2) La gestione del port venoso - Azienda Ospedaliera S.Camillo ...
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<strong>La</strong> <strong>gestione</strong> <strong>del</strong> <strong>port</strong> <strong>venoso</strong><br />
Inf. M onica Altibrandi<br />
Inf. Domenica Ambrosi<br />
Inf. Lucia M asu
Introduzione<br />
Obiettivi <strong>del</strong>l’incontro<br />
Fornire gli strumenti concettuali e tecnico-<br />
pratici per la buona <strong>gestione</strong> <strong>del</strong> <strong>port</strong> <strong>venoso</strong><br />
M igliorare la qualità e l’appropriatezza<br />
<strong>del</strong>l’assistenza riducendo i com<strong>port</strong>amenti arbitrari<br />
rispetto alle evidenze scientifiche<br />
Divulgare le conoscenze a scopo educativo ed<br />
uniformare i com<strong>port</strong>amenti per l’applicazione <strong>del</strong>la<br />
Buona Pratica
Tipi di Port-a-cath venosi
Caratteristiche <strong>del</strong> prodotto<br />
Camera in titanio o polisulfone (mono o bicamera)<br />
Cupola (membrana perforabile fino a 2.000-3.000 punture) in silicone<br />
Catetere in poliuretano o silicone (mono o bilume)<br />
Le misure sono espresse in French (Fr) per indicare il<br />
diametro esterno <strong>del</strong> lume, in Gauge (G) per indicare<br />
il diametro interno ed in cm per indicare la lunghezza <strong>del</strong><br />
catetere. Il <strong>port</strong>-a-cath può essere a punta aperta e a punta chiusa<br />
(catetere dotato di valvola antireflusso nell’estremità distale tipo<br />
Groshong).
Preparazione al posizionamento<br />
Educazione sanitaria<br />
Consenso informato<br />
Esami non antecedenti ai 30 gg: emocromo, pt, ptt,<br />
fibrinogeno.<br />
Nelle problematiche coagulative<br />
Eventuale correzione pre-operatoria <strong>del</strong>la piastrinopenia<br />
Eventuale sostituzione dei dicumarolici con eparina a<br />
basso peso molecolare volta ad ottenere un valore INR<br />
inferiore o uguale a 2.
Indicazioni per il giorno <strong>del</strong><br />
posizionamento<br />
Colazione leggera, doccia pre-operatoria<br />
Rimozione di monili, odontoprotesi mobili, smalto<br />
Consegnare agli operatori <strong>del</strong>la camera operatoria la cartella clinica<br />
con gli esami sopraelencati, il consenso firmato all’anestesia locale e<br />
all’impianto e, infine, la richiesta di rx torace post-posizionamento<br />
Ricorda<br />
Verificare sempre il livello di consapevolezza <strong>del</strong> paziente: accertarsi<br />
che abbia compreso appieno quanto si sta per eseguire; eventualmente<br />
fornire, a lui o ai suoi famigliari, ulteriori chiarimenti orali e l’opuscolo<br />
informativo ( individuazione <strong>del</strong> care giver).
Nursing post-operatorio<br />
Controllo dei parametri vitali<br />
Controllo <strong>del</strong>la sede di impianto<br />
Eventuale posizionamento di medicazione compressiva e/o ghiaccio laddove è<br />
indicato<br />
Informare il paziente <strong>del</strong> divieto alla movimentazione dei carichi, alla doccia e<br />
alla sollecitazione <strong>del</strong>l’articolazione scapolo-omerale per almeno 10 gg<br />
dall’impianto (pericolo di dislocazione <strong>del</strong>la camera o rotazione <strong>del</strong>la stessa)<br />
Informare il paziente di avvisare con sollecitudine il personale sanitario in caso<br />
di: tosse, dispnea, febbre, tachicardia, sanguinamento, dolore toracico<br />
Controllo visivo <strong>del</strong>la radiografia <strong>del</strong> torace post-operatoria e lettura <strong>del</strong><br />
relativo referto prima <strong>del</strong>la dimissione ( se l’impianto è eseguito in regime di<br />
day hospital non rinviare precocemente il paziente a domicilio, ma tenerlo in<br />
osservazione per almeno due ore dopo l’impianto)<br />
Rimozione dei punti di sutura dopo 10-14 gg dal posizionamento
Rx torace di pz impiantato
Rx torace di pz impiantato
<strong>La</strong> buona pratica nella <strong>gestione</strong><br />
<strong>del</strong> <strong>port</strong><br />
M ateriale occorrente per il posizionamento <strong>del</strong>l’ago di<br />
Huber e per l’ irrigazione <strong>del</strong> <strong>port</strong>
Azioni raccomandate<br />
Osservare le procedure appropriate di igiene <strong>del</strong>le mani<br />
rispettando i tempi di antisepsi ( Categoria I A )<br />
L’uso dei guanti sterili non deve sostituire il lavaggio <strong>del</strong>le<br />
mani ( Categoria I A )<br />
Disinfettare con antisettico appropriato durante il cambio<br />
<strong>del</strong>le medicazioni e/o prima <strong>del</strong>l’inserimento <strong>del</strong>l’ago di<br />
Huber (Categoria IA ); rispettare i tempi d’azione<br />
<strong>del</strong>l’antisettico (Categoria I B )<br />
Non applicare solventi organici ( acetone, etere ) prima<br />
<strong>del</strong>l’inserzione <strong>del</strong>l’ago o durante la medicazione per<br />
rimuovere la colla <strong>del</strong> cerotto precedente ( Categoria I A )
Disinfettanti consigliati<br />
In Italia, come in tutto l’occidente, l’antisettico più<br />
ampiamente usato per l’antisepsi <strong>del</strong> sito di inserimento<br />
dei cvc e per la <strong>gestione</strong> <strong>del</strong> <strong>port</strong> è stato il povidone iodico<br />
al 10% . Dopo che uno studio, nel 2000, ha evidenziato che<br />
la preparazione dei siti d’inserzione, nonché la <strong>gestione</strong><br />
routinaria, con la soluzione di clorexidina gluconato al 2%<br />
ha abbassato i tassi d’infezione, l’uso di tale antisettico è<br />
largamente diffuso . Ciò nonostante, in alcune realtà<br />
ospedaliere, la clorexidina gluc. disponibile ha una<br />
concentrazione inferiore ( 0,5 % ) raccomandata per uso<br />
neonatale e pediatrico, ma insufficiente nell’adulto.
Inserzione <strong>del</strong>l’ago<br />
Caratteristiche <strong>del</strong>l’ago di Huber<br />
No coring<br />
Tempo di permanenza in situ max 7 gg
Irrigazione <strong>del</strong> <strong>port</strong><br />
Tecnica pulsante (stop and go)<br />
Eseguita ogni qualvolta viene utilizzato<br />
Irrigazione periodica (sol. Fis. 0,9% ) ogni 30 max<br />
40 gg se non in uso<br />
Irrigare entrambe le camere se bilume<br />
Irrigare in modo particolarmente accurato se<br />
utilizzato per il prelievo ematico in assenza di altri<br />
accessi venosi
Irrigazione in paziente impiantata<br />
da 3 anni
Medicazione<br />
Cerotto forato (tipo micropore): ha il vantaggio di avere un’alta<br />
proprietà traspirante e favorisce un ambiente più asciutto con minore<br />
possibilità di colonizzazione microbica; ha lo svantaggio di non<br />
consentire l’immediata visione <strong>del</strong>l’emergenza cutanea ed è soggetto a<br />
bagnarsi, con relativi cambi più frequenti <strong>del</strong>la medicazione. Tempi di<br />
cambio consigliati 2 gg.<br />
Film poliuretano (tipo tegaderm): ha il vantaggio di consentire<br />
l’immediata ispezione <strong>del</strong> sito <strong>del</strong> dispositivo, di consentire la doccia,<br />
ma ha lo svantaggio di non permettere un’adeguata traspirazione,<br />
specialmente nel periodo estivo, e di favorire, in questa condizione, la<br />
colonizzazione microbica. Tempi di cambio consigliati: fino a sette gg se<br />
non si rilevano problemi
Medicazione di nuova generazione<br />
BioPatch: medicazione antimicrobica composta da<br />
schiuma idrofila assorbente in poliuretano a forma<br />
di dischetto, impregnata di clorexidina gluconato a<br />
rilascio lento (7 gg circa, anche in presenza di<br />
essudato). Il dischetto deve circondare il punto di<br />
inserzione <strong>del</strong>l’ago di Huber e deve essere<br />
ricoperto con una medicazione secondaria.
Nursing negli eventi avversi<br />
Complicanze peri-operatorie<br />
Pnx: Allertare il medico se si rilevano i segni avversi <strong>del</strong> pneumotorace;<br />
mantenere il paziente in posizione seduta o semi – seduta per facilitare<br />
l’espansione <strong>del</strong>la gabbia toracica, tenere sotto controllo i parametri vitali ( se è<br />
possibile monitorare il tracciato ecg ed applicare il saturimetro ); Rx torace<br />
urgente e O2 terapia. Richiesta di consulenza <strong>del</strong> chirurgo toracico e<br />
predisposizione per pleurotomia con posizionamento di drenaggio( se è<br />
presente una falda im<strong>port</strong>ante). Se invece è presente un pnx a piccola falda è<br />
sufficiente l’O2 terapia, la ginnastica respiratoria e il riposo a letto. Ricovero<br />
obbligato, in entrambi i casi, con controlli radiologici seriati fino alla<br />
risoluzione.<br />
Stravaso ematico: è un evento raro perché è previsto l’utilizzo, in fase di<br />
impianto, di tunnellizzatore a punta ogivale e di ecografo; eseguire medicazione<br />
compressiva preceduta da instillazioni di ugurol o tranex ed apporre ghiaccio a<br />
permanenza; nei casi di stravaso im<strong>port</strong>ante si impone la revisione chirurgica e<br />
lo svuotamento <strong>del</strong>l’ematoma.
Nursing negli eventi avversi<br />
Complicanze a LT<br />
Complicanze ostruttive<br />
Coaguli ematici (fino alla trombosi endoluminale)<br />
Aggregati lipidici (NPT)<br />
Precipitati ( cristalloidi o incompatibilità<br />
farmacologiche)<br />
Occlusioni meccaniche<br />
a) Pinch-off (pinzamento <strong>del</strong> catetere tra la<br />
clavicola e la prima costola)<br />
b) K inking ( inginocchiamento <strong>del</strong> cvc )
Rx torace arrotolamento<br />
<strong>del</strong> catetere + pinch off
Rx torace<br />
kinking
Azioni consigliate 1<br />
Nel caso in cui non è possibile la somministrazione infusiva <strong>del</strong>le terapie si<br />
consiglia di:<br />
a) Rimuovere la medicazione<br />
b) Controllare la corretta posizione <strong>del</strong>l’ago all’interno <strong>del</strong>la camera e sostituirlo<br />
se esiste il ragionevole dubbio che sia dislocato<br />
c) Nel caso in cui vi sia il sospetto di un’ostruzione endoluminale: eseguire<br />
ripetute irrigazioni e, nel caso in cui vi sia resistenza all’infusione ,<br />
interrompere la manovra, avvertire il medico e procedere con un tentativo di<br />
disostruzione con soluzione eparinata , inviare in radiologia per il controllo <strong>del</strong><br />
torace e, eventualmente, programmare un brusching endoluminale. <strong>La</strong><br />
disostruzione farmacologica con trombolitici o con acido cloridrico allo 0,1%<br />
( precipitati salini) o con etanolo al 70% (aggregati lipidici) deve essere<br />
prescritta dal medico.
Azioni consigliate 2<br />
Nel caso in cui l’infusione sia conservata, nonostante il sangue non<br />
refluisca ( withdraval occlusion ), informare comunque il medico e<br />
valutare la possibilità di eseguire comunque un controllo radiologico.<br />
Problemi possibili:<br />
Formazione di un coagulo o di una guaina di fibrina che si forma nella<br />
punta <strong>del</strong> catetere ed agisce da valvola ( si apre in infusione, ma si<br />
chiude in aspirazione. Il recupero funzionale potrebbe necessitare <strong>del</strong><br />
brushing endoluminale.<br />
Pinzamento (pinch-off) <strong>del</strong> catetere o inginocchiamento (K inking). In<br />
questo caso, se il <strong>port</strong>-a-cath è in uso, il medico valuta la possibilità di<br />
una revisione chirurgica o di un re-impianto per prevenire la frattura<br />
<strong>del</strong> catetere.
Nursing nella trombosi venosa<br />
Sospensione immediata <strong>del</strong>le terapie attraverso il <strong>port</strong><br />
(segni evidenti di edema <strong>del</strong>la spalla, <strong>del</strong> collo, <strong>del</strong> braccio,<br />
<strong>del</strong>la mano omolaterale e turgore <strong>venoso</strong> superficiale,<br />
dolore)<br />
Allertare il medico<br />
M antenere l’arto in scarico per favorire il drenaggio<br />
<strong>del</strong>l’edema<br />
Ecografia e/o flebografia urgente<br />
Prelievo ematico per l’assetto emocoagulativo<br />
Reperimento di altro accesso <strong>venoso</strong> periferico<br />
Inizio <strong>del</strong>la terapia anticoagulante prescritta<br />
Eventuale programmazione di rimozione <strong>del</strong> sistema
Nursing nelle complicanze infettive 1<br />
Colonizzazione o infezione <strong>del</strong>l’emergenza cutanea o <strong>del</strong>la<br />
tasca (cupola visibile all’esterno)<br />
Se all’ispezione <strong>del</strong>l’emergenza cutanea è presente materiale sieroso o<br />
purulento, con arrossamento <strong>del</strong>la cute circostante, eseguire tampone<br />
colturale con abg ( Cat. III B ) e spremere il contenuto verso il punto di<br />
uscita <strong>del</strong>la lesione.<br />
Se la lesione ha danneggiato gli strati epidermici inferiori deve essere<br />
trattata come una qualsiasi lesione cutanea con medicazioni<br />
appropriate e l’uso <strong>del</strong> <strong>port</strong> deve essere interrotto fino a guarigione.<br />
Se la lesione è deiscente ed espone totalmente la camera si impone la<br />
rimozione e, l’eventuale re-impianto in altra sede, è consigliato dopo<br />
almeno una settimana di antibiotico terapia ( Cat. I C )
Nursing nelle complicanze infettive 2<br />
Colonizzazione <strong>del</strong> reservoir e <strong>del</strong> catetere<br />
Sospendere l’uso <strong>del</strong> <strong>port</strong> se sono presenti i segni peculiari di un’infezione<br />
sistemica (febbre superiore ai 38° C e brivido, >GB, ipotensione, oliguria ).<br />
Eseguire emocolture seriate dal <strong>port</strong>, da vena periferica e colture da altri<br />
eventuali siti di infezione con abg ( Categoria I A ); nel caso sia in corso<br />
l’infusione di un chemioterapico, l’emocoltura da cvc è sconsigliata ( Categoria<br />
I B ).<br />
Iniziare antibioticoterapia e programmare la rimozione <strong>del</strong> <strong>port</strong> infetto<br />
Nei pazienti neutropenici la febbre può non essere presente: in questi casi,<br />
l’ISDA (linee guida 2009 Società Americana per il controllo <strong>del</strong>le infezioni),<br />
consiglia prima <strong>del</strong>la rimozione <strong>del</strong> <strong>port</strong>, il lock, detto anche “ tecnica <strong>del</strong>lo<br />
stazionamento”: si tratta di infusione di antibiotico all’interno <strong>del</strong> lume <strong>del</strong><br />
catetere, in soluzione o puro, da eseguire ogni 12 ore, ma solo nei pazienti con<br />
provate e ripetute colonizzazioni <strong>del</strong> sistema, nel tentativo di “ salvare “ il<br />
catetere ( Cat. II B ).
Nursing nello stravaso<br />
E’ una complicanza rara ma rilevante per la possibilità di causare necrosi<br />
tissutale, infezione, danni ai tendini ed al tessuto nervoso. Lo stravaso più<br />
rilevante è quello dei farmaci antineoplastici. L’ A.I.I.O ( Associazione Italiana<br />
Infermieri Oncologia ) raccomanda , per la prevenzione degli stravasi<br />
chemioterapici, le seguenti condizioni:<br />
Conoscere le caratteristiche ed il meccanismo d’azione dei farmaci<br />
Saper gestire l’accesso <strong>venoso</strong><br />
Conoscere il tipo di tossicità locale <strong>del</strong> farmaco utilizzato<br />
Saper utilizzare i diversi presidi d’infusione<br />
Riconoscere precocemente i segni <strong>del</strong>lo stravaso<br />
Non tutti i chemioterapici, tuttavia, hanno lo stesso grado di tossicità tissutale; allo<br />
scopo sono stati classificati in tre principali categorie:<br />
a) necrotizzanti<br />
b) vescicanti<br />
c) irritanti<br />
<strong>La</strong> classificazione ha l’obiettivo di individuare precocemente la terapia adeguata (<br />
antidoti, farmaci, ecc,)
Diagnosi infermieristica precoce di<br />
stravaso<br />
Rallentamento o interruzione <strong>del</strong> flusso <strong>venoso</strong><br />
a) > <strong>del</strong>la resistenza durante l’infusione<br />
b) Gonfiore, eritema<br />
c) Sintomatologia riferita dal paziente: bruciore e dolore pungente<br />
Errori da evitare<br />
Somministrare farmaci antiblastici senza averne adeguata conoscenza<br />
Non effettuare un’adeguata sorveglianza durante l’infusione<br />
Non ancorare adeguatamente l’ago di Huber<br />
Dimenticare di informare il paziente circa la corretta movimentazione<br />
<strong>del</strong>l’arto<br />
Delegare alla capacità di giudizio ed alla vigilanza <strong>del</strong> paziente la<br />
possibile prevenzione di stravaso
Azioni consigliate nello stravaso<br />
Rimuovere l’ago solo dopo aver aspirato più farmaco e più<br />
sangue possibile<br />
Disegnare, misurare e fotografare l’area stravasata<br />
Applicare l’antidoto previsto dal protocollo operativo<br />
Coprire con medicazione sterile ed applicare ghiaccio o<br />
calore a seconda <strong>del</strong> farmaco stravasato<br />
Somministrazione su prescrizione di analgesici,<br />
antistaminici, cortisone; eventuale laser terapia<br />
Controllare l’evoluzione <strong>del</strong>la lesione per almeno due<br />
settimane ed eseguire, se necessario, medicazioni avanzate<br />
Eventuale intervento <strong>del</strong> ch. Plastico per il debridement<br />
<strong>del</strong> tessuto necrotico
Altri eventi avversi<br />
Deconnessione <strong>del</strong> reservoir dal catetere: il ritorno ematico<br />
potrebbe essere conservato se il distacco è parziale, ma durante<br />
l’infusione il paziente avverte dolentia, bruciore e precocemente<br />
si presenta il ponfo sottocutaneo; necessaria la revisione<br />
chirurgica dopo conferma radiologica ( con o senza mdg )<br />
Rottura <strong>del</strong>la membrana <strong>del</strong> reservoir: evento rarissimo,<br />
sintomatologia simile alla precedente, condizione tuttavia che<br />
impone la sostituzione <strong>del</strong>l’impianto<br />
Frattura <strong>del</strong> catetere : evento che necessita <strong>del</strong>l’intervento <strong>del</strong><br />
chirurgo vascolare per il recupero <strong>del</strong> moncone fratturato ( la<br />
migrazione <strong>del</strong>la parte fratturata viene definita “ embolizzazione<br />
<strong>del</strong> catetere rotto”. <strong>La</strong> rimozione <strong>del</strong> serbatoio può essere anche<br />
successiva e viene eseguita in C.O.
Rx torace frattura di catetere +<br />
rimozione ch. vascolare
Rx torace frattura di catetere +<br />
rimozione ch. vascolare
Rx torace frattura di catetere +<br />
rimozione ch. vascolare
Rx torace frattura di catetere +<br />
rimozione ch. vascolare
Rx torace frattura di catetere +<br />
rimozione ch. vascolare
Rx torace frattura di catetere +<br />
rimozione ch. vascolare
Rx torace frattura di catetere +<br />
rimozione ch. vascolare
Rx torace frattura di catetere +<br />
rimozione ch. vascolare
Rx torace frattura di catetere +<br />
rimozione ch. vascolare
Rx torace frattura di catetere +<br />
embolizzazione in ventricolo
Fonti e Bibliografia<br />
• Protocolli Gestione <strong>del</strong> <strong>port</strong>-a-cath Servizio di M edicina <strong>del</strong> Dolore<br />
<strong>Azienda</strong> <strong>Ospedaliera</strong> San <strong>Camillo</strong> Forlanini<br />
• Gui<strong>del</strong>ines Clinical associazione GAVeCeLT<br />
• Practice for the Diagnosis and M anagement of Intravascular Catheter-<br />
Related Infection ISDA 2009 (Infectious Diseases Society of America)<br />
• Gui<strong>del</strong>ines CDS 2002 ( Centers for Disease Control Atlanta )<br />
• L’infermieristica <strong>del</strong> dolore - W. Raffaeli, M . M ontalti, E. Nicolo’<br />
Edizioni Piccin 2010<br />
• Atti <strong>del</strong> Congresso Nazionale Associazione Italiana Infermieri di<br />
Oncologia “Nursing Oncologico “ Abano Terme 27/28 aprile 2000<br />
• I.V. Infiltration : no just a peripheral problem – L.C. Hadaway<br />
Edizioni Nursing 2002
Fonti e bibliografia 2<br />
Centro studi EBN Policlinico S.Orsola M alpighi di<br />
Bologna – Prevenzione e Trattamento negli stravasi dei<br />
farmaci anti-neoplastici<br />
Gestione degli accessi venosi centrali a lungo termine – B.<br />
Garofali, G. De Nisco, M aster universitario “Nursing<br />
<strong>del</strong>l’accesso <strong>venoso</strong>” UCSC Roma 2007<br />
Gestione <strong>del</strong>l’accesso <strong>venoso</strong> centrale – F. M azzufero –<br />
Ancona 2008<br />
VI Congresso Nazionale GAVeCeLT Università Cattolica<br />
Roma 3-5 Dicembre 2008 – Protocollo ISALT(Impianto<br />
Sicuro Accesso A Lungo Termine) M . Pittiruti<br />
Linee Guida CDC Atlanta 2011
Grazie <strong>del</strong>l’attenzione<br />
<strong>Azienda</strong> S. <strong>Camillo</strong> Forlanini<br />
Servizio Di Anestesia Rianimazione<br />
Terapia Intensiva<br />
M edicina Del Dolore<br />
Ospedale Carlo Forlanini