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Famiglia_Felice_2009_4 - Gruppo Roma 65

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Care coccinelle, questa che leggerete<br />

adesso, è la leggenda che narra la<br />

storia di una piccola creatura che<br />

cresce nei pascoli, nei prati e nei boschi<br />

montani dell’Europa. Sembra che<br />

questo sia un racconto che gli abitanti<br />

del nostro continente narravano ai<br />

propri figli e che questi, una volta cresciuti,<br />

raccontavano ai propri figli…<br />

Come stavano le cose prima della<br />

distribuzione dei colori?<br />

Possibile che tutto il mondo fosse<br />

grigio, che le persone non avessero<br />

nessun colore? Non si sa. In ogni caso,<br />

un giorno, il Grande Maestro di Tutte<br />

le Cose distribuì i colori: al papavero<br />

il rosso scarlatto, alla rosa canina un<br />

delicato rosa, alla campanula l’azzurro,<br />

lo stesso azzurro che aveva dato al cielo…<br />

E poi c’erano i più eleganti, che<br />

prendevano un po’ di questo e un po’ di<br />

quello, soprattutto gli uccelli: il martin<br />

pescatore, l’upupa, il fringuello e anche<br />

la gazza, che indossò tutta fiera il suo<br />

magnifico abito tipo frac, di un bianco<br />

candido e di nero bluastro, elegantissimo!<br />

Così terminò la distribuzione dei<br />

colori, e tutto assunse l’aspetto che noi<br />

vediamo oggi.<br />

Ma qualcuno non si era presentato alla<br />

distribuzione. La neve, per esempio.<br />

Era forse pigra? O si era addormentata<br />

in un angolo? Oppure, per eccessiva<br />

modestia, non si era messa in fila? Va’<br />

a sapere! Comunque, quando arrivò<br />

alla distribuzione, i colori erano finiti,<br />

30<br />

La neve e il bucaneve<br />

non c’è n’era nemmeno uno disponibile!<br />

Com’era infelice, la neve, tutta sola<br />

senza colore! Piangeva i fiocchi del suo<br />

corpo.<br />

A quel punto la neve andò a cercare i<br />

suoi amici. Non riuscì però a raggiungere<br />

gli uccelli, che svolazzavano velocemente<br />

in tutti i sensi, come dei matti!<br />

Allora si avvicinò alla rosa canina. Le<br />

sarebbe piaciuto pavoneggiarsi al sole<br />

con il suo grande abito di mussola rosa<br />

(la mussola è un tessuto leggerissimo e<br />

morbido), ma la rosa non volle dividere<br />

con lei il suo colore.<br />

La neve andò quindi dal nontiscordardimé:<br />

con quel colore sarebbe<br />

diventata una bella neve azzurra! Il<br />

nontiscordardimé, però, tanto piccolo<br />

quanto fiero, rifiutò di darle un po’ del<br />

suo colore.<br />

La povera neve, sempre più triste,<br />

provò a rivolgersi al dente di leone, al<br />

bottone d’oro, alla fiera giunchiglia…

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