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Relazione sullo stato del bosco in villa Bianchini - Comune di Mirano

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<strong>di</strong>spersi dal vento, dalla pioggia e probabilmente anche dagli <strong>in</strong>setti. Periteci rossastri sono<br />

presenti <strong>in</strong> numero variabile ai marg<strong>in</strong>i o sulla superficie <strong>del</strong> cancro, si <strong>di</strong>fferenziano più<br />

frequentemente alla f<strong>in</strong>e <strong>del</strong>l’estate e le ascospore liberate dagli aschi possono essere <strong>di</strong>sperse<br />

dagli stessi agenti che provvedono alla <strong>di</strong>spersione dei coni<strong>di</strong>.<br />

Il numero <strong>di</strong> esemplari rilevati ammonta a una dec<strong>in</strong>a circa su un numero complessivo <strong>di</strong> una<br />

trent<strong>in</strong>a. Questo dato è preoccupante poiché, considerando che solo raramente i soggetti malati<br />

superano il 10% <strong>in</strong> un popolamento, il rapporto <strong>in</strong> questo caso è <strong>del</strong> 33%.<br />

La lotta possibile per questo fungo è tramite asportazione e allontanamento <strong>del</strong>le porzioni <strong>in</strong>fette;<br />

lo scopo è quello <strong>di</strong> ridurre il potenziale <strong>di</strong> <strong>in</strong>oculo <strong>del</strong> patogeno e può mostrare una qualche<br />

efficacia nei frutteti ad elevata <strong>in</strong>cidenza <strong>del</strong>la malattia, specie se associata a trattamenti con<br />

fungici<strong>di</strong> rameici.<br />

Per quanto riguarda l’Armillaria sono stati <strong>in</strong><strong>di</strong>viduate <strong>del</strong>le piante contagiate:<br />

Le possibili piante ospiti sono latifoglie e conifere, comprese colture arboree agrarie quali vigneti,<br />

frutteti e pioppeti.<br />

DETTAGLI<br />

L’Armillaria può avanzare rapidamente entro le ra<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> sostegno e le alterazioni non vengono<br />

efficacemente compartimentale dalla pianta; qualora la degradazione <strong>in</strong>teressi il “sistema<br />

apparato ra<strong>di</strong>cale”, la stabilità <strong>del</strong>l’albero può essere gravemente compromessa.<br />

L’<strong>in</strong>fezione può orig<strong>in</strong>are da spore depositate su ceppaie o su ferite alla base <strong>del</strong> tronco, o<br />

verificarsi attraverso contatti o anastomosi ra<strong>di</strong>cali (quando due ra<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> faggi <strong>di</strong>versi vengono a<br />

contatto possono unirsi) con piante o ceppaie già colonizzate dal fungo. Lo sviluppo parassitario<br />

prende <strong>in</strong>izio dalle rizomorfe, “cordoni” nerastri <strong>in</strong> grado <strong>di</strong> localizzare e penetrare <strong>di</strong>rettamente le<br />

ra<strong>di</strong>ci. Esse si approssimano ed aderiscono alle ra<strong>di</strong>ci senza manifestare apparentemente<br />

un’azione parassitaria e acquistando la capacità <strong>di</strong> aggre<strong>di</strong>re l’ospite solo <strong>in</strong> seguito a variazioni<br />

quanti-qualitative nella composizione degli essudati ra<strong>di</strong>cali, veri e propri segnali <strong>del</strong>lo <strong>stato</strong><br />

fisiologico e patologico <strong>del</strong>la pianta. In corrispondenza <strong>di</strong> tali aderenze, dalla rizomorfa si<br />

sviluppano <strong>del</strong>le ramificazioni laterali (cunei <strong>di</strong> penetrazione) che attraversano il periderma<br />

<strong>del</strong>l’ospite, grazie alla produzione <strong>di</strong> sostanze tossiche e <strong>di</strong> enzimi litici. Le ife tendono a svilupparsi<br />

particolarmente a livello <strong>del</strong>la zona cambiale, che viene <strong>di</strong>strutta. Qui, costituiscono un feltro<br />

molto denso, <strong>di</strong> colore chiaro, che avanza a contatto con la zona viva me<strong>di</strong>ante caratteristiche<br />

formazioni a ventaglio. In una fase avanzata il feltro biancastro cessa il suo sviluppo e orig<strong>in</strong>a

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