A N N O SA CE RDOTA L E - Santuario dell'Amore Misericordioso
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anno sacerdotale 2009-2010<br />
Giovanni Paolo II in una catechesi del Mercoledì in merito al sacramento della riconciliazione<br />
ripeteva: “È bello poter confessare i nostri peccati, e sentire come un balsamo<br />
la parola che ci inonda di misericordia e ci rimette in cammino. Solo chi ha sentito<br />
la tenerezza dell’abbraccio del Padre, quale il Vangelo lo descrive nella parabola del figliol<br />
prodigo, “gli si gettò al collo e lo baciò” (Lc 15, 20),può trasmettere agli altri lo<br />
stesso calore, quando da destinatario del perdono se ne fa ministro”.<br />
E ancora Benedetto XVI diceva queste parole: “Abbiamo un Signore buono che vuole<br />
perdonare a tutti: “Se consideri le colpe, Signore, Signore, chi potrà sussistere? Ma<br />
presso di te è il perdono; perciò avremo il tuo timore” (vv. 3-4). È significativo il fatto<br />
che a generare il timore, atteggiamento di rispetto misto ad amore, non sia il castigo<br />
ma il perdono. Più che la collera di Dio, deve provocare in noi un santo timore la sua<br />
magnanimità generosa e disarmante. Dio, infatti, non è un sovrano inesorabile che<br />
condanna il colpevole, ma un padre amoroso, che dobbiamo amare non per paura di<br />
una punizione, ma per la sua bontà pronta a perdonare.” 7<br />
Ed in ultimo vorrei riportare un brano della Madre Speranza di Gesù che mi pare veramente<br />
completo nel presentare la vera natura di Dio: non un Dio qualsiasi, ma uno<br />
specifico, concreto, tangibile, un Dio che è Padre, che è Amore <strong>Misericordioso</strong> per ogni<br />
uomo, che non si stanca di starci vicino.<br />
Rivolgendosi ai propri “figli” (sacerdoti) in merito all’atteggiamento da usare nel confessionale<br />
diceva queste parole: “Se veramente da peccatori si ha paura di presentarsi<br />
al Signore, ci si presenti al Figlio dell’Amore e della Povertà Sua. E che questo Figlio<br />
sappia dire a chi entra nel confessionale: “Non spaventarti,devi sapere che il Padre tuo<br />
ti aspetta e che per mezzo di questa assoluzione che io ti amministro, Lui ti perdona,<br />
non conta più e dimentica.” Ora, il prossimo anno avremo la grande fortuna di vedere<br />
il <strong>Santuario</strong> finito e molte anime del mondo intero verranno qui. Ogni figlio (si rivolge<br />
sempre ai sacerdoti) deve avere umiltà e chiedere ogni mattina e pomeriggio: “Signore,<br />
fa che io entri in quel confessionale, come un Figlio dell’Amore e della Povertà Tua.<br />
Che sappia capire le miserie di quelle povere persone che vengono ferite e che io le<br />
presenti a Te, in modo tale che Tu li possa curare con il balsamo del Tuo amore e della<br />
Tua carità.” Io chiederò al Signore che a voi Figli vi dia questa forza e voi pregate per<br />
me affinché possa arrivare a dare al Signore quanto mi chieda in questo anno.” 8<br />
Allora carissimi “confratelli sacerdoti” così, non per qualche nostro merito particolare,<br />
ma soltanto per la gratuita partecipazione alla grazia di Cristo, prendiamo veramente coscienza<br />
della grande missione che abbiamo ricevuto, di essere testimoni e strumenti<br />
della misericordia divina, chiediamo luce allo Spirito Santo che illumini i nostri cuori perché<br />
gli uomini possano fare esperienza del grande amore misericordioso di Dio verso le<br />
proprie creature.<br />
7 Udienza del 19 Ottobre 2005<br />
8 El pan 21, 278-280<br />
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