Zadankai 01 ottobre - gruppo promontorio
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TRATTO DA BUDDISMO E SOCIETÀ N°129! <strong>01</strong> OTTOBRE 2009<br />
Lavoro con gli altri come vorrei che gli altri<br />
lavorassero con me?<br />
Amo come vorrei essere amata?<br />
Sono l'amica che vorrei?<br />
Per avere un amore bello, ad esempio, potrei<br />
curare con grande attenzione anche tutti gli altri<br />
tipi di relazioni e non soltanto quello. Il mio<br />
comportamento in ogni tipo di relazione, anche la<br />
più occasionale, dovrebbe avere la stessa qualità.<br />
Certamente cambierà l'intensità a seconda della<br />
profondità della relazione, ma è della stessa pasta<br />
che sono fatte le amicizie, gli amori e tutte le altre<br />
possibili relazioni.<br />
La pasta di cui sono fatte è l'umanità.<br />
È "umana" una situazione, una persona che<br />
rivela qualcosa di imprevisto; calore, sensibilità. È<br />
umano chi non si tira via, chi non chiama in<br />
soccorso schemi, astrazioni o regole. Erano<br />
profondamente umani quelli e quelle che in tempi<br />
di abominio si spendevano per salvare altre vite<br />
dall'orrore delle leggi degli stati. Erano umani<br />
quelli che in tempi di schiavitù trattavano i neri da<br />
simili. Sono umani quelli che si commuovono. O<br />
stanno dritti mentre tanti si piegano. Perché<br />
l'umanità ha qualcosa di speciale. Rompe la<br />
struttura rigida, passa dal tetto, apre una crepa e da<br />
lì entra il sole.<br />
È materia viva l'umanità: qualcosa che sembra<br />
invisibile e invece c'è. E te ne accorgi se c'è. Perché<br />
l'umanità non è qualcosa che si spende da soli. È la<br />
riga che unisce, è un filo. E io ne ho un capo in<br />
mano. Dunque non c'è relazione che mi veda mai<br />
impotente, perché se tiro il mio capo del filo<br />
muovo, inevitabilmente, anche l'altro capo. E<br />
recitando Daimoku sinceramente quel filo può<br />
brillare, magari trasformarsi da latta in oro.<br />
Dicono che stiamo vivendo un momento in cui<br />
l'umanità è diventata merce rara. Tanto che ce la si<br />
scambia solo tra simili. Come avviene in povertà.<br />
L'unico panino che ho lo divido con mio figlio, col<br />
mio amore, con la mia famiglia. E gli altri facciano<br />
altrettanto.<br />
Mi viene in mente una favola.<br />
Una persona chiede a un buddista cosa sia<br />
l'inferno. E lui lo porta a vederlo, l'inferno. È<br />
dentro una sala larga e luminosa, riccamente<br />
imbandita di ogni prelibatezza: file di tavoli con<br />
tovaglie splendide e splendide posate preziose e<br />
cascate di frutta e composizioni di cibi<br />
straordinari. Ma le persone che sono lì sono tutte<br />
tristi e disperate perché hanno, alle estremità delle<br />
braccia, delle bacchette lunghe quanto le braccia<br />
che impediscono loro di portare il cibo alla bocca e<br />
dunque di poter godere di tutta quella<br />
magnificenza. Avere tutto a portata di mano e non<br />
saperlo cogliere è l'"inferno".<br />
E il paradiso buddista? Quello com'è fatto?<br />
Ti ci porto, dice il primo, e i due vanno dentro<br />
una sala larga e luminosa uguale in tutto e per tutto<br />
a quella dell'inferno. Stesse file di tavoli imbanditi,<br />
stesse prelibatezze. Ma lì sono tutti felici, anche se<br />
anche loro hanno le bacchette lunghe attaccate alle<br />
braccia che gli impediscono di arrivare ai cibi e<br />
portarseli alla bocca. Sono felici perché si<br />
imboccano a vicenda.<br />
Eccola: l'umanità.<br />
Il prossimo Zadandai si terrà giovedì 15 <strong>ottobre</strong> a casa di Melo<br />
GRUPPO PROMONTORIO! PAGINA 2