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In una fantastica giornata di settembre abbiamo effettuato un' uscita ...

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<strong>In</strong> <strong>una</strong> <strong>fantastica</strong> <strong>giornata</strong> <strong>di</strong> <strong>settembre</strong> <strong>abbiamo</strong> <strong>effettuato</strong> un’ <strong>uscita</strong><br />

nella nostra bellissima valle scegliendo come meta Pugnalt , <strong>una</strong><br />

località della Valgrosina orientale raggiungibile facilmente a pie<strong>di</strong><br />

partendo da Fusino. Hei<strong>di</strong> Hauffe, <strong>una</strong> biologa ricercatrice che lavora<br />

in collaborazione con Legambiente, era la nostra guida.


Il Percorso Dal piazzale<br />

della chiesa <strong>di</strong><br />

Fusino,<br />

<strong>abbiamo</strong><br />

raggiunto<br />

l’imbocco del<br />

sentiero per<br />

Stavalina e ci<br />

siamo<br />

…..<br />

incamminati<br />

risalendo il<br />

versante<br />

sinistro<br />

orografico<br />

della valle.


La vegetazione cambia in rapporto a vari elementi: l’altitu<strong>di</strong>ne, prima <strong>di</strong> tutto,<br />

ma anche l’esposizione al sole, l’inclinazione del terreno, il microclima<br />

locale…<br />

Riportiamo uno schema in<strong>di</strong>cativo della vegetazione:<br />

COLTIVI: alberi da frutto, patate, cereali, ortaggi …<br />

LATIFOGLIE: castagno, ontano , betulla, nocciolo,<br />

sorbo, ciliegio …<br />

CONIFERE: abete rosso, larice …<br />

PRATI E PASCOLI: arbusti <strong>di</strong> ginepro, rododendri,<br />

specie erbacee, muschi, licheni…<br />

ZONA NIVALE: zolle pioniere (specie erbacee che<br />

resistono al gelo e colonizzano il terreno)


Fusino Ci siamo fermati anche ad<br />

osservare il paesaggio<br />

circostante che dall’alto era<br />

bellissimo.<br />

Si vedevano tutte intorno le<br />

montagne, da un lato la <strong>di</strong>ga <strong>di</strong><br />

Fusino che si svuotava<br />

rovesciando nel letto del<br />

Roasco <strong>una</strong> cascata<br />

spumeggiante.


Sul versante sinistro orografico della valle,<br />

lungo il sentiero per Stavalina si può ammirare il<br />

fondovalle verdeggiante dalla caratteristica<br />

forma ad U prodotta dall’attività millenaria del<br />

ghiacciaio che lo ricopriva. Possiamo osservare<br />

come la maggior parte dei prati siano ben tenuti,<br />

segno della costante presenza dell’uomo.<br />

Stavalina


La vegetazione, proseguendo lungo il sentiero, tornava ad essere<br />

più intricata e selvaggia; il fianco della montagna,<br />

in corrispondenza delle vallette tracciate dai ruscelli che le<br />

<strong>di</strong>scendono, mostrava i segni delle frane che, nel corso del tempo,<br />

ne hanno cambiato l’aspetto favorendo il naturale ricambio delle<br />

piante.


A fianco dei prati ben tenuti, si possono notare prati in stato <strong>di</strong><br />

abbandono: dopo 1-2 anni che un prato non viene falciato viene<br />

invaso dai rovi <strong>di</strong> lamponi e, dopo 5 -10 anni, dagli alberi.


Ogni prato ha la sua storia, c’è quello<br />

concimato e falciato ogni anno, quello<br />

abbandonato, quello destinato al<br />

pascolato…<br />

Uno accanto all’altro, da lontano, i<br />

prati formano <strong>una</strong> specie <strong>di</strong> coperta<br />

<strong>di</strong> patchwork.


Durante il percorso Hei<strong>di</strong> ci ha aiutati a<br />

conoscere gli alberi<br />

Prima <strong>di</strong> partire ricor<strong>di</strong>amo che siamo ospiti<br />

del bosco: un ambiente con il proprio<br />

ecosistema, ricco <strong>di</strong> bio<strong>di</strong>versità da<br />

RISPETTARE.


L’abete con la sua chioma verde<br />

fa invi<strong>di</strong>a ai larici del bosco.<br />

Le foglie delle betulle<br />

per un soffio <strong>di</strong> vento<br />

fanno un piccolo volo<br />

e si adagiano teneramente al suolo.<br />

L’ontano verde rimane a guardare<br />

poi alza lo sguardo e si lascia incantare<br />

dalle bacche rosse<br />

del sorbo dell’uccellatore.<br />

Il piccolo nocciòlo con le foglie<br />

morbide e vellutate sulla superficie più chiara<br />

cerca <strong>di</strong> nascondere quel frutto speciale<br />

che tutti quanti gli vuoglion fregare.


CONIFERA:<br />

resinosa con fusto ramificato, foglie aghiformi o<br />

squamiformi e frutto a cono.


Il nome <strong>di</strong> “Abete rosso” fa riferimento al<br />

colore della corteccia.<br />

L’Abete rosso è <strong>una</strong> conifera<br />

sempreverde <strong>di</strong> prima grandezza, che<br />

può arrivare a 50 m <strong>di</strong> altezza e 2 metri<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>ametro del tronco, con longevità<br />

anche <strong>di</strong> 500 anni. È <strong>una</strong> specie che<br />

pre<strong>di</strong>lige climi continentali, <strong>di</strong>ffusa sulle<br />

Alpi, sui Balcani e nell’Europa centro<br />

settentrionale.<br />

Gli è stato affidato il compito <strong>di</strong> interpretare la suggestione<br />

del S. Natale e per quell’occasione lo vestono a festa: luci,<br />

palline colorate, strisce sfavillanti, …


Il nome ha conservato l’origine latina.<br />

Il larice è <strong>una</strong> conifera a foglie caduche. È<br />

originario dell’Europa Centrale (monti<br />

Sudeti e Carpazi) e dalle Alpi, dove arriva<br />

sino al limite superiore della vegetazione<br />

arborea.<br />

Trova le migliori con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> vegetazione<br />

nei luoghi ben illuminati.<br />

Il legno del Larice, <strong>di</strong> grande durevolezza, è<br />

ricercato per costruzioni e<strong>di</strong>li e navali.<br />

<strong>In</strong> autunno si veste <strong>di</strong> giallo come per<br />

rallegrare le nebbiose giornate e poi a poco a<br />

poco lascia cader i suoi aghi.


LATIFOGLIA:<br />

pianta con foglie a lamina ampia.


Il nome specifico allude alla<br />

caratteristica che hanno i<br />

giovani rami <strong>di</strong> essere penduli.<br />

È un albero caducifoglie alto<br />

fino a 25-30 metri <strong>di</strong> altezza<br />

con tronco che raggiunge al<br />

massimo 70 cm <strong>di</strong> <strong>di</strong>ametro.<br />

Resistente al freddo, ma esige<br />

molta luce.<br />

La Betulla è anche coltivata<br />

nei giar<strong>di</strong>ni come specie<br />

ornamentale.<br />

Dalla corteccia della Betulla si estrae un olio che<br />

trova impiego come me<strong>di</strong>cinale e per la concia delle<br />

pelli. È anche <strong>una</strong> pianta pioniera perché ha il<br />

compito <strong>di</strong> colonizzare terreni poverissimi e nu<strong>di</strong>.


Il nome deriva dal greco “Koris” (elmo), con<br />

allusione all’involucro foliaceo che ricopre il<br />

frutto.<br />

È un piccolo arbusto, alto al massimo 12-15<br />

metri, caducifoglie.<br />

Il legno è forte ed elastico e lo si è sempre<br />

usato nella costruzione delle “gerla” delle<br />

“cavagne”.<br />

Il nocciolo è molto importante per i suoi<br />

frutti: le nocciole. Durante l’ultima guerra i<br />

piemontesi hanno pensato <strong>di</strong> utilizzare<br />

questo frutto come surrogato dell’esotico<br />

cacao: farina <strong>di</strong> nocciole e 15-20 % <strong>di</strong><br />

cacao. Nasce così la famosa “pasta <strong>di</strong><br />

gianduia”.<br />

Il carbone che si ottiene dal legno, oltre che come combustibile,<br />

è impiegato nella preparazione dei carboncini da <strong>di</strong>segno.


Il sorbo montano presenta splen<strong>di</strong>de<br />

foglie ovali <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni assai<br />

variabili, ma sempre contrad<strong>di</strong>stinte<br />

dalla <strong>di</strong>versa colorazione delle due<br />

pagine: scura quella superiore,<br />

argentea quella inferiore. Il sorbo<br />

dell’uccellatore vive in montagna, al <strong>di</strong><br />

sopra dei 600 metri, e si spinge fino ai<br />

2000 metri d’altitu<strong>di</strong>ne. Si trova<br />

spesso consociato in boschi misti <strong>di</strong><br />

faggi, abeti, frassini. Con facilità si<br />

trova ai margini del bosco, dove può<br />

godere <strong>di</strong> un’ottima esposizione alla<br />

luce.<br />

La raccolta delle bacche del sorbo dell’uccellatore deve<br />

avvenire quando queste hanno già assunto <strong>una</strong> colorazione<br />

intensa.


Il nome latino della specie significa<br />

canuto, con allusione alla pelosità dei<br />

giovani rametti e dei piccioli delle foglie.<br />

È un albero caducifoglie <strong>di</strong> rapido<br />

accrescimento; resistente al freddo.<br />

Pre<strong>di</strong>lige i terreni freschi e umi<strong>di</strong> purchè<br />

non vi ristagni l’acqua.<br />

L’ontano viene impiegato per rimboschire e consolidare pen<strong>di</strong>ci e<br />

ghiaioni franosi.<br />

Le lepri si raccolgono in gruppo sotto i suoi cespugli, nelle notti <strong>di</strong> l<strong>una</strong><br />

piena, per scegliere il proprio compagno o la propria compagna.


LICHENE GEOGRAFICO<br />

PSEUDEVERMIA<br />

USNEA<br />

PARMELIA<br />

XANTORIA<br />

ROSA CANINA<br />

CAMOMILLA<br />

FRAGOLA<br />

LAMPONE


I licheni sono il risultato della simbiosi tra un fungo ed un’alga.<br />

Essi sono degli ottimi in<strong>di</strong>catori dell’inquinamento o della buona<br />

qualità dell’aria.


Mentre stavamo camminando Hei<strong>di</strong> ci ha<br />

fatto notare un grande masso completamente<br />

ricoperto da lichene geografico.


Pseudevernia<br />

Usnea<br />

Parmelia<br />

Xantoria


LAMPONE<br />

È un arbusto che cresce<br />

nelle radure assolate fino a<br />

2000 metri <strong>di</strong> quota. Ha foglie<br />

ver<strong>di</strong> nella pagina superiore<br />

e biancastre in quella<br />

inferiore.<br />

I frutti, leggermente pelosi, a<br />

maturazione completa,<br />

hanno colore rosso rosato.<br />

I frutti sono un alimento molto energetico,<br />

<strong>di</strong>ssetante e con buona sorgente <strong>di</strong> vitamine.


FRAGOLA<br />

Il suo nome deriva dal latino “fragrum” che significa<br />

profumo.<br />

Le fragole in Europa crescono spontaneamente, ma<br />

sono quelle piccole e dolcissime che troviamo<br />

ancora oggi nei boschi.<br />

Solo in seguito, dall’America, furono importate quelle<br />

più grosse che consumiamo normalmente.<br />

La fragola può essere considerata un falso frutto.<br />

<strong>In</strong>fatti quella che <strong>di</strong>venta grossa e carnosa, è <strong>una</strong><br />

parte del suo fiore bianco. I veri frutti sono quelli che<br />

chiamiamo “semini” e che sono sparsi sulla sua<br />

superficie. Ce ne sono più <strong>di</strong> duecento in <strong>una</strong> sola<br />

fragola.<br />

La polpa della fragola è ricca <strong>di</strong> zuccheri, sali<br />

minerali e vitamine.


ROSA CANINA<br />

Il nome “canina” le deriva dalla ra<strong>di</strong>ce, che sembra possa curare l’idrofobia<br />

canina.<br />

È <strong>una</strong> pianta bellissima in ogni stagione: in primavera e all’inizio<br />

dell’estate ha fiori delicatissimi, in autunno mostra frutti ovali, detti<br />

cinorro<strong>di</strong>, che d’inverno <strong>di</strong>ventano rossi e durano per tutta la stagione<br />

fredda.<br />

INFUSO<br />

ASPRIGNO,<br />

BUONO CON<br />

TANTO MIELE<br />

I frutti sono sorgenti naturali <strong>di</strong> vitamina C, molto<br />

superiore anche 50-100 volte al quantitativo<br />

contenuto negli agrumi tra<strong>di</strong>zionali, arance e limoni.


CAMOMILLA<br />

Il nome camomilla deriva dal greco e significa “mela sulla terra”<br />

perché il profumo dei fiori ricorda molto quello della mela.<br />

Per il suo gradevole aroma la camomilla veniva utilizzata per<br />

profumare gli ambienti.<br />

È <strong>una</strong> pianta spontanea con fiorellini che assomigliano a piccole<br />

margherite che sbocciano su steli lunghi da 7 a 12 cm all’inizio della<br />

primavera fino a tarda estate.<br />

INFUSO<br />

PROFUMATO E<br />

DOLCE.<br />

REGALA NOTTI<br />

FELICI<br />

Il fiore è ricchissimo <strong>di</strong> sostanze calmanti e<br />

<strong>di</strong>gestive.


UN INFUSO<br />

I fiori essiccati vengono messi in <strong>una</strong> tazza, si versa acqua bollente, si<br />

lascia riposare per 15 minuti e poi si filtra.<br />

Bere l’infuso caldo con un cucchiaio <strong>di</strong> miele.<br />

Un recupero veloce<br />

dopo un’in<strong>di</strong>gestione,<br />

per tornare presto in<br />

forma in caso <strong>di</strong> stress<br />

e per prevenire i<br />

raffreddori.


Percorrendo il sentiero verso Pugnalt<br />

<strong>abbiamo</strong> visto un maestoso abete<br />

secolare che Hei<strong>di</strong> ci ha invitato ad<br />

abbracciare e ad ascoltare…<br />

Più avanti troverai la<br />

fiaba “Il bosco<br />

incantato” che i bambini<br />

magicamente hanno<br />

ascoltato.


Un albero è casa e nutrimento per moltissimi animali.<br />

La gazza si serve <strong>di</strong><br />

ramoscelli per costruire un<br />

nido sferico.<br />

Il picchio, con il forte becco buca<br />

il tronco per ricavare <strong>una</strong> nicchia<br />

accogliente per i piccoli e il ghiro<br />

la occuperà <strong>una</strong> volta<br />

abbandonata.<br />

L’allocco e la civetta sfruttano<br />

invece cavità all’interno del<br />

tronco.


Legati allo strato inferiore, i funghi collaborano con<br />

l’apparato ra<strong>di</strong>cale sull’albero nell’assorbimento del<br />

nutrimento. Le ra<strong>di</strong>ci dei due organismi, a stretto<br />

contatto, si scambiano sostanze organiche.<br />

Alcuni funghi instaurano un rapporto parassitario<br />

e crescono sulla corteccia si nutrono delle<br />

sostanze prodotte dall’albero attraverso la<br />

fotosintesi clorofilliana, portandolo lentamente alla<br />

morte.<br />

Altri ancora,<br />

i funghi saprofiti,<br />

decompongono<br />

e si nutrono del<br />

legno marcescente<br />

<strong>di</strong> alberi morti.<br />

Nel bosco ogni<br />

organismo occupa<br />

<strong>una</strong> posizione<br />

precisa e la sua<br />

presenza e funzione<br />

non può essere<br />

sostituita.<br />

Per questo motivo<br />

sono state fissate<br />

norme ben precise<br />

che regolano<br />

la raccolta dei<br />

funghi.


Più avanti <strong>abbiamo</strong> scoperto alcune pozze d’acqua che si<br />

erano formate nelle cavità naturali <strong>di</strong> <strong>una</strong> serie <strong>di</strong> roccia a<br />

lato del sentiero; nell’acqua vivevano <strong>una</strong> gran quantità <strong>di</strong><br />

girini che ci hanno permesso <strong>di</strong> confrontare le trasformazioni<br />

che caratterizzano i <strong>di</strong>versi sta<strong>di</strong> della crescita delle rane.


<strong>In</strong> <strong>una</strong> successiva sosta Hei<strong>di</strong> ci ha<br />

spiegato come riconoscere le tracce<br />

lasciate dagli animali, impronte, corna,<br />

ossi, pigne <strong>di</strong>versamente rosicchiate,<br />

escrementi vari, ciuffi <strong>di</strong> pelo, gusci <strong>di</strong><br />

nocciole mor<strong>di</strong>cchiati…


Poco prima <strong>di</strong> giungere a Pugnalt<br />

Hei<strong>di</strong> ha recuperato trenta trappole<br />

che aveva piazzato la sera<br />

precedente, in cinque <strong>di</strong> queste<br />

erano finiti dei piccoli mammiferi: tre<br />

arvicole, un toporagno e un topo <strong>di</strong><br />

campagna. Abbiamo potuto<br />

osservare da vicino questi piccoli e<br />

simpatici animaletti ed apprendere<br />

molte informazioni sulle loro<br />

caratteristiche ed abitu<strong>di</strong>ni prima <strong>di</strong><br />

lasciarli tornare in libertà.<br />

Hei<strong>di</strong> con un’arvicola in<br />

trappola<br />

Arvicola Toporagno Topo <strong>di</strong> campagna


Questo topo selvatico presenta <strong>una</strong><br />

colorazione del dorso e dei fianchi<br />

tendente al rossiccio, la quale si<br />

separa bruscamente dal bianco del<br />

ventre ed è caratterizzato da <strong>una</strong><br />

macchia gialla sul collo.<br />

Ha <strong>una</strong> coda piuttosto lunga, in<br />

genere più della lunghezza totale<br />

testa-corpo.<br />

Questa specie, a causa dell’abitu<strong>di</strong>ne<br />

<strong>di</strong> nascondere gran<strong>di</strong> quantitativi <strong>di</strong><br />

semi nelle proprie tane in qualità <strong>di</strong><br />

scorte alimentari, compie <strong>una</strong><br />

importante <strong>di</strong>spersione dei semi <strong>di</strong><br />

numerose specie arboree forestali.


Il toporagno deve mangiare ogni mezz’ora.<br />

Questo mammifero è schivo e solitario: il suo<br />

squittire ha evidentemente lo scopo <strong>di</strong> tener<br />

lontani i suoi simili dal suo territorio, <strong>una</strong><br />

piccola superficie <strong>di</strong> terreno, che egli <strong>di</strong>fende<br />

gelosamente.La sua compagna, terminata la<br />

gestazione <strong>di</strong> circa trenta giorni, dà alla luce<br />

un massimo <strong>di</strong> sette piccoli, nu<strong>di</strong> e ciechi che<br />

in breve tempo subiranno un notevole<br />

accrescimento. Il toporagno ha generalmente<br />

<strong>una</strong> breve esistenza, della durata massima <strong>di</strong><br />

due anni.


L’arvicola dei boschi realizza<br />

<strong>una</strong> rete <strong>di</strong> percorsi appena<br />

sotto la superficie del terreno.<br />

Si nutre prevalentemente <strong>di</strong><br />

graminacee, anche se può<br />

attaccare le ra<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> alcune<br />

piante, soprattutto in inverno.<br />

Questo mammifero è attivo<br />

prevalentemente <strong>di</strong> notte e<br />

costituisce <strong>una</strong> facile preda per<br />

i rapaci notturni.<br />

Si riproduce in maniera<br />

impressionante, riuscendo a<br />

covare 5 - 6 ni<strong>di</strong>ate all'anno con<br />

un numero <strong>di</strong> 6-7 piccoli per<br />

ni<strong>di</strong>ata.


Finalmente <strong>abbiamo</strong> raggiunto Pugnalt situata<br />

sulla destra idrografica in <strong>una</strong> bellissima conca<br />

verdeggiante attraversata dal torrente Roasco. Roasco.<br />

La nostra sosta ristoratrice a Pugnalt ci ha lasciato<br />

il tempo <strong>di</strong> fare alcune osservazioni sulle<br />

caratteristiche architettoniche delle abitazioni <strong>di</strong><br />

montagna.


Abbiamo incontrato <strong>una</strong> famiglia che<br />

trascorre in montagna tutta l’estate e<br />

parte dell’autunno spostandosi a quote<br />

<strong>di</strong>verse secondo un’antica tra<strong>di</strong>zione<br />

della popolazione locale de<strong>di</strong>ta<br />

all’allevamento: occupavano, in<br />

<strong>di</strong>versi perio<strong>di</strong> dell’anno, abitazioni<br />

<strong>di</strong>slocate a <strong>di</strong>verse altitu<strong>di</strong>ni per<br />

sfruttare i pascoli al meglio in base<br />

alla stagione.


I membri <strong>di</strong> questa famiglia ci avevano preparato <strong>una</strong> sorpresa:<br />

<strong>una</strong> piccola raccolta <strong>di</strong> oggetti e strumenti <strong>di</strong> lavoro utilizzati <strong>una</strong><br />

volta e hanno accompagnato la loro descrizione con i racconti <strong>di</strong><br />

storie ed esperienze legate alla vita <strong>di</strong> montagna dei tempi passati.<br />

Mastèla<br />

Lum<br />

Sciupéi<br />

Cugèr e<br />

scudèla<br />

Cazét<br />

Gèrlu


Mastèla: secchia<br />

fatta <strong>di</strong> legno, con il<br />

fondo e i bor<strong>di</strong> a doghe<br />

tenute assieme da due<br />

cerchi <strong>di</strong> legno ( in<br />

questo caso in<br />

alluminio) incastrati a<br />

coda <strong>di</strong> ron<strong>di</strong>ne, un<br />

manico ricavato da<br />

<strong>una</strong> stecca <strong>di</strong> legno<br />

ricurva fissata con due<br />

perni a due doghe<br />

sporgenti.<br />

Veniva usata solo per<br />

la mungitura.


Lum: lume,<br />

lucerna costituito<br />

da <strong>una</strong> ampolla <strong>di</strong><br />

vetro che veniva<br />

riempita <strong>di</strong> petrolio.<br />

I nostri nonni<br />

svolgevano i compiti<br />

illuminando il<br />

quaderno con<br />

questa fioca luce.


Sciupéi: calzatura<br />

con suola <strong>di</strong> legno<br />

dalla punta ricurva<br />

con tomaia <strong>di</strong> cuoio<br />

tipica <strong>di</strong> Grosio.<br />

Un tempo tutti gli<br />

spostamenti<br />

avvenivano con queste<br />

“scarpe” ai pie<strong>di</strong>.<br />

Gli scolari li<br />

toglievano prima <strong>di</strong><br />

entrare in aula per<br />

non provocare<br />

rumore.


I cugèr e la scudèla de légn: cucchiai e<br />

ciotola <strong>di</strong> legno.<br />

Un tempo la <strong>di</strong>eta era basata sul consumo <strong>di</strong><br />

latte e latticini, farina <strong>di</strong> mais (polenta) e<br />

farina <strong>di</strong> frumento con cui si preparava il<br />

“curnat”.


Cazét: mestolo <strong>di</strong> legno.<br />

Veniva utilizzato per<br />

scremare il latte.<br />

La panna (fiór) veniva messa<br />

nella zangola (penàia) per<br />

ottenere il burro (butèr).


Gèrlu: gerla. È<br />

composto da due<br />

assicelle <strong>di</strong> legno<br />

forate: al fònt e al<br />

brasciàl, al quale si<br />

agganciano gli<br />

spallacci (i stròpi ); le<br />

stecche verticali (costi)<br />

infisse nel fondo<br />

costituiscono il telaio,<br />

dove si intrecciano i<br />

vimini (avìmen) o<br />

stecche <strong>di</strong> legno <strong>di</strong><br />

nocciolo o <strong>di</strong> castagno.


SE IL BOSCO VUOI RISPETTARE<br />

IL FUOCO ACCESO NON DEVI LASCIARE.<br />

SE L’ALBERO TU INCIDERAI<br />

LA CORTECCIA STACCHERAI E MORIRE LO FARAI.<br />

SE IL COLORE DEI FIORI VUOI OSSERVARE<br />

E IL LORO PROFUMO ANNUSARE NON LI STRAPPARE.<br />

SE GLI ANIMALI VUOI AMMIRARE<br />

NON LI DEVI SPAVENTARE.<br />

SE I CUCCIOLI VUOI SALVARE NON LI TOCCARE<br />

LA MAMMA LI POTREBBE ABBANDONARE.


UN PICNIC PUOI FARE<br />

PERÒ NON DEVI SPORCARE<br />

I RIFIUTI RADUNERAI<br />

ED A VALLE LI PORTERAI.<br />

VA BENE SALTARE<br />

E ANCHE GIOCARE<br />

MA SENZA ESAGERARE<br />

NEL SILENZIO LA NATURA PUOI ASCOLTARE.<br />

LUNGO I SENTIERI NON DIMENTICARE<br />

CI SONO I CARTELLI DA GUARDARE<br />

COSÌ LE REGOLE IMPARERAI<br />

E PIÙ SICURO IN MONTAGNA ANDRAI.<br />

LA MONTAGNA È ASSAI PREZIOSA<br />

ED È CON NOI GENEROSA<br />

NON SPRECARE I SUOI DONI E I SUOI FRUTTI<br />

E DIFENDILA A NOME DI TUTTI.<br />

A COGLIERE I FUNGHI PUOI ANDARE<br />

MA CI SONO REGOLE DA RISPETTARE<br />

SE LE OSSERVERAI CON CURA<br />

DIMOSTRI IL TUO AMORE PER LA NATURA.


modalità modalità modalità modalità<br />

modalità modalità modalità<br />

Quantità


Sì<br />

Non usare attrezzi<br />

(coltelli, rastrelli, ecc.) per<br />

raccogliere i funghi ma<br />

esclusivamente le mani<br />

per non danneggiare lo<br />

strato umifero del<br />

terreno!<br />

No


Per portare a<br />

casa i tuoi funghi<br />

usa sempre un<br />

cestino!<br />

No<br />


No<br />

Sì<br />

Pulisci i funghi sul<br />

luogo dove sei per<br />

consentire la<br />

<strong>di</strong>sseminazione<br />

delle spore.


sì<br />

La raccolta è consentita<br />

dall’alba al tramonto


3 kg<br />

Il limite massimo <strong>di</strong><br />

raccolta giornaliera<br />

per persona è <strong>di</strong> tre<br />

chilogrammi.


3Kg<br />

Se un solo esemplare pesa più <strong>di</strong> 3 Kg, è consentito<br />

raccoglierlo.


È vietato<br />

raccogliere<br />

funghi in<br />

decomposizione!


Non calpestare i funghi che non<br />

conosci perché svolgono importanti<br />

funzioni negli equilibri della<br />

natura.


Devono essere muniti <strong>di</strong> permesso i citta<strong>di</strong>ni<br />

che hanno più <strong>di</strong> 14 anni, non sono residenti<br />

a Grosio o non sono proprietari <strong>di</strong> fon<strong>di</strong> o<br />

immobili nel comune <strong>di</strong> Grosio.


Tipi <strong>di</strong> permesso<br />

Permesso giornaliero € 8.00<br />

Permesso mensile € 52.00<br />

Permesso settimanale € 26,00<br />

Permesso stagionale € 100.00


A carico dei trasgressori sono previste<br />

sanzioni pecuniarie (da € 25,82 a<br />

€ 51,65),la confisca dei funghi e degli<br />

attrezzi e, nei casi più gravi, il ritiro del<br />

permesso.


La montagna con tanti fiori,<br />

<strong>di</strong> mille colori.<br />

Riscalda i nostri cuori<br />

e ci fa pensare agli amori.<br />

L’amore per la montagna<br />

sempre mi accompagna.<br />

L’amore per la natura<br />

sarà la vita futura.<br />

L’amore che ci unisce<br />

in un’escursione felice.


Il freddo e gelido inverno<br />

toglie le coltri bianche,<br />

risveglia la montagna e la<br />

saluta<br />

poi lento si allontana.<br />

La cascata si desta<br />

da un sonno profondo,<br />

sba<strong>di</strong>glia lieve e si stiracchia<br />

poi si allunga fra le rocce.<br />

L’acqua cristallina accorda<br />

le sue note sulle pietre,<br />

intona <strong>una</strong> musica vigorosa e<br />

gioiosa<br />

come quella <strong>di</strong> <strong>una</strong> band.<br />

Gli alberi tutti intorno stanno<br />

taciti in ascolto<br />

come degli spettatori attenti<br />

venuti ad assistere al<br />

concerto.


L’acqua corre,<br />

vivace scorre.<br />

Saluta la sorgente<br />

saggia e veggente.<br />

Salta sulla roccia<br />

che le regala emozioni goccia a goccia.<br />

Dipinge un quadro<br />

e come un ladro<br />

ruba i tesori del paesaggio<br />

e li porta lontano nel suo<br />

viaggio.


Se fossi un albero<br />

crescerei in Valgrosina<br />

e per tutta la mattina<br />

farei ombra agli insettini<br />

simpatici e carini.<br />

Con i miei rami<br />

abbraccerei il mondo<br />

convincerei i bambini<br />

a proteggere la natura.<br />

Se potessi parlare<br />

porterei amore<br />

in ogni cuore<br />

porterei gioia e armonia<br />

a chi mi incontra sulla via.


C’era <strong>una</strong> volta un bosco magico che cresceva nella<br />

Valle <strong>In</strong>cantata che tutti (o quasi tutti) i bambini<br />

portano nel cuore.


Nel bosco<br />

vivevano<br />

alberi beri carichi<br />

<strong>di</strong> fiori<br />

perennemente<br />

profumati,<br />

ricchi <strong>di</strong> frutti<br />

enormi e<br />

succosi.


La foresta era percorsa da ruscelli luccicanti,<br />

costellata da cascatelle gorgoglianti, stagni<br />

calmi e inquietanti.


Un brutto giorno sulla superficie dello stagno<br />

affiorarono enormi bolle che scoppiavano<br />

lasciando uscire esalazioni verdastre e<br />

puzzolenti.


Gli abitanti del bosco magico<br />

vivevano in totale armonia:<br />

gli elfi pettinavano gli<br />

sgradevoli trolls, gli unicorni<br />

trasportavano gli orchi e le<br />

fate cucinavano per tutti.


Improvvisamente le<br />

fate cosparsero i cibi<br />

con quantità<br />

industriali <strong>di</strong><br />

piccantissimo<br />

peperoncino; gli elfi<br />

grattarono<br />

<strong>di</strong>spettosamente il<br />

naso ai trolls che, per<br />

ven<strong>di</strong>carsi giocarono<br />

a golf con il corno <strong>di</strong><br />

cristallo degli<br />

unicorni.


Disperati gli alberi si rivolsero al compagno più<br />

saggio per risolvere la situazione.


L’albero saggio<br />

<strong>di</strong>sse: “Questo<br />

caos si placherà se,<br />

in ogni bosco, in<br />

ogni foresta, ci<br />

sarà un bambino<br />

<strong>di</strong>sposto ad<br />

abbracciarvi e ad<br />

ascoltare questa<br />

fiaba”.


Fu così che i bambini salvarono<br />

il bosco magico dove ritornarono<br />

l’amore e l’armonia.


Le fate: sono<br />

fanciulle<br />

dall’aspetto<br />

meraviglioso;<br />

hanno lunghi<br />

capelli, occhi<br />

gran<strong>di</strong>, corpo<br />

flessuoso, si<br />

alleano con chi è<br />

in <strong>di</strong>fficoltà.


Gli elfi: sono<br />

esserini buffi,<br />

magrissimi, con le<br />

gran<strong>di</strong> orecchie a<br />

punta, braccia e<br />

pie<strong>di</strong> spropositati<br />

così come la loro<br />

eccessiva esilità;<br />

sono <strong>di</strong>spettosi, ma<br />

generalmente non<br />

fanno del male.


I trolls: sono un incrocio<br />

tra gli orchi e i giganti,<br />

ma spesso si<br />

mimetizzano riducendo<br />

le proporzioni. Hanno<br />

un aspetto ripugnante:<br />

sono sporchi, puzzano,<br />

dal loro naso prominente<br />

cola perennemente il<br />

muco, indossano abiti, a<br />

volte, realizzati con<br />

cortecce d’albero; sono<br />

molto ven<strong>di</strong>cativi, non<br />

tollerano che venga loro<br />

toccato il naso.


Gli unicorni:<br />

cavalli dai colori<br />

evanescenti, con<br />

un lungo corno<br />

sulla fronte, sono<br />

timi<strong>di</strong>ssimi e si<br />

possono<br />

catturare solo<br />

con l’aiuto <strong>di</strong> <strong>una</strong><br />

fanciulla pura che<br />

li faccia<br />

addormentare sul<br />

suo grembo.


La quercia: è<br />

l’albero più<br />

antico della<br />

foresta: saggio,<br />

prudente,<br />

paziente, ha<br />

sempre <strong>una</strong><br />

risposta per<br />

ogni domanda .


<strong>una</strong> palma.<br />

un po’ <strong>di</strong> muschio.


<strong>una</strong> catena <strong>di</strong> dune del deserto.<br />

il cappello del fungo visto dal sotto.


un mucchio <strong>di</strong> legna con la<br />

neve.<br />

il micelio <strong>di</strong> un fungo.


il cervello.<br />

un lichene pissidato.


<strong>una</strong> colonia <strong>di</strong> larve.<br />

la parte dei tubuli <strong>di</strong> un fungo.


pittura gialla.<br />

un lichene.

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