Ottobre2009 - Area di Servizio Carcere e territorio

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28 < POETI DENTRO La Biblioteca Civica Berio e la Poesia dal Carcere
Che vuoi che sia pregare e non capire tendere la mano a chi non lascia scia della presenza sua. Che vuoi che sia amare l’amore e vederlo andare via. Che vuoi che sia seguire sentieri in salita che ti portano via dalla tua vita. Hanno fiori in mano rosari pendenti parole suadenti che raccontano il digrignar di denti. Che vuoi che sia non sapere e niente capire. da CHE VUOI CHE SIA, Daniela N. - C.C. Genova, Pontedecimo Sono un apatico, non ho il minimo coraggio, la minima decisione, il minimo stile di vita. Sono il maggiore esperto e sono un grande studioso ma sono apatico. Non mi distinguo in nulla e per nulla dai migliori apatici che ci sono al mondo. Eh! L’apatia è una brutta malattia. da FRA ADRIANO, Adriano L. - C.C. Savona Questi versi, insoliti o lirici e dolorosi, provengono dalle poesie selezionate per la prima edizione di POETI DENTRO, lette a Palazzo Ducale, il giugno scorso, sul palco del Festival Internazionale di Poesia. Nato nel 1995 - quest’anno è alla 15° edizione - è la più grande manifestazione italiana dedicata alla poesia che ha ospitato in questi anni oltre 700 poeti e artisti, provenienti da 85 paesi, tra i quali i premi Nobel Walcott, Soyinka e Milosz. Il Festival è stato premiato dal Ministero dei Beni Culturali nell’aprile scorso quale miglior progetto di diffusione della poesia. Sul semplice supporto di un segnalibro, realizzato dal Corso di Grafica dell’Istituto Vittorio Emanuele II/Ruffini della C.C. di Marassi e diffuso in occasione della manifestazione “Ottobre piovono libri”, le parole delle poesie che parteciparono al concorso viaggiano e si insinuano nella personale rumorosa raccolta di frasi quotidiane che ognuno di noi colleziona, ma hanno, in questo marasma, in questo mare di fonemi e accenti e immagini e metafore, un posto a parte. E rimarranno li per un po’. Questa è la forza della poesia, ovvero di quella scelta di parole che condensano un concetto, una sensazione in modo particolarmente preciso e sonoro, e costituiscono una versione al quadrato delle frasi di tutti i giorni, quasi a formare una parallela e “più reale” realtà, anche se non sempre facile da penetrare e da “capire”. (Capire? O è sufficiente sentire?). > 29
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