evoluzione dei macelli e dei mercati delle carni - Centro Inox
evoluzione dei macelli e dei mercati delle carni - Centro Inox
evoluzione dei macelli e dei mercati delle carni - Centro Inox
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
EVOLUZIONE DEI MACELLI<br />
E DEI MERCATI<br />
DELLE CARNI<br />
BRUNO RONCAGLIOLI - MARCO SIBANI<br />
Estratto da : "Genio Rurale"<br />
anno XXXIII - n. 9 settembre 1970
EVOLUZIONE DEI MACELLI<br />
E DEI MERCATI<br />
DELLE CARNI<br />
BRUNO RONCÀGLIOLI - MARCO SIBANI<br />
1 - Introduzione<br />
In questi ultimi anni anche nel nostro<br />
Paese si è andata manifestando una progressiva<br />
trasformazione <strong>delle</strong> strutture di<br />
macellazione e di preparazione <strong>delle</strong> <strong>carni</strong>.<br />
Le trasformazioni sono state sollecitate<br />
da un lato dai progressi realizzati<br />
nelle tecniche del freddo e dall'altro lato<br />
dal concentrarsi della popolazione nei<br />
grandi centri urbani e dal naturale evolversi<br />
<strong>dei</strong> consumi connessi con il migliorato<br />
tenore di vita.<br />
Le tecniche del freddo applicate al settore<br />
carneo permettono di conservare, allo<br />
stato refrigerato, le <strong>carni</strong> fresche anche<br />
per alcuni mesi e quindi rendono possibile<br />
il trasporto anche a lunga distanza.<br />
Basti pensare alle notevoli percentuali<br />
raggiunte dalle <strong>carni</strong> fresche refrigerate<br />
importate dagli altri Paesi europei ed<br />
extraeuropei. Naturalmente anche i trasporti<br />
a media distanza risentono favorevolmente<br />
dell'applicazione del freddo tanto<br />
che si assiste alla progressiva riduzione<br />
dell'importanza del circuito del vivo e alla<br />
sua sostituzione con il circuito del.morto.<br />
In altre parole, grazie all'applicazione del<br />
freddo, è più vantaggioso, almeno su grandi<br />
distanze, il trasporto <strong>delle</strong> <strong>carni</strong> macellate<br />
rispetto al trasporto del bestiame<br />
vivo, sia per motivi di ordine igienico<br />
economico, sia per la maggior facilità nell'eseguire<br />
le operazioni di carico, trasporto<br />
e scarico.<br />
La crescita della popolazione <strong>dei</strong> grandi<br />
centri urbani e l'aumentato tenore di<br />
vita agiscono sul crescente consumo, sulla<br />
richiesta di,particolari tipi di carne, sulla<br />
utilizzazione <strong>dei</strong> prodotti secondari, sulla<br />
costituzione di scorte nei magazzini frigoriferi<br />
e, in definitiva, rendono diffìcile<br />
soddisfare il fabbisogno con il solo be-<br />
stiame proveniente dalle zone più o meno<br />
vicine.<br />
Tutte queste ragioni hanno fatto sì<br />
che i <strong>macelli</strong>, un tempo adibiti esclusivamente<br />
all'abbattimento e alla prima preparazione<br />
<strong>delle</strong> <strong>carni</strong>, tendano sempre più<br />
a configurarsi come centri economici implicanti<br />
varie e complesse attività connesse<br />
con il commercio della carne ( l ).<br />
La funzione del macello ubicato presso<br />
il centro di consumo tende verso il ricevimento,<br />
il controllo, la conservazione e<br />
l'esposizione <strong>delle</strong> <strong>carni</strong> foranee, mentre<br />
sempre minore importanza assume la macellazione<br />
degli animali vìvi.<br />
In linea generale può dirsi che le<br />
operazioni di macellazione tendono a concentrarsi<br />
in grandi stabilimenti dislocati<br />
presso le zone di produzione del bestiame<br />
da carne, mentre gli impianti comunali<br />
manifestano la tendenza ad assumere la<br />
veste di <strong>mercati</strong> all'ingrosso <strong>delle</strong> <strong>carni</strong>.<br />
La concentrazione <strong>delle</strong> operazioni di<br />
macellazione nei grandi stabilimenti presso<br />
le zone ove sussìstono gli allevamenti<br />
permette di sfruttare al massimo e con<br />
continuità la produttività degli impianti<br />
nel rispetto più assoluto <strong>delle</strong> norme igienico-sanitarie.<br />
II lavoro a catena effettuato<br />
da tecnici altamente specializzati,<br />
l'uso di attrezzature complesse, la possibilità<br />
di utilizzare convenientemente i sottoprodotti,<br />
sono tutti aspetti positivi che<br />
si concretizzano in un aumento qualitativo<br />
del prodotto finito e in un sensibile contenimento<br />
<strong>dei</strong> costi di esercizio e di distribuzione<br />
<strong>delle</strong> <strong>carni</strong>.<br />
( l ) M. BANDINI, Prospettive di una politica<br />
organica <strong>dei</strong> <strong>macelli</strong>. Relazione al Convegno Nazionale<br />
di studio sull'organizzazione <strong>dei</strong> <strong>mercati</strong><br />
bestiame, <strong>dei</strong> <strong>macelli</strong> e <strong>dei</strong> <strong>mercati</strong> <strong>carni</strong>. Torino<br />
16 marzo 1969.<br />
iX/27
TABELLA N. 1. - Produzione e consumo di <strong>carni</strong> in Italia nel 1968.<br />
Tipi di carne<br />
Bovina<br />
Equina<br />
Suina<br />
Ovina e caprina . .<br />
Pollame e selvaggina<br />
Conigli {>)<br />
Totale<br />
Produzione nazionale<br />
quantità<br />
000 q<br />
5.300<br />
165<br />
4.302<br />
404<br />
3.400<br />
540<br />
14.111<br />
0) Dati riferiti al 1967.<br />
Fonte: Nostra elaborazione su dati ISTAT.<br />
% della<br />
disponibilità<br />
totale<br />
52,0<br />
44,0<br />
86,7<br />
87,8<br />
97,4<br />
94,1<br />
70,3<br />
Per mezzo del « Fondo Nazionale <strong>dei</strong><br />
Macelli » lo Stato interviene in modo poderoso<br />
nel piano di ammodernamento erogando<br />
contributi variabili dal 20 al 30 %<br />
del costo totale degli impianti.<br />
Per quanto riguarda l'amministrazione,<br />
la tendenza è verso l'autonomia amministrativa<br />
affidando la gestione <strong>dei</strong> <strong>macelli</strong><br />
a un organismo rappresentativo di tutti<br />
gli interessati, allevatori inclusi.<br />
2.4 - GERMANIA OCCIDENTALE<br />
Funzionano attualmente 323 <strong>macelli</strong><br />
pubblici, ubicati essenzialmente presso i<br />
luoghi di consumo, oltre a un numero<br />
crescente di impianti privati gestiti, spesso,<br />
da cooperative agrìcole e sortì con il<br />
contributo statale.<br />
È in corso di studio un piano nazionale<br />
di ammodernamento dell'intero settore;<br />
il piano è frutto di una esemplare<br />
collaborazione fra ingegneri, veterinari e<br />
tecnici <strong>delle</strong> case produttrici di attrezzature.<br />
Le linee di azione sono principalmente<br />
due: studio <strong>delle</strong> tecnologie avanzate della<br />
macellazione e organizzazione economicocommerciale.<br />
Anche la Germania dispone di alcune<br />
<strong>delle</strong> maggiori industrie operanti nel settore<br />
<strong>delle</strong> attrezzature di macellazione e<br />
lavorazione <strong>delle</strong> <strong>carni</strong>.<br />
2.5 - SVIZZERA<br />
I <strong>macelli</strong> sono essenzialmente pubblici<br />
mentre esistono impianti privati per la<br />
lavorazione <strong>delle</strong> <strong>carni</strong>.<br />
quantità<br />
000 q<br />
Importazione<br />
4.900<br />
210<br />
660<br />
56<br />
90<br />
34<br />
5.950<br />
% della<br />
disponibilità<br />
totale<br />
48,0<br />
56,0<br />
13,3<br />
12,2<br />
2,6<br />
5,9<br />
29,7<br />
Disponibilità<br />
totale<br />
000 q<br />
10.200<br />
375<br />
4.962<br />
460<br />
3.490<br />
574<br />
20.061<br />
Consumo<br />
prò-capite<br />
19,1<br />
0,7<br />
9,3<br />
0,9<br />
7,0<br />
14<br />
38,1<br />
Sono assai moderni e funzionali; godono<br />
di una soddisfacente autonomia<br />
amministrativa.<br />
2.6 - SPAGNA<br />
Esistono <strong>macelli</strong> pubblici, gestiti generalmente<br />
in forma cooperativa, e <strong>macelli</strong><br />
privati; questi ultimi non possono vendere<br />
carne fresca ma debbono limitarsi<br />
alta preparazione e lavorazione di prodotti<br />
carnei.<br />
Si è dell'avviso di garantire l'autonomia<br />
amministrativa al fine di conseguire<br />
i vantaggi economici nel rispetto <strong>delle</strong><br />
norme igienico-sanitarie.<br />
2.7 - PORTOGALLO<br />
II governo di questo Paese ha commissionato<br />
uno studio sulla pianificazione <strong>dei</strong><br />
<strong>macelli</strong> a una équipe di ricercatori specializzati<br />
diretta dal tedesco Ritter. I risultati<br />
dello studio hanno indotto il governo<br />
a ridurre il numero <strong>dei</strong> mattatoi<br />
dai 250 esistenti a 27 impianti razionati<br />
aventi dimensioni variabili da 7.000 a<br />
30.000 tonnellate annue (•)-<br />
3 • Struttura attuale della macellazione in<br />
Italia<br />
3.1 - PRODUZIONE E CONSUMO DI CARNE<br />
La produzione nazionale di carne copre<br />
notoriamente solo una parte del fab-<br />
(«) S. M. ROZZA, / <strong>macelli</strong> nella CEE. « Informatore<br />
Zootecnico », n. 6, 31 marzo 1970.
isogno (v, tab. 1); nel corso del 1968 si<br />
può ritenere che sia stato prodotto complessivamente<br />
il 70 % del quantitativo<br />
richiesto per il consumo.<br />
La carne maggiormente consumata è<br />
quella bovina che supera la metà del<br />
fabbisogno globale (v. tab. 2). Ma proprio<br />
in tale settore sì manifesta la maggiore<br />
carenza: la produzione nazionale di<br />
carne bovina raggiunge appena il 52 %<br />
della quantità richiesta.<br />
Dell' intera produzione nazionale il<br />
37,5 % b rappresentato da carne bovina,<br />
11 30,5 % da calne suina e il 24,1 % da<br />
carne di pollame.<br />
Le regioni maggiormente produttive<br />
nei riguardi della carne bovina sonò, nell'ordine,<br />
l'Emilia-Romagna, la Lombardia,<br />
il Piemonte e il Veneto (v. tab. 3).<br />
Per quanto riguarda la carne suina la<br />
Lombardia dettene il primato macellando<br />
circa un terzo della produzione nazionale<br />
(v. tab. 3).<br />
3.2 - ORGANIZZAZIONE DELLA PREPARAZIONE E<br />
DISTRIBUZIONE DELLE CARNI<br />
Nel sistema di reperimento, preparazione<br />
e distribuzione <strong>delle</strong> <strong>carni</strong> è possibile<br />
individuare quattro fasi successive.<br />
Una prima fase è rappresentata dal<br />
cos\ detto circuito del vìvo ossia dal passaggio<br />
del bestiame dalla stalla dell'allevatore<br />
alta stalla annessa al macello. Questo<br />
circuito può essere più o meno lungo<br />
a seconda che il mattatoio sia ubicato<br />
presso il luogo di consumo oppure presso<br />
la zona di produzione. Attualmente si<br />
verìfica più comunemente il primo caso,<br />
N, 2. - Tipi di carne prodotti e consumati in Italia nel 1968.<br />
Bovina<br />
Equina<br />
Suina<br />
Ovina e caprina<br />
Pollame e selvaggina<br />
Conìgli ( l )<br />
Toiale<br />
(') Dati riferiti al 1967.<br />
Fonte; Nostra elaborazione su dati ISTAT.<br />
ma è da ritenere che in futuro il trasporto<br />
del bestiame vivo si ridurrà notevolmente<br />
poiché la tendenza già ora manifesta è<br />
di favorire l'insediamento <strong>dei</strong> <strong>macelli</strong> nelle<br />
zone di prò Suzione. Ciò per il fatto che<br />
è più facile, più economico, più igienico<br />
trasportare <strong>carni</strong> anziché bestiame vivo.<br />
Una seconda fase è rappresentata dagli<br />
impigriti di macellazione, preparazione,<br />
spedizione <strong>delle</strong> <strong>carni</strong> ed utilizzazione<br />
<strong>dei</strong> sottoprodotti. È questa la fase più<br />
debole dell'attuale sistema. Poiché gli impianti<br />
sono ubicati generalmente presso<br />
ì centri di consumo sono utilizzati solo<br />
in parte e i costi di gestione sono assai<br />
elevati.<br />
Una terza fase è rappresentata dal<br />
mercato all'ingrosso dette <strong>carni</strong> con annesse<br />
attrezzature di ricevimento <strong>delle</strong><br />
<strong>carni</strong> foranee e di conservazione a bassa<br />
temperatura di tutte le <strong>carni</strong>. Questa fase<br />
solo da alcuni anni ha cominciato ad assumere<br />
una rilevante importanza specie nei<br />
grandi centri urbani e ciò per diversi<br />
motivi. Innanzitutto la necessità di reperire<br />
<strong>carni</strong> da zone sempre più lontane<br />
e anche dall'estero per soddisfare le esigenze<br />
crescenti della popolazione urbana<br />
fa sì che sia più conveniente l'approvvigionamento<br />
<strong>delle</strong> <strong>carni</strong> fresche anziché del<br />
bestiame vivo. Inoltre tende a scomparire,<br />
almeno nei grandi centri, la figura<br />
del macellaio esercente che provvede di<br />
persona ad acquistare il bestiame e a<br />
macellarlo; i rischi, la perdita di tempo,<br />
la minor possibilità di scelta, la difficoltà<br />
di utilizzare o rivendere i sottoprodotti e<br />
le parti di minor pregio, sono alcuni fattori<br />
che inducono il rivenditore di carne<br />
al dettaglio ad avvalersi <strong>dei</strong> <strong>mercati</strong> all'in-<br />
Produzione<br />
quantità<br />
000 q<br />
5.300<br />
165<br />
4.302<br />
404<br />
3.400<br />
540 j<br />
14.111<br />
nazionale<br />
.0<br />
37,5<br />
1,2<br />
30,5<br />
2,9<br />
24,1<br />
3,8<br />
100,0<br />
quantità<br />
000 q<br />
10.200<br />
375<br />
4.962<br />
460<br />
3.490<br />
574<br />
20.061<br />
Consumo<br />
/o<br />
50,8<br />
1.9<br />
24,7<br />
2,3<br />
17,4<br />
2,9<br />
100,0<br />
IX/31
TABELLA N. 3. - Bestiame macellato per specie e regione.<br />
1964<br />
1965<br />
1966<br />
1967<br />
1968<br />
Piemonte<br />
Valle d'Aosta . . .<br />
Lombardia . . . .<br />
Trentino-Alto Adige<br />
Veneto<br />
Friuli-Venezia Giulia<br />
Liguria<br />
Emilia-Romagna . .<br />
Toscana<br />
Umbria<br />
Marche . . . . . .<br />
Lazio<br />
Abruzzi<br />
Molise<br />
Campania<br />
Puglia<br />
Basilicata<br />
Calabria<br />
Sicilia<br />
Sardegna<br />
Fonte: ISTAT.<br />
Anni<br />
Regioni<br />
grosso e ad acquistare i tagli che la clientela<br />
predilige. Infine occorre considerare<br />
lo sfasamento che spesso avviene fra il<br />
reperimento del bestiame vivo e la vendita<br />
<strong>delle</strong> <strong>carni</strong> preparate; gli allevatori<br />
offrono il bestiame non in modo costante,<br />
a causa <strong>delle</strong> produzioni stagionali ( B ) o<br />
della siccità o per esaurimento <strong>delle</strong> scorte<br />
di foraggio, mentre la richiesta <strong>delle</strong><br />
<strong>carni</strong> da parte <strong>dei</strong> consumatori tende ad<br />
essere costante nei vari mesi, fatta eccezione<br />
per il periodo <strong>delle</strong> ferie estive; è<br />
possibile rìequilibrare lo sfasamento seguendo<br />
due vie: reperire bestiame da<br />
macellare e <strong>carni</strong> fresche da zone più<br />
lontane e nel contempo sfruttare il volano<br />
( 6 ) Tipico esempio la produzione <strong>dei</strong> vitelli da<br />
latte che raggiunge il livello massimo nei mesi<br />
di marzo e aprile e il livello minimo nel mese<br />
dì ottobre.<br />
IX/32<br />
Bovini<br />
Peso morto<br />
q<br />
5.733.927<br />
5.660.272<br />
6.734.690<br />
7.117.814<br />
7.837.405<br />
1968 PER REGIONE<br />
750.109<br />
15.468<br />
1.025.375<br />
107.708<br />
669.225<br />
148.794<br />
242.278<br />
1.209.044<br />
645.334<br />
166.263<br />
513.463<br />
400.244<br />
211.820<br />
25.805<br />
556.195<br />
239.364<br />
41.743<br />
191.687<br />
545.479<br />
132.007<br />
7.837.405<br />
Ovini e<br />
Caprini<br />
peso morto<br />
q<br />
381.268<br />
351.442<br />
390.058<br />
409.109<br />
420.079<br />
13.834<br />
260<br />
2.119<br />
1.768<br />
2.040<br />
664<br />
6.138<br />
20.681<br />
23.980<br />
10.063<br />
14.034<br />
37.011<br />
36.744<br />
9.625<br />
24.777<br />
88.851<br />
18.013<br />
24.542<br />
38.194<br />
46.741<br />
420.079<br />
Suini<br />
peso morto<br />
q<br />
4.538.032<br />
4.555.224<br />
4.151.970<br />
4.394.806<br />
5.162.648<br />
346.280<br />
962<br />
1.601.970<br />
47.585<br />
290.173<br />
89.312<br />
19.431<br />
947.303<br />
253.308<br />
140.196<br />
212.546<br />
268.645<br />
• 136.537<br />
47.012<br />
307.602<br />
49.505<br />
60.347<br />
182.800<br />
99.126<br />
62.008<br />
5.162.648<br />
Equini<br />
peso morto<br />
q<br />
439.572<br />
406.586<br />
386.268<br />
371.655<br />
396.179<br />
29.885<br />
109<br />
50.054<br />
2.207<br />
14.571<br />
7.586<br />
4.169<br />
56.399<br />
4.878<br />
2.589<br />
939<br />
36.490<br />
3.227<br />
186<br />
3.618<br />
131.406<br />
2.548<br />
1.822<br />
17.600<br />
25.896<br />
396.179<br />
compensatore offerto dal reparto frigorifero<br />
(').<br />
La quarta fase è costituita dalla rete<br />
di distribuzione che parte dal mercato<br />
<strong>delle</strong> <strong>carni</strong> all'ingrosso per giungere al<br />
consumatore. Spesso è il macellaio rivenditore<br />
ad acquistare direttamente sul<br />
mercato all'ingrosso, ma non mancano i<br />
passaggi intermedi che determinano costi<br />
crescenti di distribuzione. Già da alcuni<br />
anni è iniziata, anche nel nostro<br />
Paese, la rivendita di <strong>carni</strong> fresche confezionate<br />
tramite i super<strong>mercati</strong>. In un caso<br />
come nell'altro, grazie ai furgoni refrigerati<br />
è possibile trasportare le <strong>carni</strong> macellate<br />
dal luogo di mattazione al banco di<br />
vendita finale attraverso una ininterrotta<br />
catena del freddo.<br />
(*) Le <strong>carni</strong> fresche possono essere conservate<br />
nei magazzini frigoriferi per due o tre mesi;<br />
quindi con studiate rotazioni è possibile mantenere<br />
scorte illimitate di <strong>carni</strong> fresche.
TABELLA N. 4. - Bestiame bovino macellato per tipo di mattatoio e regione nell'anno 1968.<br />
Piemonte<br />
Valle d'Aosta . . .<br />
Lombardia . . . .<br />
Trentino-Alto Adige<br />
Veneto<br />
Friuli Venezia Giulia<br />
Liguria<br />
Emilia-Romagna . .<br />
Toscana<br />
Umbria . . . . . .<br />
Marche<br />
Lazio<br />
Abruzzi<br />
Molise<br />
Campania<br />
Puglia<br />
Basilicata . . . .. .<br />
Calabria<br />
Sicilia.......<br />
Sardegna<br />
Italia . . . . . .<br />
Regioni<br />
Fonte; Nostra elaborazione su dati ISTAT.<br />
Bovini<br />
Tipo di mattatoio<br />
pubblico % privato % altro %<br />
47,85<br />
38,47<br />
35,51<br />
56,68<br />
43,45<br />
51,81<br />
69,58<br />
47,72<br />
81,44<br />
92,68<br />
93,18<br />
91,70<br />
80,65<br />
69,28<br />
84,21<br />
94,67<br />
84,73<br />
86,21<br />
96,60<br />
62,47<br />
65,36<br />
7,79<br />
2,28<br />
10,08<br />
0,33<br />
10,34<br />
0,57<br />
2,89<br />
33,06<br />
6,86<br />
0,23<br />
2,88<br />
2,77<br />
5,52<br />
1,09<br />
0,63<br />
0,01<br />
9,29<br />
44,36<br />
59,25<br />
54,41<br />
42,99<br />
46,21<br />
47,62<br />
27,53<br />
19,22<br />
11,70<br />
7,09<br />
4,01<br />
5,53<br />
13,83<br />
30,72<br />
14,70<br />
5,33<br />
15,27<br />
13.16<br />
3,39<br />
37,53<br />
25,35<br />
TABELLA N. 5, - Bestiame suino macellato per tipo di mattatoio e regione neWamo 1968.<br />
Piemonte<br />
Valle d'Aosta . . .<br />
Lombardie . . . .<br />
Trentino-Alto Adige<br />
Veneto<br />
Friuli-Venezia Giulia<br />
Liguria<br />
Emilia-Romagna . .<br />
Toscana<br />
Umbria<br />
Marche<br />
Lazio '<br />
Abruzzi<br />
Molise .<br />
Campania<br />
Puglia<br />
Basilicata<br />
Calabria......<br />
Sicilia<br />
Sardegna<br />
Italia<br />
Regioni<br />
Fonte: Nostra elaborazione su dati ISTAT.<br />
Suini<br />
Tipo di mattatoio<br />
pubblico % privato % altro %<br />
4,83<br />
1,35<br />
18,26<br />
5,91<br />
4,06<br />
48,56<br />
9,55<br />
31,72<br />
35,60<br />
24,08<br />
47,01<br />
20,38<br />
12,25<br />
28,99<br />
71,97<br />
15,96<br />
24,99<br />
88,30<br />
37,70<br />
15,50<br />
40,99<br />
0,73<br />
88,75<br />
15,29<br />
33,10<br />
20,89<br />
25,01<br />
68,59<br />
25,17<br />
7,24<br />
7,36<br />
22,41<br />
7,26<br />
14,11<br />
0,30<br />
0,07<br />
0,07<br />
49,28<br />
54,18<br />
99,27<br />
9,90<br />
66,45<br />
60,99<br />
75,05<br />
26,43<br />
21,86<br />
43,11<br />
57,16<br />
68,56<br />
30,58<br />
72,36<br />
87,75<br />
56,90<br />
28,03<br />
84,04<br />
74,71<br />
11,63<br />
62,23<br />
35,22<br />
Totale<br />
Peso morto<br />
in Q.li<br />
750.108<br />
15.468<br />
1.025.375<br />
107.708<br />
669.225<br />
148.793<br />
242.729<br />
1.209.046<br />
645.331<br />
166.264<br />
513.464<br />
400.244<br />
211.822<br />
25.805<br />
556.195<br />
239.363<br />
41.743<br />
191.686<br />
545.479<br />
132.006<br />
7.837.405<br />
Totale<br />
Peso morto<br />
in q.li<br />
346.280<br />
962<br />
1.601.970<br />
47.585<br />
290.173<br />
89.312<br />
19.431<br />
947.303<br />
253.308<br />
140.196<br />
212.546<br />
268.645<br />
136.537<br />
47.012<br />
307.602<br />
49.505<br />
60.347<br />
182.800<br />
99.126<br />
62.008<br />
5.162.648<br />
IX/13
3) Macchina centrifuga per separare il sangue<br />
e 1 grassi nel mattatoio di Mersch (Lussemburgo),<br />
(da Incu Nickel)<br />
3.3 - DISPOSIZIONI LEGISLATIVE<br />
L'organizzazione della macellazione è<br />
disciplinata principalmente dal Regolamento<br />
sulla vigilanza sanitaria <strong>delle</strong> <strong>carni</strong><br />
(d.l. 20-12-1928 n. 3298) il quale specifica<br />
in particolare che la macellazione degli<br />
animali bovini, bufalini, suini, ovini, caprini<br />
ed equini destinati all'alimentazione<br />
deve essere eseguita esclusivamente nei<br />
pubblici <strong>macelli</strong> in tutti i comuni che ne<br />
sono provvisti. Inoltre viene precisato che<br />
tutti i comuni con popolazione superiore<br />
a 6.000 abitanti debbono attrezzarsi con<br />
un pubblico macello. I prefetti hanno la<br />
facoltà di favorire e coordinare la costruzione<br />
<strong>dei</strong> <strong>macelli</strong> consortili fra più comuni<br />
oppure di enti cooperativi.<br />
La disposizione legislativa del 1928 diede<br />
grande impulso alla costruzione di<br />
nuovi impianti e al miglioramento di<br />
quelli esistenti, ma nel contempo deter-<br />
IX/34<br />
minò il frazionamento e la dispersione<br />
degli impianti di macellazione. Il risultato<br />
di questa politica emerge chiaramente dalle<br />
statistiche ufficiali (v. tab. 6): esistono<br />
attualmente in Italia oltre 18.000 <strong>macelli</strong><br />
di cui oltre 2.500 pubblici.<br />
Il Regolamento sopra ricordato rispecchia<br />
una economia molto primitiva con<br />
strutture, consumi e trasporti non ancora<br />
integrati e mira essenzialmente ad istituire<br />
un servizio pubblico che, posto a<br />
salvaguardia della salute umana, venga<br />
dispensato a basso costo. Esigenze di natura<br />
igienico-sanitarie dunque, ma senza<br />
poter rispettare adeguatamente le esigenze<br />
di ordine tecnico, funzionale ed economico.<br />
Sarà sufficiente osservare a questo proposito<br />
che comuni di dimensioni così<br />
modeste non possono reperire i fondi per<br />
allestire impianti efficienti. 11 risultato più<br />
frequente è che i comuni o non osservano<br />
la suddetta norma oppure allestiscono<br />
o conservano impianti insufficienti,<br />
attrezzando locali non idonei ove 12 condizioni<br />
ìgieniche del lavoro sono molto<br />
approssimative e le tecniche impiegate<br />
sono le più desuete, spesso del tutto inumane<br />
e quasi sempre antieconomiche.<br />
Le norme del 1928 fissavano inoltre<br />
l'ubicazione del mattatoio in prossimità<br />
del luogo di consumo poiché in quel tempo<br />
era concepito il circuito del vivo.<br />
Una siffatta struttura ha facilitato il<br />
sorgere e il permanere di stabilimenti disseminati<br />
disorganicamente in tutto il territorio<br />
nazionale. Questa situazione mal<br />
si presta ad un adattamento alle condizioni<br />
attuali dopo le profonde trasformazioni<br />
tecniche, economiche e sociali intervenute<br />
negli ultimi anni.<br />
È per questo che da alcuni anni è<br />
allo studio, presso il Ministero della Sanità,<br />
il riassetto dell'intera materia; una<br />
apposita commissione tecnica nazionale<br />
presenterà le sue proposte che dovranno<br />
condensarsi in una legge quadro che disciplinerà<br />
finalmente l'intero settore.<br />
Anche la Comunità Economica Europea<br />
ha avvertito la necessità di un ammodernamento<br />
e di una armonizzazione <strong>delle</strong><br />
norme igienico-sanitarie relative alla macellazione<br />
e al commercio <strong>delle</strong> <strong>carni</strong>; a<br />
tal fine ha provveduto ad emanare precise<br />
direttive relative ai problemi di polizia<br />
sanitaria in materia dì scambi intercomunitari<br />
di animali di specie bovina e<br />
suina ( 7 ). La legislazione italiana ha già<br />
recepito e reso operanti le raccomandazioni<br />
della C.E.E. con opportuni decreti,<br />
C) « Gazzetta Ufficiale C.E.E.<br />
n. 121.<br />
del 29-7-1964
TABELLA N. 6. - Macelli pubblici e privati esistenti in Italia.<br />
Piemonte<br />
Valle d'Aosta . . . .<br />
Lombardia<br />
Trentino - Alto Adige<br />
Veneto<br />
Friuli - Venezia Giulia<br />
Trieste<br />
Liguria .<br />
Emilia-Romagna . . .<br />
Toscana . . . . . .<br />
Umbria<br />
Marche . . . . . . .<br />
Lazio i .<br />
Abruzzi-Molise . . .<br />
Campania<br />
Puglia<br />
Basilicata<br />
Calabria<br />
Sicilia<br />
Sardegna<br />
ITALIA . . .<br />
Regione<br />
Macelli<br />
pubblici<br />
n.<br />
56 1<br />
86<br />
21<br />
160<br />
393<br />
36<br />
207<br />
237<br />
114<br />
226<br />
262<br />
151<br />
176<br />
177<br />
57<br />
158<br />
296<br />
99<br />
Macelli<br />
privati<br />
n.<br />
3.328<br />
101<br />
4.483<br />
479<br />
1.302<br />
386 4<br />
533 '<br />
992<br />
546<br />
11<br />
56<br />
263<br />
606<br />
764<br />
201<br />
122<br />
332<br />
98<br />
982 •<br />
Totale<br />
n.<br />
3.384<br />
102<br />
4.569<br />
500<br />
1.462<br />
425 7<br />
569<br />
1.199<br />
783<br />
125<br />
232<br />
525<br />
757<br />
940<br />
378<br />
179<br />
490<br />
394<br />
1.081<br />
2.562 15.589 18.151<br />
Fonte; Ministero della Sanità, Direzione Generale <strong>dei</strong> Servizi \>terìnari. Censimento 1969.<br />
spronata anche dal fatto che solo i <strong>macelli</strong><br />
costruiti con le caratteristiche imposte<br />
dalla C.E.E. sono abilitati al commercio<br />
intercomunitario <strong>delle</strong> <strong>carni</strong> fresche (*)-<br />
Questa raccomandazione fissa i requisiti<br />
igienico-sanitari <strong>dei</strong> locali, <strong>delle</strong> attrezzature,<br />
regola l'igiene del personale e le<br />
modalità di trasporto <strong>delle</strong> <strong>carni</strong>.<br />
3.4 - TIPI DI MACELLI<br />
In relazione a quanto disposto dal<br />
Regolamento del 1928 i <strong>macelli</strong> possono<br />
distinguersi in pubblici e privati.<br />
I <strong>macelli</strong> pubblici sarebbero,obbligatoli<br />
in tutti i comuni aventi popolazione<br />
superiore a 6.000 abitanti; in effetti si<br />
ritiene che solo il 32 % dì tali comuni<br />
ne sia provvisto ( 9 ).<br />
Come si è detto, furono creati essenzialmente<br />
per far fronte alle richieste<br />
locali di carne, salvaguardando un livello<br />
(•) Si veda il Decreto del Presidente della<br />
Repubblica del 30-12-1965 e il D.L. dell'U-9-1967<br />
n. 797; quest'ultimo modifica il precedente relativamente<br />
ai requisiti <strong>dei</strong> <strong>macelli</strong> abilitati al commercio<br />
intercomunitario <strong>delle</strong> <strong>carni</strong> fresche.<br />
(•) M. ASDHUBALI, A. STBADELLI, / <strong>macelli</strong>. Edagricole,<br />
Bologna 1965, pag. 18.<br />
minimo di garanzie igieniche. Attualmente<br />
assumono sempre più la veste di stabilimenti<br />
di produzione su base industriale.<br />
Secondo il Censimento del Ministero<br />
della Sanità (v. tab. 6) assommano a 2.562<br />
e interessano il 65,36 % della carne bovina<br />
macellata (v. tab. 4). Le regioni settentrionali<br />
sono meno interessate alla<br />
macellazione nei pubblici stabilimenti raggiungendo<br />
un livello minimo di 35,51 %<br />
nella Lombardia, mentre assai interessate<br />
sono le regioni del centro-sud coii un massimo<br />
del 96,6 % nella Sicilia. Per quanto<br />
riguarda i suini, nei mattatoi comunali<br />
viene macellato il 15,5 % della produzione<br />
nazionale; nella Lombardia, ove si macella<br />
oltre un terzo della produzione italiana<br />
(v. tab. 3), la percentuale di macellazione<br />
effettuata nei mattatoi comunali raggiunge<br />
appena 1*1,35 % (v. tab. 5).<br />
I <strong>macelli</strong> privati comprendono i <strong>macelli</strong><br />
industriali, i <strong>macelli</strong> cooperativi e i<br />
locali di macellazione.<br />
I <strong>macelli</strong> industriali in origine svolgevano<br />
la specifica funzione del rifornimento<br />
alle industrie di <strong>carni</strong> insaccate e di prodotti<br />
carnei di più o meno lunga conservazione.<br />
Negli ultimi anni dimostrano invece<br />
un crescente interesse verso il rifor-<br />
IK/35
nimento di <strong>carni</strong> fresche ai centri urbani.<br />
Secondo il Censimento dell'ISTAT del<br />
1962 (v. tab. 7) ammonterebbero a 636<br />
di cui la maggior parte localizzati nell'Emilia-Romagna<br />
e nella Lombardia.<br />
In essi viene macellato circa il 9 %<br />
del bestiame bovino nazionale con una<br />
punta massima del 33 % nella regione dell'Emilia-Romagna.<br />
Per quanto riguarda il<br />
bestiame suino viene macellato il 49 %<br />
della produzione nazionale con una punta<br />
massima dell'88 % nella Lombardia e il<br />
68 % nell'Emilia-Romagna.<br />
Risulta evidente l'importanza assunta<br />
da questi <strong>macelli</strong> nel settore <strong>delle</strong> <strong>carni</strong><br />
suine e si può ritenere che la maggior<br />
parte di essi sia dislocata presso i salumifici.<br />
È infatti noto che in Italia vi è<br />
l'usanza di lavorare le <strong>carni</strong> suine ancora<br />
calde per conservare appieno il gusto<br />
migliore (e in effetti gli insaccati italiani<br />
sono molto reputati anche all'estero).<br />
Su 636 impianti, solo 36 si occupano<br />
della produzione, importazione e spedizione<br />
<strong>delle</strong> <strong>carni</strong> fresche bovine (quelle<br />
suine sono attualmente poco richieste allo<br />
stato fresco); di essi, otto avrebbero una<br />
capacità produttiva teorica di 15.000 tonnellate<br />
annue, gli altri dell'ordine di 3.000<br />
tonnellate; in effetti la loro utilizzazione<br />
sarebbe assai inferiore ( 10 ).<br />
I <strong>macelli</strong> cooperativi, basati su rapporti<br />
associativi fra produttori agricoli,<br />
attualmente sono una quindicina e. interessano<br />
il 3 % <strong>delle</strong> <strong>carni</strong> bovine e 1*1,5 %<br />
<strong>delle</strong> <strong>carni</strong> suine. Le limitate dimensioni<br />
<strong>delle</strong> singole imprese sono poste in evidenza<br />
dal volume complessivo <strong>delle</strong> <strong>carni</strong><br />
macellate (v. tab. 8); solo due cooperative<br />
producono più di 5.000 tonnellate di<br />
carne, quantità ritenuta valida dagli esperti<br />
per la gestione economica. dell'impianto<br />
("),<br />
TABELLA N. 7. - Macelli pubblici, privati e locai<br />
di macellazione secondo VISTAT<br />
(1962).<br />
Regione<br />
Piemonte<br />
Valle d'Aosta . . .<br />
Lombardia . . . .<br />
Trentino-Alto Adige<br />
Veneto<br />
Friuli-Venezia Giulia<br />
Liguria<br />
Emilia-Romagna . .<br />
Toscana 1<br />
Umbria<br />
Marche<br />
Lazio<br />
Abruzzi-Molise . .<br />
Campania<br />
Puglie<br />
Basilicata<br />
Calabria<br />
Sicilia<br />
Sardegna<br />
Italia<br />
TABELLA N. 8. - Distribuzione per classi di ampiezza <strong>dei</strong> <strong>macelli</strong> cooperativi.<br />
Meno di 10.000<br />
10.001-20.000 .<br />
20.001-30.000 .<br />
Oltre 30.000 . .<br />
Totale . . .<br />
Classi di ampiezza<br />
q<br />
Fonte: G. Corazza - O. cit.<br />
IX/36<br />
Macelli<br />
pubblici<br />
n.<br />
60<br />
1<br />
88<br />
24<br />
146<br />
45<br />
33<br />
199<br />
228<br />
88<br />
224<br />
281<br />
150 !<br />
220 I<br />
184 '<br />
65 I<br />
. 198<br />
339<br />
89<br />
2.662<br />
Macelli<br />
privati<br />
n.<br />
94 2<br />
173 8<br />
78 89<br />
136<br />
66 4<br />
10<br />
17 4<br />
27<br />
636<br />
Altri<br />
f 1 )<br />
1.199<br />
74<br />
1.524<br />
371<br />
571<br />
215<br />
217<br />
309<br />
256<br />
87<br />
216<br />
324<br />
419<br />
484<br />
131<br />
115<br />
374<br />
218<br />
333<br />
7.437<br />
( l ) A domicilio degli allevatori, o mattatoi privati<br />
non annessi ' a stabilimenti industriali, o piccole<br />
macellerie.<br />
Fonte: ISTAT 1962.<br />
I locali di macellazione sono quei punti<br />
di macellazione riconosciuti idonei dalle<br />
autorità sanitarie e utilizzati nelle località<br />
in cui non esiste il pubblico macello;<br />
possono anche essere utilizzati per uso<br />
(>°) M. BANDINI, OD. cit.<br />
>) G. CORAZZA, / <strong>macelli</strong> sociali. «Agricoltura<br />
», n. 10, ottobre 1969.<br />
Cooperative<br />
n.<br />
5<br />
4<br />
3<br />
2<br />
14<br />
Produzione<br />
totale<br />
q<br />
28.000<br />
66.436<br />
74.112<br />
124.500<br />
293.048<br />
Carne<br />
bovina<br />
q<br />
28.000<br />
66.436<br />
50.112<br />
86.700<br />
231.248<br />
Carne<br />
suina<br />
q<br />
24.000<br />
37.800<br />
61.800
familiare o per la preparazione del bestiame<br />
acquistato direttamente dal macello<br />
esercente. Il loro numero sfugge<br />
a qualsiasi controllo; nel 1962 l'ISTAT<br />
ne contava 7.437 (v. tab. 7) ma esaminando<br />
i dati del recente Censimento del<br />
Ministero della Sanità sono da ritenere<br />
poco meno di 15.000. Si può presumere<br />
che in questi locali venga macellato il<br />
25 % della carne bovina e il 35 % della<br />
carne suina (v. tabb. 4 e 5).<br />
Volendo esaminare i <strong>macelli</strong> da un<br />
punto di vista funzionale assai indicativa<br />
appare l'epoca a cui risale la costruzione.<br />
Ve ne sono alcuni, risalenti al secolo<br />
scorso, assai carenti nelle attrezzature<br />
dove il lavoro si svolge ih condizioni antigieniche<br />
e irrazionali.<br />
Altri, costruiti nella prima metà di<br />
questo secolo, seguono il classico sistema<br />
tedesco per il lavoro individuale; sono<br />
dotati di guidovie, paranchi a mano e<br />
talvolta di frigoriferi. Sono questi ancora<br />
passabili dal punto di vista igienico qualora<br />
siano tenuti nei modi dovuti.<br />
Negli ultimi anni infine, dopo un periodo<br />
di indecisioni, si sta manifestando<br />
la tendenza verso il lavoro a « catena di<br />
smontaggio »; gli operai restano fìssi nei<br />
posti di lavoro mentre i capi macellati<br />
si spostano tramite guidovie aeree.<br />
3.5 - PRASSI AMMINISTRATIVA NELLA COSTRU-<br />
ZIONE DEI MACELLI<br />
II macello moderno è un'opera molto<br />
complessa la cui progettazione richiede<br />
un lavoro di équipe; debbono agire in<br />
stretta collaborazione gli architetti, gli<br />
ingegneri, i veterinari, i tecnici del freddo<br />
e del caldo, gli amministratori pubblici e<br />
i rappresentanti <strong>delle</strong> categorie interessate<br />
( ia ).<br />
Nel caso in cui l'iniziativa di costruire<br />
un macello provenga da un ente pubblico,<br />
e segnatamente il Comune, vengono di<br />
solido seguite due vie: l'appalto concorso<br />
oppure la gara su capitolati specifici.<br />
Nel primo caso il Comune elabora un<br />
capitolato di massima sia per i fabbricati<br />
che per le attrezzature e le ditte chiamate<br />
a partecipare rispondono presentando un<br />
progetto completo e proponendo varie<br />
soluzioni alternative tra le quali possono<br />
caldeggiare quelle più moderne e maggiormente<br />
adatte. L'inconveniente più frequente<br />
di lale sistema sta nel fatto che<br />
un progetto tecnicamente valido ma co-<br />
( 12 ) N. ANGELUCCI, Una nuova organizzazione<br />
<strong>dei</strong> <strong>macelli</strong> pubblici. « L'Informatore Agrario »,<br />
n. 16, 10 aprile 1969.<br />
4) Canali di caduta e piani di lavoro, di acciaio<br />
inossidabile, nel macello comunale di Torino,<br />
(da Inossìdabile/I6)<br />
stoso può venire sacrificato ad uno che<br />
ha il solo vantaggio di essere più economico.<br />
Più di frequente l'assegnazione della<br />
fornitura avviene con una gara su capi-<br />
IX/37
5) Convogliatori a nastro, di acciaio inossidabile, usati nel macello comunale di Torino, (da<br />
Inossìdabite/16)<br />
tolati già specificati dagli Uffici Tecnici<br />
Comunali i quali li preparano avvalendosi<br />
appunto della collaborazione di studi<br />
professionali e della consulenza di tecnici<br />
e veterinari. Le ditte concorrenti<br />
rispondono solamente con una indicazione<br />
di spesa lasciando così al committente<br />
la facoltà di accogliere quel progetto esecutivo<br />
che presenta le migliori condizioni<br />
sia dal punto di vista economico sia dal<br />
punto di vista igienico-sanitario. Al costruttore<br />
non viene riservata che una minima<br />
libertà di intervento e la costruzione<br />
ultimata rispecchierà il diverso grado di<br />
cognizioni tecniche e di preparazione dell'ente<br />
pubblico che l'ha voluta.<br />
Il progetto definitivo è sottoposto all'esame<br />
di una commissione comunale giudicatrice<br />
composta dal Veterinario comunale<br />
e da quello provinciale, dall'Ufficiale<br />
Sanitario, da Assessori e Funzionar: tecnici<br />
del comune.<br />
Anche in sede prefettizia vengono esercitati<br />
controlli e concessi permessi di costruzione;<br />
in tal caso sono enti competenti<br />
il Consìglio Provinciale di Sanità e,<br />
specie per le opere murarie, il Genio<br />
Civile.<br />
IX/38<br />
Per i <strong>macelli</strong> pubblici che comportano<br />
una spesa di oltre 200 milioni la legge<br />
impone l'approvazione del Ministero della<br />
Sanità e per quelli, pubblici e privati, che<br />
vogliono essere abilitati al commercio e<br />
al trasporto <strong>delle</strong> <strong>carni</strong> fresche nell'ambito<br />
<strong>dei</strong> Paesi della Comunità Economica<br />
Europea, il Ministro della Sanità concede<br />
una speciale autorizzazione dopo aver controllato<br />
che gli impiantì rispondano ai<br />
requisiti previsti dalle Direttive del Consiglio<br />
della CEE.<br />
4 - Impiantì di macellazione e loro attrezzature<br />
4.1 - STRUTTURA DEL MACELLO<br />
Per il buon funzionamento del macello<br />
sono indispensabili tre reparti fondamentali:<br />
— gli impianti per l'abbattimento degli<br />
animali, per il trasporto interno e per<br />
la preparazione <strong>delle</strong> parti staccate<br />
(quarti, mezzene, ecc);<br />
— il mercato all'ingrosso <strong>delle</strong> <strong>carni</strong> fresche<br />
comprendenti le sale di esposi-
TABELLA N. 9. - Durata delie operazioni di Macellazione. (Valori medi in minuti primi).<br />
Operazioni<br />
Introduzione, anestesia,sollevamento<br />
. . .<br />
Dissanguamento,<br />
taglio della testa<br />
Avanzamento, taglio<br />
piedi, scoiamentoincisione<br />
sterno . . .<br />
Evisccrazione .<br />
Estrazione visceri<br />
addominali,<br />
sezionamento .<br />
Totali. . . .<br />
Capi all'ora . .<br />
Capi all'ora per<br />
o p e r a i o . . . .<br />
Lavoro<br />
individuale<br />
(posti<br />
singoli)<br />
0<br />
§<br />
2'<br />
12'<br />
8'<br />
9'<br />
6'<br />
"? Va<br />
O<br />
2fJÌ<br />
2(1)<br />
Grossi bovindi<br />
2(1)<br />
2(1)<br />
2(1)<br />
30' 2(1)<br />
2<br />
1 (2)<br />
] ^avoro<br />
a squadre<br />
(posti multipli)<br />
"«<br />
a<br />
O<br />
2'<br />
12'<br />
8'<br />
2'<br />
4'<br />
0<br />
Q.<br />
S<br />
u<br />
H<br />
1<br />
6<br />
4<br />
1<br />
2<br />
Ritmo 1<br />
capo<br />
ogn 2'<br />
30<br />
3<br />
o<br />
a<br />
Tem<br />
2<br />
1<br />
4<br />
1<br />
2<br />
10<br />
Specie « [egli animali<br />
Lavoro<br />
individuale<br />
(posti<br />
singoli)<br />
'a<br />
u<br />
a<br />
O<br />
2'<br />
6'<br />
6'<br />
2'<br />
4'<br />
a d<br />
=1 fi<br />
Anin<br />
conte<br />
1<br />
1<br />
I<br />
1<br />
1<br />
20' 1<br />
3<br />
3<br />
Vitelli<br />
Lavor<<br />
a squadre<br />
(posti multipli)<br />
0<br />
a.<br />
fa<br />
2'<br />
8'<br />
6'<br />
2'<br />
4'<br />
-<br />
Ope<br />
1<br />
4<br />
3<br />
1<br />
2<br />
Ritmo 1<br />
capo<br />
ogni 2'<br />
30<br />
3,75<br />
- d<br />
Anin<br />
conte<br />
N.B. I numeri tra parentesi si riferiscono ad operai molto addestrati e solleciti.<br />
Fonti; M. Asdrubali, A. Stradelli - Op. cit,, pag. 231.<br />
zione e di contrattazione e gli impianti<br />
frigoriferi;<br />
— le attrezzature e gli impianti per il trattamento<br />
<strong>delle</strong> interiora;<br />
— gli impianti per la lavorazione <strong>dei</strong> sottoprodotti.<br />
A questi reparti fondamentali si aggiungono:<br />
ì locali per il ricevimento e la sosta<br />
twnpOTasea del bestiame, il macello contumaciale<br />
per le bestie infette o sospette,<br />
gli impianti di smaltimento <strong>dei</strong> rifiuti e<br />
infine i mezzi di distribuzione ai luoghi<br />
di consumo.<br />
Una organizzazione di tale livello si<br />
riscontra attualmente solo in alcuni stabilimenti<br />
di medie o grandi dimensioni.<br />
1<br />
1<br />
3<br />
1<br />
2<br />
8<br />
Lavoro<br />
individuale<br />
(posti<br />
singoli)<br />
o<br />
a<br />
Tem<br />
2'<br />
4'<br />
&<br />
O<br />
2<br />
2<br />
9' 2<br />
2' 2<br />
3' 2<br />
20' 2<br />
3<br />
1,5<br />
Suini<br />
Lavoro<br />
a squadre<br />
(posti multipli)<br />
"3<br />
Ope<br />
2'<br />
4'<br />
6'<br />
2'<br />
2'<br />
0<br />
a<br />
g<br />
i<br />
2<br />
3<br />
1<br />
1<br />
Ritmo 1<br />
capo<br />
ogni 2'<br />
30<br />
3,3<br />
•-• d<br />
•a e<br />
Anin<br />
conte<br />
4.2 - IMPIANTI DI ABBATTIMENTO, SEZIONA-<br />
MENTO E TRASPORTO INTERNO<br />
L'animale proveniente dalle stalle di<br />
attesa viene ucciso, utilizzando particolari<br />
pistole a proiettile captivo( 13 ) e immediatamente<br />
dopo viene appeso con una apposita<br />
uncinala alla guidovia e dissanguato<br />
mediante iugulazione oppure, nel caso <strong>dei</strong><br />
piccoli capi, mediante decapitazione. Il<br />
sangue cola, attraverso la grata sottostante,<br />
m una vasca dì raccolta oppure<br />
nella fossa dì scarico. In alcuni <strong>macelli</strong><br />
si pratica ancora il dissanguamento<br />
(") & questo il sistema maggiormente usato<br />
in Italia; altri mezzi di stordimento sono: renervazione,<br />
l'elettronarcosi, l'anidride carbonica.<br />
2<br />
2<br />
3<br />
2<br />
2<br />
9<br />
K/39
6) Carrelli di acciaio Inossidabile per trasporto <strong>delle</strong> tnteriora alle botole di caduta, (da Inossidabile/16)<br />
con l'animale riverso sulla grata; questo<br />
sistema è però più lento e inoltre facilita<br />
la contaminazione batterica e l'insudiciamento<br />
<strong>delle</strong> altre bestie, degli impianti<br />
e del personale.<br />
I successivi spostamenti avvengono per<br />
mezzo di guidovie, composte da un binario<br />
fissato al soffitto con zanche e mensole<br />
di ferro, alle quali sono appese mediante<br />
carrucole le uncinaie semplici per<br />
gli animali interi e le uncinaie multiple<br />
o ganciere per le parti staccate.<br />
La macellazione può avvenire essenzialmente<br />
attraverso due sistemi: a posto<br />
fisso o a catena.<br />
La macellazione a posto fisso è quella<br />
tradizionale del sistema tedesco ed è ideale<br />
per il macellaio esercente che acquista<br />
il bestiame vivo e segue personalmente,<br />
o con personale di sua fiducia, tutte<br />
le operazioni fino allo spaccamento in<br />
mezzene o in quarti.<br />
Questo sistema presenta però gravi<br />
inconvenienti igienici (l'animale è spesso<br />
a contatto con il pavimento) ed economici<br />
in quanto il lavoro procede lentamente<br />
senza sfruttare appieno gli impianti<br />
di macellazione.<br />
La macellazione a posti successivi o a<br />
catena si basa sul principio di fare avanzare<br />
gli animali appesi alle guidovie, mentre<br />
il personale specializzato lavora in<br />
posizione fissa su piattaforme. Il lavoro<br />
procede speditamente a « catena di smontaggio<br />
» utilizzando al massimo le capacità<br />
dell'impianto (v. tab. 9).<br />
Attrezzature complementari per la macellazione<br />
sono: i nastri trasportatori, i<br />
carrelli con ganciere per grandi pezzi, i<br />
carrelli a terra per il trasporto di parti<br />
staccate, vaschette appese alle guidovie,<br />
oltre agli attrezzi di lavoro rappresentati<br />
IX/40<br />
da coltelli, seghe meccaniche, accette;<br />
quando il lavoro si svolge con ritmo più<br />
rapido sono necessari attrezzi più perfezionati<br />
come scuoiatrici, raschiatrici per<br />
teste, segacostole e troncapiedi, seghe<br />
squartatrici e altri ancora, sempre a funzionamento<br />
elettrico. L'uso di questi apparecchi<br />
non sempre è stato accolto favorevolmente<br />
a causa della scarsa preparazione<br />
e della diffidenza di una parte degli<br />
addetti.<br />
Per la macellazione <strong>dei</strong> piccoli capi e<br />
in particolare <strong>dei</strong> suini sono necessarie<br />
altre apparecchiature speciali quali le<br />
macchine depilatoci e le vasche di scottatura.<br />
4.3 - MERCATO DELLE CARMI E REPARTI FRI-<br />
GORIFERI<br />
Le mezzene, i quarti e le altre parti<br />
staccate che si vendono fresche o comunque<br />
sostano al macello in attesa di essere<br />
spedite, vengono avviate alle gallerie di<br />
raffreddamento rapido e successivamente<br />
alle sale di esposizione. o ai reparti frigoriferi.<br />
Lo spostamento si effettua con il solito<br />
sistema <strong>delle</strong> guidovie che, negli impianti<br />
meglio concepiti, giungono fino alle pensiline<br />
di accesso ai mezzi di trasporto,<br />
sempre attuando la desiderata separazione<br />
<strong>dei</strong> percorsi « sporchi » da quelli<br />
« puliti » onde non provocare incroci nel<br />
traffico interno e facili contaminazioni.<br />
Nelle sale destinate al mercato <strong>delle</strong><br />
<strong>carni</strong> all'ingrosso sono realizzati i posteggi<br />
per i singoli grossisti mediante la<br />
disposizione <strong>delle</strong> guidovie e <strong>delle</strong> uncinaie.<br />
Apparecchi per pesare sono installati<br />
nei vari scomparti.
TABELLA N. 10. - Tipi di <strong>macelli</strong> e relativi costi di impianto secondo Ritter.<br />
Tipo di macello<br />
Bovini (abbattuti/ora)<br />
Suini (abbattuti/ora)<br />
Pecore (abbattute/ora) . . . .<br />
Costo in Lìt. del macello tipico<br />
Fonte: S. M. Rozza - Op. cit.<br />
18<br />
80<br />
100<br />
6-7.000<br />
595.000.000 •<br />
Il rivestimento <strong>delle</strong> pareti è fatto con<br />
mattonelle ceramiche e i pavimenti sono<br />
antisdrucciolevoli e facilmente lavabili. Le<br />
grandi porte di accesso, a coulisse e provviste<br />
di isolamento termico, sono spesso<br />
rivestite di acciaio inossidabile.<br />
4.4 - IMPIANTI PER IL TRATTAMENTO DELLE<br />
INTERIORA<br />
Generalmente i <strong>macelli</strong> pubblici applicano<br />
la norma di allontanare giornalmente<br />
le parti staccate dalle carcasse.<br />
Nei <strong>macelli</strong> moderni, sia pubblici che<br />
privati, è però previsto il reparto tripperia<br />
e bu<strong>delle</strong>ria ove vengono eseguite le<br />
operazioni di scelta, lavaggio, scottatura,<br />
taglio e confezionamento finale <strong>delle</strong> interiora.<br />
È questo un reparto che deve essere<br />
separato dagli altri e servito da apposite<br />
linee di trasporto in modo da evitare l'incrociarsi<br />
<strong>dei</strong> percorsi « sporchi » con<br />
quelli « puliti ». Si deve osservare una<br />
generale ed accurata pulizia di tutti gli<br />
impianti per salvaguardare l'igienicita del<br />
lavoro e per evitare contaminazioni microbiche;<br />
alla fine di ogni ciclo di lavoro è<br />
necessario eseguire abbondanti lavaggi con<br />
acqua calda e fredda.<br />
Queste caratteristiche peculiari hanno<br />
ingenerato la necessità di disporre di materiali<br />
robusti» non assorbenti, inalterabili<br />
anche dopo un uso prolungato, facilmente<br />
pulibili e dismfettabili.<br />
L'acciaio inossidabile si è rivelato il<br />
materiale più idoneo sia dal punto di<br />
vista igienico che della durata. Sono comunemente<br />
di acciaio inossidabile i bancali<br />
di lavoro, i tavoli per la selezione e<br />
il taglio, le baltresche, le marne, le vasche<br />
di lavaggio e di risciacquo, le vasche di<br />
scottatura, le apparecchiature per la lavorazione<br />
<strong>delle</strong> budella e <strong>delle</strong> trippe, i carrelli<br />
e i nastri trasportatori, gH utensili<br />
vari.<br />
Nei grandi <strong>macelli</strong> europei il reparto<br />
tripperia e bu<strong>delle</strong>ria è disposto in locali<br />
2°<br />
30<br />
140<br />
170<br />
10-12.000<br />
850.000.000<br />
3°<br />
45<br />
200<br />
220<br />
15-17.000<br />
1.000.200.000<br />
4°<br />
45<br />
200<br />
500<br />
25-30.000<br />
1.615.000.000<br />
sottostanti a quelli di macellazione onde<br />
attuare al massimo la separazione <strong>dei</strong><br />
percorsi « sporchi » da quelli « puliti ». Il<br />
trasporto <strong>delle</strong> interiora avviene mediante<br />
convogliatori a tubo, di acciaio inossidabile,<br />
i quali scendono dal piano superiore<br />
a quello inferiore direttamente sul tavoli<br />
di lavoro.<br />
Questo sistema è stato adottato nei<br />
<strong>macelli</strong> comunali di Torino e di Brescia,<br />
recentemente costruiti.<br />
4.5 - LOCALI E IMPIANTI AUSILIARI<br />
Affiancano necessariamente il macello<br />
alcuni reparti ausiliari quali la stalla di<br />
ricevimento e sosta del bestiame vivo, il<br />
reparto contumaciale ove vengono tenuti<br />
in osservazione i capi infetti o sospetti,<br />
gli impianti di smaltimento <strong>dei</strong> rifiuti.<br />
E quest'ultimo il settore che comporta<br />
maggiori problemi. Infatti le imponenti<br />
masse di materiale infetto e maleodorante<br />
non possono venire riversate nelle fogne,<br />
per il periodo di inquinamento e di intasamenti,<br />
e neppure nei corsi d'acqua<br />
di campagna.<br />
L'incenerimento, che necessita di attrezzature<br />
complesse e onerose, provoca<br />
fumi maleodoranti se non si provvede<br />
alla installazione di costosi impianti di<br />
depurazione.<br />
Attualmente si usano grandi vasche<br />
«fi depurazione e di decantazione con<br />
possibile smaltimento parziale per usi<br />
agricoli.<br />
4.6 - MATERIALI IMPIEGATI<br />
Nelle attrezzature necessarie alla macellazione<br />
e lavorazione <strong>dei</strong> relativi prodotti<br />
sono impiegati principalmente tre<br />
materiali: l'acciaio zincato o le leghe di<br />
alluminio, la ceramica di rivestimento,<br />
l'acciaio inossidabile.<br />
L'acciaio zincato è usato nelle guidovie<br />
aeree, con esclusione <strong>delle</strong> uncinaie<br />
che sono di acciaio inossidabile, mentre
TABELLA N. 11. - Ripartizione <strong>delle</strong> spese di impianto<br />
per il macello comunale<br />
di Torino.<br />
Voci di spesa<br />
Scavi di sbancamento e terrazzamento,<br />
opere stradali,<br />
raccordo ferroviario, sistemamazione<br />
arce verdi ....<br />
Rete principale di fognatura<br />
bianca e nera<br />
Allacciamento alla rete elettrica<br />
e all'acqua potabile . .<br />
Fabbricati del mercato bestiame<br />
Fabbricati del macello . . .<br />
Fabbricati del frigorifero . .<br />
Fabbricati del mercato <strong>carni</strong><br />
e visita <strong>carni</strong> foranee . . . .<br />
Fabbricati per servizi generali<br />
e reparto sanitario contumaciale<br />
Recinzione interna ed esterna<br />
e barriere animali<br />
Impianti di macellazione, trasporto<br />
<strong>carni</strong>, raccolta e lavorazione<br />
sottoprodotti . . . .<br />
Impiantì frigoriferi<br />
Impianto per la produzione e<br />
distribuzione del calore e impianto<br />
idrico<br />
Impianti elettrici<br />
Impianti sussìdiari<br />
Totale<br />
Importo<br />
(milioni<br />
dì lire)<br />
390<br />
135<br />
22<br />
350<br />
520<br />
500<br />
343<br />
230<br />
260<br />
670<br />
160<br />
210<br />
170<br />
40<br />
4.000<br />
o,'<br />
IO<br />
9,6<br />
3,4<br />
0,6<br />
8,8<br />
13,0<br />
12,5<br />
8,6<br />
5,8<br />
6,5<br />
16,8<br />
4,0<br />
5,2<br />
4,2<br />
1,0<br />
100,0<br />
. Esclusi i terreni dì sedane (quasi totalmente<br />
di proprietà municipale), gli arredi, le infrastnitture<br />
di alcuni servizi da affidarsi in<br />
Bestione (cucine) e gli eventuali adattamenti<br />
in corso di avviamento nei vari reparti.<br />
in tutti gli altri manufatti è vantaggiosamente<br />
sostituito dall'acciaio inossidabile.<br />
Infatti occorre considerare che, ove il<br />
contatto con le <strong>carni</strong> o i visceri o il sangue<br />
è immediato, si creano problemi di<br />
igiene e di pulibilità che solo l'acciaio<br />
inossidabile può risolvere perfettamente<br />
anche dopo un uso prolungato.<br />
In particolare l'acciaio inossidabile<br />
presenta i seguenti vantaggi:<br />
— igienicità della superficie che non si<br />
altera a contatto con le sostanze ali*<br />
mentari e di scarto e non cede a sua<br />
volta sostanze tossiche;<br />
— robustezza in caso di urti e di abrasioni<br />
frequenti;<br />
— inalterabilità all'azione di detersivi e<br />
di disinfettanti.<br />
tt/42<br />
TABELLA N. 12. - Costo dì abbattimento di una<br />
tonnellata di carne secondo le<br />
capacità dello stabilimento.<br />
Capacità<br />
tonnellate<br />
4.000<br />
6.000<br />
8.000<br />
10.000<br />
15.000<br />
20.000<br />
Costi di<br />
finanziamento<br />
lire<br />
8.000<br />
7.100<br />
6.000<br />
5.000<br />
4.200<br />
4.200<br />
Spese di<br />
funzionamento<br />
e<br />
gestione<br />
lire<br />
10.700<br />
9.200<br />
8.500<br />
8.500<br />
8.200<br />
8.200<br />
Fonte: M. Bandini - Op. cit.<br />
Costo<br />
dell'abbattimento<br />
lire<br />
6.300<br />
6.700<br />
6.500<br />
5.000<br />
5.100<br />
5.200<br />
Totale<br />
lire<br />
25.000<br />
23.000<br />
21.000<br />
18.500<br />
17.500<br />
17.400<br />
TABELLA N. 13. - Costo di abbai timettto di una<br />
tonnellata dì carne secondo il<br />
tasso di utilizzaxtone dello stabilimento<br />
(macello tipico di 6.000<br />
tonnellate annue).<br />
Tasso di utilizzazione<br />
/ a ••• • •<br />
100<br />
75<br />
50<br />
25<br />
Fonte: M. Bandini - Op. cit.<br />
Costo dell'abbattimento<br />
per tonnellata di carne<br />
lire<br />
23.000<br />
30.000<br />
37.000<br />
47.000<br />
La maggior parte <strong>delle</strong> attrezzature<br />
è prodotta in Italia da una decina di<br />
aziende, medie o piccole, molto attive;<br />
alcune di esse esportano manufatti e partecipano<br />
a gare di appalto in altri Paesi.<br />
Per le macchine e gli impianti specifici<br />
di particolari lavorazioni la provenienza<br />
è prevalentemente estera.<br />
5 - Aspetti economici<br />
5.1 - COSTI DI IMPIANTO<br />
Le spese necessarie per la costruzione<br />
dì un macello variano notevolmente a<br />
seconda della potenzialità dell'impianto,<br />
<strong>delle</strong> lavorazioni che si intendono fare,<br />
<strong>dei</strong> metodi di lavorazione, <strong>dei</strong> tipi di<br />
attrezzature e <strong>dei</strong> materiali che si intendono<br />
applicare.
TABELLA N. 14. - Tasso di utilizzazione media ap~<br />
prossimata di alcuni <strong>macelli</strong> pubblici.<br />
Milano .<br />
Gallarate<br />
Bergamo<br />
Cremona<br />
Roma .<br />
Napoli .<br />
Macello<br />
Tasso dì<br />
utilizzazione<br />
media<br />
stimata<br />
20%<br />
20%<br />
17%<br />
28%<br />
19%<br />
19%<br />
Fonti: Gli impianti di macellazione in Italia. <strong>Centro</strong><br />
<strong>Inox</strong>, 1969. - N. Buroni: Sono troppi i <strong>macelli</strong> in<br />
Italia. Incontri, Settembre 1969.<br />
TABELLA N. 15. - Coefficienti di ammortamento e<br />
deperimento ammessi dalla circotare<br />
I» marno 1956 n. 350620.<br />
Voci<br />
Fabbricati destinati all'industria<br />
<strong>delle</strong> <strong>carni</strong>, del ghiaccio, ecc. . .<br />
Attrezzature varie e minute, coefficiente<br />
normale<br />
Coefficiente unico per mobili e<br />
macchine d'ufficio<br />
Automezzi in. genere<br />
Macchine ed impianti generici per<br />
lavorazione e conservazione <strong>carni</strong><br />
Macchinar! e impianti speciali per<br />
- lavorazione e conservazione <strong>carni</strong><br />
Coefficiente<br />
di ammortamento<br />
3,50%<br />
20%<br />
. io%<br />
20%<br />
7%<br />
12%<br />
Fonte: M. Asdrubali, A. Stradelli - Op. cit., pag. 236.<br />
Secondo lo studio del tedesco Ritter<br />
('*). effettuato in occasione <strong>delle</strong> ricerche<br />
sulla pianificazione <strong>dei</strong> <strong>macelli</strong> in<br />
Portogallo, si possono individuare quattro<br />
tipi di mattatoi a catena automatica con<br />
diversa capacità di produzione il cui costo<br />
è riportato nella tabella 10.<br />
In Italia si ritiene che il grande complesso<br />
in corso di costruzione a Roma,<br />
avente una capacità giornaliera di 330<br />
tonnellate di carne, raggiungerà un costo<br />
totale di circa 9 miliardi.<br />
Il macello comunale di Torino, recentemente<br />
ultimato, sarebbe costato 4 mi-<br />
liardi; da notare in quest'ultimo che le<br />
spese per le attrezzature complete perla<br />
macellazione e la lavorazione <strong>delle</strong> <strong>carni</strong><br />
e <strong>dei</strong> sottoprodotti, rappresentano il 16,8%<br />
del costo tot; le e pertanto un risparmio<br />
<strong>dei</strong> materiali impiegati in tale settore<br />
avrebbe ben scarso peso nei confronti<br />
della spesa pubblica (v. tab. li).<br />
Grandi economie potrebbero essere<br />
effettuate a carico <strong>delle</strong> murature e <strong>delle</strong><br />
attrezzature qualora fosse possibile avvalersi<br />
di elementi prefabbricati o standardizzati.<br />
5.2 - COSTI DI ESERCIZIO<br />
Anche il costo di esercizio varia in<br />
funzione dì diverse cause; in particolare<br />
la capacità dell'impianto e la sua utilizzazione.<br />
Uno studio teorico è stato condotto<br />
sulla variazione del costo di abbattimento<br />
di una tonnellata di carne in funzione<br />
della dimensione <strong>dei</strong> <strong>macelli</strong> ( 1S ). Il costo<br />
di abbattimento descresce rapidamente<br />
passando da una capacità di 4.000 ad una<br />
di 8.000 tonnellate annue; oltre tale capacità<br />
la diminuzione è sempre più lieve<br />
(v. tab. 12).<br />
Lo studio presuppone l'utilizzazione al<br />
100 % <strong>delle</strong> capacità dello stabilimento;<br />
qualora invece l'utilizzazione sia parziale<br />
(come comunemente avviene) il costo di<br />
abbattimento aumenta notevolmente tanto<br />
che con una utilizzazione pari a un<br />
quarto il costo di abbattimento raddoppia<br />
(v. tab. 13).<br />
Nei mattatoi comunali il grado di utilizzazione<br />
è sempre molto basso (v. tab.<br />
14) poiché la macellazione avviene solo<br />
in alcuni giorni della settimana. Ne deriva<br />
un lungo periodo di ammortamento degli<br />
impianti e una onerosa gestione a causa<br />
<strong>delle</strong> spese fisse per il personale, la manutenzione,<br />
l'energia, ecc.<br />
Per quanto si riferisce all'ammortamento<br />
la legge prevede precisi parametri<br />
(v. tab. 15); bisogna tener conto però della<br />
rapida <strong>evoluzione</strong> che sta avvenendo sia<br />
nei riguardi <strong>dei</strong> processi di lavorazione<br />
sia nei riguardi dello sviluppo tecnologico;<br />
la Svezia, certamente all'avanguardia<br />
in tale settore, prevede tempi di ammortamento<br />
dell'ordine di 5-5-8 anni e una<br />
durata media di utilizzazione dello stabilimento<br />
di circa 10 anni.<br />
t») S. M. ROZZA, Op. cit.<br />
[ IS ) M. BANDINI, Op. cit.<br />
IX/43
6 - Prospettive di sviluppo<br />
6.1 - FATTORI NEGATIVI<br />
L'assetto attuale <strong>dei</strong> <strong>macelli</strong> trova le<br />
sue origini in un evolversi non ordinato<br />
del settore dove hanno agito interessi<br />
locali e isolati; la legislazione, che negli<br />
intenti con cui è stata fatta voleva favorire<br />
il diffondersi degli impianti, ha piuttosto<br />
favorito quelli che oggi appaiono<br />
meno idonei e più superati.<br />
A ciò si deve aggiungere la trasformazione<br />
nel sistema di trasporto e distribuzione<br />
<strong>delle</strong> <strong>carni</strong>.<br />
Da queste cause sono derivati numerosi<br />
difetti che tuttora ostacolano un<br />
necessario ammodernamento.<br />
Innanzitutto la lontananza <strong>dei</strong> <strong>macelli</strong><br />
dai luoghi di produzione determinano da<br />
un iato la scarsa utilizzazione degli impianti<br />
con conseguenti perdite di gestione<br />
e dall'altro Iato spese elevate per il trasporto<br />
del bestiame vivo.<br />
Anche il permanere di tradizioni superate<br />
e di vecchi sistemi di lavoro agisce<br />
negativamente. Nei grandi centri non è<br />
del tutto scomparsa la tradizione del macellaio<br />
esercente che pretende di abbattere<br />
e lavorare personalmente, o con personale<br />
di sua fiducia, il proprio bestiame.<br />
Lo stesso sistema di lavorazione a catena<br />
non è ben visto da molti perché comporta<br />
un cambiamento <strong>delle</strong> abitudini da<br />
parte degli inservienti e richiede un aggiornamento<br />
della loro preparazione, aggiornamento<br />
non sempre facile specie per i<br />
più anziani. I risultati più recenti dimostrano<br />
invece l'utilità della macellazione<br />
a catena grazie alla meccanizzazione <strong>delle</strong><br />
operazioni, la specializzazione del lavoro,<br />
la separazione della fase « sporca » da<br />
quella « pulita ». Anche se ciò comporta<br />
qualche inconveniente, come il formarsi di<br />
brandelli di carne durante la scuoiatura<br />
a strappo o l'annerimento di ossa o di<br />
tendini a causa del riscaldamento degli<br />
utensìli automatici di taglio, nel complesso<br />
produce miglioramenti qualitativi<br />
nella carne e abbassamento <strong>dei</strong> tempi di<br />
lavoro (v. tab. 8). In certi moderni impianti<br />
a lavorazione a catena è consentito<br />
al macellaio esercente di seguire dietro<br />
una vetrata tutte le fasi di lavorazione<br />
effettuate sulle « sue » bestie.<br />
Un aspetto della scarsa economicità<br />
<strong>dei</strong> <strong>macelli</strong> pubblici è offerto inoltre dalla<br />
mancata utilizzazione <strong>dei</strong> sottoprodotti<br />
come i grassi non direttamente commestibili,<br />
le ossa, il ghiandolame, il sangue.<br />
Questi sottoprodotti potrebbero essere<br />
variamente utilizzati, vendendoli oppure<br />
lavorandoli nello stesso macello, in modo<br />
IX/44<br />
da assorbire i tempi morti oltre che alleggerire<br />
gli oneri di gestione, come avviene<br />
in altri Paesi. Attualmente è in fase di<br />
progettazione a Parma un impianto per<br />
la lavorazione <strong>dei</strong> sottoprodotti per ricavarne<br />
mangimi zootecnici.<br />
Infine occorre considerare la mancanza<br />
di una legislazione organica moderna<br />
e le inevitabili lentezze burocratiche. Quest'ultimo<br />
aspetto comporta lunghe pause<br />
fra l'elaborazione del progetto, la sua realizzazione<br />
e il relativo pagamento <strong>delle</strong><br />
forniture. Ciò determina una notevole<br />
riluttanza da parte <strong>dei</strong> fornitori di proporre<br />
attrezzature onerose e l'impiego di<br />
materiali più costosi. La standardizzazione<br />
<strong>delle</strong> attrezzature sarebbe assai vantaggiosa<br />
ma è resa diffìcile per la continua<br />
richiesta di modifiche anche irrilevanti<br />
fatta dai committenti.<br />
6.2 - FATTORI POSITIVI<br />
Ad una realtà così statica si possono<br />
contrapporre non pochi elementi positivi<br />
che agiscono nel senso di rompere l'inerzia<br />
in cui questo settore da troppo tempo<br />
si trova.<br />
Innanzitutto sono da ricordare le norme<br />
emanate dalla CEE volte a favorire<br />
una integrazione e un aggiornamento della<br />
legislazione sanitaria nei Paesi membri.<br />
Queste direttive omogenee, che vanno attuate<br />
con leggi o regolamenti nazionali,<br />
assumono un rilevante valore ai fini dell'ammodernamento<br />
<strong>dei</strong> sistemi di macellazione,<br />
trasporto e commercio <strong>delle</strong> <strong>carni</strong><br />
fresche nell'ambito della Comunità Europea.<br />
Infatti pretendono una più rigida<br />
tutela igienica degli ambienti e <strong>dei</strong> luoghi<br />
di lavorazione, del personale, <strong>delle</strong> attrezzature<br />
e richiamano l'attenzione sulle caratteristiche<br />
<strong>dei</strong> materiali impiegati.<br />
Inoltre è da ricordare che sono attualmente<br />
allo studio da parte del Ministero<br />
della Sanità le proposte da ordinare in<br />
una legge quadro che disciplinerà l'intero<br />
settore.<br />
Infine non bisogna sottovalutare le<br />
tendenze verso un generale rinnovamento<br />
manifestate sempre in misura maggiore<br />
da parte degli studiosi, <strong>dei</strong> tecnici, <strong>dei</strong><br />
fabbricanti di attrezzature ed anche dai<br />
rappresentanti degli enti locali.<br />
7 - Conclusioni<br />
II sistema italiano della produzione,<br />
della macellazione e del commercio <strong>delle</strong><br />
<strong>carni</strong> ha cercato di far fronte alle crescen-
ti esigenze del consumo con semplici e insufficienti<br />
adattamenti nei riguardi di una<br />
struttura nel complesso ormai superata.<br />
Prescindendo dalle considerazioni che<br />
si potrebbero fare sulle deficienze della<br />
nostra zootecnia, non si può negare che<br />
la necessità di un rinnovamento profondo<br />
è ormai largamente sentita e che gli errori<br />
più macroscopici sono almeno individuati<br />
e sono suggeriti <strong>dei</strong> rimedi.<br />
Da ciò non si deve desumere che si<br />
possa verificare facilmente quel riassetto<br />
generale che da molti viene considerato<br />
indispensabile: occorre tener presente che<br />
i livelli di produzione zootecnica del nostro<br />
Paese sono ancora lontani dai migliori<br />
standards europei e inoltre non vi è una<br />
corrispondente concentrazione di zone<br />
produttive ma solo regioni nelle quali per<br />
antica vocazione, unita a più favorevoli<br />
condizioni di suolo e di clima, l'allevamento<br />
del bestiame ha avuto maggiori<br />
successi.<br />
Quindi più che su un radicale rinnovamento<br />
che realizzi nel modo migliore<br />
questo collegamento diretto tra la produzione,<br />
macellazione e distribuzione, si potrà<br />
contare più semplicemente, almeno<br />
per alcuni anni ancora, su un movimento<br />
di rinnovamento generale <strong>dei</strong> <strong>macelli</strong> i<br />
quali saranno certamente più grandi, meglio<br />
corredati e anche più integrati nel<br />
ciclo commerciale nazionale e internazionale.<br />
E 4595 !