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Prodotti Fitosanitari - A.R.S.S.A. Abruzzo

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1<br />

evoluzione dalla difesa evoluzione dalla difesa<br />

evoluzione<br />

della difesa<br />

Il processo di filiera dei prodotti agroalimentari attraversa varie<br />

fasi dalla campagna alla tavola. La prima parte, quella che riguarda<br />

strettamente la produzione in campo, comporta tra l’altro la<br />

necessità di proteggere le colture dalle avversità parassitarie. La<br />

difesa fitosanitaria è dunque uno dei fattori più importanti e delicati,<br />

sia per l’impatto che essa può avere sull’ambiente sia per i<br />

residui negli alimenti. Negli ultimi decenni la difesa ha conosciuto<br />

un’ampia evoluzione, nelle strategie e nei prodotti, che è andata<br />

di pari passo con la crescente esigenza di salvaguardare l’ambiente,<br />

gli operatori e i consumatori. Sino agli anni ‘50, infatti, la<br />

difesa si è affidata esclusivamente a sostanze di derivazione minerale<br />

(es. zolfo e rame contro oidio e peronospora della vite) e vegetale<br />

(solfato di nicotina verso alcuni insetti, ecc.).<br />

Dagli anni ’50, con l’avvento degli antiparassitari di sintesi, inizia<br />

una nuova era, caratterizzata da un utilizzo indiscriminato dei PF<br />

attraverso la cosiddetta lotta a calendario, cioè un tipo di difesa<br />

preventiva che mira a ottenere la distruzione degli organismi nocivi<br />

secondo fasi fenologiche e tempi prestabiliti, senza tenere conto dell’effettiva<br />

presenza del parassita né dei potenziali rischi di danno,<br />

puntando a massimizzare le rese produttive. L’uso indifferenziato<br />

di antiparassitari, però, porta a turbative ambientali (inquinamento,<br />

scomparsa di specie utili, resistenze dei parassiti a molecole di<br />

largo impiego) e rischi di tipo igienico-sanitario (intossicazione<br />

acuta e cronica per gli operatori agricoli, eccessivi residui nei prodotti<br />

destinati all’alimentazione).<br />

Dalla fine degli anni ’70, conoscenze scientifiche più approfondite<br />

- biologiche e chimiche - cambiano l’approccio alla difesa. Dalla<br />

tendenza a eliminare completamente i parassiti si passa così alla<br />

loro gestione attraverso la difesa guidata che, con l’introduzione<br />

del concetto di soglia di intervento, prevede l’esecuzione dei trattamenti<br />

fitosanitari solo quando il livello di danno previsto superi il<br />

costo del trattamento.<br />

Questo metodo si realizza anche con l’ausilio di servizi di avvertimento,<br />

di tecnici e di bollettini informativi e i PF sono scelti<br />

tenendo conto degli effetti secondari sull’uomo e sull’ambiente.<br />

Nel frattempo cresce la domanda di ecologia e di alimenti più sani,<br />

si acquisiscono nuove conoscenze in materia di protezione delle colture<br />

e si assiste alla nascita di famiglie chimiche più evolute sotto<br />

il profilo tossicologico e più selettive dal punto di vista ecologico<br />

(rispetto degli organismi ausiliari). È l’approdo alla difesa integrata,<br />

che si affida non solo alla difesa chimica ma punta a combinare<br />

le altre tecniche (agronomiche, fisiche, biologiche, biotecnologiche,<br />

genetiche) in grado di contrastare o contenere lo sviluppo dei parassiti.<br />

Essa razionalizza ancor più l’uso dei PF e pone le basi per quella<br />

che oggi viene più comunemente<br />

definita agricoltura<br />

sostenibile (aggettivo tratto<br />

dall’inglese sustainable) o ecocompatibile,<br />

che considera<br />

l’azienda agraria come un sistema<br />

ecologico (agroecosistema) che si<br />

realizza interferendo il meno possibile<br />

con gli equilibri naturali<br />

(biodiversità). Essa comprende<br />

naturalmente anche l’agricoltura<br />

biologica, i cui metodi di difesa<br />

si differenziano dai precedenti<br />

per l’uso esclusivo di antagonisti<br />

naturali (fig. 2) e prodotti di derivazione<br />

naturale, senza il ricorso<br />

alla chimica di sintesi.<br />

In <strong>Abruzzo</strong> il servizio relativo<br />

all’informazione sulla protezione<br />

delle colture viene gestito<br />

dall’ARSSA attraverso l’unità<br />

operativa di Difesa Biologica e<br />

Integrata, i cui bollettini vengono<br />

diffusi privilegiando i canali<br />

di comunicazione in tempo<br />

reale, quali Televideo Regionale<br />

di RAI 3, e-mail, Internet (fig. 3)<br />

sms, fax, stampa, comunque<br />

garantendo l’invio postale degli<br />

elaborati nelle aree interne della<br />

regione a limitato accesso ai<br />

mezzi informatici.<br />

Difesa Chimica a Calendario (fino agli anni ’70)<br />

Turbative ambientali:<br />

Rischi di tipo<br />

igienico-sanitario:<br />

inquinamento<br />

scomparsa di specie utili<br />

resistenze<br />

Introduzione di monitoraggio fisico e biologico:<br />

Fig. 1 - Evoluzione della difesa.<br />

EVOLUZIONE DELLA DIFESA<br />

intossicazione acuta e cronica per operatori<br />

agricoli<br />

residui sugli alimenti per i consumatori<br />

8 prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />

prontuario per la corretta gestione dei <strong>Prodotti</strong> <strong>Fitosanitari</strong><br />

9<br />

’80)<br />

soglie di intervento<br />

modelli previsionali<br />

’80)<br />

Evoluzione del concetto precedente, introduce la preferenza verso prodotti<br />

più rispettosi verso l'entomofauna utile e l'ambiente e meno nocivi per<br />

l'uomo, ivi compreso il ricorso a antagonisti naturali.<br />

Maggiore attenzione alle pratiche agronomiche in grado di sfavorire e/o di<br />

contenere gli agenti parassitari.<br />

(da anni '90)<br />

L'azienda agraria è vista come un sistema ecologico (agroecosistema) che si realizza<br />

interferendo il meno possibile con gli equilibri naturali (biodiversità). Comprende<br />

naturalmente anche i metodi di difesa dell'agricoltura biologica e biodinamica.

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