Aprile - Circo

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6 Oggi sopravvive quale unico circo stabile il Krone-Bau di Monaco, posto a ridosso del centro e di fronte alla celebre fabbrica della birra Spaten. Anche quest’edificio ha conosciuto i disastri della guerra ma è rinato grazie alla tenacia della dinastie Krone, come già illustrato in diverse occasioni su queste stesse pagine, e festeggia nella stagione invernale in corso i suoi novant’anni di attività. E’ singolare rilevare come – nel panorama sin qui sommariamente descritto – non si sia usi considerare il capoluogo della ricca regione tedesca come una delle capitali del circo. In effetti così dovrebbe essere perché il Krone-Bau è in grado di offrire – praticamente unico nel suo genere – tre differenti programmazioni di circo classico di alto livello nel corso di soli tre mesi. Una tradizione assolutamente peculiare è quella che vuole che allo stabile di Monaco i tre spettacoli invernali si succedano senza soluzione di continuità ovvero che la sera del 31 gennaio si tenga invariabilmente l’ultima rappresentazione del primo programma mentre il matinée del successivo primo febbraio vede già in cartellone quello nuovo. Identica situazione per il cambio di programmazione tra febbraio e marzo. Nelle poche ore che separano i due Martin Lacey Jr. spettacoli si susseguono il frenetico smontaggio notturno dei vecchi attrezzi e strutture sostituiti da quelli nuovi e una vera e propria prova generale mattutina che precede il primo nuovo show ufficiale. Una prova di efficienza che costituisce un’altra perla nell’ampia collezione di casa Krone. Parlavamo di alto livello degli spettacoli proposti ad una clientela ormai fidelizzata: a Monaco il pubblico sa cosa aspettarsi, conosce lo standard della “casa” e molto spesso torna a vedere i tre diversi spettacoli. Ci diceva Jana Mandana, che dopo aver sostituito in pista Christel Sembach-Krone sta assumendo sempre più un ruolo di responsabilità nella conduzione del complesso, che molti spettatori si sentono come a casa propria tra le pareti del Krone-Bau, familiarizzano con gli artisti, s’informano sugli animali, insomma sono realmente coinvolti da quella che risulta essere una vera e propria istituzione cittadina. Della qualità degli artisti ingaggiati parla, ad esempio, il numero dei partecipanti e/o premiati al Festival di Monte Carlo che passano sulla pista dello stabile bavarese. Nei soli tre spettacoli dell’inverno 2008/2009 si possono contare un Clown d’Oro, cinque d’Argento, uno di Bronzo e quattro partecipanti delle edizioni degli ultimi anni: davvero
La troupe di funamboli Tsivov uno score di tutto rispetto! Senza voler analizzare i tre diversi programmi segnaliamo da quello di dicembre-gennaio la jonglerie di gruppo dei Teslenko, le evoluzioni coi lazos dei cinesi Fu Zhou, l’interessante troupe di “volanti” russi White Birds – una sorta di nuova versione dei Borzovi, le sempre più mature Azzario Sisters col loro mano a mano – uno dei più recenti prodotti dell’Accademia di Verona; l’energetica entrata dell’acqua del trio José-Mitchels e la sorprendente performance alle cinghie della giovane Veronika Teslenko – giovane sorella dei giocolieri. Tra gli artisti passati sulla pista del Bau a febbraio ricordiamo i Clown d’Oro e d’Argento 2009 della troupe nordcoreana Moranbong alle sbarre in combinazione con l’altalena russa e al trapezio volante, l’applauditissimo Kostantin Mouraviev e il tredicenne talento tedesco Thomas Janke – noto agli spettatori del Festival di Latina per i suoi virtuosismi di giocoliere. Nel programma di marzo – senz’altro il più equilibrato e ricco di qualità – emergono lo straordinario dressage dei leoni marini di Roland e Petra Duss (un numero che non finisce mai di stupire per i margini di miglioramento), la troupe della Mongolia interna Hohhot al monociclo alto, l’eccellente routine equestre in liberà di Jana Mandana, le ineguagliate evoluzioni al filo alto dei funamboli Tsivov oltre ai pattinatori di casa nostra della famiglia Monni e allo charme di Willer Nicolodi. Prima di chiudere ci piace sottolineare l’efficacia e la presa verso l’audience di Martin Lacey jr. nella sua presentazione del training di quattro giovani leonesse nonché il grande lavoro di James Puydebois e Jana Mandana che riescono a presentare in ogni programma una diversa routine con i pachidermi asiatici e africani di casa. Di fronte a tanto “buon circo” che dura da così tanto tempo non resta che togliersi il cappello e augurarsi che la proverbiale tenacia di Christel Sembach-Krone non conosca pause e continui a venire premiata. 7
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