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numero precedente - Continentali da ferma

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www.continentali<strong>da</strong><strong>ferma</strong>.it (Pagina 1 di 1)<br />

editoriale<br />

di cesare bonasegale<br />

La bufera istituzionale che la Repubblica italiana sta attraversando induce<br />

riflessioni sul necessario cambiamento anche in cinofilia.<br />

Il <strong>numero</strong> 72 di <strong>Continentali</strong> <strong>da</strong> <strong>ferma</strong>, <strong>da</strong>tato<br />

maggio 2013 che va in on<strong>da</strong> questo mese,<br />

vuol dire sei anni di vita del giornale, che<br />

aggiunti agli altri sei anni di Bracco italiano<br />

Web (nel periodo 2000/2006) fanno dodici<br />

anni di cinofila on-line, cioè un sacco di<br />

tempo.<br />

Ma se guardo questo lungo periodo, in<br />

cinofilia ben poco è cambiato.<br />

Ed è naturale sia così: perché gli uomini del<br />

2000 sono suppergiù ancora gli stessi di<br />

oggi.<br />

Eppure anche in cinofilia – così come nella<br />

società civile – c’è bisogno di cambiamento,<br />

di evoluzione, di nuove risposte a problemi<br />

ormai cronici; credere di poter addormentare<br />

la realtà, porta sempre ed inevitabilmente ad<br />

un doloroso risveglio.<br />

E l’esperienza recentemente vissuta <strong>da</strong>lla<br />

nostra disgraziatissima Repubblica lo<br />

con<strong>ferma</strong>: o abbiamo la forza di cambiare, o<br />

prima o poi l’immobilismo diventa la nostra<br />

con<strong>da</strong>nna ed il cambiamento ci travolge.<br />

Ma le cose non cambiano perché gli uomini<br />

non cambiano.<br />

E a loro volta gli uomini non cambiano<br />

perché il sistema elettorale non cambia …ed<br />

è vero sia per la politica che per la cinofilia.<br />

I parlamentari non vengono scelti <strong>da</strong>l<br />

popolo, ma <strong>da</strong>i politici in virtù di un sistema<br />

elettorale che è una “porcata”.<br />

Idem può dirsi per i Consiglieri dell’ENCI<br />

che non vengono scelti fra coloro che<br />

consideriamo i più meritevoli, ma fra i nomi<br />

inseriti in liste confezionate <strong>da</strong>i “soliti noti”<br />

e poi votati mediante il traffico delle deleghe<br />

N° 72 - Maggio 2013<br />

e nell’ottica clientelare dei Soci Collettivi.<br />

Ma ben difficilmente i fautori del cambiamento<br />

saranno proprio coloro che hanno beneficato<br />

dell’antidemocratico sistema elettorale: una<br />

volta ancora vale l’esempio della politica in<br />

cui i nostri parlamentari per anni han fatto<br />

finta di volere cambiare il “porcellum”…ma<br />

hanno lasciato tutto com’era.<br />

E <strong>da</strong>i Consiglieri dell’ENCI possiamo<br />

aspettarci di meglio?<br />

Si faccia quindi appello al comune buonsenso<br />

ed alla buona volontà e si deleghi ad una<br />

“commissione esterna” l’incarico di mettere a<br />

punto un sistema elettorale veramente<br />

democratico che imprima la svolta di<br />

rinnovamento di cui abbiamo bisogno.<br />

E per ottenere un risultato del genere, anche<br />

in cinofilia si deve far ricorso ad un intervento<br />

del Presidente (dell’ENCI) che fissi alcuni<br />

(pochi) e ben chiari obbiettivi fon<strong>da</strong>mentali ed<br />

attinga le necessarie risorse tecniche <strong>da</strong> fonti<br />

esterne di sua fiducia (leggi comitato dei<br />

saggi) e quindi utilizzi il suo prestigio e le sue<br />

personali leve di potere per imporre le<br />

innovazioni così identificate ai riluttanti<br />

componenti del Direttivo.<br />

Un sogno?<br />

Forse … ma gli ideali di domani son sempre i<br />

sogni di oggi.<br />

Io comunque sono ottimista.<br />

Del resto sino a ieri “il cane nel sociale”<br />

sembrava un’utopia…ed invece è oggi una<br />

promettente stra<strong>da</strong> che l’ENCI ha imboccato.<br />

Avanti così allora, avanti con l’entusiasmo e<br />

l’aiuto dei cinofili di buona volontà.


www.continentali<strong>da</strong><strong>ferma</strong>.it<br />

www.giornaledellabeccaccia.it<br />

Club Club della della Beccaccia<br />

Beccaccia<br />

(Pagina 1 di 1)<br />

N° 72 - Maggio 2013<br />

LA BECCACCIA, LA CACCIA ED IL DISTURBO<br />

di Silvio Spanò<br />

Uno studio per rilevare l’effetto sui comportamenti della beccaccia causato <strong>da</strong>l disturbo che noi provochiamo.<br />

Il problema del disturbo antropico –<br />

ed in particolare prodotto <strong>da</strong>lla caccia<br />

– sulla fauna selvatica (e specificamente<br />

sulla beccaccia) viene sovente<br />

citato tra le cause della cattiva<br />

gestione ed in genere della diminuzione<br />

delle presenze locali.<br />

È noto che, insieme alla modifica degli<br />

habitat, il ripetuto disturbo degli uccelli<br />

che frequentano determinate aree<br />

alla lunga possono modificarne le<br />

abitudini, in definitiva obbligandoli a<br />

cambiar zona.<br />

Una delle raccoman<strong>da</strong>zioni più frequenti<br />

punta a minimizzare il disturbo,<br />

soprattutto all’arrivo dei contingenti<br />

migratori potenzialmente svernanti,<br />

quale invito alla sosta prolungata<br />

e pertanto ad un’estensione nel<br />

tempo della possibilità di usufruirne<br />

venatoriamente più a lungo.<br />

Il Réseau Bécasse dell’Office Nazionale<br />

de la Chasse et de la Faune Sauvage<br />

(F), sempre sensibile e assai<br />

attivo nella ricerca applicata, recentemente<br />

ha pubblicato uno studio<br />

proprio sulle “Risposte della Beccaccia<br />

ad un disturbo simulato” (Ferrand<br />

et al, 2013, Wildl.Biol. n.19) relativo<br />

alle Beccacce svernati in Bretagna.<br />

Tra il 2003 e il 2005 sono state<br />

radioequipaggiate 54 beccacce per<br />

trarre informazioni, in condizioni sperimentali<br />

controllate, sull’allontanamento<br />

<strong>da</strong> disturbo, sul suo impatto<br />

nella dinamica ed nell’eventuale cambiamento<br />

comportamentale. Sono<br />

state suddivise in tre gruppi: uno che<br />

simulava il disturbo sperimentale <strong>da</strong><br />

caccia, uno cacciato regolarmente ed<br />

uno di controllo (senza disturbo).<br />

Sono state trovate risposte significa-<br />

tive tra i gruppi solo per quanto riguar<strong>da</strong>va<br />

l’uso dello spazio, nonché<br />

la tendenza a lasciar prima i siti di<br />

sverno. Il disturbo indotto sperimentalmente<br />

è costituito nell’indurre in<br />

volo nella rimessa diurna ogni uccello<br />

radiomarcato. Gi uccelli della zona<br />

cacciata sono ovviamente esposti ad<br />

un disturbo variabile con i ritmi dell’attività<br />

venatoria; ne consegue che<br />

il gruppo a disturbo sperimentale<br />

doveva essere omogeneo: pertanto<br />

queste beccacce (reperibili <strong>da</strong>i segnali<br />

radio) venivano frullate ogni<br />

giorno per 5 giorni/settimana (in gennaio<br />

e febbraio) tra le ore 9 e le 17<br />

(ossia nei tempi tipici dell’attività<br />

venatoria). Tutti i <strong>da</strong>ti stono stati elaborati<br />

statisticamente.<br />

L’effetto disturbo in condizioni sperimentali,<br />

e pertanto a tappeto (ma<br />

senza cani né sparo) ha causato un<br />

notevole ampliamento dell’uso diurno<br />

dello spazio. Lo stesso non è stato<br />

rilevato per le aree cacciate, ove<br />

non tutte le beccacce vengono trovate<br />

<strong>da</strong>l cane, né fatte involare (anzi<br />

alcune sono ritrovate più volte, altre<br />

nemmeno una volta).<br />

Sorprendentemente tutte le beccacce<br />

sottoposte a questo “trattamento<br />

intensivo”, sono tornate sempre la<br />

sera alle stesse praterie di pastura<br />

notturna, anche se erano state costrette<br />

ad allontanarsi di qualche chilometro,<br />

a con<strong>ferma</strong> della nota fedeltà,<br />

ma anche alla preferenza di disporre<br />

di un sito noto ove procurarsi<br />

la nutrizione notturna, ricca fonte<br />

energetica per l’alta densità concentrata<br />

di lombrichi che ivi hanno trovato<br />

e su cui possono continuare “a<br />

contare”, a fronte del disturbo diur-<br />

no (consumo energetico accresciuto)<br />

e alla possibile diminuzione dell’approvvigionamento<br />

durante il giorno.<br />

D’altra parte è stata anche<br />

evidenziata una variabilità individuale<br />

della risposta al disturbo: alcuni<br />

soggetti (4) hanno preferito non allontanarsi<br />

<strong>da</strong>lle loro rimesse diurne<br />

nonostante il disturbo stesso!<br />

Quanto al ritorno ai siti notturni, i<br />

“controlli” si sono comportati analogamente.<br />

Sorprendente anche che gli uccelli<br />

soggetti a caccia non sembrano cambiare<br />

il loro comportamento rispetto<br />

agli uccelli di controllo (non disturbati).<br />

In pratica solo le beccacce disturbate<br />

puntigliosamente in modo sperimentale<br />

hanno incrementato l’uso<br />

dello spazio, sottolineando come<br />

questo tipo di disturbo era ad un livello<br />

maggiore di quello “<strong>da</strong> caccia<br />

cacciata”.<br />

Quanto sopra comunque è valido per<br />

una determinata zona e con determinate<br />

condizioni climatiche favorevoli,<br />

variabili che possono cambiare,<br />

insieme al disturbo, anche in periodo<br />

migratorio (e non di solo sverno).<br />

Interessante, infine, la constatazione<br />

che l’ordine di partenza nella risalita<br />

primaverile sembrerebbe correlato<br />

con il livello di disturbo: se più elevato<br />

è il livello di disturbo, più anticipata<br />

è la partenza.<br />

In definitiva lo studio assume un significato<br />

soprattutto su scala locale,<br />

per un determinato habitat, di una<br />

determinata regione con condizioni<br />

climatiche relativamente miti.<br />

Situazioni diverse necessiteranno di<br />

specifici studi mirati.


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N° 72 - Maggio 2013<br />

(Pagina 1 di 1)<br />

L’INTELLIGENZA DELL’AGILITY<br />

La più bella novità dell’Assemblea<br />

ENCI del 6 Aprile scorso è stata la<br />

presenza in sala di una <strong>numero</strong>sa<br />

schiera di ragazzi e ragazze (suppergiù<br />

<strong>da</strong>i 12 ai 16 anni) coi loro cani in<br />

rappresentanza di alcune squadre juniores<br />

di agility. Ed a presentarli <strong>da</strong>vanti<br />

al palco del Consiglio uscente<br />

c’era la Signora Sandra Deid<strong>da</strong> che<br />

– se ho ben capito – è la selezionatrice<br />

delle varie rappresentative giovanili.<br />

Bravi, bravissimi, brava la graziosa<br />

signora Sandra …e bravi i responsabili<br />

dell’ENCI che hanno <strong>da</strong>to a quei<br />

ragazzi l’opportunità di ricevere i nostri<br />

applausi: confesso che per l’agility<br />

– soprattutto praticata <strong>da</strong>i giovani –<br />

ho sempre avuto grande simpatia sin<br />

<strong>da</strong> quando, una quindicina d’anni fa,<br />

mi occupai di questa affascinante disciplina,<br />

allora sul nascere.<br />

Ma sulle parole pronunciate in Assemblea<br />

<strong>da</strong> Sandra Deid<strong>da</strong> vorrei esprimere<br />

alcune riflessioni.<br />

Se ben ricordo, la gentile signora ha<br />

infatti detto che le prove d’agility –<br />

pur se non hanno finalità di selezione<br />

zootecnica – rappresentano un importante<br />

strumento di ricreazione sociale.<br />

E vorrei qui sof<strong>ferma</strong>rmi sulla prima<br />

parte della frase, che esprime un<br />

concetto largamente accettato in cinofilia<br />

e che mi trova in totale disaccordo.<br />

È vero che – a differenza delle prove<br />

di cinofilia venatoria istituite per riprodurre<br />

la funzione per la quale alcune<br />

razze sono state selezionate – non<br />

esiste una utilizzazione pratica di quel<br />

che eseguono i cani in una prova di<br />

di Cesare Bonasegale<br />

I meriti dell’agility come disciplina con cui selezionare<br />

cani dotati di grande facilità di apprendimento ed addestrabilità<br />

agility. Ma è altrettanto vero che per<br />

eseguire bene un percorso di agility<br />

un cane deve essere dotato di una intelligenza<br />

e di una capacità di apprendimento<br />

che lo rendono un prototipo<br />

del cane ideale, inteso come nostro<br />

compagno quotidiano.<br />

Ciò premesso, la doman<strong>da</strong> pertinente<br />

è se le qualità che distinguono i cani<br />

<strong>da</strong> agility sono geneticamente trasmissibili.<br />

E la risposta è sicuramente af<strong>ferma</strong>tiva,<br />

prova ne sia che i rappresentanti<br />

di determinate razze si af<strong>ferma</strong>no in<br />

quelle prove molto più di altre, proprio<br />

perché maggiormente dotate di facilità<br />

di apprendimento e di un ottimale<br />

livello di tempra.<br />

In altre parole, se le prove di agility<br />

venissero vissute per i loro valori di<br />

selezione zootecnica, l’attiva partecipazione<br />

<strong>da</strong> parte dei cani di tutte le<br />

razze avrebbe la funzione di selezionare<br />

soggetti dotati di qualità mentali<br />

e caratteriali superiori, con l’effetto<br />

di innalzare gradualmente nel tempo<br />

l’intelligenza media delle razze.<br />

A questo riguardo è però necessario<br />

ripetere quel che ho già espresso in<br />

altri miei scritti su cosa sia l’intelligenza<br />

del cane.<br />

Nell’accezione corrente, l’intelligenza<br />

del cane viene vissuta secondo i<br />

parametri dell’intelligenza umana, ed<br />

è un errore grossolano perché anche<br />

il più intelligente dei cani è incapace<br />

di astrazioni o deduzioni, ma apprende<br />

solo in base allo schema di provaed-errore<br />

o – se preferite – in base al<br />

rapporto di causa-ed-effetto. Più precisamente,<br />

il cane impara che alcuni<br />

comportamenti determinano conseguenze<br />

positive (gradevoli) o negative<br />

(sgradevoli). La velocità con cui il<br />

soggetto impara l’associazione fra<br />

causa ed effetto è determinata <strong>da</strong>lla<br />

facilità di apprendimento dell’individuo.<br />

Quanto più rapi<strong>da</strong>mente il cane<br />

arriva a determinare quel rapporto,<br />

tanto più lo consideriamo intelligente.<br />

Altra importante componente è il livello<br />

di tempra, ovvero la capacità di<br />

sopportare stimoli esterni negativi che<br />

spesso sono inevitabili nelle pratiche<br />

di addestramento. Il giusto equilibrio<br />

fra queste due componenti consentono<br />

al cane di apprendere di più e più<br />

velocemente. E non vi è dubbio che<br />

l’agility è la disciplina che meglio di<br />

qualunque altra mette in luce la facilità<br />

di apprendimento (e quindi l’intelligenza<br />

in senso canino).<br />

Quali sono gli schemi di trasmissione<br />

genetica di queste qualità? Sono caratteri<br />

dominanti o recessivi, o senza<br />

dominanza?<br />

Mi piacerebbe rispondere, ma dovrei<br />

dedicare all’argomento qualche decina<br />

d’anni di osservazioni e di sperimentazione,<br />

così come ho fatto per le<br />

caratteristiche comportamentali dei<br />

cani <strong>da</strong> <strong>ferma</strong>: ma con tutta la buona<br />

volontà, alla mia età me ne mancherebbe<br />

il tempo.<br />

Tutto quel che posso fare è incoraggiare<br />

i più giovani di me a perseguire<br />

questi obbiettivi, <strong>da</strong>i quali deriverebbero<br />

gli enormi benefici insiti in una<br />

popolazione canina sempre migliore,<br />

perché mediamente sempre più intelligente.


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N° 72 - Maggio 2013<br />

I SOCIAL NETWORKS<br />

di Cesare Bonasegale<br />

La frequente litigiosità dei cinofili trova nei Social Networks la palestra per diffondere<br />

malumore che avvelena il già difficile mondo delle Società Specializzate.<br />

Sono l’evento comunicazionale più<br />

significativo degli ultimi anni che assolvono<br />

funzioni sostanzialmente diverse<br />

a secon<strong>da</strong> di chi li usa.<br />

Vengono utilizzati <strong>da</strong> personaggi di<br />

grande visibilità (<strong>da</strong> capi partito come<br />

Bersani e addirittura <strong>da</strong>l Papa!) nei<br />

quali casi hanno il ruolo di una conferenza<br />

stampa; infatti le loro dichiarazioni<br />

vengono immediatamente riprese<br />

<strong>da</strong>i mass-media col vantaggio<br />

che – essendo state messe per iscritto<br />

– non possono essere travisate <strong>da</strong><br />

giornalisti faziosi. Per contro gli autori<br />

non potranno dire di essere stati<br />

fraintesi (che è la scusa sempre più<br />

frequente allorché vengono fatte dichiarazioni<br />

a sproposito).<br />

Ma i social networks sono anche il<br />

palcoscenico su cui sfila una massa<br />

di ignoti che esibiscono i loro commenti,<br />

ivi comprese frequenti corbellerie,<br />

che però qualcuno prende sul<br />

serio e che vengono contrabban<strong>da</strong>te<br />

come “opinione pubblica” (laddove<br />

sono solo espressione di una risibile<br />

minoranza che non dovrebbe avere<br />

peso alcuno). E rivestono un immeritato<br />

ruolo comunicazionale.<br />

Sempre più spesso mi giunge l’eco<br />

di dibattiti in rete – a volte con toni<br />

non proprio civili – su cavolate senza<br />

senso di gente depositaria di verità<br />

autoreferenziate e che monta indebitamente<br />

in cattedra a dispensar<br />

giudizi spesso gratuiti. E tutto ciò vien<br />

preso seriamente <strong>da</strong>lla “rete”, semplicemente<br />

perché coinvolge una<br />

schiera magari anche di una trentina<br />

di persone … che vengono quindi<br />

interpretate come una fon<strong>da</strong>ta<br />

espressione di opinione pubblica!.<br />

Possono però essere molte di più di<br />

trenta: sbircio su di un quotidiano che<br />

– a seguito di una inopportuna dichiarazione<br />

di una signora parlamentare<br />

– in poche ore ci sono state 2.300<br />

commenti, di cui il giornale riferisce i<br />

più salaci (o i più sgradevoli). Ma<br />

anche nel caso di un così alto <strong>numero</strong><br />

di interventi sul blog, gli autori non<br />

sono assolutamente rappresentativi<br />

della maggioranza dell’opinione pubblica,<br />

bensì solo di quel gruppo di<br />

persone che passano le loro giornate<br />

appiccicate ad un computer per<br />

leggere messaggi e messaggini, cinguettii<br />

e postazioni su Face Book: e<br />

mi rifiuto di credere che la maggioranza<br />

degli italiani sia così. Quindi che<br />

le risposte siano 30 o 3.000, non<br />

sono l’espressione di un universo incentrato<br />

sull’ oggetto del dibattito, ma<br />

solo di quegli strani personaggi che<br />

utilizzano la rete per mettersi in mostra.<br />

Anche la cinofilia soggiace a questo<br />

stato di cose ed infatti ogni razza ha<br />

almeno un blog per lo più rigurgitante<br />

di quelle diatribe e liti che (purtroppo)<br />

hanno spesso contraddistinto<br />

il nostro mondo. E soprattutto personaggi<br />

bocciati <strong>da</strong> esiti elettorali,<br />

imperversano vomitando il loro rancore<br />

verso gli antagonisti alle ambite<br />

cariche sociali.<br />

Ad essere sincero, conosco questo<br />

quadro solo tramite chi me lo riferisce<br />

abitualmente perché io – confesso<br />

– non ho mai messo il naso in un blog,<br />

(Pagina 1 di 1 )<br />

sia perché non ne ho il tempo, sia<br />

perché non voglio in alcun modo essere<br />

coinvolto nelle immancabili beghe<br />

che si creano fra Tizio, Cajo e<br />

Sempronio.<br />

In questa sgradevole situazione le<br />

Società Specializzate si dibattono nel<br />

tentativo di controllare il dilagare dei<br />

veleni che vengono messi on line senza<br />

farsi trascinare a prendere le difese<br />

dell’uno o dell’altro, sforzandosi<br />

di arginare in qualche modo gli insulti<br />

che vengono indirizzati alla Dirigenza<br />

della Società medesima.<br />

Come si può controllare questa sgradevolissima<br />

situazione?<br />

Sicuramente è necessaria una rigorosa<br />

gestione del blog che rigetti contenuti<br />

in alcun modo offensivi e disgreganti<br />

(quindi un gravoso incarico<br />

per una persona capace e di buona<br />

volontà). Un altro suggerimento<br />

potrebbe essere quello di trasferire<br />

sui blog temi di effettivo interesse tecnico<br />

così che i visitatori possano essere<br />

coinvolti su argomenti meritevoli<br />

della loro attenzione (anziché su pettegolezzi<br />

matrici di discordie) dichiarando<br />

apertamente sui blog medesimi<br />

l’indisponibilità della Società Specializzata<br />

a scendere all’infimo livello<br />

a cui certi personaggi vorrebbero trascinarle.<br />

Forse funzionerebbe? Non ne son<br />

certo!.<br />

Quel di cui sono invece certo è che<br />

alcuni meriterebbero di essere cacciati<br />

a calci nel sedere.<br />

Ma così facendo ci si metterebbe inevitabilmente<br />

al loro livello.


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N° 72 - Maggio 2013<br />

(Pagina 1 di 1)<br />

LA CONVERSIONE DEI METICCI<br />

Uno dei lati positivi delle elezioni consiste<br />

nella formalizzazione dei programmi<br />

del futuro Direttivo.<br />

Dopo di che però bisogna qualificare<br />

le relative priorità sulla scorta dei potenziali<br />

effetti che <strong>da</strong> tali programmi<br />

ci si può attendere.<br />

In quest’ottica – per esempio – l’intenzione<br />

di attuare programmi speciali<br />

per sostenere l’allevamento dei cani<br />

<strong>da</strong> <strong>ferma</strong> non tiene conto che su questo<br />

fronte le prospettive di un loro incremento<br />

numerico sono nulle perché<br />

i cacciatori sono in costante diminuzione.<br />

Malgrado quindi il <strong>numero</strong> dei<br />

Soci (e dei dirigenti) dell’ENCI legati<br />

alla caccia sia consistente, le iniziative<br />

a favore di questi cani difficilmente<br />

possono giustificare un’alta priorità.<br />

Probabilmente un po’ migliori sono le<br />

prospettive di incremento dei cani <strong>da</strong><br />

utilità e difesa.<br />

Il settore invece <strong>da</strong> curare maggiormente<br />

è quello dei cani <strong>da</strong> compagnia,<br />

proprio perché è questo il ruolo della<br />

stragrande maggioranza dei 7 milioni<br />

di meticci presenti nelle famiglie italiane,<br />

la conversione delle quali a favore<br />

di cani di razza può fornire un<br />

sostanziale incremento quantitativo<br />

della cinofilia italiana, attualmente relegata<br />

ad una posizione <strong>da</strong> terzo mondo<br />

nel rapporto fra cani di razza (15%)<br />

e meticci (85%). E l’importanza del<br />

risultato positivo derivante <strong>da</strong> programmi<br />

a tal fine mirati, giustifica la<br />

loro assoluta priorità.<br />

Ma per passare <strong>da</strong>lle parole ai fatti,<br />

devono essere chiare le strategie con<br />

di Cesare Bonasegale<br />

La comunicazione mirata all’educazione di base dei meticci, quale strumento<br />

per la futura conversione al cane puro.<br />

cui concretizzare simili programmi, e<br />

cioè:<br />

a) Definire i cani <strong>da</strong> compagnia, non<br />

nel senso convenzionalmente attribuito<br />

<strong>da</strong>lla cinofilia ufficiale, ma sulla<br />

base dell’effettiva utilizzazione di razze<br />

nominalmente <strong>da</strong> lavoro che però<br />

– in larga maggioranza – non sono<br />

impegnati nella loro originaria funzione,<br />

per svolgere invece quasi sempre<br />

il ruolo di “cane <strong>da</strong> casa”: ve<strong>da</strong>si per<br />

esempio i Retriever, i Beagles, i<br />

Bassotti ed altri.<br />

b)Attuare un programma di comunicazione<br />

rivolto ai proprietari dei meticci<br />

per insegnar loro “l’educazione<br />

di base”, come premessa alla loro futura<br />

conversione al cane di razza.<br />

Perché solo insegnandogli ad educare<br />

i loro meticci, si convinceranno a<br />

scegliere come loro prossimo cane un<br />

soggetto le cui attitudini comportamentali<br />

sono predeterminate <strong>da</strong>lla selezione<br />

e quindi prevedibili.<br />

c) Il programma comunicazionale di<br />

cui sopra potrà essere attuato mediante<br />

alcuni “documentari low cost” (circa<br />

5.000 Euro ca<strong>da</strong>uno) <strong>da</strong> diffondere<br />

in streaming su You Tube e Face<br />

Book, ai quali aggiungere il supporto<br />

re<strong>da</strong>zionale di mass media, così <strong>da</strong><br />

raggiungere un vasto pubblico. A ciò<br />

potrà essere affiancato un analogo<br />

programma educazionale attuato in<br />

“campi di addestramento” gestiti <strong>da</strong><br />

Gruppi cinofili.<br />

d) Tutto ciò dovrà diventare fon<strong>da</strong>mentale<br />

capitolo di attività dell’ENCI<br />

a favore del “cane-nel-sociale”, che<br />

favorisce il suo inserimento nel mo-<br />

derno contesto civile e che ne migliora<br />

le condizioni di vita grazie ad un<br />

programma di educazione di massa,<br />

al quale sinora nessuno si è mai<br />

impegnato su vasta scala (i centri di<br />

educazione cinofila sono accessibili ad<br />

un <strong>numero</strong> di cittadini che – rispetto<br />

agli otto milioni di famiglie che posseggono<br />

un cane – è assolutamente<br />

irrisorio!).<br />

e) Al fine di non essere accusati <strong>da</strong>gli<br />

animalisti di perseguire finalità commerciali<br />

a favore degli allevatori dei<br />

cani <strong>da</strong> compagnia, si deve tassativamente<br />

incentrare il programma<br />

educazionale sul “cane anonimo”, ovvero<br />

facendo ampio ricorso a protagonisti<br />

meticci, solo occasionalmente<br />

inframmezzati <strong>da</strong> qualche cane di razza.<br />

L’obbiettivo dell’ENCI deve essere<br />

quello di insegnare ad educare il<br />

cane che abbiamo in casa: la conversione<br />

avverrà come successivo fenomeno<br />

spontaneo.<br />

f) Ciò non toglie che parallelamente<br />

le razze <strong>da</strong> compagnia (nel senso definito<br />

più sopra) dovranno essere incoraggiate<br />

a partecipare ad attività<br />

che ne dimostrino l’addestrabilità e<br />

l’indole affettuosa, così <strong>da</strong> stimolarne<br />

la desiderabilità, basata su valori che<br />

vanno oltre le glorie ottenute in expo<br />

(ovvero l’unica palestra che vede attualmente<br />

impegnati gli allevatori delle<br />

razze <strong>da</strong> compagnia). Allo scopo<br />

potrebbe essere utile incentivare la<br />

selezione basata su verifiche caratteriali,<br />

comportamentali e di addestrabilità.


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N° 72 - Maggio 2013<br />

(Pagina 1 di 3)<br />

LAJATICO 12 APRILE 2013<br />

DERBY CONTINENTALI ITALIANI<br />

di Giancarlo Cioni<br />

Il Bracco italiano Tuono di Massimo Scevi vince il Derby dei <strong>Continentali</strong> italiani.<br />

Antonielli con Davidensi’s Estro, Fusi con Tancredi di Morghengo, Lozza, Gritti,<br />

Scevi con Tuono affiancato a Tognolo, Bellodi, Evangelisti, Balducci, Pozzi<br />

Le piogge ed il freddo di questi primi<br />

mesi del 2013 hanno obbligato<br />

l’ENCI ha rinviare di un mese il Derby<br />

per <strong>Continentali</strong>, originariamente<br />

previsto per l’8,9 e 10 marzo. Questo<br />

rinvio ha consentito – grazie ad<br />

alcune giornate di sole – di creare le<br />

condizioni ottimali di vegetazione;<br />

inoltre venerdì 12 questo pazzo aprile<br />

ci ha regalato una giornata ventosa,<br />

ma priva della fastidiosa pioggia, prevista<br />

nelle zone interne del pisano.<br />

Con Cesare Manganelli e Gabriella<br />

Pittaro ci siamo trovati di buon ora<br />

per quindi arrivare alle 8,00 a<br />

Lajatico dove era in piena azione<br />

Riccardo Soderi che, in collaborazione<br />

con il Delegato ENCI, aveva<br />

già predisposto tutto quanto è necessario<br />

per un buon svolgimento della<br />

prova.<br />

L’ora di partenza era per le 8,30 con<br />

26 soggetti a catalogo, di cui 22 presenti,<br />

ovvero 8 Bracchi italiani e 14<br />

Spinoni.<br />

Tra i presenti nella piazzetta dell’azien<strong>da</strong><br />

“il Colle” dei Fratelli<br />

Ripanucci, lo scambio di calorosi<br />

saluti con Massimo Scevi e gentile<br />

Signora, Renato e Claudio Gritti,<br />

Flavio Fusetti, Mario Di Pinto,<br />

MarcoLozza, Fabio Casetti ed altri.<br />

La giuria – composta <strong>da</strong> Evangelisti,<br />

Bellodi e Pozzi – ha aperto la prova<br />

in perfetto orario con il turno di<br />

Davidensis Diva condotta <strong>da</strong> Nelli …<br />

il cui lavoro non ci è stato possibile<br />

seguire <strong>da</strong> vicino per la preclusione<br />

del transito su di una stra<strong>da</strong> privata;<br />

Riccardo Soderi, giustamente, consentiva<br />

ai soli proprietari di seguire<br />

<strong>da</strong>ppresso i lavori della giuria. A noi<br />

la consolazione di vedere solo a tratti<br />

– e con l’ausilio dei binocoli – alcune<br />

fasi dei primi turni.<br />

A seguire la Bracca italiana Nefertite<br />

di Cascina Croce (proprietario Gritti<br />

e conduttore Tognolo) di cui <strong>da</strong> lontano<br />

abbiamo potuto apprezzare la<br />

grande presa di terreno, ma non il<br />

punto, seguito <strong>da</strong> una esuberante rincorsa<br />

che l’ha relegata al CQN.<br />

I turni sono proseguiti con regolarità<br />

e – fortunatamente per noi spettatori<br />

– il vento ha obbligato a modificarne<br />

il percorso dirottandolo nella nostra<br />

direzione. Abbiamo così avuto la<br />

possibilità di goderci in diretta il turno<br />

di Tuono: il bracco di Scevi – condotto<br />

<strong>da</strong> Tognolo – ha calato l’asso<br />

<strong>da</strong>ndo vita ad un turno di grande rilievo;<br />

movimento, azione e cerca nella<br />

grande nota ma nulla di fatto per


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l’assenza d’incontro; proprietario e<br />

conduttore hanno comunque incassato<br />

le sentite congratulazioni degli<br />

astanti, fra cui quelle di Renato Gritti.<br />

(Il richiamo di domenica consacrerà<br />

la meritata vittoria di Tuono col<br />

CAC).<br />

L’attenta gestione del terreno ha ancora<br />

impedito di seguire <strong>da</strong> vicino<br />

alcuni dei turni successivi, lasciandoci<br />

però il piacere di condividere l’atmosfera<br />

del Derby e di confrontare le<br />

nostre visioni cinofile con gli appassionati<br />

presenti, per quindi ascoltare<br />

il racconto del turno <strong>da</strong>lla voce dei<br />

conduttori di ritorno. Tra questi, quel<br />

Corrado Zaniboni che nella mia gioventù<br />

avevo visto impegnato con famosi<br />

Setter, fissati nella mia memoria<br />

per il grande stile; ora aveva al<br />

guinzaglio Bobby, un Bracco figlio di<br />

Carburo per un femmina di Alessandro<br />

Ermini, di cui si diceva preoccupato<br />

per la difficilmente controllabile<br />

avidità del giovane allievo: ma come<br />

a volte avviene in queste circostanze<br />

cariche di emozioni, quel giorno<br />

Bobby si è dimostrato poco entusiasta,<br />

facendo così bugiardi sia il conduttore<br />

che l’allevatore.<br />

Ho poi seguito il turno di Rodi di<br />

Cascina Croce, altro bracco di<br />

Scevi, lui pure condotto <strong>da</strong> Tognolo,<br />

che si è dimostrato dotato di grandi<br />

qualità che – in assenza dell’incontro<br />

– lo dirottano al richiamo domenica.<br />

Abbiamo colto a volo il commento<br />

di un giudice – pienamente condiviso<br />

<strong>da</strong> tutti noi – che sino a quel momento<br />

solo i cani presentati <strong>da</strong><br />

Tognolo hanno evidenziato la nota del<br />

concorso di caccia a starne.<br />

Alcuni turni a bordo di una stra<strong>da</strong> ci<br />

hanno consentito una buona partecipazione<br />

visiva, facendoci apprezzare<br />

le ottime prestazioni dello Spinone<br />

Davidensi’s Estro di Leonardo<br />

Antonielli, che ha realizzato un buon<br />

punto, per poi incappare in una starna<br />

malandrina che gli ha creato qualche<br />

problema. Sara comunque l’unico<br />

a fine giornata con un punto valido,<br />

rinviato perciò a domenica per<br />

la verifica in coppia (e si classificherà<br />

3° Eccellente).<br />

Altro Spinone che si è gua<strong>da</strong>gnato il<br />

richiamo di domenica è stato Faruk<br />

della Becca, condotto <strong>da</strong> Ambrogio<br />

Garbelli.<br />

Ancora Polcevera’s Odessa, una<br />

Bracca presentata <strong>da</strong> Lampugnani,<br />

ha dimostrato un’azione di buona<br />

qualità con cerca ampia ed ordinata:<br />

ha <strong>ferma</strong>to, gui<strong>da</strong>to a lungo, ri-<strong>ferma</strong>to,<br />

poi ha forzato…ed è stata<br />

messa fuori.<br />

È stata quindi la volta di Tancredi di<br />

Morghengo, lo Spinone di Marco<br />

Lozza (condotto <strong>da</strong> Tognolo) che ha<br />

dimostrato doti di gran rilievo con<br />

ottime aperture e che lui pure verrà<br />

richiamato la domenica successiva (e<br />

sarà secondo Eccellente).<br />

Poi due Bracchi dei Sanchi condotti<br />

<strong>da</strong> Ravaglia: il primo non ha voluto<br />

saperne di partire, poi Pipa dei<br />

Sanchi ci ha fatto vedere un turno di<br />

discreta fattura, ma è incappata in un<br />

errore che le è costato l’eliminazione.<br />

Penultimo turno quello della Bracca<br />

Palmira di Maurizio Agostini, condotta<br />

<strong>da</strong> Turci. La figlia di Cesira ha<br />

evidenziato avidità, ma è finita in una<br />

valletta dove l’aria faceva i capricci<br />

Classifica finale<br />

Derby <strong>Continentali</strong> italiani (Pagina 2 di 3)<br />

creandole i presupposti per un errore,<br />

seguito però <strong>da</strong> un punto; per lei<br />

comunque la prova si è conclusa lì.<br />

Per finire c’è stato il turno di<br />

Davidensi’s Emma, Spinona condotta<br />

<strong>da</strong> Nelli, il cui turno però non ho<br />

seguito perché ero impegnato nel<br />

congratularmi con Francesco<br />

Balducci, fresco <strong>da</strong>lla vittoria come<br />

capo della lista che si è imposta nelle<br />

elezioni dell’ENCI. Davidensi’s<br />

Emma verrà lei pure richiamata la<br />

domenica seguente.<br />

Ci siamo quindi ritrovati nella<br />

piazzetta dell’azien<strong>da</strong> “Il Colle” per<br />

ascoltare il commento della giuria che<br />

ha sintetizzato l’esito dell’esame a cui<br />

sono stati sottoposti i 22 concorrenti.<br />

Un unico soggetto col punto valido:<br />

Davidensi’s Estro di Antonielli a cui<br />

si sono aggiunti cinque soggetti <strong>da</strong><br />

rivedere nel richiamo, cioè i due<br />

Bracchi Tuono e Rodi di Cascina<br />

Creoce, entrambi di Massimo Scevi,<br />

e tre Spinoni, ovvero Tancredi di<br />

Lozza, Faruk della Becca condotto<br />

<strong>da</strong> Garbelli e Davidensi’s Emma condotta<br />

<strong>da</strong> Nelli.<br />

Lì <strong>da</strong>ppresso i due Presidenti della<br />

SABI e del CSIp erano intenti a confabulare<br />

e sul loro viso c’era un sorriso<br />

di soddisfazione: ai Bracchi forse<br />

è mancata la quantità, ma non certo<br />

la qualità.<br />

Una nota per concludere riguar<strong>da</strong><br />

Riccardo Soderi (Vice Presidente<br />

SABI) che con l’ausilio della “brigata<br />

Ripanucci” ha saputo portare a<br />

termine in maniera ineccepibile questa<br />

importante giornata della cinofilia<br />

nazionale.<br />

1° Ecc. CAC Tuono, Bracco italiano b.a. nato il 04-01-2011 <strong>da</strong> Agamennone di Cascina Croce per Pola di<br />

Cascina Croce, allevatore Vinicio Tognolo, proprietario Massimo Scevi, conduttore Vinicio Tognolo.<br />

2° Eccellente Tancredi di Morghengo, Spinone b.a. nato il 29-04-2011 <strong>da</strong> Falco di Morghengo per Zara<br />

di Morghengo allevatore Franco Fusi, proprietario Marco Lozza, conduttore Vinicio Tognolo.<br />

3° Eccellente Davidensi’s Estro, Spinone b.a. nato il 15-04-2011 <strong>da</strong> Biro del Breton per Davidensi’s<br />

Furba, allevatore Marcello Davide, Proprietario e conduttore Leonardo Antonielli<br />

CQN Nefertite di Cascina Croce, Bracco italiano b.a. nata il 30-01-2011 <strong>da</strong> Agamennone di Cascina<br />

Croce per Tema di Cascina Croce, allevatore e proprietario Renato Gritti, conduttore Vinicio Tognolo.


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Quest’anno ho fatto festa ed il Derby degli italiani<br />

l’ho vissuto <strong>da</strong> spettatore (cosa che altri impegni non<br />

mi avrebbero concesso se la <strong>da</strong>ta fosse stata l’originario<br />

8-9-10 marzo). E ad accrescere il piacere, c’era<br />

la compagnia di Marco Lozza, di Franco Fusi e di<br />

altri amici.<br />

26 i cani a catalogo, 22 dei quali presenti, cioè 8 Bracchi<br />

e 14 Spinoni.<br />

Se la quantità di questi ultimi era maggiore, non altrettanto<br />

si può dire per le qualità viste sul campo.<br />

E prima di descrivere i turni dell’uno o dell’altro cane,<br />

vorrei esprimere una riflessione che nasce <strong>da</strong>l mio<br />

ruolo di Consigliere del CISp.<br />

Il Derby può anche essere una gioiosa sagra primaverile<br />

per star felicemente assieme agli amici e gustare<br />

al sacco le leccornie cucinate <strong>da</strong>lle premurose<br />

nostre mogli… ma prima di tutto il Derby è una prova<br />

su starne in coppia in cui le “nuove leve” del nostro<br />

allevamento devono dimostrare di essere nella<br />

“nota del concorso”. Ma se quei giovani non sono<br />

nella nota, il presentarli al Derby è non solo una perdita<br />

di tempo per tutti, ma fornisce una mortificante<br />

impressione sullo stato della razza. Quindi vuol dire<br />

due cose: o che stiamo navigando in un angosciante<br />

livello di mediocrità, o che non c’è la giusta consapevolezza<br />

di quali devono essere le qualità di un “cane<br />

<strong>da</strong> Derby” (o addirittura di quali sono le irrinunciabili<br />

doti di un accettabile cane <strong>da</strong> caccia). E l’aria avvilita<br />

che certi spettacoli hanno provocato al Presidente<br />

Marco Lozza – ed a Franco Fusi sempre severo giudice<br />

dei fior di campioni sfornati <strong>da</strong>l suo allevamento<br />

– con<strong>ferma</strong> che le mie riflessioni son condivise<br />

anche <strong>da</strong> loro! Chiusa parentesi.<br />

Fatto sta che troppi turni – soprattutto a pelo ruvido<br />

– sono stati interrotti <strong>da</strong>l suono della tromba molto<br />

prima dello scader del tempo.<br />

Seguendo la prova <strong>da</strong>lla stra<strong>da</strong> forse mi è sfuggito<br />

qualche buon turno… però il primo cane che mi ha<br />

tirato un po’ su di morale è stato lo Spinone<br />

Davidensi’s Estro di Antonielli: azione gagliar<strong>da</strong>,<br />

continua, gradirei una cerca più estesa sui lati e più<br />

profon<strong>da</strong>, buono il ritmo ed il portamento di testa e<br />

– tenuto conto che la prova è su coppie di starne – la<br />

IL DERBY CHE HO VISTO IO<br />

il commento di Mario Di Pinto<br />

Derby <strong>Continentali</strong> italiani (Pagina 3 di 3)<br />

nota è stata rispettata anche senza aperture di maggior<br />

respiro; non ho visto il punto perché il cane ha<br />

scollinato.<br />

Ci siamo goduto il turno di Tuono, il Bracco italiano<br />

di Scevi, condotto <strong>da</strong> Tognolo: gran personalità, azione<br />

a tutto campo (stavo per dire <strong>da</strong> grande cerca),<br />

ottimo il movimento ed il portamento con belle interrogazioni<br />

nel vento, non ha incontrato. “Se nel<br />

richiamo questo fa il punto – dico a Marco Lozza –<br />

son dolori per tutti”. E non mi sbagliavo perché domenica<br />

incasserà la vittoria col CAC.<br />

Altri turni tendenzialmente grigi, fino a rivedere il<br />

sereno con Tancredi di Morghengo, lo Spinone di<br />

Lozza, lui pure condotto <strong>da</strong> Tognolo, a dimostrazione<br />

che anche quelli col pelo ruvido sanno fare la “caccia<br />

a starne” come dio coman<strong>da</strong>: sempre bene nel<br />

vento, con azione che in talune occasioni avrei voluto<br />

ancor più determinata, ha risolto emanazioni con<br />

classe e senza dettagliare; a bordo siepe ha <strong>ferma</strong>to,<br />

risolvendo spontaneamente su coppia che altri hanno<br />

visto sottrarsi di corsa sul retrostante sentiero;<br />

bel movimento che gradirei veder ritmato <strong>da</strong> una<br />

co<strong>da</strong> un po’ più mobile (che lui porta correttamente<br />

orizzontale), ma chi conosce a fondo queste razze sa<br />

anche che la co<strong>da</strong> tendenzialmente rigi<strong>da</strong> è tipica dei<br />

grandi <strong>ferma</strong>tori … e lui lo è. Non incontra e nel richiamo<br />

di domenica si qualificherà al 2° Eccellente.<br />

Una nota in chiusura merita Vinicio Tognolo, il piccolo<br />

“grande professionista” col quale ho condiviso<br />

alcuni dei miei momenti più belli in Coppa Europa:<br />

ero a Zara, io come selezionatore e lui come conduttore<br />

di Gimmi dell’Adige, allorché l’Italia conquistò<br />

la piazza d’onore (dovevamo vincere noi, ma ci fecero<br />

arrivare secondi) ed ancora nel 2010 in Francia –<br />

lui con Saturnino di Cascina Croce – salimmo sul<br />

podio più alto di un’indimenticabile vittoria.<br />

Ebbene quest’anno Vinicio ha superato sé stesso<br />

con un’impresa senza precedenti: oltre alla vittoria<br />

ed al secondo posto nel Derby dei <strong>Continentali</strong><br />

italiani, ha vinto anche il Derby degli Esteri!<br />

Vogliamogli quindi bene ed auguriamogli di conservare<br />

a lungo la sua instancabile energia.


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RITORNO IN SERBIA<br />

È passato un anno <strong>da</strong>lla mia prima<br />

gita cinofila in Serbia e con<br />

l’allegra compagnia del 2012 –<br />

per l’occasione allargata – abbiamo<br />

ripetuto la felice esperienza.<br />

Partenza <strong>da</strong> Morghengo il 15<br />

aprile a notte fon<strong>da</strong> (siamo appena<br />

tornati <strong>da</strong>l Derby di Lajatico)<br />

e prima tappa a Trieste<br />

dove il gruppo si ingrossa …e<br />

via per Zetorage, per l’appunto<br />

in Serbia.<br />

I protagonisti sono:<br />

quelli a quattro zampe (tutti<br />

Spinoni): Gigi, Gastone, Peo,<br />

Minosse, Melampo, Falco di<br />

Morghengo, Iris di Morghengo,<br />

sua figlia Vispa di Morghengo<br />

ed i tre fratelli Tancredi, Tina e<br />

Gigi, soggetto che ha già<br />

conquistato significativi allori,<br />

ha un fare tranquillo che<br />

non farebbe pensare la esuberante<br />

azione che rivela sul<br />

terreno: ed è una sensazione<br />

che aveva già destato in<br />

me allorché l’avevo visto<br />

all’opera a Carpignano Sesia;<br />

quindi una piena con<strong>ferma</strong><br />

della sua classe, dell’impegno<br />

dinamico espresso con azione<br />

estesa a tutto campo, sempre nel<br />

vento là dove l’ambiente e la sua sensibilità<br />

gli suggeriscono sia più pro-<br />

dellospinone<br />

N° 72 - Maggio 2013<br />

il giornale<br />

di Giampiero Giroldi<br />

Cronaca di una trasferta cinofila per addestramento su starne.<br />

Tuono di Morghengo.<br />

quelli a due zampe: Franco Fusi,<br />

Marco Lozza, i due fratelli Marco<br />

ed Enzo Quargnolo, Egidio Villa ed<br />

il sottoscritto.<br />

Son state sei giornate di sole a contatto<br />

con magnifiche starne in terreni<br />

ideali. Unico neo la sfortuna<br />

che ha infierito sui fratelli Quargnolo<br />

quando – il quarto giorno –<br />

un loro cane è stato colpito <strong>da</strong> torsione<br />

di stomaco, che il provvidenziale<br />

intervento notturno di un veterinario<br />

locale ha provvisoriamente<br />

bloccato, consentendo così<br />

il precipitoso rimpatrio per sottoporre<br />

il cane al definitivo salvataggio.<br />

Quindi nella sfiga, è an<strong>da</strong>ta<br />

ancor bene.<br />

Undici Spinoni, per ciascuno dei<br />

Falco di Morghengo in <strong>ferma</strong> su coppia che si<br />

invola a distanza<br />

babile trovare le starne. Come dire:<br />

una piena con<strong>ferma</strong> dei suoi notevoli<br />

numeri.<br />

Gastone è suo fratello pieno e ne<br />

quali due turni al giorno, cioè<br />

ventidue verifiche quotidiane –<br />

su terreni che rappresentano la<br />

miglior palestra immaginabile<br />

per mettere in luce virtù e magagne<br />

– son stati sufficienti ad<br />

appagare anche la passione più<br />

ardente. È stata quindi una settimana<br />

di intensa e bellissima<br />

cinofilia che alla fine ci ha lasciati<br />

stanchi…ma mai sazi.<br />

Con ciò non son stati solo rose<br />

e fiori, perché le spine sono inevitabili,<br />

ma nel complesso il lotto<br />

di cani che riempivano i furgoni<br />

son stati tutti promossi, alcuni<br />

col massimo dei voti.<br />

Vediamo quindi uno per uno i<br />

nostri Spinoni.<br />

condivide la grinta e la<br />

dinamicità; ha fatto vedere<br />

turni tirati con massimo impegno,<br />

approfittando di alcune<br />

succulente occasione<br />

che hanno determinato emozionanti<br />

risalite, concluse con<br />

ferme perentorie.<br />

Peo, tre anni e gran motore!,<br />

sempre con azione di<br />

gran decisione, ha espresso<br />

lacet che nulla lasciavano di inesplorato<br />

sino al termine di ogni grano, di<br />

ogni gerbido o bordeggiando le siepi<br />

promettenti. Se avesse due dita di


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incollatura in più, la mobilità<br />

della testa gli <strong>da</strong>rebbe<br />

maggior eleganza e classe.<br />

Minosse è un cucciolone<br />

di dieci mesi che, per ora,<br />

promette di diventare un<br />

buon cane <strong>da</strong> caccia.<br />

Melampo, dieci mesi lui<br />

pure, è il gioiellino di casa<br />

Quargnolo. Durante una<br />

breve sosta nel viaggio<br />

d’an<strong>da</strong>ta, sceso <strong>da</strong>l furgo-<br />

esprissiva <strong>ferma</strong> su coppia di Tuono di<br />

ne, già al guinzaglio mette-<br />

Morghengo - fratello di Tancredi<br />

va in mostra un’eleganza di<br />

portamento <strong>da</strong> mangiarlo<br />

con gli occhi. Sul terreno ha<br />

<strong>da</strong>to spettacolo per portamento,<br />

an<strong>da</strong>tura e presa di<br />

terreno ampia sino al limite<br />

… ed oltre, ma sempre nel<br />

vento. L’ho visto <strong>ferma</strong>re<br />

bene con atteggiamento<br />

molto tipico e perentorio.<br />

Peccato che a metà settimana<br />

i suoi padroni hanno<br />

dovuto interrompere la trasferta!.<br />

Egidio Villa serve Vispa di Morghengo<br />

Il vecchio Falco (vecchio<br />

…si fa per dire) ha forse logorato mostrato di avere una marcia in più.<br />

l’impegno perché adesso vuol vede- Ben inquadrato per qualche mese <strong>da</strong>l<br />

re che il suo padrone ha il fucile in sapiente addestramento di Tognolo,<br />

spalla. Comunque le starne son tutte si è messo in luce nel Derby della<br />

sue!<br />

scorsa settimana. La sua giusta defi-<br />

Iris, cioè la mia compagna di cacnizione è “trialler”…e non è poco!.<br />

cia, mi ha fatto vedere dei bei turni in Vuole caparbiamente l’incontro<br />

clima di relax, faceva tutto <strong>da</strong> sola sciabolando nel vento con bellissime<br />

senza che io dovessi condurla o in- interrogazioni, che conclude con ferdirizzarla<br />

nel vento: è an<strong>da</strong>ta sulle me <strong>da</strong> lasciar col fiato sospese. Da-<br />

starne che, una volta <strong>ferma</strong>te, gui<strong>da</strong>tegli ancora un anno di esperienza e<br />

va ed accostava sino all’involo. chissà… potrebbe diventare ancor<br />

Vispa – che è la figlia di Iris – per meglio di suo padre.<br />

due giorni è an<strong>da</strong>ta caccia: poi però Tina, sua sorella, mi fa invece ribol-<br />

ha incominciato a prender gusto in lire di rabbia perché riesce a volte a<br />

aperture intelligenti, risalendo anche sciupare il meraviglioso lavoro che ha<br />

le più flebili emanazioni che conclu- costruito: fisicamente potente, non<br />

deva con ferme espressive: se solo molla mai, sempre tesa nel turno, ha<br />

spingesse un po’ di più ci sarebbe <strong>da</strong> aperture di cerca che a volte vanno<br />

leccarsi i baffi.<br />

oltre il limite… ma ogni tanto usa gli<br />

Tancredi di Morghengo già l’anno occhi invece del naso e dopo avere<br />

scorso – <strong>da</strong> cucciolone – aveva di- avvertito le starne, le sciupa. E se in-<br />

Ritorno in Serbia (Pagina 2 di 2)<br />

vece non cerca con gli occhi,<br />

non sbaglia un incontro!<br />

Tuono, lui pure fratello di<br />

Tancredi, rivede le starne<br />

per la prima volta <strong>da</strong>ll’anno<br />

scorso. I primi turni sono<br />

“normali”, poi ci prende gusto<br />

ed incomincia a macinar<br />

terreno con cerca sempre<br />

più ampia, giustamente mirata<br />

all’incontro; ineccepibile<br />

portamento di testa, elegantemente<br />

mobile sul collo,<br />

ha (per ora) un po’ meno<br />

grinta del fratello ed una<br />

azione un po’ meno potente.<br />

Ma lui pure non è lontano<br />

<strong>da</strong>l top.<br />

<br />

Un ultimo commento su<br />

questo paradiso in terra per<br />

le starne.<br />

La Serbia sta vivendo anch’essa<br />

quel fenomeno<br />

chiamato “progresso” che in<br />

Italia è costato il sacrificio<br />

del nostro naturale patrimonio<br />

faunistico; però qui le<br />

starne ci sono ancora e speriamo ci<br />

rimangano per molti anni a venire. Per<br />

la cinofilia è quindi un’isola felice in<br />

cui è possibile effettuare quelle verifiche<br />

zootecniche <strong>da</strong> cui la selezione<br />

dei cani <strong>da</strong> <strong>ferma</strong> non può prescindere.<br />

Con tutto il rispetto e la comprensione<br />

per chi combatte per mantenere<br />

le preziose “grigie” nei nostri<br />

territori, abbiamo vissuto anche recentemente<br />

nel Derby l’esperienza di<br />

prove su starne che – nella migliore<br />

delle ipotesi – sono state liberate <strong>da</strong><br />

un tempo non brevissimo; ma in quelle<br />

condizioni le verifiche zootecniche<br />

diventano precarie e spesso fonte di<br />

delusioni. Ecco perché, finché dura,<br />

noi cinofili di buona volontà ci sobbarcheremo<br />

il disagio di lunghe trasferte<br />

per abbeverarci ad una fonte<br />

che soddisfa la nostra sete di cinofilia.


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N° 72 - mAGGIO 2013<br />

14.03.2013<br />

DELEGAZIONE CISp SARDEGNA<br />

SUCCESSO DELLA S. UBERTO A SASSARI<br />

Anche quest’anno, col patrocinio<br />

della Delegazione Sardegna del Club<br />

Spinoni e della Federcaccia Sardegna,<br />

si è svolta una prova S. Uberto<br />

su quaglie per <strong>Continentali</strong> italiani nella<br />

Z.A.C. “la Corte del Cacciatore”<br />

presso Sassari. Promotrice dell’iniziativa<br />

la Dr.ssa Maria Manconi che,<br />

coadiuvata <strong>da</strong>l padrone di casa, Sig.<br />

di Peppino Sanna<br />

Quindici i cani partecipanti alla S. Uberto di Sassari.<br />

Raccolti i fondi per finanziare altre iniziative della Delegazione CISp Sardegna.<br />

Il concorrente vincitore Lallo Piras con Millo (il secondo cane classificato)<br />

Mario Puggioni, ha garantito la perfetta<br />

riuscita della manifestazione.<br />

Una splendi<strong>da</strong> giornata di sole ha<br />

accolto i concorrenti provenienti <strong>da</strong><br />

tutte le province della Sardegna; nutrita<br />

la partecipazione degli spinonisti<br />

con ben 15 soggetti iscritti (in prevalenza<br />

bianco-arancio), mentre l’onore<br />

dei cugini bracchi è stato difeso<br />

<strong>da</strong>l solo Piero Manca, decano delle<br />

manifestazioni cinofile sarde, con il<br />

suo Oscar. Giudice dell’evento il Sig.<br />

Luca Soddu che con la consueta professionalità<br />

e schiettezza ha valutato<br />

il comportamento dei concorrenti e<br />

dei loro ausiliari, molti dei quali alle<br />

prime esperienze in questo tipo di<br />

prove.


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Teatro dei turni sono state le dolci<br />

colline della Nurra caratterizzate <strong>da</strong><br />

terreni a seminativo in fase di levata<br />

che garantivano alle quaglie un comportamento<br />

sufficientemente naturale.<br />

La presenza nel campo di gara di<br />

un piccolo invaso ha permesso di<br />

verificare l’attitudine dei cani al riporto<br />

<strong>da</strong>ll’acqua.<br />

Dopo una sontuosa colazione offerta<br />

<strong>da</strong>l Sig. Ardu, il Giudice Soddu ha<br />

<strong>da</strong>to inizio alle prove.<br />

I primi turni hanno visto l’azione dei<br />

cani ostacolata <strong>da</strong>lla scarsa ventilazione<br />

e <strong>da</strong>lla rugia<strong>da</strong> che bagnava la<br />

vegetazione; ma con il passare del<br />

tempo e con l’arrivo di una brezza<br />

costante <strong>da</strong> nord, le condizioni del<br />

campo di gara sono nettamente migliorate,<br />

permettendo al folto pubblico<br />

presente di osservare buone azioni<br />

di cerca, lunghe filate, ferme e gui<strong>da</strong>te<br />

sempre in un accettabile stile di<br />

razza. Al termine dei turni si è verificata<br />

l’attitudine dei cani al riporto<br />

Concorrente<br />

1° Lallo Piras<br />

2° Lallo Piras<br />

3° Giulia Ardu<br />

4° Bernardino Ardu<br />

5° Antonio Ganadu<br />

6° Maria Manconi<br />

<strong>da</strong>ll’acqua profon<strong>da</strong>.<br />

Completato il programma cinofilo, ci<br />

si è ritrovati nell’agriturismo “La corte<br />

del Cacciatore” dove, tra una portata<br />

e l’altra, i concorrenti hanno festosamente<br />

e lungamente commentato<br />

l’an<strong>da</strong>mento della manifestazione.<br />

Un suono di tromba del Giudice<br />

Soddu ha richiamato tutti all’ordine<br />

e ha <strong>da</strong>to inizio alla lettura delle relazioni<br />

ed al loro commento. Nel porre<br />

in evidenza il discreto livello dei<br />

cani presentati per qualità di cerca e<br />

stile di razza, il giudice ha rimarcato<br />

in qualche soggetto il portamento<br />

scorretto della co<strong>da</strong> ed il suo movimento<br />

durante la <strong>ferma</strong>, oltre a qualche<br />

difficoltà (o rifiuto) al riporto. In<br />

generale è stata buona l’attitudine al<br />

riporto <strong>da</strong>ll’acqua profon<strong>da</strong>, qualità<br />

imprescindibile nei <strong>Continentali</strong> italiani.<br />

Terminate le relazioni, il Giudice<br />

Soddu, coadiuvato <strong>da</strong>lla Dr.ssa<br />

CLASSIFICA FINALE<br />

nome del cane<br />

Successo della S.Uberto di Sassari (Pagina 2 di 2)<br />

Toby<br />

Millo<br />

Nanà<br />

Agnese<br />

Delfo<br />

Vera dell’Adige<br />

Manconi, ha premiato i primi sei classificati,<br />

spendendo parole di elogio<br />

per tutti, in particolare per la giovanissima<br />

Sig.na Giulia Ardu che, alla<br />

sua prima prova S.Uberto come concorrente,<br />

è stata autrice di un ottimo<br />

turno con la sua Spinona Nanà.<br />

Nell’occasione la Delegazione Sardegna<br />

del Club Spinoni ha posto in<br />

vendita (con notevole successo) una<br />

serie di gadgets (t-shirt, tazze, miele,<br />

cuscini ecc.) al fine di autofinanziare<br />

la squadra Sar<strong>da</strong> che parteciperà al<br />

Campionato Nazionale S. Uberto.<br />

La manifestazione è stata occasione<br />

per programmare le prossime manifestazioni<br />

ufficiali organizzate <strong>da</strong>lla<br />

delegazione della Sardegna, con<br />

priorità alla prova speciale su pernici<br />

sarde e al raduno di razza, che si<br />

svolgeranno come consuetudine a<br />

Gennaio in occasione della Settimana<br />

Sar<strong>da</strong> (prova su selvaggina naturale<br />

nei meravigliosi terreni di Gonnoscodina.<br />

punteggio<br />

106<br />

104<br />

102<br />

100<br />

100<br />

99


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www.giornaledelepagneulbreton.it Pagina 1 di 1<br />

GO DI VALGROSSA VINCITORE NEL DERBY<br />

Finalmente primavera!: dopo<br />

tanti giorni di pioggia (e finanche<br />

qualcuno di tardiva neve)<br />

tre splendide giornate di aprile<br />

hanno accolto il Derby dei<br />

<strong>Continentali</strong>. Bene quindi ha<br />

fatto il comitato organizzatore<br />

a posticipare di un mese la <strong>da</strong>ta<br />

originariamente fissata, ripristinando<br />

la buona vecchia regola<br />

secondo cui il Derby è l’ultima<br />

<strong>da</strong>ta fra le prove di primavera.<br />

E ciò non solo per<br />

consentire una vegetazione che<br />

meglio accoglie le starne in coppia,<br />

ma soprattutto per lasciare più tempo<br />

alla preparazione dei giovani partecipanti.<br />

Quest’anno anche a metà aprile non<br />

tutti i terreni avevano una vegetazione<br />

ideale: in compenso però la nutrita<br />

presenza delle starne ha sopperito<br />

alla lieve lacuna. Ottima la regia logistica<br />

della famiglia Ripanucci che gestisce<br />

la zona ENCI, coadiuvata <strong>da</strong>l<br />

coordinatore Riccardo Soderi e <strong>da</strong>i<br />

Delegati: malgrado la grande affluenza<br />

di concorrenti e di pubblico, ne è risultato<br />

uno svolgimento ordinato e senza<br />

problemi. La formula è stata la<br />

stessa già sperimentata l’anno scorso<br />

e cioè: il venerdì dedicato agli “italiani”,<br />

il sabato agli “esteri” e la domenica<br />

per i richiami e le verifiche in<br />

coppia.<br />

A questo punto è però opportuna una<br />

digressione:<br />

Il regolamento del Derby ne prevede<br />

la partecipazione limitatamente ai<br />

il giornale<br />

epagneul breton<br />

del<br />

N° 72 - Maggio 2013<br />

di Luca Pasqualetti<br />

Settanta le presenze al Derby degli esteri, ma troppi i cani non in nota.<br />

Go di Valgrossa<br />

vincitore del Derby<br />

giovani debuttanti o ai soggetti che<br />

nei sei mesi precedenti hanno partecipato<br />

solo a prove riservate ai “giovani”,<br />

prove che possono essere sia<br />

su starne o su selvaggina naturale in<br />

zone valide. Di fatto però, quanti<br />

sono gli organizzatori che mettono a<br />

calen<strong>da</strong>rio “prove giovani” su starne?<br />

Le uniche sono quelle che <strong>da</strong><br />

novembre a febbraio si svolgono nella<br />

zona di Lajatico, provvidenzialmente<br />

costituita <strong>da</strong>ll’ENCI.<br />

Quindi son ben pochi i soggetti che<br />

hanno avuto l’occasione di un vaglio<br />

preventivo su starne prima di affrontare<br />

il Derby. Le conseguenze sono<br />

state dolorosamente evidenti, con<br />

molti soggetti la cui azione non<br />

rispecchiava la “nota del concorso<br />

della caccia a starne” prevista per il<br />

Derby: in alcuni casi i cani non partivano<br />

addirittura, <strong>da</strong>ndo ragione a<br />

coloro secondo cui l’iscrizione al Derby<br />

è di per sé gratificante, anche per<br />

cani che non ne sono meritevoli. E<br />

se è vero che il Derby è la<br />

vetrina delle promesse, ne<br />

consegue che il futuro quadro<br />

della cinofilia venatoria non<br />

appare roseo.<br />

Il venerdì – come <strong>da</strong> programma<br />

– i <strong>Continentali</strong> italiani<br />

mettevano in evidenza alcuni<br />

soggetti meritevoli di considerazione<br />

con tre cani presentati<br />

<strong>da</strong> Tognolo al richiamo,<br />

ed un quarto al guinzaglio<br />

di Atonielli.<br />

Sabato ben settanta esteri in<br />

campo (trentatrè gli Epagneul Breton)<br />

suddivisi in due batterie giudicate<br />

<strong>da</strong> Mantovani, Aglio, Bellotti,<br />

Gaddini, Rago e Cremonesi. E malgrado<br />

le abbon<strong>da</strong>nti starne (anche<br />

due incontri in un turno) ancora le<br />

stesse gioie e dolori del giorno prima<br />

circa i molti soggetti non “in nota”<br />

ovvero che non svolgevano la cerca<br />

idonea ad esplorare nel modo terreni<br />

aperti in cui sono reperibili le starne<br />

(che non è la stessa cerca utile per<br />

trovare i fagiani, preferibilmente al<br />

riparo di rive, boschi e terreni sporchi).<br />

Gran finale quindi domenica che ha<br />

laureato Tuono, Bracco italiano di<br />

Scevi, condotto <strong>da</strong> Tognolo, vincitore<br />

col CAC fra gli italiani, e Go di<br />

Valgrossa, Epagneul Breton di Bolla,<br />

lui pure condotto <strong>da</strong> Tognolo vincitore<br />

con l’Eccellente fra gli esteri.<br />

Ed è la prima volta che lo stesso conduttore<br />

ha vinto il Derby nelle due<br />

categorie, a coronamento degli indubbi<br />

meriti di questo professionista.


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il giornale del kurzhaar<br />

N° 72 - Maggio 2013<br />

CAMPIONATO DEL MONDO KURZHAAR<br />

VITTORIA A TAVOLINO<br />

PER ALZATA DI MANO<br />

(Pagina 1 di 2)<br />

di Sandro Pacioni<br />

Arbitrariamente annullato il secondo giorno di prove previsto <strong>da</strong>l regolamento.<br />

Un assurdo verdetto a tavolino assegna il Campionato del Mondo Kurzhaar alla Serbia.<br />

Il Campionato del mondo Kurzhaar<br />

del 2013, svoltosi in Serbia, sarà ricor<strong>da</strong>to<br />

per le scorrettezze e le inopportune<br />

interpretazioni del regolamento<br />

internazionale <strong>da</strong> parte di improvvisati<br />

arbitri che ne hanno falsato<br />

l’esito finale. Ed è un vero peccato<br />

perché esistevano le premesse per<br />

una manifestazione <strong>da</strong>gli elevati contenuti<br />

zootecnici.<br />

Ero stato scelto <strong>da</strong>l Kurzhaar Club<br />

italiano come selezionatore della<br />

squadra con cui partecipare a quel<br />

Campionato mondiale nelle stupende<br />

campagne di Nis, popolate di <strong>numero</strong>se<br />

starne, dove peraltro già nel<br />

2010 la squadra italiana della Coppa<br />

Europa di Grande Cerca Inglesi<br />

<strong>da</strong> me selezionata aveva assaporato<br />

la vittoria. Onorato quindi per l’incarico,<br />

con grande piacere mi son<br />

messo a disposizione del CKI e degli<br />

appassionati della loro razza seguendo<br />

per oltre due mesi i Kurzhaar<br />

nelle prove svoltesi in Croazia (perfettamente<br />

organizzate <strong>da</strong>l bravo<br />

Branco) ed in Serbia ove si svolge-<br />

vano – contemporaneamente alle<br />

Prove di Caccia ed a Grende Cerca<br />

per Inglesi – sotto la collau<strong>da</strong>ta regia<br />

di Dule Sormaz.<br />

Coerentemente con le giuste regole<br />

del Kurzhaar Club Italiano (secondo<br />

cui la squadra nazionale deve essere<br />

formata solo <strong>da</strong> soggetti nati in<br />

Italia) avevo a disposizione un lotto<br />

di 8/9 Kurzhaar meritevoli di considerazione,<br />

cioè un <strong>numero</strong> certamente<br />

sufficiente per vali<strong>da</strong>mente competere<br />

con le varie squadre, fra le<br />

quali la più agguerrita pareva essere<br />

quella della Croazia con i fortissimi<br />

Kurzhaar di Hari Herak.<br />

All’ultimo momento un cambio di<br />

<strong>da</strong>te ha fatto slittare la prova al 26 e<br />

27 marzo, cosa che ha comportato<br />

la rinuncia di alcuni soggetti sui quali<br />

contavo molto.<br />

Tenuto conto che alla determinazione<br />

del risultato finale del Campionato<br />

influisce molto il <strong>numero</strong> dei cani<br />

classificati (oltre alla qualità delle qualifiche<br />

ottenute), mio obbiettivo è stato<br />

di mettere in squadra cinque cani<br />

ripetutamente collau<strong>da</strong>ti e che avevano<br />

buone probabilità di portare a<br />

termine il turno, senza esagerazioni<br />

ed eccessivi rischi.<br />

La squadra è stata quindi composta<br />

<strong>da</strong>:<br />

Dennis, cond. Cesare Venturelli,<br />

prop. Martegani<br />

Magu, cond. Roberto Scarpecci,<br />

prop. Baronti<br />

Lacki, cond. Cesare Venturelli,<br />

prop. Zanni<br />

Pradellinensis Pablo, cond. e prop.<br />

Ferdinando Capelli<br />

Juma, cond. Riccardo Patrignani,<br />

prop. Soldini<br />

Dopo la presentazione delle squadre<br />

ed il rito degli inni nazionali, sono iniziati<br />

i turni distribuiti in batterie, con<br />

vento e neve che hanno messo a dura<br />

prova cani e conduttori. E di fatto la<br />

buona sorte sembrò essersi dimenticata<br />

di noi perché – ad eccezione di<br />

Denis qualificata col M.B. – tutti i<br />

nostri cani (tutti col punto e Magù<br />

addirittura con due punti) sono an<strong>da</strong>ti<br />

fuori …per un passo di troppo,


www.continentali<strong>da</strong><strong>ferma</strong>.it<br />

www.giornaledelkurzhaar.it Vittoria a tavolino per alzata di mano (Pagina 2 di 2)<br />

o per qualche altro anche minimo errore.<br />

Quindi nella prima giornata avevamo<br />

solo un cane in classifica. Come<br />

scarsa consolazione, però anche le<br />

altre squadre non avevano fatto molto<br />

meglio, tanto che in totale c’erano<br />

soltanto due Eccellenti ed un paio di<br />

risicati Molto Buono. I nostri cani<br />

avevano comunque dimostrato grande<br />

positività ed ottime qualità; c’erano<br />

quindi buone probabilità di recuperare<br />

nella secon<strong>da</strong> giornata.<br />

Il giorno 27 – cioè la mattina seguente<br />

– si presentava un po’ imbiancata<br />

di neve, cosa non del tutto infrequente<br />

per chi <strong>da</strong> anni frequenta la Serbia;<br />

ma con nostra grande sorpresa, l’organizzazione<br />

– diversa <strong>da</strong> quella ormai<br />

collau<strong>da</strong>tissima che ci ospita abitualmente<br />

– comunicava che la prova<br />

era stata spostata a Nais, dove il<br />

raduno era fissato per le 14: quindi<br />

di fatto saremmo stati sul terreno non<br />

prima delle 15; e siccome alle 17<br />

sarebbe stato già buio, fummo unanimi<br />

nell’esternare le nostre contestazioni,<br />

a fronte delle quali però i responsabili<br />

si limitarono a silenziosamente<br />

dileguarsi.<br />

Già nell’aria vagava qualcosa di strano<br />

che – col passare delle ore – assumeva<br />

i toni di dubbia trasparenza<br />

e sportività.<br />

Ad animare le nostre residue speranze,<br />

un tiepido sole faceva capolino<br />

nel cielo ed i concorrenti, vogliosi di<br />

riprendere la competizione, alle 13<br />

erano già tutti presenti al punto di ritrovo.<br />

Ma alle 14, secondo un assurdo<br />

copione, l’organizzazione comunicava<br />

che la prova era stata annullata.<br />

E la decisione – pur se discutibile –<br />

era accettata perché imparziale (nel<br />

senso che non favoriva nessuno).<br />

Poi d’un tratto il colpo di scena: a<br />

seguito di una votazione “per alzata<br />

di mano” il Campionato Mondiale<br />

Kurzhaar 2013 veniva assegnato alla<br />

Serbia, secondo un’assur<strong>da</strong> prassi<br />

palesemente contraria al Regolamento<br />

Internazionale che prevede l’assegnazione<br />

del titolo in base alla somma<br />

dei punteggi acquisiti con le qualifiche<br />

ottenute nei due giorni di prove.<br />

Veniva adottata cioè una soluzione<br />

che non ha in precedenti e che<br />

vanificava i costi sostenuti <strong>da</strong>i partecipanti<br />

e l’impegno di coloro che hanno<br />

a suo tempo elaborato un regolamento<br />

chiaro, a garanzia del successo<br />

della manifestazione.<br />

Perché non avevano permesso di<br />

assegnare il Campionato sul campo?<br />

Così facendo, cadeva nel ridicolo non<br />

un conviviale incontro parrocchiale,<br />

ma un Campionato del Mondo!.<br />

Personalmente in quasi mezzo secolo<br />

di cinofilia sperimentata in diversi<br />

Paesi, mai avrei pensato di essere<br />

coinvolto in un Campionato del Mondo<br />

assegnato a tavolino, cioè non<br />

conquistato sul campo, ma con<br />

un’assur<strong>da</strong> votazione <strong>da</strong> parte di un<br />

restretto gruppo di persone che non<br />

avevano alcun titolo in proposito. Il<br />

tutto al cospetto di uno spaesato apparato<br />

organizzativo e con la regia<br />

del francese Sig. Gerlet, che non faceva<br />

neppure parte della giuria ma,<br />

ciò nondimeno, invitato a svolgere un<br />

ruolo improvvisato, ingiustificato ed<br />

aspramente criticato <strong>da</strong>gli imbarazzati<br />

suoi stessi connazionali; i componenti<br />

la squadra francese hanno<br />

infatti tentato invano di dissuaderlo,<br />

ottenendo – per tutta risposta – l’invito<br />

ad uscire al momento dell’assur<strong>da</strong><br />

votazione.<br />

A riprova del generale malcontento<br />

e che non si trattava dell’isolata contestazione<br />

di solo un gruppo di partecipanti,<br />

l’Italia e tutti i Paesi più rappresentativi<br />

di queste importanti manifestazioni<br />

cinofile internazionali hanno<br />

invano protestato per l’assurdo<br />

verdetto, il tutto sotto gli occhi del<br />

Presidente del Kurzhaar Club Internazionale,<br />

Sig. Lemmer, che – a tutela<br />

dei diritti di tutti i Club presenti –<br />

avrebbe dovuto pretendere e garantire<br />

il rispetto del Regolamento FCI,<br />

ma che invece non ha avuto la determinazione<br />

e l’autorevolezza per esercitare<br />

il suo ruolo.<br />

Né è valso che al coro degli insoddisfatti<br />

si fosse unito il Dr. Balk, Presidente<br />

della Commissione FCI dei<br />

<strong>Continentali</strong>, che ha inutilmente cercato<br />

di far capire come la decisione<br />

fosse fuori <strong>da</strong> ogni regola ed ogni logica.<br />

Il risultato finale è stata un’azione che<br />

contraddice i valori che esaltano la<br />

cinofilia, esprimendo cioè non la vittoria<br />

di una nazione, ma la sconfitta<br />

di un sano confronto con finalità<br />

zootecniche, facendo degenerare in<br />

un’indecente farsa la preziosa occasione<br />

di un incontro mirato a migliorare<br />

la razza, così <strong>da</strong> poter programmare<br />

una sapiente selezione, basata<br />

sui valori del Kurzhaar, e sciupando<br />

nel contempo l’opportunità di uniformare<br />

i giudizi emessi <strong>da</strong>gli esperti di<br />

vari Paesi, fon<strong>da</strong>ti sull’effettiva “sostanza”<br />

dei cani giudicati (e senza<br />

perdersi nei meandri di episodi di<br />

scarsa rilevanza).<br />

Come dire che è stato aggiunto un<br />

tocco di confusione in questa nostra<br />

epoca già colma di dubbi


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il giornale del kurzhaar<br />

N° 72 - Maggio 2013<br />

(Pagina 1 di 1)<br />

I MICROCHIP BALLERINI<br />

di Alfio Guarnirei<br />

Voci sempre più ricorrenti su sostituzioni del microchip ed attribuzione di false identità<br />

di cani che partecipano al Derby o che sono portacolori dell’Italia nelle competizioni a squadre.<br />

C’è chi ne parla di qui e di là e le<br />

chiacchiere diventano un brontolio<br />

che prelude al temporale con relativi<br />

fulmini e saette: ed il proverbio dice<br />

“tanto tuonò che piovve”.<br />

Nel nostro caso il brontolio è il sintomo<br />

del decadimento della nostra<br />

società, cinofilia inclusa. Ed è un problema<br />

le cui radici risalgono all’adozione<br />

del microchip come sistema<br />

identificativo, al posto del tatuaggio,<br />

ovvero una scelta motivata <strong>da</strong> diversi<br />

fattori, non esclusi gli interessi professionali<br />

dei veterinari, supportata<br />

<strong>da</strong>l fatto che – su cani di età avanzata<br />

– a volte il tatuaggio diventava<br />

poco leggibile; <strong>da</strong>ll’altra parte però<br />

c’era chi sosteneva che il microchip<br />

è relativamente facile <strong>da</strong> estrarre e<br />

sostituire per conferire una falsa identità<br />

al cane.<br />

E se le voci che circolano fossero<br />

vere, parrebbe proprio sia questo il<br />

caso.<br />

Ma chi mai potrebbe avere interesse<br />

ad effettuare una simile porcheria?<br />

Purtroppo la gente senza scrupoli non<br />

manca e – stando ancora ai “si dice”<br />

– alcuni cani autori di mirabolanti<br />

imprese nelle prove, avrebbero acquisito<br />

nome, affisso e microchip non<br />

veritieri per consentire il vanto di un<br />

maggior valore genetico o semplicemente<br />

per fare apparire come nato a<br />

casa propria un cane acquistato già<br />

adulto altrove (in Italia o all’estero).<br />

Quindi l’opera di cinofili e/o allevatori<br />

disonesti.<br />

Perché non vi è dubbio che simili<br />

manipolazioni configurano disonestà…<br />

ma non ne farei solo una questione<br />

morale, bensì zootecnica perché<br />

se non è attendibile il pedigree<br />

del cane, viene annientato l’impianto<br />

su cui è basata la selezione e vanificato<br />

lo sforzo delle Società Specializzate,<br />

mirato a valorizzare l’allevamento<br />

nazionale.<br />

Noi del Kurzhaar Club Italiano – per<br />

esempio – <strong>da</strong> diversi anni abbiamo<br />

codificato che i Kurzhaar componenti<br />

le squadre che rappresentano l’Italia,<br />

debbono essere espressione del<br />

nostro allevamento e quindi nati entro<br />

i nostri confini. Ma se fosse vero<br />

che qualcuno altera l’identità di quei<br />

cani, contrabban<strong>da</strong>ndo per italiani<br />

soggetti di diversa nazionalità acquistati<br />

altrove già adulti, il nostro provvedimento<br />

verrebbe svuotato di significato.<br />

Per non parlare della vera e propria<br />

truffa perpetrata <strong>da</strong> chi eventualmente<br />

iscrivesse al Derby un cane di tre<br />

o quattro anni, nato all’estero al quale<br />

– sostituendo il microchip – viene<br />

attribuita falsa età ed identità.<br />

Sapete perché – secondo certe voci<br />

– di alcuni cani carichi di CAC e<br />

CACIT i loro proprietari non chiedono<br />

la proclamazione a Campione?<br />

Perché alla richiesta bisogna allegare<br />

il deposito del DNA… che potrebbe<br />

rivelare inconfessabili malefat-<br />

te.<br />

Un’altra voce corrente è che la verifica<br />

del DNA porti “sfiga” perché<br />

determina l’improvvisa morte del<br />

cane in<strong>da</strong>gato o dei suoi genitori.<br />

E sono voci che riguar<strong>da</strong>no più o<br />

meno in egual misura un po’ tutte le<br />

razze <strong>da</strong> <strong>ferma</strong>.<br />

Con ciò non voglio dire che simili<br />

nefandezze si verificano effettivamente,<br />

ma mi piacerebbe attrarre l’attenzione<br />

di chi è istituzionalmente preposto<br />

al controllo della cinofilia affinché<br />

i gravi rischi che ne deriverebbero<br />

vengano scongiurati.<br />

Ed è proprio questo il tema cruciale:<br />

come evitare simili intrallazzi?<br />

Ovviamente non ho la pretesa di fornire<br />

la risposta giusta, ma solo di offrire<br />

una proposta su cui meditare.<br />

Mettiamo il caso che per far partecipare<br />

un cane al Derby o per far parte<br />

di una rappresentativa italiana,<br />

l’iscrizione deve essere accompagnata<br />

<strong>da</strong>l deposito del DNA e che<br />

l’ENCI provvedesse poi ad effettuare<br />

controlli a caso sul 50% di questi<br />

cani per accertare la compatibilità del<br />

loro DNA rispetto a quello dei genitori,<br />

ebbene forse chi fa certe falsificazioni<br />

ci penserebbe due volte, tanto<br />

più se chi venisse colto in flagrante<br />

fosse letteralmente radiato <strong>da</strong>lla<br />

cinofilia.<br />

Forse non sarebbe la soluzione totale,<br />

ma forse sarebbe meglio dell’attuale<br />

silente impunità.


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www.giornaledelbeccaccino.it (Pagina 1 di 1)<br />

giornale<br />

del beccaccino<br />

Numero 72 - Maggio 2013<br />

IL PARADISO SENZA NOME<br />

di Gastone Puttini<br />

Breve cronaca di una trasferta in un luogo misterioso dove beccaccini ed anatidi<br />

riempiono gli occhi ed il cuore.<br />

È una terra promessa dove è consentito<br />

addestrare starne (che non ci<br />

sono), su terreni permanentemente<br />

bagnati, coperti di bassi falaschi e<br />

vegetazione palustre, a due passi <strong>da</strong>l<br />

mare <strong>da</strong> cui spira sempre un’aria tesa<br />

su cui le emanazioni viaggiano come<br />

fossero in carrozza, posti ideali per<br />

beccaccini ed altri acquatici, cioè<br />

anitre di ogni tipo, intervallate <strong>da</strong>l<br />

passaggio delle sorelle maggiori il cui<br />

volo avverti per il sibilo che fruscia<br />

nell’aria: le oche! A render ancor più<br />

insolite ed affascinanti le frequentazioni<br />

di quei posti <strong>da</strong> favola, c’è il<br />

repentino tuffo al cuore di caprioli che<br />

sembrano sorgere <strong>da</strong>l nulla, sotto l’incuriosito<br />

sguardo di frequenti cavalli<br />

al pascolo. Ed i balzi di quei graziosissimi<br />

ungulati in campo aperto (e<br />

quindi ben controllabili) sono preziosi<br />

per noi cinofili che dobbiamo addestrare<br />

i nostri cani ad ignorarli.<br />

Ad accrescere il fascino di quelle lande<br />

sconfinate sorgeva in me il ricordo<br />

– ormai lontano – delle avventure<br />

vissute con l’amico Bonasegale nella<br />

pusta ungherese, dove al posto dei<br />

beccaccini c’eran le starne, sotto un<br />

immenso cielo in cui sibilava il volo<br />

le oche; ed anche quelle immense<br />

pianure ospitavano i caprioli che<br />

guar<strong>da</strong>vano stupiti noi ed i nostri cani.<br />

Sono arrivato in questo angolo di<br />

paradiso accompagnando un amico<br />

cinofilo (…che non vuol esser nominato<br />

per mantenere il segreto di dov’è<br />

l’Eden) con al fianco una mia gio-<br />

vane Bracca italiana, già positivamente<br />

sperimentata sui beccaccini<br />

che gneccano nelle nostre risaie: ed<br />

una volta ancora ho avuto con<strong>ferma</strong><br />

che se un cane va bene nelle nostre<br />

stoppie di riso, va a nozze in qualunque<br />

altro terreno!<br />

Ed infatti la giovane mia bracca mi<br />

ha riempito il cuore di gioia.<br />

Ma incominciamo <strong>da</strong>l principio.<br />

Un giorno ed una notte di gui<strong>da</strong> ininterrotta<br />

in direzione Nord sono la<br />

premessa che dimostra come chi affronta<br />

una simile trasferta è animato<br />

<strong>da</strong>ll’immancabile passione di chi si<br />

dedica alla cinofilia, che sfiora livelli<br />

maniacali fra i cultori del beccaccino.<br />

Giunti sul posto, sono rimasto senza<br />

parole, letteralmente estasiato <strong>da</strong>lla<br />

vastità dei terreni a disposizione, che<br />

rappresenta la condizione irrinunciabile<br />

per la più probante verifica delle<br />

qualità del cane. Sia che si lavori a<br />

starne – e ancor più a beccaccini –<br />

la sua capacità di gestire quegli spazi<br />

a perdita d’occhio sono il vero banco<br />

di prova del trialler, dove invece il<br />

mezzo-cane (magari anche buon<br />

<strong>ferma</strong>tore) si perde e si arrende. Là<br />

il cane giusto sfodera una strepitosa<br />

capacità di distribuire la sua cerca nel<br />

vento per recepire le emanazioni del<br />

terreno – prima ancora della selvaggina.<br />

E ci fa allora assistere a quelle<br />

azioni magiche che diventano leggen<strong>da</strong><br />

in cui, alzandosi al massimo sull’anteriore<br />

per captare le alte parti-<br />

celle di odore provenienti <strong>da</strong> fonti<br />

inverosimilmente lontane, sembra<br />

avvertire il beccaccino a distanze<br />

fantomatiche, per quindi concretizzare<br />

l’effettiva percezione e trasformare<br />

il suo comportamento <strong>da</strong>pprima<br />

in filata e poi in <strong>ferma</strong> perentoria. E<br />

tu sei lì a bocca aperta a chiederti<br />

come abbia fatto ad avvertire quel<br />

piccolo beccolungo ad una distanza<br />

che – se la racconti – nessuno ti crede.<br />

Il tutto gestito in assoluta autonomia,<br />

senza mai bisogno di un richiamo<br />

o di un’indicazione di direzione,<br />

perché il naso ce l’ha lui, e tu<br />

puoi solo assecon<strong>da</strong>re il suo istinto.<br />

Insomma: grandi terreni per grandi<br />

cani.<br />

Ma non crediate che l’unica a fare<br />

faville sia stata la mia bracca, perché<br />

anche i cani del mio amico, ottimi<br />

beccaccinisti, non sono stati <strong>da</strong> meno.<br />

Di che razza sono? Gli ho promesso<br />

di non scriverlo, altrimenti sapreste<br />

risolvere il mistero.<br />

Abbiamo continuato così per quattro<br />

fantastici giorni, assistiti <strong>da</strong> un<br />

nostro connazionale che ha scelto di<br />

emigrare in quelle terre lontane, attratto<br />

<strong>da</strong>lla passione della caccia con<br />

cui alterna il suo impegnativo lavoro:<br />

oltre ad apprezzare la sua estrema<br />

cortesia e la premura di cui ci ha circon<strong>da</strong>to,<br />

non posso evitare di sentir<br />

per lui un po’ di invidia, sia perché<br />

ha la metà dei miei anni, sia perché<br />

vive in un vero paradiso.


www.continentali<strong>da</strong><strong>ferma</strong>.it<br />

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il giornale del<br />

Bracco italianO<br />

N° 72 - Maggio 2013<br />

(Pagina 1 di 1)<br />

L’IMPORTANZA DI COMUNICARE<br />

di Cesare Bonasegale<br />

La comunicazione come fon<strong>da</strong>mentale compito di chi ricopre cariche sociali nelle Associazioni di razza.<br />

Quel che scriverò non è tutta farina la briga di scrivere un breve articolo<br />

del mio sacco, ma è in parte stimola- su tutte le manifestazioni zootecniche<br />

to <strong>da</strong> commenti trasmessimi <strong>da</strong> alcu- attuate <strong>da</strong>l loro Club.<br />

ni braccofili.<br />

Forse che i dirigenti braccofili sono<br />

Quando la SABI organizza una ma- meno propensi a comunicare?<br />

nifestazione, cioè un Raduno o una Certamente così non è!<br />

prova Speciale di qualche tipo, vi La loro dimestichezza con carta e<br />

partecipano suppergiù una cinquan- penna non è peggiore di quella di altina<br />

di braccofili (…quando va bene), tri cinofili e la differenza è perché –<br />

cioè poco più del 10% dei tesserati con la <strong>precedente</strong> dirigenza della<br />

e circa l’1% dei possessori di un SABI – non erano stati stimolati in<br />

Bracco italiano. Come dire che – in tal senso.<br />

assenza di tempestivi interventi che Sta di fatto che i Braccofili vengono<br />

ren<strong>da</strong>no noti su efficienti mezzi di meno al dovere divulgativo delle ini-<br />

comunicazione i relativi significati ziative promosse <strong>da</strong>ll’Associazione,<br />

zootecnici di quanto organizzato <strong>da</strong>l- alla cui direzione sono stati eletti.<br />

l’Associazione – per il 90% dei Soci E di ciò gli appassionati del Bracco<br />

e per il 99% dei braccofili è come se italiano giustamente si lamentano.<br />

nulla fosse successo.<br />

Sia chiaro che queste critiche non<br />

Né è pensabile che chi non frequen- sono motivate <strong>da</strong>l mio desiderio di<br />

ta abitualmente le prove si colleghi al trovare chi riempia le pagine del<br />

sito della SABI per sorbirsi le noio- Giornale del Bracco italiano perché<br />

sissime relazioni dei giudici su cani Rino a a questo Vigo con scopo Dero ho provveduto per-<br />

lui sconosciuti: la massa degli appassonalmente ogni mese <strong>da</strong> dodici anni<br />

sionati del Bracco italiano vuol leg- (prima con Bracco italiano Web e<br />

gere ciò che li rende partecipi della successivamente con <strong>Continentali</strong> <strong>da</strong><br />

vita dell’Associazione, scritto <strong>da</strong> chi <strong>ferma</strong>). E se il problema non è esisti-<br />

condivide la loro passione. to in tutti questi anni, è facile creder-<br />

E se ciò non avviene, a che pro demi se dico che non esisterà neppure<br />

stinare soldi ed impegno della SABI per l’attività che ho ancora <strong>da</strong>vanti a<br />

per organizzare eventi di cui saranno me.<br />

a conoscenza un <strong>numero</strong> risibilmente Ma io non sono la SABI, cioè l’As-<br />

esiguo di interessati?.<br />

sociazione alla quale i braccofili pa-<br />

Eppure è quello che spesso accade. gano (o dovrebbero pagare) la tes-<br />

E non è un problema di tutta la sera, in cambio della quale è giusto<br />

cinofilia, perché per esempio fra gli sia creato un costante flusso comu-<br />

Spinonisti, c’è sempre chi si prende nicazionale <strong>da</strong> parte di coloro che<br />

sono stati eletti a dirigere il so<strong>da</strong>lizio.<br />

Adesso poi c’è alle viste un progetto<br />

altamente innovativo, secondo cui<br />

l’ENCI identificherà i circa 5.000<br />

proprietari di un Bracco italiano, e<br />

comunicherà alla SABI il benestare<br />

di quelli che accettano di ricevere informazioni<br />

concernenti la razza, cioè<br />

di conoscere le manifestazioni<br />

braccofile ed il significato zootecnico<br />

dell’attività dell’Associazione.<br />

Ma se i Consiglieri della SABI stanno<br />

in silenzio, a che pro si dovrebbe<br />

attuare un così ambizioso programma?<br />

Abbiamo già vissuto la deludente<br />

esperienza di dirigenti che, una volta<br />

eletti, si limitavano a partecipare alle<br />

riunioni di Consiglio per deliberare i<br />

calen<strong>da</strong>ri con le relative giurie e a<br />

svolgere l’amministrazione corrente.<br />

• I membri del Consiglio Direttivo ricoprono<br />

la loro carica non per la loro<br />

attività di allevatori, o per i successi<br />

che ottengono i loro cani;<br />

• I Consiglieri vengono eletti per il<br />

loro ruolo di organizzatori, ma soprattutto<br />

come comunicatori.<br />

Io posso tutt’al più assisterli per facilitarne<br />

il compito in via formale, ma<br />

i braccofili vogliono leggere i pensieri<br />

ed i i commenti di chi hanno eletto<br />

su ciò che l’Associazione fa per il<br />

bene della razza.<br />

Forse sarò un rompiballe … ma lo<br />

dico nell’interesse della SABI!


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il giornale del<br />

Bracco italianO<br />

N° 72 - Maggio 2013<br />

(Pagina 1 di 1)<br />

C’ERA UNA VOLTA IL WEB<br />

di Cesare Mamganelli<br />

Il sito Facebook della SABI trasformato in palestra di litigiosità e vuote polemiche.<br />

La decisione del Presidente di chiuderne l’accesso.<br />

Capita talvolta nella vita di fare riflessioni<br />

su argomenti mai prima presi<br />

in considerazione e che improvvisamente,<br />

per svariate circostanze, ti<br />

coinvolgono anche sul piano personale.<br />

E così è successo per la pagina<br />

Facebook della SABI il cui accesso<br />

ho – mio malgrado – recentemente<br />

deciso di chiudere per gli utilizzatori,<br />

dopo le polemiche e le sgradevoli<br />

diatribe che si sono accese fra gli<br />

utenti.<br />

Ed è stata una decisione particolarmente<br />

sofferta perché contrasta con<br />

la mia convinzione della necessità di<br />

dialogo fra gli appassionati della razza,<br />

anche se a volte l’intensa passione<br />

può rendere duro il confronto e<br />

magari provocare parole accese, così<br />

come spesso accade fra gli innamorati.<br />

E coerentemente con la mia originaria<br />

convinzione, ho infatti plaudito<br />

allorché fu creata la pagina ufficiale<br />

della SABI, perorando la decisione<br />

che l’accesso alle discussioni fosse<br />

consentito anche a coloro che non<br />

erano iscritti alla nostra Società Specializzata.<br />

Alla base della mia convinzione c’era<br />

infatti la speranza di fare di Facebook<br />

un veicolo di discussioni costruttive,<br />

utili alla promozione della<br />

razza; ma quella speranza è ben presto<br />

miseramente naufragata con la<br />

constatazione che i contenuti erano<br />

per lo più limitati all’egoistica esaltazione<br />

dei propri cani, ad insulse polemichette<br />

che nulla avevano di serio<br />

e costruttivo, spesso degeneranti in<br />

vere e proprie risse verbali che trascendevano<br />

i limiti di un imprescindibile<br />

codice etico.<br />

Convinto però che anche in cinofilia<br />

“comunicare vuol dire esistere”,<br />

ho esplorato gli equivalenti veicoli<br />

comunicazionali di altre Società Specializzate<br />

ed ho interpellato colleghi<br />

coinvolti in varie espressioni di Social<br />

Networks di altre razze, ricavandone<br />

un responso a dir poco sconfortante:<br />

anche in quei casi il tasso di<br />

litigiosità è elevato, i contenuti sono<br />

di infimo livello tecnico e creano<br />

odiose problematiche per la dirigenza<br />

dei relativi so<strong>da</strong>lizi.<br />

A quel punto mi è venuta spontanea<br />

una doman<strong>da</strong>: siamo di fronte ad un<br />

problema generale oppure simili deformanti<br />

storture avvengono solo ove<br />

si tratta di cinofilia e di cani?<br />

La risposta fornitami <strong>da</strong> una decina<br />

di amici, assidui frequentatori del<br />

web, tende ad indicare che effettivamente<br />

– dove ci sono molte teste ed<br />

opinioni diverse – esiste una tendenza<br />

ad alimentare un’accesa dialettica,<br />

che però non arriva ai livelli di<br />

animosità (ed inciviltà) sperimentati<br />

nel sito Facebook della SABI: ed il<br />

motivo è che l’emozionalità coinvolta<br />

nella passione per i nostri cani induce<br />

a trascendere a livelli che vanno<br />

ben oltre gli stimoli provocati <strong>da</strong><br />

altri argomenti (per esempio <strong>da</strong> valutazioni<br />

culinarie, o <strong>da</strong>lla critica dell’arte,<br />

o <strong>da</strong>lla discussione su concorsi<br />

fotografici, eccetera, eccetera).<br />

Quindi probabilmente le distorsioni<br />

polemiche sui Bracchi vanno al di là<br />

dei limiti accettabili, proprio perché<br />

la nostra passione cinofila è la matrice<br />

dell’esasperazione.<br />

Come dire che lo sbaglio non è nel<br />

web, non è in Facebook, né in<br />

Twitter; lo sbaglio è nel modo improprio<br />

con cui questi meravigliosi strumenti<br />

vengono usati.<br />

E allora sono i cinofili ad essere sbagliati?<br />

Diciamo che lo sbaglio consiste nell’incapacità<br />

di controllare gli stimoli<br />

della nostra passione.<br />

A ciò si aggiunga che <strong>da</strong> alcuni anni il<br />

tasso di sportività è sceso ai minimi<br />

storici, gli stimoli zootecnici che caratterizzavano<br />

i nostri “padri fon<strong>da</strong>tori”<br />

hanno lasciato posto ad esasperato<br />

agonismo; oggi conta solo vincere<br />

(fors’anche perché i valori della<br />

caccia sono ottenebrati <strong>da</strong>l disastro<br />

ambientale che ci circon<strong>da</strong>); oggi il<br />

presunto cinofilo vuole innanzitutto<br />

“apparire” a qualunque costo; e per<br />

apparire c’è chi vuole pontificare,<br />

anche se ciò vuol dire sopraffare con<br />

assor<strong>da</strong>nte litigiosità tutti coloro che<br />

sono potenziali antagonisti; e per prevalere<br />

c’è chi sconfina nell’immoralità<br />

di chi tarocca.<br />

Per alcuni forse tutto ciò non è un<br />

problema.<br />

Per me vuol dire invece cercare di<br />

alzare un argine, di porre un freno…<br />

o quantomeno chiudere la porta a<br />

situazioni che incoraggiano il degrado<br />

ed il malcostume.


www.continentali<strong>da</strong><strong>ferma</strong>.it (Pagina 1 di 1)<br />

luci<br />

luci<br />

luci luci della della della rib ribalta rib lta<br />

ribalta<br />

ribalta<br />

N° 72 - Maggio 2013<br />

Il ritorno <strong>da</strong>l turno al Derby 2013.<br />

Rodi di Cascina Croce<br />

al guinzaglio del suo proprietario Massimo Scevi.<br />

Al suo fianco il Presidente della SABI, Cesare Manganelli<br />

La responsabilità<br />

dell’esattezza delle<br />

informazioni e delle<br />

qualifiche attribuite ai<br />

soggetti qui riprodotti è dei<br />

proprietari dei cani


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POSTA<br />

La canna nasale del<br />

Bracco italiano<br />

Ho letto delle discussioni in<br />

merito alla canna nasale del<br />

bracco italiano e pareri che<br />

lasciano a desiderare. Puoi<br />

spiegare come deve essere<br />

la testa, in particolare la<br />

canna nasale, per una cerca<br />

funzionale? Inoltre se ci<br />

sono problematiche funzionali<br />

nella cerca con una canna<br />

nasale troppo montonina<br />

o troppo diritta e – se si<br />

– quali?. Anche perché<br />

penso che, per un cane <strong>da</strong><br />

lavoro, nella stesura e nelle<br />

varie modifiche dello stan<strong>da</strong>rd<br />

morfologico, si sia tenuto<br />

conto anche della funzionalità.<br />

Grazie e un caloroso abbraccio.<br />

Alessandro Quadri<br />

Non so dove siano avvenute<br />

simili discussioni che,<br />

sull’argomento citato <strong>da</strong>ll’amico<br />

Alessandro, sono<br />

assolutamente prive di<br />

fon<strong>da</strong>mento. Non esiste<br />

infatti un nesso fra la<br />

struttura morfologica della<br />

canna nasale e l’efficienza<br />

olfattiva del cane,<br />

che risiede invece nell’apparato<br />

sensoriale e nervoso.<br />

L’orientamento convergente<br />

o divergente della<br />

canna nasale, più o meno<br />

montanina, o la sua maggiore<br />

o minore lunghezza<br />

sono elementi ininfluenti<br />

&<br />

N° 72 - Maggio 2013<br />

La canna nasale del Bracco italano - Tare genetiche - Il costo dei cani<br />

nella funzione olfattiva; a<br />

riprova della mia asserzione<br />

c’è il fatto che il Bracco<br />

italiano ed il Pointer o<br />

l’Epagneul Breton – pur<br />

con canne nasali molto<br />

diverse – hanno potenzialmente<br />

equivalenti capacità<br />

olfattive. Oltre all’apparato<br />

nervoso preposto<br />

all’olfazione, una notevole<br />

influenza è determinata<br />

<strong>da</strong>lle attitudini comportamentali<br />

fissate <strong>da</strong>lla<br />

selezione, con il conseguente<br />

diverso modo di<br />

usare il naso <strong>da</strong> parte di<br />

un cane <strong>da</strong> <strong>ferma</strong> rispetto<br />

ad un segugio. Comunque<br />

la potenza olfattiva è una<br />

caratteristica trasmessa<br />

<strong>da</strong> geni senza dominanza.<br />

Infatti – utilizzando come<br />

riproduttori soggetti che<br />

si af<strong>ferma</strong>no nelle prove e<br />

quindi dotati di ottimo<br />

naso, negli anni la potenza<br />

olfattivo media delle<br />

razze <strong>da</strong> <strong>ferma</strong> si è gradualmente<br />

elevata ed<br />

oggi tutte le razze <strong>da</strong> <strong>ferma</strong><br />

hanno un naso migliore<br />

di cinquantanni fa.<br />

Un tentativo di attribuire<br />

pretese funzionalità alla<br />

struttura della canna nasale<br />

ha interessato famosi<br />

autori, come per esempio<br />

il Solaro, che oltre ad<br />

aver scritto grandi verità,<br />

ha espresso anche cose<br />

non veritiere.<br />

E chi non ha mai sbagliato<br />

scagli la prima pietra.<br />

Tare genetiche<br />

Ritorno a lei con questa mia<br />

dopo averla contattata per<br />

posta tradizionale perché<br />

del bracco sono una neofita<br />

e non conoscevo ancora la<br />

sua rivista on line <strong>Continentali</strong><br />

<strong>da</strong> <strong>ferma</strong>.<br />

Dunque, in questo momento<br />

la contatto per avere dei<br />

ragguagli <strong>da</strong>lla sua immensa<br />

esperienza.<br />

Dicevamo, nella lettera<br />

cartacea, che il mio Cassio<br />

è nato geneticamente sbagliato:<br />

displasico al gomito<br />

destro, operato “duo” per<br />

il suo problema (processo<br />

anconeo dell’ulna) all’età di<br />

5 mesi, a 15 ha avuto la torsione<br />

dello stomaco, il 24<br />

aprile p.v. farà 22 mesi. Ora<br />

alla genetica si aggiunge un<br />

altro problema: avendo passato<br />

almeno quattro mesi di<br />

vita a guinzaglio, proprio <strong>da</strong><br />

cucciolo, ha perso, secondo<br />

me, quel contatto che si<br />

instaura con il padrone proprio<br />

in quel periodo e quindi<br />

adesso accade che quando<br />

viene sciolto, la sua irruenza<br />

lo porti a fare delle<br />

sparate clamorose, non<br />

molto a trotto, piuttosto a<br />

galoppo.<br />

Comunque, con il passare<br />

del tempo, questo problema<br />

sembra attenuarsi un<br />

po’.<br />

È, sempre secondo il mio<br />

modesto parere, un cucciolone<br />

dotato di naso, ma non<br />

(Pagina 1 di 3)<br />

RIS RIS RIS RIS RIS POST POSTA POST<br />

ancora di <strong>ferma</strong> soli<strong>da</strong>: questo<br />

perché non abbiamo,<br />

forse, insistito a sufficienza<br />

(cosa che provvederemo a<br />

fare) o forse perché, venendo<br />

mio marito <strong>da</strong> una<br />

caccia con cani <strong>da</strong> cerca…<br />

non eravamo preparati per<br />

il cane <strong>da</strong> <strong>ferma</strong>.<br />

Fatto è che ancora non è<br />

per niente un bracco tipico,<br />

almeno per quanto concerne<br />

la caccia, senza contare<br />

che, appena l’età si farà più<br />

matura, inizierà anche la<br />

claudicanza (che per adesso<br />

è impercettibile nel suo<br />

muoversi un po’ altalenante)<br />

e anche il dolore si potrebbe<br />

fare importante (ma siamo<br />

molto attenti ed è sempre<br />

sotto controllo medico).<br />

Lei lo saprà senz’altro: nelle<br />

nostre zone (campagna val<strong>da</strong>rnese,<br />

compresa tra<br />

Arezzo e Firenze), i boschi<br />

sono fitti, pieni di rovi, di<br />

querce e di cespugli tipici<br />

della macchia mediterranea<br />

e qui, tra calanchi scoscesi<br />

e dolci colline, pieni di cinghiali,<br />

caprioli e tassi, il cane<br />

è costretto a cacciare fagiani<br />

non più autoctoni, ma rimbastarditi<br />

con razze che li<br />

fanno piuttosto assomigliare<br />

a struzzi: pedinano e sono<br />

robusti. Così Cassio si arrangia:<br />

se li fiuta, non li <strong>ferma</strong>,<br />

ma li incalza facendoli<br />

alzare in volo.<br />

Comunque, la passione per<br />

il Bracco italiano è più che<br />

altro mia – anche se la sto


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attaccando senz’altro a mio<br />

marito e anche al figlio che<br />

proprio ora sta per prendere<br />

la licenza di caccia – perché<br />

adoro vedere questi<br />

splendidi cani an<strong>da</strong>re a testa<br />

alta mentre odorano il<br />

vento. E <strong>da</strong>to che ancora<br />

mia è la colpa per cui è<br />

morto il nostro Springer, investito<br />

<strong>da</strong> un auto di una<br />

fred<strong>da</strong> mattina d’inverno lasciando<br />

mio marito senza<br />

compagno per le sue cacciate<br />

in solitaria con il cane,<br />

vorrei sapere <strong>da</strong> lei, se,<br />

magari tra un annetto, mi<br />

potrebbe cedere un suo<br />

cucciolone (so che non alleva<br />

per lucro), per lei non<br />

idoneo (senz’altro non un<br />

“tripé”, perché in questo terreno<br />

non avrebbe proprio<br />

senso, e nemmeno un “luk”),<br />

ma sufficientemente capace<br />

e intelligente per potere soddisfare<br />

ed appagare mio<br />

marito nelle sua caccia del<br />

sabato e della domenica.<br />

Adesso la saluto cordialmente,<br />

ringraziandola per<br />

essermi stato a leggere, in<br />

questa storia macchinosa<br />

che ho cercato di riassumere<br />

nello spazio di una mail.<br />

Annalisa Ciofini (aspirante<br />

braccofila).<br />

Un’altra cosa volevo chiederle:<br />

le risulta per sua<br />

esperienza che il cane con<br />

occhio più chiaro dello<br />

stan<strong>da</strong>rd abbia senz’altro<br />

problemi genetici?<br />

Son lieto di pubblicare<br />

questa lettera che contiene<br />

diversi spunti interessanti.<br />

Spero proprio che l’allevatore<br />

di questo Bracco italiano<br />

(chiunque sia) sia<br />

stato informato dell’esito<br />

disastroso dell’accoppiamento<br />

<strong>da</strong> cui è nato il<br />

cane della Signora Ciofini<br />

così <strong>da</strong> escludere per<br />

sempre <strong>da</strong>lla riproduzione<br />

i suoi genitori. Per quanto<br />

ne so, le displasie sono<br />

trasmesse <strong>da</strong> caratteri<br />

poligenici, che però non è<br />

chiaro se siano recessivi,<br />

dominanti o senza dominanza.<br />

Resta il fatto che<br />

far nascere soggetti afflitti<br />

<strong>da</strong> queste tare degenerative<br />

con<strong>da</strong>nna il cane (ed<br />

i padroni) ad un’esistenza<br />

tanto infelice <strong>da</strong> rappresentare<br />

una imperdonabile<br />

con<strong>da</strong>nna per chi ne è<br />

responsabile.<br />

L’esuberanza nella cerca<br />

– se non diventa incontrollabile<br />

– è un pregio riconducibile<br />

al dominante<br />

istinto pre<strong>da</strong>torio di cui il<br />

giovane soggetto è positivamente<br />

dotato. L’ampiezza<br />

della cerca è invece<br />

un carattere trasmesso<br />

<strong>da</strong> geni senza dominanza.<br />

Come ho più volte scritto,<br />

in questi casi il cercare<br />

di controllarlo con frequenti<br />

richiami non fa che<br />

peggiorare lo scarso collegamento.<br />

È anche possibile<br />

che l’utilizzatore del<br />

giovane Bracco – <strong>precedente</strong>mente<br />

abituato ad<br />

un cane <strong>da</strong> cerca – debba<br />

ora rivedere i parametri<br />

con cui valutare l’ampiezza<br />

di cerca di un Bracco.<br />

Circa l’an<strong>da</strong>tura, è comprensibile<br />

che l’esuberanza<br />

induca il giovane soggetto<br />

a galoppare: solo un<br />

occhio esperto potrebbe<br />

stabilire se quel Bracco<br />

sia o meno dotato del<br />

“trotto spinto” tipico della<br />

razza. Sono però molto<br />

incerto sull’opportunità<br />

di sottoporre ad un addestramento<br />

condizionante<br />

per far emergere l’eventuale<br />

trotto naturale un<br />

cane comunque menomato<br />

<strong>da</strong>lla displasia.<br />

A quasi due anni nel giovane<br />

Bracco avrebbe dovuto<br />

emergere la “<strong>ferma</strong>”,<br />

che però – a contatto<br />

con fagiani ostinati<br />

pedinatori – non è facile<br />

<strong>da</strong> concretizzare. Bisognerebbe<br />

verificare l’attitudine<br />

alla <strong>ferma</strong> di questo<br />

Bracco su selvaggina più<br />

idonea o magari su quaglie<br />

allo scopo posate.<br />

L’utilizzo del cane <strong>da</strong> <strong>ferma</strong><br />

in terreni boscosi densamente<br />

popolati di caprioli<br />

è senz’altro molto<br />

problematico, anche perché<br />

in un ambiente simile<br />

è difficile correggere la<br />

rincorsa.<br />

Purtroppo <strong>da</strong> qualche<br />

anno ho smesso di allevare,<br />

ma posso eventualmente<br />

indirizzare l’acquisto<br />

di un valido soggetto<br />

presso amici di fiducia.<br />

Una volta ancora, soprattutto<br />

per chi non ha maturato<br />

una lunga esperienza,<br />

la scelta migliore è di<br />

acquistare un cane già formato,<br />

anziché un cucciolo.<br />

Non esiste alcun nesso fra<br />

la scarsa pigmentazione<br />

degli occhi ed eventuali<br />

tare genetiche.<br />

La falsa convinzione di<br />

una relazione del genere è<br />

erroneamente indotta <strong>da</strong><br />

soggetti di talune razze<br />

che hanno “occhio gaz-<br />

Posta&RisPosta (Pagina 2 di 3)<br />

zuolo” (espressione di un<br />

carattere genetico degenerativo)<br />

nelle quali sono<br />

frequenti (ma non geneticamente<br />

collegate) altre<br />

tare, come per esempio la<br />

sordità.<br />

Il costo dei cani<br />

Voglio comperare un cane<br />

<strong>da</strong> <strong>ferma</strong> e mi piace molto il<br />

Bracco italiano, però sarei<br />

disponibile anche ad acquistarne<br />

uno di un’altra razza.<br />

Ho interpellato sia via<br />

Internet che telefonicamente<br />

diversi allevatori ed ho<br />

avuto le risposte più disparate,<br />

con prezzi che variano<br />

del doppio e anche del triplo<br />

l’uno <strong>da</strong>ll’altro. Sono<br />

perciò alquanto costernato,<br />

perché non mi rendo conto<br />

di come possano esistere<br />

differenze così marcate e<br />

non vorrei buttar via inutilmente<br />

dei soldi.<br />

Potrebbe fornirmi lei<br />

un’idea più precisa su quali<br />

criteri dovrei seguire per un<br />

acquisto ben fatto?<br />

Grazie<br />

Marco Livistorio<br />

Questa lettera è sintomatica<br />

della enorme assenza<br />

di cultura cinofila esistente<br />

nel pubblico.<br />

Questo lettore mette l’acquisto<br />

di un cane sullo<br />

stesso piano di un bene di<br />

consumo: anzi, mentre per<br />

la frutta e verdura probabilmente<br />

accetta possano<br />

esistere prezzi diversi per<br />

qualità diverse, per un<br />

cane si stupisce che il prezzo<br />

possa variare in più o<br />

in meno a secon<strong>da</strong> dell’offerta.


www.continentali<strong>da</strong><strong>ferma</strong>.it Posta&RisPosta (Pagina 3 di 3)<br />

Innanzitutto bisognerebbe<br />

aver con<strong>ferma</strong> che egli<br />

vuole un cane <strong>da</strong> <strong>ferma</strong><br />

perché intende utilizzarlo<br />

a caccia. Oppure gli piace<br />

unicamente l’aspetto<br />

estetico del Bracco italiano<br />

… o di un Setter… o di<br />

un’altra razza <strong>da</strong> <strong>ferma</strong>?<br />

Nel primo caso, la scelta<br />

dotrebbe anche tener conto<br />

del tipo di caccia che<br />

svolge: quindi sarebbe utile<br />

avere anche questa informazione<br />

per definire il<br />

tipo di soggetto più a<strong>da</strong>tto.<br />

Detto ciò, bisognerebbe<br />

approfondire se il lettore<br />

ha sufficiente esperienza e<br />

capacità tecniche per <strong>da</strong>re<br />

al cane l’opportuna formazione;<br />

bisognerebbe<br />

cioè sapere se egli deve<br />

orientare la sua scelta verso<br />

un cucciolo o verso un<br />

cane “già fatto”.<br />

Un cane di razza è il frutto<br />

di secoli di selezione nel<br />

quale sono presenti una<br />

grande quantità di variabili<br />

che richiedono una<br />

specifica competenza <strong>da</strong><br />

parte dell’acquirente. E<br />

del resto è un problema<br />

che si presenta anche<br />

quando si deve comprare<br />

– per esempio – un’automobile:<br />

non c’è <strong>da</strong> stupirsi<br />

se una Ferrari costa dieci<br />

volte più di una utilitaria.<br />

Ma una Ferrari non è<br />

l’ideale per an<strong>da</strong>re a fare<br />

la spesa al supermercato,<br />

così come con una Pan<strong>da</strong><br />

non si va a correre sul circuito<br />

di Monza.<br />

Anche se la selezione tende<br />

a fissare i caratteri di<br />

ciascuna razza, non esistono<br />

due cani uguali, tanto<br />

più se figli l’uno di una<br />

cane proclamato campione<br />

e l’altro di un cane che<br />

non ha mai fatto una verifica<br />

zootecnica mirata a<br />

certificarne la tipicità.<br />

Con ciò sostenere che i<br />

prezzi dei cani dovrebbero<br />

essere tutti eguali è una<br />

assur<strong>da</strong> pretesa. Da ultimo<br />

si tenga presente che<br />

quando si acquista un cuc-<br />

ciolo, non esiste la certezza<br />

di come sarà <strong>da</strong> adulto,<br />

ragion per la quale<br />

l’acquisto più sicuro è<br />

quello di un cane in età<br />

tale <strong>da</strong> non creare successive<br />

sorprese. E <strong>da</strong>l punto<br />

di vista venatorio, se è<br />

stato cresciuto <strong>da</strong> persona<br />

esperta, a 18 mesi un<br />

cane <strong>da</strong> <strong>ferma</strong> è già in<br />

grado di mostrare le qualità<br />

naturali che ne faranno<br />

un buon cane <strong>da</strong> caccia,<br />

evitando così le sorprese<br />

che non si possono<br />

mai escludere quando si<br />

porta a casa un cucciolo.<br />

Ed in tal caso vale il proverbio<br />

che “chi più spende,<br />

meno spende”.

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