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SABATO 7 FEBBRAIO 2009 INFANTICIDIO L ... - Marco Cannavicci

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<strong>SABATO</strong> 7 <strong>FEBBRAIO</strong> <strong>2009</strong><br />

<strong>INFANTICIDIO</strong><br />

L’atto di uccidere una persona prende il nome di OMICIDIO<br />

Il CODICE PENALE inserisce l’omicidio nei delitti contro la PERSONA<br />

(contro la vita e l’incolumità individuale)<br />

Art. 575 CP<br />

“chiunque cagiona la morte di un uomo<br />

è punito con la reclusione non inferiore ad anni 21”<br />

Se questa persona è un NEONATO il crimine prende il nome di infanticidio<br />

IL CODICE PENALE DIFFERENZIA<br />

L’<strong>INFANTICIDIO</strong> DALL’OMICIDIO<br />

E’ previsto e punito dal codice penale<br />

(riformato come figura criminis dalla legge 442 del 1981)<br />

Art. 578 CP<br />

“la madre che cagiona la morte del proprio neonato immediatamente<br />

dopo il parto, o del feto durante il parto, quando il fatto è determinato da<br />

condizioni di abbandono morale e materiale,<br />

connesse al parto, è punita con la reclusione da 4 a 12 anni”


il codice attuale ingloba in una sola figura giuridica<br />

sia il neonaticidio che il feticidio<br />

Il codice Zanardelli (1890) prevedeva una pena da 3 a 10 anni<br />

Ed anche il codice Rocco (1930) confermò la pena da 3 a 10 anni<br />

parlando di causa honoris<br />

PERCHE’ 4-12 ANNI<br />

ANZICHE’ 21?<br />

COSA RICONOSCE IL CP ALLA DONNA?<br />

“A coloro che concorrono nel fatto si applica la reclusione<br />

non inferiore ad anni 21. Tuttavia se hanno agito<br />

al solo scopo di favorire la madre, la pena può essere<br />

diminuita da un terzo a due terzi”<br />

Per l’infanticidio il procedimento è d’ufficio<br />

L’arresto per la madre è facoltativo<br />

Per chi concorre l’arresto è obbligatorio<br />

Applicandogli anche altri reati<br />

quali l’abbandono di minori o incapaci (591) o aggravanti<br />

quali la soppressione o sottrazione di cadavere (411) o<br />

l’occultamento di cadavere (412)


L’infanticidio nella storia<br />

Fin dalle società arcaiche è un mezzo per il controllo delle nascite<br />

(a tale scopo ancora molto diffuso in Cina ed India)<br />

Mezzo per eliminare bambini malformati o malati<br />

(Sparta, antica Roma)<br />

Abbandono in luogo pubblico<br />

“esposizione”<br />

Lasciato in balia del destino<br />

(Edipo, Mosè, Romolo e Remo)<br />

Solo con il “battesimo” il neonato<br />

ha ottenuto un riconoscimento giuridico<br />

Nome = persona giuridica<br />

Solo da qualche secolo circa è considerato un crimine<br />

Tuttavia gode di una<br />

“benevola comprensione”<br />

per cui pene lievi o non condanna


Con la contraccezione e la legalizzazione dell’aborto (l. 194/78)<br />

il numero annuo di casi si è molto ridotto<br />

negli anni ’50 e ‘60 l’incidenza era di circa 80 casi all’anno<br />

Statisticamente l’incidenza attuale è di circa 20 casi all’anno<br />

Prevale in contesti socio-culturali bassi<br />

in donne di età compresa in prevalenza tra i 18 ed i 22 anni<br />

con livelli culturali bassi, introverse e poco comunicative<br />

negli ultimi anni prevalgono giovani donne straniere, clandestine<br />

Secondo alcuni autori il sommerso sarebbe circa del 50%<br />

(fenomeno reale)


Gravidanza non desiderata<br />

Se la gravidanza è desiderata inizia il SOGNO<br />

ed il bambino inizia ad esistere nella mente della donna<br />

Se non lo è, e c’è un contesto relazionale particolare<br />

nella mente della donna si concretizza il PROBLEMA<br />

Ed inizia l’INCUBO<br />

Nella mente della donna prevale<br />

la minaccia delle reazioni<br />

delle punizioni, di una terza persona<br />

padre, compagno, datore di lavoro, colui che la sfrutta, …<br />

Il crimine serve a prevenire le reazioni di questa terza persona<br />

-“cosa penserà … ?”<br />

-“cosa succederà se …?”<br />

L’ECCESSIVA PAURA DELLE CONSEGUENZE<br />

CONDUCE ALLA NEGAZIONE DELLA REALTA’<br />

Per cui:<br />

Non ci penso, non esiste, si nega l’evidenza<br />

Non parlare<br />

significa lasciare tranquillo l’inconscio


accade tutte le volte che IL PESO DELLA REALTA’da affrontare<br />

SUPERA<br />

le risorse psicologiche della mente<br />

E’ facile il silenzio, la solitudine, poiché si tratta<br />

di famiglie o contesti relazionali<br />

dove comunque non si parla<br />

L’<strong>INFANTICIDIO</strong> NON VIENE COMMESSO<br />

DA DONNE SOLE O SENZA UN COMPAGNO<br />

A chi avrebbero dovuto nascondere?<br />

In una gravidanza non voluta<br />

Una donna sola prende coscienza del problema<br />

E riesce a pensare a soluzioni razionali<br />

Come l’IVG<br />

(la legge 194/78 le concede l’aborto fino al 90 giorno di gestazione)<br />

Per abortire bisogna essere incinte<br />

Ciò che conduce all’infanticidio è<br />

l’assenza di consapevolezza dell’essere incinte<br />

e l’atteggiamento PASSIVO verso l’inevitabile epilogo


Dinamiche psicologiche<br />

Nella madre al concepimento biologico ed alla DIAGNOSI<br />

non segue una consapevolezza psichica della gravidanza<br />

spesso non c’è nemmeno una diagnosi medica<br />

c’è la mancanza del flusso mestruale<br />

a cui la donna non collega lo stato di gravidanza<br />

(come spesso accade per i sintomi oncologici)<br />

la diagnosi o la temuta diagnosi<br />

viene rimossa nel silenzio e posta fuori dalla mente<br />

non c’è consapevolezza di ciò che sta accadendo<br />

del feto, del bambino, delle modificazioni della gravidanza<br />

Al bambino nella mente si sovrappone<br />

il problema<br />

una colpa, per aver trasgredito una proibizione<br />

che deve essere<br />

nascosta, negata, ed alla fine uccisa<br />

la donna si sente colpevole e la colpa chiede il tacere<br />

chiede il silenzio


Situazione relazionale della donna<br />

Frattura relazionale con l’ambiente, che non si occupa di lei<br />

Incapacità a verbalizzare ciò che sta accadendo<br />

Senso di colpa, ambivalenza, per il figlio rifiutato<br />

Dopo l’infanticidio<br />

la madre riesce a parlare di ciò che è avvenuto<br />

solo dopo molto tempo<br />

per diverso tempo non riesce a parlare<br />

COME SE NON SAPESSE CIO’ CHE E’ ACCADUTO<br />

(accade ad 1/3 delle madri che uccidono)<br />

Di fronte all’evidenza dei fatti<br />

alla fine si sente responsabile<br />

ma non colpevole<br />

per il senso di ineluttabilità della vicenda


L’infanticidio è un crimine situazionale<br />

Dipende dal tipo di dinamiche relazionali della donna<br />

L’infanticidio viene attuato al momento della nascita<br />

In genere per omissione<br />

Il neonato muore da solo, nascosto<br />

L’atto non viene pensato prima<br />

Non c’è premeditazione<br />

La donna inizia a stare male, va in bagno<br />

lascia cadere il feto nel water<br />

Oppure lo raccoglie e lo nasconde<br />

insieme con il cordone ombelicale e la placenta<br />

Lasciandolo morire<br />

L’attenzione viene richiamata dal suo star male<br />

Spesso ha una emorragia<br />

Oppure si ritrova il feto o il neonato morto<br />

E si cerca la madre


Per la donna<br />

non c’è la consapevolezza<br />

che gli ATTI o le OMISSIONI<br />

che compie possano uccidere<br />

Non c’è il “riconoscimento” del neonato<br />

La donna si separa da qualcosa di sé<br />

che il quel momento è il problema<br />

Non il neonato<br />

Conclusioni<br />

L’<strong>INFANTICIDIO</strong><br />

E’ UN OMICIDIO QUINDI LE CUI CARATTERISTICHE<br />

ED IL CONTESTO IN CUI ACCADE<br />

HANNO INDOTTO OGNI LEGISLATORE, GIUDICE O GIURIA<br />

AD UNA DIVERSA CONSIDERAZIONE DEI FATTI<br />

DIFFERENZIANDOLO DALL’OMICIDIO<br />

ED ESPRIMENDO UNA<br />

“BENEVOLA COMPRENSIONE” DELLA DONNA<br />

RITENENDOLA COMUNQUE RESPONSABILE E COLPEVOLE<br />

MA ANCHE LEI VITTIMA<br />

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