Sig-Sauer P226 Custom Equos - Bignami
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044<br />
ARMI CORTE
<strong>Sig</strong>-<strong>Sauer</strong> <strong>P226</strong> <strong>Custom</strong> <strong>Equos</strong><br />
Una pistola già buona riceve le cure del Mastershop per tramutarsi in un’arma di<br />
elevatissima qualità: la preparazione artigianale delle caratteristiche meccaniche<br />
ne fa una pistola speciale, per chi ama anche la precisione e il bello oltre alla<br />
tradizionale affidabilità <strong>Sig</strong>-<strong>Sauer</strong><br />
Alcuni siti americani affermano<br />
che la <strong>Sig</strong>-<strong>Sauer</strong> <strong>P226</strong>,<br />
fin dal suo apparire, è stata<br />
l’arma con cui tutte le altre<br />
devono confrontarsi.<br />
Come in molte affermazioni d’oltreoceano<br />
c’è un po’ di esagerazione, visto che<br />
quella famosa apparizione avvenne alle prove statunitensi<br />
per la sostituzione della Colt modello 1911, con<br />
l’esito che tutti conosciamo. Sono peraltro veri due fatti:<br />
uno è che la <strong>P226</strong> è stata adottata, negli States, dai<br />
Navy Seals, dai Texas Rangers, dagli agenti federali e<br />
da svariati corpi di polizia, l’altro è che la <strong>P226</strong> è senza<br />
alcun dubbio un’arma eccellente.<br />
Ergonomica e ben bilanciata, è una pistola ‘facile’ che<br />
fin dal primo contatto sembra conosciuta da sempre.<br />
Un po’ di storia<br />
L’arma è costruita dalla <strong>Sig</strong>arms <strong>Sauer</strong> di Eckernförde<br />
(nel nord della Germania) e anche dalla <strong>Sig</strong>arms Inc.<br />
di Exeter, nel New Hampshire. Se l’ubicazione della seconda<br />
non ha radici storiche ed è giustificata, magari,<br />
da qualche legislazione fiscale, quella della prima risale<br />
alla fine della Seconda guerra mondiale.<br />
di Roberto Allara<br />
<strong>Sig</strong>-<strong>Sauer</strong> <strong>P226</strong><br />
Al suo temine la città di Suhl, che<br />
nel corso del conflitto stranamente<br />
non fu mai bombardata, fu<br />
liberata inizialmente dagli americani;<br />
molti di loro erano cacciatori<br />
e anche per gli altri la guerra definisce<br />
con certezza un interesse<br />
per le armi, sia pure con gradi molto<br />
diversi di entusiasmo.<br />
La fraternizzazione fu un fenomeno spontaneo e naturale,<br />
destinato a un brusco esaurimento quando, nella<br />
spartizione della Germania occupata in zone di influenza,<br />
si stabilì che Suhl avrebbe fatto parte di quella sovietica.<br />
Gli armaioli andarono immediatamente dagli<br />
americani, ormai quasi amici, a implorare che fosse<br />
loro consentito di lasciare la città prima dell’arrivo delle<br />
truppe comuniste. Ottennero di poter portare con sé il<br />
contenuto di un camion per ciascuna azienda e fecero<br />
salire i camion – delle dimensioni dell’epoca, non pensiamo<br />
agli odierni TIR – su un treno che si fermò a Ulm<br />
perché lì la ferrovia era interrotta.<br />
L’eccezione fu la <strong>Sauer</strong>, che si trasferì a Eckernförde<br />
dove c’era un silurificio, con la dirigenza del quale quella<br />
della <strong>Sauer</strong> aveva eccellenti rapporti personali. Un silurificio<br />
possiede sia macchinari per lavorazioni meccaniche<br />
di precisione sia personale esperto nel loro uso,<br />
che dopo la guerra si sarebbe trovato in difficoltà e verosimilmente<br />
senza lavoro; la scelta fu quindi oculata.<br />
Questa ricostruzione è dovuta a Carlo Berti, della Bi-<br />
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ARMI CORTE<br />
La corsa del carrello è piuttosto lunga, cosa che<br />
contribuisce all’affidabilità dell’arma<br />
Il cane è armato e il grilletto è nella posizione della<br />
singola azione<br />
Eccellente qualità per il noce delle guancette L’onnipresente e ubiquitaria slitta per gli accessori
Lo sgancio del serbatoio caricatore è del tipo Colt<br />
Government<br />
La leva che serve per lo smontaggio dell’arma<br />
La leva abbatticane, che qui non serve anche per armarlo<br />
<strong>Sig</strong>-<strong>Sauer</strong> <strong>P226</strong><br />
La tacca con il riferimento tipo von Stavenhangen.<br />
La faccia rivolta al tiratore è sempre in ombra<br />
Il riferimento sul mirino è un pallino bianco<br />
La volata dell’arma: la canna appoggia sulla parte<br />
inferiore del foro di egresso del carrello<br />
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ARMI CORTE<br />
La chiusura geometrica avviene nella finestra di<br />
espulsione<br />
La chiusura geometrica avviene nella finestra di<br />
espulsione<br />
Un pistone caricato da una molla dà l’elasticità<br />
all’estrattore<br />
L’intervento del Mastershop è testimoniato dalla<br />
scritta sul carrello<br />
Il serbatoio caricatore è a presentazione monofilare<br />
gnami, che la udì da uno dei dirigenti all’epoca coinvolti;<br />
probabilmente è la seconda volta in assoluto che<br />
viene narrata in una pubblicazione a stampa.<br />
La <strong>Sig</strong> e la <strong>Sauer</strong> unirono i loro sforzi intorno alla metà<br />
degli anni Settanta del secolo scorso.<br />
L’azienda svizzera aveva un’eccellente pistola, la <strong>Sig</strong><br />
210, che però stava invecchiando e non aveva la doppia<br />
azione, oltre a essere insostenibilmente costosa, mentre<br />
<strong>Sauer</strong> aveva il progettista della 38 (H) che ancora<br />
all’epoca della iniziale collaborazione tra le aziende era<br />
una pistola avanzatissima.<br />
Le tracce della 38 (H), semplificate per via del cane<br />
esterno, si trovano ancora nella <strong>P226</strong>. Inoltre <strong>Sig</strong> aveva<br />
problemi legislativi all’esportazione: un suo dirigente,<br />
in un attimo di sconforto, ebbe a dire che possiamo<br />
vendere armi solo a coloro che non le compreranno<br />
perché non ne hanno bisogno.<br />
La soluzione realistica per uscire sul mercato ed essere<br />
in condizione di competere partiva dalla progettazione<br />
di nuove armi che potessero conservare la qualità della<br />
P210, magari senza certe esagerazioni per le quali, talvolta,<br />
durante gli inverni più rigidi la Pistole Modell 49<br />
(denominazione militare della civile P210) si rifiutava di<br />
funzionare a meno di essere completamente smontata<br />
e sgrassata.<br />
Dalla nuova progettazione uscì la P220, origine di tutta<br />
la produzione <strong>Sig</strong>-<strong>Sauer</strong>: era una pistola a doppia azione<br />
e chiusura geometrica sistema Colt-Browning modificato<br />
che mutuava, con la semplificazione dovuta al<br />
cane esterno, il sistema abbatticane della <strong>Sauer</strong> 38 (H).<br />
La mano dello stesso progettista era ben riconoscibile.<br />
Nasce la <strong>P226</strong><br />
A seguito di ulteriori evoluzioni, nel 1983 fu posta sul<br />
mercato la <strong>P226</strong>, diretta discendente della P220 camerata,<br />
inizialmente, per il 9 mm Parabellum.<br />
Progettata per adeguarsi a quelle che stavano emergendo<br />
come specifiche richieste dei reparti militari e dei<br />
corpi di polizia, aveva un serbatoio bifilare disponibile
L’eccellente presentazione della cartuccia è alla base<br />
di un’alimentazione regolare<br />
La parte anteriore dell’impugnatura ha una solcatura<br />
orizzontale che facilita una presa salda<br />
anche in versione maggiorata e capace di ben venti colpi,<br />
e infine aveva due tipi di mire: sia quella a tre punti<br />
al trizio sia quella, standard, del tipo von Stavenhangen.<br />
Gli americani lo chiamano Bar-Dot perché pensano di essere<br />
all’origine di ogni sviluppo in campo armiero e non<br />
c’è verso di convincerli che in tema di pistole semiautomatiche,<br />
dalla Schoemberger-Laumann fino alle attuali<br />
soluzioni plasticose, incluse le ultime che si producono<br />
negli Emirati ma sono nate a Wiener Neustadt, sostanzialmente<br />
possono solo venire nella vecchia Europa a<br />
prendere appunti: tutti rispettiamo l’opera di Browning,<br />
ma ricordiamoci che la sua prima pistola di successo fu<br />
prodotta dalla Fabrique Nationale.<br />
La finitura della nuova <strong>P226</strong> poteva essere brunita oppure<br />
a due toni o ancora ricoperta di Ilatron, una speciale<br />
vernice teflonata.<br />
L’arma<br />
Nella versione che partecipò alle prove americane il fusto<br />
era di alluminio mentre di acciaio erano il carrello e<br />
la rampa di alimentazione integrale alla canna.<br />
Nel fusto era incluso un elemento di acciaio sul quale si<br />
<strong>Sig</strong>-<strong>Sauer</strong> <strong>P226</strong><br />
Anche il guardamano è solcato. Qui il cane è abbattuto<br />
e il grilletto è nella posizione della doppia azione<br />
Con questa posizione della leva è possibile smontare<br />
l’arma<br />
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ARMI CORTE<br />
La pistola in smontaggio da campagna<br />
muoveva la canna per realizzare l’oscillazione in senso<br />
verticale della culatta caratteristica del sistema Colt-<br />
Browning, peraltro qui portato all’ultima evoluzione<br />
con tenone di chiusura costituito da un ingrossamento<br />
prismatico della culatta che si inserisce di precisione<br />
nella finestra di espulsione. In pratica l’unica sollecitazione<br />
trasmessa direttamente all’alluminio è quella<br />
dovuta alla corsa del carrello.<br />
Visto che la precisione della pistola non dipende dallo<br />
strettissimo accoppiamento tra carrello e fusto (persino<br />
gli svizzeri, per i quali in meccanica occorre ovunque<br />
una precisione da orologiaio, se ne sono dovuti<br />
accorgere!) ma dal costante accoppiamento tra canna<br />
e carrello, per cui l’usura derivata dallo scorrimento di<br />
quest’ultimo sull’alluminio non inficia la precisione ottenibile<br />
dall’arma, dopo i primi colpi di assestamento<br />
le prestazioni ottenibili nel tiro non cambiano più.<br />
Se mai, il problema della lega leggera, con il suo peso<br />
ridotto rispetto all’acciaio, può consistere in una maggiore<br />
percezione del rinculo, almeno per tiratori che<br />
sparano moltissimo. Ma nel nostro caso non si tratta di<br />
un’arma concepita per il tiro dinamico, che nelle forme<br />
attuali era ancora di là da venire quando fu concepita<br />
la <strong>P226</strong>.<br />
Le peculiarità<br />
Un altro segno di continuità con la <strong>Sauer</strong> 38 (H) sta nel<br />
fatto che in tutti i modelli non di acciaio inossidabile il<br />
carrello è realizzato a partire da una spessa lamiera di<br />
acciaio piegata, stampata in due parti su un mandrino<br />
e successivamente saldata.<br />
L’otturatore, che contiene il percussore, è separato<br />
come nella 38 (H), lavorato ‘a cielo aperto’ con i vantaggi<br />
produttivi del caso e unito al carrello da una spina,<br />
elastica nel nostro caso.<br />
Questa soluzione non vale nel caso di realizzazione con<br />
acciaio inox, che è macchinata dal pieno di una barra.<br />
L’acciaio inossidabile non deve essere in contatto prolungato<br />
con elementi di acciaio non inox, nel nostro<br />
caso con la spina elastica di acciaio al C-Si. Se la manutenzione<br />
non fosse proprio costante si innescherebbero<br />
corrosioni, con buona pace dell’affidabilità totale<br />
che si era voluta ottenere in sede di progetto.<br />
Alcuni hanno sostenuto che la costruzione dal pieno
La parte superiore è stata sfilata verso l’avanti<br />
Il carrello separato dall’arma<br />
serva a garantire sufficiente robustezza nel caso in cui<br />
si vogliano camerare calibri vigorosi come il .40 S&W<br />
o il .357 <strong>Sig</strong>, cartuccia quest’ultima nata in laboratorio<br />
più che dalle richieste dell’utenza ed elaborata in<br />
omaggio a quelle consuetudini d’oltreoceano secondo<br />
le quali non c’è motivo di usare uno spray contro le zanzare<br />
quando sono disponibili i cannoni navali. In ogni<br />
caso, la costruzione di carrello e otturatore separati e<br />
uniti da una spina elastica è abbondantemente robusta<br />
anche per gli ultimi due calibri citati.<br />
Lo sgancio del caricatore è reversibile ed è posto sul<br />
lato sinistro del fusto, nella stessa posizione in cui lo si<br />
trova nella Colt Government.<br />
Entrambe le mire, anteriore e posteriore, sono inserite<br />
sul carrello a coda di rondine e possono essere regolate<br />
trasversalmente; il mirino può essere sostituito da un<br />
altro di altezza diversa. La tacca di mira è conformata<br />
in modo tale da presentare sempre in ombra la faccia<br />
rivolta al tiratore. In questo gli svizzeri non si smenti-<br />
La molla di recupero è a due trefoli<br />
<strong>Sig</strong>-<strong>Sauer</strong> <strong>P226</strong><br />
Le appendici sotto la canna, viste di lato<br />
scono: hanno combattuto le ultime guerre mezzo millennio<br />
fa, valutano le loro armi in poligono anziché sul<br />
campo di battaglia e costituiscono il più grande club di<br />
tiratori del mondo, per cui i sistemi di mira progettati<br />
da loro sono sempre eccellenti.<br />
Il sistema di chiusura non rappresenta semplicemente<br />
l’ultima evoluzione del sistema ideato da Browning<br />
da un punto di vista meccanico, ma anche una grande<br />
semplificazione produttiva con significativi riflessi sui<br />
costi, perché con una sola passata di broccia si realizzano<br />
sia le giuste quote della finestra di espulsione sia<br />
il sistema di vincolo tra canna e carrello che vale per la<br />
prima fase del rinculo. Quanto alla sicurezza intrinseca<br />
dell’arma, premesso che l’unica sicura efficiente è quella<br />
collocata tra le orecchie di chi la usa, se il numero degli<br />
accorgimenti adottati è indice reale della sicurezza<br />
dell’arma allora qui abbiamo una pistola decisamente<br />
sovradimensionata sotto questo aspetto in quanto i sistemi<br />
sono ben quattro.<br />
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ARMI CORTE<br />
Oltre alla sicura manuale tradizionale e alla leva di disarmo<br />
del cane, vanno aggiunte la sicura automatica al<br />
percussore e un congegno meccanico per cui il cane disarmato<br />
non va a contatto con il percussore ma resta in<br />
una sicura posizione intermedia. Tutto ciò non impedirà<br />
a un imbecille di spararsi in un piede, ma gli imbecilli<br />
non dovrebbero possedere armi da fuoco.<br />
Il Mastershop<br />
L’arma già di per sé sarebbe customizzabile pressoché<br />
a piacere, data la presenza nella parte infero-anteriore<br />
del telaio dell’ormai onnipresente slitta per gli accessori.<br />
Sul mercato americano, che essendo il più grande<br />
del mondo è quello ritenuto in maggior considerazione<br />
dai costruttori, se ne trovano di ogni genere e alcuni di<br />
essi possono persino essere di qualche utilità.<br />
Ma qui abbiamo l’intervento dei preparatori di<br />
Eckernförde, che possono allestire una pistola unica<br />
oppure intervenire, come in questo caso, in modo<br />
‘standard’.<br />
Si vede la sicura automatica al percussore<br />
Sotto la culatta c’è un vasto invito per l’alimentazione<br />
Questa è stata ottenuta<br />
a due mani, senza appoggio,<br />
a 25 metri con cartucce<br />
Geco<br />
E mai come in questo caso la definizione di standard<br />
applicata a un’arma di altissimo livello mostra tutta la<br />
sua inadeguatezza. Semplicemente, si tratta di una serie<br />
di interventi che generano un preciso modello: questa<br />
<strong>Equos</strong>. Interventi che all’esterno si identificano per<br />
la finitura bicolore e le guancette di noce di qualità con<br />
il logo dell’azienda, ma che contano soprattutto per ciò<br />
che non si vede. Ma si sente, eccome: basta provare lo<br />
scatto per rendersene conto.<br />
E, benché le <strong>Sig</strong>-<strong>Sauer</strong> siano tradizionalmente armi precise,<br />
se non bastasse la rosata di fabbrica consegnata<br />
insieme all’arma, le due rosate ottenute con due diverse<br />
munizioni nel balipedio di <strong>Bignami</strong> parlano da sole.<br />
A dimostrazione che non occorre che un intervento sia<br />
clamorosamente visibile perché sia efficace. Ciò che occorre<br />
è che chi interviene sia capace, come sicuramente<br />
è per gli armaioli del Mastershop.<br />
Scheda tecnica<br />
Una rosata a 12 metri<br />
con cartucce RWS, sempre<br />
a due mani e senza<br />
appoggio<br />
Costruttore: <strong>Sig</strong>-<strong>Sauer</strong><br />
Distributore: <strong>Bignami</strong>, via Lahn 1, 39040 Ora (BZ); telefono<br />
0471.803000; www.bignami.it<br />
Modello: <strong>P226</strong> <strong>Custom</strong> <strong>Equos</strong><br />
Tipo: pistola semiautomatica<br />
Calibro: 9x21 mm<br />
Chiusura: geometrica<br />
Funzionamento: semiautomatico a corto rinculo sistema Colt-<br />
Browning<br />
Azione: mista<br />
Alimentazione: serbatoio caricatore da 15 colpi<br />
Prezzo: 1.960,00 euro (al pubblico, suggerito)