Edizione 2 di Maggio 2010
Edizione 2 di Maggio 2010
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vallinfreda@info.it<br />
Vallinfreda vista dagliu Puzzu Ferraru<br />
EDITORIALE<br />
UN PRIMO<br />
BILANCIO<br />
Eccoci dunque al secondo numero<br />
<strong>di</strong> Vallinfreda ieri & oggi che, non<br />
a caso, abbiamo scelto <strong>di</strong> far uscire l’8<br />
maggio. Infatti, anche se non è proprio<br />
il nostro giorno, è comunque San<br />
Michele… giorno dell'apparizione al<br />
vescovo <strong>di</strong> Siponto (Lorenzo Maiorano)<br />
nel 490.<br />
Non possiamo, però, non parlare dell’incoraggiante<br />
esor<strong>di</strong>o del giornale e,<br />
andando oltre ogni aspettativa, dell’entusiasmo<br />
che hanno suscitato le<br />
otto pagine del primo numero come<br />
testimoniato dalla numerosa presenza<br />
<strong>di</strong> pubblico il giorno della presentazione.<br />
segue a pag 2 ><br />
Vallinfreda 13 marzo <strong>2010</strong> Presentazione del giornale alla scuola<br />
I E R I & O G G I<br />
STORIA E TRADIZIONE<br />
BRIGANTAGGIO (2ª parte)<br />
Quando non erano presenti i Francesi pensavano a mungere ben bene la<br />
mucca vallinfredana gli Insorgenti Vivaresi 1 con le loro massicce incursioni<br />
che riguardarono anche tutti i paesi limitrofi, da Canemorto 2 a Riofreddo,<br />
Licenza, Percile, Roviano, Anticoli e Pozzaglia. Vale la pena <strong>di</strong> leggere<br />
il racconto con il quale l’Alessandri, testimone oculare dei fatti, ci descrive<br />
una incursione <strong>di</strong> Insorgenti vivaresi:<br />
“Una mattina... sul mezzogiorno vedemmo partire dal Vivaro 3 una immensa<br />
turba <strong>di</strong> gente e <strong>di</strong>rigersi verso Vallinfreda per varie strade. Ognuno può immaginarsi<br />
la costernazione e i pianti <strong>di</strong> tutto il popolo. Si chiudono alla meglio<br />
le case, si nasconde la roba, si caricano in fretta giumenti e cavalli, <strong>di</strong> quanto<br />
poteva in quella confusione trasportarsi e si fugge chi per la via <strong>di</strong> Monte Aguzzo,<br />
chi per quella <strong>di</strong> Riofreddo, chi per le vigne, caricati tutti e trascinandosi<br />
seco una turba <strong>di</strong> piccoli figli, <strong>di</strong> mogli, <strong>di</strong> madri immerse nelle lagrime e gridando<br />
<strong>di</strong>speratamente... 4 ”<br />
Erano circa 400 i “briganti” che componevano quella orda furiosa. Armati <strong>di</strong><br />
roncole, accette, spie<strong>di</strong>, archibugi, ecc. si riversarono nelle case, soprattutto<br />
quelle più facoltose. Ovviamente non fu risparmiata la casa Bencivenga ove<br />
erano riunite le donne, i bambini e gli inservienti, nella segreta speranza che essa<br />
venisse risparmiata; invece “vi si entrò come appunto i lupi entrano in una<br />
mandria <strong>di</strong> pecore. segue a pag 2 ><br />
<strong>Maggio</strong> <strong>2010</strong><br />
IL NOSTRO<br />
“CASTELLO”<br />
CENNI STORICI<br />
Riguardanti i perio<strong>di</strong> certi <strong>di</strong><br />
“possesso” dell’abitato <strong>di</strong> Vallinfreda<br />
e del suo territorio da<br />
parte delle varie famiglie succedutesi<br />
nel tempo dagli anni della sua presumibile<br />
origine fino ai nostri giorni.<br />
I centri minori, spesso costituitisi nell’Alto<br />
Me<strong>di</strong>o Evo ai margini <strong>di</strong> piccoli<br />
castelli o <strong>di</strong> povere abazie nelle alture<br />
più <strong>di</strong>fen<strong>di</strong>bili, non hanno gran<br />
che da raccontare sui loro primi inse<strong>di</strong>amenti,<br />
in quanto le tracce stabili<br />
del lungo iter storico si rinvengono<br />
profondamente mo<strong>di</strong>ficate da una<br />
complessa molteplicità <strong>di</strong> circostanze.<br />
Il “castello” 1 <strong>di</strong> Vallinfreda non fa eccezione,<br />
rarissime essendo le testimonianze<br />
che lo riguardano in modo<br />
esclusivo. Tutti coloro, infatti, che<br />
hanno avuto modo per parlarne, lo<br />
hanno fatto soltanto incidentalmente,<br />
trattando <strong>di</strong> altri centri (Carseoli, Carsoli,<br />
Oricola, Vivaro Romano, Riofreddo…),<br />
in spora<strong>di</strong>che occasioni,<br />
quali le annotazioni delle visite pastorali<br />
<strong>di</strong> qualche vescovo presente<br />
nella Diocesi <strong>di</strong> Tivoli (Giulio Roma,<br />
Annibale De Grassis…).<br />
Un solo scrittore, il Di Crescenzo, ha<br />
tracciato in modo organico e coerente<br />
la “storia” <strong>di</strong> Vallinfreda sulla scorta<br />
<strong>di</strong> lunghe, pazienti e <strong>di</strong>fficili ricerche<br />
e per mezzo <strong>di</strong> quanto ha potuto<br />
rinvenire <strong>di</strong> prima mano fra le carte<br />
salvatesi al saccheggio del 1806 e fra<br />
quelle successive, sempre della casata<br />
materna, casa Bencivenga.<br />
segue a pag 3 >
2 <strong>Maggio</strong> <strong>2010</strong> Vallinfreda ieri & oggi<br />
EDITORIALE STORIE E TRADIZIONE<br />
< E<strong>di</strong>toriale dalla prima<br />
Un entusiasmo contagiante,<br />
che ci ha rinvigorito, che ci<br />
dà forza e nuove idee, tanto<br />
che abbiamo aggiunto quattro<br />
pagine con nuove e preziose<br />
collaborazioni.<br />
Il sito internet <strong>di</strong> Vallinfreda<br />
ieri & oggi è in continua fermentazione,<br />
un laboratorio <strong>di</strong><br />
sperimentazione. Abbiamo<br />
creato uno spazio News che<br />
viene aggiornato <strong>di</strong> continuo,<br />
nel quale potrete trovare notizie<br />
relative a Vallinfreda e<br />
alla zona circostante e le sintesi<br />
dei ban<strong>di</strong> della provincia<br />
e della regione utili per tutti i<br />
citta<strong>di</strong>ni. C’è poi in progetto<br />
lo sviluppo <strong>di</strong> un archivio fotografico,<br />
la pubblicazione on<br />
line del vocabolario italianovallinfredano,<br />
l’unico esistente<br />
<strong>di</strong> Angelo Tiberi, nonché<br />
la costruzione <strong>di</strong> un contenitore<br />
dove ospitare i filmati<br />
più vecchi che riusciremo a<br />
trovare. Ed è per questo che<br />
invitiamo tutti i lettori a provare<br />
la gioia <strong>di</strong> con<strong>di</strong>videre<br />
con l’intera comunità qualsiasi<br />
documento sia in loro<br />
possesso relativo alla storia<br />
del nostro paese.<br />
Questa con<strong>di</strong>visione è il nostro<br />
scopo: riappropriarci at-<br />
Palazzo Bencivenga<br />
traverso la storia, anche e soprattutto<br />
visiva, della tra<strong>di</strong>zione<br />
per costruire il futuro.<br />
È certamente vero, come ci<br />
ha scritto Luigi Saccucci, che<br />
“quello che ha ta 'ini' non ze<br />
llo recorda chielle"; ma è altrettanto<br />
vero che, continua il<br />
nostro assessore alla cultura,<br />
“chi vive il presente conoscendo<br />
il passato sta già lavorando<br />
positivamente per la<br />
costruzione <strong>di</strong> un futuro degno<br />
<strong>di</strong> essere vissuto per sé e<br />
per gli altri”.<br />
Nel primo e<strong>di</strong>toriale ci auguravamo<br />
che Vallinfreda ieri &<br />
oggi potesse essere un giornale<br />
letto e soprattutto amato<br />
da tutti. Oggi, rinnovando<br />
quella speranza, ci auguriamo<br />
che tutti possano contribuire,<br />
anche in minima parte, all’allargamento<br />
<strong>di</strong> questo progetto<br />
che è già <strong>di</strong>ventato un catalizzatore<br />
<strong>di</strong> energie positive<br />
per il paese.<br />
Prima <strong>di</strong> lasciarvi agli articoli,<br />
ci conge<strong>di</strong>amo ricordando<br />
che stiamo aprendo un conto<br />
corrente per il giornale sul<br />
quale versare un eventuale<br />
contributo per la realizzazione<br />
dei numeri a venire. Fosse<br />
anche un solo, simbolico euro.<br />
Grazie e buona lettura.<br />
BRIGANTAGGIO <strong>di</strong><br />
< dalla prima<br />
Fu tutto furore, ingor<strong>di</strong>gia,<br />
latrocinio, violenza.<br />
Mille ingiuriose parole, imprecazioni<br />
ed improperi alle<br />
donne... non furono salve<br />
neppure le finestre... fino i<br />
gangani e ferri <strong>di</strong> porte, i<br />
chio<strong>di</strong>, la più minuta bagattella<br />
non sfuggirono alla rapacità<br />
<strong>di</strong> alcuni.... Fin sui sacri<br />
arre<strong>di</strong> si usò violenza...<br />
Mobili <strong>di</strong> casa, abiti, materassi,<br />
biancheria... erano i<br />
gloriosi trofei che vedevansi<br />
sulle spalle <strong>di</strong> quei furibon<strong>di</strong>;<br />
e ciò che non poté portarsi<br />
via fu tutto spezzato a colpi <strong>di</strong><br />
bastone e <strong>di</strong> accetta... 5 ”<br />
Prima <strong>di</strong> lasciare Vallinfreda,<br />
“per colorire con la religione<br />
il delitto, alcuni degli Insorgenti<br />
collocarono una Croce<br />
in mezzo alla Piazza del Colledrone6<br />
, nel luogo medesimo<br />
ove era stato piantato il così<br />
detto albero della libertà7 , e vi<br />
cantarono... le litanie fra gli<br />
urli e le grida bestiali <strong>di</strong> quei<br />
forsennati8 .”<br />
Dopo la caduta del Palazzo<br />
Baronale e la strage degli Insorgenti<br />
operata dai Francesi,<br />
tornarono a farsi vivi, a Vallinfreda<br />
e <strong>di</strong>ntorni, briganti<br />
più o meno d.o.c. Ci fu per<br />
esempio un certo Giovanni<br />
Antonio Di Biasi, che si firmava<br />
“Uffiziale Regio” e che<br />
si <strong>di</strong>ceva “Commissionato alla<br />
realizzazione dei popoli<br />
dello Stato Romano” e incaricato<br />
<strong>di</strong> nominare Governatore<br />
e Priori. A Vallinfreda i<br />
Priori c’erano già e il Governatore<br />
doveva<br />
arrivare da un<br />
momento all’altro.<br />
Pur tuttavia,<br />
anche se<br />
palese era<br />
l’impostura, fu<br />
ricevuto con<br />
tutti gli onori e<br />
quando egli<br />
stesso si rese<br />
conto che tutti<br />
avevano capito<br />
<strong>di</strong> trovarsi <strong>di</strong><br />
fronte ad un<br />
impostore, dopo<br />
un lauto<br />
banchetto consumato<br />
con i<br />
suoi uomini, si<br />
allontanò ver-<br />
so Canemorto e non si fece<br />
più vedere. Disgraziatamente<br />
però ci si trovò <strong>di</strong> fronte a briganti<br />
veri:<br />
“L’occasione fu la grande e<br />
sanguinaria Insorgenza nel<br />
Regno <strong>di</strong> Napoli, donde sortirono<br />
ad infestare lo Stato<br />
Romano tante fameliche masse<br />
sotto <strong>di</strong>versi se<strong>di</strong>centi Generali<br />
e Capitani, parte Regnicoli<br />
e parte Statisti, i principali<br />
dei quali furono Ro<strong>di</strong>ò,<br />
Salomoni, Caponi ed un altro<br />
detto Fra’Diavolo. Salomoni<br />
occupò Rieti, Caponi si stabilì<br />
in Tivoli, Ro<strong>di</strong>ò in Frascati<br />
e il Frate Diavolo percorreva<br />
l’Abruzzo.”<br />
Il Capomassa Giovanni Pasquale<br />
Caponi con trecento<br />
uomini si unì ai Vivaresi e il<br />
giorno dopo la partenza <strong>di</strong> Di<br />
Biasi, mandò a Vallinfreda<br />
<strong>di</strong>eci uomini armati, richiedendo<br />
un tributo <strong>di</strong> 250 scu<strong>di</strong>.<br />
La somma era enorme, soprattutto<br />
in considerazione<br />
del fatto che, mungi e mungi,<br />
la vacca non aveva più latte.<br />
Si provvide comunque a trattar<br />
bene i <strong>di</strong>eci uomini, dando<br />
loro da mangiare e da bere<br />
prima <strong>di</strong> rimandarli in<strong>di</strong>etro<br />
con la promessa <strong>di</strong> obbe<strong>di</strong>re<br />
al Caponi. Furono intanto<br />
inviati due Priori per ottenere<br />
una <strong>di</strong>lazione; essa venne<br />
concessa ma per soli tre<br />
giorni durante i quali fu possibile<br />
racimolare un po’ più<br />
della metà degli scu<strong>di</strong> richiesti;<br />
la residua somma non fu<br />
mai consegnata, considerata<br />
la grave miseria in cui versavano<br />
molte famiglie vallinfredane<br />
alle quali si<br />
dovettero perfino restituire<br />
i poveri pegni<br />
consegnati che consistevano<br />
in qualche<br />
pentola o padella al<br />
fine <strong>di</strong> permettere loro<br />
<strong>di</strong> prepararsi almeno<br />
le misere pietanze<br />
senza dover andare in<br />
prestito delle pentole<br />
o delle padelle occorrenti<br />
per cucinare. Ciò<br />
accadeva il 24 agosto<br />
1799 e già il giorno<br />
seguente cinque soldati<br />
<strong>di</strong> Caponi vennero<br />
con una richiesta <strong>di</strong><br />
15 scu<strong>di</strong> firmata da<br />
Giovan Battista Preti,<br />
segretario <strong>di</strong> Caponi.<br />
EUGENIO TIBERI<br />
Si capì che era un furto non<br />
autorizzato dal Capomassa,<br />
ma per paura <strong>di</strong> ritorsioni da<br />
parte <strong>di</strong> quei soldati, venne<br />
esau<strong>di</strong>ta la richiesta. 9<br />
Del passaggio delle truppe<br />
del Car<strong>di</strong>nale Fabrizio Ruffo,<br />
comprendente anche il contingente<br />
<strong>di</strong> Fra’ Diavolo 10 , rimase<br />
per molto tempo viva e<br />
funesta memoria in Vallinfreda<br />
per le molteplici atrocità<br />
commesse: i briganti non si<br />
limitarono a rimpinguare le<br />
proprie tasche e le proprie<br />
borse, ma si <strong>di</strong>edero anche al<br />
saccheggio e alla violenza. Fu<br />
portato via tutto il bestiame<br />
oltre alle riserve <strong>di</strong> grano; due<br />
stalle vennero bruciate insieme<br />
ai bovini presenti nel loro<br />
interno (sospettavano infatti<br />
che vi fossero state nascoste<br />
alcune ragazze per impe<strong>di</strong>re<br />
forse che fossero preda dei loro<br />
turpi desideri). Per vari<br />
giorni le truppe <strong>di</strong> Fra’ Diavolo<br />
vennero ospitate con<br />
grande onore in Casa Bencivenga<br />
11 ; vennero loro dati in<br />
abbondanza cibo e vino 12 , ma<br />
nonostante ciò, come racconta<br />
Mario Di Crescenzo 13 ,<br />
“quei manigol<strong>di</strong>, prima <strong>di</strong> allontanarsi,<br />
misero tutto a soqquadro,<br />
asportando quanto<br />
poterono. Dei libri della biblioteca<br />
ne fecero dei veri falò.<br />
Inoltre portarono via imbavagliate<br />
e legate su mule sei<br />
belle ragazze, due delle quali,<br />
alcuni giorni dopo, furono<br />
rinvenute, orrendamente trucidate,<br />
<strong>di</strong>etro alcuni cespugli,<br />
in località “Muro”.<br />
(continua nel prossimo numero)<br />
NOTE a “Brigantaggio”<br />
<strong>di</strong> E. Tiberi<br />
1. A. Alessandri: “manoscritto” datato<br />
1799, <strong>di</strong> proprietà degli Ere<strong>di</strong> dott. Anacleto<br />
Bernar<strong>di</strong>ni.<br />
2. Attuale Orvinio.<br />
3. Realmente i Vallinfredani videro la scena<br />
in quanto Vivaro, che <strong>di</strong>sta meno <strong>di</strong><br />
un chilometro in linea d’aria, è ben visibile<br />
da Vallinfreda sia nelle abitazioni e<br />
sia anche nelle persone.<br />
4. A. Alessandri, op. cit.<br />
5. A. Alessandri, op. cit.<br />
6. Attuale “Piazza del Mercato”<br />
7. L’usanza <strong>di</strong> piantare un albero, solitamente<br />
un pioppo, sulla pubblica piazza<br />
ebbe origine probabilmente durante la<br />
guerra d’in<strong>di</strong>pendenza americana, ma<br />
tale usanza venne <strong>di</strong>ffusa anche nelle<br />
nostre contrade dai repubblicani francesi<br />
e dai loro alleati. Esso voleva simboleggiare<br />
la fine della tirannide e la rinascita<br />
della libertà. Ai suoi pie<strong>di</strong> <strong>di</strong> solito
Vallinfreda ieri & oggi <strong>Maggio</strong> <strong>2010</strong><br />
< dalla prima<br />
Questa per tanti secoli, con certezza<br />
almeno da dopo la <strong>di</strong>struzione <strong>di</strong> Pòrtica<br />
avvenuta nel 1528, dalla residenza<br />
<strong>di</strong> Vallinfreda ne aveva amministrato<br />
il territorio insieme a quelli dei<br />
castelli circumvicini al servizio delle<br />
varie famiglie che <strong>di</strong> volta in volta<br />
ebbero la signoria del castello <strong>di</strong> Vallinfreda<br />
2 .<br />
Come contributo per una sommaria<br />
conoscenza delle vicende storiche<br />
del paese e del suo territorio, si offre<br />
solo una visione schematica, alla<br />
portata <strong>di</strong> tutti, delle situazioni cronologiche<br />
<strong>di</strong> possesso da parte delle<br />
varie e più rappresentative famiglie<br />
che hanno avuto con certezza il castello<br />
“in proprietà”, e ciò perché la<br />
migliore visione dello stato politico<br />
e del nucleo abitato può servire anche<br />
a meglio supporre e inquadrare<br />
l’evolversi dei mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> vita oralmente<br />
tramandati.<br />
Signoria Marsicana<br />
(300 ca. -500 ca.) = 200 anni ca.<br />
Vallinfreda (variamente: Valle, Valle<br />
Frigidae, Vallis Frigida, e perfino Valleinfredda,<br />
innanzi <strong>di</strong> assumere l’attuale,<br />
definitiva denominazione), prima<br />
come posto militare <strong>di</strong> osservazione,<br />
poi come centro abitato agricolo,<br />
sicuramente preesisteva assai anteriormente<br />
al tempo <strong>di</strong> San Benedetto,<br />
che visse tra il 480 e il 547, in quanto<br />
è certo che il santo la ricevette in dono<br />
“da alcuni nobili marsicani” la cui signoria,<br />
al tempo, si estendeva fino all’o<strong>di</strong>erna<br />
Vicovaro, cosicché sembra<br />
<strong>di</strong> poter datare la sua origine a circa il<br />
300 e <strong>di</strong> attribuire l’effettivo, primo<br />
“stabile possesso”, ai Marsicani, nel<br />
periodo anteriore alla donazione effettuata<br />
all’abazia <strong>di</strong> Subiaco.<br />
Abazia <strong>di</strong> Subiaco<br />
(500 ca. -1328) = 828 ca.<br />
Si deve pensare che a partire dall’epoca<br />
<strong>di</strong> San Benedetto (480 - 547),<br />
giuravano i magistrati o i rappresentanti del popolo e qualche<br />
coppia vi celebrava il matrimonio.<br />
8. A. Alessandri, op. cit. Il risentimento, latente nelle parole, è<br />
giustificato essendo, l’Alessandri, un sacerdote.<br />
9. Uno degli aspetti, non marginale, del carattere del Vallinfredano<br />
è proprio quello della iniziale <strong>di</strong>ffidenza nei confronti <strong>di</strong><br />
tutto ciò che è nuovo e sconosciuto, soprattutto nei confronti<br />
<strong>di</strong> chi viene da fuori: d’altronde dopo tanti soprusi subiti ad<br />
opera <strong>di</strong> coloro che arrivavano a Vallinfreda (Francesi, Insorgenti,<br />
Briganti, ecc.) non gli si può neanche dar torto!<br />
10. Del passaggio della banda <strong>di</strong> Fra’ Diavolo parla Mario Di<br />
Crescenzo: “Vallinfreda - nella sua storia, nella sua gente, nel<br />
suo avvenire”. Scuola Tipografica Don Orione - Avezzano<br />
1962.<br />
11. I piani al <strong>di</strong> sotto della Piazza della Chiesa esistevano già nella<br />
seconda metà del XIII sec., mentre gli altri due piani (visibili<br />
nella foto) furono e<strong>di</strong>ficati tra il 1545 e il 1548.<br />
12. A proposito <strong>di</strong> vino il Sindaco <strong>di</strong> Albano, Angelo Bianchini,<br />
venne fucilato per or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> Fra’ Diavolo soltanto perché non<br />
aveva provveduto a far somministrare del vino buono, invece<br />
<strong>di</strong> quello scadente servito per errore, ad una cena a cui partecipava<br />
Fra’ Diavolo stesso con altre ventiquattro persone.<br />
13. M. Di Crescenzo, op. cit.<br />
STORIA E TRADIZIONE<br />
IL NOSTRO<br />
“CASTELLO” <strong>di</strong> ANGELO TIBERI<br />
durante i lunghi anni bui delle scorrerie<br />
straniere provenienti dai più <strong>di</strong>sparati<br />
paesi (Longobar<strong>di</strong> 3 , Franchi 4 ,<br />
Saraceni 5 , Normanni 6 , Svevi 7 , Angioini<br />
8 , Aragonesi 9 …), la possessione<br />
restasse costantemente ascritta ai beni<br />
dell’abazia <strong>di</strong> Subiaco. Si trova infatti<br />
in<strong>di</strong>cata, col nome <strong>di</strong> Vallis Frigida,<br />
tra queste possessioni, nella bolla del<br />
706 <strong>di</strong> papa Giovanni VII; n. 10 <strong>di</strong> papa<br />
Giovanni XVII del 21 luglio 1005;<br />
n. 15 del 15 novem-<br />
bre 1015 <strong>di</strong> papa<br />
Benedetto VIII. Si<br />
trova successivamente<br />
confermata<br />
nella bolla del papa<br />
Pasquale II, del<br />
1115.<br />
Orsini<br />
(1328-1401) =<br />
13 anni<br />
In un atto <strong>di</strong> <strong>di</strong>visione<br />
del 1328, Vallinfreda<br />
appare inserita<br />
nell’elenco delle<br />
proprietà degli Orsini,<br />
ma data in pegno<br />
a Odone <strong>di</strong> Palombara.<br />
In un atto susseguente,<br />
del 1331,<br />
due parti del territorio <strong>di</strong> Vallinfreda,<br />
che potrebbero fondatamente consistere<br />
nel territorio a monte dell’abitato,<br />
figurano vendute da Odone <strong>di</strong> Palombara,<br />
che verosimilmente potrebbe<br />
averle acquistate, a Odone Buccamazi.<br />
Successivamente, nel 1336, le<br />
predette due parti del territorio risultano<br />
rivendute da Odone Buccamazi<br />
a Giovanni Orsini <strong>di</strong> Pandolfo <strong>di</strong><br />
Campo<strong>di</strong>fiori, in tal modo riaccorpando<br />
l’intero territorio.<br />
Colonna<br />
(1401-1473) = 72 anni.<br />
Nella bolla <strong>di</strong> Bonifacio IX del 1401,<br />
Vallinfreda, si deve pensare con l’intero<br />
territorio, figura attribuita ai Colonna<br />
<strong>di</strong> Riofreddo e precisamente a<br />
Landolfo Colonna. Si ha notizia che<br />
durante questo periodo, ed esattamente<br />
nel 1432, <strong>di</strong>etro richiesta <strong>di</strong> Antonio<br />
Colonna, il papa Eugenio IV nominò<br />
Rossello Rosselli castellano<br />
temporaneo <strong>di</strong> Vallinfreda.<br />
Intorno alla metà del 1400 Vallinfreda<br />
compare affittata per 23 anni agli Orsini<br />
<strong>di</strong> Tagliacozzo.<br />
Piccolomini<br />
(1473-1500) = 27 anni<br />
Estinti i maschi Colonna <strong>di</strong> Riofred-<br />
3<br />
do, Vallinfreda fu venduta da Giovanna<br />
Colonna, figlia ed erede unica <strong>di</strong><br />
Giacomo, figlio <strong>di</strong> Antonio, a Giacomo<br />
Piccolomini con istromento de Signorilibus,<br />
del 23 <strong>di</strong>cembre 1473.<br />
Abazia <strong>di</strong> Subiaco<br />
(1500 -1510 ca.) = 10 anni ca.<br />
Il papa Alessandro VI nel 1500 l’attribuì,<br />
insieme a Riofreddo, Anticoli<br />
Corrado, Filettino e Vallepietra, all’abazia<br />
<strong>di</strong> Subiaco, che già in passato<br />
l’aveva avuta per otto secoli, da circa<br />
il 500 al 1328, dopo <strong>di</strong> che passò<br />
nuovamente ai Colonna.<br />
Colonna<br />
(1510-1551 ca.) = 41 anni ca.<br />
Infatti, lasciati all’abazia i possessi <strong>di</strong><br />
Filettino e <strong>di</strong> Vallepietra, Vallinfreda,<br />
insieme a Riofreddo, tornò a un ramo<br />
collaterale della estinta famiglia dei<br />
Colonna <strong>di</strong> Riofreddo ed esattamente<br />
a Muzio <strong>di</strong> Lorenza <strong>di</strong> Odoardo e allo<br />
zio Fabrizio, che erano riusciti a ere<strong>di</strong>tare<br />
le ragioni passate <strong>di</strong> Giovanna<br />
Colonna sui feu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Riofreddo, alla<br />
cui morte deve considerarsi estinto il<br />
proprio ramo <strong>di</strong> famiglia. Susseguentemente<br />
a varie circostanze sfavorevoli<br />
ai Colonna, il papa Paolo III nominò<br />
Antonio Righetti commissario per dar
4 <strong>Maggio</strong> <strong>2010</strong> Vallinfreda ieri & oggi<br />
STORIA E TRADIZIONE<br />
Famiglia Orsini<br />
Famiglia Colonna<br />
Famiglia Brancaleoni<br />
Famiglia Piccolomini<br />
Famiglia Theodoli<br />
Famiglia Borghese<br />
Famiglia Cenci<br />
Famiglia Muti<br />
possesso <strong>di</strong> Vallinfreda e <strong>di</strong> Riofreddo<br />
ad Alfonso Colonna.<br />
Zambeccari<br />
(1551 ca. -1553 ca.) = 2 anni ca.<br />
Intorno al 1551, mons. Pompeo<br />
Zambeccari vescovo <strong>di</strong> Sulmona,<br />
figlio <strong>di</strong> Giovanni Zambeccari,<br />
acquistò Vallinfreda da<br />
Laura Colonna e la rivendette<br />
quasi subito.<br />
Brancaleoni<br />
(1553 ca. - 1554 ca.) =<br />
1 anno ca.<br />
Presumibilmente Vallinfreda<br />
passò ai Brancaleoni che<br />
la dovettero tenere per un<br />
tempo limitatissimo, del<br />
quale possesso si ha notizia<br />
certa solo incidentalmente.<br />
Cenci<br />
(1554 ca. -1582) =<br />
28 anni ca.<br />
Al tempo della massima<br />
espansione territoriale<br />
della famiglia Cenci, prima<br />
dei gravi <strong>di</strong>ssesti finanziari<br />
che precedettero<br />
il dramma della giovane<br />
Beatrice 10 che, come si sa,<br />
per raggiungere il confino<br />
nella lontana Petrella Salto,<br />
passò per la mulattiera<br />
che, dalla “Spiaggia”, sulla<br />
Tiburtina, porta a Riofreddo<br />
per Fonte Limosa,<br />
Vallinfreda <strong>di</strong>venne proprietà<br />
appunto della fami-<br />
NOTE a “Il Castello - Cenni storici”<br />
<strong>di</strong> A. Tiberi<br />
1. Moltissimi agglomerati urbani <strong>di</strong> origine<br />
me<strong>di</strong>evale si sviluppano generalmente<br />
intorno a un castello, residenza<br />
del signore. L’uso del termine<br />
“castello” parrebbe improprio perciò<br />
nel caso <strong>di</strong> Vallinfreda, il cui abitato<br />
non si sviluppa intorno ad un castello,<br />
ma intorno a un nucleo originario<br />
<strong>di</strong> avamposto militare. In effetti, però,<br />
esso termine, designando comunque,<br />
in senso lato, l’insieme delle<br />
abitazioni <strong>di</strong> una comunità ove ha sede<br />
il governo del territorio <strong>di</strong> competenza<br />
e il territorio stesso, designa<br />
amministrativamente anche gli agglomerati<br />
privi <strong>di</strong> castello, fra i quali<br />
rientra appunto l’agglomerato e il<br />
territorio <strong>di</strong> Vallinfreda.<br />
2. Tutte le pubblicazioni successive a<br />
quella del Di Crescenzo, per il puro<br />
aspetto “storico” nulla aggiungono <strong>di</strong><br />
interessante a quanto già noto.<br />
3. Passata dalla giuris<strong>di</strong>zione marsicana<br />
a quella benedettina <strong>di</strong> Subiaco, Vallinfreda<br />
subisce la sua prima violazione<br />
storicamente certa ad opera<br />
delle truppe del re longobardo Agilulfo,<br />
il quale negli anni 593 – 594,<br />
e<strong>di</strong>ficata Poggio Cinolfo, per avere<br />
una base certa per assalire e saccheggiare<br />
“Carseoli”, recò danno a<br />
Vallinfreda quando, sempre sotto il<br />
glia Cenci, presumibilmente fra<br />
il 1554 e il 1582, al tempo <strong>di</strong><br />
Francesco 11 , nonno <strong>di</strong> Beatrice.<br />
Muti<br />
(1582-1590) = 8 anni.<br />
Che la proprietà fosse passata<br />
alla famiglia Muti risulta dall’istromento<br />
Fusco dell’11 maggio<br />
1582 nel quale si afferma il<br />
possesso appunto del castello <strong>di</strong><br />
Vallinfreda.<br />
Theodoli<br />
(1590 ca. -1630) = 60 anni ca.<br />
Prima della fine del secolo XVI,<br />
suo regno, le truppe longobarde, guidate<br />
da Ariolfo, passano per Vallinfreda,<br />
<strong>di</strong>rette alla conquista della Sabina.<br />
4. Durante la dominazione franca si verifica<br />
la sosta e il passaggio <strong>di</strong> Pipino,<br />
re d’Italia, nel territorio <strong>di</strong> Vallinfreda.<br />
5. Durante lo stesso periodo si verifica<br />
la seconda violazione del castello <strong>di</strong><br />
Vallinfreda, avvenuta, presumibilmente<br />
tra l’881 e il 976, ad opera dei<br />
Saraceni che, provenendo da Roma,<br />
dove erano entrati nell’anno 846, si<br />
spingono fino alla Marsica. “In queste<br />
terribili circostanze”, riferisce il<br />
Di Crescenzo, “Vallinfreda subisce<br />
incen<strong>di</strong> e <strong>di</strong>struzioni <strong>di</strong> case e <strong>di</strong>fese…e<br />
viene decimata da una spaventosa<br />
carneficina”. Interessante, in<br />
proposito, è quanto scrive l’Alessandri<br />
quando fa sapere che i Saraceni<br />
“gettarono in una profonda voragine<br />
che troverebbesi nella piana verso<br />
Orvinio, moltissime persone strappate<br />
dalle loro case; specie i bambini<br />
e le donne che in qualche modo<br />
avevano cercato <strong>di</strong> ribellarsi alle loro<br />
violenze vituperevoli”. È evidente<br />
che la “profonda voragine” non<br />
può che identificarsi con “gliu Puzzu<br />
’ella Foresta”.<br />
6. I Normanni passarono per Vallinfreda<br />
nel 1176 dove, oltre le inevitabili<br />
razzie <strong>di</strong> animali e cose, catturarono<br />
Vallinfreda fu venduta ai Theodoli,<br />
sicuramente prima del<br />
1592, e questi la tennero fino al<br />
1630.<br />
Borghese<br />
(1630-1927) = 297 anni.<br />
Urbano VIII, con decreto del 31<br />
luglio 1630, autorizzò mons.<br />
Theodoli a vendere Vallinfreda<br />
al principe Marco Antonio Borghese<br />
e ai Borghese rimase, come<br />
ultimo possesso “privato”,<br />
fino al 1927, con amministrazione<br />
condotta in loco dalla vetusta<br />
famiglia Bencivenga, che<br />
una ventina <strong>di</strong> uomini per costringerli<br />
alle armi.<br />
7. I Bencivenga <strong>di</strong>morarono e vissero a<br />
Vallinfreda per circa sette secoli. Appartenevano<br />
al patriziato romano e<br />
facevano risalire la loro origine all’imperatore<br />
Teodosio. Intorno al<br />
1000 un ramo della famiglia si era<br />
trasferito nella Marsica dove ricevette<br />
l’investitura della Contea <strong>di</strong> Celano.<br />
In seguito alle vicende persecutorie<br />
<strong>di</strong> Federico II <strong>di</strong> Svevia contro<br />
i Conti <strong>di</strong> Celano, si giunse, dopo<br />
lungo asse<strong>di</strong>o, alla capitolazione e<br />
<strong>di</strong>struzione della citta<strong>di</strong>na nel 1222 e<br />
al conseguente smembramento delle<br />
proprietà dei Conti, ai quali fu tuttavia<br />
concessa la possibilità <strong>di</strong> potersi<br />
allontanare dai territori della Contea.<br />
Fu a seguito dell’evento che uno dei<br />
membri della famiglia, Tommaso, tra<br />
il 1223 e il 1224, lasciata la Marsica,<br />
si stabilì, con i familiari a Pòrtica,<br />
lontano da altri, possibili eventi luttuosi.<br />
Dopo la <strong>di</strong>struzione anche della<br />
riottosa Carseoli, sempre da parte<br />
<strong>di</strong> Federico, nel 1243, e il suo allontanamento<br />
e la morte, i Bencivenga,<br />
dalla località <strong>di</strong> Pòrtica, dopo un ventennio<br />
<strong>di</strong> residenza, si trasferirono,<br />
col titolo <strong>di</strong> “Conti <strong>di</strong> Celano e Signori<br />
<strong>di</strong> Pòrtica”, a Vallinfreda, dove<br />
rimasero fino alla estinzione del ramo,<br />
avvenuta nel 1827, alla morte<br />
dell’avv. Carlo, col cognome assun-<br />
già da più secoli la conduceva al<br />
servizio delle casate precedenti.<br />
Comune <strong>di</strong> Vallinfreda<br />
(1927-....) = anni…<br />
Nel febbraio 1927 la parte del<br />
territorio <strong>di</strong> Vallinfreda, costituente<br />
ancora il feudo <strong>di</strong> proprietà<br />
della famiglia Borghese,<br />
è passata finalmente e definitivamente<br />
al Comune <strong>di</strong> Vallinfreda,<br />
con tutte le relative servitù<br />
attive e passive e sono in corso<br />
gli atti amministrativi per<br />
cancellare definitivamente ogni<br />
residuo dell’antico feudo.<br />
to nel 1870, <strong>di</strong> Bencivenga-Barbaro.<br />
8. Nel 1528, durante la dominazione<br />
Aragonese, frammezzo le furibonde<br />
lotte tra gli Orsini e i Colonna, avvenne<br />
la <strong>di</strong>struzione <strong>di</strong> Pòrtica.<br />
9. Idem nota n. 8.<br />
10. Beatrice Cenci (1577/1599) è la bellissima<br />
protagonista <strong>di</strong> una truce trage<strong>di</strong>a<br />
familiare. Il padre, Francesco,<br />
<strong>di</strong>ssoluto e crudele, la fece confinare,<br />
con la matrigna Lucrezia, nella rocca<br />
<strong>di</strong> Petrella Salto. Beatrice, dopo vani<br />
tentativi per liberarsi, d’accordo con<br />
la matrigna e con la complicità del<br />
fratello Giacomo e <strong>di</strong> Olimpio Calvetti,<br />
suo amante, fece uccidere il padre.<br />
Scoperto il delitto, i Cenci e i loro<br />
complici furono arrestati e condannati<br />
a morte e i loro beni tutti<br />
confiscati.<br />
11. Storicamente notevole è la emanazione<br />
degli Statuti del Castello <strong>di</strong><br />
Vallinfreda approvati dal barone<br />
Francesco Cenci il 18 novembre<br />
1555. Essi contengono una miriade<br />
<strong>di</strong> norme <strong>di</strong> buon comportamento,<br />
fatto conoscere alla Comunità del<br />
Castello perché ad esse i suoi abitatori<br />
si attenessero nei rapporti con gli<br />
altri, nell’intento, <strong>di</strong>chiarato, <strong>di</strong> promuovere<br />
una vita or<strong>di</strong>nata e tranquilla<br />
e, non <strong>di</strong>chiarato, ma facilmente<br />
ritrovabile nei vari capitoli, <strong>di</strong><br />
promuovere soprattutto benessere<br />
agli ill.mi Signori.
Vallinfreda ieri & oggi <strong>Maggio</strong> <strong>2010</strong><br />
CULTURA<br />
L’EQUILIBRISMO del<br />
CAMbiAMeNTo<br />
<strong>di</strong> TONY SACCUCCI<br />
Ernesto De Martino<br />
(1908-1965) sostiene<br />
che la forza centrifuga<br />
<strong>di</strong> una comunità è la credenza<br />
con<strong>di</strong>visa. Fondendo psicologia<br />
e antropologia, l’analisi<br />
dello stu<strong>di</strong>oso si basa su un<br />
dato <strong>di</strong> fatto: ogni società ha<br />
delle regole co<strong>di</strong>ficate, cristallizzate<br />
nel tempo, che rassicurano<br />
gli in<strong>di</strong>vidui che la compongono.<br />
Quelle norme, <strong>di</strong>ciamo<br />
per semplicità morali<br />
in senso lato, creano l’orizzonte<br />
esistenziale dei singoli<br />
in<strong>di</strong>vidui. Non importa che le<br />
regole si fon<strong>di</strong>no sulla superstizione<br />
o sulla scienza; quello<br />
che conta è la percezione<br />
che gli uomini hanno <strong>di</strong> quelle<br />
stesse regole. E qui per regole<br />
si deve intendere non solo<br />
le leggi morali e i comportamenti<br />
sociali, ma anche i<br />
principi attraverso i quali vengono<br />
a strutturarsi i giu<strong>di</strong>zi<br />
sulle persone e sulla realtà circostante.<br />
Ciò che si può esprimere all’interno<br />
<strong>di</strong> un contesto sociale<br />
che ha una sua propria stratificazione<br />
deve essere con<strong>di</strong>viso<br />
dal senso comune; le novità<br />
che possono essere introdotte,<br />
le regole comportamentali<br />
che deragliano dalle precedenti,<br />
fosse anche soltanto il<br />
modo <strong>di</strong> vestire, trovano il limite<br />
dei paletti eretti dalla cultura<br />
<strong>di</strong> quel contesto a protezione<br />
<strong>di</strong> se stessa.<br />
In un’opera dal titolo La terra<br />
del rimorso, De Martino riesce<br />
a sviscerare i motivi intimi<br />
per cui in molte comunità<br />
del sud Italia restano vive alcune<br />
credenze che potrebbero<br />
essere annoverate tra le superstizioni<br />
prescientifiche, e<br />
quin<strong>di</strong> considerate false. E la<br />
motivazione più forte è che<br />
quelle false credenze risultano<br />
“vere”, nel senso che sono<br />
funzionali sia all’in<strong>di</strong>viduo<br />
che alla società. L’esempio<br />
classico è la momentanea guarigione<br />
del cosiddetto tarantolato,<br />
cioè morso dalla tarantola,<br />
che in genere non è altro<br />
che un in<strong>di</strong>viduo con seri pro-<br />
blemi psicologici (in questo<br />
caso spesso si tratta <strong>di</strong> frustrazione<br />
e repressione). Bene, la<br />
prassi terapeutica, il momento<br />
catartico, consiste in questo:<br />
far ballare il “malato” (anche<br />
per giorni interi) al ritmo<br />
<strong>di</strong> una musica che si chiama,<br />
appunto, taranta, finché non<br />
si palesa la guarigione. Detto<br />
in altri termini, se il tarantolato<br />
guarisce perché ha ballato<br />
mentre la comunità sta in cerchio<br />
a guardare, l’effetto legittima<br />
la causa. E non importa<br />
che l’in<strong>di</strong>viduo in questione<br />
sia solo uno che ha effettivi<br />
problemi <strong>di</strong> carattere psicologico.<br />
La pratica della guarigione<br />
(o quantomeno del palliativo)<br />
è la stessa, come se il<br />
paziente avesse assunto psicofarmaci<br />
o intrapreso una psicoterapia.<br />
Potrebbe essere una<br />
sorta <strong>di</strong> placebo con la variante<br />
dell’illusione collettiva.<br />
Se si mo<strong>di</strong>ficano gli assunti <strong>di</strong><br />
base del caso sopra descritto,<br />
possiamo <strong>di</strong>re che è il medesimo<br />
<strong>di</strong>scorso che fa Marc<br />
Bloch ne I re taumaturghi, dove<br />
analizza quella credenza<br />
che tra il XII e il XVII secolo<br />
vede i vari re francesi e inglesi<br />
guarire i malati <strong>di</strong> scrofole<br />
(una malattia della pelle) con<br />
Il tocco reale<br />
la semplice imposizione delle<br />
mani. Anche in questo caso i<br />
sud<strong>di</strong>ti guarivano effettivamente,<br />
almeno nel loro immaginario,<br />
e comunque vai a sapere<br />
per quali altre concause<br />
oltre all’effetto psicosomatico…<br />
Il compito dello stu<strong>di</strong>oso è<br />
quello <strong>di</strong> scomporre un contesto<br />
e svelarne i meccanismi <strong>di</strong><br />
funzionamento, al<strong>di</strong>là dell’utilità<br />
pratica delle proprie scoperte.<br />
È evidente che se tali<br />
meccanismi vengono esplicitati<br />
a chi li subisce, l’effetto<br />
sarà la rottura <strong>di</strong> un equilibrio.<br />
Chi si trova in equilibrio tenterà<br />
in tutti i mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> non far<br />
penetrare le novità, che vengono<br />
vissute come una minaccia.<br />
E sembrerebbe faccia bene.<br />
Allo stesso modo in cui<br />
uno dei personaggi <strong>di</strong> Bertold<br />
Breckt in Vita <strong>di</strong> Galileo non<br />
vuole svelare ai propri genitori<br />
conta<strong>di</strong>ni che è la terra a girare<br />
intorno al sole e non viceversa<br />
come hanno sempre<br />
creduto. Ma quanto potrà durare?<br />
Quanto si potrà rimuovere<br />
quel punto <strong>di</strong> vista che<br />
ormai è stato scoperto? Non a<br />
lungo, è sicuro. Quello che in<br />
genere succede è che il nuovo<br />
punto <strong>di</strong> vista, la nuova inter-<br />
pretazione che<br />
sottende a una<br />
nuova prassi,<br />
soppianta la<br />
vecchia credenza<br />
che determina<br />
i precedenticomportamenti.<br />
Il meccanismo, quin<strong>di</strong>, sarà il<br />
seguente.<br />
Ogni novità, anche <strong>di</strong> comportamento,<br />
che si presenta in<br />
una collettività strutturata troverà<br />
inizialmente pochi in<strong>di</strong>vidui<br />
<strong>di</strong>sposti a sperimentarla.<br />
Quando gli altri, che sono rimasti<br />
refrattari, si accorgono<br />
che coloro che l’anno assunta<br />
vivono meglio rispetto a prima,<br />
saranno tentati anche loro<br />
<strong>di</strong> adottare quel comportamento.<br />
Lentamente, uno alla<br />
volta, ma lo faranno. Ovvio<br />
che se quei comportamenti<br />
non giovano a nessuno non<br />
verranno adottati. A quel punto<br />
significa che la comunità<br />
resterà legata al passato, giustamente.<br />
Ma ci sono dei contesti in cui<br />
vale la pena insistere per cambiare<br />
alcune usanze. Per<br />
esempio, e senza alcun valore<br />
para<strong>di</strong>gmatico, il “valore” dell’omertà<br />
praticata in alcuni<br />
Ernesto De Martino<br />
5<br />
contesti sociali è bene che<br />
venga denunciato come <strong>di</strong>svalore.<br />
I pochi che iniziano ad<br />
agire in modo <strong>di</strong>verso verranno<br />
vessati e perseguitati, soprattutto<br />
al principio. Ma la<br />
società che prospettano è migliore,<br />
più libera e svincolata<br />
da una rete <strong>di</strong> potere che cerca<br />
solo <strong>di</strong> alimentare se stessa attraverso<br />
modelli comportamentali<br />
spacciati per normali.<br />
Ora, un altro esempio, questo<br />
invece para<strong>di</strong>gmatico, potrebbe<br />
essere una società in cui,<br />
per svariati motivi, il <strong>di</strong>alogo<br />
è interdetto, in cui, per altrettanti<br />
svariati motivi (forse gli<br />
stessi) i rapporti tra le persone<br />
passano attraverso mugugni e<br />
sguar<strong>di</strong> <strong>di</strong> traverso. In detta<br />
società, varrà la pena fermarsi,<br />
come faceva Socrate, a parlare<br />
per strada con chiunque e<br />
guardarlo dritto negli occhi.<br />
Forse all’inizio qualcuno si<br />
sentirà minacciato da un comportamento<br />
che rompe con<br />
un’abitu<strong>di</strong>ne consolidata, e farà<br />
in modo da combattere il<br />
nuovo e inusuale atteggiamento<br />
con tutti i mezzi. E che<br />
questo avvenga è abbastanza<br />
ovvio. Quello che non è assolutamente<br />
ovvio è che chi<br />
comprende l’importanza del<br />
<strong>di</strong>alogo e dello sguardo dritto<br />
negli occhi dell’altro in vista<br />
<strong>di</strong> un’organizzazione futura<br />
più funzionale ai singoli se ne<br />
stia con le mani in mano continuando<br />
a rosolarsi nell’illusoria<br />
libertà del proprio girarrosto,<br />
magari a guardare senza<br />
muovere un <strong>di</strong>to chi questa<br />
cosa non riesce proprio a vederla<br />
per limiti oggettivi.<br />
Ecco, l’esempio da seguire è<br />
la città <strong>di</strong> Atene ai tempi <strong>di</strong><br />
Pericle, non quella <strong>di</strong> Palermo<br />
ai tempi del Gattopardo.
6 <strong>Maggio</strong> <strong>2010</strong><br />
FLORA E FAUNA<br />
I CUSTODI DELLA DOPPIA VITA<br />
Testi e Foto <strong>di</strong> ANDREA TIBERI<br />
Salamandre, rane e rospi:<br />
creature viscide e riluttanti,<br />
ad<strong>di</strong>rittura velenose,<br />
prive <strong>di</strong> qualsiasi utilità.<br />
Questo modo erroneo <strong>di</strong> pensare,<br />
dovuto alla profonda <strong>di</strong>seducazione<br />
che da sempre accompagna<br />
questi animali, è<br />
una delle ragioni che sta causando<br />
la drastica scomparsa,<br />
attraverso l’uccisione <strong>di</strong>retta e<br />
la <strong>di</strong>struzione dell’habitat, <strong>di</strong><br />
questi animali.<br />
La comparsa sulla Terra <strong>di</strong><br />
queste affascinanti creature risale<br />
a circa 370 milioni <strong>di</strong> anni<br />
fa (Devoniano), quando un<br />
gruppo <strong>di</strong> Pesci, costretti a vivere<br />
in pozze isolate causate<br />
da lunghi perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> siccità,<br />
cominciò ad utilizzare le pinne<br />
per spostarsi da una pozza<br />
all’altra. Iniziò così la colonizzazione<br />
delle terre emerse<br />
da parte dei primi Vertebrati.<br />
La maggior parte <strong>di</strong> essi però<br />
non riuscì a svincolarsi completamente<br />
dal mezzo acquatico.<br />
Infatti, a parte alcune eccezioni,<br />
la deposizione delle uova<br />
– dalle quali fuoriescono<br />
larve a respirazione branchiale<br />
– deve necessariamente avvenire<br />
in acqua. Per questo motivo<br />
furono chiamati Anfibi, dal<br />
greco antico Amphibios che<br />
vuol <strong>di</strong>re doppia vita.<br />
Gli Anfibi che vivono nel nostro<br />
territorio fanno parte <strong>di</strong><br />
due <strong>di</strong>stinti gruppi: Anuri (rane,<br />
rospi e raganelle) e Urodeli<br />
(salamandre e tritoni). Nei<br />
primi la coda è assente e presentano<br />
arti posteriori più sviluppati<br />
(funzionali per il salto<br />
e il nuoto); salamandre e tritoni<br />
invece possiedono una lunga<br />
coda (funzionale per il nuoto<br />
ed il corteggiamento) ed<br />
hanno arti anteriori e posteriori<br />
all’incirca uguali. Una delle<br />
caratteristiche che invece li accomuna<br />
è il rivestimento<br />
esterno, costituito da uno strato<br />
<strong>di</strong> pelle molto sottile e ricco<br />
<strong>di</strong> vasi sanguigni. Grazie a<br />
questa caratteristica strutturale,<br />
sono in grado <strong>di</strong> compiere<br />
scambi gassosi (respirazione)<br />
e liqui<strong>di</strong> (assorbimento ed<br />
evaporazione <strong>di</strong> elevate quantità<br />
<strong>di</strong> acqua) attraverso la pelle.<br />
Sono pertanto animali molto<br />
delicati che possono subire<br />
danni persino dal semplice<br />
contatto con le nostre mani, figuriamoci<br />
dall’immissione <strong>di</strong><br />
sostanze inquinanti nei corsi<br />
d’acqua. È ragionevole affermare<br />
che i luoghi frequentati<br />
dagli Anfibi sono <strong>di</strong> elevata<br />
qualità ambientale. Proprio<br />
come i nostri corsi d’acqua.<br />
Almeno fin’ora.<br />
La stagione riproduttiva ha<br />
inizio, almeno negli Anuri,<br />
con l’arrivo dei maschi presso<br />
i siti riproduttivi. Essi, con il<br />
loro canto (<strong>di</strong>fferente da specie<br />
a specie), attirano le femmine<br />
verso i territori occupati.<br />
Questa fase è chiamata corteggiamento<br />
e la scelta del<br />
compagno avviene proprio<br />
sulla base della quantità e della<br />
qualità delle vocalizzazioni.<br />
L’accoppiamento può durare<br />
anche alcuni giorni<br />
e termina con la fecondazione<br />
(esterna<br />
negli Anuri e interna<br />
negli Urodeli) e la<br />
deposizione delle<br />
uova. Da queste, dopo<br />
un periodo più o<br />
meno lungo, nascono<br />
delle piccole larve<br />
(chiamate girini<br />
negli Anuri) provviste<br />
<strong>di</strong> branchie ben<br />
visibili solo negli<br />
Urodeli. Al termine<br />
del loro sviluppo si<br />
trasformano, attraverso<br />
il processo<br />
della metamorfosi,<br />
in adulti in miniatura<br />
con tanto <strong>di</strong> polmoni,<br />
pronti ad affrontare<br />
la fase <strong>di</strong><br />
vita terrestre.<br />
Le ricerche che stiamo<br />
realizzando nel<br />
territorio vallinfredano<br />
e nei comuni<br />
limitrofi hanno portato<br />
finora all’in<strong>di</strong>viduazione<br />
<strong>di</strong> otto<br />
specie <strong>di</strong> Anfibi (circa<br />
il 60% delle specie<br />
presenti nel Lazio)<br />
le quali si riproducono<br />
stabilmente<br />
all’interno dei nostri<br />
corpi idrici, sia naturali<br />
(torrenti, stagni<br />
e pozze) che artificiali<br />
(fontanili e cisterne).<br />
L’ormai raro Ululo-<br />
ne dal ventre giallo (Bombina<br />
pachypus) è un Anuro <strong>di</strong><br />
piccole <strong>di</strong>mensioni il cui maschio<br />
emette un caratteristico<br />
suono flautato simile appunto<br />
ad un ululato. Lo si può osservare<br />
da marzo a ottobre, in<br />
piccole pozze e fontanili, mentre<br />
prende il sole <strong>di</strong>steso sul<br />
pelo dell’acqua. Il Rospo comune<br />
(Bufo bufo), è <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni<br />
assai maggiori e a<br />
più ampia valenza ecologica<br />
del precedente, cioè può vivere<br />
nei più <strong>di</strong>sparati ambienti,<br />
persino nei centri urbani. Questa<br />
specie è pesantemente danneggiata<br />
dal traffico veicolare.<br />
Infatti, durante i suoi spostamenti,<br />
nelle serate piovose, attraversa<br />
le nostre strade dove<br />
viene puntualmente schiaccia-<br />
Ululone dal ventre giallo - Bombina pachypus<br />
Rospo comune - Bufo bufo<br />
Salamandrina dagli occhiali - S. perspicillata<br />
Tritone crestato - Triturus carnifex<br />
to a causa della scarsa attenzione<br />
da parte <strong>di</strong> chi guida. La<br />
Salamandrina dagli occhiali<br />
(Salamandrina perspicillata)<br />
è un piccolo Urodelo <strong>di</strong> colore<br />
nero che vive in corsi d’acqua<br />
circondati da vegetazione arborea<br />
o arbustiva. Il suo nome<br />
popolare deriva dalla macchia<br />
marroncina <strong>di</strong> forma triangolare<br />
(con l’apice rivolto posteriormente)<br />
presente sopra la<br />
testa e posizionata tra gli occhi.<br />
La colorazione rosso vivace<br />
delle sue parti inferiori<br />
sembra essere la causa della<br />
persecuzione <strong>di</strong>retta da parte<br />
degli allevatori che la credono<br />
velenosa per il bestiame.<br />
Niente <strong>di</strong> più falso! Come già<br />
sottolineato, la presenza <strong>di</strong><br />
queste specie (completamente<br />
innocue sia per il<br />
bestiame che per<br />
l’uomo) all’interno<br />
dei fontanili è la garanzia<br />
che la risorsa<br />
idrica non contiene<br />
sostanze nocive.<br />
Gli Anfibi, quin<strong>di</strong>,<br />
sono animali utili<br />
come in<strong>di</strong>catori della<br />
qualità dell’acqua<br />
e come predatori e<br />
prede all’interno dei<br />
sistemi naturali. Sia<br />
gli adulti che le larve<br />
si nutrono <strong>di</strong> numerosi<br />
Insetti, molti<br />
dei quali dannosi<br />
per l’uomo e l’agricoltura.<br />
Le zanzare<br />
per esempio, rientrando<br />
nella loro<br />
<strong>di</strong>eta, sono tenute<br />
sotto controllo, ela<br />
scomparsa degli<br />
Anfibi da una determinata<br />
area causerebbe<br />
un’esplosione<br />
numerica <strong>di</strong> questi<br />
fasti<strong>di</strong>osissimi Insetti.<br />
L’utilità e la fragilità<br />
degli Anfibi e degli<br />
ambienti in cui<br />
vivono hanno portato<br />
le <strong>di</strong>verse istituzioni<br />
a legiferare in<br />
merito. A livello internazionale<br />
viene<br />
approvata la Convenzione<br />
<strong>di</strong> Berna<br />
«relativa alla conservazione<br />
della vi-<br />
Vallinfreda ieri & oggi<br />
ta selvatica e dell’ambiente<br />
naturale in Europa», recepita<br />
dal nostro Paese con la Legge<br />
n. 503 del 1981. In Europa invece<br />
nel 1992 entra in vigore<br />
la Direttiva Habitat «relativa<br />
alla conservazione degli habitat<br />
naturali e seminaturali e<br />
della flora e della fauna selvatiche».<br />
L’Italia, con il Decreto<br />
del Presidente della Repubblica<br />
n. 357 del 1997 (aggiornato<br />
dal D.P.R. n. 120 del 2003), dà<br />
attuazione alla suddetta Direttiva.<br />
Per la Regione Lazio è in<br />
vigore la L. R. n. 18 del 5 aprile<br />
1988 «Tutela <strong>di</strong> alcune specie<br />
della fauna minore» che<br />
protegge sia le specie che gli<br />
habitat riproduttivi e <strong>di</strong> riposo.<br />
Nonostante queste normative,<br />
seguitano le azioni negative da<br />
parte <strong>di</strong> persone che, ignorando<br />
forse l’esistenza <strong>di</strong> obblighi<br />
nei riguar<strong>di</strong> <strong>di</strong> questi animali,<br />
causano la scomparsa <strong>di</strong> numerosi<br />
in<strong>di</strong>vidui. Per esempio<br />
nel territorio del nostro comune<br />
(e anche in quello <strong>di</strong> Riofreddo)<br />
continuano a verificarsi<br />
ripuliture <strong>di</strong> fontanili, contenenti<br />
popolazioni riproduttive<br />
<strong>di</strong> Tritone crestato (Triturus<br />
carnifex), in momenti in<br />
cui non si dovrebbero effettuare:<br />
infatti il periodo più idoneo<br />
per non danneggiare questi<br />
animali e non incappare<br />
quin<strong>di</strong> nelle sanzioni previste<br />
dalla legge, è orientativamente<br />
il mese <strong>di</strong> <strong>di</strong>cembre. Ciò è<br />
bene che venga tenuto presente<br />
sia dagli allevatori che dagli<br />
amministratori. Inoltre, nel ripulire<br />
gli invasi, non va utilizzata<br />
alcun tipo <strong>di</strong> sostanza, come<br />
ad esempio la calce, perché<br />
oltre ad essere dannosa<br />
per gli Anfibi risulta nociva<br />
anche per il bestiame. Si ricorda<br />
che esistono dei siti nei<br />
quali gli Anfibi sono in acqua<br />
tutto l’anno. Per questo è il caso<br />
<strong>di</strong> avvalersi <strong>di</strong> personale<br />
qualificato per verificare la situazione<br />
prima <strong>di</strong> qualsiasi intervento.<br />
Riuscire a conservare<br />
queste specie nel proprio<br />
territorio significa puntare al<br />
mantenimento dell’unica risorsa<br />
economica presente dalle<br />
nostre parti: l’ambiente naturale.<br />
Ma questo potrebbe essere<br />
argomento per un prossimo<br />
articolo.
Vallinfreda ieri & oggi <strong>Maggio</strong> <strong>2010</strong><br />
SPORT E TEMPO LIBERO<br />
<strong>di</strong> IVAN STURABOTTI<br />
Domenica mattina, mi<br />
sveglio e subito cerco<br />
<strong>di</strong> intravedere dalle<br />
fessure della persiana che<br />
tempo c’è fuori. Il cielo è<br />
completamente grigio, plumbeo,<br />
e lascia immaginare<br />
un’aria gelida, tipicamente invernale;<br />
un dolce invito a poltrire<br />
ancora un po’, ma la voglia<br />
<strong>di</strong> vivere un’altra domenica<br />
entusiasmante mi dà la<br />
carica per superare questo attacco<br />
<strong>di</strong> pigrizia.<br />
Mentre faccio colazione mi<br />
assalgono mille pensieri sulla<br />
partita che nel primo pomeriggio<br />
giocherò insieme ai<br />
miei compagni: quale sarà la<br />
formazione oggi? Sarò anche<br />
io tra i titolari? Ce la faremo<br />
a vincere? Sarà dura?<br />
Esco e mi avvio al bar, dove<br />
noi ragazzi ci riuniamo e ci<br />
scambiamo emozioni, sensazioni,<br />
paure e dubbi sull’imminente<br />
incontro calcistico.<br />
Dopo un caffè usciamo fuori<br />
a sfidare il freddo reso ancor<br />
più pungente dalla neve caduta<br />
nei giorni passati.<br />
SOGNO (NON SEMPRE)<br />
Qualcuno si avvicina e ci<br />
chiede: “Ma chi ve lo fa fa ’?<br />
‘Sto friddu ve mozza le recchie!”<br />
Ma noi, col sorriso sul<br />
volto, rispon<strong>di</strong>amo che è<br />
l’amore per il calcio, l’amore<br />
per la nostra squadra a darci la<br />
grinta e la voglia <strong>di</strong> esserci<br />
sempre, nonostante il clima e<br />
le con<strong>di</strong>zioni del campo a volte<br />
precarie.<br />
Scherzando e ridendo giunge<br />
mezzogiorno e per noi è ora <strong>di</strong><br />
pranzo, un pranzo modesto e<br />
leggero, non certo <strong>di</strong> quelli tipici<br />
della domenica preparati<br />
dalle mamme o dalle nonne.<br />
Finito <strong>di</strong> mangiare, mi carico<br />
sulle spalle il mio borsone e<br />
mi accingo a raggiungere “LA<br />
FOSSETTA”.<br />
Alla vista <strong>di</strong> quell’arena naturale,<br />
una forte emozione si<br />
impossessa <strong>di</strong> me, quasi mi<br />
toglie il respiro. Più mi avvicino<br />
e più questa sensazione<br />
aumenta e prende il sopravvento.<br />
Entriamo negli spogliatoi<br />
aspettando che il mister ci comunichi<br />
la formazione; la tensione<br />
è tanta e traspare dagli<br />
sguar<strong>di</strong> <strong>di</strong> ognuno <strong>di</strong> noi nonostante<br />
si cerchi <strong>di</strong> camuffarla.<br />
Finalmente il coach ci<br />
comunica la scelta degli un<strong>di</strong>ci<br />
titolari.<br />
Indossiamo le <strong>di</strong>vise ufficiali<br />
del REAL VALLINFREDA e<br />
facciamo il nostro ingresso<br />
nel campo <strong>di</strong> gioco pronti per<br />
il riscaldamento.<br />
Dopo aver fatto l’appello con<br />
l’arbitro, entriamo finalmente<br />
in campo, per <strong>di</strong>sputare il tanto<br />
atteso incontro. La gara è<br />
Quando il campo sportivo<br />
era solo una “fossetta”.<br />
Foto inizio anni Cinquanta<br />
In pie<strong>di</strong> (da sinistra):<br />
Felicetto Saccucci <strong>di</strong> Ernesto,<br />
Dario Tiberi <strong>di</strong> Antoniuccio,<br />
Giuseppe Proietti <strong>di</strong> Paolo,<br />
Cesare Tani <strong>di</strong> Sor Attilio,<br />
Giulio Bernar<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> Sor Cencio,<br />
Carlo Rinal<strong>di</strong> <strong>di</strong> Michele.<br />
Accosciati: i fratelli Alfredo e<br />
Giuseppe Meloni <strong>di</strong> Pietro.<br />
REAL(E)<br />
un susseguirsi <strong>di</strong> colpi <strong>di</strong> scena,<br />
i nostri “intimi” tifosi sono<br />
accaniti e questo ci spinge a<br />
dare sempre <strong>di</strong> più.<br />
Il risultato è incerto fino alla<br />
fine, quando allo scadere segniamo<br />
il gol che sigilla la nostra<br />
vittoria in extremis che ci<br />
rende pazzi <strong>di</strong> gioia.<br />
Il triplice fischio finale sancisce<br />
il nostro successo. Sfiniti<br />
ma estasiati facciamo ritorno<br />
al bar per dar luogo al meritato<br />
“festeggiamento”.<br />
Apro la porta e uno squillo mi<br />
blocca, rispondo al cellulare<br />
ma il suono continua, anzi si<br />
fa più persistente.<br />
Ecco che ... apro gli occhi e<br />
mi rendo conto che quel fasti<strong>di</strong>oso<br />
rumore non era altro<br />
che la mia sveglia!!!!!<br />
Era un sogno, uno splen<strong>di</strong>do<br />
sogno … Tutto doveva cominciare.<br />
Anche la partita.<br />
7<br />
VALLINFREDA IERI & OGGI<br />
Direttore Responsabile<br />
Chiara BEGHELLI<br />
Direttore <strong>di</strong> Redazione<br />
Tony SACCUCCI<br />
Redazione<br />
Ugo BISELLI, Marco MELONI,<br />
Ivan STURABOTTI, Andrea TIBERI,<br />
Antonio TIBERI, Laura TIBERI<br />
Sito Internet<br />
Ugo BISELLI, Luigi RICCI<br />
redazione@vallinfreda.info<br />
www.vallinfreda.info<br />
E<strong>di</strong>tore Associazione Culturale<br />
Ambiente e Territorio Hunza<br />
P.zza del Mercato, 9 - 00020<br />
Vallinfreda (RM)<br />
www.hunza2000.it<br />
info@hunza2000.it<br />
Testata in corso <strong>di</strong> registrazione<br />
presso il Tribunale <strong>di</strong> Tivoli<br />
Grafica e Impaginazione<br />
Fulvia Sordelli - flipmax@libero.it<br />
Stampa<br />
Tipografia SILGRAF - Roma<br />
Chiusura Redazionale 23 aprile <strong>2010</strong><br />
Distribuzione gratuita
8 <strong>Maggio</strong> <strong>2010</strong> Vallinfreda ieri & oggi<br />
AMBIENTE NATURA TERRITORIO<br />
A TUTTA HUNZA<br />
a cura dell’Associazione Ambiente e Territorio Hunza<br />
Prima <strong>di</strong> iniziare questa prima collaborazione<br />
con il nuovo giornale<br />
Vallinfreda Ieri & Oggi ci<br />
sembra doveroso e rispettoso verso tutti<br />
i suoi lettori fare un minimo <strong>di</strong> presentazioni.<br />
L'Associazione Culturale Ambiente e<br />
Territorio HUNZA si costituisce nel<br />
1998 a Vallinfreda (RM) con lo scopo<br />
<strong>di</strong> conoscere, valorizzare e <strong>di</strong>fendere<br />
gli ambienti naturali, le culture e le tra<strong>di</strong>zioni<br />
delle popolazioni che si sentono<br />
legate a questi valori e <strong>di</strong> promuovere<br />
e conservare attività ecocompatibili.<br />
In questi do<strong>di</strong>ci anni, grazie ai suoi preziosi<br />
soci, l’Associazione ha svolto numerose<br />
attività mirate agli scopi prefissati<br />
e così <strong>di</strong> seguito brevemente<br />
riassumibili:<br />
- servizi <strong>di</strong> visite guidate nella rete sentieristica<br />
territoriale (MedAniene) e<br />
più in generale attività escursionistiche<br />
che si svolgono annualmente;<br />
- collaborazioni con enti locali;<br />
- gruppi <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o e ricerca, seminari e<br />
documentazione;<br />
- organizzazione <strong>di</strong> mostre, feste e iniziative<br />
culturali;<br />
- attività agricole;<br />
- campi <strong>di</strong> volontariato internazionali.<br />
Se il passare degli anni ha da un lato<br />
migliorato, grazie alla maggiore esperienza,<br />
la qualità e l’importanza delle<br />
attività, dall’altro ne ha ridotto sensibilmente<br />
la quantità, causa il riflusso<br />
dell’inesorabile spopolamento del nostro<br />
paese.<br />
Rimane oggi l’enorme bagaglio <strong>di</strong> conoscenze<br />
e capacità che l’Associazione<br />
intende mettere a <strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong><br />
chiunque ne abbia bisogno.<br />
Ed è per questo motivo che abbiamo<br />
deciso <strong>di</strong> collaborare con la redazione,<br />
prima alla nascita del giornale accettando<br />
felicemente <strong>di</strong> esserne gli e<strong>di</strong>tori,<br />
e poi, ringraziando la stessa, <strong>di</strong> occupare<br />
un nostro piccolo spazio all’interno.<br />
Fatte le dovute presentazioni, per<br />
questo primo contributo a questa nuova<br />
pagina del giornale Vallinfreda Ieri<br />
& Oggi abbiamo pensato ad una introduzione<br />
in generale del nostro territorio<br />
proponendo alcune delle nostre iniziative<br />
svolte negli ultimi anni insieme al<br />
programma escursionistico <strong>2010</strong>; per il<br />
resto, tutti i dettagli delle nostre attività<br />
sono consultabili sul sito:<br />
http://portale.hunza2000.it/index.php.<br />
DESCRIZIONE Dalla piazza <strong>di</strong> Vallinfreda<br />
(847 slm) si segue la strada<br />
provinciale 38A in <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> Riofreddo,<br />
fino ad arrivare al secondo<br />
ponte dove inizia a salire l'ampio sentiero<br />
natura Costa la Tiglia. Dopo circa<br />
100 m si trova il fontanile dell'Acqua<br />
del Peschio che trae origine dall'omonima<br />
sorgente (captata) situata<br />
più in alto a circa 968 m. Proseguendo<br />
per un breve tratto lungo il fossato<br />
il sentiero, restringendosi, sale sulla<br />
sinistra zigzagando su per il bosco<br />
della Macchia in Faccia, giunti alla<br />
sommità del quale si prosegue verso<br />
destra. Camminando per una decina <strong>di</strong><br />
metri più avanti, a sinistra, si trova<br />
l'in<strong>di</strong>cazione per la Grotta <strong>di</strong> Re Pipino,<br />
mentre proseguendo lungo il sentiero<br />
natura ci si inoltra all'interno della<br />
Macchia in Faccia fino ad arrivare<br />
alla sorgente Acqua del Peschio, oltrepassata<br />
la quale si arriva in prossimità<br />
<strong>di</strong> un fontanile denominato dei<br />
Rospi dove parte la deviazione che<br />
porta fino alla montagna più alta <strong>di</strong><br />
Vallinfreda: Monte Aguzzo (1068 m).<br />
Da qui si può ritornare al sentiero natura,<br />
che percorso per circa un quarto<br />
d'ora giunge in prossimità della sbarra<br />
sulla strada sterrata, oppure proseguendo<br />
da Monte Aguzzo cresta cresta<br />
si arriva al fontanile <strong>di</strong> Pezza Paciana.<br />
Da quest'ultimo, continuando<br />
lungo l'evidente sentiero, ci si immette<br />
nella strada sterrata, percorsa la<br />
quale per un tratto, si arriva alla sbarra<br />
precedentemente citata.<br />
Percorsi pochi<br />
metri si<br />
trova a destra<br />
l'in<strong>di</strong>cazione<br />
delle Stalle<br />
che porta <strong>di</strong>rettamente<br />
al<br />
paese, oppure<br />
continuando<br />
lungo la sterrata<br />
si raggiunge<br />
l'area<br />
attrezzata<br />
pic-nic Le<br />
Aie, dopo<br />
aver attraversato<br />
il Punto<br />
Panoramico.<br />
PERCORSO NATURA COSTA LA TIGLIA<br />
FLORA All'inizio del sentiero, ci troviamo<br />
in presenza <strong>di</strong> un Bosco Ceduo<br />
Composto così definito per la presenza<br />
<strong>di</strong> Fustaie e Cedui. Tra le Fustaie<br />
troviamo le Conifere (Abeti Rossi e<br />
Pini Silvestri), oggetto <strong>di</strong> rimboschimento<br />
già da molti anni orsono, ed<br />
inoltre, malgrado la non elevata altitu<strong>di</strong>ne,<br />
anche la presenza <strong>di</strong> Faggete.<br />
Significativa è comunque la prevalenza<br />
tra i cedui che, sottoposti a taglio,<br />
formano un Bosco Misto, del Carpino<br />
Bianco. Oltre al Carpino, tra le specie<br />
arboree dominanti troviamo le Cupulifere<br />
<strong>di</strong> cui sono presenti il Nocciolo<br />
e le varie specie <strong>di</strong> Quercia quali Leccio,<br />
Farnia, Rovere, Roverella e Cerro.<br />
La vegetazione arbustiva comprende:<br />
Rosa Canina, Prugnolo, Rovo,<br />
Sambuco, Biancospino e Ginestra.<br />
Nel sottobosco invece spiccano, Ciclamini,<br />
Violacee, Ranuncoli e Primule<br />
e per la loro particolare bellezza<br />
le Orchidee. Nella Macchia in Faccia<br />
è possibile trovare specie <strong>di</strong> Orchis<br />
Moria (Giglio caprino) e Anacamptispyfamidalis.<br />
FAUNA Numerosa e<br />
varia, l’elencazione si<br />
limiterà solo ad alcune<br />
tra le specie più significative<br />
da noi osservate.<br />
Tra i mammiferi<br />
è certa la presenza<br />
<strong>di</strong> Tas-<br />
Ascesa al Monte Aguzzo innevato<br />
si, uno avvistato all'ntemo della Grotta<br />
<strong>di</strong> Re Pipino (riscoperta <strong>di</strong> recente<br />
dall’Associazione stessa), Scoiattoli,<br />
Istrici, Lepri, Faine e gli immancabili<br />
Cinghiali. Tra i rettili oltre alla Vipera<br />
Comune si possono trovare esemplari<br />
<strong>di</strong> Cervone, Biacco e Saettoni,<br />
fatti oggetto <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o in una recente<br />
mostra <strong>di</strong>dattica organizzata dall'Associazione.<br />
Infine tra gli uccelli citiamo,<br />
tra gli altri, la presenza della<br />
Ghiandaia, della Gazza e del Picchio<br />
Muratore.<br />
GEOLOGIA La Natura delle rocce<br />
affioranti nel Territorio <strong>di</strong> Vallinfreda<br />
è piuttosto uniforme (calcari). La formazione<br />
rocciosa dominante è costituita<br />
da marne e calcari marnosi, calcari<br />
compatti biancastri con amphistegina<br />
niasi, Operculina complanata,<br />
Lepidocilyna <strong>di</strong>latata, Briozoi, Clypeatster,<br />
Pecten Solarium, Northamptoni,<br />
Malvinae, ecc. Tali formazioni riconducibili<br />
all'epoca del Miocene, si<br />
sono messe in posto durante le fasi<br />
complessive della Orogenesi Appenina.<br />
GLOSSARIO<br />
CALCARE: Roccia formata <strong>di</strong> carbonato<br />
<strong>di</strong> calcio, cristallino o amorfo.<br />
MARNA: Roccia se<strong>di</strong>mentaria<br />
formata da calcare e da<br />
argilla in quantità circa<br />
uguale. Si parla invece <strong>di</strong><br />
calcari marnosi, marne<br />
calcaree o<br />
argille marnosequando<br />
le percentuali delle<br />
due componenti sono <strong>di</strong>verse<br />
(con ovvi significati<br />
e termini).<br />
MIOCENE: Epoca dell'Era<br />
Cenozoica Terziaria.<br />
OROGENESI: Insieme<br />
dei processi tettonici, metamorfici<br />
e magmatici<br />
che determinano<br />
la formazione<br />
<strong>di</strong> una<br />
catena montuosa<br />
al limite<br />
tra due placche<br />
convergenti.
Vallinfreda ieri & oggi <strong>Maggio</strong> <strong>2010</strong><br />
AMBIENTE NATURA TERRITORIO<br />
TUTELA DELLA BIODIVERSITÀ PROGRAMMA ESCURSIONI <strong>2010</strong><br />
AGRICOLTURA Attività legata alla<br />
tutela e valorizzazione delle colture<br />
agrarie tra<strong>di</strong>zionali. Una valle, tre<br />
paesi <strong>di</strong>versi, un'unica varietà <strong>di</strong> fagiolo.<br />
Ci troviamo nei comuni <strong>di</strong> Vivaro<br />
Romano, Vallinfreda e Riofreddo<br />
tutti in provincia <strong>di</strong> Roma e più<br />
precisamente nella Me<strong>di</strong>a Valle dell'Aniene<br />
in un territorio ancora incontaminato<br />
posto a cavallo tra i Parchi<br />
Simbruini e Lucretili. La straor<strong>di</strong>naria<br />
potenzialità commerciale della<br />
filiera agroalimentare del nostro territorio,<br />
composta da un ricchissimo<br />
universo <strong>di</strong> prodotti alimentari, anche<br />
se caratterizzati da produzioni limitate<br />
e quin<strong>di</strong> destinate al mercato locale<br />
e all'autoconsumo, può con progetti<br />
e mezzi adeguati rappresentare un<br />
nuovo modello <strong>di</strong> sviluppo economico<br />
e sociale. La tenacia e la bravura<br />
dei conta<strong>di</strong>ni, che hanno saputo negli<br />
anni selezionare la migliore qualità <strong>di</strong><br />
seme, pertanto non merita <strong>di</strong> andare<br />
perduta insieme alle tra<strong>di</strong>zioni culturali<br />
legate ad esse. Questo è il motivo<br />
che ci ha reso pala<strong>di</strong>ni delle tra<strong>di</strong>zioni<br />
agricole locali, fino al punto <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare<br />
noi stessi agricoltori, impegnati<br />
nella coltivazione del fagiolo <strong>di</strong><br />
Cioncone che insieme ad altre varietà<br />
autoctone contribuisce al "piccolo<br />
tesoro italiano" patrimonio<br />
della nostra bio<strong>di</strong>versità.<br />
Al momento l'Associazione<br />
collabora<br />
con il Comitato <strong>di</strong><br />
Tutela dei Fagioli<br />
della Valle dell'Aniene<br />
e insieme alla X^<br />
Comunità Montana<br />
dell'Aniene e al CNR-<br />
IBAF gestisce il Campo<br />
Sperimentale per la riproduzione<br />
del seme del fagiolo <strong>di</strong> Cioncone.<br />
Scheda del FAGIOLO <strong>di</strong> CIONCONE<br />
ORIGINE: Provengono dagli Albenghini<br />
(Albenga) 1939-40.<br />
TERRITORIO DI PRODUZIONE: Si<br />
produce nei territori pianeggianti o lievemente<br />
ondulati della piana del Cavaliere<br />
nei comuni <strong>di</strong> Riofreddo, Vallinfreda<br />
e Vivaro Romano su terreni umi<strong>di</strong><br />
a volte sabbiosi o brecciosi.<br />
DESCRIZIONE DELLA PIANTA E<br />
DEL LEGUME: Rampicante, alta fino<br />
a 3 m, produce dei fiori rosa pallido ed<br />
in seguito si formano dei baccelli gialli<br />
striati contenenti 4-6 fagioli dagli 8 ai<br />
10 mm <strong>di</strong> forma ovoidale, color bruno<br />
chiaro simili ai borlotti. La sua buccia,<br />
particolarmente tenera, che non si <strong>di</strong>stacca<br />
durante la cottura, è dovuta alla<br />
composizione sabbiosa dei terreni su<br />
cui viene coltivato (circa 600 m)<br />
QUALITA' NUTRIZIONALI: Ricco <strong>di</strong><br />
proteine amido e sali minerali, il fagiolo<br />
è ipogliceminizzante e pertanto, viene<br />
usato come succedaneo all'insulina<br />
in caso <strong>di</strong> <strong>di</strong>abete non grave. Possiede<br />
inoltre, proprietà depurative, emollienti<br />
e <strong>di</strong>uretiche ed è in<strong>di</strong>cato come coa<strong>di</strong>uvante<br />
nelle malattie reumatiche. I legumi<br />
in genere, i fagioli in particolare,<br />
contengono proteine <strong>di</strong> qualità senza<br />
troppi grassi. Un etto <strong>di</strong> fagioli secchi<br />
forniscono 24 grammi <strong>di</strong> proteine e solo<br />
2,5 grammi <strong>di</strong> grassi. Inoltre contengono<br />
la lecitina, un fosfolipide che favorisce<br />
l'emulsione dei grassi evitando<br />
che si accumulino nel sangue.<br />
METODO DI COLTIVAZIONE: Si seminano<br />
in primavera 6-8 fagioli in una<br />
buchetta <strong>di</strong>stanziando ogni buca <strong>di</strong> circa<br />
1 mt. In seguito si raccolgono le<br />
piante <strong>di</strong> 4 buche in un'unica crocchia<br />
attraverso la legatura dei rispettivi sostegni<br />
(canne).<br />
CONCIMAZIONE: La<br />
concimazione è <strong>di</strong> tipo<br />
naturale, spesso si utilizza<br />
il letame bovino.<br />
DIFESA ANTIPA-<br />
RASSITARIA: Non<br />
vengono utilizzati<br />
trattamenti chimici alcuni,<br />
in certi casi si utilizza<br />
il fosfato <strong>di</strong> rame.<br />
RACCOLTA ED ESSICCAZIONE: Si<br />
raccolgono ad Agosto-Settembre essiccandoli<br />
al sole.<br />
COME SI CONSERVANO: I fagioli<br />
secchi debbono “respirare”, pertanto è<br />
bene conservarli in sacchetti <strong>di</strong> stoffa e<br />
riporli in luogo asciutto o in frigorifero.<br />
La tra<strong>di</strong>zione della Valle dell’Aniene<br />
vuole che si conservino in barattoli <strong>di</strong><br />
vetro con aggiunta <strong>di</strong> foglie <strong>di</strong> mentuccia,<br />
alloro o peperoncino.<br />
PRODUTTORI: Circa 50.<br />
PRODUZIONE MEDIA: 40 quintali<br />
Altre informazioni sul sito http://portale.hunza2000.it/index.php<br />
DOM. 23 MAGGIO<br />
Gruppo del Monte Cairo<br />
MONTATTICO (FR). SELLA DI SANA<br />
COR E MONTE OBACHELLE<br />
Facile passeggiata verso l’anticima del<br />
Monte Cairo con splen<strong>di</strong>de vedute sulle<br />
valli del Comino e del Liri.<br />
Dislivello: 358 mt. Lunghezza percorso:<br />
12 km. Tempo <strong>di</strong> percorrenza: 5 ore.<br />
Difficoltà: E.<br />
DOM. 6 GIUGNO<br />
Parco Regionale Monti Lucretili<br />
(Ass.ne Hunza e Ass.ne Monti Ruffi)<br />
ORVINIO (RI). LA VIA DEI LUPI: DA<br />
ORVINIO A RIOFREDDO<br />
De<strong>di</strong>cata a G. Becchere. Itinerario con<br />
belle aperture panoramiche sul Terminillo e<br />
il Velino. La quota escursione sarà<br />
devoluta alla biblioteca “G. Becchere”.<br />
Dislivello: in salita 480 mt, in <strong>di</strong>scesa 300<br />
mt. Lunghezza: 13 km. Tempo <strong>di</strong><br />
percorrenza: 5 ore. Difficoltà: E.<br />
DOM. 20 GIUGNO<br />
Riserva Naturale Zompo Lo Schioppo<br />
MORINO (AQ). MONTE CREPACUORE<br />
Bella, suggestiva ma impegnativa ascesa<br />
alla vetta, attraverso la riserva, per l’Eremo<br />
<strong>di</strong> Santa Maria del Cauto.<br />
Dislivello: 1200 mt. Lunghezza percorso:<br />
20 km. Tempo <strong>di</strong> percorrenza: 9 ore.<br />
Difficoltà: EE.<br />
DOM. 11 LUGLIO<br />
Monti Ernici<br />
RENDINARA (FR). MONTE DEL<br />
PASSEGGIO<br />
Spettacolare passeggiata sul tetto dei Monti<br />
Ernici attraverso la conca glaciale del<br />
vallone del Rio.<br />
Dislivello: 1200 mt. Lunghezza percorso:<br />
12 km. Tempo <strong>di</strong> percorrenza: 8 ore.<br />
Difficoltà: EE.<br />
DOM. 29 AGOSTO<br />
Monti Ernici<br />
SORA-LOC. MEZZANO (FR). PUNTA<br />
DELL’ORTICA<br />
Lunga e ombrosa ascesa alla cima che un<br />
tempo fu estremo rifugio del Brigante<br />
Chiavone.<br />
Dislivello: 1000 mt. Lunghezza percorso:<br />
22 km. Tempo <strong>di</strong> percorrenza: 9 ore.<br />
Difficoltà: EE.<br />
DOM. 12 SETTEMBRE<br />
Monti Simbruini<br />
LIVATA (RM).<br />
LA VIA DEI LUPI: DA LIVATA A JENNE<br />
(Ass.ne Hunza e Ass.ne Monti Ruffi)<br />
Da Livata al suggestivo borgo me<strong>di</strong>evale <strong>di</strong><br />
9<br />
Jenne, piacevole itinerario tra faggete ed<br />
erbosi altopiani. La quota escursione sarà<br />
devoluta alla biblioteca “Gianfranco<br />
Becchere”.<br />
Dislivello: in salita 50 mt., in <strong>di</strong>scesa 560<br />
mt. Lunghezza percorso: 13 km. Tempo <strong>di</strong><br />
percorrenza: 4 ore. Difficoltà: E.<br />
DOM. 19 SETTEMBRE<br />
Parco Nazionale D’Abruzzo, Lazio<br />
SORA/FORCA D’ACERO (FR). SERRA<br />
DELLE GRAVARE<br />
Itinerario <strong>di</strong> grande interesse naturalistico<br />
lungo la Valle Inguagnera per la cresta<br />
montuosa che conduce al Meta.<br />
Dislivello: 600 mt. Lunghezza percorso:<br />
15 km. Tempo <strong>di</strong> percorrenza: 7 ore.<br />
Difficoltà: EE.<br />
DOM. 10 OTTOBRE<br />
Monti Simbruini<br />
TREVI NEL LAZIO (FR). L’ALTOPIANO<br />
DI FAITO<br />
Tra faggete secolari, alternate a prati e<br />
pascoli montani, l’altopiano <strong>di</strong> aito è<br />
considerato uno tra i siti più interessanti ed<br />
integri <strong>di</strong> tutta la catena appenninica.<br />
Dislivello: 760 mt. Lunghezza percorso:<br />
10 km. Tempo <strong>di</strong> percorrenza: 5 ore.<br />
Difficoltà: EE.<br />
DOM. 21 NOVEMBRE<br />
Riserva Naturale Monte Soratte<br />
SANT’ORESTE (RM).<br />
LE VIE DEGLI EREMI E DELLE<br />
GROTTE<br />
Itinerario ad anello che circonda il Soratte,<br />
la montagna più solitaria a nord <strong>di</strong> Roma<br />
tra antichi Eremi e fenomeni carsici <strong>di</strong><br />
notevole interesse geologico.<br />
Dislivello: in salita 275 mt., in <strong>di</strong>scesa 112<br />
mt. Lunghezza percorso: 7 km. Tempo <strong>di</strong><br />
percorrenza: 5 ore. Difficoltà: E.<br />
DOM. 12 DICEMBRE<br />
Parco Nazionale D’Abruzzo, Lazio<br />
SORA/FORCA D’ACERO (FR).<br />
MONTE TRANQUILLO<br />
Itinerario piacevole e panoramico che sale<br />
per la Valle Lattara tra boschi <strong>di</strong> faggi.<br />
Visita al Santuario de<strong>di</strong>cato alla Madonna<br />
Nera del Tranquillo.<br />
Dislivello: 900 mt. Lunghezza<br />
percorso: 13 km.<br />
Tempo <strong>di</strong><br />
percorrenza:<br />
7 ore.<br />
Difficoltà: EE.
10 <strong>Maggio</strong> <strong>2010</strong> Vallinfreda ieri & oggi<br />
DIALETTO<br />
ALLA FONDE<br />
CASTEGLIO<br />
Maddemà è friddu,<br />
la guazza tè sse ficca alla schìna<br />
e la tramondana te ràfila le récchie,<br />
ma listesso se ’ede quae fémmena<br />
co’ lla bagnaròla ’ngapu ghiémba de panni.<br />
Stau a gghìne alla Fónde Castéglio<br />
addó se sciacquanu pure gli malanni…<br />
Ma còme farràu a règge quella sòrta de pisu<br />
senza mangu fagliu pènne…<br />
Sotto ce téngu la sparra!<br />
Eh, pure quessa è ’n arte,<br />
ma come se ’ice, l’hau da mette da parte<br />
pe’ gghisse a sderrenà a quelle vaschi,<br />
addó le mani te sse ghièlanu<br />
CRUCIVERBA<br />
ORIZZONTALI<br />
1 Si cucina con i fagioli.<br />
3 L’interno delle ossa.<br />
8 L’inizio <strong>di</strong> accanderane.<br />
9 Si mangia… velocemente.<br />
12 Diversità, alternativa.<br />
14 Si <strong>di</strong>ce <strong>di</strong> persona che ripete<br />
in modo acritico.<br />
18 Aggettivo possessivo<br />
maschile.<br />
19 Un imperativo del verbo<br />
bere che in inglese suona<br />
come essere.<br />
21 Un imperfetto del verbo<br />
essere.<br />
22 L’apostolo tra<strong>di</strong>tore.<br />
24 Rovente, infiammato.<br />
25 Lo fa chi tira il tappo <strong>di</strong><br />
sughero dalla bottiglia.<br />
26 Il pasto serale senza…<br />
l’entrée.<br />
27 Arrospatu in fine.<br />
28 Si coltivava fino a Berna.<br />
30 Fanno coppia in alleperane.<br />
33 Sono pari in cattìa.<br />
35 Preparare per la semina.<br />
8<br />
37 Un po’ <strong>di</strong> gramigna.<br />
38 Ti or<strong>di</strong>no <strong>di</strong> entrare!<br />
41 In mezzo alla flemma.<br />
42 Tosti senza… sibilo.<br />
43 Ghiemo senza vocali.<br />
44 Anche loro hanno la tosse.<br />
45 La dà chi infasti<strong>di</strong>sce.<br />
47 Gli estremi <strong>di</strong> éssogliu.<br />
48 Sono doppie nell’addore.<br />
50 Tieni!<br />
51 Le prime <strong>di</strong> utulasse.<br />
52 Mezza orbe.<br />
53 Lo fa chi ha bevuto troppo.<br />
54 Sono pari in pota.<br />
55 Le vocali delle éda.<br />
solo se la ’ìdu, l’acqua,<br />
appenza quanno comenzànu<br />
a stregà!<br />
Ne sàu quaéccosa quigli<br />
panni,<br />
che prima de rappianà…<br />
hàu da brillà!<br />
Se passi lòco quanno quesse stau a sciacquà,<br />
sén<strong>di</strong> ‘n brufume de friscu, ‘n aria liggèra,<br />
che non ze sènde quasci più mó<br />
e nonn è aru che gliu tócco dello sapó…<br />
Quanno hau smissu de sciacquà, quelle vaschi<br />
le reì<strong>di</strong> limbide che tte cce po’ specchià,<br />
e pure se la fila pe ’gghicce più non gi stà,<br />
VERTICALI<br />
1 In biocca sono doppie.<br />
2 Aggettivo possessivo<br />
femminile.<br />
3 La casa del molenaru.<br />
4 Un modo per <strong>di</strong>re sì.<br />
5 Le vocali degliu sòle.<br />
6 Si <strong>di</strong>ce anche <strong>di</strong> vino scadente.<br />
7 Espressione usata con chi<br />
sta insistendo troppo sullo<br />
stesso punto.<br />
8 Nei campi, in campagna.<br />
9 Una goccia… d’óccia.<br />
10 Strappato dalla terra. Ma<br />
anche profondo, ripido.<br />
11 Le consonanti <strong>di</strong> cala.<br />
te fa sèmbe ‘nzòcqué,<br />
’edé Vingenzìna e San<strong>di</strong>nèlla càrecheche<br />
angora vau a sciacquà,<br />
miccarèlle miccarèlle<br />
pe’ lla fatica che l’ha fatte cunzumà…<br />
14 15 16 17 18<br />
19 20 21 22<br />
24<br />
1<br />
2 3 4 5 6 7<br />
25<br />
13 Puzzòna in vocali.<br />
14 Località dopo Sandu<br />
Rocco che prende il nome<br />
da un albero da frutta.<br />
15 Si usa per in<strong>di</strong>care il colore<br />
più nero che c’è.<br />
16 Lo è la donna che ha le<br />
voglie.<br />
17 Un or<strong>di</strong>ne per chi è troppo<br />
lento.<br />
20 Mezzo giru.<br />
22 Precedono le u in guastu.<br />
23 Le fa lo scalpello sulla<br />
pietra. Ma anche chi è infuriato.<br />
25 Si fa quando si fatica sotto<br />
il sole.<br />
23<br />
Alessandra Francola<br />
26 27 28 29<br />
30 31 32 33 34 35 36 37<br />
38 39 40 41<br />
9 10 11<br />
12 13<br />
42 43<br />
44 45 46 47<br />
48 49 50 51 52<br />
53 54 55<br />
<strong>di</strong> Tony Saccucci<br />
27 Quello <strong>di</strong> somaro poco<br />
dura.<br />
29 Resta a becco asciutto alla<br />
passatèlla.<br />
31 Dispari in lena.<br />
32 Onorificenze <strong>di</strong> guerra.<br />
34 E così sia!<br />
35 Un felino domestico.<br />
36 Era gliu carzolaru.<br />
39 Le consonanti <strong>di</strong> dapói.<br />
40 Il principio <strong>di</strong> accandosciane.<br />
46. Si trova ammonde.<br />
49 Il nome <strong>di</strong> Perzèta (iniziali).<br />
50 La fine della scugliata.
Vallinfreda ieri & oggi <strong>Maggio</strong> <strong>2010</strong><br />
NOTIZIE FLASH<br />
11<br />
OSSERVATORIO<br />
a cura <strong>di</strong> MARCO MELONI Fonti: www.regione.lazio.it, www.parchilazio.it, www.ilsole24ore.com<br />
AGROALIMENTARE<br />
Vini D.O.C.<br />
Al 18° concorso enologico indetto da Verona<br />
Fiere durante la rassegna VinItaly <strong>2010</strong>, sono<br />
state assegnate due “Gran Menzioni” al cesanese<br />
<strong>di</strong> Olevano Romano. Etichette premiate:<br />
Cesanese <strong>di</strong> Olevano R. DOC "COLLI-<br />
NE DELLA MORRA ROSCIA" 2006 Az. Vitivinicola<br />
Buttarelli; Cesanese <strong>di</strong> Olevano R. DOC<br />
"TERRE OLIBANI" 2006 Az. Agr. Migrante.<br />
Punto ven<strong>di</strong>ta prodotti biologici<br />
E’ stato inaugurato a Roma, presso la cooperativa<br />
La Cacciarella via Casal Bruciato, il secondo<br />
'SpazioBio'. L’iniziativa nasce sulla scia<br />
dell’esperienza avviata due anni fa alla Città<br />
dell'Altra Economia, nell'area del Ex Mattatoio<br />
<strong>di</strong> Testaccio, dove è presente in maniera<br />
continuativa il primo punto ven<strong>di</strong>ta biologico.<br />
AMBIENTE E TERRITORIO<br />
Festa nazionale dei Piccoli Comuni<br />
Domenica 9 maggio <strong>2010</strong> si terrà la festa nazionale<br />
dei Piccoli Comuni che ogni anno nello<br />
stesso giorno unisce simbolicamente oltre<br />
duemila piazze. La manifestazione promossa<br />
da Legambiente sotto l’Alto Patronato del<br />
Presidente della Repubblica, è un’importante<br />
occasione per dare risalto ai comuni che<br />
ricadono nei territori delle aree protette della<br />
nostra Regione.<br />
Taglio dei boschi a Rieti<br />
La Direzione Ambiente della Reg. Lazio ha<br />
autorizzato la prov. <strong>di</strong> Rieti a posticipare la<br />
stagione <strong>di</strong> taglio dei boschi fino al 15 maggio<br />
<strong>2010</strong>. Visto l’andamento particolarmente sfavorevole<br />
delle con<strong>di</strong>zioni meteorologiche che<br />
ha causato il ritardo dello stato vegetativo<br />
delle specie arboree oggetto <strong>di</strong> taglio, è stata<br />
concessa questa proroga all’originaria data<br />
del 15 aprile. Il taglio interessa i boschi cedui<br />
coetanei la cui area al taglio si sviluppa<br />
almeno per il 50 per cento al <strong>di</strong>sopra dei 1000<br />
s.l.m. mentre sono esclusi tutti i territori ricadenti<br />
in aree Sic e Zps.<br />
Biblioteca al Parco <strong>di</strong> Vejo<br />
Una piccola biblioteca creata dagli stessi lettori.<br />
Questo è quello che sta nascendo al Museo<br />
storico-etnografico "Casolare 311" del<br />
Parco <strong>di</strong> Veio. Ogni visitatore del museo infatti<br />
potrà lasciare in dono un libro mettendolo<br />
a <strong>di</strong>sposizione degli altri ospiti riservandosi il<br />
<strong>di</strong>ritto a prendere in prestito i libri già donati<br />
1 maggio - 30 giugno NEMI (RM)<br />
Sagra delle Fragole e Mostra dei Fiori<br />
Vere protagoniste della sagra “le fragolare”,<br />
donne addette alla raccolta delle fragole, che<br />
sfilano in corteo per il paese indossando l’antico<br />
costume tra<strong>di</strong>zionale. Per dare ancora<br />
più risalto alla Sagra le si è affiancata la Mostra<br />
dei Fiori e i fioristi locali abbelliscono con<br />
loro creazioni scorci del centro storico.<br />
e <strong>di</strong>sponibili in quel momento.<br />
Campagna Antincen<strong>di</strong>o boschivo <strong>2010</strong><br />
E’ stato definito per la campagna Antincen<strong>di</strong>o<br />
boschivo <strong>2010</strong> il periodo <strong>di</strong> massima pericolosità<br />
per il rischio incen<strong>di</strong> che va dal 15<br />
giugno al 30 settembre prossimi.<br />
BENI ED ATTIVITA’ CULTURALI<br />
Contributi recupero Teatro comunale <strong>di</strong><br />
Arsoli<br />
Su proposta dell’Assessore alla Cultura,<br />
Spettacolo e Sport, la Giunta Reg. ha approvato<br />
il Piano <strong>di</strong> interventi per lo sviluppo delle<br />
strutture culturali del Lazio. Tra gli interventi<br />
oggetto <strong>di</strong> finanziamento, ammesso il<br />
recupero del Teatro comunale <strong>di</strong> Arsoli con<br />
contributo regionale <strong>di</strong> euro 225.000.<br />
Interventi <strong>di</strong> riqualificazione a Tivoli<br />
Stanziati per il Comune <strong>di</strong> Tivoli ulteriori 3 milioni<br />
<strong>di</strong> euro per completare il programma <strong>di</strong><br />
recupero urbano. L’ultimo intervento appena<br />
finanziato dalla Regione per un importo <strong>di</strong><br />
2.800.0000 euro riguarda il recupero <strong>di</strong> tutte<br />
le aree interne del borgo antico mentre altri<br />
400.000 euro saranno utilizzati per un progetto<br />
<strong>di</strong> miglioramento dei percorsi turistici.<br />
ENTI LOCALI<br />
Bando accesso finanziamenti “amm. <strong>di</strong>gitale”<br />
Approvato con delibera dalla Giunta regionale<br />
il Bando annualità <strong>2010</strong> con il quale verranno<br />
cofinanziati i progetti presentati dagli<br />
Enti Locali del territorio, con lo scopo <strong>di</strong> sviluppare<br />
ed agevolare un modello più efficiente<br />
<strong>di</strong> “amministrazione <strong>di</strong>gitale” e <strong>di</strong> contribuire<br />
alla semplificazione e allo snellimento<br />
delle procedure, in particolare per i piccoli<br />
Comuni e gli Enti Locali a bassa densità demografica.<br />
I progetti dovranno essere presentati<br />
entro le ore 18.00 del 28 giugno <strong>2010</strong>.<br />
Usi civici a Vallinfreda<br />
La Direzione Regionale Agricoltura ha approvato<br />
le deliberazioni del Cons. Comunale <strong>di</strong><br />
Vallinfreda nn. 20, 21 e 328 del 2009, con le<br />
quali lo stesso Comune accoglieva l’istanza <strong>di</strong><br />
consolidamento a titolo oneroso dell’acquisto<br />
<strong>di</strong> n. 3 terreni <strong>di</strong> demanio civico avanzata da<br />
parte <strong>di</strong> 3 <strong>di</strong>tte private. Il prezzo <strong>di</strong> alienazione<br />
dei tre terreni è stato fissato rispettivamente<br />
in e 6.500 (terreno censito in catasto<br />
al foglio n. 14, particella n. 314 - mq 1135); e<br />
8 - 16 maggio TARQUINIA (VT)<br />
<strong>Maggio</strong> Me<strong>di</strong>oevale<br />
L’evento occuperà tutto il mese <strong>di</strong> maggio e<br />
avrà come centro nevralgico la gara dei cavalieri<br />
con il “Saracino”, la quale si svolgerà<br />
nella suggestiva cornice <strong>di</strong> Campo Cial<strong>di</strong>. La<br />
“Giostra” sarà preceduta da un imponente<br />
corteo ed accolta festosamente da tutte le<br />
contrade.<br />
NEWS E INFORMAZIONI<br />
DI PUBBLICA UTILITÀ<br />
6.370 (terreno censito in catasto al foglio n.<br />
14, particella n. 313 - mq 1100) ed e 6.110<br />
(terreno censito in catasto al foglio n. 14, particella<br />
n. 312 - mq 1020).<br />
IMPRESA ED ATTIVITA’ PRODUTTIVE<br />
Regolamentazione economia equo-solidale<br />
Approvato il Regolamento attuativo della<br />
Legge sull’Altra Economia con il quale si intende<br />
definire, sostenere, promuovere e certificare<br />
tutte quelle attività <strong>di</strong> impresa basate<br />
su un’equa ripartizione delle risorse, sul rispetto<br />
e sulla tutela dell’ambiente e sul perseguimento<br />
<strong>di</strong> obiettivi sociali. Tra le attività<br />
sostenute: agricoltura biologica, produzione<br />
<strong>di</strong> beni eco-compatibili, commercio equo e<br />
solidale, risparmio energetico ed energie rinnovabili,<br />
riuso e riciclo dei materiali.<br />
Finanziamenti dalla Provincia per l’accesso<br />
al cre<strong>di</strong>to delle piccole imprese<br />
La Provincia <strong>di</strong> Roma ha stanziato 11 milioni<br />
<strong>di</strong> euro per finanziare il fondo <strong>di</strong> garanzia per<br />
l’accesso al cre<strong>di</strong>to delle piccole imprese e la<br />
formazione professionale delle aziende. Prevista<br />
anche l’attivazione <strong>di</strong> uno sportello<br />
“energia” per incentivare il risparmio energetico<br />
e l’utilizzo <strong>di</strong> fonti rinnovabili.<br />
INFORMATICA ED INTERNET<br />
Rete informatica prestazione Megalab<br />
E’ stato presentato il Megalab, progetto <strong>di</strong> rete<br />
informatica ad alta prestazione <strong>di</strong> ultima<br />
generazione. Il progetto consiste nella realizzazione<br />
<strong>di</strong> una rete Metropolitana attraverso<br />
la quale sarà possibile veicolare servizi e applicazioni<br />
fra i centri <strong>di</strong> ricerca e la Pubblica<br />
Amministrazione. Sarà applicabile in <strong>di</strong>versi<br />
settori, dalla sanità alla gestione del territorio,<br />
dalla cura dell’ambiente fino all’au<strong>di</strong>ovisivo.<br />
LEGGI, REGOLAMENTI E APPALTI<br />
Legge regionale del 5 marzo <strong>2010</strong>, n. 2<br />
Promozione della costituzione <strong>di</strong> una società<br />
per azioni a partecipazione regionale ai fini<br />
dei collegamenti marittimi con le isole Pontine<br />
denominata Laziomar S.p.A.<br />
Regolamento Regionale del 23 febbraio<br />
<strong>2010</strong>, n. 1<br />
Mo<strong>di</strong>fiche al Reg. reg. 18 aprile 2005, n. 7 (Regolamento<br />
<strong>di</strong> attuazione dell’articolo 36 della<br />
legge regionale 28 ottobre 2002, n. 39. Nor-<br />
16 maggio ACQUAPENDENTE (VT)<br />
I Pugnaloni<br />
Vengono realizzati in onore della Madonna<br />
del Fiore, sono gran<strong>di</strong> mosaici <strong>di</strong> fiori e foglie<br />
ideati da giovani appartenenti alle do<strong>di</strong>ci<br />
contrade. Viene scelta la composizione più<br />
bella e la contrada vincitrice ha <strong>di</strong>ritto ad<br />
esporre per un anno il proprio gonfalone<br />
nell’arcata del palazzo comunale.<br />
me in materia <strong>di</strong> gestione delle risorse forestali).<br />
Bando Ente Parco Naturale regionale dei<br />
monti Lucretili <strong>di</strong> Palombara Sabina<br />
Oggetto: Procedura aperta. Interventi <strong>di</strong> allestimento<br />
del museo etnopaleontologico <strong>di</strong><br />
Percile, <strong>di</strong> allestimento dei sentieri <strong>di</strong>dattici<br />
naturalistici e realizzazione della relativa segnaletica<br />
<strong>di</strong> avvicinamento. Importo: euro<br />
102.182,00 - Termine: 3 maggio <strong>2010</strong><br />
SALUTE E SANITA’<br />
Residenza sanitaria assistita (Rsa)<br />
Per la Regione Lazio autorizzati 1.716 nuovi<br />
posti letto in Rsa (residenza sanitaria assistita)<br />
con l’intento <strong>di</strong> ampliare l’offerta assistenziale<br />
con una minore ospedalizzazione.<br />
Su un totale <strong>di</strong> 1.010 posti attivabili nel <strong>2010</strong><br />
sul territorio <strong>di</strong> Roma e Provincia, per la Asl<br />
RM/G sono stati previsti 100 posti.<br />
Assistenza malati <strong>di</strong> Alzheimer<br />
Stanziati 1,6 milioni <strong>di</strong> euro per il finanziamento<br />
<strong>di</strong> progetti innovativi finalizzati al miglioramento<br />
della qualità <strong>di</strong> vita dei portatori<br />
del morbo <strong>di</strong> Alzheimer e delle famiglie che li<br />
assistono in casa. I 4 progetti finanziati saranno<br />
tutti realizzati da Associazioni <strong>di</strong> volontariato<br />
che interverranno sui circa 70.000<br />
malati stimati nel Lazio.<br />
TURISMO<br />
Bando regionale per lo sviluppo delle<br />
imprese turistiche<br />
Pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Reg.<br />
Lazio il bando del Fondo rotativo Pmi-Turismo.<br />
L’avviso pubblico è rivolto alle imprese<br />
turistiche con sede operativa nel territorio<br />
del Lazio in possesso dei requisiti <strong>di</strong>mensionali<br />
previsti dalla normativa comunitaria.<br />
L’obiettivo è quello <strong>di</strong> promuovere azioni per<br />
lo sviluppo delle piccole e me<strong>di</strong>e imprese turistiche<br />
laziali, con particolare riferimento alle<br />
strutture ricettive (alberghiere, extralberghiere<br />
e all’aria aperta).<br />
Ruolo istituzionale delle Pro Loco<br />
E’ stato firmato un protocollo d’intesa tra la<br />
Regione Lazio e l’Unione Nazionale delle Pro<br />
Loco che attribuisce alle Pro Loco del Lazio il<br />
ruolo istituzionale <strong>di</strong> interlocutore sul territorio<br />
per l’informazione turistica e la promozione<br />
delle tra<strong>di</strong>zioni locali.<br />
BACHECA EVENTI IN PROGRAMMAZIONE NELLE PROVINCE DEL LAZIO<br />
Fonte: www.laziofeste.it<br />
22 - 23 maggio PALIANO (FR)<br />
Giornata per la valorizzazione del territorio<br />
Progetto <strong>di</strong> sviluppo locale finalizzato al consolidamento<br />
delle tra<strong>di</strong>zioni con iniziative<br />
combinate con i più <strong>di</strong>versi settori locali, produttivi,<br />
culturali, naturalistici. Previste degustazioni<br />
enogastronomiche <strong>di</strong> prodotti tipici<br />
locali e visite guidate al centro storico e<br />
ai suoi monumenti.
12 <strong>Maggio</strong> <strong>2010</strong> Vallinfreda ieri & oggi<br />
I E R I & O G G I<br />
Via S. Rocco negli<br />
anni ’30 (cartolina –<br />
coll. Roberto Tufani)<br />
Via S. Rocco oggi