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Aprile 2009 - Insieme ai sacerdoti

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primo tecnico specializzato presso la cartiera, la<br />

seconda ricercatrice di matematica, si predispongono<br />

a questo compito con almeno dieci incontri di<br />

preparazione, che spaziano sui profili biblico-teologico<br />

e storico-artistico della mostra nonché su argomenti<br />

di cultura generale.<br />

Al via il gemellaggio<br />

con altre parrocchie europee<br />

“Non si tratta solo di far conoscere le opere esposte<br />

– spiega don Geretti –, ma di far riscoprire il loro<br />

codice simbolico, orm<strong>ai</strong> completamente sconosciuto<br />

<strong>ai</strong> contemporanei. Il primo apprezzamento<br />

dei visitatori riguarda proprio la capacità dei nostri<br />

giovani di guidarli in questa riscoperta: non è solo<br />

una visita, dicono, ma un’esperienza di vita”.<br />

Questo impegno di tipo prevalentemente culturale<br />

e sociale, ha delle importanti ricadute a livello pastorale.<br />

“Gli effetti sono di almeno due tipi”, sintetizza don<br />

Geretti. Il primo è di tipo psicologico: “Nello scoraggiamento<br />

e nell’inedia si vive complessivamente<br />

male e anche la vita di fede ne risente. Offrire,<br />

attraverso il lavoro legato alla mostra, un obiettivo<br />

e una speranza per il futuro, restituisce slancio in<br />

tutti i campi della vita, oltre a stabilire molte relazioni<br />

con persone e istituzioni che offrono occasioni<br />

di nuove attività anche per la pastorale”. Attraverso<br />

la mostra dedicata a S. Floriano, ad esempio,<br />

“abbiamo stabilito un gemellaggio con l’Abbazia<br />

di Sankt Florian in Alta Austria, luogo principale<br />

della venerazione del giovane martire durante la<br />

persecuzione di Diocleziano, così come esistono<br />

intense relazioni con la diocesi di Linz, la basilica<br />

di S. Floriano a Cracovia dove fu vicario Giovanni<br />

Paolo II e centin<strong>ai</strong>a di parrocchie e chiese che<br />

onorano il nostro comune protettore”.<br />

La seconda ricaduta riguarda proprio i contenuti<br />

della fede: “Attraverso il lavoro collegato alla mostra<br />

annuale – spiega don Alessio – ci si avvicina<br />

a testi, pensiamo ad esempio all’Apocalisse, che<br />

prima si conoscevano poco; diventa un’esperien-<br />

za di catechesi per adulti che genera progresso<br />

nella vita di fede, prima ancora di una forma di<br />

evangelizzazione ad extra”.<br />

“Oggi sono sempre più necessari dei luoghi – conclude<br />

don Alessio – capaci di fare sintesi tra passato<br />

e presente per conservare l’anima cristiana<br />

dell’Occidente. E se nei primi tempi del cristianesimo<br />

la Buona Novella si diffuse dalle città verso le<br />

campagne, nel nostro tempo saranno le periferie a<br />

riportare il Vangelo nel cuore disumanizzato delle<br />

metropoli”. D’altra parte, si è periferia solo dove si<br />

vuole esserlo. l<br />

In alto: don Alessio<br />

all’inaugurazione<br />

di una delle mostre<br />

annuali allestita<br />

a Illegio. Accanto:<br />

un bassorilievo<br />

raffigurante<br />

la Deposizione,<br />

nella pieve<br />

di San Floriano.<br />

Qui sopra:<br />

la locandina di una<br />

delle esposizioni<br />

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