale e raccorda con i progetti in corso. 


Richiede la disponibilità di una specifica struttura di organizzazione e gestione che operi in stretto rapporto 

con i diversi 

soggetti coinvolti 


144



PROGETTAZIONE DEL SISTEMA DI GESTIONE AMBIENTALE 

SCHEDA 10 

Il Sistema di Gestione Ambientale si compone di un insieme di processi operativi finalizzati al progressivo 

miglioramento della compatibilità ambientale degli insediamenti, dei processi produttivi e dell'area nel 

complesso al fine di controllare gli impatti sull'ambiente. 


L'obiettivo principale è quello di migliorare la qualità dell'ambiente, evitate gli effetti negativi sullo sviluppo 

economico e, più in generale, aumentare i fattori di competitività della zona industriale. 


L' azione coinvolge la ZIPR, le imprese insediate, le Associazioni di Categoria ed i Sindacati la Camera di 

Commercio e gli Enti Locali interessati. 


Si tratta di una proposti predisposta anche nell'ambito del processo di formazione del Piano Territoriale 

Infraregionale e si raccorda con studi e progetti in corso 


Richiede la disponibilità di una specifici struttura di organizzazione e gestione che operi in stretto rapporto 

con i diversi soggetti coinvolti. 

145



7. Valutazione sintetica degli effetti 

Il metodo utilizzato per la valutazione della Variante n° 1 al P.I.P. è costituito dalla costruzione d i una 

matrice a doppia entrata: in riga sono state riportate le componenti ambientali che verranno interessate dal 

piano, in colonna le azioni di Piano. 

Le prime sono la sintesi dell’analisi dello stato dell’ambiente del contesto territoriale e indicano le sensibilità 

ambientali e le opportunità con cui il piano andrà ad interagire. 

Le seconde descrivono in modo sintetico come la Variante n°1 al P.I.P. influenzerà l’ambiente soprades critto 

una volta realizzato in tutte le sue componenti. Le azioni, quindi, rappresentano un ventaglio di modi più 

significativi (sia a livello di quantità di impatto che di pluralità di componenti interessate) con cui il P.I.P. si 

rapporterà con il contesto comunale. 

Le interazioni tra previsioni (azioni) e componenti ambientali sono evidenziate nella matrice allegata. 

Tali interazioni sono rappresentate utilizzando la seguente scala graduata di impatto : 

- negativo - significativo 

- negativo - poco significativo 

nullo o trascurabile 

+ positivo - poco significativo 

+ positivo - significativo 

La matrice diventa quindi la descrizione sintetica degli “impatti significativi”, come previsto dall’Allegato VI 

del D.Lgs 152/06, che lo scenario sopradescritto avrà sul contesto ambientale di riferimento. 

L’utilizzo di un approccio sintetico ha due scopi principali : da un lato permette di tenere sotto controllo la 

molteplicità di interazioni possibili, dall’altro obbliga all’omologazione degli effetti secondo una scala di valori 

comuni. 

146



8. Matrice di valutazione degli impatti 

componenti ambientali 

qualità dell'aria 

rumore 

elettromagnetismo 

illuminazione - + + 

risorse idriche - + + 

qualità dell'acqua 

acque reflue 

rifiuti 

contaminazione suolo 

e sottosuolo 

traffico e vie di 

+ 

comunicazione 

- + + 

Risorse energetiche 

amianto 

odori 

sostanze pericolose 

incendi ed incidenti 

valore agronomico dei 

- + - + + 

terreni 

vegetazione 

- 

paesaggio - - 

beni culturali - 

struttura economica + + + + + + 

Commento alla matrice 

Effetti negativi 

livello 

attuale 

Riorganizzaz. viabilità e 

flussi di traffico 

incremento modalità 

ferroviaria 

realizzazione di poli di 

servizi 

Gli effetti significativi di segno negativo sono riferibili all'azione “infrastrutturazione nuove zone produttive”. 

L'ampliamento di 58 ha, suddiviso in due ambiti (est e nord) ha incidenza rilevante su : 

− valore agronomico dei terreni 

Si tratta di sottrazione di terreno agricolo, prevalentemente seminativo e a prato e con presenza di 

alcune colture pregiate (vigneti doc ) per circa 4 ha (7-8% della superficie totale). Tale situazione si 

ripercuote sulla struttura economico – finanziaria di alcune aziende agricole. 

A parziale ristorno di tale effetto negativo, tuttavia, il Consorzio ZIPR si è reso disponibile, nella fase di 

acquisizione dei terreni a: 

- riconoscere un indennizzo che tenga anche conto del danno economico – patrimoniale, 

- a mettere a disposizione, in termini di permuta, terreni a destinazione agricola, in proprietà del 

Consorzio stesso, per eventuali aziende che volessero mantenere o incrementare la loro consistenza. 

− paesaggio 

Alla trasformazione dell'uso dei terreni, si accompagnerà la perdita della percezione del paesaggio 

rurale. Va considerato che, tuttavia, il paesaggio oggi percepibile non ha valori elevati, se non in 

corrispondenza della roggia Roja, ove sono comunque già previsti interventi di riqualificazione 

147 

qualificazione aree 

produttive esistenti 

infrastrutturazione nuove 

zone produttive 

potenziamento dotazioni 

impiantistiche 

show room delle 

produzioni d'area 

marketing territoriale 

rete telematica d'area 

sistema di gestione 

ambientale



ambientale di notevole impegno. Per garantire una significativa riduzione dell'impatto visivo della nuova 

zona, comunque, si prevedono interventi di mitigazione paesaggistica, descritti al successivo capitolo. 

− Risorse energetiche 

L'insediamento di nuove aziende, anche di grande dimensione (stimata una superficie coperta 

aggiuntiva di 200.000 mq) comporterà necessariamente un consumo incrementale di energia non 

trascurabile. 

Sarà necessario affrontare e valutare in un prossimo futuro le problematiche della cogenerazione 

dell’energia. 

Ricordiamo alcuni concetti sulla cogerazione che potranno essere utili per lo sviluppo delle 

problematiche ad essa connesse. 

Per cogenerazione si intende la produzione combinata di energia elettrica e termica. 

Rispetto alla produzione separata, i rendimenti risultano superiori, grazie al recupero di 

calore che si realizza nella produzione di energia elettrica dai combustibili (gas metano, 

biogas, gasolio, GPL). 

Si può disporre di energia termica mediante acqua surriscaldata, oppure vapore, o olio 

diatermico, od anche aria calda dall'utilizzo diretto dei fumi di combustione. E' possibile 

anche garantire il raffreddamento estivo utilizzando il calore prodotto da un impianto per 

alimentare macchine ad assorbimento. 

Gli impianti cogenerativi, grazie al risparmio energetico e agli indubbi benefici ambientali, 

godono di agevolazioni fiscali e di sostegni finanziari, previsti anche dal citato Decreto 

Bersani che li assimila alle fonti rinnovabili. 

La cogenerazione rappresenta una soluzione energetica intelligente nelle zone industriali 

ed artigianali che abbiano necessità di acqua calda e vapore per i processi di 

produzione con consumi significativi di energia elettrica. Ma anche in particolari 

tipologie di produzione presenti nei Siti oggetto del presente Rapporto Ambientale, quali: 

• produzioni alimentari, 

• tintorie/lavorazioni tessili, 

• manufatti in cemento, ecc. 

- Risorse idriche 

Anche in questo caso, l'aumento di superficie coperta e del carico produttivo comporterà 

un significativo incremento del consumo idrico. 

Si ritiene che sia necessaria una azione diffusa presso le aziende insediate ed insediande 

per favorire : 

− il riutilizzo delle acque usate a fini produttivi, 

− il recupero delle acque piovane, con apposite vasche di accumulo, sia a fini antincendio 

che per il mantenimento della vegetazione esistente. 

Effetti positivi 

Gli effetti significativi di segno positivo sono numerosi e riferibili all'insieme delle azioni di 

Piano programmate. 

Si segnalano sopra tutte : 

− traffico e vie di comunicazione 

L'insediamento di nuove attività indurrà, necessariamente, un incremento del traffico 

veicolare. 

Tuttavia, la realizzazione di interventi infrastrutturali importanti quali : 

- la terza rotatoria nord sulla S.S. N°463, 

- la riorganizzazione della rotatoria sud, 

- la realizzazione della circonvallazione di San Vito al Tagliamento, 

produrranno un innegabile miglioramento della fluidità e della sicurezza del traffico. 

Si tratta di opere programmate, finanziate ed, in parte, in corso di realizzazione. 

− Incremento della modalità ferroviaria 

L'ingente investimento finanziario realizzato dal Consorzio ZIPR per inserire il raccordo 

ferroviario non ha prodotto, nella fase di avvio, effetti tangibili. Sono stati realizzati m 

7660 di ferrovia, già collaudata e funzionante. 

Le aziende in grado di sostenere un utilizzo a pieno regime sono ancora limitate. 

148



Si prevede la piena funzionalità dello scalo dal 2008. Certamente, l'insediamento di due 

grandi aziende nell'area di nuova infrastrutturazione, comporterà quel salto di qualità del 

sistema di trasporto, oggi sottoutilizzato. 

La gestione dello scalo è stata affidata alla Co.Rac.Fer. Srl 

Il Piano Triennale del Consorzio prevede ulteriori investimenti, per circa € 22.000.000, 

destinati a: 

− estensione della rete, 

− realizzazione del piazzale deposito merci, 

− impianto antincendio. 

− struttura economica 

Le ricadute occupazionali saranno sicuramente efficaci. 

Attualmente la manodopera impiegata (2007) ammonta a 3484 addetti, con punte di 3743 

in alcuni periodi dell'anno. Si prevedono nuove assunzioni, nel triennio, di almeno 600 

nuovi addetti. 

149



9. Interventi di mitigazione 

L'indicazione delle "misure previste per impedire, ridurre e compensare nel modo più completo possibile gli 

eventuali effetti negativi significativi sull'ambiente dell'attuazione del piano", come definite dalla proposta di 

Direttiva della Commissione: Europea sulla Valutazione Ambientale Strategica, si pongono in diretto 

rapporto con gli obiettivi di qualificazione ambientale della Zona Industriale "Ponterosso" e, in generale, 

assumono la finalità di agevolare i processi dello sviluppo sostenibile. 

Come rilevato in sede di valutazione (Capitolo 8), la maggiore incidenza negativa dell'impatto riguarda le 

previsioni di nuova infrastrutturazione delle aree industriali. 

Sulla base di tali effetti ambientali maggiormente significativi sono state adottate le misure di mitigazione 

descritte di seguito che concorrono a rendere maggiormente compatibili le azioni di Piano con il sistema 

ambientale di riferimento. 

Il presente capitolo contiene l'individuazione delle aree che costituiscono il sistema del "verde" della zona 

industriale, con la definizione di schede di dettaglio per le indicazioni progettuali e gli interventi ammessi. 

Tale individuazione, riconducibile a criteri di riconoscimento di aree a valenza naturalistico-ambientale e di 

proposizione di nuove aree verdi con funzioni di filtro e protezione paesaggistica, viene ripresa dallo 

strumento di pianificazione per quanto attiene gli elementi strutturali dell'assetto del territorio della Zona 

Industriale Ponterosso. 

Vengono successivamente definiti criteri e linee guida per la progettazione delle aree verdi e del paesaggio 

che possono costituire riferimento per la progettazione di dettaglio e, come tali, vengono assunti quali 

schemi guida di riferimento per il livello operativo per l'attuazione del Piano. 

GLI INTERVENTI DI MITIGAZIONE E COMPENSAZIONE AMBIENTALE 

Tali previsioni comprendono tutti gli interventi finalizzati a mitigare, compensare e, in ultima analisi a gli 

effetti negativi causati dalla realizzazione delle opere ammesse dal Piano, così come evidenziati in sede di 

Studio di Impatto Ambientale. 

Gli ambiti complessivamente individuati costituiscono il sistema del verde, riconducibile ad una nuova 

visione della zona industriale integrata e valorizzata dalla presenza di aree di valenza 

paesaggistico-ambientale, rispondente ai requisiti di arca "ecologicamente attrezzata". 

La scelta degli ambiti su cui intervenire è derivata in alcuni casi dal riconoscimento delle potenzialità e 

fragilità di alcuni habitat, come quelli fluviali, estremamente semplificati allo stato attuale. In altri casi gli 

interventi vanno ad integrare attraverso l'incremento del "verde" alcuni segni del paesaggio tradizionale 

superstite (es. roggia presso il depuratore), oppure sono finalizzati alla realizzazione di un filtro di protezione 

paesaggistica tra i nuovi insediamenti industriali e i beni vincolati paesaggísticamente. 

Nell'ambito del Piano Territoriale Infraregionale i principali interventi a verde, evidenziati nelI' Elab. D.03 

Zonizzazione - per l'edificazione - Carta degli interventi di valorizzazione e paesaggistico-ambientale 

riguardano le seguenti tipologie: 

Aree per il verde paesaggistico naturale 

Corrispondono alle aree destinate a verde di protezione ambientale, localizzate in particolare a sud, nei 

pressi dell'impianto di depurazione delle acque. 

La sistemazione a verde dell'area del depuratore dovrà seguire i criteri progettuali previsti dalle norme 

tecniche di attuazione, definendo gli interventi sulla base di opportune indagini preliminari volte a individuare 

le zone di maggior interesse vegetazionale da conservare e quelle dove intervenire tramite sostituzione o 

integrazione della vegetazione. 

150



Su tali aree è previsto un impianto arboreo/arbustivo (ad integrazione della vegetazione esistente) con 

l'impiego di essenze per almeno l'80% scelte tra quelle indicate nella tabella allegata. 

La densità d'impianto minima è di 1 albero d'alto fusto ogni 50,00 mq di superficie e 1 arbusto ogni 25,00 

mq. La distanza d'impianto tra le essenze arboree sarà di m. 6,50. 

Aree per il verde e la riqualificazione paesaggistica 

Corrispondono alle aree destinate a verde di protezione ambientale direttamente connesse ai lotti industriali, 

con funzione di barriera. 

Rientrano in questa categoria gli interventi previsti in diverse aree e con funzioni diverse di seguito descritte: 

realizzazione di una fascia arboreo arbustiva a densità elevata a protezione delle aree a vincolo 

paesaggistico, in particolare lungo il perimetro del fiume Tagliamento, nel rispetto dei DLgs n° 

42/04; 

realizzazione di una fascia arboreo/arbustiva a densità elevata finalizzata alla qualificazione 

paesaggistica e alla mitigazione degli impatti visivi tra l'arca industriale e le aree residenziali o 

agricole contermini. 

Rientrano in questa categoria ulteriori interventi a verde per la mitigazione degli impatti visivi e per un miglior 

inserimento paesaggistico dei lotti industriali e per quelli destinati ai servizi. 

Sulle aree sopra descritte è prevista la realizzazione di fasce arboreo-arbustive; le essenze da mettere a 

dimora saranno scelte per almeno l'80% tra quelle indicate nella tabella allegata. La densità d'impianto 

minima, è di 1 albero d'alto fusto ogni 30,00 mq di superficie e 1 arbusto ogni 15,00 mq. La distanza 

d'impianto tra le essenze arboree sarà di m. 6,50. 

Arredo a verde e alberature stradali 

Corrispondono alle aree verdi poste lungo le viabilità esistenti e/o di progetto. Per tali aree si dovrà 

prevedere la piantumazione di filari alberati e radure a verde. 

Per tutti gli interventi sopra descritti è stata prescritta una densità d'impianto minima di m. 10,00, con 

impiego di essenze da scegliere per almeno il 60% tra quelle indicate nella tabella di seguito riportata. 

Rappresenta una scelta di piano per la mitigazione degli impatti anche l'uso di specie arboree/arbustive 

autoctone, visto l'estrema semplificazione del numero delle specie presenti nell'area. 

Nelle pagine seguenti si riporta la tabella con le specie arboreo/arbustive da utilizzare negli interventi a 

verde, suddivise in base alla tipologia d'impiego, come dedotta dalle specie presenti in loco e da tipologie 

vegetazionali similari limitrofe. 

La numerazione delle colonne è in riferimento alle essenze da impiegare per gli interventi a verde previsti 

dalle norme tecniche di attuazione di Piano, e riguarda: 

1. aree per il verde paesaggistico naturale, comprendenti le aree pubbliche a radura prativa e bosco, 

concentrate nei pressi dell'impianto di depurazione; 

2. aree verdi e riqualificazione paesaggistica, comprendenti aree a confine con fasce di rispetto fluviale 

(DLgs n° 42/04), aree verdi all'interno e perimetra li ai lotti e aree a verde lungo il confine di Piano 

Territoriale Infraregíonale; 

3. arredo a verde e alberature stradali. 

151



PRINCIPALI SPECIE VEGETALI CONSIDERATE PER GLI INTERVENTI A VERDE 

152



10. Misure previste per il monitoraggio e controllo degli impatti ambientali 

significativi 

8.1 Indicatori 

Gli indicatori assunti sono quelli già utilizzati da alcuni anni dal Consorzio della zona industriale del Ponte 

Rosso per monitorare costantemente i fattori di possibile rischio ambientale nella zona. 

Gli elementi assunti sono : 

− aria 

− rumore 

− inquinamento luminoso 

− inquinamento falde 

− potabilità dell'acqua. 

Le modalità di raccolta dei dati e la loro elaborazione sono così sintetizzabili: 

a) aria 

Frequenza monitoraggio : circa sei mesi 

Modalità di raccolta dati : 5 stazioni (asilo nido, rotatoria Via Tolmezzo, rotatoria Sirap, Ingresso 

Baumit, rotatoria Via Pescopagano) 

Analisi condotte : biossido di zolfo, monossido di carbonio, biossido di azoto, sostanze 

organiche volatili 

b) rumore 


Modalità di raccolta dati : stazioni in ambiente esterno 

Analisi condotte : rilevamento fonometrico con utilizzo fonometro integratore 

c) inquinamento luminoso 

Frequenza monitoraggio : annuale 

Modalità di raccolta dati : circa 80 stazioni di rilevamento notturno in ambiente esterno 

Analisi condotte : rilevamento con luxmetro a circa 1,6 m dal suolo 

d) inquinamento falde e 

potabilità dell'acqua 


Modalità di raccolta dati : 5 stazioni (sede Keymec arpa, asilo nido, deposito consortile, impianto 

depurazione, pozzo via Gemona) 

Analisi condotte : sapore, colore, odore, ph, torbidità, conducibilità, residuo 180°C, metalli, 

batteri coloformi 

I valori registrati nel periodo 2004/2008 risultano conformi alle disposizioni di legge. 

Essi vengono utilizzati per la produzione di un rapporto annuale. 

Non si ritiene necessario intensificare la periodicità, né variare la tipologia degli indicatori di monitoraggio. 

Le summenzionate azioni di monitoraggio saranno effettuate direttamente dal Consorzio Z.I.P.R. a mezzo di 

ditte appaltatrici specializzate. 

Il controllo delle suddette azioni sarà effettuato, sulla base delle specifiche competenze ed attribuzioni, da : 

- ARPA 

- ASSL 

- Comune di San Vito al Tagliamento 

153


RELAZIONE INTEGRATIVA PER IL 

RAPPORTO AMBIENTALE 

(VARIANTE 1 AL PIP) 

ALLEGATO N. 2

Premessa 

0 - Criticità ambientali 

La presente relazione è redatta allo scopo di dare risposta al parere espresso dall'Agenzia 

Regionale per la Protezione dell'Ambiente del Friuli Venezia Giulia con nota prot. 

7177/2009/DS/74 in merito al Rapporto Ambientale che accompagna la Variante n°1 al Piano 

per gli Insediamenti Produttivi del Comune di San Vito al Tagliamento. 

La Variante suddetta riguarda l'ampliamento della zona D1 del Ponterosso, facente parte del 

P.I.P., in adeguamento alle previsioni della Variante n°36 al PRGC recentemente approvata. 

Il P.I.P. vigente e la Variante n°36 al P.R.G.C. sono accompagnate da Rapporto Ambientale, in 

merito al quale l'A.S.S.L. n° 6 ha espresso parere nel mese di settembre 2008, i cui contenuti 

sono stati recepiti nelle norme tecniche di attuazione dello strumento attuativo. 

Il parere dell'A.R.P.A. verte sui seguenti aspetti : 

1) assenza di riferimenti a V.A.S. di piani sovraordinati, 

2) mancata individuazione di alternative proponibili e definizione dei criteri per la loro 

valutazione, 

3) necessità di approfondire l'esame di alcune criticità ambientali, relative al suolo (consumo 

di territorio, impermeabilizzazione, frammentazione ecologica, rifiuti), aria (emissioni in 

atmosfera), acqua (riduzione delle superfici di percolazione, incremento delle acque di 

scorrimento di prima pioggia, scarico acque reflue nei corpi idrici superficiali) ed energia 

(assenza di riferimenti alle fonti rinnovabili), 

4) necessità di definire puntualmente un sistema di monitoraggio, dotandolo di opportuni 

indicatori, 

5) obbligo di sottoporre lo strumento urbanistico alla procedura di V.A.S. 

La presente relazione affronta dettagliatamente i punti summenzionati, facendo presente 

altresì che : 

− in merito al punto 1), non esistono Valutazioni Ambientali Strategiche cui far riferimento per 

le problematiche della Z.I.P.R. Ogni riferimento contenuto nel Rapporto Ambientale trae la 

propria coerenza dal confronto con i Rapporti Ambientali redatti per la Variante n°36 al 

PRGC e per la riadozione del P.I.P., nonchè con lo Studio di Impatto Ambientale allegato al 

Piano Territoriale Infraregionale, adottato e successivamente revocato, 

− riguardo al punto 2), la Variante n°1 al P.I.P. recepisce integralmente le scelte 

pianificatorie già assunte dal PRGC, per cui non sussiste alcuna possibilità di introdurre 

soluzioni urbanistiche alternative, 

− con riferimento al punto 5), si condivide quanto affermato nel parere, salvo ritenere 

esaustivi, per il completamento della procedura, le integrazioni di seguito esplicitate.

A - SUOLO 

1. Consumo di suolo agricolo “irreversibile” 

Con Variante n°36 al PRGC il Comune di San Vito al Tagliamento ha provveduto ad individuare 

le aree destinate all'ampliamento della Zona industriale di interesse regionale D1 del 

“Ponterosso”, su una superficie complessiva di circa 58 ha., che rappresentano grossomodo il 

15,5% delle aree attualmente costituenti la Z.I.P.R. (ha 375). 

Va considerato il fatto che l'esigenza di ampliamento è conseguente all'esaurimento delle aree 

libere ancora da assegnare a ditte richiedenti e al persistere di richieste di insediamento tuttora 

inevase da parte di nuove aziende. 

Con la suddetta Variante il Piano Struttura ha definito, altresì, tale ampliamento come limite 

massimo di contenimento della zona D1, che non potrà prevedere, pertanto, ulteriori future 

espansioni. 

La scelta pianificatoria effettuata è supportata dalle seguenti considerazioni : 

a- indirizzi generali fissati nel P.U.R. e successivi atti di pianificazione regionale, tendenti a 

favorire la razionalizzazione del sistema produttivo, mediante la prioritaria concentrazione 

della localizzazione di iniziative imprenditoriali all'interno delle sette grandi aree di interesse 

regionale D1, 

b- indirizzi assunti dal Consorzio Z.I.P.R. e dai Comuni ad esso aderenti, volti a confermare le 

scelte regionali, predisponendo il Piano Territoriale Infraregionale, finalizzato a gestire un 

insieme integrato di aree produttive, comprendenti, oltre l'ambito della Z.I.P.R., anche le 

contigue zone D2 di interesse comunale di Casarsa e Valvasone. Tale indirizzo favorisce un 

utilizzo più razionale del territorio, evitando la polverizzazione delle zone industriali locali, 

minimizza lo spreco del territorio e massimizza i vantaggi in termini di costo delle 

infrastrutture e di trasferimento di merci e persone, 

c- indirizzi assunti dal Comune di San Vito al Tagliamento che, attraverso lo strumento del 

P.I.P., ha inteso ribadire il proprio ruolo pianificatorio del territorio comunale ed il controllo 

pubblico delle aree da destinare agli insediamenti produttivi, attraverso un ente gestore di 

natura pubblica (Consorzio Z.I.P.R.). 

Si ritiene, pertanto, che le scelte assunte in relazione all'ampliamento della Z.I.P.R., alla sua 

entità ed alla sua localizzazione, siano scelte pianificatorie consolidate attraverso lo strumento 

del PRGC e che lo strumento attuativo (P.I.P.) non possono rimettere in discussione. 

E' evidente, tuttavia, che la sottrazione di 58 ha di territorio agricolo costituisca, dal punto di 

vista ambientale, un fattore rilevante di criticità, in ragione del quale le motivazioni di carattere 

politico – programmatorie devono accompagnarsi a valutazioni complessive in termini di costi – 

benefici. 

In relazione a tali aspetti si deve tener presente : 

− che la configurazione morfologica del territorio, i limiti fisici determinati dalla presenza di 

infrastrutture (ferrovia, strade) e di vincoli territoriali (fascia di rispetto del Fiume

Tagliamento), portano a considerare gran parte delle aree interessate dalle previsioni 

urbanistiche in argomento come aree marginali dal punto di vista dell'utilizzo agricolo, 

− che le attuali colture in atto sono prevalentemente costituite da seminativi ed, in misura 

minore, da vigneti, con un elevato frazionamento fondiario ed una dimensione medio – 

piccola delle aziende, 

− che dal punto di vista pedologico, la zona non presenta valenze significative tali da far 

presupporre la possibile introduzione di colture agrarie più redditizie. 

Dal punto di vista dei benefici si deve considerare : 

− l'incremento occupazionale stimato in 900 addetti circa, in un momento come l'attuale di 

forte contrazione e chiusure di aziende (ad esempio, il caso Luvata con 150 addetti in 

mobilità), 

− i vantaggi diretti per l'economia locale, sia per le aziende coinvolte nella fase di 

costruzione delle infrastrutture e degli opifici, sia, ad aziende insediate, per l'indotto 

(aziende subfornitrici). Una valutazione di larghissima massima porta ad ipotizzare 

investimenti per l'infrastrutturazione delle aree in misura di almeno 7-8 milioni di euro e 

per la costruzione degli opifici di 60-70 milioni di euro, 

− la disponibilità di importanti risorse per le casse comunali, in termini di imposte locali 

(I.C.I.). 

L'ampliamento della Z.I.P.R. è supportato, inoltre, dalla volontà di garantire forme di 

compensazione per il ristorno del possibile danno alle proprietà agricole. 

In particolare, il Consorzio ha manifestato, sin dall'avvio dell'iniziativa, la disponibilità a 

surrogare l'indennizzo con la cessione in permuta di altre terreni agricoli, già in proprietà del 

Consorzio, garantendo, in tal modo, il mantenimento di dimensioni compatibili per le aziende 

agricole coinvolte. 

In realtà, nessuna azienda ha sinora inteso avvalersi di tale possibilità.

2. Impermeabilizzazione 

La variante n°1 al P.I.P. prevede un ampliamento del P.I.P. di circa 58 ha, di cui 52,21 ha da 

destinare alle attività produttive. 

Conseguentemente, la massima superficie coperta realizzabile è pari a mq 260.000 (50% della 

superficie fondiaria). 

Le aree destinate a verde pubblico ammontano ad ha 3,16 (5,4% della superficie territoriale). 

Tenuto conto che l'area di pertinenza degli edifici può essere, a sua volta, completamente 

impermeabilizzata, per la realizzazione di piazzali, l'incidenza della superficie non permeabile 

assume valori teoricamente molto elevati. 

Come si evince dai dati riportati nel Rapporto Ambientale (cap. 3.6 pag. 62 e seg.), l'area della 

Z.I.P.R. presenta una struttura stratigrafica caratterizzata da : 

▪ terreni vegetali di copertura superficiale (0-2 m dal p.c.), 

▪ terreni ghiaiosi (profondità 2-13 m) 

▪ terreni prevalentemente argillosi ( profondità 13-24 m), 

▪ terreni ghiaiosi (profondità 24-32 m). 

Sotto l'aspetto idrologico, l'area si colloca lungo la linea delle risorgive e presenta, pertanto, una 

prima falda molto superficiale (0-2 m dal p.c.). 

Negli studi geologici prodotti per le precedenti varianti allo strumento urbanistico è stata redatta 

una Carta della minima profondità della falda, che segnala forti oscillazioni di questa prima 

falda, in relazione alle portate del Fiume Tagliamento che la alimenta. 

A portate abbondanti e persistenti del vicino fiume, segue un rapido innalzamento del livello, 

mentre in fase di magra il corso d'acqua diventa drenante nei confronti dei terreni di sponda. 

Tale situazione porta a considerare molto modesta la capacità drenante dei terreni in periodi 

prolungati dell'anno. 

Per tale motivo, il Consorzio ha provveduto a predisporre una apposita rete per lo smaltimento 

delle acque meteoriche, convogliandole direttamente al corpo idrico superficiale (Roggia Roja). 

Se analizziamo l'incidenza delle previsioni di ampliamento rispetto al dimensionamento 

complessivo della Z.I.P.R. desumiamo quanto segue : 

PIP VIGENTE AMPLIAMENTO TOTALE 

superficie incidenza superficie incidenza superficie incidenza 

ha % ha % ha % 

− superficie complessiva 316,34 58,49 374,83 

− superfici permeabili (aree 

verdi e pertinenze attrezz.) 87,91 27,79 5,12 8,75 93,03 

24,82 

Le superfici dei lotti produttivi ammontano a 252,12 ha e le pertinenze scoperte risultano 

teoricamente pari a mq 1.260.600 (50%). 

Si ritiene, pertanto, che, per assicurare il mantenimento dell'attuale rapporto tra superfici

permeabili ed impermeabili, (27-28% della superficie territoriale), si renda necessario 

prescrivere l'obbligo del mantenimento di superfici permeabili (verdi o pavimentate con materiali 

filtranti) all'interno dei lotti produttivi, dimensionandole come segue : 

− superficie complessiva di piano : ha 374,83 

− incidenza superficie permeabile ottimale : 27,79% 

− superficie permeabile ottimale : ha 104,17 

− superficie permeabile esistente (aree pubbliche) ha 93,03 

− superficie permeabile da realizzare all'interno dei lotti ha 11,14 

− incidenza % sulla superficie dei lotti produttivi : 

111.400 / 2.521.200 = 4,42% 

100 

che si arrotonda per eccesso al 5,00% 

Tale indirizzo verrà recepito nelle norme tecniche di attuazione del P.I.P.

3. Frammentazione ecologica e perdita di paesaggio rurale 

L'ampliamento della ZIPR produce, ovviamente una riduzione del paesaggio rurale e una 

perdita di continuità del sistema ecologico. 

Di fatto, il paesaggio rurale risulta già compromesso dalla presenza di infrastrutture e dalla 

semplificazione colturale in atto, almeno per la parte di ampliamento verso nord. 

Più delicata è la condizione delle aree che prospettano l'argine del Tagliamento ad est, per le 

quali vale soprattutto la percezione paesaggistica di profondità, parzialmente limitata dall'argine. 

Come evidenziato nel capitolo relativo al consumo di territorio, tale condizione rientra in una 

valutazione positiva nel bilancio di costi / benefici, proprio per il limitato interesse paesaggistico 

delle aree e lo scarso valore agronomico delle stesse. 

La riduzione dell'impatto verso il territorio agricolo è comunque gestibile attraverso opere di 

mitigazione, che riguardano soprattutto la formazione di barriere vegetali lungo i limiti di zona. 

Il piano prevede l'utilizzo di ampie fasce alberate, con piantumazione di specie autoctone di alto 

e medio fusto intervallate da arbusti. 

Per quanto attiene la frammentazione ecologica, il piano prevede di utilizzare : 

− le ampie fasce di “verde generico”, 

− l'ambito a nord, lungo la ferrovia Venezia – Udine, con la presenza di un nucleo arboreo ad 

accrescimento spontaneo, opportunamente tutelato dal Piano Regolatore, 

− l'ambito a sud, che costituisce una vasta zona di filtro tra gli insediamenti industriali e 

l'abitato di San Vito. 

Tali elementi concorrono a comporre un sistema lineare di “corridoi ecologici”, che metta in 

relazione l'habitat del Tagliamento con la vasta campagna posta tra Casarsa e San Vito al 

Tagliamento. 

Gli elementi forti sono costituiti soprattutto dalle ampie fasce a nord e a sud, ove gli spostamenti 

possono avvenire in assenza di particolari ostacoli. 

All'interno della Z.I.P.R., le fasce laterali della viabilità e le aree di verde pubblico che 

circondano i principali edifici di interesse collettivo stabiliscono una ulteriore rete di percorsi 

continui, privi di barriere utilizzabili anche per il libero spostamento di specie animali. 

L'intensa piantumazione di alberature in atto, sia in forma di filari che di boschette favorisce la 

creazione di punti di riferimento per la nidificazione dei volatili. 

Come si evince dall'allegata planimetria, il sistema del verde esistente già di fatto assolve ai 

suddetti obiettivi. I punti critici di discontinuità del “corridoio ecologico” possono essere risolti 

con limitati interventi, quali la formazione di tunnel e passaggi protetti attraverso le principali 

barriere (ferrovia e viabilità).

4. Rifiuti 

La componente rifiuti deve essere analizzata rispetto ai seguenti elementi : 

a- rifiuti prodotti dal trattamento delle acque reflue industriali 

Le acque sono trattate nell'impianto di depurazione, ove confluiscono dalla rete generale di 

raccolta degli scarichi delle acque nere. 

Un primo processo di grigliatura, dissabbiatura e disoleazione produce rifiuti solidi (fanghi), che 

vengono periodicamente smaltiti come rifiuti (56 tonn. nel 2007), 

Un secondo processo trasferisce il liquame attraverso vasche di equalizzazione, pre- 

denitrificazione ed ossidazione fino ad un sedimentattore finale, ove avviene la separazione tra 

fanghi ed acqua depurata. 

Quest'ultima subisce un ulteriore procedimento di fltrazione e disinfezione prima dello scarico 

finale nella roggia Roja. 

I fanghi subiscono il processo di ispessimento e disidratazione, cui segue il deposito in 

cassonetti e lo smaltimento in discariche autorizzate (51 tonn nel 2007). 

L'impianto attualmente in fase di completamento è dimensionato per le necessità della zona 

industriale a regime e, quindi, ad avvenuta realizzazione di tutte le previsioni urbanistiche 

vigenti. 

b- residui di pulizia stradale 

L'attività del Consorzio ha notevolmente accrescituo, negli ultimi anni, l'attività di spazzamento 

delle strade, anche in conseguenza del notevole incremento di traffico dei mezzi pesanti. Nel 

2007 si sono raggiunte le 68 tonn. Di residui da pulizia stradale, che vengono smaltiti come 

rifiuti in discariche autorizzate. 

c- rifiuti prodotti dalle aziende 

I rifiuti prodotti dalle aziende sono gestiti autonomamente dalle stesse e soggetti a controllo 

attraverso le denunce MUD, i cui dati sono messi a disposizione dalla Camera di Commercio di 

Pordenone. 

Nel periodo 2202 - 2006 i rifiuti industriali prodotti all'interno della ZIPR sono risultati suddivisi 

come da seguente tabella (valori in tonn.) : 

tipologia/anno 2002 2003 2004 2005 2006 

Plastica e gomma 267 15402 2088 20316 19431 

Carta e cartone 543 1525 2178 2640 10770 

Legno e trucioli 2378 11816 5452 7390 3589 

Vetro 2068 9216 6595 9020 10498 

Metallo 2177 4607 7207 7141 7524 

Altri rifiuti 33006 28290 43139 41612 40709 

Rifiuti pericolosi 2465 3011 5190 5751 4248 

Totale rifiuti 42907 73869 71850 93872 96771 

L'incremento di superficie di zona industriale implicherà un aumento della potenzialità 

produttiva stimabile nel 20% dell'attuale situazione, valore ritenuto ancora compatibile con le 

attuali modalità di raccolta e smaltimento.

B – ARIA 

1. Emissioni in atmosfera 

Come illustrato nel Rapporto Ambientale, al capitolo 3.1, da pag. 28 a 35, tra le atttività del 

Consorzio emerge il costante monitoraggio della qualità dell'aria. I dati raccolti nei vari monitoraggi 

hanno evidenziato che l'aria atmosferica della ZIPR non è interessata da fenomeni di 

inquinamento particolarmente rilevanti e le concentrazioni di inquinanti organici ed inorganici sono 

da considerarsi poco significativi. 

Anche la media giornaliera di presenza di polveri sottili PM10 è stata riscontrata in modo quasi 

costante sotto i limiti normativi (50 mg/mc). 

Inoltre, anche quando detti limiti sono stati superati per concomitanti fattori atmosferici, la presenza 

di polveri sottili è stata sostanzialmente in linea o addirittura di molto inferiore a quella rilevata nei 

principali centri urbani della Regione. 

E' comunque evidente che l'ampliamento della ZIPR produrrà un incremento del carico inquinante 

in atmosfera, sia conseguente all'incremento del traffico che del consumo energetico delle aziende 

insediate. 

In quest'ottica, uno degli obiettivi prioritari perseguiti dal Consorzio è quello di ridurre 

progressivamente l'inquinamento atmosferico, intervenendo sui seguenti fattori : 

1. inquinamento da traffico veicolare 

L'importante investimento in gran parte già realizzato, per dotare la ZIPR di una rete 

ferroviaria interna, consentirà, nei prossimi anni, di trasferire quote consistenti di merci su 

ferro, riducendo gli spostamenti su gomma ed abbattendo in particolare la concentrazione 

di PM10. 

2. inquinamento da scarichi aziendali 

Anche in questo caso, il programma di realizzazione della rete di metanizzazione 

consentirà la trasformazione degli impianti esistenti, riducendo drasticamente le emissioni 

di CO2 ed altri gas nocivi.

C – ACQUA 

1. Diminuzione delle aree di percolazione delle acque meteoriche 

Come già evidenziato nel capitolo relativo all'impermeabilizzazione del suolo, l'ampliamento del 

P.I.P. produrrà un incremento delle aree impermeabili, con la conseguente necessità di 

predisporre apposite aree verdi all'interno dei lotti, aventi capacità drenante sufficiente a 

mantenere una situazione di equilibrio idraulico analoga a quella oggi esistente. 

A questo primo intervento, di tipo “passivo”, si ritiene necessario introdurre ulteriori 

provvedimenti, le cui caratteristiche tecniche troveranno adeguata definizione a seguito del 

redigendo piano generale della fognatura consortile, di imminente predisposizione. 

Con tale progetto sarà possibile valutare le caratteristiche dimensionali della rete di smaltimento 

delle acque pluviali, tenendo conto dell'evoluzione pluviometrica del sito, riguardo alla frequenza 

delle precipitazioni di notevole intensità e breve durata, del coefficiente udometrico più 

appropriato e della capacità di invaso del bacino idraulico. 

Il progetto in questione potrà eventualmente individuare soluzioni di ingegneria idraulica idonee, 

quali la formazione di apposite vasche di accumulo o bacini di laminazione, per favorire il 

parziale recupero e riuso delle acque, anche in funzione dell'irrigazione delle aree verdi private 

o consortili. 

Nei programmi del Consorzio rientra anche la realizzazione della rete di distribuzione idrica. 

Attualmente l'approvigionamento idrico è garantito dall'emungimento da pozzi, come avviene 

nell'intero territorio comunale di San Vito al Tagliamento. 

Il Consorzio effettua annualmente controlli analitici dei parametri microbiologici, chimico / fisici 

ed organolettici, per assicurare la potabilità dell'acqua nel rispetto dei valori limite stabiliti dal 

D.Lgs 31/2001. 

L'acqua attualmente emunta nel territorio del Ponterosso può adeguatamente sostituire 

qualsiasi acqua minerale presente sul mercato.

2. Incremento di acque di scorrimento di prima pioggia da aree produttive 

Secondo le vigenti norme igienico sanitarie, recepite dal regolamento della fognatura consortile 

è fato divieto di consentire la percolazione nel suolo delle acque meteoriche di prima pioggia 

(“first flash”), provenienti dalle coperture degli edifici e dai piazzali, in quanto contenenti 

sostanze inquinanti. 

Allo stato attuale tutte le aziende insediate sono allacciate alle reti nera e meteorica, per cui 

nessuno scarico recapita nel sottosuolo. 

Le acque di prima pioggia (che per definizione coincidono con i primi 5 mm di precipitazione) e 

le acque di lavaggio, destinate al recapito in corpo d’acqua superficiale, sono preventivamente 

avviate ad apposite vasche di raccolta a perfetta tenuta, dimensionate in modo da trattenere 

generalmente non meno di 50 mc per ettaro di superficie scolante. 

Alle acque meteoriche di dilavamento è destinata una apposita rete di raccolta e 

convogliamento, munita di un sistema di alimentazione delle vasche di prima pioggia che le 

escluda automaticamente a riempimento avvenuto; la rete è dimensionata sulla base degli 

eventi meteorici di breve durata e di elevata intensità caratteristici della zona. 

Secondo la prassi corrente si assume che l’evento si verifichi in quindici minuti e che il 

coefficiente di afflusso alla rete sia pari a 1 per la superficie scolante e a 0,3 per quelle 

permeabili di qualsiasi tipo ad esse contigue. 

Accanto alle acque di prima pioggia, si devono considerare quelle relative alla “seconda 

pioggia”, che non possono essere immesse nel sottosuolo, quando interessano aree di deposito 

di materiali che contengono sostanze potenzialmente inquinanti. Pur non disponendo di 

normative specifiche, è buona prassi provvedere allo stoccaggio di tali materiali in luoghi riparati 

ed al contenimento, nel caso siano alle intemperie, con apposite cordolature, degli spazi di 

pertinenza in modo da consentire il convogliamento delle acque potenzialmente inquinate verso 

pozzetti di prelievo. 

Con l'aggiornamento del progetto generale delle fognature sarà possibile definire modalità di 

intervento che assicurino, da un lato, la possibilità di implementare le falde sotterranee, 

convogliando acque pretrattate nelle aree verdi pubbliche che fiancheggiano la viabilità, nonchè 

la possibilità di effettuare la filtrazione delle acque di prima pioggia entro vasche, localizzate su 

aree pubbliche e dimensionate in funzione di diversi settori secondo cui la ZIPR può essere 

articolata.

3. Scarico delle acque reflue in corpi idrici superficiali 

Il Consorzio è delegato dal Comune di San Vito al Tagliamento a realizzare e gestire il sistema 

di fognatura, collettamento e depurazione dell'area P.I.P. 

La Provincia ha rilasciato al consorzio, come ente gestore della fognatura bianca e nera, 

autorizzazione allo scarico di acque reflue urbane provenienti dal depuratore consortile e dai 

collettori della fognatura bianca in Roggia Roja. 

Come ente gestore, a sua volta, il Consorzio rilascia, a tutte le ditte insediate, l'autorizzazione 

allo scarico di acque reflue in fognatura consortile bianca e nera, indicando le opportune 

prescrizioni da adottare e il rispetto dei valori limite di emissione previsti dalla tabella 3 allegato 

5 del D.Lgs. 152/06 e preserva i sistemi di fognatura, collettamento e depurazione da 

danneggiamenti o disservizi conseguenti ad immissioni non compatibili. 

Il Consorzio vigila, pianificando ed effettuando controlli sugli scarichi delle ditte ritenute più a 

rischio insediate nella zona industriale. 

Nel corso del 2007 sono stati effettuati 278 controlli su 25 aziende, relativamente ai seguenti 

parametri : pH, COD, SST, Alluminio, Cromo, Rame, Idrocarburi totali, solventi clorurati, ferro, 

aldeidi, fenoli, solventi aromatici, zinco, tensioattivi totali, azoto ammoniacale, solfiti, nichel, 

piombo. 

Nei primi mesi del 2008 si è conclusa la fase di ampliamento e potenziamento del depuratore. 

L'impianto, basato sul processo di depurazione biologica a fanghi attivi permette di depurare nel 

migliore modo possibile con tecniche all'avanguardia, tutto il liquame in ingresso. 

I liquami, scaricati dalle aziende, nella rete fognaria nera vengono convogliati all'impianto di 

depurazione di via Gemona, le cui caratteristiche sono state precedentemente descritte. 

Le acque depurate, entro i limiti tabellari prescritti, fuoriescono dall'impianto di depurazione e 

vengono immesse nell'unico corpo idrico superficiale esistente (Roggia Roja), affluente del 

Lemene. 

Al 2007 le aziende dotate di autorizzazione allo scarico erano 93 sulle 115 insediate ed attive. 

Come si rileva dal Rapporto Ambientale, non si sono registrati, negli ultimi anni, valori non 

conformi ai limiti di legge. 

Le nuove aree da urbanizzare saranno collegate alla rete fognaria bianca e nera ed 

utilizzeranno le medesime modalità di smaltimento delle acque attualmente in uso per gli 

insediamenti esistenti. 

L'impianto di depurazione è dimensionato per la massima potenzialità di espansione della 

Z.I.P.R.

D - ENERGIA 

1. Fonti alternative e /o rinnovabili 

Uno tra gli obiettivi prioritari che il Consorzio sta promuovendo è certamente quello del risparmio 

energetico e dell'utilizzo di fonti energetiche rinnovabili. 

Le azioni programmate sono indirizzate verso : 

1. la riduzione dell'inquinamento luminoso e la riduzione dei costi di gestione 

Tale azione si esplica nella centralizzazione e razionalizzazione delle linee di alimentazione, 

nella sostituzione delle lampade e dei corpi illuminanti, nella predisposizione di nuovi punti 

luce. 

Attualmente l'impianto consta di una copertura di 7.350 m di linea con 230 punti luce, che 

assorbono una potenza di 35.000 W ed un consumo medio annuo di 100.000 Kwh annuo. 

Il costo complessivo annuo è di € 17.000,00 circa (anno 2007). 

L'investimento previsto (€ 300.000) è innanzitutto rivolto alla sostituzione delle lampade 

esistenti (a incandescenza) con altre a basso consumo energetico (fluorescenti). 

Una valutazione comparativa tra costo di acquisto della lampada e consumo della stessa, 

nel periodo medio di vita, porta a stimare un risparmio del 350-400%. 

2. la metanizzazione 

Il Consorzio ha avviato la realizzazione di una rete di distribuzione di gas metano a media e 

bassa pressione. 

Come noto, l'uso del gas naturale comporta una combustione a basse emissioni, l'assenza 

di processi di trasformazione che generano emissioni, la non tossicità per l'ambiente e le 

persone, l'assenza di zolfo, azoto organico, polveri, fuliggine e metalli pesanti, una bassa 

emissione di anidride carbonica, nessun problema di smaltimento ed il trasporto sotterraneo 

senza traffico pesante. 

L'uso del metano, inoltre, comporta vantaggi economici, quali il minor costo della materia 

prima, un risparmio energetico per uso riscaldamento grazie alla tecnica della 

condensazione, della mdulazione e del recupero del calore, il contenimento delle spese di 

manutenzione grazie alla combustione pulita, la certezza dell'approvigionamento, l'assenza 

di oneri per lo stoccaggio della materia prima. 

Il progetto generale prevede un investimento complessivo di € 3.450.000,00 suddiviso in 

due stralci : 

− il primo, appaltato, finalizzato a realizzare la cabina primaria di decompressione e la 

posa di circa 6 km di condotte, 

− il secondo, destinato alla realizzazione di ulteriori 13 km di condotte. 

3. fotovoltaico 

Il Consorzio ha commissionato alla ditta Innost uno studio di fattibilità per l'installazione di 

impianti fotovoltaici nell'area ZIPR. 

L'obiettivo prioritario è quello di contenere i costi delle forniture energetiche e di

salvaguardare l'ambiente riducendo drasticamente l'emissione di CO2 in atmosfera. 

Le superfici ottimali individuate riguardano : 

a) le coperture degli edifici esistenti ( mq 33.500) con possibilità di installare 

pannelli su una superficie di mq 21.000, ottenendo una produzione di 3.050.000 

Kwh/anno e riducendo l'emissione di CO2 in misura di 2.000 tonn/anno, 

b) le coperture dei nuovi edifici realizzabili nelle aree di espansione, con una 

pannelli, 

disponibilità nel breve periodo di almeno mq 10.000 di ulteriori superfici per 

c) gli edifici ad alta riconoscibilità (centro direzionale, asilo nido), con una produzione 

annua di 32.600 kwh ed un contenimento di CO2 per almeno 21 tonn, 

d) le infrastrutture e le aree ad esse relative (ferrovia, rotatorie), con una produzione 

annua di 55.200 Kwh ed un contenimento di CO2 per almeno 36 tonn. 

L'investimento finanziario necessario per l'attuazione di tale programma è di € 

16.500.000,00. 

Il Consorzio ha avviato autonomamente questo percorso realizzando un impianto 

fotovoltaico presso il depuratore e prevedendone un altro sulla rotatoria centrale. 

Il primo ha una superficie radiante di 380 mq, una potenza di 52 kw ed un costo di € 

320.000; il secondo avrà una superficie radiante di 300 mq, una potenza di 38,8 kw ed un 

costo di € 270.000. 

L'obiettivo del Consorzio è di raggiungere nel 2015 una produzione energetica da fonti 

rinnovabili di almeno 3.400.000 kwh/anno ed un risparmio di CO2 di 3.200 tonn/anno. 

4. altri fonti energetiche rinnovabili 

Tenuto conto della prevista realizzazione della rete di metanizzazione, sarà possibile 

affrontare, previa verifica di fattibilità tecnico – economica, la realizzazione di impianti che 

consentano di autoprodurre in forma combinata energie secondarie (forza e calore), da 

fonte primaria (metano, biogas). 

In una centrale di cogenerazione i gas di scarico del motore per la produzione di energia 

elettrica hanno livelli termici elevati e di conseguenza possono essere utilizzati per 

trasferire calore ad olio, acqua o aria (utilizzi in processi industriali, teleriscaldamento, ecc.), 

direttamente (fumi utilizzati per l'essiccamento), oppure per produrre una ulteriore quota di 

energia elettrica (ciclo combinato). 

Mediamente un impianto di cogenerazione a gas naturale permette, per ogni KWh prodotto, 

un risparmio di CO2 pari a 450 gr, rispetto alla produzione separata di energia elettrica 

(centrale termoelettrica) ed energia termica (caldaia convenzionale). 

I valori di rendimento medi in potenza elettrica nel campo della piccola generazione sono 

mediamente compresi nei seguenti ambiti: 

− turbina a vapore 18-20%

− turbogas 23-33% 

− motori alternativi 34-42% 

Considerando, invece il rendimento globale del sistema di cogenerazione (energia termica 

ed energia elettrica prodotta rispetto a quella introdotta come combustibile) si ha: 

− turbina a vapore 80-90% 

− turbogas 70-85% 

− motori alternativi 65-90% 

Altra tipologia di impianto è rappresentato dal cosidetto sistema di trigenerazione, ovvero di 

produzione combinata di energia elettrica, termica e frigorifera, tramite un solo combustibile. 

In sostanza, si tratta di un processo di cogenerazione che, mediante cicli di assorbimento 

dell'energia termica, produce energia frigorifera (acqua refrigerata per il condizionamento e 

per i processi industriali). Il processo di assorbimento avviene tramite trasformazioni di stato 

del fluido refrigerante (acqua) in combinazione con il bromuro di litio utilizzato come 

assorbente. Il rendimento aumenta in maniera esponenziale rispetto ai metodi tradizionali 

con risparmi energetici anche del 60%.

SISTEMA DI MONITORAGGIO 

Le azioni di monitoraggio previste per disposizioni di legge o di regolamento sono descritte 

al cap. 10 del Rapporto Ambientale. 

Nel presente capitolo sono invece definiti : 

− le azioni di compensazione ritenute necessarie, 

− gli indicatori specifici adottati per verificare i superamento delle criticità individuate, 

− gli obiettivi contenute nel Piano da perseguire a regime, 

− il programma temporale di attuazione delle fasi di monitoraggio. 

Il programma temporale prevede la redazione di un primo Rapporto di monitoraggio, con valenza 

triennale (al 31 dicembre 2012), finalizzato ad illustrare lo stato di attuazione del piano e consentirà 

una prima verifica e l'eventuale riorientamento delle scelte, nonchè la eventuale ricalibratura degli 

indicatori.

Componente 

ambientale 

SUOLO 

ARIA 

ACQUA 

ENERGIA 

Elementi di criticità Compensazioni Indicatori di valutazione 

Sottrazione territorio 

agricolo 

Impermabilizzazione 

di nuove aree 

Frammentazione 

ecologica 

Perdita di paesaggio 

rurale 

Inquinamento da 

traffico veicolare 

Inquinamento da 

scarichi aziendali 

Diminuzione delle aree 

di percolazione 

Incremento acque di 

scorrimento di prima 

pioggia 

Scarico acque reflue 

in corpi idrici 

superficiali 

Inquinamento 

luminoso e consumo 

energetico 

Aumento 

dell'inquinamento per 

utilizzo di fonti non 

rinnovabili (produzione 

e riscaldamento / 

raffrescamento 

Insediamento di nuove 

aziende 

Aumento 

dell'occupazione 

locale 

Incremento delle 

risorse comunali 

Mantenimento della 

% di permeabilità 

attuale (27%) 

Realizzazione di 

“corridoi ecologici” 

Formazione di 

barriere di verde lungo 

i limiti di zona 

Progressivo 

trasferimento del 

traffico pesante da 

gomma a ferro 

Sostituzione 

dell'alimentazione a 

gpl o gasolio con il 

gas metano (rete) 

Previsione di aree 

permeabili 

Depurazione delle 

acque di prima 

pioggia, 

impinguamento delle 

falde sotterranee 

- % di territorio 

infrastrutturato 

% di superficie fondiaria 

assegnata a nuove 

aziende 

Incremento del n° di 

addetti 

Aumento dell'I.C.I. 

% di superficie 

permeabile sul totale 

della superficie 

territoriale 

N° di “corridoi ecologici” 

realizzati 

Km di barriere vegetali 

realizzate 

N° vagoni ferroviari in un 

anno 

Obiettivi a regime (10 

anni) 

100% di territorio 

infrastrutturato (58 ha) ed 

utilizzato per nuovi 

insediamenti (52 ha) 


assegnato per nuovi 

insediamenti (52 ha) 

900 nuovi addetti 

Obiettivi per la verifica 

con rapporto triennale (31 

dicembre 2012) 


infrastrutturato e di 

superficie fondiaria 

assegnata ai nuovi 

insediamenti 

50% di superficie 

fondiaria assegnata ai 

nuovi insediamenti 

300 nuovi addetti 

aggiuntivi rispetto al n° 

presente al 30 settembre 

2009 

Applicazione dell'I.C.I. 

Applicazione dell'I.C.I. 

Sulla superficie fondiaria 

Sulla superficie fondiaria 

(completamente utilizzata 

già assegnata 

da nuovi insediamenti) 

Raggiungimento del 5% 

Raggiungimento della 

di superficie permeabile 

superficie permeabile 

sul 50% dei lotti esistenti 

ottimale (27% pari ad ha. 

e su tutti i lotti di nuova 

104) 

assegnazione 

Formazione di 2 

connessioni ecologiche 

principali e di 2 corridoi 

ecologici secondari, 

interni alla ZIPR 

Realizzazione delle 

barriere arboree ed 

arbustive previste dal PIP 

20.000 vagoni ferroviari 

nell'anno 2019 

100% di allacciamento da 

% aziende allacciate 

parte delle aziende 

alla rete del gas metano 

insediate 

% di superficie 

permeabile rispetto alla 

superficie totale della 

ZIPR 

% acqua meteorica 

trattenuta in vasche di 

prima pioggia e non 

immesse in fognatura 

meteorica 

Innalzamento del Classificazione dei 

livello di qualità corpi idrici secondo 

dell'acqua immessa in allegati D.lgs 152/06 e 

corpo idrico 

s.m.i. 

Ristrutturazione 

impianto di pubblica 

illuminazione 

sostituzione 

dell'alimentazione a 

gpl o gasolio con il 

gas metano (rete) 

Utilizzo di fonti 

energetiche rinnovabili 

N° di lampade a basso 

consumo energetico 

installate (fluorescenti o 

led) 

Raggiungimento della 

superficie permeabile 

ottimale (27% pari ad ha. 

104) 

Raggiungimento di una 

capacità scolante e 

immessa in falda di 50 

mc / ha di acqua 

meteorica depurata 

Raggiungimento dello 

stato ecologico elevato 

e dello stato chimico 

buono 

Sostituzione di tutti i 

corpi illuminanti previsti 

dal progetto generale 

Realizzazione di una 

connessione ecologica 

principale e di due 

corridoi ecologici 

secondari 

Realizzazione del 50% 

delle barriere arboree ed 

arbustive previste dal PIP 

5.000 vagoni nell'anno 

2012 

30% di allacciamento da 

parte delle aziende 

insediate 

Raggiungimento del 5% 

di sul 50% dei lotti 

esistenti e su tutti i lotti 

di nuova assegnazione 

Raggiungimento di una 

capacità scolante e 

immessa in falda di 50 

mc / ha di acqua 

meteorica depurata per i 

lotti di nuova 

assegnazione 

Raggiungimento dello 

stato ecologico buono e 

dello stato chimico 

buono 

Infrastrutturazione delle 

nuove aree con utilizzo di 

lampade a basso 

consumo energetico 

100% di allacciamento da 30% di allacciamento da 

% aziende allacciate 

parte delle aziende parte delle aziende 

alla rete del gas metano 

insediate 

insediate 

% Kwh annue da fonti 

rinnovabili rispetto alla 

fabbisogno energetico 

complessivo 

Raggiungimento di una % 

del 30% di fabbisogno 

energetico da fonti 

rinnovabili 

Raggiungimento di una % 

del 15% di fabbisogno 

energetico da fonti 

rinnovabili

NORME TECNICHE 

Per rendere cogenti alcuni aspetti urbanistici contenuti nel Rapporto Ambientale e nella 

presente relazione integrativa, si propone di integrare le vigenti NTA con il seguente 

articolo : 

Art. 23 bis - Disposizioni per la tutela dell'ambiente 

Almeno il 5% della superficie fondiaria dei lotti produttivi dovranno essere mantenuta a 

verde o costituita da parcheggi realizzati con pavimentazione filtrante, al fine di consentire 

idonea permeabilità del suolo. 

Il verde di uso collettivo e quello generico di protezione ed arredo della viabilità saranno 

mantenuti a prato con alberature prevalentemente autoctone, nel rispetto dell'elenco di 

cui all'art. 23 e saranno di libero accesso. 

E' consentita la loro recinzione per tratti limitati con staccionate in legno. 

I serbatoi interrati saranno posti all'interno di manufatti di contenimento a tenuta stagna, in 

grado di raccogliere eventuali sversamenti. 

I depositi di materiali solidi a rifiuto dovranno avere carattere temporaneo ed essere posti 

su area pavimentata o in appositi contenitori. 

Quando si tratti di materiali polverulenti gli stessi dovranno essere coperti in modo da 

impedire il sollevamento e la dispersione delle polveri nell'aria. 

Le acque di dilavamento di coperture e piazzali e quelle utilizzate per scopi tecnologici 

dovranno essere protette da possibili sversamenti sul suolo e convogliate alla rete 

fognaria, previo trattamento secondo il vigente regolamento della fognatura consortile. 

Quelle utilizzate per scopi igienici saranno convogliate alla fognatura a seguito di 

pretrattamento delle acque con composti organici. 

Le emissioni in atmosfera dovranno essere convogliate in limitati punti per evitare 

emissioni diffuse e per facilitare la realizzazione di sistemi di filtraggio ed abbattimento 

degli inquinanti. 

Le sorgenti sonore di continua e frequente emissione dovranno essere localizzate ad 

opportuna distanza dagli uffici e dalla eventuale residenza, tenendo conto anche degli 

insediamenti limitrofi, ovvero dotarsi di sistemi di mitigazione che consentano di rispettare 

i limiti di legge.

PARERE A.S.S. N.6 

PARERE IGENICO SANITARIO 

ALLEGATO N. 3 

“VARIANTE 1 AL PIP” - RAPPORTO AMBIENTALE

PARERE A.R.P.A. 

ALLEGATO N. 4 

ASSOGGETTABILITA’ A V.A.S. ai sensi articoli 13 e 14 

del DLgs 152/2006 e smi 

Variante n.1 al PIP

DELIBERAZIONE GIUNTA COMUNALE 


ALLEGATO N. 5 

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 

VARIANTE N. 1 AL PIP - PARERE

2 contenuti del piano territoriale infraregionale - Consorzio per la ...

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