13.06.2013 Views

Matteo Magri - Comune di Arcene

Matteo Magri - Comune di Arcene

Matteo Magri - Comune di Arcene

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

“Sì ma me ne vado”, aveva <strong>di</strong>chiarato entrando in casa, scansandoti, e <strong>di</strong>rigendosi verso la camera da letto.<br />

“Che vuol <strong>di</strong>re che te ne vai?”, avevi detto con un filo <strong>di</strong> voce, inseguendola.<br />

Lei aveva aperto le due ante dell’arma<strong>di</strong>o, preso la valigia rossa buttandola aperta sul letto. Il vostro letto.<br />

“Ma che stai facendo, ora?”, le avevi chiesto mentre la osservavi buttare a casaccio i vestiti invernali nella<br />

valigia.<br />

“Quello che ti ho detto, me ne sto andando - poi aveva alzato gli occhi, incrociando il tuo sguardo - sono<br />

stanca <strong>di</strong> noi e <strong>di</strong> te, pensavo fosse <strong>di</strong>verso. E’ anche colpa mia ma non è funzionato”.<br />

“Ma che cazzo <strong>di</strong>ci - il battito del tuo cuore si era fatto più incalzante - vuoi buttare via tutti questi anni <strong>di</strong><br />

matrimonio per una scappatella?”.<br />

“Assolutamente no, voglio buttarli via, come <strong>di</strong>ci tu, perché non sono più innamorata. L’uomo che hai quasi<br />

ucciso quel giorno non centra nulla, mi ha ad<strong>di</strong>rittura lasciata”, ti aveva risposto urlando e chiudendo la<br />

valigia mezza vuota.<br />

“Ancora con questa storia! Cazzo! Sono io tuo marito! Che cazzo vuol <strong>di</strong>re che ti hai lasciata?”<br />

“Sono innamorata <strong>di</strong> lui”.<br />

Rimani immobile a sentire quella frase che ti rimbalza nel cervello cose fosse una biglia impazzita in un<br />

flipper impazzito. Rimane immobile mentre lei ti passa ad un centimetro per uscire dalla stanza da letto.<br />

“Me ne vado. E’ finita”. Sono le 18.31 del 5 gennaio 2003 tu sei morto.<br />

CAPITOLO DICIANNOVESIMO, BUENOS AIRES 21 FEBBRAIO 2010, ORE 18.29<br />

Il sangue è ghiacciato. “Non è possibile”. Ritrai il viso dal fucile ti rimetti al mirino. La donna in pie<strong>di</strong> e che<br />

parla animatamente con il tuo obiettivo è Lei. Hai ancora qualche dubbio e aumenti lo zoom facendo<br />

entrare l’intero suo viso nel mirino. E’ lei. E’ la tua ex moglie. Il sangue continua a non scorrere nelle vene.<br />

Hai mille pensieri in testa perché è da anni che non la ve<strong>di</strong>, da quando lei ha chiuso la porta del vostro<br />

appartamento in quel lontano 5 gennaio. Sei confuso ma incominci a riprendere luci<strong>di</strong>tà e capisci un paio <strong>di</strong><br />

cose che non ti avevano convinto nel rapporto <strong>di</strong> Carlos. Era accennato qualcosa riguardo la vita sociale<br />

dell’obiettivo: sposato da cinque anni con due figli ma niente <strong>di</strong> più. Il <strong>di</strong> più lo hai scoperto adesso. E’<br />

probabile che Carlos non abbia ritenuto importante darti l’identità della moglie anche perché la sua<br />

presenza non era prevista: infatti non l’avevi notata durante la ricognizione dei giorni precedenti. La<br />

famiglia abitava in una tenuta in campagna nei <strong>di</strong>ntorni <strong>di</strong> Bahia Blanca. Sei sorpreso ma non ne hai motivi.<br />

Dopo quel gennaio non hai più avuto nemmeno la forza <strong>di</strong> cercarla, la sua decisione ti aveva mandato al<br />

tappeto e avevi pensato, violentandoti, che ricercarla, scoprire che faceva, tormentarla non te l’avrebbe più<br />

ridata. Semplicemente avevi lasciato perdere. Avevi lasciato perdere pure a vivere ricominciando a farlo<br />

solamente quando ti muovevi per andare ad uccidere. Pensi che lo shock poteva essere peggiore ma già ti<br />

risenti nuovamente te stesso: il tempo e quello che avevi subìto erano stati una me<strong>di</strong>cina valida. Ora sei<br />

curioso e segui attentamente la scena. Sembra che stiano litigando ma dopo pochi secon<strong>di</strong> a Lei torna il<br />

sorriso e lo stringe in un tenero abbraccio. Ora sono nuovamente l’uno <strong>di</strong> fronte all’altro e lui gli tiene le<br />

mani. Sorri<strong>di</strong> ripensando a quanto ti aveva urlato il giorno in cui avevi spaccato il naso all’amante <strong>di</strong> Roma:

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!